------------------------Conflitto E Coraggio CeC 3 1 Introduzione CeC 5 1 Come Possiamo Essere Incoragiati, 1 gennaio CeC 6 1 Vi È Sempre Una Speranza, 2 gennaio CeC 7 1 La Vera Nobiltà Del Mondo, 3 gennaio CeC 8 1 I Frutti Della Benedizione, 4 gennaio CeC 9 1 All'immagine Di Dio, 5 gennaio CeC 10 1 Eden, 6 gennaio CeC 11 1 La Possibilità Di Scelta, 7 gennaio CeC 12 1 Qualcuno Con Cui Condividere, 8 gennaio CeC 13 1 L'inganno, 9 gennaio CeC 14 1 Le Tentazioni Di Satana, 10 gennaio CeC 15 1 Quando È Meglio Non Sapere, 11 gennaio CeC 16 1 Maledizione Annunciata, 12 gennaio CeC 17 1 Natura, Il Migliore Maestro, 13 gennaio CeC 18 1 Tra Dio E L'uomo, 14 gennaio CeC 19 1 Un Errore Che Costò Caro, 15 gennaio CeC 20 1 Passaparola, 16 gennaio CeC 21 1 Di Nuovo A Casa, 17 gennaio CeC 22 1 Offerte Di Due Fratelli, 18 gennaio CeC 23 1 Due Vie Da Seguire, 19 gennaio CeC 24 1 Il Tuo Viso Parla Per Te, 20 gennaio CeC 25 1 Caino Si Allontana Dalla Presenza Di Dio, 21 gennaio CeC 26 1 Quando Camminiamo Con Dio, 22 gennaio CeC 27 1 Dio Prese Enoc In Cielo, 23 gennaio CeC 28 1 Guardare A Cristo, 24 gennaio CeC 29 1 Una Porta Aperta, 25 gennaio CeC 30 1 O Dio O Gli Idoli, 26 gennaio CeC 31 1 I Giganti Sulla Terra, 27 gennaio CeC 32 1 Abuso Dei Talenti, 28 gennaio CeC 33 1 Una Società Di Benestanti, 29 gennaio CeC 34 1 Sposarsi E Dare In Matrimonio, 30 gennaio CeC 35 1 Fino All'ultimo Giorno...., 31 gennaio CeC 36 1 La Costruzione Dll'arca, 1 febbraio CeC 37 1 Sicurezza Interna Dell'arca, 2 febbraio CeC 38 1 Dopo Sette Giorni, 3 febbraio CeC 39 1 Come Avvenne Nei Giorni Di Noè..., 4 febbraio CeC 40 1 Dio Venne In Terra Per Vedere..., 5 febbraio CeC 41 1 Confusione In Mezzo Al Popolo, 6 febbraio CeC 42 1 Ubbedienza Assoluta Di Abramo, 7 febbraio CeC 43 1 C'è Un Motivo, 8 febbraio CeC 44 1 Dio Protegge I Suoi Figli, 9 febbraio CeC 45 1 Mantenendo La Pace, 10 febbraio CeC 46 1 Verso Sodoma, 11 febbraio CeC 47 1 Dio Può Benedire Ogni Focolare, 12 febbraio CeC 48 1 Benvenuti Siano Gli Ospiti, 13 febbraio CeC 49 1 Il Conto Alla Rovescia Per Sodoma, 14 Febbraio CeC 50 1 Strade Insicure, 15 febbraio CeC 51 1 Quell'ultima Notte, 16 febbraio CeC 52 1 Per Non Dimenticare Mai, 17 febbraio CeC 53 1 Andate Rifugiarvi In Campagna, 18 febbraio CeC 54 1 Niente Di Più Prezioso, 19 febbraio CeC 55 1 L A Scelta Di Una Mogllie, 20 febbraio CeC 56 1 Un Matrimonio Felice, 21 febbraio CeC 57 1 Parlate Della Vostra Religione, 22 febbraio CeC 58 1 Gemelli, Ma Differenti, 23 febbraio CeC 59 1 Valori Contorti, 24 febbraio CeC 60 1 Dirito Di Nascita Barattato, 25 febbraio CeC 61 1 Un Prezzo Molto Amaro, 26 febbraio CeC 62 1 La Speranza Per Il Fuggiasco, 27 febbraio CeC 63 1 Ritorno A Dio, 28 febbraio CeC 64 1 Sette Brevi Anni, 1 marzo CeC 65 1 La Questione Di Vita E Di Morte, 2 marzo CeC 66 1 Giacobbe Incontra Seri Problemi, 3 marzo CeC 67 1 Potenza Di Dio Garantita, 4 marzo CeC 68 1 Potenza Garantita, 5 marzo CeC 69 1 Le Strade Separate, 6 marzo CeC 70 1 Problemi In Famiglia, 7 marzo CeC 71 1 Un'ispirata Soluzione, 8 marzo CeC 72 1 Una Collaborazione Benedetta, 9 marzo CeC 73 1 COME POTREI IO FARE QUESTO...?, 10 marzo CeC 74 1 Giuseppe In Prigione, 11 marzo CeC 75 1 Sempre La Stessa Cosa, 12 marzo CeC 76 1 Ogni Cosa Avviene Secondo Il Piano Di Dio, 13 marzo CeC 77 1 La Vita Di Giuseppe Era Come Quella Di Cristo, 14 marzo CeC 78 1 Una Madre Schiava, 15 marzo CeC 79 1 Una Giusta Scelta, 16 marzo CeC 80 1 Non Secondo Le Vie Del Signore, 17 marzo CeC 81 1 L'università Di Dio, 18 marzo CeC 82 1 I Tesori Celesti Valgono Di Più..., 19 marzo CeC 83 1 Vedere L'invisibile, 20 marzo CeC 84 1 Imparare E Disimparare, 21 marzo CeC 85 1 Mosè Mandato Da Dio, 22 marzo CeC 86 1 Chi È Il Signore?, 23 marzo CeC 87 1 Indurimento Di Cuore, 24 marzo CeC 88 1 Finalamente Liberi, 25 marzo CeC 89 1 Nuvola E Fuoco, 26 marzo CeC 90 1 Un Percorso Sicuro, 27 marzo CeC 91 1 L'inno Di Mosè E L'agnello, 28 marzo CeC 92 1 Le Nuove Lamentele Degli Israeliti, 29 marzo CeC 93 1 Le Mani Elevate Verso Il Cielo, 30 marzo CeC 94 1 Entrambe Le Mani Nell'opera Di Dio, 31 marzo CeC 95 1 Una Crisi Nel Campo Israelita, 1 aprile CeC 96 1 Fallimento Di Aaronne, 2 aprile CeC 97 1 Faccia A Faccia, 3 aprile CeC 98 1 Strano Fuoco, 4 aprile CeC 99 1 Troppo Ubriacchi Per Prendersi Cura, 5 aprile CeC 100 1 Mancanza Di Amore, 6 aprile CeC 101 1 Anime Affamate, 7 aprile CeC 102 1 Due Contro Uno, 8 aprile CeC 103 1 I Tratti Del Nemico, 9 aprile CeC 104 1 Una Rapporto Contradditorio, 10 aprile CeC 105 1 Perché Aspettare?, 11 aprile CeC 106 1 La Ribellione Al Campo, 12 aprile CeC 107 1 Mosè Perde La Pazienza, 13 aprile CeC 108 1 Nessuna Scusa Per Il Peccato, 14 aprile CeC 109 1 Dal Sepolcro Alla Gloria, 15 aprile CeC 110 1 L'avidità Non Appaga, 16 aprile CeC 111 1 Dovere O Desiderio, 17 aprile CeC 112 1 Due Uomini-La Stessa Sorte, 18 aprile CeC 113 1 Le Trappole Del Peccato, 19 aprile CeC 114 1 L'unica Via Per Ottenere La Vittoria, 20 aprile CeC 115 1 L'invisibile Alleato, 21 aprile CeC 116 1 Solo Dio Può Farlo, 22 aprile CeC 117 1 A Causa Del Peccato Di Un Uomo..., 23 aprile CeC 118 1 Non Nasconderti Da Dio, 24 aprile CeC 119 1 Troppo Tardi, 25 aprile CeC 120 1 Il Prezzo Della Vita, 26 aprile CeC 121 1 "Dammi Quasto Monte", 27 aprile CeC 122 1 I Carri Di Ferro, 28 aprile CeC 123 1 Ultime Raccomandazioni Di Giosuè, 29 aprile CeC 124 1 Non Sono Io Che Ti Ho Mandato?, 30 aprile CeC 125 1 Troppi Soldati, 1 maggio CeC 126 1 Sono Ancora Troppi, 2 maggio CeC 127 1 Un Fatale Errore, 3 maggio CeC 128 1 Prima Della Nascità Del Bambino, 4 maggio CeC 129 1 Compromesso, 5 maggio CeC 130 1 Forte Eppure Debole, 6 maggio CeC 131 1 Il Segreto Di Sansone Svelato, 7 maggio CeC 132 1 Ecco Il Mio Segreto, 8 maggio CeC 133 1 Un Raccolto Sicuro, 9 maggio CeC 134 1 "Ricordati Di Me", 10 maggio CeC 135 1 Anna Ha Mantenuto La Promessa, 11 maggio CeC 136 1 La Proprietà Di Dio, 12 maggio CeC 137 1 Tale Genitore Tale Figlio, 13 maggio CeC 138 1 Un Esempio Pericoloso, 14 maggio CeC 139 1 Nessun Rimprovero, 15 maggio CeC 140 1 Giudizio Ritardato, 16 maggio CeC 141 1 Un Padre Codardo, 17 maggio CeC 142 1 Differenze Tra Le Generazioni, 18 maggio CeC 143 1 Il Ravvedimento, 19 maggio CeC 144 1 Come Chiunque Altra Nazione, 20 maggio CeC 145 1 Non Ci Sono Scuse Che Tengono, 21 maggio CeC 146 1 La Scelta Appartiene Al Popolo, 22 maggio CeC 147 1 Il Potenziale Di Saul, 23 maggio CeC 148 1 La Prova Di Saul, 24 maggio CeC 149 1 Saul È Trovato Mancante, 25 maggio CeC 150 1 Il Tempo Di Avere Coraggio, 26 maggio CeC 151 1 Un Vero Re, 27 maggio CeC 152 1 La Salvezza Per Mezzo Di Obbedienza, 28 maggio CeC 153 1 Un'altra Prova, 29 maggio CeC 154 1 La Prova Finale Per Saul, 30 maggio CeC 155 1 Sento Le Pecore, 31 maggio CeC 156 1 Nessun Rimorso, 1 giugno CeC 157 1 Integrità Inesistente, 2 giugno CeC 158 1 La Scelta Appartiene A Dio, Non All'uomo, 3 giugno CeC 159 1 La Preparazione Di Davide Come Guida Di Israele, 4 giugno CeC 160 1 Vanagloria Umana, 5 giugno CeC 161 1 Cinque Miserabili Sassolini, 6 giugno CeC 162 1 Un Risultato Sicuro, 7 giugno CeC 163 1 Nessun "Mi Dispiace", 8 giugno CeC 164 1 Musica In Una Grotta, 9 giugno CeC 165 1 I Risultati Della Follia, 10 giugno CeC 166 1 Una Coppia Incompatibile, 11 giugno CeC 167 1 Dolce Rimprovero, 12 giugno CeC 168 1 Vendetta Divina, 13 giugno CeC 169 1 Nessuna Risposta Da Parte Di Dio, 14 giugno CeC 170 1 Egli Non È Samuele, 15 giugno CeC 171 1 I Segreti Di Dio, 16 giugno CeC 172 1 Un Suicidio, 17 giugno CeC 173 1 Un Amico In Luto, 18 giugno CeC 174 1 Il Suo Ultimo Errore, 19 giugno CeC 175 1 L'opera Furtiva Di Satana, 20 giugno CeC 176 1 Un Peccato Conduce Ad Un Altro, 21 giugno CeC 177 1 Il Re Rimproverato, 22 giugno CeC 178 1 Vivere Nel Peccato Non È Facile, 23 giugno CeC 179 1 La Bellezza Superficiale, 24 giugno CeC 180 1 La Grandezza Vista Nell'umiliazione, 25 giugno CeC 181 1 Un Uomo Saggio Ma Anche Sciocco, 26 giugno CeC 182 1 Un Monumento Di Pietre, 27 giugno CeC 183 1 Più Del Denaro, 28 giugno CeC 184 1 Invecchiare Nella Gratitudine, 29 giugno CeC 185 1 L'ultime Parole, 30 giugno CeC 186 1 Un Patto Con Dio, 1 luglio CeC 187 1 Come Un Piccolo Bambino, 2 luglio CeC 188 1 La Saggezza Nel Chiedere, 3 luglio CeC 189 1 Il Più Saggio Tra Gli Uomini, 4 luglio CeC 190 1 Che Cosà Dirà Il Nostro Epitaffio?, 5 Luglio CeC 191 1 Svenduto, 6 luglio CeC 192 1 La Vera Ricchezza, 7 luglio CeC 193 1 Sulla Crocevia, 8 luglio CeC 194 1 Un Risveglio Ritardato, 9 luglio CeC 195 1 La Voce Dell'esperienza, 10 luglio CeC 196 1 Abilità Non Santificata, 11 luglio CeC 197 1 Lodate Il Signore Dovunque Vi È Possibile, 12 luglio CeC 198 1 Un Degrado Dei Monumenti, 13 luglio CeC 199 1 "Tutto Israele Era Con Lui", 14 luglio CeC 200 1 Un Braccio Paralizzato, 15 luglio CeC 201 1 La Fede Di Asa In Dio, 16 luglio CeC 202 1 Malefica Influenza Di Jezebel, 17 luglio CeC 203 1 Una Voce Nel Deserto, 18 luglio CeC 204 1 Condividendo Le Novità, 19 luglio CeC 205 1 "C'è Maggior Felicità Nel Dare Che Nel Ricevere", 20 luglio CeC 206 1 Elija Davanti Ad Ahab, 21 luglio CeC 207 1 Gli Eroi Di Dio, 22 luglio CeC 208 1 Idolatria Come Allora, È Diffusa Anche Oggi, 23 luglio CeC 209 1 Aspetando Dio, 24 luglio CeC 210 1 Liberati Dall'io, 25 luglio CeC 211 1 Soprafatti Dallo Scoraggiamento, 26 luglio CeC 212 1 Che Cosa Stai Facendo Qui?, 27 luglio CeC 213 1 C'è Bisogna Di Elia Anche Oggi, 28 luglio CeC 214 1 Nei Momenti Di Debolezza, 29 luglio CeC 215 1 La Batteglia È Del Signore, 30 luglio CeC 216 1 L'inno Della Battaglia, 31 luglio CeC 217 1 Stregoneria Antica E Moderna, 1 agosto CeC 218 1 La Chiamata All'opera, 2 agosto CeC 219 1 Perché Eliseo?, 3 agosto CeC 220 1 La Consacrazione Totale Nell'opera, 4 agosto CeC 221 1 Il Successore Di Elia, 5 agosto CeC 222 1 L'inquinamento E Purificazione, 6 agosto CeC 223 1 Scortesia E Maleducazione, Devono Essere Rimproverate, 7 agosto CeC 224 1 Una Mensa Nel Deserto, 8 agosto CeC 225 1 Una Bambina Schiava, 9 agosto CeC 226 1 Le Vie Del Signore, 10 agosto CeC 227 1 Nessun Carro Di Fuoco Per Eliseo, 11 agosto CeC 228 1 La Riluttanza Di Un Profeta, 12 agosto CeC 229 1 C'è Un Limite Per Tutto, 13 agosto CeC 230 1 "Manda Me", 14 agosto CeC 231 1 Umiltà -- Vera O Falsa?, 15 agosto CeC 232 1 Il Carbone Ardente, 16 agosto CeC 233 1 Bianco Come La Neve, 17 agosto CeC 234 1 Nessuna Distinzione, 18 agosto CeC 235 1 Geremia Portavoce Di Dio, 19 agosto CeC 236 1 I Rekabiti, 20 agosto CeC 237 1 L'onore Di Jehovah Sarà Rivendicato, 21 agosto CeC 238 1 Guarigione Miracolosa, 22 agosto CeC 239 1 Che Cosa Hanno Visto?, 23 agosto CeC 240 1 La Fede E Le Promesse Di Dio, 24 agosto CeC 241 1 Troppo Ubriaco Per Pensare, 25 agosto CeC 242 1 Per Tempi Come Questi, 26 agosto CeC 243 1 Decreti Degli Uomini Contro Dio, 27 agosto CeC 244 1 Quattro Giovani In Babilonia, 28 agosto CeC 245 1 Fonte Della Saggezza, 29 agosto CeC 246 1 Nessun Compromesso, 30 agosto CeC 247 1 Testimonianza, 31 agosto CeC 248 1 Sotto Il Controllo Di Dio, 1 settembre CeC 249 1 I Più Importanti Cittadini Babilonesi, 2 settembre CeC 250 1 Quattro Giovani Nella Fornace, 3 settembre CeC 251 1 Nabucodonosor Umiliato, 4 settembre CeC 252 1 Daniele, L'ambasciatore Di Dio, 5 settembre CeC 253 1 Dio Ha Mandato I Suoi Angeli, 6 settembre CeC 254 1 La Ripartizione Degli Oneri, 7 settembre CeC 255 1 La Mano Di Dio Nell'opera, 8 settembre CeC 256 1 Gli Ostacoli Sono Una Prova Di Fede, 9 settembre CeC 257 1 Esdra, Studente E Insegnante, 10 settembre CeC 258 1 La Conoscenza Richiede Azione, 11 settembre CeC 259 1 Il Signore Loro Protettore, 12 settembre CeC 260 1 Uno Santo Scopo, 13 settembre CeC 261 1 L'uomo D'azione, 14 settembre CeC 262 1 Mettiamoci A Costruire, 15 settembre CeC 263 1 Non Coinvolti Nei Lavori, 16 settembre CeC 264 1 L'empia Alleanza, 17 settembre CeC 265 1 Non Dimenticatevi Dei Poveri, 18 settembre CeC 266 1 "Non Posso Scendere Giù Da Voi", 19 settembre CeC 267 1 Costruite, Riparate, Restaurate, 20 settembre CeC 268 1 Uno Dei Più Grandi Uomini Di Dio, 21 settembre CeC 269 1 Con Lo Spirito Di Elia, 22 settembre CeC 270 1 Un Messaggio Diretto, 23 settembre CeC 271 1 Un Sacrificio Vivente, 24 settembre CeC 272 1 Pronto A Fare Un Passo Indietro, 25 Settembre CeC 273 1 Bisogna Che Egli Cresca E Io Diminuisca, 26 settembre CeC 274 1 Che Cosa Lo Ha Reso Così Grande?, 27 settembre CeC 275 1 In Prigione Per Amore Di Cristo, 28 settembre CeC 276 1 Il Più Grande Onore, 29 settembre CeC 277 1 La Vera Testimonianza, 30 settembre CeC 278 1 Vieni A Vedere, 1 ottobre CeC 279 1 Sotto L'albero Di Fico, 2 ottobre CeC 280 1 Apprendistato Con Cristo, 3 ottobre CeC 281 1 Seguimi, 4 ottobre CeC 282 1 I Pubblicani Non Devono Essere Esclusi, 5 ottobre CeC 283 1 L'io Del Discepolo Giuda, 6 ottobre CeC 284 1 Alcuna Scusa, 7 ottobre CeC 285 1 Seminatore Dei Dissapori, 8 ottobre CeC 286 1 Uniti Nella Diversità, 9 ottobre CeC 287 1 Nessuno Era Perfetto, 10 ottobre CeC 288 1 Dubbi E Domande, 11 ottobre CeC 289 1 Un Colloquio Segreto, 12 ottobre CeC 290 1 Come Il Soffio Di Vento, 13 ottobre CeC 291 1 Nato Di Nuovo, 14 ottobre CeC 292 1 Un Confronto Con Giacobbe, 15 ottobre CeC 293 1 Dai Dubbi Alla Fede, 16 ottobre CeC 294 1 Non Sono Degno, 17 ottobre CeC 295 1 Dio Aborrisce Le Caste, 18 ottobre CeC 296 1 La Salvezza È Una Cosa Individuale, 19 ottobre CeC 297 1 Che Cosa Mi Manca Ancora?, 20 ottobre CeC 298 1 Egli Ha Fallito Nella Prova, 21 ottobre CeC 299 1 "Ho Osservato Tutte Quelle Cose", 22 ottobre CeC 300 1 L'uomo Ricco E Dio, 23 ottobre CeC 301 1 Lei Ha Dato Più Di Tutti Gli Altri, 24 ottobre CeC 302 1 Agitazioni E Lamentele, 25 ottobre CeC 303 1 Il Dono Dell'amore, 26 ottobre CeC 304 1 La Fragranza Dell'olio Profumato, 27 ottobre CeC 305 1 Nulla È Troppo Costoso Rispetto All'amore Di Cristo ..., 28 ottobre CeC 306 1 Il Cuore Di Simone Intenerito, 29 ottobre CeC 307 1 Cristo Conosce Le Nostre Possibilità, 30 ottobre CeC 308 1 La Mancata Fede Di Pietro, 31 ottobre CeC 309 1 Pietro Prende La Parola, 1 novembre CeC 310 1 Sotto Il Potere Di Satana, 2 novembre CeC 311 1 Pietro Imapara Una Grande Lezione, 3 novembre CeC 312 1 La Richiesta Di Una Madre Affezionata, 4 novembre CeC 313 1 Il Discepolo Che Gesù Amava, 5 novembre CeC 314 1 Un Contrasto Tra Giovanni E Giuda, 6 novembre CeC 315 1 Giuda, Schiavo Del Denaro, 7 novembre CeC 316 1 Una Chance Per Tutti, 8 novembre CeC 317 1 Lo Sapeva Solo Gesù, 9 novembre CeC 318 1 Uno Studente Lento A Comprendere, 10 novembre CeC 319 1 Sul Terreno Del Nemico, 11 novembre CeC 320 1 Finalmente Convertito, 12 novembre CeC 321 1 Caiafa, 13 novembre CeC 322 1 Pilato, 14 novembre CeC 323 1 Cristo Porta La Croce, 15 novembre CeC 324 1 Ricordati Di Me!, 16 novembre CeC 325 1 Amicizia, Non Più Segreta, 17 novembre CeC 326 1 I Dubbi Di Tommaso, 18 novembre CeC 327 1 La Libertà Religiosa, 19 novembre CeC 328 1 Gestione Dei Beni Di Dio Nel Modo Sbagliato, 20 novembre CeC 329 1 Martire Per Cristo, 21 novembre CeC 330 1 Quanti Sforzi Per Un Solo Uomo, 22 novembre CeC 331 1 La Prima Dorcas, 23 novembre CeC 332 1 Nessuna Frontiera Tra Le Nazioni, 24 novembre CeC 333 1 In Tutto Il Mondo..., 25 novembre CeC 334 1 Un Angelo Protettore, 26 novembre CeC 335 1 Uniti Al Cielo, 27 novembre CeC 336 1 Sulla Via Di Damasco, 28 novembre CeC 337 1 Saulo Diventa Paolo, 29 novembre CeC 338 1 Un Inizio In Arabia, 30 novembre CeC 339 1 Paolo Esalta La Croce, 1 dicembre CeC 340 1 Un Evangelista - Fabricante Di Tende, 2 dicembre CeC 341 1 Un Falò Redditizio, 3 dicembre CeC 342 1 Mentre Sei Ancora Giovane, 4 dicembre CeC 343 1 Sin Da Bambino..., 5 dicembre CeC 344 1 Tutto Ciò Che Un Bambino Può Diventare, 6 dicembre CeC 345 1 Paolo Passa La Torcia A Timoteo, 7 dicembre CeC 346 1 Diserzione Di Marco, 8 dicembre CeC 347 1 Marco E Dema, 9 dicembre CeC 348 1 Il Padrone E Il Servo, 10 dicembre CeC 349 1 Una Corsa È Davanti A Noi, 11 dicembre CeC 350 1 Una Voce Allegra, 12 dicembre CeC 351 1 Verso La Meta, 13 dicembre CeC 352 1 "Mi Appello A Cesare...", 14 dicembre CeC 353 1 Divina Guardia Del Corpo, 15 dicembre CeC 354 1 Un Buon Combattimento, 16 dicembre CeC 355 1 Amatevi Gli Uni Gli Altri, 17 Dicembre CeC 356 1 Pericoli Sia All'interno Come All'esterno, 18 dicembre CeC 357 1 Puro Nella Vita E Nel Cuore, 19 dicembre CeC 358 1 Dalle Tenebre Alla Gloria, 20 dicembre CeC 359 1 L'ultimo Dei Dodici, 21 dicembre CeC 360 1 Appartati Con Dio, 22 dicembre CeC 361 1 Mantieni La Tua Armatura, 23 dicembre CeC 362 1 "Fin Qui L'eterno Ci Ha Soccorso", 24 dicembre CeC 363 1 Sia Data La Gloria A Dio, 25 dicembre CeC 364 1 Esempi Di Nobiltà, 26 dicembre CeC 365 1 Io Posso Ogni Cosa In Cristo, 27 dicembre CeC 366 1 Non Dobbiamo Disperare, 28 dicembre CeC 367 1 Dio Si Ricorda Sempre Di Noi, 29 dicembre CeC 368 1 Cominciando Dall'inizio, 30 dicembre CeC 369 1 Il Piano Di Dio Per Me, 31 dicembre ------------------------Introduzione CeC 3 1 La Bibbia è un libro che presenta lezioni così ampie e diverse che ogni persona moderna può identificarsi con qualsiasi personaggio in essa presentato. Tutti quelli che sono saggi, sapranno attingere da questo libro la guida e arricchimento per il proprio percorso personale. Inoltre impareranno dagli errori degli altri al fine di ottenere una vittoria individuale. CeC 3 2 La Parola di Dio tratta gli exploit, i fallimenti e i successi dei personaggi in essa presentati. Le vicende più dettagliate sono state presentate a Ellen White in prima persona per mezzo delle visioni, delle quali l'autrice parla nei suoi scritti ispirati. Essa è stata divinamente guidata nel presentare le lezioni e insegnamenti, per noi oggi, basate sulle esperienze vissute sia dai santi uomini di Dio sia dai peccatori. Da questa ricca fonte di materiali sono state selezionate i 365 brevi schizzi che alla fine compongono questo volume di devozione. CeC 3 3 Per ovvie ragioni non si poteva riprodurre qui biografie complete dei tanti personaggi menzionati nella Bibbia. Questi possono essere esaminati nei altri cinque volumi della serie intitolata Conflict of the Ages, Testimonies, e altri libri di Ellen G. White, compreso il Seventh-day Adventist Bible Commentary (Commentario biblico Avventista). Le vicissitudini di molti personaggi biblici ivi sono state presentate cronologicamente. Tuttavia non era possibile esaurire tutta la serie di eventi presentati nella Sacra Scrittura. CeC 3 4 I riferimenti biblici che si trovano sulle ultime pagine, servono come guida per le meditazioni. L'elenco presentato sul retro di questo volume, rivela la principale fonte da cui provengono vari conflitti, che in generale rappresentano in vero senza della parola la loro ricchezza. CeC 3 5 Il compito di selezionare e organizzare questi schizzi è stato intrapreso dall'ufficio Whiteestate. Il loro compito è di incoraggiare il popolo di Dio mentre si trova in mezzo alle prove in questi ultimi tempi. CeC 3 6 The Trustees Of The Ellen G. White Estate ------------------------Come Possiamo Essere Incoragiati, 1 gennaio CeC 5 1 Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento, affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza. Romani 15: 4 CeC 5 2 Le vite vissute riportate nella Bibbia sono storie autentiche raccontate da individui reali. Da Adamo, attraverso le generazioni successive fino ai tempi degli apostoli, abbiamo un chiaro resoconto di ciò che è realmente accaduto, storie basate su vere esperienze di personaggi reali. Per molti questa storia è narrata dagli uomini ispirati, nonostante il loro carattere spesso fragile e debole... Eppure questi uomini erano davvero ispirati al fine di impedire che le pagine della storia venissero oscurate proprio dalle loro fragilità umane. CeC 5 3 È una delle migliori prove dell'autenticità delle Scritture è il fatto che la verità non è stata mascherata né i peccati dei suoi personaggi principali sono stati soppressi .... Molte biografie parlano di cristiani senza colpa, che nella loro normale vita domestica e le relazioni con la chiesa, sono state presentate come esempi di immacolata pietà... Eppure è la penna degli uomini ispirati che aveva scritto le loro storie. Nelle Sacre pagine della storia, sono state rivelate le loro debolezze, le loro lotte, l'egoismo, fanatismo, l'orgoglio, peccati nascosti, nonché la continua guerra tra lo spirito e la carne.... CeC 5 4 Se la nostra Bibbia fosse stata scritta da persone non ispirate, avrebbe presentato un aspetto piuttosto diverso e lo studio della stessa sarebbe stato scoraggiante per i mortali peccatori che si contendono le fragilità naturali e le tentazioni di un astuto nemico. La narrazione ivi presentata dell'esperienza religiosa e della storia dei suoi personaggi è corretta. Gli uomini che Dio ha favorito e ai quali ha affidato grandi responsabilità, a volte sono stati vinti dalla tentazione e hanno commesso peccati, cosa che accade anche a noi oggi, perché continuiamo a lottare, vacillare e spesso cadiamo in errore. Ma per tutti quelli che si sentono scoraggiati, è importante sapere che attraverso la grazia di Dio si può ottenere un nuovo vigore al fino di uscire dalle cattive abitudini. Così facendo saremo pronti a uscire dal conflitto interiore e rinnovare il proprio carattere. 4T, 4:9-11 ------------------------Vi È Sempre Una Speranza, 2 gennaio CeC 6 1 Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età. 1 Corinzi 10:11 CeC 6 2 I mormorii dell'antico Israele e il loro malcontento, così come i potenti miracoli compiuti a loro favore, la punizione della loro idolatria e ingratitudine, sono stati registrati a nostro vantaggio. L'esempio dell'antico Israele è stato dato come un avvertimento al popolo di Dio, affinché possano evitare l'incredulità e sfuggire la Sua ira. Se le iniquità degli ebrei fossero state omesse sulle sacre pagine della Bibbia a favore delle loro virtù, la loro storia non avrebbe potuto insegnarci nulla... CeC 6 3 Se il popolo di Dio avesse riconosciuto e accettato i Suoi insegnamenti, troverebbe in Lui la guida per sopportare le prove e lo scoraggiamento. Davide imparò la saggezza proprio attraverso questo rapporto, quando s'inginocchiò con umiltà davanti all'Altissimo. Sotto lo sguardo fedele del profeta Natan, Davide imparò ad ammettere i propri peccati e a chiedere perdono davanti a Dio. "La legge del Signore -- esclamò -- è perfetta. Essa ristora l'anima. Salmo 19:7,8 CeC 6 4 I peccatori pentiti non hanno alcun motivo di disperarsi; essi, dal momento in cui sono stati avvertiti del pericolo, hanno riconosciuto le loro trasgressioni. Essi hanno compreso che Dio li ama e che desidera salvarli. Per ereditare la vita eterna, devono solo seguire il Suo consiglio e fare la Sua volontà. Dio, avendo conosciuto i peccati del popolo prima di loro stessi, presenta la loro enormità sotto la luce della verità divina. È quindi il loro dovere è di rinunciarvi per sempre. CeC 6 5 Dio è così potente dal salvare dal peccato oggi come lo era ai tempi dei patriarchi, di Davide, e dei profeti e degli apostoli. Le moltitudini di casi menzionati nella sacra storia, in cui Dio ha perdonato le iniquità, dovrebbero rendere i cristiani desiderosi di ricevere l'istruzione divina per perfezionare il carattere ancor prima del giorno di giudizio... Nella virtù del sacrificio espiatorio anche noi, oggi possiamo diventare vittoriosi nel nome di Gesù. L'umanità ha caratteristiche uguali in tutto il mondo, cominciando da Adamo fino alle generazioni odierne, e l'amore di Dio è concesso a tutte le età senza eccezioni. 4T, 4:11-15 ------------------------La Vera Nobiltà Del Mondo, 3 gennaio CeC 7 1 Le labbra del giusto nutrono molti, ma gli stolti muoiono per mancanza di senno. Proverbi 10:21 CeC 7 2 Nonostante la corruzione dilagante, vi furono uomini di grande talento e vastissima cultura che vissero in armonia con il cielo. Essi mantenevano un contatto costante e intimo con Dio, che li elevava e nobilitava. Avevano una missione importante e sacra: formare delle persone oneste, educare alla religiosità non solo gli uomini del loro tempo ma anche le generazioni future. Le Scritture ricordano solo alcuni tra i personaggi più notevoli, ma Dio ha avuto in tutti i tempi testimoni fedeli e sinceri. PP 84 CeC 7 3 Quante volte coloro che si confidano nella parola di Dio, pur essendo di per sé stessi senza forza, hanno saputo resistere a tutta la forza del mondo. Enoch, puro di cuore e santo nella vita, seppe far trionfare, grazie a una fede salda, la giustizia in seno a una generazione corrotta e schernitrice. Noè e la sua famiglia rimasero saldi resistendo agli uomini del tempo, uomini dotati di grande forza fisica e intellettuale, ma corrotti. Israele al Mar Rosso, debole e terrorizzato esercito di schiavi, vinse contro il più potente esercito della più poderosa nazione del mondo. Davide, un giovane pastorello, avuta da Dio la promessa del trono, vinse Saul, monarca regnante che metteva in atto ogni energia per conservare il potere. Sadrac e i suoi amici vinsero la forza del fuoco e resero vane le minacce di Nabucco. Daniele, nella fossa dei leoni, vinse i nemici che occupavano alte posizioni di governo. Gesù, sulla croce, trionfò sui sacerdoti e sui rettori d'Israele che incitavano il governatore romano a soddisfare la loro volontà. Paolo, menato in catene alla morte come criminale, non cedette a Nerone, despota di un impero universale. Tali esempi non si trovano solo nella Bibbia; abbondano anche nel racconto del progresso umano. Valdesi e Ugonotti, Wycliff e Hus, Gerolamo e Lutero, Tyndale e Knox, Zinzerdorf e Wesley con una folla di altri resero testimonianza alla potenza della Parola di Dio contro la forza e la politica di uomini sostenitori del male. Ecco la vera nobiltà del mondo, ecco la sua dinastia reale. Di questa dinastia sono chiamati a far parte i giovani oggi. Ed, 254,255 ------------------------I Frutti Della Benedizione, 4 gennaio CeC 8 1 Come io stesso ho visto, quelli che arano iniquità e seminano guai, ne raccolgono i frutti. Giobbe 4:8 CeC 8 2 Nessuna parte nella Bibbia ha valore educativo più grande delle sue biografie: esse differiscono da tutte le altre in quanto sono vere. Solo colui che legge nei cuori e che conosce le sorgenti segrete dei moventi e delle azioni, può delineare con assoluta veracità un carattere o tracciare il quadro fedele di una vita umana. Solo nella Parola di Dio ciò può essere trovato. CeC 8 3 La Bibbia insegna in modo chiaro che quello che noi facciamo deriva da quello che siamo. In larga misura le esperienze della vita sono il frutto dei nostri pensieri e delle nostre azioni. "...la maledizione senza motivo, non raggiunge l'effetto". Proverbi 26:2. "Ascolta, terra! Ecco, io faccio venire su questo popolo una calamità, frutto dei loro pensieri". Geremia 6:19. CeC 8 4 Terribile è questa verità, e dovrebbe produrre una profonda impressione. Ogni azione ricade su chi la compie. Gli esseri umani possono riconoscere nei mali che rovinano la loro vita il frutto di ciò che essi stessi hanno seminato. Tuttavia, noi non siamo lasciati senza speranza. CeC 8 5 Giacobbe ricorse alla frode e ne raccolse come frutto l'odio di Esau, suo fratello. Durante i venti anni dell'esilio, a sua volta egli subì torti e inganni e, per salvarsi, fu costretto a fuggire... ma Dio dice: "Pace, pace a chi è lontano e a chi è vicino" - dice il Signore, 'io lo guarirò"! Isaia 57:18 CeC 8 6 Giacobbe non fu sopraffatto dalla disperazione: si era pentito e si era sforzato di riparare il torto fatto al fratello. Si rivolse a Dio per ricevere l'aiuto: Osea 12:4 -- e Dio lo benedisse. Genesi 32:29 CeC 8 7 Vinta la forza del male insita nella propria natura, il suo carattere ne uscì trasformato... CeC 8 8 Dio non annulla le sue leggi, non lavora in contrasto con loro. L'opera del peccato non si annulla; la Sua grazia trasforma la maledizione in benedizione. Ibid., 146-148. ------------------------All'immagine Di Dio, 5 gennaio CeC 9 1 Così DIO creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di DIO; li creò maschio e femmina. Genesi 1:27 CeC 9 2 Dopo la terra, ricca di vita, piante e animali, fu creato l'uomo. Dio gli aveva preparato una dimora stupenda perché egli costituiva il coronamento della creazione. A questa creatura fu dato il dominio su tutto ciò che lo circondava, perché Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio... su tutta la terra... Questi insegnamenti sminuiscono la grande opera del Creatore, riducendola a pure congetture umane. Gli uomini si impegnano a tal punto a escludere Dio dalla sovranità dell'universo che finiscono per degradare sé stessi, spogliandosi della propria origine divina. Il Signore aveva posto nel cielo gli astri e aveva dato ai fiori i loro colori delicati: aveva riempito la terra di meraviglie. Eppure Egli la considerava ancora imperfetta: il coronamento di tutto il creato doveva essere l'uomo, il signore della terra. Dio plasmò una creatura degna di colui che le aveva dato la vita. La genealogia ispirata ne fa risalire le origini non a microrganismi trasformatisi in germi, poi in molluschi e in seguito in quadrupedi, ma al Creatore stesso. Benché fosse stato formato dalla polvere, Adamo era "figlio di Dio" ... CeC 9 3 L'uomo fu creato simile a Dio, intimamente conforme alla volontà divina. La sua mente poteva comprendere le realtà spirituali, i suoi sentimenti erano nobili, gli impulsi e le passioni erano controllati dalla ragione. Nella sua purezza, egli era felice di questa condizione di assoluta armonia con Dio. PP 44,45 CeC 9 4 Come Adamo uscì dalla mano del Suo Creatore, era di bell'aspetto, era perfetto. Era alto più del doppio degli uomini che vivevano sulla terra, e ben proporzionato... CeC 9 5 Questa coppia senza peccato non indossava indumenti artificiali. Come angeli, erano rivestiti di luce e di gloria. The Story of the Redemption, 21 ------------------------Eden, 6 gennaio CeC 10 1 L'Eterno DIO prese dunque l'uomo e lo pose nel giardino dell'Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. Genesi 2:15 CeC 10 2 Oltre a tutto ciò che Dio ha fatto per la loro felicità, manifestò pure il Suo grande amore donando loro uno stupendo giardino dove abitare. Una parte del loro tempo dovevano occupare nella cura di questo giardino con aiuto dei suggerimenti degli angeli che gli visitavano per dar loro le istruzioni necessarie. Il loro lavoro non era stancante ma piacevole e corroborante. Questo bellissimo giardino doveva essere la loro casa. CeC 10 3 In questo giardino il Signore mise alberi di ogni varietà sia per utilità sia per bellezza. C'erano alberi carichi di frutti lussureggianti, di profumo intenso, belli da vedere e piacevoli al gusto, pensati da Dio come cibo per la santa coppia. C'erano le deliziose viti cariche di frutta, mai più visti da uomo dopo la sua caduta. Il frutto era molto grande e di diversi colori; alcuni erano neri, altri viola, rosso, rosa e verde chiaro. Questa bella e rigogliosa varietà di frutta della vite era chiamata uva. Sebbene i frutti erano pesanti, furono supportati dai robusti tralci. Il compito di Adamo ed Eva era formare bellissime pergole con gli stessi rami di vite, carichi di frutti profumati, creando in questo modo uno spazio per riposare sotto l'ombra dei suoi fogli. Ibid. 21,22 CeC 10 4 Nei piani di Dio l'uomo doveva essere felice grazie alle meraviglie del creato e doveva compiere la Sua volontà mangiando i frutti degli alberi della vita... Se la felicità fosse stata fatta nel non fare nulla, l'uomo, nel suo stato di santa innocenza, sarebbe stato lasciato senza lavoro; ma Colui che creò l'uomo sapeva cosa occorreva per la sua felicità; e non appena l'ebbe creato, gli diede il giardino di cui prendersi cura. La promessa della gloria futura e il decreto che l'uomo deve faticare per il suo pane quotidiano, provenivano dallo stesso trono. The Adventist Home, 27 ------------------------La Possibilità Di Scelta, 7 gennaio CeC 11 1 ... ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai. Genesi 2:16-17 CeC 11 2 Anche se creati santi e innocenti, i nostri progenitori non furono preservati dal pericolo di compiere errori... CeC 11 3 Avrebbero potuto avere il privilegio di comunicare con Dio e con gli angeli per sempre, ma prima di raggiungere definitivamente questa condizione la loro lealtà verso il Creatore sarebbe stata messa alla prova. All'inizio dell'esistenza dell'uomo, fu posto un freno all'egoismo, la causa fondamentale della fatale caduta di Satana. L'albero della conoscenza era vicino all'albero della vita, in mezzo al giardino: esso avrebbe rappresentato per i nostri progenitori una prova di ubbidienza, fede e amore. Dio aveva permesso loro di mangiare ogni tipo di frutto del giardino, eccetto quello dell'albero della conoscenza del bene e del male. La trasgressione di questo ordine avrebbe implicato la loro morte. Adamo ed Eva sarebbero stati esposti alla tentazione di Satana: tuttavia se avessero superato la prova si sarebbero definitivamente sottratti al suo potere e avrebbero goduto per sempre della protezione di Dio... Dio avrebbe potuto creare un essere incapace di trasgredire la sua legge; avrebbe potuto impedire ad Adamo di toccare il frutto proibito, ma in questo caso egli sarebbe stato un semplice automa, senza alcuna libertà morale. La sua ubbidienza non sarebbe stata volontaria, ma forzata: il carattere dell'uomo non avrebbe conosciuto nessuno sviluppo.... avrebbe perciò contribuito a rafforzare le accuse di tirannia mosse da Satana nei confronti di Dio... Dio aveva creato un uomo perfetto: gli aveva dato un carattere nobile, estraneo a inclinazioni malvage. Lo aveva dotato di una forza intellettuale notevole e gli aveva offerto ogni possibile stimolo alla fedeltà. La condizione della felicità eterna era l'ubbidienza; questa era l'unica via di accesso all'albero della vita... CeC 11 4 Finché ubbidirono alla legge divina, le loro facoltà di conoscere, di gioire e di amare si svilupparono e si accrebbero. Avrebbero raggiunto alti livelli di conoscenza, scoprendo così nuovi motivi di felicità, in una comprensione sempre più profonda dell'infinito, straordinario amore di Dio. PP 48-51 ------------------------Qualcuno Con Cui Condividere, 8 gennaio CeC 12 1 Poi l'Eterno DIO disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui". Genesi 2:18 CeC 12 2 Subito dopo aver creato Adamo, Dio fece passare davanti a lui tutti gli animali affinché ricevessero un nome. Egli vide così che tutti avevano un compagno, ma "non si trovò aiuto che gli fosse convenevole". Sulla terra non esisteva nessuna creatura simile all'uomo. Allora Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che gli sia convenevole". Genesi 2:18. L'uomo, quindi, non era stato destinato alla solitudine: egli fu creato come essere sociale. La splendida solitudine dell'ambiente in cui viveva e le sue piacevoli occupazioni non sarebbero state sufficienti a dargli la felicità. Neppure la compagnia degli angeli avrebbe potuto soddisfare il suo desiderio di simpatia e amicizia. Non esisteva ancora alcun essere che potesse amarlo e ricevere il suo amore. Fu Dio stesso a dare una compagna ad Adamo. Gli procurò "un aiuto... convenevole" che condividesse la sua natura, potesse stargli accanto, comprenderlo e amarlo. La prima donna fu creata da una costola presa dal fianco dell'uomo. Ciò significava che non avrebbe dovuto dominarlo, né essere considerata inferiore a lui. Sarebbe stata al suo fianco, con pari dignità: una compagna da proteggere e amare, parte di lui, ossa delle sue ossa, carne della sua carne. Eva era il suo secondo io: con lei Adamo avrebbe dovuto realizzare una stretta unione, un affetto profondo, secondo l'ideale che Dio aveva concepito per la relazione coniugale. "Poiché niuno ebbe mai in odio la sua carne; anzi la nutre e la cura teneramente...". Efesini 5:29. "Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne". Genesi 2:24. Il matrimonio fu dunque istituito da Dio che celebrò la prima unione tra un uomo e una donna. "Sia il matrimonio tenuto in onore..." (Ebrei 13:4), diceva l'apostolo Paolo. Esso fu infatti uno dei primi doni di Dio all'umanità, l'istituzione che, insieme al sabato, Adamo portò con sé al di là delle porte dell'Eden, dopo la caduta. Quando nel matrimonio i princìpi divini sono riconosciuti e rispettati, esso diventa una benedizione. Assicura l'integrità e la felicità dell'uomo, soddisfa le sue esigenze sociali, lo nobilita dal punto di vista fisico, psichico e morale. ibid, 46 ------------------------L'inganno, 9 gennaio CeC 13 1 Or il serpente era il più astuto di tutte le fiere dei campi che l'Eterno DIO aveva fatto, e disse alla donna: «Ha DIO veramente detto: "Non mangiate di tutti gli alberi del giardino"? Genesi 3:1 CeC 13 2 All'uomo, che rappresenta il coronamento della creazione, Dio ha dato la capacità di comprendere le esigenze, la giustizia e l'utilità della sua legge, i doveri sacri che essa comporta; in cambio di questo privilegio, il Creatore gli chiede un'ubbidienza senza riserve... Come gli angeli, anche gli abitanti dell'Eden dovevano affrontare una prova; la loro felicità sarebbe durata per sempre, a condizione che essi rimanessero fedeli alle prescrizioni divine. La scelta era: ubbidire e vivere oppure disubbidire e morire... Gli angeli avevano suggerito a Eva di non separarsi mai da suo marito, mentre svolgevano le loro quotidiane occupazioni nel giardino; insieme, il rischio di cedere alla tentazione sarebbe stato minore. Nonostante questi consigli, un giorno, assorbita dal suo piacevole lavoro, ella si allontanò inavvertitamente da Adamo... Dimenticati gli avvertimenti degli angeli, si trovò ben presto a contemplare l'albero proibito con un sentimento misto di curiosità e ammirazione. Il frutto era molto bello: Eva si domandò il motivo del divieto. Era il momento opportuno per il tentatore. Come se fosse in grado di leggere nella sua mente, si rivolse a lei dicendo: "...Come! Iddio v'ha detto: Non mangiate del frutto di tutti gli alberi del giardino?" Genesi 3:1... Ma il serpente continuò con voce armoniosa, adulandola in maniera sottile: CeC 13 3 Ancora oggi Satana compie con successo l'opera intrapresa ai tempi di Adamo: indurre gli uomini a dubitare della saggezza e dell'amore di Dio. Egli cerca costantemente di insinuare nell'uomo una curiosità irriverente, l'inquietudine e il desiderio di penetrare i segreti della saggezza e della potenza divine. Nel loro tentativo di scoprire ciò che Dio ha ritenuto opportuno tacere, molti trascurano le verità essenziali che Egli ha rivelato... Eva credette veramente alle parole di Satana, ma la sua sincerità non le risparmiò le conseguenze dell'errore. Il motivo del suo peccato fu infatti la diffidenza nei confronti degli avvertimenti di Dio. Nel giorno del giudizio gli uomini non saranno condannati per aver creduto ingenuamente a una menzogna, ma per non aver creduto alla verità, o per aver trascurato di ricercarla. ibid, 52-55 ------------------------Le Tentazioni Di Satana, 10 gennaio CeC 14 1 ...ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò. Genesi 3:6 CeC 14 2 Dopo la trasgressione, la donna divenne lo strumento di cui Satana si servì per attuare la rovina di Adamo. In uno stato di eccitamento, strano e innaturale, con le mani cariche di frutti proibiti, la donna cercò suo marito e gli raccontò l'accaduto... Un'espressione di tristezza, stupore e preoccupazione apparve sul volto di Adamo. Nonostante le rassicurazioni di Eva, egli replicò che il serpente misterioso doveva essere il nemico contro il quale erano stati messi in guardia: secondo la sentenza divina ella doveva morire. Come risposta, Eva lo incoraggiò a mangiare il frutto, ripetendo le parole del serpente: "Non morrete affatto". Ciò doveva essere vero, sosteneva la donna, perché non aveva percepito nessuna manifestazione della disapprovazione di Dio; al contrario, un influsso vivificante sembrava pervadere tutto il suo essere, così come immaginava avvenisse per gli angeli... CeC 14 3 Adamo capì che la sua compagna aveva trasgredito l'ordine di Dio. Eva non aveva rispettato l'unica proibizione che Dio aveva loro imposto per mettere alla prova la loro fedeltà e il loro amore. L'uomo ora lottava con se stesso. Si pentì di aver permesso a Eva di allontanarsi, ma ormai il fatto era successo e doveva separarsi da colei che rappresentava la sua felicità. Come poteva rassegnarsi? Egli aveva goduto della compagnia di Dio e degli angeli: conosceva la gloria del Creatore e sapeva che l'umanità avrebbe avuto un nobile destino, se fosse rimasto fedele. Ma Adamo perse il diritto a tutto questo in nome di un unico dono, che per lui costituiva tuttavia il valore supremo. Il suo amore per Eva era dunque più forte della devozione, della gratitudine e della fedeltà nei confronti del Creatore. Quella donna era parte di lui e Adamo non riusciva a sopportare l'idea della separazione... Decise quindi di condividere il destino di Eva: se fosse morta, sarebbe morto con lei. Forse, pensò, le parole del saggio serpente potevano essere vere. Eva era davanti a lui, in apparenza bella e innocente come prima, e gli assicurava che lo avrebbe amato più di prima. In lei non era visibile nessun segno di morte. Adamo decise di affrontare tutte le conseguenze della disubbidienza: afferrò il frutto e lo mangiò rapidamente. ibid 56,57 ------------------------Quando È Meglio Non Sapere, 11 gennaio CeC 15 1 E ho applicato il mio cuore a conoscere la sapienza, come pure a conoscere la follia e la stoltezza. Ecclesiaste 1:17 CeC 15 2 Adamo ed Eva mangiarono entrambi il frutto e ottennero una conoscenza che, se avessero obbedito a Dio, non avrebbero conosciuto il peccato e non si sarebbe dimostrati sleali nei Suoi confronti; non avrebbero sentito la vergogna a causa della loro nudità. E poiché la loro innocenza iniziale non c'era più, furono costretti a coprirsi con dei fogli di fico. Sin da allora i trasgressori della legge di Dio hanno seguito la disubbidienza di Adamo ed Eva... CeC 15 3 Le foglie di ficco rappresentano inevitabilmente le scuse usate per nascondere la disobbedienza... CeC 15 4 Eppure la nudità del peccatore non può essere nascosta a Dio... CeC 15 5 Se Adamo ed Eva non avessero mai toccato l'albero proibito, Dio avrebbe accordato loro quella conoscenza che non era collegata alla maledizione del peccato e avrebbe assicurato loro una gioia eterna... SDA Bible Commentary 1084 CeC 15 6 Secolo dopo secolo la curiosità della gente li ha portati a cercare l'albero della conoscenza, ma spesso come Salomone conclusero che tale ricerca del frutto è solo vanità, e che non ha nulla a che vedere con la santità che apre le porte della città di Dio. L'ambizione umana che conduce l'uomo alla ricerca di quel tipo di conoscenza, lo porterà alla gloria, all'autoesaltazione e alla supremazia. Così, Adamo ed Eva sono stati ingannati da Satana. Ibid. 1083. ------------------------Maledizione Annunciata, 12 gennaio CeC 16 1 Alla donna disse: «Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze... Poi disse ad Adamo: "Non ne mangiare", il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. Genesi 3:16,17 CeC 16 2 Eva fu informata dei dolori e delle sofferenze che avrebbero caratterizzato la sua esistenza: "...I tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su te". Genesi 3:16. Alla creazione, Dio le aveva dato pari dignità rispetto ad Adamo. Se la coppia avesse ubbidito alla grande legge dell'amore, entrambi sarebbero vissuti per sempre in perfetta armonia. Il peccato invece li aveva divisi, suscitando la discordia: così la loro unione si sarebbe mantenuta solo se una delle parti si fosse sottomessa all'altra. Eva era stata la prima a trasgredire: ciò era accaduto perché si era allontanata dal suo compagno, nonostante il comando divino. In seguito alle sue sollecitazioni anche Adamo aveva disubbidito e quindi ora doveva essere soggetta all'autorità di suo marito... Nell'Eden Eva viveva felice accanto a suo marito: nonostante questo, come certe insoddisfatte Eva moderne, si illudeva di raggiungere una sfera più elevata di quella assegnatale da Dio. Nel tentativo di nobilitarsi, precipitò in una condizione inferiore. Chiunque non svolga volentieri i propri doveri di ogni giorno, in armonia con il piano di Dio, raggiungerà risultati simili. Spesso, nello sforzo di raggiungere una posizione per la quale non si è adatti, si finisce per abbandonare un ruolo che avrebbe potuto rappresentare una benedizione... All'atto della creazione, Egli aveva infatti affidato ad Adamo l'autorità suprema su tutta la terra e sulle sue creature. Finché l'uomo rimase fedele al Creatore la natura fu sottoposta alla sua supremazia: quando egli trasgredì il comando divino, anche le creature inferiori si ribellarono al suo potere. Il Signore, nella sua grande misericordia, manifestava così il carattere sacro della legge: l'esperienza avrebbe insegnato a ogni individuo quale sia il pericolo insito nel rifiutarne o minimizzarne l'importanza... Ancora una volta, nel faticoso e travagliato destino dell'umanità risultava evidente l'amore di Dio: il peccato rendeva necessaria una disciplina che sviluppasse l'autocontrollo sugli istinti e sulle passioni distruttive. Essa rientrava nel piano di Dio per riscattare l'uomo dalla rovina e dalla degradazione. PP, 58-60 ------------------------Natura, Il Migliore Maestro, 13 gennaio CeC 17 1 Ma interroga ora le bestie e ti istruiranno, gli uccelli del cielo e te lo diranno; o parla alla terra, ed essa ti istruirà, e i pesci del mare te lo racconteranno. Fra tutte queste creature chi non sa che la mano dell'Eterno ha fatto questo? Giobbe 12:7-9 CeC 17 2 Per quanto la terra fosse stata guastata dal peccato, la natura continuava a essere il libro di testo dell'uomo, che ora però non poteva più parlare solo di bene, perché il male era presente ovunque. Là, dove una volta erano scritti solo il carattere di Dio e la conoscenza del bene, si leggeva ormai anche il carattere di Satana ed era evidente la conoscenza del male... Adamo ed Eva notarono i primi segni di deterioramento nei fiori che appassivano e nelle foglie che cadevano. In modo vivido compresero la triste realtà che ogni essere vivente doveva morire. Perfino l'aria, dalla quale dipendeva la loro vita, recava in se i germi della morte... Ogni cosa ricordava loro continuamente il dominio perduto. Fra le creature inferiori, Adamo aveva occupato la posizione di re e, finché era rimasto fedele a Dio, la natura tutta aveva riconosciuto la sua sovranità; in seguito alla disubbidienza, però, egli perse tale predominio. Lo spirito di ribellione, al quale egli stesso aveva aperto la via, si estese a tutto il regno animale. Non solo la vita dell'uomo, ma la stessa natura delle bestie, gli alberi della foresta, l'erba dei campi, e addirittura l'aria, tutto rivelava la triste lezione della conoscenza del male. L'uomo, tuttavia, non fu abbandonato alle conseguenze del male da lui stesso scelto. Nella condanna pronunciata su Satana, fu dato l'annuncio della redenzione: "Io porrò inimicizia fra te e la donna", disse Dio "e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno". Genesi 3:15. Questa sentenza, che i nostri progenitori udirono distintamente pronunciata da Dio, fu per loro una promessa. Prima di udire parlare delle spine e dei cardi, del lavoro faticoso e del dolore che dovevano costituire il loro retaggio, o della polvere alla quale dovevano ritornare, essi udirono delle parole che dettero loro speranza. Tutto quello che era stato perduto cedendo a Satana poteva essere riconquistato per mezzo di Cristo. Ed, 26,27 CeC 17 3 Dopo il peccato di Adamo, il Signore avrebbe potuto distruggere ogni germoglio e ogni fiore, ma, invece di toglierci quella meravigliosa fragranza così gradita ai nostri sensi, la lasciò per la nostra gioia. Nella terra inaridita, bruciata, piena di rovi, di spine, di zizzanie, e segnata dalla maledizione, possiamo leggere la legge della condanna. Tuttavia, attraverso i delicati colori e profumi dei fiori, possiamo ancora imparare che Dio ci ama e la Sua misericordia non è scomparsa del tutto. SDA Bible Commentary, 1/1085 ------------------------Tra Dio E L'uomo, 14 gennaio CeC 18 1 ... per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. Ebrei 7:25 CeC 18 2 Il Signore non pose più nell'Adamo caduto e disobbediente la stessa fiducia che aveva riposto nell'Adamo leale e fedele, che viveva di ogni parola che usciva dalla bocca di Dio... Le ricompense del cielo non sono concessi ai trasgressori... Gli occhi di Adamo ed Eva furono, infatti, aperti, ma a che cosa? Per vedere la propria vergogna e rovina, per rendersi conto che la luce celeste che era stata la loro protezione non era più intorno a loro come loro salvaguardia. I loro occhi furono aperti affinché potessero vedere che la loro nudità era il frutto della loro trasgressione. Quando udirono la voce di Dio nel giardino, si nascosero da Lui, poiché scoprirono ciò che prima della loro caduta non conoscevano -- la condanna di Dio. CeC 18 3 Dio ha dichiarato che l'unico mezzo di sicurezza dell'uomo è la completa obbedienza a tutte le Sue parole. Non dobbiamo tentare a testare il corso del male con tutti i suoi risultati. Inevitabilmente la disobbedienza conduce al peccato; ma nel piano di Dio era dare all'uomo il discernimento su tutto ciò che riguardava il suo lavoro... CeC 18 4 Nonostante il piano di Dio è stato fortemente influenzato a causa della trasgressione di Adamo, la cooperazione tra Dio e l'uomo rimane comunque fondamentale. E poiché Satana condusse Adamo al peccato, il Signore non poteva più comunicare con lui come accadeva prima della sua caduta. In seguito alla sua rovinosa caduta, Cristo divenne il suo Maestro. Ed è il Cristo che d'ora in poi opererà al posto di Dio per salvarlo dalla morte immediata. Egli ha assunto l'incarico di Mediatore. Ad Adamo ed Eva fu data una prova su come ripristinare la loro fedeltà, e in questo piano sono stati inclusi tutti i loro posteri. Lt 91, 1900. CeC 18 5 Senza l'espiazione del Figlio di Dio non ci potrebbe essere comunione con Dio, le benedizioni e la salvezza per l'uomo. Dio era geloso della Sua legge. La trasgressione della legge ha causato una separazione incolmabile tra Dio e l'uomo. Dopo la trasgressione della legge Dio avrebbe comunicato con l'uomo tramite Cristo e gli angeli. Signs, Jan. 30, 1879 ------------------------Un Errore Che Costò Caro, 15 gennaio CeC 19 1 Ecco, solo questo ho trovato: DIO ha fatto l'uomo retto, ma gli uomini hanno ricercato molti artifici. Ecclesiaste 7:29 CeC 19 2 Il libro di Genesi fornisce un resoconto abbastanza preciso della vita sociale e individuale, e tuttavia non abbiamo alcuna segnalazione di un bambino cieco, sordo, storpio, deforme o demente. Non c'è un caso di una morte naturale nell'infanzia, nell'adolescenza o virilità. Non si parla di uomini e donne che muoiono di malattie. Gli annunci dei necrologi nel libro d Genesi dicono: "Così tutto il tempo che Adamo visse fu di nove centotrent'anni; poi morì". "E tutti i giorni di Seth furono nove centododici anni: ed egli morì". Per quanto riguarda gli altri, il testo dice: "ha vissuto fino prospera vecchiaia, e poi morì". Era così raro che un figlio morisse prima del padre che un evento del genere era considerato degno di essere registrato: "Haran morì alla presenza di Terah suo padre..." Genesi 11:28 Dio ha dotato l'uomo di una forza vitale tale da resistere le malattie causate dalla razza umana in seguito alle perversioni che si sono susseguite per 6000 anni. Questo fatto di per sé è sufficiente a comprovare la forza e l'energia che Dio ha dato all'uomo nella sua creazione... Se Adamo, alla sua creazione, non fosse stato dotato di una forza vitale venti volte superiore a quella degli uomini di oggi, la razza umana, con le sue attuali abitudini nel violare le leggi naturali, si sarebbe estinta... 3T, 138,139 CeC 19 3 Dio ha creato l'uomo per la propria gloria, affinché dopo la prova e l'afflizione, la famiglia umana potesse diventare tutt'uno con la famiglia celeste. Era nel proposito di Dio ripopolare il cielo con la famiglia umana se avessero ubbidito ad ogni Sua parola. The S.D.A. Bible Commentary 1:1082. CeC 19 4 Eva non pensava -- assaggiando il frutto dell'albero proibito e poi convincendo suo marito a fare altrettanto -- di commettere una grave azione nel disubbidire a Dio. Eppure, quel peccato coinvolse il mondo in una terribile maledizione. Chi può prevedere, al momento della tentazione le terribili conseguenze di un errore? PP 61 ------------------------Passaparola, 16 gennaio CeC 20 1 Così tutto il tempo che Adamo visse fu di nove centotrent'anni; poi morì. Genesi 5:5 CeC 20 2 La vita di Adamo fu dolorosa, umile e di pentimento. Mentre insegnava ai suoi figli e ai suoi nipoti il timore del Signore, veniva spesso rimproverato per il peccato che aveva provocato tanta sofferenza ai suoi posteri. Da quando lasciò il bellissimo Eden, il pensiero della morte lo riempiva di orrore; la considerava una terribile calamità... Con grande amarezza continuava a rimproverarsi per la sua trasgressione. Sentiva di continuo su di sé l'ira di Dio per la disobbedienza nell'Eden. Tuttavia ha chiesto perdono a Dio attraverso il promesso sacrificio. Egli era testimone della profonda corruzione generale che regnava sulla terra la quale alla fine avrebbe provocato la sua totale distruzione mediante il diluvio. Sebbene la sentenza di morte pronunciata su di lui dal suo Creatore appariva tanto terribile, tuttavia alcune centinaia d'anni egli visse accompagnato dalla misericordia di Dio, che pone fine a una vita miserabile. CeC 20 3 Mentre Adamo assisteva ai primi segni di decadenza della natura, dei bellissimi fiori, pianse più di quanto oggi gli uomini piangono per i loro morti. In sé, i fiori morenti non erano una grande causa di tanto dolore perché erano più teneri e delicati rispetto ad alti e maestosi alberi maestosi di cui il fogliamo cadeva inesorabilmente morti al suolo; allora egli vide la lenta distruzione della meravigliosa natura creata da Dio per il beneficio dell'uomo. Ai suoi figli, e ai figli dei loro figli fino alla nona generazione, Adamo parlò della perfezione della sua prima casa nell'Eden, della sua caduta e delle terribili conseguenze in seguito ad essa... Dichiarò loro che il peccato sarebbe stato punito in qualunque forma esistesse; li supplicò di obbedire a Dio e di amarlo e sarebbero stati trattati con misericordia. Ad Adamo fu comandato di insegnare ai suoi discendenti il timore del Signore e, con il suo esempio di umile obbedienza, li condusse a tenere in grande considerazione le offerte che caratterizzarono il futuro Salvatore. Adamo fece tesoro di ciò che Dio gli aveva rivelato e lo tramandò con il passaparola ai suoi figli. In questo modo è stata preservata la conoscenza di Dio. Signs, Feb. 6, 1879 ------------------------Di Nuovo A Casa, 17 gennaio CeC 21 1 Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo, ma ciascuno nel proprio ordine: Cristo la primizia, poi coloro che sono di Cristo alla sua venuta. 1 Corinzi 15:22,23 CeC 21 2 Mentre la terra trema, i lampi squarciano le nubi e il tuono fa udire il suo rumore sordo, la voce del Figlio di Dio richiama in vita i santi che dormono. Egli contempla le tombe dei giusti e alzando le mani verso il cielo grida: "Svegliatevi e giubilate, o voi che abitate nella polvere!" Isaia 26:19. In ogni angolo della terra, i morti udranno la sua voce e ritorneranno in vita. La terra intera risuonerà dei passi di quella folla immensa che viene da ogni nazione, tribù, lingua e popolo... CeC 21 3 Tutti escono dalle tombe con la statura che avevano quando vi entrarono. Adamo, che è in mezzo alla folla dei risuscitati, si distingue per la sua altezza e per il suo portamento maestoso. Di statura leggermente inferiore a quella del Figlio di Dio, egli è in stridente contrasto con gli uomini delle ultime generazioni e ciò rivela la degradazione verificatasi nel genere umano. Ognuno, però, risuscita con la freschezza e con il vigore di un'eterna giovinezza... CeC 21 4 Ogni difetto, ogni deformità saranno lasciati nella tomba. Riammessi a nutrirsi dell'albero della vita, nell'Eden da tanto tempo perso, i redenti cresceranno (Malachia 4:2) fino a raggiungere la statura perfetta della struttura originale... CeC 21 5 Mentre i redenti ricevono il benvenuto nella città di Dio, nell'aria si ode un grido di esultanza e di adorazione. I due Adami stanno per incontrarsi. Il Figlio di Dio apre le sue braccia al padre del genere umano, all'essere da lui creato, che peccò contro il proprio Creatore e il cui errore ha lasciato sul corpo del Salvatore i segni della crocifissione. Quando Adamo scorge le cicatrici delle ferite prodotte dai chiodi non si getta fra le braccia del suo Signore, ma umilmente si prostra ai suoi piedi esclamando: "Degno è l'Agnello che è stato immolato..." Apocalisse 5:12. Il Salvatore lo rialza teneramente e lo invita a visitare nuovamente l'Eden, da cui era stato esiliato per così tanto tempo... CeC 21 6 Gli stessi angeli che piansero alla caduta di Adamo e si rallegrarono quando Gesù, dopo la risurrezione, salì al cielo, che hanno aperto la tomba a tutti coloro che hanno creduto nel suo nome, ora contemplano l'opera della redenzione e uniscono le loro voci al canto di lode. GC 644-648 ------------------------Offerte Di Due Fratelli, 18 gennaio CeC 22 1 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per essa egli ricevette la testimonianza che era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora. Ebrei 11:4 CeC 22 2 Caino e Abele, figli di Adamo, avevano un carattere molto diverso. Abele era fedele a Dio e considerava il suo atteggiamento nei confronti dell'umanità decaduta giusto e generoso: egli aveva accettato con gratitudine la speranza della salvezza. Caino, invece, coltivava sentimenti di ribellione e disapprovava Dio perché aveva maledetto la terra e l'uomo a causa del peccato di Adamo. Egli permetteva che la sua mente indugiasse negli stessi pensieri che avevano portato Satana alla rovina: metteva in dubbio la giustizia e l'autorità di Dio ed era orgoglioso e superbo... CeC 22 3 Caino si era presentato davanti al Signore animato da sentimenti di ribellione e di sfiducia: non credeva nell'importanza del sacrificio che Dio aveva promesso per la salvezza dell'uomo e dubitava della necessità di offrire delle vittime. Il suo dono non esprimeva il pentimento per il peccato. Egli non aveva compreso, come molti anche oggi, che seguire la volontà di Dio, affidando la propria salvezza al sacrificio del Messia promesso, significa riconoscere la propria debolezza. Caino scelse l'autosufficienza di far valere i propri meriti. Invece di portare un agnello e unire il sangue alle altre offerte, presentò solo i frutti della terra, prodotto del suo lavoro, come un favore che faceva a Dio e per il quale doveva aspettarsi approvazione... CeC 22 4 Abele aveva compreso i grandi princìpi della salvezza. Riconosceva di essere un peccatore: era cosciente della natura del male e della sua conseguenza più tragica, la morte. Capiva che tutto questo aveva creato una barriera fra lui e Dio. Uccise una vittima, sacrificò una vita: con questo atto, Abele riconosceva la validità della legge che era stata trasgredita. Nel sangue dell'agnello egli vide il sacrificio futuro, il Cristo che moriva in croce, sul Calvario. Manifestò la sua fede nella liberazione che il Messia avrebbe compiuto e questa, per lui, rappresentava la testimonianza più certa del fatto che era stato considerato giusto e che la sua offerta era stata accettata... CeC 22 5 Anche Caino avrebbe potuto comprendere questa verità. Egli non era vittima di un piano arbitrario: Dio non aveva predestinato l'uno e condannato l'altro. Abele scelse l'ubbidienza e la fede, Caino lo scetticismo e la ribellione. In questo consisteva la differenza tra i due. PP 71,72 ------------------------Due Vie Da Seguire, 19 gennaio CeC 23 1 E l'Eterno riguardò Abele e la sua offerta, ma non riguardò Caino e la sua offerta. Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto. Genesi 4:4,5 CeC 23 2 Caino si era presentato davanti al Signore animato da sentimenti di ribellione e di sfiducia: non credeva nell'importanza del sacrificio che Dio aveva promesso per la salvezza dell'uomo e dubitava della necessità di offrire delle vittime. Il suo dono non esprimeva il pentimento per il peccato. Egli non aveva compreso, come molti anche oggi, che seguire la volontà di Dio, affidando la propria salvezza al sacrificio del Messia promesso, significa riconoscere la propria debolezza. Caino scelse l'autosufficienza di far valere i propri meriti. Invece di portare un agnello e unire il sangue alle altre offerte, presentò solo i frutti della terra, prodotto del suo lavoro, come un favore che faceva a Dio e per il quale doveva aspettarsi approvazione. Caino aveva costruito un altare, sul quale aveva deposto la propria offerta: aveva ubbidito a Dio, ma solo in parte. Infatti, aveva trascurato l'essenziale: non si era reso conto di avere bisogno di un Redentore... CeC 23 3 Caino e Abele rappresentano due categorie di persone che esisteranno sempre nel mondo, sino alla fine dei tempi. La prima è costituita da coloro che accettano il sacrificio per il peccato, la seconda da quanti rischiano di non essere salvati perché confidano nei propri meriti. La loro offerta non ha alcun valore, in quanto esclude la mediazione divina: in sé, non è sufficiente a ottenere il favore di Dio. Le nostre trasgressioni possono essere perdonate solo grazie al Cristo... CeC 23 4 Alcuni sostengono addirittura che l'uomo non abbia bisogno di salvezza, ma solo di perseguire uno sviluppo personale per migliorare, elevarsi e rigenerarsi. Come Caino, che pensò di assicurarsi il favore divino con un'offerta che non comportava spargimento di sangue, così molti pretendono di elevare l'uomo sino alla divinità, escludendo la necessità di una qualsiasi espiazione. La storia di Caino è abbastanza eloquente circa i risultati di un simile atteggiamento: essa indica con chiarezza il destino dell'uomo che decide di allontanarsi dal Cristo. L'umanità non può rigenerare sé stessa. Per sua natura, il genere umano ha in sé una predisposizione al male: non aspira spontaneamente a ciò che è divino ed elevato. Il Cristo è la nostra unica speranza. "In nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati". Atti 4:12. ibid, 72,73 ------------------------Il Tuo Viso Parla Per Te, 20 gennaio CeC 24 1 Allora l'Eterno disse a Caino: «Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare. Genesi 4:6,7 CeC 24 2 Il Signore vide l'ira e il volto abbattuto di Caino. Questo ci conferma che al Signore non sfugge nulla, nessun proposito, nessuna azione, nemmeno l'espressione del volto. Questo può succedere anche se l'uomo non dice niente, perché il suo viso esprime il rifiuto di fare la volontà di Dio. S.D.A. Bible Commentary 1/1086 CeC 24 3 Il Signore potrebbe ben chiederci -- quando non puoi seguire l'impulso del tuo cuore ribelle, quando non sei obbligato a realizzare la tua volontà iniqua e non santificata: Perché ti sei accanito e perché il tuo volto è abbattuto? Tali manifestazioni rivelano che gli uomini si irritino perché non possono procedere in accordo con le arti e gli inganni di Satana, possono solo manifestare uno spirito simile a quello di Caino. MS 77, 1897 CeC 24 4 Se scegli di eliminare l'influenza sacra e restrittiva della verità, Satana farà di te il suo prigioniero. Sarai in pericolo di dare spazio ai tuoi appetiti e passioni, darai libero sfogo alla lussuria, ai desideri cattivi e abominevoli. Invece di riflettere nel tuo volto una calma serenità nonostante le prove e afflizioni, come accade al fedele Enoch, il tuo volto rifletterà i tuoi pensieri carnali e desideri lussuriosi. Darai l'impressione della presenza satanica in te, anziché divina. 2T,92 CeC 24 5 I volti e i lineamenti di molti bambini e i giovani riflettono il loro carattere e la storia della loro vita... Se Cristo è presente nei loro cuori, nei loro volti si leggera la purezza, raffinatezza, pace e amore. Al contrario, il carattere malvagio esprime egoismo, astuzia, inganno, menzogna, inimicizia e gelosia. Se Gesù dimora nell'anima, il cuore si riempie delle sante grazie del Suo Spirito, che si manifesta nella trasformazione dei lineamenti. Se vuoi avere un buon carattere, la legge divina deve essere impressa nel tuo cuore, e nella tua vita. Counsels on Sabbath School Work, 112, 113. ------------------------Caino Si Allontana Dalla Presenza Di Dio, 21 gennaio CeC 25 1 Allora Caino si allontanò dalla presenza dell'Eterno e dimorò nel paese di Nod, ad est di Eden. Genesi 4:16 CeC 25 2 Dio gli stava offrendo la possibilità di confessare la propria colpa... si era reso conto dell'estrema gravità della sua azione, della falsità delle parole con cui aveva cercato di nasconderla: tuttavia egli non si pentì e la sua condanna non fu più rimandata... CeC 25 3 Benché per il suo delitto Caino meritasse la morte, il Creatore ne ebbe pietà: gli risparmiò la vita, offrendogli così la possibilità di pentirsi. Ma egli divenne sempre più indifferente e istigò altri a ribellarsi all'autorità divina, fino a diventare il fondatore di una dinastia di persone dissolute e arroganti. Questo essere ribelle, sotto l'influsso di Satana, divenne a sua volta il tentatore di altri; il suo esempio e la sua azione furono così devastanti da rendere in breve tempo il mondo talmente corrotto e pieno di violenza, che fu necessario prevederne la distruzione... CeC 25 4 In seguito alla maledizione, Caino abbandonò la casa di suo padre... Si era allontanato dalla presenza del Signore, respingendo la promessa di un futuro ritorno dell'uomo all'Eden: desiderava piuttosto possedere e godere quella terra ormai sottoposta alla condanna del male. Egli divenne così il rappresentante di tutti coloro che considerano il benessere materiale più importante di qualsiasi altra cosa. I suoi discendenti, celebri per i loro contributi al progresso delle arti e dei mestieri, non tenevano in nessuna considerazione Dio e le sue prescrizioni. PP 77-81 CeC 25 5 Dio risparmiò la vita di Caino, l'omicida, per dare al mondo un'idea di quel che accadrebbe se permettesse al peccatore di vivere nella malvagità senza limiti. A causa dell'influsso esercitato dall'insegnamento e dall'esempio di Caino, molti dei suoi discendenti furono indotti al peccato, tanto che "...la malvagità degli uomini era grande sulla terra e.… la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era ripiena di violenza". Genesi 6:5,11 GC 543 CeC 25 6 Così come Caino si allontanò dalla presenza dell'Eterno alla ricerca di una dimora, e come il figlio prodigo "se ne partì per un paese lontano", così il peccatore cerca la felicità dimenticando Dio. Romani 1:28 COL, 200 ------------------------Quando Camminiamo Con Dio, 22 gennaio CeC 26 1 Enoch visse sessantacinque anni e generò Methuselah. Dopo aver generato Methuselah, Enoch camminò con DIO trecento anni e generò figli e figlie. Genesi 5:21,22 CeC 26 2 È scritto che Enoc visse sessantacinque anni, prima di avere un figlio... CeC 26 3 Nei primi anni della sua vita, egli aveva amato e rispettato l'Eterno, osservando i suoi comandamenti... Dopo la nascita del suo primogenito, Enoc sperimentò una profonda esperienza di fede: entrò in un rapporto più intimo con il Signore e comprese ancora meglio gli obblighi e le responsabilità di un figlio di Dio... Quando vide l'amore che suo figlio nutriva per lui, la sua fiducia nella protezione paterna, quando egli stesso avvertì un'intensa e ardente tenerezza per il suo primogenito, allora comprese la grandezza dell'amore di quel Dio che aveva deciso di offrire in dono agli uomini il proprio Figlio. Comprese quale fiducia i figli di Dio potevano nutrire nei confronti del Padre. L'infinito e misterioso amore di Dio, manifestato attraverso il Cristo, divenne per Enoc il soggetto di una costante riflessione, giorno e notte. Egli desiderava intensamente che tutti conoscessero quella verità meravigliosa... Enoc non "camminò con Dio" in visione, in una sorta di rapimento estatico: si limitò a compiere i suoi doveri quotidiani. Non divenne un eremita, né si isolò completamente dal mondo. Doveva svolgere una missione per il Signore proprio nella società in cui viveva. In famiglia, nelle sue relazioni con gli uomini, come marito, padre, amico e cittadino, si dimostrava deciso e instancabile, un vero "servitore di Dio". Questo suo percorso di integrità continuò per trecento anni. Pochi cristiani sentirebbero il bisogno di una maggiore serietà e devozione, nella loro fede, se sapessero di avere poco tempo da vivere, o che il ritorno del Cristo è imminente. Con il passare del tempo, la fede di Enoc divenne sempre più forte e il suo amore per Dio più ardente. PP 84,85 CeC 26 4 Enoc era in costante comunione con Dio... Se siamo una sola mente con Dio, la nostra volontà sarà sottomessa alla volontà di Dio, e lo seguiremo ovunque. Come un bambino afferra la mano di suo padre e cammina con lui in perfetta fiducia sia quando è buio sia quando c'è la luce, così i figli e le figlie di Dio devono camminare con Gesù attraverso le gioie e i dolori. RH, Dec. 3, 1889 ------------------------Dio Prese Enoc In Cielo, 23 gennaio CeC 27 1 Or Enoc camminò con DIO; poi non fu più trovato, perché DIO lo prese. Genesi 5:24 CeC 27 2 Il tempo che Enoc visse fu di trecentosessantacinque anni. Fu un lungo tempo della sua comunione con Dio... Egli amava camminare con Dio. MS 16, 1887 CeC 27 3 Enoc era un personaggio degno di nota, e molti hanno saputo costatare quanto la sua vita era superiore rispetto a tutti gli altri mortali. La vita e il carattere di Enoc erano così santi che è stato preso in cielo senza passare per la morte. La nostra natura deve diventare simile a quella di Enoc prima del ritorno di Cristo. La nostra vita sarà come quella del patriarca a condizione che viviamo in comunione con Dio. Dobbiamo ricordare che Enoc era circondato da influenze empie. La società intorno a lui era così depravata che Dio ha deciso di mandare il diluvio sul mondo per distruggere i suoi abitanti a causa della loro corruzione. Signs, Oct. 30, 1879 CeC 27 4 Viviamo in un'epoca in cui prevale la malvagità. I pericoli degli ultimi giorni si addensano intorno a noi e poiché l'iniquità abbonda, l'amore si raffredda... CeC 27 5 Il caso di Enoc è per noi un esempio. Egli camminò con Dio per centinaia di anni. Visse in un'epoca corrotta, quando la contaminazione morale abbondava intorno a lui; ma egli non si arrese, disciplinò la sua mente nella devozione e ad amare la purezza. Le sue conversazioni erano esclusivamente su cose celesti. La sua mente portava l'impronta del divino. Il suo volto era illuminato dalla stessa luce che risplende sul volto di Gesù. Pure Enoc lottava contro le stesse tentazioni che abbiamo noi. La gente che lo circondava, non era per niente amichevole; era simile alla nostra società odierna. L'atmosfera che respirava era contaminata dal peccato e dalla corruzione, esattamente come lo è oggi; eppure non era immune dai peccati dell'epoca in cui viveva. Come lui ha potuto rimanere puro, così anche noi possiamo mantenerci puri e fedeli a Dio... 2T, pp. 121,122 CeC 27 6 Il nostro compito oggi è di separarsi dal mondo. Questo è l'unico modo di camminare con Dio come fece Enoc. 5T, 535 ------------------------Guardare A Cristo, 24 gennaio CeC 28 1 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore. 2 Corinzi 3:18 CeC 28 2 Pur conducendo una vita intensa, Enoc seppe mantenere saldo il suo contatto con Dio. Quando il suo impegno era maggiore, le sue preghiere diventavano più intime e costanti. In alcuni momenti egli si ritirava in solitudine: dopo aver vissuto fra la gente, aiutando le persone con i suoi consigli e il suo esempio, sentiva il bisogno di appartarsi per nutrirsi di quella saggezza che solo Dio può impartire. Vivendo uno stretto legame con il Padre, Enoc ne rifletteva sempre più l'immagine e il suo volto risplendeva della stessa luce che illuminava il volto di Gesù. Quando ritornava tra i suoi simili, dopo queste esperienze, perfino chi si rifiutava di credere in Dio percepiva con un senso di timore l'impronta del divino sul suo viso. GW 52 CeC 28 3 Enoc ha vissuto sempre sotto l'influsso di Gesù. Egli rifletteva il Suo carattere, mostrava le Sue qualità quali bontà, misericordia, tenera compassione, simpatia, pazienza, mansuetudine, umiltà e amore. La sua comunione con Cristo l'ha trasformato alla Sua immagine. Ogni giorno abbandonava le proprie vie e per seguire quelle di Cristo. SDA Bible Commentary 6, 1097,1098 CeC 28 4 Se mettiamo il Signore al primo posto, se il nostro cuore trabocca di gratitudine e lode, la nostra vita religiosa sarà caratterizzata da una continua freschezza. Le nostre preghiere a Dio assumeranno la forma di una consacrazione con un amico ed egli ci svelerà i suoi misteri personalmente. Spesso sentiremo invaderci da una dolce e gioiosa sensazione di vicinanza a Gesù. Il nostro cuore arderà quando egli comunicherà con noi come faceva con Enoc. Quando il cristiano vivrà veramente questa esperienza, la sua vita sarà ripiena di semplicità, umiltà, dolcezza e mansuetudine, e quanti gli sono intorno noteranno la sua comunione con Gesù e i suoi insegnamenti. COL 129,130 ------------------------Una Porta Aperta, 25 gennaio CeC 29 1 Per fede Enoc fu trasferito in cielo perché non vedesse la morte, e non fu più trovato perché Dio lo aveva trasferito; prima infatti di essere portato via, egli ricevette la testimonianza che era piaciuto a Dio. Ebrei 11:5 CeC 29 2 Quando impareremo a camminare per fede, riceveremo aiuto da Dio ogni volta che ne abbiamo bisogno e la Sua pace scenderà nei nostri cuori. Da quel momento condurremo una vita di ubbidienza e fiducia, come la visse Enoc. Se metteremo in pratica questa lezione nella vita di tutti i giorni, la nostra testimonianza sarà gradita a Dio. My life Today 14 CeC 29 3 In ogni fase del nostro sviluppo, cercate di essere degni di Dio e di piacergli. Questo è ciò che dovremo fare. Anche Enoc fu gradito a Dio pur vivendo in un'epoca di corruzione morale. Anche oggi possono esserci uomini come Enoc. COL 332 CeC 29 4 Per trecento anni Enoc aveva perseguito un ideale di integrità: per questo egli poté vivere in armonia con il suo Creatore. Per trecento anni aveva "camminato con Dio" aspirando a un legame sempre più stretto con il Padre. Infine, questo contatto divenne così intimo che il Signore prese Enoc con sé. Era giunto alla soglia dell'eternità: solo un passo lo separava dalla terra in cui regnava il bene. Le porte si aprirono ed egli continuò a camminare con Dio. Attraversò i cancelli della città santa: fu il primo uomo a entrarvi. GW 53 CeC 29 5 Ogni persona, con la Parola di Dio in mano, dovunque si trovi, godrà della compagnia da lui stesso scelta. In quelle pagine essa può incontrare i migliori e più nobili rappresentanti del genere umano, e ascoltare la voce di Dio... Così, vivendo come nell'atmosfera del cielo, può offrire speranza agli altri e far nascere in loro il desiderio della santità. Quella persona si troverà così in una sempre più intima comunione con l'Invisibile, avvicinandosi tanto alle soglie del mondo eterno fino a quando le porte si apriranno e potrà entrarvi. Le voci che le daranno il benvenuto sono quelle di esseri santi che, invisibili, l'hanno accompagnata sulla terra, voci che fin da quaggiù aveva imparato a riconoscere e ad amare. Chiunque, attraverso la Parola di Dio abbia vissuto in comunione con il cielo, si troverà a casa sua, un giorno, in quella celeste compagnia. Ed, 127 ------------------------O Dio O Gli Idoli, 26 gennaio CeC 30 1 I loro idoli sono argento e oro, opera di mani d'uomo... Come loro sono quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano. Salmo 115:4-8 CeC 30 2 Al tempo di Noè le conseguenze della trasgressione di Adamo e dell'assassinio commesso da Caino costituivano una minaccia per il mondo; tuttavia, ciò non aveva avuto conseguenze visibili sulla natura... L'uomo conservava ancora la maggior parte delle energie e delle facoltà di cui era stato dotato alla creazione. Erano trascorse solo poche generazioni dall'epoca in cui Adamo aveva avuto libero accesso all'albero della vita e la durata dell'esistenza umana si misurava ancora in secoli. Se quegli uomini così longevi, dotati di un'eccezionale capacità di progettare e realizzare, si fossero dedicati al servizio di Dio, avrebbero suscitato le lodi del loro Creatore. Si sarebbe adempiuto lo scopo per cui erano stati creati. Ma ciò non avvenne... Evitavano di pensare a Dio e presto giunsero a negarne l'esistenza... Adorarono la natura invece del Creatore... questi culti erano magnifici giardini, con ampi e lunghi viali fiancheggiati da alberi ricchi di frutti di ogni tipo... Gli uomini non credevano più in Dio, ma adoravano immagini create dalla loro fantasia e quindi la corruzione dilagava. PP 90,91 CeC 30 3 Non tutti gli uomini di quel tempo erano irrimediabilmente dediti al culto degli idoli; molti dichiaravano di adorare Dio, sostenendo che i loro idoli erano rappresentazioni della Divinità e che, attraverso queste immagini, le persone avrebbero conosciuto Dio con maggiore immediatezza. Essi respinsero la predicazione di Noè. Nel tentativo di rappresentare Dio con oggetti tangibili, non riuscivano più a scorgerne la maestà e la potenza. Non capivano più la santità del suo carattere, la sacralità e l'immutabilità delle sue richieste. Ibid., 95,96 CeC 30 4 La statura morale di un uomo corrisponde al suo concetto di verità, purezza e santità. Se la sua mente non si eleva, se non è guidata dalla fede a contemplare l'amore e la saggezza divini, egli sprofonderà sempre più in basso. Coloro che adorano false divinità, attribuendo loro passioni e caratteristiche umane, abbassano il loro ideale di carattere sino al livello di un'umanità imperfetta e perdono la loro dignità. Ibid., 91 ------------------------I Giganti Sulla Terra, 27 gennaio CeC 31 1 Vi erano dei giganti sulla terra a quei tempi. Genesi 6:4 CeC 31 2 I primi abitanti di questo mondo hanno ricevuto dal Creatore le precise istruzioni. Molti di loro hanno accettato le Sue regole arricchendo in questo modo la loro conoscenza. Oggi abbiamo molte invenzioni, migliorie e macchinari per risparmiare manodopera, cosa che i nostri avi non ne avevano, semplicemente perché non ne avevano bisogno... Prima del diluvio universale gli uomini vissero centinaia di anni; a cent'anni erano considerati ancora giovani. Quegli uomini di lunga vita avevano mente e i corpi sani e robusti... La loro piena attività continuava fino a cent'anni, mentre ai nostri giorni a sessant'anni circa, generalmente si esce dalle scene. SG 154-156 CeC 31 3 In quel tempo esistevano molti giganti, uomini forti e alti, famosi per la loro saggezza, abili nella realizzazione di opere ingegnose e sorprendenti... Dio aveva concesso a questi esseri grandi capacità, ma essi se ne servirono per appagare il loro orgoglio personale. Le loro straordinarie qualità si trasformarono in una maledizione, perché furono utilizzate per scopi egoistici, anziché in favore di Dio, che le aveva donate. I giganti utilizzarono oro, argento, pietre preziose e legno pregiato per costruire delle abitazioni e fecero a gara per possedere la dimora più sontuosa e raffinata. La loro principale aspirazione era soddisfare l'orgoglio personale e si divertivano nel contemplare scene di piacere e di malvagità. PP 90,91 CeC 31 4 Respingendo i preziosi consigli di Dio dalla loro vita, divennero corrotti. La loro saggezza umana poggiava nel fare il male anziché seguire la saggezza divina... Si servirono della libertà di scelta ricevuta così generosamente da Dio per ridicolizzare, schernire e criticare Noè. Deridevano la sua peculiare serietà nel seguire doviziosamente i precetti di Dio che si sarebbe sicuramente compiuti. Erano abili a parlare delle leggi che controllano la natura, eppure, nello stesso tempo ridicolizzavano parole di Noè, definendolo un pazzo fanatico. SDA Bible Commentary 1:1090 ------------------------Abuso Dei Talenti, 28 gennaio CeC 32 1 Or il nome di suo fratello era Jubal, che fu il padre di tutti quelli che suonano la cetra e il flauto. Tsillah partorì anch'essa Tubal-cain, l'artefice di ogni sorta di strumenti di bronzo e di ferro... Genesi 4:21,22 CeC 32 2 Tutta l'arte e invenzioni umane perirono nel diluvio, eppure essa era vantata maggiormente di quella odierna... Dio, osservando il mondo, vide che l'intelletto che aveva dato all'uomo, era pervertito, e che il suo cuore era malvagio. Egli ha dato all'uomo la conoscenza e l'intelligenza allo scopo di realizzare il Suo piano. Eppure, ancora una volta, Dio vide, che gli uomini usavano la loro saggezza, tatto e giudizio per la propria vanagloria. Nelle acque del diluvio insieme agli uomini perì la loro conoscenza usata principalmente per fare il male. Quando la terra fu nuovamente ripopolata, il Signore volle fidarsi ancora della saggezza degli uomini, ma con più parsimonia. Ancora una volta diede loro l'abilità per collaborare con Lui nel Suo grande piano. Ibid., 1089 CeC 32 3 Il mondo di oggi prende piacere nel parlare del progresso avvenuto, ma non Dio. Evidentemente anche oggi sono state fatte molte scoperte e nuove invenzioni come accadeva prima del diluvio universale. Già allora vi erano molte meravigliose opere d'arte e della scienza. I discendenti di Adamo, usciti freschi dalla mano di Dio, possedevano capacità e poteri che oggi non ne vedremo più. MS 16, 1898 CeC 32 4 Coloro che hanno vissuto prima del diluvio erano solo a pochi passi da Dio, il Creatore del mondo. La lunga vita e il grande intelletto di questi uomini avrebbero potuto essere usati al servizio di Dio, ma la loro forza intellettuale e il loro potere furono pervertiti per disonorare Dio... Quando gli uomini si separarono da Dio, si misero sotto il controllo di Satana. I talenti che hanno ricevuto avrebbero dovuto essere usati al servizio di Dio... Esiste un solo modo sicuro per ciascuno di noi, ossia, la via dell'obbedienza a un COSÌ DICE IL SIGNORE. MS 31a, 1898 ------------------------Una Società Di Benestanti, 29 gennaio CeC 33 1 ...come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano... finché venne il diluvio e li portò via tutti. Matteo 24:38,39 CeC 33 2 Il peccato del mondo di Noè era l'intemperanza nel senso generale, mentre oggi, l'intemperanza è molto più marcata nel mangiare e nel bere a tal punto che Dio non può più tollerare... Tutti gli eccessi illeciti dell'uomo conducono alla violazione delle leggi stabilite da Dio. Dio... non farà nessun miracolo per contrastare le violazioni perverse delle leggi della salute e della vita. L'uomo avrebbe dovuto avere più stima di sé stesso in base al prezzo che è stato pagato per lui. Una volta ha preso coscienza del valore di sé stesso, non abuserà consapevolmente delle sue facoltà fisiche e mentali. Al contrario, se egli si mette sotto il controllo delle agenzie sataniche, l'abuso delle sue facoltà fisiche e spirituali e dei suoi preziosi poteri è un insulto all'Iddio del cielo. Lt 73a, 1896 CeC 33 3 L'intemperanza nel mangiare e nel bere è in aumento. Le pubblicità con tutti i tipi di cibo con cui soddisfare l'appetito epicureo sono sparse ovunque, e a seguito di questo stato di cose è inevitabile la sofferenza. La forza vitale del corpo umano non è più in grado di sopportare un tale peso, di conseguenza si amala. Sebbene la malvagità del mondo fosse così grave, tuttavia il Signore diede agli uomini centoventi anni di libera scelta e se avessero fatto un buon uso di questa scelta, non avrebbero dovuto pentirsi. Ma nonostante la tolleranza di un Dio buono e misericordioso, il popolo non ha migliorato le sue opportunità. Per un po' rimasero spaventati, e continuarono ad andare avanti con temerarietà, ma ben presto prevalsero le abitudini depravate sulla moderazione. Il loro discernimento era offuscato e il loro desiderio di seguire l'empietà si rafforzò. MS 88, 1897 CeC 33 4 È necessario mangiare e bere per ripristinare la forza fisica per servire il Signore, ma quando portiamo il nostro cibo alla bocca senza il pensiero rivolto al nostro Padre celeste, mangiamo e beviamo solo per il gusto di farlo, esattamente come facevano gli antidiluviani. MS 16, 1895 ------------------------Sposarsi E Dare In Matrimonio, 30 gennaio CeC 34 1 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio... si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell'arca. Matteo 24:38 CeC 34 2 Al tempo di Noè, la trasgressione della legge di Dio ebbe un'influenza prevalente nel mondo. Gli uni intimidivano gli altri usando la minaccia. MS 29, 1911 CeC 34 3 Invece di rendere giustizia ai loro vicini, continuarono a soddisfare i loro desideri illegali. Nonostante il divieto divino, la poligamia era stata introdotta già da tempo. Il Signore aveva dato ad Adamo una sola moglie, manifestando così la sua volontà. Dopo il peccato, gli uomini preferirono seguire i loro desideri e, come conseguenza, i delitti e la miseria aumentarono. Non si rispettavano né il matrimonio né i diritti di proprietà; tutti desideravano ardentemente le mogli e i possedimenti del prossimo e se ne appropriavano con la forza, orgogliosi delle proprie azioni violente. Gli esseri umani provavano piacere nel distruggere gli animali e nutrendosi di carne diventarono sempre più crudeli, finché giunsero a considerare perfino la vita dei loro simili con sorprendente indifferenza. 3 SG, 63,64 CeC 34 4 I discendenti di Seth furono chiamati i figli di Dio; i discendenti di Caino, i figli degli uomini. Quando i figli di Dio si mescolarono con i figli degli uomini, si corruppero e, a causa dei matrimoni misti con loro, persero, per l'influenza delle loro mogli, il loro peculiare carattere santo e si unirono ai figli di Caino nella loro idolatria. Molti gettarono da parte il timore di Dio e calpestarono i Suoi comandamenti. Ma ce n'erano alcuni che facevano giustizia, che temevano e onoravano il loro Creatore. Noè e la sua famiglia erano tra i pochi giusti. The Story of Redemption, 62 CeC 34 5 La poligamia era una consuetudine molto antica; Satana cercava di pervertire l'istituzione del matrimonio, indebolendone gli obblighi e la sacralità. Non esiste metodo più efficace per cancellare nell'uomo l'immagine di Dio che farlo cadere nella miseria morale e nel vizio. PP, 338 ------------------------Fino All'ultimo Giorno...., 31 gennaio CeC 35 1 E non risparmiò il mondo antico ma salvò con altre sette persone Noè, predicatore di giustizia, quando fece venire il diluvio sul mondo degli empi. Luca 2:5 CeC 35 2 Dio ha avvertito gli abitanti del vecchio mondo di ciò che si proponeva di fare per purificare la terra dalle sue impurità. Ma essi risero di disprezzo perché consideravano questa previsione superstiziosa. MS 161, 1897 CeC 35 3 Inizialmente molti sembrarono accettare l'avvertimento, ma essi non si rivolgevano a Dio motivati da un vero pentimento né volevano rinunciare ai loro errori. Durante il periodo precedente al diluvio la loro fede fu messa a dura prova. Travolti dallo scetticismo essi si unirono alla massa incredula per respingere quel messaggio solenne. Alcuni, invece, ne furono profondamente colpiti e avrebbero voluto seguire Noè: ma coloro che li deridevano e li insultavano erano così tanti che ne furono influenzati e infine si opposero ai misericordiosi inviti divini. Questi ultimi divennero presto i più arroganti nel ridicolizzare le parole di Noè. Nessuno diventa così irriverente e meschino come chi, dopo aver compreso i propri errori, decide poi di opporsi all'influsso dello Spirito Santo. PP, 56 CeC 35 4 Le feste e l'immoralità non cessarono: si mangiava, si beveva, si piantava, si costruiva, si facevano progetti in vista del profitto. La corruzione aumentava rapidamente, insieme all'arroganza e al disprezzo della volontà di Dio. Non vi era più rispetto per il Creatore della terra... CeC 35 5 Se l'umanità che visse prima del diluvio avesse creduto all'annuncio di Noè e si fosse pentita della propria malvagità, il risentimento divino si sarebbe spento, proprio come accadde per Ninive. Ma a causa della loro ostinata insensibilità agli appelli del profeta di Dio, quella generazione raggiunse il culmine della corruzione, rendendo inevitabile la distruzione. ibid, 97 CeC 35 6 Il Signore ci manda come Suoi ambasciatori con il messaggio di avvertimento che la fine di tutte le cose è vicina Così sarà quando Cristo verrà: contadini, commercianti, avvocati, uomini d'affari, saranno totalmente presi dal lavoro e su di loro il giorno del Signore arriverà come una trappola. MS, 161, 1897 ------------------------La Costruzione Dll'arca, 1 febbraio CeC 36 1 E DIO disse a Noè: «Ho deciso di por fine ad ogni carne, perché la terra a motivo degli uomini è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme alla terra. Fatti un'arca... Genesi 6:13,14 CeC 36 2 Dio aveva dato a Noè indicazioni precise sulle dimensioni dell'imbarcazione, fornendogli dati particolareggiati sul progetto. Nessun uomo aveva mai costruito in precedenza qualcosa di così gigantesco e resistente. Dio stesso era l'ispiratore dell'opera e Noè il capocantiere. L'arca assomigliava allo scafo di una nave, perché doveva galleggiare, ma in alcune parti era una casa... Il materiale impiegato per la costruzione era il cipresso, detto anche legno di cipresso, che poteva resistere inalterato per secoli. La realizzazione di questa immensa struttura rese necessario un lavoro attento e continuo. PP, 92-95 CeC 36 3 Nonostante la forza eccezionale degli uomini del tempo, la preparazione del legname ricavato da alberi di genere e dimensioni eccezionali richiedeva una quantità di lavoro maggiore rispetto a quella oggi necessaria. Il legno di questi alberi era di grana fine e sostanza dura, sotto questo aspetto più simile alla pietra. Questo lavoro richiedeva molto più tempo e fatica anche per questa potente razza. SG 3,61 CeC 36 4 Ogni pezzo di legno era lungo e ogni cucitura coperta di pece. Tutto ciò che gli uomini potevano fare era fatto per rendere il lavoro perfetto; eppure, dopo tutto, solo Dio ha potuto preservare l'edificio dai flutti rabbiosi e pesanti, con il suo potere miracoloso. The Story of Redemption, 64 CeC 36 5 Matusalemme, i suoi figli e nipoti vivevano al tempo della costruzione dell'arca. Insieme ad altri ricevettero istruzioni da Noè e lo aiutarono a costruire l'arca. 3 Spiritual Gifts, 59,30 CeC 36 6 Attraverso l'opera che Noè stava realizzando manifestava al mondo la coerenza del suo messaggio di avvertimento ed evidenziava la sua fede crescente... Con il suo esempio, egli dimostrò cosa significhi credere a ciò che Dio dice. investì nell'arca tutti i suoi beni... Ogni colpo di martello costituiva una testimonianza per quelle persone. PP, 95 ------------------------Sicurezza Interna Dell'arca, 2 febbraio CeC 37 1 Allora l'Eterno disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto davanti a me, in questa generazione. Genesi 7:1 CeC 37 2 Noè aveva eseguito fedelmente le istruzioni: l'arca era stata ultimata in ogni dettaglio, secondo il progetto indicato da Dio. Era stata rifornita di cibo per gli uomini e per gli animali e Noè, ormai, stava per rivolgere l'ultimo appello. Fiducioso, benché provasse un'immensa angoscia, egli supplicò i suoi contemporanei di cercare un rifugio finché era possibile trovarlo. Ma la gente respinse ancora una volta i suoi messaggi, rispondendo con sarcasmo alle parole del profeta. All'improvviso, la folla ammutolì e le beffe cessarono. Animali di tutte le specie, dai più feroci ai più miti, si dirigevano docilmente verso l'arca, provenienti dalle montagne e dalle foreste. Si udì il rumore di un vento impetuoso, ed ecco numerosissimi uccelli, così tanti da oscurare il cielo, giungevano in stormi, da tutte le direzioni. Gli animali, a differenza degli uomini, ubbidivano a Dio. PP 97,98 CeC 37 3 Gli uomini rimasero stupiti da questo fenomeno e alcuni ne furono spaventati; ma lo scetticismo li aveva resi così indifferenti, che quella scena eccezionale produsse solo un effetto momentaneo. Lt 108, 1896 CeC 37 4 Il periodo di grazia era terminato e gli animali erano arrivati; infine entrarono anche Noè e la sua famiglia e "l'Eterno li chiuse dentro l'arca". La solida porta, che non poteva essere chiusa dall'interno, fu bloccata da mani invisibili. Noè venne chiuso dentro l'imbarcazione e coloro che avevano rifiutato la misericordia divina rimasero fuori. Su quella porta vi era il sigillo del cielo; Dio l'aveva chiusa, e solo lui poteva aprirla. CeC 37 5 Allo stesso modo, quando l'opera di intercessione del Cristo in favore dei peccatori terminerà, prima della sua venuta sulle nuvole la porta del perdono sarà chiusa. La grazia divina non sarà più offerta ai malvagi e Satana dominerà coloro che l'hanno rifiutata. Essi cercheranno di distruggere il popolo di Dio, ma come Noè fu chiuso nell'arca, anche i credenti saranno protetti dalla potenza di Dio. PP 98 ------------------------Dopo Sette Giorni, 3 febbraio CeC 38 1 Al termine dei sette giorni, avvenne che le acque del diluvio furono sopra la terra. Genesi 7:10 CeC 38 2 Dopo che Noè e la sua famiglia furono entrati nell'arca, per sette giorni non vi fu alcun segno della tempesta preannunciata. In questo periodo di tempo, la fede del profeta fu messa alla prova. Tutti gli uomini si rallegrarono del loro trionfo, pensando che l'apparente ritardo confermasse la falsità del messaggio di Noè. CeC 38 3 Dunque, il diluvio non si sarebbe mai verificato! Nonostante gli eventi eccezionali a cui avevano assistito... essi continuarono a divertirsi, a festeggiare e perfino a ridicolizzare le evidenti manifestazioni della potenza divina. Formarono dei gruppi intorno all'arca e, con una violenza non più contenuta, si facevano beffe di Noè e della sua famiglia. ibid, 98,99 CeC 38 4 Ma l'ottavo giorno le prime nubi apparvero nel cielo... Per gli uomini questo era un vero spettacolo, perché prima di allora non avevano mai visto nulla del genere, non conoscevano le nuvole. Presto caddero le prime gocce. Gli uomini, che non avevano mai visto nulla del genere, ebbero paura... Per un po' il terreno ha assorbito la pioggia; ma presto l'acqua cominciò a salire e giorno dopo giorno saliva sempre più in alto. Ogni mattina mentre la gente vedeva che la pioggia continuava a cadere, si guardavano l'un l'altro disperati e ogni notte ripetevano le parole: "Ancora piove"! Signs, April 10, 1901 CeC 38 5 La violenza della tempesta aumentò: alberi, edifici, rocce, terra, furono scagliati in ogni direzione. Uomini e animali erano terrorizzati. Al di sopra del fragore della tempesta si udiva il lamento di quelle stesse persone che avevano disprezzato l'autorità di Dio.... CeC 38 6 Solo ora la coscienza di questi uomini comprendeva che esiste un Dio che regna nei cieli. Benché essi si rivolgessero a lui, angosciati, Egli non ascoltò il loro grido. Allora si resero conto che era stata la trasgressione della legge divina a determinare la loro distruzione, ma ciò che li spingeva a riconoscersi colpevoli era la paura della punizione e non un vero pentimento o l'avversione nei confronti del male. PP 99,10 ------------------------Come Avvenne Nei Giorni Di Noè..., 4 febbraio CeC 39 1 E, come avvenne ai giorni di Noè, così avverrà anche nei giorni del Figlio dell'uomo. Le persone mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca; e venne il diluvio e li fece perire tutti. Luca 17:26,27 CeC 39 2 Dio non condannò gli uomini che vissero ai tempi di Noè perché essi mangiavano e bevevano. Egli stesso aveva offerto loro in abbondanza i prodotti della terra. Il loro errore consisteva nell'essersi appropriati di questi doni eliminando ogni espressione di gratitudine nei confronti di Dio e nell'essersi allontanati da lui coltivando, senza alcun freno, le passioni più degradanti. È legittimo sposarsi: il matrimonio era stato previsto da Dio e fu una delle prime istituzioni che Egli stabilì. Ma l'umanità dimenticò le direttive che Dio aveva impartito perché fosse felice: si smarrì il rispetto per questo vincolo, al punto tale che il suo significato fu stravolto e diventò uno strumento per soddisfare le passioni più effimere. Oggi la situazione è simile. Il confine della legittimità ha raggiunto limiti estremi; si giustificano con indulgenza gli impulsi più incontrollati.... CeC 39 3 Moltissime persone non sentono l'obbligo morale di dominare i propri desideri... CeC 39 4 Nella nostra società esistono individui che vivono solo per soddisfare i propri sensi... CeC 39 5 L'immagine che le Scritture ci hanno trasmesso del mondo prima del diluvio rappresenta fin troppo bene la condizione a cui la società moderna sta rapidamente giungendo... Quando il tempo concesso loro per pentirsi stava per concludersi, i contemporanei di Noè si abbandonarono a feste e divertimenti eccitanti.... PP, 103 CeC 39 6 Prima del diluvio, Dio inviò un profeta ad avvertire il mondo, affinché gli uomini si pentissero e riuscissero a sfuggire alla distruzione incombente. Nel nostro tempo, prima della seconda apparizione del Cristo, il Signore ci ha scelti per avvertire il mondo di questo grande evento, affinché l'umanità si prepari. Intere folle violano la legge di Dio: Egli è generoso e invita ogni uomo all'ubbidienza. Il Signore offre ancora oggi il perdono a tutti coloro che si pentono dei propri errori perché credono in Cristo. PP,102 ------------------------Dio Venne In Terra Per Vedere..., 5 febbraio CeC 40 1 E dissero: «Orsù, costruiamoci una città e una torre la cui cima giunga fino al cielo, e facciamoci un nome, per non essere dispersi sulla faccia di tutta la terra. Genesi 11:4 CeC 40 2 Per un certo periodo, i discendenti di Noè continuarono ad abitare fra le montagne su cui si era fermata l'arca, ma quando si moltiplicarono, l'infedeltà di alcuni determinò una separazione. Coloro che volevano rifiutare di credere nel Creatore, e respingere le limitazioni della sua legge, rifiutavano e disprezzavano l'insegnamento e l'esempio dei loro compagni, rimasti fedeli a Dio. Così, dopo qualche tempo, decisero di separarsi da loro. Di comune accordo si diressero verso la pianura di Scinar, lungo le sponde del fiume Eufrate.... Decisero quindi di costruirvi le loro case e una città, con al centro una torre così alta da suscitare la meraviglia del mondo... CeC 40 3 Gli abitanti della pianura di Scinar non credettero alla promessa di Dio, secondo la quale Egli non avrebbe più inondato la terra. Molti di loro negarono l'esistenza di un Creatore, attribuendo il diluvio a una serie di cause naturali. Altri credevano in un Essere Supremo che aveva determinato la distruzione del mondo ma, come era accaduto per Caino, finirono per manifestare sentimenti di ribellione. Uno degli obiettivi della costruzione della torre era infatti quello di garantire la sopravvivenza degli uomini contro l'eventualità di un altro diluvio... CeC 40 4 Anche oggi vi sono dei costruttori di torri. Gli scettici costruiscono le loro teorie sulla base di quelle che ritengono le deduzioni della scienza: essi rifiutano la Parola rivelata da Dio.... In un mondo che si professa cristiano, molti abbandonano i chiari insegnamenti della Bibbia e strutturano una serie di convinzioni basate su speculazioni e favole: in questo modo, essi costruiscono la loro torre per arrampicarsi fino al cielo. CeC 40 5 Il tempo del giudizio di Dio è vicino. Il Signore verrà dal cielo per vedere ciò che gli uomini hanno costruito: allora la sua sovranità sarà manifestata e le opere dell'orgoglio umano saranno demolite. PP, 118-124 ------------------------Confusione In Mezzo Al Popolo, 6 febbraio CeC 41 1 Così l'Eterno li disperse di là sulla faccia di tutta la terra, ed essi cessarono di costruire la città. Genesi 11:8 CeC 41 2 Gli abitanti della pianura di Scinar stabilirono il loro regno soltanto per esaltare sé stessi e non per la gloria di Dio... Se avessero ottenuto successo, un potere nemico avrebbe avuto il sopravvento, e bandendo la giustizia, avrebbe inaugurato una nuova religione... il mondo sarebbe stato demoralizzato... Ma Dio non lascia mai il mondo senza i Suoi testimoni... Coloro che lo amavano e temevano, già dal primo momento della prima grande apostasia dopo il diluvio, si umiliarono e gridarono a Lui. Chi temeva Dio ne invocò l'intervento. 8T, 213,214 CeC 41 3 Prima che la torre fosse terminata, una parte venne occupata dalle abitazioni dei suoi costruttori; altre stanze furono splendidamente arredate e adornate e dedicate ai loro idoli... All'improvviso, la costruzione della splendida torre fu interrotta. Alcuni angeli vennero inviati per ostacolare i piani dei costruttori. Poiché la costruzione aveva già raggiunto un'altezza considerevole, ed era impossibile che gli operai che si trovavano sulla cima comunicassero con quelli che erano alla base, erano stati posti degli uomini a varie altezze. Essi ricevevano dai piani superiori gli ordini circa il materiale necessario e altre informazioni che riguardavano il lavoro e li comunicavano a coloro che stavano ai livelli inferiori. Mentre i messaggi passavano di bocca in bocca, il linguaggio divenne all'improvviso così confuso che veniva richiesto materiale non necessario e gli ordini giungevano completamente modificati. Ne seguirono confusione e spavento; ogni lavoro fu bloccato, la comprensione e la cooperazione all'interno del gruppo non furono più possibili.... Prima l'umanità parlava la stessa lingua, ma da quel momento coloro che parlavano lo stesso idioma si unirono in grandi gruppi che si diressero in direzioni diverse. "...E di là l'Eterno li disperse sulla faccia di tutta la terra". Genesi 11:9. Questa dispersione permise di popolare il mondo; la volontà di Dio si compiva proprio grazie al piano che gli uomini avevano ideato per impedirne la realizzazione. PP, 119,120 CeC 41 4 Ai nostri giorni il Signore desidera che il Suo popolo sia disperso in tutta la terra. Gesù disse: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura". Marco 16:15 8T, 215 ------------------------Ubbedienza Assoluta Di Abramo, 7 febbraio CeC 42 1 Per fede Abrahamo, quando fu chiamato, ubbidì per andarsene verso il luogo che doveva ricevere in eredità; e partì non sapendo dove andava. Ebrei 11:8 CeC 42 2 Abramo era vissuto in un ambiente permeato di superstizione e idolatria. Perfino la famiglia di suo padre, che pure aveva conservato la fede nel Signore, stava cedendo alle seduzioni dell'ambiente in cui viveva. Infatti, alcuni dei suoi membri avevano abbandonato il culto di Yahweh per dedicarsi a pratiche pagane... CeC 42 3 Dio rivolse ad Abramo questo messaggio: "...Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò". Genesi 12:1. Se voleva prepararsi per la sua grande missione, quale portavoce del messaggio divino, doveva allontanarsi dall'ambiente in cui era nato e vissuto fino ad allora... CeC 42 4 La ferma ubbidienza di Abramo è una delle più evidenti manifestazioni di fede che la Bibbia possa presentare... CeC 42 5 Abramo non fu chiamato ad affrontare né una prova facile né un piccolo sacrificio. Nonostante le insistenze della famiglia e dei parenti, che volevano impedirgli di abbandonare il suo paese, egli non esitò a ubbidire all'appello che gli era stato rivolto. Non chiese nessuna informazione sulla terra promessa: non domandò se il suolo di quel paese fosse fertile e se la terra avesse un clima salubre. Non gli importava sapere se vi fosse un ambiente piacevole, o se in quel paese fosse possibile arricchirsi. Dio aveva parlato e il suo servitore avrebbe ubbidito: per Abramo, il posto più piacevole era quello in cui Dio era accanto a lui... CeC 42 6 Ancora oggi molti sono messi alla prova come Abramo... CeC 42 7 Può essere loro richiesto di abbandonare una carriera promettente, di interrompere relazioni piacevoli e vantaggiose, di separarsi dai parenti per percorrere una strada che sembra fatta solo di abnegazione, privazioni e sacrifici. Dio ha un piano per loro... CeC 42 8 Chi è pronto a rispondere alla chiamata di Dio, a rinunciare a progetti a lungo accarezzati o alla compagnia dei propri cari? ... CeC 42 9 Colui che accetta possiede la fede di Abramo e parteciperà con lui al "...sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria" (2 Corinzi 4:17) al quale "...le sofferenze del tempo presente non siano punto da paragonare...". Romani 8:18. PP, 125-127 ------------------------C'è Un Motivo, 8 febbraio CeC 43 1 ...affinché la prova della vostra fede, che è molto più preziosa dell'oro che perisce anche se vien provato col fuoco, risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo. 1 Pietro 1:7 CeC 43 2 Continuando il suo percorso verso sud, Abramo dovette affrontare una nuova prova di fede. Non pioveva da tempo e la terra era ormai arida: i ruscelli avevano cessato di scorrere nelle valli e l'erba della pianura si era seccata. Le mandrie e i greggi non trovavano più pascoli e la fame incominciò a minacciare l'intero accampamento. Che cosa avrebbe fatto Abramo? Avrebbe dubitato dell'aiuto divino, decidendo di ritornare nella ricca pianura caldea? Mentre le difficoltà aumentavano, tutti si chiedevano con apprensione quale sarebbe stata la sua decisione. Finché Abramo conservò la sua fiducia, i suoi compagni di viaggio sentirono che vi era ancora una speranza... CeC 43 3 Abramo non poteva offrire una chiara spiegazione dei piani di Dio ma rimase in attesa, certo della sua promessa: "...Ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione". Genesi 12:2. Mentre pregava, pensò al modo di conservare in vita il suo popolo e il suo gregge: non poteva permettere che le circostanze facessero vacillare la sua fede nella Parola di Dio. In quella situazione di crisi, non abbandonò Canaan per ritornare nella terra dei caldei, dove sicuramente non mancava il pane. Cercò invece un rifugio provvisorio, il più vicino possibile al luogo in cui Dio lo aveva portato... CeC 43 4 Il Signore, nella sua saggezza, sottopose Abramo a questa prova perché sperimentasse la sottomissione, la pazienza e la fiducia... CeC 43 5 Dio permette che le prove affliggano il suo popolo perché ne venga rafforzato e mantenga la propria fedeltà e ubbidienza e il suo esempio costituisca per altri un incoraggiamento a resistere. "...Io so i pensieri che medito per voi, dice l'Eterno: pensieri di pace e non di male...". Geremia 29:11. Le difficoltà che mettono a dura prova la nostra fede, inducendoci a pensare che Dio ci abbia dimenticati, ci avvicinano al Cristo in maniera più intima e profonda. Se deponiamo i nostri pesi ai suoi piedi, Egli ci darà in cambio la sua pace. PP, 128,129 ------------------------Dio Protegge I Suoi Figli, 9 febbraio CeC 44 1 Egli non permise che alcuno li opprimesse; anzi punì dei re per amor loro, e disse: «Non toccate i miei unti e non fate alcun male ai miei profeti». Salmo 105:14,15 CeC 44 2 Attraverso le prove, il Signore educa i suoi figli; Egli sa infatti che alcuni hanno capacità che potranno essere utili perché il suo piano in favore dell'uomo si sviluppi. Nella sua bontà, Dio pone i credenti in posizioni tali da esporre il loro carattere a una verifica. In tali circostanze, difetti e debolezze che essi non avevano potuto riconoscere, risulteranno evidenti. Attraverso queste esperienze, il Signore offre loro la possibilità di correggersi, perché siano pronti a ubbidirgli. Dio ci indica le nostre debolezze e ci insegna ad affidarci completamente a lui: Egli, infatti, è la nostra unica protezione e il nostro unico sostegno. In questo veniamo educati, formati, corretti e preparati a realizzare il grande progetto per cui abbiamo offerto a Dio le nostre capacità e i nostri talenti... CeC 44 3 Durante il suo soggiorno in Egitto, Abramo dimostrò di non essere esente da debolezze. Con un espediente, egli nascose che Sarai era sua moglie perché dubitava della protezione divina. Manifestò così la propria fragilità, proprio in rapporto a quelle nobili qualità di coraggio e fede che aveva così spesso dimostrato nella sua vita... CeC 44 4 Ritenne di non peccare di falsità nel presentare Sarai come sua sorella, perché in realtà essi erano davvero figli dello stesso padre, anche se non della stessa madre. Tacere circa la vera natura della loro relazione costituì comunque un inganno e Dio non approva nessun atteggiamento che non sia del tutto onesto. Per la mancanza di fede di Abramo, Sarai corse un grosso pericolo. Il re d'Egitto venne informato della bellezza della donna e fece in modo che fosse condotta al palazzo, perché voleva prenderla in moglie. Ma il Signore, con grande misericordia, protesse Sarai colpendo con forti segni di disapprovazione la casa reale... CeC 44 5 Gli avvertimenti dati al faraone fecero capire ad Abramo che egli sarebbe stato difeso contro le minacce dei popoli pagani. Sarebbe risultato evidente che il Dio di Abramo proteggeva il suo servitore e che nessuna ingiuria nei suoi confronti sarebbe rimasta impunita. È pericoloso opprimere un figlio del Re dei cieli. PP, 129-131 ------------------------Mantenendo La Pace, 10 febbraio CeC 45 1 Così Abramo disse a Lot: «Deh, non ci sia contesa fra me e te, né fra i miei pastori e i tuoi pastori, perché siamo fratelli. Non sta forse tutto il paese davanti a te? Separati da me! Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; e se tu vai a destra, io andrò a sinistra. Genesi 13:8,9 CeC 45 2 Abramo tornò in Canaan "...molto ricco di bestiame, d'argento e d'oro". Genesi 13:2. Insieme a Lot, che ancora lo accompagnava nel suo viaggio, egli si recò a Bethel dove fissarono le loro tende vicino all'altare eretto in precedenza. I due uomini si erano resi conto che l'aumentare delle loro ricchezze poneva ormai grosse difficoltà. In ogni difficoltà Abramo e Lot erano sempre andati d'accordo: proprio il benessere sembrava ora nascondere il rischio di una rottura. Il pascolo non era sufficiente per i greggi e le mandrie di entrambi... Era evidente che i due dovevano separarsi. Abramo era più anziano e più ricco di Lot; inoltre aveva una posizione più influente all'interno della famiglia. Nonostante questo, fu proprio lui a proporre un piano che permettesse una convivenza pacifica. Dio gli aveva dato tutta la terra di Canaan, ma egli, con grande generosità, rinunciò a questo diritto... CeC 45 3 Abramo dimostrava così di avere uno spirito nobile e disinteressato. Quanti, in condizioni analoghe, avrebbero rivendicato a ogni costo i loro diritti e le loro preferenze! Quante famiglie si sono divise per motivi simili! In quante chiese si è creata una divisione che ha gettato il discredito sulla causa della verità, rendendola ridicola agli occhi dei malvagi! "Non ci sia più contesa tra me e te" disse Abramo "poiché siam fratelli": non solo per un rapporto di parentela naturale, ma anche in quanto credenti.... CeC 45 4 I figli di Dio costituiscono in tutto il mondo un'unica famiglia e devono essere animati da uno spirito di amore e di conciliazione. "Quanto all'amor fraterno, siate pieni d'affezione gli uni per gli altri; quanto all'onore, prevenitevi gli uni gli altri". Romani 12:10. Questo è l'insegnamento del nostro Salvatore. La maggior parte dei problemi che ci affliggono potrebbero essere eliminati, se fossimo cortesi con tutti e desiderassimo per gli altri ciò che vorremmo essi facessero per noi. Chi cerca di affermare il proprio orgoglio segue lo spirito di Satana, mentre chi coltiva in sé l'amore del Cristo, sarà animato da sentimenti di bontà disinteressata. La sua attenzione sarà rivolta a questo consiglio di Dio: "avendo ciascuno di voi riguardo non alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri". Filippesi 2:4. PP 132,133 ------------------------Verso Sodoma, 11 febbraio CeC 46 1 Abramo dimorò nel paese di Canaan, e Lot abitò nelle città della pianura e giunse a piantare le sue tende fino a Sodoma. Or la gente di Sodoma era grandemente depravata e peccatrice contro l'Eterno. Genesi 13:12,13 CeC 46 2 La valle del Giordano era la terra più fertile di tutta la Palestina... CeC 46 3 In essa sorgevano inoltre città ricche e magnifiche: i loro mercati promettevano un commercio vantaggioso. Abbagliato da quella visione di ricchezza, Lot sottovalutò la corruzione morale e spirituale che vi avrebbe incontrato... Lot "scelse tutta la pianura del Giordano e partì... piantando le sue tende fino a Sodoma" (Genesi 13:12), non prevedendo i terribili risultati della sua scelta egoistica... PP, 133 CeC 46 4 Lot scelse Sodoma per la sua casa perché vide che c'erano vantaggi da guadagnare lì da un punto di vista mondano. Ma dopo aver accumulato le ricchezze terrene, si era convinto di aver fatto un errore nel non prendere in considerazione la posizione morale della comunità in cui avrebbe dovuto abitare... Gli abitanti di Sodoma erano corrotti; ma l'animo di Lot era integro e addolorato dalle conversazioni volgari che era costretto a udire ogni giorno, dalla violenza e dai delitti che non poteva impedire. Aveva permesso che suoi figli si inserissero in una società corrotta e idolatra mediante i matrimoni con i sodomiti. Prendendo in considerazione tutte queste cose, le sue ricchezze non valevano il prezzo che aveva pagato per loro. Alla fine l'ira del Signore si accese contro la malvagità degli abitanti della città e gli angeli di Dio visitarono Sodoma per allontanare Lot perché non perisse nella distruzione della città. 4T, 110 CeC 46 5 La moglie di Lot era egoista e irreligiosa: era stata lei a spingere suo marito a separarsi da Abramo. Se non lo avesse consigliato male, Lot non sarebbe mai rimasto a Sodoma e non avrebbe rifiutato i saggi consigli del devoto patriarca. Se non fosse stato per gli insegnamenti di Abramo, l'ascendente della moglie e l'inserimento in quella città malvagia lo avrebbero indotto ad -+allontanarsi da Dio. Il matrimonio di Lot e la scelta di Sodoma come residenza furono i primi di una serie di eventi che avrebbero afflitto il mondo per molte generazioni. PP, 174 CeC 46 6 Lo scopo di Satana è di attirare gli uomini e le donne nelle città, e per ottenerlo egli inventa ogni novità, ogni genere di divertimenti e di emozioni. Le città del mondo, oggi, stanno diventando come le città che esistevano prima del diluvio. 2SM, 355 ------------------------Dio Può Benedire Ogni Focolare, 12 febbraio CeC 47 1 Io infatti l'ho scelto, perché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui di seguire la via dell'Eterno, mettendo in pratica la giustizia e l'equità, perché l'Eterno possa compiere per Abrahamo ciò che gli ha promesso. Genesi 18:19 CeC 47 2 Agli occhi di Dio, un uomo è ciò che è nella sua famiglia. La vita di Abramo, l'amico di Dio, fu segnata da un rigoroso rispetto per la parola del Signore. Egli coltivava la religione nel proprio focolare. Il timore di Dio pervase sulla sua famiglia. Era un sacerdote in casa sua. Considerava la sua famiglia con una sacra fiducia. A casa sua tutti i famigliari contavano più di mille anime perché tutta la sua casa era consacrata al divino Sovrano. Nessuno dei suoi famigliari subiva oppressioni ne da parte dei genitori ne da nessun altro; ognuno testimoniava assoluta obbedienza. Il Signore ha reso a noi la testimonianza del suo amore, la sua giustizia e assoluta fedeltà a Dio. Lt 144, 11902 CeC 47 3 Dio aveva detto: Egli comanderà... la sua casa. Non avrebbe mai commesso l'errore di trascurare le tendenze negative dei suoi figli né si sarebbe mai abbandonato a favoritismi poco saggi. Non avrebbe mai ceduto a sentimenti irrazionali, trascurando il suo dovere e non si sarebbe limitato a impartire una valida educazione, ma avrebbe difeso l'autorità di leggi giuste ed eque... Troppi genitori sono animati da un cieco ed egoistico sentimentalismo, da una falsa concezione di amore che si manifesta nell'abbandonare i figli alle loro inclinazioni, nonostante essi siano ancora impreparati a esercitare il giudizio e siano immaturi nelle loro passioni. Gli adulti li abbandonano così a loro stessi: questo è uno dei maggiori torti che si possa fare ai giovani, e quindi alla società. Gli errori dei genitori creano disordini all'interno della famiglia e all'esterno, perché i figli, seguono le proprie inclinazioni e non gli ideali proposti da Dio. MS 22, 1904 CeC 47 4 Genitori e figli appartengono a Dio e sono governati da Lui. Unendo affetto e autorità, Abramo governò a casa sua. La parola di Dio ha dato anche a noi delle regole come nostra guida. Se vogliamo seguire le vie del Signore, non possiamo deviare dalle regole che formano uno standard. La volontà di Dio deve essere per noi un principio fondamentale. Le domande che ci potremmo fare sono: Che cosa stanno facendo gli altri? Che cosa ne penseranno dime i miei parenti? Che ne diranno dime se seguirò questo corso? E Dio che cosa co dice? Né il genitore né il figlio possono veramente prosperare senza seguire le vie del Signore! 5T, 548 ------------------------Benvenuti Siano Gli Ospiti, 13 febbraio CeC 48 1 Non dimenticate l'ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli. Ebrei 13:2 CeC 48 2 Dio conferì grandi onori ad Abramo: gli angeli del cielo lo accompagnavano e gli parlavano come a un amico. Alla vigilia della distruzione di Sodoma, egli fu informato della decisione di Dio e perorò la causa di quegli uomini colpevoli. Nei suoi contatti con gli angeli ebbe modo di dimostrare tutta la sua ospitalità, lasciandoci un magnifico esempio. PP, 138 CeC 48 3 Durante una calda giornata estiva il patriarca, seduto davanti alla sua tenda, osservava sereno il paesaggio. All'improvviso, vide in lontananza tre viandanti che si avvicinavano. Prima di raggiungere la tenda gli stranieri si fermarono, come per consultarsi. Senza aspettare che essi gli rivolgessero una richiesta di aiuto, Abramo corse loro incontro: quando vide che stavano per dirigersi da un'altra parte, con grande gentilezza li invitò a onorarlo, fermandosi da lui per riposarsi. Abramo stesso portò dell'acqua, in modo che potessero lavarsi i piedi sporchi per la polvere, e scelse i cibi. Mentre i suoi ospiti riposavano al fresco, organizzò un pranzo; quindi rimase in piedi davanti a loro, in segno di rispetto: nel frattempo, essi godevano della sua ospitalità. CeC 48 4 Dio considerò questo suo gentile gesto per i viandanti a lui sconosciuti. Ma la vera natura di questi messaggeri fu presto rivelata. Abramo non aveva dato l'ospitalità solo agli angeli celesti, ma anche al loro glorioso Comandante, al suo Creatore, Redentore e Re. Da quel momento Abramo fu considerato "l'amico di Dio.... CeC 48 5 Il privilegio concesso ad Abramo e Lot non è stato negato a noi. Mostrando ospitalità ai figli di Dio, anche noi possiamo ricevere i Suoi angeli nelle nostre dimore. Anche ai nostri giorni, gli angeli in forma umana entrano nelle case degli uomini come ospiti. Ogni cristiano che vive alla luce riflessa dal volto di Dio è sempre accompagnato dai Suoi angeli invisibili, ed essi lasciano dietro di sé una benedizione nelle nostre case. 6T, 341,342 ------------------------Il Conto Alla Rovescia Per Sodoma, 14 Febbraio CeC 49 1 Allora Abrahamo si avvicinò e disse: «Farai perire il giusto insieme con l'empio? ... Lungi da te il fare tale cosa...Il giudice di tutta la terra non farà egli giustizia? Genesi 18:23-25 CeC 49 2 Abramo aveva onorato Dio, e per questo Egli lo onorò a sua volta, rivelandogli i suoi progetti. "Celerò io ad Abramo quello che sto per fare? - disse il Signore... L'uomo di fede, che sapeva con chi parlava, intercedette in favore degli abitanti della città. In precedenza il patriarca li aveva protetti con la sua spada e ora sperava di salvarli tramite la preghiera... Con grande timore egli giustificò la sua intercessione... Egli riconosceva di essere debole e imperfetto e cercò di difendere degli esseri deboli e imperfetti... CeC 49 3 Abramo nutriva per il Signore la stessa fiducia che ha un figlio quando implora un padre amato; si avvicinò al messaggero celeste e gli presentò la sua richiesta. Benché Lot abitasse a Sodoma, non era stato coinvolto dall'immoralità degli abitanti di quella città. Abramo intervenne perché pensava che vi dovessero essere anche altre persone fedeli al vero Dio... CeC 49 4 Abramo non si accontentò di ripetere solo una volta la sua richiesta, ma insistette più volte e, poiché le sue preghiere venivano accolte, la sua audacia cresceva; questo lo indusse a continuare finché non ebbe ottenuto la garanzia che anche se ci fossero stati solo dieci giusti, la città sarebbe stata risparmiata. CeC 49 5 La preghiera di Abramo era stata suggerita dall'amore per degli esseri umani in pericolo di morte. Sebbene egli detestasse i vizi di quella città corrotta, desiderava la salvezza dei peccatori. CeC 49 6 Intorno a noi vi sono molte persone che stanno perdendo ogni speranza di salvezza, proprio come gli abitanti di Sodoma. Ogni giorno, in ogni momento, vi sono uomini che smarriscono ogni possibilità di essere salvati, ponendosi fuori dal potere di intervento della grazia divina. Dove sono le voci di avvertimento e supplica che offrono loro di fuggire da questa spaventosa minaccia? Dove sono coloro che con fede, umiltà e pazienza dovrebbero intervenire per loro presso Dio? PP, 139,140 ------------------------Strade Insicure, 15 febbraio CeC 50 1 Or i due angeli giunsero a Sodoma verso sera, mentre Lot era seduto alla porta di Sodoma; come li vide egli si alzò per andar loro incontro... e disse: "Miei signori, vi prego, venite in casa del vostro servo, passatevi la notte ..." Genesi 19:1,2 CeC 50 2 Lot, il nipote di Abramo, sebbene avesse abitato a Sodoma, era intriso dello spirito di gentilezza e ospitalità del patriarca. Vedendo al calar della notte due sconosciuti alle porte della città e conoscendo i pericoli che sicuramente li avrebbero tormentati in quella città malvagia, Lot insistette per portarli a casa sua. Non ci pensò minimamente agli eventuali pericoli che potrebbero derivare a lui e alla sua famiglia. Faceva parte dei suoi principi proteggergli dai pericoli e prendersi cura dei senzatetto, e quindi ospitò i due viaggiatori sconosciuti con grande gentilezza. Coloro che egli cercava di proteggere, in effetti, erano proprio loro a voler proteggere Lot. Al calar della notte Lot li aveva condotti con tutta la sicurezza necessaria verso la sua casa, mentre all'alba questi stessi ospiti condussero Lot con la sua famiglia in salvo fuori dalla città condannata alla distruzione. 6T, 342 CeC 50 3 Lot, pur non avendoli riconosciuti, era abituato a essere cortese ed educato: faceva parte della sua fede, degli insegnamenti che aveva imparato da Abramo. Se non avesse manifestato queste sue qualità, probabilmente sarebbe stato abbandonato a sé stesso nell'imminente catastrofe. Più di una famiglia, chiudendo la porta davanti a un estraneo, ha rifiutato un messaggero di Dio che avrebbe recato benedizioni, speranza e pace. CeC 50 4 Ogni azione, per quanto piccola, ha la sua importanza nel determinare il bene o il male. L'adempiere o il trascurare quelli che sembrano in apparenza dei piccoli doveri può rappresentare, nell'esistenza di ognuno, il presupposto delle più ricche benedizioni o delle peggiori sciagure. Il carattere è messo alla prova dalle piccole cose; Dio sorride per le semplici azioni che implicano una rinuncia quotidiana, quando esse sono espresse spontaneamente e con gioia. Dobbiamo vivere in funzione degli altri e non di noi stessi. La nostra vita può essere benedetta solo se dimentichiamo il nostro io e coltiviamo uno spirito di amore disinteressato e di altruismo. Sono le piccole attenzioni e le semplici cortesie che rendono la vita felice: il trascurarle è una delle cause più importanti delle miserie dell'umanità. PP, 158 ------------------------Quell'ultima Notte, 16 febbraio CeC 51 1 ... e condannò alla distruzione le città di Sodoma e di Gomorra, riducendole in cenere, e le fece un esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente. 2 Pietro 2:6 CeC 51 2 Le fiamme che consumarono le città della pianura devono costituire un avvertimento anche per il nostro tempo. Esse ci insegnano una terribile e solenne lezione: se da un lato Dio dimostra una grande misericordia per i trasgressori, vi è tuttavia un limite che gli uomini non possono superare, perché oltre questo cessa la misericordia e inizia l'attuazione del giudizio. Gesù dichiara che vi sono peccati maggiori di quelli che portarono Sodoma e Gomorra alla distruzione. Coloro che ascoltano l'invito evangelico che chiama i colpevoli al pentimento e non vi prestano attenzione, si rendono davanti a Dio responsabili di errori più gravi di quelli degli abitanti della valle di Siddim; ancora maggiore è il peccato di coloro che, pur professando di conoscere Dio e osservare i suoi comandamenti, negano il Cristo nella loro vita quotidiana e nel loro carattere. Se si tiene conto degli avvertimenti del Salvatore, il destino di Sodoma rappresenta un solenne ammonimento non solo per coloro che sono colpevoli di peccati evidenti, ma anche per quanti si mostrano indifferenti alla guida e ai privilegi che provengono da Dio. PP, 162-165 CeC 51 3 I giudizi di Dio saranno presto riversati sulla terra. Come gli angeli di Dio li conducevano fuori uno di loro disse: "Fuggi per salvare la tua vita"! Si sentono altre voci che dicono: "Stai calmo, non c'è nessun motivo di allarmarsi". E gli uomini gridavano: "Pace e sicurezza" mentre il cielo dichiarava che un'improvvisa distruzione colpirà i trasgressori. I giovani, i frivoli, gli amanti del piacere considerano questi avvertimenti come racconti oziosi o come uno scherzo. I genitori sono inclini a pensare ai propri figli in merito alla questione, eppure tutti continuano a sentirsi al proprio agio. Accadde la stessa cosa nel vecchio mondo prima che Sodoma e Gomorra furono consumate dal fuoco. La notte prima della loro distruzione le città sulla pianura si ribellarono godendo dei propri piaceri; Lot fu deriso per le sue paure e avvertimenti. Ma alla fine furono questi beffardi a morirono tra le fiamme. Quella stessa notte la porta della misericordia fu chiusa per sempre agli empi e negligenti abitanti di Sodoma. 5T, 233,234 CeC 51 4 La stessa voce che avvertì Lot di lasciare Sodoma, oggi ci prega e ci dice: "uscite di mezzo a loro e separatevene... non toccate nulla di impuro e io vi accoglierò. 2 Corinzi 6:17 2SM, 354 ------------------------Per Non Dimenticare Mai, 17 febbraio CeC 52 1 Ricordatevi della moglie di Lot Luca 17:32 CeC 52 2 Tra i fuggitivi qualcuno si fermò per contemplare la città ormai condannata e per questo divenne un monumento del giudizio divino. Se Lot non avesse esitato a ubbidire all'avvertimento degli angeli e si fosse subito diretto verso le montagne, senza obiettare né cercare di trattare, anche sua moglie, colpita dalla risolutezza di suo marito, si sarebbe salvata. L'esitazione di Lot, invece, la indusse a considerare con leggerezza gli avvertimenti divini e a cedere a quell'errore fatale. Sebbene ella si trovasse fisicamente nella pianura, fuori dalla città, il suo cuore era legato a Sodoma e perì con essa. Si era ribellata contro Dio perché il suo giudizio avrebbe coinvolto nella rovina i suoi beni e i suoi figli; nonostante Dio l'avesse in realtà favorita, facendola uscire da quella città corrotta, le sembrava di essere stata trattata duramente perché le ricchezze da lei accumulate in tanti anni erano state votate alla distruzione. Invece di accettare con gratitudine quella salvezza, ella si volse indietro con presunzione, perché desiderava che coloro che avevano rifiutato l'avvertimento di Dio fossero risparmiati. La sua ingratitudine per la vita che le era stata risparmiata provava che ne era indegna. CeC 52 3 Dovremmo stare attenti a non considerare con leggerezza i mezzi che Dio mette a disposizione per la nostra salvezza. Ci sono dei cristiani che dicono: "Non mi interessa di essere salvato se mia moglie e i bambini non sono salvati insieme a me". Essi ritengono che il cielo non sarebbe un luogo felice, senza la presenza di quanti sono loro così cari. Ma chi nutre questi sentimenti ha una giusta comprensione della propria relazione con Dio, alla luce della sua grande generosità e bontà nei loro confronti? Hanno forse dimenticato che sono legati al rispetto del loro Creatore e Redentore dai vincoli più forti dell'amore, dell'onore e della lealtà? Gli appelli misericordiosi di Dio sono rivolti a tutti. Non dobbiamo trascurare i nostri fratelli che non accettano l'amore misericordioso del Salvatore, perché la redenzione di ogni anima è preziosa. Il Cristo ha pagato un prezzo infinito per la nostra salvezza e nessuno, riflettendo sul valore di questo grande sacrificio o sulla dignità dell'individuo, dovrebbe disprezzare la generosità di Dio solo perché altri compiono questa scelta. PP 161,162 ------------------------Andate Rifugiarvi In Campagna, 18 febbraio CeC 53 1 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, perché ha preparato loro una città. Ebrei 11:16 CeC 53 2 Quando Lot si stabilì a Sodoma era deciso a non lasciarsi corrompere, e impose alla sua famiglia di rimanere fedele, ma evidentemente i suoi obiettivi non si realizzarono... Molti commettono un errore simile... CeC 53 3 I loro figli sono circondati da mille tentazioni e troppo spesso le amicizie che stringono impediscono loro di formarsi un buon carattere. Il lassismo morale, lo scetticismo e l'indifferenza in campo religioso tendono a vanificare l'educazione familiare. Vi sono molti esempi di giovani che si sono ribellati ai genitori e all'autorità divina: molti di loro si uniscono a persone non coerenti con la propria fede o addirittura apertamente ostili alla religione, finendo così per condividere la sorte dei nemici di Dio. Quando dobbiamo scegliere una casa, Dio vuole che prima di tutto consideriamo gli influssi morali e religiosi che incideranno sull'ambiente in cui dovrà vivere la nostra famiglia. A volte sarebbe necessario andare in zone periferiche perché non sempre si possono avere dei buoni vicini. Qualora, comunque, il Signore ci chiami a essere presenti in determinati posti, Dio ci darà la forza di rimanergli fedeli, a patto che esercitiamo un'attenzione costante, preghiamo e confidiamo nella grazia del Cristo. In vista della formazione di un carattere cristiano non dobbiamo esporci senza un'effettiva necessità a influssi negativi... CeC 53 4 Coloro che vogliono garantire ai loro figli ricchezze e onori, nella società contemporanea, trascurando i loro bisogni spirituali, si renderanno conto, alla fine, che il guadagno in realtà si sarà trasformato in una terribile perdita... CeC 53 5 Molti, come Lot, assisteranno alla rovina dei figli e riusciranno a stento a salvare sé stessi. Il lavoro di tutta un'esistenza e la vita stessa sarà un triste fallimento. Se i loro figli fossero stati veramente saggi, pur disponendo di ricchezze materiali minori, avrebbero sicuramente ottenuto un'eredità eterna. L'eredità che Dio ha promesso al suo popolo non si otterrà in questo mondo. CeC 53 6 Anche noi dobbiamo vivere su questa terra come forestieri e pellegrini, nell'attesa di una dimora "migliore, cioè una celeste. PP, 168-170 ------------------------Niente Di Più Prezioso, 19 febbraio CeC 54 1 Per fede Abrahamo, messo alla prova, offrì Isacco e colui che aveva ricevuto le promesse offrì il suo unigenito... perché Abrahamo riteneva che Dio era potente da risuscitarlo anche dai morti... Ebrei 11:17-19 CeC 54 2 Dio voleva che Abramo diventasse il padre di coloro che sono fedeli e in questo senso la sua vita è stata un modello per le generazioni successive. La sua fede tuttavia non era perfetta. In Egitto, non dichiarando apertamente che Sara era sua moglie, Abramo aveva dimostrato sfiducia nei confronti di Dio. Per offrirgli la possibilità di crescere spiritualmente, Dio lo sottopose a un'altra prova, la più severa che un uomo sia stato chiamato ad affrontare... PP, 147 CeC 54 3 L'ordine fu espresso con parole che sicuramente ferirono e angosciarono quel padre: "...Prendi ora il tuo figliuolo, il tuo unico, colui che ami... e offrilo quivi in olocausto...". Perdere un figlio in seguito a un incidente o a una malattia sarebbe stato un colpo terribile per un padre... ma in questo caso stava diventando insopportabile solo al pensiero per Abramo; tutto questo sembrava un incubo terribile. Il dolore avrebbe decisamente schiacciato quell'uomo ormai anziano. Tuttavia, Dio chiese ad Abramo di spargere con le sue stesse mani il sangue di suo figlio. Eppure Dio aveva parlato e la Sua parola doveva essere rispettata. Afferrò il bastone della fede e, in muta agonia, prese per mano suo figlio, bellissimo nella rosea salute della giovinezza, e uscì per obbedire alla parola di Dio ... Abramo non si fermò a mettere in discussione il modo in cui le promesse di Dio potevano essere adempiute se Isacco fosse stato ucciso. Nella sua sofferenza non si mise a ragionare ed eseguì il comando divino alla lettera, sennonché, mentre sollevò il coltello per uccidere il figlio, un angelo di Dio gli gridò dal cielo: "Abramo, non metter la mano addosso al ragazzo... poiché ora so che tu temi Iddio, giacché non m'hai rifiutato il tuo figliolo, l'unico tuo". 4T, 144,145 CeC 54 4 Questo atto di fede di Abramo, oggi è la testimonianza a nostro vantaggio. CeC 54 5 Dio vuole che abbiamo fiducia in Lui nonostante le peggiori prove che siamo chiamati a sopportare. Lo stesso insegnamento è rivolto anche ai bambini affinché imparino la perfetta sottomissione ai loro genitori e a Dio. Inoltre l'obbedienza di Abramo ci insegna che nulla deve essere più prezioso per noi per non dare a Dio. 3T, 368 ------------------------L A Scelta Di Una Mogllie, 20 febbraio CeC 55 1 ... tu non prenderai per moglie a mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei, in mezzo ai quali io dimoro; ma andrai al mio paese e al mio parentado a prendere una moglie per mio figlio, per Isacco. Genesi 24:3,4 CeC 55 2 Il carattere di Abramo carattere rifletteva la fede costante di Abramo in Dio e la sua sottomissione alla volontà divina. Se Isacco si fosse unito a una donna che non rispettava Dio avrebbe forse potuto tradire i suoi princìpi per non rinunciare all'armonia in famiglia. Per Abramo la scelta di una moglie per suo figlio era una questione molto importante; egli era ansioso di trovare una donna che non lo avrebbe allontanato da Dio... CeC 55 3 La mancanza di fede di Abramo e Sara aveva determinato, con la nascita di Ismaele, l'unione di una stirpe caratterizzata dall'integrità con una che non aveva alcun rispetto per Dio. L'influsso del patriarca su questo figlio era stato vanificato dai parenti della madre, dediti a pratiche idolatre e dalla sua unione con mogli di fede pagana.... CeC 55 4 La moglie di Lot era egoista e irreligiosa: era stata lei a spingere suo marito a separarsi da Abramo. Se non lo avesse consigliato male, Lot non sarebbe mai rimasto a Sodoma e non avrebbe rifiutato i saggi consigli del devoto patriarca... CeC 55 5 Chi teme Dio non può unirsi a chi non lo teme senza correre dei rischi. "Due uomini camminano eglino assieme, se prima non si sono concertati?" Amos 3:3. La felicità e la prosperità dell'unione matrimoniale dipendono dalla concordia delle due parti. Tra i credenti e coloro che non sono tali esiste una differenza radicale di gusti, tendenze e obiettivi: servono due "padroni" fra i quali non vi è nulla in comune. Per quanto i suoi princìpi siano onesti e corretti, l'influsso del non credente tenderà ad allontanare il coniuge da Dio.... CeC 55 6 La direttiva del Signore è: "Non vi mettete con gl'infedeli sotto un giogo che non è per voi...". 2 Corinzi 6:14. PP, 171-175 ------------------------Un Matrimonio Felice, 21 febbraio CeC 56 1 L'Eterno, il DIO dei cieli, che mi trasse dalla casa di mio padre e dal mio paese natio, e mi parlò e mi giurò dicendo: "Io darò questo paese alla tua discendenza", egli manderà il suo angelo davanti a te, e tu prenderai di là una moglie per mio figlio. Genesi 24:7 CeC 56 2 Per Isacco era un grande onore ricevere la promessa che avrebbe rappresentato una benedizione per il mondo. A quarant'anni, egli si era sottomesso alla decisione del padre nell'inviare un servo fedele e di esperienza a scegliere una moglie per lui. Il risultato di quel matrimonio, come ricordato nelle Scritture, è un esempio, tenero e pieno di bellezza, della felicità familiare. "E Isacco menò Rebecca nella tenda di Sara sua madre, se la prese, ed ella divenne sua moglie, ed egli l'amò. Così Isacco fu consolato dopo la morte di sua madre". Genesi 24:67 CeC 56 3 Quale contrasto fra la condotta di Isacco e quella dei giovani del nostro tempo, anche se si dichiarano cristiani! Troppo spesso essi ritengono di avere il diritto di scegliere il proprio compagno o la propria compagna senza ascoltare i saggi consigli di Dio e dei propri genitori; pensano di poter fare da soli una scelta giudiziosa ancor prima di raggiungere l'età adulta... CeC 56 4 Così molti hanno rovinato la loro felicità in questa vita e hanno perso la speranza della vita eterna.... CeC 56 5 I genitori non devono mai dimenticare le proprie responsabilità nei confronti dei figli per quanto riguarda la loro felicità futura. La stima di Isacco, per i consigli del padre, era il risultato di un'educazione che lo aveva portato ad apprezzare l'ubbidienza. Abramo esigeva dai figli il rispetto dell'autorità paterna, ma la sua vita di tutti i giorni dimostrava che questa richiesta non era suggerita dall'egoismo e dall'arbitrio, ma era fondata sull'amore e mirava al bene, al progresso e alla felicità... ibid, 175,176 CeC 56 6 Il matrimonio è una scelta che deve essere considerata con cura e per la quale devono essere chiesti i consigli dei più anziani e di coloro che hanno più esperienza. I princìpi contenuti nella Bibbia, la ricerca della guida divina tramite la preghiera, sono indispensabili soprattutto quando si tratta di fare un passo che unirà due persone per tutta la vita. ibid, ------------------------Parlate Della Vostra Religione, 22 febbraio CeC 57 1 ...affinché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa, fra la quale risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la parola della vita. Filippesi 2:15 CeC 57 2 Abramo fu considerato dalle nazioni vicine un principe potente, un capo saggio e abile. Egli non perse mai l'occasione per svolgere un'azione positiva nei suoi rapporti con i popoli vicini: la sua vita e il suo carattere erano in stridente contrasto con i costumi dei seguaci dei culti idolatri ed esercitavano un'efficace ascendente in favore della vera fede. La sua fedeltà a Dio era ferma, la sua affabilità e cortesia ispiravano fiducia e amicizia e il suo sincero altruismo suscitava rispetto e lode. CeC 57 3 Egli non considerava la sua religione come un tesoro prezioso che dovesse essere custodito gelosamente, a esclusivo beneficio di chi lo possedeva. La vera fede, infatti, non può rimanere nascosta: ciò è contrario ai principi del Vangelo. Se il Cristo abita nel cuore dell'uomo, è impossibile nascondere o indebolire la luce che proviene dalla sua presenza. Quella luce, al contrario, diventerà sempre più luminosa, finché le tenebre dell'egoismo e dell'errore, che imprigionano la coscienza dell'uomo, saranno disperse dai raggi del Sole di giustizia, che è il Cristo. CeC 57 4 Il popolo di Dio è chiamato a essere la sua immagine sulla terra. Il Signore desidera che esso costituisca una luce, nell'oscurità morale di questo mondo. Sparsi in tutti i paesi, nelle città e nei villaggi, i credenti sono i testimoni di Dio, tramite i quali Egli mostra la sua volontà e le gioie che provengono dalla sua grazia a un mondo privo di fede. Egli vuole che tutti coloro che sono salvati svolgano un compito per lui. Coloro che non credono in Dio valutano il messaggio del Vangelo in base alla fede dei cristiani. Le prove sopportate con pazienza, le benedizioni ricevute con gratitudine, la dolcezza, la gentilezza, la misericordia e l'amore, quando sono un'abitudine di vita, sono agli occhi del mondo la prova più evidente di un carattere orientato dall'esempio del Cristo e rivelano, per contrasto, le tenebre morali che derivano dall'egoismo della natura umana. ibid,133,134 ------------------------Gemelli, Ma Differenti, 23 febbraio CeC 58 1 I due fanciulli crebbero ed Esau divenne un esperto cacciatore, un uomo di campagna, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che viveva nelle tende. Genesi 25:27 CeC 58 2 Giacobbe ed Esau, i due gemelli di Isacco, avevano un carattere opposto e conducevano una vita molto diversa... Esau crebbe ricercando il proprio interesse e occupandosi unicamente del presente; insofferente alle limitazioni, amava la vita libera e selvaggia del cacciatore, che presto diventò una vera e propria scelta di vita. Tuttavia egli era il prediletto del padre che, pur essendo un pastore calmo e pacifico, ammirava il coraggio e la forza del figlio maggiore che senza timore superava montagne e deserti. Tornando a casa, oltre a portargli la selvaggina, egli narrava al padre gli eccitanti resoconti delle sue interessanti avventure. Giacobbe era invece riflessivo, diligente e preciso: pensava più al futuro che al presente; era contento di vivere a casa e di occuparsi del gregge e della coltivazione del terreno. La madre ne apprezzava la tenacia, la parsimonia e l'accortezza; l'affetto profondo e costante, le attenzioni gentili e assidue che Giacobbe le riservava la rallegravano molto più delle appariscenti ma occasionali manifestazioni di gentilezza di Esau... CeC 58 3 Giacobbe era venuto a sapere dalla madre che secondo l'ordine divino il diritto di primogenitura sarebbe stato concesso a lui. Tutto ciò fece sorgere nel giovane un profondo desiderio dei privilegi che questo gli avrebbe conferito. Non desiderava le ricchezze del padre, ma il diritto alla primogenitura spirituale. Entrare in comunione con Dio, come aveva fatto il giusto Abramo, offrire il sacrificio di espiazione per la propria famiglia, essere il progenitore del popolo di Dio e del Messia promesso, ricevere quell'eredità spirituale che scaturiva dalle benedizioni del patto, questi erano i privilegi e gli onori che Giacobbe desiderava ardentemente... CeC 58 4 Nonostante egli considerasse le benedizioni eterne superiori a quelle terrene, non aveva ancora conosciuto quel Dio che venerava, tramite un'esperienza diretta; il suo cuore non era stato rinnovato dalla grazia divina. Egli riteneva che le promesse che lo riguardavano non si sarebbero adempiute finché Esau avrebbe rivendicato il diritto alla primogenitura; pensava continuamente al modo con cui avrebbe potuto assicurarsi ciò che suo fratello considerava con leggerezza e che per lui era così importante. ibid,177-179 ------------------------Valori Contorti, 24 febbraio CeC 59 1 Così Esau disprezzò la sua primogenitura Genesi 25:34 CeC 59 2 Ma Esau non aveva nessuna dedizione e nessuna attitudine per la vita religiosa e il culto. Gli obblighi legati al diritto di primogenitura gli apparivano come una limitazione indesiderata e insopportabile. La legge di Dio, condizione della realizzazione del patto divino stipulato con Abramo, era considerata da Esau una vera oppressione. Per lui la felicità consisteva nella forza, nella ricchezza, nei banchetti e nei divertimenti; dedito ai piaceri, egli voleva essere libero di fare ciò che più desiderava. ibid 178 CeC 59 3 Ci sono molti come Esau. Egli rappresenta una classe che ha una benedizione speciale e preziosa a portata di mano, l'eredità immortale, la vita che è duratura come la vita di Dio, il Creatore dell'universo, la felicità incommensurabile e un eterno peso di gloria, eppure hanno assecondato così a lungo i loro appetiti, le passioni e le inclinazioni, che il loro potere di discernere e apprezzare il valore delle cose eterne è indebolito. CeC 59 4 Esau aveva un desiderio speciale e forte per un particolare tipo di cibo, con il quale gratificava il proprio appetito. E proprio questo suo appetito senza freno lo controllava a tal punto che soffriva un grande disaggio se non avesse potuto avere quel particolare piatto. Più ci pensava, più il suo desiderio si rafforzava, fino a quando il suo diritto di nascita, perse il suo valore e la sua sacralità ai suoi occhi. 2T 38 CeC 59 5 Egli passò la sua vita in crisi senza nemmeno accorgersi. CeC 59 6 Ciò che considerava come una questione degna di essere vissuta, fu l'atto che rilevò le caratteristiche del suo carattere. Dimostrò la sua scelta, dimostrò la vera stima di ciò che era sacro. Vendette la sua primogenitura per una piccola indulgenza per ottenere quello che voleva, e questo determinò il corso della sua vita. S.D.A. Bible Commentary 1:1094, 1095 CeC 59 7 Esau rappresenta coloro che non hanno apprezzato i loro privilegi ottenuto a costo infinito e l'hanno venduto il loro diritto di nascita per gratificare l'appetito o per amore del guadagno. Ibid., 1095 ------------------------Dirito Di Nascita Barattato, 25 febbraio CeC 60 1 Rimetti la tua sorte nell'Eterno, confida in lui, ed egli opererà. Salmo 37:5 CeC 60 2 Isacco amava Esau più di Giacobbe. E quando pensò che stava per morire, chiese ad Esau di preparargli carne per poterlo benedire prima di morire ... Rebecca sentì le parole di Isacco e si ricordò delle parole del Signore: "L'anziano deve servire il più giovane", e sapeva che Esau aveva venduto il suo diritto di nascita a Giacobbe ... CeC 60 3 Rebecca conosceva la predilezione di Isacco per Esau ed era convinta che il ragionamento che stava facendo non avrebbe cambiato il suo scopo. Invece di confidare in Dio, Colui che ha disposto gli eventi, manifestò la sua mancanza di fede persuadendo Giacobbe a ingannare il padre ... CeC 60 4 Se Esau, come primogenito avesse ricevuto la benedizione di suo padre, la sua prosperità sarebbe potuta venire solo da Dio; egli lo avrebbe grandemente benedetto. Se avesse amato e riverito Dio, come il giusto Abele, sarebbe accettato e benedetto da Dio. Ma, se, come il malvagio Caino, non avesse rispetto per Dio né per i Suoi comandamenti e seguisse il suo corso corrotto, non avrebbe ricevuto benedizioni da Dio, anzi, sarebbe stato da Lui respinto, come lo era Caino. Se il corso di Giacobbe fosse giusto, se amasse e temesse Dio, sarebbe benedetto da Dio, e la Sua mano prospera sarebbe con lui, anche se non avesse ottenuto le benedizioni e i privilegi generalmente conferiti al primogenito. The Story of Redemption 88,89 CeC 60 5 Giacobbe e Rebecca riuscirono a realizzare i loro piani, ma questo inganno portò loro solo difficoltà e tristezza. Dio aveva dichiarato che Giacobbe avrebbe ricevuto il diritto alla primogenitura; la sua parola si sarebbe adempiuta al momento opportuno, se essi avessero agito con fede, affidandogli la possibilità di operare in loro favore. Ma come molti, che oggi si professano figli di Dio, non vollero lasciare spazio al Signore. Rebecca si pentì amaramente del consiglio sbagliato che aveva dato a suo figlio; proprio per questo fu costretto a partire senza che ella lo potesse più rivedere. PP, 180 ------------------------Un Prezzo Molto Amaro, 26 febbraio CeC 61 1 ... quando egli volle ereditare la benedizione, fu respinto, benché la richiedesse con lacrime. Genesi 12:17 CeC 61 2 Giacobbe uscì dalla tenda del padre poco prima che il fratello vi entrasse. Nonostante Esau gli avesse venduto il diritto alla primogenitura, confermando la sua rinuncia con un solenne giuramento, era deciso a non rinunciare alle benedizioni senza preoccuparsi di ciò che avrebbe detto il fratello. Esau avrebbe ottenuto così il primato nella famiglia e una parte doppia delle ricchezze di suo padre, perché il diritto di primogenitura spirituale implicava anche dei privilegi di carattere materiale. Tutte queste benedizioni lo interessavano... CeC 61 3 Esau aveva considerato tutto questo con leggerezza, perché pensava fosse alla sua portata: ora che non poteva più ottenerlo, ne provava un desiderio intenso. La sua natura impulsiva e passionale si scatenò in tutta la sua forza, la sua angoscia e la sua collera furono terribili. Gridando con amarezza disse: "...Benedici anche me, padre mio!... CeC 61 4 Il diritto di primogenitura che aveva barattato così banalmente, non poteva essere riacquistato. "Per una sola pietanza", per la soddisfazione momentanea di un appetito non controllato, Esau aveva venduto la sua primogenitura: ora che si era reso conto della sua follia, era troppo tardi; "...anche quando più tardi volle eredare la benedizione fu respinto... CeC 61 5 Esau, pur non avendo alcuna possibilità di riacquistare i suoi diritti, poteva almeno ottenere il favore divino attraverso il pentimento. La sua angoscia non era però determinata dalla convinzione del peccato commesso. ibid 180,181 CeC 61 6 Il pentimento deve implicare un profondo dolore per il peccato e il desiderio di rinunciarvi. Occorre riconoscerne la gravità e distaccarsene completamente se vogliamo davvero cambiare la nostra vita. Sono molti coloro che non riescono a comprendere il vero significato del pentimento; essi sono rattristati per il peccato commesso e, temendo le conseguenze del loro comportamento, si limitano a migliorare sé stessi soltanto superficialmente. Questo non è il pentimento che la Bibbia ci insegna: queste persone sono più dispiaciute per le conseguenze dei loro errori, che per il peccato in sé. Quando Esau si accorse di aver definitivamente perso il diritto di primogenitura, provò lo stesso timore. SC 23 ------------------------La Speranza Per Il Fuggiasco, 27 febbraio CeC 62 1 E sognò di vedere una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo; ed ecco, gli angeli di DIO salivano e scendevano su di essa. Genesi 28:12 CeC 62 2 Minacciato di morte dalla collera di Esau, Giacobbe abbandonò la casa paterna come un fuggiasco; portava tuttavia con sé la benedizione del padre. Isacco gli aveva infatti confermato la promessa dell'alleanza divina e, come suo erede, gli aveva imposto di cercare una moglie presso la famiglia di sua madre, in Mesopotamia. Egli intraprese il suo viaggio solitario portando con sé soltanto un bastone, oppresso da una profonda angoscia. Doveva percorrere centinaia di chilometri attraverso paesi abitati da tribù barbare e nomadi. Tormentato dal rimorso e dalla paura di essere raggiunto dal fratello infuriato, cercò di evitare ogni contatto umano; temeva infatti di aver perso definitivamente le benedizioni che Dio si era proposto di concedergli; Satana incalzava perseguitandolo con le sue insinuazioni... CeC 62 3 Vittima della disperazione, quasi non osava pregare: ma fu in questa terribile solitudine che avvertì, come mai prima, la necessità della protezione di Dio. Si umiliò profondamente e piangendo confessò il suo peccato, implorando un segno della protezione divina. Il suo cuore tormentato non riusciva a trovare conforto. Aveva perso completamente la fiducia in se stesso e temeva che il Dio dei suoi padri lo avesse ormai abbandonato. CeC 62 4 Il Signore, tuttavia, non aveva dimenticato Giacobbe: la sua misericordia avrebbe ancora protetto il suo servitore disorientato e sfiduciato. Il Signore pietosamente gli rivelò ciò di cui aveva bisogno: un Salvatore. CeC 62 5 Stanco per il cammino, il viandante si sdraiò sulla nuda terra e posò la testa su una pietra. Durante il sonno vide una scala luminosa e splendente, che collegava il cielo con la terra; gli angeli salivano e scendevano e in cima c'era il Signore della gloria... CeC 62 6 Quando Giacobbe si svegliò, era notte fonda e si ritrovò immerso in un profondo silenzio. Lo scenario luminoso della sua visione era scomparso. Riuscì a scorgere solo il vago profilo delle colline e, in alto, un cielo terso e stellato. Aveva avuto la chiara sensazione che Dio fosse con lui. Non era più solo. "...Certo, l'Eterno è in questo luogo" disse "e io non lo sapevo... Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo". Genesi 28:16, 17 PP, 183-187 ------------------------Ritorno A Dio, 28 febbraio CeC 63 1 ...e questa pietra che ho eretta come stele, sarà la casa di DIO; e di tutto quello che tu mi darai io ti darò la decima. Genesi 28:22 CeC 63 2 Era consuetudine commemorare gli eventi importanti: Giacobbe eresse allora un memoriale, in ricordo della misericordia di Dio, in modo che ogni volta che fosse passato di là, si sarebbe fermato in quel luogo sacro per adorare il Signore... Ripeté con profonda gratitudine la promessa secondo la quale Dio lo avrebbe accompagnato e poi fece un giuramento solenne: "Se Dio è meco, se mi guarda durante questo viaggio che fo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa del padre mio, l'Eterno sarà il mio Dio; e questa pietra che ho eretta in monumento, sarà la casa di Dio; e di tutto quello che tu darai a me, io, certamente, darò a te la decima". Genesi 28:20-22. CeC 63 3 Giacobbe non stava cercando di trattare con Dio. Il Signore gli aveva già promesso la ricchezza. Il suo giuramento era l'espressione di un animo pieno di gratitudine per la certezza dell'amore e della misericordia divini. Aveva compreso che Dio voleva che egli riconoscesse di avere una missione speciale da compiere e offrisse una risposta ai segni evidenti della benevolenza che Dio gli aveva manifestato. CeC 63 4 Allo stesso modo, ogni benedizione che ci viene offerta richiede una risposta a Dio. Il cristiano dovrebbe riconsiderare spesso la sua vita passata, per ricordare con gratitudine le preziose liberazioni che il Signore ha realizzato in suo favore, sostenendolo nella prova, suggerendogli una via di uscita quando tutto sembrava impossibile e oscuro, rincuorandolo quando stava per scoraggiarsi. Egli dovrebbe riconoscere che tutto ciò dimostra la protezione degli angeli di Dio. Consapevole di queste innumerevoli benedizioni dovrebbe domandarsi spesso con umiltà e gratitudine: "Che renderò io all'Eterno? tutti i suoi benefizi son sopra me". Salmo 116:12. CeC 63 5 Il nostro tempo, le nostre capacità, i nostri beni, devono essere consacrati a colui che ci ha offerto queste benedizioni perché le amministriamo. Una liberazione speciale realizzata in nostro favore, dei benefici nuovi e inattesi dovrebbero farci riconoscere la bontà di Dio; la nostra gratitudine deve essere espressa non solo a parole ma anche, come fece Giacobbe, tramite doni e offerte per la sua opera. Infatti, mentre riceviamo le benedizioni di Dio dobbiamo, continuamente, donare qualcosa. ibid 187,188 ------------------------Sette Brevi Anni, 1 marzo CeC 64 1 Così Giacobbe servì sette anni per Rachele; e gli parvero pochi giorni, per l'amore che le portava. Genesi 29:20 CeC 64 2 Il suo arrivo fu molto diverso da quello del messaggero di Abramo, avvenuto quasi cento anni prima. Il servo vi era giunto con un seguito, su dei cammelli, con ricchi doni d'oro e argento; il figlio di Isacco invece era solo, un semplice viandante con un bastone come unica proprietà. Come il servo di Abramo, Giacobbe si fermò accanto a un pozzo e lì incontrò Rachele, la figlia minore di Labano. Questa volta fu Giacobbe che rese un servizio: rotolò la pietra del pozzo e fece abbeverare il gregge; svelò quindi la sua parentela e fu accolto nella casa di Labano. Sebbene egli fosse giunto inatteso e senza dote dopo poche settimane, in cui egli dimostrò serietà e un'abilità notevoli, gli fu chiesto con insistenza di rimanere e fu stabilito che avrebbe lavorato sette anni per Labano in cambio della mano di Rachele. Anticamente la tradizione prevedeva che prima della stipulazione di un contratto di matrimonio venisse pagata al padre della sposa una somma di denaro o un equivalente, secondo la situazione, a titolo di garanzia. I padri non ritenevano prudente affidare la felicità delle loro figlie a uomini che non avevano risparmiato nulla in vista del sostentamento di una famiglia... A coloro che non possedevano alcun bene venivano concesse delle particolari condizioni per il pagamento della dote: si permetteva che lavorassero per il padre della ragazza che amavano, per un periodo di tempo proporzionale al valore della dote richiesta. CeC 64 3 Quando il corteggiatore svolgeva il lavoro in maniera scrupolosa, e dava quindi prova di essere una persona degna, riceveva la fanciulla in sposa; generalmente la dote ricevuta dal padre veniva consegnata alla figlia al momento del matrimonio. L'antica usanza, benché presentasse rischi di abusi, aveva una sua logica. Quando veniva chiesto al giovane di lavorare per ottenere la sposa, non solo si impediva un matrimonio affrettato, ma veniva messa alla prova la serietà dei suoi sentimenti e la sua capacità di provvedere il necessario per la famiglia. Oggi molti problemi nascono a causa di abitudini diverse. Spesso, prima del matrimonio, ci sono poche possibilità di conoscere bene le reciproche usanze e i rispettivi temperamenti: quando due persone si sposano, in realtà, nella vita di tutti i giorni sono per lo più degli estranei. Molti si rendono conto troppo tardi di non essere adatti a vivere insieme e la conseguenza di questa unione è una vita infelice. PP 188,189 ------------------------La Questione Di Vita E Di Morte, 2 marzo CeC 65 1 E quegli disse: «Lasciami andare, perché sta spuntando l'alba». Ma Giacobbe disse: «Non ti lascerò andare, se non mi avrai prima benedetto". Genesi 32:26 CeC 65 2 Giacobbe, nel momento più difficile della sua vita, si mise a pregare. Egli desiderava più di qualsiasi altra cosa che il suo carattere fosse trasformato... MB 144 CeC 65 3 Il luogo era solitario e montuoso, frequentato soltanto da animali selvaggi, da ladri e assassini, che vi si rifugiavano. Solo, senza alcuna protezione, Giacobbe si gettò a terra... CeC 65 4 Presentò la sua preghiera a Dio con lacrime agli occhi e grida soffocate. All'improvviso una mano robusta lo afferrò: Giacobbe pensò subito che un nemico volesse ucciderlo e cercò di liberarsi dalla presa dell'assalitore. CeC 65 5 I due uomini lottarono nel buio e in silenzio. Giacobbe s'impegnò con tutte le sue forze, senza fermarsi neanche un momento. Mentre lottava per sopravvivere, un profondo senso di colpa oppresse il suo animo: gli tornarono in mente gli errori commessi. Essi lo separavano da Dio come una barriera. In quella terribile situazione si ricordò delle promesse divine e con tutto il cuore invocò il perdono. Lo scontro continuò quasi fino all'alba, quando lo straniero toccò l'anca di Giacobbe, provocandone la slogatura. Allora il patriarca riconobbe il suo antagonista: aveva lottato con un messaggero divino. Comprese perché, nonostante lo sforzo quasi sovrumano, non fosse riuscito a vincere. Colui che si era rivelato a Giacobbe era il Cristo, l'Angelo del patto. Il patriarca, pur sentendosi debole e provando un dolore acuto, non voleva lasciarlo andare... CeC 65 6 L'Angelo cercò di liberarsi, ordinando: "...Lasciami andare, ché spunta l'alba". Ma Giacobbe rispose: "...Non ti lascerò andare prima che tu m'abbia benedetto!" Genesi 32:26. Se questa dichiarazione fosse stata suggerita dall'arroganza, Giacobbe avrebbe perso subito la vita. In realtà la sua richiesta era una prova della consapevolezza della sua indegnità, della sua fiducia nell'autenticità del patto stabilito da Dio. PP, 196,197 CeC 65 7 Tutto ciò per cui Giacobbe si era battuto invano, solo con le proprie forze, egli lo ottenne quando si arrese con fede al Signore. MB 144 ------------------------Giacobbe Incontra Seri Problemi, 3 marzo CeC 66 1 Ahimè, perché quel giorno è grande; non ve ne fu mai alcuno simile; sarà un tempo di angoscia per Giacobbe, ma egli ne sarà salvato. Geremia 30:7 CeC 66 2 Questo tempo di prova inizierà quando il Cristo avrà completato la sua opera di mediazione in favore dell'uomo. Allora il destino di ogni essere umano sarà deciso e non vi sarà più alcuna possibilità di pentimento e liberazione dalla colpa.... CeC 66 3 Allora lo Spirito di Dio si allontanerà dalla terra e, come Giacobbe fu minacciato di morte dal fratello, il popolo di Dio sarà in pericolo perché l'umanità, ostile a causa del male, cercherà di annientarlo. Così come il patriarca combatté tutta la notte per ottenere la liberazione da Esau, in quel tempo il giusto griderà a Dio giorno e notte per essere liberato dai nemici che lo circonderanno... CeC 66 4 Quando Giacobbe, nella sua angoscia, trattenne l'Angelo supplicandolo fra le lacrime, quest'ultimo, per mettere alla prova la sua fede, gli ricordò il suo errore e cercò di fuggire da lui. Giacobbe si oppose: sapeva che Dio è buono e si era affidato alla sua generosità. Considerando la sua vita, si sentiva senza speranza, ma pentito della sua colpa implorò la salvezza... CeC 66 5 Questa sarà l'esperienza del popolo di Dio durante la battaglia finale contro le potenze del male. Dio metterà alla prova la fede, la convinzione e la fiducia nel suo potere di liberazione. Satana cercherà invece di intimorire i credenti, inducendoli a pensare che la loro situazione è compromessa, che i loro peccati sono troppo gravi per essere perdonati. Essi si sentiranno indegni e il ricordo del passato distruggerà ogni loro speranza. Tuttavia la consapevolezza della grande bontà di Dio e il loro sincero pentimento, li spingeranno a invocare le promesse fatte ai peccatori tramite il Cristo. Anche se le loro preghiere non fossero immediatamente esaudite, la loro fede non svanirà. Si aggrapperanno infatti alla potenza di Dio, proprio come Giacobbe afferrò l'Angelo, e nell'intimo diranno: "...Non ti lascerò andare prima che tu m'abbia benedetto". Genesi 32:26 PP 201,202 ------------------------Potenza Di Dio Garantita, 4 marzo CeC 67 1 Allora quegli disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, poiché tu hai lottato con DIO e con gli uomini, ed hai vinto". Genesi 32:28 CeC 67 2 Se Giacobbe non si fosse precedentemente pentito per aver strappato, con l'inganno, il diritto alla primogenitura, Dio non avrebbe ascoltato la sua preghiera e non gli avrebbe salvato la vita. Allo stesso modo, nel periodo di prova, alcuni di coloro che appartengono al popolo di Dio non confesseranno gli errori commessi consapevolmente e, quando saranno torturati dal timore e dall'angoscia, ne saranno schiacciati. La disperazione annienterà la loro fede ed essi non potranno più implorare Dio per esserne liberati. Pur essendo consapevoli della loro profonda indegnità, essi non avranno nessun errore nascosto da rivelare, ciò significherà che ne è stato cancellato il ricordo, perché questi peccati sono stati rimossi dal sacrificio espiatorio del Cristo. Satana induce molti a credere che Dio non prenderà in considerazione le loro incoerenze nelle piccole cose della vita. L'esperienza di Giacobbe dimostra invece che il Signore non approva né tollera in nessun caso il peccato. Tutti coloro che cercano di giustificare o nascondere i loro peccati e permettono che essi rimangano scritti nei libri del cielo... CeC 67 3 Tutti coloro che cercano di giustificare o nascondere i loro peccati e permettono che essi rimangano scritti nei libri del cielo, saranno vinti da Satana. Più la loro professione di fede è ostentata, più elevata è la loro posizione sociale, più grave è la loro condotta nei confronti di Dio e più facile sarà il trionfo dell'avversario. La storia di Giacobbe assicura che Dio non abbandonerà coloro che hanno sbagliato, se esprimeranno un sincero pentimento. Giacobbe ottenne la vittoria quando perse la lotta intrapresa con le proprie forze, si arrese a se stesso e si abbandonò fiducioso a Dio, dal quale imparò che solo la potenza e la grazia divine potevano assicurargli quelle benedizioni che chiedeva con insistenza. La stessa cosa avverrà per coloro che vivono negli ultimi tempi. Quando i pericoli li circonderanno, e cadranno vittime della disperazione, dovranno affidarsi esclusivamente al Cristo. Non potranno realizzare nulla, con i loro semplici sforzi. Inermi e indegni, dobbiamo riporre la nostra fiducia nei meriti del Salvatore crocifisso e risorto. Tutti coloro che agiranno in questo modo otterranno la vita eterna. CeC 67 4 Giacobbe vinse perché fu deciso e fermo. CeC 67 5 Oggi dobbiamo imparare a pregare con perseveranza per ottenere l'esaudimento e sviluppare una fede che non ammette cedimenti. Le più grandi vittorie riportate dalla chiesa del Cristo o dai singoli cristiani non sono ottenute grazie all'abilità o all'educazione, alla ricchezza o all'appoggio umano, ma attraverso una preghiera personale, a tu per tu con Dio, animata da una fede appassionata e tenace, capace di afferrare il "potente braccio di Dio". ibid 202,203 ------------------------Potenza Garantita, 5 marzo CeC 68 1 Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo. Efesini 4:32 CeC 68 2 Mentre Giacobbe lottava con l'Angelo, Esau ricevette la visita di un altro messaggero. Egli vide in sogno suo fratello, che per vent'anni era vissuto lontano dalla casa del padre. Vide la sua angoscia mentre gli comunicava la morte della madre. Lo vide circondato e protetto dagli eserciti di Dio. Raccontò il sogno ai suoi soldati e ordinò di non far del male a Giacobbe, perché il Dio di suo padre era con lui. CeC 68 3 I due fratelli finalmente si incontrarono: da un lato il condottiero del deserto, alla testa dei suoi uomini armati; dall'altro Giacobbe, con le mogli e i bambini, accompagnati dai pastori, dalle serve e seguiti da greggi e mandrie. Il patriarca, appoggiandosi a un bastone, si avviò verso i soldati. Era pallido e debole per la lotta appena sostenuta e camminava lentamente, con fatica, fermandosi a ogni passo, ma il suo volto era sereno e felice. Alla vista di quell'uomo invalido "...Esau gli corse incontro, l'abbracciò, gli si gettò al collo, e lo baciò: e piansero". Genesi 33:4 Quando quei rozzi soldati videro la scena si commossero. Nonostante Esau avesse raccontato il suo sogno, non si erano resi conto del cambiamento che era avvenuto nel loro capo. Guardando il patriarca infermo non capirono che il segreto della sua forza risiedeva proprio nella sua fragilità. CeC 68 4 In quella notte di angoscia nei pressi dello Iabbok, quando sembrava ormai destinato alla morte, Giacobbe capì che era inutile contare sulle forze umane e avere fiducia nelle sue possibilità che non potevano garantirgli la tranquillità. Indifeso, consapevole della propria indegnità, capì che l'aiuto poteva venire solo da colui che egli aveva offeso così gravemente; invocò la promessa del perdono di Dio per il peccatore pentito. Essa rappresentava per lui la certezza che Dio lo avrebbe accettato. Infatti la convinzione che quella promessa sarebbe stata mantenuta, anche se il cielo e la terra fossero cambiati, lo aveva sostenuto in quella lotta terribile. ibid 198 ------------------------Le Strade Separate, 6 marzo CeC 69 1 Chi crede nel Figlio ha vita eterna, ma chi non ubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio dimora su di lui. Giovanni 3:36 CeC 69 2 Giacobbe ed Esau si riunirono ancora una volta davanti al letto di morte del padre. In passato il fratello maggiore aveva pensato a questo momento come all'occasione adatta per vendicarsi, ma ora i suoi sentimenti erano molto cambiati. Giacobbe, soddisfatto delle benedizioni spirituali del diritto di primogenitura, lasciò al fratello l'eredità dei beni del padre, l'unica cosa che Esau ricercava e considerava importante. CeC 69 3 Sia Esau sia Giacobbe erano stati educati al rispetto di Dio; entrambi erano stati lasciati liberi di seguire i suoi comandamenti e di godere della benevolenza. Tuttavia, le loro scelte erano state diverse: avevano seguito due percorsi che li avrebbero allontanati sempre di più. CeC 69 4 Dio non aveva agito in modo arbitrario, non aveva negato le benedizioni della salvezza a Esau. Il dono della grazia, offerto attraverso il Cristo, è accessibile a tutti. Nessuno è predestinato: solo in seguito a una scelta personale è possibile esserne esclusi. Il Signore ha presentato nella sua Parola le condizioni in base alle quali ogni essere umano può ottenere la vita eterna: l'ubbidienza ai comandamenti attraverso la fede nel Cristo. La condizione per essere scelti da Dio è avere un carattere in armonia con la sua legge. Chiunque si adeguerà alle richieste divine potrà entrare nel Regno della gloria. CeC 69 5 Verrà scelto chi preserverà la propria salvezza tramite la preghiera, studiando le Scritture ed evitando la tentazione; colui che conserverà con costanza la fede e ubbidirà a ogni parola pronunciata da Dio. I mezzi per ottenere la redenzione sono accessibili a tutti, ma solo coloro che adempiono a queste condizioni saranno salvati. CeC 69 6 Esaù aveva disprezzato le benedizioni del patto, considerando i beni temporali superiori a quelli spirituali: il suo desiderio era stato soddisfatto. Si era separato dal popolo di Dio con una decisione liberamente espressa. Giacobbe aveva scelto invece l'eredità della fede, benché inizialmente avesse cercato di ottenerla con l'astuzia, il tradimento e l'inganno. Dio aveva permesso che quell'errore producesse in lui una conversione. ibid 207, 208 ------------------------Problemi In Famiglia, 7 marzo CeC 70 1 Ma i suoi fratelli, vedendo che il loro padre lo amava più di tutti gli altri fratelli, presero ad odiarlo e non gli potevano parlare in modo amichevole. Genesi 37:4 CeC 70 2 L'errore di Giacobbe e le relative conseguenze non mancarono di esercitare un influsso negativo, che si rivelò soprattutto nella vita e nel carattere dei suoi figli. Essi infatti, una volta diventati adulti, si resero responsabili di gravi azioni. Le conseguenze negative della poligamia si rivelarono evidenti nei discendenti di Giacobbe. Questo è infatti un male terribile, che tende a soffocare l'amore sin dalla sua nascita, indebolendo i vincoli più sacri. La gelosia delle varie madri aveva reso penosa la vita familiare. I figli crescevano con uno spirito di ostilità reciproca ed erano insofferenti all'autorità familiare. La vita del patriarca era stata resa amara dalla preoccupazione e dal dolore. CeC 70 3 Uno dei suoi figli, tuttavia, aveva un carattere molto diverso. Era Giuseppe, il figlio maggiore di Rachele, la cui eccezionale bellezza fisica sembrava rispecchiare le sue straordinarie doti morali e affettive. Attivo, allegro, sincero, il ragazzo aveva dimostrato fermezza e serietà morale notevoli. Seguiva gli insegnamenti del padre e amava ubbidire a Dio. Dopo la morte di sua madre, provò un profondo affetto per il padre: Giacobbe si affezionò moltissimo a questo figlio. Egli "...amava Giuseppe più di tutti gli altri suoi figliuoli...". Genesi 37:3. CeC 70 4 Incautamente, Giacobbe donò al figlio prediletto una ricca veste, che a quel tempo era un segno di privilegi e distinzione. Ciò apparve agli occhi dei suoi figli come un'altra manifestazione di preferenza e fece nascere in loro il sospetto che egli intendesse dare il diritto della primogenitura al figlio di Rachele. La cattiveria dei fratelli crebbe ulteriormente quando il ragazzo raccontò loro un sogno che aveva fatto.... CeC 70 5 Mentre il ragazzo si rivolgeva ai fratelli, il suo bel volto era illuminato dallo Spirito che lo ispirava. Essi non poterono fare a meno di ammirarlo; non rinunciarono comunque ai loro progetti perversi e odiarono Giuseppe per la sua onestà, che costituiva un costante rimprovero per le loro colpe. Nel cuore di quei giovani stava sorgendo lo stesso sentimento che aveva animato Caino. ibid 208-210 ------------------------Un'ispirata Soluzione, 8 marzo CeC 71 1 Giuseppe è un ramo d'albero fruttifero; un ramo d'albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami corrono sopra il muro. Genesi 49:22 CeC 71 2 Giuseppe considerò la sua sorte in Egitto come la più grande calamità che potesse accadergli; ma continuò a confidare in Dio come non aveva mai fatto quando era protetto dall'amore di suo padre... The SDA Bible Commentary 1/1096 CeC 71 3 La carovana che portava Giuseppe prigioniero si dirigeva verso sud, in Egitto, e lungo il percorso passò vicino ai confini di Canaan. Giuseppe intravide in lontananza le colline sulle quali si trovava il suo accampamento. Al pensiero di suo padre così affettuoso, ormai solo e angosciato, il giovane pianse amaramente. Ripensò alla terribile esperienza di Dotan, ai suoi fratelli infuriati e ai loro sguardi crudeli, fissi su di lui. Nelle sue orecchie risuonavano ancora le risposte offensive e pungenti alle sue suppliche angosciate. Il futuro lo spaventava. Come era cambiata la sua situazione: da figlio teneramente amato, a schiavo disprezzato e senza speranza.... Tuttavia, Dio si prese cura di lui: questa esperienza si sarebbe trasformata infatti in una benedizione. In poche ore Giuseppe aveva già imparato una lezione che non avrebbe compreso altrimenti, neppure in tanti anni di vita. Il padre, spinto da un affetto profondo e tenero, aveva peccato di parzialità e condiscendenza eccessiva nei suoi confronti. La sua incauta predilezione aveva provocato la collera dei fratelli e li aveva portati a compiere un'azione crudele, che lo aveva allontanato dalla sua casa. Le conseguenze della debolezza paterna risultavano evidenti nel carattere di Giuseppe. Le tendenze negative che Giacobbe aveva incoraggiato dovevano essere corrette... Allora Giuseppe si ricordò del Dio di suo padre. Da fanciullo aveva imparato ad amarlo e a rispettarlo. Nella tenda di Giacobbe, aveva spesso udito il racconto della visione che egli aveva avuto durante la sua fuga verso l'esilio... Nell'attimo in cui prese l'importante decisione di rimanere fedele a Dio, il suo animo ebbe un fremito. Aveva deciso di ubbidire all'Eterno, in ogni circostanza. Avrebbe servito il Signore con tutto il cuore e avrebbe affrontato ogni prova con coraggio, compiendo il suo dovere con fedeltà. L'esperienza di quel giorno fu decisiva per la vita di Giuseppe. Una terribile disgrazia aveva trasformato un ragazzino viziato in un uomo riflessivo, coraggioso e padrone di sé. PP 213,214 ------------------------Una Collaborazione Benedetta, 9 marzo CeC 72 1 L'Eterno fu con Giuseppe; ed egli prosperava... E il suo padrone vide che l'Eterno era con lui, e che l'Eterno faceva prosperare nelle sue mani tutto ciò che faceva. Genesi 39:2,3 CeC 72 2 Quando arrivò in Egitto Giuseppe fu venduto a Potifar, capitano delle guardie del re. Il giovane lo servì per dieci anni. In questa posizione fu esposto a grandi tentazioni e visse circondato dall'idolatria. L'adorazione delle divinità pagane era rivestita dal fasto della ricchezza e veniva giustificata come parte integrante della cultura della nazione più civilizzata del tempo. Giuseppe conservò comunque la sua semplicità e rimase fedele a Dio. Vivendo in un ambiente depravato, egli agiva come se non vedesse e non udisse nulla: non permise mai che la sua mente indugiasse su quei soggetti proibiti. Il desiderio di assicurarsi il favore degli egiziani non lo spinse a compromessi con i suoi princìpi. Se lo avesse fatto, sarebbe stato sopraffatto dalla tentazione. Ma Giuseppe non si vergognava della religione dei suoi padri e non cercò di nascondere la sua identità di credente... CeC 72 3 La fiducia di Potifar in Giuseppe aumentava di giorno in giorno: infine, lo promosse suo intendente, accordandogli il controllo di tutti i suoi beni... CeC 72 4 Giuseppe aveva successo in tutti gli affari che gli venivano affidati. Tutto ciò non era il risultato di un miracolo perché le benedizioni divine si limitavano a coronare il suo impegno, la sua precisione e l'energia con cui lavorava. Egli attribuiva totalmente il suo successo al favore divino e perfino il suo padrone, benché dedito al culto delle divinità pagane, ammetteva che questo era il segreto della sua straordinaria prosperità. Tuttavia, senza un impegno costante ed efficace Giuseppe non avrebbe mai raggiunto quei risultati. CeC 72 5 La sua fedeltà onorava Dio: egli desiderava far risaltare il netto contrasto esistente fra l'onestà e l'integrità di quel ragazzo e la condotta di quanti adoravano le divinità pagane. In questo modo, la luce della grazia divina poteva illuminare le tenebre spirituali del paganesimo. La gentilezza e la lealtà di Giuseppe colpirono il capitano delle guardie, che giunse a considerare quello schiavo come un figlio. Il giovane entrò in contatto con uomini nobili e colti e così si familiarizzò con la scienza, le lingue e gli affari; questa educazione si rivelò importante per il suo futuro incarico di primo ministro dell'Egitto. Ibid 214,217 ------------------------COME POTREI IO FARE QUESTO...?, 10 marzo CeC 73 1 Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio? Genesi 39:9 CeC 73 2 Per ogni giovane uomo quando è separato dalle sagge influenze della propria famiglia, subentrano nuove e difficili prove. Tuttavia, se ogni tentativo di perseverare nelle posizioni di pericolo fuori dal controllo dei genitori viene rimosso e sceglie di affidarsi a Dio e lo amerà, allora li sarà impedito di cedere alla tentazione mediante la Sua potenza, ed Egli lo proteggerà... Dio non abbandonò Giuseppe. Nonostante dovesse subire ingiustizie, egli si comportò sempre nel modo corretto grazie all'amore e alla protezione divina e grazie ai principi religiosi trasmessigli da padre. Lt 3, 1879 CeC 73 3 La fede e l'onestà di Giuseppe dovevano essere tuttavia sottoposte a una dura prova. La moglie del suo padrone cercò di indurre il giovane a trasgredire la legge di Dio. Fino ad allora egli non si era lasciato coinvolgere dalla corruzione che dilagava in quella terra pagana: sarebbe riuscito a superare una tentazione così improvvisa, forte e seducente? Se si fosse opposto alle proposte di quella donna, sapeva bene quali sarebbero state le conseguenze. Cedendo, avrebbe scelto di vivere nell'ambiguità, ma in cambio avrebbe ricevuto favori e ricompense. Rifiutare significava invece affrontare il disonore, la prigione e forse la morte. Il suo futuro dipendeva da quella decisione: Giuseppe sarebbe stato fedele a Dio e ai suoi princìpi? Gli angeli seguirono la vicenda con profondo interesse. CeC 73 4 La risposta di Giuseppe avrebbe rivelato la potenza di un carattere fondato su veri princìpi religiosi. Egli non avrebbe tradito la fiducia del suo padrone terreno, ma soprattutto, a qualsiasi costo sarebbe rimasto fedele al suo Padrone divino. Molti, benché sappiano di non poter sfuggire all'attento sguardo di Dio e dei suoi angeli, si concedono delle libertà che non si permetterebbero mai in presenza dei loro simili. Giuseppe, invece, pensò in primo luogo a Dio. "...Come dunque potrei io fare questo gran male e peccare contro Dio?" Genesi 39:9 CeC 73 5 Dovremmo abituarci a pensare che Dio vede e ascolta tutto ciò che facciamo e diciamo. Egli ricorda con esattezza le nostre azioni e le nostre parole: di esse dovremo rendere conto personalmente. Se fossimo davvero consapevoli di questo avremmo maggiori scrupoli nel peccare. PP 217,218 ------------------------Giuseppe In Prigione, 11 marzo CeC 74 1 Gli serrarono i piedi in ceppi e fu oppresso con catene di ferro. La parola dell'Eterno lo mise alla prova, finché si adempì ciò che egli aveva detto. Salmo 105:18,19 CeC 74 2 L'integrità di Giuseppe lo portò alla perdita della sua reputazione e della sua libertà. Questa è stata una prova assai severa a cui sono sottoposti i virtuosi e timorati di Dio. Mentre il peccato sembra prosperare sempre di più, la virtù viene calpestata nella polvere ... Tuttavia la religione di Giuseppe preserva il suo dolce carattere e la simpatia per l'umanità nonostante tutte le prove... Non appena incarcerato non mancò a essere attivo portando con sé la luce dei suoi principi cristiani; inizia a rendersi utile agli altri... È allegro, perché è un gentiluomo cristiano. Sotto questa dura disciplina Dio lo stava preparando per la futura grande responsabilità, onore e utilità, ed Egli era disposto a imparare ogni cosa che il Signore gli avrebbe insegnato. Prima di tutto egli ha imparato a sopportare l'enorme peso nonostante la giovane età, e l'obbedienza. Infine, ha imparato anche a governare.... SDA, Bible Commentary 1,1097 CeC 74 3 Il vero carattere di Giuseppe risultò evidente perfino in quell'oscura prigione. Il suo lungo e fedele servizio presso Potifar era stato crudelmente ricompensato, ma egli non si scoraggiò né provò rancore e conservò un atteggiamento fiducioso e paziente. Lo sosteneva quella serenità che viene dalla consapevolezza della propria innocenza. Giuseppe si era affidato alla potenza di Dio. CeC 74 4 Perfino in prigione egli svolgeva un ruolo positivo. Dio lo stava preparando attraverso la sofferenza, in vista di una grande missione. Giuseppe non rifiutò quella lezione indispensabile. In carcere si rese conto delle tristi conseguenze dell'oppressione, della tirannia e dei delitti. Tutto ciò gli insegnò la necessità di praticare la giustizia, la comprensione e la misericordia e lo preparò a esercitare il potere con saggezza e generosità. CeC 74 5 La sua onestà, la sua simpatia per coloro che erano preoccupati e addolorati prepararono la via per gli onori e la prosperità che il futuro gli avrebbe riservato. Ogni manifestazione di bontà nei confronti degli altri ha ripercussioni positive su di noi. Qualsiasi parola di simpatia in favore degli afflitti, ogni atto teso a risollevare gli oppressi, ogni dono offerto ai bisognosi, se ispirato da motivazioni sincere, si trasformerà in una benedizione per chi l'ha compiuto. PP 218 ------------------------Sempre La Stessa Cosa, 12 marzo CeC 75 1 Hai visto un uomo sollecito nel suo lavoro? Egli comparirà alla presenza dei re e non resterà davanti a gente oscura. Proverbi 22:29 CeC 75 2 Giuseppe fu liberato dalla sua oscura prigione e diventò governatore di tutto il paese d'Egitto. Era una posizione di grande prestigio, esposta tuttavia a difficoltà e pericoli. È impossibile occupare una posizione molto elevata senza correre dei rischi. Come la tempesta sradica i maestosi alberi sulle cime delle montagne, ma non danneggia i modesti fiori della valle, così coloro che si sono mantenuti integri in un'umile condizione potrebbero essere sconfitti dalle tentazioni che assalgono coloro che vivono fra le ricchezze e gli onori del mondo. Ma Giuseppe aveva superato sia la prova dell'avversità sia quella della prosperità. La sua fedeltà a Dio fu evidente nel palazzo del faraone, come lo era stata nella cella della prigione. Giuseppe rimase sempre uno straniero in una terra pagana, lontano dai suoi parenti che adoravano l'Eterno, tuttavia, fu sempre convinto che Dio lo avrebbe guidato. Svolse fedelmente il suo incarico, riponendo costantemente la sua fiducia nel Signore. Tramite Giuseppe, il re e gli uomini più potenti dell'Egitto furono indotti ad apprezzare il vero Dio. Pur rimanendo fedeli alla loro religione, essi impararono a rispettare i princìpi espressi nel carattere di quell'uomo che credeva nell'Eterno. CeC 75 3 Come aveva potuto acquisire un carattere così fermo e integro e ottenere una saggezza così straordinaria? Durante la sua infanzia, egli aveva considerato più importante adempiere al proprio dovere piuttosto che soddisfare le proprie inclinazioni. L'onestà, la fede sincera e la nobiltà d'animo che lo avevano caratterizzato da giovane diedero i loro frutti nell'età matura. Una vita semplice e pura aveva favorito lo sviluppo delle sue facoltà fisiche e mentali. Comunicare con Dio riflettendo sulla sua creazione, meditare sulle grandi verità rivelate ai patriarchi, eredi della fede: tutto ciò aveva approfondito ed elevato la sua spiritualità, sviluppando e migliorando le sue capacità intellettuali come nessun altro studio avrebbe potuto fare. La fedeltà al dovere, in qualsiasi situazione, dalla più umile alla più elevata, aveva sviluppato al massimo grado ogni sua capacità. Un carattere integro e nobile è il risultato di una vita conforme alla volontà di Dio. PP 222 ------------------------Ogni Cosa Avviene Secondo Il Piano Di Dio, 13 marzo CeC 76 1 Ecco, temere il Signore, questo è sapienza, e fuggire il male è intelligenza. Giobbe 28:28 CeC 76 2 La vita a scacchi di Giuseppe non fu un incidente; fu la volontà della Provvidenza. Ma come Giuseppe aveva potuto acquisire un carattere così fermo ed integro ed ottenere una saggezza così straordinaria? Durante la sua infanzia, egli aveva considerato più importante adempiere il proprio dovere piuttosto che soddisfare le proprie inclinazioni. I talenti per quanto possono essere brillanti non hanno valore se non vengono migliorati; le abitudini e la forza del carattere devono essere acquisite durante la crescita spirituale. Le qualità mentali e livello morale elevati non si conquistano per caso. Dio ci offre le appropriate occasioni e il successo dipende dall'uso che ne facciamo. Dobbiamo essere pronti a comprendere e a percorrere le vie che la Provvidenza ci presenta. 5T 321 CeC 76 3 Dio si è manifestato attraverso Giuseppe non solo al popolo egiziano ma a tutte le nazioni collegate a quel potente regno. Il Signore voleva fare di Giuseppe un Suo testimone; desiderava renderlo un portatore di luce per tutti i popoli. E questa era la ragione per collocarlo accanto al trono del più grande impero del mondo, affinché l'illuminazione celeste potesse estendersi in lungo e in largo. 6T 219 CeC 76 4 Sono pochi coloro che comprendono l'importanza delle piccole cose per lo sviluppo del carattere: a questo scopo nulla è veramente insignificante. Le diverse circostanze nelle quali ci troviamo, giorno dopo giorno, sono destinate a mettere alla prova la nostra fedeltà e a prepararci ad affrontare impegni più importanti. Il rispetto dei princìpi morali nella nostra vita quotidiana ci abitua a considerare il dovere come superiore e più importante del piacere e delle nostre naturali propensioni. Un individuo così disciplinato non esiterà nella scelta fra il bene e il male, ondeggiando come una canna agitata dal vento, ma rimarrà fedele al dovere perché avrà acquisito un carattere fermo e coerente. La serietà nei compiti più umili crea la forza necessaria per affrontare responsabilità maggiori. Un carattere integro vale più dell'oro e non può essere comprato né ereditato. Chi lo possiede raggiungerà posizioni prestigiose. La perfezione morale e le capacità intellettuali non sono il risultato del caso. La formazione di un carattere nobile è il risultato di un impegno diligente e costante e dura per tutta la vita. PP 222,223 ------------------------La Vita Di Giuseppe Era Come Quella Di Cristo, 14 marzo CeC 77 1 Gli arcieri l'hanno provocato, gli hanno lanciato dardi, l'hanno perseguitato; ma l'arco suo è rimasto saldo. Genesi 49:23,24 CeC 77 2 La vita di Giuseppe simboleggia quella del Cristo. L'invidia aveva spinto i suoi fratelli a venderlo come schiavo: in questo modo essi pensavano di impedire che diventasse più potente di loro. Quando Giuseppe fu deportato in Egitto, sperarono di non essere più tormentati dai suoi sogni e di aver fatto il possibile perché non si realizzassero. Tuttavia, Dio fece in modo che essi stessi attuassero ciò che avevano cercato di impedire. Anche i sacerdoti e gli ebrei più autorevoli nutrivano invidia per il Cristo, perché temevano che egli accentrasse su di sé l'attenzione del popolo. Così, per impedirgli di diventare re, lo condannarono a morte, realizzando proprio quel piano che avevano voluto ostacolare. La schiavitù in Egitto permise a Giuseppe di diventare il salvatore della famiglia di suo padre. Questo fatto non rende meno grave la colpa dei suoi fratelli. La crocifissione del Cristo, eseguita dai suoi nemici, permise che diventasse il Redentore, il Salvatore dell'umanità perduta, il Sovrano di tutto il mondo... tuttavia quel crimine rimane, in tutta la sua atrocità, come se quell'intervento non fosse mai avvenuto. Come Giuseppe fu venduto ai mercanti dai suoi fratelli, così anche il Cristo fu abbandonato ai suoi peggiori nemici da uno dei discepoli. Per la sua onestà, Giuseppe fu accusato ingiustamente e gettato in prigione; il Cristo fu disprezzato e rifiutato proprio perché la sua giustizia e la sua vita di rinuncia costituivano un costante rimprovero per i peccatori. Benché egli fosse totalmente innocente, fu condannato in base a false testimonianze. La bontà e la pazienza di Giuseppe, di fronte all'ingiustizia e alla violenza, la sua propensione al perdono e la sua nobile generosità nei confronti dei fratelli rappresentano la pazienza che il Salvatore stesso manifestò nella sua vita. Gesù non si lamentò per la cattiveria e gli abusi dei malvagi. Come allora perdonò i suoi assassini, ancora oggi è disposto a perdonare tutti coloro che si rivolgono a lui per confessare i loro peccati ed esserne liberati. ibid 239 CeC 77 3 Colui che riceve Cristo per fede ... vive in comunione con Dio ... in un'atmosfera del cielo, che è la grazia di Dio, un tesoro che il mondo non può comprare. Chi è in comunione con Dio può, anche se umile, il suo valore morale è prezioso come quello di Giuseppe. SDA Bible Commentary 1/1097 ------------------------Una Madre Schiava, 15 marzo CeC 78 1 Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio. Proverbi 61 CeC 78 2 Iochebed era una donna e una schiava: la sua sorte nella vita era umile e il suo fardello pesante. Eppure se si eccettua Maria di Nazareth, nessun'altra donna ha recato al mondo tanta benedizione come lei. Sapendo che il figlio le sarebbe stato tolto ben presto per essere educato da chi non conosceva Iddio, essa fece tutto il possibile per unire l'anima del figlio al cielo. Ed 62 CeC 78 3 Iochebed cercò di imprimere nella mente del piccolo il rispetto per Dio e l'amore per la verità e la giustizia; pregò intensamente affinché egli potesse essere protetto da ogni influsso negativo. Gli fece comprendere l'insensatezza e la gravità del culto agli idoli e il fanciullo imparò molto presto a ubbidire e a pregare l'unico vero Dio, il Dio d'Israele, il solo che potesse ascoltarlo e liberarlo da ogni pericolo. Trattenne il ragazzo con sé per tutto il tempo che le fu possibile, ma quando ebbe circa dodici anni fu costretta a lasciarlo. Dopo essere vissuto in un'umile capanna, Mosè fu ammesso al palazzo reale, presso la figlia del faraone, che lo considerò "come un figlio". Tuttavia anche in questa sua nuova condizione il ragazzo non dimenticò gli insegnamenti materni, appresi durante l'infanzia: essi lo protessero dai pericoli rappresentati dall'orgoglio, dall'infedeltà e dal vizio, così frequenti in quella splendida corte... CeC 78 4 Come furono importanti i risultati dell'educazione impartita da quella donna ebrea, benché schiava e in esilio! Tutta la vita di Mosè, la grande missione che egli realizzò come capo d'Israele, attestano il valore dell'opera di una madre cristiana. Questo è il più importante dei compiti. La madre è in gran parte responsabile del destino dei propri figli; occupandosi di formarne la mente e il carattere, la sua azione ha una portata che va al di là del tempo, perché coinvolge la salvezza dell'individuo. Ella getta un seme che germoglierà e porterà frutto, nel bene o nel male. La sua opera non consiste nel dipingere un bel ritratto su una tela, o ricavare una forma dal marmo, ma nell'imprimere nell'animo umano l'immagine della divinità... CeC 78 5 Tutte le madri devono comprendere che ogni istante ha un valore inestimabile. Il loro influsso sarà valutato nel giorno solenne del giudizio. PP 243,244 ------------------------Una Giusta Scelta, 16 marzo CeC 79 1 Per fede Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del Faraone, scegliendo piuttosto di essere maltrattato col popolo di Dio che di godere per breve tempo i piaceri del peccato. Ebrei 11:24,25 CeC 79 2 Nelle scuole di Egitto, Mosè conseguì la più alta istruzione civile e militare. Dotato di grande attrattiva personale, bello, aitante, colto, dal portamento regale, rinomato come capo militare, egli diventò l'orgoglio della nazione. Ed 62 CeC 79 3 Secondo le leggi egiziane, l'erede al trono dei faraoni doveva diventare membro della casta sacerdotale. Mosè, come possibile erede avrebbe dovuto essere iniziato ai misteri della religione nazionale. Pur studiando con grande impegno e interesse, non si lasciò convincere a partecipare al culto degli dèi egiziani. Fu minacciato di essere escluso dalla successione al regno: se avesse continuato nella sua adesione alla fede ebraica, la principessa lo avrebbe rinnegato. Ma la sua decisione di rendere omaggio esclusivamente a Dio... CeC 79 4 Mosè era degno di assumere il dominio tra i grandi della terra, di avere il primato alla corte del regno allora più potente e impugnarne con onore lo scettro. La sua preparazione intellettuale lo distinse tra i grandi uomini di tutti i tempi; come storico, poeta, filosofo, generale, legislatore, non aveva rivali. Tuttavia, benché avesse il mondo in suo potere, egli ebbe la forza morale di rifiutare le seducenti prospettive di ricchezza, grandezza e fama... CeC 79 5 Mosè sapeva quale sarebbe stata la ricompensa riservata a chi avesse servito Dio con umiltà e ubbidienza: tutta la gloria che il mondo gli offriva fu oscurata da questa promessa. Il magnifico palazzo del faraone e il suo trono rappresentavano certo un potente richiamo, ma egli sapeva che in quella corte fastosa avrebbe dovuto affrontare delle tentazioni che potevano allontanare dalla sua mente il pensiero di Dio. CeC 79 6 Mosè seppe guardare al di là del magnifico palazzo e del regno, per intravedere gli alti onori che un giorno sarebbero stati riservati alle persone fedeli a Dio, in un regno in cui il male non sarebbe più esistito. Ispirato dalla fede, vide la corona eterna che il Re dei cieli avrebbe deposto sulla fronte di coloro che avrebbero vinto la lotta contro il peccato. PP 245,246 ------------------------Non Secondo Le Vie Del Signore, 17 marzo CeC 80 1 Così Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani, ed era potente in parole ed opere. Atti 7:22 CeC 80 2 Mosè era convinto che con la sua educazione e la sua saggezza acquisita alla scuola militare egiziana, lo avesse qualificato per condurre Israele dalla schiavitù. Non aveva forse imparato tutto ciò che è necessario per un generale di esercito? Non aveva avuto forse i maggiori vantaggi rispetto i migliori scuole del paese? Ovviamente si! Sentiva di essere in grado di farlo. Come prima cosa ha iniziato il suo lavoro cercando di ottenere il favore della gente a cui apparteneva rimediando ai loro errori. Ha ucciso un egiziano che stava picchiando uno dei suoi fratelli. Questo suo atto dimostrò di avere lo spirito di un assassino e di conseguenza non era atto a rappresentare il Dio della misericordia, dell'amore e della tenerezza. Fallì miseramente sin dal primo tentativo. Mosè, come molti altri, perse immediatamente la fiducia in Dio e voltò le spalle al lavoro cui era chiamato a svolgere, e quindi sfugge dall'ira del faraone... Ben presto però si accorse di aver fatto un errore... e che il Signore non gli avrebbe permesso di partecipare nella liberazione del Suo popolo da questa crudele schiavitù. Ma se il Signore si servì perfino di questa azione sconsiderata per realizzare il Suo progetto è per insegnargli la gentilezza, la bontà, la longanimità, le stesse virtù che possiede il Maestro... Nel pieno della sua gloria umana, il Signore permise a Mosè di rivelare la sua follia al posto della saggezza, la debolezza al posto della forza, affinché potesse comprendere quanto l'uomo è impotente e inefficiente senza la del nostro Signor Gesù. FE 342-344 CeC 80 3 Uccidendo l'egiziano, egli era caduto nello stesso errore dei suoi padri: cercare di compiere con le proprie mani l'opera che Dio stesso aveva promesso di realizzare. Il Signore non voleva liberare il suo popolo con la forza delle armi, come Mosè aveva pensato, ma attraverso un potente intervento miracoloso, in modo che il merito della liberazione potesse ricadere esclusivamente su di lui. Ma Dio si servì perfino di questa azione sconsiderata per realizzare il suo progetto. Mosè, infatti, non era preparato alla grande missione a cui era stato destinato; doveva ancora imparare le stesse lezioni di fede che erano state insegnate ad Abramo e Giacobbe. Doveva imparare a non contare sulla forza e sulla saggezza umane, ma sulla potenza di Dio. PP 247 ------------------------L'università Di Dio, 18 marzo CeC 81 1 Infatti la sapienza di questo mondo è follia presso Dio, poiché sta scritto: «Egli è colui che prende i savi nella loro astuzia". 1 Corinzi 3:19 CeC 81 2 Nei loro sforzi per qualificarsi come collaboratori di Dio, gli uomini spesso si collocano in posizioni di rilievo senza essere stati prima istruiti e modellati dal Signore. Quindi, come Mosè, non sono degni di una tale collaborazione. Invece, dopo che Mosè si era sottoposto alla disciplina di Dio, divenne un canale santificato attraverso il quale il Signore poteva operare. Egli non esitò a cambiare per intraprendere le vie del Signore anche se non le aveva ancora mai sperimentate... CeC 81 3 Non furono gli insegnamenti delle scuole d'Egitto che permisero a Mosè di trionfare su tutti i suoi nemici, ma una fede costante, una fede inflessibile, una fede che non fallì nelle circostanze più difficili ... CeC 81 4 Mosè agì come se avesse visto l'invisibile. Dio non è alla ricerca di uomini con un'educazione perfetta.... Il Signore vuole che gli uomini apprezzino il privilegio di essere operai insieme a Lui - uomini che Lo onoreranno mediante l'obbedienza indipendentemente dagli insegnamenti precedentemente inculcati ... CeC 81 5 Molti che sono alla ricerca dell'efficienza per l'opera di Dio, volendo perfezionare la loro educazione nelle scuole degli uomini, scopriranno di aver fallito nell'apprendimento delle lezioni più importanti che il Signore stesso avrebbe insegnato loro. Trascurando di sottomettersi alla guida dello Spirito Santo, non vivendo in obbedienza a tutte le esigenze di Dio, la loro efficienza spirituale si è indebolita .... CeC 81 6 Avendo abbandonando la scuola di Cristo, hanno dimenticato il suono della voce del Maestro, e di conseguenza non potevano essere guidati da essa. CeC 81 7 Gli uomini possono acquisire tutte le conoscenze inimmaginabili impartite dagli esseri umani, eppure hanno bisogno di acquisire la grande saggezza che proviene solo da Dio. Come Mosè, devono imparare la mansuetudine, la modestia e la fiducia, non in sé stessi ma nel Signore. Il nostro stesso Salvatore, mentre viveva come un uomo su questa terra, ha riconosciuto che non poteva fare nulla da solo. Così anche noi dobbiamo ricordarci che non possiamo fare nulla con le nostre proprie forze. L'uomo diventa efficiente solo diventando partecipe della natura divina. FE 45-347 ------------------------I Tesori Celesti Valgono Di Più..., 19 marzo CeC 82 1 ...stimando il vituperio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori di Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa. Ebrei 11:26 CeC 82 2 Mosè è stato ben istruito in tutto alla scuola egiziana per il suo futuro compito. Ma questa non era l'unica qualifica di cui aveva bisogno per essere preparato per il suo lavoro. Era, nella provvidenza di Dio che imparasse la pazienza e moderasse le sue passioni. Nella scuola di abnegazione e difficoltà, doveva ricevere un'istruzione che sarebbe stata della massima importanza per lui. Tale preparazione lo avrebbe aiutato nel prendersi cura di tutti coloro che avevano bisogno del suo aiuto. CeC 82 3 Nessuna conoscenza, nessuno studio, nessuna eloquenza, potrebbe sostituire questa esperienza nelle prove a chi doveva occuparsi delle anime come quelle che devono un giorno rendere conto a Dio. Nel fare il lavoro di un umile pastore, nell'oblio di sé stesso, pensando al gregge al lui affidato, doveva prepararsi all'opera più elevata mai affidata ai mortali, quella di essere un pastore delle pecore del Signore. CeC 82 4 Coloro che temono Dio devono essere in comunione con Lui. Cristo è il miglior l'educatore che il mondo abbia mai conosciuto. Per Mosè, ricevere saggezza e conoscenza da Lui era una cosa più preziosa di tutti gli insegnamenti ricevuti alla suola degli egiziani ... CeC 82 5 La fede di Mosè lo portò a guardare le cose invisibili, che sono eterne. Lasciò le splendide attrazioni della vita di corte dove regnava il peccato; ha rinunciato alla sua bella vita di corte, alle lusinghe, le facoltà che conducono alla rovina e alla distruzione. Ora, egli anteponeva vere attrazioni eterne, di valore. I sacrifici fatti da Mosè non furono veri sacrifici. Egli abbandonava volontariamente una vita apparentemente bella, la sicurezza e le lusinghe per le cose eterne, per una vita immortale. I rimproveri di Cristo considerava una ricchezza che superavano i tesori dell'Egitto. Credeva a ciò che Dio aveva detto e non era stato minimamente influenzato dagli rimproveri del mondo. Camminava sulla terra come cammina un uomo libero.... Guardava le cose invisibili senza vacillare. La ricompensa che lo attendeva, può essere anche la nostra. 4T 343-345 ------------------------Vedere L'invisibile, 20 marzo CeC 83 1 Per fede lasciò l'Egitto senza temere l'ira del re, perché rimase fermo come se vedesse colui che è invisibile. Ebrei 11:27 CeC 83 2 Mosè ebbe un senso profondo della presenza di Dio. Vide Dio! Non solo guardò Cristo attraverso il tempo che doveva essere rivelato, ma vide Cristo che accompagnava in maniera speciale i figli d'Israele in tutti i loro viaggi. Dio era reale ed era presente nei suoi pensieri. Quando fu obbligato ad affrontare il pericolo, a sopportare insulti e a essere mal compreso a causa di Cristo, perseverò con pazienza e non prese contromisure. Egli credette in Dio come in Qualcuno che lo avrebbe aiutato e di cui aveva bisogno. CeC 83 3 In generale incontriamo un tipo di fede solo apparente... La vera fede colma di fiducia, perseverante è molto rara. Nella propria esperienza, Mosè realizzò che le promesse di Dio gratificano quelli che lo cercano diligentemente. CeC 83 4 Mosè stimava la ricompensa. Qui vi è un altro punto della fede che desideriamo studiare, e che se è introdotto nella vita e nell'esperienza di coloro che amano e temono Dio, li renderà capaci di sopportare le prove. Dio ricompenserà l'uomo obbediente e di fedele. Mosè aveva piena fiducia in Dio perché aveva una fede corretta. Aveva bisogno dell'aiuto dell'Onnipotente, pregava per questo, credeva in questo e intesseva nell'esperienza della sua vita la convinzione che Dio lo stava guidando. In particolare credeva che Dio governasse la sua vita. Sapeva che il Signore gli aveva assegnato un'opera speciale e che l'avrebbe portata a termine per quanto gli fosse stato possibile. Ma sapeva che non poteva farcela senza l'aiuto di Dio, perché aveva a che fare con un popolo perverso. Sapeva che la presenza di Dio era sufficientemente forte da passare attraverso le situazioni più difficili che un uomo potesse sopportare... CeC 83 5 Mosè non solamente pensava a Dio ma lo vedeva. Vedeva Gesù come suo Salvatore. Credeva che i meriti del Salvatore gli sarebbero stati imputati. La fede era in lui una realtà, non una congettura. Questo è il tipo di fede che necessitiamo, la fede che sopporterà ogni prova. 5T 651, 652 ------------------------Imparare E Disimparare, 21 marzo CeC 84 1 Poiché l'Eterno dà la sapienza; dalla sua bocca procedono la conoscenza e l'intendimento. Proverbi 2:6 CeC 84 2 Nella solitudine di Madian, il futuro condottiero di Israele trascorse quarant'anni come pastore di armenti. Sembrava ormai che egli fosse stato definitivamente esonerato dalla sua missione; in verità fu proprio là che egli ricevette la disciplina indispensabile alla realizzazione del programma divino. Ed, 62 CeC 84 3 Mosè doveva dimenticare ancora molto di quello che aveva imparato. Tutto ciò che aveva rappresentato il suo ambiente di formazione in Egitto -- l'amore della madre adottiva, la sua elevata posizione di nipote del faraone, la dissolutezza, le raffinatezze, la dissimulazione, il misticismo di una falsa religione, lo splendore dei riti pagani, la magnificenza degli edifici e delle sculture -- aveva lasciato un'impronta nella sua mente e, in una certa misura, nel suo carattere e nelle sue abitudini. Nonostante la partenza dal paese in cui era nato, il tempo e una profonda amicizia con Dio avrebbero eliminato questi suoi legami con il passato. Per rinunciare ai suoi errori e accettare la verità, Mosè avrebbe dovuto intraprendere una dura lotta, che sarebbe durata tutta la vita. Dio sarebbe stato al suo fianco per aiutarlo nei momenti in cui le difficoltà avrebbero superato le possibilità umane... Per ricevere l'aiuto divino, l'uomo deve essere cosciente della propria fragilità e delle proprie lacune... Molti non raggiungono mai il livello al quale potrebbero arrivare, perché aspettano che Dio agisca su elementi del loro carattere per i quali egli ha concesso loro la forza per correggerli. CeC 84 4 Isolato fra le montagne, Mosè rimase solo con Dio. I magnifici templi egiziani, monumenti di superstizione e falsità, non lo attiravano più. Nella solenne grandezza delle montagne eterne, contemplò la maestosa presenza di Dio: gli dèi d'Egitto gli apparvero inutili e insignificanti. In quella solitudine, Mosè riusciva a scorgere in ogni cosa un intervento del Creatore: lo sentiva presente, come se si trovasse sotto la sua protezione. Questa sensazione cancellò il suo orgoglio e il suo senso di autosufficienza. Nell'austera semplicità di quella vita solitaria, gli effetti negativi degli agi e del lusso che aveva conosciuto in Egitto svanirono. Mosè divenne paziente, rispettoso e umile, "...un uomo molto mansueto, più d'ogni altro uomo sulla faccia della terra" (Numeri 12:3), ma anche dotato di una forte fede nel potente Dio di Giacobbe. PP 248-251 ------------------------Mosè Mandato Da Dio, 22 marzo CeC 85 1 Or dunque vieni e io ti manderò dal Faraone perché tu faccia uscire il mio popolo, i figli d'Israele, dall'Egitto. Esodo 3:10 CeC 85 2 Il tempo della liberazione d'Israele era giunto: Dio avrebbe realizzato il suo piano schiacciando l'orgoglio degli uomini. Il liberatore sarebbe stato un umile pastore con in mano un semplice bastone, che Dio avrebbe trasformato in un simbolo della sua potenza. Quando Mosè ricevette l'ordine divino era sfiduciato, insicuro e aveva difficoltà ad esprimersi: all'idea di essere il portavoce di Dio per Israele, fu sopraffatto dalla consapevolezza della propria incapacità. Tuttavia, una volta accettato il compito, si dedicò ad esso con tutto sé stesso: aveva una grande fiducia nel Signore... CeC 85 3 Dio lo benedisse per la sua pronta ubbidienza ed egli divenne eloquente, ottimista e sicuro di sé, pronto per la più grande opera mai affidata a un uomo. Il suo esempio indica ciò che Dio fa per rafforzare il carattere di coloro che si affidano completamente a lui e ubbidiscono ai suoi ordini senza riserve. L'uomo diventa più capace ed efficiente se accetta le responsabilità che Dio gli affida e cerca con tutto il suo impegno di acquisire le facoltà adatte a esercitarle nel modo migliore. Per quanto umile o limitato possa essere per posizione o capacità, colui che ripone la sua fiducia nella forza divina, cercando di compiere il proprio dovere con fedeltà, raggiungerà la vera grandezza... CeC 85 4 Lungo la strada che da Madian lo avrebbe condotto in Egitto, Mosè ricevette un terribile e inquietante avvertimento della disapprovazione di Dio. Un angelo gli apparve, con un atteggiamento così minaccioso che sembrava volesse ucciderlo. Non vi furono ulteriori spiegazioni, ma Mosè ricordò di aver trascurato una richiesta di Dio... non adempiendo così alla condizione che avrebbe loro permesso di partecipare alle benedizioni del patto di Dio con il suo popolo. Una negligenza simile da parte di colui che era stato scelto come guida d'Israele avrebbe limitato l'importanza di questa prescrizione agli occhi del popolo... CeC 85 5 Poco prima del ritorno del Cristo, in un periodo di difficoltà, le persone che si saranno comportate correttamente saranno protette dalla morte grazie all'intervento degli angeli; per coloro che trasgrediscono la legge di Dio, invece, non vi è possibilità di salvezza. Gli angeli non possono difendere chi trascura anche uno solo degli insegnamenti divini. PP 251-256 ------------------------Chi È Il Signore?, 23 marzo CeC 86 1 Non v'ingannate, Dio non si può beffare, perché ciò che l'uomo semina, quello pure raccoglierà. Galati 6:7 CeC 86 2 Respingendo il primo avvertimento divino, il faraone d'Egitto sparse il seme dell'ostinazione e ne raccolse le conseguenze. Lui stesso ha sparso il seme dell'incredulità intorno a lui e non Dio... Il seme sparso produce il raccolto e questo, a sua volta seminato, moltiplica il raccolto stesso. La raccolta rivela il tipo di seme che è stato seminato. The S.D.A. Bible Commentary 1:1100. CeC 86 3 Nonostante il faraone vide la potente opera dello Spirito di Dio, i miracoli che il Signore fece davanti a tutti, si rifiutò di obbedire al Suo comando. Il ribelle re, con orgoglio chiese: «Chi è l'Eterno che io debba ubbidire alla sua voce e lasciar andare Israele? Io non conosco l'Eterno e non lascerò andare Israele". Più i giudizi di Dio si scagliavano su di lui, più egli resisteva, più diventava indifferente, più respingeva la luce. CeC 86 4 La provvidenza di Dio stava rivelando il Suo potere e queste manifestazioni, non riconosciute, erano il mezzo per indurire il cuore del Faraone contro una luce più grande. Coloro che ne esaltano le proprie idee al di sopra della volontà di Dio, stanno dicendo come il faraone: Chi è l'Eterno che io debba ubbidire alla Sua voce? Esodo 5:2 Ogni rifiuto della luce indurisce il cuore e oscura la comprensione; e quindi, tali persone hanno sempre più difficoltà a distinguere tra giusto e sbagliato, e diventano più audaci a resistere alla volontà di Dio. ibid. 1099, 1100 CeC 86 5 Chi ha ceduto una volta alla tentazione, continuerà con facilità sempre maggiore. Ripetere un errore significa indebolire la volontà, la sensibilità morale e la fermezza dei princìpi. Ogni cedimento al male implica conseguenze negative. Dio non compirà nessun miracolo per evitarle... CeC 86 6 Chi manifesta un atteggiamento di sfida e una costante indifferenza alle verità divine, raccoglierà ciò che egli stesso ha seminato. Questo è il motivo per cui folle intere ascoltano con stoica passività le stesse verità che un tempo le scuotevano. Questo atteggiamento è la conseguenza dei loro persistenti rifiuti di fronte alla verità. PP 268 ------------------------Indurimento Di Cuore, 24 marzo CeC 87 1 Ma l'Eterno indurì il cuore del Faraone ed egli non lasciò andare i figli d'Israele. Esodo 10:20 CeC 87 2 In che modo il Signore indurisce il cuore degli uomini? Allo stesso modo in cui fu indurito il cuore del Faraone. Dio ha inviato a questo re un messaggero con l'avvertimento e misericordia, ma egli ha rifiutato di riconoscere l'Iddio del cielo e di obbedirlo ai Suoi comandi. Il faraone si chiese: "Chi è il Signore che io debba obbedire alla Sua voce"? CeC 87 3 Il Signore gli ha dato prova del So potere compiendo segni e miracoli davanti a lui. Con le Sue potenti opere, il grande IO SONO ha mostrato che Egli era il sovrano del cielo e della terra, eppure il re scelse di sfidare l'Iddio del cielo. Il faraone non avrebbe mai consentito di spezzare il suo orgoglio e la sua testardaggine neanche da Re dei re, e quindi respinse la luce; era determinato di seguire la propria strada nell'elaborare la sua ribellione. Scelse di fare la propria volontà e di mettere da parte il comando di Dio, nonostante le prove che gli sono state presentate. Egli mise la sua fiducia nei saggi e nei maghi che servivano solo ad accecare la sua mente e indurire il suo cuore. CeC 87 4 Se il Faraone avesse accettato le prove del potere di Dio dimostrate nella prima piaga, gli sarebbero state risparmiate tutte le altre piaghe. Ma la sua testardaggine richiedeva manifestazioni ancora maggiori del potere di Dio, così le piaghe si susseguirono finché non fu chiamato a guardare il volto morto del suo primogenito e quelli del suo parentado; mentre i figli d'Israele, che aveva considerato schiavi, non subirono alcun danno, non sono stati toccati dall'angelo distruttore. Dio rese evidente su chi poggiava il Suo favore e chi era il Suo popolo. Lt 31, 1891 CeC 87 5 Ogni ulteriore prova del potere di Dio a cui il monarca egiziano resisteva, lo portava a una più forte e persistente sfida contro Dio ... CeC 87 6 Questo caso è una chiara illustrazione del peccato contro lo Spirito Santo. "Perché ciò che l'uomo semina, quello pure raccoglierà". Galati 6:7 CeC 87 7 A poco a poco il Signore ha ritirato il suo Spirito. Rimuovendo il Suo potere, diede il re nelle mani del peggiore tiranno di tutti -- cioè Satana. The SDA Bible Commentary 1:1100 ------------------------Finalamente Liberi, 25 marzo CeC 88 1 ...fece quindi uscire il suo popolo con letizia e i suoi eletti con grida di gioia. Salmo 105:43 CeC 88 2 Il popolo d'Israele, con i sandali ai piedi e il bastone in mano, aspettava con timore, in silenzio, l'ordine del faraone. Prima dell'alba, gli ebrei erano già in viaggio... In quel giorno si realizzò la profezia che era stata rivelata ad Abramo in visione, quattrocento anni prima: "...Sappi per certo che i tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro, e vi saranno schiavi, e saranno oppressi per quattrocento anni; ma io giudicherò la gente di cui saranno stati servi; e, dopo questo, se ne partiranno con grandi ricchezze". Genesi 15:13, 14 PP 281 CeC 88 3 Traendo Israele fuori dall'Egitto, il Signore manifestò ancora una volta la sua potenza e misericordia. I miracoli che operò per liberarlo dalla schiavitù e il modo in cui lo trattò durante le sue peregrinazioni nel deserto, non erano solo per il loro bene. Dovevano essere una lezione per le popolazioni circostanti. Il Signore si rivelò come un Dio superiore a ogni autorità e grandezza umana. I segni e i miracoli compiuti a favore del suo popolo mostrano il suo potere sulla natura e sui più grandi adoratori della natura. CeC 88 4 Dio attraversò il fiero paese d'Egitto come attraverserà la terra negli ultimi giorni. Con il fuoco e la tempesta, il terremoto e la morte, il grande IO SONO liberò il suo popolo. Li trasse fuori dal paese della schiavitù. Egli li condusse attraverso il "grande e terribile deserto, pieno di serpenti velenosi e di scorpioni, terra arrida". Deuteronomio 8:15. CeC 88 5 Egli "fece piovere su di essi la manna" e li nutrì con "il frumento del cielo". Salmo 78:24 "Poiché", disse Mosè "la parte del Signore è il suo popolo, Giacobbe è la porzione della sua eredità. Egli trovò in una terra deserta, in una solitudine piena d'urli e di desolazione. Egli lo circondò, ne prese cura, lo custodì come pupilla dei suoi occhi. Come un'aquila che desta la sua nidiata, volteggia sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne. Il Signore solo lo h condotto e nessun dio straniero era con lui". Deuteronomio 32:9-12 Così Dio aveva attratto a sé, perché potesse dimorare all'ombra delle ali dell'Altissimo. COL 286,287 ------------------------Nuvola E Fuoco, 26 marzo CeC 89 1 Egli distese una nuvola per coprirli e accese un fuoco per illuminarli di notte. Salmo 105:39 CeC 89 2 E l'Eterno andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli per il loro cammino; e di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli onde potessero camminare giorno e notte... CeC 89 3 La bandiera di quell'invisibile condottiero era sempre con loro. Di giorno, durante la marcia, la nuvola li guidava, oppure si stendeva come un baldacchino al di sopra della folla e la proteggeva dal caldo torrido con la sua ombra rinfrescante. Di notte si trasformava in una colonna di fuoco che illuminava l'accampamento, rassicurando gli ebrei della presenza di Dio. CeC 89 4 In uno dei passi più belli e incoraggianti del libro profetico di Isaia, si afferma che la nuvola e la colonna di fuoco rappresentano la cura che Dio avrà del suo popolo durante lo scontro finale contro le potenze del male: "E l'Eterno creerà su tutta la distesa del monte Sion e sulle sue radunanze una nuvola di fumo durante il giorno, e uno splendore di fuoco fiammeggiante durante la notte; poiché, su tutta questa gloria vi sarà un padiglione. E vi sarà una tenda per far ombra di giorno e proteggere dal caldo, e per servir di rifugio e d'asilo durante la tempesta e la pioggia". Isaia 4:5, 6. PP 282,283 CeC 89 5 Nel tempo della prova che è davanti a noi, il Signore infonderà la certezza in tutti coloro che hanno creduto nella Sua Parola. Egli dirà ai Suoi fedeli: "Va', o popolo mio, entra nelle tue camere, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l'indignazione". Isaia 26:20 CeC 89 6 Il Leone di Giuda, così terribile per coloro che rigettano la sua grazia, sarà l'Agnello di Dio per gli ubbidienti e i fedeli. La colonna di fuoco che parla di terrore e di ira ai trasgressori della legge divina, è un segno di luce, grazia e salvezza per quelli che hanno osservato i suoi comandamenti. Il braccio potente ad annientare i ribelli sarà potente nel liberare coloro che credono alle sue promesse. A queste persone è offerta la salvezza. Egli "manderà i suoi angeli con gran suono di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, dall'un capo all'altro de' cieli". Matteo 24:31 6T 404 ------------------------Un Percorso Sicuro, 27 marzo CeC 90 1 Quindi l'Eterno disse a Mosè: Perché gridi a me? Di' ai figli d'Israele di andare avanti. Esodo 14:15 CeC 90 2 Nella sua saggezza, il Signore condusse gli ebrei tra un'alta montagna e il mare per manifestare la sua potenza e umiliare l'orgoglio degli oppressori del suo popolo. Avrebbe potuto salvarli in un altro modo, ma scelse questa via per mettere alla prova la loro fede e rafforzare la loro fiducia in lui. Se il popolo, stanco e affaticato, fosse tornato indietro nonostante l'ordine di Mosè, che imponeva di avanzare, Dio non gli avrebbe mai aperto il cammino. Fu "per fede" che essi "passarono il mar Rosso come per l'asciutto". Ebrei 11:29. Marciando risolutamente verso l'acqua, gli israeliti dimostrarono di credere nelle parole di Dio pronunciate da Mosè e fecero tutto ciò che era in loro potere. Per questo, l'Onnipotente d'Israele divise il mare per farli passare. CeC 90 3 Questa grande lezione è valida per tutti i tempi. Spesso il cristiano è minacciato da tanti pericoli: in quei momenti gli sembra difficile compiere il suo dovere. Egli potrà pensare di trovarsi davanti a una difficoltà incombente e avere dietro di sé solo oppressione e morte. Tuttavia la voce di Dio è chiara e gli dice: "Guarda avanti". Dovremmo ubbidire a questo ordine anche se i nostri occhi non riescono a penetrare oltre l'oscurità, anche se sentiamo le onde fredde scorrere sui nostri piedi. Ciò che impedisce il nostro progresso non scomparirà se avremo un atteggiamento dubbioso ed esitante. Coloro che rimandano la decisione di ubbidire, aspettando il momento in cui ogni incertezza sia svanita, e non vi sia più il rischio di un fallimento o di una sconfitta, non ubbidiranno mai. CeC 90 4 Gli increduli mormorano: "Aspettiamo finché tutte le difficoltà saranno rimosse e possiamo vederci chiaro"; la fede, invece, che "spera ogni cosa" e "crede ogni cosa", dice con coraggio: "Avanti!" CeC 90 5 La stessa nuvola che costituiva per gli egiziani una barriera di oscurità, rappresentava per gli ebrei una grande luce, che illuminava tutto l'accampamento e il cammino che dovevano percorrere. Allo stesso modo, la Provvidenza è per gli scettici motivo di confusione e disperazione, mentre per il credente è fonte di ispirazione e pace. La via che Dio indica, che attraversi il deserto o il mare, è quella più sicura. PP 290 ------------------------L'inno Di Mosè E L'agnello, 28 marzo CeC 91 1 L'Eterno è la mia forza e il mio cantico, ed è stato la mia salvezza. Questo è il mio Dio, io lo glorificherò; è il DIO di mio padre, io lo esalterò. Esodo 15:2 CeC 91 2 Il mattino seguente, gli israeliti videro ciò che era rimasto dei loro potenti nemici: solo cadaveri, che il mare aveva sospinto sulla spiaggia. Quella notte erano stati liberati per sempre da un terribile pericolo.... CeC 91 3 Quella folla, così numerosa e inerme -- schiavi che non avevano mai preso in mano le armi, donne, bambini, tutto il bestiame schiacciati tra il mare e il potente esercito egiziano -- aveva visto aprirsi una via in mezzo alle acque e aveva assistito alla sconfitta degli oppressori, proprio nel momento in cui pensavano di trionfare. Gli ebrei manifestarono con canti di lode la loro gratitudine e la loro fede in colui che li aveva liberati in modo così miracoloso, unicamente attraverso la sua potenza. Mosè grazie allo Spirito di Dio guidò il popolo nel canto di un trionfale inno di ringraziamento, uno degli inni più antichi e sublimi mai conosciuti... CeC 91 4 Il canto fu ricordato attraverso i secoli dai profeti e dai cantori d'Israele, a confermare la fiducia in un Dio che protegge e libera coloro che confidano in lui. Esso preannuncia la distruzione di tutti i nemici della giustizia e la vittoria finale del popolo di Dio. Il profeta di Patmos contemplò la grande folla vestita di bianco che aveva "ottenuta vittoria" e che stava "in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio" e cantava "il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell'Agnello". Apocalisse 15:2,3 CeC 91 5 Liberandoci dalla schiavitù del peccato, Dio è intervenuto in nostro favore con una potenza ancora maggiore di quella usata per salvare gli ebrei presso il mar Rosso. Per questo motivo noi, come gli israeliti, dovremmo lodare Dio con tutto il nostro essere, per ciò che di meraviglioso Egli ha compiuto per noi. Coloro che riflettono sulla grande bontà di Dio, senza dimenticare neppure il più piccolo dei suoi doni, saranno realmente felici e innalzeranno al Signore canti di gioia. CeC 91 6 Dovremmo ringraziare Dio continuamente per le benedizioni che ci offre ogni giorno e soprattutto per avere permesso il sacrificio del Cristo, che ci ha assicurato la felicità e la salvezza eterne. PP 188,189 ------------------------Le Nuove Lamentele Degli Israeliti, 29 marzo CeC 92 1 E tutta l'assemblea dei figli d'Israele mormorò contro Mosè e contro Aaronne nel deserto. Esodo 16:2 CeC 92 2 Molti si stupiscono dello scetticismo e delle contestazioni degli israeliti, e pensano che al loro posto non sarebbero stati così ingrati. Tuttavia, quando la loro fede viene messa alla prova, spesso sono sufficienti piccole difficoltà per dimostrare che la loro pazienza e la loro fedeltà non sono superiori a quelle degli antichi israeliti. ibid 293 CeC 92 3 Il Signore aveva scelto di essere il loro Dio: Israele sarebbe stato il suo popolo ed Egli li avrebbe condotti in un paese grande e fertile. Ma gli ebrei si scoraggiavano troppo facilmente di fronte agli ostacoli che incontravano nel loro viaggio... CeC 92 4 Dimenticarono lo straordinario miracolo del passaggio del mar Rosso, quando avevano percorso sani e salvi la strada che si era aperta davanti a loro mentre l'esercito nemico, lanciatosi all'inseguimento, era stato travolto dalle acque del mare. Riuscivano a percepire soltanto le difficoltà, e invece di dire: "Dio ha fatto grandi cose per noi che eravamo degli schiavi, facendoci diventare una grande nazione" parlavano delle difficoltà del viaggio e si chiedevano quando si sarebbe concluso quel fastidioso pellegrinaggio. CeC 92 5 Le vicende di Israele, nel suo cammino lungo il deserto, sono state tramandate come insegnamento per i credenti che vivranno negli ultimi tempi della storia umana. Le esperienze che gli ebrei vissero con Dio nei quarant'anni del loro peregrinare, tra sofferenze, sete, fame e stanchezza, costituiscono un importante patrimonio di avvertimenti e consigli per i credenti di tutte le epoche. Nel racconto di queste vicende, infatti, si inseriscono puntualmente, i potenti interventi con cui Dio ha sempre sostenuto il suo popolo. Il percorso degli ebrei attraverso il deserto li preparò in vista del loro ingresso nella terra promessa, in Canaan. Dio vuole che il suo popolo, negli ultimi tempi, rifletta con umiltà sulle prove affrontate dagli israeliti, per imparare a prepararsi per entrare nella Canaan celeste. ibid 292, 293 ------------------------Le Mani Elevate Verso Il Cielo, 30 marzo CeC 93 1 Voglio dunque che gli uomini preghino in ogni luogo, alzando le mani pure, senza ira e dispute. 1 Timoteo 2:8 CeC 93 2 A causa della disobbedienza di Israele, Dio si è ritirato dalla loro presenza; essi dovevano attraversare avversità; ai loro nemici fu permesso di fare loro la guerra, di umiliarli affinché ritornassero a Dio con i loro problemi e grande angoscia... Quando Israele fu assalito dagli Amalekiti, Mosè diede a Giosuè le indicazioni per combattere i loro nemici. 2T, 106-108 CeC 93 3 Il giorno dopo, mentre Giosuè guidava l'attacco contro i nemici, Mosè, Aronne e Hur salirono sulla collina che dominava il campo di battaglia. Con le braccia rivolte verso il cielo e il bastone di Dio nella mano destra, Mosè pregò per il successo dell'esercito d'Israele. La battaglia infuriava, ma quando Mosè teneva le braccia sollevate gli israeliti vincevano; quando le abbassava, essi indietreggiavano davanti al nemico. Quando infine Mosè fu stanco, Aronne e Hur sostennero le sue mani fino al calare del sole, e il nemico fu messo in fuga. CeC 93 4 Sorreggendo le mani di Mosè, Aronne e Hur dimostravano al popolo che era suo dovere appoggiarlo nel difficile compito di profeta di Dio. CeC 93 5 Il gesto di Mosè aveva un grande significato: Dio aveva in mano il destino del suo popolo. Quando gli israeliti avevano fede in lui, il Signore combatteva per loro e sconfiggeva i nemici. Quando invece confidavano soprattutto nelle loro forze venivano sopraffatti da coloro che non conoscevano Dio ed erano sconfitti. CeC 93 6 Gli ebrei trionfarono in seguito all'intercessione di Mosè, che teneva le mani sollevate verso il cielo. Nello stesso modo l'Israele attuale, il popolo dei credenti, può avere successo solo se per fede si avvale della forza del suo potente sostegno. È necessario però che alla potenza divina si unisca un impegno da parte dell'uomo. Mosè non credeva che Israele avrebbe sconfitto gli Amalekiti rimanendo inattivo. Mentre egli pregava, Giosuè e i suoi coraggiosi compagni si impegnavano con tutte le loro forze per respingere i nemici d'Israele e di Dio. ibid 299 ------------------------Entrambe Le Mani Nell'opera Di Dio, 31 marzo CeC 94 1 Ora, essendo suoi collaboratori, vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio. 2 Corinzi 6:1 CeC 94 2 Il Signore, per mezzo di Mosè diede un'importante istruzione al suo popolo in tutte le età per quanto riguarda la costruzione del tabernacolo. In quell'opera ha richiesto la perfezione in ogni dettaglio. Mosè era esperto in tutte le cose acquisite alla scuola degli egiziani; inoltre aveva una conoscenza di Dio e i Suoi scopi gli erano rivelati in visioni; l'unica cosa che non sapeva era come incidere e ricamare. Israele era stato trattenuto per tutto il tempo nella schiavitù dell'Egitto e, sebbene tra loro c'erano uomini ingegnosi, non erano stati istruiti nelle arti specifiche che erano richieste nella costruzione del tabernacolo. Sapevano come fabbricare mattoni, ma non capivano come lavorare in oro o argento. Come doveva essere svolto il lavoro? ... Quindi Dio stesso ha spiegato come il lavoro doveva essere realizzato. Egli assegnava questo lavoro ad alcune persone di Sua scelta. Betsaleel doveva essere l'architetto. Quest'uomo faceva parte della tribù di Giuda, una tribù che Dio onorava in un modo speciale... CeC 94 3 "Ed ecco, gli ho dato per compagno Oholiab, figlio di Ahisamak, della tribù di Dan; e ho messo sapienza nella mente di tutti gli uomini abili, perché possano fare tutto ciò che ti ho ordinato". Esodo 31:6 CT 59,60 CeC 94 4 Tra la moltitudine c'erano egiziani, che avevano agito come sorveglianti dal momento che sapevano bene come il lavoro doveva essere fatto. Ma tutta la procedura non dipendeva solo da loro, perché era il Signore che guidava il lavoro fatto dagli uomini dando loro la saggezza e abilità. The S.D.A. Bible Commentary 1:1108 CeC 94 5 L'abilità nei lavori comuni è un dono di Dio, il quale provvede non solo il dono ma anche la saggezza di usarlo giustamente. Lt 60, 1907 CeC 94 6 Affinché il tabernacolo terreno possa rappresentare il celeste, deve essere perfetto nei minimi dettagli, come lo schema nei cieli. Lo stesso vale per i caratteri di coloro che sono accettati agli occhi del cielo. CT 60 CeC 94 7 Ogni operaio al servizio di Dio debbano chiedere la saggezza e lungimiranza, affinché possano compiere il loro lavoro con perfezione. SDA Bible Commentary 1/1108 ------------------------Una Crisi Nel Campo Israelita, 1 aprile CeC 95 1 Fecero un vitello in Horeb e adorarono un'immagine di metallo fuso, e mutarono la loro gloria con l'immagine di un bue che mangia l'erba. Salmo106:19,20 CeC 95 2 Una folla numerosa circondò la tenda di Aronne, che in assenza di Mosè era stato nominato giudice supremo, e gli rivolse questa richiesta: "...Orsù, facci un dio, che ci vada dinanzi, poiché, quanto a Mosè, a quest'uomo che ci ha tratto del paese d'Egitto, non sappiamo che ne sia stato". Esodo 32:1. La nuvola che li aveva guidati fino ad allora, infatti, sembrava dover rimanere per sempre su quella montagna... CeC 95 3 In quel momento di crisi sarebbe stato necessario un uomo fermo, deciso, pieno di coraggio, che considerasse la fedeltà a Dio più importante del favore del popolo, della propria incolumità e perfino della vita. Ma Aronne non aveva queste doti: egli non si oppose al popolo con fermezza: le sue esitazioni e la sua timidezza resero gli ebrei ancora più convinti. CeC 95 4 Solo una piccola minoranza era rimasta fedele al patto concluso con Dio... Aronne temeva per la propria vita e, invece di difendere l'onore di Dio, si piegò alle richieste della folla. CeC 95 5 Ma gli israeliti si spogliarono degli ornamenti e li fusero per forgiare un vitello simile agli dèi egiziani. Infine, essi dichiararono: "...O Israele, questo è il tuo dio che ti ha tratto dal paese d'Egitto". Esodo 6:4. CeC 95 6 Vedendo l'approvazione che il dio d'oro aveva riscosso, costruì un altare davanti ad esso e proclamò: "Domani sarà festa in onore dell'Eterno". Esodo 6:5 Alcuni araldi, accompagnati da trombettieri, ripeterono l'ordine in tutto l'accampamento... Con il pretesto di fare "una festa in onore dell'Eterno" tutti si abbandonarono a piaceri e festeggiamenti immorali.... CeC 95 7 Anche oggi, troppo spesso, l'amore per il piacere viene dissimulato da un'apparenza di religiosità. Ancora oggi la gente è alla ricerca di una religione che permetta a quanti ne praticano i riti e i culti di abbandonarsi a passioni egoistiche e sensuali. Anche oggi esistono persone deboli come Aronne che, pur ricoprendo un'importante e autorevole posizione nella chiesa, cedono ai desideri di chi non crede in Dio e li incoraggia alla trasgressione. PP 316,317 ------------------------Fallimento Di Aaronne, 2 aprile CeC 96 1 Quindi Mosè disse ad Aaronne: «Che ti ha fatto questo popolo, che gli hai tirato addosso un così grande peccato?» Esodo 32:21 CeC 96 2 Aronne tentò di scusarsi, riferendo a Mosè la protesta del popolo... Le sue bugie e le sue giustificazioni non avevano alcun valore CeC 96 3 Benché egli fosse "il santo dell'Eterno" (Salmi 106:16), aveva plasmato l'idolo e aveva annunciato la festa. Dio lo aveva scelto come portavoce di Mosè e aveva detto di lui: "Io so che parla bene". Esodo 4:14. Nonostante questo, non era riuscito a controllare quel popolo corrotto, che pensava di poter sfidare il cielo... CeC 96 4 Aronne, di cui Dio si era servito per colpire con i suoi giudizi gli egiziani e i loro dèi, aveva tollerato in modo impassibile che davanti all'idolo di metallo si esclamasse: "O Israele, questo è il tuo Dio che ti ha tratto dal paese d'Egitto!" Esodo 32:4. Egli era salito con Mosè sul monte, aveva contemplato la gloria di Dio: di fronte a quella manifestazione di potenza, aveva compreso che nessuna rappresentazione materiale può ritrarre Dio, che la sua gloria non può essere accostata all'immagine di un vitello. In assenza di Mosè, quando gli era stato affidato il comando del popolo, aveva approvato la ribellione. "L'Eterno s'adirò anche fortemente contro Aronne, al punto di volerlo far perire...". Deuteronomio 9:20. Ma in seguito all'intercessione del fratello, egli fu risparmiato, perché comprese la gravità della colpa di cui si era macchiato. Il suo pentimento fu profondo, e Dio lo perdonò... CeC 96 5 Se Aronne avesse avuto il coraggio di difendere la giustizia, senza preoccuparsi delle conseguenze, avrebbe evitato la ribellione. Se fosse stato scrupolosamente fedele a Dio, e avesse richiamato alla mente del popolo la terribile manifestazione di potenza a cui avevano assistito davanti al Sinai; se avesse ricordato il patto solenne che Israele aveva stipulato con l'Eterno, e l'obbligo di ubbidienza che esso imponeva, quella trasgressione sarebbe stata evitata. La sua condiscendenza ai desideri del popolo, la pronta approvazione con cui aveva accolto i progetti dei ribelli, incoraggiò gli israeliti a commettere un peccato molto più grave di quello a cui avevano pensato... CeC 96 6 Tra le colpe che Dio punirà, nessuna è più grave di quella commessa da chi incoraggia a compiere il male. ibid 320-323 ------------------------Faccia A Faccia, 3 aprile CeC 97 1 Così l'Eterno parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico. Esodo 33:11 CeC 97 2 Dopo la trasgressione di Israele nel fare il vitello d'oro, Mosè va di nuovo a supplicare Dio in favore del suo popolo ... Dalle sue esperienze aveva imparato che per avere una buona influenza sulle persone, doveva prima ricevere potere da Dio. Il Signore legge la sincerità e lo scopo altruistico del cuore del Suo servitore e comunica con questo debole mortale faccia a faccia, come un uomo parla con un amico. Mosè mette tutto il peso su Dio e apre la sua anima davanti a Lui. Il Signore non rimprovera il Suo servitore, anzi, si china verso di lui per ascoltare le sue suppliche ... CeC 97 3 L'Eterno rispose: «La mia presenza andrà con te, e ti darò riposo». Esodo 33:14 Ma per Mosè non è ancora abbastanza. Egli desidera ardentemente avvicinarsi ancora di più a Dio al fine di ottenere una maggiore certezza della Sua costante presenza. CeC 97 4 Aveva portato uno schiacciante peso di responsabilità a causa del peccato d'Israele; sentì un grande rimorso come se fosse lui stesso colpevole; la sua anima era oppressa da eventuali terribili conseguenze qualora Dio dovesse abbandonare il popolo a causa della loro impenitenza... La petizione di Mosè era fatta con tale serietà e fervore, che il Signore gli disse: «Farò anche questa cosa che hai chiesto, poiché tu hai trovato grazia ai miei occhi e ti conosco personalmente». Esodo 33:17 CeC 97 5 A questo punto ci aspetteremmo che il profeta smetta di supplicare; invece no; incoraggiato dal suo successo, volle avvicinarsi ancora di più a Dio, con una santa familiarità che è quasi al di là della nostra comprensione. Ed ora fa una richiesta che nessun essere umano ha mai fatto prima: "Deh, fammi vedere la tua gloria!" (v.18) Quale incredibile petizione viene da un uomo finito e mortale! Viene respinta? Dio rimprovera la sua presunzione? No! Ecco la Sua risposta: "Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà"! (v.19) CeC 97 6 Nella storia di Mosè possiamo vedere la straordinaria comunione con Dio e di quali privilegi poteva godere. 4T, 531-533 ------------------------Strano Fuoco, 4 aprile CeC 98 1 Poi Nadab e Abihu, figli di Aaronne, presero ciascuno il proprio turibolo, vi misero dentro del fuoco, vi posero sopra l'incenso e offrirono davanti all'Eterno un fuoco illecito, che egli non aveva loro comandato. Levitico 10:1 CeC 98 2 In Israele, Nadab e Abihu erano secondi solo a Mosè e Aronne: essi avevano ricevuto particolari onori da Dio, che aveva permesso loro di contemplare la sua gloria sul monte, insieme ai settanta anziani. Questo rendeva particolarmente grave il loro atto: la loro trasgressione non poteva essere scusata né considerata con leggerezza. Questi uomini avevano ricevuto un'importante rivelazione: insieme ai capi d'Israele avevano avuto il privilegio di salire sul monte per entrare in contatto diretto con Dio. Essi erano sopravvissuti alla visione dello splendore divino; non potevano illudersi che il loro importante incarico li avrebbe protetti da una punizione severa. Non potevano sperare di godere di una sorta di immunità. Questo equivoco fu fatale. Il privilegio di una rivelazione superiore richiede, a chi ne beneficia, un impegno di integrità corrispondente al dono ricevuto. Su questo piano, Dio non può accettare compromessi. Onori e benedizioni non dovrebbero mai indurci a un comportamento presuntuoso e superficiale: Nadab e Abihu da giovani non erano stati educati a esercitare l'autocontrollo... CeC 98 3 Il lassismo li dominò a tal punto da indebolire il loro senso di responsabilità nei riguardi dei compiti più sacri. Essi non avevano imparato il rispetto dell'autorità paterna, e quindi non compresero la necessità di un'ubbidienza scrupolosa alle richieste di Dio. L'atteggiamento accondiscendente di Aronne li indusse alla trasgressione e li espose al giudizio divino... CeC 98 4 Dio voleva insegnare al popolo che è necessario avvicinarsi a lui con rispetto e timore, nelle forme che Egli aveva indicato. Il Signore non poteva accettare un'ubbidienza parziale. In quel momento di solenne adorazione, era impensabile che tutto non si svolgesse come Dio aveva ordinato. CeC 98 5 Nessuno si inganni, pensando che alcuni comandamenti di Dio siano secondari: egli non accetterà un surrogato di ciò che ha richiesto. PP 359,360 ------------------------Troppo Ubriacchi Per Prendersi Cura, 5 aprile CeC 99 1 Il vino è schernitore, la bevanda inebriante è turbolenta, e chiunque se ne lascia sopraffare non è saggio. Proverbi 20:1 CeC 99 2 Nadab e Abihu non avrebbero mai commesso quell'errore fatale se non fossero stati ubriachi, se non avessero abusato del vino. Sapevano che il servizio nel santuario richiedeva un'attenta e solenne preparazione: in quel luogo, infatti, si manifestava la presenza divina. La loro sregolatezza li rese inadatti alle funzioni sacre. Con la mente annebbiata e senza una chiara percezione morale, essi non riuscirono ad avvertire la differenza tra il sacro e il profano. Ad Aronne e ai suoi figli superstiti fu dato questo avvertimento: "Non bevete vino né bevande alcoliche... affinché, possiate discernere ciò che è santo da ciò che è profano, e ciò che è impuro da ciò che è puro... CeC 99 3 L'uso di vino e alcolici tende a indebolire il corpo e ad annebbiare la mente, inibendo i freni morali; impedisce all'uomo di distinguere ciò che è sacro e comprendere il carattere vincolante degli ordini divini. Tutti coloro che occupano una posizione di responsabilità spirituale devono mantenere una rigorosa temperanza, per poter scegliere consapevolmente tra il bene e il male.... CeC 99 4 A ogni cristiano sono rivolti questi stessi avvertimenti... "Se alcuno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, perché il tempio di Dio, che siete voi, è santo". 1 Corinzi 3:17 ibid 361-363 CeC 99 5 Il caso dei figli di Aaronne è stato messo in evidenza a beneficio del popolo di Dio e dovrebbe esse d'insegnamento a coloro che si stanno preparando per la seconda venuta di Cristo, perché l'indulgenza di un appetito depravato distrugge i bei sentimenti dell'anima, le cose spirituali e sante e perdono la loro sacralità. CeC 99 6 La disobbedienza sembra essere piacevole, eppure conduce al peccato. Temperance 361 ------------------------Mancanza Di Amore, 6 aprile CeC 100 1 Allora egli mandò Mosè, suo servo, e Aaronne che aveva eletto. Salmo 105:26 CeC 100 2 Dio scelse Aronne come portavoce di Mosè per un suo carattere amabile... CeC 100 3 Egli avrebbe potuto essere scelto anche come capo del popolo, ma Colui che conosce i cuori, che comprendere il carattere, sapeva che Aronne poteva fallire, che non aveva il coraggio morale di difendere il diritto in tutte le circostanze, indipendentemente dalle conseguenze. Il desiderio di Aaronne di dare fiducia alla gente, a volte lo ha portato a commettere grandi torti... La stessa mancanza di fermezza per il diritto nella sua famiglia ha portato alla morte due dei suoi figli .... Nadab e Abihu non sono riusciti a rispettare il comando di Dio a non offrire un fuoco sacro sui loro turiboli con l'incenso davanti a Lui .... CeC 100 4 L'afflizione di Aronne era grande, ma la sopportò con pazienza e umile sottomissione. La morte dei due figli, era il risultato della sua negligenza, lo riempì di una profonda angoscia. Egli non era solo un sacerdote del Dio altissimo ma anche della sua famiglia, eppure è stato incline a permettere la follia dei suoi figli. Aveva trascurato il suo dovere di educarli all'obbedienza, all'abnegazione e alla riverenza per l'autorità genitoriale. Attraverso l'indulgenza mal riposta, non è riuscito a plasmare i loro caratteri. Il suo carattere permissivo, la sua mancanza di rigore nel sostenere la giustizia, l'avevano indotto a trascurare l'educazione dei figli, abbandonandoli alle loro tendenze naturali. CeC 100 5 Il lassismo li dominò a tal punto da indebolire il loro senso di responsabilità nei riguardi dei compiti più sacri. Essi non avevano imparato il rispetto dell'autorità paterna, e quindi non compresero la necessità di un'ubbidienza scrupolosa alle richieste di Dio. L'atteggiamento accondiscendente di Aronne li indusse alla trasgressione e li espose al giudizio divino. CeC 100 6 Aronne, come anche molti genitori oggi, non vide che il suo amore paterno era mal riposto, e che l'indulgenza dei suoi figli dispiaceva a Dio... La sua dolce rimostranza, senza un fermo esercizio di moderazione dei genitori e la sua imprudente tenerezza verso i suoi figli divenne un'estrema crudeltà. 3T 293-295 ------------------------Anime Affamate, 7 aprile CeC 101 1 Ben presto però dimenticarono le sue opere e non aspettarono fiduciosi l'adempimento del suo disegno, si accesero di cupidigia nel deserto e tentarono Dio nella solitudine. Ed egli diede loro quanto chiedevano, ma mandò fra loro un morbo che assottigliò il loro numero. Salmo 106:13-15 CeC 101 2 Ogni volta che mancava il cibo, gli israeliti erano insoddisfatti, mormoravano e si lamentavano contro Mosè e Aaronne e contro Dio. The S.D.A. Commento biblico 1: 1102 CeC 101 3 Dio aveva dato agli israeliti qualcosa che certo non rispondeva perfettamente alle esigenze della loro salute. La loro ostinazione nel richiedere la carne aveva infine indotto il Signore a concederla. Gli ebrei avevano disprezzato l'alimento che era stato fornito per il loro benessere. Ora che le loro proteste erano state soddisfatte, avrebbero subìto le conseguenze di quella richiesta. Durante i festeggiamenti, infatti, mangiarono una tale quantità di carne che gli effetti di quegli eccessi non si fecero attendere. "...E l'Eterno percosse il popolo con una gravissima piaga". Numeri 11:33 PP 382 CeC 101 4 Il Signore avrebbe potuto continuare a provvedere loro altri alimenti ma non lo fece perché desiderava il benessere della sua gente. Voleva offrire agli ebrei un cibo più adatto alle loro necessità, invece degli alimenti malsani che avevano conosciuto in Egitto. Le loro abitudini alimentari dovevano essere corrette, perché essi potessero apprezzare il cibo che Dio in origine aveva destinato al genere umano: i frutti della terra, offerti ad Adamo ed Eva in Eden. In questo modo, gli israeliti avrebbero potuto godere di un migliore stato di salute e quindi il Signore eliminò quasi completamente la carne dalla loro alimentazione. Satana insinuò allora l'idea che quella limitazione fosse ingiusta e crudele. Indusse gli ebrei a desiderare ciò che era stato loro proibito: sapeva infatti che l'abitudine di cedere all'appetito, senza imporsi alcun controllo, può indurre un individuo ad abbandonarsi esclusivamente agli impulsi della sensualità. Attraverso mezzi come questi, egli pensava di poter controllare più facilmente quella gente. L'autore delle disgrazie e delle miserie umane concentra i suoi sforzi sulle persone con cui sa di poter avere maggiore successo. Egli fece appello all'appetito anche quando tentò Eva, inducendola a mangiare il frutto proibito: con questo stesso espediente, ha trascinato molti uomini in uno stato di miseria morale. Nel suscitare la protesta degli ebrei contro Dio, Satana agì nello stesso modo. CeC 101 5 L'intemperanza nel mangiare e nel bere porta gli individui a cedere alle passioni più basse, e li dispone a trascurare i loro obblighi morali: quando sono sottoposti a una tentazione non hanno la forza di resistere. ibid 378 ------------------------Due Contro Uno, 8 aprile CeC 102 1 Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè? Numeri 12:8 CeC 102 2 Miriam era una donna amata dalla sua gente; il Signore l'aveva posta in una posizione di prestigio, seconda per autorità solo a Mosè e Aronne. Tuttavia, nella mente di Miriam si insinuò lo stesso spirito che molto tempo prima aveva seminato la discordia in cielo: le sue ambizioni non tardarono a trovare l'appoggio di un seguito di simpatizzanti.... CeC 102 3 Se Aronne avesse difeso con fermezza la verità, avrebbe potuto impedire una disgrazia. Invece di indicare a Miriam il suo errore, egli l'appoggiò: ascoltò le sue lamentele e finì per condividerne i sentimenti. CeC 102 4 Al momento della nomina dei settanta anziani, Miriam e Aronne non erano stati consultati. Il fatto suscitò il loro risentimento contro Mosè... CeC 102 5 Miriam e Aronne non dovevano assumersi il peso delle responsabilità che gravavano su Mosè: tuttavia, per il fatto di essere stati chiamati ad aiutarlo, pensavano di essere investiti della sua stessa autorità.... CeC 102 6 Essi infatti dissero: L'Eterno ha Egli parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha Egli parlato anche per mezzo nostro? ..." Numeri 12:2. Aronne e Miriam si consideravano ugualmente favoriti da Dio e si sentivano investiti della stessa autorità di Mosè. CeC 102 7 Dio aveva scelto Mosè come capo d'Israele e lo aveva guidato con il suo Spirito. La slealtà di Miriam e Aronne era dunque diretta contro Dio prima ancora che contro il loro fratello.... CeC 102 8 Dio ha affidato a degli esseri umani la pesante responsabilità di condurre e istruire la sua chiesa. Tuttavia, ogni credente, dovrà rispondere personalmente del modo in cui tratta le persone che svolgono questo importante compito. Dobbiamo onorare chi è stato onorato da Dio. La condanna ricevuta da Miriam dovrebbe costituire un ammonimento per chiunque, spinto dall'invidia, muova critiche ingiuste contro coloro ai quali Dio ha affidato un ruolo così difficile. ibid 382-386 ------------------------I Tratti Del Nemico, 9 aprile CeC 103 1 L'ira è crudele e la collera impetuosa, ma chi può resistere alla gelosia? Proverbi 27:4 CeC 103 2 Mosè sopportò le accuse di Miriam e Aronne con pazienza, in silenzio. Nei lunghi anni trascorsi a Madian, lavorando duramente, aveva imparato a essere umile e tollerante. Questa esperienza gli aveva permesso di affrontare con pazienza lo scetticismo e le contestazioni del popolo, l'orgoglio e l'invidia di coloro che avrebbero dovuto essere i suoi collaboratori più fidati. "Mosè era un uomo molto mansueto, più d'ogni altro uomo sulla faccia della terra" (Numeri 12:3): per questo, Dio gli fu accanto offrendogli il suo consiglio e la sua saggezza, più di quanto abbia mai fatto con qualsiasi altro uomo. La Bibbia infatti afferma: "L'Eterno... guiderà i mansueti nella giustizia, insegnerà ai mansueti la sua via". Salmo 25:8,9 Il Signore guida le persone miti, perché sono disposte a imparare: desiderano sinceramente conoscere e attuare ciò che Dio vuole per loro... CeC 103 3 "E l'Eterno scese in una colonna di nuvola, si fermò all'ingresso della tenda, e chiamò Aronne e Maria...". Numeri 12:5. Miriam e Aronne rivendicavano legittimamente il dono della profezia: di fatto, Dio poteva rivolgersi a loro attraverso sogni e visioni. Ma Mosè, che Dio dichiarò "fedele in tutta la mia casa", aveva il privilegio di un contatto più diretto: con lui il Signore parlava a tu per tu. "...Perché dunque non avete temuto di parlar contro il mio servo, contro Mosè? E l'ira dell'Eterno s'accese contro loro ed Egli se ne andò". Numeri 12:8, 9. La nuvola divina scomparve dal santuario, in segno di disapprovazione. In quel momento Miriam fu punita: divenne "lebbrosa, bianca come neve". Il loro orgoglio era stato annientato: Aronne confessò il proprio errore e supplicò che la sorella colpita da una malattia così ripugnante e letale -- non fosse abbandonata alla morte. In risposta alla preghiera di Mosè, Miriam fu guarita dalla lebbra, ma fu allontanata dall'accampamento per sette giorni. CeC 103 4 La malattia di Miriam era un segno della condanna divina, e doveva rappresentare un avvertimento per tutti gli israeliti e arginare il diffondersi di sentimenti di malcontento e ribellione. Se Dio non fosse intervenuto, la gelosia e l'ambizione di Miriam avrebbero provocato gravi conseguenze. L'invidia è il sentimento che rende l'uomo più simile a Satana: le sue conseguenze sono tra le più distruttive... CeC 103 5 Dove infatti c'è invidia e contesa, lì c'è turbamento ed ogni sorta di opere malvagie. Giacomo 3:16 ibid 384385 ------------------------Una Rapporto Contradditorio, 10 aprile CeC 104 1 Così presentarono ai figli d'Israele un cattivo resoconto... Numeri 13:32 CeC 104 2 Il Signore comandò a Mosè di mandare uomini a esplorare la promessa terra di Canaan ai figli d'Israele ... Dopo la descrizione delle meravigliose ricchezze di Canaan, dieci dei dodici partecipanti alla spedizione parlarono a lungo delle difficoltà e dei rischi a cui gli israeliti si sarebbe esposti nell'intraprendere la conquista... I sentimenti degli ebrei mutarono completamente. Il coraggio e la fiducia erano scomparsi, sostituiti dallo sconforto, delusione e mormorii. In quel momento nessuno si ricordava in che era Dio che li aveva portato fin cui e che avrebbe dato loro la terra promessa... CeC 104 3 Allora Caleb -- una delle spie -- si fa vanti e con la sua voce chiara e decisa prese la parola. Si oppose alla codardia dei suoi compagni che osarono indebolire la fede e il coraggio di tutto Israele. Ha attirato l'attenzione della gente mettendo a tacere le loro lamentele per un momento. Ma mentre parlava, le spie infedeli lo interruppero e dissero: "Non siamo capaci di salire contro questo popolo perché sono più forti di noi". CeC 104 4 Una volta adottato un atteggiamento negativo, i dieci uomini continuarono a opporsi ostinatamente a Mosè, ad Aronne a Giosuè e in ultima analisi anche a Dio stesso. Ormai erano decisi a scoraggiare ogni tentativo di intraprendere la conquista di Canaan e deformarono il resoconto della situazione perché avesse un peso decisivo nell'influenzare il popolo. Il loro non era solo un rapporto malvagio, ma anche bugiardo. Le dieci spie, infatti, avevano dichiarato che il paese era ricco e prospero, popolato da uomini di statura gigantesca, e ciò rendeva impossibile da sostenere, se a causa del suo clima insalubre si poteva dire che esso "divorava i suoi abitanti". CeC 104 5 Qualora i due uomini avessero dato un resoconto distorto e altri dieci li avessero incoraggiati a prendere possesso della terra promessa nel nome del Signore, tutti gli altri avrebbero comunque preso in considerazione l'opinione delle due spie anziché quella di dieci proprio a causa della loro malvagità e mancata fede in Dio. 4T 148-151 ------------------------Perché Aspettare?, 11 aprile CeC 105 1 Saliamo subito e conquistiamo il paese, perché possiamo certamente farlo.Numeri 13:30 CeC 105 2 Fu la fede di Caleb in Dio a dargli coraggio. Dalla stessa fonte, il potente Generale degli eserciti del cielo, ogni vero soldato della croce di Cristo deve ricevere forza e coraggio per superare ostacoli che spesso sembrano insormontabili ... Coloro che vogliono fare il loro dovere, devono essere sempre pronti a pronuncia le parole incoraggianti che provengono da Dio e non da loro stessi, talvolta parole piene di dubbi, di scoraggiamento e disperazione... CeC 105 3 Chi parla di impossibilità, chi trema al pensiero di giganti e alte mura, lasci che i fedeli Caleb che hanno "un altro spirito", siano al primo piano. La verità salvifica di Dio deve essere data alla gente da quegli ministri e i credenti che non la nascondono come hanno fatto le spie infedeli... CeC 105 4 Le agenzie umane devono essere impiegate in questo lavoro. Lo zelo e l'energia devono essere intensificati; i talenti che sono indebolite a causa dell'inazione, devono essere messi in servizio dell'opera. La voce che diceva: "Aspetta! Non permettere che ti vengano imposti dei pesi", è la voce delle spie codardi. Vogliamo avere molti Caleb che sono posti in prime linee come capi di Israele che con coraggio faranno un rapporto forte e favorevole di un'azione immediata. CeC 105 5 Gli egoisti, coloro che sono in preda al panico, che temono i giganti o alti mura inaccessibili, che tendono alla ritirata, ascoltino la voce del Caleb e altri come lui, pronti a sconfiggere ogni ostacolo con la loro fedele testimonianza. 5T 378-383 CeC 105 6 I fedeli Caleb verranno chiamati nel momento in cui gl'increduli disprezzeranno la Parola di Dio. Allora dovremo restare fermi al posto del dovere, senza ostentazione e senza vacillare a causa della vergogna. CeC 105 7 Le spie incredule erano pronte per distruggere Caleb. Egli vide le pietre nelle mani di coloro che avevano portato un'informazione falsa, ma non s'intimorì; aveva un messaggio e lo avrebbe dato. Quelli che oggi sono fedeli a Dio manifesteranno questo stesso spirito. 2SM 369 ------------------------La Ribellione Al Campo, 12 aprile CeC 106 1 Essi sono audaci, arroganti e non hanno timore di dir male delle dignità. 2 Pietro 2:10 CeC 106 2 Non esiste insulto più grave verso Dio che disprezzare e rifiutare gli strumenti di cui Egli si vorrebbe servire per salvare gli uomini... CeC 106 3 Kore era animato, anche se su scala ridotta, dallo stesso spirito che aveva caratterizzato la ribellione di Satana. L'orgoglio e l'ambizione avevano spinto Lucifero a lamentarsi del governo di Dio e a cercare di sovvertire l'ordine del cielo. Fin dal fallimento di questo suo primo tentativo, egli si sforzò di infondere anche negli uomini l'invidia, la discordia e l'ambizione. Con questo obiettivo, Satana influenzò Kore, Dathan e Abiram, facendo leva sul loro orgoglio per fomentare gelosie, sospetto e ribellione. Satana fece in modo che essi rifiutassero l'autorità degli uomini che il Signore aveva nominato, e quindi anche la sovranità di colui che li aveva scelti. Lamentandosi di Mosè e Aronne, i ribelli offendevano Dio. Accecati dal loro errore, erano assolutamente convinti di essere nel giusto: Satana li spinse ad accusare di disonestà proprio le persone che, fedeli ai princìpi divini, avevano denunciato la loro condotta... CeC 106 4 Così, mentre si sforzano di distruggere la fiducia della gente negli uomini che Dio ha scelto, queste persone credono di essere impegnate in una giusta causa, in un servizio utile al Signore... CeC 106 5 Quando un individuo scende a compromessi con le proprie passioni, permette a Satana di controllare la sua mente, e così diventa sempre più malvagio. La sua sensibilità morale diminuisce, oscurando la capacità di giudizio, e cedere al male risulta sempre più facile. Tutte le manifestazioni dell'amore di Dio, anche le più evidenti, vengono respinte; infine diventa impossibile cambiare il proprio comportamento deviante e il concetto di colpa perde ogni significato. PP 402-404 ------------------------Mosè Perde La Pazienza, 13 aprile CeC 107 1 E la costanza compia in voi un'opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti. Giacomo 1:4 CeC 107 2 Nonostante il fatto che Mosè fosse l'uomo più mansueto che viveva sulla terra, in un'occasione perse la pazienza e commise un grave errore, provocando dispiacere a Dio... CeC 107 3 Gli immeritati rimproveri della gente che gli cadono addosso, lo inducono per un momento a dimenticare che le lamentele del popolo non era contro di lui, ma contro Dio; invece di essere rattristato per aver offeso lo Spirito di Dio, si si sentì offeso lui e con l'ira percosse la roccia due volte con il bastone, dicendo: "Ora ascoltate, o ribelli; vi faremo noi uscir dell'acqua da questa roccia...? CeC 107 4 Mosè, con questo gesto dimostrò la sua debolezza davanti al popolo. Ha mostrato una marcata mancanza di autocontrollo, uno spirito simile a quello di tutti quelli che continuavano a mormorare e lamentarsi. Avrebbe dovuto essere un esempio di pazienza davanti a quella moltitudine che era sempre pronta a giustificare i propri fallimenti, disaffezioni e mormori irragionevoli. Il peccato più grande da parte sua consisteva nell'agire al posto di Dio. La posizione d'onore che Mosè aveva finora, non ha sminuito la sua colpa, anzi la ingrandì notevolmente. Finora era un uomo senza colpa, mentre ora era caduto anche lui. CeC 107 5 Molti in una posizione simile penserebbero che il loro peccato sarebbe stato dimenticato a causa della loro lunga vita di incrollabile fedeltà. Eppure no è così! Mosè, un uomo onorato da Dio, anziché glorificarlo e onorarlo, lo offese davanti a tutto il popolo. Come rappresentante di Cristo, il suo carattere è stato tristamente macchiato. Aveva peccato e la sua fedeltà passata non poteva espiare il peccato attuale... Mosè e Aaronne, furono sottoposti alla stessa punizione di quelli in una posizione più umile; dovevano morire. Con inesprimibile angoscia nel cuore, con amore e la fiducia in Dio, si inchinarono sottomessi davanti al Signore... Purtroppo, pochi ancora comprendono la gravità del peccato ... Il caso di Mosè e Aaronne ... ci dice che non è una cosa saggia peccare in parole, pensieri o azioni. 4T, 369,370 ------------------------Nessuna Scusa Per Il Peccato, 14 aprile CeC 108 1 Essi lo provocarono ancora presso le acque di Meriba, e ne venne del male a Mosè per causa loro, perché inasprirono il suo (di Mosè) spirito, ed egli parlò avventatamente con le sue labbra. Salmo 106:32,33 CeC 108 2 Se Mosè e Aronne avessero voluto difendere soprattutto la propria immagine, o mantenere un atteggiamento aggressivo di fronte al rimprovero divino, avrebbero aggravato la loro colpa. Ma il Signore non poteva accusarli di avere agito intenzionalmente: erano stati vinti da un impulso negativo, per il quale provarono subito un profondo rimorso. Il Signore accettò quel pentimento, ma non risparmiò loro la punizione, a causa delle conseguenze che il fatto avrebbe provocato fra il popolo... CeC 108 3 Dio aveva perdonato agli israeliti delle colpe molto più gravi, ma non poteva trattare con la stessa indulgenza coloro a cui aveva affidato la responsabilità del popolo... CeC 108 4 Tuttavia, tutto questo non faceva che rendere ancora più pesante la responsabilità di Mosè per l'errore commesso. La fedeltà a Dio dimostrata nel passato non può cancellare un'azione malvagia. Maggiori sono le conoscenze e i privilegi di cui un uomo gode, più grave è la sua colpa e più pesante la relativa punizione. Da un punto di vista umano Mosè non era colpevole di un grande crimine... CeC 108 5 Per quanto possa essere profonda la nostra spiritualità e grandi le dimostrazioni di amore che abbiamo ricevuto da Dio, dovremmo pregare perché l'influsso divino agisca in noi, dirigendo ogni pensiero e ogni impulso... CeC 108 6 Le responsabilità di Mosè erano veramente pesanti; pochi uomini sono stati tentati così severamente come lui. Ciò comunque non giustifica il suo errore... CeC 108 7 Dio ha offerto un valido sostegno a coloro che credono in lui: se essi avranno fiducia in questa forza, non saranno travolti dalle circostanze. A volte un uomo può essere sottoposto a pressioni molto forti: tuttavia, la trasgressione è un atto volontario. Nessuna potenza terrena o diabolica ci può costringere a fare il male. Anche se Satana fa leva sulle nostre debolezze, noi possiamo superare la crisi. Per quanto una difficoltà possa essere grave e improvvisa, Dio ci darà sempre la forza necessaria per affrontarla con successo. PP 419-421 ------------------------Dal Sepolcro Alla Gloria, 15 aprile CeC 109 1 Io supplicai l'Eterno, dicendo: "O Signore, o Eterno, tu hai cominciato a mostrare al tuo servo la tua grandezza e la tua mano potente; poiché qual è il dio in cielo o sulla terra, che possa fare le opere e i portenti simili a quelli che fai tu? Deh, lasciami passare il Giordano per vedere il bel paese che è al di là del Giordano, la bella regione montuosa e il Libano". Ma l'Eterno si adirò contro di me, per causa vostra, e non mi esaudì. Così l'Eterno mi disse: "Basta così; non parlarmi più di questa cosa. Deuteronomio 3:23-26 CeC 109 2 Prima del sacrificio del Cristo, nulla illustrava in maniera più eloquente la giustizia e l'amore di Dio della vita di Mosè. Dio impedì a Mosè di entrare in Canaan per insegnare una lezione che non dovremmo mai dimenticare; il Creatore richiede un'ubbidienza rigorosa e gli uomini devono stare attenti a non attribuirsi la gloria dovuta solo a lui. Pur non potendo esaudire la preghiera di Mosè, permettendogli di condividere l'eredità d'Israele, l'Eterno non dimenticò né abbandonò il suo servo. Il Dio dei cieli conosceva le sofferenze che Mosè aveva provato; aveva notato il servizio fedele compiuto in quei lunghi anni di lotta e di prove, e sulla cima del monte Pisga, chiamò Mosè a un'eredità infinitamente più gloriosa di quella della Canaan terrena.... CeC 109 3 Mosè fu presente insieme a Elia, il profeta che era stato traslato sul monte della trasfigurazione, per portare al Figlio la luce e la gloria del Padre. Così si adempì la preghiera di Mosè, pronunciata tanti secoli prima. Egli rimase sulla "buona montagna", all'interno della terra del suo popolo... CeC 109 4 Mosè... prefigurava il Cristo. CeC 109 5 Dio ritenne opportuno educare Mosè alla scuola dell'afflizione e della povertà per prepararlo a guidare le schiere d'Israele nella Canaan terrena. L'Israele di Dio, nel suo viaggio verso la Canaan celeste, ha un Capo che, pur non avendo bisogno di prepararsi per essere una guida, ha voluto diventare perfetto attraverso la sofferenza. Infatti "...in quanto Egli stesso ha sofferto, essendo tentato, può soccorrere quelli che son tentati". Ebrei 2:10, 12. CeC 109 6 "E Mosè fu bensì fedele in tutta la casa di Dio come servitore per testimoniar delle cose che dovevano esser dette; ma Cristo lo è come Figlio sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se riteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza". Ebrei 3:5,6 Ibid 479-480 ------------------------L'avidità Non Appaga, 16 aprile CeC 110 1 Essi, abbandonata la retta via, si sono sviati seguendo la via di Balaam, figlio di Beor, che amò il salario d'iniquità. 2 Pietro 2:15 CeC 110 2 Un tempo Balaam era stato un uomo onesto e un profeta di Dio. In un secondo tempo però aveva abbandonato la sua fede, travolto dalla passione per il denaro. Ora, tuttavia, si dichiarava ancora fedele al Signore. Sapeva che Dio era intervenuto in favore d'Israele. Quando gli anziani di Moab e Madian gli presentarono le loro intenzioni, egli era consapevole che sarebbe stato suo dovere rifiutare le ricompense di Balak e congedare gli ambasciatori. Ma Balaam si espose al pericolo di giocare con quella tentazione, e insistette perché quella notte gli ambasciatori si fermassero da lui. Egli sosteneva infatti che per dare loro una risposta precisa avrebbe dovuto chiedere consiglio al Signore. Balaam sapeva che la sua maledizione non avrebbe avuto alcun effetto su Israele finché gli israeliti fossero rimasti fedeli a Dio. Il Signore li proteggeva: nessun potere terreno o satanico avrebbe potuto sconfiggerli. Le parole degli ambasciatori: "Chi tu benedici è benedetto, e chi tu maledici è maledetto" (Numeri 22:6), avevano però risvegliato il suo orgoglio e la sua avidità con la prospettiva di ricchi doni e grandi onori. Spinto da questi sentimenti, accettò la ricompensa; quindi, professando un'ubbidienza rigorosa alla volontà di Dio, tentò di soddisfare i desideri di Balak.... CeC 110 3 Dio considera l'avidità come una forma di idolatria. L'insaziabile desiderio di denaro lo rese opportunista, e Satana poté dominarlo completamente: questa fu la sua rovina. Satana infatti cerca sempre di distogliere gli uomini dall'impegnare le proprie forze per il Signore, con la prospettiva di onori e vantaggi terreni. Egli insinua in loro l'idea che troppi scrupoli morali siano un ostacolo al raggiungimento della ricchezza. A causa di questa convinzione, molti non si comportano più con onestà, e dopo aver commesso un primo errore ne compiono ancora più facilmente un secondo, diventando sempre più presuntuosi. Dopo aver ceduto all'amore per il denaro e il potere compiono, o tentano di compiere, le azioni più terribili. Pur di ottenere un vantaggio materiale, si illudono di potersi comportare per un certo tempo in maniera non del tutto corretta; in seguito, quando lo giudicheranno opportuno, avranno sempre la possibilità di agire in modo onesto. In realtà essi cadono in un inganno perverso e di rado riescono a liberarsene. ibid 438-440 ------------------------Dovere O Desiderio, 17 aprile CeC 111 1 ...anzi avete respinto ogni mio consiglio e non avete accettato la mia correzione. Proverbi 1:25 CeC 111 2 Quella notte, l'Angelo di Dio portò a Balaam questo messaggio: "Tu non andrai con loro, non maledirai quel popolo, perché egli è benedetto". Numeri 22:12... CeC 111 3 Balaam, messo alla prova per la seconda volta, rispose alle insistenze degli ambasciatori simulando una grande onestà e coscienziosità: dichiarò che nessuna quantità di oro e argento l'avrebbe indotto ad agire in modo contrario alla volontà di Dio. In realtà, egli desiderava ardentemente accettare la richiesta del re. Sebbene Dio gli avesse già rivelato la sua volontà, sollecitò i messaggeri a fermarsi da lui per poter interrogare il Signore ancora una volta, come se Dio fosse un essere umano da convincere. Quella notte il Signore apparve a Balaam, e gli disse: "Se quegli uomini son venuti a chiamarti, levati e va con loro; soltanto, farai ciò che io ti dirò". Numeri 22:20. Balaam era così deciso ad accettare la richiesta degli ambasciatori che Dio lo assecondò fino a un certo punto. Il profeta cercava di assicurarsi l'approvazione divina, ma nello stesso tempo voleva realizzare il proprio desiderio e trasgredire l'ordine di Dio. CeC 111 4 Oggi migliaia di persone agiscono in modo simile. Pur sapendo come comportarsi in base alle indicazioni contenute nella Bibbia, o secondo i dettami delle circostanze e della ragione, in lunghe e impegnative preghiere chiedono a Dio una maggiore conoscenza del loro dovere. In realtà queste persone omettono spesso di fare ciò che è giusto perché questo significherebbe contraddire i loro desideri e le loro inclinazioni. In un'altra situazione, non avrebbero difficoltà a comprendere, se ciò fosse in accordo con le loro tendenze naturali. Ma con Dio non si scherza. Egli spesso permette che certi individui seguano i propri desideri e ne subiscano le conseguenze... CeC 111 5 Quando siamo chiaramente consapevoli del nostro compito, non dobbiamo rivolgerci a Dio pregando che ci esenti dal compierlo. Dobbiamo invece chiedere con umiltà e sottomissione la forza e la saggezza per affrontarlo. ibid 4393-441 ------------------------Due Uomini-La Stessa Sorte, 18 aprile CeC 112 1 Fate attenzione e guardatevi dall'avarizia, perché la vita di uno non consiste nell'abbondanza delle cose che possiede. Luca 12:15 CeC 112 2 Balaam, non potendo pronunciare la maledizione contro il popolo di Dio, riuscì infine ad attirarla si di esso inducendolo al peccato. GC 529 CeC 112 3 Il diabolico complotto ebbe successo: Balaam vide la maledizione di Dio colpire migliaia di israeliti; ma la stessa giustizia che puniva le colpe degli ebrei non dimenticò gli artefici della trappola. Balaam rimase ucciso nella battaglia tra Israele e i madianiti... CeC 112 4 La sorte di Balaam assomiglia a quella di Giuda. Questi due uomini avevano un carattere molto simile. Tentavano di servire Dio e contemporaneamente soddisfare la sete di denaro e così andarono incontro a una evidente sconfitta. Balaam conosceva il vero Dio e sosteneva di ubbidirgli. Anche Giuda credeva che Gesù fosse il Messia e si unì ai suoi discepoli. Balaam sperava di fare della sua presunta fedeltà al Signore un trampolino per ottenere denaro e fama: il fallimento di questo obiettivo gli costò la vita. Unendosi al Cristo, Giuda pensava di assicurarsi ricchezze e onori nel regno che il Messia avrebbe costituito sulla terra. Quando le sue speranze svanirono, Giuda tradì Gesù e andò incontro alla rovina. Balaam e Giuda avevano ricevuto una particolare rivelazione da parte di Dio e beneficiarono di eccezionali privilegi: il loro carattere fu rovinato da un unico errore, che causò la morte di entrambi... CeC 112 5 Un solo peccato, se incoraggiato e coltivato, finisce per corrompere gradualmente l'individuo: anche i tratti più nobili vengono subordinati a desideri ingiusti. Quando un uomo rimuove le barriere morali della coscienza, abbandonandosi ad abitudini negative e rifiutando gli appelli del dovere, egli è indifeso di fronte al male. La sua condotta si allontanerà gradualmente dall'ideale della giustizia. La sola salvezza consiste nel pregare come Davide, ogni giorno, con grande sincerità: "I miei passi si son tenuti saldi sui tuoi sentieri, i miei piedi non han vacillato". Salmi 17:5 PP 451 ------------------------Le Trappole Del Peccato, 19 aprile CeC 113 1 Poiché il comandamento è una lampada, l'insegnamento una luce, e le correzioni dell'ammaestramento sono la via della vita, per proteggerti dalla donna malvagia, dalle lusinghe della lingua della straniera. Proverbi 6:23,24 CeC 113 2 Il crimine che attrasse i giudizi di Dio su Israele fu la dissolutezza. La prontezza delle donne nell'intrappolare le anime non terminò a Baal-Peor. Nonostante il castigo che sopravvenne ai peccatori in Israele, lo stesso crimine venne ripetuto molte volte. Satana si dimostrò molto attivo nel suo intento di distruggere completamente Israele. Balaac tese la trappola, su consiglio di Balaam. Israele poté vincere coraggiosamente i propri nemici in battaglia, gli resistette e ne uscì vincitore; ma quando le donne cominciarono a richiamare la loro attenzione e a cercare la loro compagnia e a sedurli col loro fascino, non resistettero alle tentazioni. Furono invitati a feste idolatre e la loro compiacenza per il vino annebbiò ulteriormente le loro menti accecate. CeC 113 3 Non poterono conservare l'autocontrollo né mantenersi leali alla Legge di Dio. I loro sensi furono offuscati dal vino, e le loro passioni non santificate li dominarono in modo tale che tutte le barriere furono rotte, li dominavano a tal punto che essi stessi invitavano la tentazione, a partecipare a quelle feste idolatre. Quegli uomini coraggiosi che non avevano mai esitato in battaglia, non eressero delle barricate intorno alle loro anime per resistere alla tentazione di appagare le loro più basse passioni... All'inizio si contaminarono la coscienza con la lascivia e poi si separarono ancora di più da Dio attraverso l'idolatria, dimostrando disprezzo per il Dio d'Israele... Verso la fine della storia di questa terra Satana lavorerà con tutte le sue forze allo stesso modo e con le stesse tentazioni con le quali tentò l'antico Israele appena prima di entrare nella terra promessa. Tenderà trappole a coloro che affermano di osservare i comandamenti di Dio, e che si trovano ai confini della Canaan celeste. Userà i suoi poteri al massimo per intrappolare le anime e sorprendere il professo Popolo di Dio nei suoi punti più deboli. È dovere del Popolo di Dio che osserva i comandamenti di Dio vegliare e pregare, studiare diligentemente le Scritture e riporre la Parola di Dio nel cuore, altrimenti peccherà contro di Lui con pensieri idolatri e pratiche degradanti e la chiesa di Dio si scoraggerà come le chiese cadute rappresentate nella profezia, piene di ogni tipo di uccelli impuri e immondi. RH May 17, 1887 ------------------------L'unica Via Per Ottenere La Vittoria, 20 aprile CeC 114 1 Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, cercando di agire secondo tutto ciò che vi è scritto, perché allora riuscirai nelle tue imprese, allora prospererai. Giosuè 1:8 CeC 114 2 Se gli uomini percorreranno il sentiero che Dio ha tracciato per loro, avranno un Consigliere la cui saggezza è molto al di sopra di ogni saggezza umana. Giosuè era un saggio generale perché Dio era la sua guida. La prima spada che Giosuè usò fu la spada dello Spirito, la Parola di Dio ... Fu perché le più forti influenze dovevano essere messe in atto contro i suoi principi di giustizia che il Signore misericordioso lo incaricò di non girare né alla destra né a alla sinistra. Egli seguiva la via d'integrità ... Se non ci fossero stati gravi pericoli per Giosuè, Dio non avrebbe avuto bisogno di incoraggiarlo. Ma tra tutte le sue preoccupazioni, Giosuè aveva bisogno della Sua guida. Non vi è inganno più grande per l'uomo di supporre che possa trovare una guida migliore di Dio, un consigliere più saggio in qualsiasi emergenza, una difesa più valida in qualsiasi circostanza... CeC 114 3 Dio ci rammenta che abbiamo ancora un grande lavoro da svolgere nel nostro mondo. Ciascuno ha ricevuto un compito che deve essere conseguito. Ma nessuno di noi deve fare di un altro la propria guida per paura di essere fuorviato. Tale scelta può diventare pericolosa. CeC 114 4 Anche se la religione biblica insegna i principi per l'opera, allo stesso tempo abbiamo la necessità di chiedere quotidianamente la saggezza alla Fonte di ogni saggezza. Qual è stata la vittoria di Giosuè? Meditare la Parola di Dio giorno e notte. La parola del Signore è stata rivelata a Giosuè poco prima che passasse il Giordano... Il segreto della vittoria di Giosuè era fare di Dio la sua guida. The SDA Bible Commentary 2, 993 CeC 114 5 Coloro che ricoprono le posizioni di consiglieri dovrebbero essere uomini altruisti, uomini di fede, uomini di preghiera, uomini che non oseranno fare affidamento sulla propria saggezza umana, ma cercare seriamente luce e intelligenza su quale sia il modo migliore di condurre la propria attività commerciale. Giosuè, il comandante di Israele, scrutò diligentemente i libri in cui Mosè aveva fedelmente narrato le indicazioni fornite da Dio, "i suoi requisiti, i rimproveri e le restrizioni," per evitare involontariamente gli errori. Ibid, 993,994 ------------------------L'invisibile Alleato, 21 aprile CeC 115 1 Sarò con te; io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Giosuè 1:5 CeC 115 2 Studiate attentamente le esperienze di Israele nei loro viaggi verso Canaan... Dobbiamo mantenere il cuore e la mente in esercizio attraverso lo studio della Parola di Dio esattamente come il Signore ha insegnato anticamente al Suo popolo. Per noi come lo era per loro, lo studio della Parola dovrebbe impressionarci sempre di più. Ibid 994 CeC 115 3 Quando Giosuè uscì la mattina prima della presa di Gerico, comparve davanti a lui un guerriero completamente attrezzato per la battaglia. E Giosuè chiese: "Sei tu per noi o per i nostri nemici?" E lui rispose: "No! Io sono il capo dell'esercito dell'Eterno; arrivo in questo momento". Giosuè 5:13,13 CeC 115 4 Se gli occhi di Giosuè fossero stati aperti come quelli del servitore di Eliseo a Dothan, e avrebbe potuto sopportare la vista, avrebbe visto gli angeli del Signore accamparsi attorno ai figli d'Israele; poiché l'esercito celeste era venuto a combattere per il popolo di Dio, e lo spirito del Capitano del Signore era lì a guidarli. CeC 115 5 Quando Gerico cadde, nessuna mano umana toccò le mura della città. Gli angeli di Dio, distrussero le fortificazioni e penetrarono nella fortezza del nemico. Non fu Israele a conquistare Gerico, ma il Capitano dell'esercito del Signore. Ma Israele doveva fare la sua parte nel dimostrare la sua fede nel Capitano della sua salvezza. CeC 115 6 Ogni giorno dobbiamo combattere le nostre battaglie... CeC 115 7 Come agenti di Dio dobbiamo sottometterci a Lui, affinché lui possa pianificare, dirigere e combattere la battaglia per noi. Il Principe della vita è a capo della Sua opera. Colui che ci ama tanto, ci aiuta nelle nostre battaglie quotidiane; ci sostiene nel mantenere la fede e i princìpi; c'insegna a sottometterci alla grazia di Dio; ci aiuta a diventare vincitori. Gesù, è stato sul campo di battaglia. Conosce il potere di ogni tentazione. Lui sa esattamente come affrontare ogni emergenza e come guidarci attraverso i pericoli. CeC 115 8 Allora perché non dovremmo fidarci di Lui? Ibid. 994,995 ------------------------Solo Dio Può Farlo, 22 aprile CeC 116 1 Il popolo darà in un grande grido; allora le mura della città crolleranno. Giosuè 6:5 CeC 116 2 Alla presa di Gerico il potente Generale degli eserciti pianificò la battaglia con una tale semplicità che nessun essere umano poteva dare gloria a sé stesso. Nessuna mano umana doveva abbattere le mura della città, affinché nessuno si prendesse la gloria della vittoria. Anche oggi, nessun essere umano deve prendersi la gloria per il lavoro che compie. Solo il Signore deve essere glorificato.... CeC 116 3 Il Signore mando i Suoi eserciti per conquistare la città; nessuna mano umana prese parte in questo; le schiere del cielo rovesciarono le sue mura, affinché solo il nome di Dio potesse avere la gloria. Gli eserciti divini avendo fatto crollare le possenti mura di Gerico, hanno terrorizzato le spie infedeli. Con la cattura di Gerico, Dio voleva dimostrare agli ebrei che i loro padri avrebbero potuto possedere la città già quarant'anni prima se solo avessero avuto la fiducia in Lui. ibid 995 CeC 116 4 La debolezza umana deve trovare aiuto nella forza soprannaturale in ogni conflitto, nel mantenere la perseveranza nella fede e nella fiducia in Dio. Solo il Signore può assicurarci la vittoria. Quando le forze nemiche si schierano contro il popolo di Dio, Egli ci esorta a essere coraggiosi e forti e di combattere valorosamente per vincere il paradiso. In questo grande combattimento non siamo soli, perché accanto a noi vi è il potente Generale degli eserciti insieme ai Suoi angeli. Come accadde alla presa di Gerico, non uno degli eserciti di Israele poteva vantarsi della loro forza finita. Era il Capo dell'esercito del Signore a vincere il conflitto, e di conseguenza solo Lui era degno di ricevere la gloria. Nessun mortale deve mai esaltarsi di niente. Se abbiamo il potere di fare qualcosa è per il merito delle promesse di Dio...Ibid, 995,996 CeC 116 5 Abbiamo bisogno di avere fede e fiducia continue nel Capitano della nostra salvezza. Dobbiamo obbedire ai Suoi ordini. Le mura di Gerico caddero proprio a seguito dell'obbedienza agli ordini dati da Dio. Ibid. 996 ------------------------A Causa Del Peccato Di Un Uomo..., 23 aprile CeC 117 1 ...non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete. Ebrei 13:5 CeC 117 2 All'origine del peccato, che determinò la rovina di Acan, vi era l'avidità e l'inganno nel suo cuore. Coloro che indulgono nello stesso peccato, saranno più facilmente tentati la seconda volta. È la prima trasgressione che apre la porta al tentatore per abbattere ogni resistenza e prendere pieno possesso dell'anima. Achan aveva sentito spesso ripetuti avvertimenti contro il peccato di bramosia. La santa legge di Dio aveva proibito il furto e ogni inganno, eppure egli continuò a praticare lo stesso peccato. Non essendo stato ripreso e rimproverato apertamente, divenne più audace; gli avvertimenti ricevuti non avevano fatto alcun effetto su di lui, fino a quando la sua anima non è stata legata alle tenebre. Ibid. 997 CeC 117 3 A causa del peccato di un uomo, vergogna, sconfitta e morte furono introdotte in mezzo al popolo d'Israele. Di conseguenza, la protezione divina finora elargita al popolo durante la battaglia fu ritirata. Anche oggi, vari peccati accarezzati o praticati dai cristiani professi facenti parte della chiesa, allontanano le benedizioni divine. CeC 117 4 Ciò che si deve temere nella chiesa non è l'influsso che possono esercitare gli aperti oppositori, gli infedeli, i bestemmiatori, ma coloro che pur essendo cristiani sono incoerenti. Essi allontanano le benedizioni del Dio d'Israele e rendono il Suo popolo debole. Il cristianesimo non riguarda soltanto la santificazione del sabato o il santuario; esso deve essere praticato tutti i giorni della settimana. La Verità deve essere accettata e rispettata al lavoro, a casa e nelle transazioni commerciali con i fratelli di tutto il mondo... CeC 117 5 È meglio morire che peccare; meglio morire che frodare; meglio avere fame che mentire. Che tutti coloro che sono tentati respingano Satana con le parole: "Beato chiunque teme l'Eterno e cammina nelle sue vie. Allora mangerai della fatica delle tue mani, sarai felice e godrai prosperità". Salmo 128:1,2 4T, 493-495 ------------------------Non Nasconderti Da Dio, 24 aprile CeC 118 1 Io non sarò più con voi, se non distruggete le cose votate allo sterminio di mezzo a voi. Giosuè 7:12 CeC 118 2 A causa di peccato di un solo uomo l'Israele è stato sconfitto dal nemico. IL Signore ha richiesto qualcosa di più della preghiera; il popolo doveva alzarsi presto per ripulire minuziosamente il campo. Dice il Signore: "Io non sarò più con voi, se non distruggete le cose rubate durante la presa di Gerico". MS 12, 1893 CeC 118 3 Hai considerato il motivo per cui tutti coloro che erano collegati ad Achan erano anche soggetti alla punizione di Dio? Era perché non erano stati addestrati ed educati secondo le indicazioni date loro nel grande standard della legge di Dio. I genitori di Achan avevano educato il loro figlio in modo tale da lasciarlo libero di disobbedire alla Parola del Signore; i principi inculcati nella sua vita lo hanno portato a trattare con i suoi figli in modo che anche loro fossero corrotti ... La punizione ... rivela il fatto che tutti erano coinvolti nella trasgressione. SDA Bible Commentary 2, 998 CeC 118 4 L'amore di Dio non eliminerà mai il peccato; non coprirà o giustificherà mai un errore inconfessato .... Il peccato ha a che fare con tutti i nostri atti, pensieri e sentimenti. Ci segue sempre per raggiungere in segreto la nostra anima. L'indulgenza nel peccato induce gli uomini a prendere la legge di Dio con leggerezza. Molti come Achan, si sentono rassicurati dal pensiero di poter nascondere agli uomini le loro trasgressioni e si illudono pensando che Dio non ne terrà conto. Quando i registri del cielo saranno aperti, e il grande Giudice indicherà le loro colpe, ogni cosa segreta, sia essa buona o cattiva. CeC 118 5 La purezza del cuore porterà alla purezza della vita. Tutte le scuse per il peccato sono vane. Chi può chiedere il peccatore quando Dio testimonia contro di lui? ibid 996,997 ------------------------Troppo Tardi, 25 aprile CeC 119 1 Chi copre le sue trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia. Proverbi 28:13 CeC 119 2 Quando giunse il solenne momento dell'indagine, ed egli vide che era stata indicata la sua tribù, poi la sua famiglia e il suo casato, tremò terrorizzato. Finché il dito di Dio non indicò lui, non pronunciò nessuna confessione e ammise il suo errore solo quando il suo peccato non poteva più essere nascosto. Confessioni simili sono molto frequenti. C'è una grossa differenza fra coloro che ammettono i fatti dopo essere stati scoperti e coloro che confessano il peccato conosciuto solo da loro e da Dio. Se Acan non avesse sperato di evitare le conseguenze del suo delitto, non avrebbe confessato. La sua confessione dimostrava unicamente che la punizione che li è stata inferta era giusta. Non vi era nessun sincero pentimento per il peccato, nessuna sofferenza, nessun cambiamento di propositi e nessun sentimento di ripugnanza per il male. CeC 119 3 Questa è la confessione dei colpevoli che staranno davanti al tribunale di Dio, quando ogni destino sarà definitivamente deciso... CeC 119 4 Quando i registri del cielo saranno aperti, e il grande Giudice indicherà le loro colpe, non a parole, ma con il suo sguardo accusatore e penetrante che farà riaffiorare in maniera vivida alla loro memoria ogni atto e ogni circostanza della loro vita, allora non sarà più necessario, come ai tempi di Giosuè, ricercare il colpevole di tribù in tribù, di casato in casato, di famiglia in famiglia. La vergogna dei peccatori sarà confessata dalle loro stesse labbra, e il peccato nascosto agli uomini sarà proclamato al mondo intero. PP 497, 498 CeC 119 5 Se avete ancora dei peccati da confessare, non perdete tempo, fatelo subito, perché questo momento è prezioso come l'oro. 1SM 352 CeC 119 6 "Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità". 1 Giovanni 1:9 1 SM, 352 ------------------------Il Prezzo Della Vita, 26 aprile CeC 120 1 L'empio desidera la preda dei malvagi, ma la radice dei giusti porta frutto. Proverbi 12:12 CeC 120 2 Gli israeliti lasciarono Sichem per dirigersi verso l'accampamento di Ghilgal dove furono subito raggiunti da una strana delegazione che chiese di stipulare un patto con loro. Questi ambasciatori dissero di provenire da un paese lontano, come il loro aspetto apparentemente confermava. I loro vestiti erano vecchi e consumati, i sandali rappezzati, le provviste stantie e gli otri nei quali avevano messo il vino spaccati e rattoppati, come se fossero stati frettolosamente riparati durante il viaggio.... CeC 120 3 Gli israeliti si lasciarono convincere da questa richiesta e non chiesero consiglio all'Eterno. "E Giosuè fece pace con loro e fermò con loro un patto, per il quale avrebbe lasciato loro la vita; e i capi della radunanza lo giurarono loro". Giosuè 9:15.... CeC 120 4 Per i gabaoniti sarebbe stato ben più vantaggioso agire onestamente nei confronti d'Israele sottomettendosi all'Eterno, perché così, oltre ad avere salva la vita, avrebbero evitato il disonore e la schiavitù, frutti del loro inganno. Dio aveva detto che tutti coloro che avrebbero rinunciato al paganesimo, unendosi a Israele, avrebbero condiviso le benedizioni del patto e sarebbero stati ben accetti anche se stranieri e, tranne alcune eccezioni, questi uomini poterono godere degli stessi privilegi e favori degli israeliti; il Signore infatti aveva detto: "Quando qualche forestiero soggiornerà con voi nel nostro paese, non gli farete torto. Il forestiero che soggiorna tra voi, lo tratterete come colui ch'è nato tra voi; tu l'amerai come te stesso". Levitico 19:33, 34. CeC 120 5 Se non fossero ricorsi all'inganno, i gabaoniti avrebbero avuto gli stessi diritti d'Israele. Ma ora quegli abitanti di una "città reale" in cui "tutti gli uomini suoi erano valorosi" diventando per generazioni spaccalegna e portatori d'acqua, avrebbero subìto una grande umiliazione. Coloro che per ingannare si erano vestiti da poveri ora venivano umiliati dal giogo di una schiavitù perpetua. Nel corso dei secoli la loro condizione di servi avrebbe testimoniato l'avversione di Dio per la falsità. PP 5005-507 ------------------------"Dammi Quasto Monte", 27 aprile CeC 121 1 Ma oggi sono ancora forte come lo ero il giorno in cui Mosè mi mandò... Or dunque dammi questo monte. Giosuè 14:11,12 CeC 121 2 Prima che si procedesse alla spartizione del paese, Caleb, accompagnato dagli anziani della sua tribù, avanzò una richiesta particolare. Dopo Giosuè, egli era l'uomo più anziano d'Israele; erano state le uniche due spie che avevano dato un rapporto positivo della terra promessa, incoraggiando il popolo ad avanzare per prenderne possesso nel nome dell'Eterno; e in segno di riconoscimento di questa loro fedeltà avevano ricevuto una promessa: "La terra che il tuo piede ha calcata sarà eredità tua e dei tuoi figliuoli in perpetuo, perché hai pienamente seguito l'Eterno, il mio Dio". Giosuè 14:9. Caleb, ricordando a Giosuè questa promessa, chiedeva il territorio di Hebron... CeC 121 3 La richiesta fu immediatamente accolta; la conquista di quella roccaforte di giganti non si poteva affidare a mani più sicure... CeC 121 4 La fede di Caleb era ancora quella che gli aveva permesso di contraddire con la sua testimonianza gli ingiusti rapporti delle spie. Egli credeva che Dio, come aveva promesso, avrebbe guidato il suo popolo a entrare in possesso di Canaan, e con il suo comportamento dimostrò di seguire il Signore completamente. Aveva inoltre sopportato insieme al popolo il lungo pellegrinaggio nel deserto, condividendo le delusioni e le difficoltà provocate dai colpevoli senza lamentarsi, e ricordando come Dio con misericordia lo aveva risparmiato a differenza dei suoi fratelli... CeC 121 5 Questo vecchio guerriero coraggioso desiderava solo dimostrare al popolo cosa significasse onorare Dio, per incoraggiare le tribù a sottomettere quel paese che i loro padri avevano considerato inespugnabile. CeC 121 6 Caleb ottenne l'eredità che aveva desiderato per quarant'anni, e avendo fiducia che Dio sarebbe rimasto al suo fianco "...ne cacciò i tre figliuoli di Anak". Giosuè 15:14.... CeC 121 7 Mentre i codardi e i ribelli erano morti nel deserto, le spie fedeli mangiarono l'uva di Escol; e ciascuno fu ricompensato sulla base della propria fede. Gli increduli avevano constatato che i loro timori erano fondati; avevano sfidato la promessa divina, dichiarando che era impossibile ereditare la terra di Canaan, e proprio loro, a differenza degli israeliti che avevano confidato in Dio pensando non tanto alle difficoltà, ma contando sul loro liberatore onnipotente, non entrarono nella terra promessa. PP 513,514 ------------------------I Carri Di Ferro, 28 aprile CeC 122 1 Allora i figli di Giuseppe parlarono a Giosuè e gli dissero: Perché ci hai dato in eredità solo una parte, solo una porzione, mentre siamo un gran popolo che l'Eterno ha finora benedetto? Giosuè 17:14 CeC 122 2 Un'altra richiesta venne presentata dai discendenti di Giuseppe, della tribù di Efraim, e della mezza tribù di Manasse. Essa riguardava sempre la divisione del paese, ma era animata da uno spirito ben diverso da quello di Caleb. Sottolineando di essere le tribù più numerose, Efraim e Manasse chiedevano una porzione doppia di territorio. In realtà, la regione designata loro comprendeva la fertile valle di Saron ed era la più ricca del paese; ma molte delle città principali di questa valle erano ancora sotto il dominio dei cananei, e le due tribù di fronte alla fatica e ai pericoli della conquista di quei territori, indietreggiarono. Per questo desideravano una porzione maggiore di territorio conquistato. La tribù di Efraim, insieme a quella a cui apparteneva Giosuè, era una delle maggiori d'Israele, e coloro che ne facevano parte pensavano che la cosa desse loro diritto a favori particolari, tanto che dissero: "...Perché ci hai dato come eredità un sol lotto, una parte sola, mentre siamo un gran popolo che Eterno ha cotanto benedetto?" Giosuè 17:14... CeC 122 3 Ma Giosuè si attenne rigidamente al giusto criterio stabilito, e senza fare eccezioni rispose: "Se siete un popolo numeroso, salite alla foresta, e dissodatevela per farvi del posto nel paese dei Ferezei e dei Refaim, giacché la contrada montuosa d'Efraim è troppo stretta per voi". Giosuè 17:15... CeC 122 4 La risposta che essi dettero dimostrava quale fosse la causa della lamentela: mancava loro la fede e il coraggio per cacciare i cananei: "Quella contrada montuosa non ci basta... tutti i Cananei che l'abitano hanno dei carri di ferro". Giosuè 17:16. CeC 122 5 Il Dio d'Israele aveva assicurato la sua potenza agli ebrei, e se gli efraimiti avessero avuto il coraggio e la fede di Caleb, nessun nemico li avrebbe fermati. Giosuè aveva capito che essi volevano evitare gli stenti e i pericoli e disse: "Voi siete un popolo numeroso e avete una gran forza... voi caccerete i Cananei, benché abbiano dei carri di ferro e benché siano potenti". Giosuè 17:17. In questo modo le loro argomentazioni si ritorsero contro di loro. Essendo, come sostenevano, un popolo molto numeroso, avrebbero potuto aprirsi un varco; e con l'aiuto di Dio non avrebbero avuto motivo di temere i carri nemici. Ibid. 513,514 ------------------------Ultime Raccomandazioni Di Giosuè, 29 aprile CeC 123 1 Scegliete oggi chi volete servire. Giosuè 25:15 CeC 123 2 Giosuè, sentendosi indebolito dalla vecchiaia, e comprendendo che la sua missione stava per concludersi, temette per il futuro del suo popolo. Si rivolse allora ai capi israeliti che si erano riuniti intorno a quel vecchio condottiero... CeC 123 3 Per l'occasione, Giosuè ordinò che l'arca fosse portata da Sciloh. In un momento così solenne Giosuè voleva che questo simbolo della presenza di Dio impressionasse profondamente il popolo. Dopo aver sottolineato quanto Dio si fosse dimostrato buono con Israele, li chiamò nel nome dell'Eterno a scegliere chi avrebbero voluto servire. Alcuni, segretamente, praticavano l'idolatria, e Giosuè voleva che decidessero di bandire quel peccato da Israele... CeC 123 4 Giosuè voleva che servissero Dio spontaneamente e non perché erano obbligati... Quanto a me e alla casa mia" disse Giosuè "serviremo all'Eterno". Giosuè 24:15. Quel santo zelo che animava profondamente il loro capo contagiò il popolo e i suoi appelli suscitarono una risposta decisa: "Lungi da noi l'abbandonare l'Eterno per servire ad altri dei". Giosuè 24:16... CeC 123 5 Giosuè invitò i suoi uditori a riflettere bene sulle loro parole, e a non pronunciare promesse che non sarebbero stati in grado di mantenere; ma gli israeliti ripeterono con maggiore serietà: "...No! No! Noi serviremo l'Eterno". Giosuè 24:21... Dopo aver registrato questo patto solenne pose quello scritto accanto all'arca insieme al libro della legge.... CeC 123 6 La missione di Giosuè era conclusa. Egli aveva seguito completamente la volontà del Signore tanto che la Parola di Dio lo definisce "servo dell'Eterno". La testimonianza più nobile del suo carattere, della sua capacità come guida politica, è la fedeltà della generazione che beneficiò della sua opera: "Israele servì all'Eterno durante tutta la vita di Giosuè e durante tutta la vita degli anziani che sopravvissero a Giosuè". Giosuè 24:31 ibid 521-524 ------------------------Non Sono Io Che Ti Ho Mandato?, 30 aprile CeC 124 1 Allora l'Eterno si volse a lui e gli disse: Va' con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian. Non sono io che ti mando? Giudici 6:14 CeC 124 2 Quando Dio chiese a Gedeone di liberare il suo popolo, era il tempo della battitura del grano. Gedeone aveva nascosto una piccola quantità di grano che, non osando trebbiarla nell'aia, aveva ammucchiato presso il torchio del vino; infatti le vigne in quella stagione non erano prese di mira perché la vendemmia era ancora lontana. Gedeone, da solo e in segreto, si dedicava a questo lavoro e meditava tristemente sulla condizione del suo popolo pensando al momento in cui sarebbe stato liberato dal giogo dell'oppressore. Improvvisamente "l'Angelo dell'Eterno gli apparve e gli disse: L'Eterno è teco, o uomo forte e valoroso... Ahimè, signor mio" rispose Gedeone "se l'Eterno è con noi, perché ci è avvenuto tutto questo? e dove sono tutte quelle meraviglie che i nostri padri ci hanno narrate dicendo: L'Eterno non ci trasse Egli dall'Egitto? Ma ora l'Eterno ci ha abbandonato e ci ha dato nelle mani di Madian... Va' con cotesta tua forza, e salva Israele dalla mano di Madian; non son io che ti mando?" rispose il messaggero celeste. Giudici 6:12-14. Ibid. 546,547 CeC 124 3 Gedeone sentì una profonda inidoneità per il grande lavoro che aveva davanti... Il Signore non sempre sceglie per il suo lavoro gente con grandi talenti, perché seleziona quelli che ritiene possano essere più utili nel fare il loro meglio... Gli individui che potrebbero fare un buon lavoro nell'opera di Dio, per un certo periodo potrebbero essere lasciati nell'oscurità, apparentemente come invisibili come non lavorassero per il loro Maestro; ma se compiono fedelmente e con buona volontà i doveri nella loro umile posizione, sacrificandosi per Lui, con tempo anche loro potrebbero avere gli incarichi di responsabilità. Prima dell'onere vi è l'umiltà. CeC 124 4 Il Signore può usare in modo più efficace coloro cui la sensibilità è più marcata della loro indegnità o inefficienza. Egli insegnerà loro a esercitare la loro fede con più coraggio. Li renderà forti unendo la loro debolezza alla Sua potenza, la loro ignoranza alla Sua saggezza. The SDA Bible Commentary 2, 1003 ------------------------Troppi Soldati, 1 maggio CeC 125 1 Allora l'Eterno disse a Gedeone: «Per me la gente che è con te è troppo numerosa, perché io dia Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi di fronte a me e dire: È la mia mano che mi ha salvato. Giudici 7:2 CeC 125 2 Vigeva una legge secondo cui prima che gli israeliti andassero in battaglia, bisognava rivolgere ai soldati queste domande: "C'è qualcuno che abbia edificata una casa nuova e non l'abbia ancor inaugurata? Vada, torni a casa sua, onde non abbia a morire in battaglia, e un altro inauguri la casa. C'è qualcuno che abbia piantato una vigna e non ne abbia goduto il frutto? Vada, torni a casa sua, onde non abbia a morire in battaglia, e un altro ne goda il frutto. C'è qualcuno che si sia fidanzato con una donna e non l'abbia ancora presa? Vada, torni a casa sua onde non abbia a morire in battaglia, e un altro se la prenda. E gli ufficiali parleranno ancora al popolo, dicendo: C'è qualcuno che abbia paura e senta venirsi meno il cuore? Vada, torni a casa sua onde il cuore dei suoi fratelli non abbia ad avvilirsi come il suo. E come gli ufficiali avranno finito di parlare al popolo, costituiranno i capi delle schiere alla testa del popolo". Deuteronomio 20:5-8. CeC 125 3 Siccome i suoi uomini erano pochi rispetto ai nemici, Gedeone aveva evitato di fare le domande di rito, e quando gli fu detto che il suo esercito era troppo grande si era meravigliato. Ma il Signore vedeva l'orgoglio e l'infedeltà del suo popolo. Pur avendo risposto prontamente ai ferventi appelli di Gedeone, dopo aver visto il numero sterminato di madianiti, si era fatto prendere dalla paura. Tuttavia, in caso di trionfo, proprio quegli israeliti si sarebbero attribuiti l'onore della vittoria che invece spettava a Dio. Gedeone ubbidì all'ordine del Signore e con tristezza vide ventiduemila uomini, più dei due terzi delle sue forze, abbandonarlo per tornare a casa. PP, 548,549 CeC 125 4 Il Signore è disposto a fare grandi cose per noi. Nessuno otterrà la vittoria con i numeri, ma attraverso la piena sottomissione a Gesù. Dobbiamo andare avanti nella Sua forza, confidando nel potente Dio di Israele. Nella storia dell'esercito di Gedeone c'è una testimonianza per noi... CeC 125 5 Il Signore è altrettanto disposto a lavorare attraverso gli sforzi umani ora e a compiere grandi cose anche attraverso strumenti più deboli. The SDA Bible Commentary 2, 1003 ------------------------Sono Ancora Troppi, 2 maggio CeC 126 1 L'Eterno disse a Gedeone: La gente è ancora troppo numerosa; falli scendere all'acqua, e là io li metterò alla prova per te. Colui del quale ti dirò: "Questi venga con te", verrà con te; e colui del quale ti dirò: "Questi non venga con te", non verrà. Giudici 7:4 CeC 126 2 Il gruppo, che si aspettava di essere condotto all'attacco, fu diretto verso uno specchio d'acqua. Solo pochi furono coloro che bevvero portando l'acqua alla bocca con le mani mentre si alzavano; tutti gli altri si inginocchiarono per bere attingendo direttamente dalla superficie del corso d'acqua. Coloro che presero l'acqua con le mani -- trecento su diecimila -- furono scelti, mentre tutti gli altri poterono tornare a casa. Spesso gli atti più semplici manifestano il carattere di una persona. Coloro che in tempo di pericolo erano intenti a supplire alle loro necessità non erano uomini di cui ci si potesse fidare in situazioni di emergenza. CeC 126 3 Nell'opera del Signore non c'è posto per gli indolenti e per coloro che si mostrano indulgenti nei confronti di se stessi. Gli uomini che Dio aveva scelto erano quei pochi che non avrebbero permesso che le proprie necessità ritardassero il compimento del loro dovere. I trecento scelti non solo possedevano coraggio e autocontrollo, erano anche uomini di fede; non si erano lasciati contaminare dall'idolatria, Dio li avrebbe guidati e tramite loro avrebbe guidato Israele. Il successo non dipende dal numero, Dio può compiere una liberazione con pochi o con molti; non è il grande numero che lo onora, ma il carattere di coloro che collaborano con lui. PP, 549,550 CeC 126 4 Tutti coloro che vogliono essere soldati della croce di Cristo, devono stringere l'armatura e prepararsi al conflitto. Nessuno deve sentirsi intimidito, minacciato o terrorizzato davanti ai pericoli. Dobbiamo essere cauti, fermi e coraggiosi nell'affrontare il nemico e combattere per Dio. La consacrazione del seguace di Cristo deve essere completa. Padre, madre, moglie, figli, case, terre, tutto, devono essere considerati secondari rispetto all'opera e alla causa di Dio. Devono essere disposti a sopportare con pazienza e gioia, qualunque mentre sono chiamati a soffrire per Lui. La loro ricompensa finale sarà quella di condividere con Gesù il trono della grazia eterna. The SDA Bible Commentary 2, 1003 ------------------------Un Fatale Errore, 3 maggio CeC 127 1 Poi Gedeone ne fece un efod, che pose in Ofrah, sua città; tutto Israele vi andò a prostituirsi con esso, e diventò un laccio per Gedeone e per la sua casa. Giudici 8:27 CeC 127 2 Gli israeliti manifestarono la loro gratitudine a Gedeone per averli liberati dai madianiti, proponendogli di diventare loro re e offrendo il trono ai suoi discendenti. Ma tutto ciò si opponeva apertamente alla teocrazia secondo cui il re d'Israele era l'Eterno. Porre un uomo sul trono significava spodestare il Sovrano divino. Gedeone, riconoscendo questo principio, rispose manifestando nobiltà d'animo e fedeltà ai princìpi: "Io non regnerò su voi né il mio figliuolo regnerà su voi; l'Eterno è quegli che regnerà su voi". Giudici 8:23. CeC 127 3 Gedeone, però, commise un errore che portò alla rovina la sua casa e tutto Israele. Il periodo di inattività, che segue una grande guerra, è spesso più pericoloso di quello della lotta. Fu proprio allora che Gedeone, dopo aver seguito volentieri le direttive che Dio gli aveva impartito, divenne inquieto e, invece di attendere le istruzioni di Dio, cominciò a fare i suoi piani. Quando i figli di Dio ottengono una vittoria evidente, Satana raddoppia gli sforzi per demolire l'opera del Signore.... CeC 127 4 Gedeone infatti aveva ritenuto che l'aver offerto per ordine divino un sacrificio sulla roccia in cui era apparso l'Angelo, lo avesse consacrato sacerdote. Senza attendere la conferma divina, e favorito dalla sua fama, decise di preparare un luogo adatto per istituire un rituale simile a quello del tabernacolo. Dietro suo invito tutti gli anelli d'oro presi ai madianiti gli furono consegnati come sua parte del bottino. PP, 555,556 CeC 127 5 Coloro che occupano posizioni di responsabilità possono sviarci, i più saggi possono sbagliare e più forti vacillare, è necessario che lo Spirito di Dio illumini costantemente la nostra vita. saremo salvato solo se dimostreremo di aver fiducia in colui che dice "seguimi". The SDA Bible Commentary 2, 1005 ------------------------Prima Della Nascità Del Bambino, 4 maggio CeC 128 1 Insegnaci ciò che dobbiamo fare per il bambino che nascerà Giudici 13:8 CeC 128 2 Dio stesso apparve alla moglie di Manoah e le disse che avrà un figlio e che egli che diventerà un grande uomo e liberatore d'Israele. Poi le diede istruzioni speciali riguardo al suo nutrimento. La stessa istruzione deve essere data a ogni madre. Se vogliamo che i nostri figli abbiano una mente equilibrata, dobbiamo praticare la temperanza. Mantenete il vostro cuore e i vostri affetti sani e salutari, affinché possiate insegnare alla vostra prole di mantenere una mente e un corpo sani. MS 18, 1887 CeC 128 3 Ogni madre può comprendere qual è il proprio dovere; può capire che il carattere dei suoi bambini dipenderà più dalle abitudini che avrà coltivato prima della loro nascita e dal suo impegno personale dopo la nascita, che dalle opportunità o dagli svantaggi provenienti dall'ambiente esterno. La madre che intende essere una buona insegnante per i suoi bambini deve, prima della loro nascita, assumere una disposizione verso la rinuncia e l'autocontrollo, perché trasmette ai suoi figli le sue qualità, la sua forza o la sua debolezza nei tratti del carattere. CD 218,219 CeC 128 4 Spesso alcuni pretendono di consigliare a una madre di soddisfare ogni impulso e desiderio: si tratta di consigli falsi e deleteri. Ogni madre, per ordine divino, ha l'obbligo solenne di esercitare l'autocontrollo. La stessa responsabilità pesa sia sui padri sia sulle madri, che trasmettono ai figli le loro caratteristiche fisiche e mentali le loro predisposizioni e le loro passioni. PP 561 CeC 128 5 Molti prendono la questione della temperanza con leggerezza. Affermano che il Signore non si preoccupa di questioni minori come il nostro mangiare e bere. Se il Signore non avesse veramente a cuore queste cose non le avrebbe rivelate alla moglie di Manoah, dandole precise istruzioni, e ordinandole per ben due volte di non ignorarle. Te 233,244 CeC 128 6 Molti genitori trascurano gli influssi prenatali, ma Dio non fa così... Rivolgendosi a una madre ebrea, Dio parla a madri di tutti i secoli. MH 372 ------------------------Compromesso, 5 maggio CeC 129 1 Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo diverso, perché quale relazione c'è tra la giustizia e l'iniquità? E quale comunione c'è tra la luce e le tenebre? 2 Corinzi 6:14 CeC 129 2 Sansone, che era di Tsorea, una città al confine con il paese dei filistei, intrecciò con quella popolazione pagana stretti legami di amicizia che avrebbero influito negativamente su tutta la sua vita. Innamoratosi di una giovane donna che abitava nella città filistea di Timnah, decise di sposarla. Ai genitori, che fedeli a Dio cercavano inutilmente di dissuaderlo rispose: "Mi piace". Cfr. Giudici 14:3. Così, alla fine, essi si rassegnarono e il matrimonio fu celebrato. CeC 129 3 Proprio nel momento in cui Sansone, ormai uomo, doveva eseguire la missione divina, quando avrebbe dovuto rimanere particolarmente fedele a Dio, egli si legò ai nemici d'Israele. Non si chiese se unendosi a colei che aveva scelto avrebbe potuto glorificare meglio Dio, o se si poneva in una situazione che gli avrebbe impedito di compiere la missione a cui era stato chiamato. Dio aveva promesso saggezza a tutti coloro che avrebbero cercato di onorare prima di tutto lui; per chi ricerca l'appagamento dei propri piaceri non esiste alcuna promessa CeC 129 4 La fede cristiana deve esercitare un notevole influsso sul matrimonio, ma troppo spesso i moventi che conducono a questa unione sono estranei ai princìpi cristiani. Satana cerca costantemente di far sorgere fra i credenti passioni profane che li inducano a unirsi a coloro che già gli appartengono, rafforzando così il suo influsso sul popolo di Dio. CeC 129 5 Il matrimonio di Sansone contribuì a consolidare i suoi legami con coloro che odiavano il Dio d'Israele. Chiunque intreccia relazioni con questo tipo di persone, si sentirà obbligato a conformarsi in una certa misura alle loro abitudini e usanze. Del tempo prezioso viene speso per soffermarsi su pensieri e parole che tendono a infrangere i princìpi e a indebolire l'animo umano. PP 562,563 ------------------------Forte Eppure Debole, 6 maggio CeC 130 1 Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un Nazireo a DIO dal seno di sua madre; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei. Giudici 13:5 CeC 130 2 La promessa di Dio di liberare Israele dai filistei attraverso Sansone, era stata mantenuta. Ma come era stata difficile e terribile l'esperienza di quell'uomo la cui vita avrebbe potuto essere un motivo di lode a Dio e di gloria per la sua nazione! Se Sansone fosse rimasto fedele all'appello divino, Dio avrebbe potuto compiere i suoi piani onorandolo e glorificandolo; ma egli cedette alla tentazione e tradì la fiducia che era stata posta in lui. La sua missione si concluse con la sconfitta, la schiavitù e la morte. CeC 130 3 Fisicamente Sansone era l'uomo più forte della terra, ma per quanto riguarda l'autocontrollo, l'integrità e la fermezza, era uno dei più deboli. Molti confondono le forti passioni con un carattere forte, ma in realtà chi è dominato dalle passioni è un debole. La vera grandezza dell'uomo si misura dai sentimenti che controlla e non da quelli che lo controllano. CeC 130 4 Dio si era preoccupato di Sansone, affinché potesse essere pronto a compiere la missione che gli era stata affidata. La forza fisica, il vigore intellettuale e la purezza morale, che lo avevano caratterizzato in gioventù erano dei presupposti favorevoli; ma l'influsso di amicizie sbagliate gli fece perdere di vista l'unica salvaguardia: Dio. E così fu trascinato via dalla marea del male. Coloro che nel compiere il loro dovere sono messi alla prova, possono contare sulla protezione divina; ma se si sottopongono di propria iniziativa alla tentazione, prima o poi cadranno. CeC 130 5 Proprio coloro che Dio si propone di utilizzare come suoi strumenti, per un'opera speciale, sono bersaglio degli attacchi di Satana che cerca di sviarli. Egli colpisce nei punti deboli, facendo leva sui nostri difetti di carattere per controllare l'intera persona, sapendo che chi si culla in questi difetti sarà facilmente sconfitto. L'uomo non è solo nella lotta contro il male; gli angeli di Dio, che salivano e scendevano nella scala che Giacobbe vide in visione, rafforzeranno i deboli tentativi di ogni persona che lo vorrà e l'aiuteranno a raggiungere le cime più elevate. PP 567,568 ------------------------Il Segreto Di Sansone Svelato, 7 maggio CeC 131 1 Così Delilah disse a Sansone: «Dimmi, ti prego, dove risiede la tua grande forza, e in che modo ti si potrebbe legare per domarti". Giudici 16:6 CeC 131 2 Dopo questa vittoria, gli israeliti elessero Sansone giudice, ed egli governò Israele per vent'anni. Come spesso succede, il primo passo falso preparò la strada per altri errori... Sansone continuò a ricercare quei piaceri sensuali che lo stavano portando alla rovina. "S'innamorò di una donna della valle di Sorek" (Giudici 16:4), il cui nome era Delilah "la consumatrice" ... I filistei sorvegliarono attentamente i movimenti del nemico e quando egli cedette a questo nuovo sentimento, decisero di votarlo alla rovina servendosi di Delila. Una delegazione formata da un capo di ciascuna provincia della Filistia fu mandata nella valle di Sorek. Ma non avendo il coraggio di prendere Sansone nel pieno della sua forza, corruppero Delilah affinché scoprisse e rivelasse loro il segreto di quel campione... CeC 131 3 Importunato dalle domande della delatrice, Sansone la ingannò dichiarando che certe pratiche lo avrebbero reso fiacco, ma i fatti svelarono l'inganno, e la donna lo accusò di falsità, dicendogli: "Come fai a dirmi: T'amo! mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte m'hai beffata e non m'hai detto dove risiede la tua gran forza". Giudici 16:15. Per tre volte Sansone ebbe la prova dell'accordo dei filistei con questa incantatrice per distruggerlo, ma dopo il fallimento dei suoi tentativi, la donna ricorse all'arguzia, fugando i timori dell'ignaro Sansone. ibid 564-566 CeC 131 4 In compagna di Delilah, abile incantatrice, il giudice di Israele ha sperperato prezioso tempo che avrebbe potuto essere dedicato al benessere del suo popolo. Sono le passioni accecanti che rendono anche i più forti deboli; esse avevano preso il controllo della ragione e della coscienza di Sansone ... CeC 131 5 L'infatuazione di Sansone sembra quasi inverosimile. Se all'inizio non era ancora completamente perso a causa del fascino della donna da rivelare il suo segreto, ora si è lasciato intrappolare dal nemico delle anime, The SDA Bible Commentary 2, 1007 ------------------------Ecco Il Mio Segreto, 8 maggio CeC 132 1 Sansone...non sapeva che l'Eterno si era ritirato da lui. Giudici 16:20 CeC 132 2 Delilah, la quale esercitava su di lui un fascino particolare, insisteva giorno dopo giorno finché egli se ne innamorò perdutamente. Alla fine Sansone sopraffatto rivelò il segreto dicendo: "Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre. Se fossi tosato la mia forza se ne andrebbe diventerei debole e farei come un uomo qualunque". Giudici 16:17. Allora Delilah mandò immediatamente ai capi filistei un messaggero, invitandoli a recarsi da lei rapidamente. Mentre il guerriero dormiva, gli vennero tagliati i folti capelli e la donna, come aveva fatto precedentemente, chiamò: "Sansone, i filistei ti sono addosso". CeC 132 3 Svegliatosi all'improvviso, egli pensava di avere ancora la forza per distruggerli, ma le sue braccia potenti l'avevano persa ed egli comprese "che l'Eterno s'era ritirato da lui". Giudici 16:20. I filistei, non del tutto convinti che la forza avesse abbandonato Sansone, lo fecero infastidire e torturare da Delilah, poi lo catturarono, e dopo averlo accecato in entrambi gli occhi, lo portarono a Gaza, dove fu incatenato nella prigione e costretto a girare la macina. CeC 132 4 Che cambiamento: da giudice e campione d'Israele, a debole prigioniero accecato, addetto a uno dei lavori più degradanti. Nonostante Sansone avesse gradualmente violato le condizioni della sua santa vocazione, Dio aveva avuto pazienza con lui, ma nel momento in cui cedette alla potenza del peccato, fino a svelare il suo segreto, il Signore lo abbandonò. Non che nei suoi lunghi capelli vi fosse qualche virtù; essi erano semplicemente un segno della sua fedeltà a Dio e quando furono sacrificati alle passioni, anche la benedizione di cui essi erano il segno, si allontanò da lui. PP 566 CeC 132 5 Se la testa di Sansone fosse stata rasata senza colpa da parte sua, la sua forza sarebbe rimasta. Ma la sua noncuranza aveva mostrato disprezzo per il favore e l'autorità di Dio. Di conseguenza Dio l'abbandonò ed egli dovette sopportare le conseguenze della sua stessa follia. The SDA Bible Commentary 2, 1007 ------------------------Un Raccolto Sicuro, 9 maggio CeC 133 1 Figlio mio, se i peccatori ti vogliono sedurre, non acconsentire. Proverbi 1:10 CeC 133 2 La fonte di forza di Sansone mentre era in pericolo era la stessa di Giuseppe. Aveva la libertà di scelta. Invece, con le forze che ha ricevuto da Dio, ha permesso che le sue passioni naturali prendessero il sopravvento. Il suo ragionamento è stato pervertito e la morale corrotta. Dio aveva chiamato Sansone in una posizione di grande responsabilità, compito d'onore e di utilità; ma prima di imparare a governare aveva bisogno imparare a obbedire alle leggi di Dio. CeC 133 3 Giuseppe, sì era un agente di Dio con alti principi morali. Anche davanti a lui vi erano il bene e il male. Poteva scegliere la purezza, la santità e l'onore, o l'immoralità e degrado. Ha scelto la strada giusta e Dio lo ha approvato. Sansone, con le stesse tentazioni, invece, lasciò libero sfogo alla passione, e così facendo ha trovato vergogna, un completo disastro e infine la morte. CeC 133 4 Quale incredibile contrasto rispetto al Giuseppe! Ibid, 1007 CeC 133 5 Nella sua Parola il Signore ha chiaramente ordinato al suo popolo di non unirsi a quelli che non lo amano che non lo temono. Questi individui si accontentato solo dell'amore e del rispetto verso sé stessi. Cercheranno costantemente di ottenere dalla moglie o dal marito timorati di Dio un favore che comporterà un disprezzo divino Per un uomo devoto e per la chiesa alla quale è unito, una moglie mondana o un amico mondano è come una spia nel campo, che in ogni occasione possibile tradirà il servitore di Cristo spinto dagli attacchi del nemico. Ibid, 1006 CeC 133 6 La storia di Sansone trasmette una lezione per coloro i cui caratteri sono ancora informi, che non sono ancora entrati sul palcoscenico della vita attiva. I giovani che entrano nelle nostre scuole e college incontreranno lì ogni tipo di mente. Se desiderano sport e follia, se eviteranno a far il bene unendosi al male, troveranno un'opportunità di farlo. Il peccato e la giustizia sono davanti a loro e quindi devono scegliere da soli. Ma ricordate loro che "ciò che l'uomo semina, quello pure raccoglierà". Galati 6:7 Ibid, 1007 ------------------------"Ricordati Di Me", 10 maggio CeC 134 1 Allora Sansone invocò l'Eterno e disse: «O Signore, o Eterno, ti prego, ricordati di me! Giudici 16.28 CeC 134 2 Attraverso la sofferenza, l'umiliazione e la derisione dei filistei il debole Sansone imparò più di quanto avesse capito prima, e soffrendo arrivò al pentimento. Con i capelli gli tornarono gradualmente anche le forze; ma i suoi nemici, che lo consideravano un prigioniero incatenato e indifeso, non se ne preoccuparono. CeC 134 3 Essi attribuivano la loro vittoria al loro dio e con esultanza sfidarono il Dio d'Israele, organizzando una festa in onore del dio pesce Dagon, protettore del mare. Il popolo filisteo lasciò le città e le campagne, per partecipare alle celebrazioni. Folle di adoratori riempivano il tempio e occupavano le gallerie in alto. La pompa del rituale, che accompagnava i sacrifici, era arricchita da musica e festeggiamenti. Nel momento culminante della festa in onore di Dagon, fu fatto entrare Sansone, salutato con grida di trionfo; il popolo e i capi deridevano la sua miseria adorando il dio che aveva travolto colui che aveva devastato il paese. Fingendo di essere stanco, Sansone chiese il permesso di appoggiarsi alle due colonne centrali che sostenevano il tetto del tempio e, in silenzio, pronunciò questa preghiera: "O Signore o Eterno, ti prego, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o Dio, perché io mi vendichi di un colpo solo dei Filistei, per la perdita dei miei due occhi" (Giudici 16:28) e mentre sussurrava queste parole abbracciò i due pilastri con le sue forti braccia, gridando: "Ch'io muoia insieme co' filistei!", si incurvò per lo sforzo e il tetto cadde piombando su quella folla numerosa, "talché più ne uccise egli morendo, che non ne aveva uccisi da vivo". Giudici 16:30. CeC 134 4 Gli idoli, insieme ai pagani che li veneravano, i sacerdoti, i contadini, i guerrieri e i nobili, furono sepolti sotto le rovine del tempio di Dagon. Tra le macerie vi era anche il corpo di colui che Dio aveva scelto per liberare il suo popolo. PP 566,567 CeC 134 5 Il combattimento, invece di essere tra Sansone e Filistei, era ora tra Geova e Dagon, e quindi il Signore agisce per far valere la sua potenza onnipotente e la sua suprema autorità. The SDA Bible Commentary 2, 1007,11008 ------------------------Anna Ha Mantenuto La Promessa, 11 maggio CeC 135 1 ...io lo darò all'Eterno per tutti i giorni della sua vita. 1 Samuele 1:11 CeC 135 2 Elkana, un levita della contrada montuosa di Efraim, era un uomo ricco e influente che amava e temeva Dio; sua moglie, Anna, era una donna gentile e modesta, animata da una religiosità fervente e con una fede profonda e nobile. Questa coppia non godeva di quel privilegio a cui ogni ebreo aspira profondamente: la loro casa non era allietata da bambini, e il desiderio di perpetuare il nome della famiglia aveva indotto il marito, secondo l'usanza del tempo, a contrarre un secondo matrimonio. Ma questo passo, che non manifestava una completa fiducia in Dio, non portò felicità. Alla famiglia si unirono figli e figlie, ma la gioia e la bellezza di questa sacra istituzione divina era rovinata, e la pace infranta. Peninna, la nuova moglie, era gelosa e di idee ristrette, e aveva un comportamento orgoglioso e insolente. Anna, tuttavia, le cui speranze sembravano infrante e la cui vita era diventata opprimente, affrontò la prova con dolce e toccante rassegnazione CeC 135 3 Anna non rispose, ma presentò a Dio quel problema che non poteva condividere con nessun essere umano. Lo implorò con fervore affinché la liberasse dai rimproveri e le concedesse il prezioso dono di un figlio da nutrire ed educare per lui; e si impegnò con un voto solenne: se la sua richiesta fosse stata esaudita, avrebbe consacrato il proprio figlio a Dio sin dalla nascita. Così avvenne e Anna fu esaudita. Appena vide il figlio lo chiamò Samuele, "esaudito da Dio". PP 569, 570 CeC 135 4 Quando il piccolo fu abbastanza grande da separarsi dalla mamma, la donna sciolse il voto. Anna amava il bambino con tutta l'intensità che può provare una mamma, e giorno dopo giorno, vedendolo crescere e ascoltando i suoi balbettii, sentiva di amarlo sempre più. Era il suo unico figlio, un dono particolare che il Signore le aveva fatto, ma lo aveva ricevuto come un tesoro da consacrare a Dio, e non lo avrebbe negato a colui che glielo aveva dato. La fede rafforzò il cuore della madre e non cedette alle suppliche dell'affetto naturale. The SDA Bible Commentary 2, 1008 ------------------------La Proprietà Di Dio, 12 maggio CeC 136 1 Perciò a mia volta lo dono all'Eterno. 1 Samuele 1:28 CeC 136 2 Anna tornò tranquillamente verso la sua casa di Rama, lasciando a Sciloh il piccolo Samuele affinché sotto la guida del sommo sacerdote fosse iniziato al servizio del santuario. Ella aveva insegnato al figlio ad amare, rispettare Dio e consacrarsi a lui, sin da quando il piccolo aveva cominciato a capire. Si era servita di qualsiasi oggetto che lo circondava per dirigere i pensieri del bambino verso il Creatore. Le cure di questa madre fedele non cessarono neanche quando essa si separò dal suo piccolo. Ogni giorno pregava per lui; ogni anno con le sue mani gli cuciva una tunica che, quando si recava a Sciloh con suo marito per l'adorazione, donava al bambino come segno del suo affetto. Ogni fibra della piccola veste era intessuta con la preghiera che egli potesse essere puro, nobile e leale. Non chiedeva onori terreni per il figlio, ma che egli potesse raggiungere quella grandezza che ha valore per il cielo, cioè che egli potesse onorare Dio e benedire i suoi simili. CeC 136 3 La ricompensa di Anna fu grande, come è grande l'incoraggiamento alla fedeltà che deriva dal suo esempio. A ogni madre vengono offerte grandi opportunità, e affidati interessi infinitamente preziosi. Gli umili doveri della donna, ritenuti un'incombenza noiosa, devono essere considerati un'opera grande e nobile. Ogni madre ha il privilegio di influire positivamente sulla società attraverso il suo esempio e può rallegrarsene. Ella educherà i propri figli affinché seguano, nella buona e nell'avversa fortuna, la via giusta adempiendo gli obiettivi divini. Ma potrà sperare di formare il carattere dei figli secondo la volontà di Dio, solo se nella sua vita cercherà di seguire gli insegnamenti del Cristo. La società condiziona negativamente tramite le mode, che esercitano un forte influsso sui giovani. Se la madre non adempie il suo dovere, che consiste nell'istruire, guidare e disciplinare, i figli accetteranno naturalmente il male. Ogni madre si rivolga al Salvatore con la preghiera di Manoah: "Qual norma s'avrà da seguire per il bambino? E che si dovrà fare per lui?" Giudici 13:12. Esse dovranno seguire le istruzioni che Dio ha dato nella sua Parola, per ricevere la saggezza necessaria. PP 572,573 ------------------------Tale Genitore Tale Figlio, 13 maggio CeC 137 1 Figlio mio, custodisci il comandamento di tuo padre e non dimenticare l'insegnamento di tua madre. Proverbi 6:20 CeC 137 2 Prevalentemente i figli diventeranno quello che sono i genitori. Le condizioni fisiche dei genitori, le loro tendenze e i loro desideri, le predisposizioni morali e intellettuali si riproducono in maggiore o minore grado nei figli. Più l'ideale dei genitori è nobile, le loro facoltà intellettuali e spirituali arricchite e le loro forze fisiche sviluppate, meglio i loro figli saranno pronti ad affrontare la vita. Coltivando in loro le qualità migliori i genitori influiranno sulla formazione della società e sul livello delle generazioni future. CeC 137 3 È importante che i genitori si rendano conto delle loro responsabilità. Molte insidie attendono i giovani... CeC 137 4 Essi non riescono a distinguerne i pericoli nascosti, né la terribile fine del sentiero che sembra condurli alla felicità... CeC 137 5 I genitori non devono dimenticare che i loro figli dovranno affrontare queste tentazioni e occorre che essi li preparino a superarle prima ancora di nascere... CeC 137 6 Questa responsabilità è affidata soprattutto alla madre. Colei che ha nutrito il bambino nel suo grembo, che ha costruito a poco a poco il suo organismo, gli trasmette anche influssi mentali e spirituali che contribuiscono a formare la sua mente e il suo carattere... CeC 137 7 Da Anna, donna abituata alla preghiera, al sacrificio, guidata dallo Spirito di Dio nacque Samuele, il bambino istruito dal Signore stesso, il giudice incorruttibile, il fondatore delle scuole dei profeti. MH 371,372 CeC 137 8 Vorrei che ogni madre potesse rendersi conto delle sue responsabilità, e quando grande sarà la ricompensa per la sua fedeltà. Ogni madre ha il privilegio di influire positivamente sui figli e sulla loro coscienza attraverso il proprio esempio e andarne fiera. The SDA Bible Commentary 2: 1008,1009 ------------------------Un Esempio Pericoloso, 14 maggio CeC 138 1 Se un uomo pecca contro un altro uomo. 1 Samuele 2:25 CeC 138 2 Eli occupava la posizione più elevata e di maggiore responsabilità per il popolo d'Israele: era giudice e sacerdote. Scelto da Dio per esercitare la sacra funzione di sacerdote e incaricato di rappresentare la più elevata autorità giuridica del paese, Eli era considerato un esempio ed esercitava un grande influsso su tutte le tribù d'Israele. Però, nonostante fosse stato chiamato a governare sul popolo, era un padre indulgente e non sapeva guidare la propria famiglia. Si preoccupava più di ricercare la pace e la tranquillità che di correggere e punire con autorità le cattive abitudini e le passioni dei propri figli; e così cedeva, lasciando che essi seguissero la propria strada. Eli tenne in scarsa considerazione la sua responsabilità più importante: l'educazione dei figli. Guidare e rimproverare i figli che Dio gli aveva affidato era per il sacerdote e giudice d'Israele un dovere da non trascurare, ma Eli non volle entrare in contrasto con i propri figli e non rifiutò loro nulla né li punì. Sottovalutava le terribili conseguenze di questo comportamento. Concedendo loro tutto ciò che essi desideravano e non punendoli mai, trascurò di prepararli per il servizio di Dio e per i loro doveri quotidiani. CeC 138 3 Ma Eli era diventato succube dei figli, che lo condizionavano, e il loro comportamento malvagio e corrotto era la chiara conseguenza degli errori del padre. Essi non si rendevano conto di quale fosse il carattere di Dio e di quanto fosse sacra la sua legge. Abituati sin da piccoli ad assistere ai servizi del santuario, non ne avevano rispetto e avevano perso il senso della sacralità e il suo significato. Anche se trattato con irriverenza, quel sacerdote e padre non aveva punito i figli, né li aveva educati a non mostrarsi irriverenti in occasione dei solenni servizi del santuario; e ora che erano diventati degli uomini, lo scetticismo e la ribellione agitavano i loro animi... Abbandonare i giovani alle loro tendenze è la peggiore maledizione che possa colpire una famiglia. Quando i genitori soddisfano ogni desiderio dei loro figli, e indulgono in ciò che, come essi sanno, non è per il loro bene, presto non verranno più rispettati dai figli stessi, che poi non terranno più in considerazione neanche l'autorità divina e umana, fino a diventare prigionieri della volontà di Satana... PP 575-578 ------------------------Nessun Rimprovero, 15 maggio CeC 139 1 Gli dichiaro che sto per punire la sua casa per sempre, a motivo dell'iniquità che egli conosce, perché i suoi figli si sono resi spregevoli, ed egli non li ha frenati. 1 Samuele 3:13 CeC 139 2 Eli era un uomo buono, puro con una grande morale, ma nello stesso tempo troppo indulgente. Subì il rimprovero di Dio per non aver rafforzato i punti deboli del suo carattere. per non ferire i sentimenti di nessuno, non aveva il coraggio morale di rimproverare i peccati dei suoi figli... Anche se era un uomo giusto, non aveva la forza morale sufficiente per correggerli. Eli amava la pace e l'armonia e questo lo indusse sempre di più all'insensibilità verso la loro impurità e il crimine... Era un uomo gentile e amorevole; amava servire Dio e mantenere la prosperità della sua causa. Le sue preghiere erano potenti; non si ribellò contro la volontà di Dio. Eppure, dall'altro lato gli mancava la fermezza di carattere per rimproverare il peccato al fine di mantenere Israele puro. Nella sua fede gli mancava il coraggio e l'autorità di dire NO al momento giusto e nel posto giusto. 4T 516,517 CeC 139 3 Eli conosceva la volontà divina. Sapeva cosa poteva accettare e cosa avrebbe condannato. Eppure aveva permesso che i suoi figli crescessero con passioni sfrenate, appetiti perversi e morale corrotta. Aveva dato ai suoi figli le istruzioni sulla legge di Dio e aveva dato la testimonianza con un buon esempio con la propria vita; ma questo non era abbastanza. Sia come padre sia come sacerdote, per la volontà di Dio avrebbe dovuto trattenerli dal seguire la propria volontà perversa. E fu proprio su questo punto che fallì. The SDA Bible Commentary 2, 1009 CeC 139 4 Coloro che hanno poco coraggio per rimproverare il male, o che per pigrizia o mancanza di interesse non si impegnano seriamente per purificare la famiglia o la chiesa di Dio, sono considerati responsabili delle conseguenze negative che possono risultare dalla loro negligenza. Siamo responsabili del male che avremmo potuto arginare nella vita degli altri, esercitando l'autorità paterna o pastorale, proprio come lo siamo delle nostre azioni. PP 578 ------------------------Giudizio Ritardato, 16 maggio CeC 140 1 In quel giorno io compirò contro Eli tutto ciò che ho detto riguardo la sua casa, dall'inizio alla fine. 1 Samuele 3:12 CeC 140 2 Eli, oltre ad aver commesso un grave errore permettendo ai figli di servire nel tempio, scusò ripetutamente il loro comportamento con vari pretesti, ignorando i loro peccati finché non furono così palesi da non poter più essere trascurati. Le lamentele della gente per gli atti di violenza dei figli di Eli addoloravano il sacerdote che non osò più tacere. Ma quei figli, che erano stati abituati a pensare solo a sé stessi, pur vedendo il dolore del loro padre non se ne preoccupavano. Non furono impressionati dai suoi accorati avvertimenti e i loro cuori rimasero insensibili. Neanche l'annuncio delle conseguenze dei loro peccati ne avrebbe cambiato il comportamento. Eli avrebbe dovuto togliere ai suoi figli malvagi la responsabilità dell'incarico sacerdotale e punirli con la morte...Ibid, 577 CeC 140 3 Il Signore ritardava anno dopo anno i suoi giudizi di condanna. In quel tempo occorreva dimostrare con gesti precisi di voler riscattare il passato, ma l'anziano sacerdote non prese nessun provvedimento concreto verso chi profanava il santuario del Signore e trascinava Israele alla rovina. Hofni e Fineas, approfittando della tolleranza divina, si abbandonarono a peccati ancora più evidenti e i loro cuori divennero sempre più insensibili. Eli, sperando di neutralizzare in qualche modo il male che la sua trascuratezza aveva provocato nel passato, fece conoscere a tutta la nazione il messaggio di avvertimento e rimprovero che aveva ricevuto. Ma sia i sacerdoti sia il popolo non vi prestarono attenzione... Ibid, 582 CeC 140 4 Dio condanna la negligenza che si allea con il peccato; condanna il crimine, l'insensibilità e la lentezza nel testimoniare la Sua presenza nelle famiglie dei cristiani professi. Ritiene i genitori responsabili in larga misura delle colpe e delle follie della loro prole. Dio pronunciò la Sua maledizione non solo sui figli di Eli, ma anche su Eli stesso, e questo terribile esempio dovrebbe essere un avvertimento per i genitori di questo tempo. 4T, 200 ------------------------Un Padre Codardo, 17 maggio CeC 141 1 Perciò io giuro alla casa di Eli che l'iniquità della casa di Eli non sarà mai espiata né con sacrifici né con oblazioni. 1 Samuele 3:14 CeC 141 2 Eli non si preoccupava della propria famiglia, secondo i princìpi divini prescritti ai genitori, ma si affidò al suo giudizio personale... CeC 141 3 Molti commettono un errore simile. Pensano di aver trovato un metodo migliore di quello che Dio ha dato nella sua Parola e, scusandoli, affermano: "Sono troppo piccoli per essere puniti; quando saranno più grandi, ci si potrà ragionare", incoraggiandone così le tendenze sbagliate. Queste cattive abitudini si rafforzano finché diventano parte della natura personale. I bambini crescono senza freni, con un carattere che rappresenterà una maledizione per tutta la loro vita e che potrà essere imitato da altri. PP 578,579 CeC 141 4 In contrasto con la storia della fedeltà di Abramo e le parole di encomio pronunciate su di lui, vi è la storia di Eli, che tenne i suoi figli in carica come sacerdoti, nonostante la loro grande iniquità. Ecco una lezione per tutti i genitori …Eli, avendo tollerato senza alcuna restrizione il male, e quindi il peccato, esso non sarebbe stato mai espiato né con i sacrifici, né con le offerte. Lt 144, 1906 CeC 141 5 Mentre alcuni usano severità oltre modo, Eli, al contrario è andato all'estremo opposto. I difetti dei suoi figli furono trascurati e scusati sin dalla loro infanzia. L'autorità dei genitori fu ignorata e lo stesso padre non fece nulla perché le sue raccomandazioni fossero rispettate. I bambini avendo visto la permissività del padre, ebbero l'opportunità di mantenere il controllo sulla propria volontà di agire. Ma mano che crescevano, persero completamente il rispetto per il loro padre. Continuarono a vivere nel peccato senza alcun ritegno, senza prendere in considerazione le parole del padre. Quotidianamente commettevano gravi crimini, fino a quando il Signore stesso non pronunciò un giudizio nei loro confronti per la mancata obbedienza alla Sua legge... Il Signore stesso decretò che per i peccati dei figli di Egli non ci sarebbe stata nessuna espiazione mediante i sacrifici e offerte. Quanto grande, quanto deplorevole fu la loro caduta; questi uomini su cui poggiavano sacre responsabilità, erano diventati fuorilegge, privi della misericordia di Dio santo e giusto. The SDA Bible Commentary 2, 1009,1010 ------------------------Differenze Tra Le Generazioni, 18 maggio CeC 142 1 Or il giovane Samuele serviva l'Eterno alla presenza di Eli. 1 Samuele 3:1 CeC 142 2 I doveri che erano affidati a Samuele per il servizio di Dio nel tabernacolo, erano adeguati alle sue capacità. All'inizio erano molto umili e non sempre piacevoli, ma Samuele li svolgeva nel modo migliore possibile e volenterosamente... CeC 142 3 Se si insegnasse ai bambini che anche i doveri semplici e umili fanno parte dei compiti che Dio affida loro per imparare a svolgere un servizio fedele ed efficiente, come apparirebbero più piacevoli e importanti! Eseguire ogni dovere come se fosse fatto per il Signore, rende interessante il lavoro più umile e unisce idealmente chi lavora sulla terra con le creature sante che compiono la volontà di Dio in cielo. PP 573 CeC 142 4 La vita di Samuele fin dalla prima infanzia era stata una vita di pietà e devozione. Gentile, generoso, ubbidiente e rispettoso, Samuele conquistò con il suo buon carattere l'affetto di Eli, l'anziano sacerdote che si era preso cura di lui sin dalla tenera età. Il contrasto tra il giovane Samuele e i figli di Eli, era molto marcato. L'anziano sacerdote trovò pace, conforto e benedizioni in presenza di questo bambino. L'amicizia tra il sommo sacerdote Eli e il piccolo e semplice bambino si era creata una meravigliosa amicizia. È curioso pensare che esistesse un affetto così saldo fra il personaggio più importante della nazione e un semplice bambino; e quando per Eli sopraggiungessero gli acciacchi della vecchiaia, e provava rimorso e preoccupazione per la condotta dissoluta dei figli, si rivolgeva a Samuele per ricevere consolazione e sostegno. CeC 142 5 Come è toccante vedere la gioventù e la vecchiaia affidarsi l'una all'altra, il giovane che si rivolge agli anziani in cerca di consigli e saggezza, gli anziani che guardano i giovani in cerca d'aiuto e simpatia. Ed è così che dovrebbe essere sempre. Dio vorrebbe che i giovani possedessero tali qualifiche di carattere, che trovassero gioia nell'amicizia degli anziani, che potessero essere uniti nei teneri legami affettivi con coloro che si avvicinano ai confini della tomba. The SDA Bible Commentary 2, 1021 ------------------------Il Ravvedimento, 19 maggio CeC 143 1 Abbiamo peccato contro l'Eterno... Non cessare di gridare per noi all'Eterno. 1 Samuele 7:6,8 CeC 143 2 In questo periodo Samuele visitò le città e i villaggi del paese cercando di riavvicinare il popolo al Dio dei loro padri; i suoi sforzi non furono infruttuosi e Israele, dopo vent'anni di oppressione, "sospirava, anelando all'Eterno". Cfr. 1 Samuele 7:2. Il consiglio di Samuele per il popolo era questo: "...Tornate all'Eterno con tutto il vostro cuore, togliete di mezzo a voi gli dèi stranieri e gli idoli di Astarte, volgete risolutamente il cuor vostro verso l'Eterno, e servite a lui solo". 1 Samuele 7:3. CeC 143 3 Da queste parole si può constatare che al tempo di Samuele veniva insegnata quella religiosità pratica su cui il Cristo insistette quando venne sulla terra. Senza la grazia di Dio, le forme della religione sono prive di valore sia per gli antichi israeliti sia per l'Israele moderno. Oggi, come allora, bisogna che ci sia un risveglio per la vera religione. Tutti coloro che vorrebbero tornare a Dio devono prima di tutto pentirsi. Dobbiamo umiliarci personalmente davanti a Dio, eliminando i nostri idoli, perché nessuno lo può fare per un altro. E quando avremo fatto tutto ciò che è necessario, il Signore ci manifesterà la sua salvezza. CeC 143 4 Con la collaborazione dei capi delle tribù, a Mitspa venne organizzato un grande incontro e il popolo, con profonda umiliazione, digiunò e confessò i propri peccati. Inoltre, come prova della decisione di ubbidire alle istruzioni ricevute, conferì a Samuele l'autorità di giudice. CeC 143 5 Quando Samuele stava per presentare un agnello in sacrificio, e i filistei si stavano avvicinando per la battaglia... CeC 143 6 Mentre l'esercito avanzava scoppiò una terribile tempesta che disseminò i corpi dei forti guerrieri un po' ovunque. CeC 143 7 Quando gli israeliti, che avevano atteso in un riverente silenzio, animati da timore e speranza, videro quel massacro, riconobbero che Dio aveva accettato il loro pentimento. CeC 143 8 Sia per le nazioni sia per gli individui, ubbidire a Dio significa salvezza e felicità, mentre la trasgressione conduce al disastro e alla sconfitta. PP 590,5091 ------------------------Come Chiunque Altra Nazione, 20 maggio CeC 144 1 No, avremo un re sopra di noi... così saremo anche noi come tutte le nazioni. 1 Samuele 8:19,20 CeC 144 2 Gli ebrei chiedevano presso Samuele un re, affinché anche loro potessero avere un re. Essi preferivano essere governati da un dispotico re al posto di un mite governo di Dio stesso, dalla giurisdizione dei Suoi profeti che testimoniavano un grande bisogno di fede in Dio e fiducia nella Sua provvidenza. Il popolo di Dio, essendo i figli di Israele, la loro forma di governo era essenzialmente diversa tra tutte le nazioni che li circondavano. Dio aveva dato loro statuti e leggi e aveva scelto tra di loro sovrani, e a loro il popolo doveva obbedire, seguendo la volontà del Signore. In ogni difficoltà o perplessità, Dio doveva essere consultato. La loro richiesta di avere un re, non era altro che ribellione contro Dio, il loro Capo alquanto speciale. Il Signore sapeva che un re non sarebbe stata una scelta migliore per il Suo popolo singolare, eletto... Se avesse un re di cui il cuore fosse esaltato, orgoglioso, rivolto contro Dio, li avrebbe portati via lontano da Lui; li avrebbe spinti verso la ribellione. In breve, avrebbero peccato contro Dio stesso. SG 4a 65,66 CeC 144 3 Dio li aveva separati dagli altri popoli per fare di loro il suo tesoro particolare; ma essi, disprezzarono questo grande onore, perché desideravano ardentemente imitare i pagani. Anche oggi, fra la gente che si professa di appartenere a Dio c'è chi desidera conformarsi agli usi e ai costumi mondani. Allontanandosi dal Signore, sorge in costoro il desiderio di guadagni e onori terreni. I cristiani cercano costantemente di imitare chi adora il dio di questo mondo; molti di loro insistono nel sostenere che conformarsi ai costumi dei non credenti e vivere insieme a loro permette di avere un maggiore ascendente. Ma chiunque persegue questa condotta si separa dalla fonte di ogni forza e, intrecciando legami di amicizia con il mondo, diventa nemico di Dio. PP 607 ------------------------Non Ci Sono Scuse Che Tengono, 21 maggio CeC 145 1 Egli disse loro: «L'Eterno è testimone contro di voi e il suo unto è testimone in questo giorno, che non avete trovato nulla nelle mie mani". Essi risposero: «Sì, è testimone!» 1 Samuele 12:5 CeC 145 2 Oggi, curare il desiderio insoddisfatto del potere e dell'esibizione mondana, è altrettanto difficile come lo era ai tempi di Samuele. I cristiani cercano di costruire come costruiscono i mondani; di vestirsi come loro; di imitare i costumi e le pratiche di coloro che adorano solo il dio di questo mondo. Gli insegnamenti della Parola di Dio, i suoi consigli e i rimproveri dati ai Suoi servitori, sembrano essere impotenti a sottomettere questa indegna ambizione. Quando il cuore è separato da Dio, quasi ogni pretesto è sufficiente per giustificare il disprezzo della Sua autorità... Gli uomini che operano per Dio sono raramente apprezzati. Coloro che hanno lavorato altruisticamente per i loro simili, e che i loro sforzi sono fondamentali per ottenere i migliori risultati, vengono spesso ripagati con ingratitudine e abbandono. Quando queste persone si trovano messe da parte, quando i loro consigli sono messi a tacere e disprezzati, esse soffrono di una grande ingiustizia. Tuttavia, devono imparare dall'esempio di Samuele a non cercare scuse o rivendicare se stessi, a meno che lo Spirito di Dio non indichi inequivocabilmente un tale corso. The SDA Bible Commentary 2, 1013 CeC 145 3 L'onore accordato a chi sta concludendo il suo lavoro è molto più utile degli applausi e delle congratulazioni che ricevono coloro che stanno appena entrando nei loro doveri e che devono ancora essere messi alla prova. Ibid, 1014 CeC 145 4 Coloro che si ritirano da una posizione di responsabilità come giudice, possono dire in merito alla loro purezza: Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Giovanni 8:46 Chi di voi può provare che mi sono allontanato dalla mia giustizia per accettare tangenti? Non mi sono mai macchiato con i pregiudizi. Chi oggi può dire ciò che Samuele disse quando si congedava dal popolo di Israele, perché erano determinati ad avere un re? ... Coraggioso, nobile giudice! È una cosa dolorosa per una persona con la più grande integrità debba umiliarsi per difendersi. Ibid, 1014 ------------------------La Scelta Appartiene Al Popolo, 22 maggio CeC 146 1 Or dunque, ecco il re che avete scelto e che avete chiesto; ecco, l'Eterno ha costituito un re su di voi. 1 Samuele 12:13 CeC 146 2 Saul era il re che gli israeliti volevano, come disse Samuele a Ghilgal quando il regno fu confermato per ordine di Dio, a Saul. CeC 146 3 Bello, di nobile statura e dal portamento principesco, il suo aspetto suggeriva l'idea della dignità regale. Le sue capacità personali, la sua abilità nel guidare i soldati, erano qualità che secondo gli israeliti assicuravano loro rispetto e onore da parte delle altre nazioni. A loro non interessava che il re possedesse quelle qualità che potevano permettergli di regnare con giustizia ed equità. Non chiesero un uomo che avesse un carattere nobile o possedesse l'amore e il rispetto per il Signore. Non chiesero il consiglio di Dio circa le qualità che doveva possedere un re che potesse preservare le caratteristiche del popolo scelto da Dio. Cercarono di soddisfare la loro volontà e non quella di Dio. Allora il Signore scelse il re che desideravano, un uomo con un carattere simile al loro. Come il loro cuore non era sottomesso a Dio, così il loro sovrano non era posseduto dalla grazia divina. Con questo re essi avrebbero avuto l'opportunità di constatare i loro errori e tornare a ubbidire a Dio. CeC 146 4 Il Signore, tuttavia, dopo aver conferito a Saul la responsabilità del suo regno non lo abbandonò a sé stesso. Lo Spirito Santo rivelò a Saul la sua debolezza e il bisogno della grazia divina. Se Saul avesse contato su Dio, egli sarebbe rimasto con lui. Per tutto il tempo in cui rimase sotto il controllo della volontà di Dio, ubbidì al suo Spirito, e il Signore coronò i suoi sforzi con il successo. Ma quando Saul scelse di agire autonomamente, il Signore non fu più la sua guida e fu costretto ad abbandonarlo. Allora chiamò al trono "un uomo secondo il cuor suo" (1 Samuele 13:14), non una persona dal carattere perfetto, ma un uomo che invece di confidare in sé stesso, facesse assegnamento su Dio e fosse guidato dal suo Spirito; un uomo che, dopo aver peccato, accettasse il rimprovero e ritrovasse la strada giusta. PP 636 ------------------------Il Potenziale Di Saul, 23 maggio CeC 147 1 Tra i figli d'Israele non c'era nessuno più bello di lui. 1 Samuele 9:2 CeC 147 2 Le qualità di quel futuro monarca erano tali da soddisfare l'orgoglio che aveva spinto gli israeliti a desiderare un re... CeC 147 3 Saul, dal portamento nobile e distinto, nel fiore della giovinezza, alto e avvenente, sembrava proprio nato per comandare; tuttavia, nonostante tutte queste doti, non aveva quelle qualità che rendono una persona veramente saggia. Da giovane non aveva imparato a controllare l'ira, le passioni impetuose e non aveva mai avvertito la potenza trasformatrice della grazia divina. PP 608 CeC 147 4 Nemmeno Saul sarebbe potuto diventare il re senza illuminazione divina. Egli, dopo essere stato chiamato alla guida della nazione, lo Spirito Santo scese sopra di lui ed egli divenne un uomo nuovo. Saul ricevette uno spirito nuovo, nuovi pensieri, nuove ambizioni e nuovi desideri. Questa nuova luce univa la sua volontà con quella di Dio. Tuttavia, alla luce di questi doni, Saul superò il test, portò il rispetto a Dio? Le doti che lo qualificavano per fare il bene sono state usate da Satana per esercitare sul re l'influenza malefica. Satana indusse Saul ad essere vendicativo, offensivo e determinato per perseguire i suoi progetti malvagi. Attraverso i poteri del nemico, la sua mente e il suo cuore furono convertiti contro la volontà di Dio. The SDA Bible Commentary 2, 1013 CeC 147 5 Saul, se non avesse avuto troppa fiducia nella propria forza e giudizio, non avrebbe agito impulsivamente e non avrebbe commesso gravi errori; se rimanesse umile, cercando costantemente di essere guidato dalla saggezza divina, avanzerebbe secondo la provvidenza di Dio, gli sarebbe stato permesso di adempiere i doveri della sua posizione elevata con successo ed onore. Sotto l'influenza della grazia divina, ogni buona qualità guadagnerebbe forza e i tratti malvagi perderebbero costantemente il loro potere. Questa è l'opera che il Signore propone di fare per tutti coloro che si consacrano a Lui. ibid, 1016, 1017 ------------------------La Prova Di Saul, 24 maggio CeC 148 1 Egli aspettò sette giorni secondo il tempo fissato da Samuele; ma Samuele non giungeva a Ghilgal e il popolo cominciava a disperdersi lontano da lui. 1 Samuele 13:8 CeC 148 2 Solo dopo il secondo anno di regno di Saul si cercò di sottomettere i filistei. Il primo colpo fu messo a segno da Gionathan, il figlio del re, che li attaccò e li travolse. I filistei, esasperati da questo affronto, tentarono di assalire immediatamente Israele. Saul fece suonare con successo le trombe in tutto il paese per riunire le tribù a Ghilgal, comprese quelle al di là del Giordano e prepararsi per la guerra... CeC 148 3 Prima che terminasse il tempo indicato dal profeta, Saul si spazientì per l'attesa e in quel momento difficile si abbandonò allo scoraggiamento.... Per Saul era giunto il tempo di dimostrare quanto valeva: decidendo di dipendere da Dio, avrebbe atteso con pazienza i suoi ordini, e si sarebbe rivelato come colui di cui il Signore poteva avere fiducia nei momenti difficili per guidare il suo popolo. Oppure, vacillando, si sarebbe dimostrato indegno della sacra responsabilità a lui affidata. PP 616,618 CeC 148 4 Lo scopo di Dio era rivelare davanti a Samuele e gli altri il cuore di Saul affinché potessero sapere come si sarebbe comportato in caso di emergenza. Fu stato sottoposto a una prova, ma Saul non obbedì agi ordini di Dio. Egli pensava che non faceva alcuna differenza chi si avvicinava a Dio e in che modo; e pieno di energia e autocompiacimento si fece nell'ufficio sacro. CeC 148 5 Il Signore sceglie i Suoi agenti e se questi compiti a cui sono stati chiamati non sono rispettati, se gli uomini si sentono liberi di ignorare le esigenze di Dio, non devono essere ammessi alle posizioni di fiducia, perché non ascolterebbero i consigli né i comandi di Dio. CeC 148 6 Come Saul, reciterebbero in un'opera a cui non sono stati mai chiamati, commettendo in questo modo gravi errori, seguendo i loro giudizi umani contrari a quelli del loro Capo divino. The SDA Bible Commentary 2, 1014 ------------------------Saul È Trovato Mancante, 25 maggio CeC 149 1 Aveva appena finito di offrire l'olocausto, quando arrivò Samuele; e Saul gli uscì incontro per salutarlo. 1 Samuele 13:10 CeC 149 2 Dio aveva ordinato che solo coloro che erano stati consacrati sacerdoti potevano offrirgli dei sacrifici; ma Saul disse: "Portatemi l'olocausto" rivestito della sua armatura e sul piede di guerra, si avvicinò all'altare per offrire il sacrificio all'Eterno... CeC 149 3 Se Saul avesse soddisfatto le condizioni necessarie per ricevere l'aiuto promesso da Dio, il Signore avrebbe liberato Israele in maniera meravigliosa, anche con i pochi che erano rimasti fedeli al re. Ma Saul era così soddisfatto di ciò che aveva compiuto che si avvicinò per salutare il profeta pensando di essere elogiato. PP 618 CeC 149 4 Saul si sforzò di rivendicare il proprio corso e incolpò il profeta, invece di condannare se stesso. Oggi ci sono molti che seguono un corso simile. Come Saul, sono accecati dai loro errori. Quando il Signore cerca di correggerli, ricevono il rimprovero come un insulto e danno la colpa a colui che porta il messaggio divino. Se Saul fosse stato disposto a riconoscere e confessare il suo errore, questa amara esperienza si sarebbe dimostrata una salvaguardia per il futuro. In seguito avrebbe potuto evitare gli errori che suscitavano il divino rimprovero. Ma sentendo di essere stato ingiustamente condannato, è probabile che avrebbe commesso ancora una volta lo stesso peccato. Il Signore vuole che il Suo popolo dimostri una fiducia incondizionata a Lui nonostante le prove. Sebbene non possiamo sempre capire il funzionamento della Sua provvidenza, dovremmo comunque aspettare con pazienza e umiltà la Sua risposta. The SDA Bible Commentary 2, 1014, 1015 CeC 149 5 La trasgressione di Saul lo dimostrò indegno di essere investito di sacre responsabilità ... Se avesse sopportato pazientemente la prova divina, la corona sarebbe stata confermata a lui e alla sua casa. In effetti, Samuele era venuto a Gilgal proprio per questo scopo. Ma Saul era stato pesato sulla bilancia e trovato mancante. Deve essere rimosso per far posto a chi si merita di ricevere l'onore e l'autorità divini. Ibid, 1015 ------------------------Il Tempo Di Avere Coraggio, 26 maggio CeC 150 1 Gionathan disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la postazione di questi incirconcisi; forse l'Eterno opererà a nostro favore, perché nulla può impedire all'Eterno di salvare con molti o con pochi". 1 Samuele 14:6 CeC 150 2 Il Signore non avrebbe accordato a Saul l'onore di sconfiggere i filistei a causa del suo sacrificio dettato dalla presunzione. Per liberare Israele, l'Eterno si sarebbe servito di Gionathan, figlio del re e uomo fedele a Dio. Ispirato divinamente, quest'ultimo propose al suo scudiero di attaccare all'improvviso l'accampamento nemico... CeC 150 3 Lo scudiero, che era anche lui uomo di fede e preghiera, appoggiò il suo piano ed entrambi si allontanarono insieme dall'accampamento, in segreto, per paura di incontrare degli oppositori. Dopo aver invocato il Dio dei loro padri, si accordarono su un segnale che doveva rivelare loro come avrebbero dovuto procedere... CeC 150 4 Quando furono vicini alla fortezza dei filistei si mostrarono ai loro nemici che li derisero sfidandoli: "...Ecco gli Ebrei che escono dalle grotte dove si erano nascosti... CeC 150 5 Venite su da noi e vi faremo saper qualcosa". 1 Samuele 14:11, 12. Intendendo che avrebbero punito i due israeliti temerari. Questa sfida costituiva il segno che Gionathan e il compagno avevano scelto per stabilire se il Signore avrebbe assicurato il successo alla loro impresa. Attraversarono una zona invisibile ai filistei, scegliendo di percorrere un tratto difficile e nascosto, che li avrebbe portati sulla cima di una roccia, poco sorvegliata perché il passaggio era ritenuto impossibile. In questo modo i due penetrarono nell'accampamento nemico, uccisero le sentinelle che per la sorpresa e la paura non opposero resistenza. Gli angeli dell'Eterno proteggevano Gionathan e il suo scudiero, combattevano al loro fianco, e così i filistei cadevano davanti a loro. PP 623 CeC 150 6 Questi due uomini hanno dimostrato di aver agito sotto l'influenza e il comando di un generale più che umano. All'apparenza, la loro avventura sembrava essere stata compiuta avventatamente contro a tutte le regole militari. Ma l'azione di Jonathan non è stata compiuta secondo la volontà umana. Egli era lo strumento che Dio abbia usato in favore del Suo popolo Israele. SD 208 ------------------------Un Vero Re, 27 maggio CeC 151 1 Maledetto l'uomo che toccherà cibo prima di sera, prima che mi sia vendicato dei miei nemici. 1 Samuele 14:24 CeC 151 2 Volendo trarne il massimo vantaggio il re, temerariamente, proibì ai soldati di prendere del cibo per l'intero giorno, rafforzando il suo ordine con questa solenne maledizione: "...Maledetto l'uomo che toccherà cibo prima di sera, prima ch'io mi sia vendicato de' miei nemici". 1 Samuele 14:24. La vittoria era già stata ottenuta senza il concorso di Saul, ma egli sperava di distinguersi nel definitivo sbaragliamento di quell'esercito ormai inesistente. L'ordine di astenersi dal mangiare era suggerito da un'ambizione egoistica, e dimostrava che al re non interessavano le esigenze del suo popolo quando esse interferivano con il suo desiderio di emergere. Confermando la proibizione con un solenne giuramento, Saul appariva come una persona temeraria e profana. Erano le stesse parole della maledizione a dimostrare che quello zelo che Saul dimostrava era inteso a suo favore e non alla gloria di Dio. Lo scopo dichiarato non era infatti quello di vendicare i nemici del Signore, perché il re aveva detto: "...ch'io mi sia vendicato de' miei nemici" ... CeC 151 3 Durante la giornata della battaglia, Gionathan, che non conosceva l'ordine del re, lo trasgredì inconsapevolmente mangiando, mentre camminava in un bosco, un po' di miele. La sera stessa Saul, che aveva dichiarato che la violazione di questo editto doveva essere punita con la morte, venne a sapere il fatto; e sebbene Gionathan non fosse colpevole di un peccato volontario, sebbene Dio lo avesse miracolosamente protetto e avesse liberato il popolo tramite lui, il re dichiarò che la sentenza doveva essere eseguita. Per risparmiare la vita del figlio, Saul avrebbe dovuto riconoscere di aver sbagliato ordinando un voto così temerario e ciò lo avrebbe umiliato; invece, annunciò questa terribile sentenza: "...Mi tratti Iddio con tutto il suo rigore, se non andrai alla morte, o Gionathan". 1 Samuele 14:44 CeC 151 4 A Ghilgal, poco tempo prima, Saul si era opposto alla volontà di Dio esercitando la funzione di sacerdote e quando era stato rimproverato da Samuele si era giustificato con caparbia; e ora che il figlio aveva disubbidito al suo ordine, ordine irrazionale e violato per ignoranza, il re ne sentenziava la morte. Il popolo si oppose all'esecuzione della sentenza e, sfidando l'ira del re, dichiarò: "...Gionathan, che ha operato questa gran liberazione in Israele, dovrebbe egli morire? Non sarà mai! Com'è vero che l'Eterno vive, non cadrà in terra un capello del suo capo; perché oggi egli ha operato con Dio...". 1 Samuele 14:45. Il re orgoglioso non osò opporsi al verdetto unanime e la vita di Gionathan fu risparmiata. PP 624,625 ------------------------La Salvezza Per Mezzo Di Obbedienza, 28 maggio CeC 152 1 Perché sarete giudicati secondo il giudizio col quale giudicate; e con la misura con cui misurate, sarà pure misurato a voi. Matteo 7:2 CeC 152 2 Saul non poté fare a meno di avvertire che sia Dio sia il popolo preferivano suo figlio a lui. La liberazione di Gionathan costituiva un severo rimprovero per quel re che si era dimostrato così temerario. Saul avvertiva che questa maledizione sarebbe ricaduta su di lui e smise di combattere contro i filistei, tornando a casa triste e di malumore. Chi è pronto a giustificare o scusare il proprio peccato, spesso è veramente severo nel giudicare e condannare gli altri. Molti, come Saul, attirano su di loro la disapprovazione di Dio, respingono i consigli e disprezzano i rimproveri. Perfino quando vengono convinti del fatto che il Signore non è più con loro, rifiutano di considerarsi la causa della loro sofferenza. Mentre si abbandonano a critiche crudeli e a rimproveri severi su persone che sono migliori di loro, coltivano l'orgoglio e la vanagloria.... CeC 152 3 Spesso coloro che cercano di mettersi in mostra raggiungono, come avvenne nel caso di Saul, posizioni in cui si rivela il loro vero carattere. Il comportamento di quel re fece comprendere agli israeliti che egli si preoccupava più dell'autorità e degli onori regali, che della giustizia, della misericordia e della benevolenza. Il popolo comprese l'errore commesso nel rifiutare il governo che Dio aveva stabilito. Avevano preferito a un profeta fedele, le cui preghiere erano state fonte di benedizione, un re animato da uno zelo cieco che chiedeva a Dio di colpire il suo popolo per le proprie maledizioni. CeC 152 4 Se degli israeliti non fossero intervenuti per salvare la vita dell'eroico Gionathan, il loro liberatore sarebbe morto per volontà del padre. Con quale apprensione il popolo, in seguito, si sarebbe fatto guidare da Saul! Come dovevano essere tristi all'idea di essere stati loro a mettere quel re sul trono! Il Signore sopporta a lungo l'ostinazione degli uomini e offre a tutti l'opportunità di scorgere e abbandonare i propri peccati. Coloro che disprezzano la sua volontà possono temporaneamente avere successo, verrà il tempo in cui si troveranno di fronte ai risultati della loro follia. PP 625, 626 ------------------------Un'altra Prova, 29 maggio CeC 153 1 Ora va', colpisci Amalek e vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene senza avere alcuna pietà di lui. 1 Samuele 15:3 CeC 153 2 Il Signore attraverso il suo profeta inviò un altro messaggio a Saul, offrendogli la possibilità di dimostrare di essere fedele a Dio e degno di guidare Israele. Affinché il re potesse rendersi conto di quanto fosse importante prestare attenzione a quell'ordine, Samuele gli disse espressamente che parlava da parte di Dio... CeC 153 3 Gli amalechiti erano stati i primi ad attaccare Israele nel deserto e per il loro peccato -- il fatto che avevano sfidato Dio con la loro degradante idolatria -- il Signore, attraverso Mosè, li aveva condannati... CeC 153 4 L'esecuzione dell'ordine era stata rimandata di quattrocento anni, durante i quali gli amalechiti non avevano abbandonato i loro peccati. Il Signore sapeva che quella gente malvagia avrebbe cercato di annientare il suo popolo e il suo culto dalla terra. E il tempo di eseguire la sentenza a lungo rimandata era giunto... CeC 153 5 La pazienza che Dio aveva esercitato nei confronti degli empi, aveva incoraggiato i loro crimini; il lungo ritardo non rendeva meno certa e meno terribile la loro punizione... CeC 153 6 Dio, pur non provando piacere per la punizione, è costretto a condannare i trasgressori della sua legge per proteggere gli uomini dalla depravazione e dalla rovina. Per salvare, deve giudicare coloro che diventano insensibili... CeC 153 7 Mentre condanna, Dio si rivela anche misericordioso. Quando gli amalechiti furono distrutti i kenei, che vivevano insieme a loro, furono risparmiati. Questo popolo, pur essendo in parte compromesso con l'idolatria, adorava Dio ed era amico d'Israele. Il cognato di Mosè, Hobab, che aveva accompagnato gli israeliti nel loro viaggio nel deserto, aiutandoli validamente grazie alla sua conoscenza dei luoghi, apparteneva a questa tribù. PP 627,628 ------------------------La Prova Finale Per Saul, 30 maggio CeC 154 1 Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio delle pecore e dei buoi, gli animali grassi, gli agnelli e tutto il meglio, rifiutandosi di votarli allo sterminio. 1 Samuele 15:9 CeC 154 2 Dopo la sconfitta dei filistei a Micmas, Saul aveva combattuto contro Moab, Ammon, Edom, gli amalechiti e i filistei, ottenendo ovunque evidenti vittorie e appena ricevette l'ordine di combattere contro gli amalechiti, proclamò subito guerra. L'appello alle armi, rafforzato dall'autorità del profeta, richiamò moltissimi israeliti che giunsero con le loro insegne. Questa spedizione non aveva lo scopo di aumentare la potenza d'Israele: gli israeliti non avrebbero ricevuto nessun onore per la conquista né si sarebbero appropriati del bottino. Dovevano intraprendere la guerra solo per ubbidire a Dio, per essere strumenti della condanna degli amalechiti. Dio voleva che tutte le nazioni osservassero la fine di quel popolo che aveva sfidato la sua sovranità e comprendessero che esse sarebbero state distrutte proprio dal popolo che avevano disprezzato. La battaglia contro gli amalechiti che si era risolta con la vittoria più brillante che Saul avesse mai ottenuto, risvegliò il più grave difetto di Saul: l'orgoglio. L'ordine divino, secondo cui i nemici di Dio dovevano essere votati alla distruzione, era stato eseguito solo parzialmente. L'ambizioso Saul, desiderando onorare il suo ritorno trionfale con la presenza di un re prigioniero, si avventurò a imitare i costumi delle nazioni circostanti. Risparmiò Agag, il feroce e guerriero re degli amalechiti; mentre il popolo tenne per sé i capi migliori delle greggi, delle mandrie, delle bestie da soma sostenendo, per scusare il suo peccato, che quel bestiame doveva essere offerto in sacrificio all'Eterno. Il loro obiettivo, in realtà, era quello di sacrificare il bottino per risparmiare il proprio bestiame... CeC 154 3 Il disprezzo presuntuoso di Saul per la volontà di Dio non gli aveva permesso di superare questa prova finale. Il re aveva dimostrato di governare come un monarca indipendente, di non essere degno dell'autorità regale che gli era stata conferita come rappresentante di Dio. PP 628,629 ------------------------Sento Le Pecore, 31 maggio CeC 155 1 «Io mi pento di aver costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non ha eseguito i miei ordini». Samuele ne fu rattristato e gridò all'Eterno tutta la notte. 1 Samuele 15:11 CeC 155 2 Mentre Saul e il suo esercito tornavano fieri della vittoria, Samuele era profondamente preoccupato. Il profeta aveva ricevuto un messaggio divino che denunciava il comportamento del re: "Io mi pento d'aver stabilito re Saul, perché si è sviato da me, e non ha eseguito i miei ordini". 1 Samuele 15:11. Addolorato per questo atteggiamento ribelle del re, pianse e pregò tutta la notte per far revocare la terribile sentenza. CeC 155 3 l pentimento di Dio non è come quello umano. "Colui che è la gloria d'Israele non mentirà e non si pentirà". 1 Samuele 15:29. Il pentimento dell'uomo comporta un cambiamento di idee, mentre quello di Dio implica un mutamento delle circostanze. L'uomo può mutare il suo rapporto con Dio, pur adempiendo alle condizioni necessarie per ricevere il favore divino, o comportandosi in modo da porsi al di fuori di questa condizione. Il Signore però "è lo stesso ieri, oggi e in eterno". Ebrei 13:8. Saul, disubbidendo, mutò il suo rapporto con Dio, mentre le condizioni per considerarlo approvato erano rimaste inalterate. Le richieste di Dio sono sempre le stesse perché in lui "non c'è variazione né ombra prodotta da rivolgimento". Giacomo 1:17 CeC 155 4 La mattina dopo il profeta, oppresso da una grande tristezza, si mise in cammino per incontrare il re. Samuele sperava che Saul, riflettendo, diventasse consapevole dei propri peccati e, attraverso il pentimento e l'umiliazione, potesse riconquistare il favore divino. Ma una volta compiuto il primo errore, è facile continuare a sbagliare. Saul, ormai caduto molto in basso a causa della sua disubbidienza, andò incontro a Samuele raccontandogli una bugia: "Benedetto sii tu dall'Eterno! Io ho eseguito l'ordine dell'Eterno". 1 Samuele 15:13. CeC 155 5 Il frastuono che giungeva alle orecchie del profeta era in contraddizione con l'affermazione del re disubbidiente. Ibid 629,630 ------------------------Nessun Rimorso, 1 giugno CeC 156 1 Poiché hai rigettato la parola dell'Eterno, anch'egli ti ha rigettato come re. 1 Samuele 15:23 CeC 156 2 Terrificato dalla denuncia del profeta, Saul riconobbe la colpa che aveva ostinatamente negato, continuando però a incolpare il popolo e dicendo di aver peccato per paura... CeC 156 3 Era il timore delle conseguenze dei suoi errori e non la tristezza che deriva dal pentimento a spingerlo a supplicare Samuele, dicendo: "Ti prego, perdona il mio peccato, ritorna con me e io mi prostrerò davanti all'Eterno". 1 Samuele 15:25. Se Saul si fosse veramente pentito, avrebbe confessato pubblicamente il suo peccato; ma la sua preoccupazione maggiore era quella di conservare la sua autorità e la fedeltà del popolo... Mentre Samuele si voltava per allontanarsi il re spaventato afferrò il suo mantello per trattenerlo, ma gli rimase fra le mani. Il profeta allora dichiarò: "L'Eterno strappa oggi da dosso a te il regno d'Israele e lo dà a un altro che è migliore di te". 1 Samuele 15:28. CeC 156 4 Saul, invece, approfittò della sua posizione per esaltare se stesso e, con la sua incredulità e la sua disubbidienza, disonorò Dio. Il successo aveva trasformato l'umiltà e la titubanza dei primi momenti di regno in una grande sicurezza di sé. CeC 156 5 Le offerte di sacrificio non avevano nessun valore per il Signore. Il loro scopo era quello di esprimere il pentimento per il peccato e la fede in Cristo e un impegno a osservare i princìpi della legge di Dio. Senza il pentimento, la fede e il desiderio di ubbidire, le offerte non avevano valore. Quando violando esplicitamente l'ordine di Dio, Saul propose di presentare in sacrificio una parte del bottino che Dio aveva votato alla distruzione, disprezzò apertamente l'autorità divina. CeC 156 6 Nonostante l'esempio del peccato di Saul e le sue conseguenze, molti si comportano nello stesso modo. Mentre si rifiutano di credere e ubbidire ad alcune richieste del Signore, continuano a offrire all'Eterno dei culti formali, ai quali lo Spirito di Dio non risponde. Non importa quanto zelo possano dimostrare gli uomini nell'osservanza dei riti religiosi; il Signore non può accettarli se persistono nel violare deliberatamente uno dei suoi ordini. PP 631-634 ------------------------Integrità Inesistente, 2 giugno CeC 157 1 Ma Samuele rispose a Saul: «Io non ritornerò con te, perché hai rigettato la parola dell'Eterno e l'Eterno ha rigettato te, perché tu non sia più re sopra Israele». 1 Samuele 15:26 CeC 157 2 Quando Saul vide che Samuele non veniva più per istruirlo, seppe che il Signore lo aveva respinto a causa del suo comportamento malvagio. I suoi servi... a volte non osavano avvicinarsi a lui, perché reagiva come un uomo pazzo e violento. A volte quando era malinconico e spesso spaventato, sembrava avere dei rimorsi... Era sempre pieno di ansia e quando nei suoi stati d'animo cupi, non voleva essere disturbato e perfino che nessuno si avvicinasse a lui... Ripeteva alcune profezie contro sé stesso con in modo confuso e distratto davanti ai suoi ministri e davanti al popolo. Coloro che assistevano a questo strano comportamento, gli consigliavano di distrarsi con la musica come rimedio rilassante per la sua mente. Nella provvidenza di Dio, fu scelto Davide come abile musicista... La sua abilità nel suonare l'arpa, calmò lo spirito tormentato di Saul. Infatti, la musica aiutò a dissipare l'oscurità che si era impadronita della mente del re e rispristinò lo stato di serenità. SG 4a 78,79 CeC 157 3 Privo delle forze, Saul non riusciva a sottomettersi alla volontà e ai comandamenti di Dio. È spaventoso per un uomo usare la propria volontà contro quella di Dio, come è stato rivelato nelle sue specifiche esigenze. Tutto l'onore che un uomo che regna potrebbe ricevere sarebbe un misero risarcimento senza il favore di Dio. La disobbedienza ai comandamenti di Dio non può che portare alla fine disastro e disonore. Dio ha dato a ogni uomo il suo lavoro, proprio come ha nominato a Saul come il re di Israele. La stessa lezione e molto importante anche per noi; ossia di compiere il nostro lavoro in modo tale da poter avere la gioia e non rimproveri. The SDA Bible Commentary 2, 1018 ------------------------La Scelta Appartiene A Dio, Non All'uomo, 3 giugno CeC 158 1 L'Eterno disse a Samuele: Riempi il tuo corno di olio e va'; ti mando da Isai il Betlemita, perché mi sono scelto un re tra i suoi figli". 1 Samuele 16:1 CeC 158 2 Al termine del sacrificio, e prima di distribuire l'olocausto, Samuele osservò i nobili figli di Isai. Eliab, il maggiore, era quello che per statura e bellezza assomigliava di più a Saul. Il profeta attirato dai suoi lineamenti regolari e dal suo corpo ben formato, considerando il portamento principesco del giovane, pensò: "Questo è davvero l'uomo che Dio ha scelto come successore di Saul". Ma mentre attendeva l'ordine divino di consacrare Eliab, il Signore gli rivolse queste parole: "...Non badare al suo aspetto né all'altezza della sua statura, perché io l'ho scartato; giacché l'Eterno non guarda a quello a cui guarda l'uomo: l'uomo riguarda all'apparenza, ma l'Eterno riguarda al cuore". 1 Samuele 16:17. CeC 158 3 Nessun uomo può essere approvato da Dio per il suo aspetto. Egli non considera le apparenze. La vera bellezza dell'uomo consiste nella saggezza e nella perfezione rivelate attraverso il carattere e il comportamento. Sono la bellezza interiore e la bontà del cuore che ci qualificano davanti a Dio. Queste verità dovrebbero guidarci quando giudichiamo noi stessi e gli altri. L'errore di Samuele ci deve insegnare a non valutare le persone per la loro bellezza e il loro nobile portamento. PP 638 CeC 158 4 Infatti, i fratelli maggiori fra i quali Samuele avrebbe dovuto fare la sua scelta, non possedevano le qualità che Dio riteneva essenziali a un condottiero del suo popolo. Orgogliosi, egocentrici, pieni di sé, furono messi da parte per uno che essi tenevano in scarsa considerazione, uno che aveva saputo conservare la semplicità e la sincerità della giovinezza e che, seppure piccolo ai loro occhi, poteva essere preparato da Dio per le responsabilità del regno. Così oggi, in molti bambini poco considerati dai genitori, Dio scorge qualità superiori a quelle di altri che sono ritenuti molto promettenti. CeC 158 5 E circa le possibilità della vita, chi può decidere ciò che è grande e ciò che è piccolo? Molti operai, pur occupando un'umile posizione nella vita, intraprendendo delle iniziative per il bene del mondo hanno ottenuto risultati da fare invidia ai re! Ed 266 ------------------------La Preparazione Di Davide Come Guida Di Israele, 4 giugno CeC 159 1 Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre; quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora dal gregge, io lo inseguivo, lo colpivo e la strappavo dalle sue fauci. 1 Samuele 17:34,35 CeC 159 2 La stima che Dio e gli uomini avevano per Davide cresceva. Egli era stato educato per compiere la volontà del Signore, per la quale ora si impegnava più che mai. Aveva nuove cose a cui pensare: era stato alla corte e aveva visto le responsabilità che incombevano sul re. Aveva scoperto alcune delle tentazioni che assalivano Saul e aveva conosciuto i segreti del carattere e del comportamento del primo re d'Israele. Aveva visto che la gloria della regalità era adombrata da un'oscura nube di dolore e sapeva che la famiglia reale di Saul era tutt'altro che felice. Tutto ciò destava in lui, che era stato unto per diventare re d'Israele, grandi preoccupazioni. CeC 159 3 Mentre meditava profondamente, ed era angustiato da questi pensieri inquietanti, prendeva la sua arpa facendone uscire note che elevavano il suo spirito fino al Creatore e allontanavano i tristi presentimenti che sembravano oscurare il suo futuro. Lo stesso Dio che aveva preparato Mosè per la sua opera, plasmò il figlio di Isai perché diventasse la guida del suo popolo, insegnandogli ad avere fiducia in lui. Prendendosi cura del gregge, comprendeva quale poteva essere l'interesse del grande Pastore per le sue pecore. CeC 159 4 Davide portava il gregge lungo le colline solitarie, attraverso le aspre gole dove si rifugiavano le bestie feroci. Non di rado un leone usciva dai boschi del Giordano, o un orso dalle tane sulle colline, avventandosi feroce e affamato sul gregge. Davide, pur avendo come arma, secondo le abitudini di quel tempo solo una fionda e un bastone, dimostrò bene presto forza e coraggio nel proteggere il suo gregge. CeC 159 5 Queste esperienze mettevano alla prova Davide, sviluppandone il coraggio, la forza e la fede. PP 643,644 ------------------------Vanagloria Umana, 5 giugno CeC 160 1 Il Filisteo poi aggiunse: «Io lancio oggi una sfida alle schiere d'Israele: Datemi un uomo e ci batteremo!» 1 Samuele 17:10 CeC 160 2 Quando gli israeliti dichiararono guerra ai filistei, tre figli di Isai si unirono all'esercito di Saul, mentre Davide rimase a casa. Qualche tempo dopo, però, si recò all'accampamento perché suo padre gli aveva chiesto di portare un messaggio e un dono ai suoi fratelli maggiori e informarsi se stavano bene... CeC 160 3 Mentre Davide si avvicinava all'esercito sentì il rumore di un tumulto, come se stesse per cominciare uno scontro militare... CeC 160 4 Golia, il campione dei filistei uscì allo scoperto e provocò gli israeliti sfidandoli con insulti a presentare un uomo che s'impegnasse con lui in un duello... CeC 160 5 La sfida del gigante, che faceva tremare l'esercito d'Israele, si protraeva già da quaranta giorni. Gli israeliti, vedendo la sua forma massiccia, la sua altezza di sei cubiti e una spanna, perdevano tutto il loro coraggio. Il gigante "aveva in testa un elmo di rame era vestito di una corazza a squame il cui peso era di cinquemila sicli di rame, portava delle gambiere di rame". 1 Samuele 17:5, 6. La corazza, fatta di piastre di rame che si sovrapponevano l'una all'altra, come le scaglie dei pesci, erano così unite che nessun dardo poteva penetrare nell'armatura, e dietro le spalle il gigante portava un grosso giavellotto di rame. "L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitore, la punta della lancia pesava seicento sicli di ferro, e colui che portava la sua targa lo precedeva". 1 Samuele 17:27 PP 646,647 CeC 160 6 Non era Israele a sfidare Golia, ma era Golia che ha sfidato il Dio di Israele e il Su popolo. La sfida, il vanto e imprecazioni vengono sempre da parte degli oppositori della verità, come appunto Golia. Nessuna di queste caratteristiche deve essere vista in coloro che amano Dio e che proclamano il messaggio d'avvertimento in un mondo corrotto. CeC 160 7 Golia si fidava della sua armatura. Terrorizzava l'esercito di Israele con le sue feroci e provocanti vanaglorie, mentre mostrava in modo imponente la sua armatura e la sua forza. 3T 218,219 ------------------------Cinque Miserabili Sassolini, 6 giugno CeC 161 1 Davide soggiunse: «L'Eterno che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell'orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo". Allora Saul disse a Davide: «Va' e l'Eterno sia con te". 1 Samuele 17:37 CeC 161 2 Quando Davide si accorse che gli israeliti erano veramente spaventati, e seppe che la sfida dei filistei si ripeteva da vari giorni, senza che fosse possibile trovare un campione che facesse tacere lo spavaldo, ne fu turbato e, infiammato di zelo, pensò di salvare l'onore di Dio e la reputazione del suo popolo. PP 645 CeC 161 3 David, nella sua umiltà e zelo per Dio e il suo popolo, si propose di incontrare questo gigante. Saul acconsentì e induce Davide a indossare la sua armatura regale, ma Davide si rifiuta. Egli voleva dimostrare che la fiducia in Dio vivente sarebbe stato la sua migliore armatura. L'armatura di Saul darebbe impressione che Davide fosse un guerriero, mentre non era altro che un semplice e insignificante pastorello delle pecore. Inoltre non intendeva attribuire alcun credito all'armatura di Saul, perché la sua fiducia poggiava nel Signore Dio di Israele. 3T 219 CeC 161 4 Dopo essersi tolto l'armatura del re, preso il bastone da pastore, la bisaccia e una semplice fionda, scelse nel ruscello cinque pietre ben lisce, le mise nella sua sacca e si diresse verso il filisteo con la fionda in mano. Il gigante avanzava a grandi passi, preceduto dal suo scudiero, coraggiosamente, come se niente potesse contrastarlo, aspettandosi di incontrare il più forte guerriero d'Israele quando invece si trovò di fronte un ragazzo. Davide aveva un volto colorito che sprizzava salute; il suo corpo ben formato, non protetto dall'armatura, si presentava a suo vantaggio, tuttavia il suo profilo giovanile contrastava fortemente con il massiccio filisteo. CeC 161 5 Golia, meravigliato e arrabbiato esclamò: "...Sono io un cane che tu vieni contro a me con un bastone?" ...1 Samuele 17:43. E dopo aver ricoperto Davide delle peggiori maledizioni di tutti gli dèi che conosceva, lo derise gridando: "Vieni qua ch'io dia la tua carne agli uccelli del cielo e alle bestie de' campi". 1 Samuele 17:44. PP 647 ------------------------Un Risultato Sicuro, 7 giugno CeC 162 1 Allora Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell'Eterno degli eserciti, il DIO delle schiere d'Israele che tu hai insultato. 1 Samuele 17:45 CeC 162 2 Davide non si fece intimorire dagli insulti di Golia, non si sente per niente inferiore, né tremò davanti alle terribili minacce, disse soltanto: "... Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto, ma io vengo a te nel nome dell'Eterno degli eserciti, dell'Iddio delle schiere di Israele che tu hai insultato". Golia si rivolse a David e lo maledì per i suoi dei. Sentiva che era un insulto alla sua dignità avere una semplice strisciatura, senza nemmeno un'armatura, venire a incontrarlo ... David non si irritò perché era considerato così inferiore, né tremò nemmeno le sue terribili minacce, ma rispose: "Tu vieni con me con una spada, con una lancia e con uno scudo: ma io vengo da te nel nome del Signore degli eserciti, il Dio degli eserciti di Israele, che tu ha sfidato". 3T, 219 CeC 162 3 Le parole di Davide, che già si rallegrava per il trionfo, pronunciate con coraggio e con voce musicale e chiara risuonarono nell'aria e furono udite distintamente dalle migliaia di uomini schierati per la guerra. Golia, furibondo sollevò la visiera del suo elmo e a fronte scoperta si slanciò contro l'avversario per vendicarsi. Il figlio di Isai stava attendendo il suo nemico: "Quando il Filisteo si mosse e si fece avanti per andare incontro a Davide, anche Davide corse prontamente verso la linea di battaglia incontro al Filisteo, mise la mano nella sacca, ne trasse fuori una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte; la pietra si conficcò nella fronte ed egli cadde con la faccia a terra". 1 Samuele 17:48,49 I due eserciti che pensavano che Davide sarebbe stato ucciso, rimasero sbigottiti quando la pietra sibilando nell'aria colpì il bersaglio e videro il forte guerriero tremare e alzare le mani come se fosse diventato improvvisamente cieco. Il gigante barcollava e, come la quercia tagliata al ceppo, cadde al suolo. Davide non attese un istante, saltò sul corpo del filisteo e con entrambe le mani gli prese la spada. Un momento prima il filisteo s'era vantato dicendo che avrebbe tagliato la testa al giovane e avrebbe dato il suo corpo in pasto agli uccelli del cielo. Ora, la sua stessa spada, veniva sollevata in aria facendo rotolare la testa del calunniatore, mentre un grido di esultanza si elevava dall'accampamento d'Israele. PP 648 ------------------------Nessun "Mi Dispiace", 8 giugno CeC 163 1 Tutti voi avete congiurato contro di me... e non c'è alcuno di voi che sia spiacente per me. 1 Samuele 22:8 CeC 163 2 Lo spirito del male si era impossessato di Saul. Aveva capito che il messaggio che aveva ricevuto gli preannunciava la sconfitta e che gli sarebbe stato tolto il regno di Israele. A causa del suo allontanamento dalle semplici esigenze di Dio, i risultati erano chiari. Eppure non si pentì né umiliò davanti al Signore, anzi ascoltò i suggerimenti del nemico. Avendo raccolto false testimonianze, con impazienza cercò di distruggere Davide, sperando di poter trovare le scuse per manifestare la sua crescente invidia e l'odio per lui che era stato consacrato al trono di Israele al posto suo. CeC 163 3 Ogni voce è stata accreditata, non importa quanto incoerente e inconciliabile fosse con il carattere e l'abitudine di Davide. Ogni prova che confermava la protezione di Dio nei confronti di Davide, con determinazione ispirava Saul contro di lui. L'incapacità di realizzare i propri disegni appariva in netto contrasto con il successo del fuggitivo nell'eludere la sua ricerca, ma rese la determinazione del re solo più ferma. Non tentava nemmeno a nascondere i suoi progetti e i mezzi con i quali potesse raggiungere il suo scopo. CeC 163 4 Ma Saul non inveiva personalmente contro Davide, ma contro il Re celeste con cui era in grande controversia. Quando a Satana viene permesso di controllare la mente la quale è sottoposta al suo controllo anziché a quello di Jehovah, egli diventerà il suo agente e di conseguenza agirà secondo la sua volontà. CeC 163 5 L'inimicizia tra il creatore del peccato e il Creatore del bene è grande e tremenda. Quando il nemico influenza la mente umana con la sua potenza malefica, questi, inevitabilmente si allontana da Dio. Tali individui diventano audaci nemici di Dio e del Suo popolo... CeC 163 6 Dio odia tutti i peccati e quando l'uomo respinge costantemente i consigli del cielo, viene abbandonato e lasciato sotto l'egida e inganni del nemico. The SDA Bible Commentary 2, 1019 ------------------------Musica In Una Grotta, 9 giugno CeC 164 1 L'anima mia è come in mezzo ai leoni; dimoro tra gente che vomita fuoco. Salmo 57:4 CeC 164 2 Com'è prezioso il dolce influsso dello Spirito di Dio che allevia i disperati e i sofferenti, che incoraggia i codardi, che rincuora i deboli, che aiuta e dà forza ai figli di Dio che devono affrontare delle prove! Dio è grande perché si mostra premuroso nei confronti di coloro che sbagliano, e manifesta tutto il suo amore quando siamo sopraffatti da qualche grave problema! Ogni insuccesso dei figli di Dio è dovuto a mancanza di fede. Quando ci sentiamo angosciati e desideriamo essere illuminati e guidati, dobbiamo guardare verso l'alto, dove la luce risplende al di là delle tenebre. Davide non doveva dubitare di Dio neanche per un momento, anzi poteva avere fiducia perché era l'unto dell'Eterno, perché era stato protetto in situazioni pericolose dagli angeli del Signore, perché aveva ricevuto il coraggio per compiere grandi imprese. Se invece di continuare a pensare alla situazione angosciante in cui si trovava, avesse riflettuto sulla maestà e la potenza di Dio, avrebbe trovato pace anche davanti alla morte CeC 164 3 Si fermò sulle montagne di Giuda, nella caverna di Adullam, una posizione da cui si poteva respingere l'attacco di un grande esercito con pochi uomini. "...E quando i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre lo seppero, scesero quivi per unirsi a lui". 1 Samuele 22:1. CeC 164 4 Nella caverna di Adullam la famiglia viveva unita dall'affetto e dalla simpatia. Il figlio di Isai, suonava l'arpa e cantava: "Ecco, quant'è buono e quant'è piacevole che i fratelli dimorino assieme!" Salmi 133:1. Egli aveva sperimentato quanto fosse amaro avere dei fratelli sospettosi; ma ora l'armonia aveva preso il posto della discordia portando gioia nel cuore dell'esiliato. Fu allora che Davide compose il Salmi 57 PP 657,658 ------------------------I Risultati Della Follia, 10 giugno CeC 165 1 Il re disse: «Tu certamente morrai, Ahimelek, tu e tutta la casa di tuo padre!» 1 Samuele 22:16 CeC 165 2 Gli uomini non possono privarsi del consiglio divino e ritenere di potere operare con giustizia e saggezza, contando solo su sé stessi. Nessuna follia è così terribile e irrimediabile come quella di chi segue la saggezza umana privandosi della guida divina. CeC 165 3 Saul aveva fatto dei preparativi per catturare Davide nella caverna di Adullam, e quando si seppe che Davide aveva lasciato quel rifugio andò su tutte le furie. La fuga di Davide era un mistero per Saul e lo indusse a pensare che nel suo accampamento ci fosse qualche traditore che avesse informato il figlio di Isai del piano che stava per scattare. CeC 165 4 Comunicò ai consiglieri che era stata organizzata una cospirazione contro di lui, e li corruppe promettendo ricchi doni e posizioni onorevoli a chi avrebbe rivelato la persona che aveva aiutato Davide. Doeg, l'idumeo ambizioso e avaro, motivato dall'odio per il sacerdote che aveva rimproverato i suoi peccati, fece il delatore dicendo di aver visto Davide con Ahimelec e raccontando i fatti in modo tale da accendere l'ira di Saul contro l'uomo di Dio. Le parole di quella lingua infiammata dal fuoco dell'inferno, risvegliarono le peggiori passioni di Saul, che furibondo dichiarò che tutti i sacerdoti sarebbero stati uccisi, e così accadde. Non solo Ahimelec, ma anche i membri della casa di suo padre: "Uccise in quel giorno ottantacinque persone che portavano l'efod di lino" (1 Samuele 22:18), un ordine del re e la mano assassina di Doeg. "E Saul mise pure a fil di spada Nob, la città de' sacerdoti, uomini, donne, fanciulli, bambini di latte, buoi, asini e pecore". 1 Samuele 22:19. Saul, istigato da Satana, giunse fino a quel punto! Quando Dio aveva detto che la malvagità degli amalechiti aveva raggiunto il colmo e aveva ordinato di distruggerli completamente, il re pensava di essere troppo umano per eseguire la sentenza, e risparmiò ciò che doveva essere votato alla distruzione. Ora, invece, che non c'era stato alcun ordine di Dio, ispirato da Satana, uccideva i sacerdoti dell'Eterno e sterminava gli abitanti di Nob. L'uomo che rifiuta di essere guidato dal Signore giunge a queste atrocità. PP 658,659 ------------------------Una Coppia Incompatibile, 11 giugno CeC 166 1 La grazia è fallace e la bellezza è vana, ma la donna che teme l'Eterno, quella sarà lodata. Proverbi 31:30 CeC 166 2 Nel carattere di Abigail, moglie di Nabal, abbiamo un'illustrazione della femminilità secondo l'ordine di Cristo, mentre il marito testimonia ciò che un uomo può diventare quando egli cede al controllo di Satana. The SDA Bible Commentary CeC 166 3 Quando Davide era un latitante davanti a Saul, si era accampato vicino ai possedimenti di Nabal, proteggendo le greggi e i pastori di quest'ultimo da ogni pericolo, mentre l'uomo si trovava a Carmel. Nel momento di bisogno Davide mandò gli uomini da Nabal con un messaggio in cui chiese del cibo sia per sé sia per i suoi uomini; ma Nabal rispose con insolenza, restituendo il male per il bene, rifiutandosi di condividere il cibo con i vicini... Nabal accusò Davide e i suoi uomini falsamente al fine di giustificare il suo egoismo, e li trattò come schiavi fuggiaschi. Uno dei giovani uomini alle dipendenze di Nabal, temendo le ripercussioni a causa dell'insolenza di Nabal, si recò da sua moglie -- sapendo che essa aveva uno spirito diverso da suo marito e che era una donna discreta -- per riferirle delle difficoltà sorte da parte di Nabal: Sappi e vedi ciò che devi fare, perché accadrà qualche sventura al nostro padrone e a tutta la sua casa; egli è un uomo così malvagio, che non gli si può parlare. (1 Samuele 25:17) CeC 166 4 Abigail si accorse che qualcosa era accaduto per colpa di Nabal, e di conseguenza dovette assumersi la responsabilità e agire immediatamente senza dire niente al marito. Essa sapeva che parlare con lui sarebbe stato inutile, perché sarebbe stata solo disprezzata o perfino maltrattata. Lui, le avrebbe ricordato di essere l'uomo di casa e che essa era soltanto sua moglie e quindi avrebbe dovuto essergli sottomessa e fare ciò che diceva... Allora Abigail, per placare l'ira di Davide e la voglia di vendicarsi per l'offesa ricevuta, preparò la scorta di viveri e la portò a Davide. Con questo gesto essa dimostrò la nobiltà del suo carattere... MS 17, 1891 ------------------------Dolce Rimprovero, 12 giugno CeC 167 1 Deh, perdona la colpa della tua serva; certamente l'Eterno renderà stabile la casa del mio signore, perché il mio signore combatte le battaglie dell'Eterno, e in tutto il tempo della tua vita non è stato trovato alcun male in te. 1 Samuele 25:28 CeC 167 2 Incontrando Davide, lo salutò con rispetto, e gli espose la sua causa con eloquenza. Pur non scusando l'insolenza del marito, implorò di risparmiare la vita del marito. Inoltre, la donna confessò a Davide di essere, oltre una persona discreta, una donna pia che conosceva le opere e le vie del suo Dio. ibid CeC 167 3 Abigail annunciava implicitamente ciò che Davide avrebbe compiuto: avrebbe combattuto le battaglie del Signore. Egli, quindi, non doveva cercare di vendicare i torti subìti personalmente neanche nel caso in cui fosse stato perseguitato come traditore... CeC 167 4 Queste parole non potevano che venire dalle labbra di chi riceveva la saggezza dall'alto. Il volto, le parole e gli atti di Abigail ne rivelavano, come la fragranza in un fiore, la religiosità. Lo spirito del Figlio di Dio abitava in lei, e le sue parole piene di grazia, gentilezza e pace esercitavano un influsso benefico. Davide, ormai animato dai migliori sentimenti, tremò al pensiero di quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze della sua collera... CeC 167 5 La vita di un cristiano consacrato diffonde sempre luce, conforto e pace, ed è caratterizzata da purezza, tatto, semplicità e spirito di servizio. Essa, inoltre, è guidata dall'amore altruistico che ne santifica l'influsso; è arricchita dalla presenza del Cristo e offre un esempio positivo. Abigail sapeva bene come consigliare o biasimare, tanto da soffocare con il suo ragionamento la passione di Davide che si convinse di aver preso una decisione sbagliata e aver perso il controllo. Davide accettò il rimprovero con umiltà, in armonia con queste sue stesse parole: "Mi percuota pure il giusto; sarà un favore; mi riprenda pure; sarà come olio sul capo". Salmi 141:5. Davide ringraziò e benedisse per essere stato ben consigliato. CeC 167 6 Molti, quando sono rimproverati, si sentono degni di lode perché hanno accettato con pazienza la riprensione; pochi invece accolgono il rimprovero con sincera gratitudine e benedicono coloro che hanno cercato di salvarli da situazioni difficili e pericolose. PP 666,667 ------------------------Vendetta Divina, 13 giugno CeC 168 1 Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all'ira di Dio, perché sta scritto: «A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore». Romani 12:19 CeC 168 2 Nabal, dopo aver rifiutato di dare aiuto a Davide e ai suoi uomini, quella stessa notte organizzò una festa sfrenata per sé e per i suoi amici rissosi, e la baldoria durò fino a quando non caddero ubriachi. MS 17, 1891 CeC 168 3 A Nabal non dispiaceva di spendere una quantità stravagante della sua ricchezza per indulgere e glorificarsi; invece non avrebbe mai voluto perdere nulla dei suoi beni per coloro che erano stati come un muro di cinta per i suoi greggi. Il suo carattere si potrebbe paragonare al ricco della parabola di Gesù. Egli aveva solo un pensiero: sprecare i doni di un Dio misericordioso per gratificare i suoi appetiti insani. Nei suoi pensieri non esisteva la gratitudine per il Donatore dei beni da Lui ricevuti. Le sue ricchezze non comportavano per lui alcuna attrazione. Il lusso e il guadagno erano sole cose che assorbivano i suoi pensieri; esse erano il suo dio. The SDA Bible Commentary2, 1021,1022 CeC 168 4 Nabal, in fondo, era un codardo e quando si rese conto che la sua follia lo avrebbe potuto portare a una fine improvvisa, fu colpito da una sorta di paralisi. Temendo che Davide perseguisse il suo proposito di vendetta, sprofondò in una condizione di totale apatia, e dopo dieci giorni morì. La vita che Dio gli aveva dato era stata solo un motivo di maledizione per il mondo. In mezzo alla gioia e all'allegria, Dio disse a lui, come avrebbe detto al ricco della parabola: "Stolto, questa notte l'anima tua ti sarà ridomandata". Luca 12:20 PP 667 CeC 168 5 Quando Davide venne a sapere della morte di Nabal, rese grazie a Dio per aver preso nelle Sue mani la vendetta. Tale testimonianza Dio riguardo a Nabal e Davide, può essere d'incoraggiamento a tutti noi nel mettere nelle mani di Dio ogni nostra causa, perché al momento e nel modo giusto, Egli mette ogni cosa a suo posto. The SDA Bible Commentary 2, 1022 ------------------------Nessuna Risposta Da Parte Di Dio, 14 giugno CeC 169 1 Così Saul consultò l'Eterno, ma l'Eterno non gli rispose né attraverso sogni, né mediante l'Urim, né per mezzo dei profeti. 1 Samuele 28:6 CeC 169 2 Ma se il Signore non abbandona mai una persona che si avvicina a lui con sincera umiltà, perché non rispose a Saul? Il comportamento del re aveva annullato tutti i mezzi di cui Dio si poteva servire per mettersi in contatto con l'uomo. Egli aveva respinto i consigli del profeta Samuele, aveva esiliato Davide, l'unto di Dio, aveva ucciso i sacerdoti del Signore... CeC 169 3 Avendo scacciato con il suo peccato lo Spirito della grazia, poteva ricevere dall'Eterno una risposta per mezzo di sogni e rivelazioni? Saul non si rivolse a Dio, animato dall'umiltà e dal pentimento. Egli ricercava la liberazione dai nemici e non il perdono dei peccati e la riconciliazione con il Signore. E proprio la ribellione e l'ostinazione che lo avevano separato da Dio gli impedivano di ritornare a lui pentito e rattristato. Allora l'orgoglioso sovrano, angosciato e disperato, cercò l'aiuto in un'altra direzione... Fu riferito al re che in un nascondiglio a Endor... CeC 169 4 Dopo essersi travestito, Saul si recò di notte con due servi per cercare il nascondiglio dell'incantatrice. Che scena pietosa! Il re d'Israele era prigioniero della volontà di Satana. Saul percorreva un sentiero oscuro: dopo essere stato scelto dal Signore si era comportato a modo suo resistendo allo Spirito di Dio! Che schiavitù terribile quella di chi si abbandona al controllo del peggiore dei tiranni: se stesso! La fiducia in Dio e l'ubbidienza ai suoi comandamenti era l'unica condizione che avrebbe permesso a Saul di diventare re d'Israele. A queste condizioni, a cui Saul non ottemperò, il suo regno sarebbe rimasto tranquillo e Dio avrebbe protetto e guidato il re. Il Signore aveva avuto molta pazienza con Saul, e per quanto la sua ribellione e caparbietà avesse ridotto a un silenzio quasi completo la voce divina, Saul aveva ancora la possibilità di pentirsi. Nel momento in cui abbandonò Dio per ottenere una rivelazione da un'alleata di Satana, recise l'ultimo vincolo che lo univa al suo Creatore... CeC 169 5 Ma l'evocazione di quello spirito oscuro lo aveva distrutto. Abbattuto e disperato, Saul non poteva assolutamente incoraggiare il suo esercito. Essendosi separato dalla Fonte di ogni forza, non poteva volgere le menti degli israeliti verso Dio, il loro liberatore. Tutto ciò contribuiva all'adempimento di quella terribile predizione. PP 676,681 ------------------------Egli Non È Samuele, 15 giugno CeC 170 1 I viventi infatti sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla; per loro non c'è più alcuna ricompensa, perché la loro memoria è dimenticata. Ecclesiaste 9:5 CeC 170 2 Quando Saul chiese di vedere Samuele, il Signore non lo fece apparire. Non vide nulla. A Satana non fu permesso di disturbare il riposo di Samuele nella tomba e portarlo alla realtà dalla strega di Endor. Dio non dà a Satana il potere di risuscitare i morti. Tuttavia, gli angeli di Satana possono assumere la forma di amici o parenti morti, di parlare, di comportarsi come loro, perché attraverso questi amici morti, egli può continuare il suo inganno. Satana conosceva bene Samuele, sapeva come rappresentarlo davanti alla strega di Endor, e come presentare il destino di Saul e dei suoi figli. CeC 170 3 Satana agisce nel modo molto credibile anche se impercettibile, al fine di ingannare e insinuare le menzogne per allontanare la gente da Dio. Li vince sotto il suo controllo, inizialmente con cautela, fino a quando le loro percezioni non vengono attenuate. Quindi formulerà suggerimenti più audaci, fino a quando non riuscirà a condurli a commettere ogni tipo di crimine. È quando li avrà presi nella sua trappola, allora è disposto a vedere dove si trovano, ed esulta nella loro confusione, come nel caso di Saul. Satana fa di lui il suo prigioniero per mostrarli quale sarà il suo vero destino. CeC 170 4 Dando a Saul una dichiarazione corretta della sua fine per mezzo della strega di Endor, Satana mostra agli Israeliti quanto egli è astuto e come devono fare per ribellarsi contro Dio; e così facendo loro recideranno l'ultimo anello che lo tratteneva accanto al Signore. CeC 170 5 Saul sapeva che in quest'ultimo atto, consultando la strega di Endor, avrebbe spezzato quel filo che li legava al Signore. Egli sapeva che se loro si sarebbero separati volontariamente da Dio, avrebbero sigillato questa separazione con l'arresa definitiva al nemico. Avrebbero stretto un accordo con la morte e con l'inferno. La coppa del nemico era piena. The SDA Bible Commentary 2, 1022,1023 ------------------------I Segreti Di Dio, 16 giugno CeC 171 1 Ma egli disse loro: «Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti adatti, che il Padre ha stabilito di sua propria autorità. Atti 1:7 CeC 171 2 La strega di Endor aveva concordato con Satana di seguire le sue indicazioni in tutte le cose; e avrebbe compiuto miracoli per lei, e le avrebbe rivelato le cose più segrete, a condizione se si fosse arresa senza riserve per essere controllata dalla sua maestà satanica. Ed essa ha acconsentito. Ibid CeC 171 3 Predicendo attraverso la donna di Endor la condanna di Saul, Satana voleva far cadere in trappola gli israeliti. Sperava che in loro nascesse la fiducia nell'evocazione degli spiriti e che questo li inducesse a consultare la donna. Se essi avessero abbandonato Dio come loro consigliere, si sarebbero posti sotto la guida di Satana. Lo spiritismo attrae la gente con la pretesa di essere una potenza che solleva il velo che cela il futuro e rivela agli uomini ciò che il Signore ha nascosto. Dio, nella sua Parola, ci ha rivelato i grandi eventi del futuro, tutto ciò che è essenziale conoscere, e ci ha dato una guida sicura per affrontare tutti i pericoli. Uno degli scopi di Satana, invece, è quello di far perdere all'uomo la fiducia in Dio, renderlo insoddisfatto della sua situazione, spingerlo a cercare di scoprire ciò che Dio gli ha saggiamente nascosto, e indurlo a disprezzare ciò che l'Eterno ha rivelato nella sua sacra Parola. CeC 171 4 Molti quando non possono conoscere gli eventi della loro vita futura, diventano inquieti. Essi non sopportano l'incertezza, e con impazienza rifiutano di aspettare la manifestazione della salvezza di Dio. L'avvenire li preoccupa ed essi, dando via libera ai loro sentimenti ribelli e angosciati, si affannano per cercare di capire ciò che non è stato loro rivelato. Se solo confidassero in Dio e vegliassero in preghiera, troverebbero la consolazione divina e i loro animi sarebbero placati dalla comunione con Dio. Se gli stanchi e gli afflitti si rivolgessero a Gesù troverebbero il riposo dell'anima. Ma quando trascurano i mezzi che Dio ha previsto per consolarli, e nella speranza di conoscere ciò che Dio ha nascosto si rivolgono altrove, commettono l'errore di Saul e alla fine fanno solo un'esperienza con il male. PP 686, 687 ------------------------Un Suicidio, 17 giugno CeC 172 1 La giustizia dell'uomo integro gli appiana la via, ma l'empio cade per la sua empietà. Proverbi 11:5 CeC 172 2 Nella pianura di Shunem e sulle pendici del monte Ghilboa, le schiere degli israeliti e dei filistei furono impegnate in un combattimento terribile. Per quanto Saul, dopo la tragica esperienza nella grotta di Endor, avesse perso la speranza di vincere, combatté con valore ma anche con disperazione per il suo trono e il suo regno. Ma fu tutto inutile. "Gli israeliti fuggirono dinanzi ai filistei, e caddero morti in gran numero sul monte Ghilboa". 1 Samuele 31:1. Tre figli coraggiosi del re erano morti al suo fianco. Gli arcieri stavano per raggiungere Saul, i suoi soldati erano caduti intorno a lui, i suoi figli, i prìncipi, erano stati falciati dalla spada e lui, ormai ferito, non poteva più combattere. Fuggire era impossibile ed essendo deciso a non farsi prendere vivo dai filistei, ordinò al suo scudiero: "Sfodera la spada e trafiggimi". 1 Samuele 31:4. Vedendo che l'uomo rifiutava di colpire l'unto dell'Eterno, Saul si tolse la vita gettandosi sulla sua spada. PP 682 CeC 172 3 Seguendo i dettami di Satana, Saul stesso stava affrettando il risultato che cercava con tanta abilità. Egli aveva ignorato completamente il consiglio del Signore più volte. Così, il Signore lo aveva portato alla follia della sua stessa saggezza. Le influenze dello Spirito di Dio lo avrebbero trattenuto dal corso del male che aveva scelto, e l'avrebbe protetto dalla sua rovina. Dio odia tutti i peccati e quando l'uomo rifiuta in modo categorico tutti i consigli del cielo, viene lasciato agli inganni del nemico, per essere attirato dalle sue stesse passioni. The SDA Bible Commentary 2, 1019 CeC 172 4 Il primo re d'Israele si dimostrò un fallimento, perché ripose la sua volontà al di sopra della volontà di Dio. In caso contrario Dio avrebbe benedetto il suo governo con prosperità. Ma Saul si rifiutò di obbedire a Dio, alla Sua volontà e ai principi del Suo governo. Disperato, morì disonorato e solo. The SDA Bible Commentary 2, 1019 ------------------------Un Amico In Luto, 18 giugno CeC 173 1 Come mai sono caduti i prodi, e sono perite le armi di guerra? 2 Samuele1:27 CeC 173 2 Per ben due volte Davide aveva avuto Saul nelle mani, ma si era rifiutato di ascoltare coloro che lo incitavano a colpire colui che per ordine divino era stato consacrato a regnare su Israele. L'amalekita, invece, non temeva di gloriarsi per aver ucciso il re d'Israele.... CeC 173 3 Il dolore di Davide per la morte di Saul era sincero e profondo, e ciò costituiva una prova della sua natura nobile e generosa. Egli non esultò per la fine del suo nemico; non gioì perché l'ostacolo che gli impediva l'accesso al trono era stato rimosso. La morte aveva cancellato il ricordo della sfiducia e delle crudeltà di Saul e ora Davide pensava a ciò che di nobile e regale il sovrano aveva compiuto. Il nome di Saul era unito a quello di Gionathan, generoso e sincero amico del figlio di Isai. PP 695, 696 CeC 173 4 Gionata, per nascita erede del trono, pur sapendosi messo da parte per decreto divino, fu il più fedele e tenero amico del suo rivale; a rischio della sua vita, egli protesse Davide. Rimase al fianco del padre negli oscuri giorni del suo declinante potere e cadde infine con lui sul campo di battaglia. Il nome di Gionata è conservato nei cieli come un tesoro ed è, sulla terra, una testimonianza resa all'esistenza e alla potenza dell'amore disinteressato. Ed 157 CeC 173 5 Come mai son caduti i prodi in mezzo alla pugna? Come mai venne ucciso Gionathan sulle tue alture? Io sono in angoscia a motivo di te, o fratello mio Gionathan; tu mi eri sommamente caro, e l'amor tuo per me era più meraviglioso che l'amor delle donne. Come mai son caduti i prodi? Come mai son state infrante le loro armi?" 2 Samuele 1:19-27. PP 696 ------------------------Il Suo Ultimo Errore, 19 giugno CeC 174 1 Quando giunsero all'aia di Nakon, Uzzah stese la mano verso l'arca di DIO e la sostenne, perché i buoi inciamparono. Allora l'ira dell'Eterno si accese contro Uzzah, e là DIO lo colpì per la sua colpa; ed egli morì in quel luogo presso l'arca di DIO. 2 Samuele 6:6,7 CeC 174 2 La sorte di Uzza era stata decisa dalla violazione di uno degli ordini più espliciti. Tramite Mosè, il Signore aveva dato istruzioni precise circa il trasporto dell'arca. A parte i sacerdoti, i discendenti di Aronne, nessuno poteva toccarla o perfino guardarla quando non era coperta... CeC 174 3 I sacerdoti dovevano coprire l'arca, e i figliuoli di Kehath dovevano sollevarla per le stanghe poste in anelli laterali che non dovevano essere rimosse. I carri e i buoi erano stati dati da Mosè ai gersoniti e ai meratiti, che si dovevano occupare del trasporto delle tende, delle tavole e dei pilastri del tabernacolo. CeC 174 4 "...Ma ai figliuoli di Kehath non ne diede punti, perché avevano il servizio degli oggetti sacri e dovevano portarli sulle spalle". Numeri 7:9. Era evidente che la maniera con cui l'arca era stata portata da Kiriath-Jearim era dovuta a una mancanza inescusabile nei confronti delle direttive divine... CeC 174 5 Quando i filistei resero l'arca agli israeliti caricandola su di un carro, il Signore accettò lo sforzo fatto perché non conoscevano la legge di Dio. Ma gli israeliti disonorarono Dio per aver trascurato quelle indicazioni che potevano conoscere dettagliatamente. Uzza aveva peccato di presunzione. L'aver trasgredito la legge di Dio aveva indebolito il suo senso del sacro ed egli, a causa dei peccati non confessati, sfidando il divieto divino, toccò il simbolo della presenza di Dio. L'Eterno, che non può accettare un'ubbidienza parziale, con il castigo che colpì Uzza volle imprimere nella mente degli israeliti l'importanza di prestare attenzione alle sue richieste. Così la morte di un uomo, conducendo il popolo al pentimento, avrebbe evitato la perdita di migliaia di altri. PP 705, 706 ------------------------L'opera Furtiva Di Satana, 20 giugno CeC 175 1 Poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti. Efesini 6:12 CeC 175 2 La Bibbia non si dilunga affatto nel lodare gli uomini, tanto che perfino le virtù di quelli migliori sono riferite con poche parole. Questo silenzio non è casuale, anzi costituisce una lezione precisa: tutte le buone qualità che gli uomini possiedono sono dono di Dio e le loro buone azioni sono compiute attraverso il Cristo per mezzo della grazia di Dio. Tutto, dalla gloria per ciò che siamo e facciamo, appartiene a Dio e a lui solo. Gli uomini sono solo strumenti nelle sue mani. Inoltre tutta la storia biblica ci insegna che è pericoloso lodare ed esaltare l'uomo, perché chi dimentica di dipendere interamente da Dio, e confida nelle sue forze, andrà incontro a un sicuro fallimento... CeC 175 3 È impossibile sostenere la lotta con le nostre sole forze e tutto ciò che fa allontanare il pensiero da Dio, che induce all'autonomia, all'esaltazione costituisce il sicuro preludio della rovina. La Bibbia insegna a diffidare delle facoltà umane e incoraggia a confidare nella potenza divina... CeC 175 4 Furono proprio l'autosufficienza e l'esaltazione a favorire il peccato di Davide. L'adulazione, i sottili allettamenti del potere, l'indulgenza per le proprie passioni e i contatti con i popoli vicini, non mancarono di avere un effetto negativo su di lui. Secondo il costume prevalente tra i re orientali, il sovrano poteva commettere gli stessi crimini per i quali i sudditi venivano puniti, senza però incorrere nelle stesse conseguenze. Tutto ciò tendeva a indebolire la sensibilità di Davide per la gravità del peccato. E così, invece di confidare con umiltà nella potenza dell'Eterno, cominciò a contare sulla propria saggezza e potenza. CeC 175 5 Non appena Satana riesce a separare l'uomo da Dio, l'unica fonte di forza, cerca di suscitare i desideri impuri della natura carnale dell'uomo. Il nemico non compie la sua opera in maniera brusca e allarmante, ma mina segretamente i princìpi morali fondamentali. PP 717,712 ------------------------Un Peccato Conduce Ad Un Altro, 21 giugno CeC 176 1 Ma ciò che Davide aveva fatto dispiacque all'Eterno. 2 Samuele 11:27 CeC 176 2 In quel periodo di rilassamento e di sicurezza, Davide cessò di confidare in Dio, cedette a Satana macchiandosi di gravi colpe. Egli che era stato nominato dal cielo guida della nazione, eletto da Dio per osservare la sua legge, calpestò quegli stessi precetti. Egli che avrebbe dovuto intimorire i malvagi, li incoraggiò con le sue opere. Nel passato Davide, consapevole della propria integrità, davanti ai pericoli si era affidato a Dio. Il Signore lo aveva guidato liberandolo dalle trappole che gli erano state tese. Ma ora, che era colpevole e impenitente, non chiese la guida e l'aiuto divini e cercò di liberarsi da solo delle conseguenze pericolose che il suo peccato comportava. Bath-Sheba, la cui bellezza fatale costituì una trappola per il re, era moglie di Uria l'itteo, uno degli ufficiali più fedeli e più coraggiosi di Davide. Se quel crimine fosse stato reso noto, nessuno ne avrebbe potuto valutare le conseguenze... CeC 176 3 Ogni sforzo che Davide compì per tenere segreta la sua colpa si dimostrò inutile. Il re, in balia di Satana e circondato dal pericolo, presagiva un disonore più amaro della morte. Vedeva solo una via di uscita e nella sua disperazione si affrettò ad aggiungere l'assassinio all'adulterio. CeC 176 4 Uria fu messaggero della propria condanna a morte: la lettera del re che lui stesso portò a Joab ordinava: "Ponete Uria al fronte, dove più ferve la mischia; poi ritiratevi da lui, perché egli resti colpito e muoia". 2 Samuele 11:15. Anche Joab, non esitando a ubbidire all'ordine del re, si macchiò della colpa di quell'inutile assassinio, e così Uria cadde sotto la spada degli ammoniti. CeC 176 5 Colui che aveva portato Saul alla rovina cercava ora di trascinarvi Davide. Per quanto si trattasse di tentazioni diverse, entrambe portavano alla trasgressione della legge di Dio. CeC 176 6 Un tempo, animato da una coscienza sensibile e da un grande senso dell'onore, Davide, pur essendo in pericolo di vita, non aveva alzato la mano sull'unto dell'Eterno. Ora cadeva talmente in basso da assassinare uno dei suoi soldati più fedeli e valorosi, nella speranza di godere indisturbato le conseguenze del suo peccato. Ecco com'era cambiato il suo carattere che sembrava incorruttibile come l'oro più lucente! PP 718-720 ------------------------Il Re Rimproverato, 22 giugno CeC 177 1 Allora Nathan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! 2 Samuele 12:7 CeC 177 2 Con il passare del tempo il peccato di Davide per la sua relazione con Bath-Sheba, divenne di dominio pubblico e nacquero i sospetti che egli avesse voluto la morte di Uria. Tutto ciò disonorava il Signore, che aveva favorito e glorificato Davide. Il peccato del re dava un'immagine falsa del carattere di Dio gettando discredito sul suo nome. Tutto ciò tendeva a indebolire la religiosità fra il popolo e ad affievolire in molti l'avversione per il peccato, mentre coloro che non amavano né temevano Dio erano incoraggiati alla trasgressione... Il profeta Nathan ricevette l'ordine di portare a Davide un messaggio di rimprovero terribilmente severo. A pochi sovrani era possibile annunciare un messaggio simile senza perdere la vita. Nathan seppe dare la sentenza divina non solo senza indietreggiare, ma animato da quella saggezza necessaria per attrarre le simpatie del re, ne risvegliò la coscienza e fece pronunciare dalle sue stesse labbra la sentenza di morte... Il colpevole può tentare, come fece Davide, di nascondere il suo crimine agli uomini, seppellendo per sempre le sue azioni malvage; ma "tutte le cose sono nude e scoperte dinanzi agli occhi di Colui al quale abbiam da render ragione". Ebrei 4:13. Ibid 720,721 CeC 177 3 La parabola sull'agnello e pecora di cui parla Nathan al re David, dovrebbe essere seriamente studiata anche da noi tutti... Ma il re era talmente preso dal suo peccato, che non si accorge nemmeno di aver peccato. In questo modo cadde in trappola e.… pronunciò la sentenza su un altro uomo... condannandolo a morte... Questa esperienza anche se molto dolorosa è stata utile per Davide. Nel racconto di Nathan il re riconosce con molta chiarezza sé stesso. Senza questo esempio che lo condannava, sarebbe andato avanti nel peccato fino alla sua rovina. Ma poiché riconobbe di aver peccato, la sua anima fu salvata. Ora si vide in un'altra luce, come lo vide il Signore, e finché visse si pentì amaramente. The SDA Bible Commentary 2, 1023 ------------------------Vivere Nel Peccato Non È Facile, 23 giugno CeC 178 1 Poiché facendo questo tu hai dato ai nemici dell'Eterno occasione di bestemmiare. 2 Samuele 12:14 CeC 178 2 Le future generazioni infedeli avrebbero ricordato questo errore di Davide, esclamando con derisione e soddisfazione: "Questo è l'uomo secondo il cuore di Dio!" Avrebbe rappresentato un'offesa per la religione. Dio e la sua Parola sarebbero stati bestemmiati, l'incredulità avrebbe indurito i cuori e molti, sotto l'apparenza della pietà, sarebbero diventati i peccatori più sfacciati. La storia di Davide non è affatto di incoraggiamento nei confronti del peccato. Quando seguiva la volontà di Dio, veniva chiamato "l'uomo secondo il cuore di Dio" e quando peccava, cessava di essere leale nei confronti dell'Eterno e poi ritornava a lui attraverso il pentimento... CeC 178 3 Sebbene Davide si fosse pentito del peccato e fosse stato perdonato e accettato dal Signore, raccolse i frutti di ciò che lui stesso aveva seminato. CeC 178 4 Ne risultarono indebolite l'autorità nella sua famiglia e il rispetto e l'ubbidienza dei suoi figli. Quando avrebbe dovuto condannare il peccato, il suo senso di colpa lo induceva al silenzio, e ciò gli impediva di amministrare la giustizia come prima... CeC 178 5 Coloro che, pensando all'esempio di Davide cercano di sminuire la gravità dei propri peccati, hanno imparato dal racconto biblico che la via della trasgressione è difficile. Anche se come Davide avessero abbandonato il loro comportamento sbagliato, in questa vita le conseguenze del peccato sarebbero state amare e difficili da sopportare. PP 722-724 CeC 178 6 Un uomo che pecca non ferisce solo il suo prossimo; la sua colpa principale è il peccato contro il Signore. Il suo malvagio esempio influenza gli altri. Un sincero figlio di Dio non neglige i Suoi precetti. The SDA Bible Commentary 3, 1147 CeC 178 7 Dio voleva che la storia dell'errore di Davide facesse comprendere che perfino coloro che ha benedetto e favorito non sono al sicuro se dimenticano di pregare e vegliare. Questo è un episodio importante per coloro che hanno cercato di imparare con umiltà la lezione che Dio ha voluto insegnare. PP 724 ------------------------La Bellezza Superficiale, 24 giugno CeC 179 1 Ma tu, o Eterno, sei uno scudo attorno a me; tu sei la mia gloria e colui che mi solleva il capo. Salmo 3:3 CeC 179 2 Davide aveva sempre presente davanti a sé la sua trasgressione della legge di Dio e ciò lo paralizzava da un punto di vista morale. Al coraggio e alla determinazione che lo avevano caratterizzato prima del peccato si erano sostituite la debolezza e l'indecisione; e ciò, diminuendone il prestigio, favoriva i piani del figlio snaturato... La trascuratezza e l'indecisione di Davide si estesero ai suoi subordinati tanto che l'amministrazione della giustizia fu caratterizzata da negligenza e ritardi. Absalom seppe sfruttare ogni occasione di malcontento a suo vantaggio. Giorno dopo giorno quest'uomo, dal nobile portamento, si trovava alla porta della città dove lo attendeva una folla che implorava che i torti venissero riparati. Absalom ascoltava le lagnanze, mostrando comprensione per i torti subìti e disapprovando l'inefficienza del governo. PP 729-730 CeC 179 3 Con la sua straordinaria bellezza, le maniere vincenti e la finta gentilezza, rubò abilmente il cuore della gente. Ma nel suo cuore non vi era benevolenza... La sua ambizione lo condusse agli intrighi e alla criminalità allo scopo di ottenere il regno. Fu proclamato re dai suoi seguaci a Hebron guidandoli a dare la caccia al proprio padre. SG 4° 89 CeC 179 4 Umiliato e triste Davide passò sotto la porta di Gerusalemme separandosi, per l'insurrezione del proprio figlio tanto amato dal trono, dal palazzo e dall'arca di Dio. Il popolo lo seguiva in una lunga e triste processione, come un corteo funebre. PP 731 CeC 179 5 Molti che vedono le cose dal punto di vista dell'uomo e non come vede Dio, potrebbero scusare la ribellione di Davide e che il suo sincero pentimento fosse escluso nel giudizio finale... Davide non espresse alcuna lamentela. Il salmo più eloquente che abbia mai cantato fu quello quando stava scalando il Monte Olivet, umiliato nello spirito, altruista e generoso, sottomesso e rassegnato. Lt 6, 1880 ------------------------La Grandezza Vista Nell'umiliazione, 25 giugno CeC 180 1 Se siedo nelle tenebre, l'Eterno sarà la mia luce. Io sopporterò l'indignazione dell'Eterno, perché ho peccato contro di lui, finché egli difenderà la mia causa e farà giustizia per me; egli mi farà uscire alla luce e io contemplerò la sua giustizia. Michea 7:8,9 CeC 180 2 La coscienza stava suggerendo a Davide verità amare e umilianti. Mentre i sudditi fedeli si interrogavano sul perché di questa improvvisa avversa fortuna, essa non era affatto incomprensibile per il re. Spesso egli aveva temuto che si verificasse una situazione come quella che stava vivendo e si era meravigliato di come Dio avesse sopportato così a lungo i suoi peccati ritardando la meritata punizione. E ora in quella fuga triste e frettolosa, con i piedi nudi e la tunica di tela di sacco che aveva sostituito i paramenti regali, e tra i lamenti dei seguaci che echeggiavano fra le colline, pensò alla sua capitale amata -- il luogo in cui era stato consumato il suo peccato -- e ricordando la bontà e la generosità di Dio si accese in lui una speranza. CeC 180 3 Mentre molti malvagi ricordano l'errore di Davide per scusare il proprio peccato sono pochi coloro che manifestano il pentimento e l'umiltà di Davide! Sono anche pochi coloro che sopportano i rimproveri e la condanna con la pazienza e la forza che egli manifestò. Egli aveva confessato i propri peccati e per anni aveva cercato di fare il proprio dovere come fedele servo di Dio. Aveva operato per la realizzazione del suo regno che con lui aveva raggiunto una potenza e una prosperità mai uguagliate prima. Aveva anche accumulato molto materiale per l'edificazione della casa di Dio, e ora pensava che tutta la fatica della sua vita venisse spazzata via. Il risultato di anni di lavoro, di un'opera geniale compiuta nel campo religioso e politico sarebbe passata nelle mani di un figlio temerario e traditore che non teneva in considerazione né l'onore di Dio né la prosperità d'Israele? Come sarà sembrato naturale per Davide lamentarsi di Dio in questi momenti di grande afflizione! CeC 180 4 Ma vide nel suo stesso peccato la causa del suo problema... CeC 180 5 E il Signore non abbandonò Davide. Questo capitolo della sua vita, in cui di fronte agli insulti e ai torti più crudeli si dimostrò umile, altruista, generoso e sottomesso, è uno dei più nobili di tutta la sua esperienza. Mai il re d'Israele fu realmente grande agli occhi di Dio come nel momento della sua più profonda e visibile umiliazione. PP 7373,738 ------------------------Un Uomo Saggio Ma Anche Sciocco, 26 giugno CeC 181 1 L'Eterno infatti aveva stabilito di rendere inefficace il buon consiglio di Ahithofel, per far cadere la rovina sopra Absalom. 2 Samuele 17:14 CeC 181 2 Ahitofel incitò Absalom a compiere un'azione immediata contro Davide.... CeC 181 3 Se questo piano, approvato dai consiglieri del re, fosse stato seguito, Davide sarebbe stato sicuramente ucciso, a meno che il Signore non si fosse interposto direttamente per salvarlo. Ma una saggezza superiore a quella del famoso Ahitofel stava guidando gli eventi... CeC 181 4 Hushai non era stato convocato al concilio, e per non sollevare il sospetto che lui fosse lì come spia, non volle imporre la sua presenza. Ma dopo che l'assemblea fu sciolta Absalom, che aveva un'alta considerazione dell'opinione dei consiglieri del padre, gli sottomise il piano di Ahitofel. Hushai comprese che se questo piano fosse stato seguito, Davide sarebbe stato spacciato, e disse: "Questa volta il consiglio dato da Ahitofel non è buono... CeC 181 5 Poi suggerì un piano interessante per un uomo vanaglorioso ed egoista, desideroso dello sfarzo che accompagna il potere.... CeC 181 6 E Absalom e tutti gli uomini d'Israele dissero: "Il consiglio di Hushai l'Arkita, è migliore di quello di Ahitofel". 2 Samuele 17:14. Ma vi era qualcuno che non era stato ingannato e che comprese chiaramente quali sarebbero state le conseguenze del fatale errore di Absalom. Ahitofel sapeva che la causa dei ribelli era perduta, e sapeva che a prescindere dal destino del principe, per i consiglieri che avevano istigato quei gravi crimini non vi era nessuna speranza. Ahitofel aveva incoraggiato Absalom a ribellarsi, gli aveva consigliato il peccato abominevole, il disonore del padre, e aveva raccomandato l'uccisione di Davide proponendone il piano per l'attuazione. Ma ora che aveva annullato l'ultima possibilità di riconciliazione con il re, un altro veniva preferito a lui, perfino da Absalom. In preda alla gelosia, la rabbia e la disperazione, Ahitofel "partì per andarsene a casa sua nella sua città. Mise in ordine le cose della sua casa, e s'impiccò. Così morì". 2 Samuele 17:23. Questa fu la fine di un uomo saggio, di grandi capacità, che non considerò Dio come suo consigliere. Ibid 740,741 ------------------------Un Monumento Di Pietre, 27 giugno CeC 182 1 Poi presero Absalom, lo gettarono in una grande fossa nella foresta ed ammassarono sopra di lui un enorme mucchio di pietre; quindi tutto Israele fuggì, ciascuno alla sua tenda. 1 Samuele 18:17 CeC 182 2 Davide e i suoi guerrieri, consiglieri, vecchi, giovani, donne e bambini attraversarono nell'oscurità della notte il fiume profondo e tumultuoso... CeC 182 3 Il consiglio di Hushai era stato attuato: Davide aveva avuto l'opportunità di fuggire, ma il principe non riuscì a trattenersi a lungo e presto si lanciò all'inseguimento del padre. "E Absalom anch'egli passò il Giordano con tutta la gente d'Israele". 2 Samuele 17:24. Absalom nominò Amasa, figlio di Abigail, sorella di Davide, comandante supremo delle sue forze. Era un esercito numeroso, ma poco preparato per affrontare i soldati d'esperienza di suo padre... CeC 182 4 Il luogo di battaglia era un bosco vicino al Giordano dove il gran numero di soldati costituiva solo uno svantaggio per Absalom. La vegetazione intricata e le paludi della foresta disorientarono e resero ingovernabili le truppe indisciplinate di Absalom... CeC 182 5 Absalom, vedendo che la partita era persa fuggì, ma rimase impigliato nei rami di un folto albero, mentre il suo mulo procedeva nella corsa lasciandolo appeso per la testa, preda indifesa del nemico. Un soldato lo trovò in queste condizioni, e per paura di far dispiacere al re risparmiò il principe limitandosi a riferire a Joab ciò che aveva visto. Quest'ultimo, che aveva aiutato Absalom assicurandogli la riconciliazione ricevendo in cambio della fiducia concessa un vergognoso disprezzo, non si fece condizionare da scrupoli. La sua intercessione in favore di Absalom aveva permesso a quest'ultimo di avere dei vantaggi che avevano reso possibile la ribellione con tutti i suoi errori. Ma ora la situazione era nelle sue mani, poteva distruggere con un solo colpo l'istigatore di tanto male. "E presi in mano tre dardi, li immerse nel cuore di Absalom... CeC 182 6 Così dopo che Ahitofel si era già tolto la vita, perì l'istigatore della ribellione d'Israele. Il principe Absalom, la cui bellezza era stata l'orgoglio d'Israele, era stato ucciso nel fiore della sua giovinezza e il suo cadavere gettato in una fossa e coperto da un mucchio di pietre, in segno di eterna riprovazione. Quando era in vita Absalom aveva innalzato per sé un costoso monumento nel parco reale, ma ora l'unico memoriale che segnalava la sua tomba era un mucchio di pietre in una landa desolata. Ibid 742-744 ------------------------Più Del Denaro, 28 giugno CeC 183 1 Il popolo si rallegrò delle loro offerte volontarie, perché avevano fatto quelle offerte all'Eterno con tutto il cuore; anche il re Davide si rallegrò grandemente. 1 Cronache 29:9 CeC 183 2 Sin dall'inizio del suo regno, Davide aveva preso molto a cuore l'idea della costruzione di un tempio al Signore. Aveva dimostrato grande zelo e impegno per la realizzazione di quel progetto che non aveva avuto il permesso di eseguire. Si era procurato una grande quantità di materiali preziosi: oro, argento, onice, pietre di diversi colori, marmo e legni pregiati. E ora tutti questi ricchi tesori dovevano essere affidati ad altri che avrebbero costruito la dimora dell'arca, simbolo della presenza di Dio. Vedendo che la sua fine si avvicinava il re convocò i prìncipi d'Israele, insieme ai rappresentanti di tutte le parti del regno, per conferire l'ultimo incarico: occuparsi dell'impresa che stava a cuore a Davide. Egli desiderava così assicurarsi la loro collaborazione e il loro sostegno per la grande opera che doveva essere realizzata... Chi" chiese alla folla che aveva portato generosamente dei doni "è disposto a fare oggi qualche offerta all'Eterno?" 1 Cronache 29:3-5. La risposta dell'assemblea era già pronta. CeC 183 3 Il re aveva dimostrato un grandissimo interesse nel raccogliere il ricco materiale per costruire e abbellire il tempio, e aveva composto inni gloriosi che in futuro sarebbero echeggiati nei cortili sacri. Ora che i capi degli anziani e i prìncipi d'Israele avevano risposto così positivamente al suo appello e si offrivano per l'importante lavoro che li attendeva, Davide provava una felicità profonda in Dio. A mano a mano che essi offrivano il loro servizio, si dimostravano disposti a fare ancora di più. Aumentavano la quantità di beni e offerte per il tesoro. Davide si era sentito profondamente indegno di raccogliere il materiale per l'opera di Dio e la prontezza con cui risposero i nobili del suo regno, la sincerità con cui dedicarono i loro tesori all'Eterno e consacrarono loro stessi al servizio, lo riempì di gioia. CeC 183 4 Tutto ciò che gli uomini ricevono per generosità divina, appartiene a Dio. Tutte le cose belle e preziose della terra, concesse da Dio sono state affidate agli uomini per metterli alla prova, per sondare quanto sia profondo il loro amore per lui e quanto apprezzino i suoi favori. Le ricchezze sia materiali sia intellettuali, devono essere presentate, come offerta volontaria, ai piedi di Gesù dicendo come Davide: "Tutto viene da te; e noi t'abbiam dato quello che dalla tua mano abbiam ricevuto". 1 Cronache 29:14 ibid 750-753 ------------------------Invecchiare Nella Gratitudine, 29 giugno CeC 184 1 Non rigettarmi nel tempo della vecchiaia; non abbandonarmi quando il mio vigore viene meno. Salmo 71:9 CeC 184 2 Davide supplicò il Signore di non abbandonarlo nella vecchiaia. E perché pregava così? Vide che la maggior parte degli anziani intorno a lui erano infelici a causa delle sfortunate caratteristiche del loro carattere che aumentavano con l'età. Se fossero già per natura avidi, gelosi, impazienti, nervosi, sarebbero rimasti tali anche nella loro vecchiaia. The SDA Bible Commentary 3, 1148 CeC 184 3 David fu preso da grande angoscia nel vedere che i re e i nobili che sembravano avere il timore di Dio nella loro gioventù, nella loro vecchiaia erano diventati gelosi dei loro migliori amici e parenti. Di continuo temevano che fossero rimasti amici solo per motivi egoistici... che avrebbero ascoltato i suggerimenti e i consigli ingannevoli degli estranei riguardo a coloro con cui dovrebbero confidarsi. La loro gelosia sfrenata a volte bruciava come una fiamma solo perché non tutti erano d'accordo con il loro giudizio erroneo. La loro bramosia era terribile. Spesso pensavano che i propri figli e parenti desiderassero che morissero per prendere il loro posto per appropriarsi della loro ricchezza, e di ricevere gli stessi omaggi. Alcuni erano così controllati dalla loro gelosia e bramosia che distrussero i loro propri figli. CeC 184 4 Davide vide che sebbene la vita di alcuni uomini nella loro virilità è stata corretta, nella vecchiaia invece perdevano il loro controllo. Satana guidò le loro menti rendendole irrequiete e insoddisfatte... Davide era profondamente commosso, ma nello stesso tempo angosciato perché anche lui stava invecchiando. Temeva che Dio lo avrebbe abbandonato e che sarebbe stato infelice come tutti gli altri anziani proprio perché erano stati abbandonati dal Signore. Questa angoscia lo spinse a pregare: Non rigettarmi nel tempo della vecchiaia; non abbandonarmi quando il mio vigore viene meno. 1T 422,423 ------------------------L'ultime Parole, 30 giugno CeC 185 1 Queste sono le ultime parole di Davide. 2 Samuele 23:1 CeC 185 2 Le ultime parole di Davide costituiscono un canto di fiducia, permeato di princìpi nobilissimi e di fede immortale: CeC 185 3 "Parola di Davide figliuolo d'Isai, parola dell'uomo che fu elevato ad alta dignità, dell'Unto dell'Iddio di Giacobbe, del dolce cantore d'Israele: Lo spirito dell'Eterno ha parlato per mio mezzo... Colui che regna sugli uomini con giustizia, colui che regna con timore di Dio, è come la luce mattutina, quando il sole si leva in un mattino senza nuvole, e col suo splendore, dopo la pioggia, fa spuntare l'erbetta dalla terra. Non è egli così della mia casa dinanzi a Dio? Poiché Egli ha fermato con me un patto eterno, in ogni punto ben regolato e sicuro appieno. Non farà Egli germogliare la mia completa salvezza e tutto ciò ch'io bramo?" 2 Samuele 23:1-5. CeC 185 4 Il peccato di Davide era stato grande, ma il suo pentimento fu profondo, il suo amore ardente e la sua fede ben salda. Egli amava molto perché gli era stato perdonato molto. Luca 7:47. I salmi di Davide descrivono tutta l'esperienza del credente, dalla disperazione per una colpa commessa consapevolmente e dalla condanna di sé, alla fede più elevata e alla più sublime comunione con Dio. Il racconto della sua vita insegna che il peccato genera solo vergogna e dolore, e che l'amore di Dio incoraggerà il pentito che sarà adottato come figlio di Dio. Tra le rassicurazioni che la Parola divina contiene, questa è una delle più incisive testimonianze in favore della fedeltà, della giustizia e del patto di misericordia di Dio. L'uomo "fugge come un'ombra, e non dura" (Giobbe 14:2), "ma la parola del nostro Dio sussiste in eterno". Isaia 40:8. CeC 185 5 "La benignità dell'Eterno dura ab eterno e in eterno, sopra quelli che lo temono, e la sua giustizia sopra i figliuoli dei figliuoli di quelli che osservano il suo patto, e si ricordano de' suoi comandamenti per metterli in opera". Salmi 103:17,18. "Tutto quello che Dio fa è per sempre". Ecclesiaste 3:14. Le promesse fatte a Davide e alla sua famiglia sono meravigliose; esse si estendono fino all'eternità e trovano il loro adempimento completo in Cristo. PP 754 ------------------------Un Patto Con Dio, 1 luglio CeC 186 1 Salomone, figlio di Davide, si stabilì saldamente nel suo regno, e l'Eterno, il suo DIO, fu con lui e lo rese estremamente grande. 2 Cronache 1:1 CeC 186 2 La vera gloria del primo periodo del regno di Salomone non proveniva dalla sua incomparabile saggezza, dalle sue ricchezze favolose, dalla sua potenza, dalla sua fama universale, ma dall'alone di rispetto che circondava il nome del Dio d'Israele, tramite l'utilizzazione dei doni che aveva ricevuto dal cielo. PK 32,33 CeC 186 3 Nobile in gioventù e nell'età virile, prediletto da Dio, Salomone cominciò a regnare con le migliori prospettive di onore e di prosperità. I popoli erano meravigliati della conoscenza e della perspicacia dell'uomo che Dio aveva dotato di sapienza. Però l'orgoglio della prosperità lo separò da Dio. Salomone si distolse dalla comunione con Dio per cercare soddisfazione nei piaceri dei sensi. Ed 152, 153 CeC 186 4 Satana sapeva quali sarebbero stati i risultati della disubbidienza e così, durante i primi anni del regno di Salomone, anni gloriosi grazie alla saggezza, alla benevolenza e alla rettitudine del re, cercò di esercitare quell'influsso che avrebbe minato la fedeltà di Salomone ai princìpi morali e lo avrebbe condotto a separarsi da Dio. FE 498 CeC 186 5 Il Signore sbagliò nel porre Salomone in una posizione di così grande responsabilità? Anzi! Dio lo aveva istruito a sopportare queste responsabilità e gli promise la grazia e la forza a condizione di obbedienza... Quando il Signore pone su di voi grandi responsabilità, non agite secondo la vostra volontà ma la Sua. Finché mantenete nel cuore i Suoi principi, Egli benedirà e vi darà la forza, e vi riconoscerà come i Suoi strumenti. The SDA Bible Commentary 3: 1128 CeC 186 6 Il Signore disse a Salomone che se avesse camminato secondo le Sue vie, le Sue benedizione lo avrebbe accompagnati; avrebbe ricevuto la grande saggezza. Ma Salomone non riuscì a rimanere fedele a Dio; e poiché seguì i suggerimenti del suo cuore, il Signore lo abbandonò ai suoi stessi impulsi. CeC 186 7 Oggi, ciascuno di noi ha un compito da svolgere. Nessuno può adempiere le proprie responsabilità senza la saggezza che viene dall'alto. Lt 104, 1902 ------------------------Come Un Piccolo Bambino, 2 luglio CeC 187 1 Io sono giovane... Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché io possa amministrare la giustizia per il tuo popolo. 1 Re 3:7,9 CeC 187 2 Le parole utilizzate da Salomone, quando pregava davanti all'antico altare di Gabaon, rivelano la sua umiltà e il suo profondo desiderio di onorare il Signore. Si rendeva conto che senza l'aiuto divino sarebbe stato impotente come un bambino e quindi incapace di adempiere alle sue responsabilità di sovrano. Sapeva di non disporre di una buona capacità di giudizio e il sentimento della sua grande limitatezza lo spinse a cercare Dio per ottenere la saggezza... Salomone non fu mai così ricco, così saggio e così realmente grande come quando confessò: "Io sono ancora giovane e inesperto". CeC 187 3 Coloro che oggi occupano posizioni di responsabilità dovrebbero cercare di seguire il suo esempio. Più alta è la posizione che un uomo occupa, più grande sarà la sua responsabilità e maggiore l'influsso che potrà esercitare, e quindi più grande il bisogno di dipendere dal Signore. Egli dovrebbe sempre ricordare che chi ha delle responsabilità deve essere prudente nei suoi rapporti con gli altri e imparare umilmente da Dio. La posizione occupata non conferisce la santità. Onorando Dio e ubbidendo ai suoi comandamenti l'uomo diventa veramente grande. PK 30,31 CeC 187 4 Le nostre preghiere rivolte a Dio non devono venire da un cuore pieno di aspirazioni egoistiche. Dio ci esorta a scegliere quei doni che lo possono glorificare. Abbiamo bisogno di ricevere più i doni celesti anziché quelli terreni, perché solo questi doni ci possono incoraggiare, ci possono dare sicurezza, proprio perché hanno obiettivi più elevati. CeC 187 5 Quando le ricchezze del mondo vengono spazzate via, solo allora il credente si rallegrerà di aver acquisito i tesori celesti che non possono essere distrutte. The SDA Bible Commentary 2, 1026 ------------------------La Saggezza Nel Chiedere, 3 luglio CeC 188 1 Ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data. Giacomo 1:5 CeC 188 2 Il Dio che serviamo non privilegia soltanto alcuni. Colui che diede a Salomone la saggezza desidera impartire anche oggi la stessa benedizione ai suoi figli... Colui che, stanco e pieno di responsabilità, ricerca la saggezza piuttosto che la ricchezza, la potenza o la notorietà, non rimarrà deluso. Imparerà dal Maestro non soltanto ciò che deve fare, ma anche come farlo, per poter contare sulla sua approvazione. Fino a quando colui che è stato dotato dal Signore di saggezza e talenti resterà fedele alla sua vocazione, non aspirerà a posizioni più elevate né a esercitare il potere nei confronti dei suoi simili. Senza dubbio è necessario che certi uomini assumano delle responsabilità, ma invece di imporsi, i veri capi chiederanno a Dio l'intelligenza e la saggezza per distinguere il bene dal male. La vita di coloro che hanno incarichi dirigenziali non è facile. Ecco perché dovrebbero cercare di risolvere i loro problemi tramite la preghiera. Ricorrendo alla fonte della saggezza acquisteranno sicurezza. Rafforzati e illuminati dal Maestro potranno affrontare con successo le tentazioni, discernere il bene dal male, la verità dall'errore. Approveranno ciò che Dio approverebbe e lotteranno strenuamente contro l'ingiustizia. Dio accordò a Salomone la sapienza che desiderava, ma questi beneficiò anche di ricchezze, onori e una lunga vita. La richiesta del giovane sovrano di ottenere acutezza, generosità e sensibilità fu esaudita. PK 32,33 CeC 188 3 Sarebbe molto bene che studiassimo con attenzione la preghiera di Salomone e prendere in considerazione ogni punto da cui dipende la ricerca delle ricche benedizioni che il Signore è pronto a elargire. The SDA Bible Commentary 2, 1026 CeC 188 4 Dio ha gradito la preghiera di Salomone, e desidera ascoltare le nostre lodi fatte con fede e umiltà. Egli risponderà sempre alle ferenti preghiere fatte in preparazione al servizio nell'opera. Il Signore, in risposta dirà: "Eccomi! Che cosa vuoi che io faccia per te"? Colui che ha guidato la mente di Salomone durante la sua preghiera, guiderà oggi anche i Suoi servitori che cercano il Suo aiuto. The SDA Bible Commentary 2, 1026 ------------------------Il Più Saggio Tra Gli Uomini, 4 luglio CeC 189 1 Parlò degli alberi, dal cedro del Libano all'issopo che spunta dal muro; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili e dei pesci. 1 Re 4:33 CeC 189 2 Nei primi anni del regno di Salomone il nome di Dio fu onorato. La saggezza e la giustizia del re testimoniarono a tutte le nazioni l'eccellenza delle caratteristiche del Dio che serviva. Per un certo periodo di tempo Israele fu la luce del mondo, diffondendo ovunque la grandezza di Dio. La vera gloria del primo periodo del regno di Salomone non proveniva dalla sua incomparabile saggezza, dalle sue ricchezze favolose, dalla sua potenza, dalla sua fama universale, ma dall'alone di rispetto che circondava il nome del Dio d'Israele, tramite l'utilizzazione dei doni che aveva ricevuto dal cielo. Con il trascorrere degli anni e nella misura in cui cresceva la gloria di Salomone, il re cercava di onorare Dio arricchendo le sue conoscenze spirituali e intellettuali, pur condividendo con i suoi simili le benedizioni ricevute. Nessuno meglio di lui sapeva che doveva a Dio la sua saggezza e la sua intelligenza e che questi doni gli erano stati accordati affinché facesse conoscere al mondo il Re dei re. Salomone s'interessò particolarmente allo studio della natura, ma le sue ricerche non si limitarono a una specifica branca delle scienze. Approfondendo tutto ciò che riguardava le cose create, animate o inanimate, acquisì una chiara conoscenza del Creatore. Nelle forze della natura, nel regno animale e minerale, in ogni albero, in ogni arbusto e in ogni fiore riconosceva la saggezza del cielo. Mentre cercava di accrescere la sua scienza, la conoscenza di Dio aumentava costantemente. Salomone espresse la sua sapienza, divinamente ispirata, in canti di lode e proverbi... CeC 189 3 I proverbi di Salomone sottolineano i princìpi che caratterizzano una vita pia e con ideali elevati, princìpi di origine divina che conducono alla santità e dovrebbero ispirare ogni atto della vita. Grazie alla loro diffusione e alla consapevolezza che soltanto a Dio spettano la lode e l'onore, il regno di Salomone, nella fase iniziale, raggiunse alti livelli di moralità e prosperità. Salomone avrebbe dovuto mettere in pratica queste parole meravigliose negli ultimi anni della sua vita! Colui che aveva scritto: "I discorsi del saggio diffondono la scienza..." (Proverbi 15:7) avrebbe dovuto insegnare ai monarchi a lodare il Re dei re e non un sovrano terreno! Non avrebbe dovuto attribuirsi, con falsi discorsi, arroganza e orgoglio, la gloria che apparteneva a Dio! PK 33,34 ------------------------Che Cosà Dirà Il Nostro Epitaffio?, 5 Luglio CeC 190 1 Perciò «uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'immondo, ed io vi accoglierò. 2 Corinzi 6:17 CeC 190 2 Molti di coloro che hanno iniziato la loro vita con un piede giusto nonostante le limitazioni, eppure basta un passo falso, come accade a Salomone, che la situazione matrimoniale cambia irrevocabilmente e le anime di entrambi possono essere perdute. Dopo che le mogli di Salomone distolsero i loro cuori da Dio a favore dell'idolatria, così anche i cuori dei loro compagni, una volta nobili, vengono allontanati dai giusti principi, dalla verità a causa della corruzione e vizi. The SDA Bible Commentary 2, 1031 CeC 190 3 Salomone si illudeva, tramite la sua saggezza e il suo esempio, di distogliere le mogli dall'idolatria e condurle al culto dell'Altissimo. Pensava anche che le alleanze contratte con i paesi vicini avrebbero creato legami stabili con Israele. Speranze vane! L'errore commesso da Salomone, che si riteneva sufficientemente forte da resistere agli influssi pagani dei suoi alleati, gli fu fatale. Come anche l'illusione che lo spingeva a credere che gli stranieri avrebbero rispettato i princìpi sacri e li avrebbero seguiti mentre lui stesso li disprezzava. PK 54 CeC 190 4 Possa ogni triste ricordo dell'apostasia di Salomone essere d'avvertimento per ogni anima al fine di evitare la stessa sua fine... Il più grande re che abbia mai tenuto in mano uno scettro, di cui era stato detto che era l'amato di Dio, a causa di affetti contorti e contaminati fu miseramente abbandonato dal suo Dio. Il più potente sovrano della terra non era riuscito a governare le proprie passioni. Salomone poteva essere stato salvato dalle sue passioni corrotte, però il suo pentimento non poteva cancellare né demolire i suoi crimini. Aveva disonorato Dio scegliendo di essere controllato dalla lussuria anziché di partecipare alla natura divina. CeC 190 5 Molti, anziché trasmettere i giusti principi, si impegnano di seguire l'esempio di Salomone e la sua eredità malvagia. Le nostre vite e il nostro esempio saranno una benedizione o una maledizione? Quando la gente guarderà le nostre tombe che cosa dirà: "Mi ha rovinato" oppure "mia ha salvato"? The SDA Bible Commentary 2, 1031 ------------------------Svenduto, 6 luglio CeC 191 1 Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro; oppure sarà fedele all'uno e disprezzerà l'altro; voi non potete servire a Dio e a mammona. Matteo 6:24 CeC 191 2 L'apostasia di Salomone fu così graduale che prima che potesse rendersene conto si ritrovò molto lontano da Dio. Quasi impercettibilmente cominciò a confidare sempre meno nella guida e nelle benedizioni divine, contando soltanto su sé stesso... Preso da un irresistibile desiderio di superare le altre nazioni nello sfarzo e nel lusso, il re trascurò la necessità di affinare la bellezza e la perfezione del carattere. Cercando di glorificare sé stesso rinunciò all'onore e all'integrità... Lo spirito coscienzioso e rispettoso dei diritti altrui, che aveva caratterizzato i suoi rapporti col popolo nei primi anni del regno, ora era svanito. Il più avveduto e misericordioso dei sovrani degenerò fino a diventare un tiranno. PK 55,56 CeC 191 3 Gli uomini ricchi devono imparare la grande lezione dalla storia di Salomone. Coloro che hanno grande responsabilità e competenze sono in costante pericolo di pensare che sia il denaro sia la loro posizione garantiranno loro il rispetto. Ma alla fine la loro l'autoesaltazione non è che una bolla di sapone. Usando in modo improprio i talenti o il denaro che gli sono stati affidati, Salomone si è allontanato da Dio. Gli uomini, quando ricevono da Dio le prosperità e le ricchezze, devono stare attenti a non seguire il richiamo del loro cuore al fine di non mettere in pericolo la loro fede e la loro esperienza religiosa. MS 40, 1898 CeC 191 4 È importante che anche noi impariamo la lezione da questa storia perversa. Abbiamo bisogno di imparare la continua dipendenza da Dio e fare tesoro dei suoi consigli; dobbiamo controllare attentamente le tendenze del nostro cuore e le nostre abitudini. Il Signore vuole insegnarci la grande cautela, la vigilanza e la preghiera al fine di mantenere intatta la semplicità e la purezza della nostra fede. Se vogliamo raggiungere la più alta eccellenza morale e la perfezione del carattere religioso, dobbiamo imparare a scegliere le nostre amicizie e il compagno per la vita. The SDA Bible Commentary 2, 1031 ------------------------La Vera Ricchezza, 7 luglio CeC 192 1 La benedizione dell'Eterno arricchisce ed egli non vi aggiunge alcun dolore. Proverbi 10:22 CeC 192 2 Molti invidiavano la popolarità e la gloria di Salomone, pensando che doveva essere il più felice tra tutti gli uomini. Ma in mezzo a tutta quella gloria di ostentazione artificiale, vi era un uomo che aveva bisogno di compassione. Il suo volto era oscuro dalla disperazione. Tutto lo splendore che lo circondava, rifletteva il disaggio e l'angoscia dei suoi pensieri, mentre rivedeva la sua vita sprecata nella ricerca della felicità attraverso la compiacenza e la gratificazione egoistica di ogni suo desiderio. The SDA Bible Commentary 2, 1030 CeC 192 3 Il benessere nasconde un pericolo. Attraverso i secoli, la ricchezza e la gloria, hanno sempre messo a repentaglio l'umiltà e la fede. È facile sollevare una coppa vuota, ma non è semplice tenerne in equilibrio una piena fino all'orlo. L'afflizione e l'avversità possono far nascere il dolore, ma la ricchezza minaccia la vita spirituale. Se il cristiano non è in sintonia con la volontà divina, se non è santificato dalla verità, la prosperità lo spingerà irresistibilmente alla presunzione. Quando l'uomo, cosciente dei suoi limiti, si lascia guidare e consigliare da Dio acquisisce sicurezza. Coloro che hanno grandi responsabilità, e si presume posseggano anche una grande saggezza, corrono il pericolo maggiore. Se non si affidano a Dio sicuramente riporteranno un insuccesso. Ovunque regna l'orgoglio e l'ambizione, la vita risulta falsata. L'orgoglio impedisce di percepire i propri limiti e rende il cuore insensibile alle infinite benedizioni divine. Colui che ha come obiettivo principale la propria gloria non godrà della grazia divina che permette di acquisire le ricchezze più nobili e le gioie più profonde. Colui che si affida completamente a Cristo e vive per lui vedrà compiersi questa promessa: "La benedizione del Signore fa arricchire, i nostri sforzi non vi aggiungono niente". Proverbi 10:22. PK 59,60 CeC 192 4 Tutti i peccati e gli eccessi di Salomone possono essere ricondotti al suo grande errore nel cessare di affidarsi alla saggezza di Dio e camminare in umiltà dinanzi a Lui. The SDA Bible Commentary 2, 1031 ------------------------Sulla Crocevia, 8 luglio CeC 193 1 Da tutti i popoli veniva gente per udire la sapienza di Salomone, mandati da tutti i re della terra che avevano sentito parlare della sua sapienza. 1 Re 4:34 CeC 193 2 Al tempo di Salomone, il regno d'Israele si estendeva da Hamat, a nord, all'Egitto, a sud, e dal mare Mediterraneo al fiume Eufrate. Questo territorio era attraversato da molte vie di comunicazione naturali, percorse da carovane provenienti da terre lontane. Salomone e il suo popolo avevano quindi l'opportunità di rivelare a uomini di tutte le nazioni il carattere del Re dei re e insegnare loro a onorarlo e a ubbidirgli... CeC 193 3 Salomone, posto a capo di una nazione che doveva servire come punto di riferimento per i popoli vicini, avrebbe dovuto impiegare il suo grande influsso e la saggezza che Dio gli aveva conferito. Avrebbe dovuto organizzare e dirigere un vasto movimento per illuminare coloro che non conoscevano Dio e la verità. In questo modo, intere nazioni avrebbero potuto accettare gli insegnamenti divini, Israele non sarebbe stato tentato dall'idolatria dei pagani e il Signore della gloria sarebbe stato onorato da tutti. Salomone, invece, perse di vista questo nobile obiettivo: non seppe approfittare delle splendide opportunità che gli venivano offerte, per trasmettere la sua fede a coloro che percorrevano continuamente il suo territorio o si soffermavano nelle città più importanti del suo regno... CeC 193 4 Il desiderio di condividere la propria fede, ispirato da Dio nel cuore di Salomone e dei veri israeliti, fu sostituito da aspirazioni puramente venali. Le opportunità di stabilire contatti con altre nazioni furono sfruttate in vista di un profitto esclusivamente personale... CeC 193 5 Rispetto all'epoca del regno d'Israele, attualmente abbiamo maggiori opportunità di entrare in contatto con uomini e donne di tutte le classi sociali e le nazionalità. Oggi gli uomini viaggiano, spostandosi da un paese all'altro, con una frequenza mille volte maggiore. Come Cristo, i messaggeri dell'Altissimo dovrebbero essere presenti nei grandi centri in cui possono incontrarsi con tante persone provenienti da ogni parte del mondo. Potranno così gettare il seme del Vangelo, presentando le preziose verità della Sacra Scrittura, che si radicheranno nella mente e nel cuore e cresceranno dando come frutto la vita eterna. PK 70-74 ------------------------Un Risveglio Ritardato, 9 luglio CeC 194 1 Poi mi volsi a considerare tutte le opere che le mie mani avevano fatto, e la fatica che avevo impiegato a compierle; ed ecco tutto era vanità e un cercare di afferrare il vento; non c'era alcun vantaggio sotto il sole. Ecclesiaste 2:11 CeC 194 2 Salomone sperimentò quel vuoto che si prova quando si vive soltanto in funzione delle cose terrene. Gli altari che aveva eretto alle divinità pagane gli ricordavano continuamente che il riposo dell'anima, promesso da questi idoli, era un inganno. Pensieri tristi e ossessivi lo tormentavano costantemente. Non provava più né gioia né serenità; il futuro gli sembrava ormai fosco e disperato. CeC 194 3 Il Signore, però, non lo abbandonò. Mediante messaggi di rimprovero e severe punizioni cercò di far comprendere al re la gravità del suo errore... CeC 194 4 Alla fine il Signore, per mezzo di un profeta, fece pervenire a Salomone questo allarmante messaggio: "Non sei stato fedele alla mia alleanza e hai trasgredito i miei comandamenti. Siccome ti sei comportato così, ti toglierò il regno e lo darò a uno dei tuoi sudditi. Tuttavia, per amore di tuo padre Davide, non lo farò subito, mentre sei ancora vivo; toglierò il regno a tuo figlio". 1 Re 11:11, 12. CeC 194 5 Salomone, grazie a questa sentenza di condanna pronunciata contro lui e contro la sua casa, con la coscienza nuovamente sensibile cominciò a uscire dal suo incubo e a valutare la sua follia. Frustrato, indebolito nella mente e nel corpo, stanco e assetato abbandonò "le cisterne rotte della terra" per attingere ancora una volta alla fonte della vita... CeC 194 6 comportamento egoistico; però si sarebbe impegnato a dissuadere altri dal ripetere le sue stesse esperienze. Confessò umilmente i suoi errori e avvertì i suoi simili affinché non si perdessero irrimediabilmente seguendo il suo cattivo esempio. CeC 194 7 La persona realmente pentita non dimentica il suo passato. Una volta ottenuta la pace dello spirito non si dimostra indifferente nei confronti degli errori commessi, ma pensa a quanti sono stati spinti verso il male dal suo comportamento sbagliato e cerca in tutti i modi di ricondurli sulla strada giusta. Più grande è la luce che ha ricevuto, più vivo è il suo desiderio di condurre gli altri nella giusta direzione... PK 76-78 ------------------------La Voce Dell'esperienza, 10 luglio CeC 195 1 Rallegrati pure, o giovane, nella tua giovinezza e gioisca il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza; segui pure le vie del tuo cuore e la visione dei tuoi occhi, ma sappi che per tutte queste cose DIO ti chiamerà in giudizio. Ecclesiaste 11:9 CeC 195 2 La lezione che deve essere imparata dalla vita di Salomone, ha un senso morale speciale nella vita degli anziani; di coloro che non scalano più la montagna, ma che vanno in discesa e di fronte hanno il tramonto. Ci aspettiamo di vedere dei difetti nel carattere dei giovani che non sono dominati dall'amore e dalla fede in Cristo Gesù. Vediamo la gioventù che vacilla tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, sono indecisi tra i principi ben consolidati e la sconvolgente corrente del male, che sta trascinando i loro piedi verso la rovina. Invece, dalle persone mature noi ci aspettiamo cose migliori. Ci aspettiamo superato il pericolo della corruzione. Ma il caso di Salomone è davanti a noi come un faro d'avvertimento. Quando tu, anziano pellegrino, che hai combattuto le battaglie della vita, che pensi di stare ritto, guardati dal non cadere. Nel caso di Salomone, il suo carattere debole e vacillante, anche audace, fermo e determinato per natura, quanto fu scosso come una canna al vento sotto il potere del tentatore. Un vecchio e nodoso cedro del Libano, una quercia robusta di Basan come fu piegata dalla tempesta della tentazione. che grande lezione per tutti quelli che vogliono salvare le loro anime vegliando continuamente in preghiera. Che prezioso avvertimento per mantenere la grazia di Cristo nei nostri cuori, per combattere contro la corruzione interna e la tentazione esterna. The SDA Bible Commentary 2, 1031,1032 CeC 195 3 Chiunque di voi si è perso a causa del peccato, come è accaduto a Salomone, torni in sé, si penti, e ritroverà la speranza. Ogni peccato è il primo passo per perdere la vita eterna. Nessuno di coloro che è caduto, deve soccombere nella totale disperazione. Uomini, onorati da Dio, possono sbagliare e sacrificare le loro virtù in nome della passione. Tuttavia se si pentono, se abbandonano i loro peccati e ritornano al Signore, non devono perdere la speranza. CeC 195 4 L'errata applicazione dei talenti, come nel caso di Salomone, deve essere un monito per tutti. La bontà da sola è una vera fortuna. Lt 8b, 1891 ------------------------Abilità Non Santificata, 11 luglio CeC 196 1 Hiram fece pure i vasi, le palette e le bacinelle. Così Hiram portò a termine il lavoro che doveva fare per il re Salomone nella casa di DIO: 2 Cronache 4:11 CeC 196 2 Uomini con abilità e saggezza necessaria per questa costruzione, furono scelti da Dio stesso. Esodo 35:30-35... CeC 196 3 I discendenti di questi uomini ereditarono gran parte dell'abilità concessa ai loro antenati.... CeC 196 4 Per un certo tempo, questi uomini rimasero umili e disinteressati, ma, gradualmente, quasi impercettibilmente, persero il loro stimolo in Dio e nella Sua Verità. A causa della loro grande abilità, cominciarono a chiedere salari più alti. In alcuni casi la loro richiesta fu accolta, ma spesso, essi, preferirono cercare un nuovo lavoro nelle nazioni circostanti... CeC 196 5 Il re Salomone, si rivolse proprio a questo tipo di operai per sovrintendere la costruzione del tempio sul Monte Moriah... CeC 196 6 Questo Hiram, capo-operaio, era un discendente da parte di madre di Aholiab, al quale circa cento anni prima, Dio aveva concesso una speciale sapienza e abilità per la costruzione del tabernacolo. In questo modo, a capo degli operai di Salomone fu messo un uomo non santificato, il quale chiese una ricompensa superiore, insolita a causa della sua abilità eccezionale... CeC 196 7 L'influsso pregiudizievole esteso da quest'uomo bramoso e avaro si diffuse in tutto il regno di Salomone... CeC 196 8 La stravaganza e la corruzione si vedevano ovunque. I poveri erano oppressi dai ricchi e lo spirito di sacrificio al servizio di Dio era pressoché scomparso... CeC 196 9 Oggi, questo costituisce una lezione importantissima per il popolo di Dio: una lezione che molti tardano a capire... CeC 196 10 Coloro che pretendono d'essere seguaci del Maestro, e che entrano al Suo servizio come collaboratori con Dio, devono mettere nella sua opera la precisione e l'abilità, il tatto e la saggezza, che il Dio della perfezione richiese nell'edificazione del santuario terreno. Oggi, come in quel tempo e come ai giorni del ministero terreno di Cristo, la devozione a Dio e lo spirito di sacrificio, dovrebbero essere considerati i primi requisiti di un servizio accettabile. 2SM 174-176 ------------------------Lodate Il Signore Dovunque Vi È Possibile, 12 luglio CeC 197 1 Sia benedetto l'Eterno, il tuo DIO, che si è compiaciuto di te, mettendoti sul trono d'Israele! A motivo del suo eterno amore per Israele, l'Eterno ti ha stabilito re per esercitare giudizio e giustizia". 1 Re 10:9 CeC 197 2 Qualcuno più grande di Salomone aveva progettato il tempio nel quale erano rivelate la sapienza e la gloria di Dio. Coloro che non ne erano al corrente naturalmente ammiravano ed elogiavano Salomone come architetto e costruttore, ma il re rifiutava ogni onore. Ciò accadde anche quando la regina di Saba venne a far visita a Salomone. Avendo sentito parlare della sua sapienza e del magnifico tempio da lui costruito, ella decise di "mettere alla prova la sua sapienza con alcuni enimmi" e di vedere personalmente le sue famose opere. Accompagnata da un corteo di servitori con cammelli che portavano "profumi, oro in abbondanza e pietre preziose" ella intraprese il lungo viaggio che l'avrebbe condotta a Gerusalemme. "Andò da Salomone e lo interrogò su tutti i problemi che la interessavano". Parlò con lui dei misteri della natura e Salomone, a sua volta, le indicò il Dio della natura, il grande Creatore che abita nei cieli altissimi e regna su tutto. "Il re Salomone rispose a tutte le sue domande, non c'era niente che non sapesse; poteva risolvere qualunque problema". 1 Re 10:1-3; 2 Cronache 9:1, 2. "La regina di Saba si rese conto della saggezza di Salomone, vide il suo palazzo. (...) Di fronte a tutto questo, per l'ammirazione restò senza parole. Allora disse al re Salomone: 'Era proprio vero quel che avevo sentito dire nella mia terra su di te e sulla tua saggezza. Io non potevo crederci, ma ora sono venuta e l'ho visto con i miei occhi. Non mi avevano raccontato neppure metà di quel che vedo. La tua saggezza e la tua prosperità sono molto più grandi di quel che mi era stato riferito... Al termine della sua visita, la regina era stata così chiaramente informata da Salomone sulla fonte della sua sapienza e della sua prosperità che fu costretta ad esclamare: "Sia benedetto il Signore, il tuo Dio, che ti ha voluto a capo d'Israele. Il Signore ha manifestato per Israele il suo amore senza fine quando ti ha fatto re perché tu mantenga la legge e la giustizia". 1 Re 10:9. CeC 197 3 Il Signore desiderava che tutti i popoli provassero questa stessa impressione. PK 66,67 ------------------------Un Degrado Dei Monumenti, 13 luglio CeC 198 1 C'è un male che ho visto sotto il sole, un errore che viene da chi governa: la follia è posta in cariche elevate, mentre i ricchi seggono in luoghi bassi. Ecclesiaste 10:5,6 CeC 198 2 Ai giorni del re Giosia si poteva vedere una strana apparizione di fronte al tempio di Dio. Il coronamento dell'eminenza del Monte degli Ulivi, scrutando sopra i boschi di mirto e ulivi, erano idoli sconvenienti e giganteschi. Giosia comandò che questi idoli fossero distrutti. Ciò fu fatto e i frammenti rotti rotolarono lungo il canale del Kidron. Da questi santuari rimasero solo una massa di rovine. Molti adoratori devoti si chiesero, come mai una tale architettura vergognosa fu posta sul lato opposto del monte di Giosafat, quale offesa contro il tempio di Dio? La risposta può essere solo una: Salomone, il più grande re che avesse tenuto uno scettro nelle sue mani, ha fatto erigere sulle montagne questi santuari idolatri come luoghi di culto. Questi idoli testimoniarono che colui che era stato onorato e applaudito come il più saggio tra i re, divenne un relitto umano senza umiltà. Il suo carattere un tempo nobile, audace e vero sia nei confronti di Dio e la giustizia, si deteriorò. Le sue spese dispendiose per l'indulgenza egoistica lo hanno reso lo strumento dei dispositivi di Satana. La sua coscienza si indurì. La sua condotta come giudice cambiò da equità e rettitudine a tirannia e oppressione ... Salomone cercò di incorporare la luce con l'oscurità, Cristo con Belial, la purezza con l'impurità. Ma al posto di convertire i pagani alla verità, i sentimenti pagani si incorporarono nella sua religione. È così facendo anche lui è diventato un apostata. MS 47, 1898 CeC 198 3 I segni dell'apostasia di Salomone rimasero ancora per molti secoli dopo la sua scomparsa. Ai giorni di Cristo, i fedeli che potevano adorare nel tempio potevano contemplare di fronte a loro, il Monte del delitto, e ricordare che i costruttori di quel ricco e glorioso tempio, il più famoso di tutti i re, si era separato da Dio e aveva eretto altari agli idoli pagani; e che il più potente governante della terra aveva fallito nel governare il proprio spirito. Salomone morì da uomo pentito, ma il suo pentimento e le sue lacrime non poterono eliminare dal Monte del delitto i segni della sua deplorevole deviazione da Dio. Le mura in rovina e le colonne rotte, per migliaia di anni testimoniarono silenziosamente l'apostasia del più grande re che mai si era seduto su un trono terreno. The SDA Bible Commentary 2, 1032,1033 ------------------------"Tutto Israele Era Con Lui", 14 luglio CeC 199 1 Or avvenne che, quando ebbe consolidato il regno e si fu rafforzato, Roboamo abbandonò la legge dell'Eterno e tutto Israele con lui. 2 Cronache 12:1 CeC 199 2 Le stravaganze del regno di Salomone, durante la sua apostasia, avevano spinto il re a tassare pesantemente il popolo e a pretendere fedeltà assoluta... Se Roboamo e i suoi inesperti consiglieri avessero compreso la volontà di Dio nei confronti di Israele avrebbero preso in considerazione le rivendicazioni del popolo che auspicava una riforma nell'amministrazione del paese. Ma in occasione dell'incontro di Sichem non compresero le profonde motivazioni della necessità di questa riforma e in tal modo persero il loro ascendente su buona parte del popolo... CeC 199 3 Pur avendo l'opportunità di riscattare ampiamente i suoi errori passati e di rinsaldare la fiducia nella sua capacità di governare con diligenza, il successore di Salomone, come ci riporta il triste racconto biblico, non riuscì a esercitare un benefico influsso sul popolo affinché restasse fedele all'Eterno. Nonostante fosse per natura caparbio, presuntuoso e volitivo, oltre che incline all'idolatria, avendo fiducia in Dio avrebbe potuto rafforzare il suo carattere e la sua fede e adempiere così le esigenze divine. Invece, col passare degli anni, si gloriava sempre più del suo potere come sovrano e delle fortezze da lui costruite. A poco a poco cedette alle sue tendenze ereditate e finì col cadere nell'idolatria... CeC 199 4 Queste parole sono significative: "E tutto il popolo lo imitò"! Il popolo che Dio aveva scelto perché fosse un esempio per le nazioni vicine si stava allontanando da quella fonte che gli avrebbe assicurato la potenza. Cercava di imitare quelle nazioni che avrebbe dovuto influenzare: sia con Salomone sia con Roboamo il cattivo esempio sviò molti. Anche oggi, in misura maggiore o minore, si ripete la stessa esperienza: l'influsso esercitato da chi si comporta male non è limitato alla persona responsabile. Nessuno vive per se stesso, nessuno soffre da solo per le conseguenze del suo errore. Ogni vita è una luce che illumina e rallegra anche quella degli altri oppure esercita un influsso negativo e deprimente che può portare alla disperazione e alla morte. Possiamo guidare gli altri verso la felicità e la vita eterna oppure trascinarli verso la disperazione e la morte eterna. Se con le nostre azioni contribuiamo ad aggravare la propensione al male di quanti vivono intorno a noi, ne diventiamo responsabili insieme a loro. PK 88-94 ------------------------Un Braccio Paralizzato, 15 luglio CeC 200 1 Ma la mano che Geroboamo aveva steso contro di lui si seccò e non poté più ritirarla a sé. 1 Re 13:4 CeC 200 2 A questo punto Geroboamo sfidò il Signore cercando di opporsi a colui che aveva dato il messaggio. Furibondo "...alzò la mano dall'altare e ordinò: 'Prendete quest'uomo!'. Il suo gesto impulsivo venne immediatamente punito. La mano tesa contro il messaggero dell'Eterno rimase paralizzata e il re non riusciva più a ritirarla. Terrorizzato, supplicò il profeta di intervenire in suo favore presso il Signore: 'Supplica il Signore, il tuo Dio, di calmare il suo sdegno; pregalo di guarire la mia mano!' Il profeta supplicò il Signore e la mano del re tornò sana come prima". 1 Re 13:4, 6. CeC 200 3 Era quindi inutile che Geroboamo cercasse di consacrare solennemente questo altare, destinato a distogliere i fedeli dal culto dell'Eterno celebrato nel tempio di Gerusalemme. Il messaggio del profeta avrebbe dovuto sensibilizzare il re a pentirsi e ad abbandonare le sue cattive intenzioni di distogliere il popolo dal culto del vero Dio. Egli non accettò e decise di realizzare il suo progetto.... CeC 200 4 Il Signore cerca di salvare, non di distruggere. Egli desidera aiutare coloro che commettono degli errori. "Ma io, il Signore, il Dio vivente, dichiaro: Non ho affatto piacere nel veder morire un uomo malvagio...". Ezechiele 33:11. Supplicando e avvertendo esorta i peccatori ad abbandonare il male per tornare a lui e vivere. Dà ai suoi messaggeri una vera sicurezza che fa nascere in coloro che lo ascoltano disposizioni al rispetto e al pentimento. Con quale coraggio il profeta di Dio rimproverò il re! Questo coraggio doveva manifestarsi. Il peccato che regnava in Israele non avrebbe potuto essere denunciato diversamente. Dio diede al suo servitore l'audacia necessaria per impressionare profondamente i suoi uditori. I messaggeri del Signore devono schierarsi in difesa di ciò che è giusto e non temere di doversi confrontare con gli uomini. Nella misura in cui dimostrano la loro fiducia in Dio, non devono temere nulla, poiché colui che gli ha affidato una missione assicura loro anche la sua protezione. PK 102-105 ------------------------La Fede Di Asa In Dio, 16 luglio CeC 201 1 Allora Asa gridò all'Eterno, il suo DIO e disse: «O Eterno, non c'è nessuno all'infuori di te che possa venire in aiuto nel combattimento tra uno potente e uno che è privo di forza. Soccorrici, o Eterno, nostro DIO, perché noi ci appoggiamo su di te e andiamo contro questa moltitudine nel tuo nome. O Eterno, tu sei il nostro DIO; non permettere che l'uomo prevalga su di te!" 2 Cronache 14:11 CeC 201 2 La fede di Asa fu messa a dura prova quando "Zerach l'Etiope attaccò il regno di Giuda con un milione di soldati e trecento carri da guerra". 2 Cronache 14:8. In quel periodo difficile Asa non ripose la sua fiducia nelle città da lui costruite, circondate da mura "con torri e porte", e neppure "nei soldati valorosi" del suo esercito ben preparato, ma nell'Eterno degli eserciti nel nome del quale erano state riportate meravigliose vittorie anche in passato. Asa predispose i suoi soldati per la battaglia e invocò l'aiuto di Dio. I due eserciti si trovarono l'uno di fronte all'altro. Quello fu un momento terribile per coloro che erano fedeli al Signore. Avevano tutti confessato i loro peccati a Dio? Credevano tutti che la potenza divina avrebbe garantito loro la liberazione? Questi pensieri agitavano la mente dei capi perché da un punto di vista umano il temibile esercito egiziano avrebbe annientato qualsiasi nemico. In tempo di pace, Asa non si era preoccupato del divertimento e del piacere, ma si era preparato per ogni evenienza. Il suo esercito era stato ben addestrato e aveva fatto il possibile perché il popolo fosse in pace con Dio. Ora, sebbene le sue forze fossero numericamente inferiori a quelle del nemico, la sua fede non vacillava. Nella prosperità il re aveva cercato il Signore; ora che si trovava in difficoltà poteva contare su di lui. Le sue preghiere mostravano che conosceva bene la meravigliosa potenza di Dio... CeC 201 3 Quella di Asa è una preghiera che ogni cristiano può rivolgere a Dio in ogni circostanza. Noi infatti non stiamo lottando "contro creature umane, ma contro spiriti maligni del mondo invisibile, contro autorità e potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso". Efesini 6:12. Nella battaglia della vita, dobbiamo fronteggiare le forze del male schierate contro il bene. Non dobbiamo quindi riporre la nostra fiducia negli uomini ma nel Dio vivente. Con la certezza che scaturisce dalla fede possiamo aspettarci che Dio unisca la sua onnipotenza alle forze umane per la gloria del suo nome. Rivestiti dell'armatura della giustizia possiamo ottenere la vittoria su qualsiasi nemico. Ibid. 110,111 ------------------------Malefica Influenza Di Jezebel, 17 luglio CeC 202 1 In verità non ci fu mai alcuno che si vendette a fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno come Achab, perché era sospinto da sua moglie Jezebel. 1 Re 21:25 CeC 202 2 Acab era di carattere debole. Il suo matrimonio con una donna idolatra, autoritaria e decisa lo portò alla rovina insieme a tutta la nazione. Privo di convinzioni e di princìpi, il suo carattere fu facilmente plasmato dalla forte volontà di Gezebele... Sotto l'influsso negativo del governo di Acab, i figli d'Israele si allontanarono dal Dio vivente e peccarono.... CeC 202 3 L'oscura ombra dell'apostasia copriva tutto il paese. Ovunque si vedevano immagini di Baal e di Asera. I templi pagani, i boschetti consacrati, dove si adoravano gli idoli, si moltiplicavano. L'aria stessa era satura dell'incenso offerto ai falsi dei. Colline e vallate risuonavano di grida di sacerdoti pagani che sacrificavano al sole, alla luna e alle stelle. Tramite l'influsso di Gezebele e dei suoi sacerdoti veniva insegnato al popolo che le statue erette come idoli erano divinità che dominavano con il loro mistico potere gli elementi della terra, del fuoco e dell'acqua. Tutti i doni del cielo -- i limpidi ruscelli, i fiumi, la rugiada, le piogge che rinfrescavano la terra e assicuravano un abbondante raccolto -- venivano attribuiti a Baal e Asera e non al vero Creatore. Il popolo aveva dimenticato che monti e valli, fiumi e sorgenti erano alimentate dal Dio vivente, che dirigeva il sole, le nuvole e tutte le forze della natura... Nella sua cieca follia scelse di rigettare Dio e il suo culto per adorare gli idoli. Ibid 115,116 CeC 202 4 Pochi si rendono conto del potere di una donna non consacrata. Se Achab avesse seguito il consiglio del cielo, il Signore sarebbe stato accanto a lui; ma lui non lo fece. Si sposò con Jezebel una donna idolatra. L'influsso del suo potere sul re era superiore a quello di Dio. Essa lo portò all'idolatria e con lui tutto il popolo. The SDA Bible Commentary 2, 1033 ------------------------Una Voce Nel Deserto, 18 luglio CeC 203 1 Elia, il Tishbita... disse ad Achab: «Com'è vero che vive l'Eterno, il DIO d'Israele, alla cui presenza io sto, non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non alla mia parola". 1 Re 17:1 CeC 203 2 Sui monti di Galaad, a oriente del fiume Giordano, al tempo del re Acab, abitava un uomo devoto e fedele che avrebbe agito coraggiosamente per arginare la dilagante apostasia d'Israele. Pur vivendo lontano da ogni città importante e senza avere nessuna posizione di rilievo, Elia di Tisbe accettò la missione affidatagli, fiducioso che Dio lo avrebbe guidato e gli avrebbe assicurato il successo. Egli pronunciava parole forti, che esprimevano la sua fede e tutta la sua vita fu consacrata a un'opera di riforma. La sua era la voce di chi grida nel deserto per condannare il peccato e opporsi all'ondata straripante del male. Pur presentandosi al popolo per rimproverarlo del peccato, trasmetteva anche un messaggio di speranza a tutti coloro che desideravano essere incoraggiati... CeC 203 3 A Elia venne affidata la missione di comunicare ad Acab il castigo che gli era destinato. Il profeta non rivendicò l'incarico di essere il portavoce di Dio: il Signore stesso gli affidò il suo messaggio. Fiero dell'onore di essere al servizio di Dio, Elia non esitò a ubbidire all'ordine divino, anche se questo avesse implicato il rischio di una morte rapida decretata dal re... CeC 203 4 Solo un'incrollabile fede nell'infallibile potenza di Dio diede a Elia la forza di trasmettere il suo messaggio. Se non avesse avuto fiducia assoluta in colui che serviva non avrebbe mai osato presentarsi davanti ad Acab. Dirigendosi verso Samaria Elia aveva camminato sulle rive di ruscelli, valicato colline verdeggianti e attraversato foreste maestose che sembravano sfidare la siccità. Ovunque si posasse lo sguardo tutto era rivestito di bellezza. Il profeta avrebbe potuto chiedersi come quei corsi d'acqua che non avevano mai cessato di scorrere potevano inaridirsi e come quelle colline e quelle vallate verdeggianti sarebbero state bruciate dalla siccità. Il dubbio non lo sfiorò nemmeno. Era profondamente convinto che Dio avesse deciso di umiliare il regno di Israele apostata e che tramite il castigo esso sarebbe giunto a pentirsi. L'ordine divino era stato dato; la parola di Dio era certa e quindi, rischiando la vita, Elia adempì coraggiosamente al suo mandato. Ibid 119-122 ------------------------Condividendo Le Novità, 19 luglio CeC 204 1 Elia le disse: «Non temere; va' e fa' come hai detto, ma fanne prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne farai per te e per tuo figlio. Poiché così dice l'Eterno, il DIO d'Israele: "Il vaso della farina non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà, fino al giorno che l'Eterno manderà la pioggia sulla terra". 1 Re 17:13,14 CeC 204 2 Quella donna non era israelita e non aveva mai goduto né dei privilegi né delle benedizioni del popolo eletto di Dio, ma credeva nel vero Dio ed era fedele al messaggio che aveva conosciuto. Ora che il profeta non era più al sicuro in Israele, Dio lo mandò in casa di quella donna affinché trovasse protezione e assistenza... CeC 204 3 In questa famiglia, caduta in miseria, gli effetti della carestia erano terribili e le scarse provviste della vedova erano sul punto di esaurirsi. L'arrivo di Elia, il giorno stesso in cui ella si chiedeva con ansia se avesse dovuto abbandonare la lotta, mise a dura prova la fede di questa povera donna che contava sulla potenza del Dio vivente che avrebbe sopperito ai suoi bisogni. Anche nella sua crudele miseria, manifestò la sua fede rispondendo positivamente alla domanda dello straniero che gli chiedeva di dividere con lui il suo ultimo mezzo di pane... CeC 204 4 Non ci si poteva aspettare una prova di fede maggiore di questa. Fino ad allora la vedova aveva trattato tutti gli stranieri con gentilezza e generosità. Ora, senza tener conto delle ripercussioni di questa scelta sulla sua vita e su quella di suo figlio, e confidando nel Dio di Israele che avrebbe sopperito a ogni sua necessità, accettò di essere ospitale facendo quanto Elia le chiedeva.... CeC 204 5 La vedova di Sarepta divise il suo pezzo di pane con Elia e in cambio la sua vita e quella di suo figlio furono risparmiate. Dio ha promesso una grande benedizione. Ibid. 129-132 CeC 204 6 Quell'Iddio che ebbe cura di Elia non trascurerà nessuno dei Suoi figli che si sacrificano. Colui che contai capelli del loro capo avrà cura di loro e nel tempo della carestia essi saranno saziati. 1T, 173,174 ------------------------"C'è Maggior Felicità Nel Dare Che Nel Ricevere", 20 luglio CeC 205 1 Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù. Filippesi 4:19 CeC 205 2 Leggete la storia della vedova di Sarepta. A questa donna in una terra pagana Dio mandò il Suo servitore in tempo di carestia a chiedere cibo... CeC 205 3 L'ospitalità offerta al profeta di Dio da questa donna sirofenicia fu straordinaria e la sua fede e la sua generosità furono meravigliosamente ricompensate.... Egli non è cambiato. Oggi la sua potenza non è inferiore a quella manifestata all'epoca di Elia. È ancora valida la promessa fatta dal Salvatore: "Chi accoglie un profeta per il fatto che è profeta di Dio, riceverà una ricompensa degna di un profeta". Matteo 10:40 Il Cristo dice oggi ai suoi discepoli fedeli: "Chi accoglie voi accoglie me; e chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato". Matteo 10:41 Ogni atto di bontà fatto in nome suo non rimarrà senza ricompensa. Il Signore manifesterà la stessa riconoscenza nei confronti dei più umili e dei più deboli della famiglia di Dio. "Chi darà anche solo un bicchier d'acqua fresca, a uno di questi piccoli perché è mio discepolo, vi assicuro che riceverà la sua ricompensa". Matteo 10:42. CeC 205 4 La povertà non deve impedirci di testimoniare la nostra ospitalità. Dobbiamo condividere ciò che abbiamo. Ci sono quelli che lottano per un sostentamento e che hanno grandi difficoltà a far sì che le loro entrate soddisfino le loro necessità; eppure anche loro amano Gesù nella persona dei suoi santi e sono pronti a mostrare ospitalità agli altri credenti o non credenti, cercando di rendere redditizie le loro visite. Gli ospiti sono i benvenuti al tavolo e al culto di famiglia. Il tempo di preghiera colpisce favorevolmente quanti ricevono ospitalità e anche una semplice visita può significare la salvezza di una persona. Il Signore riconosce quest'opera e dice che sarà ricompensata. "L'uomo non vive solo di pane"... e mentre impartiamo agli altri il nostro cibo temporale, così dobbiamo impartire pure speranza, coraggio e amore cristiano ... La certezza è da parte nostra: "Ora Dio è potente di fare abbondare in voi ogni grazia affinché, avendo sempre il sufficiente in ogni cosa, voi abbondiate per ogni buona opera". 2 Corinzi 9:8 6T, 345-348 ------------------------Elija Davanti Ad Ahab, 21 luglio CeC 206 1 Elia rispose: «Non sono io che metto sossopra Israele, ma tu e la casa di tuo padre, perché avete abbandonato i comandamenti dell'Eterno e tu sei andato dietro ai Baal. 1 Re 18:18 CeC 206 2 Durante gli anni della siccità e della carestia, Elia pregò con fervore affinché gli israeliti abbandonassero gli idoli e si rivolgessero a Dio. Il profeta attendeva pazientemente questo risveglio mentre l'Eterno colpiva la terra... CeC 206 3 "Qualche tempo dopo" il Signore si rivolse a Elia: "Presentati al re Acab perché sto per far cadere la pioggia sulla terra"... CeC 206 4 Eccoli l'uno di fronte all'altro. Sebbene Acab nutrisse un odio profondo per Elia, in presenza del profeta sembrava privo di energia, disarmato. Con le sue prime parole esitanti: "Sei tu la causa di tutte le disgrazie di Israele!" inconsciamente rivelò gli intimi sentimenti del suo cuore. 1 Re 18:17. Acab sapeva che era Dio che aveva decretato la siccità ma cercò di fare ricadere sul profeta la responsabilità dei giudizi abbattutisi sul paese... CeC 206 5 Consapevole della sua innocenza Elia non cercò né di scusarsi né di adulare il re. Non cercò neanche di placare la sua ira comunicandogli la buona notizia che la siccità stava per finire. Non aveva nessuna scusa da presentare. Indignato e preoccupato soltanto per l'onore di Dio, respinse l'accusa di Acab dicendogli, senza timore, che erano stati i suoi peccati e quelli dei suoi padri ad attirare sul popolo d'Israele quella terribile calamità... CeC 206 6 Anche oggi è necessario ascoltare la voce che rimprovera gli uomini per i gravi peccati che li hanno separati da Dio... CeC 206 7 Molto spesso i sermoni presentati non provocano nessun effetto duraturo; la tromba non dà nessun segnale d'allarme e le chiare e incisive verità della Parola di Dio non penetrano nel cuore degli uomini. CeC 206 8 Dio chiama uomini come Elia, Nathan e Giovanni Battista, uomini che trasmetteranno il suo messaggio con fedeltà indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero derivarne; uomini che affermeranno coraggiosamente la verità anche a costo di sacrificare tutto ciò che posseggono. PK133-142 ------------------------Gli Eroi Di Dio, 22 luglio CeC 207 1 Allora Elia si avvicinò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando tentennerete fra due opinioni? Se l'Eterno è DIO, seguitelo; ma se invece lo è Baal, seguite lui». Il popolo non rispose parola. 1 Re 18:21 CeC 207 2 Elia, in mezzo all'apostasia generale, non cercava di nascondere il fatto di aver servito il Dio del cielo. I profeti di Baal erano quattrocentocinquanta, i suoi sacerdoti quattrocento e i suoi adoratori erano migliaia; tuttavia Elia non cercò di far sembrare di essere popolare, anzi, era del tutto solo... Con voce chiara e forte, Elia si rivolse alla grande moltitudine dicendo: Fino a quando tentennerete fra due opinioni?... Dove sono gli Elia di oggi? 5T, 526,527 CeC 207 3 Dio desidera esaltare il Suo onore davanti agli uomini e che i Suoi consigli siano confermati davanti alla gente. La testimonianza del profeta Elia sul Monte Carmelo, presenta l'esempio di uno che era completamente dalla parte di Dio e della Sa opera sulla terra. "O Eterno, DIO di Abrahamo, d'Isacco e d'Israele, fa' che oggi si sappia che tu sei DIO in Israele" -- egli prega -- rispondimi Jehovah... Rispondimi! Il suo zelo per la gloria di Dio e il suo profondo amore per la casa d'Israele, sono una grande lezione per tutti coloro che oggi sono i rappresentanti dell'opera del Signore sulla terra. The SDA Bible Commentary 2, 1034 CeC 207 4 Con codardia o con la paura non si può convincere le persone che osserviamo i comandamenti di Dio. Nascondere la luce, come se si vergognassimo della nostra fede, si può paragonare a un disastro, e Dio ci lascerà nella nostra debolezza. È necessario pregare affinché il Signore ci aiuti a risplendere la luce che abbiamo ricevuto in qualsiasi luogo dove Egli ci manda. Se ci avventuriamo a farlo da soli, seguendole nostre idee, i nostri piani, lasciando la guida di Gesù a margine, non dobbiamo aspettarci di ottenere forza sia fisica sia spirituale e coraggio. In ogni epoca, ha avuto i Suoi eroi della fede e ce ne sono ancora oggi. Eroi che non si vergognano di essere il Suo popolo peculiare. La loro volontà e piani sono tutti subordinati alle leggi Dio. Per amore del Signore non so preoccupano della loro vita. tutto ciò che desiderano è comprendere la Parola di Dio e diffonderla nel mondo intero. Il loro motto è: "fedeli a Dio". 5T 527, 528 ------------------------Idolatria Come Allora, È Diffusa Anche Oggi, 23 luglio CeC 208 1 Non avrai altri dèi davanti a me. Esodo 20:3 CeC 208 2 Sebbene in forma diversa, l'idolatria regna oggi nel mondo cristiano come al tempo di Elia in Israele. Il dio di uomini di cultura, di filosofi, di poeti, di politici, di giornalisti; il dio di alcuni circoli mondani, di scuole, università e perfino di istituzioni teologiche non è superiore a Baal, il dio sole dei fenici. Nessun errore, accettato dal mondo cristiano, sfida in modo così diretto l'autorità del cielo... nessuno è più pericoloso per le sue conseguenze di questa dottrina moderna, che guadagna rapidamente terreno e sostiene che la legge di Dio non sia più in vigore. GC 583,584 CeC 208 3 La Parola di Dio, che ci è stata tramandata a prezzo di sofferenze e spargimenti di sangue, è considerata di scarso valore. È alla portata di tutti, ma sono pochi quelli che l'accettano veramente come guida della loro vita. L'incredulità ha raggiunto un'estensione allarmante non solo nel mondo secolarizzato, ma perfino nella chiesa. I grandi eventi della creazione, esposti dagli autori ispirati, il peccato dell'uomo, l'opera di espiazione, il valore della legge di Dio: tutto viene respinto, totalmente o in parte, dal mondo cosiddetto cristiano. Migliaia di persone, che si vantano della loro conoscenza e indipendenza intellettuale, ritengono sia una dimostrazione di debolezza credere implicitamente nella Bibbia, mentre cavillare sulle Scritture, spiritualizzandone le verità più importanti, dimostra una profonda conoscenza scientifica. Molti pastori o professori insegnano che la legge di Dio è stata cambiata, se non addirittura abrogata, e chi crede che essa sia ancora in vigore, e quindi da rispettare, è solo degno di disprezzo o di scherno... ibid 583 CeC 208 4 Noi stiamo per affrontare una lotta fra le leggi degli uomini e i precetti di Dio, fra la religione delle Scritture e la religione delle favole e della tradizione. Ibid 582 ------------------------Aspetando Dio, 24 luglio CeC 209 1 Poi Elia disse ad Achab: «Risali, mangia e bevi, perché si ode già il rumore di grande pioggia». 1 Re 18:41 CeC 209 2 Nessun segno premonitore di un temporale imminente aveva indotto Elia ad avvertire Acab di prepararsi per la pioggia. Il profeta non aveva visto nessuna nube in cielo, non aveva udito nessun tuono. Egli pronunciò semplicemente le parole che lo Spirito del Signore gli suggeriva in risposta alla sua grande fede... CeC 209 3 Dopo aver fatto tutto ciò che poteva, sapeva che Dio avrebbe accordato ricche benedizioni. Lo stesso Dio che aveva mandato la siccità aveva promesso pioggia abbondante a tutti coloro che si sarebbero comportati correttamente. Elia attendeva quindi che piovesse. Manifestando la sua umiltà, con "la testa fra le ginocchia" intercedeva ora presso Dio in favore di un Israele pentito... CeC 209 4 Per sei volte il servitore ritornò affermando che non vi era nessun segno di pioggia nel cielo limpido. Elia, fermo nella sua convinzione, lo inviò ancora una volta e quando tornò pronunciò queste parole: "Una piccola nube, non più grande del palmo di una mano, sta salendo dal mare".... Era quanto bastava. L'uomo di Dio non attese che il cielo si oscurasse. In quella piccola nuvola egli vide per fede una pioggia abbondante... CeC 209 5 Pregando, la sua fede si rafforzava e si appropriava delle promesse divine. Egli perseverava nella preghiera fino a quando non vedeva esaudite le sue richieste. Elia non si aspettava l'adempimento completo, ma la prova che Dio lo avesse ascoltato ed era pronto a rischiare tutto contando su un semplice segno del consenso divino.... CeC 209 6 Oggi gli uomini hanno bisogno di una fede simile a quella di Elia: una fede che sa cogliere le promesse divine e permette di implorare Dio fino alla certezza di essere stati esauditi... CeC 209 7 Con la fede perseverante di Giacobbe, con l'ostinata insistenza di Elia, possiamo presentare le nostre richieste al Padre, credendo in tutte le sue promesse. L'onore del suo trono dipende dall'adempimento della sua parola. PK 155-158 ------------------------Liberati Dall'io, 25 luglio CeC 210 1 Elia era un uomo sottoposto alle stesse nostre passioni, eppure pregò intensamente che non piovesse, e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto. Giacomo 5:17,18 CeC 210 2 L'esperienza di Elia è per noi oggi, una grande lezione. Quando sul Monte Carmelo egli pregò per la pioggia, la sua fede fu messa alla prova, ma lui non si arrese e continuò a presentare la sua richiesta a Dio. Per sei volte egli pregò intensamente, eppure non si ebbe alcun segno che la sua richiesta fosse stata accettata e concessa. Tuttavia, continuò a pregare con tale fervore, insistendo nella sua richiesta davanti al trono della grazia. Se alla sesta volta avesse desistito a causa dello scoraggiamento, la sua supplica non sarebbe stata esaudita, ma perseverò finché ricevete la risposta. Noi abbiamo un Dio il cui orecchio non è chiuso alle nostre richieste. Se noi dimostreremo di credere alla Sua Parola, Egli onorerà la nostra fede. CeC 210 3 Il Signore vuole che tutti i nostri interessi si possano intrecciare con i Suoi interessi, perché desidera benedirci abbondantemente. Avendo ricevuto le Sue benedizioni, non dobbiamo in alcun modo glorificare noi stessi, ma lodare il Signore. Dio non sempre risponde alle nostre preghiere immediatamente, perché se lo facesse, potremmo dare per scontato che abbiamo il diritto di ricevere tutte le benedizioni e i favori che ci concede. CeC 210 4 Invece di esaminare il nostro cuore per vedere se alimentiamo qualche male o se c'è qualche peccato accarezzato, siamo negligenti e non riusciamo a capire che dipendiamo da Lui e che abbiamo bisogno del Suo aiuto. Elia si umiliò a tal punto davanti al Signore, che gli fu impossibile attribuirsi la gloria. l'umiltà e la lode rivolta al Signore nelle nostre preghiere è una delle condizioni per essere ascoltati. L'usanza di lodare gli uomini dà come risultato grandi mali. Si lodano vicendevolmente ed essi sono indotti a credere che la gloria e l'onore gli appartengono. The SDA Bible Commentary 2, 1034, 1035, CeC 210 5 Quando esaltate l'uomo, è come se collocaste una trappola per la sua anima e fate esattamente quello che farebbe Satana. Si dovrebbe lodare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze, con tutta la mente, perché solo Dio è degno di essere glorificato. Ibid.1035 ------------------------Soprafatti Dallo Scoraggiamento, 26 luglio CeC 211 1 Egli invece si inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a sedersi sotto una ginestra e chiese di poter morire, dicendo: «Ora basta, o Eterno! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". 1 Re 19:4 CeC 211 2 Si potrebbe pensare che dopo aver dato prova di un grande coraggio e ottenuto una così brillante vittoria sul re, sui sacerdoti e sul popolo, Elia non avrebbe mai più provato scoraggiamento né si sarebbe lasciato intimidire da nessuno. Ma colui che aveva sperimentato la protezione divina non era esente dalle debolezze umane, e in quel momento la fede e il coraggio lo abbandonarono... CeC 211 3 Rimanendo dov'era, e facendo di Dio il suo rifugio e la sua forza, sarebbe stato preservato dal male... CeC 211 4 Tutti possiamo vivere momenti di profonda depressione e di completo scoraggiamento, momenti in cui la tristezza invade l'animo ed è quindi difficile credere che Dio sia ancora il generoso benefattore dei suoi figli terreni, momenti in cui le difficoltà tormentano l'anima a tal punto che la morte è preferibile alla vita. In questi casi molti perdono la fiducia in Dio... CeC 211 5 Se in quei momenti potessimo comprendere il significato delle scelte divine, vedremmo gli angeli impegnati a salvarci da noi stessi e ad aiutarci a consolidare le basi delle nostre convinzioni, in questo modo una fede e un ardore nuovi potrebbero trasformare tutto il nostro essere... CeC 211 6 Per gli scoraggiati vi sono dei rimedi sicuri: la fede, la preghiera, l'azione. La fede e il lavoro generano certezza e soddisfazione che cresceranno giorno dopo giorno... CeC 211 7 Ebbene, nei giorni più bui, quando tutto apparentemente sembra andare storto, non temete. Abbiate fede in Dio che conosce le vostre necessità e dispone di un potere assoluto; il suo amore infinito e la sua compassione senza limiti non si stancano mai... CeC 211 8 Ai suoi fedeli collaboratori Dio concederà quell'efficienza di cui hanno bisogno... CeC 211 9 Elia era forse stato abbandonato da Dio nell'ora della prova? No! Dio amava il suo servitore, ora che si sentiva abbandonato da lui e dagli uomini, così come lo aveva amato quando aveva risposto alla sua preghiera, mandando il fuoco dal cielo che aveva incendiato la cima del Carmelo. PK 159-166 ------------------------Che Cosa Stai Facendo Qui?, 27 luglio CeC 212 1 Egli invece si inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a sedersi sotto una ginestra e chiese di poter morire, dicendo: «Ora basta, o Eterno! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". 1 Re 19:9 CeC 212 2 Se il rifugio di Elia, sul monte Oreb, era sconosciuto agli uomini, era però noto a Dio. Il profeta, stanco e scoraggiato, non era solo a lottare contro le potenze del male... CeC 212 3 In questo momento Dio rivolse al suo profeta la domanda: "Che fai qui, Elia?" Ti ho mandato presso il torrente Cherit, poi dalla vedova di Sarepta. Ti ho incaricato di tornare da Israele per affrontare i sacerdoti idolatri sul Carmelo. Ti ho dato la forza necessaria per guidare il carro del re fino alla porta di Izreel. Ma chi ti ha detto di fuggire così rapidamente nel deserto? Quale incarico stai adempiendo qui? ... CeC 212 4 Siccome questi risultati dipendono in gran parte dall'incessante attività dei figli di Dio fedeli e sinceri, Satana fa l'impossibile per indurli a disubbidire, affinché i piani di Dio non si realizzino. Ad alcuni fa perdere di vista la nobile e santa missione alla quale sono stati chiamati e li rende sensibili ai piaceri della vita.... Altri vengono indotti da Satana a lasciare il lavoro quando lo scoraggiamento s'impadronisce di loro a causa dell'opposizione o della persecuzione... A ogni figlio di Dio, la cui voce è stata spenta dal nemico, viene rivolta la domanda: "Che fai tu qui? Io ti ho dato il compito di andare in tutto il mondo, di predicare il Vangelo e di preparare un popolo per il gran giorno di Dio; perché sei qui? Chi ti ha mandato?" ... CeC 212 5 Alle famiglie e ai singoli individui è rivolta la domanda: "Che cosa fai qui?" In molte chiese vi sono famiglie che conoscendo bene il messaggio della Parola di Dio potrebbero ampliare la loro sfera d'azione e d'influsso trasferendosi in luoghi dove mancano i predicatori della Parola per poterli facilmente sostituire. Dio invita queste famiglie ad andare in quelle regioni in cui nessuno conosce il messaggio della salvezza e impegnarsi con saggezza e perseveranza in favore di coloro che vivono nelle tenebre spirituali.... CeC 212 6 Per i vantaggi che la società offre loro, per il desiderio di acquisire la conoscenza scientifica, gli uomini sono disposti ad avventurarsi in regioni malsane e sopportare avversità e privazioni. Dove sono invece quelli disposti a fare altrettanto, motivati dall'amore e dal desiderio di parlare ad altri del Salvatore? PK 167-173 ------------------------C'è Bisogna Di Elia Anche Oggi, 28 luglio CeC 213 1 Ma ho lasciato in Israele un residuo di settemila uomini, tutti che non hanno piegato le loro ginocchia davanti a Baal e che non l'hanno baciato con la loro bocca". 1 Re 19:18 CeC 213 2 Elia aveva pensato di essere rimasto il solo in Israele ad adorare il vero Dio. Ma colui che legge nel cuore degli uomini gli rivelò che vi erano molti altri che, nel corso dei lunghi anni di apostasia, gli erano rimasti fedeli... CeC 213 3 Dall'esperienza di Elia in quei giorni di scoraggiamento e di apparente sconfitta possono essere tratte molte lezioni. L'apostasia che attualmente regna ovunque è simile a quella che si era diffusa in Israele al tempo del profeta. Folle intere seguono ancora oggi Baal esaltando l'umano rispetto al divino, incensando le celebrità, adorando Mammona, il dio della ricchezza, e ponendo la scienza al di sopra delle verità della rivelazione divina. Il dubbio e l'incredulità esercitano il loro influsso negativo sulla mente e sul cuore e le teorie umane sostituiscono la verità di Dio. Viene pubblicamente insegnato che noi, oggi, siamo giunti a un'epoca in cui la ragione deve prevalere sugli insegnamenti della Parola di Dio. La legge di Dio, divina regola di giustizia, viene considerata inutile. Il nemico della verità esercita il suo potere per indurre gli uomini a porre le istituzioni terrene al posto di Dio e a dimenticare tutto ciò che era stato stabilito per la felicità e la salvezza dell'umanità. Comunque, questa apostasia, per quanto diffusa, non è universale. Non tutti gli uomini vivono senza legge e amano la trasgressione. Non tutti si sono schierati dalla parte del nemico. CeC 213 4 Dio ha molte migliaia di figli... desiderano comprendere meglio le verità riguardanti il Cristo e la sua legge... CeC 213 5 Essi hanno bisogno dell'aiuto di coloro che hanno conosciuto Dio e la potenza della sua Parola... CeC 213 6 Quando coloro che conoscono le verità bibliche le trasmetteranno a uomini e donne che sono disposti ad accettare il messaggio divino, godranno dell'assistenza degli angeli di Dio... CeC 213 7 Molti cesseranno di esaltare le istituzioni umane e si schiereranno con decisione per Dio e per la sua santa legge. PK 170,171 ------------------------Nei Momenti Di Debolezza, 29 luglio CeC 214 1 Egli rispose: «Sono stato mosso da una grande gelosia per l'Eterno, per il DIO degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo ed essi cercano di togliermi la vita». 1 Re 19:14 CeC 214 2 Se in circostanze particolarmente difficili uomini dotati di vigore spirituale, tormentati al di là delle loro forze, si scoraggiano e si abbattono convinti dell'inutilità della vita, ricordino Elia e ritrovino il coraggio ispirandosi all'esempio offerto dal profeta. Si ricordino che uno dei profeti più potenti fuggì per salvare la propria vita minacciata dall'ira di una donna furibonda... Se coloro che hanno impegnato tutte le loro energie al servizio di un'iniziativa che implicava dei sacrifici sono caduti in preda al dubbio e allo scoraggiamento, pensino all'esempio offerto dal profeta per ritrovare il loro coraggio... CeC 214 3 Quando siamo più deboli Satana ci presenta le tentazioni più crudeli... CeC 214 4 L'uomo che aveva manifestato la sua fiducia nell'Eterno durante gli anni di siccità e di carestia, che si era fatto annunciare senza timore al re Acab, che per un'intera giornata, sul monte Carmelo, si era presentato al popolo d'Israele come l'unico testimone del vero Dio, ora, in un momento di stanchezza, lasciava che la paura della morte avesse il sopravvento sulla sua fede... Quando siamo messi alle strette dal dubbio, resi perplessi dalle circostanze, o abbattuti per la povertà o le sofferenze, allora Satana cerca di indebolire la nostra fiducia in Dio... CeC 214 5 Ma il Signore comprende ogni cosa e continua ad amare e a comprendere i suoi figli. Legge i moventi e i propositi del cuore. Coloro che sono chiamati a dirigere l'opera di Dio devono imparare ad aspettare pazientemente e confidare in Dio quando non vedono vie d'uscita. Nel momento della prova Dio non li abbandonerà. Nessuno è apparentemente più impotente, ma in realtà più invincibile, dell'uomo che riconosce la propria nullità e confida completamente in Dio... CeC 214 6 Quando si presenteranno delle difficoltà non soltanto coloro che assumono incarichi importanti dovranno seguire l'esempio di Elia. Nonostante la sua debolezza il figlio di Dio può aver fiducia in colui che ha dato coraggio al profeta. Il Signore conta sulla fedeltà di tutti coloro ai quali accorda il soccorso necessario. PK 173-175 ------------------------La Batteglia È Del Signore, 30 luglio CeC 215 1 O DIO nostro, non eseguirai tu il giudizio su di loro? Poiché noi siamo senza forza davanti a questa grande moltitudine che viene contro di noi; non sappiamo cosa fare, ma i nostri occhi sono su di te». 2 Cronache 20:12 CeC 215 2 Verso la fine del regno di Giosafat, il regno di Giuda fu invaso da un esercito che fece tremare gli abitanti del paese... CeC 215 3 Giosafat era un uomo coraggioso. Per molti anni aveva rafforzato il suo esercito e fortificato le sue città: era perciò ben preparato ad affrontare qualsiasi nemico. Però davanti al pericolo non ripose la sua fiducia in se stesso. Il suo esercito ben disciplinato e le sue città fortificate non erano sufficienti per assicurargli la vittoria, ma grazie a una fede vivente nel Dio di Israele poteva sperare nella vittoria su questi pagani che si vantavano della loro potenza per umiliare Giuda agli occhi delle nazioni. "Giosafat ebbe paura e decise di rivolgersi al Signore. Ordinò un digiuno in tutto il territorio di Giuda. Gli abitanti si radunarono da tutte le città per chiedere aiuto al Signore...". 2 Cronache 20:3,4 CeC 215 4 Stando nel cortile del tempio di fronte al suo popolo, Giosafat aprì il suo animo nella preghiera reclamando le promesse di Dio e confessando l'impotenza di Israele. Cfr. 2 Cronache 20:4-12. CeC 215 5 Con fiducia Giosafat poteva dire: "...Non sappiamo che cosa fare: ci rivolgiamo a te!" 2 Cronache 20:12. Per anni egli aveva insegnato al popolo a confidare in colui che nel passato era così spesso intervenuto per salvare i suoi figli sottraendoli alla distruzione totale; e ora, mentre il regno era in pericolo, non si sentiva solo. "Tutti gli abitanti di Giuda stavano in preghiera davanti al Signore, comprese le donne con i loro figli e i bambini piccoli". 2 Cronache 20:13. Insieme digiunarono e pregarono, implorando il Signore perché mettesse in fuga i nemici e il suo nome potesse essere glorificato... CeC 215 6 In tempo di crisi il Signore era la forza di Giuda come lo è ancora oggi per il suo popolo. Non dobbiamo confidare nei re né mettere gli uomini al posto di Dio. Dobbiamo ricordare che gli esseri umani possono sbagliare. L'Onnipotente è il nostro rifugio, ricordiamoci che in qualsiasi circostanza egli lotta per noi. Le sue risorse sono illimitate e più le circostanze ci sembreranno avverse, più grande sarà la vittoria. PK 198-202 ------------------------L'inno Della Battaglia, 31 luglio CeC 216 1 Quindi, dopo essersi consigliato con il popolo, stabilì quelli che dovevano cantare all'Eterno e dovevano lodarlo per lo splendore della sua santità, mentre camminavano davanti all'esercito e dicevano: «Celebrate l'Eterno, perché la sua benignità dura in eterno». 2 Cronache 20:21 CeC 216 2 Era davvero un modo particolare per affrontare un esercito nemico! Lodare il Dio d'Israele con il canto era il grido di guerra di questi uomini di fede. Essi possedevano "la santa magnificenza". Se oggi rivolgessimo maggiormente la nostra lode al Signore, la speranza, il coraggio e la fede aumenterebbero in proporzione. In questo modo i coraggiosi sostenitori della verità potrebbero rinnovare le loro forze. PK 202 CeC 216 3 Il quarto giorno l'esercito rientrò a Gerusalemme carico del bottino strappato al nemico e cantando di gioia per la grande vittoria conseguita...Sons And Daughters of God 199 CeC 216 4 Quando apprezziamo la misericordia e la benignità di Dio, allora non ci lamentiamo, anzi, lo lodiamo con tutto il cuore. Parliamo del Suo amore e delle Sue cure nei nostri confronti, della Sua tenera compassione. Il linguaggio del cuore non è più egoistico, ma pieno di lode... Perché allora nel nostro pellegrinaggio non si sentono i canti spirituali?... Dobbiamo studiare la Parla di Dio, dobbiamo meditare e pregare senza sosta, perché così facendo avremo una ricca vita spirituale e sapremo discernere le corti interne del tempio celeste. Impareremo a innalzare gli inni del ringraziamento attorno del trono celeste. Quando Sion sorgerà e risplenderà, la sua luce sarà più luminosa; si udranno canti di lode e di ringraziamento nell'assemblea dei santi. Ogni piccola delusione o difficoltà saranno dimenticate. Il Signore è la nostra guida... Nessuno si è mai fidato di Dio invano. Egli non ha mai deluso quelli che si diffidano a Lui. Se solo facessimo ciò che Egli ci chiede, allora potremmo camminare insieme a Lui e i nostri cuori diventerebbero come arpe celasti di cui accordi innalzerebbero lodi e ringraziamenti a Colui che è stato mandato da Dio per togliere i nostri peccati. Ibid 198 ------------------------Stregoneria Antica E Moderna, 1 agosto CeC 217 1 Così dice l'Eterno: "È perché non c'è alcun DIO in Israele, di cui si possa consultare la parola che tu hai mandato messaggeri da Baal-Zebub, il dio di Ekron? Per questo non scenderai dal letto sul quale sei salito, ma certamente morirai". 1 Re 1:16 CeC 217 2 Durante il regno di suo padre, Acazia era stato testimone delle opere meravigliose dell'Altissimo. Aveva assistito alle terribili manifestazioni della potenza divina nei confronti del popolo apostata d'Israele e si era reso conto del modo in cui il Signore giudica coloro che si rifiutano di sottomettersi alle esigenze della sua legge. Ma agiva come se queste solenni verità non fossero che favole senza importanza. Invece di chiedere perdono a Dio, seguiva Baal che aveva consultato durante la sua malattia, manifestando una delle peggiori forme di apostasia. CeC 217 3 Oggi, i misteri del culto pagano sono sostituiti dalle associazioni e dalle riunioni segrete, dai misteri e dai prodigi dei medium. Le rivelazioni di questi medium sono accolte con entusiasmo da migliaia di persone che rifiutano di accettare il messaggio della Parola di Dio... CeC 217 4 I discepoli di quasi tutte le forme di spiritismo pretendono di avere il potere di guarire... CeC 217 5 Oggi sono molti coloro che ricorrono a questi guaritori invece di confidare nel Dio vivente o nelle capacità di medici qualificati. CeC 217 6 Il re d'Israele si era allontanato dall'Eterno per cercare un appoggio dal peggiore nemico del suo popolo. Aveva dichiarato ai pagani che aveva più fiducia negli idoli che nel Dio del cielo. Oggi gli uomini disonorano il Signore nello stesso modo, allontanandosi dalla fonte della saggezza e della potenza per chiedere aiuto e consiglio alle forze delle tenebre. Se CeC 217 7 Quelli che si abbandonano alla stregoneria di Satana possono vantarsi di averne ricavato un gran bene, ma questo prova forse che il loro comportamento è quello giusto? Cosa importa se la loro vita viene prolungata? O se si assicurano un cospicuo guadagno? Alla fine, quale profitto ne trarranno ignorando o disdegnando la volontà di Dio? Tutto questo apparente vantaggio risulterà in realtà una perdita irreparabile. Non possiamo eliminare impunemente l'unica barriera che il Signore ha innalzato per proteggere il suo popolo dagli attacchi di Satana. PK 209-212 ------------------------La Chiamata All'opera, 2 agosto CeC 218 1 Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è ingiusto nel poco, è ingiusto anche nel molto. Luca 16:10 CeC 218 2 Dio aveva ordinato a Elia di ungere un altro profeta al suo posto: "...consacra come profeta al posto tuo Eliseo, figlio di Safat, originario di Abel-Mecola". 1 Re 19:16. Ubbidendo a quest'ordine il profeta partì per cercare Eliseo... CeC 218 3 Il padre di Eliseo era un ricco proprietario terriero. I membri della sua famiglia facevano parte di coloro che non si erano inginocchiati davanti a Baal nel momento in cui l'apostasia era diffusa in tutto il paese. Essi onoravano il Signore e ubbidivano fedelmente ai comandamenti divini, che seguivano come unica regola di condotta. È in questa atmosfera che Eliseo visse i suoi primi anni. Nella tranquillità della vita agreste imparò i princìpi divini e quelli della natura sottoponendosi alla dura disciplina del lavoro... CeC 218 4 La chiamata profetica giunse a Eliseo mentre con i servi di suo padre stava arando un campo. Egli svolgeva l'attività che gli era più congeniale. Il futuro profeta aveva sia le capacità di un capo sia l'umiltà di un servo. Di natura quieta e affabile, sapeva anche essere energico e deciso. Possedeva integrità, fedeltà unite all'amore e al timore di Dio. Nell'ambito del lavoro quotidiano acquisì fermezza di propositi, nobiltà di carattere e crebbe continuamente nella grazia e nella conoscenza. Pur collaborando col padre, imparava anche a collaborare con Dio. Tramite la fedeltà nelle piccole cose, Eliseo si stava preparando ad assumere compiti importanti. Ogni giorno acquisiva l'esperienza indispensabile per un'opera più vasta e più nobile... CeC 218 5 Nessuno conosce le intenzioni di Dio riguardo alla disciplina che ci impone, tutti però possono essere certi che la fedeltà nelle piccole cose sarà la prova della capacità ad assumere responsabilità maggiori. CeC 218 6 Il carattere si rivela in ogni atto della vita quotidiana; soltanto a chi si comporta "...come un lavoratore che non deve vergognarsi del suo lavoro..." (2 Timoteo 2:15) il Signore affiderà un nobile incarico. PK 217,218 ------------------------Perché Eliseo?, 3 agosto CeC 219 1 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Matteo 10:37,38 CeC 219 2 Quando Elia, guidato da Dio nella ricerca di un successore, giunse al campo dove Eliseo stava arando, gettò sulle spalle del giovane il suo mantello di profeta... Per lui rappresentava il segno che Dio lo chiamava per essere il successore di Elia... Eliseo doveva valutare l'importanza della chiamata e doveva essere lui, personalmente, ad accettare o respingere l'invito. Se desiderava rimanere legato alla casa paterna e ai vantaggi che ne derivavano era libero di rifiutare. Ma Eliseo capì il significato dell'appello... Nessun vantaggio materiale gli avrebbe fatto perdere l'opportunità di diventare il messaggero del Signore e il collaboratore del profeta... PK 219,220 CeC 219 3 Non essendo impegnati in attività religiose, molti ritengono che la loro vita sia inutile e che non stiano facendo nulla per l'avanzamento del regno di Dio... CeC 219 4 Però, siccome possono solo adempiere compiti secondari, si sentono autorizzati a non fare nulla. Naturalmente si sbagliano: si è attivi al servizio di Dio quando si è impegnati nei comuni doveri di ogni giorno, ad esempio abbattendo alberi, dissodando il terreno o spingendo l'aratro. La madre che educa i suoi figli per Cristo svolge un lavoro importante quanto quello del pastore sul pulpito. CeC 219 5 Alcuni cristiani vorrebbero possedere dei doni speciali per compiere un'opera di particolare rilevanza, ma in questo modo perdono di vista i doveri della vita quotidiana che, se compiuti fedelmente, darebbero significato alla loro esistenza. Essi dovrebbero adempiere coscienziosamente, ogni giorno, il loro dovere. Inoltre è importante che sappiano accontentarsi e interessarsi sinceramente al bene del prossimo. Si può trovare la perfezione anche nelle responsabilità più umili. Gli incarichi più banali, assolti con amore, sono i più belli agli occhi di Dio. PK 219 ------------------------La Consacrazione Totale Nell'opera, 4 agosto CeC 220 1 Gesù gli disse: «Nessuno che ha messo la mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Luca 9:62 CeC 220 2 Non ci viene chiesto di servire come Eliseo, né di vendere tutti i nostri beni, ma di offrire al Signore il primo posto nella nostra vita e non sprecare quindi nessuna occasione per fare qualcosa per lo sviluppo della sua opera. Non siamo chiamati tutti a compiere lo stesso lavoro. Uno forse dovrà partire per un paese straniero, l'altro sarà chiamato a sostenere finanziariamente l'opera di evangelizzazione. Ma il Signore accetta il dono di ognuno. Ciò che conta è la consacrazione della nostra vita e di tutto ciò che essa implica. Coloro che desiderano realizzare questo obiettivo sentiranno l'appello divino e risponderanno positivamente.... CeC 220 3 Inizialmente a Eliseo non furono affidati incarichi importanti; la sua formazione lo rendeva disponibile anche a svolgere attività molto semplici come quella di versare l'acqua sulle mani di Elia, il suo maestro. Eliseo era disposto a fare qualunque cosa gli venisse richiesta dal Signore e imparava così lezioni di servizio nell'umiltà... Dopo essersi unito a Elia, Eliseo non fu immune da tentazioni. Non gli mancarono le prove, ma in ogni circostanza confidò in Dio. Pensava con nostalgia a tutto ciò che aveva lasciato partendo da casa ma non si lasciò coinvolgere da questa tentazione. Avendo messa la mano all'aratro era deciso a non volgersi indietro e nonostante le prove e le difficoltà seppe dimostrarsi fedele alla missione ricevuta... CeC 220 4 Mentre Eliseo accompagnava il profeta... la sua fede e la sua decisione furono nuovamente messe alla prova. A Ghilgal e poi a Betel e a Gerico fu invitato dal profeta a tornare indietro... CeC 220 5 Perciò non si sarebbe separato dal suo maestro... CeC 220 6 Mentre attraversavano Elia chiese ad Eliseo: "Dimmi che cosa posso fare per te prima che il Signore mi porti via" .... 2 Re 2:7-9. Eliseo non chiese onori, terreni o una posizione elevata fra i grandi di questo mondo. Quello che desiderava era una quantità ancora più abbondante dello Spirito che Dio aveva riversato così copiosamente sul profeta che stava per lasciarlo. Egli sapeva che solo lo Spirito dato a Elia poteva permettergli di assumere il ruolo affidatogli in Israele. Per cui chiese: "...Vorrei essere l'erede principale del tuo spirito di profeta...". 2 Re 2:9. 2 Re 221-227 ------------------------Il Successore Di Elia, 5 agosto CeC 221 1 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati. 1 Corinzi 15:51,52 CeC 221 2 Nel deserto, in preda alla solitudine e allo scoraggiamento Elia non voleva più vivere, desiderava morire. Ma il Signore nella sua misericordia non lo ascoltò. Il profeta aveva ancora una grande opera da compiere. Dopo aver adempiuto la sua missione non meritava di essere abbandonato, non avrebbe sperimentato la morte ma l'ascensione con gli angeli nella gloria celeste. "Eliseo riuscì a vedere e gridò: "Elia, padre mio! Difesa e forza d'Israele". Poi non lo vide più. Allora, per il dolore, strappò in due i suoi vestiti. Raccolse il mantello che era caduto a Elia, tornò indietro e si fermò in riva al Giordano. Prese il mantello d'Elia, lo sbatté contro le acque del fiume e invocò: "Signore Dio d'Elia, dove sei?" Poi, come aveva fatto Elia, colpì le acque ed esse si divisero in due: egli poté attraversare. Da lontano i profeti di Gerico lo videro e dissero: "Lo spirito profetico d'Elia è passato ad Eliseo". Gli corsero incontro e s'inchinarono davanti a lui fino a terra". 2 Re 2:12-15. Quando il Signore ritiene che sia giunto il momento di rimuovere dal loro incarico coloro ai quali aveva dato sapienza, aiuta e fortifica i loro successori che si rivolgono a lui per ricevere aiuto e compiono la sua volontà. Essi potranno addirittura essere più saggi dei predecessori purché sappiano trarre profitto dalla loro esperienza e acquisire saggezza imparando dai loro errori. PK 228 CeC 221 3 Elia, l'uomo potente, era stato strumento di Dio per eliminare dei mali giganteschi: era stata abbattuta l'idolatria che, sostenuta da Achab e dall'empia Jezebel, aveva sedotto la nazione; erano stato uccisi i profeti di Baal. Tutto Israele ne era rimasto profondamente scosso e molti ritornavano all'adorazione di Dio. Alla successione di Elia accorreva qualcuno che sapesse guidare il popolo verso i sentieri antichi con una educazione cauta e paziente. Ebbene, Eliseo era stato preparato da Dio a tale compito, con l'educazione a lui impartita durante la sua infanzia... Ogni atto della vita rivela il carattere e solo chi nei piccoli doveri dimostra di essere "operaio che non abbia a essere confuso", sarà da Dio onorato con la chiamata a incarichi molto più grandi. Ed 60,61 ------------------------L'inquinamento E Purificazione, 6 agosto CeC 222 1 Allora egli si recò alla sorgente delle acque, vi gettò il sale e disse: «Così dice l'Eterno: "Io rendo sane queste acque, da esse non verrà più né morte né sterilità". 2 Re 2:21 CeC 222 2 Nel gettare il sale nella sorgente amara Eliseo insegnò la stessa lezione impartita secoli dopo dal Salvatore ai suoi discepoli, quando dichiarò: "Voi siete il sale della terra". Il sale gettato nella sorgente inquinata purificò l'acqua e portò vita e benedizione dove prima vi erano state desolazione e morte. Quando Dio paragona i suoi figli al sale, desidera insegnare loro che, quando diventano i beneficiari della sua grazia, contribuiscono alla salvezza degli uomini... CeC 222 3 Il sale va mescolato con la sostanza alla quale si unisce: deve penetrare per poterla conservare. Nello stesso modo un contatto personale è indispensabile perché gli uomini possano essere raggiunti dal potere salvifico del Vangelo. Non si è salvati collettivamente, ma individualmente. CeC 222 4 L'influsso personale è una vera forza; esprimerlo correttamente significa collaborare con il Cristo, salvare gli uomini che egli ha salvato, trasmettere giusti princìpi, frenare la corruzione che dilaga nella società... CeC 222 5 La fonte inquinata rappresenta l'anima separata da Dio. Il peccato non soltanto allontana da Dio ma distrugge nell'essere umano il desiderio e la capacità di conoscerlo. Crea disordine nell'organismo, turba lo spirito, perverte l'immaginazione e degrada le facoltà dell'essere. Non si riesce più a individuare quale sia la vera religione e la santità; la potenza divina non può compiere un'opera di trasformazione del carattere... CeC 222 6 Il cuore che riceve la Parola di Dio non è come uno stagno che inaridisce, né come una cisterna crepata che perde le sue preziose acque... CeC 222 7 È come un fiume che scorre costantemente e man mano che avanza si fa sempre più profondo e largo fino a che le sue acque, apportatrici di vita, si diffondono su tutta la terra. PK 231-234 ------------------------Scortesia E Maleducazione, Devono Essere Rimproverate, 7 agosto CeC 223 1 Alzati davanti al capo canuto, onora la persona del vecchio e temi il tuo DIO. Io sono l'Eterno. Levitico 29:32 CeC 223 2 Eliseo era un uomo mite e gentile ma sapeva anche essere severo; lo dimostrò sulla strada di Betel quando fu schernito da un gruppo di ragazzi fuori dalla città. Questi ragazzi avevano saputo dell'ascensione di Elia al cielo e si beffavano di lui, riferendosi a quell'episodio, e dicendo a Eliseo: "Va' via, va' via, testa pelata!" Nell'udire quelle espressioni sarcastiche, il profeta si voltò e, ispirato dall'Onnipotente, li maledisse. Il tremendo castigo che seguì veniva da Dio: "Allora uscirono dal bosco due orse e sbranarono quarantadue di quei ragazzi". 2 Re 2:23, 24. CeC 223 3 Se Eliseo non avesse dato importanza a quelle parole di scherno avrebbero continuato a prenderlo in giro, a ingiuriarlo e la sua missione, che consisteva nell'istruire e nel salvare il popolo in un momento di grave pericolo per la nazione, probabilmente sarebbe fallita. Questo episodio, estremamente grave, fu sufficiente per guadagnargli il rispetto di tutti. Per cinquant'anni entrò e uscì dalla porta di Betel e si aggirò nel paese di città in città incontrandosi con gruppi di giovani oziosi, rudi e dissoluti, ma nessuno si beffò di lui o sottovalutò il suo ruolo di profeta dell'Altissimo... CeC 223 4 Il rispetto, di cui erano sprovvisti quei giovani che schernirono Eliseo, è una qualità che dovrebbe essere accuratamente acquisita. Bisogna insegnare ai bambini a manifestare una venerazione profonda per Dio, il cui nome non deve essere mai usato con leggerezza o in modo sconsiderato. Gli angeli, quando lo pronunciano, si coprono il volto. Noi, esseri caduti e peccatori, dovremmo pronunciarlo con estremo rispetto. { CeC 223 5 La gentilezza è uno dei doni dello Spirito Santo. Tutti dovremmo coltivarla. Ha il potere di ammansire quei caratteri che altrimenti sarebbero rudi e grossolani. Coloro che si definiscono discepoli di Cristo e che sono duri, bruschi, ineducati non hanno capito il carattere del Salvatore. Possono essere integri e sinceri ma queste virtù non suppliscono alla mancanza di bontà e di gentilezza. Ibid. 235,237 ------------------------Una Mensa Nel Deserto, 8 agosto CeC 224 1 Ecco, l'occhio dell'Eterno è su quelli che lo temono, su quelli che sperano nella sua benignità, per liberare la loro anima dalla morte e per conservarli in vita in tempo di fame. Salmo 33:18,19 CeC 224 2 Come il Cristo, di cui era il tipo, Eliseo guariva e insegnava. Fedelmente, instancabilmente compiva un lavoro efficace impegnandosi a sostenere e sviluppare l'importante opera educativa svolta dalle scuole dei profeti.... CeC 224 3 Fu in occasione di una delle sue visite alla scuola di Ghilgal che Eliseo purificò la minestra avvelenata.... CeC 224 4 Sempre a Ghilgal, mentre il paese era colpito dalla carestia, Eliseo nutrì cento uomini con alcune provviste portategli da un uomo di Baal-Shalisha: "Venti pani d'orzo fatti con farina nuova e un sacco di grano appena raccolto". Quelle persone avevano particolarmente bisogno di cibo.... CeC 224 5 Quanta sollecitudine manifestò il Signore nel compiere, tramite il suo messaggero, questo miracolo per placare la fame di quelle persone. Quante volte, da allora, anche se non sempre in modo così spettacolare, il Signore ha agito per soddisfare le necessità degli uomini.... CeC 224 6 È la grazia di Dio che può trasformare una piccola porzione in una quantità sufficiente. La sua mano può centuplicarne la portata. Con le sue risorse egli può imbandire una tavola nel deserto. Col semplice tocco della sua mano Dio può moltiplicare le ultime provviste e renderle sufficienti per tutti. È stata la sua potenza a moltiplicare i pani e il grano nelle mani dei figli dei profeti.... CeC 224 7 Quando il Signore assegna un compito non è bene discutere sulla ragionevolezza dell'ordine o sui probabili risultati che ne deriveranno. Quanto abbiamo a disposizione può apparire inadeguato per soddisfare le nostre necessità, ma nelle mani del Signore risulterà più che sufficiente. Il servo "...li distribuì e ne avanzò come il Signore aveva detto" ... CeC 224 8 Il dono, offerto con ringraziamento e accompagnato dalla preghiera per la sua benedizione, sarà moltiplicato da Dio come il cibo dato ai figli dei profeti e alla moltitudine affamata. Ibid. 240-243 ------------------------Una Bambina Schiava, 9 agosto CeC 225 1 Or alcune bande di Siri in una razzia avevano portato via come prigioniera dal paese d'Israele una piccola fanciulla, che era finita al servizio della moglie di Naaman. 2 Re 5:2 CeC 225 2 L'atteggiamento della giovane schiava in quella famiglia pagana è una chiara dimostrazione del profondo influsso esercitato sul bambino dall'educazione ricevuta in famiglia. Non vi è compito più nobile di quello affidato ai genitori per la formazione dei loro figli. Sono loro che gettano le basi fondamentali delle abitudini e del carattere. Dal loro esempio e dal loro insegnamento dipende in gran parte il futuro dei loro figli. CeC 225 3 Beati quei genitori la cui vita riflette così perfettamente Dio che le promesse e i comandamenti del Signore risvegliano nel bambino gratitudine e venerazione! Beati coloro che rappresentano con la loro tenerezza, la loro rettitudine, la loro pazienza, l'amore, la giustizia e la pazienza di Cristo. Insegnando ai figli ad amarli, ad aver fiducia e a rispettarli, i genitori insegnano anche ad amare il Padre celeste, a confidare in lui e a ubbidirgli. I genitori che hanno trasmesso questo patrimonio ai figli hanno lasciato loro in eredità un tesoro più prezioso di tutte le ricchezze della terra e il cui valore è eterno. CeC 225 4 Non sappiamo in che modo i nostri figli saranno chiamati a collaborare con Dio. Trascorreranno la loro vita nell'ambito familiare, lavoreranno insieme a gente che ha la stessa vocazione, partiranno per proclamare il messaggio del Vangelo in paesi lontani? In ogni caso tutti sono chiamati a essere missionari per Dio, ambasciatori della sua misericordia nel mondo. Ibid. 244-246 CeC 225 5 Colui che inviò... la ragazzina israelita da Naman, il capitano dell'esercito siriano, oggi invia uomini, donne e giovani per aiutare coloro che hanno bisogno dell'intervento divino. MH 473 ------------------------Le Vie Del Signore, 10 agosto CeC 226 1 «Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie", dice l'Eterno. «Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. Isaia 55:8,9 CeC 226 2 Naaman il siriano, consultò il profeta di Dio su come poteva essere guarito da una malattia tanto orrenda come la lebbra. Gli fu detto di tuffarsi nel giordano sette volte. Perché egli non seguì subito le indicazioni di Eliseo, il profeta di Dio? Naaman si senti mortificato e deluso. "Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: Ecco, io pensavo: 'Egli uscirà certamente incontro a me, si fermerà, invocherà il nome dell'Eterno, il suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata e mi guarirà dalla lebbra. I fiumi di Damasco, l'Abana e il Parpar, non sono forse migliori di tutte le acque d'Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere mondato? Così se ne andò tutto infuriato. (2 Re 5:11,12) Ma i suoi servi gli si avvicinarono e gli parlarono, dicendo: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una grande cosa, non l'avresti fatta? Tanto più ora che ti ha detto: "Lavati e sarai mondato". Ma l'orgoglio e la dignità di questo grande uomo lo condussero alla ribellione. Eppure, nemmeno se andasse a bagnarsi in uno di quei fiumi si sarebbe sentito umiliato. I fiumi da lui menzionati, furono abbelliti dagli alberi e dai boschi circostanti e proprio in quei boschi vi erano collocati gli idoli. Molti si affollavano in questi fiumi per adorare gli idoli, quindi non gli sarebbe costata alcuna umiltà. Ma per essere guarito doveva seguire le indicazioni del profeta; infatti, aveva bisogno di umiliarsi, di rimuovere il suo orgoglio e piegare la nobiltà. Infine, vinse la fede; respingendo l'orgoglio, si piegò alla volontà di Dio; si lavò e fu mondato. 2T, 309,310 CeC 226 3 I nostri progetti non sempre sono quelli di Dio... Nel Suo amore per noi, colui che ci conosce meglio di noi stessi, non ci permettere di soddisfare le nostre ambizioni frutto dell'egoismo... Egli ci chiede di rinunciare a diverse occasioni per lui, ma in realtà stiamo abbandonando solo quelle strade che ci impedirebbero di avanzare verso il cielo... I misteri che più di una volta ci hanno preoccupato e deluso ci saranno svelati nella vita futura. Ci renderemo conto che delle richieste apparentemente non esaudite o delle speranze disattese rappresenteranno le nostre maggiori benedizioni. MH 473,474 ------------------------Nessun Carro Di Fuoco Per Eliseo, 11 agosto CeC 227 1 Beati i morti che d'ora in avanti muoiono nel Signore; sì, dice lo Spirito, affinché si riposino dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono. Apocalisse 14:13 CeC 227 2 Eliseo non poté seguire il suo maestro su un carro di fuoco. Il Signore permise che fosse colpito da una lunga malattia. Durante quelle ore interminabili di sofferenza e di debolezza fisica, la sua fede rimase ancorata alle promesse di Dio ed egli poté vedere intorno a sé i messaggeri celesti che gli recavano conforto e pace. Così come sulle alture di Dotan aveva visto le schiere celesti, i cavalli e i carri di fuoco che lo circondavano, ora era cosciente della presenza degli angeli e questo lo sosteneva. Per tutta la sua vita aveva manifestato una grande fede e questa fede era cresciuta a mano a mano che Eliseo aveva imparato a riconoscere le benedizioni di Dio e la sua misericordiosa bontà. La sua fiducia in Dio si era rafforzata costantemente. Così quando la morte lo chiamò, era pronto a riposarsi delle sue fatiche. Eliseo poteva dire con fiducia: Questo è il comportamento degli stolti e di quelli che li seguono e approvano i loro discorsi. Salmo 49:13 CeC 227 3 Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si leverà sulla terra. Giobbe 19:25 Quanto a me, per la giustizia vedrò la tua faccia; mi sazierò della tua presenza quando mi risveglierò. Salmi 17:15 PK 263,264 CeC 227 4 Cristo reclama come suoi tutti quelli che hanno creduto nel Suo nome. La forza vivificante dello Spirito di Cristo che dimora nel corpo mortale, vincola ogni anima credente a Gesù Cristo. Coloro che credono in Gesù sono sacri al Suo cuore, perché le loro vita è nascosta con Cristo in Dio... CeC 227 5 Che mattino glorioso sarà quello della resurrezione! Che meravigliosa scena apparirà quando Gesù verrà per essere ammirato da chi crede! Tutti quelli che hanno partecipato all'umiliazione e alle sofferenze di Cristo, parteciperanno con Lui alla Sua gloria. Mediante la resurrezione di Cristo, ogni santo credente che dorme in Gesù risorgerà trionfante dalla sua prigione. I santi resuscitati proclameranno: "O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dove è il tuo dardo? 1 Corinzi 15:55 2 SM 271,272 ------------------------La Riluttanza Di Un Profeta, 12 agosto CeC 228 1 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me». Giona 1:2 CeC 228 2 Ninive, però, per quanto corrotta, non era totalmente dedita al male. Colui che guarda dal cielo e "...vede tutti gli uomini" (Salmi 33:13) ... sapeva che in quella città molti aspiravano a qualcosa di migliore, di più elevato. Se avessero avuto l'opportunità di conoscere il Dio vivente avrebbero rinunciato alle loro azioni malvage per consacrarsi all'adorazione dell'Eterno. Così il Signore, nella sua infinita saggezza, decise di rivelarsi per condurli, se possibile, al ravvedimento. Per compiere quest'opera scelse il profeta Giona... Se avesse ubbidito senza esitare avrebbe evitato molte difficoltà e ricevuto abbondanti benedizioni. Comunque, nel momento in cui la disperazione si impadronì di Giona, il Signore non l'abbandonò. Superò una serie di dure prove che furono comunque seguite da straordinarie benedizioni. La sua fiducia in Dio e nella sua capacità di salvare l'uomo ne era uscita rafforzata.... CeC 228 3 Ancora una volta il servitore di Dio ricevette l'incarico di avvertire Ninive... Entrato nella città, Giona cominciò subito a diffondere il suo messaggio: "Tra quaranta giorni Ninive sarà distrutta". Giona 3:4. Percorse così tutte le strade facendo risuonare nell'aria il suo avvertimento.... La sua opera non fu inutile. Il grido che echeggiava nella città pagana passò di bocca in bocca finché tutti gli abitanti vennero a sapere la terribile notizia. Lo Spirito di Dio impresse profondamente questo messaggio in ogni cuore e spinse intere moltitudini a tremare a causa dei loro peccati e a pentirsi profondamente. Giona 3:5-9... CeC 228 4 La loro condanna fu dunque sospesa: il Dio d'Israele fu esaltato e onorato in tutto il mondo pagano e la sua legge fu rispettata. Solo molti anni dopo, Ninive fu occupata dalle nazioni vicine perché aveva dimenticato Dio e manifestato un profondo orgoglio... Questo è un insegnamento per i messaggeri di Dio del nostro tempo. Gli abitanti delle grandi città hanno tanto bisogno di conoscere il messaggio del Vangelo così come è successo per gli antichi niniviti... quella città celeste" ... di cui Dio è l'architetto e il costruttore" ... Gesù Cristo, tramite i suoi discepoli, invita tutti gli uomini a impegnarsi a perseguire un'eredità eterna. Li esorta ad accumulare un tesoro in cielo. PK 265-274 ------------------------C'è Un Limite Per Tutto, 13 agosto CeC 229 1 Poiché ecco, l'Eterno esce dalla sua dimora per punire l'iniquità degli abitanti della terra; la terra metterà allo scoperto il suo sangue versato e non nasconderà più i suoi uccisi. Isaia 26:21 CeC 229 2 Il nostro Dio è misericordioso. I trasgressori della sua legge vengono trattati con pazienza e tenera compassione... La sua pazienza nei confronti di coloro che si ostinano a disubbidire sta esaurendosi rapidamente... La pazienza di Dio è molto grande, al punto che quando pensiamo all'offesa fatta ai suoi comandamenti, rimaniamo stupiti. L'Onnipotente non ha esercitato il suo potere come avrebbe potuto farlo, ma sicuramente punirà gli empi che disprezzano le legittime esigenze del Decalogo. Dio accorda agli uomini un periodo di prova ma c'è un limite oltre il quale la pazienza divina si esaurisce, e allora inesorabilmente seguono i suoi giudizi. Il Signore sopporta a lungo la malvagità degli uomini e delle città continuando a inviare messaggi di misericordia per salvarli dal giudizio, ma verrà il tempo in cui non eserciterà più la sua clemenza e colui che continuerà a rifiutare la luce della verità verrà respinto... È giunto il tempo in cui il mondo si troverà nella morsa della sofferenza, tanto che nessun balsamo umano potrà alleviarla. Lo Spirito di Dio sta per essere ritirato. I cataclismi si succedono rapidamente. Con quale frequenza, infatti, sentiamo parlare di terremoti e uragani, di incendi e inondazioni, con grandi perdite di beni e di vite umane! Apparentemente queste calamità sono capricciose espressioni delle disorganizzate e sregolate forze della natura che sfuggono completamente al controllo dell'uomo. In realtà sono tutti mezzi usati da Dio per sensibilizzare uomini e donne al pericolo che li minaccia. I messaggeri di Dio nelle grandi città non devono scoraggiarsi per la malvagità, l'ingiustizia, la depravazione con cui vengono in contatto mentre si impegnano a proclamare il messaggio della salvezza... In ogni città nonostante la violenza e la criminalità molti, adeguatamente preparati, possono diventare discepoli di Gesù... Ecco le parole che Dio rivolge oggi a tutti noi: "Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà quando voi non ve lo aspettate". Matteo 24:44... Siamo alla vigilia della crisi finale... La tempesta provocata dalla collera divina si sta scatenando. Sfuggiranno solo coloro che accettano la grazia del cielo, come fecero i niniviti in occasione della predicazione di Giona, e coloro che saranno santificati dall'ubbidienza alle leggi divine. Soltanto il giusto sarà "...nascosto con Cristo in Dio" fino a quando non si sarà conclusa questa fase così difficile. Ibid. 275-278 ------------------------"Manda Me", 14 agosto CeC 230 1 Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». Io risposi: «Eccomi, manda me!" Isaia 6:8 CeC 230 2 Fu in circostanze di difficoltà e scoraggiamento che Isaia, mentre era ancora giovane, fu chiamato alla missione profetica. Un grave disastro stava minacciando il suo paese. Con trasgressione della legge di Dio il popolo di Giuda aveva rinunciato alla Sua protezione e le forze assire stavano per venire contro il regno di Giuda. Ma il pericolo da parte dei loro nemici non era il problema più grande. Fu la perversità del popolo a provocare la più profonda depressione per il servitore del Signore. A causa delle loro apostasia e ribellione, il giudizio di Dio era imminente. Il giovane profeta era stato chiamato a portare loro un messaggio di avvertimento pur sapendo che avrebbe incontrato un'ostinata resistenza ... Il suo compito gli sembrava quasi senza speranza ... I pensieri come questo affollavano la mente di Isaia mentre era sotto il portico del tempio. Improvvisamente la porta e la cortina interna del tempio parvero aprirsi e gli fu permesso di guardare dentro al luogo santissimo, quel luogo dove i suoi piedi non potevano entrare. Gli si presentò una visione di Dio seduto sopra un trono elevato, mentre lo splendore della Sua gloria riempiva il tempio. Ai due lati del trono vi erano dei serafini con i volti velati in atto di adorazione... Mai prima d'ora Isaia aveva realizzato così pienamente la grandezza di Jehovah. Fu sopraffatto dal senso della purezza e della santità di Dio. Si rese conto della propria imperfezione e incapacità di compiere la missione alla quale era stato chiamato. Ahimé! Io sono perduto -- gridò -- è finita perché sono un gran peccatore e ho visto con i miei occhi il Re, il Signore dei Signori. Isaia 6:5 Ma un serafino fu mandato ad assisterlo e a prepararlo per l'opera che doveva svolgere. Toccò le sue labbra con un carbone ardente tolto dall'altare e disse: "Ecco, ho toccato le tue labbra con questo carbone ardente: la tua colpa è scomparsa, il tuo peccato è cancellato". Allora sì udì la voce di Dio: "Chi manderò"? Chi sarà il nostro messaggero? E Isaia rispose: "Eccomi, manda me"! Tuttavia grande era il nervosismo del profeta davanti a un tale compito.5T, 749-751 ------------------------Umiltà -- Vera O Falsa?, 15 agosto CeC 231 1 L'uno gridava all'altro e diceva: «Santo, santo, santo è il SIGNORE degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!" Isaia 6:3 CeC 231 2 Questi esseri santi hanno cantato la lode e la gloria di Dio con le labbra non inquinate dal peccato. Quando Isaia vide questa rivelazione della gloria e della maestà del suo Signore, fu sopraffatto dal senso della purezza e della santità di Dio. Quale stridente contrasto tra l'incomparabile perfezione del suo Creatore e la condotta vergognosa del Suo popolo. La sua stessa contaminazione si distinse davanti a lui con molta chiarezza. Le sue stesse parole gli sembravano essere vili. Alla luce di questa irripetibile radiosità che rese evidente tutto ciò che poteva sopportare nella rivelazione del carattere divino, la sua stessa contaminazione interiore si distinse davanti a lui con sorprendente chiarezza. Le sue stesse parole gli sembravano vili. Così, quando al servitore di Dio fu permesso di vedere la gloria del Dio dei cieli, invece di vantarsi della propria santità, confessò il miserabile stato della sua anima. Con una profonda umiliazione Isaia esclamò: "Guai a me! Sono finito, perché sono un uomo dalle labbra sporche". Isaia 6:5... Ma questa non è un'umiltà sincera, né un'auto rimprovero che molti sembrano considerare come una virtù di cui vantarsi. Un'umiltà del genere non è altro che beffa che viene da cuori pieni di orgoglio e autostima. Ci sono molti che ricercano i meriti e apprezzamenti dagli altri, e qualora questo non accadesse sarebbero delusi. Ma la convinzione del profeta era autentica. The SDA Bible Commentary 4, 1140 CeC 231 3 I serafini davanti al trono sono così pieni di timore reverenziale nel vedere la gloria di Dio che nemmeno per un istante si guardano con auto compiacimento e ammirazione, o si aspettano ricevere dagli altri. la loro lode e gloria sono per il Signore degli eserciti... Sono pienamente soddisfatti di glorificare Dio; e alla Sua presenza, sotto la Sua approvazione, non desiderano altro. La loro ambizione è pienamente raggiunta nel servirlo e nell'adorarlo. Ibid. ------------------------Il Carbone Ardente, 16 agosto CeC 232 1 Allora uno dei serafini volò verso di me, tenendo in mano un carbone ardente, che aveva preso con le molle dall'altare. Con esso mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, la tua iniquità è rimossa e il tuo peccato è espiato". Isaia 6:6,7 CeC 232 2 La missione di Isaia era chiara: doveva denunciare il peccato. Ma ora, in piedi alla luce sfolgorante della presenza di Dio, si rese conto della propria imperfezione e incapacità. Finora era soddisfatto della fredda e senza vita cerimonia nel suo culto a Dio. Ma non lo sapeva fino a quando non gli fu data la visione del Signore. Più osservava la sacralità e la maestosità del santuario, più si accorgeva della sua mancata saggezza. Quanto era indegno! Solo ora si accorge che non era adatto per un servizio così sacro! La visione data a Isaia rappresenta la condizione del popolo di Dio negli ultimi giorni. Tutti hanno il privilegio di vedere per fede l'opera che sta andando avanti nel santuario celeste. "Allora si aperse nel cielo il tempio di Dio e in esso apparve l'arca del suo patto". Apocalisse 11:19 Mentre guardano per fede il santo dei santi e vedono l'opera di Cristo nel santuario celeste, percepiscono di essere un popolo dalle labbra impure, un popolo le cui labbra hanno spesso parlato di vanità e i cui talenti non sono stati santificati e impiegati per la gloria di Dio. Solo ora, disperati, possono vedere la propria debolezza e indegnità in contrasto alla purezza e la bellezza del glorioso carattere di Cristo. Ma se i loro cuori saranno toccati dalla potenza del Signore, se come fece Isaia, umilieranno le loro anime davanti a Dio, hanno ancora una speranza. L'arco della promessa è sopra il trono, e lo stesso compito di Isaia sarà eseguito da essi. Dio risponde sempre alle petizioni del cuore contrito. Ibid, 1139 CeC 232 3 Anche noi dovremo desiderare che il carbone ardente tocchi le nostre labbra. Anche noi dovremmo desiderare di udire le parole pronunciate da Dio: "...la tua iniquità è rimossa e il tuo peccato è espiato". Ibid. CeC 232 4 Il carbone ardente simbolizza la purificazione. Se tocca le labbra, nessuna parola impura uscirà da esse. Ibid. 1141 ------------------------Bianco Come La Neve, 17 agosto CeC 233 1 Poiché così dice l'Alto e l'Eccelso, che abita l'eternità, e il cui nome è "Santo": «Io dimoro nel luogo alto e santo e anche con colui che è contrito e umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare lo spirito dei contriti. Isaia 57:17 CeC 233 2 Dalla visione che Isaia ebbe nel cortile del tempio scaturì una chiara idea del carattere del Dio d'Israele. "Ora il Signore che sta più in alto di tutti" gli apparve in tutta la sua maestà e allora il profeta riuscì a comprendere la natura compassionevole del Signore... CeC 233 3 Contemplando il suo Dio, il profeta... non solo della sua indegnità ma anche della certezza del perdono totale e gratuito. Egli si rialzò trasformato: aveva visto il suo Signore; aveva avuto un'idea della bellezza e della bontà del carattere divino e poteva testimoniare della trasformazione operatasi in lui attraverso la contemplazione dell'amore infinito. Ora aveva un solo desiderio: vedere quell'Israele che si era allontanato da Dio liberato dal peso e dalla punizione del peccato. Isaia 1:5, 16-18. CeC 233 4 Quel Dio che gli israeliti avevano affermato di servire, ma di cui non conoscevano il carattere, fu presentato loro come il Grande Medico che guarisce i mali dello spirito. Che cosa importava se la testa era dolente e il cuore debole? Che cosa importava se dalla pianta del piede fino alla testa non vi era nulla di sano, ma solo ferite, contusioni e piaghe aperte? Cfr. Isaia 1:6. Chi aveva vissuto seguendo ostinatamente le proprie convinzioni poteva ottenere la guarigione volgendosi al Signore che aveva promesso: "So come si è comportato, ma io lo guarirò. Lo guiderò e gli darò conforto... Io do la vera pace a tutti, lontani e vicini". Isaia 57:18, 19 CeC 233 5 Quel Dio che gli israeliti avevano affermato di servire, ma di cui non conoscevano il carattere, fu presentato loro come il Grande Medico che guarisce i mali dello spirito... Dio, nel suo amore infinito, si preoccupa per coloro che non riescono a liberarsi dalle insidie di Satana. Egli li incoraggia a vivere per lui e li esorta: "Non temere, io sono con te. Non preoccuparti, io sono il tuo Dio. Ti rendo forte, ti aiuto, ti proteggo con la mia mano invincibile... Io sono il Signore tuo Dio, io ti prendo per mano e ti dico: Non temere, sono qui ad aiutarti... Israele, popolo di Giacobbe, sei piccolo e debole come un verme, ma non temere: io ti aiuterò. Io, il Santo d'Israele, sono colui che ti salva". Isaia 41:10, 13, 14. PK 314-320 ------------------------Nessuna Distinzione, 18 agosto CeC 234 1 Dall'Egitto porteranno metallo splendente, l'Etiopia si affretterà a tendere le sue mani a DIO. Salmo 68:31 CeC 234 2 Nel corso del suo ministero profetico Isaia annunciò con chiarezza qual era il piano di Dio nei confronti dei pagani. Altri profeti avevano già rivelato il piano divino, ma il loro messaggio non sempre era stato compreso. A Isaia fu affidato l'incarico di spiegare a Giuda che anche coloro che non erano figli di Abramo secondo la carne facevano parte dell'Israele di Dio. Questo messaggio non era in armonia con l'insegnamento teologico di quell'epoca; ciononostante il profeta proclamò senza timore il messaggio affidatogli da Dio offrendo una speranza a tutti coloro che cercavano le benedizioni spirituali promesse ai discendenti di Abramo.... CeC 234 3 Spesso gli israeliti sembravano incapaci o poco disposti a comprendere il piano divino per i pagani; eppure proprio questo progetto di Dio aveva fatto di loro un popolo particolare, una nazione indipendente dalle altre nazioni della terra. Abramo loro padre, a cui per primo fu presentata la promessa del patto, era stato chiamato ad abbandonare la sua famiglia e il suo paese per diffondere il messaggio di Dio fra i pagani. Nonostante avesse ricevuto la promessa di una discendenza numerosa come la sabbia del mare, non fu per un semplice obiettivo egoistico che diventò il fondatore di una grande nazione nel paese di Canaan.... CeC 234 4 Ti benedirò. Sarai fonte di benedizione. Farò del bene a chi te ne farà. Maledirò chi ti farà del male. Per mezzo tuo io benedirò tutti i popoli della terra". Genesi 12:2, 3. CeC 234 5 Dio non fa alcuna distinzione di classe, razza o nazionalità. Egli è il creatore di tutti gli uomini. Tutti appartengono a una stessa famiglia per creazione e tutti sono "uno" tramite la redenzione. CeC 234 6 Il Cristo è venuto ad abolire tutti i muri di separazione, ad aprire i cortili del tempio affinché tutti possano accedere liberamente a Dio. Il suo amore è così grande, così profondo, così completo che penetra ovunque. Egli sottrae all'influsso di Satana tutti coloro che sono stati ingannati e li avvicina al trono di Dio, un trono circondato dall'arcobaleno della promessa. In Cristo "non c'è più né giudeo, né greco, né schiavo, né libero". Ibid. 367-370 ------------------------Geremia Portavoce Di Dio, 19 agosto CeC 235 1 Buona cosa è aspettare in silenzio la salvezza dell'Eterno. Lamentazioni 3:26 CeC 235 2 Geremia era fra coloro che avevano sperato in un vero risveglio dopo la riforma di Giosia. Chiamato da Dio al ministero profetico, mentre era ancora molto giovane... Dio aveva riconosciuto nel giovane Geremia un carattere che sarebbe rimasto fedele al proprio dovere e che si sarebbe schierato per la verità contro qualsiasi opposizione... Il Signore disse a questo messaggero che si era scelto: "Non preoccuparti se sei troppo giovane. Va' dove ti manderò e riferisci quel che ti ordinerò. Non aver paura della gente, perché io sono con te a difenderti". Geremia 1:7, 8; Geremia 1:17-19. Per quarant'anni Geremia sostenne la verità e la giustizia nei confronti di tutta la nazione. In questo periodo di apostasia aveva dovuto dare l'esempio, tramite la sua vita e il suo carattere, dell'adorazione dell'unico vero Dio. Durante il terribile assedio di Gerusalemme fu il portavoce dell'Eterno. Ibid. 407,408 CeC 235 3 Per natura timido e riservato, Geremia avrebbe desiderato avere una vita quieta e pacifica nella quale non fosse stato il testimone dei numerosi peccati della nazione da lui amata. Il suo cuore era tormentato dall'angoscia che provava per la malvagità del popolo. Geremia 9:1, 2. CeC 235 4 Le esperienze fatte da Geremia quando era giovane e successivamente nel corso del suo ministero gli insegnarono la lezione che "Nessuno sa scegliere la giusta via, nessuno sa decidere bene per la propria vita". Imparò a pregare: "Correggi il tuo popolo, Signore, ma non essere troppo duro con noi. Non trattarci con ira: per noi sarebbe la fine!" Geremia 10:23, 24. CeC 235 5 Quando fu chiamato ad affrontare sofferenze e disperazione, quando fu tentato di dire: "Non c'è più futuro per me, è finita la speranza che mi veniva dal Signore" si ricordò le benedizioni divine e gridò con entusiasmo: "...la bontà del Signore non è finita, il suo amore continua, la sua bontà si rinnova ogni mattino, la sua fedeltà è grande...". Lamentazioni 3:18, 22-25 Ibid, 419-421 ------------------------I Rekabiti, 20 agosto CeC 236 1 E alla casa dei Rekabiti Geremia disse...Poiché avete ubbidito all'ordine di Jehonadab, vostro padre, avete osservato tutti i suoi precetti e avete fatto tutto ciò che vi aveva prescritto, così dice l'Eterno degli eserciti, il DIO d'Israele: A Jehonadab, figlio di Rekab, non verrà mai a mancare qualcuno che stia sempre davanti a me». Geremia 35:18,19 CeC 236 2 Dio comandò a Geremia di radunare i recabiti nella casa del Signore, in una delle stanze, di mettere del vino davanti a loro e di invitarli a bere. Geremia fece come il Signore gli aveva comandato. Ma essi dissero: "Noi non beviamo vino, perché Jehonadab, figlio di Rekab, nostro padre, ci ha comandato, dicendo: "Non berrete vino in eterno, né voi né i vostri figli". (v.6) Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia, in questi termini: Andate ad annunciare agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: "Non volete dunque ricevere ammaestramento, ascoltando le mie parole? - dice l'Eterno. "Le parole di Jehonadab, figlio di Rekab, che comandò ai suoi figli di non bere vino, sono state messe in pratica; così essi non hanno bevuto vino fino a quest'oggi, perché hanno ubbidito al comando del loro padre". (v.14) Qui Dio contrappone l'obbedienza dei Recabiti alla disobbedienza e ribellione del Suo popolo, che si rifiuta di ricevere le Sue parole di rimprovero e ammonimento ... I Recabiti furono lodati per la loro pronta e volontaria obbedienza, mentre il popolo di Dio rifiutò di essere rimproverato dai loro profeti. 4T 174, 175. CeC 236 3 Se le legittime disposizioni di un padre buono e saggio che si è servito dei mezzi migliori e più efficaci per preservare la sua progenie dall'intemperanza sono degne di essere scrupolosamente seguite, sicuramente l'autorità di Dio dovrebbe essere maggiormente rispettata, poiché il Signore è più santo dell'uomo. Il nostro Creatore e il nostro Signore, il cui potere è infinito, il cui giudizio è terribile, cerca in tutti i modi di condurre gli uomini a riconoscere i loro peccati e a pentirsi. Tramite i messaggi dei suoi profeti annuncia i pericoli che scaturiscono dalla disubbidienza, fa risuonare un grido d'allarme e denuncia senza mezzi termini il peccato. Solo grazie alla sua misericordia e all'impegno dei suoi messaggeri viene garantita al popolo la prosperità. Dio non può sostenere coloro che rifiutano i suoi consigli e disprezzano i suoi avvertimenti. Per un certo periodo di tempo può sospendere le punizioni che meriteremmo, ma non può farlo costantemente. PK 425,426 ------------------------L'onore Di Jehovah Sarà Rivendicato, 21 agosto CeC 237 1 Con lui vi è un braccio di carne, ma con noi vi è l'Eterno, il nostro DIO, per soccorrerci e per combattere le nostre battaglie". Il popolo fu rassicurato dalle parole di Ezechia, re di Giuda. 2 Cronache 32:8 CeC 237 2 Ezechia, nei primi anni del suo regno, aveva continuato a rendere omaggio all'Assiria, in armonia con l'accordo stipulato da Acaz. Nel frattempo il re aveva "deciso insieme ai suoi capi e con i suoi uomini potenti di prestare l'aiuto... e aveva fatto tutto il possibile per la difesa del suo regno.... CeC 237 3 La crisi attesa da tempo è finalmente arrivata. Le forze dell'Assiria, che avanzavano con un trionfo dopo l'altro, apparvero in Giudea ... CeC 237 4 L'unica speranza di Giuda era ora in Dio. Tutti i possibili aiuti dall'Egitto erano stati negati e nessun'altra nazione era vicina a dare una mano amichevole ... CeC 237 5 Sennacherib scrisse "...una lettera... che insultava il Signore Dio d'Israele. Essa diceva... "Nessun Dio della terra ha mai salvato il Suo popolo dal mio potere e neppure il dio d'Ezechia salverà il suo". 2 Cronache 32:17 CeC 237 6 Quando il re di Giuda ricevette questa lettera così sarcastica e minacciosa, la portò nel tempio e "...srotolò la lettera davanti al Signore". 2 Re 19:14. Quindi pregò con fede per chiedere al Signore che le nazioni della terra riconoscessero che il Dio degli ebrei viveva e regnava. Era in gioco l'onore dell'Eterno; soltanto lui poteva liberarli. 2 Re 19:15-19; Salmi 80... CeC 237 7 Ezechia non fu lasciato senza speranza. Il profeta Isaia gli mandò a dire: "Ho udito la preghiera che mi hai rivolto a proposito di Sennacherib, re d'Assiria... Quella stessa notte ci fu la liberazione. "Il Signore, allora, mandò un angelo; fece morire nell'accampamento assiro tutti i comandanti, gli ufficiali e i soldati più forti". 2 Cronache 32:21. "...Un angelo del Signore fece morire cent ottantacinquemila uomini dell'esercito assiro". 2 Re 19:35... CeC 237 8 Il Dio degli ebrei aveva avuto il sopravvento sull'orgoglioso assiro, l'onore dell'Eterno era stato riscattato agli occhi delle nazioni circostanti. A Gerusalemme i cuori degli abitanti erano colmi di gioia: le loro fervide preghiere erano state accompagnate da molte lacrime e dalla confessione dei peccati. In questo momento di profonda angoscia si erano affidati interamente alla potenza di Dio per ottenere la salvezza ed egli non li aveva delusi. Ibid, 350-362 ------------------------Guarigione Miracolosa, 22 agosto CeC 238 1 Ti supplico, o Eterno, ricordati come ho camminato davanti a te con fedeltà e con cuore integro e ho fatto ciò che è bene ai tuoi occhi". Poi Ezechia scoppiò in un gran pianto. 2 Re 20:3 CeC 238 2 Dopo diversi anni da quando era salito al trono, il re Ezechia fu improvvisamente colpito da una grave malattia. Si trattava di una "malattia mortale" e nessuno poteva aiutarlo. L'ultimo bagliore di speranza parve del tutto spegnersi quando si presentò a lui il profeta Isaia con questo messaggio: "Comunica alla tua famiglia le tue ultime disposizioni, perché non hai più molto tempo da vivere". Isaia 38:1. CeC 238 3 La situazione era dunque molto grave; ma il re si rivolse a colui che fino ad allora era stato il suo rifugio e la sua forza, un "aiuto infallibile in ogni avversità". Salmi 46:1. Ezechia si volse verso il muro e pregò il Signore... CeC 238 4 Dio, le cui "compassioni non sono esaurite" (Lamentazioni 3:22), ascoltò la preghiera del suo servitore. "Isaia non aveva ancora attraversato il cortile tra il palazzo reale e il tempio che il Signore gli ordinò: "Torna indietro e riferisci a Ezechia, capo del mio popolo, queste parole: Così dice il Signore, Dio del tuo antenato Davide: Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime. Sappi che voglio guarirti. CeC 238 5 Il profeta tornò da Ezechia e gli comunicò queste parole di certezza e di speranza. Diede disposizioni perché sulla parte malata fosse messo un impiastro di fichi secchi e assicurò il re della misericordia e della protezione di Dio. Ibid, 340-342 CeC 238 6 Chi ricerca la guarigione tramite la preghiera non dovrebbe dimenticare i rimedi naturali che sono a sua disposizione. Utilizzare i rimedi che Dio ha previsto per alleviare il dolore e aiutare la natura a svolgere la sua opera risanatrice non significa rinnegare la fede... Dio ci ha offerto la possibilità di conoscere le leggi della vita. Questa conoscenza è stata messa a nostra disposizione perché potessimo utilizzarla. Dobbiamo esplorare ogni possibilità per guarire, approfittare di tutto ciò che può apportare un giovamento in armonia con le leggi della natura. Dopo aver pregato per la guarigione del malato possiamo agire con maggiore impegno, ringraziando Dio per il privilegio che abbiamo di lavorare con lui e chiedendo di benedire gli strumenti che egli ha messo a nostra disposizione. MH 231,232 ------------------------Che Cosa Hanno Visto?, 23 agosto CeC 239 1 Isaia domandò ancora: «Che cosa hanno visto nel tuo palazzo?». Ezechia rispose: «Hanno visto tutto ciò che si trova nel mio palazzo; non c'è nulla nei miei tesori che non abbia mostrato loro". Isaia 39:4 CeC 239 2 La visita di quegli ambasciatori avrebbe potuto essere per Ezechia l'occasione per dimostrare la sua gratitudine e la sua fede... Se Ezechia avesse approfittato dell'opportunità che gli era stata offerta per rendere testimonianza della potenza, della bontà, della compassione del Dio d'Israele, il rapporto degli ambasciatori avrebbe trasmesso al re un messaggio straordinario. Egli, invece, esaltò sé stesso al di sopra del Signore degli Eserciti. "Ma Ezechia non fu riconoscente al Signore per il beneficio ricevuto. Si sentiva troppo sicuro di sé...". 2 Cronache 32:25.... L'errore di Ezechia, quando trascurò il proprio dovere in occasione della visita degli ambasciatori babilonesi, racchiude un'importante lezione per tutti noi. Dovremmo parlare, molto più di quanto facciamo, delle preziose benedizioni legate alla nostra esperienza religiosa: la bontà di Dio e il suo grande amore. Quando la mente e il cuore sono compenetrati dell'amore di Dio non sarà difficile comunicare agli altri la nostra esperienza spirituale. Grandi pensieri, nobili aspirazioni, chiare percezioni della verità, propositi altruistici, desiderio di devozione e di santità: tutto si esprimerà in termini che rivelano ciò che abbiamo nel cuore. Coloro con i quali entriamo in contatto, giorno per giorno, hanno bisogno del nostro aiuto e dei nostri consigli. Essi possono trovarsi in una situazione tale che una parola detta al momento opportuno sarà come un chiodo piantato al posto giusto. Domani queste persone saranno forse là dove noi non potremo più raggiungerle. Quale sarà stato il nostro influsso su questi nostri compagni di viaggio? PK, 346-348 CeC 239 3 Cosa hanno visto i tuoi amici e conoscenti a casa tua? Invece di rivelare i tesori della grazia di Cristo, stai mostrando cose che periranno con l'uso? O tu, con i quali sei messo in contatto, comunichi qualche nuovo pensiero sul carattere e sull'opera di Cristo? ... Ma quante volte quelli per cui Dio lavora sono come Ezechia, dimentichi del Donatore di tutte le loro benedizioni. L'errore di Ezechia, quando trascurò il proprio dovere in occasione della visita degli ambasciatori babilonesi, racchiude un'importante lezione per tutti noi. Dovremmo parlare, molto più di quanto facciamo, delle preziose benedizioni legate alla nostra esperienza religiosa: la bontà di Dio e il suo grande amore. Signs October 1, 1902 ------------------------La Fede E Le Promesse Di Dio, 24 agosto CeC 240 1 Ecco, la sua anima si è inorgoglita in lui, non è retta, ma il giusto vivrà per la sua fede. Habacuc 2:4 CeC 240 2 Quando Giosia cominciò a regnare, i fedeli in Giuda si chiedevano se le promesse di Dio fatte a Israele si sarebbero mai realizzate.... CeC 240 3 Questi angosciosi interrogativi furono posti dal profeta Habacuc. Valutando la situazione dei fedeli del suo tempo diede libero sfogo alla sua sofferenza con queste parole: "Fino a quando, Signore, dovrò chiederti aiuto senza che tu mi ascolti... CeC 240 4 Quindi, superando le oscure prospettive dell'immediato futuro e contando sulle preziose promesse che rivelano l'amore di Dio per tutti i suoi figli che confidano in lui, il profeta aggiunse: "Noi non morremo". Con questa dichiarazione, frutto della fede, egli mise la sua sorte e quella di tutti i credenti d'Israele nelle mani di un Dio misericordioso... CeC 240 5 La fede che sosteneva Habacuc e tutti i giusti, in quell'epoca di profonda angoscia, è la stessa fede che sostiene oggi il popolo di Dio. Nei momenti più difficili, nelle circostanze più scoraggiati, il cristiano può contare su colui che è la fonte di ogni luce e di ogni potenza. Mediante la fede in Dio, la speranza e il coraggio possono essere rinnovati giorno dopo giorno. "Il giusto vivrà per la sua fede... CeC 240 6 Dobbiamo apprezzare e sviluppare quella fede manifestata dai profeti e dagli apostoli, quella fede che si appropria delle promesse divine e aspetta la liberazione nel momento e nel modo scelti da Dio stesso. Le profezie si adempiranno in occasione del glorioso ritorno del nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo, come Re dei re e Signore dei signori... CeC 240 7 nei momenti più oscuri dell'apostasia, dobbiamo affermare: "Il Signore risiede nel suo santo tempio. Si faccia silenzio davanti a lui su tutta la terra". Habacuc 2:20. CeC 240 8 Abbiamo costantemente presente nella mente il pensiero di questo messaggio incoraggiante: "Non è ancora giunto il momento che questa visione si avveri, ma alla fine tutto si realizzerà, come previsto. Attendila con fiducia e pazienza... il giusto vivrà per la sua fedeltà". Habacuc 2:3,4 Ricordiamo sempre il messaggio incoraggiante che dice: "Arriverà e non tarderà". Habacuc 2:3 PK 384-388 ------------------------Troppo Ubriaco Per Pensare, 25 agosto CeC 241 1 Quando il cuore del re era allegro per il vino, egli ordinò... far venire davanti al re la regina Vashti con la corona reale, per mostrare al popolo e ai principi la sua bellezza; ella infatti era di bell'aspetto. Ester 1:10,11 CeC 241 2 Quando questo comando fu pronunciato dal re, Vashti non eseguì i suoi ordini, perché sapeva che il vino che era stato bevuto senza misura e che Assuero fosse ubriaco. Per il bene del marito e per il suo, decise di non lasciare la sua posizione, poiché era in compagna delle donne della corte. The Bible Commentary 3, 1139 CeC 241 3 Vashti si rifiutò di obbedire del re, credendo che se fosse venuto lui stesso a cercarla, avrebbe elogiato il suo modo di agire. Ma i consiglieri del re erano uomini poco saggi. Sostenevano che se il potere fosse stato conferito alla donna, per il re sarebbe stato come uno schiaffo. Ibid. CeC 241 4 Per quanto alto sia il loro grado, gli uomini dovrebbero a sottomettersi a Dio. Il potere esercitato dai re, porta spesso agli estremi nell'esaltazione di sé. I voti da loro pronunciati sono inutili quando le loro leggi ignorano le leggi di Dio provocando una grande ingiustizia. CeC 241 5 L'indulgenza di cui si parla nel primo capitolo di Ester, non glorifica Dio. Ma il Signore compie la Sua volontà attraverso uomini che stanno fuorviando gli altri. Se Dio non tendesse la mano restrittiva, si vedrebbero strane presentazioni. Ma Dio influisce sulle menti umane che possano agire secondo i Suoi piani, anche se essi continuano ad agire nel modo sbagliato. CeC 241 6 Eppure il Signore continua ad agire secondo i Suoi piani attraverso gli uomini che non riconoscono i Suoi saggi insegnamenti. Nella Sue mani c'è il cuore di ogni sovrano terreno. CeC 241 7 "Il cuore del re in mano all'Eterno è come i corsi d'acqua; lo dirige dovunque egli vuole". Proverbi 21:1 ibid. ------------------------Per Tempi Come Questi, 26 agosto CeC 242 1 Chi sa se è proprio per un tempo come questo che tu sei pervenuta alla regalità? Ester 4:14 CeC 242 2 Venne fissato un giorno nel quale gli ebrei dovevano essere messi a morte e i loro beni confiscati. Il re non si rese conto delle ripercussioni di questo decreto se fosse stato applicato alla lettera. Satana, l'istigatore del progetto, cercava di eliminare coloro che conoscevano il vero Dio. Ester 4:3. Un decreto dei medi e dei persiani non poteva essere revocato e apparentemente non c'erano speranze: tutti gli israeliti erano condannati a essere sterminati. CeC 242 3 Il piano del nemico, però, fu sventato da colui che regna tra i figli degli uomini. Secondo il piano di Dio, Ester, una giovane ebrea fedele all'Altissimo, era stata scelta come regina dell'impero medo-persiano. Mardocheo era un suo parente stretto. Disperati essi decisero di rivolgersi a Serse perché intervenisse in favore del loro popolo. Ester doveva assumere il rischio di presentarsi dal re per intercedere. Mardocheo le disse: "...Chissà! Forse tu sei diventata regina proprio per un momento come questo". Ester 4:14. CeC 242 4 La situazione che Ester doveva affrontare esigeva un'azione rapida e decisa, però tanto lei che Mardocheo si rendevano conto che se Dio non avesse agito potentemente in loro favore tutti i loro sforzi sarebbero stati inutili. Ester, perciò, trascorse molto tempo in comunione con Dio, fonte della sua forza. "D'accordo, raduna tutti gli Ebrei che si trovano a Susa e falli digiunare per me... Digiunerò anch'io con le mie serve, poi, anche se è proibito, andrò dal re e, se dovrò morire, morirò". Ester 4:16. PK 600,601 CeC 242 5 A ogni famiglia, scuola, genitori, fanciullo, sui quali è rifulsa la luce del Vangelo, giunge in questo momento solenne domanda che nei tempi andati fu rivolta alla regina Ester nell'ora decisiva della storia d'Israele: È chi sa se non sei pervenuta a essere regina appunto per un tempo come questo? Ed 263 ------------------------Decreti Degli Uomini Contro Dio, 27 agosto CeC 243 1 Il dragone allora si adirò contro la donna e se ne andò a far guerra col resto della progenie di lei, che custodisce i comandamenti di Dio ed ha la testimonianza di Gesù Cristo. Apocalisse 12:17 CeC 243 2 Attraverso la regina Ester, il Signore compì una potente liberazione del Suo popolo. In un momento in cui sembrava che nessun potere potesse salvarli, Ester e le donne ad essa associate, attraverso il digiuno, la preghiera, affrontarono il problema e portarono la salvezza alla loro gente. The SDA Bible Commentary 3, 1140 CeC 243 3 Le difficoltà che il popolo di Dio fu costretto ad affrontare all'epoca di Ester on sono rimaste limitate a quel periodo.... Lo stesso spirito che un tempo spinse gli uomini a perseguitare la vera chiesa li condurrà a utilizzare gli stessi metodi nei confronti di coloro che rimangono fedeli al Signore. Oggi si fanno già dei preparativi in vista del conflitto finale in cui si affronteranno i figli di Dio e le forze del male. Il decreto che alla fine sarà emanato contro il popolo di Dio sarà molto simile a quello promulgato da Assuero contro gli ebrei. Oggi i nemici della vera chiesa considerano il piccolo gruppo che osserva il sabato come un Mardocheo alla porta del re. Il rispetto del popolo di Dio per la sua legge è un costante rimprovero per coloro che non temono l'Eterno e non riconoscono la santità del sabato... Uomini influenti e rispettabili si uniranno agli scettici e a individui senza scrupoli per complottare contro il popolo di Dio. Ricchezza, genio, e cultura si assoceranno per disprezzarli. Funzionari, pastori e membri di chiesa cospireranno contro di loro. Con discorsi, scritti, accuse, minacce e scherno cercheranno di distruggerne la fede. Le peggiori reazioni della gente verranno suscitate da false affermazioni. Non disponendo di un "così dicono le Scritture" da contrapporre ai sostenitori del sabato biblico, ricorreranno a misure coercitive per ovviare a questa mancanza. Per assicurarsi la popolarità e l'appoggio delle masse, i legislatori voteranno delle leggi per sostenere l'osservanza della domenica, ma coloro che temono Dio non possono accettare una norma che violi un precetto del Decalogo. Su questo terreno si combatterà l'ultimo grande conflitto fra la verità e l'errore. Noi però conosciamo l'esito di questo confronto. Oggi, come ai tempi della regina Ester e di Mardocheo, il Signore farà giustizia in favore della verità e del suo popolo. PK 605,606 ------------------------Quattro Giovani In Babilonia, 28 agosto CeC 244 1 A tutti questi quattro giovani DIO diede conoscenza e intendimento in tutta la letteratura e sapienza; e Daniele ricevette intendimento di ogni genere di visioni e di sogni. Daniele 1:17 CeC 244 2 Daniele e i suoi amici beneficiarono di una corretta formazione ed educazione nei primi anni di vita, ma questi vantaggi da soli non sarebbero stati sufficienti a fare di loro quello che poi diventarono. Arrivò il momento in cui furono costretti ad agire in prima persona, quando il loro futuro dipendeva ormai soltanto da sé stessi. Decisero allora di restare fedeli alle istruzioni ricevute nell'infanzia... CD 29,30 CeC 244 3 Che vita quella di questi nobili Ebrei! Quando dissero addio alla casa dove avevano trascorso la loro infanzia, neppure lontanamente immaginavano il loro alto destino. Fedeli e fermi, si abbandonarono alla guida di Dio, affinché Egli per mezzo loro potessero mandare a effetto i Suoi piani. Ed. 57 CeC 244 4 Daniele e i suoi giovani compagni, apparentemente furono più favoriti dalla sorte di quanto lo fosse stato Giuseppe appena giunto in Egitto; tuttavia, anch'essi furono sottoposti a prove non meno severe: giovani di stirpe reale, deportati nella città più bella dell'epoca, alla corte del più grande monarca del tempo, furono scelti per essere preparati per il servizio speciale del sovrano. Le tentazioni di quella corte lussuosa e corrotta erano molto forti. L'ordine che il loro cibo provenisse dalla mensa reale era l'espressione del favore del monarca e del suo personale interessamento al loro benessere. Però, dato che una parte di esso era stato offerto agli idoli, ne derivava che gli alimenti della tavola del re erano stati consacrati all'idolatria e che, cibandosene, quei giovani sarebbero stati considerati favorevoli all'omaggio tributato ai falsi dèi. Ibid 54,55 CeC 244 5 La storia di Daniele e dei suoi giovani compagni è stata riportata nelle pagine della Parola ispirata per il bene dei giovani di tutte le generazioni future. Tramite il racconto della loro fedeltà ai principi della temperanza, oggi Dio parla ai ragazzi e alle ragazze e chiede loro di accettare le preziose conoscenze che egli ha donato attraverso il tema della temperanza e di vivere in armonia con le leggi della natura. MYP 243 ------------------------Fonte Della Saggezza, 29 agosto CeC 245 1 Solamente l'Eterno ti dia sapienza e intelligenza e ti affidi la responsabilità su Israele, per osservare la legge dell'Eterno, il tuo DIO. 1 Cronache 22:12 CeC 245 2 Nell'acquisizione della sapienza babilonese Daniele e i suoi compagni riuscirono molto meglio degli altri studenti, ma le loro conoscenze non erano frutto del caso... CeC 245 3 Essi erano in contatto con la fonte di ogni sapienza e facevano della conoscenza di Dio la base della loro educazione. Essi pregavano con fede per acquisire la saggezza e vivevano in armonia con le loro preghiere. Essi ricercavano la costante benedizione di Dio, evitando tutto ciò che rischiava di indebolire le loro facoltà, cogliendo tutte le occasioni per svilupparle. Avevano un'unica preoccupazione: onorare il Signore. Sapevano che per rappresentare la vera religione, in seno al paganesimo, essi dovevano possedere un'intelligenza lucida e perfezionare il loro carattere. Dio stesso era il loro istruttore. Pregando costantemente, studiando in modo coscienzioso e stando in contatto con l'Invisibile, essi camminavano con Dio come aveva fatto Enoc. CeC 245 4 Il vero successo in qualsiasi ambito di lavoro non è il risultato della fortuna o del destino. E il risultato delle benedizioni divine, la conseguenza della fede, della saggezza, della virtù e della perseveranza. Brillanti qualità intellettuali, un livello morale elevato non sono frutto del caso. Dio suscita le occasioni, il successo dipende dall'uso che se ne fa... La sua grazia ci viene offerta per produrre in noi "il volere e l'operare", ma non per sostituirsi al nostro impegno. CeC 245 5 Come collaborò con Daniele e i suoi compagni, il Signore collaborerà con tutti coloro che si sforzano di agire secondo la sua volontà. Mediante il dono del suo Spirito, Dio potenzierà ogni sincero proposito, ogni nobile intenzione. Coloro che desiderano ubbidire fedelmente incontreranno numerosi ostacoli. Influssi sottili e tenaci potranno trascinarli verso forti tentazioni, ma Dio è in grado di neutralizzare tutti gli espedienti messi in atto per mettere in difficoltà i suoi figli. Tramite la sua forza supereranno tutte le tentazioni e tutte le difficoltà. PK 486,487 ------------------------Nessun Compromesso, 30 agosto CeC 246 1 Io onoro quelli che mi onorano. 1 Samuele 2:30 CeC 246 2 Nell'esperienza di Daniele e dei suoi compagni abbiamo un esempio di vittoria sulla tentazione e sull'indulgenza all'appetito. Questo ci mostra che anche i giovani di oggi, se seguono i principi religiosi, possono ottenere la vittoria sulla bramosia della carne e rimanere fedeli alle esigenze di Dio nonostante che questo comporta un certo sacrificio. Che cosa accadrebbe se Daniele e i suoi compagni avessero fatto un compromesso e si fossero arresi, mangiando e bevendo come era abitudine dei babilonesi? Quell'unico esempio dell'allontanamento dai sani principi, avrebbe indebolito il loro senso di ciò che è giusto. L'indulgenza dell'appetito avrebbe indebolito il loro vigore fisico, il loro intelletto e il potere spirituale. Un solo passo sbagliato avrebbe probabilmente portato ad altri simili, fino a quando, la loro comunione con il Cielo si sarebbe interrotta... CeC 246 3 Mentre Daniele rimaneva così strettamente unito a Dio, con inalterata fiducia, lo spirito di profezia scese su di lui. Mentre da un lato egli era onorato dagli uomini, i quali gli affidavano le responsabilità della corte e i segreti del regno, era onorato da Dio come suo ambasciatore e messo in condizione di leggere i misteri dell'avvenire. The Youth Instructor, June 25, 1903 CeC 246 4 Nei progetti di Dio, l'uomo doveva progredire costantemente, avanzando giorno dopo giorno sulla via della perfezione. Egli ci aiuterà se noi ci impegneremo. La nostra felicità in questa vita e in quella futura dipende dai nostri progressi. Dobbiamo essere costantemente all'erta di fronte agli inviti all'intemperanza... CeC 246 5 Siate puri come Daniele nei gusti, nei desideri e nelle abitudini. Dio vi donerà nervi saldi, pensieri nitidi, capacità di valutare e sensi non offuscati. Così facendo, i giovani verranno benedetti fisicamente, mentalmente e spiritualmente. The Youth Instructor, July 9, 1903 ------------------------Testimonianza, 31 agosto CeC 247 1 Anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato. 1 Corinzi 9:27 CeC 247 2 Così come Dio chiamò Daniele a testimoniare per lui in Babilonia, oggi chiama anche noi a essere i suoi testimoni nella nostra società. Egli desidera che riveliamo agli uomini i princìpi del suo regno nelle piccole e nelle grandi attività della vita. Molti aspettano che venga assegnato loro qualche incarico importante e perdono ogni giorno preziose occasioni per testimoniare a Dio la loro fedeltà. Essi trascurano costantemente i piccoli doveri della vita quotidiana aspettando di esercitare i loro possibili talenti in un'attività più importante, che soddisfi i loro desideri ambiziosi, mentre il tempo passa. Nella vita del vero cristiano non c'è nulla di secondario; agli occhi dell'Onnipotente ogni incarico è importante. Il Signore valuta con precisione ogni capacità messa al suo servizio. Egli prende in considerazione anche tutte le possibilità non utilizzate. Saremo giudicati secondo le azioni che non abbiamo compiuto perché non abbiamo impiegato i nostri talenti alla gloria di Dio. Un carattere nobile non è il risultato del caso, non è frutto di doni o speciali benedizioni divine. È il risultato dell'autodisciplina e della sottomissione degli istinti a sentimenti più nobili, della resa dell'io per servire il Signore e il prossimo... CeC 247 3 Il corpo è il mezzo più importante tramite il quale mente e spirito si sviluppano nella formazione del carattere. Ecco perché l'avversario degli uomini orienta le sue tentazioni mirando a indebolire e degradare le facoltà fisiche.... CeC 247 4 Perciò il corpo deve essere sottoposto a una potenza superiore e le passioni controllate dalla volontà che, a sua volta, deve essere posta sotto il controllo di Dio. Il potere supremo della ragione, santificato dalla grazia divina, deve avere il dominio dell'intera vita. Le forze intellettuali, il vigore fisico, la lunghezza della vita, dipendono da leggi immutabili. Grazie al rispetto di queste leggi l'uomo può raggiungere l'autocontrollo, dominare le sue tendenze, lottare contro gli "...spiriti maligni del mondo invisibile, contro autorità e potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso" (Efesini 6:12) e riportare la vittoria. PK 487-489 ------------------------Sotto Il Controllo Di Dio, 1 settembre CeC 248 1 «Sia benedetto eternamente il nome di Dio perché a lui appartengono la saggezza e la forza. Daniele prese a dire: «Sia benedetto il nome di Dio per sempre, eternamente, perché a lui appartengono la sapienza e la forza. Daniele 2:20,21 CeC 248 2 Ecco dunque Daniele, semplice deportato ebreo, calmo e sicuro di sé davanti al monarca del più potente impero del mondo. Fin dalle sue prime parole rifiutò di attribuirsi alcun merito, ma esaltò Dio come fonte della sapienza. Alla richiesta del re: "Puoi davvero svelarmi il sogno e darmene la spiegazione?" (Daniele 2:26) Daniele rispose: "Maestà, nessun saggio, nessun mago, nessun indovino, nessun incantatore potrà svelarti il mistero del sogno. Ma c'è in cielo un Dio che svela i misteri. Ed è lui che fa conoscere a te, re Nabucodonosor, il futuro. CeC 248 3 Negli annali della storia umana può sembrare che la formazione delle nazioni, l'ascesa e la caduta degli imperi siano il frutto della volontà e del valore dell'uomo; l'evolversi degli eventi sembra dipendere prevalentemente dal potere, dall'ambizione o dal capriccio umani. Ma la Parola di Dio ci rivela che al di là, dietro e tramite il gioco degli interessi, del potere e delle passioni umane, c'è l'azione di colui che, nella sua misericordia, realizza silenziosamente e con pazienza i suoi obiettivi... CeC 248 4 Solo chi studia la Parola di Dio può vedere nella storia delle nazioni l'adempimento letterale della profezia divina. Babilonia vinta e distrutta tramontò perché, nella prosperità, i suoi governanti si allontanarono da Dio e attribuirono la gloria del loro regno ai successi umani... CeC 248 5 I regni che seguirono furono ancora più corrotti e piombarono sempre più in basso nel vizio. Il potere esercitato dai sovrani è concesso loro da Dio e il successo dipende dall'uso che ne fanno. CeC 248 6 Riconoscere l'effetto di questi princìpi nella manifestazione della potenza di Dio che "rimuove e stabilisce i re" significa comprendere la filosofia della storia. PK 494-502 ------------------------I Più Importanti Cittadini Babilonesi, 2 settembre CeC 249 1 Ma c'è un Dio nel cielo che rivela i segreti, ed egli ha fatto conoscere al re Nebukadnetsar ciò che avverrà negli ultimi giorni. Daniele 2:28 CeC 249 2 Daniele, avendo saputo del decreto in cui il re condannava tutti i saggi del regno di Babilonia, perché non avevano saputo interpretare un suo sogno già dimenticato, si inginocchio per invocare l'aiuto di Dio. Nabucodonosor richiedeva non solo l'interpretazione del sogno, ma il sogno stesso ... Ancora una volta quegli uomini dissero: "Maestà...nessun uomo era mai stato sottoposto a una prova così difficile". Allora il re divenne furioso e si comportò come tutti gli uomini di grande responsabilità di cui le passioni sono incontrollabili. Decise quindi che ognuno di loro doveva essere messo a morte, compreso Daniele e i suoi amici. SD 216 CeC 249 3 Daniele pieno dello Spirito di Gesù Cristo, supplicò il re affinché i saggi non fossero messi a morte. I seguaci di Cristo non possiedono gli attributi di Satana, il quale ha il piacere di affliggere e far piangere le creature di Dio. Essi possiedono lo Spirito del loro Maestro che dice: "Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". Luca 19:10 CeC 249 4 Se Daniele avesse avuto lo stesso zelo nell'ambito della religione che oggi è così rapidamente diffuso nelle chiese, di cui gli uomini sono guidati ad affliggere, opprimere e distruggere coloro che non servono Dio, avrebbero detto ad Arioch: "Questi uomini che affermano di essere saggi, ingannano il re. Non hanno le conoscenze che affermano di avere e dovrebbero essere distrutti. Disonorano il Dio dei cieli, servono gli idoli e la loro vita non rende in alcun modo onore a Dio; lasciali morire; ma portami davanti al re e mostrerò al re l'interpretazione". CeC 249 5 Ma la grazia trasformatrice fu manifesta nel Suo servitore, ed egli, rischiando la sua vita, chiese al re di risparmiare la loro vita. Eppure, in seguito, gli stessi uomini in maniera tanto segreta quanto subdola, fecero un piano con il quale pensavano di togliere la vita a Daniele. Questi uomini, diventarono gelosi di Daniele proprio perché aveva trovato favore presso il re e i nobili e fu onorato come il più grande uomo di Babilonia. Lt 90, 1894 ------------------------Quattro Giovani Nella Fornace, 3 settembre CeC 250 1 Ecco, il nostro Dio, che serviamo, è in grado di liberarci dalla fornace di fuoco ardente e ci libererà dalla tua mano, o re. Daniele 3:17 CeC 250 2 Il Signore, però, non dimenticò i suoi figli. Quando i tre giovani furono gettati nella fornace, il Salvatore si presentò direttamente in mezzo a loro e camminò con loro nel fuoco. In presenza del Signore, creatore del caldo e del freddo, le fiamme persero il loro potere distruttivo. Dal suo seggio reale il re guardava aspettandosi di vedere coloro che lo avevano sfidato ormai completamente bruciati. Ma il suo orgoglio improvvisamente crollò. I dignitari che gli stavano vicini videro il suo volto impallidire. Mentre guardava attentamente le fiamme che divampavano, girandosi verso i suoi consiglieri, chiese allarmato: "Non abbiamo gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?... Eppure io vedo quattro uomini, sciolti camminare in mezzo al fuoco. Non sono bruciati e il quarto poi somiglia a un essere divino". Daniele 3:24, 25. CeC 250 3 Quel re pagano come poteva sapere com'era il Figlio di Dio? I deportati ebrei che in Babilonia occupavano posizioni di rilievo avevano rappresentato nella loro vita e nel loro carattere la verità. Quando erano stati interrogati circa le ragioni della loro fede, avevano risposto senza esitare. Con chiarezza e semplicità avevano illustrato i princìpi della giustizia insegnando così a quanti stavano intorno a loro chi era il Dio che adoravano. Avevano parlato di Cristo, il futuro Redentore, e fu così che nell'aspetto della quarta persona in mezzo alle fiamme il re riconobbe il Figlio di Dio... CeC 250 4 Colui che camminò con i tre giovani nella fornace ardente sarà con i suoi fedeli ovunque essi siano. La sua presenza sarà per loro una fonte di conforto e di sostegno. Nella più terribile delle persecuzioni che si ricordino nella storia i suoi eletti rimarranno incrollabili. Satana, con tutti i suoi eserciti, non potrà distruggere neppure il più debole dei santi di Dio. Alcuni angeli potenti li proteggeranno e l'Eterno si manifesterà a loro come "il Dio degli dei" in grado di salvare tutti coloro che hanno fiducia in lui. PK 508-513 ------------------------Nabucodonosor Umiliato, 4 settembre CeC 251 1 Tutti gli abitanti della terra davanti a lui sono considerati come un nulla; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra. Nessuno può fermare la sua mano o dirgli "Che cosa fai?" Daniele 4:35 CeC 251 2 L'ultimo sogno che Dio diede a Nabucodonosor e l'esperienza del re in relazione ad esso, contengono lezioni di vitale importanza per tutti coloro che sono collegati all'opera di Dio. Il re era turbato a causa del suo sogno; poiché evidentemente si trattava di una previsione riguardo alle avversità che nessun dei suoi saggi avrebbe potuto interpretarlo. Il fedele Daniele stava davanti al re, non per ricevere lusinghe o favori da parte sua. Egli era venuto dal re di Babilonia solo per dire la verità... CeC 251 3 Nabucodonosor non ascoltò il messaggio inviato dal cielo. Un anno dopo nonostante fosse stato avvertito... mentre passeggiava sul palazzo reale di Babilonia, il re prese a dire: "Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito"? Ma l'Iddio del cielo lesse il cuore del re e udì i suoi sussurri di autocompiacimento ... Queste parole erano ancora in bocca del re, quando una voce discese dal cielo: «A te, o re Nebukadnetsar, si dichiara: il tuo regno ti è tolto; tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare erba come i buoi e passeranno su di te sette tempi, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole". In quello stesso momento la parola riguardante Nebukadnetsar si adempì. RH Sept.8, 1896 CeC 251 4 Per sette anni Nabucodonosor meravigliò tutti i suoi sudditi; per sette anni fu umiliato da tutte le altre nazioni. Poi recuperò la ragione e ricordandosi del Dio del cielo, riconobbe l'intervento di Dio nella prova che aveva vissuto. Egli confessò pubblicamente il suo peccato e rese gloria alla misericordia divina che lo aveva riabilitato... CeC 251 5 Dio aveva voluto che il più grande regno del mondo esprimesse la sua lode. Il suo obiettivo si era realizzato. CeC 251 6 La dichiarazione pubblica con la quale Nabucodonosor riconobbe la misericordia, la bontà e l'autorità di Dio fu l'ultimo atto della sua vita ricordato nella storia sacra. PK 520,521 ------------------------Daniele, L'ambasciatore Di Dio, 5 settembre CeC 252 1 Allora i prefetti e i satrapi cercarono di trovare un pretesto contro Daniele riguardo l'amministrazione del regno, ma non poterono trovare alcun pretesto o corruzione, perché egli era fedele e non si poté trovare in lui alcun errore o corruzione. Daniele 6:4 CeC 252 2 L'esperienza di Daniele come funzionario nei regni di Babilonia e Medo-Persia rivela il fatto che un uomo d'affari non è necessariamente un intrigante o un ambizioso ma che può essere un uomo che si lascia guidare e istruire da Dio costantemente. Daniele, primo ministro del più grande dei regni terreni, era nello stesso tempo un profeta dell'Altissimo e riceveva luce dall'ispirazione divina. Naturalmente non era perfetto; era un uomo simile a noi, ma la Parola di Dio lo descrive come irreprensibile. Anche i suoi peggiori nemici non potevano trovare nulla da ridire sul modo in cui adempiva il suo dovere. Il suo esempio dovrebbe mostrare agli uomini di Stato come comportarsi quando si è convertiti e consacrati al Signore. CeC 252 3 Una scrupolosa ubbidienza alle esigenze divine è fonte di benedizioni temporali e spirituali. Daniele fu sempre fedele a Dio e non perse mai l'autocontrollo. Grazie alla sua nobile dignità e alla sua assoluta integrità, quando era ancora molto giovane, seppe conquistarsi il favore e l'affetto dell'ufficiale a cui era stato affidato. Le stesse caratteristiche distinsero la sua esperienza successiva per cui raggiunse rapidamente la posizione di primo ministro dell'impero babilonese. Durante il regno dei monarchi successivi, il crollo della nazione e la nascita di un altro impero mondiale, la sua saggezza, la sua competenza di governo, il suo tatto, la sua cortesia, la sua sincera bontà, la sua fedeltà ai princìpi furono tali che perfino i suoi nemici furono costretti a confessare che non riuscivano a trovare nessuna occasione per accusarlo perché "...era integro nella sua onestà e non gli si poteva rimproverare nulla". Daniele 6:5. CeC 252 4 Onorato come uomo politico, detentore di segreti di stato la cui portata rivestiva carattere universale, Daniele fu onorato da Dio come suo ambasciatore e gli furono trasmesse molte rivelazioni sui misteri del futuro. Queste straordinarie profezie, contenute nei capitoli da sette a dodici del libro che porta il suo nome, non furono completamente comprese da lui, ma prima di concludere la sua carriera ricevette la certezza che quando la storia del mondo si sarebbe conclusa avrebbe ricevuto la sua ricompensa. Ibid. 546-548 ------------------------Dio Ha Mandato I Suoi Angeli, 6 settembre CeC 253 1 Allora il re diede l'ordine e Daniele fu portato via e gettato nella fossa dei leoni. Ma il re parlò a Daniele e gli disse: «Il tuo Dio, che tu servi del continuo, sarà egli stesso a liberarti". Daniele 6:16 CeC 253 2 Daniele fu onorato da Dio... Gli angeli maligni accusatori suscitarono l'invidia e la gelosia dei governatori... Questi agenti di Satana, cercarono di distruggerlo usando come espediente la sua fedeltà al Dio degli ebrei. Il re ignorava la sottile malvagità proposta contro Daniele. Anche dopo aver udito l'edito del re, Daniele continuò a pregare Dio con "le finestre aperte della sua cameretta". Egli dà alle sue preghiere tale importanza, da preferire sacrificare la propria vita piuttosto che abbandonarle. 1T, 295,296 CeC 253 3 Dio non impedì ai nemici di Daniele di gettarlo nella fossa dei leoni; egli permise ai demoni e a quegli uomini malvagi di attuare il loro piano per rendere più spettacolare la liberazione del suo servitore e più completa ... Grazie al coraggio di Daniele, che scelse di restare fedele ai suoi princìpi a costo di perdere la stima del re, Satana fu sconfitto e il nome di Dio esaltato e onorato... Il mattino successivo, all'alba, il re Dario si recò subito alla fossa e "...chiamò Daniele con voce triste: "Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che servi con amore ti ha liberato dagli artigli dei leoni?" Daniele gli rispose: "Lunga vita a te, maestà! Sì, il mio Dio ha mandato il suo angelo a chiudere le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male... CeC 253 4 Daniele nella fossa dei leoni era lo stesso Daniele che aveva assunto per il re il ruolo di primo ministro ed era anche profeta dell'Altissimo. Un uomo fedele a Dio rimarrà tale sia nell'ora della prova sia nei momenti migliori quando la luce di Dio e l'approvazione degli uomini lo favoriranno... La potenza che è pronta a liberare l'uomo dal pericolo fisico o dall'angoscia morale è pronta anche a salvaguardarlo da mali peggiori; egli permette ai servitori di Dio di salvaguardare la loro integrità in ogni circostanza e di trionfare tramite la grazia divina. PK 543,545 ------------------------La Ripartizione Degli Oneri, 7 settembre CeC 254 1 Volsi quindi la mia faccia verso il Signore DIO, per cercarlo con preghiera e suppliche, col digiuno, col sacco e con la cenere. Così feci la mia preghiera e confessione all'Eterno. Daniele 9:3,4 CeC 254 2 Sempre più preoccupato per la sorte d'Israele Daniele studiò nuovamente le profezie di Geremia. Esse erano molto chiare, così chiare da fargli capire che "...nel primo anno del suo regno, io, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni in cui, secondo la parola dell'Eterno indirizzata al profeta Geremia, dovevano essere portate a compimento le desolazioni di Gerusalemme, è cioè settant'anni". Daniele 9:2 Grazie alla sua profonda fede nella parola profetica Daniele implorò il Signore di adempiere queste promesse. Lo implorò perché fosse salvaguardato l'onore dell'Eterno. Nella sua preghiera si identificò interamente con coloro che non erano stati fedeli e confessò i loro peccati come fossero stati i suoi. Ibid 554,555 CeC 254 3 Che preghiera fu quella che uscì dalle labbra di Daniele! Che umiltà dell'anima che fu rivelata! Nelle sue parole si può percepire un calore celeste che saliva verso il cielo. Il cielo rispose a quella preghiera inviando il suo messaggero a Daniele. Oggi le nostre preghiere se offerte in modo simile persuadono il nostro Signore. "Molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia". Giacomo 5:16 Come nei tempi antichi, quando veniva offerta la preghiera, il fuoco scendeva dal cielo e consumava il sacrificio sull'altare, così, in risposta alle nostre preghiere il fuoco celeste scenderà nelle nostre anime. La luce e il potere dello Spirito Santo saranno nostri .... CeC 254 4 Non abbiamo forse anche noi il bisogno di invocare Dio come aveva fatto Daniele? Mi rivolgo a coloro che credono che stiamo vivendo nell'ultimo periodo della storia di questa terra. Vi supplico, prendete a cuore l'andamento delle nostre chiese e le nostre istituzioni. Colui che ha ascoltato la preghiera di Daniele, ascolterà anche le nostre a condizione se saranno fatte in contrizione. Le nostre necessità sono altrettanto urgenti, le nostre difficoltà sono altrettanto grandi e dobbiamo avere la stessa intensità di intenti e, in fede, farci carico del grande fardello. C'è bisogno che i nostri cuori siano profondamente commossi oggi, come lo erano nei tempi di Daniele quando pregava. RH, Feb. 9, 1897 ------------------------La Mano Di Dio Nell'opera, 8 settembre CeC 255 1 "Egli è il mio pastore!" e compirà tutti i miei desideri, dicendo a Gerusalemme: "Sarai ricostruita!", e al tempio: "Sarai stabilito!" Isaia 44:28 CeC 255 2 Il Signore ha molte risorse. La sua mano è sull'opera. Quando venne il momento di ricostruire il suo tempio, chiamò Ciro come suo agente per rivelargli le profezie che riguardavano lui stesso e la libertà del Suo popolo. The SDA Bible Commentary 4, 1175 CeC 255 3 Quando il re venne a sapere che era stato predetto, più di cento anni prima della sua nascita, il modo in cui Babilonia sarebbe stata presa, quando lesse il messaggio che gli era stato rivolto dal Sovrano dell'universo... il suo cuore fu profondamente commosso e decise di adempiere la missione che gli era stata divinamente assegnata. Avrebbe liberato i giudei deportati e li avrebbe aiutati a riedificare il tempio dell'Eterno. In un decreto diffuso "...in tutto il suo regno" Ciro espresse il suo desiderio di aiutare gli ebrei a ritornare in patria e a ricostruire il loro tempio... CeC 255 4 La notizia della promulgazione di questo decreto raggiunse le più remote province del regno di Ciro, e ovunque, tra i figli d'Israele dispersi, si diffuse la gioia. Molti, come Daniele, conoscevano le profezie e avevano supplicato Dio di intervenire secondo la sua promessa in favore di Sion... CeC 255 5 A Zorobabele... Ciro affidò l'incarico di governatore sul gruppo di ebrei che rientravano in Giudea. Con lui vi era anche Giosuè, sommo sacerdote. Il lungo viaggio attraverso il deserto fu compiuto senza difficoltà, e i reduci, grati a Dio per le sue benedizioni, si misero subito al lavoro per ristabilire quanto era stato abbattuto e distrutto. Esdra 2:64-70. PK 557-559 CeC 255 6 Il Signore Dio onnipotente regna. Tutti i re, tutte le nazioni sono suoi, sotto il suo governo. Le sue risorse sono infinite. Il saggio dichiara: "Il cuore del re in mano all'Eterno è come i corsi d'acqua; lo dirige dovunque egli vuole". Proverbi 21:1 "La cosa è decretata dai guardiani e la sentenza viene dalla parola dei santi, perché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini". Daniele 4:17 The SDA Bible Commentary 4, 1170 ------------------------Gli Ostacoli Sono Una Prova Di Fede, 9 settembre CeC 256 1 Chi ha potuto disprezzare il giorno delle piccole cose? Zaccaria 4:10 CeC 256 2 Nel ricostruire la casa dell'Eterno, Zorobabele aveva avuto molte difficoltà. Fin dall'inizio gli avversari avevano cercato "...di scoraggiare e di intimorire il popolo della Giudea, per far interrompere la costruzione" e avevano costretto "...con la forza delle armi i rimpatriati a interrompere i lavori". Esdra 4:4,23. Ma Dio intervenne in favore dei costruttori e, tramite il suo profeta, si rivolse a Zorobabele in questi termini: "E tu, montagna così grande, sarai spianata da Zorobabele... CeC 256 3 Nel corso della storia del popolo di Dio grandi difficoltà, apparentemente insormontabili, hanno ostacolato coloro che cercavano di attuare il piano divino. Questi contrasti sono permessi dal Signore per provare la nostra fede. Quando siamo in difficoltà, è proprio allora che dobbiamo confidare in Dio e nella potenza del suo Spirito. Una fede vivente implica uno sviluppo della nostra dimensione spirituale e una fiducia irremovibile nel Signore. In questo modo l'animo si apre verso nuove conquiste. Gli ostacoli che Satana pone sul cammino dei credenti svaniranno prima ancora che venga formulata la preghiera del giusto perché le potenze del cielo verranno in suo aiuto. "...Niente sarà impossibile per voi". Matteo 17:20. CeC 256 4 I non credenti intraprendono abitualmente le loro attività con ostentazione e presunzione. Il metodo di Dio, al contrario, trasforma i modesti inizi in gloriosi trionfi della verità e della giustizia. Talvolta permette che i suoi figli provino delusioni e apparenti insuccessi perché imparino così ad affrontare le difficoltà e a superarle... Spesso gli uomini vacillano di fronte alle perplessità e agli ostacoli che incontrano, ma se conservano ferma e inalterata fino alla fine la loro fiducia, Dio appianerà la loro strada... CeC 256 5 Davanti alla fermezza e alla fede incrollabile di Zorobabele anche le peggiori difficoltà si appianeranno e colui che aveva posto le fondamenta del tempio "...estrarrà la pietra che sarà messa in cima al tempio. Allora tutti grideranno: "Quanto è bella. È davvero magnifica"! Zaccaria 4:7 PK 594,595 ------------------------Esdra, Studente E Insegnante, 10 settembre CeC 257 1 Ecco il giorno, eccolo giunto. È arrivata la rovina. La verga è fiorita, l'orgoglio è sbocciato. Ezra 7:10 CeC 257 2 Discendente di Aronne, Esdra aveva ricevuto un'educazione sacerdotale, ma aveva acquisito familiarità anche con gli scritti dei magi, degli astrologi e dei savi del regno medo-persiano. Egli però non era soddisfatto della propria condizione spirituale: desiderava intensamente essere in piena armonia con il Signore e ricevere la sapienza per poter adempiere la sua volontà.... CeC 257 3 Questo lo aveva spinto ad approfondire seriamente. la storia del popolo di Dio contenuta negli scritti dei profeti e dei re. Aveva esaminato i libri storici e poetici della Bibbia per capire perché il Signore avesse permesso la distruzione di Gerusalemme e la cattività degli ebrei in terra pagana.... CeC 257 4 Egli studiò le istruzioni date al monte Sinai e quelle che il popolo ebraico aveva ricevuto durante le sue peregrinazioni nel deserto. Era commosso nella misura in cui comprendeva meglio i grandi interventi di Dio nei confronti del suo popolo e la santità del Decalogo. Passò attraverso un autentico processo di conversione e decise di approfondire la storia sacra per poter trasmettere le sue scoperte al popolo. Esdra si sforzò di prepararsi per l'opera che credeva di dover compiere. Cercò Dio con fervore per poter essere un saggio maestro in Israele. Imparando a sottoporre la sua mente e la sua volontà al controllo divino, i princìpi della vera santificazione penetrarono nella sua vita, princìpi che nel corso degli anni seguenti esercitarono un influsso positivo non solo sui giovani che richiedevano i suoi consigli ma anche su tutti coloro che entravano in contatto con lui... CeC 257 5 Fu interprete di Dio, presentò a tutti coloro che lo avvicinavano i princìpi divini... sia alla corte medo-persiana sia a Gerusalemme. Le sue capacità aumentavano nella misura in cui trasmetteva ad altri delle verità di cui era a conoscenza. Diventò un uomo pio e fervente. Testimone di Dio dimostrava al mondo la potenza delle verità bibliche che arricchivano la vita quotidiana. Ibid, 608,609 ------------------------La Conoscenza Richiede Azione, 11 settembre CeC 258 1 Esdra... era uno scriba esperto nella legge di Mosè data dall'Eterno, il DIO d'Israele. Esdra 7:6 CeC 258 2 Sono trascorsi più di duemila anni da quando Esdra "...aveva studiato con grande passione la legge del Signore; la metteva in pratica..." (Esdra 7:10), però questo lungo periodo di tempo non ha minimamente indebolito l'influsso di un'autentica devozione. Nel corso dei secoli la sua esperienza di totale consacrazione ha fatto nascere in molti il desiderio di studiare la legge del Signore e di metterla in pratica... Le motivazioni che animarono Esdra erano nobili e sante. In tutto quello che faceva manifestava un profondo amore per gli uomini. La compassione e la tenerezza che dimostrò nei confronti di coloro che avevano peccato, volontariamente o inconsciamente, dovrebbero rappresentare un esempio per tutti coloro che cercano di realizzare delle riforme. I collaboratori di Dio devono essere saldi come una roccia quando si tratta di princìpi importanti, ma dimostrare comunque simpatia e comprensione. Come Esdra, devono insegnare ai peccatori la via della vita eterna, presentando loro i princìpi fondamentali del bene. Non è possibile indebolire o rafforzare la legge di Dio. Così come è stata nel passato così sarà anche oggi. Essa è sempre stata e sarà sempre santa, giusta, buona, perfetta in sé stessa. Non può essere abrogata o cambiata. Onorarla o disonorarla sono solo espressioni del linguaggio umano... I cristiani dovrebbero prepararsi per ciò che ben presto si verificherà nel mondo e che potrebbe coglierli alla sprovvista. È necessario uno studio approfondito della Parola di Dio e una vita conforme ai suoi precetti. Le grandi realtà legate all'eternità richiedono qualcosa di più di una religione immaginaria, fatta di parole e di forme, in cui la verità è assente... Se gli uomini del Vecchio Testamento hanno offerto una testimonianza così straordinaria perché coloro che possono utilizzare le conoscenze acquisite nel corso dei secoli non testimoniano in modo ancora più convincente della potenza della verità? Ibid 623-626 CeC 258 3 Possa l'esempio di Esdra insegnarci su come dovremmo usare la nostra conoscenza delle Sacre Scritture. La vita di questo servitore di Dio dovrebbe essere per noi una fonte d'ispirazione per servire il Signore con cuore, mente e forza. Ognuno ha un lavoro da svolgere, e ciò può essere realizzato solo mediante una totale consacrazione. Ma per fare questo, dobbiamo conoscere le esigenze di Dio per poi metterle in pratica. Se seminiamo semi di verità, raccoglieremo i frutti per la vita eterna. The SDA Bible Commentary 3, 1134 ------------------------Il Signore Loro Protettore, 12 settembre CeC 259 1 Infatti io avevo vergogna di chiedere al re una scorta di soldati e cavalieri per difenderci lungo il cammino dal nemico, perché avevamo detto al re: «La mano del nostro DIO è su tutti quelli che lo cercano per il loro bene, ma la sua potenza e la sua ira sono contro tutti quelli che lo abbandonano". Esdra 8:22 CeC 259 2 Esdra credeva che Dio avrebbe compiuto una grande opera in favore del suo popolo, ecco perché comunicò ad Artaserse il suo desiderio di ritornare a Gerusalemme per far rivivere l'interesse per lo studio della Parola di Dio e per aiutare i suoi fratelli nella restaurazione della città santa. Quando Esdra espresse la sua completa fiducia nel Dio d'Israele che poteva proteggere il suo popolo e averne cura, il re rimase profondamente impressionato... Lo nominò rappresentante speciale del regno medo-persiano e gli conferì ampi poteri per l'attuazione dei suoi progetti... CeC 259 3 Gli esiliati avevano così una nuova occasione per rientrare in quel paese il cui possesso era legato alle promesse fatte alla casa d'Israele.... CeC 259 4 Li aspettava un viaggio che sarebbe durato alcuni mesi. Gli uomini presero con loro mogli e figli, i loro beni e un considerevole tesoro per il tempio e i suoi servizi. Esdra sapeva che lungo la strada avrebbero trovato dei nemici in agguato per depredarli e ucciderli, ma non chiese al re nessuna scorta armata per la protezione... CeC 259 5 In questa vicenda Esdra e i suoi compagni videro un'occasione meravigliosa per lodare il nome di Dio davanti ai pagani. La loro fede nella potenza del Dio vivente si sarebbe rafforzata se gli stessi israeliti avessero dimostrato di avere una completa fiducia nella guida divina. Ecco perché decisero di fidarsi totalmente di lui. Rinunciarono all'aiuto dei soldati per non dare ai pagani l'occasione di attribuire alla forza dell'uomo la gloria che spettava soltanto a Dio. Non volevano far nascere il dubbio nello spirito dei loro amici pagani sulla sincerità della loro fiducia in Dio. La loro forza non dipendeva né dalla ricchezza, né dalla potenza o dall'influsso di uomini idolatri, ma dal favore di Dio. Solo osservando la sua legge sarebbero stati protetti... CeC 259 6 Ecco perché abbiamo digiunato e invocato il nostro Dio: ed egli ha ascoltato la nostra preghiera". Esdra 8:21-23. Ibid 609-616 ------------------------Uno Santo Scopo, 13 settembre CeC 260 1 O Signore, ti prego, siano le tue orecchie attente alla preghiera del tuo servo... ti prego, buon successo al tuo servo, facendogli trovare clemenza agli occhi di quest'uomo». Io ero allora coppiere del re. Nehemia 1:11 CeC 260 2 Nehemia, esule ebreo in Persia, occupava una posizione influente alla corte persiana. In qualità di coppiere del re poteva incontrare liberamente il sovrano... Grazie all'intermediazione di quest'uomo... Dio desiderava accordare al suo popolo ricche benedizioni nella terra dei suoi padri... CeC 260 3 Dai messaggeri che provenivano dalla Giudea questo patriota ebreo seppe che Gerusalemme, la città eletta, attraversava momenti difficili. Gli esuli che erano rientrati dovevano affrontare la miseria e l'ostilità. Il tempio e una parte della città erano stati ricostruiti, ma l'opera di restaurazione era interrotta, i servizi del tempio venivano disturbati e la popolazione era continuamente in allarme perché le mura della città erano in rovina... CeC 260 4 Nehemia aveva spesso pregato Dio in favore del suo popolo, ma ora, mentre pregava, un progetto si affacciava alla sua mente. Se avesse ottenuto il consenso del re e l'aiuto per procurarsi tutto il materiale necessario, avrebbe assunto egli stesso il compito di ricostruire le mura di Gerusalemme... Nehemia aspettò per quattro mesi il momento opportuno per presentare la sua richiesta al re... CeC 260 5 Nehemia aveva una missione da compiere e perché potesse avere successo, l'intervento del re era indispensabile... CeC 260 6 Dentro di me rivolsi una preghiera al Dio del Cielo" (Nehemia 2:4) scrive Nehemia e in questa corta preghiera ottenne dal Re dei re quella forza che poteva conquistare i cuori. Pregare come pregò Nehemia nel momento del bisogno è una possibilità offerta al cristiano in ogni circostanza... CeC 260 7 Nei momenti difficili o di pericolo improvviso fate udire il vostro grido a colui che si è impegnato a venire in aiuto dei suoi fedeli in ogni circostanza della vita. Ovunque voi siate, in qualsiasi condizione, afflitti per la tristezza e le preoccupazioni, assaliti dalla tentazione, troverete la certezza, il sostegno e il conforto nel grande amore e nella potenza di un Dio che è fedele alle sue promesse. Ibid 628-632 ------------------------L'uomo D'azione, 14 settembre CeC 261 1 Così piacque al re di lasciarmi andare, e io gli indicai un termine di tempo. Nehemia 2:6 CeC 261 2 Mentre Nehemia supplicava l'aiuto di Dio, non piegò le proprie mani, come se non avesse sentito alcuna responsabilità nel realizzare il suo piano nel restaurare Gerusalemme. Con ammirevole prudenza e premura continuò a prendere tutte le disposizioni necessarie per assicurare il successo dell'impresa... L'esempio di questo santo uomo dovrebbe essere una lezione per tutto il popolo di Dio; non deve solo pregare con fede, ma lavorare con diligenza e fedeltà. Quante difficoltà incontriamo, quante volte ostacoliamo il lavoro della Provvidenza; perché la prudenza, la previdenza e la scrupolosità nell'opera sono considerate poco legate alla religione! Questo è un grave errore. È nostro dovere coltivare ed esercitare ogni potere che ci renderà lavoratori più efficienti per Dio. Un'attenta considerazione e piani ben preparati sono essenziali per il successo delle imprese sacre oggi, come fu ai tempi di Nehemia ... Gli uomini di preghiera dovrebbero essere uomini d'azione. Coloro che sono pronti e veramente disposti, troveranno modi e mezzi per lavorare. Il compito di Nehemia non poggiava sulle incertezze. Per avere i mezzi necessari che mancavano, sollecitava coloro che erano in grado di procurarglieli. Il Signore agisce ancora sui cuori dei re e dei sovrani in favore del suo popolo. Coloro che stanno lavorando per Lui devono avvalersi dell'aiuto che Egli chiede agli uomini di dare per i progressi della Sua causa ... Questi uomini potrebbero non avere simpatia per l'opera di Dio, nessuna fede in Cristo, nessuna conoscenza della Sua Parola; tuttavia i loro doni non devono essere rifiutati... Finché siamo in questo mondo, fintanto che lo Spirito di Dio lotta insieme ai figli degli uomini, possiamo ricevere favori e quindi impartirli. Dobbiamo dare al mondo la luce della verità, come rivelato nelle Scritture; e dobbiamo ricevere dal mondo ciò che Dio preme, affinché possiamo condividerle in favore della Sua causa... CeC 261 3 I cristiani devono rendersi conto sempre più pienamente che è il loro privilegio e il loro dovere, pur mantenendo i giusti principi, approfittare di ogni opportunità inviata dal Cielo al fine di far avanzare il regno di Dio su questa terra. The Southern Work, March 15, 1904 ------------------------Mettiamoci A Costruire, 15 settembre CeC 262 1 Raccontai quindi loro come la mano benefica del mio DIO era stata su di me... ed essi allora dissero: «Leviamoci e mettiamoci a costruire!». Così presero coraggio per mettere mano a questo importante lavoro. Nehemia 2:18 CeC 262 2 Con il cuore rattristato dal dolore, il visitatore da lontano osservava l'amata Gerusalemme in rovina. Non è forse che gli angeli osservano nello stesso modo la chiesa di Cristo? Come gli abitanti di Gerusalemme, nascondiamo i mali esistenti, senza fare alcuno sforzo per rimediare ad essi. Ma come vengono considerati questi mali dagli esseri divini? Non vedono forse le mura rovinate e le porte bruciate dal fuoco come lo vede Nehemia? The SDA Bible Commentary 3, 1136 CeC 262 3 Nehemia era in possesso di un mandato reale che richiedeva agli abitanti di collaborare con lui nella ricostruzione delle mura della città. Egli però non ricorse all'esercizio di tale autorità. Cercò piuttosto di guadagnarsi la fiducia e la simpatia del popolo sapendo quanto fosse necessaria sia l'intesa degli animi sia quella delle energie da impiegare nella grande opera che li attendeva. PK 636 CeC 262 4 Oggi, nella nostra chiesa, abbiamo bisogno di altri uomini come Nehemia, uomini che non sappiano solo pregare e predicare, ma le cui preghiere e i cui sermoni siano sostenuti da propositi fermi e sinceri...I sacrifici di Nehemia, coronati dal successo, dimostrano come la preghiera, la fede e l'agire saggiamente e con vigore siano sinonimo di esito positivo... Lo spirito manifestato dai dirigenti si rifletterà, in buona parte, anche nei membri. Se quei responsabili che affermano di credere nelle solenni e importanti verità destinate a mettere alla prova il mondo, non manifesteranno un solerte entusiasmo volto a preparare un popolo capace di resistere nel giorno del Signore, ci aspetterà una chiesa sempre più negligente, indolente e amante del divertimento. The SDA Bible Commentary 3, 1137 CeC 262 5 Nehemia era un riformatore chiamato da Dio in quel momento così delicato. Quando si trovò a dover affrontare il male e le opposizioni, assunse un atteggiamento così deciso che il popolo fu spinto a impegnarsi con rinnovato zelo e coraggio. Il suo scopo era santo, la sua grande speranza, la sua consacrazione all'opera, erano contagiosi. Se la gente volesse attingere da lui il suo entusiasmo, chiunque potrebbe diventare un Nehemia e aiutare a rafforzare la mano e il cuore del proprio vicino. Ibid. ------------------------Non Coinvolti Nei Lavori, 16 settembre CeC 263 1 Vicino a loro lavoravano alle riparazioni i Tekoiti; ma i nobili fra di loro non piegarono il collo per fare il lavoro del loro Signore. Nehemia 3:5 CeC 263 2 I primi che si lasciarono conquistare dallo zelo e dal fervore di Nehemia furono i sacerdoti. Considerata la loro posizione influente, essi potevano contribuire a far progredire o ad ostacolare l'opera e quindi la loro collaborazione fu determinante, fin dall'inizio, per il suo successo. La maggior parte dei prìncipi e dei capi d'Israele si impegnarono attivamente nel lavoro. Questi fedeli collaboratori sono citati nel libro di Dio. Ma alcuni fra loro, i nobili della tribù dei Tekoiti "...non piegarono i loro colli a lavorare all'opera del Signore". Il ricordo di questi collaboratori infingardi è marchiato di vergogna ed è stato tramandato come avvertimento a tutte le generazioni successive. CeC 263 3 In ogni movimento religioso vi sono di quelli che, pur non potendo negare che l'opera è di Dio, mantengono le distanze rifiutando di collaborare. Dovrebbero ricordarsi del registro tenuto in cielo, quel libro nel quale non vengono fatte né omissioni né errori e in base al quale saranno giudicati. In esso viene registrata ogni occasione trascurata ma anche ogni atto di fede e di amore il cui ricordo diventa immortale. CeC 263 4 L'esempio offerto dai nobili della tribù dei Tekoiti aveva scarsa importanza rispetto al crescente influsso di Nehemia. Il popolo in generale manifestava il suo zelo e il suo patriottismo. Uomini capaci e influenti organizzarono le varie classi di cittadini in gruppi. Il capo di ogni gruppo si assumeva la responsabilità di erigere una parte delle mura. È scritto che costruirono "ciascuno vicino a casa sua". Ora che l'opera era iniziata, il coraggio di Nehemia si rafforzava. Instancabilmente sorvegliava la costruzione, guidava gli operai, considerava le difficoltà e provvedeva a soddisfare le varie necessità. Ibid 638-640 ------------------------L'empia Alleanza, 17 settembre CeC 264 1 Il nostro DIO combatterà per noi. Nehemia 4:20 CeC 264 2 La ricostruzione delle mura di Gerusalemme non continuò senza ostacoli. Satana infatti stava lavorando per suscitare l'opposizione e provocare lo scoraggiamento... Scherno e ridicolo, opposizione e minacce sembravano rafforzare le convinzioni di Nehemia e spingerlo a una maggiore vigilanza. Egli era cosciente dei pericoli di questa lotta contro i suoi nemici, ma il suo coraggio era indomito. "Noi pregammo il Signore di aiutarci -- egli dichiara -- e stabilimmo turni di guardia di giorno e di notte per difenderci da quella gente... Accanto a Nehemia c'era un uomo che avrebbe dovuto suonare la tromba in caso di pericolo e sulle mura c'erano dei sacerdoti con le loro trombe sacre. Il popolo era sparso in tutto il cantiere, ma all'avvicinarsi del pericolo l'allarme veniva dato in qualsiasi punto e tutti accorrevano immediatamente. Nehemia dice: "Così continuammo a lavorare, dalle prime luci dell'alba fino a notte, e metà degli uomini si teneva pronta con la spada in mano". Nehemia 4:15... Nehemia e i suoi compagni affrontarono la fatica e le privazioni. Di giorno come di notte, nel breve tempo che si concedevano per dormire, rimanevano vestiti e armati di tutto punto. L'opposizione e lo scoraggiamento che i costruttori affrontarono al tempo di Nehemia a causa dei nemici e dei falsi amici sono simili alle difficoltà incontrate anche oggi da quanti lavorano per il Signore. I cristiani sono provati, non solo dall'ira, dal disprezzo e dalla crudeltà dei loro nemici, ma anche dall'indolenza, dall'incoerenza, dalla tiepidezza e dal tradimento di quanti si dicono amici e collaboratori. Satana sfrutta ogni metodo per realizzare i suoi obiettivi. Fra coloro che si presentano come sostenitori dell'opera di Dio ve ne sono alcuni che si uniscono ai suoi nemici e la espongono agli assalti dei suoi più acerrimi avversari. Capita anche che coloro che desiderano veder realizzato il regno di Dio scoraggino i suoi servitori ripetendo le calunnie e le minacce dei nemici del Signore. Satana ottiene così un vero successo e tutti coloro che subiscono il suo influsso sono soggetti a una potenza seduttrice che annulla anche la saggezza dell'uomo più prudente. Ma, come Nehemia, il popolo di Dio non deve né temere né disprezzare i suoi nemici... La risposta degli uomini di fede oggi sarà come quella di Nehemia: "Il nostro Dio combatterà per noi". Il Signore opera potentemente e nessuno può opporsi al successo della sua opera. Ibid 641-645 ------------------------Non Dimenticatevi Dei Poveri, 18 settembre CeC 265 1 Se vi sarà qualche tuo fratello bisognoso in mezzo a te, in alcuna delle tue città del paese che l'Eterno, il tuo DIO, ti dà... ma gli aprirai generosamente la tua mano e gli presterai quanto gli occorre per venire incontro al bisogno in cui si trova. Deuteronomio 15:7,8 CeC 265 2 Dopo il ritorno degli esuli da Babilonia, gli ebrei ricchi avevano agito in modo del tutto contrario a questi ordini. Quando i poveri erano stati costretti a chiedere denaro in prestito per pagare il tributo al re, i ricchi avevano prestato la somma richiesta ma con un interesse molto alto. Ponendo ipoteche sulle terre dei poveri avevano progressivamente ridotto gli sfortunati debitori alla più nera miseria. Molti erano stati addirittura costretti a vendere i loro figli e le loro figlie come schiavi. Sembrava non ci fosse nessuna speranza di migliorare la sorte dei poveri, nessun metodo per riscattare i loro figli e le loro terre, nessuna prospettiva, se non una miseria sempre maggiore e una schiavitù costante. Eppure erano cittadini della stessa nazione, partecipavano allo stesso patto dei loro fratelli più favoriti... CeC 265 3 Udite queste parole, Nehemia si indignò. Si rese conto che per riuscire a risolvere questa situazione, doveva assumere una ferma posizione in favore della giustizia. Con l'energia e la decisione che lo caratterizzavano si mise subito all'opera per migliorare la sorte dei suoi fratelli. Il fatto che gli estorsori fossero uomini facoltosi, il cui sostegno economico era particolarmente necessario per l'opera di ricostruzione della città, non condizionò neppure per un momento Nehemia. Egli rimproverò aspramente i nobili e i magistrati e avendo convocato una vasta assemblea espose gli ordini divini relativi alla situazione esistente... CeC 265 4 Questo racconto insegna un'importante lezione. "...L'amore dei soldi è la radice di tutti i mali..." (1 Timoteo 6:10) ha detto l'apostolo Paolo. Oggi il denaro è diventato una passione divorante e la ricchezza è spesso acquisita tramite l'estorsione... Eravamo tutti debitori nei confronti della giustizia divina, ma non avevamo nulla per poter pagare il debito. Allora il Figlio di Dio ha avuto pietà di noi e ha pagato il prezzo della nostra redenzione. Egli è diventato povero affinché tramite questa sua povertà noi potessimo diventare ricchi. Gli atti di generosità nei confronti dei poveri possono dimostrare la nostra gratitudine per la misericordia che ci è stata concessa. Ibid 647-652 ------------------------"Non Posso Scendere Giù Da Voi", 19 settembre CeC 266 1 Così io mandai loro dei messaggeri a dire: Sto facendo un grande lavoro e non posso scendere. Perché si dovrebbe interrompere il lavoro, mentre io lo lascio per scendere da voi? Nehemia 6:3 CeC 266 2 Nehemia fu scelto da Dio perché era disposto a collaborare con Lui come un restauratore... Non si lasciò corrompere dagli uomini senza scrupoli che erano assunti per compiere una sorta di cattive azioni. Non permise loro di intimidirlo. Quando vide il comportamento vile, non rimase in silenzio come uno spettatore. Non permise che i fedeli si affigliassero dalla parte sbagliata. Egli non avrebbe mai dato retta a quei principi corrotti che erano contrari ai principi che Dio aveva stabilito. The SDA Bible Commentary 3, 1135 CeC 266 3 Il principe del male può escogitare tutti gli stratagemmi possibili per spingere i collaboratori di Dio ad allearsi con i suoi agenti. Tramite sollecitazioni continue cercherà di distoglierli dal loro dovere, ma come Nehemia essi dovrebbero rispondere con decisione: "Sono ancora troppo impegnato e non posso muovermi". I collaboratori del Signore devono continuare a svolgere il loro compito senza preoccuparsi d'altro, impegnandosi a confutare le menzogne del nemico che tenta di ostacolarli. Come i riparatori delle mura di Gerusalemme, non devono lasciarsi distrarre nella loro opera da minacce, inganni o falsi rapporti e neanche lasciarsi andare un solo istante perché i nemici sono in agguato. Preghino il Signore e mettano "...contro di loro delle sentinelle giorno e notte" per difendersi dai loro attacchi. Nehemia 4:9 Nella misura in cui si avvicina il tempo della fine le tentazioni di Satana saranno dirette soprattutto contro i collaboratori di Dio. Egli ricorrerà ad agenti umani per schernire e insultare coloro che "riparano le brecce". Come fece Nehemia bisogna diffidare ed evitare quegli uomini che perseguono le stesse finalità della società corrotta pur invocando una grande purezza d'intenti nell'unirsi a coloro che hanno sempre combattuto la verità. Tutto ciò è ispirato dal nemico del bene. Oggi come un tempo dobbiamo insorgere contro le tesi degli opportunisti. Tutti coloro che mirano a scuotere la fede del popolo di Dio siano energicamente ostacolati. Dio promette la sua assistenza ogni volta che le risorse umane si indeboliscono. Egli offre il suo Santo Spirito per aiutarci in ogni difficoltà, per rafforzare la nostra speranza e la nostra sicurezza, per illuminare le nostre menti e purificare i nostri cuori. Egli suscita nuove opportunità e nuovi sbocchi ai suoi servitori per il compimento del loro dovere. Se il suo popolo seguisse le sue indicazioni e fosse pronto a collaborare con lui otterrebbe grandi risultati. ibid 659,660 ------------------------Costruite, Riparate, Restaurate, 20 settembre CeC 267 1 I tuoi riedificheranno le antiche rovine, e tu rialzerai le fondamenta di molte generazioni passate; così sarai chiamato il riparatore di brecce, il restauratore dei sentieri per abitare nel paese. Isaia 58:12 CeC 267 2 Oggi per attuare un'opera di riforma sono necessari uomini che, come Esdra e Nehemia, non considerino il peccato con leggerezza né lo scusino, uomini che non abbiano paura di vendicare l'onore che spetta a Dio. Coloro che si assumeranno questa responsabilità non scuseranno il male, né cercheranno di ricoprirlo con un amore apparente. Sapranno che Dio non fa distinzioni fra le persone e che la severità testimoniata nei confronti di qualcuno è la prova della misericordia per molti. Sapranno anche che lo Spirito di Dio si manifesterà sempre in coloro che denunciano il peccato. Nel compiere la loro opera Esdra e Nehemia si umiliarono davanti a Dio confessando i loro peccati e quelli del popolo, invocando il perdono come se i responsabili fossero stati loro stessi... CeC 267 3 Nehemia non era né un sacerdote né un profeta; non pretese mai nessun titolo. Egli era un riformatore chiamato da Dio in quel momento così delicato. Il suo scopo era quello di condurre il popolo all'ubbidienza della volontà divina. Ispirato da questo ideale così elevato si impegnò con tutto se stesso per la sua realizzazione. Quando si trovò a dover affrontare il male e le opposizioni, assunse un atteggiamento così deciso che il popolo fu spinto a impegnarsi con rinnovato zelo e con coraggio... CeC 267 4 L'opera di restaurazione e di riforma intrapresa dagli esiliati ritornati in Israele, guidati da Zorobabele, Esdra e Nehemia, ci offre il quadro del risveglio spirituale che si verificherà alla fine dei tempi... CeC 267 5 Il popolo di Dio degli ultimi tempi, presentandosi al mondo come un riformatore, mostrerà che la legge di Dio è il fondamento di ogni riforma duratura e che il sabato del quarto comandamento può essere presentato come memoriale della creazione e come punto di riferimento costante per sottolineare la potenza di Dio. In termini chiari e precisi, esso deve presentare la necessità di ubbidire a tutti i precetti del Decalogo. Costretti dall'amore di Cristo, i credenti sono chiamati a collaborare con lui nel riedificare le antiche rovine. Essi devono essere i riparatori delle brecce, coloro che ricostruiscono la città per renderla abitabile. Ibid 675-678 ------------------------Uno Dei Più Grandi Uomini Di Dio, 21 settembre CeC 268 1 Perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà né vino né bevande inebrianti e sarà ripieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua madre. Luca 1:15 CeC 268 2 Il Cristo dichiarò che anche fra gli uomini migliori nessuno avrebbe superato Giovanni battista. L'opera che gli era stata affidata non richiedeva soltanto forza e resistenza fisica, ma le migliori qualità della mente e dello Spirito. Un'educazione adeguata, che lo preparasse per la sua missione, era così importante che venne inviato l'angelo più potente per dare consigli ai genitori. MH 379 CeC 268 3 I genitori dovevano cooperare fedelmente con Dio nel formare un carattere di Giovanni Battista al fine di prepararlo al compito che Dio gli avrebbe assegnato... Giovanni Battista era il figlio della loro vecchiaia, era un figlio del miracolo, e i genitori avrebbero potuto pensare che lo aspettava un lavoro molto speciale da fare per il Signore e che il Signore si sarebbe preso cura di lui. Ma i genitori non ragionarono in questo modo; si trasferirono in un altro paese, dove il loro figlio non sarebbe stato esposto alle tentazioni della vita di città, o indotto a discostarsi dai loro consigli e dalle istruzioni che loro come genitori gli avrebbero dato. Child Guidance 23 CeC 268 4 Nel deserto, Giovanni Battista poteva rinnegare più facilmente sé stesso e tenere sotto controllo il suo appetito e vestirsi con semplicità. Nel deserto non vi era nulla che lo avrebbe distolto dalle meditazioni e dalla preghiera. Ma nonostante Satana trovava sempre l'accesso nella sua mente, le sue abitudini erano così pure e naturali che poteva discernere i tentativi del nemico; aveva forza nello spirito per resistere al nemico. Il libro della natura era aperto davanti a Giovanni con le sue inesauribili istruzioni. Ha cercato il favore di Dio, e lo Spirito Santo si è posato su di lui e ha acceso nel suo cuore uno zelo splendente per fare il grande lavoro di chiamare le persone al pentimento e ad una vita più santa. Nonostante le privazioni e le difficoltà nella sua vita appartata, Giovanni si stava adattando controllando costantemente i suoi poteri fisici e mentali per affrontare l'indifferenza della gente. The Spirit of Prophecy 2, 47 ------------------------Con Lo Spirito Di Elia, 22 settembre CeC 269 1 Ed andrà davanti a lui nello spirito e potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto. Luca 1:17 CeC 269 2 Dio aveva chiamato il figlio di Zaccaria a un'importante missione, la più importante che sia mai stata affidata a un essere umano... CeC 269 3 Giovanni doveva essere il portavoce di Dio per trasmettere agli uomini i suoi messaggi e dare un nuovo orientamento ai loro pensieri. Doveva mostrare la santità delle richieste divine e la necessità che essi avevano della perfetta giustizia. Un tale messaggero doveva vivere una vita santa, doveva essere un tempio in cui avrebbe abitato lo Spirito di Dio. Per una simile missione occorrevano un fisico sano e una grande energia mentale e spirituale. Bisognava quindi che sapesse dominare le sue passioni, che non si lasciasse trascinare dagli eventi e restasse fermo come le rocce e le montagne del deserto. CeC 269 4 Al tempo di Giovanni Battista, l'avidità, la passione per i divertimenti, il lusso e l'ostentazione erano molto diffuse. I piaceri sensuali e i banchetti erano causa di malattie e degenerazione morale, affievolivano la sensibilità spirituale e riducevano la capacità di riconoscere il peccato. Giovanni doveva essere un riformatore. Con la sua vita austera e i suoi abiti rozzi avrebbe condannato gli eccessi del suo tempo. Perciò un angelo del cielo dette ai genitori di Giovanni istruzioni precise riguardanti la temperanza... CeC 269 5 Preparando la via al primo avvento del Cristo, Giovanni Battista raffigurava coloro che devono preparare un popolo per il ritorno del Signore. CeC 269 6 Il mondo, oggi, è rilassato moralmente. Errori e favole abbondano. Le astuzie di Satana per la distruzione degli uomini si moltiplicano. Quelli che vogliono acquisire una perfetta santità nel timore di Dio devono imparare la lezione della temperanza e dell'autocontrollo. Gli appetiti e le passioni devono essere sottomessi allo spirito. Questa autodisciplina è essenziale per ottenere l'acutezza di mente e la forza spirituale che rendono capaci di comprendere e mettere in pratica le sacre verità della Parola di Dio. Per questo motivo la temperanza ha un suo posto nell'opera di preparazione per il ritorno del Cristo. DA 100,101 ------------------------Un Messaggio Diretto, 23 settembre CeC 270 1 Preparati, o Israele, a incontrare il tuo DIO. Amos 4:12 CeC 270 2 Giovanni Battista durante la sua vita nel deserto fu istruito da Dio. Studiava le rivelazioni sulla natura. Sotto la guida del Divino Spirito, studiava i rotoli dei profeti. Di giorno e di notte, Cristo era il tema del suo studio, della sua meditazione, fino a quando la mente, il cuore e l'anima furono colmati dalla visione gloriosa. Contemplava il Re nella sua bellezza, e perdeva di vista l'IO. Contemplava la maestosità e la santità di Cristo e riconosceva la sua inefficienza e mancanza di meriti. Il suo compito era divulgare il messaggio di Dio. Giovanni si sottomise al potere di Dio e alla Sua giustizia. Egli era pronto ad andare e presentarsi al mondo come messaggero del Cielo, senza timore, perché aveva contemplato il Divino. Si presentava davanti ai monarchi del mondo senza paura, mentre davanti al Re dei re s'inginocchiava con riverenza e timore. CeC 270 3 Senza argomenti elaborato o teorie, Giovanni presentava al popolo il messaggio di Dio pieno di speranza. La sua voce è stata udita ovunque, sin dal deserto: "Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino..." Contadini e pescatori ignoranti accorrevano dalle campagne; i soldati romani, dalle caserme di Erode; i capi con la spada al fianco, pronti a debellare eventuali ribellioni; i fiscalisti avari uscivano dalle loro catapecchie; dal Sinedrio, filatteri sacerdoti -- tutti ascoltavano come incantati; ma poi, tutti si allontanavano con scherno contro chi rivelava i loro peccati. Nonostante la vita di Giovanni era in pericolo, non ha esitato a proclamare la Parola di Dio. Oggi, questo compito è nostro, al fine di dare lo stesso messaggio. Ma per fare questo, dobbiamo avere la sua esperienza spirituale. per vedere Dio, prima dobbiamo abbandonare l'io. Giovanni, nonostante le sue debolezze e difetti, è stato trasformato dall'amore divino. GW 54,55 ------------------------Un Sacrificio Vivente, 24 settembre CeC 271 1 Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. Romani 12:1 CeC 271 2 Il Signore ha richiamato l'attenzione del suo popolo sulla riforma sanitaria. Questo è uno dei grandi rami dell'opera di preparazione per la venuta del Figlio dell'uomo. Giovanni Battista, con lo spirito e il potere di Elia uscì nel deserto per preparare la via del Signore. Giovanni evitò di farsi degli amici e lasciarsi condizionare dai piaceri della vita. la semplicità del suo abbigliamento, fatto da pelli di cammello, era un costante rimprovero nei confronti delle stravaganze e del fasto dei sacerdoti e del popolo in generale. Il suso regime alimentare, costituito da vegetali, cavallette e miele selvatico, poteva essere considerato come una forma di censura alla sfrenata soddisfazione degli appetiti e dell'avidità che prevaleva ovunque... CeC 271 3 Coloro che preparano la via per la seconda venuta di Cristo, seguendo esempio di Giovanni, sono suoi rappresentanti come lo era fedele Elia. Importante tema della riforma sanitaria deve essere preso in considerazione e lo spirito di coloro che ascoltano ne rimarrà scosso. La temperanza deve diventare parte integrante del messaggio, per distogliere il popolo di Dio dall'idolatria, dall'avidità, dalle stravaganze nell'abbigliamento... CeC 271 4 Lo spirito di rinuncia, l'umiltà e la temperanza che Dio esige dai giusti, da lui guidati e benedetti in modo particolare, devono essere evidenti e in contrasto con le abitudini stravaganti e malsane di coloro che vivono in quest'epoca degenerata. Dio ha mostrato che la riforma sanitaria è profondamente legata al messaggio del terzo angelo come la mano lo è al corpo. In nessun altro campo si evidenzia una tale degenerazione fisica e morale come conseguenza della trascuratezza di un messaggio così importante. Coloro che cedono alla gola e alle passioni e chiudono gli occhi alla luce per paura di rendersi conto di dover rinunciare ad abitudini sbagliate che non sono disposti ad abbandonare, sono colpevoli nei confronti di Dio... Chi si allontana dalla luce, indurisce il suo cuore e non prende in considerazione la luce su altri argomenti. Chiunque viola gli obblighi morali sulla questione dell'alimentazione e dell'abbigliamento, prepara la via per violare le richieste di Dio che concernono gli interessi eterni. 3T 61-63 ------------------------Pronto A Fare Un Passo Indietro, 25 Settembre CeC 272 1 Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! Giovanni 1:29 CeC 272 2 Per un certo tempo Giovanni Battista aveva esercitato sul popolo un influsso più grande di quello dei capi, dei sacerdoti e dei prìncipi. Se si fosse presentato come Messia e avesse proposto una rivolta contro Roma, sacerdoti e popolo si sarebbero raccolti sotto la sua bandiera. Satana aveva presentato a Giovanni Battista tutto ciò che faceva leva sulle ambizioni di un conquistatore terreno. Ma egli aveva respinto fermamente questi splendidi allettamenti, cercando di far volgere verso un altro l'attenzione fissa su di lui. CeC 272 3 A un certo punto si accorse che la popolarità lo abbandonava e si rivolgeva verso il Salvatore. Di giorno in giorno la folla che gli si radunava intorno diminuiva... CeC 272 4 I discepoli di Giovanni si lagnarono con lui. "Maestro, colui che era con te di là dal Giordano, e al quale tu rendesti testimonianza, eccolo che battezza, e tutti vanno a lui". Giovanni 3:26. Con queste parole Satana tentò Giovanni. Sebbene la sua missione stesse per concludersi, poteva ancora ostacolare l'opera del Cristo. Se avesse provato orgoglio e manifestato dolore e delusione perché un altro prendeva il suo posto, avrebbe sparso il seme della discordia, incoraggiato l'invidia e la gelosia, e ostacolato seriamente il progresso del Vangelo. Giovanni aveva le stesse debolezze e colpe comuni a tutti gli uomini; ma l'amore divino lo aveva trasformato. Era vissuto in un ambiente non contaminato dall'egoismo, dall'ambizione e dalla gelosia... CeC 272 5 Egli si rallegrava per la felicità di coloro alla cui unione aveva collaborato... CeC 272 6 Guardando con fede al Redentore, Giovanni si era elevato fino all'abnegazione. Così non cercò di attrarre gli uomini a sé, ma di innalzare sempre di più i loro pensieri affinché si volgessero all'Agnello di Dio. Egli stesso era stato solo una voce, una voce nel deserto. Adesso accettava con gioia il silenzio e l'oscurità perché gli occhi di tutti si volgessero verso la vera luce della vita... CeC 272 7 Coloro che sono fedeli alla loro chiamata di messaggeri di Dio non cercano onori per sé. L'amore dell'io sarà sommerso in quello per il Cristo. DA 178,179 ------------------------Bisogna Che Egli Cresca E Io Diminuisca, 26 settembre CeC 273 1 La mia gioia ora è completa. Bisogna che egli cresca e che io diminuisca. Giovanni 3:29,30 CeC 273 2 In ogni fase della storia di questa terra Dio ha avuto li Suoi agenti per portare avanti la sua opera ... Giovanni Battista aveva un'opera speciale, per la quale era nato e per la quale era stato scelto, ossia preparare la via del Signore. The SDA Bible Commentary 5:1115 CeC 273 3 Quando, dopo l'inizio del ministero di Cristo, i discepoli di Giovanni vennero da lui con la denuncia che tutti gli uomini stavano seguendo il nuovo Maestro, Giovanni Batista parlò loro molta chiarezza che il suo compito non era altro che preparare la via per Cristo, affinché fosse accolto da tutti come l'Unto del Signore. 8T, 333 CeC 273 4 Giovanni era stato chiamato a dirigere un'opera di riforma. Per questo i suoi discepoli correvano il pericolo di fissare la loro attenzione su di lui... e perdere di vista il fatto che egli era solo uno strumento nelle mani di Dio. L'opera di Giovanni, però, non era sufficiente per porre il fondamento della chiesa cristiana. Terminato il suo compito, un'altra opera doveva essere compiuta, un'opera che andava al di là della sua testimonianza. Ma i suoi discepoli non compresero. Quando videro che Gesù si assumeva la responsabilità di quell'opera, ne furono gelosi e scontenti. Lo stesso pericolo esiste anche oggi. Dio chiama un uomo a compiere una certa opera, e quando egli l'ha portata avanti nel limite delle sue capacità, il Signore chiama altri perché la continuino. Ma, come i discepoli di Giovanni, molti pensano che il successo dipenda dal primo lavoratore. Si volge l'attenzione sull'uomo invece che su Dio; nasce la gelosia e l'opera del Signore ne soffre. Chi viene onorato ingiustamente è tentato di contare su se stesso e non avverte più la sua dipendenza da Dio. Le persone ripongono la loro fiducia nell'uomo, commettono un grosso errore e si allontanano da Dio. L'opera di Dio non deve portare l'immagine e la firma degli uomini. Il Signore si serve di diversi strumenti, attraverso i quali il suo piano può essere realizzato con maggiore efficacia. Beati coloro che sono disposti a umiliarsi e a dire con Giovanni Battista: "Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca". DA 181,182 ------------------------Che Cosa Lo Ha Reso Così Grande?, 27 settembre CeC 274 1 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto mai nessuno più grande di Giovanni Battista; ma il minimo nel regno dei cieli è più grande di lui. Matteo 11:11 CeC 274 2 Cosa rese grande Giovanni Battista? La sua mente era stata chiusa alle tradizioni presentate dagli insegnanti che erano a capo del popolo, per essere aperta alla saggezza che veniva dall'alto. CT 445 CeC 274 3 La vocazione di Giovanni Battista, precursore di Cristo, non era agli stessi livelli di grandi uomini della nazione nelle scuole di Gerusalemme. Mentre egli trascorreva molto tempo nel deserto, la sua mente era stata plasmata mediante la comunione con Dio, senza interferenze del mondo. FE 123 CeC 274 4 Giovanni Battista era un uomo pieno di Spirito Santo sin dalla sua nascita, e se c'era qualcuno che non si lasciava influenzare dalla corruzione, era sicuramente lui. Si separò dai suoi amici e parenti, affinché i suoi affetti naturali non potessero diventare per lui una trappola. Eppure egli non contava nelle proprie forze. Accettò le privazioni e la solitudine al fine di preservare il sacro senso della Maestà di Dio studiando il suo grande libro della natura... L'atmosfera in cui passava il tempo gli era propizia per perfezionare la cultura morale e per mantenere continuamente il timore davanti al Signore. CeC 274 5 Giovanni, il precursore di Cristo, non si espose alle conversazioni malvage o alle influenze corruttive del mondo. Temeva di cadere nelle tentazioni e mantenere la sua coscienza lontano dal peccato che dilagava ovunque. Scelse quindi di vive nel deserto, dove i suoi sensi non sarebbero stati pervertiti da ciò che lo circondava. Non dovremmo forse anche noi imparare qualcosa da questo esempio? Parlando di Giovanni Battista, Cristo disse: "Tra i nati di donna non è sorto mai nessuno più grande di Giovanni Battista". 4T, 108,109 ------------------------In Prigione Per Amore Di Cristo, 28 settembre CeC 275 1 Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui. Filippesi 1:29 CeC 275 2 Giovanni Battista era stato il primo ad annunciare il regno del Cristo e fu anche il primo martire... Ora si trovava rinchiuso nelle mura di una cella sotterranea, nella fortezza di Erode Antipa... Con il passare delle settimane, lo scoraggiamento e il dubbio si insinuarono nel suo animo. Ma i suoi discepoli non lo abbandonarono... Ma essi si chiedevano come mai, se quel nuovo maestro era veramente il Messia, non facesse nulla per liberare Giovanni... Come i discepoli del Salvatore, Giovanni Battista non aveva compreso la natura del regno di Dio. Pensava che Gesù si sarebbe impadronito del trono di Davide; ma poiché il tempo passava senza che Gesù manifestasse alcuna intenzione di assumere un'autorità simile, Giovanni aveva provato perplessità e turbamento... CeC 275 3 Talvolta le insinuazioni del demonio tormentavano il suo animo e l'ombra di un orribile timore lo assaliva. Forse il liberatore atteso da tanto tempo non era ancora apparso?... Ma il Battista non rinunciò alla sua fede in Cristo... Giovanni non voleva discutere i suoi dubbi e le sue perplessità con i discepoli; così decise di inviare un messaggio a Gesù... CeC 275 4 I discepoli andarono dal Cristo con il loro messaggio: "Sei tu colui che ha da venire, o ne aspetteremo noi un altro?" Matteo 11:3. CeC 275 5 Il Salvatore non rispose subito alla domanda dei discepoli. Stupiti per il suo silenzio, vedevano gli ammalati e gli afflitti andare a lui per essere guariti... E mentre guariva, insegnava... Così trascorse la giornata. I discepoli di Giovanni videro e ascoltarono tutto. Infine Gesù li chiamò, disse loro di raccontare a Giovanni ciò che avevano visto e aggiunse: "E beato colui che non si sarà scandalizzato di me!" Luca 7:23. Egli dimostrava la sua divinità provvedendo alle necessità dell'umanità sofferente... Quel messaggio, trasmesso dai discepoli, fu sufficiente... CeC 275 6 L'opera del Cristo non solo proclamava che era il Messia, ma indicava anche il modo in cui il suo regno si sarebbe affermato... Comprendendo più chiaramente la natura della missione del Cristo, si sottomise a Dio, per la vita e per la morte, per servire meglio la causa che amava. Da 214-218 ------------------------Il Più Grande Onore, 29 settembre CeC 276 1 E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella Geenna. Matteo 10:28 CeC 276 2 Per molti, un profondo mistero avvolge il destino di Giovanni Battista. Si chiedono come mai egli sia stato abbandonato alla prigione e alla morte. Se il mistero di quest'oscuro piano divino è incomprensibile per la mente umana, esso però non può affievolire la nostra ferma fiducia in Dio, se ricordiamo che Giovanni partecipò alle sofferenze del Cristo.... CeC 276 3 Gesù non intervenne per liberare il suo collaboratore. Sapeva che Giovanni avrebbe sopportato la prova. Gesù si sarebbe recato volentieri da lui per illuminare la buia cella con la sua presenza, ma non voleva cadere nelle mani dei nemici e mettere a repentaglio la sua missione. Volentieri lo avrebbe liberato, ma Giovanni doveva affrontare il martirio per amore di coloro che negli anni successivi avrebbero sperimentato la prigione e la morte. Ai discepoli di Gesù che avrebbero languito in tristi celle o sarebbero morti con la spada, con le torture, con la forca o con il rogo, apparentemente dimenticati da Dio e dagli uomini, sarebbe stato di grande conforto il pensiero che Giovanni Battista, della cui fedeltà il Cristo stesso aveva testimoniato, era passato attraverso un'esperienza simile. CeC 276 4 Satana ebbe il permesso di spezzare la vita terrena del fedele messaggero di Dio; ma non poteva colpire quella vita che "è nascosta con Cristo in Dio". Colossesi 3:3. Esultò per avere arrecato dispiacere al Cristo, ma fallì nel suo tentativo di conquistare Giovanni. La morte stessa lo sottrasse al potere della tentazione... CeC 276 5 Dio non conduce mai i suoi figli per una strada diversa da quella che essi stessi sceglierebbero se conoscessero la fine fin dal principio e scorgessero la gloria del piano che stanno realizzando come collaboratori di Dio. Enoc che fu trasportato in cielo ed Elia che ascese in un carro di fuoco non furono più onorati di Giovanni Battista che morì solo in una cella. "Poiché a voi è stato dato, rispetto a Cristo, non soltanto di credere in lui, ma anche di soffrire per lui". Filippesi 1:29. Di tutti i doni che il cielo può accordare agli uomini, non ce n'è uno più grande della partecipazione alle sofferenze del Cristo. ibid 223-225 ------------------------La Vera Testimonianza, 30 settembre CeC 277 1 Giovanni certamente non fece alcun segno, ma tutto quello che Giovanni disse di costui era vero. E molti in quel luogo credettero in lui. Giovanni 10:41,42 CeC 277 2 Nell'annuncio a Zaccaria, prima della nascita di Giovanni, l'angelo aveva dichiarato: "Poiché sarà grande nel cospetto del Signore". Luca 1:15. Per il cielo, che cos'è la grandezza? Non ciò che il mondo definisce tale, non la ricchezza, non la posizione, non la nobiltà, non le capacità intellettuali fini a se stesse... CeC 277 3 Ha valore morale solo ciò che Dio approva. L'amore e la purezza sono le doti che apprezza di più. Giovanni fu grande per il Signore quando, davanti ai messaggeri del sinedrio, davanti al popolo e davanti ai suoi discepoli, non ricercò il proprio onore ma esaltò Gesù, colui che era il Messia promesso. La sua gioia disinteressata nel servizio del Cristo è il più alto grado di nobiltà che gli uomini possano raggiungere... CeC 277 4 La vita di Giovanni, se si eccettuano le gioie della sua missione, è stata difficile. La sua voce è echeggiata quasi soltanto nel deserto. Il suo è stato un destino solitario. Non gli fu concesso di vedere i risultati del suo lavoro. Non ebbe il privilegio di vivere con il Cristo e contemplare la manifestazione della volontà divina. Non gli fu concesso di vedere i ciechi recuperare la vista, gli ammalati guarire e i morti risuscitare. Non contemplò la luce che risplendeva in ogni parola del Cristo e che si irradiava sulle promesse della profezia. Il più piccolo dei discepoli che vide le opere potenti del Cristo e udì le sue parole poté godere di un privilegio maggiore di quello di Giovanni. E in questo senso era più grande di lui. Ibid 219-229 CeC 277 5 Non fu concesso a Giovanni di far scendere fuoco dal cielo o risuscitare i morti, come fece Elia, e neppure di tenere, come Mosè, il bastone del comando in nome di Dio. Egli fu inviato per annunciare l'avvento del Signore e per preparare un popolo per la sua venuta. Aveva adempiuto la sua missione così fedelmente che quando il popolo si ricordò di ciò che aveva detto riguardo a Gesù, esclamò: "Tutto quello che Giovanni disse di quest'uomo, era vero". Ogni discepolo del Maestro dovrebbe poter dare una simile testimonianza. Ibid. ------------------------Vieni A Vedere, 1 ottobre CeC 278 1 Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui, del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazareth, il figlio di Giuseppe».Giovanni 1:45 CeC 278 2 Natanaele, se si fosse lasciato guidare dai rabbini, non avrebbe mai trovato Gesù, mentre, osservando e valutando personalmente, divenne un discepolo. Anche oggi i pregiudizi impediscono a molti di conoscere il bene; essi otterrebbero risultati molto diversi se andassero, di persona, a verificare. Finché confidano in un'autorità umana, non potranno mai giungere alla conoscenza della verità. Come Natanaele, anche noi dobbiamo studiare per conto nostro la Parola di Dio e pregare per ricevere la luce dello Spirito Santo. Colui che vide Natanaele sotto il fico, vedrà anche noi mentre preghiamo segretamente. Gli angeli sono vicini a coloro che cercano con umiltà la guida divina. CeC 278 3 Con la chiamata di Giovanni, Andrea, Simone, Filippo e Natanaele furono gettate le basi della chiesa cristiana. Giovanni indirizzò verso il Messia due suoi discepoli. Uno di questi, Andrea, condusse suo fratello al Salvatore. Poi venne Filippo, che andò alla ricerca di Natanaele. Questi esempi ci insegnano la grande importanza dell'impegno individuale per conquistare parenti, amici e vicini.... CeC 278 4 Molti hanno bisogno dell'assistenza di cristiani premurosi. Tante persone si sarebbero potute salvare se i loro vicini, uomini e donne comuni, li avessero aiutati. Altri ancora aspettano che qualcuno li guidi. Nella nostra famiglia, nel vicinato, nella città in cui abitiamo abbiamo un'opera da compiere come missionari. Se siamo cristiani, lo svolgimento di quest'opera sarà la nostra gioia. Quando qualcuno si converte, nasce subito in lui un desiderio: far conoscere agli altri quale amico prezioso ha trovato in Gesù. Non può tenere solo per sé la verità che salva e santifica... CeC 278 5 Da quando Gesù è asceso al cielo, i discepoli sono i suoi rappresentanti fra gli uomini; e uno dei mezzi più efficaci per conquistare altri al Cristo consiste nel riprodurre il suo carattere nella nostra vita quotidiana... CeC 278 6 Una vita fedele, che ha come caratteristica principale la mansuetudine del Cristo, è una potenza nel mondo. DA 139-142 ------------------------Sotto L'albero Di Fico, 2 ottobre CeC 279 1 Gesù vide venirgli incontro Natanaele e disse di lui: «Ecco un vero Israelita, in cui non c'è inganno". Giovanni 1:47 CeC 279 2 Natanaele vide Giovanni indicare il Salvatore e disse: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo"! Giovanni 1:29 CeC 279 3 Allora Natanaele guardò Gesù con disappunto a causa dell'aspetto del Redentore del mondo. Colui che portava i segni della fatica e della povertà poteva essere il Messia? Gesù era un operaio, aveva lavorato con altri umili operai. Così Natanaele se ne andò via. Nonostante quello che avesse visto, egli non si fece alcuna opinione riguardo il carattere di Gesù. S'inginocchiò sotto un albero di fico e nella preghiera chiese a Dio se Gesù era veramente il Messia. E mentre era lì, si avvicinò a lui Filippo e gli disse: "Vieni a vedere" ... CeC 279 4 Non sarebbe opportuno per noi andare sotto un albero di fico per supplicare Dio, su ciò che è la Verità? Lo sguardo del Signore non potrebbe essere sopra di noi come lo fu sopra Natanaele? Natanaele credette nel Signore, ed esclamò: "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele". 1SM 414,415 CeC 279 5 La sua incredulità fu spazzata via e la fede, ferma, forte e costante, prese possesso della sua anima. Gesù ha elogiato la fede fiduciosa di Natanaele. Ce ne sono molte anime nelle stesse condizioni di Natanaele. Sono prevenuti e non credono perché non sono mai entrati in contatto con le verità celesti in questi ultimi giorni o con le persone che le detengono. Riceve la verità non richiede altro che invocare la presenza dello Spirito di Cristo al fine di spazzare via l'incredulità. Non importano le opposizioni o gli sforzi che si devono affrontare pur per ricevere la verità, dobbiamo testimoniare la nostra fede, affinché le anime oneste possano vedere, ascoltare ed essere convinte. Come Filippo, anche noi dobbiamo dire: "Vieni a vedere", senza nascondere nulla di ciò che insegna la verità. 6T, 37,38 ------------------------Apprendistato Con Cristo, 3 ottobre CeC 280 1 E Gesù disse loro: «Seguitemi, e io vi farò diventare pescatori di uomini". Ed essi, lasciate subito le loro reti, lo seguirono. Marco 1:17,18 CeC 280 2 Quei pescatori di Galilea erano uomini semplici e ignoranti; ma il Cristo, luce del mondo, li preparò per svolgere l'opera per la quale li aveva scelti. Il Salvatore non disprezzava l'istruzione. La cultura è una benedizione quando è guidata dall'amore di Dio ed è messa al suo servizio. Ma Egli non chiamò i sapienti del suo tempo perché erano troppo egoisti e sicuri di sé per amare l'umanità sofferente e diventare suoi collaboratori. Il fanatismo impediva loro di lasciarsi ammaestrare dal Cristo. Il Signore cerca strumenti docili, capaci di comunicare la sua grazia... CeC 280 3 Gesù scelse dei pescatori illetterati, non imbevuti delle tradizioni e dei costumi del tempo: erano uomini ricchi di talenti, umili e desiderosi di imparare, che poteva formare per la sua opera. A volte, nella vita di tutti i giorni, si incontrano uomini impegnati pazientemente nei lavori più modesti che non sanno di possedere capacità che, se sviluppate, li metterebbero sullo stesso piano degli uomini più stimati. Una persona sensibile può risvegliare quelle capacità latenti. Questi furono gli uomini che Gesù chiamò come suoi collaboratori e che ebbero il privilegio di unirsi alla sua opera. I grandi uomini di questo mondo non hanno mai avuto un Maestro simile. Quando i discepoli uscirono dalla scuola del Salvatore non erano più uomini ignoranti e incolti. Gli assomigliavano nella mente e nel carattere, e chi li guardava si rendeva conto che erano stati con Gesù. DA 249,250 CeC 280 4 Colui che chiamò i pescatori di Galilea, chiama ancora oggi gli uomini al suo servizio. Desidera manifestare la sua potenza attraverso noi, così come fece con i primi discepoli. Per quanto siamo imperfetti e peccatori, il Signore ci invita a unirci a lui e a seguire i suoi consigli. Ci invita ad accettare i suoi insegnamenti affinché, uniti a lui, possiamo compiere le opere di Dio. ibid. 297 ------------------------Seguimi, 4 ottobre CeC 281 1 E, dopo queste cose, egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, che sedeva al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, lasciata ogni cosa, si alzò e lo seguì. Luca 5:27,28 CeC 281 2 In Palestina i pubblicani erano le persone più odiate fra tutti gli ufficiali romani. Il fatto che un potere straniero imponesse le tasse irritava continuamente gli ebrei e ricordava loro la perdita dell'indipendenza. Coloro che raccoglievano le tasse non erano soltanto strumenti dell'oppressione romana, ma estorcevano anche del denaro per il loro proprio interesse e si arricchivano a spese del popolo. Un ebreo che accettava questo compito dai romani era considerato come un traditore della sua nazione. Era disprezzato come un apostata e considerato tra le persone più spregevoli della società. CeC 281 3 A questa classe apparteneva Levi Matteo, che fu chiamato al servizio del Cristo subito dopo i quattro discepoli di Capernaum. I farisei giudicavano Matteo in base al suo lavoro, mentre Gesù vide in quell'uomo un cuore aperto alla verità. Matteo aveva ascoltato gli insegnamenti del Salvatore e, quando tramite lo Spirito di Dio prese coscienza delle sue colpe, cercò l'aiuto del Cristo. Era abituato all'esclusivismo dei rabbini e non sperava che quel grande Maestro si sarebbe occupato di lui. CeC 281 4 Un giorno, mentre era seduto al banco della gabella, questo pubblicano vide Gesù che si avvicinava. Provò un grande stupore quando udì questa parola: "Seguimi". Matteo "lasciata ogni cosa, si levò e si mise a seguirlo". Luca 5:28. Non vi furono né incertezza né dubbio, né il pensiero della posizione redditizia che stava scambiando con la povertà e la difficoltà. Per lui era sufficiente essere con Gesù, udire le sue parole e collaborare con la sua opera. CeC 281 5 A Matteo nella sua agiatezza, ad Andrea e a Pietro nella loro povertà fu fatta la stessa richiesta e ognuno manifestò la medesima consacrazione. Nel momento del successo, quando le reti erano piene di pesci e i legami con la vecchia vita più forti, Gesù, lungo il mare, chiese ai discepoli di lasciare tutto per l'opera del Vangelo. Ogni persona viene messa alla prova per vedere se è più forte il desiderio dei beni terreni oppure quello di seguire il Cristo. ibid. 272,273 ------------------------I Pubblicani Non Devono Essere Esclusi, 5 ottobre CeC 282 1 Poiché io desidero la misericordia e non i sacrifici, e la conoscenza di DIO più degli olocausti. Osea 6:6 CeC 282 2 La chiamata rivolta a Matteo, perché diventasse discepolo del Cristo, fece sorgere una grande indignazione. Il fatto che un maestro religioso scegliesse come suo collaboratore un pubblicano, era considerata una grave offesa contro i costumi religiosi, sociali e nazionali. Ibid. 273 CeC 282 3 Nella sua umiltà, Matteo desiderava mostrare il suo apprezzamento per l'onore che gli era stato conferito; e, riunendo quelli che erano stati i suoi collaboratori negli affari, nel piacere e nel peccato, preparò una grande festa per il Salvatore. Matteo pensava che se Gesù lo avrebbe considerato un grande peccatore e indegno, avrebbe pure accettato i suoi ex compagni che erano più meritevoli di lui stesso. Matteo desiderava fortemente condividere i benefici della misericordia e della grazia di Cristo. Desiderava che sapessero che Cristo non ... disprezzava e odiava i pubblicani e i peccatori. Voleva che conoscessero Cristo come il beato Salvatore ... CeC 282 4 Gesù non ha mai rifiutato un invito a una festa. Anzi coglieva l'occasione di seminare nei cuori dei Suoi ascoltatori i semi della verità attraverso le conversazioni, allo scopo di attirare i loro cuori alla Sua verità. Con ogni occasione che si presentava, Cristo elargiva una lezione appropriata. In questi casi aveva dichiarato che anche i pubblicani e i peccatori non dovevano essere esclusi dalla Sua presenza... I farisei videro Cristo seduto e mangiare con pubblicani e peccatori ... Questi uomini che si consideravano giusti, non avevano bisogno di aiuto, non potevano apprezzare l'opera di Cristo. Non volevano accettare la salvezza che Egli era venuto a portare. Non sarebbero mai da Lui per avere vita. Mentre i pubblicani e i peccatori sentivano il bisogno di aiuto e accettarono le istruzioni e gli aiuti da Cristo. Signs, June 23, 1898 CeC 282 5 Per Matteo stesso, l'esempio di Gesù al banchetto fu una lezione costante. Il pubblicano disprezzato divenne uno dei collaboratori più devoti e nel suo ministero seguì da vicino i passi del Maestro. DA 275 ------------------------L'io Del Discepolo Giuda, 6 ottobre CeC 283 1 Ma vi sono alcuni tra voi che non credono"; Gesù infatti sapeva fin dal principio chi erano coloro che non credevano, e chi era colui che lo avrebbe tradito. Giovanni 6:64 CeC 283 2 Mentre Gesù preparava i discepoli alla loro consacrazione, uno che non era stato chiamato insistette per essere accolto. Era Giuda Iscariota, un uomo che professava di essere un discepolo del Cristo. Si avvicinò sollecitando un posto nella cerchia ristretta dei discepoli. Con fervore e apparente sincerità disse a Gesù: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu vada". Matteo 8:19. Gesù non lo respinse e neppure lo accolse, ma si limitò a dirgli queste melanconiche parole: "Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figliuol dell'uomo non ha dove posare il capo". Matteo 8:20. Giuda credeva che Gesù fosse il Messia. Unendosi agli apostoli, sperava di assicurarsi una posizione di prestigio del nuovo regno. I discepoli ci tenevano che Giuda entrasse nella loro cerchia. Siccome aveva un aspetto distinto, era intelligente e aveva capacità organizzative lo raccomandarono a Gesù come un elemento prezioso e si stupirono quando Gesù lo accolse con freddezza. I discepoli erano scontenti del fatto che Gesù non avesse cercato di assicurarsi la collaborazione dei capi d'Israele e ritenevano che commettesse un errore a non chiedere l'appoggio di quegli uomini influenti. Se avesse respinto anche Giuda, essi avrebbero dubitato della sua saggezza. Ma l'esperienza successiva di quell'uomo avrebbe dimostrato quanto sia pericoloso lasciarsi guidare da considerazioni umane quando si deve decidere se qualcuno è adatto o no per l'opera di Dio.... Quando Giuda si unì ai discepoli, non restò insensibile alla bellezza del carattere del Cristo. Anch'egli subì l'influsso di quella potenza divina che conquistava le anime.... Il Salvatore leggeva nel cuore di Giuda e sapeva in quale abisso di iniquità sarebbe precipitato se non fosse stato liberato dalla grazia di Dio. Chiamandolo come collaboratore, il Signore lo poneva in continuo contatto con le manifestazioni del proprio amore disinteressato. Anche Giuda, se avesse aperto il suo cuore al Cristo e avesse permesso alla sua grazia di scacciare il demone dell'egoismo, sarebbe potuto diventare un cittadino del regno di Dio... Dio accetta gli uomini come sono... li forma per il suo servizio. Vengono scelti nonostante le loro imperfezioni affinché, mediante la conoscenza, la pratica della verità e la grazia del Cristo, siano trasformati alla sua immagine.... Giuda ebbe le stesse possibilità degli altri discepoli e ascoltò le stesse preziose lezioni. Ma per seguire i propri desideri e le proprie idee, non volle ubbidire alla verità del Cristo. Non volle rinunciare alle proprie idee per accogliere la sapienza che viene dall'alto. Ibid 293-295 ------------------------Alcuna Scusa, 7 ottobre CeC 284 1 L'avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali e, per averlo grandemente desiderato, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti dolori. 1 Timoteo 6:10 CeC 284 2 Il Salvatore mostrò molta tenerezza nei riguardi di colui che lo avrebbe tradito. Insisteva nell'insegnare quei princìpi di benevolenza che distruggono l'avarizia alla radice. Delineava l'odiosità della cupidigia. Più di una volta quel discepolo comprese che il Maestro alludeva al suo carattere e al suo peccato, ma non volle confessare le sue colpe e abbandonarle. Aveva troppa fiducia in sé e, invece di resistere alla tentazione, perseverò nella sua condotta disonesta.... Gesù non rimproverò severamente Giuda per la sua avarizia, ma con divina pazienza lo sopportò facendogli comprendere che conosceva bene il suo cuore. Cercò di far sorgere in lui aspirazioni più nobili. Respingendo l'aiuto divino, Giuda non avrebbe avuto alcuna scusa. Ibid. 295 CeC 284 3 Satana sta giocando con la vita delle anime. Egli conosce la purezza e l'altruismo dei cuori di coloro che bramano venire in aiuto dei bisognosi, e tuttavia tenta il possibile per convertire il loro altruismo... lo stesso atteggiamento aveva Giuda. Egli agiva costantemente al suo proprio beneficio. Oggi, la grande parte dei cristiani professi agisce nella stessa maniera. È imperativo, quindi, che si studia il caso di Giuda. Il Cristo è altrettanto vicino a noi come lo era vicino a Giuda. Tuttavia, potremmo rimanere in comunione con Cristo solo praticando la sincerità del cuore e la simpatia per tutti quelli per i quali Cristo ha dato la Sua vita. In caso contrario, seguiremo i passi pericolosi di Giuda.... CeC 284 4 Dobbiamo proteggerci dall'allontanarci dalla giustizia di Cristo. Ogni trasgressione, ogni negligenza apre la strada a un'altra, fino a quando la mente non sia dominata dai principi del nemico. Se lo spirito di egoismo continuerà ad essere coltivato, esso può diventare una tale passione che solo Cristo potrà rimuovere. 6T, 264, 245 ------------------------Seminatore Dei Dissapori, 8 ottobre CeC 285 1 Tra di voi non sarà così; anzi chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro schiavo. Matteo 20:26,27 CeC 285 2 Giuda introdusse fra i discepoli un elemento di antagonismo.... Questo desiderio però, non divenne predominante: ciò che prevalse in Giuda fu la speranza di conseguire un vantaggio personale nel regno terreno che egli sperava sarebbe stato stabilito dal Messia. Pur riconoscendo la divina potenza dell'amore di Gesù, il discepolo non vi si sottomise e continuò a coltivare il proprio punto di vista, le proprie opinioni, la propria tendenza alla critica e alla condanna. I moventi e le azioni di Cristo, spesso così lontani dal suo modo di intendere le cose, suscitarono in lui dubbio e disapprovazione e a poco a poco le sue perplessità e le sue ambizioni furono comunicate agli altri discepoli. Molte discussioni per la supremazia e molta insoddisfazione per i metodi di Gesù furono provocate proprio da Giuda... Ed 91 CeC 285 3 Provocava discussioni ed eccitava gli animi, ripetendo gli argomenti degli scribi e dei farisei contro le dichiarazioni di Gesù.... Citava i testi delle Scritture che non avevano nessuna relazione con le verità insegnate da Gesù. Quei testi, staccati dal contesto, rendevano perplessi gli altri discepoli e lo scoraggiamento cresceva... Giuda si riteneva in grado di dare ottimi consigli per il progresso di quella piccola comunità. È vero che talvolta i suoi princìpi e i suoi metodi differivano da quelli di Gesù, ma egli credeva che i suoi fossero migliori. Giuda non era d'accordo con tutto ciò che Gesù diceva ai discepoli, e per colpa sua si stava diffondendo uno spirito di discordia. I discepoli non vedevano il vero autore di tutto questo, ma Gesù sapeva che Giuda era uno strumento di Satana per indurre in tentazione gli altri discepoli. Già un anno prima del tradimento Gesù aveva detto: "Non ho io scelto voi dodici? Eppure, un di voi è un diavolo". Giovanni 6:70 CeC 285 4 Tuttavia Giuda non opponeva un'aperta critica alle lezioni del Salvatore e non le metteva in dubbio. Solo alla festa in casa di Simone egli espresse chiaramente, per la prima volta, la sua avarizia, quando Maria unse i piedi del Salvatore. Di fronte al rimprovero di Gesù manifestò la sua vera natura. Ferito nel suo orgoglio, provò il desiderio della vendetta, e l'avidità a lungo accarezzata prevalse in lui. Fece l'esperienza di tutti coloro che cedono al peccato. Le inclinazioni malvagie non superate inducono a cedere alle tentazioni di Satana, e l'anima diventa succube della sua volontà. DA 718,719 ------------------------Uniti Nella Diversità, 9 ottobre CeC 286 1 Quindi ne costituì dodici perché stessero con lui e potesse mandarli a predicare. Marco 3:14 CeC 286 2 Si notava in questi primi discepoli una accentuata diversità. Chiamati a essere maestri nel mondo, rappresentavano tanti differenti tipi di carattere. Matteo Levi, il pubblicano, chiamato da una vita di attività commerciale al servizio di Roma; Simone lo zelota, il nemico implacabile dell'autorità imperiale; Pietro, impulsivo, pieno di sé ma dal cuore ardente, con Andrea suo fratello; Giuda l'Iscariota, uomo raffinato, capace, ma dallo spirito meschino; Filippo e Tommaso, sinceri e fedeli, sebbene un poco lenti a credere; Giacomo d'Alfeo e Giuda, meno in vista tra i fratelli, ma uomini forti, positivi tanto nei difetti che nelle virtù; Natanaele, fanciullo quanto a sincerità e fiducia, e infine gli ambiziosi ma amabili figli di Zebedeo... CeC 286 3 Dei dodici discepoli, quattro avrebbero avuto una parte di primo piano, e ognuno in modo diverso. Il Cristo, prevedendo ogni cosa, ebbe cura di prepararli proprio in vista di questo. Giacomo, destinato a una prematura morte per spada; Giovanni, che doveva più di tutti e per più tempo seguire il Maestro sia nell'opera sia nelle persecuzioni; Pietro, pioniere nell'abbattere le barriere secolari e nell'insegnare in un mondo pagano; Giuda, capace di superare i fratelli nel servizio, ma nel cui cuore si annidavano, però, delle intenzioni le cui implicazioni egli non immaginava nemmeno. Ed 85,86 CeC 286 4 Per svolgere in modo efficace l'opera alla quale erano stati chiamati, questi discepoli, così differenti quanto a caratteristiche naturali, a preparazione e ad abitudini, avrebbero dovuto raggiungere l'unità di sentimenti, di pensiero e di azione. Per raggiungere questa unità, Cristo cercò di unirli a sé. Nella sua preghiera al Padre, Gesù espresse il fardello del suo impegno per loro: "...che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi... affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me". Giovanni 17:21, 23. Ibid. 86 CeC 286 5 Gli apostoli del Signore non avevano motivi per vantarsi. Il successo delle loro fatiche era dovuto a Dio. La vita di questi uomini, il carattere che si formarono e l'opera potente che compirono sono una dimostrazione di ciò che Dio è pronto a fare per tutti coloro che sono docili e ubbidienti. ibid 250 ------------------------Nessuno Era Perfetto, 10 ottobre CeC 287 1 Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l'eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi. 2 Corinzi 4:7 CeC 287 2 Tutti i discepoli avevano gravi difetti quando Gesù li chiamò al suo servizio. Persino Giovanni, il discepolo che più si avvicinò mansueto e umile al Maestro, non era per natura né dolce né arrendevole. Egli e suo fratello erano chiamati "figliuoli del tuono". Marco 3:17. Quando si trovavano con il Maestro, ogni mancanza di rispetto nei suoi confronti suscitava la loro indignazione e il loro spirito polemico. Il discepolo prediletto aveva un temperamento collerico, vendicativo, orgoglioso; era pronto alla critica e ambiva il primo posto nel regno di Dio. Ma egli contemplò giorno dopo giorno la tenerezza e la pazienza di Gesù, tanto diversa dalla violenza del suo carattere, e ascoltò le sue lezioni di umiltà e pazienza. Aprì il suo cuore all'influsso divino; non si accontentò di udire le parole del Salvatore, ma le mise in pratica. Seppe rinunciare al suo io, imparò a prendere su di sé il giogo del Cristo e a portare la propria croce. CeC 287 3 Gesù rimproverava e avvertiva i suoi discepoli. Ma Giovanni e i suoi fratelli, nonostante i rimproveri, non lo lasciarono, anzi si affezionarono a lui ancora di più. Il Salvatore non li abbandonò a causa delle loro debolezze e dei loro errori, ed essi condivisero sino alla fine le sue prove e impararono le sue lezioni. Contemplando il Cristo, il loro carattere si trasformava... CeC 287 4 Il Cristo non ha scelto come suoi rappresentanti gli angeli che non sono mai caduti, ma degli esseri soggetti alle stesse passioni degli uomini che cercano di salvare... CeC 287 5 Essendosi trovati in pericolo, conoscono i rischi e le difficoltà e possono aiutare coloro che si trovano in simili pericoli. Vi sono uomini di poca fede, tormentati dal dubbio, oppressi dal peso dell'infermità, incapaci di afferrare l'Invisibile. Ma un amico che si avvicini a loro in modo visibile, al posto del Cristo, può essere un mezzo per ancorare a lui la loro fede vacillante. CeC 287 6 Noi dobbiamo collaborare con gli angeli per presentare Gesù al mondo. Gli esseri del cielo attendono la nostra collaborazione. Ibid. 295-297 ------------------------Dubbi E Domande, 11 ottobre CeC 288 1 ... ma subito Gesù parlò loro, dicendo: «Rassicuratevi; sono io, non temete!" Matteo 14:27 CeC 288 2 I discepoli non si erano subito allontanati dalla riva come Gesù aveva ordinato loro, ma avevano aspettato un po', sperando che Egli li raggiungesse. Siccome le tenebre scendevano, "montati in una barca, si dirigevano all'altra riva, verso Capernaum". Giovanni 6:17. Da quando seguivano Gesù non avevano ancora sperimentato un momento di scoraggiamento così profondo. Si rammaricavano amaramente dell'occasione persa. Si pentivano per avere ubbidito subito all'ordine del Maestro... Dubitavano perché l'ambizione li aveva accecati... CeC 288 3 Gesù quando avrebbe affermato la sua autorità regale? Perché possedendo una così grande potenza non si manifestava e non rendeva la loro missione meno difficile? Perché non aveva strappato a una morte violenta Giovanni Battista? Facendo questi ragionamenti i discepoli si trovarono immersi nelle tenebre spirituali e arrivarono a chiedersi se Gesù non fosse davvero un impostore, come pretendevano i farisei. CeC 288 4 Quel giorno i discepoli avevano visto le opere meravigliose del Cristo. Era parso che il cielo fosse sceso sulla terra. Il ricordo di quel giorno glorioso avrebbe dovuto riempirli di fede e speranza. Se avessero parlato di queste cose non avrebbero certo offerto occasioni alla tentazione... CeC 288 5 Siccome i loro pensieri erano tetri e deprimenti, il Signore occupò le loro menti con qualcos'altro. Spesso Dio agisce così con gli uomini che si creano pesi e difficoltà... CeC 288 6 Una violenta tempesta si stava avvicinando. Era impensabile dopo la bellissima giornata, e i discepoli, impreparati, ebbero paura. Si dimenticarono del malcontento, dell'incredulità e dell'impazienza, e si dettero da fare perché la barca non affondasse... Ma questa volta, sbattuti dalle onde e dal vento, si affaticarono con i remi fino alla quarta vigilia della notte. Infine, sfiniti, pensarono che tutto fosse perduto. Non erano riusciti a vincere il lago infuriato e desiderarono ardentemente la presenza del Maestro. Ma Gesù non li aveva dimenticati.... CeC 288 7 Nel momento della disperazione un raggio di luce permise loro di scorgere una figura misteriosa che si avvicinava sulle acque... Il loro Maestro si volta e con la sua voce placa i loro timori: "State di buon animo, son io; non temete!" Matteo 14:27. Ibid. 380,381 ------------------------Un Colloquio Segreto, 12 ottobre CeC 289 1 Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo. Tito 3:5 CeC 289 2 Nicodemo, uomo di vasta cultura e doti non comuni, era un membro onorato del sinedrio e occupava un importante posto di fiducia nella nazione ebraica. Come molti altri, era stato scosso dall'insegnamento di Gesù... Desiderava tanto un colloquio con Gesù, ma non voleva che gli altri lo sapessero... Decise così di andare a trovarlo di nascosto... CeC 289 3 "Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio... CeC 289 4 Le sue parole volevano essere un invito alla confidenza, ma in realtà esprimevano incredulità. Nicodemo non riconosceva Gesù come il Messia, ma soltanto come un maestro mandato da Dio... CeC 289 5 Gesù fissò lo sguardo sul suo interlocutore, come se gli leggesse nell'intimo dell'animo. Vide che aveva sete di verità, comprese lo scopo della visita, e per rafforzare la convinzione che stava sorgendo nel suo animo gli disse con tono solenne e affabile: "In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio". Giovanni 3:3. CeC 289 6 Nicodemo aveva ascoltato la predicazione di Giovanni Battista sul pentimento e sul battesimo... CeC 289 7 Ma l'accorato messaggio del Battista non aveva prodotto in lui la convinzione del peccato. Era un fariseo e si vantava delle sue buone opere. Era stimato per la benevolenza e la generosità nel sostenere il servizio del tempio e si sentiva sicuro dell'approvazione di Dio. Trasaliva al pensiero di un regno troppo puro, perché nella sua condizione presente non poteva entrarvi. CeC 289 8 Come israelita, si riteneva sicuro di avere un posto nel regno di Dio e non sentiva alcun bisogno di cambiamento. Di qui la sua sorpresa nell'udire le parole del Salvatore. L'idea di doverle riferire a se stesso lo irritava. L'orgoglio del fariseo lottava contro il desiderio sincero di conoscere la verità. Ibid. 170,171 ------------------------Come Il Soffio Di Vento, 13 ottobre CeC 290 1 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Giovanni 3:5 CeC 290 2 Nicodemo era stupito e perplesso per queste parole. Si considerava non solo un intellettuale, ma un uomo pio e religioso ... Non poteva armonizzare questa dottrina della conversione con la sua comprensione di ciò che costituiva la sua religione. E poiché non sapeva spiegare la scienza della conversione, Gesù gli disse che non esiste nessun metodo preciso per spiegarlo. Allora, sì servi dell'immagine del vento che non poteva vedere, ma poteva discernere l'effetto che produce. Nessun ragionamento umano per quanto può essere colto può definire le operazioni dello Spirito Santo sulla mente e sul carattere umano, eppure si possono vedere gli effetti sia nella vita sia nelle azioni.... CeC 290 3 Lo Spirito agiva in lui con quella potenza che dispone favorevolmente il cuore e lo conquista. Ma egli non comprendeva ancora tutto il significato della nuova nascita. Come altri uomini di tutte le età, egli accettava solo le forme e cerimonie più essenziali della loro religione, rispetto ai movimenti profondi dello Spirito di Dio. RH, May 5, 1896 CeC 290 4 Come Nicodemo (Giovanni 3:1-20), possiamo illuderci di condurre una vita irreprensibile, di avere un buon carattere, o ritenere di non aver bisogno di umiliarci davanti a Dio come comuni peccatori; ma quando la luce del Cristo illumina il nostro spirito, scopriamo quanto siamo indegni, notiamo che siamo motivati da intenti egoistici che si oppongono a Dio e che tutto ciò influisce su ogni atto della nostra vita. Comprendiamo che la nostra giustizia assomiglia a un panno sporco, che il sacrificio del Cristo può purificarci dal peccato e rendere il nostro spirito simile al suo. SC 28,29 ------------------------Nato Di Nuovo, 14 ottobre CeC 291 1 Chi pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio. Giovanni 3:21 CeC 291 2 Nicodemo era venuto pensando di discutere, ma Gesù parlò subito chiaramente dei princìpi fondamentali della verità. Disse a Nicodemo che non aveva bisogno di conoscenza ma di rigenerazione spirituale. Doveva iniziare una nuova vita per poter comprendere le realtà divine... CeC 291 3 Nicodemo... capì che l'ubbidienza alla lettera della legge, limitata alla vita esteriore, non può rendere nessuno degno di entrare nel regno dei cieli. Agli occhi degli uomini egli aveva vissuto una vita giusta e onorevole, ma alla presenza del Cristo sentì che il suo cuore era impuro e la sua vita contaminata... CeC 291 4 Dopo aver udito la spiegazione del Salvatore sulla nuova nascita, desiderava che quel cambiamento avvenisse anche in lui... CeC 291 5 Gesù gli svelò il segreto. "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna". Giovanni 3:14, 15. CeC 291 6 Nicodemo comprese la lezione e la conservò nel suo cuore. Investigò le Scritture con uno spirito nuovo, non per amore di discussione, ma per ricevere la vita. Lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, cominciò a vedere il regno dei cieli. CeC 291 7 Nicodemo non riconobbe subito il Cristo pubblicamente, ma ne osservò la vita e meditò sugli insegnamenti che impartiva. Più di una volta, durante le riunioni del sinedrio, sventò i piani dei sacerdoti che volevano ucciderlo... CeC 291 8 Dopo l'ascensione del Signore, quando i discepoli furono dispersi dalla persecuzione, Nicodemo si espose coraggiosamente. Con le sue ricchezze sostenne la chiesa nascente che per gli ebrei era già distrutta con la morte di Gesù. Al momento del pericolo quest'uomo, prima tanto prudente ed esitante, fu fermo come una roccia, incoraggiò i discepoli e provvide i mezzi per la diffusione del messaggio del Vangelo. Fu schernito e perseguitato da coloro che un tempo lo avevano riverito. Divenne povero per la sua generosità; ma la fede, nata in lui durante il colloquio notturno con Gesù. DA 171-177 ------------------------Un Confronto Con Giacobbe, 15 ottobre CeC 292 1 Chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che zampilla in vita eterna. Giovanni 4:14 CeC 292 2 Quando Gesù si sedette accanto al pozzo di Giacobbe, veniva dalla Giudea dove il suo ministero aveva prodotto pochi frutti... Si sentiva debole e stanco, ma non trascurò l'occasione di parlare a una donna, sebbene straniera e peccatrice. Ibid. 194 CeC 292 3 La donna rimase colpita dalle parole di Gesù... Mentre il suo passato scorreva nella sua mente si rese conto della sua grande povertà spirituale. Sentiva quella sete che le acque del pozzo di Sichar non avrebbero mai potuto estinguere. Nulla, prima di quel momento, aveva suscitato in lei un desiderio così ardente. Sebbene Gesù le avesse dimostrato di saper leggere i segreti della sua vita, lo sentiva come un amico compassionevole. La sua presenza, di una purezza assoluta, era sufficiente a condannare il peccato; ma non aveva pronunciato parole di condanna, le aveva parlato della sua grazia capace di rinnovare il suo spirito... Nell'ascoltare le parole del Cristo, la donna aveva provato una grande gioia... Dimenticandosi del secchio, corse in città per raccontare agli altri ciò che aveva udito... Il secchio dimenticato indicava l'effetto delle parole udite. L'ardente desiderio dell'acqua di vita aveva fatto dimenticare alla donna non solo la ragione per cui era andata al pozzo, ma perfino la sete del Salvatore. Con il cuore traboccante di gioia, correva per far conoscere agli altri la preziosa luce ricevuta... Diceva ai suoi concittadini: "Venite a vedere un uomo che m'ha detto tutto quello che ho fatto; non sarebbe egli il Cristo?" Giovanni 4:29. Le sue parole toccarono il cuore degli uditori. Sul suo volto c'era un'espressione diversa, e tutto il suo aspetto era cambiato. Chi l'ascoltava desiderò vedere Gesù... ibid. 189,191 CeC 292 4 Dopo aver trovato il Salvatore, la samaritana condusse altri uditori. Mostrò uno spirito missionario più intenso di quello dei discepoli. Essi non consideravano per nulla la Samaria come un campo promettente. Rivolgevano i loro pensieri a una grande opera futura, senza scorgere, proprio accanto a loro, un raccolto pronto per la mietitura. Invece, una città intera ascoltò il Salvatore... Questa donna, con il suo esempio ci dimostra come agisce una fede vera in Cristo. Chi ha bevuto dell'acqua della vita diviene egli stesso una fonte di vita. Ogni vero discepolo nasce nel regno di Dio come missionario. Ibid 195 ------------------------Dai Dubbi Alla Fede, 16 ottobre CeC 293 1 Allora Gesù gli disse: «Se non vedete segni e miracoli, voi non credete". Giovanni 4:48 CeC 293 2 Le parole del Salvatore illuminarono il cuore dell'ufficiale. Egli comprese che cercava Gesù per un motivo egoistico e, sentendo la fede vacillare, temette che il suo dubbio potesse costargli la vita del figlio. Si rese conto di trovarsi alla presenza di chi poteva leggere i suoi pensieri e al quale tutto era possibile. Con il cuore stretto dall'angoscia gridò: "Signore, scendi prima che il mio bambino muoia". Giovanni 4:49. Si attaccò con forza a Gesù per fede, come Giacobbe che nella lotta con l'angelo aveva esclamato: "Non ti lascerò andare prima che tu m'abbia benedetto!" Genesi 32:26 CeC 293 3 E come Giacobbe, vinse. Il Salvatore non si allontana da un'anima che gli grida il suo grande bisogno. E Gesù disse all'ufficiale: "Va', il tuo figliuolo vive". Giovanni 4:50. Questo padre se ne andò con una pace e una gioia mai conosciute prima. Era convinto che suo figlio sarebbe guarito e riponeva tutta la sua fiducia in Gesù come Redentore.... Ma, come quel padre angosciato, il desiderio di beni terreni ci spinge a cercare Gesù, e noi facciamo dipendere la nostra fiducia dall'esaudimento delle richieste presentate. Il Signore, invece, desidera concederci una benedizione più grande di quella che chiediamo e rimanda la sua risposta perché possiamo vedere il male che c'è nel nostro cuore e il nostro profondo bisogno della sua grazia. Egli desidera che non lo cerchiamo per motivi egoistici. È nostro dovere confidare interamente nel suo amore e confessare la nostra incapacità e il nostro grande vuoto. CeC 293 4 L'ufficiale avrebbe voluto vedere, prima di credere, l'esaudimento della preghiera; ma fu costretto ad accettare la parola di Gesù perché la sua richiesta fosse ascoltata e la grazia concessa. Anche noi dobbiamo imparare la stessa lezione. DA 198-200 CeC 293 5 Siamo alla vigilia del giorno in cui Satana... presenterà numerosi miracoli per consolidare la fede di tutti quelli che cercano questo tipo di prove. Quanto terribile sarà la loro situazione mentre chiudono i loro occhi alla luce della verità e si aspettano di vedere quei miracoli che conducono all'inganno. Ev 594 ------------------------Non Sono Degno, 17 ottobre CeC 294 1 In verità vi dico, che neppure in Israele ho trovata una così grande fede. Matteo 8:10 CeC 294 2 Il centurione, era convinto che Gesù avrebbe potuto guarire suo servo. Non aveva mai visto il Salvatore, ma ciò che aveva udito era stato sufficiente per alimentare la sua fede.... CeC 294 3 L'insegnamento di Gesù, che gli era stato riportato, rispondeva ai bisogni del suo spirito. Nel suo intimo accettava le parole del Salvatore, ma si sentiva indegno di presentarsi a lui; chiese perciò ad alcuni anziani degli ebrei di chiedere a Gesù di guarire il suo servo. Ibid 315 CeC 294 4 Mentre sta dirigendosi verso la casa del centurione, Gesù riceve un messaggio dallo stesso ufficiale: "Signore, non darti questo incomodo, perché io non son degno che tu entri sotto il mio tetto". Luca 7:6. Nonostante ciò il Salvatore continua per la sua strada e allora il centurione lo raggiunge personalmente per completare il messaggio dicendo: "Perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io sono uomo sottoposto all'autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: Vai, ed egli va; a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa". Luca 7:7; cfr. Matteo 8:8, 9... CeC 294 5 Va'" disse il Cristo "e ti sia fatto come hai creduto. E il servitore fu guarito in quella stessa ora". Matteo 8:13. CeC 294 6 Gli anziani del popolo d'Israele avevano raccomandato il centurione al Cristo per la benevolenza che aveva dimostrato nei confronti della loro "nazione". "Egli merita che tu gli conceda questo" dicevano perché "ci ha costruito la sinagoga". Ma il centurione diceva di sé stesso: "Io non sono degno". MH 63-65 CeC 294 7 È questa la via per la quale ogni peccatore può arrivare al Cristo... rinunciando a ogni fiducia in noi stessi, possiamo guardare alla croce del Calvario ed esclamare: "Io non ho pagato nessun riscatto; mi aggrappo soltanto alla tua croce". DA 316 ------------------------Dio Aborrisce Le Caste, 18 ottobre CeC 295 1 Poiché non c'è distinzione fra il Giudeo e il Greco, perché uno stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato». Romani 10:12,13 CeC 295 2 "Una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: Abbi pietà di me, Signore, figliuol di Davide; la mia figliuola è gravemente tormentata da un demonio". Matteo 15:22. Gli abitanti del luogo discendevano dall'antica stirpe cananea e per la loro idolatria erano disprezzati e odiati dagli ebrei. La donna che si presentava al Cristo apparteneva a quella razza. Era pagana... CeC 295 3 Gesù non rispose immediatamente alla richiesta della donna. Ella apparteneva a una razza disprezzata, e l'accolse proprio come avrebbe fatto un ebreo... CeC 295 4 La donna insistette ancora, e prostrata ai piedi del Cristo gridava: "Signore, aiutami!" Matteo 15:25... CeC 295 5 E ora Gesù incontrava una creatura appartenente a una razza infelice e disprezzata, non favorita dalla luce della Parola di Dio, ma che accoglieva subito il divino influsso del Cristo e credeva nella sua capacità di accordarle la grazia richiesta. Supplicava per avere le briciole della tavola del Maestro. Purché le si accordino i privilegi di un cane, è disposta a essere considerata tale. Nessun pregiudizio, nessun orgoglio nazionale o religioso influiscono sulla sua condotta, ed essa riconosce subito in Gesù il Redentore, colui che può fare tutto ciò che gli viene chiesto. CeC 295 6 Il Salvatore è soddisfatto. Ha messo alla prova la fede di quella donna... CeC 295 7 Volgendosi a lei con sguardo tenero e compassionevole, le dice: "O donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi". Matteo 15:28. In quello stesso istante la figlia fu guarita. Il demone cessò di tormentarla... CeC 295 8 La donna fenicia si gettò con fede contro le barriere erette fra ebrei e pagani. Essa confidò nell'amore del Salvatore, nonostante la sua apparente freddezza. Gesù desidera che anche noi abbiamo fiducia in lui. La benedizione della salvezza è per ogni anima. Solo il rifiuto dell'uomo può far perdere il privilegio di partecipare in Cristo alla promessa del Vangelo. Dio non vuole divisioni fra gli uomini. Ai suoi occhi tutti hanno lo stesso valore. Ibid 399-403 ------------------------La Salvezza È Una Cosa Individuale, 19 ottobre CeC 296 1 Perché diceva fra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare la sua veste, sarò guarita». Matteo 9:21 CeC 296 2 "Se riesco a toccare almeno la sua veste, sarò guarita". Matteo 9:21. Fu una povera donna a pronunciare queste parole, una donna che per dodici anni aveva sofferto di una malattia che aveva reso la sua vita un inferno. Aveva speso tutte le sue risorse tra medici e terapie, solo per sentirsi dire che il suo male era incurabile. Ma quando sentì parlare del Grande Medico, le sue speranze si riaccesero. Pensò: "Se solo riuscissi ad avvicinarmi a lui per parlargli, guarirei". MH 59 CeC 296 3 Prima ancora che giungesse in quella casa, Gesù aveva incontrato tra la folla una donna disperata che da dodici anni soffriva di una malattia terribile... Ma per il clamore della folla non poté parlargli e ne intravide appena la sagoma... Mentre il Maestro passava, lo raggiunse e riuscì a sfiorare l'orlo della sua tunica. In quell'istante si sentì guarita. Aveva concentrato tutta la sua fede in quel contatto: subito il suo dolore e la sua debolezza si erano trasformati in vigore e guarigione... CeC 296 4 Era piena di gratitudine, ma cercò di allontanarsi tra la folla. Invece Gesù si fermò... CeC 296 5 Il Salvatore sapeva distinguere il tocco della fede da quello casuale di una folla noncurante. Una tale fiducia non doveva passare inosservata... CeC 296 6 Non potendosi nascondere, la donna tremando si gettò ai suoi piedi. Raccontò con lacrime di riconoscenza le sue sofferenze e la sua guarigione. Gesù le disse con dolcezza: "Figliuola, la tua fede t'ha salvata; vattene in pace". Luca 8:48. Non volle concedere nessun appiglio all'idea superstiziosa secondo cui il semplice contatto fisico aveva potuto compiere il miracolo. La guarigione era dovuta non al contatto materiale, ma alla fede che si fonda sulla potenza divina... CeC 296 7 Lo stesso accade nella vita spirituale. Parlare di religione in circostanze occasionali, pregare senza un desiderio intenso e senza una fede vivente, non serve a nulla. Una fede formale in Cristo, che lo accetti soltanto come Salvatore del mondo, non può assicurare la salvezza all'uomo... CeC 296 8 Non basta credere al messaggio del Cristo, bisogna credere in lui. La sola fede che salva è quella che lo accetta come Salvatore personale e si appropria dei suoi meriti. DA 343-347 ------------------------Che Cosa Mi Manca Ancora?, 20 ottobre CeC 297 1 Uno dei capi lo interrogò, dicendo: «Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?" Luca 18:18 CeC 297 2 Al giovane che chiese a Gesù cosa avrebbe dovuto fare per avere la vita eterna fu risposto: "Osserva i comandamenti". 4T, 219,220 CeC 297 3 Il carattere di Dio si esprime nella Sua legge. Chi vuole vivere in armonia con Lui deve ispirare ogni suo atto ai principi di questa legge... All'invito di Gesù "osserva i comandamenti", il giovane replicò: "Quali"? Cristo stava parlando della legge data sul Sinai. E prese a citare alcuni comandamenti della seconda tavola del decalogo... CeC 297 4 Il giovane rispose senza esitare: "Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora"? Aveva una concezione della legge esteriore e superficiale. Secondo quelli che erano considerati gli standard umani, egli aveva mantenuto un carattere irreprensibile e condotto una vita apparentemente esente di colpe. Era dunque convinto che la sua ubbidienza fosse perfetta. Eppure aveva il timore segreto che non tutto, tra lui e dio fosse a posto. Perciò chiese: "Che mi manca ancora"? Gesù gli disse: "Se vuoi essere perfetto... va', vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi". Ma il giovane udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni". Matteo 19:21,22 CeC 297 5 L'amor proprio costituisce una trasgressione della legge stessa. Gesù voleva farglielo comprendere e lo sottopose a una prova che mostrò tutto l'egoismo del suo cuore. Aveva toccato il punto debole del suo carattere. Improvvisamente il giovane non desiderò più altri chiarimenti: l'idolo che accarezzava era avvenuto alla luce; il suo dio era il mondo. Era convinto di osservare tutti i comandamenti, ma ignorava il principio che a essi conferiva spirito e vita: la conoscenza del vero amore per Dio e per il prossimo. Gli mancava, cioè, proprio l'essenziale per entrare nel regno di Dio. Il suo egoismo e la sua sete di guadagno erano inconciliabili con i principi del cielo. COL 391, 392 ------------------------Egli Ha Fallito Nella Prova, 21 ottobre CeC 298 1 Allora Gesù, fissandolo nel volto, l'amò e gli disse: «Una cosa ti manca; va', vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, prendi la tua croce e seguimi". Marco 10:21 CeC 298 2 Gesù lo guardò attentamente, come se leggesse nella sua vita e indagasse nel suo animo. Provò simpatia per lui e desiderò concedergli quella pace, quella grazia e quella gioia che avrebbero potuto trasformare il suo carattere.... CeC 298 3 Con un profondo interesse il Salvatore guardava quel giovane, sperando in una sua risposta positiva all'invito dello Spirito di Dio. ... Quel giovane capì subito il significato delle parole di Gesù e si rattristò... CeC 298 4 Rinunciare ai tangibili tesori terreni per gli invisibili tesori del cielo gli sembrava un rischio troppo grande. Rifiutò l'offerta della vita eterna e se ne andò: aveva scelto di continuare a servire il mondo. Migliaia di persone passano attraverso simili prove, indecise tra il Cristo e il mondo; molte, purtroppo, scelgono il mondo e, come quel giovane, si allontanano dal Salvatore rifiutandosi di accettarlo come loro Maestro.... CeC 298 5 Pensate alla grande perdita di quanti desiderano il cielo e tuttavia se ne allontanano perché non vogliono adempiere le condizioni richieste per entrarvi! Pensate a cosa significhi dire di no al Cristo! Quel giovane rispose negativamente. Diciamo anche noi la stessa cosa?... CeC 298 6 A quel giovane erano state accordate le ricchezze perché fosse un fedele amministratore, usandole in favore di quelli che ne avevano bisogno. Così Dio affida oggi agli uomini dei mezzi, dei talenti e delle opportunità, affinché diventino suoi strumenti per aiutare i poveri e i bisognosi. Colui che usa, secondo la volontà di Dio, i doni che gli sono stati affidati, diventa un collaboratore del Salvatore. CeC 298 7 A coloro che, come quel giovane, si trovano in una posizione di prestigio e hanno molte ricchezze, può sembrare un sacrificio troppo grande rinunciare a tutto per seguire Gesù. Ma questo è richiesto a chi vuole diventare suo discepolo. Niente potrebbe sostituire l'ubbidienza. La rinuncia è la sostanza stessa dell'insegnamento del Cristo. Ibid. 519-523 ------------------------"Ho Osservato Tutte Quelle Cose", 22 ottobre CeC 299 1 Perché il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". Luca 19:10 CeC 299 2 Zaccheo, capo dei pubblicani, era ebreo ed era odiato dai suoi concittadini. La sua responsabilità e la sua ricchezza erano considerate come la ricompensa di una professione aborrita che evocava ingiustizia ed estorsione. Ma quel ricco esattore non aveva un cuore così indurito come sembrava. Sotto l'apparenza mondana e orgogliosa c'era un cuore sensibile all'influsso divino. Zaccheo aveva sentito parlare di Gesù... Poi, udendo parlare del messaggio di quel grande Maestro, si sentì un peccatore davanti a Dio. Ma ciò che aveva udito riaccese la speranza nel suo cuore. Era possibile anche per lui un pentimento e un cambiamento... CeC 299 3 Zaccheo aveva iniziato a seguire le sue nuove convinzioni e a riparare i torti.... Quel desiderio inespresso giunse al cuore di Gesù al di sopra del clamore dei sacerdoti e dei rabbini e delle grida di saluto della folla. Improvvisamente la folla si ferma sotto l'albero, quelli che precedono e quelli che seguono sostano, mentre uno sguardo penetrante si volge verso l'alto. Quasi non credendo alle sue orecchie l'uomo sull'albero ode queste parole: "Zaccheo, scendi presto, perché oggi debbo albergare in casa tua". Luca 19:5 Davanti alla folla dichiarò: "Ecco, Signore, la metà de' miei beni la do ai poveri; e se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo. E Gesù gli disse: Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figliuolo d'Abramo". Luca 19:8,9 ibid. 552-555 CeC 299 4 Molti hanno avuto ben poche possibilità e si trovano su una via sbagliata perché non né conoscevano una migliore, ma i raggi della luce illumineranno anche loro. Valgono anche per loro le parole che Gesù rivolse a Zaccheo: "Oggi debbo fermarmi in casa tua". Luca 19:5. Dopo aver ricevuto le attenzioni di Cristo, coloro che sembravano peccatori incalliti dimostreranno di aver un animo sensibile come quello dei bambini. Abbandonando errori e peccati gravissimi, molti occuperanno il posto di quanti non hanno apprezzato le possibilità e i previlegi avuti. Saranno annoverati fra gli eletti di Dio, cari e preziosi; e quando Cristo stabilirà il Suo regno staranno accanto al Suo trono. COL 236 ------------------------L'uomo Ricco E Dio, 23 ottobre CeC 300 1 se l'empio rende il pegno, restituisce ciò che ha rubato e cammina secondo gli statuti della vita, senza commettere l'iniquità, egli certamente vivrà, non morirà. Ezechiele 33:15 CeC 300 2 Prima di essere accusato dagli uomini, aveva confessato i suoi peccati, aveva ascoltato la voce dello Spirito Santo e aveva iniziato a seguire le parole scritte per l'antico Israele e per ogni uomo.... CeC 300 3 Ogni uomo che ha accolto il Cristo nel cuore manifesterà la sua conversione come Zaccheo, mediante l'abbandono degli errori passati. Come il capo dei pubblicani, manifesterà la sua sincerità riparando i torti commessi. CeC 300 4 Se abbiamo fatto un torto ad altri con affari disonesti... dobbiamo confessare il nostro errore e riparare nei limiti del possibile. Dobbiamo restituire non solo ciò che abbiamo sottratto, ma anche tutti gli interessi che nel frattempo sarebbero maturati. CeC 300 5 Il Signore disse a Zaccheo: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa". La benedizione su Zaccheo si estese a tutta la sua casa... CeC 300 6 Questa famiglia era stata esclusa dalla sinagoga per il disprezzo dei rabbini e degli altri adoratori; ma ora, più privilegiata di tutte le altre di Gerico, si riuniva nella propria casa intorno al divino Maestro, per ascoltare le sue parole di vita.... CeC 300 7 Colui che accoglie Gesù, accoglie la salvezza. Zaccheo aveva ricevuto Gesù nella sua casa, non come un ospite di passaggio, ma come colui che abitava nel tempio del suo spirito. Ibid 555,556 CeC 300 8 Quando il giovane ricco si allontanò da Gesù, i discepoli si stupirono perché il Maestro aveva detto: "Figliuoli, quant'è malagevole a coloro che si confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio... I discepoli sbigottiti si dicevano fra loro: Chi dunque può esser salvato?" Marco 10:24, 26. Ora, davanti a Zaccheo, avevano la riprova della verità di altre parole di Gesù: "Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio". Luca 18:27. Vedevano come era possibile che attraverso la grazia di Dio un uomo ricco entrasse nel regno del Signore. Ibid. 554 ------------------------Lei Ha Dato Più Di Tutti Gli Altri, 24 ottobre CeC 301 1 E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità vi dico che questa povera vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, mentre ella, nella sua povertà, vi ha gettato tutto quello che aveva per vivere. Marco 12:43,44 CeC 301 2 Gesù si trovava nel cortile dove c'era la cassa del tesoro e osservava quelli che portavano le loro offerte. Molti ricchi venivano con grandi somme, date con ostentazione. Gesù li guardava con tristezza, senza commentare in nessun modo i loro gesti di generosità. Il suo volto si illuminò quando vide una povera vedova che si avvicinava esitante, come se temesse di essere notata…Guardò il dono che aveva fra le mani. Era ben poca cosa in confronto alle offerte prestigiose degli altri, ma era tutto ciò che aveva. Allora rapidamente si accostò alla cassa, vi gettò due spiccioli e si allontanò furtiva... Il Salvatore chiamò i discepoli e disse loro di notare la povertà di quella vedova. Le sue parole di lode giunsero sino alle orecchie della donatrice. "In verità vi dico che questa povera vedova ha gettato più di tutti". Luca 21:3... Quando sentì che la sua offerta era stata apprezzata, lacrime di gioia scesero dai suoi occhi.... Ma Gesù comprese il movente della sua azione. Ella credeva nell'istituzione divina del servizio del tempio e voleva fare tutto il possibile per sostenerlo. Diede tutto ciò che poteva e il suo dono diventò un monumento alla sua memoria, per tutti i tempi e per la sua gioia nell'eternità. Quel dono esprimeva tutto il suo cuore, e il suo valore fu stimato non sulla base del valore del denaro ma dell'amore per il Signore e dell'interesse per la sua opera... I ricchi avevano donato una parte del superfluo, e molti di loro lo avevano fatto per essere guardati e onorati dagli uomini. I loro doni costosi non li avevano privati di nessuna comodità e neppure del lusso; non avevano fatto alcun sacrificio e il loro dono non poteva essere paragonato in valore a quello degli spiccioli della vedova... CeC 301 3 Quell'esempio di abnegazione ha toccato e agito su migliaia di cuori in ogni paese e in ogni età. Ha rivolto appelli ai ricchi e ai poveri, le cui offerte hanno contribuito ad accrescere quel dono. La benedizione di Dio sugli spiccioli della vedova ha prodotto grandi risultati. Lo stesso accade per ogni dono e per ogni atto compiuti con il sincero desiderio di contribuire alla gloria di Dio. Questo fa parte dei piani dell'Onnipotente e i suoi risultati non possono essere calcolati secondo parametri umani. Ibid. 614-616 ------------------------Agitazioni E Lamentele, 25 ottobre CeC 302 1 Ma Gesù, rispondendo, le disse: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti inquieti per molte cose; ma una sola cosa è necessaria, e Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Luca 10:41,42 CeC 302 2 Mentre Gesù spiegava le sue magnifiche lezioni, Maria si sedeva ai suoi piedi per ascoltarlo con attenzione riverente. Un giorno Marta, affaccendata per la preparazione del pranzo, si accostò a Gesù e gli disse: "Signore, non t'importa che mia sorella m'abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che m'aiuti". Luca 10:40. Ciò accadde in occasione della prima visita di Gesù a Betania. Il Salvatore e i discepoli avevano appena compiuto il faticoso viaggio a piedi da Gerico. Marta, preoccupata di provvedere alle loro necessità, si era dimenticata di usare la dovuta cortesia verso l'ospite... CeC 302 3 La "cosa sola" di cui Marta aveva bisogno era un animo calmo e devoto, un profondo desiderio di conoscere la vita eterna e le qualità necessarie per il progresso spirituale. Aveva bisogno di una minore ansietà per le realtà temporali e un maggiore impegno per quelle che hanno un valore eterno. Gesù voleva insegnare ai suoi figli a cogliere ogni occasione per acquisire quella conoscenza che conduce alla salvezza... CeC 302 4 L'opera del Cristo ha bisogno di collaboratori diligenti e coraggiosi. Un vasto campo di azione si apre per le persone, come Marta, zelanti e laboriose nell'opera religiosa; ma esse devono prima, come Maria, sedere ai piedi di Gesù. Bisogna che la grazia del Cristo santifichi la diligenza, l'impegno e le energie. Solo allora la vita sarà una potenza invincibile al servizio del bene. Ibid 524,525 CeC 302 5 I giovani, e anche gli adulti, sono indotti facilmente in tentazione e peccano perché non studiano le Scritture e non le meditano come dovrebbero. Non possono contare su una volontà forte e decisa, che si manifesta nella vita e nel carattere, se trascurano l'insegnamento sacro della Parola di Dio. Essi non fanno nessuno sforzo per orientare il loro spirito verso ciò che ispirerebbe loro pensieri puri e santi e li distoglierebbe da ciò che è impuro e falso. Pochi, imitando Maria, scelgono la via migliore sedendosi ai piedi di Gesù per ascoltare i suoi insegnamenti. Pochi conservano le sue parole nei loro cuori e le mettono in pratica nella loro vita. MH 457 ------------------------Il Dono Dell'amore, 26 ottobre CeC 303 1 Ella ha fatto ciò che poteva; ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. Marco 14:8 CeC 303 2 Simone di Betania, considerato un discepolo di Gesù, era uno dei pochi farisei che si erano apertamente schierati dalla parte del Maestro. Riconosceva Gesù come Maestro; sperava che fosse il Messia, ma non lo aveva accettato come Salvatore. Aveva conservato il suo vecchio carattere e i suoi vecchi princìpi. Poiché si sentiva attratto da colui che lo aveva guarito dalla lebbra, per manifestargli la propria riconoscenza, in occasione dell'ultima visita di Gesù a Betania, organizzò un pranzo in suo onore e invitò anche i suoi discepoli.... CeC 303 3 Alla stessa tavola, accanto al Salvatore, vi erano Simone, che Gesù aveva guarito da una malattia ripugnante e, dall'altro lato, Lazzaro, che era stato risuscitato dai morti. Marta serviva, mentre Maria ascoltava attentamente le parole di Gesù, che aveva perdonato i suoi peccati e aveva richiamato alla vita il suo amato fratello. Nel cuore di Maria vi era perciò un'immensa gratitudine. Aveva sentito che Gesù parlava della sua morte imminente e nel suo grande amore e dolore aveva pensato di onorarlo. Con grande sacrificio aveva comprato un vaso d'alabastro, pieno "d'olio odorifero di nardo schietto, di gran prezzo" (Giovanni 12:3), con il quale pensava di ungere il suo corpo. Ma ora che molti assicuravano che il Maestro sarebbe stato incoronato re, il dolore di Maria si mutò in gioia e desiderò essere la prima a onorare il Signore. Ruppe il vaso di olio profumato e ne sparse il contenuto sul capo e sui piedi di Gesù; poi, in ginocchio, piangendo, gli bagnò i piedi di lacrime e li asciugò con i suoi lunghi capelli. CeC 303 4 Secondo Giuda era uno spreco; egli diceva: Perché questa perdita? Perché non si è messo il denaro nella borsa per i poveri? In quell'occasione il gesto di Maria era in così aperto contrasto con il suo egoismo che ne provò vergogna e secondo la sua abitudine cercò un pretesto per opporsi a quel dono. Rivolgendosi ai discepoli disse: "Perché non s'è venduto quest'olio per trecento denari e non si son dati ai poveri? Un mormorio si diffuse fra i discepoli: "A che questa perdita? Poiché quest'olio si sarebbe potuto vender caro, e il denaro darlo ai poveri". Matteo 26:8, 9.... CeC 303 5 Quelle parole di critica produssero un profondo dolore in Maria. Si turbò e temette che anche la sorella le rimproverasse la sua generosità.... Senza pronunciare una parola di difesa o di scusa, cercò di allontanarsi, ma in quel momento echeggiò la voce del Salvatore: "Perché date noia a questa donna?" Matteo 26:10. Alzando la voce sopra i mormorii di critica, Gesù disse: "Ella ha fatto un'azione buona verso di me. Perché i poveri li avete sempre con voi; ma me non mi avete sempre. Poiché costei, versando quest'olio sul mio corpo, l'ha fatto in vista della mia sepoltura". Matteo 26:10-12. Ibid. 557-560 ------------------------La Fragranza Dell'olio Profumato, 27 ottobre CeC 304 1 Ma in verità vi dico che in tutto il mondo, ovunque sarà predicato questo evangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che costei ha fatto". Marco 14:9 CeC 304 2 Maria aveva versato sul Salvatore vivente quel dono profumato con cui aveva pensato di onorarlo dopo la morte. Diversamente quel profumo soave avrebbe potuto riempire soltanto la tomba, ma in quel momento rallegrava il cuore del Maestro come testimonianza di fede e amore. Giuseppe di Arimatea e Nicodemo non offrirono a Gesù i loro doni mentre era ancora in vita. Con lacrime amare portarono i loro aromi costosi per il suo corpo freddo e incosciente. Le pie donne con i loro aromi fecero inutilmente il viaggio al sepolcro perché Gesù era già risorto. Ma Maria, versando il suo amore sul Salvatore mente Egli era in vita, lo ungeva in vista della sua sepoltura. Gesù si avvicinò all'ora oscura della grande prova consolato dal ricordo di quel dono, anticipazione dell'amore che i credenti gli avrebbero manifestato per l'eternità.... CeC 304 3 Molti portano ai morti i loro doni preziosi... CeC 304 4 Tenerezza, apprezzamento e riconoscenza vengono così manifestati verso coloro che non vedono e non sentono. Molto meglio sarebbe se queste parole fossero dette a coloro che ne hanno tanto bisogno, quando l'orecchio può udire e il cuore sentire.... CeC 304 5 Spiegando a Maria il valore del suo dono, Gesù le restituì più di quanto aveva ricevuto. "Poiché costei, versando quest'olio sul mio corpo, l'ha fatto in vista della mia sepoltura". Come il vaso di alabastro era stato rotto e aveva riempito la casa del suo profumo, così sarebbe successo anche al corpo del Cristo che, dopo la sua risurrezione, avrebbe diffuso il suo profumo in tutta la terra. CeC 304 6 Il Maestro, contemplando il futuro, affermò con assoluta certezza che il Vangelo si sarebbe diffuso in tutto il mondo, e facendo conoscere il dono spontaneo di Maria avrebbe trasmesso consolazione e benedizione. I regni sarebbero sorti e caduti, i nomi dei re e dei conquistatori dimenticati, ma il gesto di quella donna sarebbe rimasto per sempre nel racconto della storia sacra. Per sempre il vaso di alabastro infranto avrebbe raccontato il grande amore di Dio per i peccatori. Ibid 560-563 ------------------------Nulla È Troppo Costoso Rispetto All'amore Di Cristo ..., 28 ottobre CeC 305 1 Poiché l'amore di Cristo ci costringe... 2 Corinzi 5:14 CeC 305 2 Gesù si rallegrò per il premuroso desiderio di Maria di fare la volontà del suo Signore e accettò quella manifestazione di affetto che i discepoli erano incapaci di comprendere. Il desiderio di Maria di rendere un servizio al suo Signore aveva per Gesù un maggior valore di tutti i profumi preziosi perché esprimeva il suo amore per il Redentore del mondo. L'amore per il Cristo l'aveva motivata e la pura bellezza del carattere del Maestro riempiva il suo spirito. Quell'unzione era un simbolo del suo cuore, la manifestazione di un amore traboccante, nutrito dalla grazia divina... CeC 305 3 Il gesto di Maria insegnava ai discepoli che Gesù gradiva le espressioni del loro amore. Egli aveva rappresentato tutto per loro ed essi non si rendevano conto che ben presto sarebbero stati privati della sua presenza e non avrebbero potuto manifestargli gratitudine per il suo grande amore. I discepoli non compresero mai pienamente il sacrificio di Gesù: era solo, lontano dal cielo, per compiere la sua missione terrena. Egli era spesso rattristato perché i discepoli non gli manifestavano tutti i loro sentimenti. Sapeva che se anche essi avessero accolto pienamente l'influsso divino, non avrebbero trovato doni abbastanza preziosi per manifestargli il loro affetto... Solo più tardi si resero conto di tutte le volte in cui avevano trascurato di comunicare a Gesù la loro riconoscenza mentre Egli era ancora fra loro. Quando Gesù li lasciò, si sentirono come pecore senza pastore e si rammaricarono per l'affetto che non gli avevano dimostrato. Allora non disprezzarono più Maria ma se stessi e si pentirono di aver detto che i poveri meritavano di ricevere quel dono più di Gesù. Pensavano a questo quando deposero dalla croce il corpo ferito del loro Signore. CeC 305 4 Il mondo oggi ha le stesse necessità. Pochissimi apprezzano ciò che il Cristo è per loro. Se lo facessero, manifesterebbero il grande amore di Maria e l'olio diffonderebbe liberamente il suo profumo. Il prezzo di quell'olio non sarebbe più considerato una perdita. Nessun dono per Gesù è troppo costoso, nessun sacrificio e rinuncia, sopportati per amore suo, sono eccessivi. ibid 564-565 ------------------------Il Cuore Di Simone Intenerito, 29 ottobre CeC 306 1 Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l'altro, condanni te stesso, poiché tu che giudichi fai le medesime cose. Romani 2:1 CeC 306 2 Simone fu colpito dalla critica di Giuda per il dono di Maria e la condivise. Fu anche sorpreso per l'atteggiamento di Gesù e si sentì offeso nel suo orgoglio farisaico. Sapeva che molti dei suoi ospiti diffidavano di Gesù e pensò: "Costui, se fosse profeta, saprebbe chi e quale sia la donna che lo tocca; perché è una peccatrice". Luca 7:39. Gesù aveva salvato Simone da una terribile malattia e in quel momento egli si chiedeva se il Salvatore fosse veramente profeta.... CeC 306 3 Questo fariseo dubitava perché Gesù permetteva che quella donna si avvicinasse a lui, perché non la respingeva per i suoi grandi peccati e perché non dimostrava di rendersi conto che era una peccatrice. Pensava che se Gesù avesse conosciuto la vita di quella donna non le avrebbe neppure permesso di toccarlo... CeC 306 4 Come il profeta Natan con Davide, Gesù espresse il suo rimprovero in forma di parabola e lasciò che il padrone di casa pronunciasse la sentenza. Simone disprezzava quella donna, del cui peccato anch'egli era responsabile e a cui aveva fatto del male. La parabola dei due debitori rappresenta Simone e la donna. Gesù non voleva insegnare che quelle due persone dovevano essere riconoscenti in misura diversa; infatti nessuno di loro poteva pagare il proprio debito di gratitudine. Ma Simone si sentiva più giusto di Maria e Gesù voleva che si rendesse conto della gravità della sua colpa. Voleva dimostrare che il suo peccato era più grande, come è più grande un debito di cinquecento denari di uno di cinquanta.... CeC 306 5 Con la sua freddezza e la sua trascuratezza verso il Salvatore, Simone rivelava di apprezzare poco la misericordia di cui era stato oggetto. Aveva voluto onorare Gesù invitandolo a casa sua, ma le parole del Maestro gli avevano permesso di conoscere quello che animava il suo cuore. Aveva creduto di leggere nel cuore del suo ospite, ma in realtà era stato il suo ospite a leggere nel suo... La bontà di Gesù, che non gli rivolse un pubblico rimprovero, toccò il cuore di Simone. Egli non fu trattato come avrebbe voluto che fosse trattata Maria. Vide che Gesù non voleva svergognarlo di fronte agli altri, ma solo convincerlo e conquistarne il cuore con amorevole compassione. Ibid. 566-568 ------------------------Cristo Conosce Le Nostre Possibilità, 30 ottobre CeC 307 1 Perciò ti dico che i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui al quale poco è perdonato, poco ama. Luca 7:47 CeC 307 2 Maria era considerata una grande peccatrice, ma Gesù conosceva le circostanze in cui si era trovata. Avrebbe potuto spegnere ogni barlume di speranza nella sua anima, ma si guardò bene dal farlo. L'aveva sollevata dalla disperazione e dalla rovina. Per sette volte aveva rimproverato i demoni che controllavano il suo cuore e la sua mente; ella aveva udito le preghiere di Gesù rivolte al Padre in suo favore. Si rese conto di quanto grave fosse il peccato davanti all'immacolata purezza di Gesù e grazie alla sua forza ottenne la vittoria. Sebbene agli occhi umani il suo caso apparisse disperato, Gesù vide in Maria la possibilità di fare il bene e ne scorse i tratti migliori del carattere. Il piano della salvezza offriva agli uomini grandi possibilità, che si stavano attuando in Maria, che mediante la grazia diventava partecipe della natura divina. Maria, che aveva sbagliato e aveva accolto dei demoni, era molto vicina al Salvatore nel discepolato e nel ministero. Si era seduta ai suoi piedi e aveva imparato da lui; aveva versato sul suo capo l'olio prezioso e aveva bagnato i suoi piedi di lacrime. Rimase anche accanto alla croce e seguì il Salvatore fino alla tomba. Fu la prima a correre al sepolcro dopo la sua risurrezione e la prima ad annunciare che il Salvatore era risorto. Gesù conosce la situazione di ognuno. Forse sei un peccatore, un grande peccatore, ma quanto più lo sei, tanto più hai bisogno di Gesù. Egli non respinge mai un'anima addolorata e pentita. Egli non racconta a nessuno tutto ciò che potrebbe far conoscere, ma esorta ogni essere turbato ad avere coraggio. Perdona volentieri tutti coloro che si rivolgono a lui per implorare misericordia e riconciliazione. Gesù potrebbe ordinare agli angeli del cielo di versare la coppa della sua collera sul nostro mondo e distruggere i nemici di Dio. Potrebbe cancellare la macchia scura che questo mondo rappresenta nel suo universo, ma non lo fa. Accanto all'altare dei profumi, presenta a Dio le preghiere di coloro che invocano il suo aiuto. Gesù difende dalle accuse coloro che si rivolgono a lui in cerca di rifugio. Nessun uomo e nessun agente di Satana possono accusare queste anime. Gesù le unisce alla sua natura umana e divina. Esse sono accanto a colui che ha preso su di sé i peccati dell'umanità e sono circondate dalla luce che viene emanata dal trono di Dio. ibid. 568 ------------------------La Mancata Fede Di Pietro, 31 ottobre CeC 308 1 E subito Gesù stese la mano, lo prese e gli disse: «O uomo di poca fede, perché hai dubitato?" Matteo 14:31 CeC 308 2 Guardando Gesù, Pietro avanza con sicurezza; ma appena, per un sentimento di vanità, volge lo sguardo verso i compagni rimasti nella barca, non vede più il Salvatore. Il vento è impetuoso. Onde alte si innalzano fra lui e il Maestro; ha paura. Per un istante Gesù rimane nascosto ai suoi occhi e la fede lo abbandona. Comincia ad affondare. Mentre sembra che i flutti lo inghiottano, Pietro alza gli occhi al di sopra delle acque sconvolte e fissandoli su Gesù, grida: "Signore, salvami!" Subito Gesù afferra la sua mano tesa e gli dice: "O uomo di poca fede, perché hai dubitato?" Matteo 14:30, 31. CeC 308 3 Camminando l'uno a fianco dell'altro, stretti per mano, entrano nella barca. Pietro si sente umiliato e tace, non ha nulla di cui vantarsi con i compagni. La sua incredulità e il suo orgoglio gli sono quasi costati la vita. Appena aveva allontanato lo sguardo da Gesù, subito i flutti stavano per sommergerlo. CeC 308 4 Quando sorgono delle difficoltà, spesso anche noi assomigliamo a Pietro. Invece di tenere gli occhi fissi sul Salvatore, guardiamo le onde: i piedi vacillano e le acque tumultuose ci sommergono. Gesù non aveva detto a Pietro di andare da lui per farlo affondare. Egli non ci chiama a essere suoi discepoli per farci morire... CeC 308 5 La sua apparizione sul lago aveva lo scopo di mostrare a Pietro la sua debolezza e fargli comprendere che l'unica via di salvezza stava in una costante dipendenza dalla potenza divina. Poteva avanzare con sicurezza tra le tempeste della tentazione solo se, diffidando di sé, si fosse appoggiato sul Salvatore. Pietro era debole proprio in ciò per cui si reputava forte, e finché non si fosse reso conto della sua debolezza, non avrebbe potuto comprendere l'ampiezza della sua dipendenza dal Cristo. Se avesse compreso la lezione che Gesù gli dette sul lago non sarebbe poi caduto nell'ora della grande prova. CeC 308 6 Giorno dopo giorno Gesù istruisce i suoi figliuoli. Li prepara attraverso le vicissitudini quotidiane affinché siano capaci di svolgere i compiti che ha assegnato loro. L'esito di queste prove è molto importante per la vittoria o per la sconfitta nella grande lotta della vita. Ibid. 381,382 ------------------------Pietro Prende La Parola, 1 novembre CeC 309 1 Egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?» E Simon Pietro, rispondendo, disse: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". Matteo 16:15,16 CeC 309 2 Sin dal principio Pietro aveva creduto in Gesù come Messia. Molti altri, convinti dalla predicazione di Giovanni Battista, avevano accettato l'Agnello di Dio. Ma poi avevano dubitato della missione di Giovanni quando l'avevano visto in prigione e decapitato; e ora si chiedevano se Gesù fosse veramente il Messia lungamente atteso. Molti discepoli che avevano aspettato con impazienza che Gesù salisse sul trono di Davide, lo abbandonarono quando videro che non aveva quell'intenzione. Ma Pietro e gli altri discepoli gli restarono fedeli. L'incostanza di coloro che prima lo acclamavano e poi lo condannavano non influì sulla fede di quell'apostolo del Cristo. Egli dichiarò: "Tu sei il Cristo, il Figliuol dell'Iddio vivente". Non attese che il suo Signore fosse rivestito di onori regali, ma l'accettò nell'umiliazione. Pietro aveva espresso la fede dei dodici. Ma i discepoli erano ancora lontani dal comprendere la missione di Gesù. L'opposizione e le accuse dei sacerdoti e degli anziani non li avevano allontanati da lui, ma li avevano lasciati perplessi. Non vedevano chiaro davanti a sé. A causa degli insegnamenti ricevuti dai rabbini e della forza della tradizione, non riuscivano a distinguere la verità. Ogni tanto preziosi raggi di luce, provenienti da Gesù, risplendevano su loro, ma nonostante ciò brancolavano spesso nel buio. Quel giorno però, di fronte alla suprema prova della loro fede, lo Spirito Santo riposava su di loro con potenza. Per un istante il loro sguardo si volse dalle "cose che si vedono" verso quelle "che non si vedono". 2 Corinzi 4:18. E ravvisarono, sotto le sembianze umane, la gloria del Figlio di Dio... La verità confessata da Pietro è il fondamento della fede. In ciò, secondo Gesù, consiste la vita eterna. Ma questa conoscenza non deve essere un motivo di vanto. Essa non fu rivelata a Pietro per una sua sapienza o per bontà personale. L'umanità non potrà mai con i soli suoi mezzi pervenire alla conoscenza delle realtà divine. "Si tratta di cose più alte del cielo... e tu che faresti? di cose più profonde del soggiorno de' morti... come le conosceresti?" Giobbe 11:8. Solo lo Spirito di adozione ci rende capaci di discernere le cose profonde di Dio, cose "che occhio non ha vedute, e che orecchio non ha udite e che non sono salite in cuor d'uomo; Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; perché lo spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio". 1 Corinzi 2:9,10 ibid. 411,412 ------------------------Sotto Il Potere Di Satana, 2 novembre CeC 310 1 Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini». Matteo 16:23 CeC 310 2 Satana si intromette sempre tra l'anima dell'uomo e Dio ... Questa lezione in merito a Pietro deve essere studiata attentamente. Lt 65, 1894 CeC 310 3 Pietro amava il Signore, ma Gesù non lo lodò per aver espresso il suo desiderio di risparmiargli le sofferenze. Le parole di Pietro non erano fatte per incoraggiare e consolare Gesù in vista della grande prova. Esse non erano in armonia né con il piano divino della salvezza del mondo né con l'esempio di abnegazione dato da Gesù, e potevano produrre nei discepoli uno stato d'animo opposto a quello che Gesù voleva. Per queste ragioni il Salvatore pronunciò uno dei più severi rimproveri mai usciti dalle sue labbra... Satana faceva il possibile per scoraggiare Gesù e distoglierlo dalla sua missione. Pietro con il suo amore cieco collaborava inconsapevolmente con lui. Il principe del male gli aveva ispirato quel pensiero e quel desiderio... CeC 310 4 Voleva che gli occhi di Pietro contemplassero la gloria terrena, rifiutando la croce che Gesù indicava. Tramite Pietro Satana tentava ancora Gesù. Ma il Salvatore non lo ascoltò. Pensò al suo discepolo, di fronte al quale Satana si era posto per impedire che il suo cuore fosse toccato dal sacrificio del Cristo per lui. Le parole di Gesù non erano tanto dirette a Pietro quanto a colui che le aveva ispirate per separarlo dal suo Redentore. "Vattene via da me, Satana". Gesù lo invitava a non intromettersi fra lui e il suo discepolo, affinché potesse rivelargli direttamente il mistero del suo amore. Fu un'amara lezione per Pietro che lentamente comprese che la strada del Cristo, sulla terra, passava attraverso la sofferenza e l'umiliazione. L'apostolo era riluttante a partecipare alle sofferenze del Cristo. Ma poi, davanti alla prova, avrebbe apprezzato quei momenti di dialogo. Molto tempo dopo, quando il suo corpo si era già curvato sotto il peso degli anni e delle fatiche, scriverà: "Diletti, non vi stupite della fornace accesa in mezzo a voi per provarvi, quasi ché vi avvenisse qualcosa di strano. Anzi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevene, affinché anche alla rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi giubilando". 1 Pietro 4:12,13 DA 415,416 ------------------------Pietro Imapara Una Grande Lezione, 3 novembre CeC 311 1 Il Signore disse ancora: «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano. Ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai ritornato, conferma i tuoi fratelli". Luca 22:31,32 CeC 311 2 Coraggioso, aggressivo, sicuro di sé, intuitivo e uomo d'azione, Pietro sbagliò spesso e spesso fu ripreso; tuttavia, la sua affettuosa lealtà e la sua devozione a Gesù furono riconosciute ed elogiate. Il Salvatore trattò questo discepolo impetuoso con pazienza e amore, cercando di frenarne la sicurezza e di insegnargli l'umiltà, l'ubbidienza e la fiducia. Ma solo in parte la lezione fu assimilata... CeC 311 3 Diverse volte Gesù cercò di anticipare ai discepoli le scene del suo processo e del suo martirio... CeC 311 4 Ma Pietro protesta e dice: "Dio non voglia! Questo non ti avverrà mai!" Matteo 16:22.... "Signore, sono pronto ad andare con te in prigione e alla morte!" Luca 22:33. CeC 311 5 Quando, nel cortile del sommo sacerdote, le parole del rinnegamento furono pronunciate; quando l'amore e la fedeltà del discepolo, risvegliati dallo sguardo di pietà, d'amore e di tristezza rivoltogli dal Salvatore, ricondussero Pietro in quel giardino dove Gesù aveva pregato e pianto; quando le lacrime causate dal suo rimorso caddero sul suolo, furono di sollievo al suo spirito le parole del Maestro. Il Cristo, avendo previsto la sua caduta, non lo aveva abbandonato alla disperazione. CeC 311 6 Se lo sguardo che Gesù rivolse a Pietro fosse stato di condanna invece che di tenerezza, se nel predire il tradimento egli avesse trascurato di parlare di speranza, come sarebbero diventate fitte le tenebre che lo avvolgevano! CeC 311 7 Colui che non poteva risparmiare l'angoscia al suo discepolo, non lo lasciò solo nell'amarezza. Questo è l'amore che non viene meno e che non abbandona. CeC 311 8 Gli esseri umani, inclini al male, non possono leggere nel cuore, non ne conoscono le lotte e i dolori, perciò hanno bisogno di imparare a rimproverare con amore, a percuotere non per ferire ma per guarire, a esortare per infondere speranza. Ed 88-91 ------------------------La Richiesta Di Una Madre Affezionata, 4 novembre CeC 312 1 A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono posto a sedere col Padre mio sul suo trono. Apocalisse 3:21 CeC 312 2 In un'altra occasione Giacomo e Giovanni presentarono attraverso la loro madre la richiesta che fosse loro concesso di occupare le posizioni più elevate nel regno di Cristo. Nonostante Gesù li avesse ripetutamente istruiti circa la natura del suo regno, questi giovani discepoli nutrivano ancora la speranza che si trattasse di un Messia politico, secondo quelle che erano le aspettative del popolo.... CeC 312 3 Ma il Salvatore rispose: "Voi non sapete quel che chiedete. Potete voi bere il calice che io sto per bere?" Sebbene ricordassero i suoi misteriosi accenni riguardanti il suo processo e la sua sofferenza, i due risposero fiduciosi: "Sì, lo possiamo". Matteo 20:22 (Luzzi). Essi avrebbero reputato grande onore poter provare la loro lealtà condividendo tutto ciò che stava per accadere al loro Signore... CeC 312 4 "Voi certo berrete il mio calice", affermò Cristo- e sarete battezzati con il battesimo con cui sono battezzato io..." CeC 312 5 Giacomo e Giovanni avrebbero condiviso le sofferenze del loro Maestro: l'uno era destinato a una rapida morte per spada e l'altro avrebbe seguito il suo Maestro più a lungo di tutti i discepoli, servendolo ed esponendosi all'ignominia e alla persecuzione. "Ma quant'è al sedermi a destra e a sinistra -- egli continuò -- non sta a me il darlo, ma è per quelli a cui è stato preparato dal Padre mio". Matteo 20:23 CeC 312 6 Non si ottiene una buona posizione nel regno di Dio attraverso gli uffici di una persona in vista. Non si guadagna un favore o una concessione che non siano già stati offerti a ogni uomo. Tale buona posizione è data dal carattere; essa dipende dall'avvenuta trasformazione dell'intero essere attraverso l'opera della grazia del nostro Signor Gesù Cristo... CeC 312 7 Colui che starà più vicino a Cristo sarà la persona che avrà più profondamente vissuto il suo spirito di sacrificio e di amore, un amore che "non si vanta, non si gonfia..., non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non sospetta il male", un amore che motiva il discepolo, come motivò nostro Signore, a dare tutto, a vivere, servire e sacrificare persino la propria vita per la salvezza dell'umanità. AA 541-543 ------------------------Il Discepolo Che Gesù Amava, 5 novembre CeC 313 1 Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo. 1 Giovanni 4:19 CeC 313 2 Giovanni si distingue dagli altri apostoli come "il discepolo che Gesù amava". Giovanni 21:20 Egli sembra aver goduto in particolar modo dell'amicizia di Cristo: numerose sono le prove della sua fiducia e del suo amore. Egli fu uno dei tre che assistettero alla manifestazione della gloria del Salvatore sul monte della trasfigurazione e alla sua agonia nel Getsemani. Alle sue, nostro Signore affidò la madre durante le sue ultime ore di angoscia sulla croce. Ibid. 539 CeC 313 3 Giovanni aveva un vivo desiderio di amore, di simpatia e di compagnia. Egli si stringeva a Gesù, gli sedeva al fianco, si appoggiava sul Suo petto. Come il fiore cerca il sole e la rugiada, così egli beveva la luce e la vita divina. Ed 87 CeC 313 4 La profonda e ardente devozione di Giovanni per il suo Maestro non era la causa dell'amore di Cristo per lui, ma l'effetto di quell'amore. Giovanni desiderava diventare come Gesù e sotto l'influsso trasformatore dell'amore di Cristo divenne umile e mansueto. Si identificò col Cristo, più di ogni suo compagno... Giovanni conobbe il Salvatore attraverso l'esperienza personale. Le lezioni del Maestro furono scolpite sulla sua anima. E quando testimoniò dell'amore del Salvatore il suo linguaggio fu semplice, eloquente e impregnato di quell'amore che aveva permeato tutto il suo essere. Il profondo amore che Giovanni provava per Cristo lo spinse a desiderare di essere sempre al suo fianco. Il Salvatore amò tutti i dodici, ma Giovanni fu l'anima più ricettiva. Essendo più giovane degli altri, egli aprì con maggiore fiducia il suo cuore a Gesù. Egli entrò in speciale confidenza col Cristo. Questa esperienza gli permise di approfondire, nei suoi scritti e nella sua testimonianza diretta, gli insegnamenti spirituali del Salvatore... CeC 313 5 Giovanni poté parlare dell'amore del Padre come nessun altro discepolo. Egli rivelò ai suoi simili ciò che era nella sua anima, rappresentando con il suo carattere gli attributi di Dio... Il suo volto irradiò la bellezza della santità che lo aveva reso simile a Cristo. Egli contemplò, in adorazione e devozione, il Salvatore fino a quando per l'intima comunione e la somiglianza con lui non arrivò al punto di riflettere nella propria persona il carattere del Maestro. AA 544,545 ------------------------Un Contrasto Tra Giovanni E Giuda, 6 novembre CeC 314 1 Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch'egli come camminò lui. 1 Giovanni 2:6 CeC 314 2 La vita dell'apostolo Giovanni è un esempio della vera santificazione. Durante gli anni vissuti con Gesù, il Salvatore ammonì e consigliò questo suo discepolo, ed egli accettò i suoi rimproveri. Contemplando il carattere del Figlio di Dio, Giovanni comprese i suoi difetti personali e ne fu umiliato.... CeC 314 3 La potenza, la gentilezza, la maestà, l'umiltà, la forza e la pazienza manifesti nella vita del Salvatore riempirono la sua anima di ammirazione. Egli sottomise il suo temperamento vendicativo e ambizioso alla potenza rigeneratrice di Cristo e l'amore divino trasformò il suo carattere. La santificazione conseguita nella vita di Giovanni è in evidente contrasto con l'esperienza del suo compagno Giuda... CeC 314 4 Giovanni lottò duramente contro i propri difetti, invece Giuda violò la sua coscienza e cedette alla tentazione vincolandosi sempre più alle sue malvagie abitudini.... CeC 314 5 Giovanni e Giuda rappresentano coloro che professano di essere seguaci di Cristo. Questi discepoli ebbero le stesse opportunità di studiare e seguire l'esempio divino. Entrambi furono in stretto contatto con Gesù ed ebbero il privilegio di ascoltare i suoi insegnamenti. Ciascuno di loro possedeva dei seri difetti di carattere ed ebbe uguale accesso alla grazia divina che trasforma il carattere. Ma mentre l'uno imparò da Gesù in umiltà, l'altro si rivelò non un facitore della Parola ma solo un suo uditore. L'uno, rinunciando a se stesso e vincendo il peccato, fu santificato dalla verità; l'altro, resistendo alla potenza rigeneratrice della grazia e indulgendo nell'egoismo, divenne schiavo di Satana. La trasformazione del carattere rivelata nella vita di Giovanni è il risultato della vera comunione con Cristo. In un individuo possono esserci seri difetti, tuttavia quando diventa un vero discepolo di Cristo, la potenza della grazia divina lo rigenera e lo santifica. Contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, egli è mutato nel suo essere: questa trasformazione lo renderà simile all'oggetto della sua adorazione. AA 557-559 ------------------------Giuda, Schiavo Del Denaro, 7 novembre CeC 315 1 Allora uno dei dodici, di nome Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti, e disse loro: «Quanto mi volete dare, perché io ve lo consegni?». Ed essi gli contarono trenta sicli d'argento. Matteo 26:14,15 CeC 315 2 Per natura Giuda era molto attaccato al denaro, ma non era stato mai così corrotto da commettere un'azione come quella che aveva progettato; egli aveva così tanto coltivato l'avarizia da farne la regola dominante della sua vita e l'amore per il denaro era prevalso sull'amore per Gesù. Lasciandosi dominare da questo vizio, divenne succube di Satana... CeC 315 3 Giuda era molto stimato dai discepoli, su cui esercitava un forte influsso. Aveva un'alta opinione delle proprie capacità e considerava gli altri inferiori a lui nella capacità di valutazione e nell'abilità. Pensava che essi non sarebbero riusciti a cogliere le occasioni giuste e a trarne profitto, e che la chiesa non sarebbe mai giunta alla prosperità avendo come capi degli uomini dalla visione limitata. Pietro era impulsivo e avrebbe agito sconsideratamente; Giovanni, che ascoltava attentamente le parole di Gesù, era considerato da Giuda come un cattivo amministratore; Matteo, che aveva imparato dalla sua professione a essere preciso in tutto, era molto scrupoloso nell'onestà, ascoltava rapito le parole di Gesù e, secondo il giudizio di Giuda, era così assorbito da tutte queste cose che non gli si poteva affidare nessun compito difficile e di ampia portata. Giuda giudicava tutti i discepoli in questo modo e pensava che la chiesa si sarebbe trovata in difficoltà senza le sue doti di amministratore. DA 717,718 CeC 315 4 La storia di Giuda illustra la triste conclusione di una vita che avrebbe potuto essere gloriosa agli occhi del Signore. Se Giuda fosse morto prima dell'ultimo viaggio a Gerusalemme, avrebbe occupato un posto molto importante fra i dodici e la sua scomparsa avrebbe lasciato un gran vuoto. L'infamia che attraverso i secoli è rimasta legata al suo nome dipende da quello che egli fece verso la fine della sua vita. Ma il suo carattere è stato manifestato al mondo per servire come avvertimento a tutti coloro che, come lui, avrebbero tradito la loro sacra missione.... CeC 315 5 Per trenta sicli d'argento, il costo di uno schiavo, vendette il Signore della gloria votandolo alla vergogna e alla morte. Ibid. 716 ------------------------Una Chance Per Tutti, 8 novembre CeC 316 1 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Matteo 7:21 CeC 316 2 Non tutti coloro che pretendono di essere collaboratori del Cristo sono dei veri discepoli. Fra quelli che portano il suo nome, e vengono considerati suoi collaboratori, molti non manifestano il suo carattere... Fino alla fine dei tempi la zizzania crescerà insieme al buon grano... Nella sua misericordia e nella sua pazienza Dio sopporta i malvagi e anche gli ipocriti.. Fra i discepoli scelti dal Cristo c'era Giuda il traditore: dobbiamo forse essere sorpresi o scoraggiati perché anche oggi esistono falsi discepoli? Se colui che sa leggere nei cuori ha potuto accettare chi lo avrebbe tradito, non dovremmo forse dimostrare pazienza nei confronti di coloro che sbagliano? D'altra parte coloro che sembrano più colpevoli non sono tutti come Giuda. Pietro, impulsivo, presuntuoso spesso assunse atteggiamenti peggiori di Giuda. In molte occasioni venne rimproverato dal Salvatore, ma poi condusse una vita di sacrificio e consacrazione. Quale testimonianza rese alla potenza della grazia di Dio! MH 492 CeC 316 3 Cristo confrontò Giuda e l'impulsivo Pietro con Sé stesso, non perché Giuda fosse bramoso e appassionato di Pietro, ma affinché potessero imparare da Lui, il loro grande Maestro e diventare, come Lui, altruisti, mansueti e umili di cuore. Gesù vide molti lati buoni in entrambi. Giuda possedeva capacità finanziarie e sarebbe stato utile per la chiesa se solo avesse portato nel suo cuore gli insegnamenti di Cristo riguardo all'egoismo, frode e avarizia, anche nelle piccole questioni della vita. 4T, 486 CeC 316 4 Come non è lecito mettere in dubbio la verità del cristianesimo per la presenza nella chiesa di membri indegni, allo stesso modo i cristiani non dovrebbero scoraggiarsi a causa di questi falsi fratelli. Qual era la situazione nella chiesa primitiva? Anania e Safira si unirono ai discepoli. Simone, il mago, fu battezzato. Dema, che in seguito abbandonò Paolo, era annoverato fra i credenti. Giuda Iscariota rientrava nel numero degli apostoli. Il Redentore non vuole perdere una sola anima. La Sua esperienza con Giuda mostra la pazienza con cui si relazione con la perversità della natura umana... Egli ci esorta a essere pazienti e indulgenti, come anche Lui lo è con noi. COL 71,72 ------------------------Lo Sapeva Solo Gesù, 9 novembre CeC 317 1 Il Figlio dell'uomo certo se ne va secondo che è scritto di lui; ma guai a quell'uomo per mezzo del quale il Figlio dell'uomo è tradito! Sarebbe stato meglio per lui di non essere mai nato". Matteo 26:24 CeC 317 2 I discepoli ignoravano completamente il piano di Giuda. Solo Gesù lo conosceva, ma non lo smascherò perché desiderava intensamente salvarlo... CeC 317 3 Il suo cuore gridava: "Come posso abbandonarti alla tua sorte?" Giuda avvertì la forza di quell'amore. Mentre le mani del Salvatore lavavano quei piedi sporchi e li asciugavano, Giuda ebbe un fremito interiore e sentì l'impulso di confessare il suo peccato. Ma non volle umiliarsi; indurì il suo cuore, e allora le vecchie inclinazioni, per un momento soggiogate, prevalsero nuovamente in lui. Giuda si scandalizzò perché Gesù lavava i piedi ai discepoli. Pensava che umiliandosi in quel modo dimostrava di non essere il re d'Israele. Tutte le sue speranze di onori terreni svanirono e si convinse che non c'era nulla da guadagnare a seguire Gesù.... CeC 317 4 Preso improvvisamente da un impulso diabolico decise di completare contro il suo Signore l'opera che aveva iniziato. DA 645 CeC 317 5 Giuda, il traditore, era presente a quel servizio sacro. Anch'egli ricevette da Gesù i simboli del suo corpo spezzato e del suo sangue versato, e udì le sue parole: "Fate questo in memoria di me". Accanto all'Agnello di Dio, il traditore meditava i suoi foschi propositi e accarezzava pensieri di vendetta. Ibid. 653 CeC 317 6 Nella cena della Pasqua, Gesù dimostrò ulteriormente la sua divinità rivelando le intenzioni del traditore. Ibid. 720 CeC 317 7 Sino a quel momento Giuda non aveva oltrepassato il limite della possibilità del pentimento. Ma quando si allontanò dalla presenza del Signore e dei suoi discepoli, prese l'estrema decisione. Aveva superato il limite. Ibid 654,655 CeC 317 8 Quanti oggi, come Giuda, stanno tradendo il loro Signore! The SDA Bible Commentary ------------------------Uno Studente Lento A Comprendere, 10 novembre CeC 318 1 Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: "Mostraci il Padre"? Giovanni 14:9 CeC 318 2 Filippo, che sarebbe stato alla testa di uno dei gruppi che componevano gli apostoli, fu il primo discepolo cui Gesù rivolse l'invito di seguirlo... Aveva ascoltato gli insegnamenti di Giovanni Battista e lo aveva udito mentre indicava in Gesù l'Agnello di Dio. Filippo era un sincero ricercatore della verità, ma era lento a credere. Sebbene la voce del cielo avesse proclamato che Gesù era Figlio di Dio, per Filippo era "Gesù figliuolo di Giuseppe, da Nazareth". Giovanni 1:45. La sua mancanza di fede si manifestò anche quando cinquemila persone vennero sfamate. Per metterlo alla prova Gesù gli chiese: "Dove compreremo noi del pane perché questa gente abbia da mangiare?" La risposta di Filippo rivelò l'insufficienza della sua fede: "Duecento denari di pane non bastano perché ciascun di loro n'abbia un pezzetto". Giovanni 6:5,7. Gesù era addolorato. Sebbene avesse visto le sue opere e avesse conosciuto la sua potenza, Filippo non aveva ancora fede. DA 292.293 CeC 318 3 Nonostante Dio si era rivelato mediante il Cristo, Filippo desiderava che fosse rivelato in forma corporea. Cristo disse: È possibile che dopo aver camminato con Me, ascoltato i miei insegnamenti, visto i miracoli compiuti e i malati guariti dalla terribile lebbra, altri resuscitati tra cui anche Lazzaro, di cui il corpo aveva già subito la decomposizione, tu ancora non mi conosci? Come possibile che tu non riconosci il Padre che opera per mezzo di me? Dio non può essere visto in forma corporea da nessun essere umano. Solo Cristo rappresenta il Padre davanti a tutta l'umanità. The Bible Commentary 5, 1142 CeC 318 4 La fede infantile di Natanaele era in netto contrasto con l'incredulità di Filippo. Aveva un'indole generosa e accettava con fiducia le realtà invisibili. Ma Filippo stava imparando alla scuola del Cristo e il Maestro accettò con pazienza la sua lentezza a credere. Quando lo Spirito Santo venne sparso sui discepoli, Filippo divenne un maestro secondo la volontà di Dio. Sapeva ciò che diceva e insegnava con una tale sicurezza da produrre profonde convinzioni nei suoi uditori. DA 293 ------------------------Sul Terreno Del Nemico, 11 novembre CeC 319 1 Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere. 1 Corinzi 10:12 CeC 319 2 Quando Cristo alla vigilia del suo tradimento avvertì i Suoi discepoli dicendo: Voi tutti sarete scandalizzati di me questa notte, perché sta scritto: "Percuoterò il Pastore e le pecore saranno disperse. Ma dopo che sarò risuscitato, io vi precederò in Galilea". E Pietro gli disse: «Anche se tutti gli altri si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò". Marco 14:27-29 Pietro non si rendeva conto del pericolo che correva, la fiducia in sé lo traeva in inganno. Egli credeva di essere in grado di resistere alle tentazioni, ma in poche ore arrivò la prova, e rinnegò il suo Signore con giuramenti e imprecazioni. COL 152 CeC 319 3 Pietro non aveva voluto farsi riconoscere, e con la sua aria indifferente era sceso sul terreno del nemico, dove divenne facile preda della tentazione. Se avesse dovuto combattere per il Maestro, sarebbe stato un soldato coraggioso; ma si mostrò vile appena un dito sprezzante si puntò contro di lui. Molte persone, che son pronte a combattere per Gesù, rinnegano la loro fede appena diventano oggetto di scherno. Frequentando compagnie pericolose, ci si mette sulla strada della tentazione. Si invita il tentatore e si giunge a dire e a fare cose che non si sarebbero mai compiute in altre circostanze. Il discepolo di Gesù che ai nostri giorni dissimula la propria fede per timore delle sofferenze e della vergogna, rinnega il Maestro, come fece Pietro nel cortile del palazzo. DA 712 CeC 319 4 Quanto il canto del gallo gli ricordò le parole di Cristo, sorpreso e sconvolto da ciò che aveva appena fatto si voltò e guardò il Suo Maestro. In quello stesso momento Gesù guardò Pietro, e in quello sguardo triste, in cui erano mescolati la compassione e l'amore, Pietro comprese sé stesso. Si allontanò e piange amaramente. Quello sguardo di Gesù gli frantumò il cuore. Pietro era arrivato al punto di svolta e si pentì amaramente del suo peccato... Ora tutta quella sicurezza di sé non c'era più... CeC 319 5 Pietro cadde perché si sentiva autosufficiente, ma fu anche riscattato per essersi poi pentito e umiliato. La sua esperienza è d'incoraggiamento per ogni peccatore pentito. COL 152-155 ------------------------Finalmente Convertito, 12 novembre CeC 320 1 Gli chiese per la terza volta: Simone di Giona, mi ami tu? Giovanni 21:17 CeC 320 2 Come nel caso di Pietro una tale domanda era necessaria per esaminare il suo cuore, oggi è altrettanto necessaria per tutti noi. I germogli possono essere tagliati di continuo, ma fino a quando la radice del male rimane, non avverrà un restauro completo. Essa farà spuntare e contaminerà quelli che sono intorno a noi. Il male che si trova nella profondità dell'anima, deve essere raggiunto e quindi rimosso... CeC 320 3 Quando, per la terza volta, Cristo chiese a Pietro: "Mi ami?"- la sonda raggiunse il centro dell'anima. Allora Pietro finora autosufficiente, cadde sulla Roccia e confessò: "Signore, Tu sai tutte le cose, Tu sai che io ti amo". Una tale contrizione deve assumere ogni anima che ha disonorato Dio e ha provocato la sofferenza di Cristo; essa dovrebbe confessare di aver rinnegato la verità e la Sua giustizia. Se l'anima tentata sopporta la prova, mentre la sonda penetra nella sua anima, essa è in grado di riconoscere che in sé è morta, tuttavia è ancora viva per Dio. CeC 320 4 Alcuni affermano che se un'anima inciampa e cade, non potrà mai riguadagnare la sua posizione; ma il caso di Pietro testimonia il contrario... Affidando a Pietro un incarico non indifferente, Gesù dà prova di fiducia nella sua conversione. L'apostolo era stato chiamato non solo nutrire le pecore ma, anche gli agnelli. Una tale opera, delicata e ampia, finora era stata affidata per la prima volta. The SDA Bibel Commentary 5, 1152 CeC 320 5 L'umiltà di Pietro, ora era abbastanza evidente da comprendere le parole di Cristo e, senza ulteriori interrogativi, il discepolo una volta irrequieto, orgoglioso e sicuro di sé divenne sottomesso e contrito. Una volta avendolo rinnegato, ora seguì davvero il suo Signore con tutta l'umiltà. Solo al pensiero che Cristo non lo avesse respinto, Pietro si sentì confortato e benedetto. La luce di Cristo era in lui. Semmai avesse dovuto subire anche lui la crocefissione, doveva essere con la testa in giù. Colui che ha partecipato da vicino alle sofferenze di Cristo, sarà anche partecipe della Sua gloria quando siederà sul trono della sua gloria. ibid ------------------------Caiafa, 13 novembre CeC 321 1 Stracciate il vostro cuore e non le vostre vesti e tornate all'Eterno, il vostro DIO, Gioele 2:13 CeC 321 2 Gli ebrei usavano strapparsi gli abiti alla morte dei loro amici, ma i sacerdoti non dovevano farlo. Il Cristo stesso aveva dato a Mosè un comandamento esplicito a questo proposito. Cfr. Levitico 10:6. CeC 321 3 Tutto quello che il sacerdote indossava doveva essere intatto e senza macchia. I suoi paramenti rappresentavano il carattere del Cristo. Dio non poteva accettare nulla che non fosse perfetto, nella veste e nella condotta, nelle parole e nello spirito. Dio è santo, e il servizio terreno doveva dare un'idea della sua gloria e della sua perfezione... L'uomo può lacerare il proprio cuore per mostrare uno spirito umile e contrito; e Dio apprezza questo. Ma le vesti sacerdotali non dovevano essere strappate, perché ciò avrebbe falsato la rappresentazione delle realtà divine. DA 708.709 CeC 321 4 Quando Cristo si dichiarò Figlio di Dio, Caiafa, con finto stupore strappò la sua veste e accusò il Santo d'Israele di bestemmia. The SDA Bible Commentary 5, 1104 CeC 321 5 Il sommo sacerdote aveva fatto proprio ciò che il Signore aveva comandato di non fare, di conseguenza si rese colpevole di bestemmia... Lo strappo dell'abito sacerdotale avrebbe dovuto impressionare la gente, perché quel suo gesto ingiuriava Gesù stesso. Egli, sommo sacerdote, macchiandosi di bestemmia, il cui cuore era pieno di malvagità, osò condannare Gesù come bestemmiatore. Ibid. 1105 CeC 321 6 Quanto era diverso il vero sommo sacerdote dai falsi e corrotti Caiafa. Cristo, puro e incontaminato, senza macchia di peccato, stava in piedi davanti al falso sommo sacerdote. Cristo piange per la trasgressione di ogni essere umano. Prese su di Sé persino la colpa e l'ipocrisia di Caiafa, mentre indossava una finta veste sacerdotale. No, Cristo non strappò la Sua veste, era la Sua anima che subì un grave dolore. La sua veste di carne umana fu lacerata alla croce; Egli prese su di Sé i peccati di tutta la razza umana. ibid 1105 CeC 321 7 Oggi, coloro che affermano di essere cristiani, rischiano di strappare le loro vesti, manifestando il pentimento esteriore, fasullo, mentre i loro cuori non sono stati né inteneriti né contriti. Ibid. 1104,115 ------------------------Pilato, 14 novembre CeC 322 1 Allora Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che anzi il tumulto cresceva sempre più, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». Matteo 27:24 CeC 322 2 Se Pilato fosse stato fermo sin dall'inizio e si fosse rifiutato di condannare un uomo che trovava senza colpa, avrebbe infranto quella catena fatale che lo avrebbe legato al rimorso per tutta la vita. Se avesse proclamato chiaramente le sue convinzioni intorno alla giustizia, gli ebrei non avrebbero osato imporgli la loro volontà. Certo, Gesù sarebbe stato ugualmente condannato a morte, ma Pilato non ne avrebbe avuto la responsabilità. Invece Pilato, a poco a poco aveva violato la propria coscienza. Aveva trovato pretesti per non giudicare con giustizia ed equità, e ora si trovava in balia dei sacerdoti e dei capi. L'incertezza e l'indecisione provocarono la sua rovina... DA 732 CeC 322 3 Angosciato e confuso, Pilato guardò il Salvatore. In quella frenesia generale, solo il suo volto era sereno. Pareva che intorno al suo capo risplendesse una dolce luce. Pilato si convinse della sua divinità. Volgendosi verso la folla, disse: "Io sono innocente del suo sangue. Prendetelo e crocifiggetelo, ma ricordatevi, o sacerdoti e capi, che io dichiaro che Egli è giusto. Colui che Egli chiama suo Padre condanni voi e non me per ciò che è successo in questo giorno". Poi volgendosi a Gesù gli disse: "Perdonami per questo atto. Io non posso salvarti" ... Pilato voleva liberare Gesù, ma non poteva farlo senza mettere a repentaglio la sua posizione e il suo onore. Piuttosto che perdere la sua potenza terrena, preferì sacrificare una vita innocente. Quante persone, per evitare perdite o sofferenze, sacrificano i princìpi nello stesso modo. La coscienza e il dovere indicano una strada, mentre l'interesse personale ne indica un'altra. Pilato cedette ai capricci della folla, e piuttosto che correre il rischio di perdere il suo posto, consegnò Gesù perché fosse crocifisso. Nonostante tutte le sue precauzioni, gli capitò in seguito proprio quello che temeva: gli onori gli vennero tolti; perse il suo alto incarico e, ferito nell'orgoglio e tormentato dai rimorsi, morì non molto tempo dopo la crocifissione del Cristo. Nella stessa maniera, tutti coloro che scendono a compromessi con il peccato, ne ricaveranno soltanto dolore e rovina. "V'è tal via che all'uomo par dritta, ma finisce col menare alla morte". Proverbi 14:12. Ibid 738 ------------------------Cristo Porta La Croce, 15 novembre CeC 323 1 Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dai campi, e gli misero addosso la croce, perché la portasse dietro a Gesù. Luca 23:26 CeC 323 2 Gesù aveva appena varcato il cancello della casa di Pilato quando gli fu messa la croce sulle spalle lividi e sanguinanti che era destinata per Barabba. Quando Gesù oppresso e indebolito dal gran peso, cadde svenuto, fu frustrato fino a sangue. Una volta rialzatosi, la croce fu di nuovo posta sulle Sue spalle e fu costretto ad avanzare. Barcollando, fece alcuni passi, ma poi cadde di nuovo a terra come se fosse senza vita. I sacerdoti e la folla di gente anziché provare compassione. Lo ingiuriavano e lo schernivano. Nel vedere la Sua debolezza compresero che per lui era impossibile portare questo strumento di tortura. Perplessi, compresero che nessuno tra quella folla si sarebbe umiliato per portare la croce sul luogo di esecuzione. Manuscript 41,1887 CeC 323 3 La folla che seguì il Salvatore vacillante, lo schernì e lo insultò perché non poteva più portare questa croce di legno. Tutti videro i deboli passi di Cristo sottomesso alla tortura, ma nei loro cuori non vi era un minimo segno di compassione per il Figlio di Dio... CeC 323 4 Finalmente, uno sconosciuto di nome Simone, un Cireneo, sentì la folla urlare insulti come "Fai posto al re dei Giudei". Allora l'uomo si fermò per lo stupore ad esprimere la sua compassione: A quel punto venne afferrato e costretto a prendere lui la croce per portarla avanti... CeC 323 5 Quel servizio a cui lo costrinsero fu una benedizione per lui, e ne fu sempre grato alla Provvidenza. Quell'atto lo indusse ad accettare spontaneamente, la croce di Cristo e a portarla sempre volentieri. La compagnia di Gesù, ogni parola che uscì dalle labbra di Cristo era stata scolpita sulla sua anima. Simone, d'ora in poi divenne un credente. Ibid. 103, 1897 ------------------------Ricordati Di Me!, 16 novembre CeC 324 1 Poi disse a Gesù: «Signore, ricordati di me quando verrai nel tuo regno Luca 23:42 CeC 324 2 Una luce di consolazione giunse a Gesù agonizzante: la preghiera del buon ladrone... Egli non era un criminale incallito, era stato traviato da cattive compagnie... CeC 324 3 Nel passato aveva visto e udito Gesù, e si era anche convinto della verità dei suoi insegnamenti; ma i sacerdoti e i capi lo avevano distolto. Per soffocare le sue convinzioni, si era abbandonato sempre di più al peccato, finché era stato arrestato, riconosciuto colpevole e condannato alla morte della croce. Si era trovato insieme con Gesù nella sala del tribunale e lungo la strada sino al Calvario. Aveva udito la dichiarazione di Pilato: "Non trovo in lui alcuna colpa". Giovanni 19:4. Ne aveva notato il comportamento divino e il perdono per i suoi accusatori... CeC 324 4 Si convinse che era il Cristo. Si volse al suo compagno di pena e gli disse: "Non hai tu nemmeno timore di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?" Luca 23:40. I malfattori morenti non avevano più nulla da temere dagli uomini, ma uno di loro era convinto che ci fosse un Dio da temere e un futuro terribile. E in quel momento in cui la sua vita di peccato stava per concludersi... CeC 324 5 Al momento della condanna quel ladro era disperato, ma ora nascevano in lui nuovi e consolanti pensieri. Si ricordò delle parole di Gesù, della guarigione dei malati, del perdono dei peccati.... CeC 324 6 Lo Spirito Santo illuminava la sua mente e a poco a poco lo convinceva. In Gesù ferito, insultato, appeso al legno della croce, vide l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Con una voce mista di angoscia e disperazione, quel moribondo gridò al Salvatore morente: "Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno!" Luca 23:42 CeC 324 7 Immediatamente giunse la risposta con parole potenti, melodiose e compassionevoli: "In verità, in verità, io ti dico oggi, che sarai con me in paradiso" ... CeC 324 8 Le espressioni di fede e amore del ladrone pentito consolarono il suo cuore. DA 749-751 ------------------------Amicizia, Non Più Segreta, 17 novembre CeC 325 1 Dopo queste cose, Giuseppe d'Arimatea che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di poter prendere il corpo di Gesù; e Pilato glielo permise. Egli dunque venne e prese il corpo di Gesù. Or venne anche Nicodemo, che in precedenza era andato di notte da Gesù, portando una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Giovanni 19:38,39 CeC 325 2 Né Giuseppe né Nicodemo avevano accettato apertamente il Salvatore mentre era in vita. Temevano che un tale atto li escludesse dal sinedrio, e speravano piuttosto di poterlo aiutare con la loro presenza in quel concilio. Per un po' di tempo pensarono di esservi riusciti; ma i sacerdoti, invidiosi, vedendo la loro simpatia per Gesù, ne avevano contrastato i piani; e durante la loro assenza, Gesù era stato condannato alla crocifissione. Ora che il Salvatore era morto non c'era più ragione di nascondere il loro affetto per lui; e mentre i discepoli avevano paura di farsi riconoscere in quanto tali, Giuseppe e Nicodemo vennero coraggiosamente in loro aiuto... CeC 325 3 Nicodemo, quando vide Gesù innalzato sulla croce, si ricordò delle parole che il Maestro gli aveva detto quella notte sul monte degli Ulivi: "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna". Giovanni 3:14, 15. Durante il sabato che Gesù passò nel sepolcro, Nicodemo ebbe modo di riflettere. Una luce chiara illuminò la sua mente, ed egli comprese le parole che Gesù gli aveva detto. Si rese conto di quanto aveva perduto non seguendo pienamente il Salvatore mentre era in vita. Ripensò a tutti gli avvenimenti del Calvario. La preghiera di Gesù per i suoi crocifissori, la sua risposta alla richiesta del ladrone morente parlarono al cuore di quel dotto membro del sinedrio. CeC 325 4 Rivide il Salvatore nella sua agonia e riudì il suo ultimo grido: "È compiuto!", simile a quello di un conquistatore. Rivide la terra scossa dal terremoto, il cielo oscurato, la cortina lacerata, le pietre che si schiantavano, e la sua fede trionfò per sempre. Gli eventi che avevano fatto svanire le speranze dei discepoli, convinsero Giuseppe e Nicodemo della divinità di Gesù. I loro timori furono vinti dal coraggio di una fede ferma e incrollabile. Ibid 773-776 ------------------------I Dubbi Di Tommaso, 18 novembre CeC 326 1 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". Giovanni 20:29 CeC 326 2 Quando Gesù incontrò per la prima volta i discepoli nella camera alta, Tommaso non era presente. Egli udì la testimonianza degli altri ed ebbe numerose prove della risurrezione di Gesù; ma il suo cuore rimase pieno di dubbi e amarezza... Era deciso a non credere, e per tutta una settimana rimuginò sulla sua disgrazia, in oscuro contrasto con la speranza e la fede dei suoi fratelli... CeC 326 3 Sebbene amasse ardentemente il suo Signore, aveva permesso alla gelosia e alla sfiducia di impossessarsi della sua mente e del suo cuore. Ibid 807 CeC 326 4 Tommaso affermò con decisione e sicurezza che non avrebbe creduto se non avesse toccato con le sue dita i segni dei chiodi e con la sua mano il costato dove era stato inflitto il colpo di lancia... Quando Gesù incontrò nuovamente i discepoli, Tommaso era con loro... Gesù gli concesse la dimostrazione che desiderava... EW 188 CeC 326 5 l suo cuore trasalì di gioia, e gettandosi ai piedi di Gesù esclamò: "Signor mio e Dio mio!" Giovanni 20:28 Gesù accolse quell'omaggio, ma dolcemente lo rimproverò per la sua incredulità. Molti che, come Tommaso, desiderano rimuovere dal loro cuore ogni dubbio, non vedranno mai esauditi i loro desideri, ma si radicheranno sempre più nell'incredulità... CeC 326 6 Il modo in cui Gesù agì nei confronti di Tommaso contiene una lezione per tutti i suoi discepoli. Il suo esempio indica come dovremmo comportarci nei confronti di coloro che sono deboli nella fede e coltivano i loro dubbi. Gesù non investì Tommaso di rimproveri e neppure polemizzò con lui, ma gli si manifestò. Tommaso era stato irragionevole imponendo le condizioni della sua fede; ma Gesù, con il suo amore generoso e la sua stima, abbatté tutte le barriere. Raramente la polemica vince l'incredulità... CeC 326 7 Ma se Gesù si rivela come il Salvatore crocifisso, pieno di amore e misericordia, allora molte labbra si lasceranno sfuggire involontariamente la confessione di Tommaso: "Signor mio e Dio mio!" DA 807 ------------------------La Libertà Religiosa, 19 novembre CeC 327 1 Ma Pietro e Giovanni, rispondendo loro, dissero: «Giudicate voi, se è giusto davanti a Dio ubbidire a voi, piuttosto che a Dio. Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo visto e udito». Atti 4:19,20 CeC 327 2 Durante il giorno seguente la guarigione dello zoppo, Anna e Caiafa, con i dignitari del tempio, si riunirono per il processo, e i prigionieri furono portati dinanzi a loro. In quella stessa stanza e di fronte ad alcuni degli stessi uomini presenti, Pietro aveva vergognosamente rinnegato il suo Signore. Egli si ricordò distintamente di questo, mentre stava per essere processato. Questa era l'opportunità per porre rimedio alla sua codardia... CeC 327 3 Il Pietro che aveva rinnegato Cristo nell'ora del suo più grande bisogno era impulsivo e pieno di sé, mentre il Pietro che si trovava ora dinanzi al Sinedrio era un uomo molto diverso. Dopo la caduta, egli era stato convertito. Ora non era più orgoglioso ed esaltato ma umile e modesto. Era ripieno dello Spirito Santo, e con l'aiuto della sua potenza decise di cancellare l'infamia della sua apostasia, onorando il nome di Colui che aveva disonorato... AA 62,63 CeC 327 4 Il principio per il quale i discepoli resistettero senza paura, quando, in risposta all'ordine di non parlare più nel nome di Gesù dichiararono: "Giudicate voi se è giusto, nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anziché a Dio" è lo stesso che sostennero gli evangelici durante la Riforma. Quando nel 1529 i principi tedeschi si riunirono alla dieta di Spira, fu presentato il decreto dell'imperatore il quale limitava la libertà religiosa e proibiva l'ulteriore diffusione delle dottrine protestanti... CeC 327 5 Noi dobbiamo sostenere fermamente questo principio. La bandiera della verità e della libertà religiosa che allora venne difesa dai fondatori della chiesa evangelica e dai testimoni di Dio durante i secoli, in questo ultimo conflitto è stata affidata nelle nostre mani.... CeC 327 6 Dobbiamo riconoscere che i governi umani sono delle istituzioni stabilite da Dio e che è nostro sacro dovere ubbidire a essi, quando questi agiscono nella loro legittima sfera. Ma quando le loro leggi sono in conflitto con la legge di Dio, noi dobbiamo ubbidire a Dio invece che agli uomini. La Parola di Dio deve essere riconosciuta superiore a tutte le legislazioni umane. "Così dice l'Eterno" non deve essere sostituito con" Così dice la Chiesa" o con" Così dice lo Stato". La corona di Cristo deve essere innalzata al di sopra dei diademi delle potestà umane. Ibid 68,69 ------------------------Gestione Dei Beni Di Dio Nel Modo Sbagliato, 20 novembre CeC 328 1 Quando fai un voto all'Eterno, il tuo DIO, non tarderai ad adempierlo, perché l'Eterno, il tuo DIO, te ne chiederà certamente conto e tu saresti colpevole. Deuteronomio 23:21 CeC 328 2 La breve ma terribile storia di Anania e Saffira è una testimonianza per tutti quelli che si professano di essere cristiani. Questa importante lezione, purtroppo non ha avuto un peso sufficiente sulle menti della nostra gente ... La prova di cui parla questa lezione è spaventosa e dovrebbe far sì che non si ripeta più nella nostra vita: Ma affinché questo non accada più, per evitare una punizione, dobbiamo imparare a portare il rispetto al Signore e ai Suoi comandamenti... Anania e sua moglie Saffira avevano il privilegio di ascoltare il Vangelo predicato dagli apostoli ... Mentre sotto l'influenza diretta dello Spirito di Dio si impegnarono a dare al Signore una parte dei loro terreni; ma dal momento in cui non furono più sotto influenza celeste, le loro promesse furono indebolite e iniziarono a interrogarsi e a ritirarsi dall'adempimento dell'impegno che avevano fatto ... Vinse quindi la bramosia. Vergognandosi di far sapere ai fratelli della loro decisione egoistica, ossia di aver trattenuto ciò che avevano promesso a Dio, ricorrono alle bugie... a causa delle loro menzogne subirono una morte istantanea. 4T 462,463 CeC 328 3 Questo esempio dell'odio di Dio per l'avarizia, la frode e l'ipocrisia, fu dato come un segnale di pericolo, non solo alla chiesa primitiva, ma a tutte le future generazioni. Era l'avarizia che Anania e Saffira coltivavano all'inizio. Il desiderio di trattenere per se stessi una parte di ciò che era stato promesso al Signore, li spinse alla frode e all'ipocrisia... Ma quando il cuore è sensibilizzato dall'influsso dello Spirito Santo, e si fa il voto di dare una certa somma, quello che ha fatto la promessa non ha più nessun diritto sulla parte consacrata. Quando si fanno promesse di questo genere agli uomini si è obbligati a mantenerle; non si ha un obbligo maggiore quando le si fanno a Dio? Molti spendono denaro a profusione per la propria gratificazione. Uomini e donne spendono per il proprio piacere e per soddisfare i propri gusti, mentre portano a Dio, quasi malvolentieri, una misera offerta. Queste persone dimenticano che Dio, un giorno, chiederà di rendergli conto dell'uso che hanno fatto dei suoi beni, ed Egli non accetterà più la loro misera offerta come non accettò l'offerta di Anania e Saffira. AA 75,75 ------------------------Martire Per Cristo, 21 novembre CeC 329 1 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, avendo fissati gli occhi su di lui, videro il suo volto simile al volto di un angelo. Atti 6:15 CeC 329 2 Stefano, il primo dei sette diaconi, era un uomo di grande pietà e di profonda fede.... Egli era molto attivo nel servizio che svolgeva in onore di Cristo, e proclamava con fermezza la sua fede. Rabbini colti e dottori della legge partecipavano a discussioni pubbliche con lui, illudendosi di ottenere una facile vittoria. Ma "non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava". Atti 6:10... CeC 329 3 Come i sacerdoti e i capi del popolo eletto videro l'influsso che la predicazione di Stefano esercitava sul popolo, andarono su tutte le furie... Decisero comunque arrestare Stefano e lo portarono dinanzi al concilio del Sinedrio per processarlo. CeC 329 4 Saulo da Tarso era presente, ed ebbe una parte rilevante nell'accusare Stefano. Egli usò l'eloquenza e la logica tipica dei rabbini per convincere il popolo che Stefano stava predicando delle dottrine ingannevoli e pericolose. Egli si accorse che Stefano possedeva una conoscenza completa del piano che Dio aveva ideato per portare a termine l'evangelizzazione del mondo... CeC 329 5 Sui visi crudeli delle persone che lo circondavano, il prigioniero lesse il suo destino; ma la sua fede non vacillò. Non temeva più la morte. Ad un tratto, la scena che gli era dinanzi svanì. Egli alzò gli occhi al cielo e vide la gloria del regno di Dio, e Cristo in piedi accanto al suo trono, già pronto a sostenere il suo fedele servitore. Ibid, 97-101 CeC 329 6 In ogni epoca i messaggeri scelti da Dio sono stati disprezzati e perseguitati, ma grazie alle loro sofferenze si p diffusa la conoscenza di Dio... Quando Stefano, uomo nobile ed eloquente, venne lapidato su ordine del sinedrio, la sua morta non rappresentò una sconfitta per l'opera del Vangelo. La luce divina che illuminava il suo volto, la compassione manifestata nella sua ultima preghiera convinsero Saulo, fariseo fanatico e membro del sinedrio. Da persecutore diventò uno strumento di cui Dio si servì per far conoscere il nome di Gesù Cristo ai Gentili, ai re e ai figli d'Israele. MB 33,34 ------------------------Quanti Sforzi Per Un Solo Uomo, 22 novembre CeC 330 1 Or un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: «Alzati e va' verso il mezzogiorno, sulla strada che da Gerusalemme scende a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino. Atti 8:26,27 CeC 330 2 Notate quanti sforzi furono fatti per un solo uomo, un etiope! 8T,57 CeC 330 3 Questo etiope era un uomo di ottima reputazione e di grande autorità. Dio vide che quando si sarebbe convertito, egli avrebbe dato ad altri la luce che aveva ricevuto e che avrebbe esercitato un forte influsso in favore del Vangelo. Gli angeli di Dio proteggevano quest'uomo assetato di verità, mentre si avvicinava al Salvatore. Mediante l'intervento dello Spirito Santo, il Signore lo aveva portato in contatto con un uomo che poteva condurlo alla verità.... CeC 330 4 Filippo fu guidato ad andare dall'etiope a spiegargli la profezia che stava leggendo. "Accostati, e raggiungi codesto carro... CeC 330 5 Il cuore dell'etiope esultò con interesse quando gli furono spiegate le Scritture, e quando il discepolo terminò, lui era pronto ad accettare la luce ricevuta. L'eunuco non fece della sua elevata posizione sociale una scusa per rifiutare il Vangelo... CeC 330 6 Questo etiope rappresenta una larga classe di individui che hanno bisogno di essere istruiti da missionari come Filippo, da uomini che quando odono la voce di Dio, vanno dove Egli li manda. Molte persone leggono la Bibbia ma non riescono a capire il suo vero significato. Nel mondo ci sono uomini e donne che stanno cercando ansiosamente il cielo. Queste anime assetate di luce innalzano a Dio preghiere e piangendo chiedono la grazia divina e lo Spirito Santo. Molti sono ai confini del regno di Dio, in attesa di essere raccolti in esso... Un angelo guidò Filippo a un uomo in cerca di luce, e che era pronto per ricevere il Vangelo. Anche oggi, gli angeli sono pronti a guidare i passi di quegli operai che permettono allo Spirito Santo di santificare ogni loro talento e di dirigere il loro sguardo fiducioso verso il cielo. AA 107-109 CeC 330 7 Colui che inviò Filippo ad aiutare l'etiope, o Pietro dal centurione romano e la ragazzina israelita da Naaman, il capitano dell'esercito siriano, oggi invia uomini, donne e giovani per aiutare coloro che hanno bisogno dell'intervento divino. MH 473 ------------------------La Prima Dorcas, 23 novembre CeC 331 1 Or in Ioppe c'era una discepola di nome Tabitha, che significa Gazzella; ella faceva molte buone opere e molte elemosine. Atti 9:36 CeC 331 2 A Ioppe, città situata vicino a Lidda, viveva una donna chiamata Tabita, che era molto apprezzata per le sue buone opere. Ella era degna discepola di Gesù, e la sua esistenza era stata caratterizzata da numerosi atti di carità. Sapeva chi aveva bisogno di indumenti e chi aveva bisogno di conforto, e liberamente serviva il povero e il sofferente... "E avvenne in que' giorni ch'ella infermò e morì". Atti 9:37 ... E avendo udito che Pietro si trovava a Lidda, i credenti mandarono dei messaggeri... E come fu giunto, lo menarono nella sala di sopra; e tutte le vedove si presentarono a lui piangendo, e mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva, mentre era con loro". Atti 9:38, 39 ... CeC 331 3 Comprendendo il dolore che lo circondava, il cuore di Pietro si riempì di compassione. E dopo aver ordinato che tutti uscissero dalla stanza, egli si inginocchiò, e pregò con fede Dio affinché ridesse a Tabita la vita e la salute... Tabita aveva svolto un grande servizio per la chiesa, e Dio ritenne giusto riportarla indietro dalla terra del nemico. In tal modo la sua abilità e le sue energie potevano essere ancora una benedizione per gli altri, inoltre con questa manifestazione della sua potenza la causa di Cristo poteva essere rafforzata... AA 131,132 CeC 331 4 Bambini e giovani dovrebbero imparare dalla Bibbia come Dio ha onorato il lavoro. Nelle scuole dei profeti, gli studenti costruirono il locale per riunirsi, e in loro favore Dio fece il miracolo di recuperare un'ascia presa in prestito e caduta in un fiume. 2 Re 6:1-7. Gesù stesso era un falegname e Paolo un fabbricante di tende, entrambi unirono al lavoro manuale di artigiani il ministero supremo; l'elemento umano collabora con il divino. Quel bambino che diede i cinque pani d'orzo permise al Salvatore di compiere il grande miracolo della moltiplicazione dei pani per sfamare la moltitudine. Tabita era sarta e fu risuscitata perché potesse continuare a cucire tuniche per i poveri; la donna avveduta descritta nel libro dei Proverbi: "Si procura lana e lino, e lavora gioiosa con le proprie mani... distribuisce il cibo alla famiglia e il compito alle sue serve... Pianta una vigna.... Di una tale persona Dio dice: "Ella sarà lodata. Datele del frutto delle sue mani, e le opere sue la lodino alle porte della città". Proverbi 31:30, 31. Ed, 217 ------------------------Nessuna Frontiera Tra Le Nazioni, 24 novembre CeC 332 1 Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite davanti a Dio, come una ricordanza; or dunque manda degli uomini a Ioppe e fa' chiamare Simone, soprannominato Pietro. Egli si trova presso un certo Simone, conciatore di pelli, che ha la casa vicino al mare; egli ti dirà ciò che devi fare". Atti 10:4-6 CeC 332 2 La chiarezza di queste indicazioni, le quali informavano non solo circa il nome ma anche circa l'occupazione dell'uomo presso cui Pietro albergava, mostra che il cielo è al corrente con la storia e gli affari degli uomini in ogni momento della vita. Dio è familiare con l'esperienza e il lavoro dell'umile operaio quanto con quelli di un re che governa il suo regno. AA 133,134 CeC 332 3 Mentre stavo leggendo su ciò che il Signore abbia fatto per Cornelio, il mio cuore si è intenerito. Cornelio era un ufficiale dell'esercito romano, ma camminava in conformità alla luce che aveva ricevuto. Il Signore gli ha inviato un messaggio speciale dal cielo e, con un altro messaggio, ha ordinato a Pietro di visitarlo e di portarli la luce. 6T 79 Cornelio fu felice di obbedire alla visione... AA 134. CeC 332 4 Così il Vangelo fu portato a coloro che erano stati stranieri ed esclusi, rendendoli concittadini con i santi, e membri della famiglia di Dio. La conversione di Cornelio e della sua famiglia fu solo uno dei primi frutti di una grande mietitura. L'opera del Vangelo, dalla casa del centurione, si diffuse in tutta quella città pagana. Oggi, Dio sta cercando anime da salvare sia tra gli umili che tra i nobili e i potenti. Ci sono molti uomini come Cornelio, che il Signore vuol portare in contatto con la sua opera nel mondo. Uomini la cui simpatia è per il popolo di Dio, ma che rimangono vincolati al mondo dai loro legami sociali. Queste persone hanno bisogno di molto coraggio per mettersi dalla parte di Cristo. È necessario fare degli sforzi speciali per raggiungere queste persone, che sono in grande pericolo, a causa delle loro responsabilità e delle associazioni a cui aderiscono. AA 139,140 CeC 332 5 Dalla storia di Cornelio (atti 10) impariamo che Dio guiderà tutti quelli che sono disposti a essere guidati, esattamente come è stato guidato Cornelio. Il suo cuore è stato toccato dalle parole di un suo servo e per mezzo della preghiera. Egli lo preparò a ricevere la luce dall'alto. In Heavenly Places 322 ------------------------In Tutto Il Mondo..., 25 novembre CeC 333 1 Allora Pietro, aperta la bocca, disse: «In verità io comprendo che Dio non usa alcuna parzialità. Come Pietro entrava, Cornelio gli andò incontro, gli si gettò ai piedi e l'adorò. Atti 10:34,35 CeC 333 2 Fu qui a Ioppe che Pietro fu chiamato da Dio per portare il Vangelo a Cornelio, in Cesarea... CeC 333 3 Fino allora nessuno dei discepoli aveva predicato il Vangelo ai Gentili. Nella loro mente, il muro di separazione distrutto dalla morte di Cristo, esisteva ancora, e la loro opera era stata confinata agli ebrei, perché avevano ritenuto che i Gentili fossero esclusi dalle benedizioni del Vangelo. Ora il Signore cercò di insegnare a Pietro che il piano divino includeva il mondo intero.... CeC 333 4 Con quanta attenzione agì il Signore per far superare a Pietro il pregiudizio contro i Gentili che era stato inculcato nella sua mente dall'educazione ebraica che gli era stata impartita! Con la visione del lenzuolo e del suo contenuto, Dio cercò di allontanare la mente dell'apostolo da questo pregiudizio, e di insegnare l'importante verità che in cielo non c'è riguardo alla qualità delle persone: giudei e Gentili sono ugualmente preziosi agli occhi di Dio. Mediante Cristo i pagani possono condividere assieme al popolo della promessa le benedizioni e i privilegi del Vangelo.... CeC 333 5 Per Pietro quest'ordine fu una prova, e fu con riluttanza che intraprese questo dovere, ma non osava disubbidire.... CeC 333 6 Mentre Pietro presentava Gesù come l'unica speranza per il peccatore, egli stesso comprese meglio il significato della visione. La mente di Cornelio fu illuminata dallo stesso spirito di verità che poco prima aveva proclamato.... CeC 333 7 Quando i fratelli in Giudea udirono che Pietro era andato nella casa di un Gentile, e che vi aveva predicato, furono sorpresi e offesi. Essi temevano che questa sua condotta, che reputavano presuntuosa, si sarebbe dimostrata controproducente... CeC 333 8 Pietro spiegò loro l'accaduto.... Convinti che Pietro avesse agito in diretta armonia con il piano di Dio, e che il loro pregiudizio e il loro esclusivismo fosse totalmente contrario allo spirito del Vangelo, essi glorificarono Dio, dicendo: "Anche ai pagani Dio ha offerto l'occasione di convertirsi perché possano partecipare alla sua vita". Atti 11:18. AA 132-142 ------------------------Un Angelo Protettore, 26 novembre CeC 334 1 Quando rientrò in sé, Pietro disse: «Ora per certo riconosco che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalle mani di Erode. Atti 12:11 CeC 334 2 Il giorno dell'esecuzione di Pietro era stato finalmente fissato, ma le preghiere dei credenti salivano ancora in cielo; e mentre tutte le loro energie e la loro simpatia erano spese nell'innalzare appelli di soccorso, gli angeli di Dio proteggevano l'apostolo prigioniero... Erode in questa occasione prese doppie precauzioni. Per prevenire tutte le possibilità di fuga, Pietro fu messo sotto il controllo di sedici soldati i quali, in differenti turni, facevano la guardia di giorno e di notte. Nella cella, egli era posto tra due soldati, con i polsi incatenati da due catene, ognuna delle quali era legata al polso di uno dei soldati. Pietro non poteva muoversi senza che loro lo sapessero. Con le porte della prigione ben chiuse, e la costante guardia, non esisteva alcuna possibilità di liberazione e di fuga mediante forze umane. Ma l'impossibilità dell'uomo è l'opportunità di Dio... Erode stava alzando la sua mano contro l'Onnipotente, ed egli sarebbe stato totalmente sconfitto. Dio, manifestando la sua potenza, avrebbe salvato quella vita preziosa che i giudei volevano distruggere. Erode stava alzando la sua mano contro l'Onnipotente, ed egli sarebbe stato totalmente sconfitto. Dio, manifestando la sua potenza, avrebbe salvato quella vita preziosa che i giudei volevano distruggere.... Un potente angelo è mandato dal cielo a liberare Pietro...ibid 145,146 CeC 334 3 Tutti gli esseri e le potenze del cielo osservano la lotta che, sotto circostanze apparentemente scoraggianti, i seguaci di Dio stanno conducendo. Nuove conquiste saranno acquisite, nuovi onori vinti, quando i cristiani, innalzando la bandiera del Redentore, avanzeranno per lottare il buon combattimento della fede. Tutti gli angeli celesti, sono al servizio dell'umile, credente popolo di Dio, e mentre l'armata degli operai del Signore su questa terra canta inni di lode, il coro celeste si unisce a loro dando lode a Dio e al suo Figlio. Noi dobbiamo comprendere sempre meglio la missione degli angeli. Sarebbe bene ricordare che ogni figlio di Dio ha la cooperazione degli esseri celesti. Potenti eserciti invisibili, sostengono gli umili e i poveri che credono e attendono le promesse di Dio. Cherubini, serafini, e angeli che eccellono in forza, stanno alla destra di Dio, "tutti spiriti ministratori, mandati a servire a pro di quelli che hanno da eredare la salvezza". Ebrei 1:14 ibid 154 ------------------------Uniti Al Cielo, 27 novembre CeC 335 1 L'Angelo dell'Eterno si accampa attorno a quelli che lo temono e li libera. Salmo 34:7 CeC 335 2 Tutte queste esperienze: quella di Filippo che diretto da un angelo fu condotto a incontrarsi con un cercatore di verità; quella di Cornelio, visitato da un angelo che portava un messaggio da Dio; quella di Pietro che imprigionato e condannato a morte, fu liberato da un angelo, mostrano l'intima connessione che esiste tra il cielo e la terra. CeC 335 3 Gli operai di Dio, essendo a conoscenza di queste visite angeliche, dovrebbero rafforzarsi e avere coraggio. Oggi come nei giorni degli apostoli, messaggeri celesti attraversano la terra in tutta la sua ampiezza, cercando di confortare i sofferenti, di proteggere gli impenitenti, e di vincere i cuori degli uomini a Cristo. Noi non possiamo vederli personalmente; nondimeno essi sono con noi, per guidarci, dirigerci, e proteggerci.... CeC 335 4 Il cielo è connesso con la terra da quella mistica scala, la cui base è fermamente fissata sulla terra, mentre la cima raggiunge il trono dell'Infinito. Gli angeli costantemente ascendono e discendono questa scala di straordinario splendore, recando le preghiere dei bisognosi e dei sofferenti al Padre celeste, e portando benedizioni, speranza, coraggio e aiuto ai figli degli uomini. Questi angeli di luce creano un'atmosfera celeste intorno all'anima, innalzandola verso l'invisibile e l'eterno. Noi non possiamo contemplare la loro forma con i nostri occhi umani; solo mediante visioni spirituali possiamo discernere le cose celesti. Solo l'orecchio spirituale può udire l'armonia delle voci celesti... CeC 335 5 Dio comanda ai suoi angeli di salvare i suoi eletti dalle calamità, di proteggerli dalla "peste che va attorno nelle tenebre", e dallo "sterminio che infierisce in pieno mezzodì". Salmi 91:6 CeC 335 6 Sempre e in ogni epoca degli angeli hanno parlato agli uomini come l'uomo parla a un amico, e li hanno guidati in luoghi sicuri. In tutte le età degli angeli con parole d'incoraggiamento hanno rialzato gli spiriti depressi, guidando le loro menti a cose che sono al di là di quelle terrene, e facendo loro contemplare, mediante la fede, gli abiti bianchi, le corone, le palme della vittoria, che i vincitori riceveranno quando circonderanno il grande trono divino. Ibid. 152,153 ------------------------Sulla Via Di Damasco, 28 novembre CeC 336 1 Or avvenne che, mentre era in cammino e si avvicinava a Damasco, all'improvviso una luce dal cielo gli folgorò d'intorno. E, caduto a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" Atti 9:3,4 CeC 336 2 Il fiero vigore e la forza intellettuale di un dottore della legge di Gerusalemme si unirono, nell'opera del Vangelo, alla fede e all'esperienza dei discepoli galilei. Cittadino romano, nato in una città pagana, giudeo non solo di nascita ma anche e soprattutto per educazione, per ardore patriottico e per fede religiosa, allevato a Gerusalemme dal più eminente dei rabbini, istruito in tutte le leggi e le tradizioni dei padri, Saulo da Tarso rappresentava totalmente l'orgoglio e i pregiudizi della sua nazione. Ancora giovane, diventò membro onorato del Sinedrio e fu da tutti considerato uomo dal grande avvenire, difensore zelante dell'antica fede. Nelle scuole teologiche di Giudea la Parola di Dio era stata messa da parte e sostituita dalle speculazioni umane; era stata defraudata della sua potenza dalle interpretazioni e dalle tradizioni rabbiniche.... CeC 336 3 Nel loro odio verso gli oppressori romani, essi nutrivano il proposito di riconquistare con la forza delle armi la loro supremazia nazionale. I seguaci di Cristo, il cui messaggio di pace era così contrario ai loro ambiziosi progetti, erano odiati e messi a morte. In questa persecuzione, Saulo fu uno dei più duri e inflessibili protagonisti... CeC 336 4 Alla porta di Damasco, la visione di colui che era stato crocifisso cambiò l'intero corso della sua vita. Il persecutore diventò un discepolo; l'insegnante diventò un allievo. I giorni di tenebre trascorsi a Damasco furono per la sua esperienza come anni interi. Gli scritti dell'Antico Testamento accumulati nella sua mente costituirono l'oggetto dei suoi studi e Gesù fu il suo maestro. Ed 64,65 CeC 336 5 Paolo non pensava di fare il minimo sacrificio convertendosi dall'fariseismo al vangelo di Cristo... Quando scoprì di trovarsi su una strada sbagliata, si unì grazie alla luce ricevuta a un popolo che voleva perfino scacciarlo... Eppure egli insegnò Cristo, visse nell'amore di Cristo e subì il martirio per l'amore di Cristo. Manuscript 41, 1894 ------------------------Saulo Diventa Paolo, 29 novembre CeC 337 1 Allora egli, tutto tremante e spaventato, disse: «Signore, che vuoi ch'io faccia?». E il Signore: «Alzati ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che devi fare». Atti 9:6 CeC 337 2 Nella meravigliosa conversione di Paolo vediamo il potere miracoloso di Dio .... CeC 337 3 Gesù si rivelò proprio a Paolo, uno dei più grandi nemici di Cristo, allo scopo di fermare la sua folle carriera di perseguitore affinché diventasse evangelista in mezzo ai Gentili... La luce celeste lo rese momentaneamente cieco; ma Gesù, il grande Guaritore dei ciechi, non lo guarisce. Rispondendo alla domanda di Paolo, disse: "Alzati e vai in città e ti sarà detto cosa devi fare". Gesù non solo avrebbe potuto guarire Paolo dalla sua cecità, ma avrebbe potuto perdonare i suoi peccati e dirgli quale sarebbe d'ora in poi il suo futuro. CeC 337 4 A Cristo non mancava né il potere né la misericordia per ridarli la vista; aspetta il momento della sua conversione. Cristo si è rivelato a Paolo e lo convinse a collaborare con altri Suoi servi da Lui scelti per insegnare la Verità. Gli stessi uomini che Paolo intendeva distruggere, ora dovevano essere i suoi istruttori nella stessa religione che prima disprezzava e perseguitava... CeC 337 5 Un angelo viene inviato ad Anania, ordinandogli di andare in una certa casa dove Saulo stava aspettando e pregando per ricevere istruzioni su ciò che doveva fare ... Era Anania che al posto di Cristo toccò gli occhi di Paolo ed egli recuperò la vista... Inoltre impose le mani su di lui e pregò nel nome di Cristo, e in quel stesso momento Saulo ricevette lo Spirito Santo. CeC 337 6 La meravigliosa luce che Paolo ricevette in quell'occasione lo stupì e lo confuse. Era completamente sottomesso. Una parte dell'opera di Dio non poteva ancora essere data a Paolo; erano gli altri discepoli di Cristo a doversi occupare per ora. Poi, Gesù inviò Paolo in chiesa dai Suoi collaboratori per farsi dire ciò che avrebbe dovuto fare. Gesù, quindi, diede autorità e sanzioni alla Sua chiesa per introdurre Paolo nell'opera. 3T, 429-433 ------------------------Un Inizio In Arabia, 30 novembre CeC 338 1 ...né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai in Arabia e ritornai di nuovo a Damasco. Galati 1:17 CeC 338 2 L'opposizione divenne così feroce che Paolo non poté più svolgere la sua opera in Damasco. Un messaggero celeste gli ordinò di allontanarsi da quel luogo per un periodo di tempo; e lui andò in Arabia, dove trovò un rifugio sicuro. Galati 1:17. CeC 338 3 Qui, nella solitudine del deserto, Paolo ebbe ampia opportunità di studiare e meditare tranquillamente. Egli rifletté con calma sul suo passato, e trascorse molto tempo in pentimento. Cercò Dio con tutto il cuore, senza stancarsi fino a che non ebbe la certezza che il suo pentimento era stato accettato e i suoi peccati perdonati. Paolo desiderava avere la certezza che Gesù sarebbe stato al suo fianco durante il suo futuro ministero. Cancellò dalla sua anima i pregiudizi e le tradizioni che lo avevano guidato fino allora, e ricevette istruzione dalla Fonte della verità. Gesù comunicò con lui e lo stabilì nella fede, riversando su di lui le abbondanti benedizioni della sua grazia e della sua saggezza. The Story of Redemption 274,275 CeC 338 4 Tutti i figli di Dio hanno bisogno di alcuni momenti tranquilli per stare in comunione con se stessi, con la natura e con il Signore.... CeC 338 5 Hanno bisogno di vivere un'esperienza personale nella conoscenza della volontà di Dio. Dobbiamo sentirlo mentre parla personalmente al nostro cuore. Quando abbiamo fatto tacere ogni altra voce, e ci troviamo davanti a lui nella tranquillità e nel silenzio, la voce di Dio diventa distinta... CeC 338 6 In mezzo alla gente che ha fretta e fra le tensioni delle attività quotidiane, coloro che si ritemprano in questo modo saranno circondati da un'atmosfera di luce e pace. Riceveranno nuova forza fisica e spirituale. La loro vita emanerà una specie di profumo e manifesterà una potenza divina che raggiungerà il cuore degli uomini. MH 59,60 ------------------------Paolo Esalta La Croce, 1 dicembre CeC 339 1 Perché mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesù Cristo e lui crocifisso. Così io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore. La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di Potenza. 1 Corinzi 2:2-4 CeC 339 2 Nelle sue predicazioni, Paolo aveva l'abitudine di scegliere il suo stile oratorio. Egli era un uomo dotato per parlare davanti ai re e davanti ai grandi uomini di Atene. Pel preparare i sermoni, spesso approfittava delle sue doti intellettuali. Aveva cercato di usare lo stesso sistema ad Atene, facendo incontrare l'eloquenza con l'eloquenza, la filosofia con la filosofia e la logica con la logica, ma purtroppo non ebbe il successo sperato. Col tempo, dopo una riflessione, comprese di aver bisogno qualcosa di più della saggezza umana... Egli aveva bisogno di ricevere la potenza da una fonte superiore. Per convertire o condannare i peccatori, la missione spirituale di Paolo doveva essere guidata dalla potenza dello Spirito di Dio. Per quella ragione, egli doveva mangiare la carne e bere il sangue del Figlio di Dio. The SDA Bible Commentary 6, 1084 CeC 339 3 Per Paolo la croce era un oggetto di supremo interesse. Da quando era stato indotto ad abbandonare la persecuzione contro i seguaci del Nazareno crocefisso, egli non aveva mai cessato di glorificare la croce... Paolo capì per esperienza personale che quando un peccatore contempla l'amore del Padre, come è rivelato nel sacrificio del Figlio, e si sottomette all'influsso divino, realizza un cambiamento del cuore. In questo modo Cristo può diventare la cosa più importante nell'esistenza di ogni uomo... Al tempo della sua conversione, Paolo fu ispirato con l'ardente desiderio di aiutare i suoi simili a riconoscere Gesù di Nazareth come il Figlio dell'Iddio vivente, come Colui che è capace di trasformare e salvare ogni uomo. Da allora la sua vita era stata totalmente dedicata alla testimonianza dell'amore e della potenza di Gesù crocifisso... Gli sforzi dell'apostolo non furono limitati alla predicazione pubblica; ce n'erano molti che non si sarebbero potuti raggiungere in quel modo... Visitò gli ammalati e i sofferenti, confortò gli afflitti, e rialzò l'oppresso. In tutto ciò che disse e fece, egli glorificò il nome di Gesù... Paolo comprese che la sua forza non proveniva da sé stesso ma dalla presenza dello Spirito Santo che riempiva il suo cuore... Il suo io era nascosto, mentre Cristo era rivelato e innalzato. AA 245-251 ------------------------Un Evangelista - Fabricante Di Tende, 2 dicembre CeC 340 1 In ogni cosa mi sono guardato dall'esservi di aggravio, e anche per l'avvenire me ne guarderò. 2 Corinzi 11:9 CeC 340 2 Di mestiere, Paolo era il fabbricante delle tende, e con questo lavoro si manteneva. Durante il lavoro predicava il Vangelo a coloro con i quali era in contatto, e così facendo fece conoscere la Verità a molti. Non perse occasione di parlare del Salvatore o di aiutare coloro che avevano dei problemi. Lt 107, 1904 CeC 340 3 L'attività dell'apostolo Paolo è una costante testimonianza che il lavoro manuale non può sminuire l'elevato carattere umano o cristiano. Le sue mani logorate non toglievano nulla dalla forza dei suoi appelli, sensibili, intelligenti ed eloquenti... Quelle mani logorate dal lavoro, erano la testimonianza che non dipendeva da nessuno per il suo sostentamento. A volte si toglieva il pane dalla bocca per sostenere i suoi compagni di lavoro che erano nel bisogno. Ha condiviso i suoi guadagni sia con Luca sia con Timoteo perché potesse ottenere l'equipaggiamento necessario per il suo viaggio. Lt 103, 1900. CeC 340 4 L'apostolo diede un esempio contro l'idea già presente in seno alla chiesa, che il Vangelo poteva essere proclamato con successo solo da chi si era completamente liberato dalla necessità di lavorare fisicamente. Egli illustrò in modo pratico ciò che poteva essere fatto da uomini consacrati in tutti i luoghi dove la gente era ignara delle verità evangeliche. La sua condotta ispirò molti umili lavoratori a desiderare di fare quel che era loro possibile per avanzare la causa di Dio, mentre allo stesso tempo lavoravano per mantenersi.... Mentre alcuni che hanno degli speciali talenti sono scelti per dedicare tutte le loro energie all'insegnamento e alla predicazione del Vangelo, molti altri, che non sono mai stati ordinati mediante l'imposizione delle mani, sono chiamati a svolgere un'importante funzione per la salvezza delle anime... Il servitore di Dio che si sacrifica e che lavora instancabilmente predicando e insegnando, porta sul suo cuore un pesante carico... Il salario non influenza il suo lavoro... CeC 340 5 È dal cielo che egli ha ricevuto il suo mandato ed è dal cielo che aspetta la sua ricompensa, quando il lavoro affidatogli sarà completato. AA 355,356 ------------------------Un Falò Redditizio, 3 dicembre CeC 341 1 E molti di coloro che avevano creduto venivano a confessare, e a dichiarare le cose che avevano fatto. Atti 19:18 CeC 341 2 Gli efesini convertiti, bruciando i loro libri di magia, mostravano che tutte le cose nelle quali prima trovavano piacere, erano ora un abominio. Per mezzo della magia essi avevano offeso Dio e rischiato di non essere salvati; e fu proprio contro la magia che ora manifestavano tale indignazione... CeC 341 3 Se i discepoli avessero conservato questi libri si sarebbero esposti alla tentazione; mentre se li avessero venduti avrebbero posto la tentazione nella vita di altri. Essi avevano rinunciato al regno delle tenebre ed erano disposti a fare qualsiasi sacrificio pur di distruggere il suo potere. Così la verità trionfò sul pregiudizio umano e sull'amore per il denaro... L'eco di quegli avvenimenti aveva avuto un effetto che sorprese lo stesso Paolo. La notizia da Efeso circolò altrove, e un forte impeto fu dato alla causa di Cristo. Queste scene durarono nella memoria degli uomini per lungo tempo dopo la morte di Paolo. Molte persone si convertirono al Vangelo a motivo di quei fatti... CeC 341 4 si suppone che nella civilizzazione del ventesimo secolo non esista quella superstizione pagana. Ma la Parola di Dio e la chiara evidenza dei fatti dimostrano che la magia è praticata in questi tempi come lo era ai giorni degli antichi stregoni. Il vecchio sistema di magia è in realtà lo stesso di quello che è ora conosciuto come spiritualismo moderno. Satana sta trovando accesso in migliaia di menti, presentandosi sotto le sembianze di amici defunti. Le Scritture dichiarano che "i morti non sanno nulla". Ecclesiaste 9:5 I loro pensieri, il loro amore, il loro odio, sono scomparsi. I morti non hanno comunione con i viventi. Ma Satana, fedele al suo primo inganno, impiega questo metodo per poter ottenere il controllo delle menti.... Gli stregoni pagani erano ispirati dallo stesso spirito che oggi ispira i medium, i chiaroveggenti e tutte quelle persone che predicono il futuro... Se il velo che è sui nostri occhi fosse sollevato potremmo vedere angeli malvagi impegnare tutte le loro arti per ingannare e distruggere. Satana sta usando la sua potenza ingannatrice ovunque venga esercitato un influsso che conduce gli uomini a dimenticare Dio.... CeC 341 5 L'ammonizione che Paolo diede alla chiesa di Efeso dovrebbe essere presa in considerazione dal popolo di Dio oggi: "Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele!" Efesini 5:11 ibid. 288-290 ------------------------Mentre Sei Ancora Giovane, 4 dicembre CeC 342 1 Nessuno disprezzi la tua giovinezza, ma divieni esempio ai fedeli nella parola, nella condotta, nell'amore, nello Spirito, nella fede e nella castità. 1 Timoteo 4:12 CeC 342 2 Nella storia di Timoteo si possono trovare varie preziose lezioni. Quando fu scelto come maestro, era ancora un ragazzo. Tuttavia aveva ricevuto una corretta educazione grazie alla quale era stato scelto per quel compito. Egli assunse le sue responsabilità con umiltà cristiana. Paolo lo scelse come suo compagno di viaggio perché era fedele e costante in ciò che faceva. Affinché Timoteo non dovesse scontrarsi con offese a causa della sua giovane età, Paolo scrisse: Nessuno disprezzi la tua giovinezza. (1 Timoteo 4:11) Paolo poteva fare questa raccomandazione perché sapeva che Timoteo non era auto sufficiente, anzi aveva bisogno di essere guidato. Ci sono molti giovani che agiscono dietro un impulso piuttosto che con giudizio. Timoteo, invece, chiese ad ogni passo È questa è la via del Signore? Egli non aveva un talento particolare, ma consacrò tutte le sue capacità al servizio di Dio e questo fece di lui un prezioso collaboratore. Il Signore aveva trovato in lui una mente che poteva essere modellata dalla presenza dello Spirito Santo. Oggi, il Signore può usare le menti dei giovani come ha fatto con Timoteo, qualora essi vogliano lasciarsi guidare. È un grande privilegio essere missionario di Dio. Il Signore vi invita a servire i vostri compagni. Cercate quindi coloro che si trovano in pericolo e cercate di aiutarli nell'amore di Cristo. Come i giovani possono conoscere il Salvatore se non vedono le Sue virtù nei Suoi seguaci? The S.D.A. Bible Commentary 7:915. CeC 342 3 Il compito che è stato dato a Timoteo dovrebbe essere preso sul serio in ogni famiglia, e diventare un principio d'educazione sia in ogni famiglia sia in ogni scuola.... La mente dei nostri giovani non deve essere alimentata con le cose futili. Nulla di ciò si trovava nella mente di Timoteo. Egli dovrebbe diventare l'esempio di tutti. I giovani dovrebbero imparare che la conoscenza che viene dal nemico è distruttiva. Satana è un essere molto intelligente; la sua posizione in mezzo a tutti gli angeli era molto importante; ed è proprio questo che lo ha condotto a ribellarsi. Per questa ragione i giovani dovrebbero sottomettersi agli l'insegnamenti delle Sacre Scritture, e intrecciarli nei loro pensieri quotidiani e nella loro vita pratica. Solo allora essi possederanno gli attributi classificati come più alti nelle corti celesti. Essi si nasconderanno con Cristo in Dio, e le loro vite racconteranno la Sua gloria. YI May 5, 1898 ------------------------Sin Da Bambino..., 5 dicembre CeC 343 1 Sin da bambino hai conosciuto le sacre Scritture, le quali ti possono rendere savio a salvezza, per mezzo della fede che è in Cristo Gesù. 2 Timoteo 3:15 CeC 343 2 Nella vita di Timoteo possiamo vedere i vantaggi della vera pietà che lo distingueva. A casa sua regnava un'atmosfera religiosa. La sua spiritualità lo teneva lontano da ogni corruzione. Già dalla tenera età egli conosceva la Sacra Scrittura, dalla quale otteneva grandi benefici ed insegnamenti. The SDA Bible Commentary 7, 919 CeC 343 3 Dio aveva ordinato agli ebrei di insegnare ai figli le sue leggi e di far loro conoscere tutto ciò che aveva compiuto in favore dei loro padri. Questo era un dovere di ogni genitore, che non poteva essere delegato a nessun altro. Non una voce estranea, ma il padre e la madre dovevano istruire con amore i propri bambini. Mentre venivano svolti i compiti di tutti i giorni, il pensiero del bambino doveva essere rivolto a Dio e quindi nelle case degli israeliti venivano spesso raccontate nei dettagli le opere potenti che Dio aveva compiuto per liberare il suo popolo e ricordate le promesse del Redentore... CeC 343 4 I giovani, potevano ricordarsi le grandi verità, le benedizioni divine e la vita futura. Tutti imparavano a scorgere Dio sia nella natura sia nelle parole della rivelazione. Le stelle del cielo, gli alberi, i fiori dei campi, le alte montagne, i ruscelli gorgoglianti, tutto parlava del Creatore. Anche i solenni sacrifici e il culto, che si svolgevano nel santuario, insieme ai messaggi pronunciati dai profeti, rivelavano Dio... Così furono educati Mosè, nell'umile e semplice casa di Goscen, Samuele, dalla fedele Anna, e Davide, nella casa sulla collina a Bethleem. Anche Daniele, che vide i suoi compatrioti strappati dalla terra dei loro padri per andare in cattività. I primi anni di vita del Cristo a Nazareth furono vissuti così; anche il piccolo Timoteo fu educato nello stesso modo, in armonia con la verità delle Sacre Scritture, dalla nonna Loide e dalla madre Eunice. 2 Timoteo 1:5; 2 Timoteo 3:15 PP 592 CeC 343 5 Genitori, c'è da fare una grande opera per Gesù... Satana cerca sempre di attirarli a sé, ma voi potete impedirlo mediante decisi sforzi personali. 1SM 319 ------------------------Tutto Ciò Che Un Bambino Può Diventare, 6 dicembre CeC 344 1 Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità. 2 Timoteo 2:15 CeC 344 2 Paolo amò Timoteo, il suo "vero figliuolo nella fede". 1 Timoteo 1:2 (Luzzi). Il grande apostolo stimolò spesso il giovane discepolo, interrogandolo circa la storia biblica; e mentre viaggiavano di luogo in luogo, gli insegnò accuratamente quegli accorgimenti che avrebbero contribuito al loro successo. AA 204 CeC 344 3 L'affetto tra Paul e Timothy iniziò con la conversione di Timothy; e il legame si era rafforzato quando avevano condiviso le speranze, i pericoli e le difficoltà della vita missionaria, fino a quando sembravano essere una cosa sola. La disparità nella loro età e la differenza nei loro personaggi ha reso il loro amore reciproco più serio. Lo spirito ardente, zelante e indomito di Paolo trovò riposo e conforto nella disposizione mite, cedevole di Timoteo. Il fedele ministero e il tenero amore in questa relazione, avevano illuminato molte ore buie nella vita dell'apostolo ... Tutto ciò che un figlio poteva essere per un padre amato e onorato, il giovane Timoteo era per il provato e solitario Paolo. The SDA Bible Commentary 7, 917 CeC 344 4 Paolo amava Timoteo perché Timoteo amava Dio. IN famiglia ricevette le istruzioni e la Verità ha influenzato in questo giovane la pura pietà e sensibilità libera da falsi sentimenti... Le lezioni della Bibbia influenzarono la sua morale e il suo lato spirituale, senza dimenticare il carattere e la vita pratica. I suoi genitori cooperarono con Dio nell'educare questo giovane a sopportare i fardelli che doveva affrontare in giovane età. Ibid., 918. CeC 344 5 Nel suo lavoro, Timoteo cercò costantemente il consiglio e l'istruzione di Paolo. Egli non agì d'impulso, ma fu ponderato e riflessivo, avendo cura di mantenersi nella via del Signore. Lo Spirito Santo trovò in lui un uomo che poteva essere modellato per divenire un utile ricettacolo della potenza divina... Quando le lezioni della Bibbia vengono messe in pratica nella vita di ogni giorno, esse lasciano una traccia profonda e durevole sul carattere. Timoteo imparò queste lezioni e le praticò. AA 204,205 ------------------------Paolo Passa La Torcia A Timoteo, 7 dicembre CeC 345 1 Ti scongiuro dunque davanti a Dio e al Signore Gesù Cristo, che ha da giudicare i vivi e i morti, nella sua apparizione e nel suo regno: predica la parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina. 2 Timoteo 4:1,2 CeC 345 2 Nella sua l'ultima lettera a Timoteo Paolo presentò al giovane operaio un alto ideale, indicandogli le responsabilità poste su di lui, come ministro di Cristo... Paolo voleva che Timoteo riconoscesse davanti a Dio l'impegno di predicare la Parola, non le opinioni e le usanze degli uomini, sfruttando le diverse occasioni che si presentano: davanti alle grandi folle o ai circoli privati, lungo la strada e davanti al fuoco, agli amici e ai nemici, sia che fosse al sicuro sia che fosse esposto alle difficoltà, al pericolo, alla minaccia e a ogni altro tipo di disagio. Temendo che la mite e docile disposizione di Timoteo potesse portarlo a scansare una parte essenziale del suo lavoro, Paolo lo esortò a essere severo nel rimproverare il peccato, soprattutto quando si trattava di persone colpevoli di grossi mali. Tuttavia egli doveva fare questo con "grande pazienza e sempre istruendo". Timoteo doveva rivelare la pazienza e l'amore di Cristo... CeC 345 3 Non è facile odiare e rimproverare il peccato e allo stesso tempo mostrare pietà e tenerezza per il peccatore. Più ferventi sono i nostri sforzi per ottenere la santità del carattere e della vita, più acuta sarà la nostra percezione del peccato e più decisa la nostra disapprovazione per qualsiasi deviazione dalla verità. Noi dobbiamo stare attenti a non essere esageratamente severi verso la persona che sbaglia; dobbiamo anche stare attenti a non perdere di vista l'immensa iniquità del peccato. Occorre mostrare pazienza e amore cristiano per colui che sbaglia, ma c'è anche il pericolo di mostrarsi troppo tolleranti nei confronti del suo errore: ciò potrebbe indurlo a considerarsi non degno di rimprovero per cui lo rifiuterà come non motivato e ingiusto... Al crescente rigetto della legge divina si aggiunge una crescente disaffezione verso la religione, un aumento dell'orgoglio, dell'amore per il piacere, della disubbidienza ai genitori e dell'indulgenza. In ogni luogo, delle menti investigatrici stanno ansiosamente chiedendo: Cosa può essere fatto per correggere questi mali così allarmanti? La risposta si trova nell'esortazione che Paolo fece a Timoteo: "Predica la Parola". La Bibbia contiene i soli princìpi sicuri. Essa è una trascrizione della volontà di Dio, un'espressione della saggezza divina. Ibid, 501-506 ------------------------Diserzione Di Marco, 8 dicembre CeC 346 1 Soltanto Luca è con me; prendi Marco e conducilo con te, perché mi è molto utile nel ministero. 2 Timoteo 4:11 CeC 346 2 La madre di Marco si era convertita al cristianesimo, e la sua casa in Gerusalemme era diventata un rifugio per i discepoli... CeC 346 3 Marco chiese a Paolo e Barnaba se poteva accompagnarli nel loro viaggio missionario. Egli sentiva la bontà di Dio nel suo cuore, e desiderava consacrarsi completamente all'opera del Vangelo... CeC 346 4 Il loro cammino era stato faticoso. Essi avevano incontrato difficoltà e privazioni ed erano stati circondati da molti pericoli... CeC 346 5 Ma Paolo e Barnaba avevano imparato a confidare nella potenza liberatrice di Dio. I loro cuori erano colmi di zelo e di amore per le anime cadute. Come i buoni pastori che cercano la pecorella smarrita, così essi non pensavano alla loro comodità e convenienza. Dimenticando se stessi, non erano vacillati quando avevano dovuto affrontare la stanchezza, la fame e il freddo. Essi avevano in mente un solo oggetto: la salvezza di coloro che vagavano lontani dal sicuro ovile... CeC 346 6 Fu qui che Marco, sopraffatto dal timore e dallo scoraggiamento, indugiò, per un certo tempo, a consacrarsi all'opera del Signore. Non essendo abituato alle difficoltà, fu scoraggiato dai pericoli e dalle privazioni del viaggio. Mentre gli apostoli avanzavano, affrontando difficoltà sempre più grandi, Marco si scoraggiò, rifiutò di proseguire il viaggio e ritornò a Gerusalemme... CeC 346 7 Questa diserzione condusse Paolo a giudicare Marco sfavorevolmente e anche severamente, per un certo tempo. Barnaba invece era incline a scusarlo a causa della sua inesperienza. Egli desiderava che Marco non abbandonasse il ministero, perché aveva vedute in lui delle qualità che lo avrebbero reso un utile operaio di Cristo. Anni dopo, la sua sollecitudine nei riguardi di Marco fu largamente ricompensata, perché il giovane si consacrò completamente al Signore e all'opera di evangelizzazione in luoghi difficili. Con la benedizione di Dio e sotto la guida di Barnaba, divenne un operaio di grande valore. Ibid. 166-170 ------------------------Marco E Dema, 9 dicembre CeC 347 1 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui. 1 Giovanni 2:15 CeC 347 2 Tra i collaboratori di Paolo a Roma c'erano alcuni dei suoi vecchi compagni di lavoro. Luca, "il medico diletto", Dema e Mark erano anche con lui... CeC 347 3 L'esperienza cristiana di Marco era maturata dalla sua professione di fede fatta anni prima. Studiando più attentamente la vita e la morte di Cristo, egli aveva ottenuto una visione sempre più chiara della missione del Salvatore, delle sue prove e dei suoi conflitti. Leggendo nelle mani e nei piedi feriti di Cristo i segni del suo servizio per l'umanità e la profondità del sacrificio compiuto per salvare i perduti, Marco aveva preso la decisione di seguire il Maestro nel sentiero dell'abnegazione. Ora, condividendo l'esperienza di Paolo prigioniero, egli comprese come mai prima che è meglio conquistare l'amore di Cristo che conquistare il mondo e perdere l'anima per la cui salvezza fu sparso il sangue di Cristo. Affrontando severe prove e avversità, Marco continuò a rimanere saldo nella fede, divenendo un saggio e amato assistente dell'apostolo. CeC 347 4 Dema invece fu fedele per un certo tempo, ma dopo abbandonò la causa di Cristo. Riferendosi a lui, Paolo scrisse: "Dema, avendo amato il presente secolo, mi ha lasciato". 2 Timoteo 4:10 (Luzzi). Per guadagni mondani Dema barattò ogni nobile ed elevato principio. Quale misero scambio! Anche se avesse accumulato ricchezze e onori terreni, Dema sarebbe sempre rimasto povero. Marco, invece, a motivo della sua scelta di soffrire per amore di Cristo, avrebbe posseduto le ricchezze eterne. Egli era reputato in cielo un erede di Dio e un coerede di suo Figlio. Ibid, 454,455 CeC 347 5 Se permettete alla vostra mente di soffermarsi più su Cristo e sul mondo celeste, potrete trovare un potente stimolo e sostegno nella lotta per le battaglie del Signore. Accanto alla bellezza di cristo, tutte le attrazioni terrene sembreranno di poco valore. The Sanctified Life 91 ------------------------Il Padrone E Il Servo, 10 dicembre CeC 348 1 Non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello a me carissimo, ma ora molto più a te, tanto nella carne che nel Signore. Filemone 16 CeC 348 2 La lettera di Paolo a Filemone mostra l'influsso del Vangelo sulla relazione tra padrone e servitore. La schiavitù era una istituzione sanzionata in tutto l'impero romano, e nelle chiese per le quali Paolo lavorò si trovavano sia padroni che schiavi ... Fra quelli che diedero i loro cuori a Dio attraverso gli sforzi di Paolo in Roma, c'era Onesimo, uno schiavo pagano, che aveva derubato il suo padrone Filemone, un credente cristiano di Colosse, che era fuggito a Roma. Paolo, con la sua sensibilità e la sua gentilezza, cercò di alleviare la povertà e l'afflizione del disgraziato fuggitivo, e poi si sforzò di far penetrare nella sua mente offuscata la luce della verità. Onesimo ascoltò le parole della vita, confessò i suoi peccati e fu convertito alla fede di Cristo... Paolo però... lo consigliò di ritornare presto da Filemone, a implorare il suo perdono e a fare progetti per il futuro. L'apostolo promise di provvedere personalmente la somma che era stata rubata a Filemone.... CeC 348 3 Per questo servitore fu una dura prova dover ritornare dal padrone che aveva derubato; nonostante ciò non si trasse indietro dal compiere il proprio dovere.... CeC 348 4 La lettera di Paolo a Filemone mostra l'influsso del Vangelo sulla relazione tra padrone e servitore. La schiavitù era una istituzione sanzionata in tutto l'impero romano, e nelle chiese per le quali Paolo lavorò si trovavano sia padroni che schiavi. Lo scopo dell'apostolo non fu quello di sovvertire arbitrariamente o rapidamente l'organizzazione della società. Questo tentativo avrebbe pregiudicato il successo del Vangelo. Egli insegnò dei princìpi che comunque attaccavano i fondamenti dello schiavismo: se fossero stati messi in pratica, avrebbero sicuramente indebolito l'intero sistema.... CeC 348 5 Quando convertito, lo schiavo diveniva un membro del corpo di Cristo, doveva essere amato e trattato come un fratello, un coerede con il suo padrone delle benedizioni di Dio e dei privilegi del Vangelo. D'altra parte i servitori dovevano adempiere il loro dovere: "Non servendo all'occhio come per piacere agli uomini, ma, come servi di Cristo, facendo il voler di Dio d'animo". Efesini 6:6 Il cristianesimo crea un forte legame di unione fra il padrone e il servo, fra il re e il suddito... Essi sono stati lavati nello stesso sangue, condotti dallo stesso Spirito, e sono diventati una sola persona in Cristo Gesù. AA 456-460 ------------------------Una Corsa È Davanti A Noi, 11 dicembre CeC 349 1 Deposto ogni peso e il peccato che ci sta sempre attorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti, tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede. Ebrei 12:1,2 CeC 349 2 Nell'epistola agli ebrei è indicato l'unico scopo che dovrebbe caratterizzare la corsa cristiana per la vita eterna. Invidia, malizia, perversione, maldicenza, avidità, questi sono i pesi che il cristiano deve abbandonare per riuscire ad aver successo nella corsa per l'immortalità. Ogni abitudine o pratica che conduce al peccato e che disonora Cristo deve essere abbandonata, qualsiasi sacrificio comporti.... "Non sapete voi -- chiese Paolo -- che coloro i quali corrono nello stadio, corrono ben tutti, ma uno solo ottiene il premio?" 1 Corinzi 9:24... CeC 349 3 Non è così nella corsa cristiana. Chiunque osserva le condizioni non rimarrà deluso alla fine della corsa... La corsa non sarà vinta dal più forte. Sia il più debole dei santi che il più forte può rivestire la corona di gloria immortale. Per non condurre in modo incerto o negligente la corsa cristiana, Paolo sottopose sé stesso a una rigida disciplina. Le parole "tratto duramente il mio corpo" letteralmente significano soffocare per mezzo di una severa disciplina i desideri, gli impulsi e le passioni dell'animo umano.... CeC 349 4 Fu proprio questa motivazione interiore di vincere la corsa per ottenere la vita eterna che Paolo desiderò vedere nella vita dei credenti di Corinto. Egli sapeva che per raggiungere l'ideale di Cristo essi avrebbero dovuto lottare tutta la loro vita, senza posa alcuna. Li esortò a lottare, secondo le regole, giorno dopo giorno, cercando la pietà e l'eccellenza morale. Li supplicò di abbandonare ogni peso e di spingersi avanti verso il traguardo della perfezione in Cristo. ibid 312-315 CeC 349 5 Ma in vista del traguardo da raggiungere anche le cose più insignificanti possono diventare le più importanti. Ogni azione getta il suo peso sulla bilancia che determina la vittoria o la sconfitta di una vita. E la ricompensa data sarà in proporzione all'energia e all'ardore con i quali si sono impegnati. Ibid. 313,314 ------------------------Una Voce Allegra, 12 dicembre CeC 350 1 Rallegratevi del continuo nel Signore; lo ripeto ancora: Rallegratevi. Filippesi 4:4 CeC 350 2 Il grande apostolo Paolo era fermo nei suoi doveri e principi; predicava Cristo con grande audacia; non si comportò mai con durezza o fu scortese. Aveva un cuore tenero ed era sempre gentile e premuroso verso gli altri. La cortesia faceva parte del suo carattere, e questo gli dava accesso alla classe più elevata della società. Paolo non ha mai dubitato della capacità di Dio o della Sua volontà di concedergli la grazia di cui aveva bisogno per vivere la vita di un cristiano ... Egli non vive sotto una nuvola di dubbio; si fa strada nella nebbia e nell'oscurità dell'incertezza; non si lamenta a causa delle difficoltà e prove. La sua voce allegra, forte, piena di speranza e coraggio, risuona fino ai nostri giorni. Paolo ebbe una grande esperienza religiosa. L'amore di Cristo e il Suo potere vincolante che lo guidava, era il suo tema preferito. Quando nelle circostanze più scoraggianti, che potevano avere un'influenza deprimente sui cristiani, con grande fermezza diffondeva loro coraggio, speranza e allegrezza... CeC 350 3 La stessa speranza e allegrezza si vede quando è sul ponte della nave, mentre infuria la tempesta intorno a loro, o quando la nave naufraga. Diede ordini al comandante della nave al fine di conservare in vita tutti i passeggeri che si trovavano a bordo. Sebbene sia un prigioniero, si sente libero e felice, perché agiva come se fosse lui stesso un comandante della nave... Quando si trovava davanti ai re e ai dignitari della terra, che tenevano in mano la sua vita, non esitò a rispondere, perché la sua vita era nascosta in Cristo. Con la sua cortesia ha intenerito i cuori di questi uomini di temperamento feroce, uomini malvagi e corrotti, sebbene ancora nel fiore della loro vita... CeC 350 4 Nonostante fosse un prigioniero, la sua condotta si distinse dalla sua grazia ed educazione. Mentre parlava, l'aveva abitudine di allungare la mano, le catene tintinnanti non gli procurarono né vergogna né imbarazzo. Anzi li considerava l'onore e si rallegrava di poter soffrire per la Parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo ... Il suo ragionamento era così chiaro e convincente che fece tremare il re profuso ... Per grazia di Dio, la sua voce, mentre parlava della croce e dell'amore senza pari di Cristo, aveva un tono dolce e chiara. Signs, Nov. 6, 1897; RH, Sept. 8, 1885 ------------------------Verso La Meta, 13 dicembre CeC 351 1 Ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, proseguo il corso verso la mèta, verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù. Filippesi 3:13,14 CeC 351 2 Paolo era un insegnante saggio, e fece molte cose. Le sue lettere sono piene di lezioni istruttive che definiscono i gusti principi. La vocazione di Paolo esigeva di mantenersi con le proprie mani come fabbricante di tende; mentre era in viaggio da un posto all'altro, dove formava le chiese, scrive le lettere alle chiese già fondate, in cui dava istruzioni per come correggere gli eventuali errori. Eppure in queste fatiche dichiarava: Ciò che mi propongo lo faccio. Le responsabilità della sua vita erano molte, eppure teneva sempre davanti a sé questa "unica cosa". Il costante senso della presenza di Dio lo costrinse a tenere sempre gli occhi rivolti a Gesù, l'autore e il facitore della sua fede. Lt 135, 1897. CeC 351 3 Il grande scopo che spinse Paolo a proseguire nonostante le difficoltà e le afflizioni dovrebbe condurre ogni operaio cristiano a consacrarsi completamente al servizio di Dio. Attrazioni mondane cercheranno di allontanare la sua attenzione dal Salvatore, ma egli avanzerà verso la mèta, dimostrando al mondo, agli angeli e agli uomini che la speranza di vedere Dio faccia a faccia è degna di tutti gli sforzi e i sacrifici che il conseguimento di questa speranza richiede. AA 484 CeC 351 4 IL discepolo più povero di cristo può diventare un abitante del cielo, un erede di Dio a un'eredità incorruttibile ed eterna. Che ognuno possa scegliere il dono celeste, diventare un erede di Dio a quell'eredità il cui titolo è protetto da ogni distruttore, mondo senza fine. O scegli il mondo o scegli l'eredità migliore. Insisti nel ricevere il premio della tua alta chiamata in Cristo Gesù. FE 235 CeC 351 5 Presto saremo testimoni dell'incoronazione del nostro Re. Coloro le cui vite sono nascoste con Cristo, coloro che in questa terra hanno combattuto il buon combattimento della fede, saranno con il glorioso Redentore nel regno di Dio. 9T 287 ------------------------"Mi Appello A Cesare...", 14 dicembre CeC 352 1 Allora Paolo disse: «Io sto davanti al tribunale di Cesare, dove devo essere giudicato... Se ho fatto del male e ho commesso qualche cosa degna di morte, non rifiuto di morire; ma se non c'è nulla di vero nelle cose delle quali costoro mi accusano, nessuno può consegnarmi nelle loro mani. Mi appello a Cesare».Atti 25:10,11 CeC 352 2 Fu così che ancora una volta, a causa dell'odio generato dal bigottismo e dall'orgoglio spirituale, un servitore di Dio dovette ricorrere ai pagani per ottenere protezione. Si trattava dello stesso odio che costrinse Elia a fuggire e a cercare soccorso presso la vedova di Sarepta e che forzò i messaggeri del Vangelo a lasciare i giudei per proclamare il messaggio ai Gentili. Ancora oggi il popolo di Dio incontrerà lo stesso odio. In molti che si professano seguaci di Cristo, c'è lo stesso orgoglio, lo stesso formalismo, lo stesso egoismo e lo stesso spirito di oppressione che prevalse nei cuori giudei.... CeC 352 3 Nella grande crisi che presto avverrà, i fedeli servitori di Dio incontreranno la stessa durezza di cuore, la stessa crudele determinazione e lo stesso invincibile odio. Coloro che in quei giorni malvagi, senza timore, serviranno Dio secondo i dettami della coscienza, necessiteranno di coraggio, di fermezza e di una conoscenza di Dio e della sua Parola; perché quelli che saranno fedeli a Dio saranno perseguitati, i loro motivi saranno contrastati, i loro sforzi migliori male interpretati e i loro nomi diffamati. Satana utilizzerà tutta la sua forza ingannatrice per influenzare il cuore e per annebbiare l'intelletto, per fare apparire il male come bene e il bene come male.... CeC 352 4 Dio desidera che il suo popolo si prepari per la crisi che presto arriverà... CeC 352 5 Coloro che avranno conformato la loro vita agli ideali divini rimarranno saldi in quel tempo di prova e avversità. Quando i capi secolari si uniranno con i ministri della religione per dettare legge nelle questioni di coscienza, allora si vedrà chi veramente teme e serve Dio. Quando l'oscurità giungerà al culmine, brillerà al massimo la luce di quel credente che avrà conservato un carattere cristiano. CeC 352 6 E mentre i nemici della verità saranno in ogni lato, pronti a cogliere in fallo i servitori di Dio, il Signore li proteggerà. Dio sarà per loro come l'ombra di una grande roccia in un arido deserto. AA 430-432 ------------------------Divina Guardia Del Corpo, 15 dicembre CeC 353 1 Nella mia prima difesa nessuno è stato al mio fianco, ma mi hanno tutti abbandonato... Il Signore però mi è stato vicino e mi ha fortificato, affinché per mio mezzo la predicazione fosse portata a compimento e tutti i gentili l'udissero; ed io sono stato liberato dalle fauci del leone. 2 Timoteo 4:16,17 CeC 353 2 Quando Paolo fu convocato dinanzi all'imperatore Nerone per il processo, la sua condanna a morte era ormai certa... CeC 353 3 Tra i cristiani di Roma, non ce ne fu uno che gli fosse accanto in questa ora di prova... CeC 353 4 Il nome di Nerone faceva tremare il mondo. Incorrere nel suo sfavore significava perdere le proprietà, la libertà, la vita. Non per nulla il suo malumore era temuto più della peste. L'anziano prigioniero si presentò all'imperatore senza amici né consiglieri. Il volto del regnante portava i segni delle vergognose passioni che lo dominavano. La faccia dell'accusato invece testimoniava che il suo cuore era in pace con Dio. ibid. 492-494 CeC 353 5 Come poteva Nerone, un capriccioso, passionale, depravato tiranno, capire e apprezzare il carattere e le motivazioni di questo figlio di Dio? Quel giorno i due sistemi di istruzione si contrapposero; una vita di autoindulgenza e una vita di totale sacrificio. Uno di fronte all'altro essi rappresentavano due stili di vita; l'egoismi dominatore, che considera che niente è troppo prezioso per essere sacrificato al piacere momentaneo, l'altro, l'abnegata resistenza, fino a rinunciare alla propria vita per il bene degli altri, se questo fosse stato necessario. Il popolo e i giudici... avevano presenziato a molti giudizi ed avevano visto molti criminali, ma mai ebbero l'opportunità di vedere un uomo che esprimeva tanta serenità... CeC 353 6 Mai prima quell'assemblea aveva ascoltato parole simili a queste. Esse fecero vibrare la corda anche dei cuori più induriti. La verità, chiara e convincente, demolì l'errore...Le verità pronunciate in quel giorno erano destinate a scuotere le nazioni. Fedele tra gli infedeli, leale tra gli sleali, si erge come rappresentante di Dio e la sua voce è come una voce dal cielo ... Le sue parole sono come un grido di vittoria sopra il ruggito in mezzo alla battaglia. Signs, Dec. 5, 1906 /Sketches from the Life of Paul 312-315 ------------------------Un Buon Combattimento, 16 dicembre CeC 354 1 Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede. Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione. 2 Timoteo 4:7,8 CeC 354 2 Durante il suo lungo servizio, Paolo non aveva mai vacillato nella fedeltà al suo Salvatore. Ovunque egli fosse, sia davanti ai farisei intriganti o alle autorità romane, sia davanti alla folla inferocita di Listra o ai rei peccatori nella cella macedone, sia che stesse ragionando con gli spaventati marinai della nave naufraga, o fosse solo davanti a Nerone per difendere la sua vita, egli non si era mai vergognato della causa che sosteneva. Il solo grande scopo della sua vita cristiana era stato servire Colui il cui nome una volta egli aveva coperto di infamia. Né l'opposizione né la persecuzione erano stati capaci di distoglierlo dal suo proposito. AA 500 CeC 354 3 La vita di Paolo fu un esempio delle verità che insegnava; tale era la formula del suo successo. Egli era ben cosciente della sua responsabilità, per questo lavorò in intima comunione con Colui che è la fonte della giustizia, della misericordia e della verità... L'amore per il Salvatore fu il perenne motivo che lo sorresse nei conflitti interiori e nella lotta contro il male, mentre proseguiva nel servizio di Cristo lottando contro l'inimicizia del mondo e l'opposizione dei suoi avversari... CeC 354 4 In questi giorni di pericolo, la chiesa ha bisogno di operai che sappiano, come Paolo, essere utili in ogni momento; si badi bene, operai che abbiano una profonda esperienza delle cose di Dio e siano pieni di entusiasmo e di zelo. Uomini santi e pronti al sacrificio, uomini che non fuggano le prove e le responsabilità; uomini coraggiosi e veraci, uomini per cui Cristo è la "speranza della gloria" e che con labbra toccate dal santo fuoco "predicano la Parola". CeC 354 5 I nostri giovani accetteranno la santa chiamata come hanno fatto i loro padri? Stanno preparandosi per riempire il vuoto causato dalla morte del fedele? L'esortazione di Paolo verrà ascoltata, la chiamata al dovere sarà udita, si vinceranno l'egoismo e l'ambizione che lusingano la gioventù? Ibid 507,508 ------------------------Amatevi Gli Uni Gli Altri, 17 Dicembre CeC 355 1 In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l'espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amato in questo modo, anche noi ci dobbiamo amare gli uni gli altri. 1 Giovanni 4:10,11 CeC 355 2 Dopo l'ascensione di Cristo, Giovanni dimostrò di essere un fedele e dinamico operaio per il Maestro.... L'amore per Cristo che splendeva nel suo cuore lo indusse a compiere grandi cose in favore dei suoi simili, specialmente per i fratelli che condividevano la sua stessa fede... Cristo aveva comandato ai suoi primi discepoli di amarsi l'un l'altro come Egli li aveva amati. CeC 355 3 Dopo la discesa dello Spirito Santo, i discepoli iniziarono a proclamare un Salvatore vivente, e la salvezza delle anime divenne il loro unico desiderio. Essi si rallegrarono nella soave comunione con i santi. Erano gentili, premurosi, altruisti e pronti a fare qualsiasi sacrificio per amore della verità. Nella quotidiana relazione con gli altri rivelarono l'amore che Cristo aveva loro elargito. Con parole e azioni altruistiche, cercarono di alimentare questo amore nel cuore dei loro simili. Ben presto si notò un cambiamento. I credenti iniziarono a cercare i difetti degli altri: il loro animo fu condizionato da una critica malevola che finì per allontanarli dal Salvatore e dal suo amore... Rendendosi conto che l'amore fraterno stava scomparendo nella chiesa, Giovanni ne enfatizzò la necessità... Non è l'opposizione del mondo che più minaccia la chiesa di Cristo. È il male alimentato nei cuori dei credenti che genera i loro più seri disastri e che, senza dubbio, ritarda il progresso dell'opera di Dio. Chiunque nutra sentimenti d'invidia, sospetto, critica e malignità, danneggia la propria vita spirituale. La migliore prova del fatto che Dio ha mandato suo Figlio nel mondo sta nell'armonia e nell'unione esistente fra gli uomini di diversa estrazione sociale che formano la sua chiesa... CeC 355 4 I miscredenti stanno osservando per vedere se la fede di coloro che si dicono cristiani, esercita un influsso santificante nella loro vita. Essi comprendono con rapidità i difetti del carattere e l'incoerenza delle azioni.... I cristiani sono tutti membri di una stessa famiglia, tutti figli dello stesso Padre celeste e con la stessa beata speranza d'immortalità. Il legame che li lega dovrebbe essere affettuoso e profondo. AA 546-551 ------------------------Pericoli Sia All'interno Come All'esterno, 18 dicembre CeC 356 1 Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo. 1 Giovanni 4:1 CeC 356 2 Mentre gli anni trascorrevano e il numero dei credenti aumentava, Giovanni lavorò con crescente fedeltà e ardore per i suoi fratelli. I tempi erano pieni di pericolo per la chiesa. Gli inganni di Satana si moltiplicavano ovunque. Con contraffazioni e falsità, gli emissari di Satana cercavano di suscitare opposizione contro le dottrine di Cristo. Di conseguenza dissensi ed eresie stavano minacciando la chiesa... Così molti stavano per essere condotti nel labirinto dello scetticismo e dell'inganno. CeC 356 3 Giovanni divenne estremamente triste quando vide questi velenosi errori penetrare nella chiesa. Egli sapeva i pericoli ai quali la chiesa era esposta e affrontò l'emergenza con prontezza e decisione. Le epistole di Giovanni rivelano uno spirito di amore. Sembra che egli abbia scritto con la penna intinta nell'amore. Ma quando l'apostolo venne in contatto con quelli che, sebbene dichiarassero di vivere senza peccare, trasgredivano la legge di Dio, egli non esitò ad avvertirli del terribile inganno che li avvinceva... CeC 356 4 Noi siamo autorizzati a tenere nella stessa considerazione che tenne l'amato discepolo coloro che pretendono di dimorare in Cristo mentre vivono nella trasgressione della legge di Dio. In questi ultimi giorni esistono mali simili a quelli che minacciarono la prosperità della chiesa primitiva. Gli insegnamenti dell'apostolo Giovanni su questi punti dovrebbero essere attentamente seguiti... Noi siamo chiamati ad amare le anime per cui Cristo morì, ma allo stesso tempo siamo chiamati a non scendere a compromessi con il male. Non possiamo unirci ai ribelli e definire questo amore. Dio richiede che il suo popolo in questi giorni difenda ciò che è giusto e si opponga agli errori che distruggono l'anima, con la stessa fermezza che aveva espresso Giovanni nelle sue epistole... CeC 356 5 Egli dichiarò quello che sapeva, ciò che aveva visto e udito quando era stato con Cristo... Nessuno poté resistere a quelle parole ispirate dal grande amore che nutriva per Gesù... Il mio desiderio è che ogni vero credente possa confermare, per mezzo della propria esperienza "che Dio è verace" (Giovanni 3:33, Luzzi), raccontando quello che ha visto, udito e provato quando è stato fatto oggetto della potenza di Cristo. AA 553-556 ------------------------Puro Nella Vita E Nel Cuore, 19 dicembre CeC 357 1 E chiunque ha questa speranza in lui, purifichi sé stesso, come egli è puro. 1 Giovanni 3:3 CeC 357 2 Giovanni fu un esempio di santità e nelle sue lettere alla chiesa presentò gli infallibili princìpi che devono regolare la condotta dei cristiani.... CeC 357 3 Gesù insegnò che il cristiano deve condurre un'esistenza ispirata a un alto ideale di purezza. Egli non deve essere soddisfatto con un'apparente professione di cristianesimo. CeC 357 4 Ci sono alcuni che pur professando la santità e dichiarando di appartenere completamente al Signore, rifiutano di ubbidire ai suoi comandamenti. Questi trasgressori della legge reclamano ogni cosa che è promessa ai figli di Dio, ma la loro è solo presunzione perché Giovanni afferma che il vero amore per Dio sarà rivelato nell'ubbidienza a tutti i suoi comandamenti. Per essere dei veri cristiani non è sufficiente credere nella teoria della verità e neanche limitarsi a credere che Gesù non è un impostore o che la religione della Bibbia non è un frutto dell'immaginazione umana. "Chi dice: Io l'ho conosciuto e non osserva i suoi comandamenti -- scrisse Giovanni -- è bugiardo, e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, l'amor di Dio è in lui veramente compiuto. Da questo conosciamo che siamo in lui" ... CeC 357 5 L'apostolo Giovanni non insegnò che la salvezza si ottiene per mezzo dell'ubbidienza, ma che l'ubbidienza è il frutto della fede e dell'amore. CeC 357 6 Se Cristo vive in noi e l'amore di Dio dimora nel cuore, i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni saranno in armonia con la volontà divina... CeC 357 7 Ci sono molti che, sebbene si sforzino di ubbidire ai comandamenti di Dio, hanno poca pace e gioia. Questa lacuna nella loro esperienza è il risultato di un mancato esercizio della fede. Essi camminano come se si trovassero in una terra desolata, in un deserto riarso dal sole. Le loro richieste sono limitate e non tengono conto del fatto che non c'è limite alle promesse di Dio. Costoro non rappresentano correttamente la santificazione prodotta dall'ubbidienza alla verità. Il Signore desidera che tutti i suoi figli e le sue figlie siano felici di ubbidire alla sua volontà. Il credente, attraverso l'esercizio della fede, ottiene queste benedizioni. Mediante la fede, ogni difetto del carattere può essere superato; il suo esercizio può contribuire alla purificazione dell'animo, allo sviluppo dei talenti e alla correzione delle cattive abitudini. ibid, 559-564 ------------------------Dalle Tenebre Alla Gloria, 20 dicembre CeC 358 1 Infatti tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati. 2 Timoteo 3:12 CeC 358 2 Nell'esperienza dell'apostolo Giovanni durante la persecuzione c'è una splendida lezione di forza e di conforto per il cristiano. Dio non impedisce i complotti degli uomini malvagi, ma fa sì che i loro stratagemmi cooperino per il bene di quelli che nella prova e nella lotta si mantengono fedeli e leali. CeC 358 3 È la fede che ci aiuta a confidare in Dio nell'ora più oscura, a sentire che, in qualsiasi dura prova e minacciosa tempesta ci troviamo, il nostro Padre è al timone. Solo l'occhio della fede può farci vedere al di là delle cose temporali e aiutarci a dare il giusto valore alle ricchezze eterne. Gesù non presenta ai suoi seguaci la speranza di ottenere gloria e ricchezze terrene, né di vivere una vita esente dalla sofferenza. Egli ci chiama invece a seguirlo nel sentiero dell'abnegazione e dell'umiliazione. Colui che venne per redimere il mondo subì l'opposizione di tutte le forze del male. CeC 358 4 Così sarà per tutti quelli che vivranno una vita santa in Cristo Gesù. Persecuzione e biasimo attendono tutti quelli che sono investiti dallo Spirito di Cristo. CeC 358 5 In ogni epoca Satana ha perseguitato i figli di Dio. Li ha torturati e messi a morte, ma nel martirio essi sono diventati dei vincitori. Essi diedero testimonianza del fatto che Dio è più forte di Satana, gli uomini malvagi possono torturare e uccidere il corpo, ma non possono toccare la vita che è nascosta con Cristo in Dio, possono incatenare uomini e donne alle mura di un carcere, ma non possono imprigionare lo spirito. Attraverso la prova e la persecuzione, la gloria e il carattere di Dio sono rivelati nei suoi eletti. CeC 358 6 Seguono Cristo attraverso penosi conflitti, rinunciano a se stessi e subiscono amare delusioni, ma così essi imparano quali siano le dannose conseguenze del peccato e in loro si fa più forte il rifiuto di qualsiasi forma di compromesso. Essi, partecipando alle sofferenze di Cristo, possono guardare alla gloria che li attende oltre l'oscurità, e affermare: "Io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano punto da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo". Romani 8:18 ibid 574-577 ------------------------L'ultimo Dei Dodici, 21 dicembre CeC 359 1 Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi". Matteo 5:11,12 CeC 359 2 Giovanni visse a lungo. Egli vide la distruzione di Gerusalemme e la rovina del suo grande tempio [70 d.C.,]. Egli fu l'ultimo sopravvissuto dei discepoli che erano stati in intimo contatto con Cristo. I suoi messaggi confermarono che Gesù era il Messia, il Redentore del mondo.... CeC 359 3 I capi giudei odiarono ferocemente Giovanni per la sua incrollabile fedeltà alla causa di Cristo. Dichiararono che i loro sforzi non sarebbero serviti a nulla fino a quando la testimonianza di Giovanni continuava a essere diffusa fra la gente. Per poter fare dimenticare i miracoli e gli insegnamenti di Gesù, la voce del suo coraggioso testimone doveva essere messa a tacere. CeC 359 4 Di conseguenza, Giovanni fu portato a Roma per essere processato per la sua fede. Qui, davanti alle autorità, le dottrine dell'apostolo furono distorte. Falsi testimoni lo accusarono di insegnare delle dottrine sediziose, nella speranza di ottenere la sua condanna a morte... Giovanni si difese in maniera chiara e convincente... CeC 359 5 Purtroppo la sua testimonianza era stata tanto convincente da provocare l'odio dei suoi oppositori. L'imperatore Domiziano era furioso. Egli non poteva confutare le argomentazioni del fedele avvocato di Cristo, né poteva porre in dubbio la validità delle sue dichiarazioni, tuttavia decise che avrebbe ridotto al silenzio la sua voce. CeC 359 6 Giovanni fu gettato in un calderone di olio bollente, ma il Signore preservò la sua vita, come aveva fatto con i tre ebrei nella fornace ardente. Mentre furono pronunciate le parole: "Così periscono tutti quelli che credono a quell'impostore di Gesù Cristo", Giovanni dichiarò: "Il mio Maestro si sottopose pazientemente a tutto quello che Satana e i suoi angeli poterono escogitare per umiliarlo e torturarlo. Egli diede la sua vita per salvare il mondo. Io sono onorato di poter soffrire per amor suo. Io sono un debole peccatore, Cristo fu santo, innocente e incontaminato. Egli non peccò, né mai si trovò nella sua bocca una parola d'inganno". Queste parole esercitarono il loro influsso, e Giovanni fu rimosso dal calderone dagli stessi uomini che lo avevano gettato dentro. Ibid. 569,570 ------------------------Appartati Con Dio, 22 dicembre CeC 360 1 Non temere ciò che dovrai soffrire; ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in prigione per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita. Apocalisse 2:10 CeC 360 2 Quando l'imperatore emanò il decreto, Giovanni fu esiliato all'isola di Patmos, condannato "a motivo della parola di Dio e della testimonianza di Gesù". Apocalisse 1:9 (Luzzi). I suoi nemici pensarono che qui egli non avrebbe potuto influenzare nessuno e sarebbe certamente morto per la durezza di quella pena. CeC 360 3 Patmos, una desolata isola rocciosa del mare Egeo, era stata scelta dal governo romano come posto di isolamento per criminali; ma per il servitore di Dio questa tetra dimora divenne la porta del cielo. Qui, lontano dalle scene di vita quotidiana e dalla dinamica attività degli anni precedenti, Giovanni ebbe la compagnia di Dio, di Cristo e degli angeli del cielo e da loro ricevette una rivelazione che riguardava la chiesa di tutti i tempi... CeC 360 4 Giovanni tra i dirupi e le rocce di Patmos, ebbe comunione con il suo Creatore. Egli esaminò la sua vita passata, e verificando tutte le benedizioni ricevute il suo cuore fu pieno di pace... CeC 360 5 Nell'apparente desolazione della sua dimora, Giovanni ebbe l'opportunità di studiare più da vicino le manifestazioni della potenza divina così come le vediamo nel libro della natura e nelle pagine ispirate... CeC 360 6 Negli anni precedenti i suoi occhi erano stati allietati dalla vista di colline coperte di foreste, di verdeggianti valli e di pianure rigogliose. Egli amava contemplare nelle bellezze della natura la saggezza e l'abilità del Creatore. Ora si trovava circondato da scenari che molti avrebbero considerato tetri e privi di fascino, ma per Giovanni non era così. Sebbene il paesaggio fosse spoglio e desolato, i cieli sopra di lui erano belli e tersi come quelli della sua amata Gerusalemme. Egli scorse, tra le rocce selvagge e scoscese, come pure tra i flutti marini e tra le stelle del cielo, il principio di una sapienza superiore. Tutto proclamava la potenza e la gloria di Dio. CeC 360 7 Le rocce gli ricordarono Cristo, la Rocca della sua forza, al cui riparo egli poteva nascondersi senza paura. Nella desolata Patmos, l'esiliato apostolo cercò sempre più ardentemente il suo Dio ed elevò a lui le preghiere più ferventi. Ibid 570-572 ------------------------Mantieni La Tua Armatura, 23 dicembre CeC 361 1 "Fino alla vostra vecchiaia io sarò lo stesso, io vi porterò fino alla canizie. Io vi ho fatto ed io vi sosterrò; sì, vi porterò e vi salverò". Isaia 46:4 CeC 361 2 La storia di Giovanni fornisce un'impressionante illustrazione di come Dio può usare gli operai anziani. Quando lui fu esiliato all'isola di Patmos, molti pensarono che il suo servizio fosse terminato e che ormai lo si potesse paragonare a una vecchia canna spezzata, pronta a cadere in qualsiasi momento. Ma il Signore reputò opportuno usarlo ancora. Sebbene non fosse attivo come negli anni precedenti, l'apostolo non cessò di dare testimonianza della verità. E anche in Patmos si fece degli amici e convertì alcuni. Egli diede un messaggio di gioia, proclamando un Salvatore risorto... CeC 361 3 Noi dovremmo nutrire un tenero riguardo per coloro che hanno consacrato la loro vita all'opera di Dio. Questi anziani operai sono rimasti fedeli in mezzo a lotte e a prove. Essi possono avere delle infermità, ma posseggono ancora dei talenti che li qualificano ad adempiere una loro funzione nella causa di Dio. Sebbene invecchiati e incapaci di svolgere quei gravosi incarichi che invece i giovani possono e dovrebbero adempiere, il consiglio che possono dare è di altissimo valore. CeC 361 4 Questi veterani possono avere commesso degli errori, ma dai loro sbagli hanno imparato a evitare altri errori e pericoli e sono perciò in grado di dare dei buoni consigli. Essi hanno affrontato molte prove e difficoltà, e anche se hanno perso parte del loro vigore, il Signore non li mette da parte. Egli dà loro una speciale grazia e saggezza.... CeC 361 5 Il Signore desidera che gli operai più giovani ricerchino saggezza, forza ed esperienza associandosi con questi uomini fedeli.... CeC 361 6 Coloro che hanno speso la loro vita nel servizio di Cristo, ormai al termine del loro ministero terreno, saranno spinte dallo Spirito Santo a raccontare le esperienze che hanno fatto in seno all'opera di Dio. La storia della meravigliosa relazione di Dio con il suo popolo, della sua grande bontà quando libera i suoi figli dalla prova, dovrebbe essere ripetuta ai neoconvertiti. Dio desidera che gli operai più provati abbiano il posto loro dovuto, e facciano la loro parte per salvare uomini e donne dalle potenti correnti del male. Dio desidera che essi tengano l'armatura fino a quando ordinerà loro di riporla. AA 572-574 ------------------------"Fin Qui L'eterno Ci Ha Soccorso", 24 dicembre CeC 362 1 Celebrate l'Eterno, invocate il suo nome; fate conoscere le sue opere fra i popoli. Cantate a lui, cantate lodi a lui, meditate su tutte le sue meraviglie. Salmo 105:1,2 CeC 362 2 Il modo di agire di Dio verso il Suo popolo dovrebbe essere spesso ricordato. Quante volte il Signore ordinò di erigere dei monumenti per ricordare i Suoi prodigi verso l'antico Israele! Affinché gli israeliti non dimenticassero la storia del passato, Dio ordinò a Mosè di rievocare gli eventi nei canti che i genitori dovevano insegnare ai figli... CeC 362 3 Dovevano vedere i monumenti commemorativi innalzati. Dovevano tenerli puliti per conservarli, affinché quando i bambini avessero domandato riguardo a queste cose, potessero ripetere loro tutta la storia. Così, l'atteggiamento provvidenziale, la bontà e la misericordia del Signore venivano ricordati nella sua cura e nella liberazione del Suo popolo. Oggi, noi siamo esortati a fare lo stesso. Ebrei 10:32 In questi ultimi giorni, il Signore ha operato miracolosamente in favore del Suo popolo in questa generazione. 6T, 364,365 CeC 362 4 Non rinunciamo ad avere fiducia, ma crediamo sempre più fermamente alle promesse divine, perché l'Eterno, che fin qui ci ha protetti (1 Samuele 7:12), ci sosterrà sino alla fine. Richiamiamo alla nostra mente ciò che il Signore ha fatto per consolarci e liberarci dal nemico, ricordiamo la misericordia e l'attenzione che Dio ha dimostrato per noi, le lacrime asciugate, i dolori leniti, le preoccupazioni e i timori allontanati, le necessità a cui ha provveduto, le benedizioni che abbiamo ricevuto, perché pensare a tutto questo ci incoraggia per affrontare le difficoltà future. CeC 362 5 Anche se non possiamo evitare di pensare ai problemi e alle lotte che ci attendono, considerando il passato ed esaminando il futuro, possiamo dire: "... è il Signore che ci ha aiutati fin qui". 1 Samuele 7:12. CeC 362 6 Impegniamoci subito, certi che nessuna prova sarà impossibile e che qualunque cosa possa succedere avremo la forza per superarla. SC 125 ------------------------Sia Data La Gloria A Dio, 25 dicembre CeC 363 1 Dal sorgere del sole fino al suo tramonto sia lodato il nome dell'Eterno. Salmo 113:3 CeC 363 2 La Bibbia non si dilunga affatto nel lodare gli uomini, tanto che perfino le virtù di quelli migliori sono riferite con poche parole. Questo silenzio non è casuale, anzi costituisce una lezione precisa: tutte le buone qualità che gli uomini possiedono sono dono di Dio e le loro buone azioni sono compiute attraverso il Cristo per mezzo della grazia di Dio. Tutto, dalla gloria per ciò che siamo e facciamo, appartiene a Dio e a lui solo. Gli uomini sono solo strumenti nelle sue mani. Inoltre tutta la storia biblica ci insegna che è pericoloso lodare ed esaltare l'uomo, perché chi dimentica di dipendere interamente da Dio, e confida nelle sue forze, andrà incontro a un sicuro fallimento L'uomo, in realtà, contende con nemici che sono più forti di lui... È impossibile sostenere la lotta con le nostre sole forze e tutto ciò che fa allontanare il pensiero da Dio, che induce all'autonomia, all'esaltazione costituisce il sicuro preludio della rovina. La Bibbia insegna a diffidare delle facoltà umane e incoraggia a confidare nella potenza divina. PP 717 CeC 363 3 L'anima veramente convertita è illuminata dall'alto ... Le sue parole, i suoi motivi e le sue azioni, possono essere male interpretate e falsificate; ma non gli importa perché sono in gioco interessi maggiori... Egli non è ambizioso riguardo le cose terrene; non brama ciò hanno gli altri. La sua speranza è posta sul cielo; egli continua il suo cammino dritto con gli occhi rivolti su Gesù. Fa bene perché è giusto. 5T, 569 CeC 363 4 Le opere dei discepoli del Cristo devono glorificare la grazia e la potenza di colui che ha ispirato la loro realizzazione e non coloro che sono stati solo degli strumenti. Ogni buona opera viene compiuta soltanto grazie allo Spirito Santo, che viene accordato non per glorificare chi lo riceve ma colui che lo dona. Quando la luce del Salvatore illumina l'animo, le labbra pronunciano parole di lode e riconoscenza nei confronti di Dio. Il tema dominante dei nostri pensieri e delle nostre conversazioni non saranno la nostra generosità e le nostre rinunce: Gesù verrà esaltato e l'egoismo svanirà perché il Salvatore rappresenterà tutto per noi. MB 80,81 ------------------------Esempi Di Nobiltà, 26 dicembre CeC 364 1 Tuttavia il giusto rimane saldamente attaccato alla sua via, e chi ha le mani pure si fortifica sempre di più. Giobbe 17:9 CeC 364 2 La storia biblica riporta molte illustrazioni sui risultati della vera educazione, e presenta tanti nobili esempi di persone la cui vita fu una benedizione per il prossimo perché vissero come rappresentanti di Dio. Fra loro ricordiamo Giuseppe, Daniele, Mosè, Eliseo e Paolo. CeC 364 3 Ancora adolescenti, proprio quando dalla fanciullezza stavano passando all'età adulta, Giuseppe e Daniele furono strappati alle loro case e condotti prigionieri in terra pagana. In modo particolare Giuseppe fu esposto alle tentazioni che accompagnano quei grandi mutamenti che si verificano in modo fortuito. CeC 364 4 Che cosa lo aiutò a conservarsi integro quando era il figlio caro e prediletto nella casa paterna? Quando in casa di Potifar, dapprima schiavo, ne divenne il confidente e il compagno? Quando nel carcere di faraone, prigioniero di stato, condannato ingiustamente, era senza alcuna speranza di liberazione? E quando, finalmente, in un'ora particolarmente critica, fu chiamato a governare una nazione? CeC 364 5 La fedeltà a Dio, la fede nell'Invisibile fu l'ancora di Giuseppe, il segreto della sua forza.... Per la saggezza e la giustizia dimostrate, per la purezza e la bontà espresse nella loro vita quotidiana e per la dedizione agli interessi del popolo, Giuseppe e Daniele continuarono a essere fedeli ai princìpi conosciuti in gioventù di colui del quale erano i rappresentanti... CeC 364 6 Quale vita fu quella di questi nobili ebrei! CeC 364 7 Le stesse grandi verità, che furono rivelate mediante questi uomini, Dio desidera rivelarle per mezzo dei giovani e dei bambini di oggi. La storia di Giuseppe e di Daniele è una illustrazione di quello che Egli farà per quanti si danno a Lui e cercheranno con tutto il cuore di compiere la Sua volontà. Ed 51-57 ------------------------Io Posso Ogni Cosa In Cristo, 27 dicembre CeC 365 1 Quando avrò paura, confiderò in te. Salmo 56:3 CeC 365 2 Solo il senso della presenza di Dio può scacciare la paura che renderebbe la vita insopportabile ai bambini più timorosi. Aiutateli a imprimere bene nella mente la promessa: "L'angelo del Signore si accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera". Salmi 34:7. Fate leggere loro la storia meravigliosa di Eliseo che stava sulla cima di un monte e vedeva fra lui e l'esercito nemico una potente schiera di angeli. Raccontate come l'angelo di Dio apparve a Pietro mentre era in carcere condannato a morte, e come, passando oltre le guardie armate, le spesse porte della prigione e il grande cancello di ferro munito di chiavistelli e sbarre, lo condusse fuori al sicuro. Descrivete loro la scena sul mare in cui Paolo, prigioniero e in viaggio verso il processo e la condanna, pronunciò queste grandiose parole di coraggio e di speranza: "...vi esorto a stare di buon animo, perché non vi sarà perdita della vita per nessuno di voi ma solo della nave. Poiché un angelo del Dio al quale appartengo e che io servo mi è apparso questa notte, dicendo: 'Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te". Atti 27:22-24. Siccome su quella nave c'era un uomo mediante il quale Dio poteva agire, l'intero equipaggio, i soldati pagani e i passeggeri furono salvati e "...tutti giunsero salvi a terra". Atti 27:44 CeC 365 3 Queste cose non sono state scritte semplicemente perché noi, leggendole, fossimo pieni di ammirazione, ma perché la stessa fede che in passato operò in favore dei servitori di Dio possa agire anche in noi. In modo non meno notevole il Signore si manifesterà oggi ovunque ci siano cuori pieni di fede pronti per essere canali della sua potenza. Insegnate a coloro che non hanno fiducia in se stessi, e la cui mancanza di sicurezza li conduce a non accettare incarichi o responsabilità, a fare affidamento su Dio. In questo modo, molti che altrimenti sarebbero nel mondo una nullità, se non addirittura individui aggravati dall'incapacità di aiutare perfino se stessi, potranno dire con l'apostolo Paolo: "Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica". Filippesi 4:13. Ed 255,256 ------------------------Non Dobbiamo Disperare, 28 dicembre CeC 366 1 Perché il giusto cade sette volte e si rialza, ma gli empi sono travolti nella sventura. Proverbi 24:16 CeC 366 2 L'ispirata e fedele penna al suo compito, ci parla dei peccati che sono stati perdonati a Noè, Lot, Abramo, Mosè, Davide e Salomone, e che persino il forte spirito di Elia sconfisse le tentazioni durante la sua terribile prova. La disobbedienza di Giona e l'idolatria di Israele sono state registrate fedelmente. Il rinnegamento di Pietro, la forte contesa di Paolo e Barnaba, i fallimenti e le infermità dei profeti e degli apostoli, sono stati tutti messi a nudo... Davanti a noi abbiamo la testimonianza della vita dei credenti con tutti i loro difetti e follie, e proprio gli stessi loro difetti devono essere per noi una lezione e per tutte le altre future generazioni. Se fossero stati privi di debolezze sarebbero stati più che umani, e la nostra natura peccaminosa non avrebbe alcuna chance di raggiungere la stessa loro eccellenza. Ma conoscendo le loro lotte e cadute, conoscendo la loro vittoria attraverso la grazia di Dio, possiamo essere incoraggiati a superare ogni ostacolo che incontriamo sulla nostra strada. Dio ha sempre punito il crimine. Mandò i Suoi profeti per mettere in guardia i colpevoli, a denunciare i loro peccati e a pronunciare il giudizio su di loro ... La Bibbia ci fornisce le lezioni necessarie; essa ci convince di peccato, e ci avverte sulla punizione. La sofferenza e la penitenza dei colpevoli, il pianto dell'anima malata a causa del peccato, vengono da noi dal passato, ricordandoci che l'uomo come allora aveva bisogno, della misericordiosa grazia di Dio, l'ha bisogno anche oggi... CeC 366 3 Le vicende narrate nelle Sacre Scritture portano ad ogni cuore che soffre la speranza della misericordia di Dio. Non dobbiamo, quindi, disperare quando vediamo che altri hanno lottato contro gli scoraggiamenti eppure sono caduti in tentazioni proprio come accade a noi; eppure essendosi rialzati, sono stati benedetti da Dio. Le parole di ispirazione confortano e rallegrano l'anima errante. Sebbene i patriarchi e gli apostoli fossero soggetti alle fragilità umane, tuttavia attraverso la fede, combatterono le loro battaglie e vinsero gloriosamente con l'aiuto del Signore. Nello stesso modo possiamo confidare in Dio e vincere anche noi in virtù e il sacrificio espiatorio di Gesù Cristo. 4T, 12-15 ------------------------Dio Si Ricorda Sempre Di Noi, 29 dicembre CeC 367 1 Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, abitanti della terra e del mare, perché il diavolo è sceso a voi con grande ira, sapendo di aver poco tempo". Apocalisse 12:12 CeC 367 2 In ogni epoca i testimoni di Dio hanno esposto se stessi al biasimo e alla persecuzione per amore della verità. Giuseppe fu diffamato e perseguitato perché fu integro e non si fece corrompere. Davide, il messaggero scelto da Dio, fu inseguito dai suoi nemici... Stefano fu lapidato perché predicò Cristo crocifisso. Paolo fu imprigionato, frustato, lapidato e alla fine ucciso perché fu un fedele messaggero di Dio ai Gentili. Giovanni fu esiliato all'isola di Patmos "a motivo della parola di Dio e della testimonianza di Gesù". Apocalisse 1:9 Questi esempi di perseveranza umana sono la testimonianza della fedeltà alle promesse di Dio, della sua eterna presenza e della sua grazia sostenitrice. Essi dimostrano che la forza della fede vince la forza del mondo. AA 575 CeC 367 3 Il tempo di angoscia e di distretta che si va profilando dinanzi a noi richiede una fede capace di sopportare la stanchezza, l'attesa, la fame; una fede che non venga meno neppure se severamente provata. GC 621 CeC 367 4 molti, di ogni nazione e di ogni classe, ricchi e poveri, piccoli e grandi, bianchi e neri saranno ridotti nella più ingiusta e crudele schiavitù. Gli eletti di Dio vivranno giorni particolarmente duri chiusi in carcere, in attesa della morte; alcuni sembreranno destinati a morire di fame in oscure e fetide celle dove nessun orecchio umano ode i loro gemiti, dove nessuno porge loro aiuto. Il Signore dimenticherà il suo popolo in quell'ora così tragica? Dimenticò forse il fedele Noè quando il castigo si abbatté sul mondo? Dimenticò Lot quando il fuoco scese dal cielo per consumare le città della pianura? Dimenticò Elia quando Izebel lo minacciava della stessa sorte subita dai profeti di Baal? Dimenticò Geremia nell'oscuro e fangoso pozzo che gli serviva da prigione? Dimenticò i tre giovani coraggiosi nella fornace ardente? Dimenticò Daniele gettato nella fossa dei leoni? Anche se i nemici getteranno in carcere i figli di Dio, le mura della prigione non potranno impedire loro di comunicare con il Cristo. Colui che vede ogni loro debolezza, che conosce ogni loro prova è superiore alle potenze terrene. Gli angeli si avvicineranno a loro e porteranno in quelle celle la luce e la pace del cielo. Ibid. 626,627 ------------------------Cominciando Dall'inizio, 30 dicembre CeC 368 1 Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. Matteo 6:33 CeC 368 2 Questa promessa sarà sempre onorata. CeC 368 3 Non possiamo godere dei favori di Dio se non rispettiamo le Sue condizioni. Solo in questo modo raggiungeremo la pace, la gioia e la saggezza, cose che il mondo non può dare... CeC 368 4 La mente umile e il cuore colmo di gratitudine ci eleveranno al di sopra di ogni prova o difficoltà. Meno siamo seri e vigili nell'opera di Dio, più crescono le difficoltà... L'onere che fu posto a Mosè, lo rese un uomo potente. Come pastore delle greggi di Jethro egli acquisì molte esperienze le quali gli insegnarono la vera umiltà... La richiesta di Dio di liberare Israele, sembrava essere troppo difficile, eppure Mosè accettò, perché aveva fiducia in Dio. Quale fu il risultato? Infatti, con aiuto dell'Eterno, fece ogni sforzo possibile in questa sacra missione. CeC 368 5 Se Mosè avesse aspettato che Dio facesse il lavoro per lui, non sarebbe stato mai pronto per assumere una tale posizione di fiducia. La luce dal cielo verrà su tutti quelli che ne sentono il bisogno e la cercano come tesori nascosti. Ma se sprofonderanno in uno stato d'inattività, disposti a essere controllati dal potere di Satana, Dio non darà loro alcun aiuto. A meno che non esercitino i poteri che ricevono, rimarranno sempre deboli e inefficienti. Sono necessarie molte preghiere e l'esercizio della mente per poter collaborare con Dio nella Sua opera. Molti non raggiungono mai la posizione che potrebbero occupare, perché aspettano che Dio faccia il lavoro al posto loro. Tutti coloro che sono preparati per essere utili in questa vita, devono imparare la disciplina mentale e morale, perché così facendo Dio unirà i loro sforzi con il potere divino... Le abitudini 0lunghe lotte si può ottenere la padronanza di sé. 4T, 610-612 ------------------------Il Piano Di Dio Per Me, 31 dicembre CeC 369 1 Poiché l'Eterno degli eserciti ha deciso questo e chi potrà annullarlo? La sua mano è stesa e chi potrà fargliela ritirare?" Isaia 14:27 CeC 369 2 Ogni attore della storia umana ha il suo posto su questa terra e gli tocca la sua sorte. Il piano di Dio deve essere realizzato attraverso la Sua opera da uomini che vengono preparati adeguatamente, uomini che ricoprono posizioni di fiducia. In opposizione alla giustizia, gli uomini diventano strumenti di ingiustizia. Ma non sono costretti a seguire questa linea di condotta. Non devono diventare strumenti di ingiustizia, non più di quanto è diventato Caino... CeC 369 3 Nell' opera di Dio lavorano tutti i tipi di uomini, giusti e ingiusti. Ciascuno di loro farà parte nella realizzazione della storia. Essi sono preparati a coprire nel momento giusto ogni lacuna. I credenti e i non credenti si uniranno come testimoni per testimoniare la verità che spesso loro stessi non comprendono. Tutti coopereranno per realizzare gli scopi di Dio, esattamente come fecero Anna, Caiafa, Pilato ed Erode. Mettendo a morte Cristo, i sacerdoti pensavano di portare avanti i propri scopi, ma inconsciamente e involontariamente stavano adempiendo il proposito di Dio. RH June 12, 1900 CeC 369 4 Dio è in grado di vedere nel piccolo seme che ha creato il fiore, l'arbusto, l'albero maestoso ricco di foglie e nello stesso modo individua le possibilità dell'essere umano. Abbiamo un obiettivo da raggiungere e Dio ci ha indicato il suo piano per la nostra vita e desidera che sviluppiamo al massimo le nostre capacità.... Egli desidera che i giovani sviluppino tutte le potenzialità del loro essere ed esercitino ogni loro facoltà.... Il Cristo deve essere il loro modello, devono imitare gli obiettivi che si era posto nella sua vita: la sua massima aspirazione era quella di migliorare il mondo, vivendo in mezzo agli uomini. Questa è l'opera alla quale siamo stati chiamati. MH 397,398 CeC 369 5 Dovete decidere oggi l'atteggiamento che volete assumere nella società e nella vita per soddisfare la volontà di Dio. MYP 36