------------------------Gesù nel suo santuario GSS 3 1 Introduzione GSS 3 6 Capitolo 1 -- La fine dei 2300 giorni GSS 7 4 Capitolo 2 -- La verità ristabilita mediante la testimonianza dello Spirito Santo GSS 9 6 Capitolo 3 -- Il santuario e il sabato GSS 11 3 Capitolo 4 -- Il santuario sotto la critica GSS 14 4 Capitolo 5 -- Argomenti biblici sostenuti nel modo improprio GSS 17 2 Capitolo 6 -- La realtà celeste confermata nelle sacre scritture GSS 19 2 Capitolo 7 -- L'arca e la legge nel santuario celeste GSS 20 2 Capitolo 8 -- La delusione subita influisce ancora sulla vitale verità GSS 22 1 Capitolo 9 -- Con lo sguardo fisso sul santuario GSS 23 1 Capitolo 10 -- Il piccolo libretto GSS 24 1 Capitolo 11 -- Cristo nel sistema sacrificale GSS 30 1 Capitolo 12 -- Il santuario celeste in miniatura GSS 55 1 Capitolo 13 -- Il tipo e l'antitipo nel vangelo GSS 65 1 Capitolo 14 -- Il messaggio del giudizio risveglia l'ammerica GSS 96 1 Capitolo 15 -- Passi misteriosi su daniele GSS 110 1 Capitolo 16 -- La fine dei 2300 giorni GSS 121 1 Capitolo 17 -- Il glorioso tempio del cielo GSS 141 1 Capitolo 18 -- Nostro sommo sacerdote, santo dei santi GSS 160 1 Capitolo 19 -- Chiusura del ministero di cristo nel santuario celeste ------------------------Introduzione La verità sul Santuario GSS 3 1 Scrivere su ciò che deve essere compiuto per mezzo della nascente Chiesa cristiana avventista del 7° giorno, Ellen G. White dichiara: GSS 3 2 "Il messaggio del terzo angelo ricorda ai credenti di non distogliere la nostra attenzione dal santuario dove Cristo è entrato per fare espiazione per il Suo popolo". GSS 3 3 Selected Messages book 1, p. 67 GSS 3 4 Durante la crisi nel 1906 in cui alcuni degli insegnamenti di base degli avventisti sono stati minacciati, Ellen G. White scrive: La corretta comprensione del ministero del santuario celeste è il fondamento della nostra fede. GSS 3 5 Evangelism, p.22 ------------------------Capitolo 1 -- La fine dei 2300 giorni GSS 3 6 Tra le profezie che costituiscono il fondamento del risveglio spirituale avventista tra il 1830 e 1840 fu la profezia di Daniele 8:14: Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario sarà rivendicato. Ellen G. White che è passata attraverso l'esperienza in merito all'applicazione di questa profezia scrive: Era stato dimostrato che quei giorni profetici sarebbero finiti nell'autunno del 1844 e gli avventisti, insieme al mondo cristiano, pensavano che la terra, o parte di essa, fosse il santuario. Ritenevano che la purificazione del santuario fosse la purificazione della terra con il fuoco dell'ultimo giorno e che ciò si sarebbe verificato in occasione del secondo avvento. Cristo doveva quindi ritornare sulla terra nel 1844. GSS 4 1 The Great Controversy p. 409 GSS 4 2 Questo periodo profetico si sarebbe concluso il 22 ottobre del 1844. La delusione di chi si aspettava di incontrare il loro Signore in quel giorno è stato grande. Hiram Edson, un credente di spicco di quel tempo, conobbe questa esperienza. In un resoconto manoscritto egli esternò tutto il suo dolore; questo resoconto dovrebbe essere letto con molta compassione da coloro che così spesso ai nostri giorni parlano con leggerezza dell'avvento: siamo capaci di comprendere la loro disperazione? Possiamo situare noi stessi in questa storia? Considerate il suo resoconto: GSS 4 3 La giornata infine trascorse, e la nostra delusione divenne certa. Le nostre speranze e le nostre aspettative più care furono annientate, e su di noi scese uno spirito di pianto mai provato prima. La perdita di tutti i nostri amici terreni sarebbe stata niente in paragone di questo. Noi piangemmo, piangemmo fino allo spuntar dell'alba… GSS 4 4 Io meditavo nel mio cuore, dicendo che la mia esperienza dell'avvento era stata la più ricca e luminosa di tutta la mia esperienza cristiana. Se questa si era dimostrata un fallimento, che valore mai aveva il resto della mia esperienza cristiana? La Bibbia si era dimostrata un fallimento? Non esiste né Dio, né cielo, né città dalle case dorate, né paradiso? Tutto questo non sarebbe nient'altro che una favola abilmente orchestrata? Le nostre speranze e le nostre aspettative più care sono prive di fondamento? Così avevamo ben di ché piangere e lamentarci, se tutte le nostre speranze più care erano andate perdute. E come ho detto, piangemmo fino all'alba! GSS 5 1 Dopo la colazione dissi ad uno dei mie fratelli: 'Andiamo a vedere alcuni dei nostri fratelli per confortarli'. Partimmo, e attraversando un campo di granoturco fui fermato circa alla metà del campo. Il cielo sembrava aperto ai miei occhi, ed io vidi distintamente, e chiaramente, che il nostro Sommo Sacerdote, invece di uscire dal Luogo Santissimo del santuario celeste per venire su questa terra il decimo giorno del settimo mese, alla fine dei 2300 giorni, in quel giorno era entrato per la prima volta nella seconda sezione di quel santuario; e che Egli doveva eseguire un'opera nel luogo santissimo, prima di venire su questa terra, e che Egli in quella data era venuto per le nozze; in altre parole, che Egli era andato dall'Anziano dei giorni per ricevere il regno, il dominio e la gloria; e che noi dobbiamo attendere che Egli torni dalle nozze; e il mio spirito fu diretto al decimo capitolo dell'Apocalisse dove potevo constatare che la visione aveva parlato, e non aveva mentito; il settimo angelo aveva cominciato a suonare; noi avevamo mangiato il libretto, che era stato dolce nella nostra bocca, ma che era diventato amaro nel nostro ventre, amareggiando tutto il nostro essere. Compresi che noi dovevamo profetizzare di nuovo….e che quando il settimo angelo aveva cominciato a suonare il tempio di Dio in cielo si era aperto, e che nel Suo tempio si vedeva l'arca del Suo testamento… GSS 5 2 Mentre io rimanevo così immobile in mezzo al campo il mio compagno passò oltre, fino ad arrivare ad una distanza alla quale egli non poteva quasi più fare sentire la sua voce prima di accorgersi della mia mancanza. Egli mi chiese perché mi fossi fermato così a lungo; io risposi: "Il Signore stava rispondendo alla GSS 6 1 nostra preghiera di questa mattina, inviando la luce riguardo alla nostra delusione". Io parlai di queste cose ai miei fratelli. GSS 6 2 Dal manoscritto non pubblicato prima della sua apparizione parziale nella Review and Herald, 23 giugno 1921 GSS 6 3 Poi seguì un attento esame della Sacra Scrittura, in particolare nell'epistola agli Ebrei da Hiram Edson, e due dei suoi stretti collaboratori: Dr. F.B.Hahn, e O.R. Crosier, un insegnante. Il risultato di questo studio è stato scritto da Crosier e quindi pubblicato nel The Day Dawn, una pubblicazione limitata, e poi in un numero speciale del Day --Star, il 7 febbraio del 1846. Questa era una rivista avventista la più conosciuta e letta, pubblicata a Cincinnati, Ohio. Questa rivista ha raggiunto un certo numero di credenti avventisti delusi. La presentazione piuttosto lunga presentata dalla Scrittura, ha rinnovato la speranza e coraggio ai loro cuori. Essa chiaramente dimostra che il santuario doveva essere purificato alla fine dei 2300 giorni in cielo e non in terra, come abbiamo creduto in precedenza. GSS 6 4 In una dichiarazione scritta il 21 aprile 1847 Ellen White, in concordanza con articolo di Crosier sulla questione del santuario, dichiara: GSS 6 5 Il Signore mi ha mostrato in visione, più di un anno fa, che il fratello Crosier possedeva la vera luce, riguardo alla purificazione del santuario, ecc.; e che era il Suo desiderio che il fratello Crosier esponesse la concezione che egli ci ha data nel Day-Star Extra del 7 febbraio 1846. Io mi sento pienamente autorizzata dal Signore a raccomandare questo Extra a tutti i santi. GSS 6 6 A Word to the Little Flock, p. 12 GSS 7 1 In un secondo momento, essa parla sul rapido sviluppo e comprensione della dottrina dopo la delusione subita. GSS 7 2 L'hanno 1844 fu un periodo di grandi eventi; davanti ai nostri occhi attoniti si aprì la verità sulla purificazione del santuario in cielo, permettendo al popolo di Dio rinnovare la loro relazione con Dio sulla terra. GSS 7 3 13, 1889, published in Counsels to Writers and Editors, page 30. ------------------------Capitolo 2 -- La verità ristabilita mediante la testimonianza dello Spirito Santo GSS 7 4 Le visioni date a Ellen White, hanno confermato la solidità della posizione che una fase importante del ministero di Cristo nel santuario celeste è stato rivelato dopo il 22 ottobre 1844 e non prima. A poco a poco, l'ampiezza e profondità del soggetto è stata aperta davanti ai credenti dell'Avvento. Ricordando le esperienze degli anni passati, essa ha ricordato gli studi e le testimonianze manifestate mediante la guida divina: GSS 7 5 "Molti dei nostri fratelli non si rendono conto con quale fermezza è stata stabilita la nostra fede. Mio marito, l'anziano Joseph Bates, Padre Pierce, il pastore Hiram Edson e altri, che erano perspicaci, nobili e leali, furono annoverati tra i primi che dopo la crisi del 1844 hanno cercato la Verità come si cerca u tesoro nascosto. Mi riunivo con loro e studiavamo e pregavamo ardentemente. Spesso restavamo insieme e studiavamo la Parola di Dio per tutta la notte. Pur di scoprire il giusto significato, ci siamo incontrati ripetutamente per studiare la Bibbia, allo scopo di insegnarla agli altri. Quando studiavamo e arrivavamo a un punto cruciale dello studio, ci fermavamo perché "non potevamo fare di più", allora lo Spirito del Signore veniva sopra di me ed ero rapita in visione, e mi era data una chiara spiegazione dei passaggi che stavamo studiando, con istruzioni sul modo di lavorare e insegnare con efficacia. Questa luce ci fece comprendere le Scritture riguardo alla missione di Cristo e il Suo sacerdozio. Da allora una sequenza di Verità si è estesa da questo tempo fino al momento in cui entreremo nella città celeste di Dio. In quel momento mi fu tutto chiaro e diedi agli altri le spiegazioni che il Signore mi aveva rivelato". GSS 8 1 Selected Messages, book 1, p. 206,207 GSS 8 2 La consapevolezza che Cristo è entrato nel luogo santissimo del santuario celeste per iniziare il Suo ministero di chiusura in nostro favore, caratterizzata nel servizio del santuario osservato da parte di Israele, riempie di gioia i cuori dei nostri pionieri avventisti. La verità biblica è chiara, così grande, così vitale, che era difficile intuire che su di loro si posarono le responsabilità di impartire questa luce per gli altri. Sulla posizione riguardo la certezza, Ellen G. White scrive: GSS 8 3 La nostra fede deve essere stabilita alla luce della verità che ci è stata data. In quel momento commettevamo un errore dopo l'altro, finché i ministri e i medici non ci abbiano portato le nuove dottrine. Vorremmo studiare la Scrittura con molta preghiera, e che lo Spirito Santo ci guidasse alla verità. A volte intere notti abbiamo dedicato in preghiera per scoprire ciò che non abbiamo ancora capito…I gruppi di uomini e donne devoti, si sono riuniti per questo scopo. Il potere di Dio sarebbe venuto su di me per rivelarmi con chiarezza ciò che è la verità e ciò che è errore. GSS 9 1 Quando i punti della nostra fede sono stati stabiliti, allora i nostri piedi hanno trovato un solido fondamento. Ogni particolare conosciuto abbiamo accettato sotto la guida dello Spirito Santo. Le altre spiegazioni avrei ricevuto durante altre visioni che in futuro avrei ricevuto. Mi sono state date varie illustrazioni delle cose celesti e del santuario, in modo che la luce splendente scese su di noi. GSS 9 2 "Sappiamo già che la questione di santuario si basa sulla giustizia e verità". GSS 9 3 Gospel Workers, pp. 302,303 GSS 9 4 "I pionieri del movimento hanno visto che la verità è la base del santuario, è la base dell'intera struttura della dottrina avventista. Nel 1850, James White, ha pubblicato le parti essenziali della prima presentazione del tema esposta da O.R.L. Crosier, e lo commentò dicendo: "Il tema del santuario deve essere attentamente esaminato, in quanto è la base della nostra fede e della speranza". GSS 9 5 The Advent Review (special combined number). ------------------------Capitolo 3 -- Il santuario e il sabato GSS 9 6 Durante una visione data a E. White il 3 aprile 1847 riguardo al santuario celeste, fu confermata la verità sul sabato. Essa scrive: Improvvisamente sentimmo un profondo desiderio di pregare, e mentre stavamo pregando lo Spirito Santo scese su di noi. Eravamo moto felici. Ben presto mi allontanai dalle realtà terrene e venni rapita in visione nella gloria di Dio. Vidi un angelo che volava rapidamente verso di me per accompagnarmi dalla terra verso la santa Città. Là vidi un tempio, vi entrai, e attraversando una porta mi ritrovai davanti alla prima cortina. Questa cortina fu sollevata ed entrai nel luogo santo. Vidi l'altare dei profumi, il candelabro con sette lampade e la tavola dei pani di presentazione. GSS 10 1 Dopo avermi mostrato la gloria del luogo santo, Gesù sollevò la seconda cortina ed entrai nel luogo santissimo. Vidi l'arca che era ricoperta di oro puro. A ogni estremità dell'arca c'era un cherubino con le ali distese. I loro visi erano rivolti uno verso l'altro e guardavano verso il basso. In mezzo agli angeli c'era un turibolo d'oro. Sopra l'arca, dove c'erano gli angeli, c'era una luce splendente che sembrava come il trono in cui abita Dio. Gesù era accanto all'arca e quando le preghiere dei santi salivano fino a lui, l'incenso fumava nel turibolo ed egli offriva queste preghiere al Padre insieme al fumo dell'incenso. GSS 10 2 Nell'arca c'era un recipiente d'oro con la manna, il bastone fiorito di Aaronne e le tavole di pietra simili a un libro. Gesù le aprì e vidi i dieci comandamenti scritti con il dito di Dio. Su una tavola ce n'erano quattro e sull'altra sei. I quattro sulla prima tavola risplendevano più degli altri sei; ma il quarto, il comandamento del sabato, risplendeva più di tutti, perché il sabato era stato messo da parte per essere celebrato in onore del santo nome di Dio. Il sabato risultava splendente, circondato da un alone luminoso. GSS 11 1 Vidi che il comandamento del sabato non era stato inchiodato sulla croce. Se lo fosse stato, anche gli altri nove sarebbero stati e noi avremmo potuto trasgredirgli tutti, compreso il quarto. Vidi che Dio non aveva cambiato il sabato, perché Dio stesso non cambia. GSS 11 2 Early Writings, pp. 32, 33. ------------------------Capitolo 4 -- Il santuario sotto la critica GSS 11 3 Coloro che hanno accettato le affermazioni vincolanti della legge di Dio e si misero a osservare il giorno del Sabato, come stabilito nella legge di Dio, hanno incontrato una forte opposizione. Di questo e le relative motivazioni E. G. White scrive. GSS 11 4 "Furono fatti numerosi e intensi sforzi per abbattere la loro fede. Nessuno però, poteva fare a meno di rendersi conto che se il santuario terrestre era una rappresentazione o un modello di quello celeste, la legge collocata nell'arca del patto sulla terra era una trascrizione di quella celeste, la legge collocata nell'arca del patto sulla terra era una trascrizione di quella che si trovava in cielo. L'accettazione della verità relativa al santuario celeste implicava il riconoscimento delle esigenze della legge di dio e l'obbligo dell'osservanza del sabato del quarto comandamento". GSS 11 5 The Great Controversy, p. 435. GSS 11 6 Non c'è da stupirsi che negli anni successivi, la verità sul santuario ha provocato la spaccatura tra i membri di chiesa cristiana avventista. Gli anziani Snook e Brinkerhof, operatori di conferenza a Iowa si sono ritirati a metà del 1860; D.M. Canright, un ministro influente, sostenuto da entrambi operatori sanitari e ministeriali, ha lasciato la chiesa, rinnegando la fondamentale dottrina. E proprio a causa di questa situazione Ellen White scrisse alla chiesa le parole d'avvertimento il 20 novembre 1905: GSS 12 1 "Mi rivolgo ai missionari e ai ministri che hanno accettato i sofismi scientifici e favole ammalianti contro i quali siete stati avvertiti, che le vostre anime sono in pericolo. Il mondo come anche gli avventisti, deve sapere che sopra di loro grava un grave pericolo. Dio chiama a ravvedersi tutti quelli che hanno accettato queste illusioni che distruggono l'anima. Se il Signore è Dio, seguitelo…. GSS 12 2 "Satana, con tutto il suo esercito è pronto per la battaglia. Soldati di Cristo, adunatevi attorno alla bandiera insanguinata di Emmanuele. Nel nome del Signore, non aderite alla bandiera del principe delle tenebre, ma sottomettetevi al Principe del cielo. Chi ha orecchie per intendere, intenda! Leggete la vostra Bibbia! Avendo ricevuto la guida divina, vi presento questa verità, perché il tempo è vicino e i poteri ingannevoli delle agenzie sataniche stanno diventando sempre più potenti. Da un parte è Cristo cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra; dall'altra parte è Satana, che esercita il suo potere per ingannare i forti di questa terra con sofismi spiritiche, al fine di soffocare la verità di Dio e occupare le menti degli uomini con le favole. GSS 13 1 "Satana sta cercando continuamente di confondere le menti degli uomini riguardo al santuario, degradando la splendida Verità di Dio e il ministero di Cristo, pianificate per la nostra salvezza. GSS 13 2 Egli, con il suo potere rimuove dai cuori dei credenti la verità, insinuando le fantastiche teorie appositamente inventate per annullare la verità dell'espiazione e distruggere la nostra fiducia nella sacra verità, compresa quella del terzo angelo. Così facendo, egli ci priva dalla nostra fede nel messaggio che è fondamentale per il nostro carattere e la nostra opera. GSS 13 3 Special Testimonies, Series B, No. 7, pp. 16,17 GSS 13 4 Fu nel contesto di questa crisi panteistica che Ellen White, presente alla sessione della Conferenza Generale del 1905 dichiara a noi oggi quanto segue: GSS 13 5 In futuro, gli inganni satanici di ogni genere si moltiplicheranno; ma noi dobbiamo rimanere saldi nella fede. Vogliamo diventare solidi pilastri per la costruzione della nostra chiesa. Non un perno deve essere diverso da quelli che il Signore ha stabilito. Il nemico porterà in mezzo a noi false dottrine, come quella che il santuario non esiste. Questo è uno dei punti cruciali su cui si deve basare la nostra fede. Dove troveremo la salvezza se non nella verità che il Signore ci ha presentato 50 anni or sono? GSS 13 6 Counsels to Writers and Editors, p.53. GSS 13 7 La veduta panteistica così ardentemente sostenuta da alcuni - dichiara Ellen White -- ci allontana da Dio, e invalida la verità del santuario. GSS 13 8 Special Testimonies, Serie B, nr. 7, p. 16. GSS 13 9 Più o meno nello stesso periodo, uno dei nostri ministri - lo identifico come anziano G.,- ci ha spiegato che Cristo dopo aver terminato il Suo ministero sulla terra, è salito nel cielo e si presentò al Padre nel luogo santissimo; pertanto, fino il 22 ottobre, 1844 non vi era alcuna entrata nel luogo santissimo del santuario celeste come abbiamo inizialmente creduto e insegnato. GSS 14 1 Questi due concetti, entrambi i quali hanno colpito alla dottrina del santuario, come abbiamo creduto Ellen White più volte per fare riferimento alla solidità e l'integrità di questo punto di fede. Nel 1904 ha scritto: GSS 14 2 'Nessun figlio di Dio dovrebbe mai, sia con parole sia con gli atti, dubitare per quanto riguarda la personalità distinta di Dio, o per quanto riguarda il santuario e il suo ministero. Tutti i cristiani hanno bisogno di conoscere la verità sul santuario. Dio non vuole che le parole provenienti dalle labbra umane possano diminuire la convinzione del nostro popolo sulla verità che concerne il santuario celeste, e che il modello di questo santuario è stato costruito su questa terra. Il Signore desidera che il Suo popolo familiarizzi con questo modello, e si ricordi che è una fedele copia del santuario celeste, dove Egli presiede. Dobbiamo costantemente pregare e studiare la Parola di Dio al fine di comprendere e accettare questa verità'. GSS 14 3 E. G.White Letter 233, 1904. ------------------------Capitolo 5 -- Argomenti biblici sostenuti nel modo improprio GSS 14 4 Parlando degli scritti dell'anziano G., riguardo la verità sul santuario, Ellen White dice: "Da tempo sto supplicando il Signore per ottenere forza e saggezza che mi consentono di riprodurre gli scritti delle testimonianze che furono confermate nella fede e nella storia iniziale del messaggio. Dopo l'anno 1844 il popolo ha ricevuto una nuova luce e ha camminato in questa luce, e quando si levavano degli uomini che pretendevano di aver ricevuto una nuova luce, presentando le loro pretese comunicazioni fantastiche riguardanti svariati argomenti delle Sacre Scritture; in questi casi, per mezzo dell'azione dello Spirito Santo, ci pervenivano delle testimonianze specifiche su questi determinati argomenti, che rendevano inoffensivo l'influsso di tali comunicazioni; come ad esempio, quelle che sta insinuando l'Anziano G. nelle sue predicazioni. GSS 15 1 (Questo riferimento fa allusione a insegnamenti sulla questione del santuario, in contraddizione con quelli sostenuti dagli Avventisti del Settimo Giorno. Questi insegnamenti discordanti negavano l'adempimento della profezia nel 1844 e non riconoscevano il ministero di Cristo nel giudizio investigativo). GSS 15 2 Questo poveretto sta lavorando palesemente contro la verità che lo Spirito Santo ha confermato. GSS 15 3 'Quando la potenza di Dio testimonia la Verità, essa rimane sempre Verità. Non bisogna soffermarsi sulle supposizioni che sono in contrasto con la luce che Dio ha dato. Si leveranno uomini con interpretazioni delle Scritture che per loro sono verità, ma che, in effetti non sono la verità. La Verità per questo tempo ci è stata data da Dio come fondamento della nostra fede. Egli stesso ci ha insegnato che cos'è la Verità. Uno dopo l'altro si leveranno con una nuova luce, ma questa luce può essere in contraddizione con la luce di Dio, perché essa non proviene dallo Spirito Santo. Alcuni, durante la loro vita passano attraverso delle esperienze raggiungendo quel grado di maturità consolidata nella Verità ricevuta. Il Signore generosamente ha risparmiato la loro vita varie volte, affinché ripetano fino alla fine dei loro giorni, l'esperienza vissuta, così come l'apostolo Giovanni lo fece fino alla fine della sua vita. E i pionieri che sono caduti sotto la morte dovranno parlare attraverso la ristampa dei loro scritti. Mi fu mostrato che in questo modo le loro voci saranno ascoltate. Essi daranno la testimonianza di ciò che costituisce la verità per i nostri giorni. Noi non possiamo accettare le parole di chi arriva con un messaggio che contraddice i punti importanti della nostra fede. Essi riuniscono vari brani della Scrittura come prova della loro teoria. Ciò è stato fatto più e più volte nel corso degli ultimi cinquanta anni. E mentre le Scritture sono la Parola di Dio, esse vanno rispettate, è un grave errore applicazione di esse, se tale applicazione muove un punto del fondamento che Dio ha sostenuto durante questi cinquanta anni. Chi applica erroneamente le Scritture, non conosce la meravigliosa dimostrazione dello Spirito Santo, non apprezza la forza e il vigore dei messaggi dati al popolo di Dio. GSS 16 1 'Le prove esposte dall'anziano G., non sono affidabili. Qualora si accetterebbero, verrebbe distrutta la fede del popolo di Dio nella verità che ci ha reso quello che siamo. Dobbiamo essere decisi su questo argomento, poiché i punti che lui cerca di provare mediante le Scritture, non sono corretti. Essi non dimostrano che l'esperienza passata del popolo di Dio fu un errore. Abbiamo ricevuto la Verità. Siamo stati guidati dagli angeli di Dio. La Verità sulla presentazione del Santuario Celeste ci fu data sotto la guida dello Spirito Santo. Quelli che non partecipano alle caratteristiche della nostra fede e non ne fanno parte, lo dimostreranno con un silenzio eloquente. Dio non si contraddice mai. Le prove bibliche sono male interpretate se le si forza a testificare quello che non è verità. Ci sarà sempre qualcuno pronto a divulgare quello che pretendono essere una grande luce. Noi, però, dobbiamo difendere le nostre origini". GSS 17 1 Selected Messages Bk. 1 ,pp.160-162. ------------------------Capitolo 6 -- La realtà celeste confermata nelle sacre scritture GSS 17 2 Ripetutamente troviamo nelle Sacre Scritture le dichiarazioni di Ellen White fatte sul santuario celeste, sui suoi arredi e sul suo ministero. Una di queste è stata scritta nel 1880 quando parla dell'esperienza dei credenti dell'Avvento in seguito alla grande delusione: GSS 17 3 "Durante le loro indagini, hanno appreso che il santuario terreno, costruito da Mosè per ordine di Dio, secondo il modello mostrato sul monte, doveva raffigurare il tempo presente, in cui sono stati offerti doni e sacrifici; che entrambi era modelli delle cose nei cieli; che Cristo, un grande Sommo Sacerdote è un Ministro del santuario e del vero tabernacolo, costruito da Dio e non da uomo. GSS 17 4 "Il santuario celeste, in cui ministra Gesù a nostro favore, è originale ed è più grande da quello costruito da Mosè". GSS 17 5 "Lo splendore incomparabile del tabernacolo terreno riflette visione umana sulla gloria del tempio celeste, dove Cristo ministri per noi davanti al Padre". GSS 18 1 "Come il santuario sulla terra aveva due luoghi; santo e santissimo, così, anche nel santuario celeste vi sono due. L'arca contenente la legge di Dio, l'altare dei profumi e altri strumenti di servizio si trovano in una delle camere. Durante una visione, all'apostolo Giovanni, fu permesso di entrare in cielo, dove vide il candelabro e l'altare d'incenso, e 'come il tempio di Dio fu aperto, vide anche l'arca del Suo testamento'. GSS 18 2 Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. GSS 18 3 Poi venne un altro angelo e si fermò all'altare, reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull'altare d'oro, posto davanti al trono GSS 18 4 Allora si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine. (Apocalisse 4:5; 8:3; 11:19) GSS 18 5 "Coloro che cercavano la Verità, la trovarono attraverso l'esistenza del santuario celeste". Mosè costruì il santuario terreno sul modello che gli fu mostrato. L'apostolo Paolo dichiara che quel modello è stato fatto sull'esempio di quello esistente in cielo. GSS 18 6 Spirit of Prophecy, Vol. IV pp. 260,261 GSS 18 7 In precedenza Ellen White parla con enfasi dell'arredamento: GSS 18 8 "Mi fu anche mostrato un santuario sulla terra che aveva due stanze". Assomigliava a quello che avevo visto in cielo e mi fu detto che era la sua copia. Gli arredi della prima stanza del santuario terreno erano come quelli della prima stanza di quello del cielo. La cortina era sollevata e guardando verso il luogo santissimo vidi che gli arredi erano gli stessi del luogo santissimo del santuario del cielo. GSS 19 1 Early Writings, pp. 252,253 ------------------------Capitolo 7 -- L'arca e la legge nel santuario celeste GSS 19 2 In diverse occasioni tra cui durante il sermone a Orebro, in Svezia nel 1886, EGW ha parlato (e scritto) dell''arca che si trova nel santuario celeste. GSS 19 3 Il mio avvertimento per voi è questo: Non lasciatevi influenzare contro i comandamenti di Dio. La legge, scritta da Dio è la stessa che è nel cielo. L'uomo può calpestare la sua copia qui sulla terra, ma non può fare niente contro quella che è conservata nel arca di Dio in cielo; ed essa è la sede della misericordia. Gesù si trova davanti all'arca, da dove intercede per l'uomo. GSS 19 4 Ellen G. White Comments, SDA Bible Commentary, vol. 1, p. 1109 GSS 19 5 Per quanto riguarda il santuario celeste, nel 1903, Ellen White scrive: GSS 19 6 Potrei dire molto sul santuario, sul arca che contiene la legge di Dio, sul coperchio dell'arca che è la sede di misericordia; sugli angeli posti sui due lati dell'arca e su altre cose connesse con il santuario celeste, come il grande giorno di espiazione, o sui misteri del cielo; ma le mie labbra sono state sigillate. Non ho inclinazione necessaria per farlo. GSS 20 1 Ellen G. White Letter 253, 1903 ------------------------Capitolo 8 -- La delusione subita influisce ancora sulla vitale verità GSS 20 2 È evidente che il nostro avversario, Satana, cercherà di turbare la fede del popolo di Dio in questi ultimi giorni riguardo al santuario. Ellen White scrive: GSS 20 3 'Il Salvatore predisse che negli ultimi giorni sarebbero apparsi falsi profeti per trarre i discepoli dietro di loro; che i fedeli, in questo momento di pericolo dovrebbero aggrapparsi alla verità esposta nell'Apocalisse, anziché cercare errori dottrinali in modo specioso, cosa che li condurrà all'inganno. GSS 20 4 'Mentre il Signore risalta ogni vero sentimento; Satana, invece, con una spiccata abilità confonde e inganna le anime nel modo subdolo, al fine di rovinare la fede del popolo di Dio e per scoraggiarli. Come in cielo, anche sulla terra egli tenta di dividere il popolo di Dio in questa ultima fase della storia di questa terra. Egli cerca dissenso, suscita contese e le discussioni; rimuove, se possibile i vecchi punti di riferimento della verità dati al popolo di Dio; cerca di far apparire il Signore come un ingannatore, come se Egli stesso si contraddisse. GSS 20 5 'Quando Satana appare come un angelo di luce, prende le anime nel suo laccio per ingannarli. Gli uomini che fingono di essere stati istruiti da Dio, adotteranno le teorie fallaci, e con i loro insegnamenti fasulli, porteranno la gente in deliri satanici. Una volta egli s'introduce come un angelo di luce, non li mancherà l'occasione di presentare le sue menzogne. Questi falsi profeti faranno tentativo di ingannare molti, portandoli ad accettare false teorie. Molti passi delle Scritture saranno applicati erroneamente in modo tale che le false teorie apparentemente si baseranno sulle parole che Dio ha parlato. La preziosa verità sarà presentata nel modo errato. Questi falsi profeti, che affermano di essere seguaci di Dio, si serviranno delle false teorie per sminuire la Verità. Alcuni di loro che in passato hanno onorato il Signore, si allontaneranno dalla Verità per difendere i falsi insegnamenti, inclusa la questione di santuario. GSS 21 1 Manuscript 11, 1906. (Emphasis supplied.) GSS 21 2 Poche settimane più tardi, EGW ha aggiunto queste parole sull'importanza di una corretta comprensione di questa verità: GSS 21 3 'So che la questione riguardo al santuario si trova nella verità la quale abbiamo conosciuto molti anni prima. È il nemico che dirotta le menti su un terreno pericoloso. Lui è contento quando coloro chi conosce la verità, assorbono le false teorie che non hanno alcun fondamento biblico. Le Scritture così utilizzate, sono applicate nel modo sbagliato, perché non hanno sono fondate sulla verità. GSS 21 4 Gospel Workers, p.303. ------------------------Capitolo 9 -- Con lo sguardo fisso sul santuario GSS 22 1 In nessun momento dobbiamo perdere di vista importante lavoro che si sta svolgendo nel santuario celeste. Il mio consiglio è seguente: GSS 22 2 'Come popolo, dobbiamo essere sinceri studenti della profezia; non dovremmo abbandonare lo studio finché non comprenderemo la questione del santuario, di cui parla sia il libro di Daniele sia di Giovanni. Quest'argomento getta grande luce sulla nostra posizione attuale, e sul nostro operato, e ci dà la prova inequivocabile di ciò che Dio ci ha presentato nelle nostre esperienze passate. Questo soggetto spiega la nostra delusione nel 1844, mostrandosi che non il santuario terreno doveva essere purificato come avevamo supposto, ma che Cristo, è entrato nel luogo santissimo celeste per svolgere lì il suo ministero sacerdotale, in adempimento di ciò che dice angelo al profeta Daniele: Fino a duemilatrecento giorni il santuario sarà purificato. GSS 22 3 'La nostra fede in riferimento ai messaggi del primo, secondo e il terzo angelo, deve essere corretta e intaccabile. Anche se i padroni del male tentano di distruggere le fondamenta della nostra fede, dobbiamo resistere a non cedere. Uniti, dobbiamo difendere la verità contro tutti quelli che si sono alleati con il nemico e il suo esercito. Studiando diligentemente le Scritture, possiamo imparare molto su come stanno veramente le cose. Il popolo di Dio deve avere gli occhi fissi sul santuario celeste, dove il ministero finale del nostro grande Sommo Sacerdote sta andando avanti, dove Egli intercede per il Suo popolo. GSS 22 4 Evangelism, pp. 222, 223. ------------------------Capitolo 10 -- Il piccolo libretto GSS 23 1 Fatta eccezione per un paio di note e questioni di studio che seguono ogni capitolo, il materiale che segue proviene esclusivamente dalla penna di E.G. White, tratto dai libri: Patriarchi e Profeti e Il gran conflitto, compreso alcuni brani tratti da diverse pubblicazioni dell'autrice. Come la maggior parte dei lettori sono in possesso di libri di E.G. White, potrebbe sembrare inutile includere parti di capitoli immediatamente rilevanti concernenti il Cristo nel Suo santuario. GSS 23 2 The White Trustee ------------------------Capitolo 11 -- Cristo nel sistema sacrificale GSS 24 1 L'errore dei nostri progenitori fu la causa scatenante della sofferenza e dell'infelicità del mondo; se non fosse stato per la bontà e la generosità di Dio, questa esperienza avrebbe gettato l'umanità in una disperazione infinita.1 GSS 24 2 La caduta dell'uomo riempì di dolore ogni essere del cielo. Il mondo creato da Dio era stato deturpato dalla maledizione del peccato e sarebbe stato abitato da creature destinate alla miseria e alla morte. Per i trasgressori della legge non s'intravvedeva via d'uscita…. GSS 24 3 Ma Dio, nel Suo amore, aveva previsto un piano per la salvezza dell'uomo. La trasgressione della legge divina richiedeva la morte del peccato. Poiché essa è santa come Dio stesso, in tutto l'universo solo un essere uguale a Dio avrebbe potuto riparare all'errore dell'uomo. Il Cristo si sarebbe assunto la colpa e la vergogna del peccato: esso costituisce un'offesa così grande per un Dio santo, da separare perfino il Padre dal Figlio.2 GSS 24 4 Uomo, venne a conoscenza del piano della salvezza per la prima volta quando ascoltò la sentenza pronunciata nel giardino dell'Eden contro Satana. Il Signore dichiarò: È io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno. (Genesi 3:15). Quelle parola ebbero per i nostri progenitori il significato di una promessa. Esse preannunciavano infatti il conflitto che avrebbe opposto l'uomo a Satana e dichiaravano che un giorno il potere del male sarebbe stato infranto. 3 GSS 25 1 Gli angeli celesti hanno presentato ai nostri progenitori il piano della salvezza nel modo molto esplicito. Adamo e la sua compagna sono stati rassicurati che nonostante il loro grande peccato, non sarebbero stati mai lasciati soli alla mercé di Satana. Il Figlio di Dio si era offerto di riparare con la propria vita la loro trasgressione. A loro sarebbe stata concessa un periodo di prova affinché attraverso il pentimento e la fede in Cristo, potrebbe ridiventare i figli di Dio. SACRO CARATTERE DELLA LEGGE DI DIO GSS 25 2 Il sacrificio richiesto dalla trasgressione rivelò ad Adamo ed Eva il carattere sacro della legge di Dio. Essi compresero per la prima volta la gravità della propria colpa e le sue terribili conseguenze. 4 GSS 25 3 La legge di Dio esisteva ancor prima della creazione dell'uomo. Gli angeli erano governati da essa. Satana cadde, perché ha trasgredito i principi del governo di Dio. Dopo che Adamo ed Eva furono creati, Dio fatto conoscere loro la Sua legge. Essa, allora non era ancora scritta, bensì pronunciata da Jehovah. Dopo il peccato e la caduta di Adamo, la legge è rimasta immutabile. I principi dei dieci comandamenti esistevano prima della caduta, e avevano un santo carattere adatto alla condizione degli esseri umani.5 I principi divini sono stati formulati ed esplicitamente presentati all'uomo dopo la sua caduta. In seguito, essi divennero necessari per tutti quelli che sono stati accecati dalla trasgressione. 6 GSS 26 1 Al principio è stato stabilito un sistema che richiedeva il sacrificio di animali, per ricordare all'uomo come il serpente abbia condotto Eva alla disobbedienza e quindi alla morte. La trasgressione della legge di Dio ha reso necessario il sacrificio di Cristo, per dare all'uomo la possibilità di sfuggire il castigo, e perché egli possa preservare e onorare la legge di Dio. Il sistema dei sacrifici è stato quello di insegnare all'uomo l'umiltà, in vista della sua condizione decaduta, condurlo al pentimento, ricevere il perdono, e ad avere fiducia in Dio attraverso il Redentore promesso.7 GSS 26 2 Il sistema stesso dei sacrifici è stato ideato da Cristo, e dato ad Adamo quale promessa dell'avvento di Cristo. 8 IL PRIMO SACRIFICIO DELL'UOMO GSS 26 3 Per Adamo, l'offerta del primo sacrificio fu una cerimonia estremamente penosa. La sua mano doveva distruggere la vita, che solo Dio poteva dare. Fu la prima volta in cui egli assistette alla morte. Sapeva che se avesse ubbidito a Dio essa non sarebbe mai esistita, né per gli uomini né per animali. Quando uccise la vittima innocente, egli tremò al pensiero che la sua colpa avrebbe causato l'uccisione dell'Agnello di Dio. Quella scena gli diede l'immediata, profonda consapevolezza della gravità della sua trasgressione: niente, al di fuori della morte del Figlio di Dio, poteva espiarla. L'uomo rimase allora confuso e stupito di fronte a quell'immensa bontà, che era pronta a pagare un prezzo così grande per salvare gli uomini colpevoli: una speranza illuminò il suo futuro così oscuro e terribile. Si sentì sollevato e l'amara disperazione in cui era caduto l'abbandonò. 9 GSS 27 1 Adamo fu incaricato di insegnare ai suoi discendenti, oltre alla promessa della venuta del Salvatore, il timore del Signore, l'umiltà e l'obbedienza. 10 GSS 27 2 Adamo preservò come tesoro tutto quello che Dio gli aveva rivelato, e trasmise ogni parola ai suoi discendenti. 11 GSS 27 3 In ogni offerta sacrificale su altare è stato visto il Redentore. La nuvola d'incenso che esce da ogni cuore contrito, la preghiera e le offerte che Dio avrebbe accettato, mostrano la fede nella venuta del Salvatore. 12 GSS 27 4 I discendenti di Adamo profanarono anche il sistema dei sacrifici rivelato ad Adamo. Superstizione, idolatria, crudeltà e dissolutezza alterarono i sacrifici semplici e significativi che Dio aveva istituito. Al Sinai, il Signore diede istruzioni precise sul rituale dei sacrifici perché gli israeliti, per molti anni in contatto con una cultura pagana, avevano inserito nel loro culto pratiche religiose estranee. DOMANDE PER LO STUDIO GSS 29 1 1. Perché solo Uno uguale a Dio poteva espiare per la trasgressione della legge divina? (28,29) GSS 29 2 2. Quale significato ha la dichiarazione in Genesi 3:15 per Satana? Per Adamo ed Eva? (29) GSS 29 3 3. Perché è stato concesso un periodo di prova? (29) GSS 29 4 4. Quali sono le finalità del sistema di sacrificio? (30,31) GSS 29 5 5. Per quale ragione il primo sacrificio di Adamo è stato una cerimonia dolorosa? (31) GSS 29 6 6. Dove Adamo ed Eva hanno elevato i primi altari? Qual è il loro significato? (31,32) ------------------------Capitolo 12 -- Il santuario celeste in miniatura GSS 30 1 Mentre Mosè si trovava sul monte di Dio gli fu dato il seguente commando: Mi facciano un santuario perché io abiti in mezzo a loro. (Esodo 25:8). E Mosè ha ricevuto precise indicazioni per la costruzione del tabernacolo. Con l'apostasia del popolo Israelita, la presenza divina non era possibile e di conseguenza la costruzione del santuario in mezzo a loro non viene compiuta. In seguito, quando il favore del cielo fu ripristinato, allora il grande leader ha potuto procedere a eseguire il comando divino. Allora furono scelti gli uomini particolarmente dotati di abilità e saggezza per costruire l'edificio sacro. Dio stesso ha dato a Mosè il piano di questa struttura con particolari indicazioni sulla dimensione e la forma, di materiali da impiegare, e ogni altro articolo che concerne arredamento che doveva contenere. GSS 30 2 Il santuario fatto con le mani doveva essere fatto secondo modello del santuario celeste - (Ebrei 9:24) -- una rappresentazione in miniatura del tempio celeste, dove Cristo, nostro Sommo Sacerdote, dopo aver offerto la Sua vita come un sacrificio a favore del peccatore. Dio nella visione sul monte, ha presentato davanti a Mosè il santuario celeste, e gli comandò di fare ogni cosa secondo il modello che li è stato mostrato. Tutte le indicazioni sono state accuratamente registrate da Mosè, che furono poi trasmesse ai capi del popolo. Per la costruzione del santuario furono scelti uomini che il Signore aveva dotato di particolari abilità e saggezza. Dio stesso aveva fornito a Mosè il progetto, completo di ogni informazione riguardo alle dimensioni, la forma, il materiale da impiegare e tutti gli oggetti compresi nell'arredo. Il tabernacolo pur essendo costruito dagli uomini, doveva essere "figura del vero", (Ebrei 9:24,23) una rappresentazione in miniatura del santuario che è nel cielo in cui il Cristo, il nostro Sommo Sacerdote, dopo aver offerto la Sua vita in sacrificio, doveva compiere la Sua opera in difesa del peccatore. Sul Sinai Dio presentò a Mosè la visione del santuario e gli ordinò di riprodurlo fedelmente. Mosè registrò con cura tutte queste indicazioni e le comunicò ai capi del popolo. GSS 31 1 La costruzione del santuario richiedeva preparativi molto dispendiosi: era necessaria una grande quantità di materiali fra i più pregiati e rari. Il Signore tuttavia accettò solo le offerte volontarie. Mosè aveva ripetuto al popolo quest'ordine: Accettate l'offerta da ogni uomo che sarà disposto a darla di cuore. (Esodo 25:2) Il desiderio di servire Dio e lo spirito di sacrificio erano due requisiti per coloro che si impegnavano a costruire la casa dell'Eterno. GSS 31 2 Poi quanti erano di cuore generoso ed erano mossi dal loro spirito, vennero a portare l'offerta per il Signore, per la costruzione della tenda del convegno, per tutti i suoi oggetti di culto e per le vesti sacre. Vennero uomini e donne, quanti erano di cuore generoso, e portarono fermagli, pendenti, anelli, collane, ogni sorta di gioielli d'oro: quanti volevano presentare un'offerta di oro al Signore la portarono. Quanti si trovavano in possesso di tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso, di pelo di capra, di pelli di montone tinte di rosso e di pelli di tasso ne portarono. Quanti potevano offrire un'offerta in argento o rame ne offrirono per il Signore. Così anche quanti si trovavano in possesso di legno di acacia per qualche opera della costruzione, ne portarono. Inoltre tutte le donne esperte filarono con le mani e portarono filati di porpora viola e rossa, di scarlatto e di bisso. Tutte le donne che erano di cuore generoso, secondo la loro abilità, filarono il pelo di capra. I capi portarono le pietre di onice e le pietre preziose da incastonare nell'efod e nel pettorale, balsami e olio per l'illuminazione, per l'olio dell'unzione e per l'incenso aromatico. (Esodo 35:21-28) GSS 32 1 Durante la costruzione del santuario, gli israeliti -- giovani, vecchi, uomini, donne e bambini- continuarono a portare offerte, finché esse furono addirittura superiori al necessario. Allora Mosè fece annunciare in tutto il campo questo messaggio: Né uomo né donna faccia più alcun lavoro come offerta per il santuario. Così s'impedì che il popolo portasse altro. (Esodo 36:6) GSS 32 2 La Bibbia ricorda le proteste degli israeliti e gli interventi di Dio nel giudicare i loro errori, come avvertimento per le generazioni future; la generosità, la devozione e lo zelo che il popolo dimostrò in quest'occasione rappresentano invece un esempio da imitare. Tutti quelli che desiderano adorare Dio e apprezzano la benedizione della Sua presenza accanto a loro, manifesteranno lo stesso spirito di sacrificio nel preparare un luogo dove egli possa incontrarsi con loro. A questo scopo essi dedicheranno al Signore il meglio di ciò che possediamo. Il progetto di una casa per l'Eterno non dovrebbe mai incontrare difficoltà finanziarie: sarebbe un disonore. La somma per realizzarlo dovrebbe essere offerta con generosità, in modo che i responsabili possano dire, come i costruttori del tabernacolo: "Non portate più offerte". IL TABERNACOLO E LA SUA COSTRUZIONE GSS 33 1 Il santuario israelita poteva essere smontato e trasportato, in modo da seguire il popolo nel suo viaggio. Era una costruzione magnifica, sebbene fosse di piccole dimensioni: non più di diciassette metri di lunghezza e poco più di cinque di larghezza e altezza. L'intelaiatura e gli arredi erano in legno di acacia, il più solido tra i legnami del Sinai. Le pareti erano formate da assi verticali poggiate su supporti d'argento e collegate ad altre travi, poste in orizzontale; il tutto era coperto d'oro, e ciò faceva sembrare la costruzione d'oro massiccio. Il tetto era formato da quattro serie di teli: quello più interno era di…lino fino ritorto, di filo coloro violaceo, porporino e scarlatto, con dei cherubini artisticamente lavorati. (Esodo 26:1) Gli altri tre erano di pelli di capra e di montone tinte di rosso e di pelli di delfino, tutte disposte in modo da fornire una copertura completa. GSS 33 2 La costruzione era divisa in due ambienti da una tenda meravigliosa, detta anche cortina, sorretta da pilastri rivestiti d'argento; una tenda simile a questa separava la prima stanza dall'esterno. Questi teli, come anche gli altri che formavano l'ambiente intero e il soffitto, avevano colori magnifici; blu, porpora, collaborano al servizio del santuario del cielo e sostengono il popolo di Dio sulla terra. Il santuario era circondato da un cortile a cielo aperto, delimitato da tendaggi di lino fino, sostenuti da pilastri di rame. L'ingresso era rivolto verso oriente. Esso era chiuso da tende di un tessuto di preziosa fattura, ma di bellezza inferiore a quelle interne al santuario. Il recinto del cortile nascondeva solo per metà altezza le pareti della costruzione, che quindi era visibile dall'esterno. Nel cortile, vicino all'ingresso, si trovava un altare in rame per i sacrifici consumati tramite il fuoco; sui suoi corni veniva spruzzato il sangue dell'espiazione. Tra l'altare e l'ingresso del tabernacolo vi era una conca, anch'essa di rame, fatta con gli specchi donati dalle donne israelite. In essa i sacerdoti dovevano lavarsi le mani e i piedi ogni volta che entravano nelle stanze sacre, oppure quando si preparavano a presentare offerte all'Eterno sull'altare degli olocausti. GSS 34 1 Nella prima stanza, o luogo santo, si trovavano il tavolo con i pani della presentazione, il candelabro e l'altare dell'incenso. Il tavolo dei pani della presentazione, posto sul lato nord, era decorato con fregi d'oro, ed era ricoperto dello stesso metallo. Su di esso ogni sabato i sacerdoti ponevano dodici focacce cosparse d'incenso, ordinate in due file. Le focacce erano considerate sante e per questo motivo, una volta sostituite, dovevano essere mangiate dai sacerdoti. Nel lato sud vi era un candelabro d'oro massiccio con sette lampade e sette bracci ornati da gigli cesellati con arte: era acceso giorno e notte, per assicurare l'illuminazione del tabernacolo, che era privo di finestra. Proprio davanti alla cortina che separava il luogo santo dal luogo santissimo, dove si manifestava la potenza di Dio, c'era un altare d'oro su cui il sacerdote bruciava ogni sera e ogni mattina l'incenso. Il rituale prevedeva che il sangue della vittima per il peccato fosse posto sui corni dell'altare, durante il servizio quotidiano. In occasione del gran giorno dell'Espiazione, invece, il sangue veniva sparso su tutta la superficie dell'oggetto. Il fuoco di quest'altare, acceso da Dio stesso, doveva essere tenuto vivo come qualcosa di sacro. Giorno e notte l'incenso diffondeva il suo profumo nel santuario e arrivava anche all'esterno, lontano dal tabernacolo. GSS 35 1 All'interno, oltre la copertina, c'era il luogo santissimo, il centro del servizio simbolico dell'espiazione, e dell'intercessione; esso collegava il cielo e la terra. Vi si trovava l'arca, una cassa in legno di acacia completamente ricoperta d'oro, che portava sul bordo superiore una cornice dello stesso metallo. L'arca custodiva le tavole di pietra sulle quali Dio aveva scritto i dieci comandamenti. Per questo motivo venne chiamata "arca del testamento di Dio" o anche "arca del patto"; i comandamenti infatti costituivano la base dell'alleanza fra Dio e Israele. GSS 35 2 Il coperchio dell'arca veniva chiamato propiziatorio ed era d'oro massiccio. Alle sue estremità si trovavano due cherubini d'oro; le loro ali si stendevano una verso l'altra verso il basso, a coprire il corpo in segno di ossequio e umiltà. (Ezechiele 1:11) Le due statue erano rivolte l'una verso l'altra, e il loro sguardo si posava con devozione sull'arca. Il loro atteggiamento esprimeva il rispetto che gli angeli hanno per la legge di Dio e il loro interesse per il piano della salvezza. Sopra del propiziatorio, tra i due cherubini, c'era la Shekinah, la manifestazione della presenza divina tramite cui Dio esprimeva la Sua volontà. A volte i messaggi divini venivano trasmessi al sommo sacerdote da una voce proveniente dalla nuvola; in altri casi, una luce illuminava il cherubino di destra per concedere l'approvazione a una richiesta: il segnale della disapprovazione era invece un'ombra che velava il cherubino di sinistra. GSS 36 1 La legge di Dio, custodita nell'arca, era la norma della giustizia e del giudizio. Essa imponeva la morte dei trasgressori. Al di sopra della legge vi era tuttavia il propiziatorio, dove si rivelava la presenza divina; dopo l'espiazione, era qui che Dio manifestava il Suo perdono per il peccatore pentito. Il servizio del santuario traduce in simboli l'azione compiuta dal Cristo per la nostra redenzione, per cui la benignità e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate. (Salmo 85:10) GSS 36 2 Il linguaggio umano non può descrivere adeguatamente lo splendore del santuario. Le pareti dorate che riflettevano la luce del candelabro d'oro, i tendaggi dai colori brillanti, ricamati con figure di angeli risplendenti, la tavola dei pani e l'altare dell'incenso scintillante d'oro. E allora, oltre la seconda tenda, l'arca sacra con i cherubini e infine, sopra di essa, la Shekinah, manifestazione visibile della presenza dell'Eterno; tutto questo era solo un debole riflesso della gloria del tempio di Dio in cielo, dove si svolge l'azione divina in favore della redenzione dell'uomo. GSS 36 3 Quando, dopo circa sei mesi, il santuario fu completato, Mosè lo confrontò con le direttive ricevute da Dio sul monte, e con il modello che li era stato mostrato. E Mosè vide tutto il lavoro; ed ecco, essi l'avevano eseguito come l'Eterno aveva ordinato, l'avevano eseguito a quel modo. E Mosè li benedisse. (Esodo 39:43) Gli Israeliti, spinti da un grande interesse, si affollarono intorno alla sacra costruzione; sotto lo sguardo soddisfatto e pieno di devozione di tutto il popolo, la nuvola a forma di colonna discese sul santuario e lo coprì e la gloria dell'Eterno riempì il tabernacolo. Era una manifestazione della gloria di Dio, e per qualche tempo neppure Mosè poté entrare nel santuario. Israele assistette con profonda emozione a quella dimostrazione del favore divino. Un grande senso di solennità riempiva l'animo di ognuno e la felicità si espresse in lacrime di gioia, in confessioni di gratitudine sussurrate al Dio che aveva accettato di abitare in mezzo a Israele. I SACERDOTI E IL LORO ABBIGLIAMENTO GSS 37 1 Dio scelse la tribù di Levi per svolgere i servizi del santuario. In precedenza ogni uomo era stato sacerdote della propria famiglia. Ai tempi di Abramo, infatti, il sacerdozio era considerato un diritto del figlio maggiore. Il Signore dispose che da quel momento la tribù di Levi sostituisse i primogeniti nell'esercizio delle funzioni sacre. La nomina era il riconoscimento della fedeltà che questa tribù aveva dimostrato nell'aderire al servizio sacro e nell'eseguire il giudizio di Dio in occasione dell'apostasia d'Israele, con il vitello d'oro. La responsabilità del sacerdozio venne riservata alla famiglia di Aronne. Solo a lui e a suo figlio sarebbe stato consentito compiere i riti alla presenza del Signore; tutto il resto della tribù si sarebbe occupata del tabernacolo e dei suoi accessori. Era prerogativa esclusiva dei sacerdoti, infatti, immolare le vittime dei sacrifici, bruciare l'incenso e vedere gli arredi sacri privi della loro copertura. Per questo ruolo particolare, i sacerdoti indossavano un abito che li distingueva. E farai ad Aronne, tuo fratello, dei paramenti sacri, come insegne della loro dignità e come ornamento,. (Esodo 28:2) ordinò il Signore a Mosè. L'abbigliamento di un comune sacerdote era di lino bianco, tessuto in un unico pezzo, e arrivava fin quasi ai piedi; era fermato in vita da una cintura di lino bianco ricamata in blu, porpora e rosso. Lo completava un turbante di lino, detto mitra. Davanti al pruno ardente Mosè si era tolto i sandali, per ordine divino, perché il suolo su cui camminava era sacro. Nello stesso modo, i sacerdoti non dovevano entrare nel santuario con le scarpe, perché la polvere avrebbe profanato quel luogo sacro. Dunque, avrebbero lasciato le scarpe all'ingresso del santuario, nel cortile; il rituale prevedeva inoltre che si lavassero le mani e i piedi, prima di servire nel tabernacolo e presso l'altare degli olocausti. Questi gesti rappresentavano un costante insegnamento: chi si avvicina al Signore deve allontanare da sé ogni tipo di contaminazione. GSS 38 1 L'abito del sommo sacerdote, prezioso e magnificamente lavorato, era adatto alla sua elevata posizione. Infatti, sopra la tunica di lino comune a tutto il clero egli indossava un abito blu tessuto in un unico pezzo, i cui bordi erano ornati con campanelle d'oro e melograni di colore blu, porpora e scarlatto. Sul petto portava l'efod, un abito corto e senza maniche, di vari colori -- oro, blu, porpora, scarlatto e bianco -- che terminava con una cintura di tessuto simile, con preziosi ricami. In corrispondenza delle spalle l'efod era intessuto d'oro e aveva due pietre di onice con incisi i nomi delle dodici tribù d'Israele. Sopra l'efod c'era il pettorale, il paramento sacerdotale più sacro, realizzato con lo stesso materiale dell'efod; aveva la forma di un quadrato lungo circa venticinque centimetri, sospeso sulle spalle con una corda azzurra fermata da anelli d'oro. Il bordo era formato da varie pietre preziose, le stesse delle dodici fondamenta della città di dio. Sul pettorale si trovavano dodici pietre incastonate nell'oro, sistemate in file di quattro; su di esse, come sulle catenelle che fissavano le spalle, erano incisi i nomi della tribù. Il Signore aveva detto, infatti: Così Aronne porterà i nomi de' figlioli d'Israele incisi nel pettorale del giudizio, sul suo cuore, quando entrerà nel santuario per conservare del continuo la ricordanza dinanzi all'Eterno. (Salmo 40:17) URIM E THUMMIM GSS 39 1 A lati del pettorale erano fissate due grosse pietre di grande splendore, chiamate Urim e Thummim; attraverso di esse Dio comunicava la Sua volontà al sommo sacerdote. Quando l'Eterno veniva consultato su una decisione, la pietra di destra si illuminava per esprimere una risposta positiva; quella di sinistra, invece, si oscurava per negare il consenso. GSS 39 2 La mitra del sommo sacerdote era un turbante di lino bianco con un nastro blu, su cui era fissata una placca d'oro; su di essa era scritto SANTO ALL'ETERNO. Ogni particolare dei paramenti e del contegno dei sacerdoti doveva ispirare il senso della santità di Dio, della sacralità del suo culto e dell'integrità di quanti dovevano comparire in sua presenza. IL SERVIZIO DEL SANTUARIO GSS 40 1 Il Signore aveva dato a Mosè precise ed esplicite istruzioni su ogni dettaglio di questo rituale simbolico. GSS 40 2 Sia il santuario sia il servizio dei sacerdoti erano, infatti, figura ed ombra delle cose celesti. (Ebrei 8:5) I riti del santuario avevano un ciclo giornaliero e uno annuale. Le pratiche giornaliere venivano eseguite sull'altare degli olocausti, nel cortile del tabernacolo e nel luogo santo; il servizio annuale avveniva invece nel luogo santissimo. GSS 40 3 Soltanto il sommo sacerdote poteva vedere il luogo più interno del santuario; vi entrava una volta all'anno, dopo una preparazione accurata e solenne. Con trepidazione, si presentava davanti a Dio. Mentre il popolo aspettava il suo ritorno, in rispettoso silenzio, egli invocava in preghiera la benedizione divina. Davanti al propiziatorio, il sommo sacerdote compiva l'espiazione per Israele: Dio s'incontrava con lui in una nuvola di gloria. GSS 40 4 Il servizio quotidiano consisteva nel sacrificio della sera e della mattina, consumato tramite il fuoco, nell'offrire l'incenso sull'altare d'oro e nei rituali delle offerte per la remissione dei peccati individuali. Inoltre venivano presentate offerte in occasione dei sabati, all'inizio di un nuovo mese e nelle feste speciali. GSS 40 5 Ogni mattina e ogni sera un agnello di un anno veniva immolato sul fuoco dell'altare: con offerta di questo simbolo, il popolo si consacrava all'Eterno ogni giorno, confermando la sua costante dipendenza dal sacrificio espiatorio di Gesù. Dio ordinò con chiarezza che ogni offerta presentata per il servizio del santuario fosse senza difetto. (Esodo 12:5) I sacerdoti dovevano esaminare tutti gli animali portati per il sacrificio e rifiutare quelli che avevano anche una minima imperfezione. Solo un'offerta senza difetto poteva simboleggiare la completa purezza del cristo, che offrì se stesso come Agnello senza difetto né macchia. (1 Pietro 1:19) L'apostolo Paolo indica in questa perfezione un modello a cui il credente deve tendere. Egli afferma: Io vi esorto dunque fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale. (Romani 12:1) Dobbiamo dedicarci al servizio di Dio cercando di offrire il meglio di noi stessi: solo questo, e niente di meno, può dargli gioia. Quanti lo amano con tutto il cuore, desidereranno servirlo nella maniera migliore, nel continuo tentativo di essere profondamente coerenti con le leggi che li educano a compiere la sua volontà. GSS 41 1 L'offerta dell'incenso permetteva ai sacerdoti di entrare in comunione con Dio in modo più diretto che con qualsiasi altro rituale del servizio quotidiano. La tenda interna del santuario non arrivava fino al soffitto dell'edificio, e quando la gloria di Dio si manifestava sul propiziatorio, essa era in parte visibile dal luogo santo. Quando il sacerdote offriva l'incenso all'Eterno, guardava verso l'arca; il profumo saliva, e la gloria divina scendeva sul propiziatorio, illuminando il luogo santissimo con una luce così intensa da costringere il sacerdote a uscire. Come nel rituale israelitico il sacerdote contemplava per fede il propiziatorio, che in realtà non poteva vedere, così il popolo di Dio deve rivolgersi in preghiera al Cristo, Sommo Sacerdote. Egli non è fisicamente visibile, ma intercede per gli uomini nel santuario del cielo. GSS 42 1 L'incenso che saliva insieme alle preghiere degli israeliti, rappresenta i meriti e l'intercessione del Cristo. La sua perfetta giustizia può essere attribuita a chiunque abbia fede; questo è il solo mezzo che può permettere ai peccatori di essere accettati da Dio. Davanti alla cortina del luogo santissimo vi era l'altare su cui ogni giorno veniva elevata l'offerta di intercessione , costituita dall'incenso. All'ingresso del luogo santo, invece, si trovava un altare, sul quale ogni giorno venivano effettuati i sacrifici cruenti per l'espiazione dei peccati. L'uomo si poteva avvicinare a Dio attraverso dei simboli, l'incenso e il sangue; essi dovevano ricordare che solo attraverso il Cristo, il colpevole pentito può avvicinarsi all'Eterno e ottenere per fede il perdono e la salvezza. GSS 42 2 La mattina e la sera, quando i sacerdoti entravano nel luogo santo per la presentazione dell'incenso, veniva preparato nel cortile il sacrificio cruento per il peccato. Era un momento particolarmente coinvolgente per i fedeli, che si riunivano intorno al santuario. Prima di essere introdotti alla presenza di Dio, tramite la maledizione dei sacerdoti, gli israeliti dovevano pregare e fare un profondo esame di coscienza, confessando i propri peccati. Uniti in una preghiera silenziosa, rivolgevano lo sguardo al luogo santo; le loro richieste salivano insieme alla nuvola d'incenso, sostenute dalla fede nei meriti del Salvatore promesso, di cui era simbolo il sacrificio di espiazione. L'ora in cui avveniva il sacrificio della mattina e della sera era considerata sacra. In questi momenti tutto il popolo si raccoglieva in adorazione. Anche quando gli ebrei furono condotti in terre lontane come prigionieri, nell'ora indicata rivolgevano il volto verso Gerusalemme, presentando le loro richieste al Dio d'Israele. Le preghiere ebraiche della mattina e della sera, sono un esempio per i cristiani. Dio condanna un culto formale, che non nasce da un vero desiderio di adorazione. Egli guarda con fervore coloro che lo amano e pregano giorno e notte per il perdono dei loro peccati, invocando la sua benedizione. GSS 43 1 I patti detti della presentazione erano sempre davanti all'Eterno, come offerta permanente; essi facevano parte del sacrificio quotidiano, e venivano chiamati così proprio perché erano sempre alla presenza di Dio. Rappresentavano il riconoscimento della dipendenza dell'uomo da Dio per ottenere il nutrimento materiale e spirituale, che solo il Cristo può offrire. Il Signore nutriva il popolo d'Israele con il pane del cielo; gli israeliti tuttavia dipendevano dalla generosità divina non solo per il cibo materiale, ma anche per le benedizioni spirituali. La manna e i pani della presentazione indicavano il Cristo, il Pane vivente, che è sempre davanti a Dio per noi. Egli ha detto di se stesso: Io sono il pane della vita…che discende dal cielo. (Giovanni 6:48-51) Su questi pani veniva posto l'incenso; ogni sabato, quando erano sostituiti con quelli freschi, l'incenso veniva bruciato sull'altare davanti a Dio, come ricordo. GSS 43 2 La parte più importante del rituale giornaliero erano i ritti in favore dei singoli israeliti. Il peccatore pentito portava la sua offerta all'ingresso del tabernacolo; dopo avere posto la mano sul capo della vittima, egli confessava il proprio peccato. In questo modo, l'errore passava simbolicamente sulla vittima innocente. Il colpevole stesso uccideva l'animale, il cui sangue veniva portato dal sacerdote nel luogo santo: qui egli lo spruzzava sulla cortina. Essa nascondeva l'arca contenente la legge che il peccatore aveva trasgredito. In questa cerimonia, attraverso il sangue, il peccato veniva trasferito nel santuario. In alcuni casi il sangue non veniva portato nel luogo santo.6 Il sacerdote mangiava la carne dell'animale, secondo quanto ordinato da Mosè ai figli di Aronne: L'Eterno ve l'ha dato perché portiate l'iniquità della radunanza. (Levitico 10:17) In entrambi i casi, il rituale simboleggiava il trasferimento del peccato dall'individuo pentito al santuario. GSS 44 1 Questo rituale era eseguito ogni giorno, per tutto l'anno. Siccome i peccati d'Israele trasferiti nel santuario, contaminavano il luogo santo, era necessario un rito particolare per la loro rimozione. Dio ordinò allora che i due settori del santuario e l'altare fossero purificati: E farà sette volte l'aspersione del sangue col dito, sopra l'altare, e così lo purificherà e lo santificherà a motivo delle impurità dei figli d'Israele. (Levitico 16:19) GSS 45 1 Altrove l'autore lo descrive quanto segue: GSS 45 2 I peccati del popolo dovevano essere trasferiti simbolicamente al sacerdote officiante, che era il Mediatore del popolo. Il sacerdote stesso, non poteva diventare l'offerta per il peccato ed effettuare un'espiazione con la sua vita, perché anche lui era un peccatore. Pertanto, invece di soffrire lui stesso la morte, sacrificava un agnello senza difetto, e il castigo del peccato veniva trasferito sulla bestia innocente, e in questo modo essa diventava il suo sostituto immediato e simbolizzava la perfetta offerta di Gesù Cristo. Attraverso il sangue di questa vittima, l'uomo poteva guardare avanti nel futuro con fede attraverso il sangue di Cristo, che avrebbe espiato le trasgressioni di tutta l'umanità. GSS 45 3 Selected Messages, Bk. 1, p. 230. IL GIORNO DI ESPIAZIONE GSS 45 4 Una volta l'anno, nel solenne giorno dell'Espiazione, il sacerdote entrava nel luogo santissimo per la purificazione del santuario, che completava il ciclo del servizio annuale. GSS 46 1 Nel giorno dell'Espiazione, due capretti venivano portati all'ingresso del tabernacolo, dove si tirava a sorte per scegliere quale doveva essere offerto all'Eterno e quale ad Azazel. Il capro tirato a sorte per primo veniva sacrificato per il peccato del popolo, e il sacerdote doveva portarne il sangue nel luogo santissimo, per spruzzarlo sul propiziatorio. Così farà l'espiazione per il santuario, a motivo delle impurità dei figli d'Israele, delle loro trasgressioni e di tutti i loro peccati. Lo stesso farà per la tenda di convegno che è stabilità fra loro, in mezzo alle loro impurità. (Levitico 10:16) GSS 46 2 Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. Quel capro, portandosi addosso tutte le loro iniquità in una regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto. (Levitico 16:21,22) GSS 46 3 Solo quando il capro veniva abbandonato il popolo si poteva considerare libero dal peso dei propri peccati. Mentre si svolgeva l'espiazione, ognuno doveva pentirsi per i propri errori. Tutto il popolo lasciava le proprie occupazioni, e in quel giorno si presentava in solenne penitenza davanti a Dio, pregando, digiunando e ricercando sinceramente la presenza del Signore. GSS 46 4 Questo rito annuale insegnava al popolo importanti verità riguardanti l'espiazione delle colpe individuali. Le offerte per il peccato, presentate durante l'anno, indicavano che Dio aveva accettato un sostituto per la condanna del trasgressore: il valore di questi sacrifici non arrivava però a esaurire del tutto l'espiazione. Il peccato veniva semplicemente trasferito nel santuario. GSS 47 1 Con l'offerta del sangue di una vittima, il colpevole riconosceva l'autorità della legge e confessava le proprie trasgressioni, esprimendo la sua fede in colui che avrebbe preso su di sé il peccato del mondo. Tuttavia, egli non era completamente libero dalla condanna della legge. Nel giorno dell'Espiazione il sommo sacerdote compiva un sacrificio cruento in favore della comunità: quindi si recava nel luogo santissimo, dove aspergeva il sangue sul propiziatorio, sopra le tavole dei dieci comandamenti. In questo modo egli soddisfaceva i diritti espressi nella legge, che reclamava la vita del trasgressore. Nel suo ruolo di mediatore, il sacerdote si caricava dei peccati; quando lasciava il santuario, portava su di sé il peso delle colpe d'Israele. All'ingresso del tabernacolo, imponeva le mani sulla testa del capro sorteggiato per l'espiazione, confessando tutte le iniquità dei figli di'Israele, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati, mettendoli sulla testa del capro. Quando il capro veniva allontanato dal campo, portava su di sé tutti i peccati del popolo, che non veniva più considerato colpevole. Questo era il rituale seguito in quel che è figura e ombra delle cose celesti. (Ebrei 8:5) UN MODELLO DELLE COSE CELESTI GSS 47 2 Com'era stato stabilito, il santuario terreno fu costruito da Mosè sul modello che li era stato mostrato sul monte. Esso era una "figura per il tempo attuale, conformemente alla quale si offrono doni e sacrifici", e i suoi luoghi santi era "cose raffiguranti quelle nei cieli". (Ebrei 9:9,23) Il Cristo , il nostro Sommo Sacerdote, è "ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo ha eretto". (Ebrei 8:2) GSS 48 1 In una visione l'apostolo Giovanni vide il tempio di Dio in cielo "con sette lampade ardenti….davanti al trono". Inoltre, egli vide un angelo che aveva un turibolo d'oro; e gli furono dati molti profumi affinché li unisse alle preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro che era davanti al trono. (Apocalisse 4:5; 8:3) GSS 48 2 Il profeta poté dunque contemplare il luogo santo del tabernacolo che è in cielo; in esso vide "sette lampade ardenti" e "l'altare d'oro", che nel santuario terreno avevano il loro equivalente nel candelabro d'oro, e nell'altare dei profumi. E ancora "il tempio di Dio che è nel cielo fu aperto (11:19) e il profeta vide al di là della cortina il luogo santissimo; qui contemplò "l'arca del suo patto" rappresentata dalla cassa fatta costruire da Mosè per contenere la legge di Dio. GSS 48 3 Mosè fece costruire il santuario terreno "secondo il modello che aveva veduto". (Atti 7:44) Paolo dichiara che "il tabernacolo e tutti gli arredi del culto", una volta terminati erano "cose raffiguranti quelle nei cieli". (Ebrei 9:21,23) Giovanni dice di aver visto il santuario in cielo, quel santuario in cui Gesù opera in nostra difesa, di cui il tabernacolo di Mosè è solo una copia. GSS 48 4 Nessuna costruzione umana può raggiungere lo splendore e la grandezza del tempio che è in cielo, la dimora del Re dei re, dove "mille migliaia lo servivano, e diecimila miriadi gli stavano davanti". (Daniele 7:10) questo tempio riceve la sua luce dal glorioso trono eterno: perfino gli splendenti serafini devono coprirsi il volto in atto di adorazione. Le importanti verità riguardanti il santuario del cielo e la grande opera che si compie per la salvezza dell'uomo, furono insegnate attraverso il santuario terreno e il suo rituale. GSS 49 1 Il Salvatore iniziò la Sua opera di Sommo Sacerdote subito dopo l'ascensione. L'apostolo Paolo dice: Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano , figura del vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora, al cospetto di dio, per noi. (Ebrei 9:24) L'intervento di Cristo in favore dell'uomo doveva comprendere due fasi, a cui erano stati assegnati tempi precisi e luoghi distinti nel santuario del cielo. Nello stesso modo il rituale simbolico del tabernacolo terreno consisteva in due tipi di cerimonie, il servizio giornaliero e quello annuale, che si svolgevano in due diversi ambienti. GSS 49 2 Quando il Cristo ascese al cielo, era alla presenza di Dio per intercedere con il Suo sangue per i credenti pentiti; allo stesso modo il sacerdote, nel suo servizio quotidiano, aspergeva nel luogo santo il sangue del sacrificio in favore del peccatore. GSS 49 3 Il sacrificio del Cristo era dunque destinato a liberare il peccatore pentito dalla condanna della legge, ma non cancellava la colpa: essa sarebbe rimasta nel santuario fino all'espiazione finale. Così, nel servizio simbolico del santuario terreno il sangue dei sacrifici per il peccato allontanava la colpa del penitente, ma questa rimaneva nel santuario fino al giorno dell'Espiazione. PURIFICAZIONE DEL SANTUARIO DAL PECCATO GSS 50 1 Nel giorno solenne del giudizio finale, I morti saranno giudicati "dalle cose scritte nei libri secondo le opera loro". (Apocalisse 20:12) Allora, grazie al sacrificio espiatorio del cristo, i peccati di quanti si sono sinceramente pentiti saranno cancellati dai libri del cielo. Il santuario sarà così liberato, purificato dal ricordo del male. L'espiazione, ovvero, la rimozione definitiva del peccato, era rappresentata nel tabernacolo terreno dal rituale del gran giorno dell'Espiazione. Così avveniva la purificazione dei santuario terreno; il sangue delle vittime offerte dai peccatori pentiti allontanava da loro la contaminazione del male. GSS 50 2 Alla fine dei tempi, gli errori di quanti si saranno sinceramente pentiti verranno cancellati dai registri del cielo; essi non saranno più ricordati. Nello stesso modo, anche nella simbologia del servizio terreno le colpe venivano allontanate per sempre dal popolo, nel deserto. GSS 50 3 Satana è all'origine del peccato, è l'istigatore di tutti i peccati che hanno determinato la morte del Figlio di Dio; la giustizia esige quindi la sua punizione finale. L'opera del Cristo per la redenzione dell'uomo e la purificazione dell'universo dal male terminerà quando le colpe degli uomini saranno rimosse dal santuario del cielo e Satana le riceverà su di sé; allora egli subirà la condanna definitiva. Secondo uno schema simbolico parallelo, nel rituale mosaico l'anno religioso si concludeva con la purificazione del santuario e la confessione dei peccati sulla testa del capro. Nel servizio liturgico del tabernacolo, e più tardi in quello del tempio, il popolo imparava ogni giorno le grandi verità relative alla morte e al ministero del Cristo; una volta l'anno Israele assisteva alla rappresentazione di una profezia: la fine del gran conflitto tra il Cristo e Satana e la purificazione finale dell'universo dal peccato e dai peccatori. GSS 51 1 Patriarchs and Prophets, pp.343-358. DOMANDE PER LO STUDIO GSS 52 1 1. Quali sono stati i primi requisiti per preparare il santuario nel deserto? (34,35) GSS 52 2 2. Che cosa ha costituito la base per il piano per questo santuario? Come è stato ottenuto? (35) GSS 52 3 3. Qual è il significato d'incenso, diffusore della fragranza in tutto il santuario, ma "lontano dal tabernacolo"? (39,40,48,49) GSS 52 4 4. Qual è stata la manifestazione della presenza Divina, e dove è apparsa? (41) GSS 52 5 5. La legge e il propiziatorio erano entrambi nel luogo santissimo. Perché è così? (41) GSS 53 1 6. Perché il pettorale è stato il più sacro dei paramenti sacerdotali? (44,45) GSS 53 2 7. Quali sono le tre cose che abbiano colpito il popolo d'Israele riguardo all'abbigliamento dei sacerdoti? (45) GSS 53 3 8. Perché l'istruzione in ogni parte dei servizi del santuario era così esplicito e preciso? (46) GSS 53 4 9. Quale significato ha il fatto, che i sacrifici di animali erano "senza macchia"? (47,48) GSS 53 5 10. L'offerta d'incenso e sangue era simultanea. Perché doveva essere così? (48,49) GSS 53 6 11. In che modo è stato trasferito il peccato dal penitente al santuario? (50,51) GSS 54 1 12. Quando e come il santuario è stato purificato dai peccati del popolo? (52-54) GSS 54 2 13. Quali oggetti vide Giovanni nel luogo santo e luogo santissimo durante la sua visione? Qual era la loro grandezza e gloria? (54,55) GSS 54 3 14. Quali erano i servizi giornalieri e annuali del santuario, e qual era collegamento tra loro? Quale ruolo hanno avuto nell'applicazione del ministero di Cristo nostro Sommo Sacerdote e nella purificazione del santuario celeste dal peccato? (55,56) ------------------------Capitolo 13 -- Il tipo e l'antitipo nel vangelo GSS 55 1 Il piano a lungo accarezzato di Davide di erigere un tempio a Signore, è stato sapientemente eseguito da Salomone. Per sette anni Gerusalemme era impegnata nel trovare un posto adeguato per la costruzione di grandi muri di sostegno come fondamento: Il re comandò che si scavassero delle pietre di pregio, per fare i fondamenti della casa con pietre da taglio (1 Re 5:17) GSS 55 2 Contemporaneamente con la preparazione di legna e pietra, il compito davanti al quale si chinavano molti uomini per fabbricare gli arredi per il tempio -- il lavoro fu costantemente sotto la guida di Hiram, figlio di una donna della tribù di Dan e di padre Tiro, il quale è abile a lavorare l'oro, l'argento, il rame, il ferro, la pietra, il legno, la porpora, il violaceo, il bisso, lo scarlatto, e sa pure fare ogni sorta di lavori d'intaglio, ed eseguire qualsiasi lavoro d'arte gli si affidi. (2 Cronache 2:13,14) GSS 55 3 Come l'edificio sul monte Moria è stato costruito nel modo silenzioso, la costruzione del tempio non su udì mai rumore di martello, d'ascia o d'altro strumento di ferro, perché tutto il materiale è stato preparato nella cava. I bellissimi accessori sono stati perfezionati secondo gli schemi pianificati da Davide e suo figlio. (1 Re 6:7; 2 Cronache 4:19) GSS 55 4 Tra gli arredi vi era l'altare dei profumi, le tavole sulle quali si mettevano i pani di presentazione; i candelabri ci oro puro e le lampade. (2 Cronache 4:20,21) I mobili di bronzo, l'altare degli olocausti, le conche di dimensioni più piccoli sulle basi, il mare, che era unico, e i dodici buoi sotto il mare. Il re li fece fondere nella pianura del Giordano, in un suolo argilloso, fra Succoth e Tsereda. (2 Cronache 4:17) tutti questi arredi sono stati forniti in abbondanza, in modo che non mancava nulla. LA MAESTOSITÀ DEL TEMPIO GSS 56 1 Il tempio costruito da Salomone e dai suoi collaborator, consacrato al Signore e al Suo culto, era di una belezza incomparabile, di uno splendore inagualiabile. Ornato di pietre magnifiche, circondato da spaziosi cortile a cui si accedeva da bellissimi viali, rivestito di cedro scolpito e d'oro, il tempio con le sue tende riccamente ricamate e I suoi mobile sontuosi era un'opera degna del Dio vivente, una chiesa edificata secondo il progetto divino, con materiali come oro, argento e pietre preziose, come la struttura di un palazzo.1 (1 Corinzi 3:12; Salmo 144:12) GSS 56 2 Il splendido santario era stator fatto secondo il modello mostrato a Mosè sul monte, e poi presentato dal Signore a Davide. Oltre ai cherubili sulla parte superior dell'arca, Salomone fece altri due angeli di dimensioni maggiori, in piedi alle estremità dell'arca, che rappresentavano gli angeli del cielo, guardian della legge di Dio. È impossibile descrivere la bellezza e lo splendore di questo santuario. GSS 56 3 In questo luogo l'arca sacra fu portata con solennità dai sacerdoti, e messa sotto le ali dei due cherubini maestosz che si trovavano sul pavimento. DIO HA DATO LA SUA APPROVAZIONE GSS 57 1 Il sacro corò alzò le loro voci in lode a Dio, e la melodia è stata accompagnata da tutti I tipi di strumenti musicali. E mentre I cortile del tempio risuonavano con lode, la nube della Gloria di Dio prese possesso della casa, come lo era in passato per il tabernacolo nel deserto. Or avvenne che, mentre i sacerdoti uscivano dal luogo santo, la nuvola riempì la casa dell'Eterno, e i sacerdoti non poterono rimanere a servire a motivo della nuvola, perché la gloria dell'Eterno riempiva la casa dell'Eterno. (1 Re 8:10,11) GSS 57 2 Come il santuario terreno costruito da Mosè secondo modello mostrato sul monte, così il tempio di Salomone con tutti i suoi servizi è stato un modello per il tempo attuale, in cui sono stati offerti doni e sacrifici, entrambi i luoghi erreti sul modello celeste, fatti per mano del Signore e non un uomo.2 (Ebrei 8: 2). GSS 57 3 I personali tipici e I simboli che la caratterizzavano costituivano una sintetica profezia del Vangelo, un compendio di promesse riguardanti la redenzione dell'uomo. 3 L'ANTITIPO PERSO DI VISTA GSS 57 4 Il Signor Gesû era il fondamento di tutta l'economia ebraicam il cui imponente sistema sacrificale era stator ordinate da Dio. Questo sistema sacrificale era stato progettato per insegnare al popolo che al tempo stabilito sarebbe venuto colui che si celava dietro quelle cerimonie. 4 Allontanadosi da Dio, gli ebrei persero di vista gran parte degli insegnamenti del servizio religioso stabilito da Cristo stesso, che in ogni sua parte era il simbolo della sua missione ed era ricco di vitalitàe di bellezza spirituali. Ma gli ebrei trascurarono il significato spiritual delle cerimonie e si interessavano solo alle forme. Riposero la loro fiducia in sacrifice e nelle prescrizioni, invece di rivolgersi a colui che vi veniva presentato. Per compensare ciò che avevano perso, i sacerdoti e i rabbini moltiplicarono le richieste della legge, che più diventavano rigide, meno manifestavano l'amore di Dio. IL SERVIZIO DEL TEMPIO HA PERSO IL SUO SIGNIFICATO GSS 58 1 Cristo era il fondamento e la vita del tempio. I suoi servizi erano tipici del sacrificio del Figlio di Dio. Il sacerdozio è stato istituito per rappresentare il carattere di mediatore e l'opera di Cristo. L'intero piano di culto sacrificale era una prefigurazione della morte del Salvatore per redimere il mondo. Non ci sarebbe alcuna efficacia in queste offerte, quando il grande evento verso il quale evento puntato per secoli è stator consumato. GSS 58 2 Dal momento che l'intera economia ritual di Cristo era simbolica, senza di Lui essa non aveva lacun valore. Quando gli ebrei hanno rifiutato Cristo, e perfino l'hanno condannato a morte, hanno rifiutato tutto ciò da importanza al tempio e i suoi servizi. GSS 58 3 La sua sacralità era scomparsa, distrutta. Da quell giorno offerte sacrificali e i servizi fatti da loro, erano privi di signifiato, nello stesso modo come l'offerta di Caino fatta senza fede. Nel mettere a morte Cristo, gli ebrei praticamente hanno distrutto il loro tempio. Quando Cristo fu crocefisso, la Cortina del tempio si squarciò in due da cima a fondo, il che significa che il sacrificio è stato concluso e che il sistema di offerte sacrificali giunsero per sempre alla fine. GSS 59 1 Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo ricostruirò. Con la morte del Salvatore le potenze delle tenebre sembrano prevalere, ed esse esultavano nella loro vittoria, ma con dal sepolcro di Giuseppe, Cristo uscì come vincitore. Avendo quindi spogliato le potestà e I principi, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui. (Colossesi 2:15) In virtù della Sua morte e resurrezione divenne ministro del vero tabernacolo che il Signore, e non uomo ha erretto. (Ebrei 8:2) Gli uomini hanno erretto tabernacolo ebraico; gli uomini hanno costruito il tempio ebraico, ma il vero santuario celeste, di cui quello terreno è la copia, non è stato costruito da un archittetto umano. (Ebbrei 8:2) GSS 59 2 Così dice l'Eterno degli eserciti: Ecco, l'uomo, il cui nome è il Germoglio, germoglierà nel suo luogo e costruirà il tempio dell'Eterno. Sì, egli costruirà il tempio dell'Eterno, si ammanterà di gloria e si siederà e regnerà sul suo trono, sarà sacerdote sul suo trono, e tra i due ci sarà un consiglio di pace. (Zaccaria 6:12,13) OCCHI RIVOLTI AL VERO SACRIFICIO GSS 59 3 Dopo la morte di Cristo, gli occhi degli uomini erano rivolti non più al servizio sacrificale, ma al vero sacrificio fatto per i peccati del mondo. Il sacerdozio terreno cessò; ma noi ora guardiamo a Gesù, il Ministro del Nuovo Patto, e al sangue dell'aspersione, che dice cose migliori di quello di Abele…Lo Spirito Santo voleva così dimostrare che la via del santuario non era ancora resa manifesta, mentre sussisteva ancora il primo tabernacolo, il quale il quale è una figura per il tempo presente; e voleva indicare che i doni e i sacrifici offerti non potevano rendere perfetto nella coscienza colui che faceva il servizio divino, trattandosi solo di cibi, di bevande, di varie abluzioni e di ordinamenti carnali, imposti fino al tempo del cambiamento. Ma Cristo, essendo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione, entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna. (Ebrei 12:24; 9:8-12)…per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. (Ebrei 7:25) Il servizio doveva essere trasferito dal santuario terreno a quello del cielo, e il sommo sacerdote non sarebbe stato visibile a occhi umani; non per questo però i discepoli avrebbero subito una perdita. La loro comunione non sarebbe stata interrotta, né la loro potenza diminuita per l'assenza del Salvatore. Mentre Gesù officia come sacerdote nel santuario in cielo, lo Spirito Santo è all'opera nella chiesa sulla terra. 6 IL NOSTRO SOMMO SACERDOTE E AVVOCATO GSS 60 1 Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura delle cose vere, ma nel cielo stesso per comparire ora davanti alla presenza di Dio per noi; e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra ogni anno nel santuario con sangue non suo,…altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una sola volta, alla fine dell'età, Cristo è stator manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. Egli, invece, dopo aver offerto per sempre un unico sacrificio per i peccati, si è posto a sedere alla destra del Padre. (Ebrei 10:12) Per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. (Ebrei 7:25) GSS 61 1 Egli si è quallificato non solo come rappresentante dell'uomo, ma divenne il suo avvocato, in modo, che ogni anima, se vuole, può dire Ho un Amico a corte, un Sommo Sacerdote che è sensibile alle mie infermità.7 GSS 61 2 Il santuario celeste è al centro dell'opera di Cristo in favore degli uomini. Questo concerne ogni essere vivente sulla terra; apre una veduta sul piano di redenzione, e rivela la questione della trionfale sfida tra la giustizia e il pecacto. È di massima importanza che tutti dovrebbero studiare a fondo questi argomenti, per essere in grado di dare a chiunque chiede loro la ragione della speranza che è in loro. 8 DOMANDE PER LO STUDIO GSS 63 1 1. In che modo Salomone costruì il tempio terreno? (61) GSS 63 2 2. Quale era il suo emblema? (62) GSS 63 3 3. In che modo Dio mostra l'approvazione del tempio una volta completato? (62,63) GSS 63 4 4. Intorno a chi si è formata l'intera economia ebraica? (63,64) GSS 63 5 5. Quando gli ebrei persero la vita spirituale per le loro cerimonie, che cosa hanno fatto? (64) GSS 63 6 6. Quando e come il tempio perde il suo significato e la sacralità? (64, 65) GSS 64 1 7. Fino a che punto e a chi l'uomo doveva rivolgersi per ottenere la sua salvezza? (66) GSS 64 2 8. Gesù è rappresentane e Avvocato degli uomini. Qual'è la difefrenza tra queste due funzioni? (67) ------------------------Capitolo 14 -- Il messaggio del giudizio risveglia l'ammerica GSS 65 1 Per iniziare la proclamazione del ritorno di Cristo, Dio scelse un semplice agricoltore, onesto e leale, che era arrivato anche a dubitare dell'autorità divina delle Sacre Scritture, ma che desiderava sinceramente conoscere la verità. Come molti altri riformatori, William Miller aveva trascorso la sua infanzia nella povertà e aveva imparato le grandi lezioni della rinuncia e della tenacia. I membri della sua famiglia si distinguevano per lo spirito d'indipendenza, l'amore della libertà e il forte patriottismo, caratteristiche che si ritrovavano anche in lui. Suo padre era stato capitano nell'esercito della rivoluzione e per i sacrifici fatti nelle lotte e nelle difficoltà di quel periodo tempestoso Miller conobbe la povertà nella sua infanzia e nella sua adolescenza. GSS 65 2 Sua madre, donna di profondi sentimenti religiosi, gli aveva inculcato nell'infanzia chiari princìpi morali. Purtroppo, giunto all'età matura, si era lasciato attrarre dai deisti, il cui influsso era ancora più forte perché erano ottimi cittadini, uomini e donne dotate di grandi qualità. Vivendo, come loro vivevano, in mezzo a istituzioni cristiane il loro carattere era stato parzialmente plasmato dall'influsso dell'ambiente. Pur essendo debitori nei confronti della Bibbia delle qualità che avevano procurato loro il rispetto e la stima, essi annullavano tali virtù con l'opposizione alla Parola di Dio. Miller, unendosi a loro, finì per adottarne le opinioni, tanto più che l'interpretazione corrente delle Scritture presentava delle difficoltà che gli sembravano insormontabili. Ma le sue nuove convinzioni, nel fare tabula rasa della Bibbia, non gli offrivano nulla di meglio e così si sentì insoddisfatto. William Miller rimase dodici anni legato a quelle idee, e fu solo all'età di trentaquattro anni che, in seguito all'azione dello Spirito Santo nel suo cuore, giunse alla piena consapevolezza del proprio stato di colpa e non poté trovare nulla nelle sue concezioni religiose che gli potesse dare la certezza della felicità eterna. GSS 66 1 Tale situazione si protrasse per mesi e mesi. "D'improvviso" egli dice "nella mia mente s'impresse vivida la visione di un Salvatore. Mi parve di capire che fosse qualcuno così buono e così compassionevole da espiare egli stesso le nostre trasgressioni per sottrarci al castigo che era stato decretato in seguito alle colpe commesse. Mi resi conto immediatamente quanto fosse magnanimo un essere simile e pensai che potevo gettarmi fra le sue braccia e confidare nella sua misericordia. Sorse, allora, la domanda: come avere la certezza della sua esistenza? Capii che a parte la Bibbia, non esisteva altra possibilità di trovare la prova dell'esistenza di questo Salvatore e della vita eterna... Vidi che la Bibbia rivelava il Salvatore di cui avevo bisogno ed ero perplesso nel constatare come un libro che consideravo non ispirato potesse presentare dei princìpi che risultavano perfettamente aderenti ai bisogni di un mondo caduto. Fui costretto ad ammettere che le Scritture erano la rivelazione di Dio. Esse allora diventarono la mia delizia e trovai un amico in Gesù. Il Salvatore divenne "Colui che si distingue fra diecimila" e la Bibbia, da me considerata per tanto tempo oscura e contraddittoria, rappresentò "una GSS 67 1 lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero". Il mio animo si calmò e mi sentii soddisfatto. Trovai che il Signore era simile a una roccia in mezzo all'oceano della vita e da allora la Bibbia costituì per me il principale oggetto di studio. La studiavo con passione e, convinto che non mi fosse stata rivelata neppure la metà della sua bellezza, mi chiedevo stupito come avevo potuto rifiutarla. Essa, infatti, poteva soddisfare le mie aspirazioni e guarire tutte le malattie del mio animo. Persi il gusto per ogni altra lettura e mi applicai alla ricerca della Saggezza divina". GSS 67 2 S. Bliss, Mencoirs of Wm.Miller pp.65-67. GSS 67 3 Miller confessò pubblicamente la sua fede nella religione che aveva disprezzato. I suoi amici, increduli, non mancarono però di affrontarlo ricorrendo alle stesse argomentazioni che avevano utilizzato per combattere l'autorità divina delle Scritture. Egli non era ancora pronto per replicare, ma si disse: "Se la Bibbia è una rivelazione divina deve essere coerente con se stessa e siccome è stata data per illuminare l'uomo deve quindi essere alla sua portata". Decise, perciò, di studiare la sacra Parola da solo per accertarsi se ogni apparente contraddizione non potesse essere eliminata e stabilire, così, la perfetta armonia del sacro testo. GSS 67 4 Sforzandosi di accantonare ogni pregiudizio e senza utilizzare commentari, Miller confrontò fra loro i vari passi biblici servendosi unicamente delle note ai margini del testo e di una concordanza biblica. Cominciando dal libro della Genesi, continuò nella sua indagine in maniera sistematica, leggendo versetto dopo versetto e procedendo solo dopo che il senso di quanto aveva letto gli sembrava tale da eliminare in lui ogni perplessità. Quando trovava un punto oscuro, lo paragonava con quei testi che sembravano in relazione con quello preso in considerazione, lasciando a ogni parola il proprio significato. Se l'insieme dei passi consultati portava a una conclusione che risultava in accordo con il pensiero biblico, Miller ne concludeva che la difficoltà era stata eliminata e quindi superata. Per ogni punto difficile cercava e trovava la spiegazione in un'altra parte della Scrittura. Studiando con spirito di preghiera, quello che in un primo momento gli era apparso complicato, finì per sembrargli chiaro ed esauriente. Si rendeva conto come fosse vera l'esclamazione del salmista: "La dichiarazione delle tue parole illumina; dà intelletto ai semplici". (Salmo 119:130) STUDIO DELLE PROFEZIE GSS 68 1 Con intenso interesse egli studiò i libri di Daniele e dell'Apocalisse, usando gli stessi criteri d'indagine già utilizzati per l'esame di altri testi e si rese conto, con gioia, che i simboli profetici erano comprensibili. Miller vide che l'adempimento delle profezie era stato letterale; le varie figure, metafore, parabole e similitudini erano spiegate nel loro contesto, oppure i termini con i quali esse venivano formulate erano precisati in altri passi biblici, in modo che tutto risultasse chiaro. "Mi convinsi" egli dice "che la Bibbia fosse un sistema di verità, rivelate con tale chiarezza e semplicità che l'uomo timorato di Dio, per quanto ignorante potesse essere, non poteva sbagliare". Seguendo la storia, egli riuscì a ricostruire le grandi linee della profezia e a scoprire l'uno dopo l'altro gli anelli che formavano la catena della verità. Gli angeli di Dio guidavano il suo spirito nella comprensione delle Scritture. GSS 69 1 Con intenso interesse egli studiò i libri di Daniele e dell'Apocalisse, usando gli stessi criteri d'indagine già utilizzati per l'esame di altri testi e si rese conto, con gioia, che i simboli profetici erano comprensibili. Miller vide che l'adempimento delle profezie era stato letterale; le varie figure, metafore, parabole e similitudini erano spiegate nel loro contesto, oppure i termini con i quali esse venivano formulate erano precisati in altri passi biblici, in modo che tutto risultasse chiaro. "Mi convinsi" egli dice "che la Bibbia fosse un sistema di verità, rivelate con tale chiarezza e semplicità che l'uomo timorato di Dio, per quanto ignorante potesse essere, non poteva sbagliare". Seguendo la storia, egli riuscì a ricostruire le grandi linee della profezia e a scoprire l'uno dopo l'altro gli anelli che formavano la catena della verità. Gli angeli di Dio guidavano il suo spirito nella comprensione delle Scritture. GSS 69 2 Prendendo come criterio d'indagine profetica le profezie già adempiute, Miller giunse alla conclusione che l'insegnamento popolare, secondo il quale prima della fine del mondo ci sarebbe stato un regno spirituale di Gesù Cristo, noto con il nome di Millennio, non era sostenibile con la Parola di Dio. Questa dottrina, che annunciava mille anni di pace e di giustizia prima della venuta personale del Salvatore, dissipava il terrore suscitato dal gran giorno del giudizio. Per quanto potesse apparire piacevole, era contraria all'insegnamento del Cristo e degli apostoli, i quali dichiarano che il buon grano e la zizzania devono crescere insieme fino alla mietitura, che è la fine del mondo (Matteo 13:30, 31, 38-41); che "i malvagi e gli impostori andranno di male in peggio", che "negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili" e che il regno delle tenebre durerà fino all'avvento del Signore, che "distruggerà [l'empio] col soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta". 2 Timoteo 3:13, 1; 2 Tessalonicesi 2:8. GSS 70 1 La dottrina della conversione del mondo e del regno spirituale di Gesù non fu mai insegnata dalla chiesa apostolica: essa fu adottata dai cristiani solo all'inizio del XVIII secolo. Come ogni altro errore essa provocava effetti negativi perché insegnava agli uomini a rimandare a un lontanissimo avvenire la venuta del Signore e quindi impediva loro di prendere in considerazione i segni premonitori di questo evento. Essa, inoltre, suscitava sentimenti di fiducia e di sicurezza illusorie che portavano a trascurare la necessaria preparazione per l'incontro con il Signore. GSS 70 2 Miller vide che le Scritture insegnavano la venuta letterale e personale del Cristo. Dice l'apostolo Paolo: "...il Signore stesso, con potente grido, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo..." 1 Tessalonicesi 4:16. Il Salvatore a sua volta, afferma: "...vedranno il Figliuol dell'uomo venir sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria... come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, cosi sarà la venuta del Figliuol dell'uomo". Matteo 24:30, 27. Egli sarà accompagnato dalle schiere celesti: "...il Figliuol dell'uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli". Matteo 25:31. "E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba a radunare i suoi eletti..." Matteo 24:31. Alla sua venuta i morti risusciteranno, mentre i giusti viventi saranno trasformati: Ecco, io vi dico un mistero; Non tutti morremo, ma tutti saremo mutati, in un momento, in un batter d'occhio, al suon dell'ultima tromba. Perché la tromba sonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati. Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità. 1 Corinzi 15:51-53. L'apostolo Paolo, nella sua prima lettera ai Tessalonicesi, dopo avere descritto l'avvento del Signore, aggiunge: "...i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore". 1 Tessalonicesi 4:16, 17. GSS 71 1 Il popolo di Dio riceverà il regno solo dopo il ritorno personale di Gesù. Lo ha affermato lo stesso Salvatore: "Or quando il Figliuol dell'uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate dinanzi a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli della sua destra: Venite, voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v'è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Matteo 25:31-34. Le Scritture insegnano in modo inequivocabile che quando il Figlio dell'uomo verrà i morti risusciteranno incorruttibili, mentre i credenti che saranno trovati in vita saranno trasformati. In seguito a questo grande cambiamento saranno pronti per ricevere il regno. Paolo dichiara "...che carne e sangue non possono eredare il regno di Dio: né la corruzione può eredare la incorruttibilità". 1 Corinzi 15:50. L'uomo, nella sua condizione attuale è mortale e corruttibile; mentre il regno di Dio sarà incorruttibile e durerà in eterno. L'uomo, non può entrarvi. Quando Gesù verrà, conferirà l'immortalità a quanti gli sono stati fedeli e li inviterà a entrare nel regno di cui sono eredi. GSS 72 1 Questi e altri passi biblici indicavano chiaramente a Miller che gli eventi, che generalmente si riteneva dovessero verificarsi prima dell'avvento del Cristo -- come ad esempio l'universale regno di pace e l'attuazione del regno di Dio sulla terra -- fossero, invece, posteriori al secondo avvento. Inoltre, tutti i segni dei tempi e lo stato del mondo corrispondevano alla descrizione profetica degli ultimi giorni. Così egli giunse a concludere, in base allo studio della Scrittura, che il tempo accordato al mondo stesse per finire. L'IMPATTO DELLA CRONOLOGIA BIBLICA GSS 72 2 "Un'altra prova che influì in maniera decisiva sulle mie convinzioni" - egli dice - "fu la cronologia delle Sacre Scritture... Mi resi conto che gli eventi predetti, adempiutisi nel passato, spesso si erano verificati in un determinato spazio di tempo. I centoventi anni fino al diluvio (Genesi 6:3); i sette giorni che lo precedettero e i quaranta giorni di pioggia predetti (Genesi 7:4); i quattrocento anni del soggiorno in Egitto della discendenza di Abramo (Genesi 15:13); i tre giorni dei sogni del panettiere e del coppiere di faraone (Genesi 40:12-20); i sette anni di faraone (Genesi 41:28-54); i quarant'anni nel deserto (Numeri 14:34); i tre anni e mezzo di carestia (1 Re 17:1); i settant'anni dell'esilio in Babilonia (Geremia 25:11); i sette tempi di Nabucodonosor (Daniele 4:13-16); le 70 settimane (Daniele 9:24-27); tutti gli eventi di questi periodi cronologici erano l'espressione di profezie che si erano adempiute una dopo l'altra". Quando, nel suo studio della Bibbia, Miller si confrontò con periodi cronologici che secondo il suo punto di vista si estendevano fino alla venuta del Cristo, non poté fare a meno di considerarli come tempi annunciati da Dio "per bocca di tutti i santi profeti". "Le cose occulte appartengono all'Eterno, al nostro Dio" dice Mosè "ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figliuoli..." Deuteronomio 29:29. Il Signore, tramite il profeta Amos afferma che "non fa nulla, senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti". Amos 3:7. Quanti studiano la Bibbia possono con fiducia aspettarsi di trovare chiaramente indicato l'evento più sublime della storia umana. GSS 73 1 "Quando fui pienamente convinto" dice Miller "che tutte le Scritture ispirate da Dio sono utili (2 Timoteo 3:16) e che non sono il prodotto della volontà umana, ma l'opera di santi uomini ispirati dallo Spirito Santo (2 Pietro 1:21) e che devono servire "...per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture, noi riteniamo la speranza" (Romani 15:4), non potei fare a meno di considerare i periodi profetici della Bibbia parte integrante della Parola di Dio, degni della massima attenzione, come le altre sezioni del libro sacro. Allora mi resi conto che impegnandomi a capire quello che Dio, nella sua misericordia, aveva ritenuto opportuno rivelarci, io non avevo nessun diritto di trascurare i periodi profetici. (Bliss, p.75 PROFEZIA DI DANIELE 8:14 GSS 74 1 La profezia che gli parve rivelasse meglio l'epoca del secondo avvento era quella di Daniele 8:14: "...Fino a duemila trecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato". Seguendo la sua regola, che consisteva nel fare della Bibbia l'interprete di se stessa, Miller si rese conto che nella profezia simbolica un giorno equivale a un anno (Numeri 14:34; Ezechiele 4:6); egli capì che i 2.300 giorni profetici, o anni letterali, si estendevano ben oltre la fine della dispensazione ebraica e che, quindi, non potevano riferirsi al santuario israelitico. GSS 74 2 Adottando l'idea, generalmente accettata, secondo cui la terra era il santuario della dispensazione cristiana, Miller concluse che la purificazione del santuario predetta in Daniele 8:14 non era altro che la purificazione della terra mediante il fuoco, all'apparizione del Signore. Perciò, egli si disse, se fosse stato possibile stabilire con esattezza il punto di partenza dei 2.300 giorni-anni, automaticamente sarebbe venuto fuori il punto di arrivo e cioè la data del secondo avvento di Gesù. GSS 74 3 Con rinnovato slancio, Miller proseguì l'esame delle profezie consacrando non solo giornate, ma spesso anche notti intere, a quello che ora gli appariva estremamente importante e interessante. Ben presto riscontrò che nel capitolo 8 del libro del profeta Daniele non era indicato il punto di partenza dei 2.300 giorni. Infatti, l'angelo Gabriele, pur essendo stato inviato a Daniele per spiegargli il significato della visione, gli aveva fornito solo una spiegazione parziale. Davanti alla visione della terribile persecuzione che doveva abbattersi sulla chiesa, il profeta sentì venir meno le sue forze e svenne. Non poteva continuare e l'angelo allora lo lasciò per un po' di tempo. "E io, Daniele, svenni, e fui malato vari giorni... Io ero stupito della visione, ma nessuno se ne avvide". Daniele 8:27 GSS 75 1 L'angelo, perciò, riprendendo la sua spiegazione, si soffermò in modo particolare su di esso: GSS 75 2 "Settanta settimane son fissate riguardo al tuo popolo e alla tua santa città... Sappilo dunque, e intendi! Dal momento in cui è uscito l'ordine di restaurare e riedificare Gerusalemme fino all'apparire di un unto, di un capo, vi sono sette settimane; e in sessantadue settimane essa sarà restaurata e ricostruita, piazze e mura, ma in tempi angosciosi. Dopo le sessantadue settimane, un unto sarà soppresso... Egli stabilirà un saldo patto con molti, durante una settimana; e in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e oblazione..." (Daniele 9:24-27) GSS 75 3 L'angelo era stato inviato con il preciso compito di spiegare a Daniele ciò che non era riuscito a capire nella visione del capitolo 8 e cioè l'affermazione relativa al tempo: "...Fino a duemila trecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato". Dopo avere invitato il profeta con le parole "Fa' dunque attenzione alla parola, e intendi la visione!" l'angelo proseguì: "Settanta settimane son fissate, riguardo al tuo popolo e alla tua santa città". Il termine tradotto con "fissate" (altre versioni hanno "determinate") significa letteralmente recise, tagliate fuori. Settanta settimane rappresentano 490 anni. L'angelo affermò che erano state "fissate" perché spettanti agli ebrei. Però "fissate" da che cosa? Considerando che l'unico periodo di tempo indicato nel capitolo 8 è quello dei giorni, era sicuramente da questo che le 70 settimane dovevano essere detratte. Quindi, se le 70 settimane facevano parte dei 2.300 giorni, logicamente i due periodi dovevano avere lo stesso punto di partenza. L'angelo precisò che le 70 settimane iniziavano dal momento in cui sarebbe stato proclamato il decreto per la restaurazione e la ricostruzione di Gerusalemme. Se si fosse riusciti a stabilire la data di questo decreto, si sarebbe conosciuto automaticamente il punto di partenza del grande periodo dei 2.300 anni. GSS 76 1 Il decreto è riportato nel capitolo 7 del libro di Esdra. Cfr. Daniele 9:12-26. Esso fu proclamato nella sua forma definitiva da Artaserse re di Persia nel 457 a.C. Però in Esdra 6:14 si legge che la casa del Signore a Gerusalemme era stata costruita "secondo gli ordini di Ciro, di Dario e d'Artaserse, re di Persia". Nel redigere, confermare e completare l'editto, questi tre sovrani gli diedero la completezza richiesta dalla profezia per poter così segnare l'inizio dei 2.300 anni. Prendendo l'anno 457 a.C. -- perché solo allora il decreto poté dirsi completo -- come data dell'ordine in oggetto, ci si accorge che ogni elemento della profezia delle 70 settimane si è adempiuto. GSS 76 2 "Dal momento in cui è uscito l'ordine di restaurare e riedificare Gerusalemme, fino all'apparire di un unto, di un capo, vi sono sette settimane; e in sessantadue settimane", ossia 69 settimane, cioè 483 anni. Il decreto di Artaserse entrò in vigore nell'autunno del 457 a.C. Partendo da questa data, i 483 anni portano all'autunno del 27 d.C. Allora si adempì la profezia. La parola "Messia" significa "colui che è unto". Nell'autunno del 27 d.C. Gesù fu battezzato da Giovanni Battista e ricevette l'unzione dello Spirito Santo. L'apostolo Pietro lo afferma dicendo: "...Iddio l'ha unto di Spirito Santo e di potenza". Atti 10:38. Lo stesso Salvatore, d'altra parte, affermò: "Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri". Luca 4:18. Dopo il battesimo "...Gesù si recò in Galilea, predicando l'Evangelo di Dio e dicendo: Il tempo è compiuto..." (Marco 1:14,15) GSS 77 1 Nota: Secondo il calcolo ebraico, il quinto mese del settimo anno del regno di Artaserse tra il 23 Luglio e il 21 agosto, 457 a. C., dopo l'arrivo di Esdra a Gerusalemme nell'autunno di quell'anno, il decreto del re entrò in vigore. Per avere la certezza della data giusta dell'anno 457 a. C. essendo il settimo anno di Artaserse, vedere S.H. Horn e L.H. Wood, La cronologia di Esdra 7 (Washingron, DC. Review and Herald Publishing Assn., 1953 e 1969); E.G. Kraeling, The Brooklyn Mausem Aramaic Papyri (New Haven o Londra, 153), pp 191-193.; Commentario Biblico degli Avventisti del 7° Giorno. (Washington, DC. Review and Herald Publishing Assn, 1954), Vol. 3. Pag. 97-110. GSS 77 2 "Egli stabilirà un saldo patto con molti in una settimana". La settimana di cui si parla qui è l'ultima delle 70. Si tratta, quindi, degli ultimi sette anni del tempo accordato agli ebrei. Durante questo periodo che va dal 27 al 34 d.C. il Salvatore, prima personalmente e poi mediante i suoi discepoli, rivolse l'invito evangelico quasi esclusivamente agli ebrei. Va ricordato, infatti, che quando gli apostoli furono inviati a predicare il messaggio del Vangelo, Gesù lì avvertì: "...Non andate fra i Gentili, e non entrate in alcuna città de' Samaritani, ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele". Matteo 10:5, 6. GSS 78 1 "E in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e oblazione". Nel 31 d.C. cioè tre anni e mezzo dopo il battesimo, Gesù fu crocifisso. Con il grande sacrificio da lui offerto sul Calvario finì il sistema dei sacrifici che per quattromila anni avevano rappresentato l'Agnello di Dio che doveva venire nel mondo. Il tipo si era incontrato con l'antitipo e quindi cessavano tutti i sacrifici e le offerte del sistema cerimoniale. GSS 78 2 Le 70 settimane, o 490 anni accordati agli ebrei, finivano, come abbiamo visto, nel 34 d.C. Fu allora che la nazione ebraica, per decisione del sinedrio, suggellò il proprio rifiuto del messaggio del Vangelo con il martirio di Stefano e la persecuzione dei cristiani. Allora il messaggio di salvezza, non più riservato al solo "popolo eletto", fu proclamato al mondo intero. I discepoli, costretti dalla persecuzione a fuggire da Gerusalemme, andarono di luogo in luogo annunziando la Parola. E Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo". Pietro, divinamente ispirato, annunciò la buona novella al centurione di Cesarea, il pio Cornelio; mentre il fervente Paolo, conquistato alla fede di Cristo, fu incaricato di portare il Vangelo ai Gentili. (Atti 8:4,5; 22:21) GSS 78 3 Fin qui ogni elemento della profezia si era adempiuto con straordinaria precisione; era quindi chiaro che le 70 settimane andavano dal 457 a.C. al 34 d.C. Partendo da questa data, non era difficile trovare il punto di arrivo dei 2.300 giorni. Infatti, dato che le 70 settimane -- 490 giorni erano state tolte dai 2.300 giorni, rimanevano 1.810 giorni che, partendo dal 34 d.C. portavano automaticamente al 1844. La conclusione era ovvia: il periodo dei 2.300 giorni di Daniele 8:14 si concludeva nel 1844. Poiché alla fine di questo lungo periodo profetico, secondo la dichiarazione dell'angelo, il santuario sarebbe stato purificato, veniva così precisato il momento della purificazione del santuario che, quasi universalmente, si pensava dovesse verificarsi al secondo avvento del Cristo. Miller e i suoi collaboratori in un primo momento credettero che i 2.300 giorni sarebbero finiti nella primavera del 1844, mentre in realtà un attento studio della profezia conduceva all'autunno di quell'anno. GSS 79 1 Questa inesattezza provocò delusione e perplessità in quanti avevano contato sulla venuta del Signore per quella data. Tutto ciò, però, non influì sul fatto che stabiliva il 1844 come punto di arrivo dei 2.300 giorni, con la relativa purificazione del santuario. IL DOVERE DI DIRE AGLI ALTRI GSS 79 2 Nell'intraprendere lo studio delle Scritture, per stabilire che esse erano una rivelazione divina, Miller non aveva la minima idea che le sue ricerche lo avrebbero portato a tali conclusioni. Anzi, ebbe una certa difficoltà a credere ai risultati dei suoi studi. Però la chiarezza delle Scritture era tale che non poté fare a meno di accettarla. GSS 79 3 Miller studiava la Bibbia da due anni quando, nel 1818, giunse alla conclusione che dopo venticinque anni Gesù sarebbe apparso per la redenzione del suo popolo. GSS 79 4 "È inutile descrivere la gioia che riempì il mio cuore" egli dice "all'idea della meravigliosa prospettiva né tantomeno esprimere l'ardente desiderio della mia anima al pensiero di partecipare alla felicità dei redenti. Ora la Bibbia era per me un libro nuovo e costituiva una vera gioia per il mio spirito. Tutto ciò che prima mi sembrava oscuro, mistico e confuso nei suoi insegnamenti, diventava sempre più luminoso, per lo splendore che scaturiva dalle sacre pagine. Come mi appariva splendente e gloriosa la verità! Tutte le contraddizioni e le incoerenze che un tempo avevo creduto di trovare nella Parola erano scomparse e nonostante vi fossero ancora dei punti che non ero riuscito a chiarire completamente, avevo ricevuto già sufficiente luce perché la mia mente venisse rischiarata. "Provavo un vero piacere nello studio della Scrittura, un piacere che non avrei mai creduto di poter trovare nei suoi insegnamenti". GSS 80 1 "Con la solenne convinzione che questi importanti eventi predetti dalle Scritture si sarebbero adempiuti in un breve lasso di tempo, si delineò nella mia mente la domanda relativa al dovere che io avevo nei confronti degli uomini in seguito alle convinzioni che si erano radicate nel mio spirito". GSS 80 2 Egli si rendeva conto che era suo dovere comunicare ad altri il messaggio ricevuto. Sapeva che non sarebbe mancata l'opposizione da parte degli increduli, ma confidava che tutti i cristiani si sarebbero rallegrati nella speranza dell'incontro con il loro amato Salvatore. Il suo unico timore era che nella loro immensa gioia, all'idea della gloriosa liberazione ormai vicina, molti avrebbero accettato la dottrina senza preoccuparsi di esaminare attentamente le Scritture e avere da esse la conferma di tale verità. Così, esitava a presentarla per paura di essere nell'errore e di provocare confusione in altri. Questa incertezza lo spinse a riesaminare le prove a sostegno delle conclusioni cui era giunto e a considerare attentamente ogni difficoltà che potesse affiorare alla sua mente. Si accorse che davanti alla luce della Parola di Dio le obiezioni svanivano come la nebbia svanisce sotto l'azione dei raggi del sole. Consacrò cinque anni a questa revisione e si convinse ancor più dell'assoluta fondatezza delle sue posizioni. GSS 81 1 Ora il dovere di far sapere agli altri quello che era chiaramente insegnato nelle Scritture, si imponeva con maggiore forza. "Mentre ero intento alle mie occupazioni" egli dice "sentivo echeggiare continuamente alle mie orecchie l'invito: "Va' avverti il mondo del pericolo!" Mi ritornava in mente il passo biblico: "Quando avrò detto all'empio: -- Empio per certo tu morrai! -- e tu non avrai parlato per avvertir l'empio che si ritragga dalla sua via, quell'empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l'empio che si ritragga dalla sua via, e quegli non se ne ritrae, esso morrà per la sua iniquità, ma tu avrai scampato l'anima tua". (Ezechiele 33:8, 9). Sentivo che se gli increduli avessero potuto essere avvertiti, molti si sarebbero pentiti; mentre, se essi non fossero stati avvertiti, il loro sangue mi sarebbe stato richiesto". GSS 81 2 Miller cominciò a esporre le sue idee in privato, ogni volta che gli si presentava l'occasione, pregando perché qualche pastore ne valutasse la portata e si consacrasse alla loro diffusione. Comunque non poteva sottrarsi alla convinzione di avere un dovere personale da compiere nel presentare egli stesso l'avvertimento. Riecheggiavano nella sua mente le parole: "Va', avverti il mondo... domanderò conto del suo sangue!" Per nove anni Miller attese, sentendo sempre di più il peso della sua responsabilità. Fu nel 1831 che per la prima volta egli espose pubblicamente le motivazioni della sua fede. IL RISVEGLIO RELIGIOSO HA INIZIO GSS 82 1 Miller acconsentì a presentare pubblicamente il suo messaggio solo in seguito alle pressioni dei suoi fratelli, nelle cui parole egli udiva l'invito di Dio. Aveva cinquant'anni, non era affatto abituato a parlare in pubblico e si sentiva come schiacciato dal senso della propria incapacità per l'opera che l'attendeva. Fin dall'inizio la sua azione fu abbondantemente benedetta. La sua prima conferenza fu seguita da un risveglio religioso nel quale tredici famiglie, ad eccezione di due persone, si convertirono. Fu immediatamente invitato a parlare in altri luoghi e ovunque la sua attività ebbe come risultato un risveglio dell'opera di Dio. I peccatori si convertivano, i credenti decidevano di riconsacrarsi, i deisti e gli infedeli imparavano a conoscere la verità della Bibbia e la religione cristiana. La testimonianza di coloro cui si rivolgeva ora era: "Raggiungere una categoria di persone sulla quale altri non hanno presa". Si ritenne che la sua predicazione riuscisse a risvegliare la mente della gente alle grandi realtà della religione e ad arginare la mondanità e la sensualità crescenti in quel tempo. GSS 82 2 Come risultato della sua predicazione, quasi in ogni città le conversioni si contavano a decine, talvolta a centinaia. In molti luoghi le chiese protestanti delle varie denominazioni erano disponibili, e spesso l'invito a predicare gli veniva rivolto dai pastori delle singol comunità. Era sua abitudine intervenire solo dove era invitato. Ben presto si rese conto di non poter riuscire a soddisfare neppure la metà delle richieste che gli pervenivano. Molti, pur non condividendo le sue idee circa la data del secondo avvento, erano convinti dell'imminenza del ritorno di Gesù e della necessità di prepararsi. TESTIMONIANZE DELLE BENEDIZIONI DIVINE GSS 83 1 Molti, pur non condividendo le sue idee circa la data del secondo avvento, erano convinti dell'imminenza del ritorno di Gesù e della necessità di prepararsi. In alcune grandi città la sua opera provocò una notevole impressione: trafficanti di liquori rinunciarono al loro commercio e trasformarono i propri spacci in luoghi di riunione, case da gioco chiusero i loro battenti; atei, deisti universalisti e perfino criminali incalliti si convertirono. Alcuni di essi da anni non mettevano piede in una chiesa. Le varie denominazioni organizzarono delle riunioni di preghiera in tutti i quartieri cittadini, praticamente a ogni ora del giorno, tanto che uomini d'affari potevano riunirsi a mezzogiorno per pregare e lodare Dio. Non si trattava di un'infatuazione stravagante, ma di qualcosa di serio e sentito perché l'opera di Miller, come quella dei primi riformatori, tendeva più a illuminare le menti che a provocare emozioni. GSS 83 2 Nel 1833 Miller ricevette la credenziale di pastore della Chiesa Battista, di cui era membro. Molti pastori della stessa denominazione approvavano la sua opera e così poté continuare il suo lavoro con il loro consenso. Viaggiava e predicava incessantemente, sebbene la sua attività si limitasse alla Nuova Inghilterra e agli stati del centro. Per vari anni viaggiò a proprie spese. Anche in seguito, comunque, le sue spese di viaggio non furono mai completamente rimborsate. In tal modo questa sua missione pubblica incise sensibilmente sulle sue sostanze, tanto che esse andarono diminuendo progressivamente. Miller aveva una famiglia numerosa, ma siccome i suoi membri erano attivi e frugali, la rendita della fattoria era sufficiente per il loro mantenimento e per le sue spese. L'ULTIMO DEI SEGNI GSS 84 1 Nel 1833, due anni dopo che Miller aveva cominciato a presentare in pubblico le prove dell'imminente ritorno del Cristo, apparve l'ultimo segno preannunciato dal Salvatore come prova del suo secondo avvento. Gesù aveva detto: "Le stelle cadranno dal cielo". (Matteo 24:29) L'apostolo Giovanni, nell'Apocalisse, contemplando in visione le scene che avrebbero annunciato la venuta del giorno di Dio, aveva scritto: "E le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi immaturi". (Apocalisse 6:13) Questa profezia si adempì in modo impressionante con la grande pioggia meteorica del 13 novembre 1833. Quella fu la più vasta e sorprendente visione di stelle cadenti che sia stata mai ricordata. "In tutto il territorio degli Stati Uniti, il cielo sembrava in movimento. Dopo l'occupazione del paese da parte dei bianchi, non si era mai verificato un fenomeno che suscitasse una così grande ammirazione in una parte degli abitanti e un così vivo sgomento in un'altra parte. La sublime grandezza di questo spettacolo rivive ancora nel ricordo di molti... Mai si è avuta una pioggia meteorica più fitta di quella: a oriente, a occidente, a settentrione, a mezzogiorno, ovunque era la stessa scena. GSS 85 1 "The Old Countrynam", in Portland Evening Advertiser, Nov, 26, 1833 GSS 85 2 Nel Journal of Commerce di New York, in data 14 novembre 1833, apparve un lungo articolo relativo a questo meraviglioso fenomeno. In esso, fra l'altro, si leggeva: "Nessun filosofo o scienziato ha indicato o ricordato un evento simile a quello di ieri mattina. Un profeta, 18 secoli fa, lo predisse con esattezza. Ognuno può rendersene conto se intende, per caduta di stelle, una caduta di stelle... nell'unico senso in cui la cosa possa essere letteralmente possibile". GSS 85 3 Apparve, così, l'ultimo segno della sua venuta che Gesù aveva annunciato ai discepoli: "...quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte". Matteo 24:33. Dopo tanti segni, Giovanni vide i cieli ripiegarsi come un rotolo che si avvolge, mentre la terra tremava, le montagne e le isole venivano rimosse dal loro luogo e gli empi, terrorizzati, cercavano di sottrarsi alla presenza del Figlio dell'uomo. (Apocalisse 6:1) GSS 85 4 Molti, nel contemplare la caduta delle stelle, videro in questo fenomeno un annuncio del giudizio "un simbolo pauroso, un precursore sicuro, un segno misericordioso di quel giorno grande e spaventoso". BIBBIA, LA SOLA BIBBIA GSS 86 1 William Miller era dotato di ottime facoltà, disciplinate dallo studio e dalla riflessione. Ad esse egli aggiunse la sapienza nelle cose spirituali grazie alla sua comunione con la Fonte della saggezza. Uomo di grandi virtù morali, riusciva a imporre il rispetto e a conquistarsi la stima ovunque venivano apprezzate l'integrità e l'eccellenza morale del suo carattere. Unendo la gentilezza spontanea con l'umiltà cristiana e la forza dell'autocontrollo, sapeva essere premuroso e affabile con tutti, pronto ad ascoltare le opinioni altrui e a prendere in considerazione le loro argomentazioni. Senza passione o eccitazione, esaminava ogni teoria o dottrina alla luce della Parola di Dio e il suo ragionamento equilibrato, unito alla profonda conoscenza delle Sacre Scritture, gli permetteva di confutare l'errore e di smascherare la falsità. GSS 86 2 La sua opera, però, incontrò forti opposizioni e come era accaduto ai primi riformatori, si rese conto che le verità da lui predicate non erano accolte favorevolmente dai pastori delle varie confessioni religiose. Essi, non potendo sostenere i propri punti di vista con l'ausilio della Bibbia ricorrevano alle opinioni e alle dottrine degli uomini, oppure alla "tradizione dei padri". I predicatori dell'avvento, invece, accettavano solo la Parola di Dio come testimonianza della verità. "La Bibbia e solo la Bibbia" era la loro parola d'ordine. Gli avversari di Miller, quando si trovavano a corto di argomenti, non esitavano a ricorrere all'ironia e allo scherno. Non furono risparmiati né tempo né denaro per cercare di mettere in cattiva luce coloro la cui unica colpa consisteva nel pensare con gioia al ritorno del Signore, nell'impegnarsi a vivere una vita santa e nell'esortare gli altri a prepararsi per la gloriosa apparizione del Signore L'istigatore di ogni male cercava non solo di rendere inutili gli effetti del messaggio avventista, ma addirittura di eliminare lo stesso messaggero. Miller indirizzava le verità bibliche ai cuori dei suoi ascoltatori, rimproverando i loro peccati e turbandone la pace. Le sue parole chiare e penetranti suscitavano la loro collera. L'opposizione manifestata dai membri di chiesa nei confronti del suo messaggio incoraggiò alcuni esponenti delle classi sociali più basse a oltrepassare ogni limite: decisero di ucciderlo mentre usciva da una riunione. Però gli angeli vegliavano su di lui e uno di loro, in forma umana, lo prese per un braccio e lo salvò, sottraendolo alla folla inferocita. La sua opera non era ancora finita e perciò Satana e i suoi seguaci furono delusi. GSS 87 1 Nonostante l'opposizione, l'interesse per il secondo avvento aumentava. Gli uditori non si contavano più a decine o a centinaia, ma a migliaia. Le chiese avevano registrato un forte incremento nel numero dei membri, ma dopo un po' cominciarono a manifestare uno spirito D'intolleranza verso questi convertiti e finirono per prendere misure disciplinari contro quanti avevano accettato le idee di Miller. GSS 87 2 Questo lo indusse a scrivere ai cristiani di tutte le denominazioni: se le sue dottrine erano false, essi avrebbero dovuto mostrargli l'errore mediante le Scritture. GSS 87 3 "Che cosa crediamo" egli diceva "che non sia stato attinto direttamente dalla Parola di Dio, che voi stessi riconoscete come regola, come unica regola di fede e di condotta"? Che cosa facciamo che meriti una condanna così violenta da parte della chiesa e della stampa e che vi spinga a espellerci dalle vostre comunità? Se noi siamo nell'errore, fateci vedere in che cosa consiste il nostro sbaglio. Mostrateci con la Parola di Dio che stiamo sbagliando. Ci avete già messi abbastanza in ridicolo; ma questo non è sufficiente per convincerci che stiamo percorrendo una via errata: solo la Parola di Dio può farci cambiare idea. Noi siamo giunti a queste conclusioni deliberatamente e con molte preghiere, basandoci sulle Sacre Scritture. GSS 88 1 Bliss, pp.250,252 RISPOSTE DIFFERENTI GSS 88 2 Perché la chiesa era tanto contraria alla dottrina del secondo avvento? Mentre per i malvagi l'avvento del Signore provoca sgomento e desolazione, per i giusti era GSS 88 3 sinonimo di gioia e di speranza. Questa verità meravigliosa aveva consolato i fedeli di Dio nel corso dei secoli. Perché, allora, era diventata, come il suo Autore, "un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo" per chi si dichiarava suo popolo? Il Signore stesso aveva promesso ai discepoli: "...e quando sarò andato e v'avrò preparato un luogo, tornerò, e v'accoglierò presso di me". GSS 88 4 Il Salvatore, prevedendo la solitudine e il dolore dei discepoli, aveva incaricato gli angeli di consolarli con la certezza del suo ritorno. Infatti, mentre contemplavano smarriti il cielo che rapiva il caro Maestro, la loro attenzione fu richiamata con queste parole: "Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? "Questo Gesù che è stato tolto da voi e assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l'avete veduto andare in cielo". (Atti 1:11) Questo messaggio dell'angelo ravvivò le loro speranze tanto che essi "...tornarono a Gerusalemme con grande allegrezza; ed erano del continuo nel tempio, benedicendo Iddio". (Luca 24:52,53) Non si rallegravano perché Gesù era tornato in cielo e quindi, si trovavano soli a dover lottare contro le prove e le tentazioni del mondo, ma perché gli angeli avevano dato loro la certezza del suo ritorno. GSS 89 1 La proclamazione dell'avvento di Cristo dovrebbe essere anche oggi, come quando venne annunciata dagli angeli ai pastori di Betlemme, una fonte di gioia. Quanti realmente amano il Salvatore non possono fare a meno di accogliere con entusiasmo l'annuncio, basato sulla Parola di Dio, che colui che ci assicura la vita eterna sta per ritornare. Sta per ritornare, ma non per essere oggetto d'insulti, di disprezzo e di rifiuto come accadde in occasione del suo primo avvento, bensì per manifestarsi con potenza e gloria e riscattare il suo popolo. Quelli che non amano il Salvatore, non desiderano la sua venuta. L'irritazione e l'animosità suscitate nelle chiese da questo messaggio divino sono la prova più evidente che si erano allontanate da Dio. GSS 89 2 Coloro che accettarono la dottrina dell'avvento sentirono il desiderio di pentirsi e di umiliarsi davanti a Dio. Molti erano rimasti a lungo esitanti fra il Cristo e il mondo ma, ora si rendevano conto che era giunto il momento di decidersi. "L'eternità assumeva agli occhi loro una nuova realtà". "Il cielo si era avvicinato ed essi si sentivano colpevoli nei confronti di Dio". I cristiani sentivano nascere in loro una nuova vita spirituale; si rendevano conto di aver poco tempo a disposizione e della necessità di avvertire rapidamente coloro che li circondavano. La terra sembrava sfuggire, mentre l'eternità si schiudeva davanti a loro. Tutto ciò che si riferiva alla loro eterna felicità eclissava ai loro occhi le realtà temporali. Lo Spirito di Dio era in loro, assicurando potenza ai loro vibranti appelli affinché i fratelli, e perfino i peccatori, si preparassero per il giorno di Dio. L'INCHIESTA SCONSIGLIATA GSS 90 1 In tal modo i protestanti seguivano l'esempio dei cattolici: mentre la chiesa di Roma toglieva la Bibbia al popolo, le chiese protestanti pretendevano che una parte importante della Parola di Dio -- e precisamente quella che insegna le verità relative al nostro tempo -- non potesse essere compresa. GSS 90 2 Pastori e membri dicevano che le profezie di Daniele e dell'Apocalisse erano misteri incomprensibili. Eppure il Cristo aveva richiamato l'attenzione dei discepoli proprio sulle parole del profeta Daniele, relative agli eventi che dovevano verificarsi ai suoi tempi, dicendo: "...chi legge pongavi mente". (Matteo 24:15) GSS 90 3 L'affermazione secondo cui l'Apocalisse è un mistero che non può essere capito, è in contrasto con il titolo stesso del libro: "La rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli ha data per mostrare ai suoi servitori le cose che debbono avvenire in breve... Beato chi legge, e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e serbano le cose che sono scritte in essa; poiché il tempo è vicino". (Apocalisse 1:1, 3) GSS 91 1 Tenendo conto delle testimonianze precedenti, come osano gli uomini insegnare che l'Apocalisse è un mistero che supera la portata della comprensione umana? È un mistero rivelato, è un libro aperto. Il suo studio richiama le menti alle profezie di Daniele in quanto i due libri (Daniele e Apocalisse) presentano le più importanti direttive impartite da Dio circa gli eventi che dovranno accadere alla fine della storia del mondo. GSS 91 2 A Giovanni furono rivelate scene di profondo interesse per l'esperienza della chiesa. Egli vide la posizione, i pericoli e la liberazione finale del popolo di Dio e registrò i messaggi conclusivi che devono permettere la maturazione e il raccolto sulla terra, sia per quanto riguarda i fedeli, cioè i covoni da raccogliere nei granai celesti, sia per quanto riguarda i nemici del Cristo, le zizzanie riservate al fuoco della distruzione. Gli furono rivelati soggetti di estrema importanza, specialmente per l'ultima chiesa, affinché coloro che abbandonano l'errore per rivolgersi alla verità possano essere avvertiti dei pericoli e delle lotte che li attendono. GSS 91 3 Nessuno deve rimanere all'oscuro su ciò che sta per accadere nel mondo. Perché, allora, questa diffusa ignoranza su una parte così importante delle Sacre Scritture? Perché questo rifiuto, quasi generalizzato, a studiarne gli insegnamenti? Satana compie uno sforzo particolare nascondendo agli uomini tutto ciò che può contribuire a rivelare i suoi inganni. Per questo motivo Gesù Cristo, autore di questa rivelazione, prevedendo la guerra che sarebbe scoppiata nei confronti dello studio dell'Apocalisse, pronunciò una benedizione su quanti avrebbero letto, ascoltato e messo in pratica le parole della profezia. GSS 92 1 The Great Controversy, pp. 317-342 DOMANDE PER LO STUDIO GSS 93 1 1. Che tipo di uomo è stato William Miller? (79, 89, 94) GSS 93 2 2. Quale metodo di studio Miller usa nella sua ricerca della Bibbia? (74) GSS 93 3 3. La dottrina della conversione del mondo ha portato a sconfiggere il male? (76) GSS 93 4 4. In che modo il testo Daniele 8:14 è diventano particolarmente significativo? (80, 8 l) GSS 93 5 5. È stato Miller a collegare la purificazione del santuario con la seconda venuta di Cristo. Che cosa l'ha fuorviato dalla verità)(81) GSS 93 6 6. Come e quando Gesù è diventato "l'Unto"? Come e quando il "sacrificio e il oblazione, sono cessati? (84,85) GSS 94 1 7. Quale significato hanno questi eventi significativi alla luce della profezia di Daniele 8:14, riguardo i 2300 giorni? (86,87) GSS 94 2 8. Miller ha trascorso sette anni per studiare seriamente la Bibbia. Quali sono stati i primi risultati di questa revisione? (87-89) GSS 94 3 9. All'inizio, per quali ragioni Miller ha esitato a predicare? (89) GSS 94 4 10. Qual'era la differenza tra le predicazioni di Müller e quelle dei primi riformatori? (91) GSS 94 5 11. Perché le predicazioni di Müller hanno suscitato opposizioni in mezzo agli "insegnanti religiosi popolari"? GSS 95 1 Come hanno reagito questi insegnanti alla loro mancanza di argomenti biblici? (94, 95) GSS 95 2 12. Perché la predicazione che riguarda la seconda venuta di Cristo è tanto sgradita alle chiese? In che modo la stessa predicazione ha toccato coloro chi l'hanno accettata? (96-98) GSS 95 3 13. Coloro che leggono e accettano le profezie di Apocalisse, contro chi sono protetti? (99,10) ------------------------Capitolo 15 -- Passi misteriosi su daniele GSS 96 1 Una grande analogia caratterizza le riforme o i movimenti religiosi che, di secolo in secolo, hanno segnato i progressi dell'opera di Dio. I princìpi che stanno alla base dell'azione divina nei confronti degli uomini sono sempre gli stessi e quindi i più importanti movimenti religiosi attuali trovano riscontro in quelli del passato, per cui le esperienze della chiesa contengono preziosi insegnamenti per la nostra epoca. GSS 96 2 La Bibbia lascia chiaramente intendere che gli uomini scelti da Dio, per dirigere i grandi movimenti destinati a realizzare il suo piano di salvezza sulla terra, erano guidati in modo particolare dallo Spirito Santo. Gli uomini diventano strumenti nelle mani di Dio per l'attuazione dei suoi progetti, caratterizzati dalla grazia e dalla misericordia. Ognuno ha un incarico definito e a ciascuno viene accordata una conoscenza adeguata al suo particolare compito e sufficiente per permettergli l'attuazione del mandato che Dio gli ha assegnato. Nessuno, però, per quanto onorato dal cielo, è mai pervenuto a una totale comprensione del piano della redenzione o a una perfetta valutazione del proposito divino per l'opera che era stato chiamato a svolgere nella sua epoca. In altre parole, gli uomini non possono sempre capire completamente quello che Dio intende conseguire tramite l'incarico che ha affidato loro e quindi non riescono ad afferrare in tutta la sua portata, il messaggio che stanno proclamando nel suo nome. Neppure i profeti, favoriti com'erano da una conoscenza particolare concessa loro dallo Spirito, si resero conto della portata delle rivelazioni ricevute. Il loro significato fu svelato gradatamente, nel corso dei secoli e nella misura in cui il popolo di Dio aveva bisogno degli insegnamenti che tali rivelazioni contenevano. GSS 97 1 I profeti, pur non avendo avuto il privilegio di capire completamente le rivelazioni ricevute, cercavano comunque di avvalersi di tutta la conoscenza che Dio gli aveva accordato. Essi, perciò, indagavano per conoscere "il tempo e le circostanze" indicati dallo "Spirito di Cristo che era in loro". Che magnifico insegnamento per il popolo di Dio dell'era cristiana che beneficiò di queste profezie annunciate dai messaggeri dell'Altissimo! "E fu loro rivelato che non per se stessi ma per voi ministravano quelle cose". Notate con quanta cura questi uomini di Dio prendevano nota delle rivelazioni destinate alle generazioni future. Osservate il contrasto fra il loro santo zelo e la noncuranza che dimostrano alcuni nei confronti dei messaggi divini. Come non biasimare l'amore per il cosiddetto quieto vivere, per l'indifferenza che è frutto dell'attaccamento alle realtà terrene e per lo scetticismo di chi afferma che le profezie non possono essere capite! L'ESPERIENZA DEGLI APOSTOLI COSTITUISCE UNA LEZIONE GSS 97 2 Sebbene le menti limitate degli uomini non possano apprezzare i consigli dell'Essere infinito o capire completamente come si attuano i suoi piani, spesso la causa di questo stato di cose va ricercata nel fatto che gli uomini spesso non comprendono i messaggi divini per errore o negligenza. L'intelligenza umana, perfino quella dei figli di Dio, è talmente condizionata dalle opinioni comuni, dalle tradizioni popolari e dai falsi insegnamenti, che riescono solo parzialmente a rendersi conto delle verità sublimi che l'Eterno ha rivelato nella sua Parola. Tutto ciò si verificò anche con i discepoli del Cristo, quando il Salvatore era ancora con loro. Le loro menti erano così condizionate delle concezioni popolari riguardanti il Messia, considerato un principe che avrebbe innalzato Israele sul trono di un impero universale, che non riuscirono a comprendere il significato delle parole che annunciavano le sue sofferenze e la sua morte. GSS 98 1 Gesù stesso li aveva incaricati di annunciare il messaggio: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all'evangelo". (Marco 1:15) GSS 98 2 Quel messaggio si basava sulla profezia di (Daniele 9) Le 69 settimane dovevano estendersi, per dichiarazione dell'angelo, fino "al Messia principe"; e così, con speranza e gioia, i discepoli sognavano l'insediamento di un regno messianico in Gerusalemme, in vista di un dominio esteso su tutta la terra. GSS 98 3 Essi predicavano il messaggio che era stato loro affidato dal Cristo, però ne fraintendevano il significato. Mentre il loro annuncio si basava su Daniele 9:25, non si rendevano conto che nel versetto seguente si parlava del Messia "soppresso". Fin dall'infanzia erano stati orientati a credere e sperare nella gloria di un impero terreno e questo accecava la loro mente sia per quello che la profezia indicava sia per quello che le parole di Cristo significavano. GSS 99 1 Essi fecero il loro dovere trasmettendo alla nazione ebraica l'invito della misericordia divina, ma proprio quando pensavano di vedere il Maestro salire sul trono di Davide, egli venne arrestato come un malfattore, percosso, deriso, condannato e appeso sulla croce al Calvario. Quanta angoscia e quanta disperazione scosse il cuore dei discepoli durante i giorni in cui il loro amato Signore riposava nella tomba! GSS 99 2 Eppure il Cristo era apparso esattamente al tempo e nel modo indicati dalla profezia. La testimonianza della Scrittura si era adempiuta in ogni particolare del suo ministero. Egli aveva annunciato il messaggio della salvezza e il suo messaggio era stato trasmesso con potenza, tanto che gli uditori si erano convinti che si trattasse di un annuncio di origine divina, mentre la Parola e lo Spirito di Dio attestavano la missione del Figlio. GSS 99 3 L'annuncio fatto dai discepoli nel nome del Signore era esatto in tutti i suoi particolari e gli eventi predetti si stavano adempiendo l'uno dopo l'altro. "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino": questo era stato il loro messaggio. Alla fine del "tempo" delle 69 settimane di Daniele 9 che dovevano estendersi fino al "Messia unto", Gesù aveva ricevuto l'unzione dello Spirito subito dopo il battesimo impartitogli da Giovanni Battista al Giordano. Il "regno di Dio" definito "vicino" era stato stabilito dalla morte di Gesù. Naturalmente questo regno non era, com'era stato loro insegnato, un impero terreno. Non era neppure quel regno futuro e immortale che sarà stabilito quando "...il regno e il dominio e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo" (Daniele 7:27), regno eterno nel quale "tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno". Nella Bibbia l'espressione "regno di Dio" indica sia il regno della grazia, sia il regno della gloria. Quello della grazia è messo in risalto dall'apostolo Paolo nella sua lettera agli Ebrei. Dopo avere indicato il Cristo come intercessore compassionevole, che ha condiviso la nostra umanità, l'apostolo aggiunge: "Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno". (Ebrei 4:16) Il trono della grazia rappresenta il regno della grazia, poiché l'esistenza di un trono presuppone necessariamente quella di un regno. In molte delle sue parabole, Gesù usò l'espressione "regno dei cieli" per designare l'opera della grazia di Dio nei cuori degli uomini. GSS 100 1 Allo stesso modo il trono della gloria rappresenta il regno della gloria, regno cui alludeva il Signore dicendo: Or quando il Figliuol dell'uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo con se tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria. E tutte le genti saranno radunate dinanzi a lui. (Matteo 25:31,32) Si tratta di un regno futuro che sarà instaurato al ritorno di Cristo Gesù. GSS 100 2 Il regno della grazia fu istituito subito dopo la caduta dell'uomo quando venne elaborato il piano della redenzione per l'umanità colpevole. Esso esisteva già come obiettivo e promessa di Dio. Questo regno, del quale si diventa sudditi per fede, fu però stabilito ufficialmente solo dopo la morte del Cristo. Infatti, anche dopo essere venuto nel mondo per adempiere la sua missione terrena, il Salvatore, stanco dell'ostinazione e dell'ingratitudine degli uomini, avrebbe potuto benissimo rinunciare al sacrificio del Calvario. Nel Getsemani, il calice tremò nelle sue mani. Anche in quel momento egli avrebbe potuto asciugare il sudore di sangue che imperlava la sua fronte e lasciare che l'umanità colpevole pagasse per la sua malvagità. Se lo avesse fatto, non ci sarebbe stata nessuna possibilità di redenzione per l'uomo. Quando, però, il Salvatore offrì la sua vita ed esalando l'ultimo respiro esclamò: "Tutto è compiuto!", risultò chiaro che il piano della redenzione era assicurato e che era stata ratificata la promessa di salvezza fatta in Eden alla coppia colpevole. In quel momento s'instaurava il regno della grazia che fino allora, era esistito in virtù della promessa di Dio. GSS 101 1 In questo modo la morte del Cristo, che i discepoli consideravano la fine di ogni speranza, al contrario le confermò per l'eternità. Se per loro la morte del Cristo rappresentò una cocente delusione, in realtà dimostrò l'esattezza delle loro convinzioni. L'evento che li aveva riempiti di amarezza e di disperazione, doveva contribuire ad aprire la porta della speranza a ogni discendente di Adamo e rappresentare il centro della vita futura e dell'eterna felicità dei fedeli figli di Dio di tutti i secoli. GSS 101 2 Dopo la risurrezione, Gesù apparve ai discepoli sulla via di Emmaus "E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo concernevano". (Luca 24:27) I cuori dei due discepoli rimasero scossi e la loro fede fu ravvivata. Si sentirono "rinascere... ad una speranza viva", prima ancora che Gesù si fosse fatto riconoscere. Il Maestro volle illuminare la loro mente e aiutarli a fondare la loro fede sulla parola profetica. Voleva che la verità si radicasse profondamente in loro non solo perché sostenuta dalla sua testimonianza personale, ma perché convalidata dai simboli della legge cerimoniale e dalle precise dichiarazioni profetiche dell'Antico Testamento. Era necessario che i discepoli di Gesù avessero una fede vera, non solo per se stessi ma per trasmettere al mondo la conoscenza del Cristo. Gesù richiamò l'attenzione dei discepoli su Mosè e sui profeti. Questa fu la testimonianza del Salvatore risorto sul valore e sull'importanza delle Scritture dell'Antico Testamento. GSS 102 1 Contemplando l'amato volto del Maestro, nel cuore dei discepoli avvenne un profondo cambiamento. (Luca 24:32) Essi riconobbero, da un punto di vista più completo e perfetto di prima, "Colui del quale hanno scritto Mosè ed i profeti". In tal modo l'incertezza, l'angoscia e la disperazione furono sostituite da una serena fiducia e una fede senza dubbi. Non c'è da stupirsi se dopo la sua ascensione essi "erano del continuo nel tempio, benedicendo Iddio". (Luca 24:53) La gente, che conosceva solo la storia della terribile morte del Nazareno, si aspettava di leggere sul volto dei discepoli un'espressione di dolore, di confusione e di sconfitta; invece li vide illuminati dalla gioia e dal trionfo. LA LEZIONE DEL 1844 GSS 102 2 L'esperienza dei discepoli, che predicarono il Vangelo del regno in occasione del primo avvento del Cristo è sullo stesso piano dell'esperienza di coloro che proclamarono il messaggio del suo secondo avvento. Gli apostoli annunciavano: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino". Miller e i suoi collaboratori predicavano che il più lungo periodo profetico, indicato nella Bibbia, stava per concludersi, che il giudizio era imminente e che stava per essere inaugurato il regno eterno. L'annuncio dei discepoli, relativo al tempo della fine si basava sulla profezia delle 70 settimane di Daniele 9. Il messaggio di Miller annunciava la fine dei 2.300 giorni di Daniele 8:14, dei quali facevano parte le 70 settimane. In entrambi i casi, la predicazione si basava sull'adempimento di due diverse parti dello stesso grande periodo profetico. GSS 103 1 Come i primi discepoli, Miller e i suoi collaboratori non compresero completamente la portata di quanto annunciavano. Gli errori, che da tempo si erano insinuati nella chiesa, impedivano loro di giungere all'esatta interpretazione di un importante elemento della profezia. Quindi, pur proclamando il messaggio che Dio aveva loro affidato, a causa di un'idea errata circa il suo significato, sperimentarono un'amara delusione. GSS 103 2 Spiegando Daniele 8:14: ...Fino a duemila trecento sere e mattine: poi il santuario sarà purificato" Miller, adottando il concetto generalmente accettato secondo cui la terra è il santuario, credeva si trattasse della purificazione della terra mediante il fuoco del Signore, al momento dell'avvento. Quindi, resosi conto che la profezia indicava con esattezza il punto di arrivo dei 2.300 giorni, ne concluse che essa coincideva con l'epoca del secondo avvento di Gesù. Tale errore va attribuito al fatto che Miller si adeguò alla convinzione popolare relativa al santuario. GSS 104 1 Nel sistema cerimoniale, che prefigurava il sacrificio e il sacerdozio del Cristo, la purificazione del santuario era l'ultima cerimonia celebrata dal sommo sacerdote a conclusione del ministero dell'intero anno. Era l'opera finale di espiazione: la rimozione dei peccati d'Israele, prefigurazione dell'opera conclusiva del ministero del nostro Sommo Sacerdote celeste, che vedrà la cancellazione dei peccati del suo popolo registrati nei libri del cielo. Questo servizio, che comporta l'istruzione di un giudizio, precede immediatamente la seconda venuta del Cristo sopra le nuvole del cielo con potenza e gran gloria. Alla sua venuta, infatti, ogni caso sarà già stato deciso. Gesù afferma: "...il mio premio è meco per rendere a ciascuno secondo che sarà l'opera sua". (Apocalisse 22:12) Quest'opera di giudizio che precede il secondo avvento, è annunciata dal messaggio del primo angelo: "...Temete Iddio e dategli gloria poiché l'ora del suo giudizio è venuta..." (Apocalisse 14:7) GSS 104 2 Coloro che proclamarono questo messaggio, lo fecero al momento giusto. Però, come i discepoli, annunciavano "il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino", basandosi sulla profezia di Daniele 9, senza rendersi conto che in quello stesso brano biblico era anche predetta la morte del Messia. Così, Miller e i suoi collaboratori, predicarono il messaggio basato su Daniele 8:14 e Apocalisse 14:7, senza accorgersi che in Apocalisse 14 vi erano anche altri messaggi che dovevano essere trasmessi al mondo prima del ritorno del Signore. Come i discepoli s'ingannarono sulla natura del regno che doveva essere stabilito alla fine delle 70 settimane, così gli avventisti si ingannarono sull'evento che si sarebbe dovuto verificare alla fine dei 2.300 giorni. In entrambi i casi si trattò dell'adesione a idee popolari errate che purtroppo travisavano il senso della profezia. Sia i discepoli sia gli avventisti, adempirono la volontà di Dio annunciando il messaggio che egli voleva fosse predicato. Comunque, sia i primi sia i secondi, a causa dell'errata interpretazione, subirono un'amara delusione. GSS 105 1 Dio realizzò ugualmente l'obiettivo che si era prefisso in quanto, l'annuncio del giudizio fu dato integralmente. Il gran giorno era imminente e, nella sua provvidenza, Dio fece in modo che gli uomini fossero avvertiti e messi in condizione di analizzare il proprio stato spirituale. Il messaggio doveva contribuire alla purificazione dei credenti, che si sarebbero resi conto se erano legati al mondo o al Cristo e al cielo. Siccome affermavano di amare il Salvatore, veniva loro offerta l'opportunità di dimostrare la vera essenza dei propri sentimenti. Erano pronti a rinunciare alle speranze e alle ambizioni terrene per accogliere con gioia l'avvento del Signore? Il messaggio permetteva di rendersi conto del loro stato spirituale e Dio, nella sua misericordia, voleva che fosse proclamato proprio per suscitare in loro la volontà di cercare il Signore con spirito di umiliazione e pentimento. GSS 105 2 La delusione, anche se frutto dell'errata interpretazione del messaggio annunciato, contribuì sostanzialmente al loro bene, perché servì a mettere alla prova coloro che avevano affermato di accettare l'avvertimento divino. Confrontandosi con la delusione avrebbero rinunciato alla loro fede, non fidandosi più della Parola di Dio, oppure avrebbero cercato in preghiera e con umiltà di stabilire la causa dell'errata interpretazione della profezia? Quanti avevano agito per paura, per impulsività e per eccitazione? Quanti erano solo in parte convinti e increduli? Molti dicevano di desiderare il ritorno del Signore, ma quando sarebbero stati chiamati ad affrontare lo scherno e il disprezzo degli uomini, ad assaporare l'amarezza del ritardo e dell'errata interpretazione, avrebbero saputo conservare la fede? Non avendo capito subito il piano di Dio, avrebbero forse rinunciato alle verità convalidate dalle chiare testimonianze della Parola ispirata? GSS 106 1 Questa prova sarebbe valsa a rivelare la forza di coloro che con vera fede avevano ubbidito a quello che consideravano l'insegnamento della Sacra Scrittura e dello Spirito di Dio. Essa, inoltre, avrebbe insegnato loro, come solo un'esperienza simile poteva farlo, il pericolo a cui si va incontro accettando teorie e interpretazioni umane anziché utilizzando la Bibbia come interprete di se stessa. Per i credenti motivati dalla fede, le angosce e le sofferenze derivanti da questo errore costituivano la necessaria correzione. Infatti, avrebbero esaminato con maggior attenzione il fondamento della loro fede e respinto tutto ciò che, anche se generalmente accettato dal mondo cristiano, non trovava nessun appoggio nella Sacra Scrittura. GSS 106 2 A questi credenti, come già ai primi discepoli, quello che nell'ora della prova appariva oscuro, in seguito sarebbe apparso chiaro. Vedendo "la fine" che il Signore avrebbe loro accordato, si sarebbero resi conto che nonostante la prova, conseguenza dell'errore commesso, i piani divini dettati dal suo amore per loro si sarebbero adempiuti. Avrebbero anche imparato, tramite quell'esperienza, che egli è "grandemente pietoso e misericordioso" e che tutte le sue vie sono "verità e misericordia per quanti osservano il suo patto e le sue testimonianze". GSS 107 1 The Great Controversy, pp. 343 -354. DOMANDE PER LO STUDIO GSS 108 1 1. Quale verità ci insegna la Bibbia in modo molto chiaro? (l03) GSS 108 2 2. Gli operai di Dio inclusi i profeti hanno compreso sempre appieno i messaggi che hanno ricevuto? (104) GSS 108 3 3. Perché gli uomini così spesso non comprendono del tutto i messaggi del cielo? (105) GSS 108 4 4. Perché il messaggio annunciato dai discepoli, anche se corretto, li ha portati a malintesi e delusion? (105-107) GSS 108 5 5. Qual'è il significato del termine "il regno di Dio"? Quando il Regno di Dio verrà? (107) GSS 109 1 6. Quale metodo impiegò Gesù per portare i discepoli a una corretta comprensione della sua missione e del loro operato? (109, 110) GSS 109 2 7. Elencate alcuni paralleli che si possono trarre tra l'esperienza dei discepoli e gli avventisti del 1844? (110-113) GSS 109 3 8. Quali sono i due più importanti insegnamenti tratti dall'esperienza degli avventisti delusi nel 1844? ------------------------Capitolo 16 -- La fine dei 2300 giorni GSS 110 1 La profezia del primo angelo di Apocalisse 14, annuncia un grande risveglio religioso provocato dalla proclamazione del prossimo avvento di Gesù. Un angelo vola "in mezzo al cielo" e annuncia "l'evangelo eterno a ogni nazione e tribù e lingua e popolo... con gran voce". Egli dice: "Temete Iddio e dategli gloria poiché l'ora del suo giudizio è venuta; e adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le fonti delle acque". Apocalisse 14:6,7 GSS 110 2 Il fatto che un angelo sia il messaggero di questo invito è significativo. Con la purezza, la gloria e la potenza di un messaggero celeste, la divina provvidenza ha voluto mettere in risalto l'elevato carattere dell'opera che deve essere compiuta da questo messaggio, nonché la potenza e la gloria che lo devono distinguere. Il volo dell'angelo "in mezzo al cielo", la "gran voce" con la quale l'annuncio è dato a tutti quelli che abitano sulla terra, "ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo", indicano la rapidità e l'universalità del movimento. GSS 110 3 Come la grande Riforma del XVI secolo, così il movimento avventista apparve contemporaneamente in vari paesi cristiani. Sia in Europa sia in America, uomini di fede e di preghiera furono indotti allo studio delle profezie. Esaminando i testi sacri si convinsero che la fine di ogni cosa era vicina. In vari paesi ci furono gruppi di credenti isolati che, tramite il semplice studio delle Sacre Scritture, giunsero alla conclusione, che l'avvento del Signore era vicino. William Miller e i suoi collaboratori furono incaricati di diffondere il messaggio in America. Questo paese diventò il centro del movimento avventista. Fu là che la profezia del messaggio del primo angelo si adempì con maggiore facilità. Gli scritti di Miller e dei suoi collaboratori furono inviati fin nelle più remote parti del mondo. Vicino e lontano echeggiò il messaggio dell'"evangelo eterno": "Temete Iddio e dategli gloria, poiché l'ora del suo giudizio è venuta!" ATTESA IN UNA CALMA ASPETTATIVA GSS 111 1 I fedeli che avevano accettato il messaggio aspettavano con vivo interesse la venuta del Salvatore. Ritenevano prossimo il momento in cui si sarebbero incontrati con lui e vedevano avvicinarsi l'ora, così attesa, con calma e solennità. Godevano di una serena comunione con Dio, pegno di quella pace che avrebbero conosciuto nell'eternità. Coloro che sperimentarono questa speranza e questa certezza non dimenticheranno mai quelle preziose ore di attesa. Nel corso delle settimane che precedettero la data stabilita, le abitazioni abituali furono quasi del tutto abbandonate. I sinceri credenti esaminavano con cura ogni pensiero e ogni emozione dei propri cuori come se si trovassero in punto di morte. Nessuno, però, confezionò "abiti per l'ascensione", ma tutti sentirono il bisogno di essere pronti per l'incontro con il Salvatore. I loro abiti bianchi non erano altro che la purezza dello spirito e una vita liberata dal peccato mediante il sangue del Cristo. Voglia Dio che ancora oggi coloro che si professano suo popolo, abbiano lo stesso desiderio di esaminare la propria coscienza, lo stesso fervore, la stessa fede! Se essi si umiliassero nei confronti del Signore e innalzassero le loro preghiere fino al trono della grazia, godrebbero di una vita spirituale più profonda e più ricca. La preghiera e la vera convinzione del peccato sono troppo rare e la mancanza di una vera fede priva molti di quella grazia che il nostro Salvatore offre e assicura a chi la ricerca sinceramente. Dio aveva voluto mettere alla prova il suo popolo. Non aveva rivelato l'errore nel calcolo dei periodi profetici. Di questo errore non si accorsero né gli avventisti né i loro avversari. Essi dicevano: "Il vostro calcolo dei periodi profetici è esatto; qualche grande evento sta per avvenire, ma non si tratta di quello che il signor Miller predice: si tratta della conversione del mondo e non del secondo avvento di Cristo". GSS 112 1 Il tempo passò e il Cristo non apparve per liberare il suo popolo. Coloro che con fede sincera avevano aspettato il loro amato Salvatore provarono un'amara delusione. Comunque, i piani di Dio si adempirono ugualmente. Egli metteva alla prova i cuori di quanti affermavano di aspettare la sua venuta. Molti erano stati motivati solo dalla paura. La loro professione di fede non aveva cambiato né il loro cuore né la loro vita. Quando l'atteso evento non si verificò, queste persone affermarono di non essere affatto deluse, perché in realtà non avevano mai creduto che il Cristo sarebbe venuto. Esse furono le prime a disprezzare il dolore provato dai veri credenti. GSS 112 2 Gesù e l'intera schiera celeste guardarono con affetto a simpatia i fedeli così duramente provati e delusi. Se il velo che separava il visibile dall'invisibile fosse stato sollevato, si sarebbero visti gli angeli avvicinarsi a quegli uomini sinceri e proteggerli contro gli attacchi di Satana. GSS 112 3 The Great Controversy, pp. 355-374 LA SCRITTURA RIESAMINATA GSS 113 1 Trascorso il tempo previsto per la seconda venuta del Signore -- la primavera del 1844 -- coloro che avevano atteso con fede il suo ritorno, rimasero per un po' di tempo in preda al dubbio e all'incertezza. Il mondo li considerava totalmente sconfitti ed erano convinti di avere accarezzato un'illusione; tuttavia la loro fonte d'incoraggiamento rimase ancora una volta la Parola di Dio. Molti continuarono a studiare le Scritture riesaminando le basi della loro fede e approfondendo con cura le profezie per acquisire una maggiore conoscenza. La testimonianza biblica, a sostegno della loro posizione, appariva chiara e completa. Segni inconfondibili indicavano l'approssimarsi del ritorno del Cristo. La potenza dello Spirito di Dio, che si era manifestata nella conversione dei peccatori e nel risveglio della vita spirituale dei credenti, aveva dimostrato l'origine divina del messaggio. Sebbene i fedeli non riuscissero a spiegare la loro delusione, erano convinti che Dio li avesse guidati nella loro esperienza. GSS 113 2 Or tardando lo sposo, tutte divennero sonnacchiose e si addormentarono. E sulla mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, uscitegli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e acconciarono le loro lampade. Matteo 25:5-7. Nell'estate del 1844, il messaggio fu proclamato con le stesse parole della Scrittura: "Ecco lo sposo!" GSS 113 3 Questo momento rappresentava il punto centrale del periodo compreso fra la data che precedentemente era stata considerata il momento conclusivo dei 2.300 giorni e l'autunno dello stesso anno che rappresentava la fine di tale periodo. Questo movimento fu determinato dalla scoperta del fatto che il decreto di Artaserse per la restaurazione di Gerusalemme, che rappresentava il punto di partenza dei 2.300 giorni, entrò in vigore nell'autunno del 457 a.C. e non all'inizio di quell'anno, come si era creduto in un primo tempo. Partendo dall'autunno del 457, i 2.300 anni scadevano nell'autunno del 1844. TIPI DEL SERVIZIO NEL SANTUARIO GSS 114 1 Le argomentazioni che si basavano sui simboli dell'Antico Testamento indicavano, anch'essi l'autunno come epoca in cui avrebbe dovuto verificarsi l'evento rappresentato dalla purificazione del santuario. Tutto apparve chiaro quando si considerò il modo in cui si erano adempiuti i simboli relativi al primo avvento del Cristo. GSS 114 2 L'uccisione dell'agnello pasquale simboleggiava la morte di Gesù. Dice l'apostolo Paolo: "...la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata". (1 Corinzi 5:7) La mannella delle primizie, che al tempo di Pasqua veniva agitata davanti al Signore, rappresentava la risurrezione. GSS 114 3 I simboli si adempirono non solo in relazione all'evento, ma anche al tempo. Il quattordicesimo giorno del primo mese ebraico, lo stesso giorno e lo stesso mese nel quale per quindici lunghi secoli l'agnello pasquale era stato immolato, il Cristo, dopo aver mangiato la Pasqua con i suoi discepoli, istituì la festa che doveva commemorare la sua morte, quale "Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo". Quella stessa notte egli fu arrestato per essere crocifisso. Come antitipo della mannella agitata, il nostro Signore fu risuscitato dai morti il terzo giorno, "primizia di quelli che dormono", esempio di tutti i risorti, il cui corpo "vile" sarà reso conforme "al suo corpo glorioso". (1 Corinzi 15:20; Filippesi 3:21) GSS 115 1 Allo stesso modo, i simboli che si riferiscono al secondo avvento devono adempiersi al tempo indicato nel servizio cerimoniale. Nel sistema mosaico la purificazione, o gran giorno dell'espiazione, avveniva nel decimo giorno del settimo mese dell'anno ebraico (Levitico 16:29-34), quando il sommo sacerdote, dopo aver fatto l'espiazione per Israele e rimossi i suoi peccati dal santuario, usciva e benediceva il popolo. Così si riteneva che Gesù, nostro Sommo Sacerdote, sarebbe apparso per purificare la terra mediante la distruzione del peccato e dei peccatori e per dare l'immortalità a quanti lo aspettavano. GSS 115 2 Nel 1844 il decimo giorno del settimo mese, cioè il grande giorno dell'espiazione e della purificazione del santuario, cadeva il 22 ottobre. Questa data venne considerata quella del ritorno del Signore. Tutto ciò era in armonia con le prove già esaminate: i 2.300 giorni sarebbero scaduti nell'autunno e questa conclusione sembrava indiscutibile. GSS 115 3 Nella parabola di (Matteo 25), il tempo dell'attesa e del sonno è seguito dalla venuta dello sposo. Tutto ciò concordava con gli elementi tratti sia dalla profezia sia dai simboli. Essi apparivano indiscutibili e il grido di mezzanotte fu lanciato da migliaia di voci. DELUSI MA INCROLLABILI NELLA FEDE NELLA PAROLA DI DIO GSS 116 1 Ma una nuova delusione li attendeva. Il tempo fissato passò e il loro Salvatore non apparve. Coloro che avevano atteso con fiducia incrollabile la sua venuta, provarono un dolore simile a quello di Maria quando, giunta alla tomba di Gesù e trovandola vuota, esclamò piangendo: "...Hanno tolto il mio Signore, e non so dove l'abbiano posto". (Giovanni 20:13) GSS 116 2 Il mondo, che aveva seguito gli avvenimenti, era convinto che se il Cristo non fosse venuto alla data stabilita, l'intero sistema dell'avventismo sarebbe crollato. Mentre molti a causa delle forti tentazioni persero la loro fede, altri rimasero saldi. I frutti del movimento avventista, lo spirito di umiltà e di autocritica, la rinuncia alle realtà terrene e la riforma della vita che avevano caratterizzato l'opera, provavano l'intervento e la presenza di Dio. Essi non potevano negare che la potenza dello Spirito Santo aveva accompagnato la predicazione del secondo avvento e non riscontravano nessun errore nel loro calcolo dei periodi profetici. I più abili fra i loro oppositori non erano riusciti a confutare il loro sistema d'interpretazione profetica. Infatti, non potevano accettare, senza chiare prove bibliche, di rinunciare a quelle posizioni cui erano pervenuti mediante uno studio accurato e sincero delle Scritture, con la mente illuminata dallo Spirito di Dio e con il cuore vivificato dalla sua potenza. Quelle posizioni avevano retto alla critica più sagace e alla più aspra opposizione da parte di pastori e studiosi. Erano rimasti incrollabili davanti alla forza della sapienza e dell'eloquenza, come anche di fronte agli insulti e agli scherni di gente di ogni ceto. GSS 117 1 Dio non abbandonò il suo popolo. Il suo Spirito continuò a illuminare coloro che non rifiutarono precipitosamente la luce ricevuta e non accusarono il movimento avventista. Nell'epistola agli Ebrei ci sono parole d'incoraggiamento e di avvertimento per coloro che devono affrontare delle prove in questo periodo: "Non gettate dunque via la vostra franchezza la quale ha una grande ricompensa! Poiché voi avete bisogno di costanza, affinché, avendo fatta la volontà di Dio, otteniate quel che v'è promesso. Perché: Ancora un brevissimo tempo, e colui che ha da venire verrà e non tarderà; ma il mio giusto vivrà per fede; e se si trae indietro, l'anima mia non lo gradisce. Ma noi non siamo di quelli che si traggono indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per salvar l'anima. Ebrei 10:35-39 GSS 117 2 Questa esortazione è rivolta alla chiesa degli ultimi tempi perché è detto: "Ancora un brevissimo tempo, e colui che ha da venire verrà e non tarderà". Si nota, qui, che ci sarebbe stato un apparente ritardo nella venuta del Signore. L'avvertimento si applica in modo particolare all'esperienza degli avventisti di quel tempo. Le persone in questione rischiavano di perdere la loro fede. Esse avevano fatto la volontà di Dio, si erano attenute alle indicazioni del suo Spirito e della sua Parola, ma non comprendevano il suo piano, il significato della loro esperienza, né riuscivano a distinguere la via da seguire; erano quindi tentate di dubitare del fatto che Dio le stesse realmente guidando. Si applicano a questo tempo le parole: "Il giusto vivrà per la sua fede". Quando la luce del "grido di mezzanotte" aveva rischiarato il loro cammino, quando erano stati rotti i suggelli delle profezie e i segni che annunciavano l'imminenza del ritorno del Cristo si adempivano rapidamente, avevano, per così dire, camminato per "visione". Ora, invece, abbattuti a causa delle speranze infrante, potevano resistere solo per la fede in Dio e nella sua Parola. Il mondo diceva con disprezzo: Siete stati ingannati. Rinunciate alla vostra fede e riconoscete che il messaggio avventista proviene da Satana! Ma la Parola di Dio dice: "...Se si trae indietro, l'anima mia non lo gradisce". (Ebrei 10:38) Rinunciare alla propria fede e rinnegare la potenza dello Spirito Santo che aveva accompagnato il messaggio significava correre verso la perdizione. Essi furono incoraggiati dalle parole dell'apostolo Paolo: "Non gettate dunque via la vostra franchezza"; "Voi avete bisogno di costanza"; "Ancora un brevissimo tempo, e colui che ha da venire verrà e non tarderà". (Ebrei 10:35-37) La loro unica possibilità consisteva nell'apprezzare il messaggio ricevuto da Dio, attenersi alle sue promesse e perseverare nello studio della sua Parola aspettando pazienti e vigilanti di ottenere una maggiore comprensione. GSS 118 1 The Great Controversy, pp. 391- 408 DOMANDE PER LO STUDIO GSS 119 1 1. Quale è il carattere del messaggio del primo angelo nell'Apocalisse 14? (117, 118) GSS 119 2 2. In che modo è stato dato il mesaggio d'avvertimento? (118) GSS 119 3 3. Quale tipo di "veste" stanno preparando gli avventisti per la seconda venuta di Cristo? (119) GSS 119 4 4. Quale è stata la fonte per gli avventisti dopo la prima delusione nella primavera del 1884? (121) GSS 119 5 5. Quale messaggio biblico è stato proclamato durante l'estate del 1844? (122) GSS 120 1 6. In che modo lo studio di tipologie e antitipi porta alla creazione dell'importante data del 22 ottobre 1844? (122-124) GSS 120 2 7. Elencate alcune cose che gli avventisti hanno preparato in vista della seconda venuta di Cristo? (124) GSS 120 3 8. Quali erano i frutti del movimento dell'avvento di Dio? (125) GSS 120 4 9. Quale monito ha ricevuto la chiesa da parte della Sacra Scrittura negli ultimi tempi? (126) ------------------------Capitolo 17 -- Il glorioso tempio del cielo GSS 121 1 Il passo biblico che rappresenta il fondamento e la colonna portante della fede avventista è: "...Fino a duemila trecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato". (Daniele 8:14) Si tratta di parole familiari a tutti coloro che credono nel ritorno del Signore. Questa profezia era stata ripetuta dalle labbra di migliaia di persone come parola d'ordine della loro fede. Tutti erano convinti che dall'evento predetto dipendessero le migliori aspettative e le speranze più lusinghiere. Era stato dimostrato che quei giorni profetici sarebbero finiti nell'autunno del 1844 e gli avventisti, insieme al mondo cristiano, pensavano che la terra, o parte di essa, fosse il santuario. Ritenevano che la purificazione del santuario fosse la purificazione della terra con il fuoco dell'ultimo giorno e che ciò si sarebbe verificato in occasione del secondo avvento. Il Cristo doveva quindi ritornare sulla terra nel 1844. GSS 121 2 Ma il tempo indicato era trascorso e il Signore non era venuto. I credenti sapevano che la Parola di Dio non può sbagliare; doveva quindi esserci un'inesattezza nella loro interpretazione della profezia. Ma in che cosa consisteva l'errore? Molti ritennero di poter risolvere il problema negando che i 2.300 giorni finivano nel 1844. Su cosa basavano la loro affermazione? Unicamente sul fatto che il Cristo non era ritornato quando essi lo aspettavano. Essi sostenevano che se i giorni profetici finivano nel 1844, Cristo sarebbe dovuto ritornare per purificare la terra con il fuoco; ma siccome non era venuto, l'adempimento della profezia non coincideva con questa data. INTEGRITÀ DEI PERIODI PROFETICI GSS 122 1 Accettare questa conclusione significava rinunciare al precedente calcolo dei periodi profetici. Si era già constatato che i 2.300 giorni iniziavano quando era entrato in vigore il decreto di Artaserse relativo alla restaurazione e alla ricostruzione di Gerusalemme, precisamente nell'autunno del 457 a.C. Prendendo questa data come punto di partenza vi era una perfetta armonia nell'adempimento di tutti gli eventi predetti per quel periodo in Daniele 9:25-27. Le 69 settimane, cioè i primi 483 anni di questo lungo periodo, conducevano fino alla venuta del Messia, dell'Unto: il battesimo di Gesù e la sua unzione da parte dello Spirito Santo nel 27 d.C. adempì la profezia. A metà della settantesima settimana il Messia doveva essere "soppresso". Ebbene, tre anni e mezzo dopo il battesimo, Gesù venne crocifisso: era la primavera del 31 d.C. Le 70 settimane, o 490 anni, erano state riservate esclusivamente agli ebrei e alla fine di questo periodo la nazione ebraica sancì il rifiuto del Cristo con la persecuzione dei suoi discepoli. Allora gli apostoli si rivolsero ai pagani: era il 34 d.C. I primi 490 anni del periodo dei 2.300 anni erano finiti; ne rimanevano ancora 1.810. Partendo dall'anno 34, si arriva al 1844. "Poi" disse l'angelo "il santuario sarà purificato". Tutti i particolari della profezia si erano adempiuti al momento previsto. GSS 122 2 Con questo calcolo, tutto risultava chiaro e armonico ma nessun evento relativo alla purificazione del santuario si era verificato. Negare che quel periodo si era concluso in quella data, significava creare solo confusione e rinunciare a quelle posizioni che erano state stabilite in base ai chiari adempimenti della profezia. GSS 123 1 Ma Dio, che aveva guidato il suo popolo nel grande movimento dell'avvento, la cui potenza e la cui gloria avevano accompagnato quest'opera, non avrebbe permesso che essa piombasse nella confusione e nella disperazione, per poi essere accusata di fanatismo ed esaltazione. Egli non avrebbe permesso che la sua Parola fosse velata dal dubbio e dall'incertezza. Sebbene molti rinunciassero al loro precedente calcolo dei periodi profetici e rinnegassero il movimento che ne era scaturito, altri non intendevano abbandonare quei punti di fede sostenuti sia dalle Scritture sia dalla testimonianza dello Spirito di Dio. Essi erano certi di avere adottato sani criteri di interpretazione nello studio delle profezie e pensavano fosse loro dovere restare fedeli alle verità acquisite e proseguire nell'indagine biblica. Rivolgendo a Dio fervide preghiere, riesaminarono le loro posizioni investigando le Scritture per scoprire quale fosse il loro errore. Non riscontrandone alcuno, s'impegnarono per studiare più a fondo il tema del santuario. IL SANTUARIO DEL VECCHIO PATTO GSS 123 2 Questo studio li fece giungere alla conclusione che non esistesse nessuna prova biblica per sostenere l'idea che la terra fosse il santuario. Nella Bibbia trovarono una spiegazione completa del santuario: la sua natura, la sua struttura e i suoi servizi. La testimonianza degli scrittori sacri era talmente chiara e dettagliata da non lasciare ombra di dubbio. L'apostolo Paolo nella sua epistola agli Ebrei afferma: Or anche il primo patto aveva delle norme per il culto e un santuario terreno. Infatti, fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere, la tavola, e la presentazione de' pani; e questo si chiamava il Luogo santo. E dietro la seconda cortina vi era il tabernacolo detto il - Luogo santissimo, contenente un turibolo d'oro, e l'arca del patto, tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovavano un vaso d'oro contenente la manna, la verga d'Aronne che era fiorita, e le tavole del patto. E sopra l'arca, i cherubini della gloria, che adombravano il propiziatorio. (Ebrei 9:1-5) GSS 124 1 Il santuario cui Paolo si riferisce era il tabernacolo costruito da Mosè, su invito di Dio, come dimora terrena dell'Altissimo. "E mi facciano un santuario perché Io abiti in mezzo a loro (Esodo 25:8), fu l'ordine dato a Mosè mentre egli era sul monte con Dio. Gli israeliti vagarono nel deserto e quindi il santuario era stato fatto in modo da poter essere trasportato da un luogo all'altro. Si trattava però, di una struttura molto bella. GSS 124 2 Dopo che gli ebrei si furono stabiliti in Canaan, il tabernacolo venne sostituito dal tempio di Salomone che, sebbene fosse un edificio permanente e di dimensioni più grandi, conservava le stesse proporzioni ed era arredato nello stesso modo. Il santuario rimase sotto questa sua nuova forma, eccetto quando fu ridotto in rovina al tempo di Daniele, fino alla sua definitiva distruzione del 70 d.C., ad opera dei romani. GSS 124 3 Questo è l'unico santuario che sia mai esistito sulla terra e di cui la Bibbia fornisce informazioni. Paolo lo chiama santuario del primo patto; ma il nuovo patto non ha un santuario? IL SANTUARIO DEL NUOVO PATTO IN CIELO GSS 125 1 Nell'epistola agli Ebrei i credenti, assetati di verità, si resero conto che l'esistenza di un santuario del secondo, o nuovo patto, era implicita nelle parole di Paolo già citate: "Or anche il primo patto aveva delle norme per il culto e un santuario terreno". L'uso del vocabolo "anche" suggerisce l'idea che Paolo ha già parlato di questo santuario. Infatti, all'inizio del capitolo precedente si legge: Ora, il punto capitale delle cose che stiamo dicendo, è questo; che abbiamo un tal Sommo Sacerdote, che si è posto a sedere alla destra della Maestà nei cieli, ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto. (Ebrei 8:1,2) GSS 125 2 Questo è il santuario del nuovo patto. Il santuario del primo patto fu costruito dall'uomo, da Mosè; questo (il secondo) è costruito non dall'uomo, ma dal Signore stesso. Nel primo santuario i sacerdoti svolgevano il loro servizio; nel secondo, il Cristo, il nostro Sommo Sacerdote, officia alla destra di Dio. Un santuario era sulla terra, l'altro è in cielo. GSS 125 3 Inoltre, il tabernacolo costruito da Mosè era stato fatto in base a un modello. Il Signore gli disse: "Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e secondo il modello di tutti i suoi arredi, che io sto per mostrarti". E affermò anche: "E vedi di fare ogni cosa secondo il modello che t'è stato mostrato sul monte". (Esodo 25:9,40) Paolo dice che il primo tabernacolo "... è una figura per il tempo attuale, conformemente alla quale si offrono doni e sacrifici..." E aggiunge che i suoi luoghi santi erano "...cose raffiguranti quelle nei cieli..."; che i sacerdoti che offrivano doni secondo la legge servivano da "figura e ombra delle cose celesti..." e che "Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora, al cospetto di Dio, per noi". (Ebrei 9:9, 23; Ebrei 8:5; Ebrei 9:24) LE GLORIE DEL SANTUARIO TERRENO E IL TEMPIO CELESTE GSS 126 1 Il santuario celeste dove il Cristo officia per noi è l'originale del santuario eretto da Mosè come copia. GSS 126 2 L'incomparabile splendore del santuario terrestre illustrava all'uomo la gloria del tempio celeste, dove il Cristo, nostro precursore, officia in nostro favore davanti al trono di Dio. Questa è la dimora del Re dei re, nella quale "mille migliaia" lo servono e "diecimila miriadi" gli stanno davanti (Daniele 7:10); il tempio era pervaso dalla gloria del trono eterno, dove i serafini, i suoi splendenti guardiani, si velano il volto in atto di adorazione. Le più sontuose costruzioni innalzate dagli uomini potevano solo trasmettere una pallida idea della sua grandiosità e della sua gloria. Le importanti verità relative al santuario celeste e alla grande opera che vi si svolgeva per la redenzione dell'uomo erano rivelate dal santuario terrestre e dai suoi servizi. I luoghi santi del tempio celeste sono rappresentati dalle due sezioni del santuario terrestre. Quando l'apostolo Giovanni poté contemplare in visione il tempio di Dio in cielo vide che "...davanti al trono c'erano sette lampade ardenti..." (Apocalisse 4:5) Vide anche un angelo che aveva "...un turibolo d'oro; e gli furono dati molti profumi affinché li unisse alle preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro che era davanti al trono". (Apocalisse 8:3) Fu consentito al profeta di osservare la prima sezione del santuario celeste ed egli vide in essa "le sette lampade ardenti" e "l'altare d'oro", rappresentati dal candelabro d'oro e dall'altare dell'incenso nel santuario terrestre. Poi "...il tempio di Dio che è nel cielo fu aperto..." (Apocalisse 11:19) ed egli poté scorgere, oltre il velo, il luogo santissimo. Egli vide l'arca del patto rappresentata dal cofano sacro costruito da Mosè per contenere la legge di Dio. GSS 127 1 Studiando la Parola di Dio si trovarono le prove indiscutibili dell'esistenza di un santuario in cielo. Mosè fece il santuario in base al modello che gli era stato mostrato. Paolo sottolinea, che quel modello era il vero santuario celeste e anche Giovanni testimonia di averlo visto in visione. IL MINISTERO DI CRISTO NEL SANTUARIO CELESTE GSS 127 2 In questo tempio, dimora di Dio "...egli ha preparato il suo trono per il giudizio". (Salmi 9:7) Nel luogo santissimo c'è la sua legge, la norma di giustizia con la quale sarà giudicata tutta l'umanità. L'arca che contiene le tavole della legge è ricoperta dal propiziatorio, davanti al quale il Cristo presenta i meriti del suo sangue in favore dei peccatori. Viene così rappresentata, nel piano della redenzione umana, l'unione della giustizia con la misericordia. Solo la sapienza infinita poteva concepire questo equilibrio e solo l'infinita potenza poteva attuarla. Tutto ciò riempie il cielo di meraviglia e di adorazione. I cherubini del santuario terrestre, che guardavano riverenti il propiziatorio, rappresentavano l'interesse con cui le schiere celesti contemplano l'opera della redenzione. Quest'opera è il mistero della misericordia nel quale "...gli angeli desiderano riguardare bene addentro". (1 Pietro 1:12) Essa rivela come Dio, pur rimanendo giusto, possa giustificare il peccatore pentito e riallacciare i suoi rapporti con l'umanità caduta; come il Cristo sia sceso nell'abisso della perdizione per strapparvi migliaia di esseri umani e rivestirli con gli abiti della sua giustizia affinché si uniscano agli angeli fedeli e siano introdotti alla presenza di Dio. GSS 128 1 L'opera del Cristo, come intercessore dell'uomo è presentata nella profezia di Zaccaria, relativa a colui che viene chiamato "il Germoglio". Questo profeta afferma: "...egli edificherà il tempio dell'Eterno, e porterà le insegne della gloria, e si assiderà e dominerà sul suo trono, sarà sacerdote sul suo trono, e vi sarà fra i due un consiglio di pace". (Zaccaria 6:12,13) GSS 128 2 "Egli edificherà il tempio dell'Eterno". Con il suo sacrificio e con la sua mediazione, il Cristo è nello stesso tempo fondamento e costruttore della chiesa di Dio. L'apostolo Paolo lo indica come "...la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. Ed in lui voi pure entrate a far parte dell'edificio, che ha da servire da dimora a Dio per lo Spirito". (Efesini 2:20-22) GSS 129 1 "Porterà le insegne della gloria". A Cristo appartiene la gloria della redenzione dell'umanità e questo sarà il canto dei riscattati nell'eternità: "...A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati col suo sangue... siano la gloria e l'imperio nei secoli dei secoli". (Apocalisse 1:5, 6) GSS 129 2 Egli "dominerà sul suo trono, sarà sacerdote sul suo trono". Attualmente, non è ancora sul "trono della sua gloria", perché il regno non è stato ancora inaugurato. Solo quando sarà finita la sua opera di mediazione, Dio "...gli darà il trono di Davide, e il suo regno non avrà mai fine". (Luca 1:32,33) Come sacerdote il Cristo è già seduto con il Padre sul suo trono. (Apocalisse 3:21) Sul trono insieme all'Eterno -- colui che ha la vita in sé -- c'è chi ha condiviso le nostre infermità e i nostri dolori; chi "...in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare" e che "...può soccorrere quelli che son tentati"; "...e se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre...". (Isaia 53:4; Ebrei 4:15; Ebrei 2:18; 1 Giovanni 2:1) La sua intercessione si fonda su un corpo trafitto e una vita integra. Le sue mani ferite, il suo costato squarciato, i suoi piedi martoriati intercedono in favore dell'uomo caduto, la cui redenzione fu acquisita a un prezzo infinito. GSS 129 3 "Vi sarà fra i due un consiglio di pace". L'amore del Padre, non meno di quello del Figlio, è la fonte della salvezza per l'umanità perduta. Gesù disse ai suoi discepoli, prima di lasciarli: "...e non vi dico che io pregherò il Padre per voi; poiché il Padre stesso vi ama...". (Giovanni 16:26, 27) "Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo...". (2 Corinzi 5:19) Nell'opera sacerdotale di Gesù nel santuario celeste "...vi sarà fra i due un consiglio di pace"; perché "...Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna". LA DEFINIZIONE DEL SANTUARIO DI DANIELE 8:14 GSS 130 1 La domanda: "Che cos'è il santuario?" trova una chiara risposta nelle Scritture. Il termine "santuario" usato nella Bibbia si riferisce innanzitutto al tabernacolo costruito da Mosè, modello delle realtà celesti; in secondo luogo si riferisce al vero tabernacolo in cielo, di cui quello terrestre era un esempio. Alla morte del Cristo, si concluse il servizio simbolico cerimoniale. Il vero tabernacolo è in cielo e questo è il santuario del nuovo patto; poiché la profezia di Daniele 8:14 si è adempiuta in questa epoca, è ovvio che il santuario a cui essa si riferisce deve essere quello del nuovo patto. Infatti, alla fine dei 2.300 giorni, nel 1844, da secoli non esisteva più un santuario sulla terra. Quindi la profezia: Fino a duemila trecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato" indica, senza ombra di dubbio, il santuario celeste. GSS 130 2 Rimane da risolvere il quesito più importante: che cos'è la purificazione del santuario? L'Antico Testamento parla di una purificazione del santuario terrestre. Ma è possibile che in cielo vi sia qualcosa da purificare? In Ebrei 9 è presentata chiaramente sia la purificazione del santuario terrestre sia di quello celeste: E secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue; e senza spargimento di sangue non c'è remissione. Era dunque necessario che le cose raffiguranti quelle nei cieli fossero purificate con questi mezzi, [il sangue degli animali] ma le cose celesti stesse dovevano esserlo con sacrifici più eccellenti di questi (Ebrei 9:22, 23), cioè con il prezioso sangue del Cristo. LEZIONI PRATICHE DEI TIPI GSS 131 1 La purificazione sia nel servizio cerimoniale sia in quello reale doveva essere fatta con il sangue: nel primo con il sangue di animali, nel secondo con il sangue di Gesù. Paolo afferma che la purificazione deve essere fatta con il sangue, perché senza spargimento di sangue non c'è remissione. L'opera da compiere è proprio la remissione o rimozione del peccato. Ma in che modo il peccato può essere messo in rapporto con il santuario sia in cielo sia sulla terra? Lo si può comprendere riferendoci al servizio simbolico in quanto i sacerdoti, che officiavano sulla terra, servivano come "...figura e ombra delle cose celesti...". (Ebrei 8:5) GSS 131 2 L'opera del santuario terrestre si realizzava in due fasi: i sacerdoti officiavano ogni giorno nel luogo santo, mentre una volta all'anno il sommo sacerdote svolgeva una speciale opera di espiazione nel luogo santissimo per la purificazione del santuario. Ogni giorno il peccatore pentito portava la sua offerta alla porta del tabernacolo e, ponendo la mano sul capo della vittima, confessava i suoi peccati trasferendoli così, simbolicamente, da se stesso alla vittima innocente. L'animale poi veniva ucciso. "Senza spargimento di sangue" dice l'apostolo "non c'è remissione". "La vita della carne è nel sangue..." (Levitico 17:11). La legge di Dio che era stata infranta esigeva la morte del trasgressore, e così il sangue, simbolo della vita del peccatore di cui la vittima portava la colpa, veniva introdotto dal sacerdote nel luogo santo e spruzzato davanti al velo dietro al quale vi era l'arca contenente la legge trasgredita dal peccatore. Con questa cerimonia il peccato, mediante il sangue, era trasferito simbolicamente nel santuario. In certi casi il sangue non veniva portato nel luogo santo e la carne della vittima espiatoria era mangiata dal sacerdote come Mosè aveva detto ai figli di Aaronne: "...l'Eterno ve l'ha dato perché portiate l'iniquità della radunanza...". (Levitico 10:17) Le due cerimonie erano entrambe simbolo del trasferimento del peccato dal penitente al santuario. GSS 132 1 Questa era l'opera che si svolgeva giorno dopo giorno, per tutto l'anno. I peccati d'Israele venivano così trasferiti nel santuario ed era quindi necessaria una cerimonia speciale per la loro rimozione. Dio ordinò che si facesse un'espiazione per ognuno dei due luoghi sacri: "Così farà l'espiazione per il santuario, a motivo delle impurità dei figliuoli d'Israele, delle loro trasgressioni e di tutti i loro peccati. Lo stesso farà per la tenda di convegno che è stabilita fra loro, in mezzo alle loro impurità". Si doveva fare anche un'espiazione per l'altare dell'incenso per purificarlo "...a motivo delle impurità dei figliuoli d'Israele". (Levitico 16:16,19) GSS 132 2 Una volta l'anno, nel gran giorno dell'espiazione, il sommo sacerdote entrava nel luogo santissimo per la purificazione del santuario. Quest'opera completava il servizio dell'intero anno. In questo giorno solenne due capri venivano portati alla porta del tabernacolo e si tirava a sorte: "...per vedere qual de' due debba essere dell'Eterno e quale di Azazel". (Levitico 16:8) Il capro sul quale era caduta la sorte per l'Eterno doveva essere ucciso come offerta per il peccato del popolo. Il sacerdote poi portava il suo sangue oltre il velo e lo spruzzava sul propiziatorio e davanti a esso. Il sangue veniva spruzzato anche sull'altare dell'incenso che stava davanti al velo. GSS 133 1 "Aaronne poserà ambedue le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra esso tutte le iniquità dei figliuoli d'Israele, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati, e li metterà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di questo, lo manderà via nel deserto. E quel capro porterà su di sé tutte le loro iniquità in terra solitaria...". (Levitico 16:21,22) Il capro per Azazel non ritornava più nel campo d'Israele e l'uomo che lo aveva condotto lontano doveva lavarsi e lavare le proprie vesti con acqua prima di poter rientrare nell'accampamento. GSS 133 2 L'intera cerimonia aveva lo scopo di far capire agli israeliti la santità di Dio e la sua avversione per il peccato; inoltre, essa doveva mostrare loro che non potevano entrare in contatto con il peccato senza contaminarsi. Ogni uomo, mentre si svolgeva quest'opera di espiazione, doveva fare un profondo esame di coscienza e pentirsi. Tutti gli affari dovevano essere interrotti e l'intera comunità d'Israele doveva trascorrere il giorno in solenne umiliazione davanti a Dio, con preghiera e digiuno. GSS 133 3 Questa cerimonia ci insegna le importanti verità relative all'espiazione. Il sangue della vittima offerta dal peccatore non eliminava il suo peccato, era solo un mezzo per trasferirlo nel santuario. Con l'offerta del sangue il peccatore riconosceva l'autorità della legge, confessava le proprie colpe ed esprimeva il desiderio di ottenere il perdono mediante la fede nel Salvatore che sarebbe venuto, ma non era ancora del tutto prosciolto dalla condanna della legge. GSS 134 1 Nel gran giorno dell'espiazione, il sommo sacerdote riceveva una vittima dalla comunità, entrava nel luogo santissimo con il sangue di questa offerta e lo spruzzava sul propiziatorio, direttamente sopra la legge per soddisfarne le esigenze. Poi, nella sua qualità di mediatore, prendeva i peccati su di sé e li portava fuori dal santuario; metteva le sue mani sul capo del capro per Azazel, confessava tutti i peccati d'Israele, trasferendoli simbolicamente da se stesso al capro che, a sua volta, li portava fuori dal campo. Tutte le trasgressioni del popolo erano allora considerate allontanate per sempre. UN TIPO DI REALTÀ CELESTE GSS 134 2 Era questa la cerimonia che veniva svolta come "figura e ombra delle cose celesti". Quello che veniva fatto simbolicamente nel ministero del santuario terreno, viene fatto nella realtà, nel ministero del santuario celeste. Dopo la sua ascensione, il Salvatore ha iniziato la sua opera come Sommo Sacerdote. Dice Paolo: "...Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora, al cospetto di Dio, per noi". (Ebrei 9:24) GSS 134 3 Il ministero del sacerdote nel corso dell'anno, nella prima sezione del santuario, "al di là del velo" che serviva come porta di accesso e separava il luogo santo dal cortile esterno, rappresentava l'opera iniziata da Gesù in cielo dopo la sua ascensione. L'opera del sacerdote, nel suo servizio quotidiano, consisteva nel presentare davanti a Dio il sangue dell'offerta per il peccato e l'incenso che saliva dalle preghiere d'Israele. Nello stesso modo il Cristo presentò i meriti del proprio sangue davanti al Padre, in favore dei peccatori, e fece giungere fino a lui, con il prezioso profumo della sua giustizia, le preghiere dei credenti pentiti. Questa fu l'opera compiuta nella prima parte del santuario celeste. GSS 135 1 È là che la fede dei discepoli di Gesù seguì il Salvatore quando egli scomparve dalla loro vista. È là che si accentrò la loro speranza. ...la quale noi teniamo" disse Paolo "qual àncora dell'anima, sicura e ferma e penetrante di là dalla cortina, dove Gesù è entrato per noi qual precursore, essendo divenuto Sommo Sacerdote in eterno...(Ebrei 6:19,20); "...non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna". (Ebrei 9:12) LA PURIFICAZIONE DEL SANTUARIO CELESTE GSS 135 2 Per diciotto secoli quest'opera è stata svolta nella prima parte del santuario. Il Cristo, tramite il suo sacrificio, ha perorato la causa dei credenti pentiti e ha assicurato loro il perdono e l'accettazione del Padre, ma i loro peccati sono rimasti scritti nei libri. Come nel servizio simbolico alla fine dell'anno c'era un'opera di espiazione, così prima che l'opera del Cristo per la redenzione degli uomini sia completata, deve esserci un'opera di espiazione, per la rimozione dei peccati dal santuario. Quest'opera è iniziata alla fine dei 2.300 giorni. Allora, com'era stato predetto dal profeta Daniele, il nostro Sommo Sacerdote è entrato nel luogo santissimo per compiere la parte finale della sua grande opera: la purificazione del santuario. GSS 136 1 Come anticamente i peccati del popolo venivano deposti per fede sulla vittima espiatoria, e per mezzo del sangue trasferiti simbolicamente nel santuario terrestre, così nel nuovo patto i peccati di coloro che sono pentiti sono posti per fede sul Cristo e trasferiti nel santuario celeste. Come nella purificazione del santuario terrestre avveniva la rimozione dei peccati che lo avevano contaminato, così la purificazione del santuario celeste avviene con la rimozione o cancellazione dei peccati che vi sono stati registrati. Ma prima che questo possa essere effettuato in cielo, devono essere esaminati i libri per stabilire chi, mediante il pentimento e la fede nel Cristo, può beneficiare della sua espiazione. GSS 136 2 La purificazione del santuario comprende quindi una specie di inchiesta giudiziaria. Essa deve essere realizzata prima della venuta del Cristo per riscattare il suo popolo, perché quando verrà porterà la ricompensa "per rendere a ciascuno secondo che sarà l'opera sua". (Apocalisse 22:12) Così coloro che camminavano nella luce della parola profetica si resero conto che il Cristo, alla fine dei 2.300 giorni, nel 1844, invece di tornare sulla terra era entrato nel luogo santissimo del santuario celeste per svolgervi la parte conclusiva dell'espiazione che doveva precedere il suo avvento. Compresero anche, che mentre l'offerta per il peccato indicava il Cristo come sacrificio, il sommo sacerdote rappresentava il Cristo come mediatore e il capro per Azazel era il simbolo di Satana, l'autore del peccato, sul quale alla fine saranno deposti i peccati degli uomini sinceramente pentiti. Quando il sommo sacerdote, in virtù del sangue dell'offerta per il peccato, rimuoveva i peccati dal santuario, li deponeva sul capro per Azazel; così Gesù, che in virtù del proprio sangue rimuove i peccati del suo popolo dal santuario celeste, alla fine del suo ministero li deporrà su Satana che nell'esecuzione della sentenza del giudizio dovrà subire la pena finale. Il capro per Azazel veniva mandato via, in una zona deserta e non sarebbe più ritornato nella comunità d'Israele. Così Satana sarà cacciato per sempre dalla presenza di Dio e del suo popolo e sarà poi annientato nella distruzione finale del peccato e dei peccatori. GSS 137 1 Great Controversy, 409-422 DOMANDE PER LO STUDIO GSS 138 1 1. Secono Daniele 8:14, che cosa è importante per la nostra fede? (129) GSS 138 2 2. Perche molti dei milleriti spiegano la delusione del 1844 troppo avventatamente? (130) GSS 138 3 3. Quando gli avventisti che sono rimasti delusi, non trovando alcun errore riguardo al periodo profetico, che cosa cominciarono ad esaminare? (131,132) GSS 138 4 4. Quale scoperta hanno fatto i credenti riguardo l'identità del santuario? (132,135) GSS 138 5 5. Che cosa hanno scoperto nel santuario riguardo alla prima alleanza? (132,134) GSS 139 1 6. Quale santuario è stato purificato alla fine dei 2300 giorni? (140) GSS 139 2 7.Quale santuario nel cielo è sottoposto alla purificazione? Perché questa purificazione deve avvenire prima della seconda venuta di Cristo? ( 140- 148) GSS 139 3 8. Che cosa significa "la remissione dei peccati"? (142) GSS 139 4 9. Elencate i confronti tra il servizio nel Vecchio Testamento e il santuario celeste. (140-148) GSS 139 5 10. Con quali mezzi sono stati trasferiti i peccati del peccatore pentito al santuario celeste. (147) GSS 139 6 11. Invece di venire su questa terra il 22 ottobre 1844, cosa fece Gesù? (147) GSS 140 1 12. In che modo il santuario celeste viene liberato o purificato dal peccato? ------------------------Capitolo 18 -- Nostro sommo sacerdote, santo dei santi GSS 141 1 Il tema del santuario fu la chiave che svelò il mistero della delusione del 1844. Lo studio di questo soggetto rivelò un complesso sistema di verità, unito e armonico, dal quale risultava che la mano di Dio aveva diretto il grande movimento avventista. Esso, inoltre, indicò la posizione e la missione del popolo di Dio, segnalando le sue attuali responsabilità. Così come i discepoli di Gesù dopo quella notte terribile, caratterizzata dall'angoscia e dalla delusione, furono lieti di rivedere il Signore, nello stesso modo si rallegrarono coloro che avevano atteso in fede il suo ritorno. Essi, che avevano sperato di vederlo ritornare in gloria, profondamente delusi, avevano perso di vista Gesù e avevano esclamato come Maria al sepolcro: "...Han tolto il Signore..., e non sappiamo dove l'abbiano posto". (Giovanni 20:2) Ora lo ritrovavano nel luogo santissimo, in qualità di Sommo Sacerdote, che presto sarebbe apparso come Re e Liberatore. La luce del santuario illuminava il passato, il presente e il futuro. Sapevano che Dio li aveva guidati con la sua infallibile provvidenza. Anche se, come i primi discepoli, non avevano capito la portata del messaggio che era stato loro affidato, esso era esatto da ogni punto di vista. Proclamandolo, avevano adempiuto il piano di Dio e per il Signore la loro opera non era stata inutile. Rigenerati per "una speranza viva" si rallegravano "di un'allegrezza ineffabile e gloriosa". (1 Pietro 1:4, 8) Sia la profezia di Daniele 8:14: "...Fino a duemila trecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato" sia il messaggio del primo angelo: "...Temete Iddio e dategli gloria poiché l'ora del suo giudizio è venuta..." (Apocalisse 14:7) sottolineavano il ministero di Gesù nel luogo santissimo e il giudizio investigativo1 e non la sua venuta per la redenzione del suo popolo e la distruzione degli empi. GSS 142 1 L'errore non riguardava il calcolo del periodo profetico, ma alla natura dell'evento che doveva verificarsi alla fine dei 2.300 giorni. A causa di questo errore, i credenti avevano provato un'amara delusione; ma tutto ciò che era stato annunciato dalla profezia e tutto ciò che avevano promesso le Scritture, si era realizzato. Proprio nel momento in cui si lamentavano delle loro speranze infrante, si era verificato l'evento predetto dal messaggio, evento che doveva realizzarsi prima del ritorno del Signore per premiare i suoi servitori. GSS 142 2 Gesù non era venuto sulla terra, come essi avevano pensato ma era entrato nel luogo santissimo del santuario celeste. Il profeta Daniele lo presenta mentre, si dirige verso l'Eterno (Antico dei giorni, Diodati o Vegliardo, Luzzi): "Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figliuol d'uomo; egli giunse fino al vegliardo, e fu fatto accostare a lui". (Daniele 7:13) GSS 142 3 Questa verità è predetta anche dal profeta Malachia: ...il Signore, che voi cercate, l'Angelo del patto che voi bramate entrerà nel suo tempio. Ecco viene, dice l'Eterno degli eserciti. (Malachia 3:1) L'ingresso del Signore nel suo tempio fu improvviso e inatteso per il suo popolo, che non lo immaginava là. I credenti, infatti, lo aspettavano sulla terra "in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo...". (2 Tessalonicesi 1:8) GSS 143 1 Il popolo di Dio non era ancora pronto per incontrare il Signore. Era necessaria un'opera di preparazione; doveva ricevere una nuova luce che dirigesse la sua mente verso il tempio di Dio in cielo e quando per fede avrebbe seguito il suo Sommo Sacerdote nel suo ministero lassù, gli sarebbero state rivelate nuove responsabilità. Un altro messaggio di avvertimenti e istruzioni doveva essere rivolto nuovamente alla chiesa. GSS 143 2 Il profeta dice: "...chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piè quand'egli apparirà? Poiché egli è come un fuoco d'affinatore, come la potassa dei lavatori di panni. Egli si sederà, affinando e purificando l'argento; e purificherà i figliuoli di Levi, e li depurerà come si fa dell'oro e dell'argento; ed essi offriranno all'Eterno offerte con giustizia". (Malachia 3:2,3) Coloro che vivranno sulla terra quando finirà l'intercessione del Cristo nel santuario celeste dovranno sussistere in presenza di Dio senza mediatore. Le loro vesti dovranno essere senza macchia, i loro caratteri purificati dal peccato mediante il sangue dell'aspersione. Per la grazia di Dio e grazie al loro impegno perseverante, dovranno risultare vincitori nella lotta contro il male. Mentre in cielo si svolge il giudizio investigativo e i peccati dei credenti pentiti vengono rimossi dal santuario, è necessario che il popolo di Dio si purifichi e rinunci al peccato. Quest'opera è chiaramente indicata nei messaggi di Apocalisse 14. Una volta compiuta questa fase i discepoli di Gesù saranno pronti per il suo ritorno. Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradevole all'Eterno, come nei giorni antichi. (Malachia 3:4) La chiesa che il nostro Signore accoglierà al suo ritorno sarà una chiesa "...gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile". (Efesini 5:27) Essa apparirà "...come l'alba, bella come negli anni di prima". (Efesini 5:4) La chiesa che il nostro Signore accoglierà al suo ritorno sarà una chiesa "...gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile". (Efesini 5:27) Essa apparirà "...come l'alba, bella come la luna, pura come il sole, tremenda come un esercito a bandiere spiegate?" (Cantico dei Cantici 6:10) GSS 144 1 Oltre all'ingresso del Signore nel suo tempio, Malachia predice anche il suo ritorno per l'esecuzione del giudizio, con le seguenti parole: "Ed io mi accosterò a voi per il giudizio, e, senza indugio, io sarò testimonio contro gl'incantatori, contro gli adulteri, contro quelli che giurano il falso, contro quelli che frodano l'operaio del suo salario, che opprimono la vedova e l'orfano, che fanno torto allo straniero, e non temono me, dice l'Eterno degli eserciti". (Malachia 3:5) GSS 144 2 Giuda, a sua volta, si riferisce alla stessa scena quando dice: "...Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per far giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le opere d'empietà che hanno empiamente commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno proferiti contro di lui". (Giuda 14,15) Il ritorno e l'ingresso del Signore nel suo tempio sono due eventi ben distinti e separati. FONDAMENTA SCRITTURALI GSS 145 1 L'ingresso del Cristo, nostro Sommo Sacerdote, nel luogo santissimo per la purificazione del santuario citato in Daniele 8:14, l'accostarsi del Figlio al Vegliardo presentato in Daniele 7:13, la venuta del Signore nel suo tempio predetta dal profeta Malachia, sono descrizioni di uno stesso evento, rappresentato anche dalla venuta dello sposo descritta dal Cristo nella parabola delle dieci vergini ricordata in Matteo 25. GSS 145 2 Nell'estate e nell'autunno del 1844 fu proclamato l'annuncio: "Ecco lo sposo!" Si formarono allora le due categorie rappresentate dalle vergini sagge e dalle vergini stolte: le prime che si erano preparate con cura per incontrarsi con Gesù e le altre che, per paura o spinte dall'impulso, si erano accontentate della teoria della verità ed erano quindi prive della grazia di Dio. Nella parabola, quando lo sposo giunse "quelle che erano pronte, entrarono con lui nella sala delle nozze". (Matteo 25:10) L'arrivo dello sposo avviene prima delle nozze, che rappresentano il momento in cui il Cristo entrerà in possesso del suo regno. La santa città, la nuova Gerusalemme, capitale del regno, è definita "la sposa dell'Agnello". (Apocalisse 21:9) "E mi trasportò in spirito" dice il profeta "su di una grande ed alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo d'appresso a Dio...". (Apocalisse 21:9,10) È chiaro, quindi, che la sposa rappresenta la santa città e che le vergini che vanno incontro allo sposo sono simbolo della chiesa. In Apocalisse i servitori di Dio vengono invitati alla cena delle nozze. (Apocalisse 19:9) Se essi sono gli invitati non possono essere anche la sposa. Il Cristo, come afferma il profeta Daniele, riceverà dall'Eterno, in cielo, "dominio, gloria e regno (Daniele 7:14); riceverà la nuova Gerusalemme capitale del suo regno, "...pronta come una sposa adorna per il suo sposo". (Apocalisse 21:2) Ricevuto il regno, egli verrà in gloria, in qualità di Re dei re e Signore dei signori per la redenzione del suo popolo che sarà invitato a sedere "...a tavola con Abramo e Isacco e Giacobbe, nel regno dei cieli" (Matteo 8:11; Luca 22:30) per partecipare alla cena delle nozze dell'Agnello. GSS 146 1 L'annuncio: "Ecco lo sposo!" nell'estate del 1844 indusse migliaia di persone ad aspettare l'avvento immediato del Signore. Al tempo stabilito lo sposo non venne sulla terra come si era creduto, ma si presentò in cielo all'Eterno per il suo matrimonio, per entrare in possesso del suo regno. "...Quelle che erano pronte, entrarono con lui nella sala delle nozze, e l'uscio fu chiuso". I credenti non dovevano assistere personalmente al matrimonio, perché esso avviene in cielo, mentre essi sono sulla terra. I discepoli del Cristo devono aspettare "...il loro padrone quando tornerà dalle nozze...". (Luca 12:36) Occorre, però, che essi comprendano la sua opera e lo seguano per fede mentre egli si presenta davanti a Dio. È in questo senso che essi vanno alle nozze. GSS 146 2 Nella parabola entrarono nella sala delle nozze coloro che, oltre alle lampade, avevano anche l'olio nei propri vasi. Coloro che, oltre alla conoscenza della verità delle Scritture avevano anche lo Spirito e la grazia di Dio, e quanti, nella notte della prova più amara avevano saputo aspettare pazientemente, esaminando le Scritture per ricevere maggiore conoscenza, trovarono la verità riguardante il santuario celeste e le nuove funzioni del Cristo. Per fede lo seguirono in questa sua opera. Tutti quelli che per la testimonianza della Bibbia accettano le stesse verità, seguendo il Cristo per fede mentre egli si presenta a Dio per compiere l'ultima opera di mediazione e poi entrare in possesso del regno, sono raffigurati come i partecipanti alle nozze. GSS 147 1 Nella parabola di Matteo 22, si ritrova la stessa immagine di un matrimonio e si vede chiaramente che l'istruzione del giudizio precede le nozze. Infatti, prima della cerimonia, il re viene per vedere gli invitati e controllare se tutti indossano l'abito nuziale, l'abito del carattere, senza macchia, lavato e imbiancato nel sangue dell'Agnello. (Matteo 22:11; Apocalisse 7:14) Chiunque non indossa questo vestito viene espulso. Mentre tutti coloro che hanno l'abito delle nozze sono accettati da Dio e considerati degni di entrare nel suo regno e di sedere sul suo trono. Questo esame del carattere per stabilire l'idoneità al regno di Dio è il giudizio investigativo, che si svolge nel santuario celeste. GSS 147 2 Conclusa quest'opera, quando saranno stati esaminati e decisi tutti i casi di coloro che in ogni epoca si sono professati discepoli del Cristo, allora e non prima si concluderà il tempo di grazia e la porta della misericordia sarà chiusa. La frase: "...quelle che erano pronte, entrarono con lui nella sala delle nozze, e l'uscio fu chiuso" illustra il ministero finale del Salvatore, in quel momento la grande opera per la salvezza dell'uomo sarà conclusa. IL MINISTERO NEI DUE LUOGHI GSS 148 1 Nel servizio del santuario terrestre, che come già si è visto rappresenta quello celeste, quando il sommo sacerdote nel gran giorno dell'espiazione entrava nel luogo santissimo, cessava il servizio nel luogo santo. Dio aveva detto: "...quand'egli entrerà nel santuario per farvi l'espiazione, non ci sarà alcuno, finché egli non sia uscito...". (Levitico 16:17) Così, quando il Cristo entrò nel luogo santissimo per compiere la fase conclusiva dell'espiazione, cessò il suo ministero nella prima sezione del santuario. Concludendo la funzione nella prima parte del santuario, iniziava quella nella seconda. Nel servizio del tempio, il sommo sacerdote, quando nel gran giorno dell'espiazione lasciava il luogo santo, si presentava davanti a Dio per offrire il sangue dell'offerta per il peccato in favore di tutto Israele sinceramente pentito. Così il Cristo, dopo avere concluso la prima fase della sua opera come nostro intercessore, ha iniziato la seconda, pur continuando a presentare i meriti del suo sangue, davanti al Padre, in favore dei peccatori. GSS 148 2 Quest'aspetto del piano di Dio non fu compreso dagli avventisti nel 1844. Dopo questa data, fissata per il ritorno del Salvatore, credendo di essere giunti a un momento importante in cui l'opera del Cristo come intercessore davanti al Padre si era conclusa, continuarono a credere che la venuta del Signore fosse vicina. Erano convinti che la Bibbia insegnasse che il tempo di grazia dovesse concludersi poco prima del ritorno del Signore sulle nuvole del cielo. Tutto ciò sembrava provato da quel passo biblico relativo a un tempo in cui gli uomini avrebbero cercato, bussato e gridato alla porta della grazia, mentre questa rimaneva inesorabilmente chiusa. Si chiedevano se la data stabilita per il ritorno del Cristo non indicasse invece l'inizio del periodo che avrebbe preceduto la sua venuta. Avendo avvertito il mondo dell'imminenza del giudizio, consideravano ormai compiuta la loro opera e non sentivano più nessuna responsabilità per la salvezza dei peccatori. Consideravano il sarcasmo degli increduli come un ulteriore prova del fatto che lo Spirito di Dio avesse abbandonato coloro che avevano rifiutato la sua misericordia. Tutto ciò li confermava nella convinzione che il tempo di grazia fosse ormai finito o, come dicevano che la porta della grazia fosse stata chiusa. L'APERTURA DI UN'ALTRA PORTA GSS 149 1 Studiando il soggetto del santuario raggiunsero una maggiore comprensione. Capirono che avevano avuto ragione di credere che un fatto importante si sarebbe verificato alla fine dei 2.300 giorni, cioè nel 1844. Però, se era vero che la porta della speranza e della grazia tramite la quale gli uomini per diciotto secoli avevano potuto accedere a Dio ora era chiusa, era anche vero che ne era stata aperta un'altra e che il perdono dei peccati veniva offerto grazie all'intercessione del Cristo nel luogo santissimo. Chiusa una fase del ministero del Salvatore, se ne apriva un'altra. C'era ancora una porta aperta nel santuario celeste dove Gesù officiava in favore dei peccatori. GSS 149 2 Ecco come si adempivano le parole del Cristo per la chiesa di quel tempo: "...Queste cose dice il santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre: Io conosco le tue opere. Ecco, io ti ho posta dinanzi una porta aperta, che nessuno può chiudere...". (Apocalisse 3:7,8) GSS 150 1 Coloro che per fede seguono il Cristo nella sua grande opera di espiazione riceveranno il beneficio della sua mediazione in loro favore; mentre chi respinge questa sua opera non ne trarrà alcun vantaggio. Gli ebrei, che rifiutarono il messaggio presentato al primo avvento del Cristo e non lo riconobbero come Salvatore del mondo non ricevettero il perdono in lui. Quando Gesù all'ascensione entrò con il proprio sangue nel santuario celeste per riversare sui suoi discepoli la benedizione della sua mediazione, gli ebrei, che avevano rifiutato il messaggio del Cristo, continuarono a presentare offerte e sacrifici inutili: era finita l'epoca dei simboli e delle immagini. La porta attraverso la quale gli uomini avevano avuto accesso a Dio non era più aperta. Gli ebrei avevano rifiutato di cercarlo nell'unico modo in cui poteva essere trovato: il suo ministero nel santuario celeste. Non potevano più comunicare con Dio. Per loro la porta era chiusa. Non riconoscevano il Cristo come unico mediatore davanti a Dio e quindi non potevano godere dei benefici della sua intercessione. GSS 150 2 La condizione degli ebrei increduli illustra lo stato di coloro che, pur dicendosi cristiani, sono dubbiosi, negligenti e volontariamente trascurano l'opera del nostro misericordioso Sommo Sacerdote. Nel rituale del santuario, quando il sommo sacerdote entrava nel luogo santissimo, tutto Israele era invitato a raccogliersi solennemente e a pentirsi per ottenere il perdono dei peccati e non essere escluso dalla comunità. Ciò che è ancora più importante, in questo grande giorno antitipico della festa delle espiazioni, è comprendere l'opera del nostro Sommo Sacerdote e renderci conto delle nostre responsabilità. TRAGICO RISULTATO A CAUSA DEL RIFIUTO DELL'AVVERTIMENZO DI DIO GSS 151 1 Gli uomini non possono rigettare l'avvertimento che Dio ha inviato loro nella sua misericordia senza subirne le conseguenze. Al tempo di Noè, Dio inviò un messaggio di avvertimento da cui dipendeva la salvezza degli esseri umani. Gli uomini di quell'epoca lo respinsero e lo Spirito di Dio si ritirò dall'umanità colpevole che morì nelle acque del diluvio. Al tempo di Abramo, la misericordia cessò di intercedere per i malvagi abitanti di Sodoma e tutti, eccetto Lot, la moglie e le figlie, furono consumati dal fuoco sceso dal cielo. Ai giorni del Cristo, il Figlio dell'uomo disse agli ebrei increduli di quella generazione: "Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta". (Matteo 23:38) Proiettandosi verso gli ultimi tempi, la Parola ispirata si esprime con questi termini: "...non hanno aperto il cuore all'amor della verità per esser salvati. E perciò Iddio manda loro efficacia d'errore, onde credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non han creduto alla verità, ma si son compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati". (2 Tessalonicesi 2:10-12) Quando gli uomini respingono la sua Parola, Dio finisce per ritirare il suo Spirito, e diventano vittime di quell'inganno che essi amano. GSS 151 2 Nonostante tutto, il Cristo intercede ancora in favore dell'uomo e coloro che cercano la verità la troveranno. Questo fatto inizialmente non fu compreso dagli avventisti, ma più tardi, quando iniziarono a cogliere il senso delle Scritture, che definivano quale fosse la loro reale posizione, tutto fu chiaro. GSS 152 1 La delusione del 1844 fu seguita da un periodo di crisi per coloro che credevano ancora nell'avvento. L'unico sollievo, per chi che restava fedele alle proprie convinzioni, fu la luce che fece volgere le loro menti verso il santuario celeste. Alcuni persero fiducia nel precedente calcolo dei periodi profetici e attribuirono ad agenti umani o satanici la potente azione dello Spirito Santo che aveva sostenuto il messaggio avventista. Un altro gruppo continuò a credere fermamente che il Signore li avesse diretti nella loro passata esperienza e poiché aspettavano, vegliavano e pregavano per conoscere la volontà di Dio, videro che il loro Sommo Sacerdote era entrato in una nuova fase del suo ministero e seguendolo, per fede, compresero quale fosse la missione finale della chiesa. Capirono più chiaramente i messaggi del primo e del secondo angelo ed erano ormai pronti per ricevere e trasmettere al mondo il solenne avvertimento del terzo angelo di Apocalisse 14. GSS 152 2 The Great Controversy, pp.423-432. IL SANTUARIO E IL SABATO GSS 152 3 "E il tempio di Dio che è nel cielo fu aperto, e si vide... l'arca del suo patto...". (Apocalisse 11:19) L'arca del patto di Dio è nel luogo santissimo, la seconda parte del santuario. Nel rituale del santuario terrestre "...figura e ombra delle cose celesti". (Ebrei 8:5) questa sezione veniva aperta solo nel gran giorno delle espiazioni, per la GSS 153 1 purificazione del santuario. L'annuncio che il tempio di Dio in cielo era stato aperto, e che l'arca del suo patto era visibile, indica l'apertura del luogo santissimo del santuario celeste nel 1844, quando il Cristo vi entrò per cominciare la fase conclusiva della sua opera di espiazione. Coloro, che con l'occhio della fede, avevano seguito il loro Sommo Sacerdote che inaugurava il suo ministero nel luogo santissimo, videro l'arca del patto. Avendo studiato l'argomento del santuario, avevano capito il cambiamento sopravvenuto nelle funzioni sacerdotali del Salvatore che officiava davanti all'arca di Dio, presentando i meriti del suo sangue in favore dei peccatori. GSS 153 2 L'arca del tabernacolo terreno conteneva le due tavole di pietra sulle quali erano scritti i precetti della legge di Dio. L'arca era semplicemente il contenitore delle tavole del decalogo: era la presenza di questi precetti divini che le conferiva valore e carattere sacro. Quando il tempio di Dio in cielo fu aperto si vide l'arca del patto. Nel luogo santissimo del santuario celeste è custodita con cura la legge divina, legge che fu promulgata da Dio stesso in mezzo ai tuoni del Sinai e scritta dal suo stesso dito su tavole di pietra. GSS 153 3 La legge di Dio, custodita nel santuario celeste, è il documento originale di quel codice i cui i precetti scritti sulle tavole di pietra e ricordati da Mosè nel Pentateuco erano solo una trascrizione. Coloro che giunsero a comprenderne l'importanza, capirono anche il carattere sacro e immutabile della legge divina. Si resero conto, come mai prima, della forza delle parole di Gesù: "...finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà". (Matteo 5:18) La legge di Dio, essendo una rivelazione della sua volontà e una riproduzione del suo carattere, deve durare eternamente, "fedele testimone nei cieli". Nessun comandamento è stato annullato, non uno iota o un apice è stato mutato. Dice il salmista: "In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli"; "...tutti i suoi precetti sono fermi, stabili in sempiterno...". (Salmi 119:89; 111:7,8) GSS 154 1 Proprio al centro del decalogo c'è il quarto comandamento, come fu proclamato la prima volta: Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all'Eterno, ch'è l'Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero ch'è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch'è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l'ha santificato. (Esodo 20:8-11) GSS 154 2 Lo Spirito di Dio agì nei cuori di coloro che studiavano la sua Parola ed essi si convinsero di avere trasgredito, per ignoranza, questo precetto e di avere trascurato il giorno di riposo del Creatore. Essi cominciarono a esaminare le ragioni che avevano indotto i cristiani a osservare il primo giorno della settimana invece del settimo, che era stato santificato da Dio, ma non trovarono nessuna prova nelle Scritture che il quarto comandamento fosse stato abolito o che il sabato fosse stato sostituito. La benedizione accordata per l'osservanza del settimo giorno non era mai stata annullata. Essi, che avevano cercato onestamente di fare la volontà di Dio, nel riconoscersi trasgressori della sua legge provarono una profonda tristezza e manifestarono la loro fedeltà a Dio santificando il sabato. GSS 155 1 Furono fatti numerosi e intensi sforzi per abbattere la loro fede. Nessuno, però, poteva fare a meno di rendersi conto che se il santuario terrestre era una rappresentazione o un modello di quello celeste, la legge collocata nell'arca del patto sulla terra era una trascrizione di quella che si trovava in cielo. GSS 155 2 L'accettazione della verità relativa al santuario celeste implicava il riconoscimento delle esigenze della legge di Dio e l'obbligo dell'osservanza del sabato del quarto comandamento. Questo suscitò un'amara e accanita opposizione nei confronti della spiegazione delle Scritture che rivelavano il ministero di Gesù nel santuario celeste. Gli uomini cercavano di chiudere la porta che Dio aveva aperto e di aprire quella che Dio aveva chiuso. "...Colui che apre e nessuno chiude, colui che chiude e nessuno apre..." aveva dichiarato: "Ecco, io ti ho posta dinanzi una porta aperta, che nessuno può chiudere". (Apocalisse 3:7, 8). Il Cristo aveva aperto la porta, attraverso la quale usciva la luce del santuario celeste e aveva iniziato il ministero nel luogo santissimo. Tutto questo permise di comprendere che il quarto comandamento faceva parte della legge. Quello che Dio aveva stabilito non poteva essere modificato dall'uomo. GSS 155 3 Coloro che avevano accettato il messaggio relativo alla mediazione del Cristo e il valore eterno della legge di Dio, si resero conto che queste verità erano presentate in Apocalisse 14. I messaggi di questo capitolo costituiscono un triplice avvertimento1 che deve preparare gli abitanti della terra per il ritorno del Signore. L'annuncio: "...l'ora del suo giudizio è venuta" indica l'opera conclusiva del ministero del Cristo per la salvezza degli uomini e annuncia una verità che deve essere proclamata fino a quando non sarà conclusa l'intercessione del Salvatore; allora egli ritornerà su questa terra per prendere il suo popolo con sé. L'opera del giudizio, iniziata nel 1844, dovrà proseguire finché non siano stati decisi i casi di tutti, vivi e morti, e continuare sino alla fine del tempo di grazia. In questo modo gli uomini saranno pronti ad affrontare il giudizio, il messaggio dice loro: "...Temete Iddio e dategli gloria... e adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra e il mare e le fonti delle acque". (Apocalisse 14:7) Il risultato dell'accettazione di questi messaggi è indicato dalle parole: "Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù". (Apocalisse 14:12) Per essere pronti per il giudizio è necessario che gli uomini osservino la legge di Dio, che servirà come metro di misura del carattere in occasione del giudizio. GSS 156 1 L'apostolo Paolo dichiara: "...tutti coloro che hanno peccato avendo legge, saranno giudicati con quella legge... nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo..." GSS 156 2 Great Controversy, p.454 DOMANDE PER LO STUDIO GSS 157 1 1. Quale è stata la chiave che apre il mistero del 1884? (150) GSS 157 2 2. Quali sono i testi biblici che concernono il ministero di Cristo nel luogo santissimo? (151 ) GSS 157 3 3. Di quale venuta di Cristo parlano Daniele 7:13 e Malachia 3:1? (l52) GSS 157 4 4. Mentre i peccati dei credenti pentiti vengono rimossi dal santuario, che cosa essi stanno facendo nel frattempo sulla terra? (153) GSS 157 5 5. Le verigini sagge e stolte quale classe rappresentano tra i credenti dell'estate e autunno del 1844? (155) GSS 157 6 6. Chi è la sposa di Cristo? (155,156) GSS 158 1 7. Chi sono gli "ospiti" alle nozze? (155) GSS 158 2 8. Come spiega la parabola di Matteo 22 l'opera del giudizio? (157) GSS 158 3 9. Perché gli avventisti per un certo tempo dopo la delusion hanno perso l'importanza riguardo alla salvezza? (l59) GSS 158 4 10. Che cosa significa l'interpretazione avventista della "porta chiusa" dopo la delusione? (l59) GSS 158 5 11. Quale è il risultato della "porta aperta", e chi l'ha aperta? (160, 161) GSS 159 1 12. Quando il tempio celeste fu aperto che cosa ha rivelato? (163,164) GSS 159 2 13. Che rapporto esiste tra la legge di Dio sancito nel santuario celeste e la legge depositata nell'arca nel santuario terreno? (165) GSS 159 3 14. Che cosa ci insegna la Bibbia attraverso la rivelazione della legge di Dio? (165-168) ------------------------Capitolo 19 -- Chiusura del ministero di cristo nel santuario celeste GSS 160 1 L'annuncio di una data precisa per il giudizio, in occasione della proclamazione del primo messaggio, era stato voluto da Dio. Il calcolo dei periodi profetici sui quali si basava questo messaggio, indicando la fine dei 2.300 giorni nell'autunno del 1844, è inattaccabile. GSS 160 2 "Io continuai a guardare" dice il profeta Daniele "fino al momento in cui furono collocati de' troni, e un vegliardo s'assise. La sua veste era bianca come la neve, e i capelli del suo capo erano come lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono e le ruote d'esso erano fuoco ardente. Un fiume di fuoco sgorgava e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, e diecimila miriadi gli stavano davanti. Il giudizio si tenne, e i libri furono aperti. (Daniele 7:9,10) GSS 160 3 Così fu presentato al profeta, in visione, quel giorno importante in cui il carattere e la vita degli uomini saranno esaminati davanti al Giudice di tutta la terra e ognuno riceverà "secondo che sarà l'opera sua". Il Vegliardo è Dio, il Padre. Dice il salmista: "Avanti che i monti fossero nati e che tu avessi formato la terra e il mondo, anzi, ab eterno in eterno, tu sei Dio". (Salmi 90:2) È lui, l'origine di ogni essere e la fonte di ogni legge, che presiede il giudizio. Gli angeli, "mille migliaia... e diecimila miriadi", vi assistono in qualità di assistenti e testimoni. GSS 161 1 …Ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figliuol d'uomo; egli giunse fino al vegliardo, e fu fatto accostare a lui. E gli furono dati dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, tutte le nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà...". (Daniele 7:13,14) Questo arrivo del Signore, qui descritto, non è la sua seconda venuta sulla terra. Egli si accosta al Vegliardo, in cielo, per ricevere "dominio, gloria e regno", che gli saranno dati alla fine della sua opera di mediatore, opera che doveva cominciare nel 1844, alla fine dei 2.300 giorni. Accompagnato dagli angeli, il nostro Sommo Sacerdote entra nel luogo santissimo per presentarsi a Dio e iniziare l'ultimo atto del suo ministero in favore dell'uomo: la fase istruttoria del giudizio e il compimento dell'espiazione per tutti coloro che ne sono reputati degni. QUALI CASI SONO STATI CONSIDERATI? GSS 161 2 Nel servizio cerimoniale del santuario terrestre, solo coloro che si erano pentiti e i cui peccati erano stati trasferiti nel santuario mediante il sangue della vittima, beneficiavano dei riti del giorno dell'espiazione. Allo stesso modo, nel giorno finale dell'espiazione e del giudizio investigativo, i casi esaminati riguarderanno solo i figli di Dio. Il giudizio degli empi è un fatto distinto e separato e avverrà in un secondo tempo. "...Il giudizio ha da cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, qual sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al Vangelo di Dio?" (1 Pietro 4:17) I registri del cielo, in cui sono segnati i nomi e le azioni degli uomini, serviranno come punti di riferimento per il giudizio. Il profeta Daniele dice: "Il giudizio si tenne, e i libri furono aperti". Giovanni, nell'Apocalisse, descrive la stessa scena e aggiunge: "...e un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro". (Apocalisse 20:12) GSS 162 1 Il libro della vita contiene i nomi di tutti coloro che si sono impegnati al servizio di Dio. Gesù esortò i suoi discepoli: "...rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti ne' cieli". (Luca 10:20) Paolo parla dei suoi "...collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita". (Filippesi 4:3) Daniele, contemplando in visione "...un tempo d'angoscia, quale non se n'ebbe mai..." dichiara che il popolo di Dio "...sarà salvato; tutti quelli, cioè, che saranno trovati iscritti nel libro". (Daniele 12:1) Il profeta di Patmos, poi, dice che nella città di Dio entreranno solo quelli "che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello". (Apocalisse 21:27) GSS 162 2 "...Un libro è stato scritto davanti a lui [Dio]..." In esso sono registrate le buone azioni "...di quelli che temono l'Eterno e rispettano il suo nome". (Malachia 3:16) Le loro parole di fede, i loro atti di amore sono registrati in cielo. Nehemia allude a questo quando dice: "Ricordati per questo di me, o Dio mio, e non cancellare le opere pie che ho fatte per la casa del mio Dio e per il suo servizio!" (Nehemia 13:14) Nel libro dei ricordi di Dio, viene immortalato ogni atto di giustizia. Ogni tentazione respinta, ogni male vinto, ogni parola gentile pronunciata, sono registrati fedelmente. Vengono scritti anche ogni atto di rinuncia, ogni sofferenza, ogni tristezza sopportate per amore di Gesù. Dice il salmista: "Tu conti i passi della mia vita errante; raccogli le mie lacrime negli otri tuoi; non sono esse nel tuo registro?" (Salmi 56:8) GSS 163 1 C'è anche un registro dei peccati degli uomini. "...Dio farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò ch'è occulto, sia bene, sia male". (Ecclesiaste 12:16) "...D'ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio". Il Salvatore precisa: "...dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato". (Matteo 12:36, 37) I motivi e le intenzioni segrete figurano nell'infallibile registro e Dio "...metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli de' cuori...". (1 Corinzi 4:5) "Ecco, tutto ciò sta scritto dinanzi a me... delle iniquità vostre, dice l'Eterno, e... delle iniquità dei vostri padri...". (Isaia 65:6,7) GSS 163 2 Ogni opera umana è sottoposta a Dio ed è registrata come atto di fedeltà o di infedeltà. Accanto a ciascun nome, nei libri del cielo, vengono segnati con assoluta esattezza ogni parola cattiva, ogni atto egoistico ogni dovere non assolto, ogni peccato segreto, ogni falsità. Gli avvertimenti e i rimproveri dimenticati, i momenti sprecati, le opportunità non sfruttate, l'influsso esercitato sia per il bene sia per il male, con le sue più o meno estese ripercussioni: tutto è registrato accuratamente dall'angelo che tiene i libri. LA LEGGE DI DIO: PUNTO DI RIFERIMENTO GSS 164 3 La legge di Dio è la regola in base alla quale nel giudizio saranno valutati il carattere e la vita degli uomini. Dice l'autore dell'Ecclesiaste: "...Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell'uomo. Poiché Dio farà venire in giudizio ogni opera...". (Ecclesiaste 12:15,16) L'apostolo Giacomo ammonisce i fratelli: "Parlate e operate come dovendo esser giudicati da una legge di libertà". (Giacomo 2:12) GSS 164 1 Coloro che nel giudizio saranno "reputati degni", parteciperanno alla risurrezione dei giusti. Gesù disse: "...quelli che saranno reputati degni d'aver parte al secolo avvenire e alla risurrezione dai morti... son simili agli angeli e son figliuoli di Dio, essendo figliuoli della risurrezione". (Luca 20:35,36) Egli dichiara ancora: "...quelli che hanno operato bene" risorgeranno "in risurrezione di vita". (Giovanni 5:29) Se i giusti risorgeranno solo dopo la sentenza del giudizio che li ha reputati degni della "risurrezione di vita", essi non compariranno personalmente davanti al tribunale quando il loro caso sarà preso in esame e deciso. GESÙ AVVOCATO GSS 164 2 Gesù si presenterà come loro avvocato per difenderli davanti a Dio. "...Se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo, il giusto". (1 Giovanni 2:1) "...Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora, al cospetto di Dio, per noi"; "Per cui Egli può anche salvar appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro". (Ebrei 9:24; Ebrei 7:25) GSS 164 3 Quando nel giudizio i libri vengono aperti, si esamina davanti a Dio la vita di tutti coloro che hanno creduto in Gesù. Il Cristo, nostro avvocato, cominciando da coloro che per primi vissero sulla terra, presenta i casi di ogni generazione successiva per poi concludere con quella dei viventi. Ogni nome è citato, ogni caso viene esaminato attentamente: alcuni nomi vengono accettati, altri respinti. Se qualcuno ha ancora dei peccati segnati nei libri, di cui non si è pentito e che quindi non sono stati perdonati, il suo nome viene depennato dal libro della vita e la registrazione delle sue buone azioni è cancellata dal libro delle memorie di Dio. Tramite Mosè, il Signore dichiarò: "...Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro!" (Esodo 32:33) Il profeta Ezechiele dice: "E se il giusto si ritrae dalla sua giustizia e commette l'iniquità... Nessuno de' suoi atti di giustizia sarà ricordato...". (Ezechiele 18:24) GSS 165 1 Nel registro del cielo, il perdono è segnato accanto ai nomi di coloro che si sono pentiti dei propri peccati e che per fede hanno reclamato il sangue di Gesù come loro sacrificio espiatorio. Resi partecipi della giustizia del Cristo, i loro caratteri rispondono alle esigenze della legge di Dio, i loro peccati sono cancellati e sono ritenuti degni della vita eterna. Il Signore afferma: "...per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni, e non mi ricorderò più dei tuoi peccati". (Isaia 43:25) Gesù disse: "Chi vince sarà così vestito di vesti bianche, ed io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e nel cospetto dei suoi angeli". (Apocalisse 3:5) "Chiunque adunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò lui davanti al Padre mio che è nei cieli". (Matteo 10:32, 33) LA SCENA NELL'AULA DEL TRIBUNALE GSS 166 1 L'emozione più intensa che gli uomini possono manifestare nell'attesa delle decisioni di un tribunale terreno, può solo parzialmente descrivere l'interesse dimostrato nelle corti celesti quando, davanti al Giudice di tutta la terra passano in rassegna i nomi scritti nel libro della vita. L'intercessore divino chiede che tutti coloro che hanno vinto grazie alla fede nel suo sacrificio, siano perdonati dalle loro trasgressioni, affinché possano nuovamente beneficiare della vita eterna e siano coronati come coeredi dell'"antico dominio". (Michea 4:8) Satana, nei suoi tentativi di trascinare il genere umano verso il male, aveva creduto di poter impedire la realizzazione del piano divino in vista del quale Dio aveva creato l'uomo. Ma il Cristo, ora, chiede che questo piano sia attuato come se l'uomo non avesse mai peccato; chiede per il suo popolo non solo il perdono e la giustificazione piena e completa, ma anche una parte della sua gloria e un posto sul suo trono. GSS 166 2 Mentre Gesù perora la causa di quanti beneficiano della sua grazia, Satana li accusa davanti a Dio come trasgressori. Il grande seduttore ha cercato di inculcare il dubbio e la sfiducia in Dio, di separarli dal suo amore e di spingerli a trasgredire la sua legge. Ora egli sottolinea, passando in rivista la loro esistenza, i difetti del loro carattere, la loro diversità dal Cristo -- quelle imperfezioni che hanno disonorato il loro Redentore -- insomma tutti i peccati che hanno commesso, a causa dei suoi inganni e per tutto questo li reclama come suoi sudditi. Gesù non scusa i loro peccati, ma in virtù del loro pentimento e della loro fede, chiede il loro perdono. Mostrando le sue mani ferite davanti al Padre e agli angeli, dice: "Io li conosco per nome; li ho scolpiti sulle palme delle mie mani". "I sacrifici di Dio sono lo spirito rotto; o Dio, tu non sprezzi il cuor rotto e contrito". (Salmi 51:17) GSS 167 1 All'accusatore del suo popolo egli dice: "...Ti sgridi l'Eterno, o Satana! Ti sgridi l'Eterno che ha scelto Gerusalemme! Non è questi un tizzone strappato dal fuoco?" (Zaccaria 3:2) Il Cristo rivestirà i suoi fedeli con il manto della sua giustizia per poterli presentare al Padre come una "...Chiesa, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile..." (Efesini 5:27). I loro nomi rimangono nel libro della vita e di loro è detto: "...essi cammineranno meco in vesti bianche, perché ne son degni". (Apocalisse 3:4) GSS 167 2 Si adempirà così la promessa del nuovo patto: "...io perdonerò la loro iniquità, e non mi ricorderò più del loro peccato". (Geremia 31:34) "In quei giorni, in quel tempo, dice l'Eterno, si cercherà l'iniquità d'Israele, ma essa non sarà più, e i peccati di Giuda, ma non si troveranno". (Geremia 50:20) "In quel giorno, il germoglio dell'Eterno sarà lo splendore e la gloria degli scampati d'Israele, e il frutto della terra sarà il loro orgoglio ed il loro ornamento. Ed avverrà che i superstiti di Sion e i rimasti di Gerusalemme saran chiamati santi: chiunque, cioè, in Gerusalemme, sarà iscritto tra i vivi". (Isaia 4:2,3) GSS 167 3 La fase istruttoria del giudizio e la cancellazione dei peccati avverranno prima del secondo avvento del Signore. Se i morti devono essere giudicati secondo ciò che è scritto nei libri è impossibile che i peccati degli uomini possano essere cancellati prima che i loro casi siano stati esaminati. L'apostolo Pietro afferma chiaramente che i peccati dei credenti saranno cancellati "affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e che Egli vi mandi il Cristo...". (Atti 3:19, 20) Concluso il giudizio investigativo, il Cristo verrà offrendo il premio da dare "secondo l'opera di ciascuno". (1 Pietro 1:17) LA CHIUSURA DEL SERVIZIO ANTITIPICO GSS 168 1 Come nel servizio cerimoniale del santuario terrestre il sommo sacerdote, dopo avere fatto l'espiazione per Israele, usciva dal santuario per benedire il popolo, così il Cristo, alla fine della sua opera di Mediatore, apparirà "senza peccato a quelli che l'aspettano per la loro salvezza". (Ebrei 9:28) Il sacerdote, rimuovendo i peccati dal santuario, li confessava sul capo del capro espiatorio; nello stesso modo Gesù deporrà tutti questi peccati su Satana, autore e istigatore del male. Il capro espiatorio, caricato dei peccati d'Israele, veniva mandato "in terra solitaria" (Levitico 16:22); così Satana, portando la colpa di tutti i peccati commessi dal popolo di Dio, su sua istigazione, sarà confinato per mille anni sulla terra desolata, priva di abitanti, per poi subire alla fine la punizione definitiva per il peccato nel fuoco che distruggerà tutti i malvagi. Il piano della redenzione si adempirà così con l'eliminazione definitiva del peccato e con la liberazione di tutti coloro che hanno volontariamente rinunciato al male. GIUDICATO DA UNA TESTIMONIANZA INFALLIBILE GSS 169 1 All'epoca indicata per il giudizio, la fine dei 2.300 giorni, nel 1844, iniziò l'opera di inchiesta e di cancellazione dei peccati. Tutti quelli che si dichiarano cristiani devono sottostare a questo esame minuzioso. I vivi e i morti saranno giudicati "dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro". (Apocalisse 20:12) GSS 169 2 I peccati di cui non ci si è pentiti e che non sono stati abbandonati, non verranno né perdonati né cancellati dal libro delle memorie, ma testimonieranno contro il peccatore nel giorno di Dio. Sia che l'uomo abbia peccato alla luce del giorno o nelle tenebre della notte, tutto è chiaro agli occhi di colui a cui dobbiamo rendere conto. Gli angeli di Dio, testimoni di ogni peccato, li hanno annotati scrupolosamente nel registro. Il peccato può essere negato, nascosto al padre, alla madre, alla moglie, ai figli, agli amici; il colpevole può essere il solo a conoscere il suo errore, ma esso è noto agli angeli. Le tenebre della notte più buia, i misteri più impenetrabili, gli inganni più sottili non sono sufficienti a nascondere un solo pensiero alla conoscenza dell'Eterno. Dio tiene conto di ogni atto falso e di ogni procedimento ingiusto. Egli non si lascia ingannare da un'apparente religiosità e non sbaglia nella valutazione del carattere. Gli uomini possono essere ingannati da chi è corrotto, ma Dio squarcia ogni velo e legge nell'intimo. GSS 169 3 Com'è importante rendersi conto che giorno dopo giorno, tutto ciò che pensiamo, diciamo o facciamo è scritto nei registri del cielo! Una volta pronunciata una parola o commesso un atto, non possono essere più ritrattati. Gli angeli prendono nota sia del bene sia del male e neppure l'uomo più importante della terra può annullare le azioni di un giorno soltanto. I nostri atti, le nostre parole e perfino le nostre intenzioni più segrete contribuiscono a stabilire il nostro destino in vista della felicità o della sventura. Anche se noi li dimentichiamo, testimonieranno o in favore della nostra giustificazione o per la nostra condanna. GSS 170 1 Come i lineamenti del volto sono fedelmente riprodotti sulla pellicola del fotografo, così il carattere è descritto accuratamente nei libri del cielo.. Eppure ci si preoccupa ben poco del fatto che queste azioni siano note agli esseri celesti! Se il velo che separa il mondo visibile da quello invisibile potesse essere sollevato e i figli degli uomini potessero vedere l'angelo che prende nota di ogni parola e di ogni azione di cui dovranno rendere conto nel giorno del giudizio, quante parole non verrebbero pronunciate e quante azioni non sarebbero compiute. GSS 170 2 Nel giudizio sarà esaminato con cura l'uso di ogni talento. Come abbiamo utilizzato il capitale che Dio ci ha prestato? Il Signore, al suo ritorno, lo riceverà con gli interessi? Abbiamo fatto fruttare, alla gloria di Dio e per il bene del prossimo, le possibilità manuali, affettive e intellettuali che ci sono state affidate? Che uso abbiamo fatto del nostro tempo, della nostra penna, della nostra voce, del nostro denaro e del nostro influsso? Che cosa abbiamo fatto per il Cristo nella persona del povero, dell'afflitto, dell'orfano e della vedova? Dio ci ha affidato la sua Parola: che cosa abbiamo fatto della conoscenza e della verità che ci sono state trasmesse in vista della salvezza dell'umanità? Nessun valore può essere attribuito a una semplice professione di fede in Gesù, solo l'amore che si manifesta con le opere è considerato autentico. Agli occhi del cielo, soltanto l'amore dà valore ai nostri atti. Tutto ciò che si fa per amore, anche se modesto agli occhi degli uomini, è accettato e premiato da Dio. GSS 171 1 L'egoismo segreto del cuore umano è messo in evidenza nei libri del cielo. In essi figura la lista dei doveri non assolti sia in favore del prossimo sia nei confronti del Salvatore. Da essi risulterà quante volte sono stati offerti a Satana il tempo, il pensiero, le forze che appartenevano a Gesù. È una triste documentazione quella che gli angeli raccolgono. Esseri intelligenti, che si professano discepoli di Gesù, sono vittime del desiderio di accumulare beni terreni e di godere piaceri mondani. Il denaro, il tempo, le forze, tutto è sacrificato al lusso e al soddisfacimento dei propri capricci; mentre ben pochi sono i momenti dedicati alla preghiera, allo studio delle Scritture, a un umile esame di coscienza, alla confessione dei peccati. GSS 171 2 Satana inventa molti pretesti per occupare le nostre menti e impedire che si soffermino su ciò che dovrebbe interessarci di più. Il grande seduttore odia le gloriose verità che rendono evidente un sacrificio espiatorio e un Mediatore onnipotente, perché sa che per lui tutto dipende dal fatto di riuscire a distogliere le menti degli uomini da Gesù e dalla sua verità. LA NOSTRA SANTIFICAZIONE NEL TIMORE DI DIO GSS 172 1 Coloro che desiderano godere dei benefici della mediazione del Salvatore, non dovrebbero permettere che nulla li distolga dal dovere di raggiungere la perfetta santità nel timore di Dio. Le ore più preziose invece di dedicarle ai piaceri, al lusso o alla ricerca del guadagno, dovrebbero essere consacrate alla preghiera e allo studio costante della Parola di verità. Il popolo di Dio dovrebbe comprendere chiaramente il soggetto del santuario e del giudizio investigativo. Tutti hanno bisogno di conoscere personalmente la posizione e l'opera del loro grande Sommo Sacerdote. Diversamente, non potranno esercitare quella fede indispensabile per la nostra epoca, oppure occupare la posizione loro assegnata da Dio. Ognuno può salvarsi o perdersi. Ognuno ha una vertenza aperta presso il tribunale di Dio. Ognuno dovrà incontrarsi faccia a faccia con il grande Giudice. È quindi importante contemplare sempre più spesso la solenne scena del giudizio, quando i libri saranno aperti e quando, con Daniele, ognuno si alzerà "per ricevere" la sua parte d'eredità "alla fine de' giorni". GSS 172 2 Tutti coloro che hanno una chiara conoscenza di questi soggetti devono testimoniare delle grandi verità che Dio ha loro affidate. Il santuario celeste è il centro dell'opera del Cristo in favore degli uomini. Esso riguarda ogni uomo sulla terra; ci presenta il piano della redenzione, ci conduce alla fine dei tempi e ci rivela il trionfante epilogo del conflitto fra la giustizia e il peccato. Tutti devono studiare a fondo questi soggetti e saper rispondere a chi chiede spiegazioni sulla loro speranza. L'intercessione del Cristo in favore dell'uomo nel santuario celeste è indispensabile per il piano della salvezza, come lo è stata la sua morte sulla croce. Dopo la risurrezione, Gesù andò a completare in cielo l'opera iniziata sulla croce. Noi, per fede, dobbiamo penetrare al di là del velo "...dove Gesù è entrato per noi qual precursore...". (Ebrei 6:20) E là che si riflette la luce della croce del Calvario; è là che possiamo avere una visione più chiara del mistero della redenzione. La salvezza dell'uomo è stata compiuta a un prezzo inestimabile per il cielo e il sacrificio soddisfa le più elevate esigenze della legge di Dio che era stata infranta. Gesù ci ha aperto la via che conduce al trono del Padre e tramite la sua mediazione può essere presentato a Dio ogni sincero desiderio espresso da coloro che si rivolgono a lui con fede. GSS 173 1 "Chi copre le sue trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia". (Proverbi 28:13) Se coloro che nascondono e scusano le proprie colpe potessero vedere come Satana esulta e come schernisce il Cristo e i suoi angeli per questa ragione, si affretterebbero a confessare i propri peccati e ad abbandonarli. Attraverso i difetti di carattere, Satana cerca continuamente di dominare sulle nostre menti, sapendo che se noi accarezziamo questi difetti, egli riuscirà nei suoi intenti. Perciò egli cerca costantemente di ingannare i discepoli di Gesù con i suoi sofismi, facendo loro credere che non possono assolutamente conseguire la vittoria. Ma Gesù interviene in loro favore mostrando le sue mani ferite, il suo corpo straziato e dicendo a tutti coloro che vogliono seguirlo: "...La mia grazia ti basta...". (2 Corinzi 12:9) "Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perché io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero". (Matteo 11:29,30) Nessuno deve considerare i propri difetti incorreggibili. Dio vi darà la fede e la grazia per vincerli. ORA È IL TEMPO DI ESPIAZIONE GSS 174 1 Viviamo nell'epoca del giorno dell'espiazione. Nel servizio cerimoniale terreno, mentre il sommo sacerdote compiva l'opera di espiazione per Israele, tutti erano invitati a pentirsi dei loro peccati e a umiliarsi davanti a Dio per non essere esclusi dal popolo. Allo stesso modo, tutti coloro che desiderano che i loro nomi rimangano scritti nel libro della vita dovrebbero ora, nei pochi giorni che ancora rimangono del tempo di grazia, rendersi conto del proprio stato nei confronti di Dio, provare un sincero dolore per i propri peccati e dimostrare un vero pentimento. È necessario un profondo e scrupoloso esame di coscienza. Molti cristiani dovranno rinunciare alla leggerezza e alla frivolezza. Si profila una lotta accanita per tutti coloro che vogliono vincere quelle tendenze al male che minacciano di avere il sopravvento. L'opera di preparazione è individuale. Noi non siamo salvati in gruppo; la purezza e la devozione dell'uno non possono compensare l'assenza di questi requisiti nell'altro. Sebbene tutte le nazioni debbano comparire in giudizio davanti a Dio, egli esaminerà con la massima cura il caso di ogni singola persona, come se fosse l'unico essere al mondo. Ognuno dovrà essere provato e trovato "senza difetto né macchia" (1 Pietro 1:19) né cosa alcuna simile. Le scene relative all'opera conclusiva dell'espiazione sono particolarmente solenni. Gli interessi implicati sono della massima importanza. Attualmente è in atto il giudizio nel santuario celeste e si tratta di un'opera che ormai si svolge da moltissimi anni. Presto, anche se nessuno sa quando, il giudizio riguarderà i viventi. In presenza di Dio la nostra vita sarà presa in considerazione. Perciò, oggi più che mai, bisogna tener conto dell'invito di Gesù: "...vegliate, poiché non sapete quando sarà quel tempo". (Marco 13:33) "...Se tu non vegli, io verrò come un ladro, e tu non saprai a quale ora verrò su di te". (Apocalisse 3:3) GSS 175 1 Quando finirà il giudizio investigativo, il destino di tutti sarà deciso per sempre: o per la vita o per la morte. Il tempo di grazia si chiuderà poco prima dell'apparizione del nostro Signore sopra le nuvole del cielo. Alludendo a quel tempo, Gesù dichiara: Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; chi è contaminato si contamini ancora; e chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora. Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è con me per rendere a ciascuno secondo che sarà l'opera sua. (Apocalisse 22:11,12) I giusti e i malvagi vivranno ancora sulla terra. Gli uomini continueranno a piantare e a costruire, a mangiare e a bere, inconsapevoli del fatto che la sentenza finale sia già stata pronunciata nel santuario celeste e sia irrevocabile. Prima del diluvio, dopo che Noè era entrato nell'arca, Dio chiuse la porta lasciando fuori gli empi. Per sette giorni la gente, ignorando che il proprio destino era ormai deciso, continuò a vivere con superficialità, preoccupata di soddisfare i propri piaceri e beffandosi degli avvertimenti relativi all'imminente castigo. "...Così" disse il Salvatore "avverrà alla venuta del Figliuol dell'uomo". (Matteo 24:39) Silenziosamente, in modo furtivo e inatteso come il ladro di notte, giungerà l'ora decisiva che segnerà il destino eterno in ogni uomo, l'ora in cui l'offerta misericordiosa fatta all'uomo colpevole sarà ritirata. GSS 176 1 "Vegliate dunque... che talora, venendo egli all'improvviso, non vi trovi addormentati". (Marco 13:35, 36) È pericolosa la condizione di chi, stanco di vegliare, si volge verso le attrazioni che ci offre la società. Mentre l'uomo d'affari è intento a ricercare nuove possibilità di guadagno, chi ama il piacere segue le proprie inclinazioni e chi è schiavo della moda si preoccupa della sua apparenza, il Giudice di tutta la terra potrebbe pronunciare la sentenza: "...tu sei stato pesato con la bilancia, e sei stato trovato mancante". (Daniele 5:27) GSS 176 2 Great Controversy, pp. 479-491 DOMANDE PER LO STUDIO GSS 177 1 1. In che modo Daniele (7:13) descrive il ritorno di Cristo? (172, 173) GSS 177 2 2. Quali casi sono considerati nel giudizio investigativo? (173) GSS 177 3 3. I nomi di chi sono registrati nel libro delle vita? (174) GSS 177 4 4. Quanti nomi contiene il libro del cielo? (174) GSS 177 5 5. Nella sentenza investigative, cosa accade se nei libri del cielo rimangono registrati i peccati? (177) GSS 177 6 6. I peccati che sono stati perdonati, quando saranno rimossi dal libro del cielo? (180, 181) GSS 178 1 7. Oltre le nostre azioni, quali altre cose saranno sottoposte al giudizio? (183, 184) GSS 178 2 8. In che modo i nostri atti saranno valutati? (184) GSS 178 3 9. Quali sono i due atti di Cristo che hanno lo stesso valore nel piano della salvezza? (186) GSS 178 4 10. In che modo Satana provocherà Cristo e gli angeli santi durante il giudizio? Secono lui, che cosa è impossibile fare per gli uomini? (186, 187) GSS 178 5 11. In che modo dobbiamo vivere gli ultimi giorni di prova? (187-190)