La chiesa del rimanente

Capitolo 4

L’accusatore e la sua opera

[AUDIO]

Mi ha molto addolorata la lettura dell'opuscolo che il fratello Stanton e i suoi colleghi hanno pubblicato. Senza il mio consenso hanno preso degli estratti delle "Testimonianze" e li hanno inseriti nei loro trattati per dare la impressione che i miei scritti approvino la posizione che hanno presa. Essi hanno fatto una cosa che non è giusta; prendendosi delle libertà ingiustificate, presentano delle teorie che ingannano e demoliscono. Molti altri hanno agito nello stesso modo nel passato, facendo credere che le "Testimonianze" sostenevano delle posizioni false e ingiustificabili.

Mi è stato mostrato che le idee presentate dal fratello Stanton e dai suoi amici non sono sane, ma fanno parte della categoria degli "Ecco qui, ecco là", che devono distinguere i giorni nei quali viviamo. Per dare un esempio della maniera con la quale il fratello Stanton ha redatto il suo opuscolo, citerò questo fatto. Io avevo scritto una lettera personale ad uno dei nostri predicatori. Questo fratello ne inviò una copia al fratello Stanton pensando di fargli del bene; ma, invece di considerare questa comunicazione come intima e destinata ad aiutarlo, quest'ultimo, per sostenere i suoi punti di vista, ne ha stampata una parte nel suo opuscolo come "Testimonianza inedita". È onorevole agire così? Non vi era niente in quella Testimonianza che fosse a favore del fratello Stanton, ma egli la torceva, come altri torcono le Scritture, per la sua perdizione e per quella dei suoi lettori. Dio giudicherà le persone che si prendono delle libertà illecite e usano dei mezzi disonesti per dare valore a ciò che considerano come verità. Facendo uso pubblico di una lettera personale che gli era stata comunicata in vista di fargli del bene, il fratello Stanton si è reso colpevole di abuso di fiducia. Gli autori dell'opuscolo "Il grande grido e la caduta di tutte le chiese", mostrano che lo Spirito Santo non opera in essi. "Voi li riconoscerete dai loro frutti".

Coloro che ricevono l'opuscolo che sostiene queste false teorie avranno l'impressione che io le approvi e che mi aggiunga a questi operai per proclamare ciò ch'essi amano chiamare delle "luci nuove". Ammetto che vi sono nel loro messaggio alcuni elementi di verità, ma la verità vi è male applicata e unita con l'errore. Al fratello che ha inviato a questi uomini una copia della lettera che gli avevo scritto, non ho il minimo rimprovero da rivolgere, e nessuno dovrebbe permettersi di biasimarlo su questo punto. Se lo censurassi per non aver agito che per dei motivi eccellenti, incorrerei nel dispiacere di Dio. Se il fratello al quale egli ha voluto andare incontro ha abusato della sua fiducia, egli non ne è responsabile.

Ai discepoli

Nelle "Testimonianze" vi sono delle cose che non sono state scritte per il gran pubblico, ma per i figli di Dio. Non è opportuno divulgare gli avvertimenti, le istruzioni, le censure o i consigli di questo genere. Il Redentore del mondo, l'Inviato da Dio, il più grande Educatore che mai sia esistito, riserbava ai suoi discepoli alcune istruzioni. Oltre agli insegnamenti per la folla che lo seguiva, ne aveva altri esclusivamente per i suoi discepoli, e che il gran pubblico non era capace né di apprezzare, né di comprendere. Egli inviò i discepoli a predicare l'Evangelo. Rientrati dal loro primo viaggio missionario, dopo che Gli ebbero raccontato le loro esperienze, Egli disse loro: "Venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un poco". Lontani dalla folla Gesù comunicò loro le istruzioni, i consigli, gli avvertimenti e le correzioni che stimava necessari. Gli insegnamenti che Egli dava loro nell'intimità non erano destinati al pubblico, ma soltanto ai suoi discepoli.

Parecchie volte, quando Gesù aveva operato delle guarigioni, raccomandava ai miracolati di non parlare a nessuno. Essi dovevano seguire il consiglio e dirsi che non era senza delle buone ragioni che il Signore aveva ordinato loro il silenzio. Senza alcun pretesto non dovevano permettersi di misconoscere le sue raccomandazioni. Avrebbe dovuto bastare loro sapere che il Maestro desiderava che essi conservassero le impressioni e si sottomettessero alla sua volontà. Il Signore sapeva che guarendo gli ammalati, operando dei miracoli per rendere la vista ai ciechi, purificando e nettando i lebbrosi, Egli esponeva la sua vita. Infatti, decisi a non riconoscere le prove della divinità della sua missione, i sacerdoti e i magistrati ne prendevano occasione per accusarLo dando a tali prove una interpretazione errata, e presentandole sotto una falsa luce. È vero che Egli fece parecchi miracoli in pubblico, ma in certe occasioni raccomandava alle persone guarite di non dirlo a nessuno. Quando il pregiudizio insieme con l'invidia e la gelosia ebbero libero corso e il suo cammino fu ostacolato, Gesù evitò le città per ricercare coloro che erano disposti ad accettarLo e che avrebbero apprezzato la sua verità.

Il Signor Gesù giudicò opportuno fare conoscere ai discepoli molte cose che non insegnava alla folla. Egli indicava loro le ragioni per le quali gli scribi, i farisei e i sacerdoti Lo odiavano, e annunciò loro il suo tradimento, le sue sofferenze e la sua morte, ma non rivelò così chiaramente queste cose al mondo. Egli dette ai discepoli degli avvertimenti, fece loro conoscere a cosa avrebbero condotto tutti i complotti orditi contro di Lui e infine tutto quello che essi potevano aspettarsi. Dette loro delle istruzioni precise ch'essi non compresero appieno che dopo la sua morte, la sua resurrezione e la sua ascensione. Quando lo Spirito Santo scese, esso ricordò loro quello che il Maestro aveva detto.

Un abuso di fiducia

Era un abuso di fiducia che poteva far conoscere al pubblico quello che Gesù aveva detto in disparte; fare pubblico quello che Gesù aveva detto in particolare; fare ciò significava nuocere alla causa della verità e coprirla di obbrobrio. Il Signore ha dato al suo popolo dei messaggi opportuni: avvertimenti, censure, consigli e istruzioni: ma non è legittimo separare questi messaggi dalle circostanze nelle quali sono stati dati a farne degli argomenti per un messaggio errato.

L'opuscolo pubblicato dal fratello Stanton e dai suoi amici accusa la chiesa di essere Babilonia, e raccomanda di separarsene. E quell'opera non è né giusta né onorevole. Redigendo quel lavoro essi si sono serviti del mio nome per appoggiare quello che io disapprovo e denuncio. Le persone che leggeranno quell'opuscolo mi considereranno responsabile degli errori che esso contiene, mentre essi sono in contrasto con gli insegnamenti dei miei scritti e con la luce che mi è stata data. Io non esito a dire che le persone che incoraggiano una tale opera si allontanano completamente dalla verità.

Un falso messaggio

Da diversi anni insegno che quando sorgono delle persone che dicono di avere delle grandi luci e che cercano di demolire quello che il Signore ha edificato per mezzo dei suoi strumenti umani, tali persone si fuorviano completamente e non lavorano con Cristo. Coloro che affermano che le Chiese Avventiste del Settimo Giorno sono Babilonia o fanno parte di Babilonia, farebbero bene a tacere. Che essi riflettano bene e considerino qual è il messaggio che deve essere predicato ai nostri giorni. Invece di collaborare con gli strumenti divini per preparare un popolo capace di sussistere nel giorno del Signore, essi si sono schierati dalla parte dell'accusatore dei fratelli, colui che li accusa giorno e notte davanti a Dio. Degli agenti di Satana che ricevono la loro ispirazione dal basso, hanno spinto degli uomini a creare delle alleanze malefiche per inquietare e turbare le anime e per gettare il popolo di Dio in una grande distretta. Il mondo intero avrà un grande odio per gli Avventisti del Settimo Giorno perché essi non vogliono rendere omaggio al papato, rispettando la domenica, istituita da quella potenza anticristiana. Il piano di Satana è di estirparli dalla faccia della terra, alfine di stabilire sul mondo una supremazia incontestata.

Le accuse di Satana

L'opera di Satana, accusatore del popolo di Dio, fu presentata al profeta. Ecco questo quadro. "E mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava in pie davanti all'angelo dell'Eterno, e Satana che gli stava alla destra per accusarlo". Gesù è il nostro Sommo Sacerdote che siede nei cieli. Cosa fa Egli? Egli intercede per coloro che credono in Lui. Mediante la sua giustizia che viene loro imputata, essi vengono accettati da Dio, nella misura in cui sono stati fedeli ed hanno osservato i suoi comandamenti. Satana, pieno di odio, manifesta verso di essi lo spirito che ha manifestato verso Cristo ai giorni della sua vita terrena. Quando Gesù fu condotto davanti a Pilato, il procuratore romano voleva liberarLo, e si augurava che il popolo risparmiasse il supplizio. Presentando al popolo Gesù e il criminale Barabba, disse loro: "Qual dei due volete che vi liberi? E quelli dissero: Barabba. E Pilato a loro: Che farò dunque di Gesù detto Cristo? Tutti risposero: Sia crocifisso". Matteo 27:21-23.

Era Satana che aveva ispirato al popolo questo odio, e che, quando si chiese a quest'ultimo cosa preferiva, Gesù o l'assassino, gli fece scegliere l'assassino. Ingannato dai capi il popolo preferì al Salvatore un ladro e un brigante. Non dimentichiamo che noi siamo ancora in un mondo che ha rigettato e crocifisso il Figlio di Dio, e sul quale pesa ancora la responsabilità di avere preferito il ladrone Barabba all'Agnello di Dio senza difetto e senza macchia. A meno che noi non ci pentiamo personalmente della trasgressione della legge, e non abbiamo fede nel nostro Signore Gesù Cristo, che il mondo ha rigettato, subiremo la condanna che cadrà su coloro che hanno scelto Barabba al posto del Salvatore. Il mondo intero è oggi incolpato di aver deliberatamente rigettato e messo a morte il Figlio di Dio. La Parola dichiara che i Giudei e i pagani, i re e i governatori, i ministri, i sacerdoti e il popolo, tutte le classi e tutte le sette che manifestano lo stesso spirito di invidia, di odio, di pregiudizio e di incredulità manifestato da coloro che hanno chiesto la morte del Figlio di Dio, farebbero esattamente, se ne avessero l'occasione, quello che i Giudei hanno fatto. Essi hanno lo stesso spirito di coloro che hanno domandato la morte del Figlio di Dio.

Nella scena rappresentante l'opera di Cristo in nostro favore e l'accusa formale che Satana rivolge a noi, Giosuè rappresenta il Sommo Sacerdote che intercede per gli osservatori dei comandamenti di Dio. Nello stesso tempo Satana dipinge i figli di Dio come dei grandi peccatori, presenta al Signore tutti i falli che egli li ha indotti a commettere, e ne conclude che a motivo delle loro trasgressioni essi devono essergli dati perché li distrugga. Egli pretende che non devono essere protetti contro i suoi agenti. Egli è furioso di non poter legare i figli di Dio in uno stesso fascio col mondo perché eseguano la sua volontà. Re, capi e governatori hanno preso il marchio dell'anticristo e sono rappresentati dal dragone che va a fare la guerra ai santi, a coloro che osservano i comandamenti di Dio ed hanno la fede di Gesù. Nella loro inimicizia contro il popolo di Dio, essi si mostrano colpevoli di aver scelto Barabba al posto di Cristo.

Il mondo chiamato a rendere conto

Dio è in disaccordo con gli abitanti della terra. Quando avrà luogo il giudizio e i libri saranno aperti, egli regolerà un conto terribile che farebbe tremare di terrore il mondo, se esso non fosse accecato dalle insinuazioni di Satana. Dio domanderà conto al mondo della morte del suo Figlio unico crocifisso di nuovo e coperto di obbrobrio dalle persecuzioni contro il suo popolo. Il mondo ha rigettato il Cristo nella persona dei suoi santi; esso ha rigettato i messaggi dei suoi profeti, apostoli e messaggeri. Esso ha rigettato i collaboratori di Cristo e dovrà renderne conto.

L'accusatore censurato

Satana è il capo di tutti gli accusatori dei fratelli. Ma cosa gli risponde il Signore quando egli presenta i peccati del popolo di Dio? "Ti sgridi l'Eterno, o Satana! ti sgridi l'Eterno che ha scelta Gerusalemme! Non è questi un tizzone strappato dal fuoco? Or Giosuè era vestito di vestiti sudici, e stava in pie davanti all'angelo". Zaccaria 3:2, 3. Satana aveva rappresentato i fedeli servitori di Dio come ricoperti delle sozzure del peccato. Egli poteva ricordare nei particolari i peccati di cui si erano resi colpevoli. Non era stato lui a mettere in moto tutto il suo esercito per farli cadere? Ma essi si erano pentiti ed avevano accettato la giustizia di Cristo. Essi si presentavano davanti a Dio rivestiti di questa giustizia. "E l'angelo prese a dire a quelli che gli stavano davanti: 'Levategli di dosso i vestiti sudici!' Poi disse a Giosuè: 'Guarda io ti ho tolto di dosso la tua iniquità, e t'ho vestito di abiti magnifici'". Zaccaria 3:4, 5. Tutti i loro peccati erano perdonati ed essi si tenevano davanti a Dio come suoi eletti e fedeli, innocenti e perfetti come se non avessero mai peccato.

Parole di incoraggiamento

"Gli sia messa in capo una tiara pura!" E quelli (gli angeli) gli posero in capo una tiara pura, e gli misero delle vesti; e l'Angelo dell'Eterno era quivi presente. E l'Angelo dell'Eterno fece a Giosuè questo solenne ammonimento: "Così parla l'Eterno degli eserciti: Se tu cammini nelle mie vie, e osservi quello che t'ho comandato, anche tu governerai la mia casa e custodirai i miei cortili, e io ti darò libero accesso fra quelli che stanno qui davanti a me". Zaccaria 3:6-8. Io vorrei che tutti coloro che profossano di credere alla verità presente pesassero seriamente il pensiero di questo capitolo. Perr quanto debole e inerme sia il popolo di Dio, coloro che si separano dall'infedelta di questa generazione perversa per tornare a Dio, che rivendicano i diritti della sua santa legge, e riparano la breccia che vi è stata fatta per istigazione di Satana, saranno considerati fra i figli di Dio e appariranno senza macchia davanti a lui mediante la giustizia di Cristo. La verita non sarà sempre trascinata nella polvere dagli uomini. Essa sarà resa magnifica ed illustre; si leverà ancora e brillerà del suo splendore naturale; sussisterà nei secoli dei secoli.