La chiesa del rimanente

Capitolo 2

La chiesa è proprietà di Dio

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La chiesa è la proprietà di Dio, il quale le ricorda del continuo che finché starà nel mondo sarà oggetto delle tentazioni di Satana. Cristo non ha mai dimenticato i giorni della sua umiliazione, lasciando i quali nulla Egli ha perduto della propria umanità. Egli prova per il dolore umano lo stesso amore, la stessa tenerezza e la stessa compassione. Ricordandosi di essere stato un "uomo di dolori, esperto in languori", non dimentica il suo popolo che Lo rappresenta e che lotta per tenere alta la sua legge calpestata. Egli sa che il mondo che Lo ha odiato, odierà anch'essi e quantunque Gesù Cristo sia asceso in cielo, c'è sempre una catena vivente che unisce i credenti al suo cuore pieno di un amore infinito. Anche i più umili e deboli sono avvinti al suo cuore da una catena di simpatia. Egli non dimentica mai di essere il nostro rappresentante, che porta la nostra natura.

Gesù vede la sua chiesa sulla terra, la cui suprema ambizione è di collaborare con Lui nella grande opera per la salvezza delle anime; ne ascolta le preghiere offerte con contrizione e potenza e l'Onnipotente non può resistere a questo richiamo per la salveza di qualsiasi membro del corpo di Cristo che sia tentato, messo alla prova. "Avendo dunque un grande Sommo Sacerdote che è entrato nei cieli, Gesù il Figliuolo di Dio, riteniamo fermamente la confessione, perché noi non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa compatire le nostre infermità; anzi che è stato tentato in ogni cosa simigliantemente senza peccato. Accostiamoci, dunque, con confidanza al trono della grazia affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia, per soccorso opportuno". Ebrei 4:14-16. Gesù vive sempre per intercedere per noi. Quali benedizioni il credente può ricevere grazie a Lui! La chiesa, ormai prossima ad affrontare il suo più severo cimento, sarà in terra l'oggetto più caro a Dio. E questo, mentre la coalizione del male, spinta da una potenza diabolica, si sforzerà, secondo i disegni di Satana, di far ricadere sugli eletti il maggior biasimo possibile, quando non riuscirà ad ingannarli ed a sedurli con le sue infernali seduzioni e falsità. Cristo Gesù, nostro Rappresentante e nostro Capo, esaltato come "Principe e Salvatore per dare pentimento ad Israele e remissione dei peccati", ritirerà forse la sua mano? Verrà Egli forse meno alle sue promesse? No, no: ciò non accadrà mai.

Identificato con la sua chiesa

Dio ha una chiesa, un popolo eletto e se tutti potessero vedere, come ho visto io, quanto intimamente Cristo si identifica col suo popolo, non si udrebbe nessun messaggio come quello che denuncia la chiesa, definendola Babilonia. Dio ha un popolo che collabora con Lui e che va avanti avendo in vista la sua gloria. Udite la preghiera di Gesù, nostro Rappresentante in cielo: "Padre, io voglio che dove sono io siano anche, meco, coloro che Tu mi hai dati, affinché veggano la mia gloria!". Il nostro Divino Capo quanto bramava di avere la sua chiesa con sé! Essa era stata partecipe delle sue sofferenze e della sua umiliazione, quindi la sua suprema gioia era di avere i credenti seco, partecipi della sua gloria. Cristo reclama il privilegio di avere la sua chiesa con sé: "Io voglio che dove sono io, siano anche meco coloro che Tu mi hai dati". Averli seco corrisponde al patto di promessa e di accordo col Padre suo. Egli, con riverenza, presenta dinanzi al trono della Grazia la redenzione da Lui acquisita per il suo popolo. L'arco della promessa circonda il nostro Sostituto e Garante, mentre Egli espone la sua richiesta dettata dall'amore: "Padre, io voglio che dove sono io siano anche, meco, coloro che Tu mi hai dati, affinché veggano la mia gloria". Noi contempleremo il Re nella sua bellezza e la chiesa sarà glorificata.

Come Davide, noi possiamo ripetere: "Signore, è tempo per Te di operare perché essi hanno schernito la tua legge". Gli uomini si sono abbandonati alla trasgressione della legge di Dio, sì da raggiungere un grado di insolenza che non ha precedenti. Essi si esercitano alla disubbidienza e si avvicinano rapidamente al limite della sopportazione e dell'amore di Dio, per cui Egli interverrà per rivendicare il proprio onore e reprimere la dilagante iniquità.

Il popolo che osserva i comandamenti di Dio si lascerà forse travelgere dalla dilagante iniquità? Per il fatto che viene universalmente schernito, si lascerà esso indurre a considerare di scarso valore quella legge che sta alla base del governo divino in cielo e sulla terra? No. Per la sua chiesa, la Legge diventa sempre più preziosa, santa, onorevole, a mano a mano che gli uomini la scherniscono e se ne beffano. Come Davide, i fedeli possono dire: "Essi hanno annullato la tua legge. Perciò io amo i tuoi comandamenti più dell'oro, più dell'oro finissimo; perciò ritengo diritti tutti i tuoi precetti e odio ogni sentiero di menzogna".

La chiesa militante non è ancora la chiesa trionfante; ma Dio ama la sua chiesa. Egli descrive, per mezzo del suo profeta, come si oppone e resiste a Satana che copre i figli di Dio con le vesti più nere e più sporche e chiede il privilegio di distruggerli. Ma gli angeli di Dio li proteggono dagli assalti del nemico. Il profeta dice:

"E mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè che stava in pie davanti all'angelo dell'Eterno e Satana che gli stava alla destra per accusarlo. L'Eterno disse a Satana: 'Ti sgridi l'Eterno o Satana! ti sgridi l'Eterno che ha scelto Gerusalemme. Non è questi un tizzone strappato dal fuoco?' Or Giosuè era vestito di vestiti sudici e stava in pie davanti all'angelo. E l'angelo prese a dire a quelli che gli stavano davanti: 'Levategli di dosso i vestiti sudici!'. Poi disse a Giosuè: 'Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità e ti ho vestito di abiti magnifici!' E io dissi: 'Gli sia messa in capo una tiara pura!' E quelli gli posero in capo una tiara pura e gli misero delle vesti: e l'angelo dell'Eterno era quivi presente e fece a Giosuè questo solenne ammonimento: 'Così parla l'Eterno degli eserciti: se tu cammini nelle mie vie e osservi quello che ti ho comandato, anche tu governerai la mia casa e custodirai i miei cortili ed io ti darò libero accesso fra quelli che stanno davanti a me'". Zaccaria 3:1-7.

Maestri da evitare

Quando si levano degli uomini che pretendono di avere un messaggio di Dio e che invece di lottare contro il principe delle tenebre, si uniscono e dirigono le loro armi contro la chiesa militante, diffidatene. Essi non hanno ricevuto il mandato divino; Dio non ha loro affidato alcun compito del genere. Essi cercano di demolire quello che Dio vuole restaurare mediante il messaggio di Laodicea. Il Signore ferisce per curare e non per distruggere. Egli non affida mai ad un uomo un messaggio che possa scoraggiare o abbattere una chiesa. Egli rimprovera, corregge, castiga, ma ciò allo scopo di rialzare per poi approvare. Quanto si è rallegrato il mio cuore alle notizie annunziateci dalla Conferenza Generale che molti cuori sono stati toccati e che molti hanno fatto umili confessioni e messo da parte tutti quegli ostacoli che impediscono al Salvatore di entrare nei cuori! Come può accadere che gli opuscoli denuncianti la Chiesa Avventista del Settimo Giorno di essere Babilonia siano diffusi ovunque, nel momento in cui la chiesa riceve l'unzione dello Spirito di Dio? Come può essere che degli uomini si siano ingannati al punto di immaginarsi che il "gran grido" consista nel chiamare il popolo di Dio fuori da una chiesa che sta passando attraverso un periodo di risveglio spirituale? Possano queste anime smarrite porsi nella corrente, essere benedette e rivestire la potenza dall'alto! -- The Review and Herald, 17 ottobre 1893. Ristampato in Testimonies to Ministers, 19-23.