Servizio cristiano

Capitolo 17

La cura pastorale

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Seguire le tracce divine

Molti pensano che sia un gran privilegio visitare i luoghi della vita terrena di Gesù, camminare dove egli ha camminato, contemplare il lago che ha amato e sulle cui rive ha insegnato, e le colline e le valli sulle quali i suoi occhi si sono spesso soffermati. Ma non abbiamo bisogno di andare a Nazaret o a Capernaum o a Betania per poter camminare sulle orme di Gesù. Possiamo trovare le sue orme accanto ai letti degli ammalati, nei tuguri dei poveri, nelle strade affollate delle grandi città, ovunque vi siano cuori bisognosi di consolazione. Possiamo seguire le sue orme facendo ciò che Gesù ha fatto sulla terra. -- The Desire of Ages, 640 (1898).

Gesù cercò di alleviare ogni sofferenza. Possedeva poco denaro, ma spesso rinunciò al cibo per soccorrere coloro che avevano maggiore bisogno di lui. I suoi fratelli sentivano che il suo influsso era superiore al loro. Aveva un tatto che nessuno di loro aveva né desiderava possedere. Quando parlavano duramente ai poveri o agli infelici, Gesù andava a cercarli e rivolgeva loro parole di incoraggiamento. Era pronto a offrire un bicchiere d'acqua fresca e il proprio cibo a chi ne aveva bisogno. Alleviando le sofferenze, le verità che insegnava, associate ai suoi atti di misericordia, si fissavano nella memoria. -- The Desire of Ages, 86, 87 (1898).

Adesione totale

I discepoli del Cristo devono lavorare come il loro Maestro. Devono nutrire gli affamati, vestire gli ignudi, consolare i sofferenti e gli afflitti, aiutare i disperati e infondere speranza agli scoraggiati. Se lo fanno, anche per costoro si adempie la promessa: "La tua giustizia ti precederà, la gloria del Signore sarà la tua retroguardia". Isaia 58:8. -- The Desire of Ages, 350 (1898).

Quelli che sono stati destinati a questo lavoro di cura delle anime hanno fatto ciò che il Signore desidera, ed egli ha accettato i loro sforzi. Ciò che è stato compiuto in questo ambito è un impegno verso il quale ogni avventista dovrebbe sinceramente simpatizzare e aderire senza riserve. Nel trascurare questa missione che deve compiere entro il proprio raggio d'azione, nel rifiutarsi di portare questi pesi, la chiesa va incontro a una grave sconfitta. Se essa avesse assolto come doveva questa mansione, sarebbe stato uno strumento di salvezza per molte persone. -- Testimonies for the Church 6:295 (1900).

È nostro compito dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi, prenderci cura di vedove e orfani, assistere gli scoraggiati e gli oppressi. Non è secondo la volontà di Dio che ci sia tanta miseria nel mondo né ha mai inteso che un individuo nuoti nell'abbondanza mentre altri muoiono di fame. Chi possiede più di quanto gli occorre per vivere deve usare queste risorse a beneficio dell'umanità. Il Signore ci invita: "Vendete i vostri beni e dateli in elemosina". Luca 12:33. "Ai ricchi di questo mondo ordina. Di far del bene, d'arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare". 1 Timoteo 6:17, 18. "Quando fai un convito, chiama poveri, storpi, zoppi, ciechi". Luca 14:13. "Che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che s'infranga ogni sorta di giogo... che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra... e sazi l'afflitto". Isaia 58:6, 7, 10. "Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura". Marco 16:15. Ecco i comandamenti del Signore. Ma in che misura ne tiene conto la gran massa dei cristiani? -- Christ's Object Lessons, 370, 371 (1900).

I buoni gesti sono i frutti che Cristo ci chiede di produrre; parole cortesi, atti di generosità, di tenero riguardo per i poveri, i disagiati, i sofferenti. Quando il nostro cuore simpatizza con chi è oppresso dallo scoraggiamento e dall'angoscia, quando la nostra mano porta sollievo a chi soffre, quando diamo da vestirsi a chi è nudo, accogliamo lo straniero nel nostro salotto e gli diamo un posto nel nostro cuore, gli angeli si avvicinano a noi e il cielo risponde con la sua approvazione. Ogni gesto contraddistinto dalla giustizia, dalla pietà e dalla benevolenza crea una melodia nel cielo: dal suo trono, il padre scorge quanti compiono tali atti e li annovera tra i suoi tesori più preziosi. "'Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare', dice il Signore degli eserciti". Malachia 3:17. Ogni azione pietosa nei confronti di un oppresso, di una persona che soffre viene considerata come se fosse fatto a Gesù. Quando soccorrete il povero, simpatizzate con angosciati e perseguitati e aiutate l'orfano, stabilite un contatto più profondo con Gesù. -- Testimonies for the Church 2:25 (1885).

II compito di raccogliere i bisognosi, gli afflitti, gli indigenti è quello che ogni chiesa che crede nella verità presente avrebbe dovuto svolgere da tempo. Dobbiamo mostrare la tenerezza e la compassione del samaritano, provvedendo alle necessità fisiche, nutrendo gli affamati, accogliendo in casa i poveri abbandonati, attingendo ogni giorno da Dio la grazia e l'energia necessarie per raggiungere le profondità stesse della miseria umana e aiutare quanti, probabilmente, non possono provvedere a se stessi. Compiendo quest'opera avremo una favorevole opportunità di presentare Cristo: colui che è stato crocifisso. -- Testimonies for the Church 6:276 (1900).

Molti si meravigliano perché le loro preghiere sono così prive di vita, perché la loro fede è così debole e vacillante, perché la loro esperienza cristiana è così oscura e incerta. Essi dicono: "Non abbiamo noi digiunato e camminato mesti dinanzi al Signore degli eserciti?". Nel capitolo 58 di Isaia, Cristo ha mostrato in che modo questo stato di cose può essere cambiato. Egli dice: "Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo: che si spezzino le catene della malvagità...". Cfr. Versetti 6, 7. È questa la ricetta di Cristo per l'anima timorosa, dubbiosa, tremante. Gli addolorati, i quali camminano tristi nel cospetto del Signore, si levino e soccorrano quanti hanno bisogno di aiuto! -- Testimonies for the Church 6:266 (1900).

La gloria del cielo consiste nel risollevare i caduti e consolare gli angosciati. Chiunque ha Cristo nel cuore agirà allo stesso modo. Dovunque si manifesti, la religione di Cristo farà del bene e spanderà luce intorno. -- Christ's Object Lessons, 386 (1900).

La vedova di Sarepta divise il suo pezzo di pane con Elia e in cambio la sua vita e quella di suo figlio furono risparmiate. Dio ha promesso una grande benedizione a tutti coloro che nei momenti difficili offrono simpatia e assistenza a chi è particolarmente svantaggiato: egli non è cambiato. Oggi la sua potenza non è inferiore a quella manifestata all'epoca di Elia. -- Prophets and Kings, 131, 132 (1916).

L'amore di Cristo, che si manifesta in maniera disinteressata, è in grado di cambiare le persone malvage molto più della spada e della corte di giustizia. Questi mezzi sono necessari per spaventare chi trasgredisce la legge, ma il missionario può fare di più con l'amore. Spesso le persone che si difendono di fronte a un rimprovero si inteneriscono di fronte all'amore di Cristo. -- The Ministry of Healing, 106 (1905).

Per essere ricordati

Quando entriamo in contatto con gli altri dobbiamo sempre ricordarci che nella vita di ognuno esistono esperienze segrete. Nelle pagine della loro memoria sono state archiviate storie tristi, nascoste a ogni forma di curiosità. Vi sono registrate lunghe e dure lotte, verificatesi in circostanze penose, difficoltà familiari che giorno dopo giorno logorano il coraggio e la fede. Coloro che conducono le battaglie della vita fra grandi difficoltà, possono essere incoraggiati e sostenuti con piccole attenzioni che si manifestano con semplici gesti d'amore. Per queste persone la stretta di mano di un vero amico è più preziosa dell'oro e dell'argento e le parole gentili sono paragonabili al sorriso degli angeli.

Molti uomini lottano contro la miseria, costretti a lavorare duramente per un salario basso, che può assicurare loro solo l'indispensabile per vivere. La fatica e le privazioni, la mancanza di speranza in un miglioramento rendono enorme questo peso. Quando poi si som mano dolore e malattia il peso diventa quasi insopportabile. Angosciati e oppressi questi poveri uomini non sanno a chi rivolgersi per ricevere aiuto. Condividete le loro difficoltà, le loro sofferenze, i loro momenti di scoraggiamento così avrete l'occasione di aiutarli. Parlate loro delle promesse di Dio, pregate con loro e per loro, comunicategli la speranza. -- The Ministry of Healing, 158 (1905).

Per molti la vita è una lotta penosa; si rendono conto dei loro limiti, si sentono miserabili e increduli; pensano di non avere motivi per cui essere grati. Parole gentili, sguardi di simpatia, espressioni di apprezzamento saranno, per coloro che sono soli o lottano costantemente, come un bicchiere di acqua fresca per chi è assetato. Un'espressione affettuosa, una dimostrazione di bontà allevieranno il peso che opprime quelle spalle stanche. Ogni parola e ogni gesto che esprimono un amore disinteressato sono l'espressione dell'amore di Cristo per l'umanità. -- Thoughts from the Mount of Blessing, 23 (1896).

Porgere una mano d'aiuto

Il peccato è il più grave di tutti i mali ed è nostro dovere compatire il peccatore e aiutarlo. Ma non possiamo raggiungere tutti nello stesso modo. Molti nascondono la loro fame di verità e trarrebbero un gran beneficio da una parola affettuosa che non li faccia sentire abbandonati. Altri si trovano in uno stato infelice e non se ne rendono conto, non hanno la consapevolezza del loro profondo degrado morale. Quanti sono affondati nella melma del peccato al punto d'aver perduto il senso della realtà eterna e la somiglianza con Dio! Non sono interessati alla salvezza, non credono in Dio né hanno fiducia negli uomini. Molti di loro potranno essere conquistati solo con atti di generosa bontà. Bisogna innanzi tutto prendersi cura delle loro necessità fisiche, dargli da mangiare, pulirli e vestirli decentemente, e quando vedranno queste dimostrazioni di carità disinteressata, troveranno più facile credere anche nella carità di Cristo.

Tra quelli che si sono smarriti molti si rendono conto della loro follia e se ne vergognano. Hanno i loro errori continuamente dinanzi agli occhi e questa ossessione li spinge inesorabilmente alla disperazione. Non dobbiamo trascurare queste persone. Chi nuota contro corrente viene trascinato dalla forza dell'acqua: porgiamogli una mano di aiuto, come fece Gesù quando pietro stava affondando. Esprimiamogli qualche parola di speranza che susciti fiducia e amore. -- Christ's Object Lessons, 387 (1900).

Non pronunciate parole che possano accrescere il dolore. Presentate il Salvatore a chi è stanco di una vita vissuta nel peccato e che non sa dove trovare aiuto. Prendeteli per mano, aiutateli a rialzarsi e pronunciate parole di incoraggiamento e speranza. Aiutateli ad afferrare la mano del Salvatore. -- The Ministry of Healing, 168 (1905).

Ospitalità, un dovere cristiano

Il nostro dovere su questa terra è vivere per promuovere il bene altrui, essere ospitali; di solito è grazie a un imprevisto che ci occupiamo di chi ha davvero bisogno della nostra cura, della nostra compagnia e della nostra casa. Certe persone si allontanano questi pesi, ma qualcuno deve pur farsene carico; e poiché, in generale, i fratelli non sono amanti dell'ospitalità e non adempiono con regolarità ai loro doveri cristiani, quei pochi dotati di spirito disponibile e che gioiosamente si sforzano di identificarsi nei casi di chi ha bisogno d'aiuto, si assumono tutte le responsabilità. -- Testimonies for the Church 2:645 (1885).

"Non dimenticate l'ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli". Ebrei 13:2. Queste parole non hanno mai perso la loro importanza. Il padre in cielo continua a presentare ai suoi figli opportunità che nascondono potenziali benedizioni e coloro che ne approfittano proveranno grandi gioie. -- Prophets and Kings, 132 (1916).

Messi alla prova

Dio ci mette alla prova mediante le situazioni normali della vita. Sono le piccole cose che rivelano i nostri sentimenti; le piccole attenzioni, le innumerevoli semplici situazioni di ogni giorno e le semplici cortesie della vita che generano la pienezza della felicità di un'esistenza; mentre il rifiuto di parole affettuose e di incoraggiamento, di semplici atti di cortesia, sono elementi che contribuiscono a rendere la vita totalmente insoddisfacente. Alla fine si scopre che il dono di sé a favore del bene e della felicità di chi ci sta intorno occuperà uno spazio importante nei registri del cielo. -- Testimonies for the Church 2:133 (1885).

Ho visto che è conforme alla volontà divina il fatto che vedove, orfani, ciechi, sordi, muti e persone con handicap di vario tipo siano messi in stretta relazione con la sua chiesa; questo mette alla prova i suoi membri e fa' venir fuori il loro vero carattere. Gli angeli di Dio ci sorvegliano per vedere come trattiamo le persone che hanno bisogno della nostra solidarietà, del nostro amore e della nostra disinteressata generosità. Si tratta dell'esame del nostro carattere al quale ci sottopone Dio. Se possediamo la vera religione della Bibbia, saremo consapevoli del debito d'amore, di affetto e di interesse dovuto verso Cristo, a favore dei nostri fratelli; e non possiamo fare altro che dimostrare la nostra gratitudine per l'amore incalcolabile che ha per noi, peccatori indegni della sua grazia, manifestando un'attenzione profonda e un amore disinteressato per i nostri fratelli che sono stati meno fortunati. -- Testimonies for the Church 3:511 (1885).

Una parabola applicata

I due grandi principi della legge di Dio sono l'amore supremo nei confronti del padre e l'amore disinteressato verso il prossimo. I primi quattro comandamenti e gli ultimi sei sono radicati e si sviluppano sulla base di questi due principi. Cristo ha spiegato al dottore della legge chi fosse il suo prossimo utilizzando l'immagine dell'uomo che, viaggiando da Gerusalemme a Gerico, cadde in un'imboscata; i ladri lo rapinarono, lo picchiarono e lo lasciarono a terra mezzo morto. Il sacerdote e il levita si accorsero di questo uomo sofferente, ma i loro cuori non risposero alle sue necessità. Lo evitarono passando dall'altro lato. Il samaritano stava percorrendo la stessa strada e quando vide lo straniero che aveva bisogno di aiuto non si domandò se fosse un parente, un connazionale o uno che aveva la sua stessa fede; ma si dette da fare per soccorrere il sofferente perché era quella la cosa da fare. Lo curò come meglio poteva, lo caricò sulla sua bestia e lo condusse alla locanda, preoccupandosi di pagare di tasca propria le spese necessarie. Il samaritano, disse Cristo, era il prossimo di colui che si imbatté nei ladroni.

Il levita e il sacerdote rappresentano una classe presente nella chiesa che manifesta indifferenza nei confronti di quelli che avrebbero davvero bisogno di solidarietà e soccorso. Questa categoria, indipendentemente dalla carica che occupano in chiesa, non osserva i comandamenti. Il samaritano rappresenta invece una categoria di persone che collabora sinceramente con Cristo e che imita il suo esempio d'amore.

Quelli che hanno pietà per i meno fortunati, i ciechi, gli zoppi e i perseguitati, le vedove, gli orfani e ogni bisognoso, vengono descritti da Cristo come osservatori dei comandamenti che avranno la vita eterna. Cristo considera ogni gesto di pietà, generosità e sincera preoccupazione verso gli angosciati, i sofferenti di ogni tipo: cieco, zoppo, malato, vedova e orfano, come se fosse fatto a lui stesso; e di questi atti resta una memoria nei registri del cielo e saranno premiati. D'altro canto, nel libro ci sarà un capitolo contro quanti manifestano l'indifferenza del sacerdote e del levita verso gli sventurati e contro quelli che approfittano delle disgrazie altrui e aumentano le loro pene per trarne vantaggio. Dio riparerà certamente a ogni ingiustizia e a ogni manifestazione di negligenza e indifferenza nei riguardi dei meno fortunati. Alla fine, ciascuno riceverà il premio dovuto secondo le opere fatte. -- Testimonies for the Church 3:511-513 (1885).