------------------------Consigli sull' economato cristiano CEC 5 1 Prefazione all'edizione italiana CEC 11 1 Capitolo 1 -- Collaboratori di Dio CEC 13 4 Capitolo 2 -- Il nostro generoso benefattore CEC 15 7 Capitolo 3 -- Perché Dio utilizza gli uomini come suoi amministratori? CEC 19 1 Capitolo 4 -- I principi antitetici di Cristo e Satana CEC 21 1 Capitolo 5 -- La presenza di Cristo nella nostra vita ispira la generosità CEC 22 2 Capitolo 6 -- Esempi viventi CEC 27 1 Capitolo 7 -- L'opera di Dio deve essere sostenuta CEC 32 1 Capitolo 8 -- Un profondo attaccamento alla chiesa CEC 34 4 Capitolo 9 -- Manifestiamo la nostra consacrazione CEC 37 3 Capitolo 10 -- Un appello a un maggiore fervore CEC 42 3 Capitolo 11 -- Vendere immobili e proprietà CEC 47 1 Capitolo 12 -- Una prova della nostra fedeltà a Dio CEC 50 1 Capitolo 13 -- Un principio eterno CEC 52 3 Capitolo 14 -- Un piano straordinario per la sua semplicità CEC 55 2 Capitolo 15 -- Una questione di onestà CEC 57 1 Capitolo 16 -- Regolarità e sistematicità CEC 58 4 Capitolo 17 -- Il messaggio di Malachia CEC 63 1 Capitolo 18 -- Mettiamo il Signore alla prova CEC 64 6 Capitolo 19 -- Possiamo disporre di ciò che appartiene a Dio? CEC 66 4 Capitolo 20 -- La risposta di una coscienza sensibile CEC 70 4 Capitolo 21 -- L'uso della decima CEC 73 1 Capitolo 22 -- Un insegnamento che deve essere impartito da pastori e responsabili di chiesa CEC 79 1 Capitolo 23 -- I principi dell'economato CEC 81 1 Capitolo 24 -- I nostri talenti CEC 84 2 Capitolo 25 -- Responsabilità dell'uomo a cui era stato affidato un solo talento CEC 87 3 Capitolo 26 -- Non servire Dio fedelmente CEC 90 2 Capitolo 27 -- Nel giorno del giudizio CEC 95 1 Capitolo 28 -- Le ricchezze: un talento affidatoci da Dio CEC 100 1 Capitolo 29 -- I metodi impiegati per acquisire ricchezze CEC 104 1 Capitolo 30 -- I pericoli della ricchezza CEC 109 1 Capitolo 31 -- Le astuzie di Satana CEC 110 3 Capitolo 32 -- Investimenti sbagliati CEC 112 4 Capitolo 33 -- Manifestare simpatia per i poveri CEC 121 1 Capitolo 34 -- Elogio della generosità CEC 125 2 Capitolo 35 -- Ciò che conta agli occhi di Dio CEC 131 1 Capitolo 36 -- Trasmettere ad altri le benedizioni ricevute CEC 132 3 Capitolo 37 -- Dio crea le opportunità CEC 135 3 Capitolo 38 -- La raccolta annuale di fondi CEC 139 1 Capitolo 39 -- Lo scopo autentico del servizio CEC 141 2 Capitolo 40 -- Offerte spontanee CEC 143 2 Capitolo 41 -- Metodi popolari per sollecitare la generosità CEC 151 1 Capitolo 42 -- Il pericolo dell'avidità CEC 156 6 Capitolo 43 -- Cercando di servire Dio e Mammona CEC 160 4 Capitolo 44 -- Inutili professioni di fede CEC 167 1 Capitolo 45 -- Sete di ricchezze CEC 170 2 Capitolo 46 -- La tentazione di speculare CEC 174 2 Capitolo 47 -- Investimenti avventati CEC 179 1 Capitolo 48 -- Vivere secondo le proprie possibilità economiche CEC 181 1 Capitolo 49 -- Impedire che l'opera di Dio venga criticata CEC 183 2 Capitolo 50 -- Un invito alla preghiera o alla comprensione della propria vocazione CEC 185 1 Capitolo 51 -- Pagare i debiti contratti per i luoghi di culto CEC 190 1 Capitolo 52 -- Evitare di contrarre debiti per le istituzioni CEC 195 1 Capitolo 53 -- Trascuratezza nel calcolo delle spese CEC 198 1 Capitolo 54 -- Progredire tramite la fede CEC 201 1 Capitolo 55 -- Raccomandazioni divine CEC 205 1 Capitolo 56 -- Una gestione lasciata all'iniziativa umana CEC 208 1 Capitolo 57 -- Raccomandazioni ai giovani CEC 212 2 Capitolo 58 -- Appello al risparmio CEC 221 1 Capitolo 59 -- Le promesse fatte a Dio sono vincolanti CEC 222 4 Capitolo 60 -- Il peccato di Anania e Saffira CEC 225 1 Capitolo 61 -- Un contratto con Dio CEC 231 1 Capitolo 62 -- Prepararsi ad affrontare la morte CEC 236 1 Capitolo 63 -- L' economato è una responsabilità individuale CEC 238 1 Capitolo 64 -- Delegare ad altri le proprie responsabilità CEC 243 1 Capitolo 65 -- L'importanza della promessa di una ricompensa fra le motivazioni del servizio CEC 245 1 Capitolo 66 -- Un tesoro in cielo CEC 247 1 Capitolo 67 -- Le benedizioni accordate a coloro che sono generosi CEC 249 3 Capitolo 68 -- Condividere la gioia dei redenti ------------------------Prefazione all'edizione italiana CEC 5 1 Abbiamo il piacere di presentare la traduzione in lingua italiana di questo volume di E. White. Si tratta di una compilazione pubblicata per la prima volta in inglese nel 1940. Il libro, già tradotto in altre lingue, è stato molto utile ai credenti per una comprensione più completa di una dimensione che è parte integrante della vita cristiana. CEC 5 2 In questa breve introduzione forniremo alcune spiegazioni sulla stesura di una compilazione degli scritti di E. White, presenteremo alcuni cenni relativi all'ambiente storico che ha visto la nascita del volume e le considerazioni che riteniamo necessarie per una migliore comprensione dell'opera. Le compilazioni CEC 5 3 Nel suo testamento E. White lasciò delle indicazioni precise riguardo all'uso dei suoi scritti. Agli esecutori testamentari (i fiduciari) fu affidato il compito di assicurare alla stampa traduzioni in altre lingue ma anche di preparare nuove compilazioni a partire dai suoi manoscritti. I fiduciari avrebbero dovuto anche promuovere la diffusione dei suoi scritti in lingua inglese. CEC 5 4 Fino a oggi, uno dei compiti principali dei fiduciari è stato quello di preparare delle compilazioni. Furono quindi formulati dei piani per poter utilizzare pienamente gli scritti di E. White. La Fondazione White (organismo responsabile della tutela degli scritti di E. White) e i dirigenti della Conferenza Generale elaborarono una strategia il cui obiettivo era di pubblicare il materiale contenuto nei manoscritti per renderlo accessibile al maggior numero di persone. CEC 5 5 Ci si potrebbe chiedere: che bisogno c'era di questi nuovi libri? Volumi come Evangelism, Messages to Young People e tanti altri sono stati preparati per mettere a disposizione dei lettori il materiale presente negli scritti di E. White su tematiche specifiche, che non era facilmente reperibile, riunendolo per comodità in un unico testo. In queste opere vengono pubblicati anche articoli o manoscritti inediti. La stessa E. White affermò: "Gli articoli scritti settimanalmente sulle riviste vengono dimenticati facilmente... essi devono essere raccolti e ristampati in libri per metterli a disposizione dei credenti e dei non credenti". -- Lettera 7, 1903. CEC 5 6 Ecco la procedura seguita per preparare un'opera compilata. Quando su un argomento specifico viene chiesta la stesura di una compilazione, dopo aver verificato che esiste materiale a sufficienza in proposito, si passa alla raccolta delle citazioni. Il contenuto delle citazioni stesse suggerisce lo schema in base al quale ordinarle. Una bozza dell'opera viene consegnata a ogni membro della commissione della Fondazione White, perché presenti le sue osservazioni. In questa fase si cerca in particolare di eliminare le ripetizioni, o di dare una collocazione ideale a ogni citazione. Quando la stesura finale della compilazione ha ottenuto l'approvazione definitiva, essa viene trasmessa agli editori per la pubblicazione senza sottoporla all'approvazione della "commissione del libro". CEC 6 1 Questo metodo non è molto diverso da quello seguito dalla stessa E. White nella composizione degli ultimi volumi che videro la luce mentre era ancora in vita: Prophets and Kings, il volume 9 delle Testimonies, Counsels to Parents, Teachers and Students. La differenza fondamentale fra queste opere e le compilazioni successive è che E. White ebbe la possibilità di rileggere le citazioni scelte migliorando il testo o scrivendo delle frasi di collegamento fra i vari brani. Il contesto storico CEC 6 2 È importante dedicare alcune righe per presentare il contesto storico nel quale il volume è stato composto. Senza questa precisazione si corre il rischio di imporre al testo significati che derivano dal nostro contesto storico, quasi sempre molto diverso da quello in cui viveva E. White quando scrisse le riflessioni riportate nel volume, o da quello nel quale vivevano i compilatori che hanno compiuto la scelta delle citazioni. CEC 6 3 Gli anni che precedetero la compilazione di questo volume furono determinanti per la formazione della chiesa e in particolare per la sua riorganizzazione. In questo periodo l'interesse missionario divenne fondamentale per la Chiesa Avventista. Fin dagli anni 1860-70 la chiesa si sentiva chiamata a una predicazione mondiale e questo concetto era stato ripetuto varie volte nelle pubblicazioni avventiste. Agli inizi del 1900 possiamo dire che il senso della missione si rafforzò. Mentre le società più secolarizzate degli Stati Uniti e dell'Europa erano più ostili alla diffusione del Vangelo, quelle in via di sviluppo come l'America del sud, l'Asia e l'Africa si presentarono ai nostri leader come un territorio fertile per una crescita della chiesa in termini numerici. Gli Stati Uniti continuavano a fornire la maggior parte dei dirigenti e il sostegno finanziario a quella che era diventata una chiesa mondiale. La sessione della Conferenza Generale del 1909 decise che le offerte della Scuola del Sabato sarebbero state destinate interamente alle missioni. Nel ventennio successivo si ebbe un considerevole aumento di queste offerte. Nello stesso periodo iniziò un programma di raccolta di fondi per le missioni a livello mondiale. CEC 6 4 Nonostante il bisogno di nuovi fondi, i leader della chiesa cercarono di lavorare nel campo missionario nel modo più efficace possibile utilizzando al massimo le possibilità dell'organizzazione. L'impegno mondiale della chiesa implicava una maggiore responsabilità cristiana, ricordando quei principi biblici che erano alla base dell'economato cristiano. Furono allora ripresentati i consigli che avevano guidato il popolo dell'avvento all'inizio della sua storia, attraverso l'opera di E. White che aveva scritto diversi articoli in proposito su giornali e riviste o altro materiale inedito. CEC 7 1 La maggior parte dei testi usati dai fiduciari per preparare la compilazione di questo volume appartiene a un periodo della storia della Chiesa Avventista in cui l'impegno missionario era particolarmente sentito. Pur di diffondere la Buona Novella i credenti erano disposti a vendere case e terreni; queste proprietà erano viste come un ostacolo per il tempo di distretta che si avvicinava. CEC 7 2 Questo libro è una testimonianza della profonda dedizione dei primi avventisti all'opera del Signore. Essa si concretizza in una generosità e in uno spirito di sacrificio che li rendeva pronti a mettere nelle mani del Signore, nonostante la loro povertà, tutti quei mezzi di cui la chiesa aveva bisogno per svolgere il mandato evangelico. La stessa missione viene adempiuta ancora oggi con l'aiuto del Signore. È in quest'ottica che occorre leggere il capitolo dedicato ai lasciti e alle eredità, tenendo conto che oggi l'usanza di decidere della destinazione del proprio patrimonio prima della morte non è molto seguita nel nostro paese, per cui gli eredi ne dispongono a loro piacimento. Anche l'amministrazione dei beni materiali è un dovere cristiano che non dovrebbe essere delegato ai congiunti che non vivono in una prospettiva di fede. CEC 7 3 Senza raggiungere posizioni estremiste occorre considerare alcuni elementi essenziali. Un credente riconosce di aver ricevuto tutto dal Signore nel corso della sua vita terrena; la famiglia, la comunità, i beni materiali sono doni che Dio ha messo a sua disposizione perché li amministri nel migliore dei modi. CEC 7 4 Quando i suoi congiunti non sono credenti dovrebbe lasciare delle istruzioni precise sul modo in cui desidera venga utilizzato il suo patrimonio, tenendo conto delle necessità dei familiari e senza dimenticare che ciò che possiede è una benedizione del Signore. È sua responsabilità fare in modo che il messaggio del Vangelo, in cui ha creduto, continui a essere diffuso affinché l'opera del Signore progredisca. Così facendo, mentre è ancora in vita, egli potrà essere felice pensando al fatto che i suoi beni contribuiranno ad alleviare le sofferenze dei suoi simili. CEC 7 5 E. White usa spesso formule e concetti tratti dalla Bibbia. Anche in questo caso non bisogna dimenticare il contesto diverso nel quale tutto questo avviene. In particolare ella li riporta con un linguaggio che non è più il nostro e che appartiene a un'altra cultura e mentalità. CEC 7 6 Varie volte, sia nella Bibbia sia in quest'opera si afferma che la fedeltà dell'uomo verrà ricompensata con benedizioni e ricchezze. In realtà non sempre la ricchezza è sinonimo di benedizione divina e la povertà segno di infedeltà e punizione. In una società in cui tutto si misura con il denaro siamo propensi a cadere in questo tipo di errore. Ricordiamoci che il Signore lodò l'offerta della povera vedova che, secondo il ragionamento sopra esposto, non sarebbe stata benedetta da Dio. In realtà la sua povertà corrispondeva a un progetto di fedeltà nei confronti del Signore attraverso il quale ella riceveva delle benedizioni non facilmente percepibili da un osservatore esterno. Ella godeva nel suo cuore della presenza di Dio e intuiva il bisogno di coloro che erano più poveri di lei. CEC 8 1 Dopo aver fornito qualche elemento per comprendere il contesto storico, vorremmo presentare un altro principio fondamentale per un'equilibrata comprensione del testo. Si tratta di un principio ermeneutico che applichiamo alla Parola di Dio ma che è valido anche per gli scritti di E. White: una singola affermazione va inquadrata nel contesto dell'insegnamento globale dell'autore. Vi invitiamo quindi a cogliere la visione dell'insieme di questo volume e di porre ogni citazione in rapporto con il pensiero espresso in altre opere a vostra disposizione. In questo modo avrete una visione più ampia e non rischierete di fraintendere il messaggio essenziale dell'opera. CEC 8 2 Ogni vero credente che vive al servizio del Signore e del prossimo sarà profondamente toccato dal tema affrontato da questo libro: tutto appartiene al Signore ed è Lui che elargisce la sua grazia e ci aiuta a comprendere i principi della gestione cristiana della vita. Comprendendo meglio questi principi si renderà conto delle manifestazioni dell'amore del Signore nella propria vita: non considererà Dio come un esattore che chiede di seguirlo arbitrariamente. Egli ha chiesto ai credenti di collaborare nella sua opera restituendo parte di ciò che nella sua grande bontà continua a donare, sradicando dal cuore l'egoismo e accogliendo le benedizioni spirituali che ne derivano. CEC 8 3 "Il concetto di gestione cristiana della vita deve avere delle implicazioni pratiche per il popolo di Dio... La generosità vivificherà migliaia di credenti che lo sono solo formalmente e che brancolano nel buio. Essi saranno trasformati da adoratori egoisti di Mammona in sinceri e fedeli collaboratori di Cristo per la salvezza dei peccatori". -- Testimonies for the Church 3:387. CEC 8 4 Siamo certi che uno studio accurato dei principi presentati in questo volume contribuirà a trasformare ogni credente sincero affinché avvicinandosi in preghiera al Signore, sia disposto a lasciarlo agire ogni giorno più efficacemente nella propria vita. Gli Editori. ------------------------Capitolo 1: Collaboratori di Dio CEC 11 1 "Onora l'Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saran ripieni d'abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto". Proverbi 3:9, 10. CEC 11 2 "C'è chi spende a volontà, eppure arricchisce sempre; c'è chi risparmia più del necessario, eppure impoverisce. Chi è generoso diventa ricco, chi disseta sarà dissetato". Proverbi 11:24, 25 (Tilc). CEC 11 3 "Ma la persona onesta pensa rettamente e agisce con lealtà". Isaia 32:8 (Tilc). CEC 11 4 Dio, nella sua saggezza, ha inserito la legge della causa-effetto nel piano della salvezza. In questo modo la generosità, in tutte le sue forme, viene doppiamente benedetta. Colui che dona a chi ha bisogno non fa solo del bene agli altri, ma riceve lui stesso un beneficio, addirittura maggiore. La gloria del vangelo CEC 11 5 Il nostro Redentore ha chiesto all'uomo di collaborare con lui per permettergli di godere i vantaggi che derivano dalla generosità. Dio avrebbe potuto adempiere il piano della salvezza senza l'aiuto dell'uomo, ma sapeva che questa collaborazione avrebbe reso l'uomo felice. Tramite una serie di circostanze, che fanno appello alla sua generosità, il Signore gli offre l'opportunità di aiutare il povero e di sostenere la proclamazione del messaggio del Vangelo. Usufruendo delle nostre possibilità -- denaro e influsso -- si risponde agli enormi bisogni di un mondo che va alla deriva, si può far conoscere agli uomini quella verità che li salverà. Rispondendo a queste sollecitazioni con generosità, siamo trasformati secondo l'esempio di colui che è diventato povero per noi. Dando, facciamo del bene agli altri e contemporaneamente accumuliamo le vere ricchezze. CEC 12 1 La gloria del Vangelo consiste nel restaurare l'immagine di Dio nell'uomo, ormai lontano da lui, tramite una manifestazione costante della nostra generosità. Quest'opera è iniziata in cielo; Dio ha dato agli esseri umani la prova di un amore straordinario nei loro confronti. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna". Giovanni 3:16 (Tilc). Il dono del Cristo rivela la grandezza del cuore del Padre. In questo modo abbiamo la certezza che avendo intrapreso l'opera della nostra redenzione, Dio non si fermerà davanti a nulla, costi quel che costi, per portarla a termine. CEC 12 2 In cielo regna la generosità. L'amore di Cristo si è rivelato sulla croce. Per salvare l'uomo Egli diede tutto ciò che aveva, perfino la sua vita. La croce di Cristo invita ogni suo discepolo a manifestare la propria generosità. Sottolinea il principio del donare senza riserve. Questo è il vero frutto della vita cristiana, che si concretizza nella beneficenza e nelle buone opere. La nostra società ha invece come unico scopo l'inesauribile sete di guadagno e di conquista, pensando di poter raggiungere così la felicità. Purtroppo gli uomini si ingannano perché non raccoglieranno che miseria e morte. CEC 12 3 Il messaggio del Vangelo, che scaturisce dalla croce di Cristo, rimprovera l'egoismo e incoraggia la generosità in tutte le sue manifestazioni. Non dovremmo lamentarci se gli appelli si moltiplicano. Dio ci invita a uscire dalla nostra limitata sfera d'azione per intraprendere iniziative più ambiziose. Nella nostra epoca, caratterizzata dalla mancanza di principi morali, dobbiamo agire senza stancarci. Molti figli di Dio corrono il pericolo di essere travolti dalla mondanità e dall'avarizia. Essi dovrebbero comprendere che la misericordia divina sollecita la nostra disponibilità. Dovremmo presentare loro delle motivazioni che li spingano all'azione, seguendo l'esempio del nostro grande Modello. Le benedizioni per gli amministratori fedeli CEC 12 4 Mandando i suoi discepoli a diffondere il messaggio del Vangelo "in tutto il mondo e ad ogni creatura", Cristo affidò agli uomini il compito di divulgare la conoscenza della sua grazia. Mentre invita alcuni a predicare, invita altri a sostenere la stessa opera con le loro offerte. Egli ci ha affidato i mezzi necessari per trasmettere i doni divini per la salvezza dei nostri simili. In questo modo l'uomo può collaborare con Dio e questa azione risulta indispensabile per affinare la sensibilità del suo cuore ed esercitare le sue migliori facoltà mentali. CEC 12 5 Tutto ciò che di positivo esiste intorno a noi è un dono di Dio, è l'espressione del suo amore. I poveri gli stanno a cuore, come l'essenza stessa della religione. L'oro e l'argento gli appartengono e se lo volesse potrebbe farli piovere dal cielo. Ha deciso invece di chiedere all'uomo di essere l'amministratore dei suoi beni, non perché essi vengano accumulati, ma perché vengano utilizzati per il bene degli altri. CEC 12 6 In questo modo l'uomo diventa il canale tramite il quale distribuire le sue benedizioni sulla terra. Dio predispose il sistema dell'economato cristiano affinché l'uomo potesse diventare, come il suo Creatore, generoso e altruista e potesse così partecipare con Cristo al dono della vita eterna. Riuniti intorno alla croce CEC 13 1 L'amore espresso sul Calvario dovrebbe essere rivissuto, rafforzato e diffuso nelle nostre chiese. Vogliamo impegnarci per attuare i principi proposti da Cristo? Vogliamo lasciarci coinvolgere, senza perdere tempo, per organizzare e realizzare quelle attività di beneficenza che ci vengono presentate? Quando pensate alla croce e vedete il Principe del cielo morire per voi, potete rimanere insensibili e dire: "Non ho nulla da dare?" CEC 13 2 I credenti devono manifestare l'amore. Un amore che unisce tutti intorno alla croce eliminando ogni forma di egoismo e stabilendo un legame con Dio e con coloro che ci circondano. CEC 13 3 Riunitevi intorno alla croce con spirito di sacrificio e di abnegazione. Fate il possibile e Dio vi benedirà. Accettando la grazia che Dio vi offre, afferrando quella catena d'oro calata dal cielo sulla terra, per far uscire gli uomini dal pozzo del peccato, il vostro cuore si aprirà all'amore per tutti quei fratelli e quelle sorelle che non conoscono Dio e non hanno speranze nella loro vita. -- Testimonies for the Church 9:253-256. ------------------------Capitolo 2: Il nostro generoso benefattore CEC 13 4 La potenza di Dio si manifesta nel battito del cuore, nel movimento dei polmoni e nelle correnti vitali che attraversano i vari canali del nostro corpo. Siamo debitori nei suoi confronti di ogni attimo della nostra esistenza e di tutte le possibilità della nostra vita. Le facoltà e le capacità che elevano l'uomo al di sopra del resto della creazione, sono doti fornite dal Creatore. CEC 13 5 Egli ci elargisce i suoi doni. Dipendiamo da lui per il cibo che consumiamo, per l'acqua che beviamo, per gli abiti che indossiamo, per l'aria che respiriamo. Senza il suo intervento l'aria sarebbe malsana e irrimediabilmente inquinata. Egli benedice generosamente e preserva tutto il creato. CEC 13 6 Il sole che risplende sulla terra ed esalta la bellezza della natura, il misterioso e solenne fulgore della luna, lo splendore del firmamento trapunto di stelle luminose, le piogge che rinfrescano il terreno e fanno rinascere la vegetazione, le meraviglie della natura in tutte le sue svariate manifestazioni, gli alberi che si elevano maestosi, gli arbusti e le piante, il grano che ondeggia al vento, l'azzurro del cielo, la terra verdeggiante, l'alternarsi del giorno e della notte, l'avvicendarsi delle stagioni, tutto questo parla all'uomo dell'amore del suo Creatore. CEC 14 1 Egli ci ha unito a lui tramite tutti questi doni nel cielo e sulla terra. Egli si occupa di noi con una tenerezza maggiore di quella di una madre che veglia il proprio bambino malato. "Come è buono un padre con i figli, è tenero il Signore con i suoi fedeli". Salmi 103:13 (Tilc). -- The Review and Herald, 18 settembre 1888. Ricevendo continuamente diamo costantemente CEC 14 2 Beneficiando continuamente dei doni di Dio possiamo dare costantemente. Se il nostro Benefattore cessasse di elargirci i suoi doni potremmo scusarci dicendo che non abbiamo più nulla. Dio però non ci ha mai lasciati privi delle tangibili manifestazioni del suo amore, ci ha sempre fatto del bene. (...) CEC 14 3 Noi siamo costantemente oggetto delle cure di Dio e siamo sostenuti dalla sua potenza. Egli riempie le nostre tavole di cibi, ci accorda un sonno tranquillo e riposante. Settimanalmente ci presenta il sabato per avere la possibilità di abbandonare i doveri quotidiani e adorarlo nella sua casa. Egli ci ha lasciato la sua Parola perché sia una lampada per i nostri passi e una luce sul nostro cammino. Nelle pagine sacre troviamo i consigli della saggezza divina e ogni volta che ci rivolgiamo a lui, pentiti e con fede, Egli ci accorda le benedizioni della sua grazia. Oltre a tutto ciò abbiamo anche ricevuto il grandissimo dono di suo figlio Gesù, tramite il quale otteniamo tutte le altre benedizioni per la vita terrena e per quella eterna. CEC 14 4 Certamente grazia e bontà sono a nostra disposizione in ogni istante. Fino a quando il Padre continuerà a elargire i suoi doni non dovremmo esclamare con impazienza: "Ma non dobbiamo mai smettere di dare?" Non solo dovremmo continuare a restituire fedelmente la nostra decima a Dio, decima che gli appartiene, ma dovremmo offrire un altro contributo come espressione della nostra gratitudine. Offriamo quindi al nostro Creatore, con il cuore colmo di gioia, le primizie di tutte le sue benedizioni, cioè la nostra disponibilità al servizio e quanto di meglio possediamo. -- The Review and Herald, 9 febbraio 1886. L'unico modo per manifestare la gratitudine CEC 15 1 Il Signore non ha bisogno delle nostre offerte. Non lo arricchiamo con i nostri doni. Il Salmista dice: "Tutto viene da te; e noi t'abbiam dato quello che dalla tua mano abbiam ricevuto". 1 Cronache 29:14. Dio ci offre la possibilità di manifestare il nostro apprezzamento per le sue benedizioni mediante il nostro impegno nell'estenderle ad altri. È questa l'unica via per manifestare a Dio il nostro amore e la nostra gratitudine. Egli non ne ha previsti altri. -- The Review and Herald, 6 dicembre 1887. Le argomentazioni di Paolo contro l'egoismo CEC 15 2 Paolo cercò di sradicare l'egoismo dai cuori dei suoi fratelli: il carattere non può essere trasformato da Cristo se sussistono egoismo e avidità. L'amore di Cristo, che penetra nei cuori, deve far nascere in noi il desiderio di aiutare i fratelli. Presentando il sacrificio di Cristo in nostro favore Paolo cercò di risvegliare l'amore. CEC 15 3 Egli disse: "Non vi sto dando un ordine: vi ricordo la premura che gli altri hanno avuto, per vedere se anche il vostro amore è genuino. Voi conoscete la generosità del Signor nostro Gesù Cristo: per amor vostro, lui che era ricco, si è fatto povero per farvi diventare ricchi con la sua povertà". 2 Corinzi 8:8, 9 (Tilc). CEC 15 4 Ecco una forte argomentazione dell'apostolo Paolo. Non si tratta di un suo ordine, ma di un obbligo che scaturisce dalla persona stessa di Gesù Cristo. (...) CEC 15 5 Come è stato grande il dono di Dio all'uomo e quanto ha desiderato offrircelo! Egli ha donato, con una generosità che non potrà mai essere uguagliata, per poter salvare i figli ribelli dell'uomo, far loro comprendere il suo piano e riconoscere il suo amore. Con i vostri doni e le vostre offerte non volete dimostrare che non c'è nulla che possa ricambiare colui che "ha dato il suo unigenito Figliolo"? -- The Review and Herald, 15 maggio 1900. CEC 15 6 La generosità caratterizza il cielo. Satana è mosso dall'egoismo. -- The Review and Herald, 17 ottobre 1882. ------------------------Capitolo 3: Perché Dio utilizza gli uomini come suoi amministratori? CEC 15 7 Dio non dipende dagli uomini per la realizzazione della sua opera. Avrebbe potuto affidare agli angeli l'incarico di annunciare il suo messaggio. Avrebbe potuto far conoscere la sua volontà così come ha proclamato direttamente la sua legge sul monte Sinai. Per alimentare in noi la generosità ha scelto di utilizzarci per compiere quest'opera. CEC 16 1 Ogni gesto altruistico rafforzerà la generosità di chi lo compie e il legame con il Redentore del mondo "...lui che era ricco, si è fatto povero per farvi diventare ricchi con la sua povertà". 2 Corinzi 8:8, 9 (Tilc). Nella misura in cui realizzeremo il progetto concepito da Dio al momento della creazione, la nostra vita diventerà per noi una benedizione. Tutti i doni elargiti da Dio all'uomo diventeranno per lui una maledizione se non verranno usati per fare del bene agli altri e per sostenere la predicazione del suo messaggio. -- The Review and Herald, 7 dicembre 1886. Le conseguenze dell'avidità CEC 16 2 La crescente tendenza a voler accumulare denaro, l'egoismo generato dal desiderio del guadagno uccidono la spiritualità della chiesa e la privano del consenso divino. Quando la mente e il corpo sono costantemente impegnati nell'ideare e realizzare progetti per accumulare ricchezze, si perdono di vista i diritti divini e quelli dell'umanità. CEC 16 3 Dio non ci ha benedetti dandoci la prosperità materiale perché dimenticassimo il Donatore e sprecassimo il nostro tempo interessandoci unicamente dei beni che ci aveva affidato. Il donatore è più importante del dono. Siamo stati comprati a carissimo prezzo e non apparteniamo a noi stessi. Abbiamo forse dimenticato l'ingente valore della nostra redenzione? Il nostro cuore è privo di gratitudine? La croce di Cristo non copre di vergogna un'esistenza caratterizzata dal benessere e dai piaceri egoistici? Abbiamo beneficiato di questo enorme sacrificio e quando dobbiamo impegnarci od offrire il nostro denaro per collaborare nell'opera del Redentore per la salvezza delle anime, ci ritiriamo e preghiamo di esserne dispensati. CEC 16 4 L'ignobile indolenza, l'assoluta indifferenza e l'egoismo esasperato ci rendono insensibili nei confronti di Dio e delle nostre responsabilità. Cristo, la Maestà celeste, il Re di gloria deve portare la pesante croce, bere l'amaro calice mentre noi glorifichiamo noi stessi, cerchiamo le comodità e dimentichiamo le anime per le quali è morto con lo scopo di redimerle con il suo sangue prezioso? Ora che ne abbiamo la possibilità dobbiamo essere generosi. Doniamo ora che ne abbiamo le forze. Lavoriamo mentre è giorno. Consacriamo il nostro tempo e i nostri mezzi al servizio di Dio per poter avere la sua approvazione e ricevere la sua ricompensa. -- The Review and Herald, 17 ottobre 1882. La nostra lotta contro l'egoismo CEC 17 1 In questa vita i nostri beni sono limitati ma il tesoro che Dio ci offre tramite il suo dono al mondo, non conosce limiti. Esso comprende ogni possibile desiderio umano e va al di là di qualsiasi nostro calcolo. Nel gran giorno del giudizio, quando ognuno verrà considerato in base al suo operato, nessuno potrà giustificarsi perché, con il dono fatto al genere umano, il Padre ha dato tutto ciò che poteva dare e quindi tutti coloro che hanno rifiutato questa generosa offerta non hanno scuse. CEC 17 2 Non abbiamo nessun nemico da temere. La nostra vera lotta è contro noi stessi. Otteniamo la vittoria grazie a colui che ci ha amati. Fratelli miei dobbiamo vincere perché è in palio la vita eterna. Combattiamo il buon combattimento della fede. Oggi viviamo il nostro periodo di prova, non aspettiamo il futuro. Il tempo scorre "cercate prima il regno e la giustizia di Dio e tutte queste cose -- tutto ciò che ora Satana utilizza per tentare e distruggere -- vi saranno sopraggiunte". Matteo 6:33. -- The Review and Herald, 5 marzo 1908. Un brutto difetto CEC 17 3 Non dobbiamo dimenticare che in questo mondo viviamo un periodo di prova, per determinare la nostra idoneità alla vita eterna. Nessuno potrà entrare in cielo se il suo carattere è limitato dall'egoismo. Tramite l'uso dei beni temporali che Dio ci ha affidato, Egli verifica la nostra capacità di amministrare le ricchezze eterne. -- The Review and Herald, 16 maggio 1893. Semplici custodi dei nostri beni CEC 17 4 Per piccoli o grandi che siano i beni di cui una persona dispone, essa deve ricordarsi che le sono stati dati solo in custodia. Per la forza, le capacità, il tempo, i talenti, le opportunità e i mezzi di cui dispone, ognuno dovrà rendere conto a Dio. Si tratta di una responsabilità individuale. Dio dona perché possiamo diventare simili a lui, generosi, nobili, benevoli nei confronti degli altri. Coloro che dimenticandosi della loro missione divina cercano solo di risparmiare o di spendere per soddisfare il proprio orgoglio o il proprio egoismo, riusciranno ad assicurarsi solo i guadagni o i piaceri terreni. Dio, valutando i loro risultati spirituali li considererà poveri, miserabili, nudi e ciechi. CEC 18 1 Usate correttamente, le ricchezze costituiscono un legame che esprime generosità e affetto, fra l'uomo, i propri simili e il Redentore. Il grande dono fatto dal Figlio di Dio esige delle manifestazioni tangibili di gratitudine da parte di coloro che hanno accettato la sua grazia. Chi riceve il messaggio dell'amore di Cristo sente come obbligo morale il desiderio di trasmettere questa notizia ad altre anime che la ignorano. -- The Review and Herald, 16 maggio 1882. Far rivivere dentro di noi il carattere di Cristo CEC 18 2 Il Signore permette che la sofferenza e le difficoltà si abbattano su uomini e donne per strapparli all'egoismo e risvegliare in loro alcuni aspetti del suo carattere: la compassione, la tenerezza, l'amore. CEC 18 3 L'amore divino rivolge costantemente degli appelli per esortarci a manifestare la stessa compassione di Cristo. Egli era un uomo abituato a soffrire. Ha sperimentato tutte le nostre afflizioni. Gesù ama gli uomini e le donne, riscattati dal suo sangue prezioso e dice: "Io vi do un nuovo comandamento che vi amiate gli uni gli altri. Com'io v'ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri". Giovanni 13:34. -- The Review and Herald, 13 settembre 1906. Il più grande onore, la gioia suprema CEC 18 4 Dio è la fonte della vita, della luce e della gioia per l'universo. Come i raggi di luce sono emanati dal sole, così le benedizioni provengono da lui e raggiungono tutte le sue creature. Dio, nel suo amore infinito, ha accordato agli esseri umani il privilegio di diventare partecipi della natura divina e di diffondere, a loro volta, delle benedizioni sui loro simili. Questo è il grande onore e la gioia suprema che Dio concede agli uomini. Coloro che dipendono dal Creatore diventano suoi collaboratori. Chi rifiuta di collaborare, chi per amore del piacere ignora i bisogni dei suoi simili e pensa solo ad accumulare ricchezze, non godrà di quelle ricche benedizioni che Dio gli può accordare. -- The Review and Herald, 6 dicembre 1887. ------------------------Capitolo 4: I principi antitetici di Cristo e Satana CEC 19 1 Gli esseri umani appartengono ad una grande famiglia: la famiglia di Dio. Il Creatore stabilì che si rispettassero e si amassero reciprocamente, manifestando costantemente un interesse sincero e altruistico per il benessere degli uni e degli altri. Satana, invece, ha sempre mirato a istigare gli uomini a soddisfare il proprio interesse. Cadendo sotto il suo influsso hanno sviluppato una forma di egoismo che ha riempito il mondo di sofferenze e di conflitti, mettendo gli uomini gli uni contro gli altri. CEC 19 2 L'egoismo è l'essenza della perversione e da quando gli uomini sono caduti nella sua trappola si è manifestata una sempre maggiore opposizione nei confronti di Dio. Nazioni, famiglie, individui sono animati da un egocentrismo esasperato. L'uomo aspira ad esercitare il proprio dominio sugli altri. Separandosi da Dio e dai suoi simili segue le proprie inclinazioni sfrenate ed agisce come se il bene degli altri dipendesse dalla loro sottomissione alla propria autorità suprema. CEC 19 3 L'egoismo ha introdotto la discordia nella chiesa, diffondendo le ambizioni profane. (...) L'egoismo distrugge nell'uomo il desideriodi somigliare a Cristo e lo spinge all'orgoglio e all'ambizione. Tutto ciò implica un progressivo allontanamento dal desiderio di giustizia. Cristo dice: "Voi dunque siate perfetti come perfetto è il Padre vostro che è nei cieli". Matteo 5:48. Ma l'egoismo è insensibile alla perfezione che Dio richiede. (...) CEC 19 4 Cristo venne nel mondo per rivelare l'amore di Dio. I suoi discepoli sono invitati a proseguire l'opera da lui iniziata. Impegnamoci ad aiutarci e a incoraggiarci a vicenda. Cercando il bene degli altri possiamo trovare la felicità. L'uomo non agisce contro se stesso quando ama Dio e il prossimo. Più il suo spirito è altruista, più si sentirà felice di realizzare il piano che Dio ha per lui. Grazie a lui si respirerà l'aria del cielo e ciò lo riempirà di gioia. Per lui la vita costituisce un impegno sacro e prezioso perché Dio gliel'ha donata per consacrarla agli altri. -- The Review and Herald, 25 giugno 1908. Una lotta impari CEC 20 1 L'egoismo è il più forte e il più diffuso degli impulsi umani. Il conflitto interiore fra simpatia e avidità è impari, perché l'egoismo è più forte dell'amore e della generosità e quindi prevale. Lavorando od offrendo a Dio i nostri beni in favore della sua opera è pericoloso lasciarsi guidare dal sentimento o dall'impulso momentaneo. CEC 20 2 Dare, agire o al contrario rifiutare la nostra collaborazione in base a degli stimoli esterni significa mettersi su una strada pericolosa. Se ci lasciamo dominare dagli slanci o dagli impulsi, quando il nostro impegno per gli altri verrà ripagato con l'ingratitudine, o quando i nostri doni verranno sprecati o sfruttati male, il desiderio di essere generosi si affievolirà. Il cristiano dovrebbe agire motivato da saldi principi e attenersi all'esempio offerto dal nostro Salvatore con il suo altruismo e il suo spirito di sacrificio. -- The Review and Herald, 7 dicembre 1886. La nota dominante dell'insegnamento di Cristo CEC 20 3 L'altruismo è la nota dominante dell'insegnamento cristiano. Spesso viene quasi imposto ai credenti, con un linguaggio che sembra autoritario perché non c'è altra via di salvezza per l'uomo che strapparlo a una vita vuota ed egoistica. Cristo offre, nella sua vita terrena, una vera e propria dimostrazione della potenza del Vangelo. (...) A ogni anima che soffrirà con lui, resistendo al peccato, collaborando per la diffusione del suo messaggio, rinunciando in favore degli altri, egli promette una parte dell'eterna ricompensa riservata ai giusti. Vivendo con lo stesso spirito che caratterizzò tutta la sua vita, assimiliamo la sua natura. Oggi, rinunciando in favore del prossimo, condivideremo con lui, nella vita eterna, uno "...smisurato peso eterno di gloria". 2 Corinzi 4:17. -- The Review and Herald, 28 settembre 1911. I frutti dell'egoismo CEC 20 4 Lasciandosi dominare dall'avidità molti coltivano quei lati del carattere che li qualificheranno, nel libro dei ricordi, come idolatri. Saranno sullo stesso piano di coloro che rubano, insultano, frodano. Nessuno di loro, come afferma la Parola di Dio, potrà ereditare il regno dei cieli. "Il malvagio si vanta dei propri istinti, intasca guadagni e bestemmia il Signore". Salmi 10:3 (Tilc). CEC 20 5 Gli avidi e gli egoisti non riescono ad esprimersi con generosità. L'egoismo implica invariabilmente la trascuratezza del proprio dovere e l'uso inadeguato dei doni che Dio ha dato in vista della diffusione del suo messaggio. -- The Review and Herald, 1 dicembre 1896. Insensibili ad ogni forma di solidarietà CEC 20 6 Cristo è il nostro esempio. Egli ha sacrificato la sua vita per noi e ci chiede di sacrificare la nostra per gli altri. In questo modo noi possiamo essere in grado di eliminare l'egoismo che Satana cerca continuamente di seminare nei nostri cuori. Questo egoismo porta a negare ogni forma di solidarietà e può essere vinto solo manifestando un sincero amore per Dio e per il prossimo. Cristo non permetterà che nessun egoista entri nel regno dei cieli. Tutti coloro che agiscono motivati dall'avidità non potranno abitare nella nuova terra perché ogni forma di avidità è idolatria. -- The Review and Herald, 11 luglio 1899. ------------------------Capitolo 5: La presenza di Cristo nella nostra vita ispira la generosità CEC 21 1 Quando il cuore è animato da un amore senza riserve per Dio si possono realizzare cose meravigliose. Cristo agirà nel cuore del credente come una sorgente di acqua viva da cui scaturisce la vita eterna. Coloro che invece rimarranno indifferenti nei confronti delle sofferenze dell'umanità, saranno accusati di indifferenza nei confronti di Cristo Gesù nella persona dei fratelli. Non c'è nulla che distrugga la spiritualità più rapidamente dell'egoismo e della vanità. CEC 21 2 Chi si concentra esclusivamente sulle proprie esigenze trascurando quelle di coloro per i quali Cristo è morto, non sta nutrendosi del pane della vita, né bevendo l'acqua della fonte della salvezza. Essi sono aridi e sterili come un albero che non dà frutto. Sono dei veri e propri bambini nello spirito i quali consumano egoisticamente le proprie risorse, ma "quel che l'uomo avrà seminato quello mieterà". Galati 6:7. I principi cristiani saranno sempre visibili. Essi si manifesteranno esternamente in mille modi. Cristo, quando vive in noi, è come una sorgente che non si inaridisce mai. -- The Review and Herald, 15 gennaio 1895. Quando Cristo vive in noi CEC 21 3 Dio affida all'uomo le ricchezze affinché possa onorare Cristo nostro Salvatore utilizzando i beni terreni per la diffusione del suo messaggio nel mondo. Chi rappresenta Cristo, e quindi non vive in funzione di se stesso o per esaltare la sua persona, riceve onore e approvazione dal cielo. CEC 21 4 Quando abbandoniamo il peccato, poniamo Cristo al centro della nostra vita, dandogli quello spazio che prima era occupato dai piaceri e dall'intemperanza. L'immagine di Cristo si riconosce nell'espressione del volto e tramite l'opera di santificazione di tutto l'essere. Non basandosi più sulla propria concezione di giustizia, nasce l'uomo nuovo, creato secondo la giustizia e la santità di Cristo. -- The Review and Herald, 11 settembre 1900. Vittoria sull'avidità e l'avarizia CEC 22 1 Il ricco dovrebbe consacrare a Dio tutto quello che possiede ed essendo stato totalmente santificato tramite la verità diventare un mezzo per raggiungere altri. La sua esperienza e il suo esempio dimostreranno chiaramente che la grazia di Cristo ha il potere di vincere l'avidità e l'avarizia. Il ricco che restituisce a Dio quei beni che gli sono stati affidati sarà riconosciuto come un fedele amministratore e potrà indicare ad altri che ogni moneta accumulata reca l'immagine e la dicitura di Dio. -- The Review and Herald, 19 settembre 1893. ------------------------Capitolo 6: Esempi viventi CEC 22 2 Offrendo generosamente in favore dei credenti e per la diffusione del messaggio divino, si presentano esempi di vita, che testimoniano come coloro che donano ricevano in cambio la grazia di Dio. Un esempio vivente di generosità, che si ispira al Cristo stesso, esercita un forte influsso sugli uomini. Coloro che non vivono in funzione di se stessi non utilizzeranno il loro denaro per provvedere alle loro presunte necessità e per assicurarsi tutte le comodità, ma si ricorderanno che sono discepoli di Gesù e che molte persone mancano di cibo e di indumenti. CEC 22 3 Coloro che vivono per soddisfare le proprie voglie e i propri desideri egoistici perderanno l'approvazione divina e la ricompensa celeste. Essi testimoniano nei confronti della società di non possedere la vera fede e quando cercheranno di trasmettere agli altri la conoscenza della verità le loro parole verranno considerate come "un rame risonante ed uno squillante cembalo". Ognuno deve manifestare la propria fede tramite le opere. La fede "...se non ha opere è per se stessa morta", "...non ha valore". Giacomo 2:17, 20. "Di fronte alla comunità, dimostrate dunque che li amate veramente. Così tutti sapranno che ho ragione quando dico che sono fiero di voi". 2 Corinzi 8:24 (Tilc). -- The Review and Herald, 21 agosto 1894. L'altruismo CEC 23 1 L'altruismo è il messaggio più difficile da presentare e da mettere in pratica. Colui che è attaccato al denaro non realizza il bene che sarebbe in grado di fare perché impiega i suoi capitali per fini egoistici. È impossibile ottenere il favore di Dio e godere della comunione del Salvatore restando indifferenti nei confronti delle necessità dei propri simili che non potranno condividere l'esperienza del Cristo e moriranno nel peccato. Gesù ci ha lasciato un esempio meraviglioso di rinuncia a se stesso. (...) CEC 23 2 Se seguiamo Cristo sul sentiero della rinuncia, portando la croce sulla via che porta alla casa del Padre, le nostre vite rifletteranno la bellezza della sua vita. Sacrificando noi stessi -- momento di incontro privilegiato fra Dio e l'uomo -- riceviamo da Dio una profonda ispirazione che penetra nel nostro cuore e crea il desiderio della presenza di Cristo. -- The Review and Herald, 31 gennaio 1907. Un cuore aperto e unito a Cristo CEC 23 3 Le offerte dei poveri, in favore della diffusione del messaggio della salvezza, quando sono frutto della rinuncia, non rappresentano soltanto un dono che egli gradisce, ma sono un atto di generosità che rende sensibile il cuore del donatore facendolo sentire più unito al Redentore del mondo. Egli era ricco, ma è diventato povero per noi affinché noi fossimo arricchiti tramite la sua povertà. Anche la più piccola somma offerta con generosità da coloro che vivono in condizioni economiche precarie, è molto gradita a Dio; essa acquista ai suoi occhi un valore ancora maggiore delle offerte del ricco che è in grado di donare somme considerevoli senza particolari rinunce o disagi. -- The Review and Herald, 31 ottobre 1878. Dare con gioia CEC 23 4 La propensione alla generosità si rafforzerà nella misura in cui verrà esercitata e non sarà quindi necessario stimolarla costantemente. Tutti coloro che posseggono tale spirito -- che è lo spirito di Cristo -- offriranno con gioia al Signore. Ispirati dall'amore per Cristo e per tutti coloro per i quali è morto, essi provano il desiderio di impegnarsi fedelmente. -- The Review and Herald, 16 maggio 1893. ------------------------Capitolo 7: L'opera di Dio deve essere sostenuta CEC 27 1 Gli ultimi anni del tempo di grazia scorrono velocemente. Il gran giorno dell'Eterno è imminente. Dobbiamo impiegare tutte le nostre forze per risvegliare coloro che moriranno a causa delle loro trasgressioni e dei loro errori. (...) CEC 27 2 È giunto il momento di diffondere con zelo il messaggio della Parola di Dio. Tutti gli insegnamenti che contiene sono stati dati in vista del nostro bene. Dio invita tutti coloro che hanno scelto di schierarsi con il principe Emmanuele a dimostrare che vivono dipendendo da Dio e che hanno fiducia in lui, restituendogli una parte di quanto era stato loro affidato. Questo denaro deve essere impiegato per far progredire l'opera di diffusione del messaggio divino che deve essere compiuta secondo la missione che il Cristo ha affidato ai suoi discepoli. (...) CEC 27 3 Il popolo di Dio è chiamato a realizzare un'opera che richiede denaro e consacrazione. La nostra responsabilità consiste nell'adempiere il nostro dovere secondo le nostre capacità. Dio richiede un servizio che esige la totale consacrazione del cuore, dell'anima, dello spirito e di tutte le nostre forze. CEC 27 4 Nell'universo esistono soltanto due luoghi in cui riporre i nostri beni: i forzieri di Dio e quelli di Satana. Tutto quello che non viene dedicato al servizio di Dio servirà a sostenere l'opera di Satana. Il Signore ci chiede che i beni che ci ha dato siano impiegati per instaurare il suo regno. Egli affida i suoi beni ad amministratori umani perché li gestiscano con cura e li facciano fruttare utilizzandoli per la salvezza degli esseri umani. Questi ultimi diventeranno degli economi fedeli, chiamati a gestire altri beni, cooperando con Cristo per far progredire l'opera di predicazione del suo messaggio. Ricevere per dare CEC 27 5 Se una chiesa è viva può crescere e progredire. Si manifesta un flusso costante di scambi: riceve e offre, riceve e restituisce al Signore ciò che gli appartiene. Dio accorda conoscenza e benedizioni a ogni vero credente che a sua volta le trasmette ad altri realizzando un'opera per il Signore. Offrendo una parte di ciò che ha ottenuto, accresce la sua capacità di ricevere. Aumenta la sua ricettività alla grazia e alla verità. Acquisisce quindi maggiore comprensione e conoscenze più vaste. La vita e la crescita della chiesa dipendono da questa capacità di ricevere e di dare. Colui che prende senza mai dare perde ben presto la possibilità di ricevere. Se non trasmette ad altri la verità diventa incapace di ricevere. Dobbiamo condividere i beni che provengono da Dio se vogliamo godere di nuove benedizioni. CEC 28 1 Il Signore non ha intenzione di venire sulla terra per distribuire oro o argento e far progredire la sua opera. Affida dei beni agli uomini chiedendo loro di sviluppare l'opera di predicazione del suo messaggio tramite doni e offerte. Fra gli obiettivi che si devono perseguire utilizzando i doni divini, il più importante è quello del sostentamento di coloro che lavorano regolarmente per la diffusione del Vangelo. Se gli uomini diventano dei canali attraverso i quali le benedizioni celesti possono giungere ad altri, il Signore accorderà loro i suoi doni. Non impoveriremo restituendo al Signore ciò che è suo, ma al contrario trattenendolo. (...) Un'epoca di risparmi e sacrifici CEC 28 2 Dio invita i suoi figli a prendere coscienza delle loro responsabilità. La sua Parola ci guida e ci consiglia esortandoci ad adempiere i doveri trascurati. Portando al Signore le decime e le offerte che gli appartengono, sarà possibile presentare a tutti il messaggio che il Signore voleva rivolgere loro. Se i suoi figli si lasciassero motivare dal suo amore, se ogni membro di chiesa fosse animato dallo spirito di sacrificio, non mancherebbero i fondi per la chiesa e per le missioni; le nostre risorse si moltiplicherebbero e si presenterebbero migliaia di nuove possibilità. Se fosse stato realizzato il progetto divino di presentare il messaggio di misericordia al mondo intero, Cristo sarebbe già tornato e i santi avrebbero ricevuto il benvenuto nella città di Dio. CEC 28 3 Questo è il momento dei sacrifici. Fratelli e sorelle risparmiate. Eliminate tutto ciò che vi separa da Dio. Abbandonate i vostri piaceri egoistici. Vi supplico di non spendere del denaro per abbellire le vostre case, perché il vostro denaro appartiene a Dio e voi dovrete render conto dell'uso che ne fate. Non usate il vostro denaro per soddisfare i capricci dei vostri figli. Insegnate loro che Dio ha dei diritti su tutto ciò che essi possiedono e che niente può annullare questi diritti. CEC 28 4 Il denaro è un bene indispensabile. Non sprecatelo per chi non ne ha bisogno, ci sarà sempre qualcuno che potrete aiutare. Nel mondo ci sono tante persone che hanno fame e potreste dire: "Non posso sfamare tutti". Se risparmierete, come consiglia Cristo, potrete almeno aiutarne una. "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Giovanni 6:12 (Tilc). Queste parole furono pronunciate da colui che fece un miracolo per sfamare una moltitudine affamata. Se avete delle abitudini stravaganti rinunciatevi. Se non lo fate fallirete per l'eternità. Se i vostri figli erediteranno l'abitudine al risparmio, alla diligenza e alla sobrietà offrirete loro un'eredità migliore di qualsiasi ricchezza. CEC 29 1 Noi siamo pellegrini e stranieri sulla terra. Non utilizziamo i nostri beni per soddisfare quei desideri che dovremmo reprimere. Viviamo la nostra fede con equilibrio, riducendo i nostri bisogni. I membri delle nostre chiese si impegnino, uniti e con zelo, a migliorare la conoscenza della verità per gli ultimi tempi. (...) CEC 29 2 Che valore possono avere delle immense ricchezze investite in costosi edifici o accumulate presso le banche? Quale valore hanno rispetto alla salvezza di coloro per cui Cristo, il Figlio di Dio, è morto? -- The Review and Herald, 24 dicembre 1903. Un privilegio e una responsabilità CEC 29 3 Abbiamo ricevuto le più solenni verità che mai siano state affidate agli uomini per proclamarle al mondo intero. Questo è il nostro compito. Tutti devono essere avvertiti e il popolo di Dio deve adempiere fedelmente la missione che gli è stata affidata. Non deve dedicarsi a speculazioni, né deve associarsi in attività commerciali con i non credenti perché questo lo ostacolerebbe nello svolgimento dell'opera affidatagli. CEC 29 4 Cristo dice ai suoi seguaci: "Voi siete la luce del mondo". Matteo 5:14. È molto importante che i consigli, i propositi e i progetti di Dio ci siano stati presentati in modo così chiaro. Abbiamo il meraviglioso privilegio di conoscere la volontà di Dio rivelata tramite le profezie, ma abbiamo anche una grande responsabilità perché Dio si aspetta che noi trasmettiamo agli altri la conoscenza che abbiamo ricevuto. Egli desidera che gli agenti divini e quelli umani si uniscano nella proclamazione del messaggio di avvertimento. -- The Review and Herald, 28 luglio 1904. Sostenere le missioni CEC 29 5 Si dovrebbe risvegliare la generosità del popolo di Dio in ogni chiesa del nostro paese affinché si possa prevedere un programma per soddisfare le esigenze dei vari centri missionari. Tutti dovrebbero testimoniare concretamente il loro sincero interesse per la proclamazione del messaggio di Dio offrendo i propri beni. Se tale interesse venisse manifestato, il vincolo della fratellanza cristiana si rafforzerebbe fra tutti i membri della famiglia di Dio. CEC 30 1 Quest'opera, che fra l'altro consiste nel restituire fedelmente al Signore la decima perché ci sia del "cibo" nella sua casa, dovrebbe permettere di assumere del personale, sia nei nostri paesi sia nei territori missionari. Sebbene libri e pubblicazioni che trattano soggetti relativi alle verità per il nostro tempo, vengono diffusi nelle varie parti del mondo, è necessario fondare dei centri missionari in varie zone. Il predicatore deve proclamare parole di vita e di salvezza. Vi sono dei paesi che necessitano della presenza di predicatori. -- The Review and Herald, 19 febbraio 1889. La proclamazione del messaggio divino deve continuare CEC 30 2 Se effettivamente possediamo la verità per gli ultimi tempi, dobbiamo proclamarla ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Presto tutti saranno giudicati secondo le proprie azioni e la legge di Dio sarà la norma in base alla quale essi verranno esaminati. È quindi necessario che siano avvertiti tempestivamente. La santa legge di Dio deve essere proclamata e presentata come uno specchio. Ma per svolgere quest'opera occorrono mezzi finanziari. Viviamo tempi difficili e il denaro scarseggia, ma la verità deve essere proclamata e il denaro necessario deve affluire nelle casse divine. (...) Abbandoneremo l'opera intrapresa? CEC 30 3 Il nostro messaggio ha una portata mondiale, ma molti non si impegnano, altri fanno molto poco e con una fede così debole che il poco diventa niente. Dovremmo forse abbandonare quelle zone che erano già state raggiunte in territori stranieri? Dovremmo interrompere o limitare la predicazione nel nostro paese? Ci spaventeremo forse per poche migliaia di dollari mancanti? Diverremo esitanti e ci abbandoneremo all'inerzia proprio ora che siamo giunti agli eventi finali della storia del mondo? Il mio cuore grida: "No!" Non posso considerare la questione senza provare un ardente zelo e un vivo desiderio di veder progredire l'opera di proclamazione del piano della salvezza. Non penseremmo minimamente di rinnegare la fede, né tantomeno Cristo; in realtà è ciò che facciamo, rifiutando di perseverare mentre Dio ci offre delle possibilità. CEC 30 4 L'opera di Dio non deve fermarsi per mancanza di mezzi finanziari. Dobbiamo continuare a investire. Fratelli d'America, nel nome del divino Maestro vi invito a svegliarvi. A voi che conservate i vostri talenti sotto forma di denaro nascosto sotto terra; che costruite case e acquistate terreni Dio dice: "Vendete quello che avete e offritene il ricavato". Verrà presto il tempo in cui gli osservatori della legge di Dio non potranno più né comprare né vendere. Se Dio vi ha affidato del denaro siate degli amministratori fedeli, fate fruttare i vostri talenti affinché quando Gesù verrà possa riaverli con l'interesse maturato. Dare con gioia e spontaneità CEC 31 1 Negli ultimi tempi, prima che venga conclusa l'opera di proclamazione del messaggio di Dio, molto denaro verrà offerto spontaneamente. Sarà un privilegio per tutti poter partecipare all'opera di avvertimento, in vista della preparazione per il gran giorno di Dio, offrendo con generosità grosse somme di denaro mentre oggi vengono dati pochi spiccioli. CEC 31 2 Se nel cuore di quanti si dicono membri del popolo di Dio ardesse l'amore di Cristo, vedremmo questo spirito manifestarsi oggi in tutta la sua pienezza. Se si rendessero conto di quanto la fine dell'opera della salvezza è vicina, sacrificherebbero quanto posseggono con la stessa spontaneità che caratterizzava i membri della chiesa primitiva. Si impegnerebbero nella predicazione del messaggio divino con la stessa intensità con cui la gente si impegna ad accumulare ricchezze. Eserciterebbero tatto e capacità e lavorerebbero assiduamente per poter guadagnare denaro, non allo scopo di accumularlo, ma per poterlo offrire al Signore. CEC 31 3 Cosa pensate se qualcuno diventa povero per aver investito il suo denaro nell'opera di Dio? Cristo è diventato povero per salvarci, ma voi vi assicurate le ricchezze eterne, un tesoro in cielo che non si esaurirà. I vostri beni sono più al sicuro così, che depositati in una banca o investiti in case e terreni. Nessun ladro può rubarli e nessun fuoco bruciarli. (...) CEC 31 4 Ubbidendo all'invito del Salvatore, il nostro esempio testimonierà più delle parole. La verità si manifesta in tutta la sua potenza quando coloro che professano di credervi concretizzano la loro fede mediante le loro opere. Quanti credono in questa solenne verità dovrebbero essere costantemente animati da uno spirito di rinuncia che costituirà un rimprovero all'ambizione di quanti amano il denaro. -- Messaggio di E. White scritto in Europa nel, 1886; Historical Sketches of the Foreign Missions of the Seventhday Adventists, 291-293. ------------------------Capitolo 8: Un profondo attaccamento alla chiesa CEC 32 1 Ogni credente dovrebbe essere unito con tutto il cuore alla chiesa e la sua prosperità dovrebbe essere la sua prima preoccupazione. Se non comprende la sacralità del suo vincolo di appartenenza come un servizio, e non come un interesse personale, la sua presenza è inutile. Tutti infatti possono fare qualcosa per Dio. Molti cristiani spendono ingenti somme inutilmente, solo per soddisfare i propri desideri, e considerano troppo gravoso dover contribuire ai bisogni della chiesa. Essi desiderano riceverne tutti i privilegi e i benefici, ma lasciano ad altri sostenere le spese. Coloro che hanno veramente a cuore la proclamazione del messaggio di Dio non esiteranno a investire i loro beni ogni volta che sarà necessario. -- Testimonies for the Church 4:18. CEC 32 2 Tutti coloro che sono lieti di aver conosciuto la verità dovrebbero desiderare ardentemente di vederla trasmessa ovunque. Ci sono alcuni credenti fedeli che non indietreggiano davanti al dovere o alle responsabilità. I loro cuori e le loro tasche si aprono ogni volta che viene chiesto un contributo per la diffusione del messaggio di Dio. Alcuni non si limitano ad adempiere al loro dovere, quasi temessero di perdere l'occasione di investire nella banca del cielo. Altri cercano invece di fare il meno possibile. CEC 32 3 Accumulando le loro ricchezze o spendendole per se stessi, offrono ben poco a Dio. Se si impegnano o fanno una promessa nei confronti dell'opera di Dio, ben presto se ne pentono e cercano di rinviare l'impegno preso. CEC 32 4 Essi riducono la loro decima al minimo possibile, quasi temendo che ciò che danno a Dio vada perduto. Queste persone agiscono come se la prosperità o la decadenza delle nostre istituzioni non li riguardasse. Eppure questi sono i mezzi che Dio ha scelto per diffondere il suo messaggio nella nostra società. -- Testimonies for the Church 4:477, 478. L'impegno del battesimo CEC 32 5 Chiunque si unisce alla chiesa si impegna solennemente a collaborare per il bene della comunità, anteponendo questi interessi a qualsiasi altra attività. Egli coltiverà un'autentica relazione con Dio per inserirsi nel grande piano della redenzione e testimonierà con la sua vita e il suo carattere la superiorità dei comandamenti di Dio e il rispetto delle leggi e delle abitudini degli uomini. Chiunque dichiari di appartenere a Cristo si impegna a sviluppare al massimo le sue capacità al servizio di Dio mostrandosi attivo, capace e zelante. Cristo desidera che ognuno faccia il proprio dovere. Questo sarà il motto dei suoi seguaci. (...) CEC 33 1 Tutti devono mostrarsi fedeli a Dio utilizzando saggiamente ciò che è stato loro affidato, non soltanto dal punto di vista economico, ma in qualsiasi altra direzione utile all'edificazione del regno dei cieli. Satana impiegherà tutti i mezzi possibili per impedire a chi è nell'errore di comprendere la verità, ma il messaggio di avvertimento e di esortazione deve giungere fino a loro. Sono pochi coloro che sono impegnati in quest'opera e migliaia di altre persone dovrebbero affiancarli. -- Testimonies for the Church 5:460-462. L'opera da compiere CEC 33 2 Il mondo aspetta di essere avvertito e quest'opera è stata affidata a noi. Dobbiamo restare fedeli alla verità a qualsiasi costo. Abbiamo il dovere di impegnarci al servizio di Dio, pronti a rischiare anche di perdere la nostra vita, se fosse necessario. In poco tempo dobbiamo compiere una grande opera. Dobbiamo avere una chiara nozione del lavoro che ci attende e compierlo con fedeltà. Tutti coloro che risulteranno vittoriosi, grazie al loro impegno al servizio di Dio, avranno acquisito il diritto di essere rivestiti della giustizia di Cristo. Ogni cristiano ha il dovere di impegnarsi a lottare contro Satana, avvalendosi dell'esperienza del Cristo sulla croce. CEC 33 3 Quest'opera esige il sacrificio di se stessi. La rinuncia e la croce segnano il percorso della vita. "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua". Matteo 16:24. Coloro che accumulano tesori terreni sono costretti a lavorare molto e a fare dei sacrifici. Coloro che cercano una ricompensa eterna pensano di poterla ottenere senza nessun sacrificio? -- The Review and Herald, 31 gennaio 1907. Non aspettate di ricevere nuovi appelli CEC 33 4 Senza attendere nuovi appelli dobbiamo metterci subito al lavoro realizzando cose che prima ci sembravano impossibili. Ognuno si ponga la domanda: il Signore non mi ha affidato dei beni per la proclamazione del suo messaggio? (...) CEC 33 5 Dobbiamo essere sinceri nei confronti di Dio. Tutte le benedizioni di cui godiamo provengono da lui; Egli ci ha affidato dei talenti per collaborare con lui, rifiuteremo di farlo? Diremo: "No, Signore, i miei figli non sarebbero contenti", rischieremo di disobbedire a Dio seppellendo il nostro talento? CEC 34 1 Non dobbiamo perdere tempo. Dio esige la nostra partecipazione. Vi chiediamo, come amministratori di Dio, di mettere a sua disposizione le vostre possibilità economiche, di creare delle occasioni favorevoli grazie alle quali molti altri potranno imparare a conoscere la verità. CEC 34 2 Potreste essere tentati di investire il vostro denaro per acquistare terreni. Forse alcuni amici vi incoraggeranno a farlo. Non siete stati riscattati a caro prezzo? Il vostro denaro non vi è stato affidato perché lo facciate fruttare per il Signore? Non sapete che Egli desidera vedervi impiegare i vostri beni nella costruzione di chiese, di ospedali in cui i malati possano guarire fisicamente e spiritualmente, di scuole in cui la gioventù possa essere educata al servizio di Dio e dei predicatori possano essere inviati in tutte le parti del mondo? CEC 34 3 È Dio stesso che stabilisce i programmi per la realizzazione della sua opera e affida ai suoi figli i beni necessari per permettere loro, quando è necessario, di rispondere positivamente. Se i credenti esprimono la loro fedeltà, restituendo i beni loro affidati, l'opera di predicazione del messaggio potrà progredire rapidamente. Molti conosceranno la verità e Gesù ritornerà presto. -- The Review and Herald, 14 luglio 1904. ------------------------Capitolo 9: Manifestiamo la nostra consacrazione CEC 34 4 Potete pronunciare con tutto il vostro cuore queste parole: "Ti appartengo mio Salvatore; tu hai pagato il riscatto per la mia salvezza e tutto ciò che sono e desidero diventare ti appartiene. Aiutami ad acquisire dei beni non per dilapidarli o per diventare orgoglioso, ma per utilizzarli alla tua gloria". CEC 34 5 In tutto ciò che fate cercate di rispondere a queste domande: "Corrisponde alla volontà del Signore? Quello che faccio piace al mio Salvatore? Egli ha dato la sua vita per me: cosa posso dare a Dio in cambio? Posso dire soltanto: Signore ti restituisco ciò che è tuo". Se il nome di Dio non è scritto sulla vostra fronte -- cioè non è al centro dei vostri pensieri -- non riceverete l'eredità della conoscenza del messaggio di Dio. È il vostro Creatore che vi ha dato il cielo con un solo, meraviglioso dono: il suo Unigenito Figliuolo. (...) CEC 34 6 Dio pone la sua mano sulle decime, i doni e le offerte dicendo: "Tutto questo mi appartiene. Quando vi ho affidato i miei beni ho specificato che una parte doveva servire a sopperire alle vostre necessità e che l'altra doveva essermi restituita". CEC 35 1 Quando mietete e raccogliete nei granai ciò che serve al vostro sostentamento vi preoccupate di restituire a Dio una decima fedele? Gli presentate i vostri doni e le vostre offerte affinché la proclamazione del suo messaggio sia sostenuta convenientemente? Vi siete occupati degli orfani e delle vedove? Questo è un aspetto dell'opera di evangelizzazione che non deve essere trascurato. CEC 35 2 Intorno a voi non ci sono poveri e malati che hanno bisogno di indumenti, di cibo e più di ogni altra cosa (che sarà enormemente apprezzata) di simpatia e di amore? Che cosa avete fatto per le vedove e per chi è in difficoltà e si rivolge a voi per essere aiutato a educare figli o nipoti? Avete preso in considerazione casi simili? Avete cercato di soccorrere gli orfani? Quando dei genitori o dei nonni vi hanno supplicato di valutare la loro situazione vi siete allontanati con sdegno e indifferenza? Se vi siete comportati in questo modo che Dio abbia pietà di voi perché sarete giudicati con lo stesso metro di misura che avete usato per gli altri. Possiamo stupirci se il Signore non accorda le sue benedizioni quando i beni che ci ha affidati vengono dilapidati o utilizzati per fini egoistici? CEC 35 3 Dio sta benedicendo abbondantemente la vostra vita e se vi chiede di utilizzare i beni che vi ha accordato per sostenere i diversi settori della sua opera è nel vostro interesse materiale e spirituale ascoltarlo e riconoscere che ogni benedizione proviene da lui. Dio nella veste di proprietario del creato coopera con gli uomini affidando loro i beni che devono servire per il loro sostentamento, ma chiede loro di collaborare nell'opera di salvezza degli uomini. Ai credenti affida i beni grazie ai quali l'opera della proclamazione del messaggio può essere realizzata nel loro paese e nelle missioni lontane. Se soltanto la metà dei membri compie il proprio dovere i fondi non saranno sufficienti e molti settori dell'opera di Dio saranno trascurati. -- The Review and Herald, 23 dicembre 1890. Rispondendo alla preghiera di Cristo per l'unità CEC 35 4 La chiesa non potrà mai raggiungere il livello che Dio desidera se non vive un rapporto di intensa collaborazione con i propri missionari. L'unità per la quale Cristo ha pregato non potrà realizzarsi se l'opera di evangelizzazione non sarà caratterizzata da un'intensa carica spirituale e se la chiesa non si impegnerà a sostenere le missioni. Il lavoro dei missionari non sarà efficace se i membri di chiesa dei paesi da cui essi dipendono non dimostreranno con le loro parole e le loro azioni che sentono la responsabilità di assicurare a questi missionari il loro completo appoggio. CEC 36 1 Dio cerca dei predicatori. È necessaria un'attività personale, ma occorre iniziare dalla conversione a cui seguirà la ricerca della salvezza dei nostri simili. -- The Review and Herald, 10 settembre 1903. Eliminare dal proprio cuore ogni forma di egoismo CEC 36 2 È deplorevole che la chiesa oggi non provi il desiderio di esprimere più intensamente la sua riconoscenza al Signore per le manifestazioni della sua grazia, per i beni che ha loro affidato, con gesti concreti. CEC 36 3 I settori sterili dell'opera del Signore invocano Dio dicendo: "Gli uomini ci hanno trascurato". Lasciando i loro simili nella schiavitù della miseria e della degradazione, uomini e donne offrono a Satana l'occasione di rimproverare Dio perché permette che i suoi figli soffrano per le avversità della vita. Dio viene esposto a tali accuse dall'indifferenza di coloro ai quali ha affidato i suoi beni. I suoi amministratori rifiutano di impegnarsi ad alleviare la miseria e permettono quindi che Dio venga rimproverato. CEC 36 4 Nessuno deve sottovalutare le proprie responsabilità. Cercando di amministrare delle piccole somme, non disponendo di grandi capitali, ricordate che Dio benedice la diligenza instancabile. Non disprezzate le piccole somme, che gestite saggiamente, permetteranno di ottenere un profitto sicuro. Un talento ben impiegato ne frutterà due per il Signore. L'interesse prodotto è proporzionato al capitale impegnato. Dio accetta ciò che un uomo gli dà in base a ciò che possiede e non secondo ciò che non ha. CEC 36 5 Dio esige ciò che gli è dovuto tramite le decime e le offerte e invita alla consacrazione in ogni settore della sua opera. Compiete fedelmente il vostro dovere nel lavoro che vi è stato affidato. Lavorate con entusiasmo sapendo che Cristo è al vostro fianco, programmando, progettando e costruendo. CEC 36 6 "E Dio può darvi ogni bene abbondantemente, in modo che abbiate sempre il necessario e siate in grado di provvedere ad ogni opera buona". 2 Corinzi 9:8 (Tilc). Date con gioia, con piacere, spontaneamente, felici di poter fare qualcosa per la diffusione del messaggio di Dio nel mondo. Liberate il vostro cuore da ogni forma di egoismo e impegnatevi in un'attività cristiana. CEC 36 7 Se siete in intima comunione con Dio, sarete disposti a compiere qualsiasi sacrificio per offrire la vita eterna a tutti coloro che sono senza speranza. Prosperità spirituale e generosità cristiana CEC 37 1 Nel nome del Signore vi supplico fratelli e sorelle, in questo periodo di crisi della nostra chiesa, di collaborare per sostenere il Signore. Non restituire ciò che appartiene a Dio implica una maledizione. La benedizione spirituale è strettamente legata alla generosità cristiana. Cercate di provare la gioia di imitare la generosità divina del Redentore. Avrete la certezza di farvi un tesoro in cielo. Desiderate che i vostri beni siano al sicuro? Affidateli a quelle mani che portano le impronte dei chiodi della crocifissione. Tenendoli unicamente per voi essi vi trascineranno verso la perdizione. Affidateli a Dio e da quel momento porteranno la sua effige e riceveranno il suggello dell'immutabilità. Volete godere ciò che avete? Utilizzatelo per alleviare le sofferenze degli altri. Volete accrescere i vostri capitali? "Onora l'Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saranno ripieni d'abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto". Proverbi 3:9, 10. Dio vi colmerà di beni CEC 37 2 Se tutti collaboreranno adeguatamente, l'opera del Signore non conoscerà più quella sterilità che condanna coloro che professano di seguire Cristo. L'opera medico-missionaria proclamerà il messaggio del Vangelo. Il messaggio del terzo angelo dovrà essere annunciato ovunque. Economizzate. Sbarazzatevi del vostro orgoglio. Offrite a Dio i vostri beni. Date subito ciò che potete e cooperando con Cristo la vostra generosità aumenterà. Dio riempirà nuovamente le vostre mani affinché altri conoscano la verità. Egli vi benedirà perché voi possiate offrire ad altri. -- The Review and Herald, 10 dicembre 1901. ------------------------Capitolo 10: Un appello a un maggiore fervore CEC 37 3 La società e le chiese si allontanano dalla legge di Dio e deve essere proclamato il solenne avvertimento: "Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, beverà anch'egli del vino dell'ira di Dio mesciuto puro nel calice della sua ira: e sarà tormentato con fuoco e zolfo nel cospetto dei santi angeli e nel cospetto dell'Agnello". Apocalisse 14:9, 10. Dal momento che una tale minaccia grava sui trasgressori del sacro sabato del Signore non dovremmo manifestare maggiore fervore e maggiore zelo? Perché siamo così indifferenti, così egoisti, così presi dai nostri interessi terreni? Lo scopo della nostra vita è in contrasto con Cristo? La verità è diventata troppo pertinente, ci tocca troppo da vicino e, come i discepoli di Cristo lo lasciarono scandalizzati, ci rivolgiamo nuovamente ai miseri elementi terreni? Spendiamo denaro per progetti egoistici e cerchiamo di appagare i nostri desideri, mentre altri stanno morendo senza poter conoscere Gesù e la verità. Quanto durerà ancora tutto questo? CEC 38 1 Dovremmo avere tutti una fede vivente, una fede che si manifesta nell'amore e purifica l'anima. Tutti sono disposti a fare qualsiasi cosa per soddisfare i propri capricci ma pochi sono quelli disponibili ad agire in funzione di Cristo e del prossimo che sta morendo senza conoscere la verità! (...) Investire nella banca del cielo CEC 38 2 Non è forse giunto il momento di separarci dai nostri beni? Possa Dio aiutarvi ad investire, oggi, nella banca del cielo. Non vi chiediamo un sacrificio, ma un'offerta volontaria, restituendo al Divino Maestro quei beni che ci aveva prestato. Se amate Dio al di sopra di ogni altra cosa e il prossimo come voi stessi, crediamo che ne darete una prova tangibile offrendo con generosità in favore della nostra opera missionaria. Vi sono molte anime da salvare e voi potete essere collaboratori di Gesù Cristo nella salvezza di coloro per i quali Egli ha dato la sua vita. Il Signore vi benedirà in tutto ciò che farete alla sua gloria. Possa lo stesso Spirito Santo che ha ispirato la Bibbia entrare nei vostri cuori, guidandovi ad amare la sua Parola, che è spirito e vita. Possa aprire le vostri menti affinché comprendiate le realtà spirituali. Oggi la religione ha perso la sua importanza perché le persone non hanno più spirito di sacrificio e spontaneo altruismo. -- The Review and Herald, 8 gennaio 1889. Il ritardo della pioggia dell'ultima stagione CEC 38 3 La grande effusione dello Spirito di Dio che illuminerà tutta la terra con la sua gloria, non si realizzerà se la chiesa non avrà compreso per esperienza cosa significa collaborare con Dio. Quando saremo completamente consacrati a Cristo, con tutto il nostro cuore, Dio lo riconoscerà e invierà il suo Spirito, ma questo non si verificherà fino a quando la maggior parte delle chiese non collaboreranno con lui. Dio non può diffondere il suo Spirito fino a quando l'egoismo è così evidente; fino a quando prevarrà quello stesso spirito che fece dire a Caino: "Son forse il guardiano di mio fratello?" -- The Review and Herald, 21 luglio 1896. Subordinare ogni interesse materiale CEC 39 1 Cari fratelli e sorelle, vi parlo spinta dall'amore e dall'affetto. Ogni interesse materiale deve essere subordinato alla grande opera della redenzione. Ricordatevi che nella vita di coloro che seguono Cristo si deve manifestare la sua stessa devozione, la sua stessa sottomissione all'opera di Dio in ogni ambizione sociale o affetto terreno. I progetti di Dio devono avere la priorità assoluta. "Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me". Matteo 10:37. La vita di Cristo è il nostro modello. Il suo esempio deve ispirarci a compiere ogni sforzo possibile per il bene degli altri. (...) CEC 39 2 Ogni facoltà dei figli di Dio deve essere utilizzata al massimo per condurre altri al Padre. Lavorando per lui non si deve provare né indifferenza né egoismo. Non sacrificando se stessi e affievolendo il costante impegno per la preghiera di richiesta dello Spirito Santo abbandoniamo le nostre possibilità in mano al nemico. Il Cristo osserva la sua chiesa. Quanti conducono una vita spirituale che diventerà la loro condanna! CEC 39 3 Dio chiede ciò che non gli diamo: una consacrazione totale. Se ogni cristiano fosse stato fedele all'impegno preso accettando Cristo, molti non sarebbero morti nel peccato. Chi risponderà delle anime che sono morte senza essere pronte per l'incontro con il Signore? Cristo si è sacrificato per noi. Con quanto fervore si è impegnato per la salvezza degli uomini. Quanti sforzi incessanti per preparare i suoi discepoli al servizio! Noi abbiamo fatto ben poco. L'impatto delle nostre azioni è stato ulteriormente neutralizzato da tutto ciò che abbiamo lasciato incompiuto e dalla nostra indifferenza. Quanto abbiamo perso trascurando di impegnarci per compiere l'opera che il Signore ci aveva affidata! In quanto cristiani dovremmo essere sgomenti davanti a questa realtà. -- The Review and Herald, 30 dicembre 1902. Lo spirito di sacrificio CEC 39 4 Il piano della salvezza si è compiuto tramite un sacrificio così grande, profondo ed elevato che risulta incommensurabile. Cristo non inviò i suoi angeli in questo mondo per poter rimanere in cielo, ma venne personalmente condividendo con noi le conseguenze del male. Divenne un uomo abituato al dolore e alla sofferenza; condivise le nostre malattie e le nostre debolezze. La mancanza di altruismo in coloro che si dichiarano suoi figli equivale alla volontà di rinnegare il nome di cristiani. Quanti affermano di essere "uno con Cristo" e soddisfano i loro desideri egoistici con un abbigliamento lussuoso e costoso, ricchi arredamenti e cibi prelibati, sono dei cristiani soltanto di nome. Essere cristiani significa essere simili a Cristo. CEC 40 1 Come sono sempre vere le parole dell'apostolo: "Tutti gli altri, purtroppo, cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo". Filippesi 2:21 (Tilc). Molti cristiani non agiscono in modo coerente al nome che portano. Essi si comportano come se non avessero mai sentito parlare del piano della salvezza attuato a così caro prezzo. La maggior parte di loro cercano di avere successo nella società; adottano le sue abitudini e vivono per soddisfare le proprie passioni. Perseguono i propri scopi con la frenesia tipica della nostra società riducendo così le possibilità che avevano di collaborare all'instaurazione del regno di Dio. (...) CEC 40 2 L'opera di Dio, che potrebbe essere realizzata con una forza ed un'efficienza dieci volte superiore a quelle utilizzate, è frenata come la primavera dal vento gelido dell'inverno; alcuni, pur professandosi cristiani, si appropriano dei beni che dovrebbero essere consacrati al servizio di Dio. Siccome l'amore disinteressato di Cristo non caratterizza la nostra vita quotidiana la chiesa è debole invece di essere forte. Essa stessa è colpevole di aver rifiutato il messaggio di Dio e di aver privato milioni di uomini del Vangelo di Cristo. (...) CEC 40 3 Coloro che hanno beneficiato del sacrificio di Cristo come possono godere dei suoi doni con tanto egoismo? Il suo amore e la sua abnegazione non si possono paragonare. Quando questo amore penetra nella vita di coloro che lo seguono essi identificano i propri interessi con quelli del Redentore. Il loro impegno consisterà nell'edificare il regno di Cristo consacrandogli la loro persona e i loro beni. CEC 40 4 Questo è quanto Gesù si aspetta dai suoi discepoli. Chiunque avrà davanti a sé un'opera così importante da compiere, come quella della salvezza, non avrà difficoltà a trovare il modo per rinunciare a se stesso e ai suoi beni. Questa naturalmente è un'opera individuale. Tutto ciò che potremo risparmiare dovrebbe essere offerto al Signore per essere utilizzato nella proclamazione della verità, affinché il messaggio del prossimo ritorno di Gesù e le esigenze della sua legge siano rivelate al mondo intero. Quest'opera dovrebbe essere affidata a dei missionari. CEC 41 1 L'amore di Gesù dovrebbe manifestarsi in parole e in opere. Il regno di Cristo dovrebbe essere posto al di sopra di qualsiasi altra cosa. L'io dovrebbe essere sacrificato sull'altare di Dio. Tutti coloro che sono realmente uniti a Cristo dovrebbero provare per gli altri lo stesso amore di colui che lasciò il suo trono e il suo potere per diventare povero e arricchirci tramite questa povertà. -- The Review and Herald, 13 ottobre 1896. Un appello alla vocazione di intere famiglie CEC 41 2 Dio chiede a coloro che conoscono la verità di impegnarsi personalmente. Invita le famiglie cristiane a recarsi in quelle comunità che ancora non conoscono il messaggio di Dio, a recarsi in paesi stranieri per conoscere culture diverse e lavorare con saggezza e perseveranza per la proclamazione del Vangelo. Per rispondere a questo appello è necessario rinunciare a se stessi. CEC 41 3 Mentre molti aspettano che ogni ostacolo venga rimosso, altri muoiono senza speranza e senza Dio. Molti, anzi moltissimi, per ricercare vantaggi materiali o per acquisire conoscenze scientifiche si avventurano in regioni malsane o si recano in paesi in cui sperano di ottenere il successo. Dove sono gli uomini e le donne disposti a trasferirsi o spostarsi temporaneamente con le loro famiglie in territori in cui c'è bisogno del messaggio della verità, affinché con il loro esempio possano testimoniare a coloro che li considereranno autentici rappresentanti di Cristo? (...) CEC 42 1 Migliaia di credenti dovrebbero sentirsi spinti dallo Spirito di Cristo a seguire l'esempio di colui che ha dato la sua vita per la salvezza del mondo. Perché non impegnarsi generosamente nell'istruire coloro che ignorano la verità per questo tempo? Il grande Missionario è venuto in questo mondo e ha camminato davanti a noi per indicarci la via da seguire. Nessuno può stabilire un'unica e distinta linea d'azione per coloro che intendono essere testimoni di Cristo. Chi dispone di mezzi economici è doppiamente coinvolto perché tali beni gli sono stati affidati da Dio e quindi deve rendersi conto della propria responsabilità di sviluppare l'opera di Dio nei suoi vari settori. Il fatto che la verità unisca fra loro le anime e poi le unisca al cielo, dovrebbe ispirare uomini e donne a utilizzare le capacità che ha messo a loro disposizione, diffondendo la conoscenza della verità nelle zone più remote della terra, facendo conoscere Cristo ai pagani. CEC 42 2 Molti di coloro ai quali Dio ha affidato delle ricchezze per il bene dell'umanità hanno permesso che si trasformassero in una maledizione piuttosto che in una benedizione. I beni che Dio vi ha affidato possono diventare una pietra d'inciampo? Permetterete che quanto Dio vi ha dato per sviluppare la sua opera vi distolga dal vostro compito? Lascerete che la fiducia che Dio ha riposto in voi come amministratori fedeli, contribuisca a indebolire il vostro influsso e la vostra utilità, impedendovi così di essere dei collaboratori efficienti? Rimarrete nel vostro paese per accumulare i beni che Dio vi aveva dato da investire nella banca del cielo? Non potete affermare che non c'è nulla da fare quando, al contrario, sono tante le attività da realizzare. Vi accontenterete di usufruire delle comodità della vostra casa invece di annunciare agli altri come potranno godere ciò che Gesù sta preparando per coloro che lo amano? Non sacrificherete ciò che possedete perché altri possano beneficiare di un'eredità eterna? -- The Review and Herald, 21 luglio 1896. ------------------------Capitolo 11: Vendere immobili e proprietà CEC 42 3 Dio invita coloro che posseggono beni, terreni o case a venderli e a offrirne il ricavato per sopperire ai bisogni dei centri missionari. Quando avranno fatto questa esperienza continueranno a fare scelte simili e i beni che il Signore aveva dato loro garantiranno i fondi necessari per raggiungere tutti coloro che vorranno accettare il messaggio divino. Anch'essi, a loro volta, ispirati dallo stesso spirito di rinuncia, vivendo con semplicità e risparmiando per amore di Cristo, offriranno generosamente. Grazie a queste possibilità, saggiamente investite, altri si convertiranno e l'opera progredirà testimoniando quanto sono apprezzati i doni di Dio, che verrà glorificato tramite la fedeltà dei suoi amministratori. CEC 42 4 Quando presentiamo dei vibranti appelli in favore dell'opera di Dio, quando esponiamo le necessità economiche delle nostre missioni, uomini ricchi di sensibilità e di fede si commuovono profondamente. CEC 42 5 Come la povera vedova -- elogiata da Cristo perché offrì due monete -- essi offrono, nella loro povertà tutto ciò che hanno. Spesso si privano del necessario, mentre ci sono uomini e donne che possedendo terreni e immobili si aggrappano a queste cose con egoistica tenacia e non hanno sufficientemente fede nel Signore e nel messaggio per donare in favore della sua opera. È a loro che vengono rivolte queste parole: "Vendete quel che possedete e il denaro datelo ai poveri..." Luca 12:33 (Tilc). Chiedere consiglio a Dio CEC 43 1 Alcuni fratelli e sorelle meno abbienti mi scrivono per chiedermi se devono vendere la loro casa e offrire il ricavato alla chiesa. Dichiarano di essere rimasti toccati dai nostri appelli e provano l'ardente desiderio di fare qualcosa per il Maestro che ha dato tutto per loro. Gli risponderei: "Forse non dovete vendere proprio ora le vostre modeste abitazioni, lasciate che sia Dio a consigliarvi per ottenere la saggezza e comprendere il vostro dovere. Egli certamente ascolterà le vostre fervide preghiere". -- Testimonies for the Church 5:733, 734. Ridurre i capitali e non accrescerli CEC 43 2 Attualmente i nostri fratelli dovrebbero diminuire i loro capitali invece di accrescerli. Stiamo per entrare in un paese migliore, quello celeste. Non insediamoci su questa terra e stabiliamo meno legami possibili. CEC 43 3 Verrà il momento in cui non potremo più vendere a nessun prezzo. Ben presto un decreto impedirà di acquistare o vendere a chiunque non abbia "il marchio della bestia". -- Testimonies for the Church 5:152. Preparazione per il tempo di angoscia CEC 43 4 Le case e i campi saranno inutili ai fedeli negli ultimi tempi perché dovranno sfuggire alla folla inferocita e non potranno venderli per contribuire alla diffusione del messaggio divino. Mi è stato mostrato che Dio vuole che i santi si liberino, prima del tempo di angoscia, di tutto ciò che potrebbe crear loro delle difficoltà e facciano un patto con Dio tramite il sacrificio. Se offrono a Dio ciò che possiedono e gli chiedono di indicargli cosa farne, Egli rivelerà loro quando e come utilizzare questi beni. Nel tempo di angoscia saranno quindi liberi da ogni legame. CEC 43 5 Mi è stato mostrato che chi non sarà disposto a separarsi dai propri beni, chiedendo al Signore come deve utilizzarli, non riceverà nessuna indicazione da parte di Dio. Potrà conservare i propri capitali ma nel tempo d'angoscia diventeranno soltanto un intralcio. Quando vorrà disfarsene, sarà troppo tardi. Udii alcuni che si lamentavano: "L'opera di proclamazione del regno di Dio stava languendo, il popolo di Dio voleva conoscere la verità e noi non abbiamo fatto nulla per collaborare. Ora i nostri beni non servono più, sarebbe stato molto più utile venderli e creare un tesoro in cielo!" CEC 44 1 (...) Vidi anche che Dio non esigeva che tutti vendessero le loro proprietà contemporaneamente, ma che se lo avessero desiderato Egli avrebbe spiegato loro, al momento opportuno quanti beni vendere e quando. In passato è stato chiesto a qualcuno di vendere le sue proprietà per sostenere la predicazione del messaggio avventista, mentre altri dovevano conservarli fino al momento in cui ce ne sarebbe stato bisogno. Al momento opportuno sarà loro dovere venderli. -- Early Writings, 56, 57. Nessun legame terreno CEC 44 2 L'opera di diffusione del messaggio di Dio deve continuare a svilupparsi e se la chiesa ascolterà i suoi consigli rimarranno ben pochi capitali che verrranno distrutti nel conflitto finale. Tutti avranno deposto il loro tesoro là dove la tignola e la ruggine non possono distruggerlo; essi non possederanno più niente che li leghi alla terra. -- Testimonies for the Church 1:197. ------------------------Capitolo 12: Una prova della nostra fedeltà a Dio CEC 47 1 "Onora l'Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saran ripieni d'abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto". Proverbi 3:9, 10. CEC 47 2 Questo brano della Bibbia afferma che Dio ha dei diritti su tutto ciò che ci ha affidato, che questi diritti devono essere presi in considerazione e che una benedizione speciale è riservata a coloro che ne tengono conto. CEC 47 3 Viene quindi enunciato un principio che regola tutte le relazioni di Dio con gli uomini. Il Signore mise i nostri progenitori nel giardino dell'Eden, mettendo a loro disposizione tutto ciò che poteva contribuire alla loro felicità e li invitò a riconoscerlo come il proprietario di tutto ciò che li circondava. In questo giardino fece crescere alberi molto belli e con buoni frutti, riservandosene uno. Adamo ed Eva potevano godere liberamente di tutti gli altri ma di quell'albero Dio aveva detto: "Non ne mangiate il frutto". Esso costituiva la prova della loro gratitudine e della loro fedeltà nei confronti di Dio. Nello stesso modo il Signore ci ha accordato il più grande dono del cielo nella persona di Gesù. Con lui ci ha donato tutte le cose di cui possiamo ampiamente godere. I prodotti della terra, i raccolti abbondanti, l'oro e l'argento che ci ha affidato. Ha messo a disposizione degli uomini le case e le terre, il cibo e gli abiti. Ci chiede di riconoscerlo come proprietario e per questo motivo dice: "Di tutto ciò che possedete mi riservo la decima parte e inoltre doni e offerte che dovete portare nella mia casa". CEC 47 4 Ecco il metodo adottato da Dio per far progredire l'opera di evangelizzazione. CEC 47 5 Questo piano di collaborazione sistematica fu concepito da Gesù Cristo stesso che diede la sua vita per quella di tutti gli uomini. Egli lasciò il cielo, il suo posto di Comandante dell'esercito celeste e rivestì di umanità la sua divinità per rialzare il genere umano. Egli diventò povero per farci diventare ricchi tramite la sua povertà; parlò agli uomini e nella sua saggezza rivelò il piano che era stato preparato per sostenere coloro che portano il suo messaggio a tutti gli uomini. -- The Review and Herald, 4 febbraio 1902. Ciò che Dio si riserva del tempo e del denaro che ci dona CEC 47 6 Lo stesso linguaggio è impiegato in riferimento al sabato e alla decima: "Il settimo è giorno di riposo sacro all'Eterno". L'uomo non ha né il diritto né la facoltà di sostituire il primo al settimo giorno. Egli può pretendere di farlo: "Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo..." 2 Timoteo 2:19. La abitudini e gli insegnamenti degli uomini non potranno mai sostituire le esigenze della legge divina. Dio ha santificato il settimo giorno. Questa specifica porzione di tempo, riservata da Dio stesso al culto e all'adorazione, è sacra oggi come lo era quando fu consacrata dal nostro Creatore. CEC 48 1 Nello stesso modo la decima delle nostre entrate "appartiene all' Eterno". Il Nuovo Testamento non abolisce la legge della decima, come non abolisce il comandamento relativo al sabato; la loro validità e la loro grande importanza spirituale vi sono chiaramente spiegate... Mentre noi, come popolo di Dio, cerchiamo di dare fedelmente a Dio il tempo che si è riservato, non gli doneremmo anche la parte delle nostre entrate che ci richiede? -- The Review and Herald, 16 maggio 1882. Sia le proprietà sia le rendite vanno decimate CEC 48 2 Così come fece Abramo bisogna pagare la decima su tutti i beni e su tutte le rendite. Una decima fedele è ciò che spetta al Signore. Trattenerla significa derubare Dio. Tutti dovrebbero versare le decime e le offerte liberamente, volontariamente e con gioia. Tutto questo rappresenta una benedizione per noi, trattenere la parte che spetta a Dio non ci offre nessun vantaggio. -- Manoscritto 159, 1899. Un principio valido per tutti CEC 48 3 Questa era quindi l'abitudine dei patriarchi e dei profeti (si fa riferimento all'esperienza di Abramo e di Giacobbe riguardo al pagamento della decima) prima della creazione della nazione ebraica. Quando Israele diventò un popolo autonomo, il Signore gli diede delle indicazioni molto precise riguardo a questo punto: "Ogni decima della terra, sia delle raccolte del suolo sia dei frutti degli alberi appartiene all'Eterno; è cosa consacrata all'Eterno". Levitico 27:30. Questa legge non doveva essere abolita insieme ai sacrifici e alle leggi che prefiguravano il Cristo. Fino a quando Dio avrà un popolo su questa terra, i suoi diritti nei suoi confronti resteranno gli stessi. CEC 48 4 La decima di ogni entrata appartiene al Signore. Egli l'ha riservata per essere utilizzata per scopi religiosi. È sacra. Non ha mai accettato meno in nessuna epoca. La negligenza o il rinvio di questo dovere feriscono Dio. CEC 48 5 Se tutti coloro che si professano cristiani restituissero fedelmente la loro decima a Dio non mancherebbero i fondi per la proclamazione del Vangelo. -- The Review and Herald, 16 maggio 1882. Una grande benedizione CEC 49 1 Il sistema della decima si fonda su un principio permanente come la legge di Dio. La decima era una benedizione per gli ebrei e sarà una benedizione anche per quanti lo osserveranno fino alla fine dei tempi. Il nostro Padre celeste non ha concepito questo piano per arricchirsi ma per accordare agli uomini una grande benedizione. Ha visto che questo piano era proprio ciò di cui l'uomo aveva bisogno. -- Testimonies for the Church 3:404, 405. Nove decimi valgono più di dieci decimi CEC 49 2 Molti hanno compatito Israele che era costretto a contribuire sistematicamente dopo aver già presentato le varie offerte annuali. Ma Dio nella sua saggezza sapeva che quello era il modo migliore per esercitare la generosità e quindi aveva dato questa regola al suo popolo. Molte volte è stato possibile dimostrare che nove decimi valgono più di dieci. -- Testimonies for the Church 3:546. Dai tempi di israele si è verificato un grande cambiamento CEC 49 3 Da tutte le nostre entrate dovremmo innanzi tutto prelevare la parte che spetta a Dio. Nel sistema raccomandato agli ebrei essi dovevano offrire a Dio le primizie di tutti i beni ricevuti sia tramite l'aumento del numero del bestiame, sia con i prodotti dei campi, dei frutteti e delle vigne, oppure riscattare queste primizie offrendo una somma di denaro equivalente. Come sono cambiate le cose oggi! Le esigenze del Signore, quando ancora gli si accorda un po' d'attenzione, sono relegate all'ultimo posto. Eppure oggi l'opera di proclamazione del vangelo richiede un impiego di fondi dieci volte superiore a quello degli israeliti. La grande missione affidata ai discepoli era di predicare il Vangelo al mondo intero. Questo dà un'idea dell'estensione dell'opera e della responsabilità dei discepoli di Cristo in questa epoca. Se la legge richiedeva decime e offerte quanto sono indispensabili oggi! Se ricchi e poveri erano tenuti a dare una somma proporzionata ai loro beni nell'economia giudaica, oggi un simile obbligo è indispensabile. -- Testimonies for the Church 4:474. ------------------------Capitolo 13: Un principio eterno CEC 50 1 Il sistema della decima è anteriore all'epoca di Mosè. Già ai tempi di Adamo gli uomini furono invitati a offrire a Dio dei doni. Con queste offerte, seguendo le direttive divine, manifestavano il loro apprezzamento per la misericordia e le benedizioni di Dio. Con le generazioni successive questa abitudine si trasmise fino ad Abramo, che pagò la decima a Melchisedec sacerdote dell'Iddio Altissimo. Lo stesso principio era in vigore all'epoca di Giobbe. Giacobbe, quando trascorse una notte a Bethel, sul sentiero dell'esilio, con una pietra per cuscino, promise a Dio: "...e di tutto quello che tu darai a me, io, certamente, darò a te la decima". Genesi 28:22. Tutte le offerte devono essere volontarie. Dio non obbliga gli uomini a dare. Egli non desidera che i fondi messi a disposizione della sua opera provengano da offerte fatte controvoglia. -- Testimonies for the Church 3:393. Paolo raccomanda questo metodo CEC 50 2 Nella sua prima lettera alla chiesa di Corinto, Paolo diede ai credenti le indicazioni relative ai principi generali sui quali fondare l'opera di Dio. Ricordava ciò che aveva fatto per loro e chiedeva: "Da quando in qua un soldato presta servizio nell'esercito a sue spese? E chi pianta una vigna non mangia forse la sua uva? E chi conduce un gregge al pascolo non beve il latte di quelle pecore? Ma non porto soltanto esempi tratti dall'esperienza umana. Anche la legge di Mosè prescrive: "Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano". Dio si preoccupa forse dei buoi? O è per noi che parla? Certamente! Questa regola è stata scritta per noi. Perché chi ara il campo e chi trebbia il grano deve fare il lavoro nella speranza di avere la sua parte del raccolto. Noi abbiamo seminato per voi beni spirituali. Non c'è dunque nulla di strano se raccogliamo da voi beni materiali. Se altri hanno questo diritto su di voi, tanto più l'abbiamo noi. CEC 50 3 Ma noi non facciamo uso di questo diritto, anzi sopportiamo ogni specie di difficoltà, per eliminare qualsiasi ostacolo all'annunzio di Cristo. CEC 51 1 Chi lavora nel tempio riceve dal tempio il proprio nutrimento, e chi si occupa dei sacrifici offerti sull'altare, riceve una parte dei sacrifici. Allo stesso modo quelli che annunziano il vangelo, il Signore ha stabilito che hanno il diritto di vivere di questo lavoro". 1 Corinzi 9:7-14 (Tilc). CEC 51 2 L'apostolo si riferiva al piano del Signore per il mantenimento dei sacerdoti che servivano nel tempio. Le persone che erano state assegnate a questo servizio sacro venivano mantenute dai loro fratelli, ai quali fornivano benedizioni spirituali. "È vero che anche i discendenti di Levi, quando diventano sacerdoti, per legge devono prendere dal popolo la decima parte di tutto..." Ebrei 7:5 (Tilc). La tribù di Levi era stata designata dal Signore per il servizio sacro del tempio e per il sacerdozio. L'Eterno aveva detto a proposito del sacerdote: "Poiché l'Eterno, il tuo Dio, l'ha scelto fra tutte le tue tribù, perché si presentino a fare il servizio nel nome dell'Eterno, egli e i suoi figliuoli, in perpetuo". Deuteronomio 18:5. Il Signore rivendicava la decima di tutte le sue entrate. (...) CEC 51 3 Riguardo al trattamento economico dei pastori Paolo affermava: "Allo stesso modo quelli che annunziano il vangelo, il Signore ha stabilito che hanno il diritto di vivere di questo lavoro". E più tardi scrisse a Timoteo: "Il lavoratore ha diritto alla sua paga". 1 Timoteo 5:18. -- The Acts of the Apostles, 335, 336. Dio esercita un diritto nei nostri confronti CEC 51 4 Dio ha nei nostri confronti e su ciò che possediamo la possibilità di esercitare dei diritti che hanno la prorità. In virtù di tali diritti ci chiede di restituirgli una certa parte di tutto ciò che ci ha affidato e questa parte è la decima che Egli si è riservata da tempi remoti. (...) Quando Dio liberò gli israeliti dall'Egitto per farne il suo popolo, insegnò loro di consacrargli la decima parte dei loro beni per il servizio del tempio. Si trattava di un'offerta speciale con una finalità specifica. Tutto il resto dei loro beni apparteneva a Dio e doveva essere utilizzato alla sua gloria, ma la decima doveva essere consacrata al mantenimento di coloro che lavoravano nel tempio. Questa parte rappresentava tutte le primizie delle entrate e con i doni e le offerte essa offriva il sostentamento adeguato per l'opera di Dio in quell'epoca. CEC 51 5 Dio non chiede a noi meno di quanto ha chiesto un tempo al suo popolo. Inoltre ci ha affidato dei beni notevoli rispetto a quelli d'Israele. Il suo servizio richiede e richiederà sempre mezzi adeguati. La grande opera di proclamazione del suo messaggio deve essere compiuta e Dio ha provveduto ampiamente con l'istituzione della decima, dei doni e delle offerte. Egli vuole che il ministero pastorale sia economicamente sostenuto in questo modo. La decima viene considerata come una parte che gli spetta, destinata a finanziare l'opera di Dio, per farla progredire, per permettere di inviare missionari in paesi lontani, fino all'estremità della terra. CEC 52 1 Dio esercita i suoi diritti su ogni cosa, sia sugli uomini sia sui loro beni perché tutto gli appartiene. Egli dichiara: io sono il proprietario del mondo intero, tutto l'universo è mio e vi chiedo di consacrare al mio servizio le primizie di tutto ciò che le mie benedizioni vi hanno permesso di acquisire. La Parola di Dio dichiara: "Non indugerai a offrirmi il tributo dell'abbondanza delle tue raccolte e di ciò che cola dai tuoi strettoi..." Esodo 22:29. "Onora l'Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita". Dio esige questo contributo come prova della lealtà nei suoi confronti. CEC 52 2 Apparteniamo a Dio; siamo suoi figli e sue figlie perché ci ha creato e ci ha riscattato donandoci il suo unico Figlio. "Voi quindi non appartenete più a voi stessi. Perché Dio vi ha fatti suoi, riscattandovi a caro prezzo..." 1 Corinzi 6:19, 20 (Tilc). Lo spirito, il cuore, la volontà e i sentimenti appartengono a Dio; come anche il denaro di cui disponiamo. Tutte le cose che riceviamo e di cui godiamo provengono dal Signore. Dio è il generoso dispensatore di tutti i beni, che rispondono ai bisogni del corpo e dell'anima e desidera che ciò sia riconosciuto da chi ne beneficia. Dio reclama ciò che gli appartiene. Il Signore si è riservato la prima parte dei nostri beni, che deve essere considerata come un tesoro che ci ha affidato. Un cuore privo di egoismo sarà sensibile alla bontà e all'amore di Dio e soddisferà pienamente le sue giuste esigenze. -- The Review and Herald, 8 dicembre 1896. ------------------------Capitolo 14: Un piano straordinario per la sua semplicità CEC 52 3 Il piano divino basato sulla decima è straordinario per la sua semplicità ed equità. Tutti lo possono attuare con fede e con coraggio perché è stato concepito da Dio. Essendo semplice, e di estrema utilità, non richiede affatto vaste conoscenze per comprenderlo e realizzarlo. Tutti possono facilmente comprendere che possono contribuire al successo dello straordinario piano della salvezza. Ogni uomo, donna o giovane può diventare amministratore per il Signore. (...) CEC 52 4 Questo metodo permette di raggiungere importanti obiettivi. Se tutti lo accettassimo ognuno potrebbe diventare un attento e fedele amministratore del Signore; in questo modo non ci sarebbero problemi finanziari nella grande opera di diffusione, in tutto il mondo, del messaggio d'avvertimento. Se ogni membro di chiesa adottasse questo sistema non mancherebbero i fondi e nessuno sarebbe in miseria. Investendo i nostri beni ci sentiremmo più coinvolti nella proclamazione di questo messaggio. Accumuleremmo così "...un tesoro ben fondato per l'avvenire, a fin di conseguire la vera vita". 1 Timoteo 6:19. -- Testimonies for the Church 3:388, 389. Per i ricchi e per i poveri CEC 53 1 Nel sistema biblico delle decime e delle offerte, le somme versate varieranno notevolmente perché sono proporzionate alle entrate. La decima del povero sarà relativamente piccola e le sue offerte saranno in rapporto alle sue possibilità limitate. Ma non è l'entità del dono che rende l'offerta gradita a Dio, è la disponibilità del cuore, lo spirito di amore e di gratitudine che esprime. I poveri non devono pensare che le loro offerte siano così esigue da non essere degne di essere prese in considerazione. Essi diano secondo le loro possibilità con la certezza di essere figli di Dio e sapendo che il Padre celeste accetterà la loro offerta. CEC 53 2 Colui a cui Dio ha affidato un grosso capitale non considererà un peso, se lo ama e lo rispetta, soddisfare le richieste di una coscienza illuminata dai principi di Dio. Il ricco avrà la tentazione di lasciarsi andare all'egoismo e all'avarizia, trattenendo ciò che appartiene al Signore. Ma colui che è sincero nei confronti della volontà di Dio risponderà a Satana, quando sarà tentato: "È scritto: "Un uomo può ingannare Dio?'". "E che giova egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?" Matteo 16:26. -- The Review and Herald, 16 maggio 1893. Vincolati dal nostro patto con Dio CEC 54 1 Nella grande opera di avvertimento coloro che possiedono la verità che li ha santificati, adempiranno il compito ricevuto. Saranno fedeli nel pagamento delle decime e delle offerte. Ogni membro di chiesa, in virtù del suo patto con Dio, deve utilizzare saggiamente il denaro, senza stravaganze. Non permettete che il desiderio di risparmiare nel bilancio familiare ci impedisca di partecipare allo sviluppo dell'opera di Dio e alla possibilità di penetrare in nuovi territori. -- The Review and Herald, 17 gennaio 1907. CEC 54 2 Esorto i miei fratelli e sorelle nel mondo intero a prendere coscienza delle loro responsabilità nel pagamento fedele delle decime. (...) Siate corretti con il vostro Creatore. È necessario comprendere pienamente l'importanza di essere onesti nei confronti di colui che conosce tutto fin dal principio. Ognuno faccia un accurato esame di coscienza. Verifichi le sue entrate per essere onesto nei confronti di Dio. CEC 54 3 Il Signore, che ha donato suo Figlio perché morisse per noi, ha fatto un patto con voi. Egli vi accorda le sue benedizioni e in cambio vi chiede di presentargli le vostre decime e le vostre offerte. Nessuno potrebbe affermare che non sono state date direttive precise in merito. Il piano di Dio relativo alle decime e alle offerte è chiaramente definito nel terzo capitolo di Malachia. Dio chiede ai suoi amministratori di essere onesti nei confronti del patto stipulato con loro. "Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa..." Malachia 3:10. -- The Review and Herald, 3 dicembre 1901. Non si trattava di una legge severa CEC 54 4 Alcuni penseranno che la decima sia stata una delle leggi più severe degli ebrei. Ma non si trattava di un peso per un cuore che amava il Signore. Solo quando l'egoismo si rafforzava, trattenendo ciò che spettava a Dio, gli uomini perdevano di vista le realtà eterne e attribuivano un valore superiore ai beni terreni rispetto ai valori spirituali. -- Testimonies for the Church 3:396. Un peso soltanto per coloro che disobbediscono CEC 54 5 I cristiani sono invitati a manifestare la loro generosità per diventare sensibili nei confronti dei loro simili. La legge morale prevedeva l'osservanza del sabato che non rappresentava un peso fino a quando questo comandamento non veniva trasgredito e ne derivavano conseguenze previste dalla legge stessa. Il sistema della decima non era un peso per coloro che erano fedeli. Questa regola data agli ebrei non era mai stata abrogata da colui che ne era l'autore. Invece di perdere la sua importanza, avrebbe dovuto essere mantenuta e confermata nell'era cristiana, nella misura in cui si comprendeva meglio che la salvezza poteva ottenersi soltanto tramite Cristo. -- Testimonies for the Church 3:391, 392. Un magro compenso CEC 55 1 Mi riferisco al sistema della decima: come sembra insignificante! Che valutazione banale! È inutile cercare di valutare secondo leggi matematiche, in tempo, denaro e impegno, un amore e un sacrificio smisurati e incalcolabili! Le decime per Cristo: un'effimera e vergognosa ricompensa per una realtà di così grande valore! -- Testimonies for the Church 4:119. ------------------------Capitolo 15: Una questione di onestà CEC 55 2 Un meschino egoismo sembra impedire agli uomini di dare a Dio ciò che gli spetta. Il Signore, stipulando un patto, si impegnava a benedirli abbondantemente e gratificarli senza limiti se, da parte loro, avessero restituito regolarmente ciò che era destinato a realizzare l'instaurazione del regno di Gesù Cristo. Ma se gli uomini trattengono per loro ciò che appartiene a Dio Egli dichiara: "Voi siete colpiti di maledizione..." Malachia 3:9. CEC 55 3 Coloro che sono coscienti della loro dipendenza da Dio comprenderanno che devono essere onesti con i loro simili e soprattutto con Dio, da cui ricevono tutte le benedizioni. Il fatto di disconoscere le indicazioni divine relative alla decima e alle offerte è annotato nel registro celeste come un furto nei confronti di Dio. CEC 55 4 Nessun uomo, se manca di onestà nei confronti di Dio e dei suoi simili può conoscere la vera prosperità. L'Iddio Altissimo, proprietario del cielo e della terra dichiara: "Non avrai nella tua sacchetta due pesi, uno grande e uno piccolo. Non avrai in casa due misure, una grande e una piccola. Terrai pesi esatti e giusti, terrai misure esatte e giuste, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che l'Eterno, l'Iddio tuo, ti dà. Poiché chiunque fa altrimenti, chiunque commette iniquità, è in abominio all'Eterno, al tuo Dio". Deuteronomio 25:13-16. Tramite il profeta Michea il Signore esprime nuovamente la sua avversione per la disonestà: "Nelle case dei malvagi ci sono ancora tesori accumulati con inganno, misure falsificate che io detesto! Come potrei considerare innocente chi usa bilance e pesi truccati? I ricchi di questa città si danno alla violenza, gli abitanti sono bugiardi e si ingannano tra loro. Per questo io ho cominciato a colpirvi, a distruggervi per le vostre colpe". Michea 6:10-13 (Tilc). -- The Review and Herald, 17 dicembre 1889. Una coscienza non tranquilla CEC 56 1 Quando agiamo ingiustamente nei confronti dei nostri simili o di Dio, disprezziamo l'autorità divina e ignoriamo il fatto che Cristo ci ha riscattati al prezzo della sua vita. Il mondo inganna Dio costantemente. Più Dio affida agli uomini ingenti ricchezze più essi le considerano di loro proprietà, disponendone a loro piacimento. Ma coloro che professano di seguire Cristo seguiranno le abitudini della nostra società? Perderemo la tranquillità della nostra cola comunione con Dio e con i nostri fratelli perché trascureremo di dare all'opera di Dio il giusto spazio? CEC 56 2 Coloro che si considerano cristiani sappiano che gestiscono un capitale che Dio ha affidato loro e che viene loro raccomandato di seguire fedelmente le istruzioni delle Scritture riguardanti l'uso di questo capitale. Se il vostro cuore è in pace con Dio voi non sottrarrete i beni ricevuti dal Signore per investirli in iniziative che soddisfano unicamente il vostro egoismo. (...) CEC 56 3 Fratelli e sorelle, se il Signore vi ha benedetto accordandovi dei beni, non li considerate vostri. Siete amministratori e agite con giustizia ed onestà versando decime e offerte. Quando avete preso un impegno, sappiate che Dio si aspetta che voi lo manteniate al più presto. Non promettete al Signore una somma che poi impiegherete per conto vostro, perché le vostre preghiere non saranno gradite. La negligenza, nel mettere in pratica questi doveri chiaramente rivelati, fa piombare la chiesa nelle tenebre. -- The Review and Herald, 17 dicembre 1889. Un vero e proprio sacrilegio CEC 56 4 Ciò che deve essere messo da parte, secondo le Scritture, perché appartiene al Signore, costituirà i fondi per la diffusione del Vangelo e quindi non appartiene più a noi. È un vero e proprio sacrilegio attingere dai fondi destinati a Dio per il proprio interesse o per aiutare qualcuno nei suoi affari. Alcuni hanno commesso l'errore di appropriarsi di ciò che era consacrato a Dio. Ognuno dovrebbe esaminare con cura questo soggetto. Nessuno, trovandosi in una situazione difficile, utilizzi il denaro destinato a scopi religiosi per il proprio profitto, tranquillizzando la sua coscienza con il pensiero che più tardi rimborserà questo denaro. È molto meglio ridurre le spese in base alle entrate, limitare i bisogni e vivere secondo i propri mezzi, piuttosto che utilizzare il denaro del Signore per scopi secolari. -- Testimonies for the Church 9:246, 247. ------------------------Capitolo 16: Regolarità e sistematicità CEC 57 1 Le direttive impartite dallo Spirito Santo tramite l'apostolo Paolo riguardo alle offerte, presentano un principio che si applica anche alla decima: "Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché quando verrò non ci siano più collette da fare". 1 Corinzi 16:2. Genitori e figli sono coinvolti e l'appello non è rivolto soltanto ai ricchi ma anche ai poveri. "Dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuor suo; non di malavoglia né per forza perché Iddio ama un donatore allegro". 2 Corinzi 9:7. Le offerte devono essere fatte ricordandosi della grande bontà di Dio nei nostri confronti. CEC 57 2 Qual è il momento più adatto per mettere da parte la decima e presentare a Dio le nostre offerte? Il sabato abbiamo meditato sulla sua grande bontà. Abbiamo considerato la sua opera creatrice come una prova della sua potenza redentrice. I nostri cuori sono colmi di riconoscenza per il suo grande amore e, prima di riprendere il ritmo della settimana, gli restituiamo ciò che gli appartiene e vi aggiungiamo un'offerta di gratitudine. Il nostro modo di agire costituisce una testimonianza secondo la quale dichiariamo che Dio è il proprietario di tutto ciò che ci appartiene e che ha fatto di noi i suoi amministratori affinché utilizziamo questi beni alla sua gloria. La riconoscenza dei nostri obblighi nei confronti di Dio rafforza in noi il senso del dovere. La gratitudine aumenta in noi a mano a mano che l'esprimiamo e la gioia che ci dà vivifica l'anima e il corpo. -- The Review and Herald, 4 febbraio 1902. Prima la decima e poi le offerte CEC 57 3 Le nostre offerte non devono essere condizionate dai nostri impulsi. Dio ci ha dato delle indicazioni ben precise in merito. Ha sottolineato che le decime e le offerte sono il metro di misura del nostro senso del dovere. Egli desidera che i nostri doni siano offerti sistematicamente e regolarmente. (...) CEC 57 4 Ognuno valuti le sue entrate, che sono una benedizione di Dio, ne conteggi la decima parte per consacrarla all'Eterno. Questi fondi non devono essere in nessun caso devoluti per un altro obiettivo; essi devono servire soltanto a sostenere l'opera del ministero evangelico. Una volta conteggiata la decima, i doni e le offerte possono essere aggiunti secondo le possibilità di ognuno. -- The Review and Herald, 9 maggio 1893. Soddisfare innanzi tutto le esigenze di Dio CEC 58 1 Non soltanto il Signore rivendica la decima ma ci indica come vuole che gli venga riservata. Egli dice: "Onora l'Eterno con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita". Proverbi 3:9. Questo non insegna che dobbiamo spendere il nostro denaro e offrire all'Eterno ciò che rimane, anche se questa decima è onesta. La parte consacrata a Dio deve avere la priorità. -- The Review and Herald, 4 febbraio 1902. CEC 58 2 Non dobbiamo consacrargli ciò che resta delle nostre entrate dopo che le nostre necessità, reali o immaginarie, sono state soddisfatte; prima di utilizzare il nostro denaro dobbiamo accantonare ciò che Dio ha definito di sua proprietà. CEC 58 3 Molta gente soddisfa innanzi tutto desideri ed esigenze secondarie, lasciando a Dio gli avanzi, se ne restano. Se non facciamo il nostro dovere, l'opera di Dio dovrà attendere momenti più propizi. -- The Review and Herald, 16 maggio 1882. ------------------------Capitolo 17: Il messaggio di Malachia CEC 58 4 Il rimprovero, l'avvertimento e le promesse del Signore sono presentati chiaramente in Malachia 3:8: "Io vi rispondo: È giusto frodare Dio? Eppure voi mi frodate! E voi domandate: "In che cosa?" Nel versamento della decima parte dei vostri beni e nelle vostre offerte. Siete stati colpiti da una grande maledizione perché voi, tutto il popolo, mi frodate". Malachia 3:8, 9 (Tilc). CEC 58 5 Il Signore propone a coloro che hanno ricevuto i suoi doni di metterlo alla prova: "Se portate invece tutta la decima parte dei vostri beni nel mio tempio, perché ci sia sempre del cibo di riserva, certamente aprirò le porte del cielo e riverserò su di voi abbondanti benedizioni". Malachia 3:10 (Tilc). CEC 58 6 Questo messaggio non ha perso la sua forza. Esso è attuale e importante così come lo sono le benedizioni divine. Non è difficile comprendere il nostro dovere alla luce di questo messaggio proclamato da un profeta di Dio. Non siamo stati abbandonati a brancolare nel buio e nella disubbidienza. La verità è esposta con chiarezza e può essere perfettamente compresa da colui che vuole essere onesto agli occhi di Dio. La decima di tutte le nostre entrate appartiene al Signore. Egli chiede che gli sia restituita una parte dei nostri beni e dice: "Io vi permetto di utilizzare i miei beni dopo che avrete restituito la decima e presentato doni e offerte". CEC 58 7 Dio vuole che la decima sia versata nelle sue casse. Questa parte deve essergli restituita fedelmente e onestamente. Inoltre reclama i nostri doni e le nostre offerte. Nessuno è obbligato a presentare al Signore le sue decime e le sue offerte. Ma con la stessa certezza con cui ci è stato presentato il messaggio di Dio, così Egli reclamerà ciò che gli è dovuto da ogni essere umano. Se gli uomini non sono fedeli nel pagamento di ciò che appartiene al Signore, se disprezzano la missione divina affidata ai suoi amministratori, essi non potranno godere a lungo dei beni che il Signore aveva loro affidato. (...) CEC 59 1 Il Signore ha stabilito il compito di ognuno. I suoi servitori devono agire collaborando con lui. Gli uomini, se vogliono, possono rifiutare di mantenere i contatti con il Creatore; possono rifiutare di consacrarsi al suo servizio e far fruttare i propri talenti; possono astenersi dal praticare la temperanza e la rinuncia e possono dimenticare che il Signore ha rivendicato una parte di ciò che ha loro affidato. In questo modo risultano amministratori infedeli. CEC 59 2 Un buon amministratore farà il possibile per servire Dio e si preoccuperà delle difficoltà della nostra società. Comprenderà che il messaggio della verità deve essere proclamato, non soltanto nel vicinato, ma anche nei paesi lontani. Quando gli uomini vivono con questo spirito, l'amore per la verità e la santificazione che ne scaturisce purificano il loro cuore dall'avarizia, dalla doppiezza e da qualsiasi tipo di disonestà. -- The Review and Herald, Supplemento, 1 dicembre 1896. Un audace suggerimento CEC 59 3 "Ho saputo, che fra l'altro, afferma che non bisogna pagare la decima". Fratello mio si tolga i calzari perché il terreno su cui cammina è sacro. Il Signore si è espresso chiaramente in merito al versamento della decima: "Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa..." CEC 59 4 Recentemente, su questo soggetto, ho ricevuto un messaggio direttamente dal Signore che indica come gli Avventisti del 7° giorno ingannino Dio nelle decime e nelle offerte e mi è stato chiaramente rivelato che Malachia aveva descritto la situazione proprio come si presentava nella realtà. Un uomo come può quindi pretendere che il suggerimento di trattenere le decime e le offerte possa venire dal Signore? Fratello mio, lei è uscito dal sentiero della verità? Cerchi di ritornarvi al più presto. -- Testimonies to Ministers, 60. Ingannare Dio CEC 60 1 Avere il nome scritto sul registro di chiesa non significa essere un cristiano. Dovete deporre i vostri doni sull'altare dei sacrifici, collaborando con Dio secondo le vostre possibilità, affinché possa manifestare, tramite il vostro aiuto, tutta la bellezza della verità. Non trattenete nulla di quello che appartiene al Salvatore. È tutto suo. Non avreste nulla da offrire se non vi avesse dato tutto. CEC 60 2 Se vi appropriate di ciò che appartiene a Dio significa che agite mossi dall'egoismo. L'idolatria è la concupiscenza. Gli uomini monopolizzano ciò che Dio ha prestato loro e se ne servono come se si trattasse di una loro proprietà esclusiva, per usarla come meglio desiderano. Quando riescono ad accumulare ricchezze pensano di poter accrescere la loro importanza agli occhi di Dio. Si tratta di un'insidia, un inganno di Satana. Che valore possono avere le apparenze esteriori? Cosa guadagnano gli uomini e le donne tramite l'orgoglio e la vanità? "E che gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?" Matteo 16:26. CEC 60 3 Le ricchezze terrene finiranno. Solo in Cristo possiamo ottenere ricchezze eterne. Il tesoro che ci è riservato non è sottoposto a nessun tipo di speculazioni. Avendo trovato Dio vi arricchite con la semplice contemplazione: "Le cose che occhio non ha vedute, che orecchio non ha udite e che non sono salite in cuor d'uomo, son quelle che Dio ha preparato per coloro che lo amano". 1 Corinzi 2:9. Rispondete alla domanda: "Come uso i talenti che mi ha affidato il Signore?" Queste parole possono forse applicarsi a voi: "Siete stati colpiti da una grande maledizione perché voi, tutto il popolo, mi frodate"? Malachia 3:9 (Tilc). CEC 60 4 Viviamo in un'epoca di sacra e privilegiata attesa, un tempo durante il quale sarà deciso il nostro destino per la vita o per la morte. Voi che pretendete di essere figli di Dio versate le vostre decime. Presentate offerte generose e spontanee secondo quanto Dio vi ha accordato. Ricordate che il Signore vi ha affidato dei talenti che dovete far fruttare con cura. Ricordate inoltre che un amministratore fedele non si attribuisce nessun merito. La gloria e gli onori spettano al Signore. Nessun guadagno può essere realizzato se non si è prima investito un capitale. Il Signore l'ha anticipato: il successo si ottiene grazie a lui e a lui soltanto va attribuito il merito. CEC 60 5 Se tutti coloro che conoscono la verità ubbidissero ai suoi insegnamenti! Come è possibile che uomini così vicini all'eternità siano diventati ciechi? Generalmente, fra gli avventisti, non mancano le possibilità economiche, ma molti non si assumono la responsabilità di collaborare con il Signore per la salvezza dell'umanità. Essi non dimostrano il grande interesse che Dio ha nei confronti dei peccatori e non colgono le occasioni che gli vengono offerte. La lebbra dell'egoismo si è diffusa nella chiesa. Il Signore Gesù Cristo la guarirà da questa terribile malattia se accetterà di essere guarita. Il rimedio si trova nel capitolo 58 del libro del profeta Isaia. -- The Review and Herald, 10 dicembre 1901. Un grave gesto CEC 61 1 È grave appropriarsi dei beni che appartengono al Signore, cioè derubarlo, perché in questo modo pervertiamo le nostre percezioni morali e perdiamo la nostra sensibilità. Come è sterile l'esperienza religiosa, offuscata l'intelligenza di chi non ama Dio di un amore puro e disinteressato e il suo prossimo come se stesso! (...) CEC 61 2 Il gran giorno del giudizio rivelerà loro e a tutto l'universo il bene che avrebbero potuto fare se non avessero seguito le loro inclinazioni egoistiche e derubato Dio nelle decime e nelle offerte. Essi avrebbero potuto depositare le loro ricchezze nella banca celeste e conservarle in borse che non si deteriorano; al contrario le hanno sprecate spendendole per se stessi e per i loro figli, quasi temendo che il Signore volesse privarli del loro denaro e della loro importanza andando così verso la rovina eterna. Devono rendersi conto delle conseguenze che derivano dal derubare Dio. Il cattivo amministratore che non fa fruttare il denaro del suo padrone perde l'eredità del regno di Dio. -- The Review and Herald, 22 gennaio 1895. CEC 61 3 Frodare Dio è il crimine più grande di cui l'uomo possa rendersi colpevole; eppure questo peccato è molto diffuso. -- The Review and Herald, 13 ottobre 1896. Tutto il denaro sottratto vi accusa CEC 61 4 Sottrarrete a Dio ciò che è suo? Volete frodare quella parte di fondi che il Signore reclama come sua? In questo caso state derubando Dio e ogni somma vi viene addebitata nei registri del cielo. -- The Review and Herald, 23 dicembre 1890. Perché alcuni non ricevono le benedizioni divine? CEC 61 5 Fratelli e sorelle affrettatevi a offrire al Signore una decima fedele e un'offerta di ringraziamento. Ve ne sono molti che non saranno benedetti fino a quando non avranno restituito la decima trattenuta. Dio vi aspetta per riscattare il passato. La protezione della legge divina si estende su ogni anima che gode delle benedizioni divine. Coloro che hanno trattenuto le decime facciano un conteggio accurato e restituiscano al Signore quanto hanno sottratto alla sua opera. Restituite tutto e presentate al Signore un'offerta di pace. "Cerchi pure la mia protezione e faccia la pace con me. Si faccia la pace con me". Isaia 27:5 (Tilc). Se riconoscerete di aver sbagliato, utilizzando male i beni affidati e pentendovi sinceramente, Egli perdonerà la vostra trasgressione. -- The Review and Herald, 10 dicembre 1901. Il male penetra nella chiesa CEC 62 1 Alcuni trascurano di educare i membri affinché facciano il loro dovere. Predicano quella parte della dottrina che non creerà opposizioni e non dispiace agli uditori. In questo modo non annunciano tutta la verità. I membri gradiscono la loro predicazione, ma manca un'autentica carica spirituale perché le esigenze di Dio non vengono soddisfatte. La sua chiesa infatti non è fedele nelle decime e nelle offerte. Questo modo di ingannare Dio, praticato sia dai ricchi sia dai poveri, offusca la sensibilità spirituale dei credenti. Il pastore, che non espone la verità nella sua totalità è sottoposto alla stessa condanna che grava sui membri perché ha trascurato le sue responsabilità. -- The Review and Herald, 8 aprile 1884. Ogni atto egoistico viene registrato CEC 62 2 Dio conosce l'avidità che si nasconde nel cuore di chi vuole ingannarlo. Egli conosce coloro che per egoismo trascurano di pagare le loro decime e di presentare le loro offerte. Così come esiste un libro dei ricordi, in cui vengono elencati tutti coloro che lo rispettano, esiste anche un elenco di tutti coloro che trattengono i beni che Dio aveva loro affidato perché fossero impiegati in vista della salvezza dell'umanità. -- The Review and Herald, 16 maggio 1893. Una grave perdita per gli amministratori infedeli CEC 62 3 La promessa fatta a coloro che onorano Dio tramite le loro ricchezze è annotata nella Parola di Dio. Se i figli di Dio avessero ubbidito fedelmente alle sue indicazioni, questa promessa si sarebbe adempiuta. Ma disprezzando le esigenze divine, che erano state chiaramente espresse, il Signore ha permesso loro di fare le proprie scelte e di raccoglierne i frutti. Colui che si appropria della parte che Dio aveva riservato per la sua opera dimostra di essere un amministratore infedele. Non perderà soltanto ciò che ha trattenuto indebitamente, ma anche ciò che gli apparteneva. -- The Review and Herald, 4 febbraio 1902. ------------------------Capitolo 18: Mettiamo il Signore alla prova CEC 63 1 "Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa, e mettetemi alla prova in questo, dice l'Eterno degli eserciti; e vedrete se non vi apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione, che non vi sia più dove riporla". Malachia 3:10. Ubbidiremo a Dio e porteremo tutte le nostre decime e le nostre offerte affinché ci sia del cibo per soddisfare la richiesta di coloro che hanno fame del pane della vita? Oggi, che si sta concludendo un anno, Dio vi invita a metterlo alla prova, affinché in futuro i fondi per la sua opera siano abbondanti. (...) CEC 63 2 Egli afferma che aprirà per noi le cateratte del cielo e spanderà su di noi abbondanti benedizioni. Si impegna nella sua Parola: "E, per amor vostro, io minaccerò l'insetto divoratore; ed Egli non distruggerà più i frutti del vostro suolo, e la vostra vigna non abortirà più nella campagna, dice l'Eterno degli eserciti". Malachia 3:11. Questo passo ci assicura che Dio ci benedirà a tal punto che avremo decime e offerte maggiori da presentare. "...Tornate a me, ed io tornerò a voi, dice l'Eterno degli eserciti". Malachia 3:7. CEC 63 3 Fratelli adempirete tali condizioni? Vorrete offrire spontaneamente, con gioia e in abbondanza? Le missioni all'estero chiedono denaro all'America. Lo chiederanno invano? Anche le chiese del nostro paese hanno bisogno di molto denaro; esse sono state costruite con fede nelle varie regioni del paese. Saranno condannate a languire o a morire? Non vogliamo agire? Dio aiuti i suoi figli a fare il possibile! Non si corre nessun rischio CEC 64 1 Adempiendo alle richieste di Dio siamo completamente garantiti. Siate certi che Dio agirà come ha promesso. Fidiamoci della Parola di Dio. Desiderando accumulare ricchezze molti corrono grandi rischi; le realtà eterne vengono trascurate e i nobili principi sacrificati e in questo possono anche perdere tutto. Noi invece, rispondendo positivamente all'invito divino, non corriamo nessun rischio. CEC 64 2 Dobbiamo credere alle promesse di Dio e nella semplicità della fede andare avanti sulla base della sua promessa, restituendogli ciò che gli appartiene. -- The Review and Herald, 18 dicembre 1888. Una causa della povertà CEC 64 3 Molti, che si professano cristiani, provvedono abbondantemente a se stessi, soddisfano tutte le loro esigenze, senza considerare le necessità dell'opera di Dio. Essi hanno pensato di guadagnare derubando Dio, trattenendo tutto o buona parte dei suoi doni come se tutto appartenesse a loro. Invece di ottenere un guadagno hanno subito una grave perdita. Il loro comportamento ha bloccato il costante flusso della misericordia e delle benedizioni divine. L'egoismo e l'avarizia hanno limitato moltissimo gli uomini. Se essi avessero riconosciuto completamente e liberamente le legittime esigenze di Dio e avessero soddisfatto le sue richieste, la sua benedizione si sarebbe manifestata con una maggiore produttività del suolo. I raccolti sarebbero stati più abbondanti e le necessità di tutti pienamente appagate. Più daremo, più riceveremo. -- The Review and Herald, 8 dicembre 1896. Le promesse che accompagnano le leggi di Dio CEC 64 4 Il dovere è il dovere e dovrebbe essere adempiuto solo per questo. Il Signore, però, conosce le nostre debolezze di esseri imperfetti e quindi accompagna le sue richieste con delle promesse. Egli invita i suoi figli a metterlo alla prova affermando che premierà la fedeltà con ricche benedizioni. Egli ci incoraggia a dare, promettendo che la ricompensa sarà proporzionata ai nostri doni. "Chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente". 2 Corinzi 9:6. Dio non dimentica il vostro lavoro e la vostra opera dettata dall'amore. CEC 64 5 Dio è affettuoso e fedele nei nostri confronti! In Cristo Egli ci ha dato le più copiose benedizioni e per mezzo di lui ha apposto la sua firma sul contratto stipulato con noi. -- The Review and Herald, 3 dicembre 1901. ------------------------Capitolo 19: Possiamo disporre di ciò che appartiene a Dio? CEC 64 6 Il Signore mi ha dato dei messaggi speciali riguardo agli avvertimenti e alle promesse contenute nel libro di Malachia. Dopo aver parlato con grande chiarezza alla comunità di Sidney (Australia), mentre mi mettevo il mantello, nell'atrio, mi fu rivolta questa domanda: "Sorella White, lei crede che mio padre dovrebbe versare la decima? Recentemente ha subito grosse perdite e dice che non appena avrà pagato i debiti verserà la decima". Risposi: "Come considera le nostre responsabilità nei confronti di Dio, che ci dà vita e salute e tutte le benedizioni di cui godiamo? Vorrebbe che il nostro debito con Dio aumentasse continuamente? Vorrebbe rubare al Signore quella porzione che non ci è stata affidata perché venga utilizzata per uno scopo diverso dallo sviluppo della sua opera e dal sostentamento di tutti coloro che lavorano nell'ambito del ministero pastorale? In risposta alla sua domanda, il profeta Malachia dice: "L'uomo deve egli derubare Iddio? (...) Ma voi dite: In che ti abbiamo derubato?" Come se ci fosse la volontà di fraintendere questo argomento. Ecco la risposta: "Nelle decime e nelle offerte. Voi siete colpiti di maledizione, perché mi derubate, voi, tutta quanta la nazione". Dopo tale affermazione come potrei dirle: Non è tenuto a dare la decima finché si trova nei debiti? Potrei dirle di provvedere a pagare i creditori pur continuando a derubare Dio? CEC 65 1 Se tutti prendessero la Scrittura così com'è e aprissero il loro cuore per comprendere la parola di Dio, non direbbero: "Non riesco a comprendere la questione della decima. Non so se nel mio caso devo versare la decima". "L'uomo deve egli derubare Iddio?" Le conseguenze di questo atteggiamento sono molto chiare e personalmente non vorrei rischiare di subirle. Tutti coloro che prendono, con tutto il cuore la decisione di ubbidire a Dio, coloro che non utilizzeranno i fondi riservati al Signore per pagare i debiti, coloro che restituiranno al Signore la parte che esige, godranno delle benedizioni che Dio ha promesso a tutti coloro che gli ubbidiscono". -- Special Testimony to Battle Creek Church, 9, 10 agosto 1896. La vera ragione che induce a non pagare la decima CEC 65 2 Ho visto che alcuni trovano la scusa dei debiti per non contribuire all'opera di Dio. Se avessero fatto un buon esame di coscienza, avrebbero scoperto che la vera ragione per cui non presentavano spontaneamente nessuna offerta a Dio era l'egoismo. Alcuni avranno sempre debiti. Il loro egoismo impedirà a Dio di benedire le loro attività e farle prosperare. Essi amano il mondo più della verità e non sono pronti per il regno dei cieli. -- Testimonies for the Church 1:225. Trattenere la decima per mancanza di fiducia CEC 66 1 La decima è sacra, Dio ha affermato che gli appartiene. Deve essere versata per sostenere tutti coloro che proclamano il Vangelo. Per lungo tempo il Signore è stato derubato perché molti non si sono resi conto che la decima gli apparteneva totalmente. CEC 66 2 Alcuni sono rimasti insoddisfatti e hanno detto: "Io non darò più la mia decima perché non ho fiducia del modo in cui viene amministrata l'opera di Dio". Volete derubare Dio perché ritenete che l'amministrazione dell'opera non sia corretta? Presentate chiaramente e apertamente, con il giusto spirito, le vostre rimostranze a chi di dovere. Chiedete che tutto venga chiarito e regolarizzato ma non sottraete il denaro all'opera di Dio e non date prova di infedeltà perché, secondo voi, gli altri non agiscono bene. -- Testimonies for the Church 9:249. Siamo responsabili nei confronti di Dio CEC 66 3 Alcuni sentono di avere degli obblighi nei confronti dei loro figli. Sentono di dover garantire a ognuno una certa eredità, ma nello stesso tempo si sentono incapaci di raccogliere i fondi necessari all'opera di Dio. Essi si scusano dicendo che hanno dei doveri nei confronti dei loro figli. Questo può essere vero, però hanno prima un obbligo nei confronti di Dio. (...) Non permettete ai vostri figli di impadronirsi dell'offerta da presentare a Dio. -- Testimonies for the Church 1:220. ------------------------Capitolo 20: La risposta di una coscienza sensibile CEC 66 4 Nella chiesa di..., in seguito ad un programma speciale, c'è stato un deciso progresso nella spiritualità, nella sensibilità, nella carità e nell'attività. Erano stati presentati dei soggetti relativi al tema delle decime e delle offerte. (...) CEC 66 5 Molti confessarono di non aver versato la decima per anni e noi sappiamo che Dio non può benedire coloro che lo derubano e che la chiesa deve subire le conseguenze degli errori dei suoi singoli membri. CEC 66 6 Nei registri di chiesa vi sono molti nomi; se tutti dessero una decima onesta al Signore i fondi non mancherebbero. (...) CEC 66 7 Quando venne presentato il peccato che consiste nel derubare Dio, i membri ricevettero una chiara visione dei loro doveri e dei loro privilegi in questo ambito. Un fratello confessò che per due anni non aveva dato la decima ed era disperato, però, avendo confessato il suo errore, cominciava a ritrovare la speranza. Domandò: "Che debbo fare?" Risposi: "Firma una dichiarazione e dalla al tesoriere della chiesa. Sarà una specie di accordo commerciale". CEC 67 1 Gli parve una richiesta piuttosto strana; comunque si sedette e cominciò a scrivere: "Per quanto ricevuto, prometto di pagare..." Mi guardò come per dire: "Ma questa è la forma più adatta per scrivere una dichiarazione del genere al Signore?" "Certo". CEC 67 2 Allora continuò: "Per quanto ricevuto... Non ho forse ricevuto le benedizioni di Dio giorno dopo giorno? Gli angeli non mi hanno protetto? Il Signore non mi ha forse benedetto spiritualmente e materialmente? Per quanto ricevuto prometto di pagare 571, 50 dollari al tesoriere della chiesa". Dopo aver fatto tutto quello che poteva fare si sentiva un uomo felice. Nel giro di pochi giorni versò al tesoriere l'intera decima e al momento opportuno fece un dono natalizio di 125 dollari. CEC 67 3 Un altro fratello promise di donare 1.000 dollari impegnandosi a versarli entro poche settimane; un altro ancora promise 300 dollari. -- The Review and Herald, 19 febbraio 1889. Anche la decima non versata appartiene a Dio CEC 67 4 Molti, per diverso tempo, hanno trascurato di agire onestamente nei confronti del loro Creatore. Dimenticando di mettere da parte ogni settimana la decima, hanno lasciato che questo debito si accumulasse fino a diventare una somma considerevole e ora tergiversano per rimettere le cose a posto. Trattengono le decime e le utilizzano per i loro affari. Rifiutano di versare a Dio ciò che gli appartiene. -- The Review and Herald, 23 dicembre 1890. Gli indifferenti e i disordinati sono invitati a riscattare la loro reputazione CEC 67 5 Coloro che sono diventati trascurati e indifferenti ed hanno trattenuto le decime e le offerte, ricordino che stanno impedendo la diffusione della verità nelle regioni più lontane. Io sono stata invitata a lanciare un appello alla chiesa perché riconquisti la sua reputazione restituendo a Dio una decima fedele. -- Manoscritto 44, 1905. Pagamento mediante un impegno scritto CEC 68 1 Venerdì mattina ho parlato sul tema della decima. Questo argomento non è stato presentato alla chiesa come avrebbe dovuto esserlo e ha causato l'anno passato un forte calo delle decime. In questa assemblea l'argomento è stato accuratamente discusso in numerosi incontri. (...) CEC 68 2 Un fratello, delegato della Tasmania, è venuto da me e mi ha detto: "Sono contento di averla sentita parlare a proposito della decima, oggi. Non sapevo che si trattasse di qualcosa di così importante. Non la trascurerò più". Egli sta calcolando l'ammontare della sua decima per gli ultimi vent'anni e dice che la pagherà interamente prima possibile perché non può permettere che questo furto nei confronti di Dio, registrato nei libri del cielo, gli venga attribuito nel giorno del giudizio. CEC 68 3 Una sorella della chiesa di Melbourne portò 54 dollari di decima arretrata dicendo che non sapeva che fosse suo dovere darla. Molti, una volta compresa questa verità, confessarono di avere un debito con Dio ed espressero il desiderio di saldarlo al più presto. (...) CEC 68 4 Suggerii loro di scrivere una nota e di consegnarla al tesoriere della chiesa, promettendo di versare l'intero importo della decima arretrata non appena avessero avuto il denaro sufficiente per farlo. Molti hanno accettato. Sono certa che l'anno prossimo non avremo problemi per mancanza di fondi. -- Manoscritto 4, 1893. Dovremmo impallidire all'idea di trattenere la decima CEC 68 5 Molti hanno perduto lo spirito di rinuncia e di sacrificio. Hanno investito il loro denaro in beni temporali. Alcuni uomini, particolarmente benedetti da Dio, sono stati messi alla prova per vedere come avrebbero risposto. Essi hanno trattenuto decime e offerte tanto che il loro debito con il Signore Dio degli eserciti è diventato talmente grande che essi impallidiscono all'idea di dovergli restituire ciò che gli appartiene, cioè una decima fedele e giusta. Fratelli miei, mentre ne avete ancora l'opportunità siate onesti con Dio! -- The General Conference Daily Bulletin, 28 febbraio 1893. All'inizio del nuovo anno CEC 68 6 Avete svolto il vostro compito di amministratori? Nell'arco dello scorso anno avete derubato Dio nelle decime e nelle offerte? Guardate i vostri granai colmi e le vostre cantine piene di buone cose donate dal Signore e chiedetevi se avete restituito all'Eterno quello che gli appartiene. Se lo avete derubato, affrettatevi a risarcire. Nella misura del possibile regolarizzate la vostra posizione e chiedete al Salvatore di perdonarvi. Non volete restituire al Signore ciò che gli appartiene prima che questo anno, con i suoi ricordi, passi all'eternità? -- The Review and Herald, 23 dicembre 1902. Restituite chiedendo perdono CEC 69 1 Ogni volta che trascurate di restituire al Signore ciò che è suo, pentitevi e restituite per sfuggire alla maledizione. (...) Quando avrete fatto il possibile, non trattenendo nulla di quanto appartiene al vostro Creatore, chiedetegli di fornirvi i mezzi che consentiranno la diffusione del messaggio divino al mondo intero. -- The Review and Herald, 20 gennaio 1885. La fedeltà di Giacobbe CEC 69 2 Giacobbe fece quel voto (Genesi 28:20-22) mentre la grazia divina ristorava la sua anima e la presenza di Dio lo incoraggiava. Dopo questa esperienza ebbe come tutti noi delle tentazioni, ma rimase fedele al suo voto e non pensò mai di sottrarsi all'impegno preso. Avrebbe potuto pensare, come fanno oggi gli uomini, che in fondo quella rivelazione era stata un sogno, che nel momento in cui egli aveva formulato il voto era in uno stato di eccitazione e quindi non era proprio il caso di tener fede all'impegno assunto. Giacobbe, però, non cedette a queste tentazioni. CEC 69 3 Trascorsero lunghi anni prima che osasse ritornare al suo paese natìo ma, quando si decise, estinse scrupolosamente il suo debito nei confronti dell'Eterno. Diventato ricco offrì gran parte delle sue sostanze al Signore. Molti oggi falliscono là dove Giacobbe riuscì. Quelli che hanno ricevuto molto da Dio hanno la tendenza a trattenere ciò che posseggono, mentre dovrebbero dare una somma proporzionata a quello di cui dispongono. Giacobbe, infatti, non solo diede la decima di quanto possedeva, ma calcolò l'interesse della decima e restituì ciò che aveva goduto durante la sua permanenza in un paese pagano, quando non aveva potuto soddisfare il voto. Si trattava di una somma considerevole, ma Giacobbe non esitò: quello che aveva consacrato a Dio non gli apparteneva più. CEC 69 4 La somma richiesta è in proporzione ai beni ricevuti. La quota che Dio richiede è in proporzione al capitale affidato. Se un cristiano possiede un certo capitale, Dio ha dei diritti nei suoi confronti. Egli non dovrà versare soltanto la sua decima, ma presenterà anche delle offerte. -- Testimonies for the Church 4:466, 467. La preghiera non sostituisce la decima CEC 70 1 La preghiera non modifica la volontà divina: ci mette in relazione con lui e non sostituisce il nostro dovere. Anche pregando frequentemente e con fervore, non potremo esimerci dal versare la decima. La preghiera, infatti, non cancella i nostri debiti con Dio. -- Messages to young people, 248. Prima che sia troppo tardi CEC 70 2 Il tempo di grazia sta per concludersi. Se oggi non servite fedelmente il Signore avete pensato che un giorno sentirete elencare le vostre infedeltà? Fra non molto dovrete rendere conto del vostro comportamento. Vi sarà chiesto: "Quanto devi dare al mio Signore?" Se avete rifiutato di agire onestamente nei confronti di Dio io vi esorto a pensarvi e a provvedere, se possibile, al risarcimento. Se ciò non potesse essere fatto, con umiltà e pentimento chiedete a Dio di perdonarvi, per amore di Cristo, il vostro grande debito. CEC 70 3 Cominciate a comportarvi da veri cristiani. Non cercate delle scuse per giustificare di aver trascurato di dare al Signore ciò che era suo. Ora, mentre c'è ancora tempo per la misericordia, mentre non è ancora troppo tardi per riparare ai torti, "oggi se udite la sua voce, non indurate i vostri cuori". -- The Review and Herald, Supplemento, 1 dicembre 1896. ------------------------Capitolo 21: L'uso della decima CEC 70 4 Dio ha dato speciali direttive circa l'uso della decima. Egli non vuole che la sua opera langua per mancanza di fondi. Il Signore ha indicato chiaramente qual è la nostra responsabilità affinché niente sia affidato al caso o soggetto ad errori nella conduzione della sua opera. Quella parte delle nostre entrate che gli appartiene, non deve servire per uno scopo diverso da quello designato da Dio stesso. Nessuno deve sentirsi libero di trattenere la decima per utilizzarla a suo piacimento. Nessuno deve utilizzarla per sé in caso di necessità o impiegarla come ritiene più opportuno, neppure per un obiettivo che rientri nell'ambito dell'opera di Dio. CEC 70 5 Il pastore, con la parola e con l'esempio, dovrebbe insegnare ai membri che la decima è una cosa sacra. Egli non dovrebbe pensare di poterla trattenere o utilizzare come preferisce solo perché è un pastore. Non gli appartiene e quindi non può impiegare per sé quei beni che potrebbe considerare suoi. Non dovrebbe approvare nessun progetto che miri a distogliere dal loro legittimo uso le decime e le offerte consacrate a Dio. Esse vanno a consolidare i fondi della chiesa e devono essere considerate sacre, in vista degli obiettivi a cui sono state destinate. CEC 71 1 Dio desidera che tutti i suoi amministratori siano scrupolosi nell'attenersi alle sue direttive. Essi non devono cambiare le indicazioni date da Dio allo scopo di fare della beneficenza od offrire i doni che ritengono più opportuni. Non è giusto pensare di poter modificare il piano di Dio inventando delle giustificazioni sulla base degli impulsi momentanei sostituendo le legittime esigenze divine. Dio chiede di mettere le nostre capacità al servizio del suo piano e dei suoi obiettivi. Il Signore ha presentato i suoi metodi e tutti coloro che vogliono collaborare devono accettarli e non tentare di migliorarli. CEC 71 2 Ecco i consigli che Dio diede a Mosè per Israele: "Ordinerai ai figliuoli di Israele che ti portino dell'olio d'oliva puro, vergine, per il candelabro, per tenere le lampade continuamente accese". Esodo 27:20. Questa era un'offerta continua affinché la casa di Dio potesse essere adeguatamente fornita di quanto era necessario per il servizio di culto. Oggi il suo popolo deve ricordare che il luogo di culto è proprietà del Signore e va curato in modo scrupoloso, ma i fondi necessari non devono essere attinti dalle decime. CEC 71 3 Un messaggio chiaro e ben definito mi è stato dato per il nostro popolo. Sono stata invitata a dire che si commette un errore utilizzando la decima per scopi che, anche se buoni in se stessi, non costituiscono l'obiettivo per il quale deve essere utilizzata la decima. Coloro che la usano in questo modo si allontanano dalle precise direttive date dal Signore. Iddio li giudicherà per queste cose. Dobbiamo sostenere i vari settori dell'opera ma non con la decima CEC 71 4 Qualcuno pensa che la decima possa essere usata in favore delle scuole. Altri ritengono che i colportori dovrebbero essere sostenuti attingendo dalle decime. È un grave errore utilizzare questi fondi per un obiettivo diverso da quello previsto, cioè il sostentamento dei ministri di culto. (...) CEC 71 5 La decima è del Signore e coloro che la trattengono, se non si pentiranno, perderanno il tesoro celeste. L'opera di Dio non si svilupperà se la decima verrà investita per scopi diversi da quelli stabiliti dal Signore. Per altri settori dell'opera è necessario provvedere diversamente. Essi vanno sostenuti, ma non con la decima. Dio non è cambiato: la decima deve essere usata anche oggi per il sostentamento di coloro che lavorano per la proclamazione del messaggio. -- Testimonies for the Church 9:247-250. La decima comprende anche il sostentamento degli insegnanti di teologia CEC 72 1 Le nostre Federazioni aspettano che le scuole formino operai istruiti e ben preparati. Esse, pertanto, dovrebbero dare alle scuole stesse il più intelligente e concreto sostegno. È stato chiaramente specificato che quanti insegnano nelle nostre scuole presentando la Parola di Dio, spiegando le Scritture, istruendo gli studenti nelle realtà divine, devono essere sostentati con denaro della decima. Questa direttiva, data molto tempo fa, è stata ribadita recentemente. -- Testimonies for the Church 6:215. La decima non serve per alimentare il fondo poveri CEC 72 2 La decima viene utilizzata per un obiettivo speciale. Non serve ad alimentare il fondo per i poveri. La decima deve essere utilizzata per il sostentamento di coloro che recano il messaggio di Dio al mondo e non può essere impiegata per altri scopi. -- The Review and Herald, 1 dicembre 1896. La decima non serve per le spese della chiesa CEC 72 3 Mi fu mostrato che è sbagliato utilizzare la decima per sostenere le spese della chiesa. Non è una scelta giusta. Sarebbe meglio vestire in modo più sobrio, porre un freno ai propri desideri, saper rinunciare e poter sostenere le necessità della comunità. In questo modo vi sentirete a posto con la vostra coscienza. Diversamente deruberete Dio ogni volta che attingerete dai fondi delle decime per pagare le spese correnti della chiesa. -- Special Testimony to Battle Creek Church, 6, 7 agosto 1896. ------------------------Capitolo 22: Un insegnamento che deve essere impartito da pastori e responsabili di chiesa CEC 73 1 I pastori hanno una solenne responsabilità che viene stranamente trascurata. Ad alcuni piace predicare, ma non assicurano alle chiese un'assistenza pastorale. È molto importante istruire circa gli obblighi e i doveri nei confronti di Dio, in modo particolare riguardo al versamento di una decima onesta. CEC 73 2 I nostri pastori sarebbero in difficoltà se non venissero regolarmente pagati per la loro attività. Si rendono conto che i fondi devono essere alimentati. Se essi trascurano di fare il loro dovere, di educare le persone affinché siano fedeli nella restituzione a Dio di ciò che gli appartiene, ci sarà carenza di mezzi per portare avanti la sua opera. CEC 73 3 Chi ha cura del gregge di Dio dovrebbe assolvere fedelmente il proprio compito. Se lo affida ad altri perché non gli piace, non è un operaio fedele. Deve leggere nel libro di Malachia le parole con le quali il Signore accusa il suo popolo di averlo derubato trattenendo le decime. L'Onnipotente dichiara: "Voi siete colpiti da maledizione". Malachia 3:9. Come può colui che è incaricato della predicazione della Parola e dell'insegnamento trascurare di avvertire e istruire quando alcuni seguono una linea di condotta che attirerà su di loro la maledizione? Ogni membro di chiesa dovrebbe essere esortato alla fedeltà nel pagamento della decima. -- Testimonies for the Church 9:250, 251. Istruire i nuovi convertiti CEC 74 1 Non si deve mai lasciare incompiuta l'opera perché qualcosa non ci è gradito e preferiamo lasciarlo al nostro successore. Se è un altro pastore a presentare i doveri che Dio richiede, alcuni potrebbero dire: "Colui che ci ha insegnato la verità non ci ha parlato di queste cose". Ciò rappresenterà per loro un problema, rifiuteranno di pagare la decima e non vorranno unirsi a coloro che credono e amano la verità. Se gli verranno presentati altri soggetti diranno: "Questo non ci è stato presentato così" e diventeranno dubbiosi. Sarebbe stato meglio che il primo messaggero della Parola avesse preparato fedelmente e completamente sui temi essenziali, anche se potevano esserci un numero di battesimi inferiori. Dio è più contento di vedere sei persone realmente convertire piuttosto che vederne sessanta fare una professione di fede che non esprime una vera conversione. CEC 74 2 Spetta al pastore che ha iniziato a presentare la verità istruire riguardo alla restituzione della decima, aiutandoli a riconoscere la loro dipendenza da Dio. I nuovi convertiti devono essere pienamente illuminati sui loro doveri in proposito. È necessario dare al Signore ciò che gli spetta. È un ordine così chiaro che non ci sono scuse se lo si ignora. Colui che non si preoccuperà di istruire le persone su questo punto lascerà incompiuta una parte essenziale dell'opera. Il pastore deve anche far comprendere l'importanza di assumersi delle responsabilità nell'opera di Dio. Nessuno può esimersi dall'esercitare la generosità. È necessario che i membri di chiesa comprendano che ogni settore dell'opera del Signore deve ricevere il loro sostegno finanziario e meritare il loro interesse. L'opera da svolgere è davanti a noi e questo soggetto deve essere sottolineato varie volte. È necessario far comprendere alle persone che erediteranno la vita eterna soltanto coloro che non ascoltano semplicemente la Parola ma la mettono in pratica. È anche necessario sottolineare che coloro che beneficeranno della grazia di Cristo non solo dovranno condividere i loro beni per permettere lo sviluppo dell'opera di evangelizzazione nel mondo, ma anche consacrare se stessi senza riserve. -- Gospel Workers, 369-371. La responsabilità del pastore CEC 74 3 La chiesa deve nominare dei pastori o degli anziani che siano consacrati al Signore e veglino affinché i membri incaricati compiano fedelmente il lavoro di raccolta delle decime. Se i pastori si rendono conto che essi non sono in grado di compiere il loro incarico, se non presentano alla chiesa l'importanza che Dio attribuisce al fatto che gli si restituisca ciò che gli appartiene, se non vegliano alla fedeltà dei responsabili della comunità affinché la decima sia versata, essi stessi sono in pericolo. Essi trascurano una questione che potrebbe essere per la chiesa fonte di benedizioni o di maledizioni. Dovrebbero rinunciare al loro incarico e altri dovrebbero essere scelti al loro posto e messi alla prova. CEC 74 4 I pastori devono vegliare affinché i membri di chiesa adempiano fedelmente le richieste di Dio. Dio dice che dovrebbe esserci del cibo nella sua casa e se viene sprecato o alcuni considerano un loro diritto utilizzare come vogliono la decima, il Signore non può diffondere le sue benedizioni. Non può sostenere coloro che pensano di poter fare ciò che vogliono di quello che gli appartiene. -- The Review and Herald, Supplemento, 1 dicembre 1896. La responsabilità dei dirigenti della chiesa CEC 75 1 Anziani e dirigenti di chiesa devono istruire i membri su questa importante questione e vegliare affinché tutto sia in regola. In quanto collaboratori di Dio, i responsabili della chiesa dovrebbero essere fermi su questo argomento chiaramente rivelato. Gli stessi predicatori dovrebbero osservare scrupolosamente le direttive della Parola di Dio. Coloro che in chiesa occupano dei posti di responsabilità non dovrebbero essere negligenti ma vegliare affinché i membri compiano il loro dovere. (...) Gli anziani e i dirigenti della chiesa devono seguire le indicazioni della Parola di Dio e sollecitare la fedeltà dei membri nel pagamento delle decime, delle offerte e nell'adempimento degli impegni presi. -- The Review and Herald, 17 dicembre 1889. Insegnare la generosità ai poveri CEC 75 2 Spesso, coloro che accettano la verità del Vangelo appartengono ai poveri del mondo; questa non sarà una scusa per trascurare i doveri che gli spettano nei confronti del messaggio ricevuto. Non dovrebbero fare della povertà un pretesto per evitare di costituirsi un tesoro in cielo. Le benedizioni che sono alla portata dei ricchi sono anche per loro. Se sono fedeli nell'utilizzare quel poco che posseggono, il loro tesoro in cielo aumenterà in base alla loro fedeltà. È la motivazione che conta e non l'entità del dono che rende l'offerta migliore agli occhi di Dio. -- Gospel Workers, 222. ------------------------Capitolo 23: I principi dell'economato CEC 79 1 In quanto credenti studiamo la Parola di Dio con interesse e spirito di preghiera, per non allontanarci dai suoi insegnamenti e dalla sua volontà? Il Signore non ci benedirà se terremo per noi ciò che dovremmo restituirgli, indipendentemente dall'entità della somma. Se siamo tentati di spendere il nostro denaro per soddisfare i nostri desideri, pensiamo al bene che potremmo fare utilizzandolo saggiamente. Risparmiamo qualsiasi somma che possiamo offrire al Signore, affinché il messaggio di Dio possa essere proclamato in altri territori. Se non spendiamo egoisticamente il nostro denaro il Signore ci accorderà le sue benedizioni. CEC 79 2 Come amministratori della grazia di Dio, dobbiamo gestire il denaro del Signore. È molto importante essere sostenuti, giorno dopo giorno, dalla sua grazia per comprendere la sua volontà e per agire con fedeltà nelle piccole e nelle grandi cose. Se questa sarà la nostra esperienza, il servizio per Cristo diventerà per noi una realtà. Questo è ciò che Dio ci chiede e davanti agli angeli e agli uomini dovremmo manifestare la nostra gratitudine per ciò che ha fatto per noi. La bontà di Dio nei nostri confronti dovrebbe suscitare in noi lodi e generosità. (...) CEC 79 3 I membri di chiesa si rendono conto che tutto ciò che possiedono è stato affidato loro perché venga utilizzato e investito alla gloria di Dio? Il Signore ha un registro per ogni uomo. Nel giorno del giudizio l'amministratore fedele può provare che non ha conservato nulla per sé. Non dice "il mio denaro" ma "il tuo denaro si è moltiplicato". Sa che non sarebbe stato possibile fare nessun investimento senza un capitale iniziale. Ha la convinzione che avendo amministrato fedelmente ha fatto semplicemente il suo dovere. Il capitale appartiene al Signore e tramite la sua potenza è stato possibile farlo fruttare. Soltanto il nome del Signore deve essere glorificato. Se non avesse avuto a disposizione questo capitale, sarebbe andato incontro ad un sicuro fallimento. L'approvazione del Signore è una vera sorpresa, perché è inaspettata. Ma Cristo dice: "Sei stato fedele in cose da poco, ti affiderò cose più importanti. Vieni a partecipare alla gioia del tuo Signore!" Matteo 25:23 (Tilc). -- The Review and Herald, 12 settembre 1899. I suoi amministratori messi alla prova CEC 79 4 L'uomo è incline a concentrare i suoi interessi sulle ricchezze terrene! La sua attenzione è attratta da case, terre e trascura il suo dovere nei confronti del prossimo; la propria salvezza è considerata un problema di secondaria importanza e le esigenze di Dio vengono dimenticate. Gli uomini ricercano le ricchezze terrene con tenacia, come se potessero conservarle per sempre. Sembra che pensino di poter disporre dei loro beni come vogliono, senza preoccuparsi di ciò che il Signore ha ordinato o delle necessità dei loro simili. CEC 80 1 Dimenticano che tutto ciò che considerano di loro proprietà è stato semplicemente affidato loro. Sono gli amministratori della grazia di Dio. Il Signore ha affidato loro dei beni per verificarne le capacità, incoraggiandoli ad esprimere la loro gratitudine nei suoi confronti. Il denaro del Signore è stato loro affidato affinché lo facessero fruttare in vista dell'eternità e non semplicemente in funzione della vita terrena. L'uso o l'abuso che faranno dei loro talenti determinerà la posizione e la fiducia di cui godranno nel regno di Dio. -- The Review and Herald, 14 febbraio 1888. Una questione pratica CEC 80 2 Questa idea del servizio dovrebbe avere delle ripercussioni concrete nella vita dei figli di Dio. (...) La generosità offrirà la vita spirituale a migliaia di presunti discepoli della verità che ora si lamentano immersi nelle tenebre. Invece di adorare egoisticamente Mammona, essi diventeranno zelanti e fedeli collaboratori di Cristo nell'opera della salvezza. -- Testimonies for the Church 3:387. Sostituendo il Maestro CEC 80 3 Un amministratore fedele si identifica nel ruolo del padrone. Accetta le responsabilità di un gestore: deve sostituire il suo padrone e agire come agirebbe lui se gestisse il suo patrimonio. Gli interessi del proprietario sono anche i suoi. L'incarico di amministratore gli conferisce dignità, perché testimonia della fiducia del suo padrone. Se in un modo o nell'altro, si comporta egoisticamente e sfrutta per il proprio interesse il ricavato dell'investimento dei beni del suo padrone, abusa della fiducia che gli era stata accordata. -- Testimonies for the Church 9:246. CEC 80 4 Colui che utilizza egoisticamente le proprie ricchezze è infedele al Signore e non può adempiere le funzioni di amministratore dei beni celesti. -- Testimonies for the Church 6:391. ------------------------Capitolo 24: I nostri talenti CEC 81 1 La parabola dei talenti, se ben compresa, eliminerebbe l'avidità che Dio definisce idolatria. -- Testimonies for the Church 3:387. CEC 81 2 Dio ha affidato agli uomini dei talenti: un'intelligenza per creare, un cuore in cui Egli può abitare, una sensibilità che permette di estendere ad altri le benedizioni ricevute, una coscienza che può convincerli dei loro errori. Ciascuno di noi ha ricevuto un dono dal Signore ed è chiamato ad impegnarlo per provvedere alle necessità della sua opera. CEC 81 3 Egli desidera che i suoi figli sappiano che tutto ciò che possiedono è un suo dono e ricordino che tutto ciò che hanno e che sono proviene da colui le cui opere sono eccellenti e i cui consigli sono meravigliosi. CEC 81 4 Il tocco delicato del medico, il suo potere sui nervi e sui muscoli, la sua conoscenza dell'organismo e delle sue funzioni, scaturiscono dalla sapienza della potenza divina utilizzata in favore dell'umanità sofferente. L'abilità con la quale il carpentiere usa il martello, la forza con la quale il fabbro fa risuonare l'incudine provengono da Dio. Egli ha affidato agli uomini dei talenti e desidera che essi si rivolgano a lui per ricevere consiglio. In questo modo saranno in grado di utilizzare correttamente i suoi doni, testimoniando di essere collaboratori di Dio. CEC 81 5 I beni di cui disponiamo sono anch'essi dei talenti. Dio invia al suo popolo questo messaggio: "Vendi quello che hai e dallo ai poveri". Luca 12:33. Tutto ciò che possediamo gli appartiene. Egli ci invita a essere sensibili e a condividere la responsabilità della sua opera affinché goda di una sufficiente prosperità. Ogni cristiano deve partecipare come fedele amministratore. I metodi di Dio sono giusti e dobbiamo utilizzare il denaro che abbiamo restituendo al Signore offerte generose per sostenere la sua opera e far conoscere Cristo agli uomini. Somme grandi e piccole dovrebbero incrementare i fondi della chiesa. (...) CEC 81 6 La parola è un talento. Di tutti i doni accordati alla famiglia umana questo è il più prezioso. Dovrebbe essere usato per proclamare la sapienza di Dio e il suo immenso amore. In questo modo potranno essere trasmessi i tesori della sua grazia e della sua intelligenza. CEC 81 7 La presenza del Salvatore in noi è rivelata dalle parole. Lo Spirito Santo non abita nel cuore di chi si irrita perché gli altri non sono d'accordo con le sue idee e i suoi piani. Dalle sue labbra scaturiscono delle osservazioni sarcastiche che rattristano lo Spirito e sviluppano degli atteggiamenti che sono più satanici che divini. Il Signore vuole che coloro che lavorano nella sua opera parlino ispirandosi alla dolcezza di Cristo. Se vi provocano non lasciatevi prendere dall'impazienza, manifestate quella cortesia e quella dolcezza di cui Cristo ci ha dato l'esempio nella sua vita. (...) CEC 82 1 Anche la forza è un talento e dovrebbe essere impiegata alla gloria di Dio. I nostri corpi gli appartengono. Egli, infatti, ha pagato il prezzo della redenzione del corpo e dell'anima. (...) Possiamo servire meglio il Signore nel vigore della salute che nella debolezza della malattia; dovremmo quindi collaborare con Dio nella cura dei nostri corpi. L'amore di Dio è essenziale per la vita e la salute. Anche la fede in Dio è indispensabile. Per godere di una salute perfetta i nostri cuori devono essere colmi di amore, di speranza e di gioia nel Signore. (...) CEC 82 2 L'influsso è un talento ed è un potere al servizio del bene quando è guidato dall'amore di Dio. L'influsso di una vita santa agisce fra le pareti domestiche e all'esterno. La generosità, lo spirito di rinuncia e sacrificio che caratterizzano la vita di un uomo, esercitano un influsso positivo su coloro con i quali egli viene in contatto. (...) Secondo le capacità di chi li riceve CEC 82 3 Nel piano di Dio è prevista una distribuzione differenziata dei doni. A uno è stato dato un talento, a un altro cinque e a un altro dieci. I talenti non vengono distribuiti secondo il capriccio, ma in base alle capacità di chi li riceve. CEC 82 4 Il rendimento richiesto è in rapporto ai talenti ricevuti. Chi ha ricevuto il maggior numero di doni sarà più responsabile. Colui che ha ricevuto dieci talenti ha la responsabilità di farne il miglior uso possibile. Chi ha ricevuto poco denaro è responsabile di questa piccola somma. (...) CEC 82 5 Quello che determina la lode del Signore è la fedeltà con la quale vengono usati i talenti ricevuti. Se desideriamo essere riconosciuti "buoni e fedeli servitori" dobbiamo mostrarci consacrati e coscienziosi nella nostra opera per il Signore. Egli premierà una collaborazione onesta e diligente. Se gli uomini ripongono in lui la loro fiducia, se ne riconoscono la misericordia e la bontà, se camminano umilmente con lui, Egli collaborerà con loro e accrescerà i loro talenti. "Cercate di far fruttare questo denaro fino a quando non sarò tornato" CEC 83 1 Durante la sua assenza Dio ha affidato la gestione dei suoi beni. Ogni amministratore è chiamato a compiere un'opera speciale per diffondere il messaggio di Dio. Nessuno è esonerato. Il Signore esorta: "Cercate di far fruttare questo denaro fino a quando non sarò tornato". Luca 19:13 (Tilc). Nella sua infinita saggezza Egli ha impartito delle precise direttive circa l'uso dei suoi doni. I talenti della parola, della memoria, dell'influsso, dei beni di cui disponiamo devono essere utilizzati alla gloria di Dio e per la realizzazione del suo regno. Egli benedirà colui che usa correttamente i suoi doni. CEC 83 2 Diciamo di essere dei cristiani che aspettano il ritorno di Gesù sulle nuvole del cielo: che uso faremo del nostro tempo, della nostra conoscenza, dei beni che non ci appartengono e ci sono stati affidati per mettere alla prova la nostra onestà? Offriamoli a Gesù. Impieghiamoli per proclamare il suo messaggio. Ubbidiremo all'invito: "Non accumulate ricchezze in questo mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono ogni cosa e i ladri vengono e portano via. Accumulate piuttosto le vostre ricchezze in cielo. Là i tarli e la ruggine non le distruggono e i ladri non vanno a rubare. Perché, dove sono le tue ricchezze, là c'è anche il tuo cuore". Matteo 6:19-21 (Tilc). -- The Review and Herald, 9 aprile 1901. A ognuno il suo compito CEC 83 3 Qualcuno ha pensato che i talenti fossero stati dati solo a una certa classe privilegiata, escludendo altri che chiaramente non avrebbero partecipato al lavoro e quindi alla ricompensa. Ma non è questo quello che insegna la parabola. Quando il signore della casa convocò i suoi servitori, assegnò a ognuno di loro un compito preciso. L'intera famiglia di Dio ha ricevuto la responsabilità di utilizzare i beni che il Signore ha affidato. (...) CEC 83 4 In misura maggiore o minore tutti hanno ricevuto dei talenti da amministrare. Le capacità spirituali, mentali e fisiche, l'influsso, la posizione sociale, i beni, gli affetti, le simpatie sono altrettanti talenti preziosi da usare nell'opera per la salvezza degli uomini per cui Cristo è morto. -- The Review and Herald, 26 ottobre 1911. Perché vengono distribuiti i talenti? CEC 84 1 I figli di Dio dovrebbero rendersi conto del fatto che il Signore non ha affidato loro dei talenti perché ne traessero dei vantaggi materiali, ma perché si assicurassero un solido fondamento in vista del futuro e dell'eternità. -- The Review and Herald, 8 gennaio 1895. ------------------------Capitolo 25: Responsabilità dell'uomo a cui era stato affidato un solo talento CEC 84 2 Alcuni avendo ricevuto un solo talento, si scusano perché non sono stati favoriti come gli altri ai quali ne sono stati affidati molti. Come l'amministratore infedele, essi seppelliscono il talento perché temono di dover rendere conto a Dio di quello che ha affidato loro. Si impegnano nel mondo degli affari, ma investono poco, se non addirittura nulla, in favore dell'opera di Dio. Essi si aspettano che quelli che hanno ricevuto molti talenti li investano nell'opera del Signore, mentre essi ritengono di non essere responsabili del suo successo e del suo sviluppo. (...) CEC 84 3 Molti, pur professando di amare la chiesa, si comportano in questo modo. Essi ingannano se stessi, perché Satana li ha accecati. Derubando Dio, derubano se stessi. A causa della loro avidità, del loro cuore malvagio e incredulo, perdono le ricchezze celesti. Disponendo di un solo talento, hanno paura di impegnarlo nell'opera di Dio e così lo seppelliscono. In questo modo si sentono sollevati della loro responsabilità. Pur desiderando veder progredire l'opera credono di non essere chiamati alla rinuncia e alla collaborazione tramite l'impegno personale e i loro beni, anche se di scarsa entità. (...) Tutti hanno ricevuto dei talenti CEC 84 4 Tutti, a qualsiasi livello sociale, ricchi e poveri, hanno ricevuto dei talenti dal Maestro; alcuni ne hanno ricevuti di più, altri meno, secondo le loro capacità. Dio benedirà coloro che lavorano con sincerità, amore e diligenza. Il loro impegno sarà fruttuoso: permetterà a molti di entrare nel regno dei cieli e di assicurarsi così un tesoro eterno. Tutti sono amministratori ai quali sono stati affidati i beni del cielo. La quantità di talenti è proporzionata alle capacità di ognuno. CEC 84 5 Dio affida a ogni uomo un compito e si aspetta dei risultati in proporzione alla sue responsabilità. All'uomo che ha ricevuto un solo talento non chiede il ricavato dell'investimento di dieci talenti. Non pensa che il povero possa offrire quanto il ricco. Non si aspetta da una persona debole e sofferente la forza e l'energia di cui può disporre una persona sana. Anche un solo talento, utilizzato nel modo migliore, sarà accettato da Dio "secondo quello che un uomo ha e non secondo quello che egli non ha". 2 Corinzi 8:12. CEC 85 1 Dio ci definisce "servitori" perché ci chiama a compiere un determinato lavoro e ad assumere delle responsabilità. Egli ci ha prestato un capitale da investire. Esso non ci appartiene e quindi il Signore è dispiaciuto se spendiamo come vogliamo i suoi beni. Noi siamo responsabili dell'uso e dell'abuso di ciò che Dio ha messo a nostra disposizione. Se il capitale che il Signore ci ha affidato non viene utilizzato o viene seppellito sotto terra, anche se si tratta di un solo talento dovremo render conto al Signore. Egli non reclama i nostri beni, ma i suoi e con gli interessi. CEC 85 2 Ogni talento che ritorna a Dio viene registrato. Gli investimenti e gli incarichi affidati ai collaboratori di Dio non saranno privi di importanza. Ogni persona verrà valutata individualmente e invitata a rendere conto dei suoi talenti per verificare se li ha fatti fruttare o li ha sprecati. La ricompensa accordata sarà proporzionata ai talenti utilizzati. Nello stesso modo la punizione sarà in rapporto ai talenti sprecati. -- The Review and Herald, 23 febbraio 1886. I talenti affidati devono essere utilizzati CEC 85 3 Nessuno dovrebbe lamentarsi di non aver ricevuto un maggior numero di talenti. Quando i nostri talenti saranno utilizzati alla gloria di Dio, porteranno frutto. Non è il momento di lamentarsi della nostra situazione economica e di scusare la nostra negligenza nell'utilizzare le nostre capacità, sostenendo che non disponiamo delle qualità e delle possibilità di un'altra persona: "Oh, se avessi i suoi talenti e le sue capacità potrei investire un grosso capitale per il mio Maestro". Se queste persone usassero saggiamente e adeguatamente il loro unico talento, il Signore non richiederebbe altro da loro. (...) CEC 85 4 Spero che ogni chiesa si impegni a sensibilizzare coloro che non si lasciano coinvolgere. Il Signore desidera far comprendere loro che chiederà conto del talento ricevuto e del guadagno che poteva derivarne. Se lo spendono trascurando di guadagnare altri talenti, da aggiungere a quello ricevuto, non solo lo perderanno, ma perderanno anche le loro anime. Noi ci auguriamo di riscontrare un cambiamento nella chiesa. Il Signore sta per tornare e chiederà ai suoi amministratori di render conto dei talenti loro affidati. Che Dio abbia pietà di chi non si è impegnato! Le parole di elogio: "Bene, buono e fedel servitore" saranno rivolte a coloro che hanno cercato di utilizzare i loro beni e di sfruttare le loro capacità alla gloria di Dio. -- The Review and Herald, 14 marzo 1878. Talenti non sfruttati CEC 86 1 Alcuni sono desiderosi di dare in proporzione a ciò che posseggono e sanno che Dio non chiede loro nient'altro, perché non hanno molto denaro. Essi non hanno delle entrate sufficienti per poter risparmiare dopo aver provveduto a soddisfare i bisogni della famiglia. Vi sono, però, molti che potrebbero rivolgere a se stessi la domanda: "Offro in base a ciò che posseggo?" Dio desidera che vengano utilizzate le facoltà del corpo e della mente. Alcuni non hanno sfruttato al massimo le possibilità loro concesse da Dio. Il lavoro è il retaggio del peccato dell'uomo. Il benessere fisico, mentale e morale dell'uomo implica che egli impegni la sua vita in un lavoro utile. L'apostolo Paolo esortava: "...non siate pigri". Romani 12:11. Nessuno, povero o ricco che sia, può glorificare Dio con una vita indolente. Tutto il capitale di cui dispongono molti uomini poveri si riduce al tempo e all'energia fisica che spesso vengono sprecate nell'amore per la comodità e nella pigrizia, tanto che essi non hanno nulla da presentare a Dio sotto forma di decime e offerte. Se alcuni cristiani mancano di quella saggezza, che permette di lavorare adeguatamente e utilizzare le proprie energie fisiche e mentali, dovrebbero avere l'umiltà sufficiente per accettare i consigli e i suggerimenti dei fratelli il cui buon senso potrà sopperire alle loro lacune. Molti sono contenti di non impegnarsi per il bene del prossimo e per l'opera di Dio, anche se in realtà potrebbero fare molto se solo lo volessero. Essi sono responsabili, nei confronti di Dio, del loro patrimonio di energie fisiche, così come lo sono i ricchi per il loro, quello economico. -- Testimonies for the Church 3:400. Responsabili delle proprie energie CEC 86 2 Coloro che non hanno dei capitali ma dispongono di un organismo forte e robusto, sono responsabili nei confronti di Dio delle loro energie. Essi dovrebbero essere diligenti negli affari, ferventi spiritualmente e non dovrebbero lasciare solo ai ricchi il compito di fare dei sacrifici, perché anch'essi possono impegnarsi. È loro dovere, infatti, agire come se possedessero dei capitali. Spesso però accade che coloro che sono poveri non si rendano conto che anch'essi possono fare delle rinunce, ad esempio non soddisfacendo tutti i loro desideri, trovando il modo di risparmiare in favore dell'opera di Dio e facendosi un tesoro in cielo. -- Testimonies for the Church 1:115. CEC 87 1 Coloro che dispongono di notevoli energie fisiche devono utilizzarle al servizio di Dio. Lavorando manualmente possono guadagnare e offrire il ricavato all'opera di Dio. Coloro che hanno un lavoro sono chiamati a impegnarsi fedelmente per sfruttare tutte le opportunità che si presentano e aiutare coloro che non riescono a trovare un'occupazione. -- The Review and Herald, 21 agosto 1894. Non incoraggiare l'indolenza CEC 87 2 La Parola di Dio ci insegna che l'uomo che non vuol lavorare non deve neanche mangiare. Il Signore non chiede che l'uomo che lavora duramente mantenga i pigri. Lo spreco del tempo e la mancanza d'impegno portano all'indigenza e alla povertà. Se tali errori non vengono individuati e corretti da coloro che li commettono, tutto quello che può essere fatto per loro è inutile: è come mettere del denaro in un sacco bucato. Esistono comunque delle miserie nascoste e dobbiamo dimostrare tenerezza e compassione nei confronti di coloro che sono in difficoltà. -- The Review and Herald, 3 gennaio 1899. ------------------------Capitolo 26: Non servire Dio fedelmente CEC 87 3 Fra gli avventisti del 7° giorno vi sono persone molto attaccate ai loro beni. Essi costituiscono il loro dio, il loro idolo. Essi amano il denaro, le loro case, il loro bestiame e la loro merce più del Salvatore che per amor loro ha rinunciato alle sue ricchezze. Essi invece attribuiscono ai propri beni un valore superiore a quello dell'essere umano. Queste persone saranno approvate per il loro comportamento? Certamente no e saranno invitate ad andarsene. Per loro Cristo non ha valore. Essi sono stati degli amministratori pigri, preoccupati solo di accumulare i beni affidati loro da Dio mentre i loro simili restavano nell'ignoranza e nell'errore. CEC 87 4 La mia anima è profondamente scossa. Gli uomini facoltosi dormiranno fino a quando non sarà troppo tardi; fino a quando Dio non li respingerà, insieme ai loro beni dicendo: "E ora a voi, ricchi! Piangete e lamentatevi per le sciagure che stanno per venire su di voi. Le vostre ricchezze vanno in malora e i vostri abiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono pieni di ruggine e quella ruggine sarà una prova contro di voi". Giacomo 5:1-3 (Tilc). Quale rivelazione nel gran giorno di Dio, quando le ricchezze accumulate, i salari frodati grideranno contro coloro che si professavano buoni cristiani e si vantano di essere osservatori della legge di Dio, mentre amano il guadagno più degli uomini per i quali Cristo ha donato la sua vita. CEC 88 1 Ora è giunto per tutti il tempo di mettersi all'opera. (...) Nel giorno del giudizio cosa risponderanno quando Egli chiederà: "Che cosa hai fatto per me che ho dato le mie ricchezze, il mio onore, la mia vita per sottrarti alla rovina?" Quel giorno coloro che non hanno realizzato nulla rimarranno senza parole. Si renderanno conto del loro peccato di pigrizia. Hanno derubato Dio di tutto ciò che avrebbero potuto fare per lui nell'arco della loro esistenza. Non hanno incoraggiato nessuno a fare il bene. Non hanno fatto conoscere Cristo a nessuno. Si sono accontentati di restare inattivi; non riceveranno ricompense, ma saranno destinati a perdere la vita eterna. Moriranno con gli empi, nonostante abbiano professato di essere discepoli di Cristo. -- The Review and Herald, 14 marzo 1878. Il grande peccato dei cristiani di professione CEC 88 2 Ogni uomo, qualunque sia il suo mestiere o la sua professione, dovrebbe innanzi tutto interessarsi all'opera di Dio; dovrebbe non soltanto esercitare i suoi talenti, ma coltivare tutte le sue capacità per raggiungere questo obiettivo. CEC 88 3 Molti lavorano mesi e anni per acquisire un mestiere o una professione che permetterà loro di avere successo nel mondo; invece non fanno nessuno sforzo per far fruttare i talenti che li renderebbero dei lavoratori zelanti nell'opera del Signore. Hanno sprecato le loro capacità e i loro talenti. Non hanno avuto rispetto per il loro Maestro celeste. CEC 88 4 Ecco il grande peccato di coloro che professano di appartenere al popolo di Dio. Essi vivono per se stessi e sono al servizio della società. Possono essere considerati degli uomini d'affari perspicaci ed efficienti, ma trascurano di utilizzare i talenti che Dio ha affidato loro per metterli al suo servizio. Le loro qualità professionali si sono sviluppate perché sono state utilizzate, ma le loro facoltà spirituali si sono indebolite a causa dell'inattività. -- The Review and Herald, 1 gennaio 1884. Peccare di pigrizia CEC 89 1 Se coloro le cui capacità si indeboliscono nell'inattività avessero ricercato l'aiuto dello Spirito Santo per mettersi all'opera, si sarebbe compiuto un lavoro più ampio. Gli appelli avrebbero reso sensibili i cuori e la risposta non avrebbe tardato: "Desideriamo fare tutto ciò che possiamo nella nostra debolezza e nella nostra ignoranza facendo riferimento al grande Maestro che possiede la saggezza". È possibile che in presenza di tutte queste opportunità d'intervento, di appelli al soccorso, ci siano degli uomini e delle donne che incrociano le braccia o le cui mani siano impegnate solo in attività personali per scopi esclusivamente terreni? CEC 89 2 "Voi siete la luce del mondo" ha detto Gesù ai suoi discepoli. Matteo 5:14. CEC 89 3 Pochi sono coscienti del loro potere e del loro influsso; pochi comprendono ciò che potrebbero fare per aiutare gli altri ed essere una benedizione per i propri simili. Essi nascondono il loro talento sotto terra, si illudono di possedere l'umiltà ma i registri del cielo testimoniano contro questi pigri, qualificandoli amministratori infedeli e indolenti che peccano contro Dio e trascurano il compito che gli è stato affidato. Non potranno invocare la loro incapacità quando i libri del cielo verranno aperti e riveleranno la loro lampante negligenza. CEC 89 4 Qualunque sia il talento che ci è stato affidato siamo invitati ad utilizzarlo al servizio di Dio e non al servizio di Mammona. (...) CEC 89 5 Coloro che nascondono i loro talenti sotto terra perdono delle preziose occasioni per ottenere una corona tempestata di stelle. Fino al giorno del giudizio finale non sapremo quanti uomini e donne hanno vissuto in questo modo né quante vite sono state sprecate per aver investito negli affari i talenti affidati da Dio invece di impiegarli al servizio del Datore della vita. (...) CEC 89 6 Alcuni uomini (...) possono interessarsi di miniere che nascondono pepite d'argento e d'oro. Possono consacrare tutta la loro vita ad ammucchiare tesori terreni, ma quando moriranno dovranno abbandonare tutto. Non possono portare nulla con loro che gli garantisca ricchezze eterne. Questi uomini sono saggi? Non sono invece degli sciocchi che lasciano trascorrere le ore preziose della vita terrena senza prepararsi per quella eterna? Coloro che sono veramente saggi si prepareranno un "tesoro sicuro in cielo" (Luca 12:33, Tilc), "Così si prepareranno un tesoro sicuro per l'avvenire, per ottenere la vera vita". 1 Timoteo 6:19 (Tilc). CEC 90 1 Se vogliamo acquisire ricchezze che durino nell'eternità dobbiamo iniziare a trasferire i nostri tesori e i nostri cuori si volgeranno in quella stessa direzione. -- The Review and Herald, 7 ottobre 1884. ------------------------Capitolo 27: Nel giorno del giudizio CEC 90 2 Dio non obbliga nessuno ad amarlo e a ubbidire alla sua legge. Ha manifestato un amore immenso nei confronti dell'uomo nel piano della salvezza. Ha elargito i tesori della sua saggezza e il più prezioso dono celeste affinché sentissimo il desiderio di amarlo e cercassimo di vivere in armonia con la sua volontà. Se rifiutiamo un amore simile e gli impediamo di guidare la nostra vita, ci orienteremo verso la perdizione eterna. CEC 90 3 Dio desidera la nostra collaborazione spontanea. Ci ha dotato di facoltà mentali, di capacità varie, di influsso e di beni, da utilizzare per il bene dell'umanità e per manifestare al mondo lo Spirito di Dio. Ci vengono offerte occasioni preziose e vantaggi; se li trascuriamo derubiamo gli altri, frodiamo le nostre anime e disonoriamo il nostro Creatore. Nel giorno del giudizio ci renderemo conto di tutte le occasioni e le possibilità mancate. I nostri interessi eterni dipendono dalla diligenza con la quale compiamo attualmente il nostro dovere, valorizzando i talenti che Dio ci ha affidato in vista della salvezza degli uomini. (...) CEC 90 4 La nostra posizione e il nostro influsso per quanto importanti possano essere, non ci permetteranno di trovare delle scuse all'appropriazione indebita dei beni del Signore. I favori speciali che Dio ci accorda dovrebbero spingerci a offrire una collaborazione spontanea e sincera, ma molti di coloro che hanno ricevuto le benedizioni divine si dimostrano incuranti, diffidenti e dissoluti. Disonorano Dio ed esercitano un influsso deleterio che danneggia e distrugge quanti vengono in contatto con loro. Essi non cercano di lenire le sofferenze, non collaborano nell'opera di Dio, non si impegnano per fare giustizia all'innocente, difendere la vedova e l'orfano e per manifestare generosità e bontà. Al contrario opprimono i loro dipendenti, frodano i lavoratori, ingannano l'innocente, derubano la vedova e accumulano tesori macchiati del sangue degli oppressi. Dovranno render conto davanti al tribunale di Dio. Essi non fanno la volontà di Dio e quindi un giorno sentiranno l'ordine divino: "Non vi ho mai conosciuti. Andate via da me, gente malvagia!" Matteo 7:23 (Tilc). -- The Review and Herald, 14 febbraio 1888. Rivelazioni sorprendenti CEC 91 1 Nel giorno del giudizio verranno fatte delle rivelazioni straordinarie. Molte persone che si ritenevano cristiane non figureranno fra i figli di Dio perché sono stati degli egocentrici; hanno vissuto tutta la loro vita in funzione di loro stessi. Vivendo per i loro piaceri e per ammucchiare denaro hanno paralizzato e soffocato le facoltà che Dio aveva affidato loro. Non hanno agito onestamente nei confronti di Dio. La loro esistenza è stata tutta una serie di inganni e ora si lamentano nei confronti di Dio e nei confronti dei loro simili perché non ricevono né la riconoscenza né i favori a cui pensavano di aver diritto. La loro infedeltà sarà rivelata nel giorno in cui il Signore esaminerà la vita di ognuno. Ritornerà e stabilirà "...la differenza che v'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve". Malachia 3:18. CEC 91 2 In quel giorno coloro che pensavano che Dio si sarebbe accontentato di offerte miserabili e di una collaborazione forzata saranno delusi. Dio non darà la sua approvazione all'opera di un uomo, che sia grande o piccolo, ricco o povero, che non sia stata compiuta sinceramente, fedelmente e unicamente in vista della gloria del Signore. CEC 91 3 Coloro che già su questa terra appartenevano alla famiglia di Dio, che si sono impegnati per onorare il suo nome, si sono fatti un'esperienza che ne farà dei re e dei sacerdoti collaboratori di Dio; essi saranno trattati come gli amministratori fedeli. Verranno rivolte loro queste parole: "Bene, sei un servo bravo e fedele... Vieni a partecipare alla gioia del tuo Signore". (Matteo 25:21. -- The Review and Herald, 5 gennaio 1897. Non basta soltanto credere, occorre agire CEC 91 4 Quando il caso di ognuno sarà esaminato davanti a Dio, non verrà posta la domanda: "In che cosa hai creduto?" ma "Che cosa hai fatto?", "Hai messo in pratica la Parola di Dio?", "Hai vissuto per te stesso o ti sei interessato agli altri compiendo atti di generosità, bontà, amore, privilegiando il prossimo e sacrificandoti per il bene degli altri?" CEC 91 5 Se il libro del cielo mostra che questo è stato il suo stile di vita, che il suo carattere ha manifestato dolcezza, spirito di sacrificio e bontà, riceverà la benedizione di Cristo: "Venite, voi che siete benedetti dal Padre mio; entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo". Matteo 25:34. CEC 92 1 Il Cristo ha sofferto ed è stato ucciso per il nostro innato egoismo, per la nostra indifferenza nei confronti delle miserie e dei bisogni altrui. -- The Review and Herald, 13 luglio 1886. Le promesse per il servitore fedele CEC 92 2 Non è semplice seminare ovunque la Buona Novella. Sono necessarie offerte e doni continui. Al fedele amministratore delle sue ricchezze, Dio accorda il necessario, affinché disponga di tutto e possa "abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona; siccome è scritto: Egli ha sparso, egli ha dato ai poveri, la sua giustizia dimora in eterno. Or colui che fornisce al seminatore la semenza, e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia". 2 Corinzi 9:9, 10. Il Signore ha cura del seme sparso a piene mani e dà al seminatore la possibilità di collaborare con lui. -- Testimonies for the Church 9:132. ------------------------Capitolo 28: Le ricchezze: un talento affidatoci da Dio CEC 95 1 I discepoli di Cristo non devono disprezzare le ricchezze, ma considerarle come talenti affidati loro dal Signore. Mediante un saggio uso dei suoi doni, possiamo diventarne i beneficiari per l'eternità, ma dobbiamo ricordarci che Dio non ci ha affidato le ricchezze perché le usiamo come vogliamo, per soddisfare i nostri desideri, per spenderle o conservarle a nostra discrezione. Non dobbiamo impiegare le ricchezze in modo egoistico, unicamente per il nostro piacere. Un simile comportamento nei confronti di Dio e del prossimo non è corretto ed è fonte di difficoltà. (...) CEC 95 2 La società favorisce il ricco che viene onorato e rispettato più dell'uomo onesto, ma povero. Il modo in cui i ricchi utilizzeranno i loro capitali inciderà sul loro stesso carattere. Essi potranno dimostrare le loro capacità di gestire le "ricchezze eterne". Sia il povero sia il ricco decidono in questa vita il loro destino eterno, manifestando chiaramente se sono in grado o meno di ricevere l'eredità dei giusti. Coloro che usano egoisticamente le proprie ricchezze, rivelano il loro vero carattere, dimostrando così come si comporterebbero godendo di maggiori vantaggi e possedendo le ricchezze eterne del regno di Dio. I principi egoistici che regnano sulla terra sono in contrasto con i principi che regneranno in cielo dove tutti gli uomini verranno considerati uguali. (...) CEC 95 3 Perché le ricchezze sono chiamate "ingiuste" o "di Mammona"? Satana si serve dei tesori terreni per adescare, sedurre e ingannare gli uomini trascinandoli verso la rovina. Dio ha impartito delle precise direttive riguardo all'uso dei suoi beni, che devono essere utilizzati per soddisfare le esigenze dell'umanità sofferente, sviluppare la sua opera, instaurare il suo regno sulla terra, inviare missionari in terre lontane, diffondere la conoscenza di Cristo in tutte le zone del mondo. Pensate che Dio non terrà in considerazione il cattivo uso di tali mezzi? Mentre i credenti che si dichiarano cristiani usano i beni di Dio per soddisfare i loro desideri, gli uomini muoiono nei loro peccati. Come vengono dissipati i beni ricevuti CEC 96 1 La maggior parte dei beni, affidati da Dio all'uomo, vengono dissipati nell'acquisto di tabacco, birra e liquori! Dio ha proibito di utilizzare queste sostanze perché esse minano e distruggono l'organismo. La salute viene sacrificata, e la vita stessa offerta sull'altare di Satana. CEC 96 2 Queste abitudini nocive offuscano il cervello e gli uomini non sono più in grado di pensare in modo chiaro e di elaborare dei piani che garantiscano il successo negli affari. Non riescono neanche a sviluppare la loro comprensione delle cose spirituali e sono quindi incapaci di distinguere le cose sacre ed eterne da quelle profane e terrene. CEC 96 3 Satana ha inventato molti metodi per dissipare i beni messi a disposizione da Dio. Il gioco delle carte, le scommesse, il gioco d'azzardo, le corse dei cavalli, le rappresentazioni teatrali sono sue invenzioni. Egli ha spinto gli uomini a interessarsi a questi divertimenti con quell'entusiasmo che dovrebbero avere per assicurarsi il prezioso dono della vita eterna. Gli uomini sprecano somme enormi per soddisfare questi piaceri nocivi; le facoltà accordate da Dio e riscattate dal prezioso sangue del Figlio vengono indebolite e degradate. Le capacità fisiche, mentali e morali donate da Dio e riscattate da Cristo sono messe a disposizione di Satana, per allontanare gli uomini dalla giustizia e dalla santità. CEC 96 4 Viene escogitata qualsiasi cosa possa distrarre lo spirito da ciò che è nobile e puro e viviamo in un'epoca in cui gli abitanti della terra sono ancora più corrotti di coloro che vivevano prima del diluvio. (...) Come ai tempi di Noè CEC 96 5 Quando prendiamo in considerazione l'epoca che precedette il diluvio e ci soffermiamo sulle abitudini e gli usi della società attuale, ci rendiamo conto che sulla terra si abbatteranno presto le piaghe degli ultimi giorni. Gli uomini hanno corrotto la terra con il loro modo di vivere. Satana gioca con le anime degli uomini. Coloro che mettono in pratica le parole del Cristo scopriranno che devono vegliare e pregare costantemente per non cadere in tentazione. CEC 96 6 Sembra che molti non comprendano il fatto che il denaro sperperato nei divertimenti che corrompono l'anima e le facoltà morali, apparteneva al Signore. Coloro che utilizzano il denaro per fini egoistici glorificano il nemico della giustizia. Se si rivolgessero a Dio, utilizzerebbero questo denaro per fare del bene ai loro simili, elevarli moralmente e alleviare la loro sofferenza e indigenza. La nostra società soffre per la fame, la povertà, la malattia e la morte; nonostante ciò, pochi sono disposti a rinunciare alle loro stravaganze. Satana inventa tutto ciò che può, per occupare lo spirito della gente e impedire che abbiano il tempo di porsi la domanda: "Cosa ne sarà del mio spirito?" Cristo si interessa di tutti gli uomini CEC 97 1 Il padrone di tutti i tesori della terra è venuto fra noi in forma umana. La Parola è stata fatta carne e ha abitato fra noi. Non riusciamo a comprendere fino a che punto Gesù s'interessi della famiglia umana. Egli conosce il valore di ogni uomo. Come si rattrista quando vede che l'umanità, riscattata col suo sangue, si lascia sedurre dalle invenzioni di Satana! CEC 97 2 L'unica soddisfazione che Satana prova, prendendosi gioco degli uomini, è proprio far soffrire Gesù. Nonostante fosse ricco, Cristo è diventato povero per salvarci, affinché la sua povertà ci arricchisse. Comunque, anche davanti a questo fatto così importante, la maggior parte degli uomini permettono che le ricchezze terrene sostituiscano quelle celesti. Sono così legati alle realtà terrene che si allontanano da Dio. Rifiutando di prendere coscienza di questa loro tendenza e di comprendere fino a che punto è stupido permettere che la vanità estirpi dal cuore l'amore per Dio commettono un grave peccato. Cancellando l'amore per Dio esso verrà sostituito con quello per il mondo. Soltanto il Signore potrà svolgere un'opera di completa purificazione. CEC 97 3 Gesù ha dato la sua vita per riscattare quella degli uomini, a cui attribuisce un valore infinito. Vuole che l'uomo si renda conto di questo valore e pensi alla sua felicità eterna. Se l'occhio viene conservato in buona salute tutto il corpo ne beneficerà. Se la visione spirituale è chiara, le realtà invisibili appariranno nella giusta luce e contemplando la prospettiva della vita eterna si apprezzerà il mondo dandogli il giusto valore. CEC 97 4 Il cristiano proverà una gioia completa nella misura in cui sarà un amministratore fedele delle ricchezze divine. Cristo desidera salvare tutti i figli e le figlie di Adamo. Moltiplica gli avvertimenti per spezzare l'incantesimo che tiene l'uomo schiavo del peccato. Invita gli uomini a scuotersi dal loro stato di infatuazione, presentando un mondo migliore e dicendo: "Non fatevi tesori sulla terra..." Matteo 6:19. Sottili tentazioni CEC 97 5 Cristo ha coscienza del pericolo: conosce la sottile potenza seduttrice del nemico perché Egli stesso è stato sottoposto alle sue tentazioni. Ha donato la sua vita per offrire un'altra occasione ai figli e alle figlie di Adamo. Considerando le conseguenze della disubbidienza e del peccato e disponendo di un messaggio completo, sono invitati a rivolgersi a Gesù e a trovare pace in lui. Più la luce è intensa più il pericolo viene segnalato con chiarezza e più seria sarà la condanna per coloro che abbandonano la luce per gettarsi nelle tenebre. Le parole di Cristo sono troppo importanti per essere trascurate. CEC 98 1 Gli uomini hanno sempre desiderato intensamente procurarsi i beni terrestri. Tutte le forme di disonestà vengono praticate per accumulare ricchezze. Gli uomini si preoccupano dei loro affari con grande impegno, come se il successo in questo campo rappresentasse una certezza per conquistare il cielo. CEC 98 2 Impegnando i beni del Signore in affari terreni mancano i fondi per far progredire l'opera di Dio nel mondo, per alleviare le sofferenze morali e fisiche dei suoi abitanti. CEC 98 3 Molti di coloro che si proclamano cristiani rifiutano di ubbidire all'ordine di Cristo quando dice: "Accumulate piuttosto le vostre ricchezze in cielo. Là i tarli e la ruggine non le distruggono e i ladri non vanno a rubare. Perché dove sono le tue ricchezze, là c'è anche il tuo cuore". Matteo 6:20, 21 (Tilc). CEC 98 4 Il Signore non obbliga gli uomini ad agire con giustizia, con misericordia e a camminare umilmente con Dio; Egli pone davanti a loro il bene e il male e rivela loro chiaramente le vere conseguenze che risulteranno dalla loro scelta. Il Cristo ci invita e ci dice: "Seguitemi". Non siamo comunque costretti a seguire la sua via. Il desiderio di imitarlo scaturisce da una libera scelta. Contemplando la vita e il carattere del Cristo, si risveglia in noi l'ardente desiderio di imitarlo e di impegnarci a conoscerlo sempre meglio. Comprendiamo così che "la via degli onesti è come la luce dell'alba, che aumenta di splendore fino a mezzogiorno". Proverbi 4:18 (Tilc). -- The Review and Herald, 31 marzo 1896. La ricchezza non è un peccato in sé CEC 98 5 La Bibbia non condanna un uomo ricco per il semplice motivo che è ricco; non dice che acquisire ricchezze sia un peccato, né che il denaro sia la radice di tutti i mali. Al contrario la Scrittura dichiara che è Dio che permette di acquisire dei beni. Questa capacità rappresenta un talento prezioso quando viene consacrato a Dio e utilizzato per lo sviluppo della sua opera. La Bibbia non condanna il genio o l'arte: sono delle manifestazioni della saggezza accordata da Dio. Non possiamo accrescere la purezza o la santità rivestendo il nostro corpo di tela di sacco o privando la nostra casa di ciò che procura benessere, comodità o esprime buon gusto. CEC 98 6 La Scrittura ci insegna che la ricchezza diventa pericolosa soltanto quando entra in competizione con i beni eterni. Il possesso di cose terrene e temporali rappresenta un'insidia quando assorbe i nostri pensieri, i nostri affetti o limita l'adorazione che Dio richiede. Coloro che scambiano la gloria eterna per i piaceri effimeri, le dimore eterne per una casa in cui abiteranno solo per alcuni anni, fanno una scelta stupida. Esaù fece la stessa cosa scambiando la primogenitura con un piatto di lenticchie; così pure Balaam quando rinunciò all'approvazione divina per godere dei favori del re di Madian e anche Giuda quando tradì Gesù per trenta denari. CEC 99 1 La Parola di Dio denuncia l'amore per il denaro come radice di tutti i mali. Il denaro è un dono che proviene da Dio perché venga fedelmente impiegato al suo servizio. Dio benedì Abramo e lo arricchì con bestiame, oro e argento. La Bibbia racconta che Dio fece altrettanto con Davide, Salomone, Josafat ed Ezechia, accordando loro ricchezze e onori. CEC 99 2 Come per altri doni divini, anche possedere dei capitali implica un maggior numero di responsabilità e suscita tentazioni particolari. Quanta gente rimasta fedele a Dio nell'avversità ha ceduto alle brillanti seduzioni della prosperità! Possedendo ricchezze si può evidenziare la passione dominante di una natura egoista. Oggi la maledizione si estende sul mondo intero a causa dell'avidità e dei vizi sfrenati degli adoratori di Mammona. -- The Review and Herald, 16 maggio 1882. L'utilità della capacità imprenditoriale CEC 99 3 Coloro che appartengono a classi elevate della società devono essere considerati con tenero affetto e fraterna simpatia. Questa categoria di persone è stata troppo trascurata. Dio vuole che agli uomini a cui Egli ha affidato molti talenti venga proclamata la verità in modo diverso rispetto al passato. Uomini d'affari, uomini che occupano posizioni di responsabilità, dotati di capacità creativa e di formazione scientifica, uomini di grande genio, devono essere fra i primi a udire l'invito evangelico. CEC 99 4 Nel mondo ci sono degli uomini a cui Dio ha affidato delle capacità organizzative che sono necessarie per far progredire l'opera negli ultimi tempi. Non tutti sono predicatori; sono necessari degli uomini che possano garantire la direzione di istituzioni o gestire attività a livello industriale, come anche uomini che nella Federazione possano impegnarsi in qualità di professori ed educatori. Dio ha bisogno di uomini che abbiano la visione di ciò che deve essere fatto, che si sappiano assumere fedelmente responsabilità di carattere finanziario, restando saldamente legati ai principi, non solo nella crisi attuale, ma anche in vista dei problemi che potrebbero sorgere in futuro. -- The Review and Herald, 8 maggio 1900. ------------------------Capitolo 29: I metodi impiegati per acquisire ricchezze CEC 100 1 Alcune persone, anche fra gli avventisti, meritano il rimprovero della Parola di Dio per il modo in cui hanno acquisito le loro ricchezze e per come le hanno utilizzate. CEC 100 2 Essi si comportano come se le avessero create dal nulla e come se tutto appartenesse esclusivamente a loro, senza ricorrere alla preghiera sincera e senza cercare la gloria di Dio. È come se avessero fra le mani un serpente che finirà per morderli come un aspide. CEC 100 3 Parlando del suo popolo Dio dice: "Il suo guadagno e il suo salario saranno consacrati all'Eterno, non saranno né ammassati né conservati". Molti di coloro che proclamano di credere nella verità, proprio come gli antidiluviani e i sodomiti, non vogliono che Dio si occupi dei loro affari. Rivolgendosi sinceramente a Dio, ispirati dallo Spirito Santo, comprenderebbero l'egoismo dei loro progetti. L'egocentrismo è il loro dio, l'alfa e l'omega della loro vita. CEC 100 4 I cristiani possono sentirsi tranquilli soltanto quando acquisiscono le loro ricchezze secondo le direttive di Dio e le utilizzano in modo da ricevere le sue benedizioni. Dio ci permette di utilizzare i suoi beni soltanto per la sua gloria, affinché tramite la nostra prosperità possiamo diventare una benedizione per i nostri simili. Coloro che vivono secondo i principi della nostra società e si appropriano di tutto ciò che possono accumulare, sono veramente poveri perché incorrono nella disapprovazione divina. Perseguono i loro obiettivi disonorando Dio, la sua bontà, la sua misericordia, il suo carattere e la verità. CEC 100 5 Attualmente, in questo tempo di grazia, siamo tutti messi alla prova. Satana è all'opera con i suoi incantesimi e le sue lusinghe e alcuni pensano di aver realizzato dei buoni affari con le loro speculazioni. Pensando di poter procedere sicuri, seguendo i suggerimenti della loro avidità insaziabile, si sono resi conto che Dio può dissipare tutto e ancora più rapidamente di quanto essi non siano stati in grado di accumulare. -- Testimonies to Ministers, 335, 336. Integrità negli affari CEC 101 1 Se nei confronti dei nostri simili ci comportiamo in maniera disonesta agiremo nello stesso modo con Dio. Gli uomini che persistono nella disonestà continueranno ad applicare gli stessi principi e finiranno per ingannare se stessi e perdere la vita eterna. Essi sacrificheranno l'onore e la religione per un vantaggio immediato. Uomini simili si trovano anche all'interno della chiesa e se non impareranno per esperienza cosa significa nascere di nuovo, non vedranno il regno di Dio. L'onestà dovrebbe caratterizzare tutte le azioni della nostra vita. Gli angeli del cielo esaminano tutte le nostre opere e quando non vengono rispettati i principi divini scrivono nel libro la parola "mancante". CEC 101 2 Gesù dice: "Non accumulate ricchezze in questo mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono ogni cosa e i ladri vengono e portano via". Matteo 6:19 (Tilc). Le ricchezze offuscano le nostre facoltà e assorbono tutti i nostri interessi escludendo Dio e la verità. CEC 101 3 All'epoca di Cristo l'amore per il denaro, che spinge ad acquisire tesori terreni, era la passione dominante degli ebrei. Le preoccupazioni nobili ed eterne erano subordinate agli sforzi per procurarsi beni terreni e potere. Per gli uomini le preoccupazioni mondane sostituivano Dio e la religione. La sete di ricchezza esercitava nella vita un tale fascino, un così forte richiamo da corrompere ogni principio morale e trascinare gli uomini alla perdizione. Il nostro Salvatore ci ha avvertiti del pericolo dell'avidità che spinge ad accumulare ricchezze. CEC 101 4 Tutti i settori, gli affari, i mestieri o le professioni interessano Dio e ogni cristiano ha ricevuto la possibilità di partecipare all'opera del Signore. Chiunque lavori come rappresentante, o in un negozio o in un ufficio è considerato responsabile dell'onestà e della saggezza con cui utilizza i propri talenti. Si tratta dello stesso tipo di responsabilità che ha un pastore nella predicazione e nell'insegnamento. Se gli uomini acquisiscono dei beni trasgredendo la Parola di Dio, sacrificano i principi dell'onestà e della giustizia. Una sete di guadagno senza limiti, può spingere persino coloro che si definiscono cristiani a seguire le abitudini della nostra società. Essi infatti possono essere spinti a disonorare la propria religione frodando negli affari, opprimendo la vedova e l'orfano, privando lo straniero dei suoi diritti legittimi. -- The Review and Herald, 18 settembre 1888. Intelligenza e onestà in qualsiasi occasione CEC 102 1 La santità era la caratteristica dominante della vita del Redentore sulla terra ed Egli desidera che caratterizzi anche la vita dei suoi discepoli. I suoi servitori sono chiamati ad agire con altruismo e fedeltà, tenendo conto dell'utilità e dell'influsso di ognuno dei suoi collaboratori. Qualsiasi attività commerciale deve essere condotta con intelligenza e onestà. Gesù è la luce del mondo. Nella sua opera non ci devono essere zone oscure in cui si possano compiere azioni disoneste. Dio soffre profondamente per l'ingiustizia. -- The Review and Herald, 24 giugno 1902. Resistere alla tentazione CEC 102 2 Dio esige che tutti coloro che affermano di servirlo manifestino la superiorità dei principi della giustizia. Per ogni vero discepolo di Cristo, ogni transazione economica è parte integrante della sua religione, come la preghiera. (...) CEC 102 3 Satana offre a ogni uomo i regni di questo mondo in cambio dell'ubbidienza alla sua volontà. Questa è stata la grande tentazione che ha presentato a Gesù nel deserto. Rivolgendosi ai discepoli di Cristo afferma: "Se tu segui i miei metodi per la gestione delle finanze ti ricompenserò con la ricchezza". Ogni cristiano, prima o poi, è messo alla prova e rivelerà quali sono i punti deboli del suo carattere. CEC 102 4 Se la tentazione è vinta, vengono riportate delle preziose vittorie. Il cristiano è chiamato a scegliere: o servire Cristo o diventare discepolo dell'ingannatore e quindi suo adoratore. -- The Signs of the Times, 24 febbraio 1909. L'iscrizione nei registri del cielo CEC 102 5 Le abitudini della società non costituiscono una regola per il cristiano. Egli infatti non deve imitare stili di vita disonesti, estorsioni e inganni. Ogni atto ingiusto commesso nei confronti del prossimo è una violazione della regola d'oro. Ogni torto fatto ai figli di Dio è fatto a Cristo stesso, nella persona dei suoi discepoli. Ogni tentativo di sfruttare l'ignoranza, la debolezza, la sfortuna altrui viene registrato come una frode nei libri del cielo. Chi veramente teme Dio preferirà lavorare giorno e notte ed essere povero piuttosto che opprimere la vedova e l'orfano o privare lo straniero dei suoi diritti. CEC 102 6 Anche le minime deviazioni dalla retta via predispongono il cuore alle peggiori ingiustizie. Quando un uomo si arricchisce a scapito di un altro, il suo spirito diventa insensibile all'influsso dello spirito di Dio. Il guadagno ottenuto in tali condizioni è in realtà una perdita terribile. -- Prophets and Kings, 651, 652. I principi abbandonati CEC 103 1 Spesso notiamo uomini che, pur occupando importanti posti di fiducia nell'opera del Signore, abbandonano la propria fede. Una tentazione li assilla: trascurano i principi e i vantaggi che offre loro la fede per appropriarsi dei tesori terreni a cui aspirano. Non hanno resistito agli attacchi di Satana. Cristo ha vinto e permette anche agli uomini di vincere, ma l'uomo si schiera dalla parte del "principe di questo mondo" e abbandona Cristo. Tutte le sue facoltà sono tese a soddisfare l'avidità e ad adorare i suoi idoli. L'uomo non si accontenta di soddisfare le esigenze quotidiane e non si ferma neanche davanti all'abbondanza. Egli aspira ad aumentare senza limiti i suoi capitali e orienta tutti i suoi pensieri e le sue facoltà verso questo scopo. -- The Review and Herald, 1 marzo 1887. Un comportamento egoistico e calcolatore CEC 103 2 Rivolgo un appello ai miei fratelli in fede e li supplico di coltivare la bontà. Al Signore non piace che alimentiate l'egoismo e l'avidità, qualunque sia la vostra vocazione o la vostra posizione. L'opera di Dio non deve essere amministrata con avarizia ed egoismo nei confronti di chiunque, anche se gli affari in questione riguardano l'opera stessa. Ogni atto compiuto in rapporto con l'opera di Dio deve avere l'approvazione divina. Ogni transazione illegale, ogni tentativo di trarre vantaggio da un uomo che si trovi in circostanze sfavorevoli, ogni tentativo di procurarsi terre o proprietà per una somma che non corrisponde al loro valore non sarebbe gradito a Dio, anche se il denaro così ottenuto costituisse un'offerta per la sua opera. Il suo unigenito Figlio ha pagato per ogni uomo con il suo sangue ed è necessario che si agisca con onestà e giustizia nei confronti di chiunque per applicare i principi della legge di Dio. (...) CEC 103 3 Un fratello che ha lavorato in modo disinteressato per l'opera di Dio, che vede diminuire le sue risorse ed è costretto a cessare la sua attività, non deve essere liquidato e trovarsi costretto a cavarsela come può. È necessario dargli un salario per vivere e ricordarsi che appartiene alla famiglia di Dio e che noi siamo suoi fratelli. -- The Review and Herald, 18 dicembre 1894. ------------------------Capitolo 30: I pericoli della ricchezza CEC 104 1 Nel corso dei secoli la possibilità di accedere alle ricchezze e agli onori ha sempre costituito una minaccia all'umiltà e alla spiritualità. Quando un uomo ha successo o i suoi simili si esprimono favorevolmente nei suoi confronti egli è in grave pericolo. La prosperità spirituale può essere conservata nella misura in cui l'uomo sente di dipendere da Dio per l'acquisizione della saggezza e la perfezione del carattere. Coloro che sono coscienti di aver bisogno di dipendere da Dio sono generalmente coloro che dispongono di minori ricchezze od onori umani su cui appoggiarsi. Le lodi degli uomini CEC 104 2 È pericoloso affidare numerosi talenti a uno stesso uomo o esprimere parole di lode. Coloro che sono stati favoriti da Dio devono costantemente vigilare se non vogliono lasciarsi sopraffare e dominare dall'orgoglio. Chiunque ha numerosi sostenitori e riceve molti elogi dai suoi fratelli ha bisogno delle preghiere speciali di uomini di Dio per sfuggire al pericolo di cullarsi nella propria giustizia e nell'orgoglio spirituale. CEC 104 3 Un uomo simile non deve mai darsi troppe arie o comportarsi come un dittatore. Deve vigilare e pregare ricercando la gloria di Dio. Se le sue facoltà mentali vengono utilizzate per comprendere le cose invisibili e si impegna a contemplare la gioia della speranza che ha davanti a sé -- i vantaggi della vita eterna -- gli elogi degli uomini non susciteranno in lui l'orgoglio. E se in certe occasioni il nemico lo tenta, tramite l'adulazione e gli onori mondani, i suoi fratelli dovranno avvertirlo in tutta sincerità del pericolo che corre, perché se ha fiducia in sé si esporrà al rischio di commettere grossi errori e manifestare debolezze umane. (...) Vittime di profonde umiliazioni CEC 104 4 Non è difficile sollevare una coppa vuota, ma non si può dire altrettanto per una coppa piena fino all'orlo. L'afflizione e l'avversità possono implicare numerosi inconvenienti e provocare profonde depressioni; la prosperità costituisce un pericolo per la vita spirituale. Se un essere umano adempie la volontà di Dio, santificato dalla verità e ha una fede che opera tramite l'amore e purifica l'anima, le sue inclinazioni naturali alla presunzione saranno risvegliate dalla prosperità. CEC 104 5 Dobbiamo pregare soprattutto per le persone a cui sono state affidate delle grandi responsabilità. Essi hanno bisogno delle preghiere di tutta la chiesa per ottenere dei risultati ed esercitare un influsso positivo. CEC 105 1 Quando in seguito a profonde umiliazioni gli uomini dipendono unicamente da Dio che li consiglia e li guida, essi sono al sicuro. Coloro che hanno un rapporto di profonda comunione con Dio preghino in favore di coloro che si trovano a dover adempiere a grosse responsabilità e hanno quindi bisogno di una grande saggezza. Se gli uomini non sentiranno il bisogno di appoggiarsi ad un braccio non umano, se non proveranno il desiderio di dipendere da Dio, la loro percezione della realtà sarà distorta e subiranno delle sconfitte. -- The Review and Herald, 14 dicembre 1905. La perversione delle facoltà naturali CEC 105 2 Il desiderio di accumulare ricchezze è una tendenza naturale dell'essere umano, donatagli dal Padre celeste per nobili fini. Interrogando il capitalista che ha utilizzato tutte le sue energie per farsi un patrimonio e che si è dimostrato industrioso e perseverante nell'accumulare i suoi beni, non vi saprà dare una motivazione precisa che l'ha spinto a costituire il suo tesoro. Non saprà indicarvi lo scopo che si prefigge di raggiungere, né precisare la natura di un nuovo desiderio da realizzare. Egli continua ad accumulare dei beni perché ha orientato tutti i suoi talenti e le sue capacità in questa direzione. Nell'animo di ogni essere umano non ancora trasformato si trova il bisogno di possedere ciò che non ha. Con la forza dell'abitudine ha sviluppato ogni suo pensiero e ogni movente in vista di prepararsi una riserva per l'avvenire e più invecchia più diventa avido di acquisire tutto ciò che può guadagnare. È normale che l'avidità aumenti nella misura in cui si avvicina il momento della separazione dalle cose terrene. CEC 105 3 Ogni sua energia, costanza, determinazione e abilità nell'acquisire un potere terrestre risulta dalla perversione delle sue facoltà che mirano a perseguire uno scopo inutile. Avrebbe potuto utilizzare al massimo i suoi talenti per possedere la vita eterna e acquisire una gloria eterna. Le abitudini degli uomini, nello sforzo costante di cogliere tutte le occasioni per accumulare ricchezze, dovrebbero costituire una lezione per coloro che si proclamano figli di Dio e ricercano la gloria, l'onore e l'immortalità. I figli del mondo sono più avveduti dei figli di Dio e dimostrano la loro saggezza. Essi utilizzano tutte le loro energie per acquisire quei vantaggi terreni a cui aspirano. Lo stesso zelo dovrebbe caratterizzare colui che lavora per ottenere le ricchezze celesti. -- The Review and Herald, 1 marzo 1887. Le ricchezze sono un handicap CEC 106 1 Pochi si rendono conto della forza del loro attaccamento al denaro fino al giorno in cui devono affrontare una prova. Molti di coloro che professano di essere discepoli di Gesù dimostrano di non essere pronti per il cielo. Le loro azioni manifestano che il loro amore per il denaro supera quello per Dio o per il loro prossimo. Come il giovane ricco si preoccupano del senso della vita; ma quando ricevono il messaggio e capiscono quanto costerà loro uniformarvisi rinunciando alle ricchezze terrene, pensano che il cielo richieda un sacrificio troppo grande. Più consistenti sono i tesori che si possiedono sulla terra, maggiore è la difficoltà di comprendere che non ci appartengono ma che ci sono stati affidati per utilizzarli alla gloria di Dio. CEC 106 2 In questo caso Gesù colse l'occasione di dare ai suoi discepoli un profondo insegnamento e disse loro: "Io vi dico in verità che un ricco malagevolmente entrerà nel regno dei cieli. (...) È più facile a un cammello passare per la cruna di un ago che ad un ricco entrare nel regno di Dio". Matteo 19:23, 24. Persone ricche che sono povere e persone povere che sono ricche CEC 106 3 Consideriamo il potere delle ricchezze. L'influsso dell'amore per il denaro sullo spirito umano è quasi paralizzante. Le ricchezze esercitano un forte fascino che trascina coloro che le posseggono ad agire come se fossero privi della ragione. Più sono ricchi più vogliono diventarlo. Con l'aumentare delle loro ricchezze aumenta il loro timore nei confronti del futuro. Essi diventano avari ed egoisti e temono che Dio non provvederà alle loro necessità. Sono veramente poveri: accumulando le loro ricchezze hanno posto in esse la loro fiducia e hanno perso la loro fede in Dio e nelle sue promesse. L'uomo povero, fiducioso e fedele, diventa ricco agli occhi di Dio impiegando il poco che possiede al servizio dei suoi simili. Ritiene che il suo prossimo abbia dei diritti che egli non può ignorare ubbidendo ai comandamenti di Dio: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Considera che la salvezza dei suoi simili abbia un'importanza maggiore di tutto l'oro e l'argento del mondo intero. CEC 106 4 Il Cristo indica il modo in cui coloro che possiedono dei capitali, ma sono poveri per Dio, possono acquisire le vere ricchezze. Egli dichiara: "Vendete i vostri beni e fatene elemosina..." (Luca 12:33) e "fatevi dei tesori in cielo". Il rimedio proposto consiste nel provare lo stesso attaccamento per i beni celesti. Investendo i loro beni nell'opera di Dio, per proclamare il messaggio di salvezza agli uomini e soccorrere coloro che sono in difficoltà, essi diventano ricchi in opere buone e accumulano "in modo da farsi un tesoro ben fondato per l'avvenire, a fin di conseguire la vera vita". 1 Timoteo 6:19. Essi fanno un investimento sicuro. CEC 107 1 Molti dimostrano che non hanno fiducia nella banca del cielo. Scelgono di affidare il loro denaro al mondo piuttosto che investirlo in cielo. Questi ricchi, che in realtà sono poveri, pur professando di servire Dio, sono da compatire. Essi pretendono di conoscere Dio ma lo rinnegano con le loro azioni. Essi sono immersi nelle tenebre spirituali. Professano di credere alla verità ma la loro vita non corrisponde alla loro professione di fede. L'amore per le ricchezze rende gli uomini egoisti, duri e arroganti. -- The Review and Herald, 15 gennaio 1880. Seguire Gesù CEC 107 2 Al giovane ricco Gesù ha chiesto di impegnarsi nella direzione che lui stesso stava percorrendo. Il sentiero spinoso del dovere diventa più facile quando vediamo le impronte dei passi del Maestro che appiana la via. Il Cristo avrebbe voluto accogliere fra i suoi discepoli questo giovane pieno di talenti, se avesse accettato le sue condizioni, così come aveva accolto i poveri pescatori a cui aveva chiesto di seguirlo. CEC 107 3 L'abilità del giovane nell'acquisire ricchezze non era una caratteristica a suo sfavore, a condizione che amasse il suo prossimo come se stesso senza nuocere ad altri, arricchendosi. Questa capacità, se fosse stata impiegata al servizio di Dio, per la salvezza degli uomini, gli avrebbe permesso di godere dell'approvazione del Maestro e avrebbe fatto di lui un collaboratore diligente ed efficiente di Cristo. Egli invece rifiutò di lavorare con Gesù per la salvezza degli uomini; rifiutò i tesori di gloria che gli venivano promessi nel regno di Dio e si volse verso quelli effimeri della vita terrena. (...) CEC 107 4 Questo giovane rappresenta una vasta categoria di giovani che sarebbero dei cristiani eccellenti se non dovessero caricarsi di una croce, se non avessero fardelli umilianti da portare, vantaggi terrestri da sacrificare e rinunce materiali o sentimentali da effettuare. Dio ha affidato loro un capitale di talenti e di mezzi e si aspetta una collaborazione adeguata. Ciò che possediamo non è nostro, ma deve essere utilizzato lavorando per colui da cui abbiamo ricevuto tutto. -- The Review and Herald, 21 marzo 1878. Una fede autentica è rara fra i ricchi CEC 108 1 Una vera fede è piuttosto rara fra le persone ricche, cioè una fede che si manifesti tramite le opere. Tutti coloro che posseggono questa fede potranno esercitare un profondo influsso. Essi imitano Cristo nella generosità e nel sincero interesse per la salvezza degli uomini. CEC 108 2 I discepoli di Cristo, seguendo l'esempio del loro Maestro devono attribuire un grande valore alla vita umana e devono manifestare simpatia per l'opera del loro amato Redentore impegnandosi per la salvezza di coloro che sono stati riscattati dal suo sangue. Cosa rappresentano il denaro, le case, i beni terreni rispetto al valore di un essere umano? -- The Review and Herald, 23 febbraio 1886. Le ricchezze non riscattano i trasgressori CEC 108 3 Tutte le ricchezze, perfino quelle più ingenti, non sono sufficienti a nascondere davanti a Dio il più piccolo peccato. Né le ricchezze, né l'intelligenza saranno accettate da Dio come riscatto per la trasgressione. Egli accetterà solo il pentimento, la vera umiltà, il cuore affranto e lo spirito contrito. Nelle nostre chiese ci sono molti membri che dovrebbero presentare offerte più consistenti senza limitarsi a fare l'elemosina a colui che ha dato tutto per loro. Hanno ricevuto abbondanti benedizioni e hanno ricambiato senza entusiasmo il loro benefattore! Coloro che sono stranieri e pellegrini sulla terra accumulino dei tesori in cielo, offrendo dei doni al Signore per le necessità della sua opera. -- The Review and Herald, 18 dicembre 1888. Il pericolo maggiore CEC 108 4 Mi è stato mostrato che gli avventisti del 7° giorno dispongono di mezzi considerevoli. Attualmente il pericolo maggiore è rappresentato proprio dalle ricchezze accumulate. Alcuni sono talmente preoccupati e impegnati che sono completamente assorbiti dai loro affari. Dio e le esigenze della sua opera vengono completamente dimenticati; queste persone sono spiritualmente morte. Viene chiesto loro di fare un sacrificio per Dio, un'offerta. Un sacrificio, naturalmente, non accresce i nostri beni, li riduce. (...) La maggior parte delle ricchezze dei nostri membri costituiscono un vero e proprio pericolo per coloro che le posseggono. -- Testimonies for the Church 1:492. ------------------------Capitolo 31: Le astuzie di Satana CEC 109 1 Mentre per il popolo di Dio si avvicinano momenti difficili, Satana e i suoi angeli si sono accordati per elaborare i piani più efficaci per distruggere la sua fede. Egli constata che le chiese sono già completamente addormentate dalla sua potenza seduttrice. Egli esercita un vero e proprio controllo tramite i suoi ragionamenti ingannevoli e i suoi falsi miracoli. Ordina ai suoi angeli di rivolgersi, con i loro inganni, soprattutto a coloro che aspettano il ritorno di Gesù e si impegnano a osservare i comandamenti di Dio. CEC 109 2 Il grande seduttore dichiara: "Non dobbiamo perdere di vista coloro che attirano l'attenzione delle folle sull'osservanza del sabato dell'Eterno; essi aiuteranno molte persone a comprendere le esigenze della legge di Dio; lo stesso messaggio che diffonde la conoscenza del sabato rivela anche il ministero del Cristo nel santuario celeste e mostra che la proclamazione dell'ultimo messaggio di salvezza al mondo si sta realizzando. Trascinate lo spirito delle persone nelle tenebre fino a quando quest'opera di proclamazione non sia conclusa e in questo modo sia il mondo sia la chiesa saranno in nostro potere. (...) CEC 109 3 Andate e fate il possibile affinché coloro che possiedono terre e capitali siano assorbiti dalle preoccupazioni di questa vita. Presentate loro il mondo sotto la sua luce migliore affinché accumulino i loro tesori e si interessino delle cose terrene. Dobbiamo impegnarci per impedire che coloro che lavorano per l'opera di Dio impieghino dei capitali per contrastarci. Più denaro otterranno, più diminuirà l'influsso che possiamo esercitare sui nostri seguaci. Se riuscirete ad interessarli sempre di più all'idea di accumulare denaro piuttosto che edificare il regno di Dio e diffondere le verità che noi detestiamo, non dovremo più temere il loro influsso perché ogni persona egoista e avida cadrà in nostro potere e si separerà dal popolo di Dio". -- Testimonies to Ministers, 472-474. Un danno maggiore di qualsiasi perdita terrena CEC 110 1 Satana è il grande seduttore. Cedendo alle sue tentazioni, subiamo delle conseguenze superiori a qualsiasi perdita terrena e anche alla morte. Coloro che ottengono il successo a prezzo della loro sottomissione alla volontà e ai progetti di Satana scopriranno di aver fatto un cattivo affare. Tutto ciò che rientra nella gestione di Satana si acquista a un prezzo elevato. I vantaggi che presenta sono soltanto dei miraggi. Le speranze che propone si realizzano a scapito di ciò che è santo, puro e buono. Satana deve essere vinto utilizzando le seguenti parole: "Sta scritto". "Felice chi è fedele al Signore e vive secondo la sua volontà. Potrai godere del frutto del tuo lavoro, sarai felice e tutto ti andrà bene". Salmi 128:1, 2 (Tilc). (...) Il sentiero tracciato per i figli di Dio passa al di là degli intrighi e delle abitudini della nostra società. Coloro che lo percorrono devono mostrare tramite le loro opere la purezza dei loro principi. -- The Signs of the Times, 24 febbraio 1909. Un'esperienza religiosa sterile CEC 110 2 I ricchi sono tentati di impiegare il loro denaro per il proprio ed esclusivo profitto, per soddisfare i loro desideri, per la cura della propria persona e per abbellire le loro case. Per raggiungere questi scopi alcuni cristiani professanti non esitano a spendere liberamente e in modo stravagante. Ma quando vengono sollecitati a offrire i loro beni al Signore, contribuire e collaborare con la sua opera, sollevano delle obiezioni. Mentre si entusiasmano per realizzare progetti puramente egoistici, non mostrano né interesse né gioia quando si fa appello alla loro generosità. Quando si rendono conto che non possono fare diversamente offrono una piccola somma, molto inferiore a quella che offrirebbero per soddisfare inutili capricci. Essi non manifestano un amore reale per Cristo, né mostrano un interesse sincero per la salvezza degli uomini. Non c'è da stupirsi se una vita cristiana di questo genere si presenta come una serie di esperienze sterili e negative. Se queste persone non cambieranno atteggiamento la luce ricevuta si trasformerà in tenebre. -- The Review and Herald, 16 maggio 1882. ------------------------Capitolo 32: Investimenti sbagliati CEC 110 3 Le ricchezze accumulate non sono soltanto inutili ma costituiscono una maledizione. Esse rappresentano in questa vita un pericolo perché distolgono l'attenzione dalle ricchezze celesti. Nel giorno del giudizio condanneranno il possessore perché rappresenteranno la prova di talenti utilizzati male e di occasioni trascurate. CEC 111 1 Molti accusano Dio di essere un padrone severo perché rivendica delle proprietà e una collaborazione fedele. In realtà noi offriamo a Dio ciò che è già suo: "Noi oggi ti offriamo questi doni ma tutto proviene da te..." 1 Cronache 29:14 (Tilc). Tutto appartiene a Dio non soltanto per diritto di creazione ma anche di redenzione. Tutte le benedizioni che ci vengono accordate in questa vita e per quella futura sono suggellate dalla croce del Calvario. -- The Review and Herald, 23 dicembre 1902. Trasformati tramite l'amore CEC 111 2 La verità, instillata nel cuore dallo Spirito di Dio, scaccerà l'amore per le ricchezze. L'amore per Gesù e per il denaro non possono sussistere nello stesso cuore. L'amore per Dio supera talmente quello per le ricchezze che colui che lo possiede si separerà dai propri beni per concentrare su Dio tutti i suoi affetti. Tramite l'amore è chiamato a soddisfare le necessità dei bisognosi e lavorare per l'opera di Dio. La sua massima aspirazione consiste nell'usare i beni del Signore. Egli considera che nulla di ciò che possiede gli appartiene veramente e compie fedelmente il suo dovere di amministratore. Può allora mettere in pratica i due grandi comandamenti della legge: "Tu amerai dunque l'Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze" (Deuteronomio 6:5) e "...amerai il prossimo tuo come te stesso..." Levitico 19:18. CEC 111 3 In questo modo un ricco può entrare nel regno di Dio. "E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figliuoli, o campi per amor del mio nome, ne riceverà cento volte tanti ed erediterà la vita eterna". Matteo 19:29. Ecco la ricompensa di coloro che si sacrificano per Dio. Essi ricevono il centuplo in questa vita ed erediteranno la vita eterna. -- The Review and Herald, 16 settembre 1884. CEC 111 4 Se gli amministratori di Dio compiono fedelmente il loro dovere, le loro ricchezze non aumenteranno fino al punto di diventare un pericolo; esse saranno impiegate con saggezza e generosità cristiane. -- The Review and Herald, 16 maggio 1882. Si possono apprezzare le ricchezze ma non accumularle CEC 112 1 Colui che ricerca le ricchezze eterne si impegnerà per ottenerle con fervore e perseveranza e con un'intensità proporzionata all'importanza dell'obiettivo perseguito. L'uomo comune lavora per acquisire ricchezze terrene e temporanee. Accumula tesori facendo proprio ciò che Gesù gli ha ordinato di non fare. CEC 112 2 Il cristiano sincero apprezza l'avvertimento di Gesù e adempie quindi la sua parola, facendosi un tesoro in cielo come il Redentore del mondo gli ha indicato di fare. Egli reputa che la felicità eterna valga una vita consacrata, ricca di sforzi perseveranti e infaticabili. Non si impegna in una direzione sbagliata. Concentra i suoi interessi sulle cose celesti, dove Cristo è seduto alla destra del Padre. Trasformata dalla grazia la sua vita è nascosta con Cristo in Dio. CEC 112 3 Non ha perso la sua capacità di guadagnare denaro, ma impiega tutte le sue energie a ricercare le conoscenze spirituali: in questo modo tutti i talenti che gli sono stati affidati sono apprezzati come doni di Dio che devono essere impiegati alla sua gloria. Egli non accumula ricchezze, ma le apprezza nella misura in cui esse sono utili per la proclamazione della verità, per lavorare come Cristo, quando era su questa terra, per il bene dell'umanità. Impiegherà le sue forze per questo scopo, non per orgoglio o autocompiacimento, ma per impegnare ognuno dei talenti che gli sono stati affidati, per servire Dio nel modo migliore. Possiamo dire che è zelante e non pigro, che è fervente e serve il Signore. Cfr. Romani 12:11. Dio non condanna la prudenza e l'accortezza nella gestione degli affari terreni, ma la cura febbrile, l'ansia esasperata accordata a queste cose sono in contraddizione con la sua volontà. -- The Review and Herald, 1 marzo 1887. ------------------------Capitolo 33: Manifestare simpatia per i poveri CEC 112 4 Considerando tutto ciò che Dio ha fatto per coloro che erano perduti, chi condivide le ricchezze della grazia di Cristo come può rifiutare di accordare anche la minima simpatia ai propri simili? Come può compiacersi di appartenere a un ceto o a una casta e disprezzare i poveri e gli infelici? CEC 112 5 Purtroppo l'orgoglio di classe e lo sfruttamento del povero che prevale nella nostra società si riscontra anche fra coloro che professano di seguire Cristo. Essi non esprimono la simpatia che dovrebbe essere manifestata nei confronti dell'umanità. Gli uomini si appropriano dei doni che avrebbero dovuto semplicemente amministrare per il bene del prossimo. Il ricco opprime il povero e impiega ciò che ha guadagnato per soddisfare il suo orgoglio e la sua vanità, mettendoli in mostra anche nella casa di Dio. Essi sostengono che per i poveri sia troppo oneroso partecipare ai servizi religiosi. Molti pensano che solo i ricchi possano offrire a Dio un servizio pubblico adeguato. Se il Signore non avesse dimostrato costantemente il suo amore nei confronti dei poveri e degli umili, il cui cuore è contrito e umiliato, il mondo sarebbe per loro un luogo molto triste. (...) CEC 113 1 Il Redentore aveva dei genitori di umili origini e quando, piccolissimo, fu presentato al tempio, sua madre aveva portato l'offerta dei poveri: due coppie di tortore o di piccioni. Egli rappresentava il dono più prezioso che il cielo avesse fatto alla terra, un dono al di sopra di ogni valutazione, e ciò veniva ricambiato con una modesta offerta. Il nostro Salvatore durante il suo soggiorno sulla terra, condivise la sorte degli umili e degli indigenti. Rinuncia e sacrificio caratterizzarono la sua vita. CEC 113 2 Tutti i favori e le benedizioni di cui godiamo provengono unicamente da lui; siamo gli amministratori della sua grazia e dei suoi doni; il più piccolo talento, il lavoro più umile possono essere presentati a Gesù come offerta e tramite i propri meriti Egli la presenterà al Padre. Se offriamo sinceramente ciò che abbiamo di meglio, amando Dio e desiderando ardentemente servire Gesù, l'offerta sarà completamente accettata. Tutti possono farsi un tesoro in cielo. Tutti possono essere "...ricchi di opere buone, generosi e pronti a mettere in comune quel che possiedono. Così si prepareranno un tesoro sicuro per l'avvenire, per ottenere la vita". 1 Timoteo 6:18, 19. Uniti da legami di solidarietà CEC 113 3 Rientra nei progetti di Dio che ricchi e poveri siano intimamente uniti fra loro da legami di simpatia e solidarietà. Dio ha un progetto per ognuno di noi. A tutti coloro che vogliono collaborare con lui Egli ha affidato un compito. Ci invita a prendere in considerazione tutti i casi di sofferenza e povertà di cui veniamo a conoscenza. CEC 113 4 Nostro Signore Gesù Cristo era ricco ed è diventato povero per noi, affinché fossimo arricchiti tramite la sua povertà. Egli invita tutti coloro a cui ha affidato dei beni terreni a seguire il suo esempio. Gesù dice: "I poveri infatti li avete sempre con voi e potete aiutarli quando volete". Marco 14:7 (Tilc). La sofferenza e la miseria del mondo lanciano continuamente un appello alla nostra solidarietà e il Salvatore dichiara che l'opera nei confronti degli afflitti e di coloro che soffrono è quella che apprezza maggiormente. Egli dichiara: "...dividere il pane con chi ha fame, aprire la casa ai poveri senza tetto, dare un vestito a chi non ne ha, non abbandonare il proprio simile". Isaia 58:7 (Tilc). Dobbiamo confortare i malati, sfamare coloro che hanno fame, vestire coloro che sono nudi e istruire gli ignoranti. CEC 114 1 Molti si lamentano perché il mondo è così pieno di miseria e di sofferenza. Ma il Signore è misericordioso e tramite i suoi rappresentanti, a cui ha affidato i suoi beni, vorrebbe soddisfare tutte le esigenze delle sue creature. Egli dispone dei mezzi necessari e se gli uomini non abusassero dei suoi doni e non ne privassero egoisticamente i loro simili, nessuno soffrirebbe di alcuna restrizione. -- The Review and Herald, 20 giugno 1893. Per Dio non esiste nessuna casta CEC 114 2 Non dovremmo mai essere freddi o antipatici soprattutto nei confronti dei poveri. Dobbiamo manifestare cortesia, simpatia e compassione per tutti. Un esplicito favoritismo nei confronti dei ricchi dispiace a Dio. Si disprezza Gesù quando si disprezzano i suoi figli che sono in difficoltà. Essi non sono ricchi secondo i parametri della nostra società ma sono cari a Dio. Dio non fa nessuna distinzione di ceto. Per lui non ci sono caste. Ai suoi occhi gli uomini sono semplicemente degli uomini, buoni o cattivi. Nel giorno del giudizio la posizione, il ceto o la ricchezza non incideranno affatto. Gli uomini saranno giudicati dal Dio onnisciente secondo la purezza, la nobiltà e l'amore espresso nei confronti del Cristo. (...) CEC 114 3 Cristo ha dichiarato che il Vangelo doveva essere predicato ai poveri. La verità non esprime una tenerezza così completa come quando è annunciata ai poveri e ai diseredati. È allora che il messaggio del Vangelo risplende in tutta la sua chiarezza, illumina la capanna del contadino e la semplice casa dell'operaio. In esse vi abitano gli angeli di Dio e la loro presenza trasforma in un lauto pasto il tozzo di pane e il bicchier d'acqua. Coloro che sono stati trascurati e abbandonati dal mondo vengono elevati agli onori di figli e figlie dell'Altissimo. Essi godono di una posizione più importante rispetto a tutte quelle che la società potrebbe accordare, sono seduti con Gesù nei cortili celesti. Possono non avere dei tesori sulla terra ma hanno trovato comunque la perla di gran prezzo. -- The Review and Herald, 21 luglio 1910. I diritti della vedova e dell'orfano CEC 115 1 Non è saggio esaudire indiscriminatamente le richieste di tutti coloro che sollecitano il nostro aiuto; in questo modo potremmo incoraggiare la pigrizia, l'intemperanza e la stravaganza. Se qualcuno bussa alla vostra porta perché ha fame, non lo lasciate ripartire con lo stomaco vuoto; dategli qualcosa da mangiare, o qualche provvista di cui disponete. Non conoscete la sua situazione e la sua povertà, forse è dovuta a una serie di avversità. CEC 115 2 Fra tutti coloro che reclamano aiuto, la vedova e l'orfano hanno i maggiori diritti di ricevere le vostre cure e la vostra simpatia. "La religione pura e immacolata dinanzi a Dio e Padre è questa: visitar gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri dal mondo". Giacomo 1:27. CEC 115 3 Il padre, morto nella fede, sicuro delle promesse eterne di Dio, ha lasciato i suoi cari con la certezza che il Signore si sarebbe preso cura di loro. Come si adempirà questa promessa? Dio non farà un miracolo facendo cadere la manna dal cielo, non manderà neanche dei corvi per portar loro del cibo; compirà un miracolo nel cuore umano eliminando l'egoismo e predisponendolo alla misericordia. Egli valuta l'amore di coloro che pretendono di essere suoi discepoli affidando alla loro tenera compassione gli afflitti, i miseri, i poveri e gli orfani. Questi, sono in un certo senso, quei piccoli a cui alludeva il Cristo quando diceva che trascurandoli lo offendavamo personalmente. CEC 115 4 Ogni gesto di generosità compiuto nei loro confronti, in nome di Gesù, Egli lo accetta come se fosse stato rivolto direttamente a lui, perché Egli identifica i suoi interessi con quelli dell'umanità sofferente e ha affidato alla chiesa il grande compito del ministero per l'aiuto e le benedizioni accordate a coloro che soffrono e sono in difficoltà. Il Signore benedirà tutti coloro che compiono quest'opera con entusiasmo. CEC 115 5 Fintanto che la morte non sarà definitivamente vinta, ci saranno degli orfani di cui occuparsi, che continueranno a soffrire se i nostri membri di chiesa non esprimeranno nei loro confronti gentilezza e tenera compassione. Il Signore ha detto: "...aprire la casa ai poveri senza tetto..." Isaia 58:7 (Tilc). La comunità cristiana deve sostituire il padre e la madre. Dio ricorderà e ricompenserà la compassione dimostrata nei confronti delle vedove e degli orfani, espressa tramite la preghiera e la solidarietà. (...) La misericordia è la prova tangibile della nostra unione con Dio CEC 116 1 Dio ci accorda le sue benedizioni affinché possiamo estenderle ad altri. Fino a quando accetteremo di essere dei canali che Dio utilizza per manifestare il suo amore Egli veglierà su di noi. Quando chiedete a Dio il vostro pane quotidiano, Egli vede la vostra disponibilità interiore a condividerlo con altri, più bisognosi di voi. Quando pregate: "Dio sii placato nei miei confronti perché sono un peccatore" Egli nota se siete sensibili alle necessità di coloro che ci circondano. Questa è la prova della nostra unione con Dio: essere misericordiosi come è misericordioso il nostro Padre celeste. In quanto suoi figli non dobbiamo forse compiere, con un cuore colmo di gioia, quello che ci chiede di fare, qualunque inconveniente o contrarietà questo possa presentare? (...) CEC 116 2 Compiendo le stesse opere di Cristo, provvedendo ai bisogni dei malati e degli afflitti come lui stesso ha fatto, svilupperemo un carattere cristiano. È per il nostro bene che Dio ci ha chiamato alla rinuncia in favore dell'opera di Dio, per portare la nostra croce, per lavorare e sacrificarci cercando di salvare ciò che è perduto. Questo è il metodo utilizzato dal Signore per affinare il nostro carattere, per eliminarne gli aspetti negativi e acquisire quelle preziose doti che caratterizzavano la personalità di Gesù. L'anima deve essere purificata da tutte le scorie, tramite la santificazione della verità. (...) CEC 116 3 Con la grazia di Cristo i nostri sforzi per svolgere un'azione positiva nei confronti degli altri non rappresenteranno soltanto il segno della nostra crescita nella santificazione, ma accresceranno la nostra felicità futura ed eterna. Tutti coloro che hanno collaborato con Cristo si sentiranno dire: "Bene, sei un servo bravo e fedele! Sei stato fedele in cose da poco, ti affiderò cose più importanti. Vieni a partecipare alla gioia del tuo signore!" Matteo 25:21 (Tilc). -- The Review and Herald, 27 giugno 1893. Non tollerare l'ozio CEC 116 4 L'abitudine di assecondare uomini e donne a rimanere nell'ozio, offrendo loro dei doni o del denaro della chiesa, li incoraggia a continuare a vivere secondo le loro abitudini sbagliate. Questo stile di vita dovrebbe essere condannato. Ogni uomo, donna o ragazzo dovrebbero essere incoraggiati a scegliere un'occupazione utile. Tutti dovrebbero imparare un mestiere. Sia che si tratti della fabbricazione di tende o di qualsiasi altra occupazione, tutti devono essere educati a impiegare le loro forze per uno scopo preciso. Dio è disposto a sviluppare le capacità di tutti coloro che sono pronti ad impegnarsi. "Siate impegnati non pigri; pronti a servire il Signore". Romani 12:11 (Tilc). Dio benedirà tutti coloro che metteranno in pratica queste cose. -- The Review and Herald, 13 marzo 1900. Storno dei fondi destinati alle missioni CEC 117 1 In molti casi i fondi destinati alle missioni vengono impiegati per altri scopi con la scusa di fare della beneficenza. Possiamo commettere l'errore di offrire ai poveri dei doni che non saranno per loro una benedizione, conducendoli a pensare che non hanno bisogno di impegnarsi o di risparmiare, perché altri si preoccuperanno di loro. Non dobbiamo tollerare l'indolenza o incoraggiare delle abitudini che favoriscano la pigrizia. Se è giusto che i veri poveri non vadano trascurati, dovrebbe essere insegnato loro, per quanto possibile, a sopperire da soli alle loro necessità. CEC 117 2 Lo scopo della nostra opera è la salvezza degli uomini. È per questo che Cristo ha compiuto il suo grande sacrificio ed è in questo senso che si deve orientare la beneficenza che noi pratichiamo. -- Historical Sketches of the Foreign Missions of the Seventh-day Adventists, 293. Rinuncia e sacrificio CEC 117 3 I figli di Dio, quando hanno bisogno e sono in difficoltà si rivolgono a lui. Molte persone muoiono non disponendo del minimo per vivere. Le loro richieste sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. Egli considererà responsabili coloro che hanno trascurato i bisognosi. Cosa diranno questi ricchi egoisti quando il Signore chiederà: "Cosa avete fatto del denaro che vi avevo affidato?" "...E questi se ne andranno a punizione eterna". Matteo 25:46. Il Signore dirà loro: "Andate via da me maledetti... Perché io ho avuto fame e voi non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e non mi avete dato dei vestiti; ero malato e in prigione e voi non siete venuti da me". Matteo 25:41-43 (Tilc). CEC 117 4 Ovunque percepiamo il grido di sofferenza dell'umanità. Il peccato stende la sua ombra su di noi. Prepariamoci a collaborare con il Signore. I piaceri e il potere tipici di questa società non eserciteranno più lo stesso fascino. Nessuno può portare in cielo i suoi tesori terrestri, mentre una vita consacrata a compiere la volontà di Dio avrà un valore eterno. Tutti coloro che contribuiranno allo sviluppo della sua opera si ritroveranno nel suo regno. -- The Review and Herald, 31 gennaio 1907. ------------------------Capitolo 34: Elogio della generosità CEC 121 1 Nel corso del suo ministero l'apostolo Paolo non smise mai di sensibilizzare il cuore dei suoi uditori affinché sostenessero generosamente l'opera di Dio. Egli scriveva agli anziani di Efeso: "Vi ho sempre mostrato che è necessario lavorare per soccorrere i deboli, ricordandoci di quello che disse il Signore Gesù: C'è più gioia nel dare che nel ricevere". Atti 20:35 (Tilc). E ai Corinzi scriveva: "Tenete presente che chi semina poco raccoglierà poco; chi invece semina molto raccoglierà molto. Ciascuno dia quindi il suo contributo come ha deciso in cuor suo, ma non di malavoglia o per obbligo, perché a Dio piace chi dona con gioia". 2 Corinzi 9:6, 7 (Tilc). La maggior parte dei cristiani di Macedonia erano poveri, ma il loro cuore traboccava di amore per Dio e per la verità e quindi donavano con gioia per sostenere la sua opera. CEC 121 2 Quando i Gentili facevano delle collette per aiutare i giudei diventati cristiani, la generosità dei macedoni era citata come esempio per le altre chiese. Quando scrisse ai Corinzi, l'apostolo Paolo attirò la loro attenzione su ciò che "la grazia di Dio ha compiuto nelle chiese che sono in Macedonia. Quei credenti sono stati duramente provati dalle sofferenze, tuttavia hanno conservato una grande serenità, e malgrado la loro estrema povertà, sono stati veramente generosi. Vi assicuro che hanno fatto anche di più. Con grande insistenza mi hanno chiesto il privilegio di partecipare anch'essi all'invio di aiuti per i credenti di Gerusalemme". 2 Corinzi 8:1-4 (Tilc). CEC 121 3 Questo spirito di sacrificio che caratterizzava i macedoni era il risultato di una consacrazione totale. Mossi dallo Spirito di Dio "hanno offerto se stessi al Signore" (2 Corinzi 8:5, Tilc) e in seguito sono stati molto generosi nel sostenere l'opera del Maestro. Non occorreva esercitare delle pressioni nei loro confronti, perché erano felici di privarsi anche del necessario per sopperire ai bisogni degli altri. Quando l'apostolo volle frenare la loro generosità, lo supplicarono di accettare le loro offerte. In semplicità e onestà, animati da un profondo amore per i loro fratelli, rinunciavano alle loro esigenze per impegnarsi in favore degli altri. CEC 121 4 Quando Paolo inviò Tito a Corinto per rafforzare la fede dei cristiani, gli raccomandò di incoraggiare la loro generosità. Nella sua epistola ai Corinzi l'apostolo aggiunse il suo appello personale: "Voi avete di tutto e in abbondanza: la fede, il dono della parola, la conoscenza, un grande entusiasmo, e fra voi c'è quell'amore che vi ho insegnato di avere. Fate in modo di essere ricchi anche in questo impegno generoso. ... fate ora in modo di portarlo a termine. Come siete stati pronti nel prendere l'iniziativa, siatelo anche nel realizzarla con i mezzi che avete a disposizione. Perché il risultato è gradito a Dio, se chi dona ci mette buona volontà. E Dio tiene conto di quel che uno possiede, non certo di quel che non ha. (...) E Dio può darvi ogni bene abbondantemente, in modo che abbiate sempre il necessario e siate in grado di provvedere a ogni opera buona. (...) Dio vi dà tutto con abbondanza perché siate generosi. Così molti ringrazieranno Dio per i vostri doni da me trasmessi". 2 Corinzi 8:7, 11, 12; 9:8, 11 (Tilc). CEC 122 1 Le offerte disinteressate entusiasmavano la giovane chiesa di Corinto, poiché i nuovi convertiti sapevano di contribuire così alla proclamazione del Vangelo nei paesi che ancora non conoscevano il messaggio divino. La loro generosità provava che essi non avevano ricevuto la grazia di Dio inutilmente. Quale poteva essere la motivazione della loro generosità se non la santificazione dello Spirito? Per i credenti e i non credenti questa generosità sembrava essere un miracolo della grazia. -- The Acts of the Apostles, 342-344. La generosità ricompensata CEC 122 2 "Elia partì per Sarepta. Giunto alle porte della città, vide una vedova che raccoglieva legna e le disse: "Ti prego portami una brocca con un po' d'acqua da bere". Mentre la donna andava a prendergli l'acqua, Elia gridò: "Portami anche un pezzo di pane!"" 1 Re 17:10, 11 (Tilc). CEC 122 3 In quella misera casa, la carestia si faceva sentire e il cibo che da tempo scarseggiava stava per finire. L'arrivo di Elia, il giorno stesso in cui la donna si chiedeva con ansietà se non fosse giunto il momento di abbandonare la lotta, rappresentò una grande prova per la sua fede che aveva sempre contato sulla potenza di Dio per soddisfare le sue necessità. Ma anche nella miseria più nera, manifestò la sua fede aderendo alla richiesta dello straniero per condividere con lui il suo ultimo pezzo di pane. CEC 122 4 Alla richiesta di Elia di avere del cibo e dell'acqua, la vedova rispose: "Come è vero che il Signore, il tuo Dio, vive, ti assicuro che non ho più pane! Ho soltanto un pugno di farina e un po' d'olio in una brocca. Adesso raccolgo due pezzi di legna e vado a cuocere una focaccia per me e mio figlio; mangeremo e poi non ci resterà che morire! Elia le disse: "Non preoccuparti! Fa' pure come hai detto, ma prima cuoci una focaccia per me e portamela. Dopo ne farai una anche per te e tuo figlio. Infatti il Signore il Dio d'Israele ha detto: "Il vaso della farina non si svuoterà, nella brocca non mancherà olio fino al giorno in cui io manderò di nuovo la pioggia sulla terra". 1 Re 17:12, 13 (Tilc). CEC 123 1 Nessuna fede poteva essere messa alla prova in questo modo. Fino a quel momento la vedova aveva trattato gli stranieri con bontà e generosità; ora, senza preoccuparsi della sofferenza che quel gesto avrebbe procurato a lei e a suo figlio, si affidò al Dio d'Israele, che avrebbe soddisfatto le sue necessità, ed esercitò generosamente l'ospitalità andando "a fare quel che Elia le aveva ordinato". 1 Re 17:15 (Tilc). CEC 123 2 La vedova di Sarepta condivise il suo pezzo di pane con Elia; in cambio la sua vita e quella di suo figlio furono risparmiate. Il Signore ha promesso ricche benedizioni a tutti coloro che, nel momento della prova e dell'afflizione, offrono la loro simpatia e il loro sostegno a chi si trova in difficoltà. Egli non è cambiato; oggi la sua potenza non è diminuita. -- Prophets and Kings, 129-132. I due spiccioli della vedova CEC 123 3 Gesù si trovava nel cortile, là dove c'erano le casse destinate alla raccolta delle offerte, e osservava coloro che le portavano. Molti ricchi presentavano con ostentazione grosse somme di denaro e Gesù li guardava con tristezza senza commentare in nessun modo la loro generosità. Improvvisamente il suo viso si illuminò vedendo avvicinarsi una povera vedova, esitante come se temesse di essere osservata. Mentre i ricchi e gli ambiziosi camminavano imponendosi all'attenzione di tutti ella cercava di tenersi in disparte con umiltà. Desiderava comunque contribuire con qualcosa, per poco che fosse, all'opera di Dio. Guardò ciò che aveva in mano: ben poco, rispetto ai ricchi doni degli altri, ma era tutto ciò che possedeva. Allora rapidamente si avvicinò alla cassa, vi gettò i suoi due spiccioli e si allontanò con aria furtiva. Ma i suoi occhi si incrociarono con quelli di Gesù che la stava osservando con attenzione. CEC 123 4 Il Salvatore chiamò i suoi discepoli e fece loro notare la povertà di quella vedova. Ella sentì le sue parole di lode: "Io vi assicuro che questa vedova, povera com'è, ha dato un'offerta più grande di quella di tutti gli altri!" Marco 12:43 (Tilc). I suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia quando si rese conto che il suo gesto era stato compreso e apprezzato. CEC 123 5 Altri l'avrebbero consigliata di tenere per lei la modica offerta; nelle mani di sacerdoti ben nutriti, questa piccola somma si sarebbe persa fra tante offerte consistenti. Gesù invece aveva individuato la sua motivazione. Ella credeva che il servizio del tempio fosse stato stabilito da Dio stesso e voleva fare tutto ciò che poteva per collaborare. Fece il possibile e il suo gesto è diventato come un monumento alla sua memoria, attraverso i secoli, e rappresenterà la sua gioia per l'eternità. Ella diede il suo cuore, insieme alla sua offerta, che non venne valutata in termini economici ma in funzione dell'amore che la donna provava per Dio e dell'interesse per la sua opera. CEC 124 1 Gesù disse, parlando di questa vedova povera, che ella aveva dato più di tutti coloro che avevano messo le loro offerte nella cassa. Molti ricchi avevano donato il superfluo solo per essere osservati e onorati dagli uomini. I loro doni, per quanto consistenti fossero, non li privavano di nessuna comodità, né di nessun lusso; essi non rappresentavano il prezzo dei loro sacrifici e quindi non avevano un valore paragonabile a quello degli spiccioli della vedova. La motivazione è piu importante dell'entità del dono CEC 124 2 Sono le motivazioni che danno ai nostri atti il loro vero valore, contrassegnandoli con il marchio dell'ignominia o conferendo loro la massima dignità morale. Le grandi cose che tutti vedono e che tutti celebrano non sono le più preziose agli occhi di Dio. I piccoli doveri compiuti con gioia, i piccoli doni offerti senza vanità, anche se insignificanti agli occhi degli uomini hanno spesso un grande valore per il Signore. Egli preferisce un cuore pieno di fede e d'amore rispetto al dono più prezioso. Il piccolo contributo della vedova rappresentava tutto ciò che aveva per vivere. Ella aveva rinunciato al cibo per offrire con fede i suoi spiccioli, sicura che il Padre celeste non l'avrebbe abbandonata nel bisogno. È questo spirito disinteressato e questa fede spontanea che le hanno consentito di ricevere l'elogio del Salvatore. CEC 124 3 Ci sono molti poveri che desiderano manifestare a Dio la loro gratitudine per la sua grazia e la sua verità e contribuire al sostentamento di quei fratelli che sono in difficoltà. Non si dovrebbe scoraggiare tali persone, accettando che mettano i loro spiccioli nella banca del cielo. Queste somme, se vengono donate con il cuore pieno dell'amore divino diventano, anche se modiche, doni consacrati, offerte di grande valore che provocano la gioia e la benedizione di Dio. -- The Desire of Ages, 614-616. L'offerta gradita di maria CEC 125 1 È la disponibilità del cuore che rende gradita un'offerta. Quando la Maestà del cielo s'incarnò diventando il figlio di Maria, ella non aveva molto per ricambiare questo dono prezioso. Ella portò al tempio una coppia di tortore, l'offerta prevista per i poveri, ma che costituiva un sacrificio valido per il Signore. Ella non poteva offrire tesori preziosi come quelli che i magi venuti dall'Oriente portarono a Betlemme deponendoli davanti al Figlio di Dio; la madre di Gesù non fu comunque rifiutata per la sua umile offerta. Dio aveva considerato la disponibilità del suo cuore e l'amore manifestato aumentava il valore della sua offerta. Dio accetta ciò che gli offriamo, anche se di modesta entità, perché è tutto ciò che abbiamo e glielo offriamo con amore. -- The Review and Herald, 9 dicembre 1890. ------------------------Capitolo 35: Ciò che conta agli occhi di Dio CEC 125 2 Fra coloro che si professano figli di Dio ci sono uomini e donne che amano l'ambiente e le cose che li circondano e sono sviati dal loro influsso. Respingono tutto ciò che è di natura divina. La loro spiritualità è morta; sono diventati agenti di Satana e alimentano l'ingiustizia. CEC 125 3 A questa categoria di persone si contrappongono gli uomini poveri ma onesti e laboriosi, pronti ad aiutare coloro che sono in difficoltà e che preferiscono sopportare l'ingiustizia piuttosto che manifestare l'avarizia e l'avidità del ricco. Essi pensano che una coscienza pura e dei buoni principi valgano più dell'oro. Sono disposti a fare tutto il bene possibile. Se qualche attività di beneficenza richiede il loro denaro e la loro collaborazione sono i primi ad accettare e spesso donano al di là delle loro possibilità rinunciando anche a cose utili per realizzare l'attività intrapresa. CEC 125 4 Questi uomini dispongono forse di pochi mezzi, pensano di non avere molte capacità o saggezza, non esercitano forse un forte influsso, ma agli occhi di Dio hanno molto valore. Forse non vengono neanche considerati molto intelligenti, ma manifestano una saggezza superiore a quella di coloro che hanno uno spirito calcolatore e avido, quasi come la saggezza divina è superiore a quella umana; essi accumulano in cielo un tesoro incorruttibile che durerà per l'eternità. -- The Review and Herald, 19 dicembre 1899. Come un profumo di odore soave CEC 126 1 L'esperienza dimostra che la generosità viene espressa più frequentemente da coloro che dispongono di mezzi limitati piuttosto che dai ricchi. Molti di coloro che desiderano possedere dei capitali non sanno che avendoli correrebbero il rischio di perderli. Quando i talenti della ricchezza vengono affidati a persone avide di denaro, molto spesso accumulano o sprecano i beni del Signore fino a quando il Maestro dice a qualcuno: "Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi più essere mio fattore". Luca 16:2. Essi usano disonestamente ciò che appartiene ad altri come se fosse loro proprietà. Dio non è disposto ad affidare loro le ricchezze eterne. (...) CEC 126 2 L'offerta dell'uomo povero, fatta con spirito di sacrificio e destinata alla proclamazione del messaggio della verità, è gradita a Dio. Rinunciando in favore degli altri si rafforza la propria sensibilità e ci si sente intimamente uniti al Redentore del mondo, che era ricco, ma si è fatto povero per noi, affinché fossimo arricchiti tramite la sua povertà. CEC 126 3 Anche la più piccola somma, frutto della rinuncia e donata con gioia, ha più valore agli occhi di Dio delle offerte di coloro che possono versare migliaia di lire senza affrontare nessuna privazione. La povera vedova che ha messo i due spiccioli nel tesoro del Signore ha dimostrato amore, fede e misericordia. (...) La benedizione di Dio, frutto di questa offerta sincera, permetterà di realizzare grandi risultati. CEC 126 4 Gli spiccioli della vedova sono come un ruscello che scorre nel tempo, allargandosi e approfondendosi durante il suo corso e contribuendo in modi diversi alla proclamazione della verità e al soccorso dei bisognosi. L'influsso di questo dono modesto ha interessato migliaia di cuori in tutte le epoche e in tutti i paesi. Ne sono scaturiti tantissimi doni che sono affluiti nelle casse del Signore provenienti da famiglie povere ma generose. Inoltre il suo esempio ha reso sensibili migliaia di persone egoiste e incredule, amanti degli agi, ma che comunque con i loro doni hanno contribuito ad aumentare il valore della sua offerta. -- The Signs of the Times, 15 novembre 1910. I donatori saranno ricompensati anche se le loro offerte verranno utilizzate male CEC 126 5 Alcune famiglie povere che hanno sperimentato e apprezzato l'influsso santificante della verità e che in questo modo hanno dimostrato la loro riconoscenza nei confronti di Dio, hanno pensato di dover e poter privarsi del necessario per presentare le loro offerte al Signore. Alcuni sono arrivati al punto di rinunciare ad abiti di cui avevano veramente bisogno. Altri hanno venduto l'unica mucca che possedevano per offrirne a Dio il ricavato. Con profonda sincerità e versando lacrime di gratitudine, perché potevano compiere questo gesto in favore della causa di Dio, si sono inchinati davanti al Signore con la loro offerta, invocando la benedizione divina e con il desiderio che essa venisse impiegata per trasmettere la conoscenza della verità agli uomini immersi nelle tenebre dell'errore. CEC 127 1 I fondi consacrati con questo spirito non sono sempre stati utilizzati per i fini previsti dai generosi donatori. Uomini avidi ed egoisti, privi di spirito di sacrificio e di rinuncia, si sono dimostrati infedeli nella gestione di questo denaro, derubando il tesoro di Dio. La loro cattiva amministrazione ha provocato la dispersione e lo spreco di quel denaro che era stato consacrato a Dio con preghiere e lacrime. (...) CEC 127 2 Comunque anche se questi fondi sono stati utilizzati male e non hanno contribuito a realizzare lo scopo previsto dai donatori, cioè la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, coloro che li hanno offerti sinceramente, non perderanno la loro ricompensa. -- Testimonies for the Church 2:518, 519. Il loro peso sulle bilance celesti CEC 127 3 Sulle bilance celesti le offerte dei poveri non vengono valutate in base all'entità del dono, ma secondo l'amore che ha spinto a compiere quel gesto. Le promesse di Gesù si adempiranno per il povero che ha donato soltanto una piccola somma, ma con gioia, e anche per il ricco che ha offerto il superfluo. Il povero ha fatto un vero sacrificio mentre il ricco ha dato senza risentire della privazione. Ecco perché l'offerta del povero ha un carattere sacro che quella del ricco non ha. Dio ha predisposto un piano di offerte sistematiche per il bene dell'uomo e questo piano è sempre valido. Se i figli di Dio lo seguiranno diventeranno efficienti collaboratori nella sua opera. -- Testimonies for the Church 3:398, 399. ------------------------Capitolo 36: Trasmettere ad altri le benedizioni ricevute CEC 131 1 Fino a quando vivremo su questa terra e lo Spirito di Dio agirà in favore dell'umanità riceveremo le benedizioni divine e condivideremo con altri i suoi doni. Dobbiamo diffondere in tutto il mondo il messaggio della verità presentato nelle Sacre Scritture e riceveremo da altri ciò che Dio ha ispirato loro di offrire in favore della sua opera. Il Signore agisce sui cuori dei re e dei capi di Stato in favore del suo popolo e facendo in modo che coloro che sono profondamente interessati alla questione della libertà religiosa continuino a collaborare e non rifiutino di accordare quegli aiuti che il Signore aveva sollecitato per lo sviluppo della sua opera. CEC 131 2 La Parola di Dio presenta degli esempi: Ciro, re di Persia, emanò un decreto che fra l'altro affermava: "Così dice Ciro re di Persia: L'Eterno, l'Iddio dei cieli, m'ha dato tutti i regni della terra, ed Egli mi ha comandato di edificargli una casa a Gerusalemme ch'è in Giuda. Chiunque tra voi è del suo popolo, sia il suo Dio con lui, e salga a Gerusalemme, ch'è in Giuda, ed edifichi la casa dell'Eterno, dell'Iddio d'Israele, dell'Iddio che è a Gerusalemme". Esdra 1:2-3. Un secondo editto fu emanato da Dario per la ricostruzione della casa del Signore, citato nel capitolo 6 di Esdra. CEC 131 3 Il Dio di Israele ha affidato i suoi beni ai non credenti perché li utilizzino per la salvezza degli uomini. Gli intermediari che devono trasmettere questi doni, possono promuovere delle iniziative che permettano la diffusione della verità. Essi possono anche non condividere gli obiettivi dell'opera di Dio, non avere fede in Cristo, né accettare il suo messaggio, ma tutto ciò non significa che i loro doni debbano essere rifiutati. -- Testimonies to Ministers, 202, 203. L'esempio di Nehemia CEC 131 4 Nehemia non si lasciò guidare dal caso. Chiese i mezzi che gli occorrevano a coloro che erano in grado di darglieli. Il Signore è sempre disposto a sensibilizzare i cuori di coloro che sono in possesso dei suoi beni perché agiscano in favore della sua opera. I suoi collaboratori devono avvalersi dell'aiuto offerto da uomini la cui generosità è stata sollecitata da Dio. Questi doni possono aprire delle possibilità grazie alle quali il messaggio della verità potrà essere proclamato in quelle zone in cui non era mai stato presentato. Coloro che offrono dei capitali possono non avere fede in Cristo, possono ignorare la sua Parola, ma i loro doni non devono essere rifiutati per questo motivo. -- Prophets and Kings, 634. CEC 132 1 Oggi è necessario che l'opera di Dio si sviluppi rapidamente. Se la chiesa risponderà ai suoi appelli, Dio disporrà l'animo di alcuni ricchi a donare con generosità per il progresso della sua opera. "Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono". Ebrei 11:1. Se i suoi figli hanno fiducia nella sua Parola, il Signore fornirà i mezzi necessari per permettere loro di lavorare nelle grandi città che non hanno ancora ascoltato il suo messaggio. -- Testimonies for the Church 9:272, 273. Ricevere dei doni dall'esterno CEC 132 2 Vi chiederete se sia legittimo ricevere dei doni da appartenenti ad altre comunità religiose o da non credenti. La domanda non è illegittima, ma io vi chiedo: Chi è il padrone di questa terra? A chi appartengono veramente le nostre case e le nostre terre? Non appartengono forse a Dio? Egli possiede tanti beni e li ha affidati agli uomini affinché procurino del cibo agli affamati, abiti agli ignudi, case ai senzatetto. Il Signore sensibilizzerà il cuore di tutti coloro, anche non credenti, con cui entreremo in contatto, offrendo loro l'opportunità e il privilegio di realizzare certe iniziative, affinché donino una parte delle loro ricchezze per sostenere l'opera di Dio. Se persone qualificate stabilissero dei rapporti con coloro che possiedono potere e ricchezze ed esponessero in modo chiaro le necessità dell'opera di Dio, essi sarebbero disposti a donare generosamente per questi obiettivi. Essendoci isolati abbiamo perso le possibilità e i vantaggi di cui avremmo potuto profittare. Non è necessario sacrificare nessun principio della verità cercando di approfittate di tutte le occasioni che si presentano per sviluppare l'opera di Dio. -- Testimonies to Ministers, 197, 198. ------------------------Capitolo 37: Dio crea le opportunità CEC 132 3 Se le necessità dell'opera del Signore fossero esposte con chiarezza agli uomini che possiedono capitali e hanno posizioni di responsabilità, essi potrebbero contribuire alla diffusione del messaggio evangelico. I figli di Dio hanno perso tante occasioni di cui avrebbero potuto approfittare se non avessero scelto di estraniarsi completamente dalla società. CEC 133 1 Il piano di Dio prevede che entriamo quotidianamente in contatto con i non credenti. Il Signore predispone il terreno davanti a noi per permettere che la sua opera progredisca rapidamente. In quanto suoi collaboratori abbiamo un compito sacro da adempiere. Dobbiamo tentare di avvicinare coloro che occupano delle posizioni di responsabilità, avendo come obiettivo la loro salvezza, e dobbiamo rivolgere loro l'invito di partecipare al "banchetto delle nozze". CEC 133 2 Anche se attualmente la terra è gestita quasi completamente da non credenti, tutte le ricchezze appartengono a Dio. "All'Eterno appartiene la terra e tutto ciò che è in essa..." Salmi 24:1. (...) I cristiani comprendano sempre meglio che hanno sia il privilegio sia il dovere, pur conformandosi ai principi della giustizia, di trarre profitto da ogni occasione fornita dal cielo per far progredire il regno di Dio in questo mondo! -- Stewardship Series 1:14, 15. Dio ispira la generosità CEC 133 3 I medici missionari che lavorano nell'evangelizzazione svolgono un'opera altrettanto importante di quella dei loro colleghi pastori. La loro attività non deve essere svolta soltanto in funzione dei poveri. Le classi elevate sono state stranamente trascurate. Ci sarebbero molte persone che risponderebbero all'appello del nostro messaggio perché esso è coerente e in sintonia con il Vangelo. Molti uomini capaci, inseriti nell'opera di Dio, metterebbero le loro potenzialità a disposizione del Signore. CEC 133 4 Dio chiede che coloro che occupano posizioni di responsabilità e che hanno preziosi talenti, utilizzino la loro intelligenza e i loro beni al suo servizio. I nostri pastori dovrebbero illustrare a questi uomini i nostri obiettivi e spiegare loro ciò di cui avremmo bisogno per soccorrere i poveri e i bisognosi e per gestire quest'opera con diligenza. Alcuni potrebbero essere ispirati dallo Spirito Santo a investire i beni ricevuti dal Signore per lo sviluppo della sua opera. Essi possono diventare suoi collaboratori aiutandoci a creare dei centri di evangelizzazione nelle maggiori città. -- Testimonies for the Church 7:112. Rivolgersi ai ricchi CEC 134 1 Gli uomini devono ricevere il messaggio d'avvertimento, ma noi esitiamo a rivolgerci ai ricchi, membri o meno della nostra chiesa, per chiedere loro di collaborare in quest'opera. Desideriamo avere fra noi dei veri cristiani, pronti a dimostrare la loro generosità per instaurare il regno di Dio su questa terra. Dobbiamo rivolgerci a persone influenti e buone che ci sostengano nella nostra opera di proclamazione del messaggio divino. Dobbiamo invitarli a sostenere il nostro impegno in favore della salvezza degli uomini. -- The origin and development of the Thanksgiving Plan, 5 (28 febbraio 1900). Dio crea le opportunità CEC 134 2 Viviamo in tempi di crisi ed è difficile trovare vie di finanziamento; Dio creerà delle opportunità per attingere da fonti estranee alla nostra chiesa. Non vedo perché alcune persone potrebbero avere delle motivazioni per rifiutare i contributi di coloro che non hanno le nostre stesse convinzioni. Con questa presa di posizione esprimono delle posizioni estremiste che non sono autorizzati ad assumere. Il mondo appartiene a Dio e se Egli ispira coloro che possiedono dei beni ad offrirli per proclamare il messaggio in paesi lontani, anche se prima ci erano ostili, chi potrebbe avere il diritto di precludere loro questa possibilità a causa della propria grettezza mentale? Questi scrupoli non sono ragionevoli. Lo Spirito Santo non suggerisce agli uomini simili atteggiamenti. -- Testimonies to Ministers, 210. Un metodo per suscitare conversioni CEC 134 3 Perché non sollecitare anche la collaborazione dei non credenti? Mi è stato rivelato che ci sono uomini e donne disponibili che si mostreranno sensibili ai bisogni dell'umanità sofferente. (...) CEC 134 4 Ci sono persone che saranno disposte ad investire capitali per sostenere scuole ed istituzioni mediche. Questa possibilità mi è stata presentata con estrema chiarezza. Dobbiamo avere successo. Le ricchezze appartengono al Signore e se sappiamo entrare in contatto con i ricchi Dio renderà sensibili i loro cuori e li spingerà ad essere generosi. I beni del Signore sono nelle loro mani e alcuni risponderanno favorevolmente alle nostre richieste di aiuto. CEC 135 1 Occupatevi di questo problema e fate il possibile per ottenere una collaborazione. Non dobbiamo pensare che sia sbagliato sollecitare contributi da parte di non credenti, al contrario è corretto farlo. CEC 135 2 Questa possibilità mi è stata presentata come un metodo per entrare in contatto con i ricchi. Molti avranno così l'opportunità di interessarsi, ascoltare e accettare la verità. -- Stewardship Series 1:15, 16. ------------------------Capitolo 38: La raccolta annuale di fondi CEC 135 3 Nella realizzazione di un progetto, qualunque esso sia, il cui scopo è quello di far conoscere ad altri le verità e le meravigliose benedizioni divine, dobbiamo innanzi tutto consacrare completamente noi stessi a colui che vogliamo glorificare. Preghiamo con ardore in favore di coloro a cui pensiamo di fare una visita e tramite la potenza di una fede vivente presentiamoli a Dio. CEC 135 4 Il Signore conosce i pensieri e i progetti dell'uomo e sa come agire sul nostro cuore. Il suo Spirito, simile al fuoco, può conquistare un cuore insensibile. Egli può colmare il nostro animo di amore e tenerezza e tramite il suo Spirito può qualificarci per lavorare attivamente in vista del bene degli uomini. Oggi la potenza della grazia deve essere presente nella Chiesa e ciò si concretizza quando i membri seguono le istruzioni che Gesù aveva dato ai suoi discepoli. Quando impariamo a presentare il messaggio di Cristo nostro Salvatore sotto la luce migliore, vedremo realizzarsi l'opera di salvezza di Dio. CEC 135 5 A tutti coloro che si preparano a compiere uno speciale lavoro missionario tramite le pubblicazioni della campagna di raccolta annuale di fondi vorrei dire: "Siate diligenti nel vostro impegno, lasciatevi guidare dallo Spirito Santo. Arricchite ogni giorno la vostra esperienza cristiana. Permettete che coloro che hanno le capacità si impegnino a testimoniare nei confronti dei non credenti di ogni ceto. Cercate con entusiasmo coloro che aspettano la salvezza. Pensate al grande desiderio del Cristo di ricondurre all'ovile le pecore smarrite. Dovete ritrovare coloro che si sono allontanati da Dio come se fosse una vostra responsabilità. Sia nella vostra chiesa sia nel vostro vicinato, cercate di esercitare un influsso positivo affinché nessuno, nel giorno del giudizio, possa dire: "Perché non mi avete mai parlato di questa verità? Perché non vi siete preoccupato della mia salvezza?" Dobbiamo inoltre essere diligenti nella diffusione degli stampati che sono stati preparati con cura per coloro che non professano la nostra fede. Non lasciamoci sfuggire le occasioni che possono attirare l'attenzione dei non credenti. Distribuiamo i nostri stampati ovunque siano disposti a riceverli. Consacriamoci alla proclamazione del messaggio: "...Preparate nel deserto la via dell'Eterno". Isaia 40:3. Gli agenti divini e umani devono unirsi per realizzare un grande progetto. Dobbiamo sentire fin d'ora la responsabilità di questo progetto. "E lo Spirito e la sposa dicono: Vieni. E chi ode dica: Vieni. E chi ha sete venga: chi vuole prenda in dono dell'acqua della vita". Apocalisse 22:17. -- Manoscritto 2, 1914. I risultati di questo duplice sforzo CEC 136 1 Coloro che sono responsabili dell'opera di Dio devono impegnarsi a rinnovare i vecchi metodi, a immaginarne di nuovi, realizzando programmi che risveglino l'interesse dei membri di chiesa per unire i loro sforzi nel raggiungere coloro che attendono il messaggio di salvezza. CEC 136 2 Uno di questi nuovi programmi è la campagna annuale di raccolta fondi in favore delle missioni. In molte zone, in questi ultimi anni, questo programma ha ottenuto molto successo ed è stato per molti fonte di benedizione aumentando anche i fondi che sostengono le missioni. Avendo annunciato il messaggio del terzo angelo ai non credenti, le persone che non condividono la nostra fede sono rimaste interessate e colpite e alcuni hanno cercato di approfondire quelle verità che hanno la potenza di trasformare il cuore e la vita. Abbiamo così raggiunto uomini e donne di tutti i ceti e il nome di Dio è stato glorificato. CEC 136 3 Negli scorsi anni ho parlato di questo piano che consisteva nel presentare la nostra opera missionaria e i suoi progressi ai nostri amici e vicini, facendo riferimento all'esempio di Nehemia. Ora insisto presso fratelli e sorelle perché studino nuovamente l'esperienza di quest'uomo di fede e di preghiera, che sa ben valutare le opportunità e non teme di chiedere al suo amico il re Artaserse di sostenere l'opera di Dio perché possa progredire. Dobbiamo tutti comprendere che presentando le necessità della nostra opera i credenti possono testimoniare la loro fede agli altri soltanto se, come Nehemia, si avvicinano a Dio e vivono in stretta comunione con lui. Dobbiamo conoscere profondamente la verità se vogliamo aiutare altri a conoscerla. Dobbiamo fin d'ora sondare le Scritture con impegno, affinché possiamo presentare il Cristo ai non credenti con cui entriamo in contatto, come l'unto, crocifisso e risuscitato, annunciato dai profeti ai quali i cristiani rendono testimonianza e in nome del quale riceviamo il perdono dei nostri peccati. -- Manoscritto 2, 1914. ------------------------Capitolo 39: Lo scopo autentico del servizio CEC 139 1 All'epoca di Cristo i Farisei cercavano di meritarsi le benedizioni celesti, per assicurarsi gli onori e la prosperità, che consideravano come la ricompensa delle loro virtù. Evidenziavano le loro opere buone anche per attirare l'attenzione degli altri e acquisire una buona reputazione. Gesù non gradiva la loro ostentazione e dichiarava che Dio non prendeva in considerazione atteggiamenti simili e che l'adulazione e l'ammirazione della gente, che essi ricercavano con tanto ardore, era l'unica ricompensa che avrebbero ottenuto. CEC 139 2 "...quando aiuti qualcuno, non farlo sapere a nessuno, neanche ai tuoi amici. La tua elemosina rimarrà segreta; ma Dio, tuo Padre, vede anche ciò che è nascosto, e ti ricompenserà". Matteo 6:3 (Tilc). CEC 139 3 Queste parole di Gesù non significavano che tutti gli atti di carità devono essere tenuti segreti. L'apostolo Paolo, scrivendo ispirato dallo Spirito Santo, non nasconde il generoso sacrificio dei cristiani di Macedonia. Racconta gli effetti della presenza della grazia del Salvatore nella loro vita affinché altri rimangano colpiti dallo stesso influsso. Scrivendo alla chiesa di Corinto disse: "...e il vostro zelo ne ha stimolati moltissimi". 2 Corinzi 9:2. CEC 139 4 Le parole del Salvatore invitano chiaramente a non esercitare la carità soltanto per ricevere la lode e gli onori dagli uomini. Il vero amore non desidera pubblicità. Coloro che ricercano intensamente lodi e adulazione sono cristiani soltanto di nome. CEC 139 5 Le buone opere dei discepoli di Cristo glorificano il Maestro che ha donato loro grazia e potenza per compierle e non coloro che ne sono stati soltanto gli strumenti. Ogni buona opera è compiuta grazie all'intervento dello Spirito, non per glorificare colui che lo riceve ma colui che lo dona. CEC 139 6 Quando il messaggio del Salvatore ci illumina, le labbra si schiudono per intonare canti di lode e di riconoscenza nei confronti di Dio. I nostri pensieri e le nostre conversazioni non dovranno avere come tema centrale le nostre preghiere, il compimento del nostro dovere, la nostra generosità o il nostro spirito di sacrificio. Gesù deve essere glorificato: l'egoismo deve sparire e Gesù sarà tutto in tutti. CEC 140 1 Dobbiamo donare con tutto il cuore, non per fare sfoggio di buone azioni, ma per la solidarietà e l'amore che nutriamo nei confronti di coloro che soffrono. La sincerità e la bontà sono motivazioni approvate da Dio ed Egli considera più preziosi dell'oro coloro il cui amore è sincero e il cui cuore è completamente consacrato a lui. CEC 140 2 Non dobbiamo pensare a una qualsiasi forma di remunerazione, ma unicamente al nostro dovere. -- Thoughts from the Mount of Blessing, 120, 121. La motivazione dell'offerta viene registrata CEC 140 3 Mi è stato mostrato che l'angelo scrive fedelmente ogni offerta versata e consacrata a Dio e annota anche come è stata impiegata. Dio si interessa di ogni moneta offerta per la sua opera e dell'entusiasmo o della riluttanza del donatore. Viene registrata anche la motivazione che spinge a donare. Coloro che agiscono con spirito di sacrificio e consacrano a Dio ciò che gli appartiene, così come Egli aveva richiesto, saranno ricompensati secondo le loro azioni. -- Testimonies for the Church 2:518, 519. Motivazioni più consistenti della semplice simpatia CEC 140 4 Il declino dei principi morali della nostra società sollecita l'attenzione dei cristiani e richiede uno sforzo individuale: è necessario contribuire al piano della salvezza impegnando i propri beni ed esercitando il proprio influsso per riflettere l'immagine di colui che si è fatto povero per salvarci, pur possedendo ricchezze infinite. Lo Spirito di Dio non è presente in coloro che annunciano il messaggio delle verità contenuto nella sua Parola se non mostrano il loro senso del dovere come collaboratori di Cristo. L'apostolo sottolinea che è necessario qualcosa di più di una semplice simpatia umana frutto della compassione. Egli insiste sul principio di un impegno disinteressato che miri unicamente alla gloria di Dio. -- Testimonies for the Church 3:391. L'amore, principio ispiratore dell'azione CEC 140 5 L'amore deve essere il movente dell'azione. Esso rappresenta l'essenza stessa del governo divino sulla terra e nel cielo. Deve essere anche il fondamento del carattere cristiano, perché è l'unico elemento che può renderlo stabile e capace di affrontare vittoriosamente la prova e la tentazione. CEC 140 6 L'amore si rivelerà nel sacrificio. Il piano della salvezza è stato concepito basandosi sul sacrificio, un sacrificio che non ha limiti. Il Cristo ha dato tutto per noi, ecco perché colui che lo riceve è pronto a sacrificarsi per lui. L'onore e la gloria del Redentore devono essere le sue principali preoccupazioni. CEC 140 7 Se amiamo Gesù desidereremo ringraziarlo vivendo e lavorando per lui. Il lavoro stesso ci sembrerà leggero. Per amore del nostro Salvatore sopporteremo pene, sofferenze e sacrifici. Proveremo lo stesso amore per gli esseri umani e lo stesso ardente desiderio di salvarli. CEC 141 1 Ecco la religione di Gesù Cristo. Tutto ciò che è al di sotto di questo ideale è deludente. Una semplice teoria della verità o una semplice professione di fede, non salverà nessuno. Non possiamo appartenere al Salvatore se non ci consacriamo interamente a lui. Colui che serve Dio con un cuore diviso diventa indeciso e instabile nelle sue scelte. I suoi sforzi per servire Cristo e assecondare se stesso lo rendono simile a quel terreno pietroso della parabola in cui il seme è caduto ma non è riuscito a resistere alla prova. -- Christ's Object Lessons, 49, 50. ------------------------Capitolo 40: Offerte spontanee CEC 141 2 Tutto ciò che facciamo deve essere fatto spontaneamente. Dobbiamo presentare le nostre offerte con gioia e gratitudine, dicendo: "Signore, ti restituiamo una parte di ciò che ti appartiene". Anche la collaborazione più preziosa è ben poco rispetto al dono che Dio ha fatto all'umanità. Cristo è un dono che si rinnova ogni giorno. Dio accetta volentieri i doni che i suoi amministratori offrono per lo sviluppo della sua opera nel mondo. In questo modo riconosciamo che ogni cosa appartiene a Dio nel senso più completo e assoluto. -- Manoscritto 124, 1898. CEC 141 3 Dio gradisce l'offerta di un cuore traboccante d'amore e lo utilizza per proclamare il suo messaggio. Se abbiamo consacrato tutto il nostro essere offriremo anche dei doni. A colui che ci ha amati per primo e ha dato se stesso per noi, consacreremo generosamente i nostri beni terreni più preziosi e le nostre migliori facoltà mentali e spirituali. -- The Desire of Ages, 65. Offerte di ringraziamento e per il perdono dei peccati CEC 141 4 Avvicinatevi al Signore con cuori colmi di gratitudine per le sue benedizioni passate e presenti e manifestate il vostro apprezzamento per le sue bontà presentando le vostre offerte di ringraziamento, le vostre offerte spontanee e quelle per il perdono dei peccati. -- The Review and Herald, 4 gennaio 1881. Un'offerta non spontanea è una beffa nei confronti di Dio CEC 142 1 Dio ha scelto gli uomini come suoi amministratori e collaboratori nella grande opera che permetterà di instaurare il suo regno sulla terra. Essi però, imitando il comportamento dell'amministratore infedele, possono perdere in questo modo i privilegi più preziosi che mai siano stati accordati agli esseri umani. Per migliaia di anni Dio ha operato attraverso strumenti umani ma può, se vuole, escludere gli egoisti, gli avari e gli avidi. CEC 142 2 Egli non dipende dai nostri mezzi e gli uomini non possono limitare la sua azione. Egli infatti può benissimo adempiere la sua opera indipendentemente dalla nostra partecipazione. Chi fra noi sarebbe contento che Dio lo facesse? CEC 142 3 È meglio non offrire nulla piuttosto che farlo contro voglia, perché offendiamo Dio se non lo facciamo spontaneamente. Teniamo presente che dipendiamo completamente da Dio; Egli legge i pensieri e le intenzioni del nostro cuore e del nostro spirito. -- The Review and Herald, 15 maggio 1900. A Dio piace chi dona con gioia CEC 142 4 "Ciascuno dia quindi il suo contributo come ha deciso in cuor suo, ma non di malavoglia o per obbligo, perché a Dio piace chi dona con gioia". 2 Corinzi 9:7 (Tilc). Se noi agiamo secondo lo spirito di questo consiglio, possiamo invitare Dio a controllare il bilancio dei nostri affari. Possiamo renderci conto che in fondo offriamo perché attingiamo a quanto ci ha dato il Signore. CEC 142 5 Tutte le nostre offerte dovrebbero essere presentate con gioia; esse infatti sono il frutto di quei beni che il Signore ci ha affidato per far progredire la sua opera nel mondo, affinché la verità sia proclamata ovunque. CEC 142 6 Se tutti coloro che hanno accettato il messaggio della salvezza restituissero al Signore una parte di ciò che gli appartiene, sotto forma di decime e offerte, l'opera di Dio disporrebbe dei mezzi necessari. La solidarietà nei confronti dei bisognosi non dipenderebbe più da una generosità frutto dell'impulso momentaneo, variabile in base ai mutevoli sentimenti umani. Gli appelli di Dio sarebbero considerati legittimi e la sua opera beneficerebbe regolarmente di una parte dei capitali che abbiamo in gestione. Ogni fedele amministratore desidererà accrescere la proporzione delle proprie offerte e non ridurle, anche soltanto di un centesimo. Per chi lavora? Per chi sta preparando la sua offerta? Per colui dal quale egli dipende per tutto ciò che ha. Come beneficiari della sua grazia, offriamo agli angeli l'opportunità di vergognarsi di noi e a Gesù di arrossire nel chiamarci fratelli. CEC 143 1 Manifesteremo ingratitudine offrendo con avarizia per l'opera di Dio? No. Abbandoniamo il nostro egoismo offrendo noi stessi come sacrificio vivente a Gesù Cristo. Noi apparteniamo a lui perché ci ha riscattati. Quanti hanno ricevuto la sua grazia, contemplando la croce del Calvario, non si chiederanno quanto devono dare perché si renderanno conto che anche l'offerta più consistente è fin troppo modesta, del tutto sproporzionata, al grande dono di Dio nella persona del Figlio. Mediante lo spirito di sacrificio anche la persona più povera riuscirà a trovare qualcosa da restituire a Dio. -- The Review and Herald, 14 luglio 1896. ------------------------Capitolo 41: Metodi popolari per sollecitare la generosità CEC 143 2 Le chiese oggi incoraggiano la ricerca del piacere, la gola e la dissipazione tramite banchetti, fiere, balli, ecc. allo scopo di raccogliere denaro per i fondi della comunità. Si tratta di metodi inventati dagli uomini per procurarsi denaro senza fare nessun sacrificio. CEC 143 3 Un simile esempio colpisce i giovani. Essi vedono che lotterie, fiere, giochi vengono approvati dalla chiesa e considerano affascinanti questi metodi per procurarsi denaro. Il giovane è circondato dalle tentazioni. Egli va sui terreni di bowling, entra nelle sale da gioco per curiosare e vede il denaro riscosso da chi vince. Questo metodo lo affascina perché sembra molto semplice e facile ottenere denaro, senza lo sforzo richiesto dal lavoro e dall'impegno costante. Egli pensa che in fondo non ci sia nulla di male, tanto più che giochi simili sono stati utilizzati per ricavare denaro per la chiesa. Perché quindi non approfittarne? Egli dispone di pochi mezzi, ma è disposto a rischiare sperando di ricavare una somma considerevole. Che vinca o perda si è incamminato per una strada che conduce alla rovina ed è stato l'esempio della chiesa a convincerlo ad imboccare questa strada. Offerte discutibili CEC 143 4 Evitiamo di utilizzare questi metodi discutibili che hanno un influsso negativo su giovani e anziani. Non abbiamo il diritto di coprire queste attività con il manto della santità soltanto perché il denaro ricavato serve per i progetti della chiesa. Tali offerte sono da considerare discutibili e sono oggetto della maledizione di Dio. Esse rappresentano il prezzo delle anime. Il pulpito può difendere feste, balli, lotterie e fiere per ricavarne fondi in favore della chiesa, noi invece non dobbiamo e non possiamo in nessun modo partecipare a nessuna di queste iniziative perché facendolo dispiaceremmo a Dio. CEC 144 1 Non decidiamo di utilizzare i piaceri, la gola e i divertimenti per sensibilizzare coloro che si professano cristiani perché offrano una parte dei mezzi che Dio ha loro affidato. Se essi non donano spontaneamente, motivati dall'amore per Dio, la loro offerta non sarà accettata dal Padre celeste. Caratteri rovinati CEC 144 2 La morte, camuffata con apparenze celestiali, è in agguato nella vita dei giovani. Il peccato è circondato dall'alone di santità della chiesa. Queste varie forme di divertimento, organizzate nelle chiese, hanno contribuito a sviare molte persone che avrebbero potuto cambiar vita e diventare discepoli di Cristo. Il loro carattere, e quello di molti altri in futuro, è stato influenzato negativamente a causa di feste e rappresentazioni teatrali organizzate dalla chiesa. I membri sembrano non rendersi conto del pericolo, né del loro influsso deleterio che ha ucciso la sensibilità spirituale di molti giovani. -- The Review and Herald, 21 novembre 1878. Offrire per scopi egoistici CEC 144 3 In occasione di certe riunioni Satana stende un manto di religiosità su piaceri illusori e profani per dare loro l'apparenza della santità e così le coscienze di molti sono placate perché il denaro raccolto verrà utilizzato per le spese della chiesa. CEC 144 4 Gli uomini rifiutano di presentare offerte per ricambiare l'amore di Dio; ma sono disposti a sacrificare il loro denaro per il piacere e per il soddisfacimento di esigenze egoistiche. CEC 144 5 Gli insegnamenti di Cristo relativi alla generosità, al suo esempio e alla grazia di Dio che agisce nel cuore degli uomini affinché glorifichino l'Eterno con i loro beni hanno forse perso valore, tanto che è diventato necessario ricorrere a simili espedienti per mantenere la chiesa? Il danno fisico, morale e mentale provocato da questi tipi di divertimenti è considerevole e il giorno del giudizio rivelerà quanti si sono perduti a causa di queste esperienze di folle gaiezza. È deplorevole il fatto che motivazioni di carattere sacro e di portata eterna non abbiano il potere di sensibilizzare coloro che si professano cristiani affinché essi presentino offerte generose e spontanee per sostenere la proclamazione del Vangelo; mentre riescono a raccogliere facilmente fondi ingenti grazie al fascino esercitato da pranzi e divertimenti. È triste dover constatare che prevalgono simili sollecitazioni mentre ciò che è sacro ed eterno non esercita un influsso sufficiente per sensibilizzare le persone e spingerle ad impegnarsi in attività di beneficenza. Mosè non organizzò lotterie CEC 145 1 Il piano di Mosè per raccogliere fondi, mentre erano nel deserto, ebbe un notevole successo. Non fu necessario esercitare nessuna pressione. Mosè non organizzò nessuna grande festa, non invitò il popolo a partecipare a balli e divertimenti. Tantomeno organizzò lotterie o attività profane per ottenere i mezzi necessari per erigere il tabernacolo di Dio nel deserto. Dio ordinò a Mosè di invitare i figli di Israele a presentare delle offerte. Mosè doveva accettare i doni che venivano offerti spontaneamente. Le offerte affluirono in misura tale che Mosè dovette annunciare che erano sufficienti. Il popolo allora smise di portare i suoi doni perché erano talmente abbondanti che non sarebbero riusciti a utilizzarli tutti. CEC 145 2 Le tentazioni di Satana hanno successo, su coloro che si professano cristiani, quando incoraggiano il soddisfacimento del piacere e degli appetiti. Travestito da angelo di luce, egli citerà le Scritture per giustificare le sue tentazioni, che mirano a spingere gli uomini a soddisfare i loro appetiti e ad abbandonarsi ai piaceri mondani. I presunti seguaci di Cristo sono moralmente deboli e si lasciano facilmente affascinare dalle sottili seduzioni di Satana che risulta vittorioso. CEC 145 3 Dio come considera le chiese che si sostengono con tali metodi? Cristo non può accettare queste offerte perché non sono il frutto della devozione nei suoi confronti, ma esprimono egoismo e vanità. Infatti ciò che molti non farebbero per amore di Cristo, lo faranno per soddisfare la gola o per il piacere che i divertimenti procurano. -- The Review and Herald, 13 ottobre 1874. Lo stesso peccato di nadab e abihu CEC 145 4 I sedicenti cristiani respingono il piano di Dio per raccogliere fondi in favore della sua opera e cosa fanno per supplire a queste necessità? Dio valuta la natura dei mezzi adottati. I luoghi di culto vengono profanati da ogni tipo di dissipazione con la scusa che si soddisfano piaceri profani ed egoistici ma si riesce a ricavare il denaro per pagare i debiti della chiesa o per sostenerne l'attività. Molte di queste persone non verserebbero spontaneamente neppure una lira in favore di progetti di carattere religioso. Fra le direttive impartite da Dio per il sostentamento della sua opera c'è spazio per bazar, concerti, fiere e cose del genere? L'opera di Dio deve forse essere sostenuta con metodi che Egli ha proibito nella sua Parola? Cose che distolgono la mente da Dio, dalla sobrietà, dalla pietà, dalla santità? CEC 146 1 Quale impressione produce tutto questo nella mente dei non credenti? La Parola di Dio è gettata nel fango. Dio e i cristiani vengono scherniti. I cattivi principi vengono rafforzati da questi metodi contrari alle Scritture ed è proprio ciò che Satana desidera. Gli uomini ripetono il peccato di Nadab e Abihu: utilizzano un fuoco profano anziché quello sacro per il servizio di Dio. Il Signore, ovviamente, non può accettare tali offerte. CEC 146 2 Tutti questi metodi per raccogliere fondi non ricevono la sua approvazione. Si tratta di una falsa devozione che produce falsi risultati. Molti che si dichiarano cristiani sono accecati e infatuati. I membri di chiesa agiscono come i contemporanei di Noè i cui pensieri erano rivolti unicamente al male. Coloro che rispettano Dio abbandoneranno queste abitudini che sono una parodia della religione di Gesù Cristo. -- The Review and Herald, 8 dicembre 1896. Una generosità che non si fonda su saldi principi CEC 146 3 Un pastore può conquistare la simpatia di un uomo ricco che deciderà di dimostrarsi molto generoso nei suoi confronti ottenendo in cambio elogi e considerazione. Il suo nome potrebbe anche apparire sulla nostra stampa, ma in realtà questo benefattore non è affatto degno degli onori accordatigli. CEC 146 4 La generosità di quella persona non scaturisce da un profondo desiderio di fare il bene con i mezzi che possiede, collaborando nell'opera di Dio, ma dall'egoistico desiderio di essere considerato un filantropo. La sua generosità è stata forse motivata da un impulso momentaneo, senza fondarsi su un autentico principio. Può essere stata anche la risposta ad un appello che in quel momento ha suscitato sentimenti di altruismo, senza profonde motivazioni e di carattere puramente transitorio. CEC 146 5 Si tratta di una generosità sporadica e stravagante. Non merita nessun elogio perché è una persona avara, che se non si convertirà udrà un giorno la sua condanna: "E ora a voi ricchi! Piangete e lamentatevi per le sciagure che stanno per venire su di voi. Le vostre ricchezze vanno in malora e i vostri abiti sono mangiati dalle tarme". Giacomo 5:1, 2 (Tilc). CEC 147 1 Tutti coloro che agiscono in questo modo, nel giorno del giudizio, saranno terribilmente delusi. Quanti elogiano la loro generosità occasionale aiutano Satana ad ingannarli, illudendoli di essere generosi e altruisti, mentre in realtà ignorano i principi fondamentali della vera generosità e della solidarietà. -- Testimonies for the Church 1:475, 476. ------------------------Capitolo 42: Il pericolo dell'avidità CEC 151 1 Molti figli di Dio, attratti dalle tentazioni terrene, rinnegano la loro fede tramite le loro opere. L'attaccamento al denaro, a case e terreni è così forte che assorbe tutte le facoltà dello Spirito e del corpo, escludendo così l'amore per il Creatore e per gli uomini per i quali Cristo è morto. Satana li ha accecati a tal punto che gli interessi eterni sono diventati secondari. Tutto il loro essere è impegnato ad accumulare beni terreni. Tutte queste preoccupazioni e questi impegni non tengono in considerazione la raccomandazione fatta da Gesù: "Non accumulate ricchezze in questo mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono ogni cosa e i ladri vengono e portano via". Matteo 6:19 (Tilc). CEC 151 2 Dimenticano che Gesù ha anche detto: "Fatevi tesori in cielo..." e così facendo avrebbero agito in vista del loro interesse. Un tesoro accumulato in cielo è al sicuro e nessun ladro vi si può avvicinare, nessun insetto può rovinarlo; le loro ricchezze invece sono conservate sulla terra e hanno assorbito tutti i loro affetti. La vittoria di Cristo CEC 151 3 Cristo, nel deserto, ha affrontato le più forti tentazioni che possano assalire un uomo. Egli ha incontrato l'astuto nemico e l'ha vinto. La prima grande tentazione riguardava l'appetito, la seconda l'orgoglio e la terza l'amore per le ricchezze terrene. Vennero offerti a Cristo i troni, i regni del mondo e la gloria. Satana presentò gli onori, le ricchezze terrene e i piaceri della vita con le sfumature più seducenti per attrarre e ingannare. Disse a Cristo: "Tutte queste cose io te le darò se prostrandoti tu mi adori". Gesù però respinse l'astuto nemico e conseguì la vittoria. CEC 152 1 L'uomo non dovrà mai affrontare tentazioni forti quanto quelle che assalirono il Cristo, ma quando Satana lo avvicina ottiene un successo completo. "Io ti do tutto questo denaro, questi terreni, questa potenza, questi onori e queste ricchezze". Ma a quali condizioni? Raramente si esprime con la stessa chiarezza con cui ha affrontato il Cristo: "Se prostrandoti dinanzi a me mi adori". Egli si accontenta di minare l'integrità dell'uomo e indebolirne la coscienza. Non reclama un'adorazione diretta, ma orienta gli uomini a legarsi agli interessi terreni. In un'esistenza vissuta all'insegna dell'impazienza, dell'egocentrismo, dell'orgoglio, dell'avarizia e della disonestà egli può influire come vuole. In questo modo l'uomo viene soggiogato e trascinato alla rovina. CEC 152 2 L'esempio di Cristo è davanti a noi. Egli sconfisse Satana dimostrandoci così che anche noi possiamo ottenere la vittoria. Cristo vinse ricorrendo alla Scrittura. Avrebbe potuto servirsi del suo potere divino e utilizzare le proprie parole, ma preferì dire: "Sta scritto: non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che viene da Dio". Matteo 4:4 (Tilc). Se le Sacre Scritture fossero studiate e messe in pratica, il cristiano avrebbe la forza sufficiente per affrontare l'astuto nemico; ma la Parola di Dio viene trascurata e ne risultano problemi e sconfitte. Il giovane ricco CEC 152 3 Un giovane andò da Gesù e gli disse: "Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?" Gesù rispose che doveva osservare i comandamenti "Ma quell'uomo disse: Fin da giovane io ho ubbidito a tutti questi comandamenti". Gesù lo guardò con simpatia e gli indicò con chiarezza le sue manchevolezze nell'osservanza della legge divina: non amava il suo prossimo come se stesso. Il suo amore egoista per le ricchezze era un difetto, che se non veniva eliminato, gli avrebbe precluso il cielo. "Ancora una cosa ti manca: vendi tutto quel che possiedi e i soldi che ricavi distribuiscili ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi!" Luca 18:18-22 (Tilc). CEC 152 4 Cristo desiderava che quel giovane comprendesse che gli veniva chiesto soltanto di imitare l'esempio di Gesù. Egli infatti aveva lasciato le sue ricchezze e la sua gloria per farsi povero e dare all'uomo la possibilità di diventare ricco. Per ottenere le ricchezze celesti Gesù chiedeva all'uomo di rinunciare alle sue proprietà, agli onori e ai piaceri terreni. Il Signore sa che fino a quando i nostri affetti e i nostri interessi sono legati alle cose terrene, l'uomo è lontano da Dio. Per questo disse al giovane: "...vendi tutto quel che possiedi e i soldi che ricavi distribuiscili ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo. Poi vieni e seguimi!" Come furono accolte queste parole di Cristo? Quel giovane si rallegrò di potersi assicurare le ricchezze celesti? Purtroppo no. "Quell'uomo, udita la proposta di Gesù, diventò molto triste". Per lui la ricchezza significava onore e potere; gli sembrava impossibile potersi separare dalla sua fortuna. Nonostante amasse il mondo questo giovane aspirava al cielo, ma non voleva rinunciare alle sue ricchezze e per amore del denaro e del potere rinunciò alla vita eterna. Che scambio assurdo. Eppure molti che dicono di osservare i comandamenti di Dio imitano quel giovane. L'uomo avaro corre un vero e proprio pericolo: più guadagna più ha difficoltà ad essere generoso. Se la sua ricchezza diminuisce pensa di perdere parte della sua vita e quindi rinuncia ai vantaggi della ricompensa eterna per conservare e accrescere i suoi beni terreni. Se avesse veramente osservato i comandamenti non avrebbe capitali così ingenti. Preoccupandosi e lottando per realizzare progetti egoistici come poteva amare Dio con tutto il suo cuore, con tutta la sua anima, con tutta la sua forza e il suo prossimo come se stesso? Se avesse cercato di sopperire alle necessità dei poveri, mostrandosi generoso, sarebbe stato molto più felice ed avrebbe accumulato ricchezze in cielo riducendo quelle terrene sulle quali erano concentrati tutti i suoi interessi. (...) Responsabili nei confronti di Dio CEC 153 1 Paolo diceva: "Io sono debitore tanto ai Greci quanto ai Barbari, tanto ai savi, quando agli ignoranti..." Romani 1:14. Dio aveva rivelato a Paolo la verità e in questo modo egli era diventato debitore nei confronti di coloro che non conoscevano il messaggio divino. Molti, però, non si rendono conto della loro responsabilità nei confronti di Dio. Essi hanno ricevuto dei talenti che il Signore ha affidato loro e dispongono di facoltà mentali che, se utilizzate correttamente, permetterebbero loro di diventare collaboratori di Cristo e degli angeli. CEC 153 2 Molti uomini sarebbero salvati grazie al loro impegno. In realtà sono del tutto indifferenti a questi obiettivi. Satana ha cercato di incantarli tramite le attrazioni offerte dalla nostra società e di paralizzare le loro facoltà morali e vi è riuscito fin troppo bene. È in gioco il nostro destino eterno CEC 153 3 Come possiamo paragonare il valore di case e terreni con gli esseri umani per i quali Cristo è morto? Cari fratelli e sorelle grazie al vostro intervento essi possono essere salvati e vivere con voi nel regno di gloria. Non potrete portare con voi nemmeno la minima parte dei vostri beni terreni. Potreste acquisire tanti beni, preservarli con tutte le cure possibili, ma il Signore potrebbe emanare un ordine per cui nel giro di poche ore un fuoco, che nessuno potrebbe estinguere, distruggerebbe tutto quello che avete accumulato nel corso della vostra vita, riducendolo ad un ammasso di rovine fumanti. Potete utilizzare ogni vostro talento e ogni vostra energia per accumulare dei capitali sulla terra, ma che vantaggio ne trarrete quando la vostra vita si concluderà o se Gesù ritornerà? Se nel corso della vostra vita siete stati onorati per le vostre ricchezze, trascurando la vostra spiritualità, davanti al tribunale del gran Giudice sarete giudicati in base al vostro valore morale. "E che giova egli all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?" Marco 8:36. CEC 154 1 Dio punirà coloro che hanno servito "Mammona" al posto del loro Creatore. Chi sarà vissuto per l'Iddio del cielo, indicando agli uomini la via della salvezza, capirà che "il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va risplendendo finché sia giorno perfetto". Essi udranno l'invito: "Va bene buono e fedel servitore... entra nella gioia del tuo Signore". Matteo 25:21. CEC 154 2 Grande sarà la gioia di Cristo nel vedere i salvati nel suo regno glorioso e per questa gioia "Egli ha accettato di morire in croce e non ha tenuto conto che era una morte vergognosa..." Ebrei 12:2 (Tilc). Ma ben presto "...vedrà la luce e sarà soddisfatto di quel che ha compiuto". Isaia 53:11 (Tilc). Come saranno felici coloro che, avendo collaborato con lui, condivideranno la sua gioia. -- The Review and Herald, 23 giugno 1885. La potenza seduttrice di Satana CEC 154 3 L'obiettivo di Satana è rendere il mondo particolarmente affascinante. Egli dispone di un potere ammaliatore e lo esercita per accaparrarsi perfino l'affetto di quanti si dichiarano discepoli di Cristo. Vi sono molti uomini che si dicono cristiani, che farebbero qualunque sacrificio pur di riuscire ad accumulare ricchezze. Nella misura in cui raggiungono dei risultati materiali non si occupano delle preziose verità divine e della loro proclamazione agli uomini. Essi perdono il loro amore per Dio e agiscono come esseri in preda a una vera e propria follia. Più prosperano nelle ricchezze materiali, meno offrono per l'opera di Dio. CEC 154 4 Coloro che sono animati da un eccessivo attaccamento alle ricchezze, dimostrano come sia impossibile servire due padroni: Dio e "Mammona". Essi testimoniano che il denaro è il loro dio. Essi rendono omaggio al suo potere e dipendono da lui per i loro progetti e le loro intenzioni. L'amore per il denaro li domina, tanto che per soddisfarlo violano la legge di Dio. Possono anche professare ufficialmente la religione di Cristo, ma senza amarne i principi o tener conto delle sue esortazioni. Dedicano le loro migliori energie agli interessi terreni e si inchinano davanti a "Mammona". CEC 154 5 È allarmante costatare come tanti si lascino ingannare da Satana. Egli stuzzica la loro immaginazione con interessanti prospettive di guadagni e gli uomini si lasciano infatuare, ritenendo che avranno così la possibilità di ottenere benessere e felicità, e sedurre dalla speranza di riuscire a ottenere onore, ricchezze e prestigio. Satana dice all'uomo: "Io ti darò tutto questo potere e tutta questa ricchezza così sarai in grado di fare del bene al tuo prossimo". Quando, però, hanno raggiunto l'obiettivo prestabilito si rendono conto di non aver più nessun rapporto con il Redentore, che per loro aveva rinunciato a tutto, e di non essere affatto partecipi della natura divina. Rimangono attaccati ai loro beni terreni e disprezzano tutto ciò che implica rinunce, sacrifici e umiliazioni per amore della verità. Non hanno nessuna intenzione di separarsi dalle ricchezze terrene che hanno completamente conquistato il loro cuore. Hanno cambiato padrone e accettato di servire "Mammona" anziché Cristo. Satana si è assicurato l'adorazione di questi uomini sedotti dall'amore per le ricchezze terrene. CEC 155 1 È stato spesso notato che il passaggio dalla devozione religiosa alla mondanità è così impercettibile, grazie alle astute insinuazioni del grande seduttore, che colui che è stato ingannato non si rende conto di essersi separato da Cristo, che segue solo formalmente. -- The Review and Herald, 23 settembre 1890. Non si segue più l'esempio dei pionieri CEC 155 2 Inizialmente coloro che avevano accettato il messaggio della verità erano pochi e senza mezzi. Alcuni vendevano case e terreni per ricavare del denaro da offrire al Signore per la proclamazione della verità e per far progredire l'opera di Dio. Questi membri altruisti hanno sopportato molte privazioni, ma grazie alla loro perseveranza un giorno riceveranno una grande ricompensa. CEC 156 1 Dio ha operato nella vita di tanti uomini. La verità, per la quale alcuni hanno fatto così tanti sacrifici, ha trionfato e intere moltitudini l'hanno accettata. Secondo il piano di Dio anche coloro che dispongono di ingenti mezzi finanziari hanno conosciuto il messaggio divino affinché possano sostenere i bisogni della sua opera che si estende. Oggi Dio non chiede più di vendere le proprie case, ma se coloro che hanno capitali in abbondanza non prestano ascolto alla sua voce e non abbandonano i loro interessi terreni per rinunciare in favore dell'opera del Signore Egli farà a meno della loro collaborazione e si rivolgerà a coloro che sono disposti a fare qualunque cosa per lui, anche vendere le proprie case per sopperire ai bisogni della sua opera. Dio desidera che le offerte siano spontanee e coloro che contribuiscono dovranno considerare il loro gesto come un privilegio. -- The Review and Herald, 16 settembre 1884. CEC 156 2 I figli di Dio sono messi alla prova davanti all'universo celeste; l'insufficienza dei loro doni e delle loro offerte, la scarsità del loro impegno al servizio di Dio, sono i metri di misura della loro infedeltà. Se il poco che realizzano rappresentasse il massimo delle loro possibilità non sarebbero condannati, ma con le risorse di cui dispongono potrebbero fare molto di più. Essi sanno, e anche gli altri se ne rendono conto, che hanno perso lo spirito di sacrificio e di rinuncia. -- Testimonies for the Church 6:445, 446. Tutti vengono messi alla prova CEC 156 3 A un ricco, Matteo, e a due poveri pescatori, Andrea e Pietro, venne fatta la stessa richiesta e ognuno manifestò la stessa consacrazione. Nel momento del successo, quando le reti erano piene di pesci e i legami con la vecchia vita più forti, Gesù lungo il mare, chiese ai discepoli di lasciare tutto per l'opera di proclamazione del Vangelo. Ogni uomo viene messo alla prova nello stesso modo per vedere se preferisce i beni terreni oppure seguire Gesù. CEC 156 4 La legge di Dio ha sempre le sue esigenze. Nessun uomo può avere successo al servizio di Dio se non agisce con tutto se stesso e non considera tutte le altre cose come un impedimento per pervenire alla conoscenza di Cristo. Nessun uomo senza una totale consacrazione può essere discepolo di Cristo e tanto meno suo collaboratore. CEC 156 5 Nella vita di chi apprezza la salvezza, si noterà lo stesso spirito che caratterizzò l'esistenza di Gesù. Egli sarà disposto ad andare ovunque Cristo lo condurrà. -- The Desire of Ages, 273. ------------------------Capitolo 43: Cercando di servire Dio e Mammona CEC 156 6 Nella febbrile ricerca di guadagni sempre maggiori si dimenticano gli interessi nobili ed elevati e si rischia di perdere tutto. Le preoccupazioni relative ai beni terreni non lasciano né il tempo né il desiderio di valutare le ricchezze eterne. (...) "Perché dove sono le tue ricchezze, là c'è anche il tuo cuore". Matteo 6:21 (Tilc). I vostri pensieri, i vostri progetti, le vostre motivazioni avranno una dimensione terrena e il vostro spirito sarà influenzato dall'avidità e dall'egoismo. "E che gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua?" Matteo 16:26. L'uomo può diventare il tempio dello Spirito Santo. La pace di Cristo può colmare il vostro spirito e la potenza della sua grazia può trasformare la vostra vita e prepararvi per il cielo. Ma se il cervello, i nervi e i muscoli sono al servizio delle proprie esigenze egoistiche Dio e la vita spirituale non sono la nostra prima preoccupazione. È impossibile inserire la grazia di Cristo nel vostro carattere se concentrate tutte le vostre energie per realizzare aspirazioni mondane. Potreste riuscire ad accumulare ricchezze sulla terra per la vostra gloria ma "dove sono le tue ricchezze, là c'è anche il tuo cuore". Le aspirazioni eterne saranno considerate di secondaria importanza. Il vostro culto sarà improntato al formalismo e il vostro servizio non sarà gradito a Dio. Non potete servire Dio e "Mammona": o offrirete il vostro cuore e la vostra volontà a Dio o metterete le vostre energie al servizio di interessi puramente terreni. Dio non accetterà la collaborazione offerta col cuore diviso. -- The Review and Herald, 1 settembre 1910. Un'autentica realtà o una chimera CEC 157 1 Cristo invita i membri della sua chiesa a contare sulla vera e autentica speranza del Vangelo. Indica il cielo assicurando loro che le vere ricchezze sono lassù e non quaggiù. Le loro speranze si realizzeranno in cielo, non sulla terra. Egli dice: "Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte". Matteo 6:33. CEC 157 2 Per molti le occupazioni terrene offuscano la visione della gloria eterna riservata ai santi dell'Altissimo. Essi non riescono a distinguere la vera, autentica e duratura realtà da quella chimera falsa e passeggera che è una contraffazione della realtà. Cristo li esorta a rimuovere ciò che impedisce loro di vedere le realtà eterne. Egli insiste sulla necessità di eliminare tutto ciò che li induce a confondere le illusioni con la realtà e viceversa. Dio esorta la chiesa a consacrare le energie del corpo, della mente e dello spirito al suo servizio. Desidera che ognuno singolarmente possa dire a se stesso che i guadagni e i vantaggi di questa vita non possono essere minimamente paragonati con le ricchezze riservate a coloro che con diligenza e intelligenza cercano la vita eterna. -- The Review and Herald, 23 giugno 1904. Assorbiti dalla brama delle ricchezze CEC 157 3 Oggi il nemico è all'opera con la stessa perseveranza adottata ai tempi del diluvio. Ricorrendo a varie iniziative egli opera diligentemente affinché la mente umana sia assorbita dalle preoccupazioni terrene; egli utilizza tutto il suo ingegno per indurre gli uomini ad agire senza freni, per mantenerli impegnati in attività di carattere commerciale e mettere così in pericolo le loro speranze nella vita eterna. Egli escogita espedienti che costituiscono un pericolo per la vita umana. Sotto la sua direzione gli uomini realizzano le sue macchinazioni e sono talmente presi dalla brama di ricchezze e di potere che non tengono più conto del "Così dice il Signore". CEC 158 1 Satana esulta quando vede che è riuscito a distogliere le menti umane dalla corretta valutazione degli aspetti importanti e solenni che riguardano la vita eterna. Egli cerca di eliminare dalla mente umana il pensiero di Dio e di sostituirlo con gli interessi mondani ed economici. Egli desidera vivamente che gli uomini rimangano nelle tenebre spirituali. Il suo piano, accuratamente elaborato, prevede di indurre gli uomini a dimenticare Dio e la loro vita spirituale ed esercitare un forte influsso nei loro confronti. Con questo scopo elabora varie iniziative per occupare le menti umane affinché non abbiano più tempo per pensare alle realtà spirituali. CEC 158 2 Ora il popolo di Dio deve scuotersi, risvegliarsi e compiere l'opera trascurata. Dobbiamo impegnare tutte nostre facoltà, non dobbiamo risparmiare energie nel presentare la verità come Gesù l'ha vissuta, in modo semplice e nello stesso tempo incisivo affinché le menti degli uditori ne risultino fortemente impressionate. Dobbiamo programmare di contenere il più possibile gli investimenti perché l'opera deve essere estesa alle regioni più lontane. -- The Review and Herald, 15 dicembre 1910. Una lezione tratta dalla vita di giuda CEC 159 1 Giuda disponeva di notevoli capacità, ma alcuni tratti del suo carattere avrebbero dovuto essere modificati per permettergli di accettare la salvezza. Egli doveva nascere di nuovo, non da seme corruttibile, ma incorruttibile. La sua maggiore tendenza ereditaria, aggravata dalla sua debolezza, era l'avidità. Con il passare del tempo essa divenne un' abitudine che si evidenziava in ogni suo atteggiamento. Questo contribuì a sviluppare una certa tendenza all'avarizia che sarebbe ben presto diventata in lui dominante. Il guadagno costituiva il suo parametro di valutazione per una corretta esperienza religiosa e ogni nozione di giustizia era subordinata a questo criterio. I principi cristiani di onestà e integrità non avevano importanza nelle attività della sua vita. (...) CEC 159 2 Cristo, rendendosi conto che si stava rovinando a causa della sua avidità, gli offrì la possibilità di ricevere preziose lezioni. Giuda ebbe l'opportunità di udire Gesù che affermava quali principi dovevano animare coloro che desideravano entrare nel suo Regno. Ebbe tutte le possibilità per accogliere Cristo come suo personale Salvatore, ma respinse questo dono perché non intendeva offrire a Cristo la sua volontà e cambiare il suo stile di vita. Egli decise di agire secondo le proprie inclinazioni e a poco a poco si evidenziò la sua tendenza all'avarizia. Pur assumendo le apparenze di un discepolo di Cristo, si appropriava del denaro che apparteneva alla cassa del Signore. (...) CEC 159 3 Giuda avrebbe potuto beneficiare di queste occasioni se fosse stato animato dal desiderio di agire rettamente; ma fu sopraffatto dalla sua tendenza a voler accumulare ricchezze e così l'amore del denaro diventò l'elemento dominante della sua vita. Tollerandolo egli permise che questo tratto del suo carattere si sviluppasse e si radicasse tanto da eliminare dal suo cuore il buon seme della verità. -- The Review and Herald, 5 ottobre 1897. Accecati dagli interessi materiali CEC 159 4 L'opera di Dio deve occupare il primo posto nei nostri progetti e nei nostri affetti. Proprio ora, che ha bisogno di molti mezzi finanziari, è necessario presentare un chiaro messaggio sui pericoli di un atteggiamento egoistico. Alcuni sono così freddi e distaccati che non si rendono conto del loro attaccamento alle ricchezze terrene che ben presto non avranno più importanza. I valori e le abitudini della nostra società li affascinano talmente che se non cambieranno modo di vivere, non si renderanno conto di quanto sia positivo sacrificarsi per amore di Cristo. Tutti i nostri idoli, il nostro attaccamento ai piaceri mondani, devono essere eliminati dalla nostra vita. CEC 159 5 Ci sono dei pastori e dei veri amici che vedono il pericolo che corrono questi uomini, vittime del loro egoismo, e segnalano sinceramente i loro errori. Queste persone invece di accettare gli avvertimenti, nello spirito in cui vengono presentati, e trarne il maggior profitto possibile, si ribellano nei confronti di questi amici leali. CEC 159 6 Mi auguro che essi escano da questo letargo spirituale e riescano ad avere una relazione personale con Dio. Il mondo ha abbagliato i loro occhi per impedire loro di vedere colui che è invisibile. Essi sono incapaci di distinguere le realtà più importanti, che hanno una portata eterna, e vedono la verità di Dio sotto una luce così fioca che sembra di scarso valore. La minima cosa, riguardante i loro interessi materiali, assume invece delle proporzioni straordinariamente grandi, mentre tutto ciò che riguarda l'eternità non rientra nei loro obiettivi. -- The Review and Herald, 31 ottobre 1893. La generosità autentica è scomparsa CEC 160 1 Gli uomini meno facoltosi sono proprio quelli che sostengono maggiormente l'opera di Dio. Nelle ristrettezze essi rafforzano la loro generosità tramite offerte continue. Quando le spese equivalgono praticamente alle entrate, c'è ben poco margine per un attaccamento ai beni terreni. CEC 160 2 Molti, quando cominciano a disporre di maggiori possibilità economiche, calcolano quanto tempo sarà necessario per realizzare una certa somma. Nell'ansia di accumulare essi trascurano la ricchezza di Dio. La loro generosità non aumenta in proporzione al loro denaro. Nella misura in cui cresce la loro passione per la ricchezza tutti i loro interessi si concentrano sui beni terreni. Arrivano al punto di pensare che la decima sia un'imposizione ingiusta e severa. La Parola di Dio insegna: "...se le ricchezze abbondano non vi mettete il cuore". Salmi 62:10 (Tilc). Molti hanno detto: "Se io fossi ricco come il tale moltiplicherei le mie offerte. Se disponessi di capitali non farei altro che investirli per sviluppare l'opera di Dio. Il Signore ne ha messo alla prova alcuni affidando loro dei beni: le tentazioni sono aumentate e la loro generosità è risultata inferiore a quella dei tempi di povertà. L'avidità ha assorbito talmente il loro cuore e il loro spirito da trasformarsi in idolatria. -- Testimonies for the Church 3:403. CEC 160 3 Alcuni quando sono poveri sono generosi, non appena arricchiscono diventano avari. La loro mancanza di fede scaturisce dalla mancanza di generosità per l'opera di Dio, una volta raggiunta la prosperità non sanno più sacrificarsi. -- Testimonies for the Church 4:77. ------------------------Capitolo 44: Inutili professioni di fede CEC 160 4 La Bibbia descrive un'ampia categoria di persone che fanno professione di fede senza agire coerentemente. Molti pur affermando di credere in Dio, lo rinnegano con le loro opere. Il loro attaccamento a case e terreni, li designa come idolatri e apostati. Ogni forma di egoismo è avidità e quindi idolatria. Molti, che sono iscritti nei registri di chiesa, come credenti in Dio e nella Bibbia, in realtà adorano quei beni che il Signore aveva affidato loro in quanto suoi amministratori. Essi non si inchineranno realmente davanti ai tesori terreni ma ne dipenderanno come se fossero il loro dio. Essi sono adoratori di "Mammona" e manifestano per le ricchezze terrene quel rispetto che spetta solo al Creatore. Colui che vede e conosce tutto considera la falsità della loro professione di fede. Dio viene escluso dalla vita di un cristiano che accorda ampio spazio agli interessi terreni: il denaro è il suo Dio. In realtà questi beni appartengono all'Eterno ma egli rifiuta di amministrarli in favore del prossimo. Se fossero utilizzati secondo il piano di Dio potremmo vedere realizzarsi tante buone opere e migliaia di uomini convertiti lodare e ringraziare per il bene ricevuto. CEC 161 1 Il nostro denaro deve essere utilizzato per lo sviluppo dell'opera di Dio, per la salvezza di coloro che erano vittime dei loro errori, dei loro peccati, per presentare a coloro che si sono separati da Dio l'amore rigeneratore di Cristo. Troppo spesso il denaro viene utilizzato per scopi egoistici. Invece di essere un mezzo per annunciare agli uomini il piano della salvezza di Dio e di Cristo, suscitando così lode e gratitudine nei confronti del nostro Benefattore, viene utilizzato per acquisire dei beni che contribuiscono a sminuire la gloria di Dio, a offuscare la visione del cielo. A causa del cattivo uso del denaro, il nostro mondo è stato invaso dal male e lo spirito è diventato insensibile all'influsso del Redentore. CEC 161 2 Dio afferma: "Mio è l'oro, mio l'argento". 1 Re 20:3. Egli fa un bilancio esatto della vita e del comportamento di ogni figlio o figlia di Adamo e sa come sono stati utilizzati i suoi beni. Uomini e donne possono dire: "Noi non siamo cristiani, non professiamo di servire Dio". Questo li rende forse meno colpevoli? I mezzi e le risorse del Signore vengono sprecati in attività che mirano a soddisfare i loro interessi egoistici. CEC 161 3 Mi rivolgo a coloro che non conoscono Dio e che forse leggono queste righe perché grazie alla provvidenza divina esse sono cadute sotto il loro sguardo: "Come utilizzate i beni che il Signore vi ha affidato? Che cosa fate delle doti fisiche e mentali che Egli vi ha date? Siete in grado di conservare da soli il vostro organismo in buona salute?" CEC 161 4 Se Dio pronunciasse soltanto una parola per dire che dovete morire, sarete immediatamente immersi nel sonno della morte. Giorno dopo giorno, ora per ora, minuto dopo minuto, Dio opera con la sua potenza infinita per guidare la vostra esistenza. È lui che col suo alito vitale vi mantiene in vita. Se Dio trascurasse l'uomo, come l'uomo trascura Dio, che ne sarebbe del genere umano? CEC 162 1 Il grande Medico si interessa dell'opera delle sue mani. Egli avverte gli uomini del pericolo di chiudere la porta del cuore al Salvatore dicendo: "...Non ho affatto piacere nel veder morire un uomo malvagio, desidero invece vederlo cambiare atteggiamento e vivere. Smettete di agire in modo malvagio, cambiate vita. Perché volete morire?" Ezechiele 33:11 (Tilc). -- The Review and Herald, 23 maggio 1907. Aver diritto alle ricchezze celesti CEC 162 2 Verrà il giorno in cui "...gli uomini getteranno ai topi e ai pipistrelli gl'idoli d'argento e gl'idoli d'oro, che s'eran fatti per adorarli; ed entreranno nelle fessure delle rocce e nei crepacci delle rupi per sottrarsi al terrore dell'Eterno e allo splendore della sua maestà quand'Ei si leverà per far tremare la terra". Isaia 2:20, 21. Le ricchezze terrene saranno inutili nel giorno del giudizio, perché la vittoria sarà ottenuta grazie alla fede e all'ubbidienza. CEC 162 3 Dobbiamo manifestare tutta la nostra fede; dobbiamo abituarci a parlarne e prepararci in vista dell'eternità. Quali intensi sforzi fanno gli uomini per ottenere il diritto di proprietà del loro pezzo di terra! Il proprietario non è soddisfatto fino a quando non è in possesso di una documentazione legale e non ha la certezza che il suo diritto sia giuridicamente perfetto. L'apostolo Pietro esorta i seguaci di Cristo a rendere sicura la loro vocazione ed elezione. Non ci devono essere errori, né difetti nel titolo che attesta il vostro diritto all'immortalità. Il Salvatore dice: "Beati quelli che lavano i loro abiti nel sangue dell'Agnello: essi potranno cogliere i frutti dell'albero che dà la vita e potranno entrare nella città di Dio attraverso le sue porte". Apocalisse 22:14 (Tilc). -- The Review and Herald, 30 aprile 1889. Disprezzare le ricchezze eterne CEC 162 4 Il Signore ha pietà di coloro che si lasciano assillare dalle attività domestiche e dalle preoccupazioni economiche. Essi sono assorbiti da vari impegni e trascurano la sola cosa essenziale: "Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte". Matteo 6:33. Ciò significa: distaccatevi dalle preoccupazioni terrene e rivolgete la vostra attenzione su quelle eterne. Utilizzate le vostre energie migliori per poter acquisire tutto ciò a cui Dio attribuisce valore. Cristo ha dato la sua vita per permettervi di ottenerle. Il suo sacrificio ha spalancato davanti a voi le porte del cielo. Accumulate le vostre ricchezze accanto al trono di Dio, utilizzando i capitali che vi ha affidato per adempiere l'opera che desidera veder realizzata: rivolgersi a tutti gli uomini per far loro conoscere la verità. Quest'opera garantirà le ricchezze eterne. (...) CEC 163 1 Quando pensiamo al grande dono di Dio per la redenzione del mondo e consideriamo le nostre offerte, non osiamo fare paragoni. Tutto quello che potremmo aspettarci dall'intero universo non può essere paragonato con quel dono "unico". Un amore incommensurabile è stato espresso quando colui che era uguale al Padre venne su questa terra per pagare il prezzo del riscatto delle anime umane e offrire loro la vita eterna. CEC 163 2 Coloro che professano il nome di Cristo non provano nessuna attrazione per il Redentore del mondo e rimanendo indifferenti al privilegio di conoscere la verità e la giustizia trascurano le ricchezze celesti per legarsi a quelle terrene. CEC 163 3 "E questo è il motivo della loro condanna: che la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché fanno il male. Chi fa il male odia la luce e ne sta lontano perché la luce non faccia conoscere le sue opere a tutti. Invece chi ubbidisce alla verità viene verso la luce, perché la luce faccia vedere a tutti che le sue opere sono compiute con l'aiuto di Dio". Giovanni 3:19-21 (Tilc). CEC 163 4 Questo messaggio evangelico è uno dei più preziosi del Nuovo Testamento. Quando è accettato produce nelle vite di coloro che lo ricevono il desiderio di compiere opere il cui valore supera quello dell'oro e dei diamanti. Esso ha il potere di dare gioia e consolazione nella vita ter rena per poi accordare al credente la vita eterna. Possa il nostro spirito illuminato dalla grazia, comprenderne il vero significato! Il Padre ci dice: "Vi offrirò delle ricchezze molto più preziose di qualsiasi possedimento terreno, un tesoro che vi renderà ricchi e felici per l'eternità". -- The Review and Herald, 5 maggio 1908. Privi di valore e di utilità CEC 163 5 Gesù dice: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua". Matteo 16:24. Coloro che indossano l'abito delle nozze, la veste della giustizia di Cristo, non discuteranno se prendere o meno la croce e seguire l'esempio del Salvatore. Ubbidiranno al suo invito spontaneamente e con gioia. Molti uomini stanno morendo senza aver conosciuto Cristo. Come sono vani tutti gli sforzi per conquistare potere e ricchezze. Come sono inutili le prospettive che Satana può offrire, che l'egoismo e l'ambizione possono presentare rispetto alle lezioni che Cristo ci ha lasciato nella sua Parola! Come sono prive di valore le prospettive terrene rispetto a quelle offerte dal nostro Padre celeste! -- The Review and Herald, 19 settembre 1899. Dio provvederà CEC 164 1 Gli uomini dovrebbero rendersi conto che nessun dono della provvidenza è offerto inutilmente e che l'avidità e l'avarizia devono essere vinte. Queste tendenze conducono alla disonestà che Dio condanna. I cristiani non dovrebbero lasciarsi turbare dall'ansietà per le necessità della vita. Se essi amano Dio, gli ubbidiscono e si impegnano attivamente, Egli sopperirà alle loro necessità. Anche dovendosi guadagnare il pane con il sudore della fronte, non dovete mancare di fiducia in Dio perché è previsto nel suo piano che le vostre esigenze vengano soddisfatte giorno per giorno. CEC 164 2 Questo consiglio di Cristo costituisce un rimprovero alle ansietà, alle perplessità e ai dubbi di un cuore privo di fede. Nessuno, per quanti sforzi possa fare, può aggiungere un centimetro alla propria statura. Non è meno irragionevole lasciarsi turbare dal pensiero del domani e dalle sue necessità. Fate il vostro dovere e confidate in Dio perché Egli sa di cosa avete bisogno. -- The Review and Herald, 18 settembre 1888. ------------------------Capitolo 45: Sete di ricchezze CEC 167 1 Il popolo di Dio, che ha ricevuto il grande messaggio della verità, non deve dimenticare che sta aspettando e vegliando in vista del ritorno del Signore sulle nuvole del cielo. Non deve dimenticare di lottare contro il male e di rivestire "l'armatura di Dio". Nessuno si faccia idoli d'oro, d'argento e offra il suo cuore alle realtà terrene e agli interessi temporali. C'è una mania di speculare sui terreni che sembra dilagare sia nelle città sia nelle campagne. Gli antichi e sani principi che assicurano la tranquillità economica perdono la loro popolarità. L'abitudine di acquisire ingenti ricchezze grazie al lavoro e al risparmio è un'abitudine trascurata da molti e ritenuta ormai superata in questa era di progresso. CEC 167 2 Il desiderio di impegnarsi in speculazioni, acquistando in città e in campagna appezzamenti di terreno o qualsiasi altra cosa che prometta ingenti guadagni immediati ha raggiunto un livello tale di frenesia che la mente, il pensiero e il lavoro sono tutti tesi verso l'obiettivo di assicurarsi buona parte dei tesori terreni nel minor tempo possibile. Alcuni dei nostri giovani vengono trascinati verso la rovina proprio a causa di questa febbrile sete di ricchezza. Questo forte desiderio di guadagno prepara il terreno alle tentazioni del nemico, tentazioni così forti che molti non sanno resistere. Il desiderio di arricchirsi CEC 167 3 Il desiderio di arricchirsi rapidamente e l'impegno mondano sono in perfetta contraddizione con la nostra fede e le nostre dottrine. Se il Signore impartisse il suo spirito e cercasse di infondere nuova vita alla sua opera, mi chiedo quanti avrebbero fame del cibo celeste e sete dell'acqua della vita. (...) CEC 167 4 Vedo che alcuni dei nostri fratelli corrono il pericolo di affermare come il ricco stolto: "Bene! Ora hai fatto molte provviste per molti anni. Riposati, mangia, bevi e divertiti!" Luca 12:19 (Tilc). Molti dimenticano di essere amministratori di Dio e dicono: "Domani sarà come oggi, ce n'è in abbondanza". Isaia 56:12 (Tilc). Dio esamina ogni transazione commerciale. Attenzione! È giunto il momento di occuparsi seriamente di accumulare ricchezze in cielo "Là i tarli e la ruggine non le distruggono e i ladri non vanno a rubare". -- Special Testimonies on Education 17:4, 5. Infatuati da nuove iniziative CEC 168 1 Se una nuova industria si insedia nella zona, alcuni uomini, che dicono di credere nella verità, troveranno il modo di reperire del denaro per investirlo. Dio conosce perfettamente il cuore di tutti gli uomini, ogni loro motivazione egoistica e quindi consente che si presentino delle circostanze che mettano alla prova coloro che si professano membri del suo popolo per rafforzare il loro carattere. In certi casi il Signore lascia che gli uomini vadano nella direzione che hanno scelto e finiscano col riportare un completo fallimento, le loro speranze vengono infrante perché Egli non li ha sostenuti e i loro beni si dissolvono. CEC 168 2 Coloro che si interessano realmente al progresso dell'opera di Dio e desiderano qualcosa in vista del suo sviluppo si renderanno conto che si tratta di un investimento sicuro. Alcuni riceveranno il centuplo in questa vita e in futuro la vita eterna. Non tutti otterranno una simile ricompensa perché non sarebbero in grado di gestirla. Entrando in possesso di tanto denaro potrebbero diventare degli amministratori poco saggi. Il Signore limita, per il loro bene, i capitali affidati, ma il loro tesoro in cielo è al sicuro. Ci può essere investimento migliore? Inebriati dalla prospettiva di nuovi guadagni CEC 168 3 Il desiderio di molti fratelli di guadagnare velocemente li porta a intraprendere nuove attività e a investire fondi, ma molto spesso accade che le loro aspettative non si realizzino. Essi perdono, infatti, quello che avrebbero potuto investire per l'opera di Dio. Propendono verso queste nuove iniziative senza quasi rendersi conto che nel passato erano sfociate nel fallimento e si dimostrano piuttosto restii a imparare. Satana li lusinga e li confonde con il miraggio di guadagni fittizi. Quando le loro speranze sono del tutto svanite cadono preda di quello scoraggiamento che nasce dopo una folle avventura. Se perdono del denaro considerano questa esperienza come una sventura personale, come se l'esistenza stessa non avesse più significato. Dovrebbero ricordarsi che stanno utilizzando del denaro che non appartiene loro e che sono soltanto degli amministratori. Dio è dispiaciuto a causa dell'uso sbagliato dei mezzi che gli appartengono e che avrebbero potuto essere utilizzati per la proclamazione della verità. Nel giorno del giudizio l'economo infedele dovrà rendere conto della sua amministrazione. -- Testimonies for the Church 1:225, 226. Per evitare un impegno costante CEC 169 1 Oggi Satana desidera ritardare in tutti i modi il completamento dell'opera di proclamazione del messaggio divino sviando le menti grazie ad affari sbagliati, che manifestano apparentemente una grande generosità. CEC 169 2 Se una simile prassi avrà successo altri desidereranno sperimentarla. In questo modo le verità che ci distinguono, e che se fossero ben comprese impedirebbero questo modo di agire, perdono la loro efficacia. CEC 169 3 Alcuni inventeranno qualche sistema speculativo per far denaro e altri si affretteranno ad approfittarne per trarne il massimo vantaggio. Si impegneranno in attività speculative che distoglieranno le loro menti dalla loro crescita spirituale per metterle in grado di affrontare le difficoltà che si presenteranno negli ultimi giorni. CEC 169 4 Il grande nemico degli uomini ha elaborato con cura i suoi piani e cercherà con ogni mezzo di attuarli in modo da riportare dei successi. Qualcosa di questo genere, che permette risultati sicuri, è stato presentato qualche tempo fa ai membri di chiesa. [Si fa riferimento a un piano speculativo, relativo a terreni e miniere, presentato agli avventisti, il cui ricavato sarebbe stato consacrato all'opera del Signore. Nota dei compilatori]. Quando giungerà il momento di valutare i guadagni si registrerà un completo fallimento. Tutto ciò ha contribuito a confondere la mente delle persone. Esse infatti consideravano quel piano migliore di un lavoro impegnativo, ma onesto, svolto con perseveranza e confidando nel Signore. (...) Distogliere le menti dalla verità CEC 169 5 Ogni iniziativa di questo genere che suscita il desiderio di arricchirsi rapidamente, tramite la speculazione, distoglie la mente delle persone dalle verità più solenni che siano state mai rivelate agli uomini. Per un certo periodo di tempo possono anche presentare delle prospettive incoraggianti ma si concluderanno con un fallimento. Il Signore non approva nessuna iniziativa del genere, in quanto essa ostacola l'opera che consiste nel presentare quelle solenni verità che devono essere proclamate. -- Special Testimonies on Education 17:15-19. Un'insidia di Satana CEC 169 6 Molte volte, quando il Signore offre ai fratelli l'occasione di consacrare i loro beni per lo sviluppo della sua opera, gli agenti di Satana presentano loro qualche iniziativa grazie alla quale essi potrebbero raddoppiare il loro denaro. Essi cadono nella trappola, investono e l'opera, ma molto spesso anche loro, non ne ricavano neppure un dollaro. CEC 170 1 Fratelli ricordatevi della proclamazione del messaggio divino e quando avete del denaro a disposizione consacratelo in vista del vostro futuro per conseguire la vita eterna. Gesù, per amor vostro, è diventato povero affinché voi attraverso la sua povertà poteste accumulare le ricchezze celesti. Che cosa darete a Gesù che ha dato tutto per voi? -- Testimonies for the Church 5:154, 155. ------------------------Capitolo 46: La tentazione di speculare CEC 170 2 Satana ha distrutto la vita di molte persone conducendole sulla via della tentazione. Si presenta, come si presentò a Cristo, tentandole con le ricchezze terrene. Propone di effettuare degli investimenti in questa o quell'impresa ed esse, in buona fede, seguono le sue indicazioni. CEC 170 3 Sono tentati di trascurare i loro principi per riuscire, se possibile, a concludere ottimi affari. Il loro modo di procedere può essere del tutto legale, secondo le regole del diritto vigente, ma non hanno l'approvazione di Dio. Le loro motivazioni sono messe in discussione dai fratelli e sono sospettati di imbrogli a loro favore, e sfuma quindi quel prezioso influsso che doveva essere salvaguardato in favore dell'opera di Dio. Gli affari, che gestiti da una persona priva di scrupoli, potrebbero avere un certo successo economico, sono del tutto inadeguati per un discepolo di Cristo. CEC 170 4 Tutte queste speculazioni presentano difficoltà impreviste e costituiscono una dura prova per quanti vi si avventurano. Spesso si verificano delle circostanze che inducono a riflettere sulle motivazioni da cui sono animati questi fratelli. Ora, sebbene queste esperienze possano risultare decisamente negative, ciò non dovrebbe mai costituire un test definitivo sulla valutazione del carattere. Comunque rappresentano spesso un momento decisivo nell'esperienza e nel destino di una persona. Il carattere può venire trasformato dalla forza delle circostanze in cui l'individuo stesso è venuto a trovarsi. Un esperimento pericoloso CEC 171 1 Mi è stato mostrato che il nostro popolo vive un'esperienza rischiosa impegnandosi in speculazioni. Esso, infatti, si mette sul terreno del nemico esponendosi a grandi tentazioni e delusioni, a prove e perdite. CEC 171 2 Si impegna in un'attività febbrile, accompagnata dal desiderio di procurarsi dei mezzi economici più rapidamente di quanto possano consentire le attuali circostanze. Si ricorre a delle innovazioni nella speranza di guadagnare altro denaro. Spesso le aspettative non si realizzano ed ecco delinearsi lo scoraggiamento, perché invece di progredire si regredisce. Questo si è verificato per alcuni a... Essi si sono allontanati da Dio. CEC 171 3 Se il Signore avesse fatto prosperare alcuni dei nostri cari fratelli grazie alle loro speculazioni, la cosa avrebbe provocato la loro rovina eterna. Dio ama il suo popolo e ama quanti sono stati sfortunati. Se essi comprenderanno le lezioni che vuole insegnare loro, la sconfitta alla fine verrà mutata in vittoria. L'attaccamento alle realtà terrene ha sostituito l'amore per Cristo. Quando la porta del cuore è libera di aprirsi per rispondere all'invito di Gesù, Egli verrà e prenderà possesso di tutto il nostro essere. -- Testimonies for the Church 4:616-618. Inganni allettanti CEC 171 4 Oggi dobbiamo affrontare tutti delle difficoltà. Satana sta operando con le sue seduzioni e con i suoi inganni e molti pensano che grazie alle loro capacità sono riusciti a realizzare un buon affare. Ma mentre si sentono al sicuro, e si abbandonano al loro egoismo, imparano che Dio può disperdere molto più rapidamente di quanto essi abbiano accumulato. -- Special Testimonies on Education 17:6. Prospettive svianti CEC 171 5 Molti hanno prestato il loro denaro alle nostre istituzioni perché venisse usato per realizzare dei progetti alla gloria del Maestro. Satana, però, suggerirà dei programmi che creeranno nelle menti dei nostri fratelli un vivo desiderio di tentare la fortuna come in una lotteria. Prima uno, poi un altro vengono allettati dalle prospettive di notevoli guadagni investendo il denaro in terreni. CEC 172 1 Essi allora trattengono il denaro delle offerte per le nostre istituzioni e lo seppelliscono, per così dire, in modo che l'opera del Signore non ne tragga alcun beneficio. CEC 172 2 Se poi qualcuno ha successo, è talmente fiero di aver guadagnato alcune centinaia di dollari che decide di continuare per cercare di ricavare, se possibile, altro denaro. Si noti che tutto ciò viene fatto col denaro delle istituzioni che, in questo modo, non ne traggono alcun vantaggio. Egli continua così a investire in beni immobili o in miniere, sempre in suo favore. Gli espedienti di Satana hanno successo sicuro in quanto anziché aumentare i fondi da mettere a disposizione delle nostre istituzioni egli li trattiene per tentare la fortuna nel campo degli affari. Viene alimentata l'avidità e l'uomo meschino per natura rifiuta di offrire anche poche lire per metterle a disposizione dell'opera di Dio. -- Special Testimonies on Education 17:8. La speculazione fra i pastori CEC 172 3 Siamo giunti ai tempi della fine. Non dobbiamo soltanto predicare la verità dall'alto di un pulpito, ma anche viverla nella nostra vita quotidiana. Esaminate accuratamente su cosa si fondano le speranze della salvezza. Se diffondete la verità, se avvertite del pericolo imminente, i vostri interessi non possono essere impegnati nelle speculazioni finanziarie di miniere e terreni e nello stesso tempo compiere l'opera sacra che vi è stata affidata. Quando ci si impegna per la salvezza degli uomini, quando si vive nell'ottica delle realtà eterne, non ci si può impegnare in due direzioni opposte. CEC 172 4 È proprio quello che è successo. Tutto preso dai suoi affari, non si è occupato di conservare un cuore sensibile. Si è lasciato coinvolgere dal desiderio febbrile di accumulare denaro. Si è interessato dei vantaggi economici che molte persone potevano trarre da investimenti immobiliari a .... Ha continuato a sottolineare gli aspetti positivi di questa speculazione e tutto ciò nonostante lei sia un pastore consacrato che si era impegnato a dedicarsi totalmente alla salvezza degli uomini. Contemporaneamente ha ricevuto dai fondi della chiesa il denaro destinato a mantenere lei e la sua famiglia. Il vostro modo di parlare distoglie l'attenzione e il denaro dei nostri membri dai fondi delle nostre istituzioni e dall'opera che consiste nel promuovere l'istaurazione del regno di Dio sulla terra. Aveva intenzione di suscitare in loro il desiderio di investire i loro capitali là dove sarebbero stati raddoppiati in poco tempo e di abbagliare tutti con la prospettiva di collaborare meglio in favore dell'opera di Dio, tramite questo metodo. (...) Per non mescolare sacro e profano CEC 173 1 Il pastore non dovrebbe lasciarsi coinvolgere dagli impegni terreni ma rimanere fedele a Dio per dare il perfetto esempio di ciò che significa essere cristiani. Egli dovrebbe distaccarsi da tutto ciò che potrebbe, in qualsiasi modo, allontanarlo dallo spirito di Dio e dalla grande opera che gli è stata affidata. Il Cristo si aspetta che in quanto fedele collaboratore assomigli a lui nello spirito, nel pensiero, nelle parole e negli atti. Egli pensa che tutti coloro che trasmettono ad altri le Sacre Scritture lavorino con cura e diligenza, non esercitando il loro potere sconsideratamente, senza ammalarsi o sovraffaticarsi ma per compiere ogni opera alla gloria di Dio. -- Testimonies for the Church 5:530, 531. Speculazioni relative ai terreni che circondano le istituzioni CEC 173 2 Ho ricevuto l'ordine di dire ai nostri fratelli di abbandonare ogni tipo di speculazione sleale per l'acquisto e la vendita di terreni circostanti la proprietà della nostra scuola. Ogni transazione, che si tratti di acquisti o di vendite, deve essere caratterizzata dalla massima onestà. Non deve essere tollerata nessuna forma di egoismo. I principi che hanno motivato la creazione della nostra scuola e che devono essere insegnati agli studenti come parte del loro programma scolastico, devono essere vissuti e sottolineati da coloro che si occupano in particolare degli interessi della scuola. Essi non possono, impegnandosi ad acquisire un guadagno personale, trascurare i principi di educazione cristiana che giustificano l'esistenza stessa delle nostre scuole. CEC 173 3 Giorno dopo giorno scriviamo per così dire la nostra storia per il presente e per il futuro. Ogni azione deve essere giusta e onesta, sia nelle vendite sia negli acquisti. Tutto ciò che presenta un carattere equivoco deve essere evitato perché questo scoraggerebbe i nostri fratelli e dispiacerebbe a Dio. I nostri membri hanno fatto grandi sacrifici perché questa proprietà fosse acquistata per la nostra scuola. Nessuno di coloro che perseguono guadagni personali approfittino dei fratelli che potrebbero essere costretti a sistemarsi vicino alla scuola. Si dovrebbe impedire a coloro che sono portati alla speculazione di venirsi a sistemare a... perché non rappresenterebbero una benedizione per la scuola, ma piuttosto un intralcio. Ricordiamo che Dio ci controlla e che ogni atto sleale compiuto a nostro vantaggio viene annotato nei registri del cielo. Supplico i nostri fratelli ad abbandonare ogni iniziativa a scopo di lucro. Ribadisco che nessuno cerchi di inserirsi nelle istituzioni scolastiche con lo scopo di trarne un vantaggio personale. Sforziamoci di dare il meglio di noi stessi nella vita spirituale affinché l'ambizione lasci spazio all'altruismo. Questo cambiamento si deve verificare in noi se vogliamo essere approvati da Dio. -- Lettera 72, 1909. La passione per le lotterie CEC 174 1 Collegata a questa attività [dei maghi di Battle Creek, ndt] c'è anche una lotteria: un giovane partecipandovi aveva guadagnato un orologio d'oro. L'orologio può essere autentico, può non esserci nessuna frode, ma la disonestà si nasconde dietro l'organizzazione. È a questo livello che si presenta il pericolo. Avendo guadagnato una volta vorrà riprovare. (...) Ci sono poi altri ragazzi a cui mostra il suo orologio, scatenando in loro uno spirito competitivo che li spinge a tentare la fortuna nello stesso modo. E così un altro ci riprova, e un altro ancora; questo influsso si estende dall'uno all'altro e Satana sa esattamente come condurre il gioco. -- Manoscritto 1, 1890. ------------------------Capitolo 47: Investimenti avventati CEC 174 2 Qualche tempo fa, mentre partecipavo al Campmeeting di San Jose (Manoscritto 1, 1905), alcuni dei nostri fratelli mi presentarono ciò che consideravano una meravigliosa occasione d'investimenti in un affare di miniere e ferrovie che avrebbe garantito dei buoni guadagni. Sembravano fiduciosi nella buona riuscita dell'affare e parlavano del bene che avremmo potuto fare con le eventuali entrate. CEC 174 3 Altri, fra i presenti, sembravano interessati a capire come avrei accolto la loro proposta. Dissi loro che tali investimenti erano rischiosi e che non avrebbero avuto un sicuro successo. Parlai loro delle ricompense eterne che erano previste per coloro che depositavano le loro ricchezze in cielo; ma in merito a queste avventure incerte, li supplicavo in nome di Cristo, di rinunciarvi subito. CEC 174 4 Durante la notte ricevetti l'ordine di dire alla chiesa che non era fedele alla volontà di Dio e che coloro che credevano nel suo prossimo ritorno non investissero il loro denaro in affari relativi alle miniere. Ciò equivaleva a nascondere sotto terra i talenti di nostro Signore. Vi leggerò una copia della lettera che scrissi a uno di quei fratelli: San Jose, California, 2 luglio 1905 CEC 175 1 Caro fratello, mi avete presentato una proposta d'investimento in un affare riguardante delle miniere. Siete convinto che questo investimento avrà successo e pensate che sarete così in grado di collaborare meglio nell'opera di Dio. CEC 175 2 Il Signore mi ha fatto sapere che alle riunioni a cui parteciperò incontrerò degli uomini che incoraggeranno i nostri membri a investire il loro denaro in imprese minerarie. Mi ha pregato di dirvi che si tratta di un inganno del nemico per appropriarsi o farvi sprecare i fondi che sarebbero stati estremamente importanti per sostenere l'opera di Dio. Si tratta di un inganno degli ultimi tempi per far perdere ai figli di Dio il denaro che era stato loro affidato perché lo consacrassero all'opera della salvezza delle anime. Proprio perché molto denaro viene investito in queste iniziative così incerte, l'opera di Dio è paralizzata dalla mancanza di talenti che permetterebbero di condurre uomini a Cristo. (...) CEC 175 3 La notte scorsa, in una visione, ho trasmesso un messaggio di avvertimento contro le speculazioni terrene. Ho detto: "Vi invito a partecipare alla più grande impresa mineraria che sia mai stata intrapresa. CEC 175 4 "Il regno di Dio è simile ad un tesoro nascosto in un campo. Un uomo lo trova, lo nasconde di nuovo, poi, pieno di gioia corre a vendere tutto quello che ha e compera quel campo". Matteo 13:44 (Tilc). CEC 175 5 Se investo nella miniera del Signore i guadagni sono sicuri. Egli dice: "Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, e l'anima vostra godrà di cibi succulenti!" Isaia 55:2. CEC 175 6 "Il regno di Dio è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose. Quando ha trovato una perla di grande valore egli va a vendere tutto quello che ha e compera quella perla". Matteo 13:45, 46 (Tilc). CEC 176 1 Caro fratello, volete fare un investimento per assicurarvi il possesso della perla di gran prezzo? (...) Quella è la miniera in cui potete investire senza correre il rischio di rimanere deluso. Ma, caro amico, non dobbiamo investire neanche un dollaro del denaro del Signore in un'impresa mineraria sulla terra. Sono estremamente rattristata per il fatto che i membri hanno commesso l'errore di utilizzare il capitale ricevuto da Dio in imprese minerarie pensando di aumentare le loro entrate. La prospettiva può sembrare allettante ma purtroppo molti sono rimasti delusi. CEC 176 2 Ricordo il caso di un fratello che era interessato all'opera di Dio. Qualche anno fa, quando mi trovavo in Australia, questo fratello mi scrisse dicendomi che avrebbe acquistato una miniera da cui sperava di trarre grossi profitti. Diceva che avrebbe voluto darmi una parte dei suoi guadagni. In quell'occasione mi scrisse dicendo: "Le prospettive sono buone. Ben presto avremo un utile". Ma questi utili non si concretizzarono e dopo aver speso migliaia di dollari questa avventura risultò un insuccesso completo. CEC 176 3 Questo è uno dei numerosi casi di cui sono giunta a conoscenza. Molti mi hanno espresso la preoccupazione di aver incoraggiato qualcuno a investire il suo denaro in un'impresa mineraria. Se qualcuno ha ricevuto da un fratello o da una sorella il denaro destinato a un simile affare è suo dovere restituirlo al proprietario, se quest'ultimo ne ha manifestato il desiderio. CEC 176 4 Vi avverto di fare attenzione al modo in cui gestite i beni del Signore. Riponendo le vostre ricchezze in cielo vi assicurate una rendita proveniente dall'inestinguibile tesoro del suo regno. CEC 176 5 Il popolo di Dio si è accontentato troppe volte di verità superficiali. Dobbiamo ricercare con diligenza le verità profonde ed eterne che si allontanano dalla parola di Dio. Quando le avremo trovate venderemo con gioia tutto ciò che possediamo per poter acquistare il campo. -- Special Testimonies on Education 17:8-13. ------------------------Capitolo 48: Vivere secondo le proprie possibilità economiche CEC 179 1 Molti non sono abituati a gestire le proprie finanze mantenendo le spese entro i limiti delle entrate. Essi non si adattano alle circostanze, ricorrono continuamente ai prestiti e in poco tempo sono sopraffatti dai debiti che provocano in loro un sentimento di impotenza e scoraggiamento. CEC 179 2 Molti trascurano l'opera di Dio, il loro denaro in divertimenti, abiti e stravaganze e quando viene fatto un appello per far progredire l'opera nel loro paese o all'estero, non hanno nulla da offrire e i loro conti sono spesso scoperti. Essi derubano Dio delle decime e delle offerte e con la loro egoistica superficialità si espongono a tentazioni pericolose, diventando vittime delle astuzie di Satana. Dobbiamo fare molta attenzione e non permetterci di spendere del denaro per cose inutili, unicamente in funzione dell'esteriorità. Non dovremmo assecondare le nostre tendenze istintive che ci porteranno a imitare le abitudini della nostra società a scapito dell'opera di Dio. -- The Review and Herald, 19 dicembre 1893. Operosità e risparmio nella gestione familiare CEC 179 3 Caro fratello e cara sorella, mi è stato mostrato che avete molto da imparare. Non avete vissuto secondo le vostre possibilità economiche, non avete imparato a risparmiare. Se percepite un buon salario non sapete come gestirlo. Siete sensibili ai vostri gusti e ai vostri desideri, senza agire con prudenza. A volte spendete il vostro denaro per alimenti costosi che sono al di sopra delle vostre possibilità economiche. Il denaro esce troppo facilmente dalle vostre tasche. (...) CEC 179 4 Non è giusto che non utilizziate tutte le vostre facoltà, così come il ricco conserva egoisticamente le sue ricchezze solo per il piacere di agire in questo modo. Non vi impegnate sufficientemente per il sostentamento della vostra famiglia. Siete disposti a lavorare solo quando capita o vi risulta congeniale, senza pensare che sia un vostro dovere utilizzare al massimo il vostro tempo e le vostre energie nel rispetto del Signore. CEC 179 5 Vi siete impegnati in un affare che vi ha procurato entrate consistenti. Avendo guadagnato molto denaro non vi siete preoccupati di risparmiare in vista di momenti più difficili e avete speso molto denaro per soddisfare bisogni fittizi. Se entrambi aveste compreso che Dio vi imponeva di rinunciare ai vostri gusti e ai vostri desideri per risparmiare, senza vivere solo in funzione del presente, ora potreste disporre dei mezzi necessari per condurre un'esistenza tranquilla con la vostra famiglia. Dovete imparare subito un metodo, per gestire le vostre finanze: si tratta di imparare a risparmiare. (...) Gesù compì un miracolo sfamando cinquemila persone e in quell'occasione insegnò un'importante lezione: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Giovanni 6:12 (Tilc). Voi avete compiti importanti da adempiere. "Non abbiate debiti con nessuno..." Romani 13:8 (Tilc). Se foste ammalati o nell'impossibilità di lavorare, i vostri fratelli si sentirebbero in dovere di aiutarvi. Ma nel vostro caso, quando vi siete trasferiti, tutto ciò di cui avevate bisogno era qualcosa per aiutarvi a sistemarvi. Dovete fare il possibile per vivere secondo le vostre entrate, in questo modo non avrete preoccupazioni. Dovete essere disposti a lavorare per piccoli guadagni cosi come lo sareste per altri più consistenti. La regolarità nell'impegno lavorativo e il risparmio vi avrebbero permesso di vivere in condizioni molto più favorevoli. -- Testimonies for the Church 2:431-436. Risparmiatori per principio CEC 180 1 Coloro che rispondono positivamente agli appelli per sostenere l'opera di Dio e aiutare coloro che soffrono o sono in difficoltà, non fanno parte della categoria dei trascurati, dei pigri e dei negligenti. Essi fanno sempre attenzione che le loro spese non superino le entrate. Sono risparmiatori per principio e considerano un vero e proprio dovere economizzare per poter avere qualcosa da offrire. -- Testimonies for the Church 4:573. L'altruismo CEC 180 2 Ho visto famiglie povere sopraffatte dai debiti mentre i loro figli non erano stati abituati a rinunciare per aiutare i loro genitori. In una famiglia a cui avevo fatto una visita, le figlie espressero il desiderio di avere un pianoforte di un certo valore. I genitori avrebbero soddisfatto volentieri questa richiesta, ma avevano molti debiti. Le figlie lo sapevano e se fossero state abituate a rinunciare non avrebbero costretto i genitori a dover rifiutare loro quell'acquisto; nonostante fossero perfettamente al corrente dei problemi finanziari della famiglia esse non se ne curavano. Continuavano a presentare sempre la stessa richiesta e per i genitori era sempre più difficile rifiutarla. CEC 180 3 In occasione di un'altra visita vidi in casa lo strumento tanto desiderato e mi resi conto che i loro debiti erano aumentati di molte centinaia di dollari. Non sapevo chi biasimare di più: i genitori indulgenti o le figlie egoiste? Tutti erano colpevoli davanti a Dio. Questo è uno dei tanti possibili esempi. Queste giovani, che si professavano cristiane non avevano mai abbracciato la croce di Cristo perché la prima lezione da imparare è quella della rinuncia. Il Salvatore ha detto: "Se qualcuno vuol venire con me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Matteo 16:24 (Tilc). Non possiamo diventare discepoli di Cristo se non adempiamo a questa condizione. -- The Signs of the Times, 31 marzo 1887. ------------------------Capitolo 49: Impedire che l'opera di Dio venga criticata CEC 181 1 La religione che professate stabilisce come vostro dovere quello di ripartire il vostro tempo fra i sei giorni lavorativi e la frequenza alle riunioni della chiesa il sabato. Non siete diligenti. Lasciate che scorrano le ore, i giorni e anche le settimane senza far nulla. Il miglior sermone che potreste predicare al mondo sarebbe quello di mostrare una riforma decisiva nella vostra vita e provvedere ai bisogni della vostra famiglia. Paolo disse: "Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi parenti, specialmente di quelli della sua famiglia, costui ha già tradito la sua fede ed è peggiore di uno che non crede". 1 Timoteo 5:8 (Tilc). CEC 181 2 La chiesa verrà criticata se per un certo tempo, lasciandosi andare all'indolenza, vi ritroverete obbligati a contrarre dei debiti per nutrire la vostra famiglia. Non siete sempre così onesti da pagare scrupolosamente questi debiti e allora cambiate residenza. In questo modo ingannate il prossimo. La nostra società si aspetta che coloro che si definiscono cristiani manifestino una profonda integrità. Un uomo che non si preoccupa di pagare i propri debiti rischia di indurre gli altri a considerare la nostra denominazione indegna di ricevere fiducia. CEC 181 3 "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro". Matteo 7:12. Questo principio riguarda sia coloro che lavorano direttamente, sia coloro che offrono. Dio vi ha dato energie e capacità, ma voi non le avete utilizzate. La vostra forza è sufficiente per provvedere abbondantemente ai bisogni della vostra famiglia. Se fosse necessario, alzatevi al mattino quando le stelle brillano ancora. CEC 181 4 Fate un programma per realizzare un certo obiettivo e poi passate all'azione. Adempite ognuno dei vostri obblighi salvo che la malattia non ve lo impedisca. Sarebbe meglio privarsi del cibo e del sonno piuttosto che non restituire agli altri ciò che dovete loro. -- Testimonies for the Church 5:179, 180. Cosa richiede l'ottavo comandamento CEC 182 1 L'ottavo comandamento proibisce il sequestro di persona, la schiavitù, il furto, la rapina e le guerre di conquista. Esige una scrupolosa onestà nelle piccole cose della vita; proibisce le frodi commerciali ed esige il pagamento dei debiti e dei giusti salari. Insegna che ogni atto che mira a trarre vantaggio dall'ignoranza, dalla debolezza o dall'infelicità altrui è annotato nei registri celesti come un reato. -- Patriarchs and Prophets, 309. Uno degli inganni di Satana CEC 182 2 Ognuno deve saper risparmiare. Nessun collaboratore di Dio dovrebbe contrarre dei debiti. (...) Quando qualcuno si indebita volontariamente si troverà invischiato in una delle tentazioni di Satana. -- The Colporteur Evangelist, 67. L'indebolimento della fede provoca lo scoraggiamento CEC 182 3 Caro fratello, Mi dispiace che lei si trovi in una simile situazione, cioè in difficoltà per il suo debito. Molti sono preoccupati e infelici a causa delle loro condizioni economiche. (...) CEC 182 4 Il Signore partecipa alle sue difficoltà. Egli desidera accordarle la consolazione dello Spirito Santo affinché possa sentirsi sollevato dalla sua presenza e dal suo amore. Queste esperienze potranno risultare preziose se non tarderà a prenderne in considerazione i risultati. Non dovrebbe permettersi di vivere con una situazione economica difficile, aggravato dai debiti, perché la sua fede ne risulterà indebolita e ciò provocherà in lei scoraggiamento, e solo il pensiero di simili preoccupazioni potrà incidere sul suo sistema nervoso. Deve cercare di limitare le sue spese e impegnarsi a correggere i suoi difetti di carattere. Può e deve fare degli sforzi ben precisi per dominare la sua propensione a spendere più che a guadagnare. -- Lettera 48, 1888. Un'abitudine negativa CEC 183 1 L'abitudine di prendere denaro in prestito, per sopperire a necessità urgenti, senza programmare come restituirlo, ha effetti negativi. Il Signore desidera che i credenti adottino simili abitudini. Dovrebbero accettare di trovarsi in difficoltà piuttosto che fare una scelta disonesta. Nessuno può ricorrere alla prevaricazione o alla disonestà amministrando i beni del Signore senza sentirsi colpevole. Tutti coloro che agiscono in questo modo rinnegano Cristo, pur professando di osservare e insegnare i comandamenti di Dio. Essi non difendono i principi della legge di Dio. Se coloro che conoscono il messaggio della verità non trasformano il loro carattere grazie al suo influsso santificante saranno responsabili della propria sconfitta e di quella di altri. Non rappresenteranno degnamente la verità, provocando critiche e disonorando Cristo che è verità. -- Manoscritto 168, 1898. ------------------------Capitolo 50: Un invito alla preghiera o alla comprensione della propria vocazione CEC 183 2 Caro fratello e sorella, Provo per voi una profonda simpatia e prego perché consideriate la realtà nella sua giusta dimensione. Dovete comprendere che non è possibile amministrare il proprio patrimonio contraendo dei debiti. (...) CEC 183 3 Quando un uomo si rende conto di non ottenere risultati, perché non prega o non decide di cambiare occupazione? Si profilano tempi difficili e il Signore accetta tutti coloro che possono collaborare con lui. Imparate a rinunciare e a sacrificarvi. Ogni iniziativa deve essere considerata con prudenza pregando in vista della sua realizzazione. Siate cauti, onorando Dio e comportandovi correttamente per non influenzare coloro che tentennano o si allontanano dalla giusta direzione. -- Lettera 63, 1897. Consigli a un colportore CEC 183 4 Nella sua lettera si lamenta di essere sommerso dai debiti. Ma non ha nessuna scusa da presentare per giustificare una simile situazione. (...) La sua abitudine a contrarre debiti, senza essere sicuro di poterli rimborsare, crea delle difficoltà ai suoi creditori, privandoli di quel poco di cui dispongono e suscitando pesanti critiche nei confronti dell'opera di Dio. Se si rendesse conto della gravità di questo atteggiamento non continuerebbe a comportarsi in questo modo. Se comprendesse il peso delle sue scelte non continuerebbe in questa direzione. Capirebbe che non è giusto derubare il suo prossimo, che sia credente o meno, e metterlo in difficoltà pur di soddisfare le proprie esigenze. CEC 184 1 Fratello..., il suo caso è serio. Il suo atteggiamento influenzerà negativamente altri colportori in modo irreparabile. Impedirà ad altri di intraprendere l'attività del colportaggio, per lavorare onestamente, perché essi verranno considerati con diffidenza. Dal momento che alcuni colportori si sono comportati male non ci si fiderà più di coloro che meritano invece comprensione e considerazione. In seguito a certe esperienze del passato, in cui l'opera di Dio ha subito gravi perdite, è comprensibile essere esitanti nel riporre la propria fiducia in uomini che hanno sottratto dei fondi, diminuendo così i mezzi a disposizione per sostenere attualmente la stessa opera? -- Lettera 36, 1897. Libertà nella rinuncia CEC 184 2 Dovete essere sicuri di non contrarre più nuovi debiti. Per non ricadere in simili situazioni, rinunciate piuttosto a mille altre cose. Essi sono stati la maledizione della vostra vita. Bisogna evitarli come la peggiore delle malattie. CEC 184 3 Impegnatevi solennemente con Dio, tramite la sua grazia, a rimborsare i vostri debiti senza non avere obblighi nei confronti di nessuno, a costo di nutrirvi di pane e latte. Preparando il vostro cibo è facile spendere in cose superflue. Fate attenzione anche a poche lire; anche pochi spiccioli finiscono per formare somme considerevoli. Fino a quando avrete debiti da pagare sforzatevi di vivere con uno spirito di rinuncia. (...) Non esitate, non scoraggiatevi e non tornate indietro. Controllate i vostri desideri e i vostri appetiti, risparmiando quel denaro che vi aiuterà a rimborsare i debiti. Quando ve ne sarete completamente liberati, non dovendo nulla a nessuno, avrete riportato una grande vittoria. -- Lettera 4, 1877. Un debito non deve ostacolare la nostra generosità CEC 184 4 Alcuni non hanno compreso il programma dell'economato cristiano e non vi si sono adeguati, con il pretesto che avevano ancora dei debiti sospesi e volevano applicare il principio di non dover nulla a nessuno. Il fatto di aver contratto dei debiti non li scusa. Vidi che essi dovevano rendere a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Alcuni sono molto convinti di dover aderire al principio di non contrarre debiti e pensano che Dio non possa esigere nulla da loro fino a quando non avranno regolato certe pendenze. Fanno torto a loro stessi. Trascurano di restituire a Dio ciò che gli appartiene. Ognuno deve presentare al Signore un'offerta adeguata. Coloro che hanno dei debiti devono pagarli con ciò che possiedono e poi offrire una parte di ciò che resta. -- Testimonies for the Church 1:220. ------------------------Capitolo 51: Pagare i debiti contratti per i luoghi di culto CEC 185 1 Mi rallegro con voi per la vostra decisione di pagare tutti i debiti relativi ai vostri luoghi di culto. Si sarebbe potuta risparmiare un'ingente somma se ogni anno ci si fosse impegnati in questa direzione. Non c'è ragione perché i nostri luoghi di culto continuino, anno dopo anno, a sopportare il peso dei debiti. Se ogni membro di chiesa compie il suo dovere con spirito di rinuncia e sacrificio in favore del Signore, a cui appartiene per diritto di riscatto, affinché la sua chiesa venga alleggerita dai debiti, onorerà Dio. CEC 185 2 Le grandi istituzioni, che sono strumenti a disposizione di Dio, non devono indebitarsi. Ogni anno ingenti somme sono spese per gli interessi dei debiti. Se questo denaro fosse utilizzato per estinguere il debito, non sarebbe necessario impegnare somme considerevoli per pagare gli interessi. L'abitudine di contrarre debiti è veramente negativa. Come sarebbe preferibile, tramite sforzi costanti, procurarsi il denaro necessario per la costruzione affinché il luogo di culto possa essere inaugurato senza nessun tipo di debiti. Quando costruiamo una chiesa vogliamo impegnarci con perseveranza per offrire a Dio, il giorno della consacrazione, un luogo di culto libero da ogni debito? (...) CEC 186 3 Il Signore mi ha mostrato che le nostre chiese in Australia e Nuova Zelanda non devono essere oberate dai debiti. Il debito provoca trascuratezza per le cose sacre perché motivazioni personali ed egoistiche hanno la preminenza e assorbono tutti gli interessi. (...) La chiesa di Dio deve ricevere i nostri onori e tutto il resto deve essere considerato in secondo piano. Le nostre idee devono essere elevate, nobilitate e santificate. La mondanità e l'avidità sono state tollerate dai genitori nei figli, nella famiglia e fra gli amici. Il denaro è stato utilizzato per fini e in momenti in cui non serviva per onorare Dio, e creava un danno reale. Sono stati fatti doni a figli, genitori e amici mentre le offerte, destinate per scopi che Dio poteva gradire, sono state ridotte in entità e frequenza. (...) Ipoteche sui luoghi di culto CEC 186 1 Le domande che si deve porre ogni cristiano sono queste: provo un profondo amore per Gesù? Amo la sua casa? (...) Il mio amore per Dio e per il mio Redentore è sufficientemente forte da spingermi alla rinuncia? Quando sono tentato di esaudire i miei desideri e dedicarmi a distrazioni egoistiche riesco a dire "Non spenderò nulla per me stesso fino a quando la casa di Dio è ipotecata o è costruita grazie ai debiti"? Il Cristo non deve essere l'oggetto delle mie maggiori preoccupazioni? Non deve esigere questo segno del nostro rispetto e della nostra lealtà? CEC 186 2 Tutto ciò deve motivare la nostra vita affettiva nella famiglia e nella chiesa. Se lo spirito, la mente, le energie sono interamente consacrate a Dio, se tutta la nostra affettività è concentrata su di lui, Dio avrà il primo posto. Vi rende rete conto cosa significa collaborare con Gesù in un'opera sacra. L'edificio costruito come luogo di culto non poggerà sui debiti. Una realtà simile significherebbe quasi rinnegare la vostra fede. -- Lettera 52, 1897. I debiti relativi ai luoghi di culto disonorano Dio CEC 186 3 Lasciare che le nostre chiese siano sopraffatte dai debiti equivale a disonorare Dio. Una simile prassi non deve essere considerata accettabile. Implica una cattiva amministrazione e disonora il Dio del cielo. Leggete e studiate, pregando, il quarto capitolo del libro di Zaccaria; poi leggete il primo capitolo del libro di Aggeo e verificate se il suo contenuto non si applichi al vostro caso. Mentre pensate molto a voi stessi e ai vostri interessi trascurate di rendervi conto della realtà e continuate a costruire; oppure avete costruito con del denaro preso in prestito e non avete fatto nulla per pagare i debiti relativi ai vostri luoghi di culto. Volete sapere esattamente qual è il vostro dovere? Gli anni passano e ci si sacrifica ben poco per diminuire i debiti. Gli interessi assorbono tutto il denaro che dovrebbe essere usato per pagare il capitale. Perché non estinguere i debiti? CEC 187 1 Dio accusa i membri di chiesa di essere pigri. Egli non vuole che le cose sacre vengano trascurate e lasciate andare in rovina. Se ogni chiesa si sacrificasse le cose cambierebbero. "Mio è l'argento e mio è l'oro, dice l'Eterno degli Eserciti". Aggeo 2:8. CEC 187 2 Quando quest'oro e questo argento vengono utilizzati per fini egoistici, per soddisfare le proprie ambizioni, l'orgoglio o i desideri, Dio è disonorato. CEC 187 3 Degli uomini a cui erano state affidate delle responsabilità non si rendono conto che la realtà attuale è frutto della loro trascuratezza? CEC 187 4 Quando i membri di chiesa si preoccupano di abbellire le loro case utilizzando il denaro che appartiene a Dio (...) per scopi egoistici, mentre i fondi utilizzati dovevano servire a mantenere la casa di Dio nel miglior stato possibile e nessuna somma doveva essere prelevata per le spese correnti, essi non potranno essere benedetti. CEC 187 5 Ho ricevuto un messaggio dal Signore: le chiese devono risvegliarsi dal loro torpore e riflettere. "Mio è l'argento e mio è l'oro, dice l'Eterno degli eserciti". Aggeo 2:8. CEC 187 6 In quante famiglie utilizziamo l'argento e l'oro che appartengono a Dio per scopi egoistici senza far nulla per ridurre il debito della chiesa? Le chiese sono sommerse dai debiti non perché non possano pagarli, ma a causa dell'egoismo dei membri. Una tale trascuratezza disonora Dio e se le vostre entrate ne risultano limitate, conoscete qual è la causa. Se mettete il Signore al primo posto e comprendete che i debiti che gravano sulla sua chiesa lo disonorano, Egli vi benedirà. -- Manoscritto 116, 1897. Sono necessari consigli e collaborazione CEC 187 7 Caro fratello, in ogni iniziativa che adotta deve essere convinto che la strada intrapresa non le permette di agire secondo il suo punto di vista, ma secondo il consiglio proposto dai fratelli. Non ha avuto successo nel suo lavoro perché ha dimostrato uno spirito di eccessiva indipendenza. (...) Può chiedere in prestito del denaro, ma si è consultato con gli altri fratelli per elaborare i suoi progetti? Si è unito a loro per andare nella stessa direzione? (...) I punti di vista e i giudizi di un solo uomo non dovrebbero essere mai applicati unilateralmente se si tratta di costruire un luogo di culto. Ogni membro di chiesa che ha una responsabilità deve essere coinvolto in quest'opera e non spetta a un pastore assumersi personalmente una simile responsabilità. (...) Deve imparare a tenere in considerazione il punto di vista dei suoi fratelli e non impegnarsi senza il loro parere, consiglio o collaborazione. -- Lettera 49, 1900. Una rilassatezza insostenibile CEC 188 1 Mi è stato mostrato che molte chiese si incamminano in una direzione pericolosa contraendo e compiacendosi dei prestiti. In certi casi sono indebitati costantemente e devono pagare continuamente interessi. Simili casi non dovrebbero verificarsi perché non c'è motivo che sussistano. La situazione si presenterebbe diversamente se dimostrassero maggiore saggezza, tatto e zelo per il Maestro, come Dio esige da ogni suo collaboratore. I debiti verrebbero pagati. Lo spirito di rinuncia e di sacrificio opererebbe dei miracoli per la crescita spirituale della chiesa. Ognuno faccia qualcosa. Ogni fedele senta il desiderio di compiere il suo dovere. CEC 188 2 Non è assolutamente necessario che il comitato e la chiesa di .... siano aggravati dai debiti così come lo sono attualmente. Questa è la prova di un'amministrazione incauta. Dio ci esorta a sperimentare lo spirito di rinuncia. Egli chiede delle offerte a coloro che possono farne, anche i membri poveri sono in grado di collaborare. Quando si manifesta la volontà di agire, Dio indica delle possibilità. Il Signore non approva un'amministrazione aggravata dai debiti. CEC 188 3 Lo spirito di rinuncia permetterà a coloro che non si sono impegnati nel passato di fare qualcosa e di dimostrare che credono agli insegnamenti della Parola e alla verità per il nostro tempo. Tutti, giovani e anziani, genitori e figli devono manifestare la loro fede tramite le loro opere. La fede è resa perfetta dalle opere. Noi viviamo le ultime fasi della storia di questo mondo, ma soltanto pochi se ne rendono conto, perché l'attaccamento alle realtà terrene è venuto a interporsi fra Dio e lo spirito. -- Lettera 81, 1897. Costruzione della chiesa e della scuola di avondale CEC 188 4 In alcuni momenti è possibile realizzare degli obiettivi tramite sforzi precisi, rapidi e costanti. La data di apertura della nostra scuola era stata fissata, ma i nostri fratelli in tutto il paese avevano bisogno che venisse loro ricordata. CEC 188 5 Avevano atteso da molto tempo questo momento e ora avevano perso un po' di speranze. Rimaneva ancora molto da fare prima che fosse conclusa la costruzione, i fondi disponibili erano finiti e quindi i responsabili della costruzione dichiararono che i lavori non sarebbero stati completati per la data fissata. Noi rispondemmo che il momento previsto doveva essere rispettato: l'anno scolastico doveva iniziare. Abbiamo presentato il problema alla chiesa rivolgendo un appello ai volontari. Trenta uomini e donne offrirono la loro collaborazione e anche non disponendo di molto tempo, si misero al lavoro giorno e notte fino a quando la costruzione non fu terminata, pulita e arredata, pronta per essere utilizzata nel giorno fissato per l'apertura. CEC 189 1 La fede e la lealtà dei membri di chiesa furono sottoposti a una nuova prova quando arrivò il momento di costruire il luogo di culto. Ci riunimmo in comitato per risolvere questo problema. La via da percorrere era piena di difficoltà. Alcuni dissero: "Costruite subito un piccolo edificio e quando avremo altro denaro lo ingrandiremo perché per ora non possiamo permetterci di impegnarci di più". Altri dissero: "Aspettiamo fino a quando non avremo il denaro sufficiente per costruire un edificio adatto". Pensavamo di adottare questa posizione, ma durante la notte la parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: "Iniziate a costruire immediatamente". CEC 189 2 Decidemmo quindi di metterci al lavoro e con fede iniziammo le fondamenta. La notte seguente, ricevemmo dal Sud Africa un assegno di duecento sterline. Si trattava di un dono del fratello e della sorella Lindsay, di Città del Capo, per aiutarci nella costruzione di questo luogo di culto. CEC 189 3 La nostra fede era stata messa alla prova, avevamo deciso di iniziare il lavoro ed ecco che il Signore ci affidava una considerevole offerta per permetterci di iniziare. Grazie a questo incoraggiamento il lavoro poteva iniziare seriamente. Il comitato della scuola offrì il terreno e un dono di cento sterline. L'Unione ne inviò duecento e i membri di chiesa offrirono secondo le proprie possibilità. Alcuni amici non avventisti ci aiutarono, i costruttori offrirono una parte del loro tempo e ciò valeva quanto il denaro. CEC 189 4 In questo modo il progetto fu realizzato e ora abbiamo un bel luogo di culto con quattrocento posti. Ringraziamo il Signore per questa chiesa in cui possiamo adorarlo. Egli conosce tutte le peripezie che abbiamo affrontato. Quando si presentavano delle difficoltà il fratello Haskell, che dirigeva i lavori, riuniva gli operai e insieme invocavano la benedizione del Signore sulle loro persone e sull'opera da compiere. Il Signore esaudì le loro preghiere e la chiesa fu terminata in sette settimane. -- The Review and Herald, 1 novembre 1898. ------------------------Capitolo 52: Evitare di contrarre debiti per le istituzioni CEC 190 1 Dio non desidera che la sua opera sia continuamente gravata di debiti. Anche se sembra opportuno ampliare o apportare delle modifiche agli edifici delle nostre istituzioni, non andate al di là delle vostre possibilità. È meglio posticipare questi interventi fino al momento in cui Dio non procuri i mezzi affinché vengano realizzati senza contrarre grossi debiti o pagare forti interessi. CEC 190 2 Le case editrici hanno beneficiato degli investimenti dei nostri membri e in questo modo hanno potuto fornire dei capitali per sostenere i diversi settori dell'opera; sono anche intervenute nel bilancio di altre iniziative. Il Signore sa tutto ciò che è stato realizzato. Secondo le rivelazioni ricevute è necessario impegnarsi a non contrarre debiti. Le case editrici CEC 190 3 L'attività delle case editrici è stata finanziata grazie allo spirito di rinuncia e deve essere gestita con una certa propensione al risparmio. Il problema del finanziamento può essere risolto se, quando sono necessari dei fondi, gli operai sono disposti a sopportare una riduzione dei salari. Il Signore mi ha rivelato che questo principio dovrebbe caratterizzare le nostre istituzioni. Quando i capitali scarseggiano dobbiamo essere disposti a limitare le nostre esigenze. CEC 190 4 Calcoliamo con cura il prezzo delle nostre pubblicazioni e ognuno di coloro che lavora nelle nostre case editrici cerchi di essere economo nella gestione, anche se ne dovessero scaturire dei veri e propri inconvenienti. Fate attenzione alle piccole spese. Evitate quelle inutili. Sono le piccole perdite che poi incidono sul bilancio. Racimolate tutte le possibili entrate affinché nulla vada perso. Non sprecate il vostro tempo in chiacchiere. Un'opera compiuta con fede, diligenza e perseveranza avrà sempre successo. CEC 191 1 Alcuni pensano che la loro dignità possa venire sminuita occupandosi delle piccole cose. Essi pensano si tratti di ristrettezza mentale e propensione all'avarizia. Ma piccole perdite hanno contribuito a far affondare grosse imbarcazioni. Non deve essere tollerato nessuno spreco che andrà a favorire gli interessi di qualcuno. Una cattiva gestione creerà un aumento dei debiti delle nostre istituzioni. CEC 191 2 Si può accumulare molto denaro che verrà assorbito dalle piccole perdite di ogni settore dell'opera. Saper risparmiare non significa essere avidi. CEC 191 3 Chiunque è impiegato in una casa editrice deve vegliare affinché nulla vada sprecato. Tutti devono evitare futili esigenze che richiedono grossi investimenti. Molti vivono meglio con poco denaro a loro disposizione che altri con molto. La stessa cosa si verifica nelle nostre istituzioni; alcuni sanno dirigerle con pochi capitali rispetto ad altri. Dio desidera che tutti i suoi collaboratori siano economi e soprattutto che siano degli amministratori fedeli. -- Testimonies for the Church 7:206, 207. L'amministratore di un ospedale deve ridurre saggiamente le spese CEC 191 4 Coloro che lavorano nelle nostre istituzioni devono imparare a ridurre le spese in modo tale che queste istituzioni non siano gravate dai debiti. Occorre essere saggi nel settore degli acquisti. È necessario far rendere al massimo il denaro. Un'amministrazione oculata permette di economizzare molto denaro. CEC 191 5 Non si devono fare delle spese se non ci sono i fondi necessari. Alcune persone collegate con le nostre istituzioni contraggono dei debiti che potrebbero essere evitati. Può trattarsi di spese inutili per abbellire l'edificio. Il denaro è spesso impiegato per soddisfare piaceri e desideri. Contribuire personalmente alla produzione CEC 191 6 Ognuno deve impegnarsi con coraggio e diligenza a risparmiare piuttosto che a sprecare. Dite a coloro che hanno l'abitudine di spendere piuttosto che di produrre: è nostro dovere economizzare in ogni settore. Non posso incoraggiare la stravaganza. Non posso permettere che dei capitali vadano sprecati in investimenti non necessari. CEC 191 7 Tutti, dai maggiori responsabili a coloro che hanno incarichi meno importanti, devono imparare a risparmiare. Ognuno può dirsi: devo impegnarmi a reprimere ogni tendenza personale a fare delle spese inutili. Coloro che sono impegnati a collaborare con Dio producano oltre che consumare. Considerate l'importanza della collaborazione nell'opera e reprimete ogni tendenza a spendere il denaro per soddisfazioni personali. Calcolate il costo di ciò che desiderate comprare. CEC 191 8 Ognuno deve imparare a non vivere al di sopra delle sue possibilità. Ognuno deve collaborare. Coloro che sono impegnati nell'opera di Dio dovrebbero essere disposti a intervenire ovunque sia necessaria la loro presenza. Essi dovrebbero ridurre per quanto possibile le loro spese perché potranno presentarsi delle situazioni in cui anche la minima somma risulti indispensabile per sostenere l'opera del Signore. CEC 192 1 L'assunzione di personale, per lavori all'interno o all'esterno, rappresenta una scelta che richiede un esame approfondito. I direttori delle nostre istituzioni devono manifestare saggezza e prudenza. Non devono assumere un gran numero di collaboratori, se non in caso di assoluta necessità. In questo settore si commettono spesso degli errori. Gli impiegati delle nostre istituzioni CEC 192 2 I collaboratori delle nostre istituzioni dovrebbero lavorare come se ne facessero parte. Essi non dovrebbero pensare che vi lavorano soltanto per fare un certo numero di ore. Quando si presentano casi urgenti ed è necessario un aiuto supplementare dovrebbero rispondere spontaneamente e positivamente. Dovrebbero essere profondamente interessati al successo dell'istituzione in cui lavorano. In questo modo incoraggerebbero altri a lavorare con maggiore coscienza. CEC 192 3 Il Cristo ha detto: "...Raccogliete i pezzi avanzati che nulla vada perso". Giovanni 6:12. Coloro che hanno una qualsiasi responsabilità nelle nostre istituzioni si conformino a questo consiglio. È necessario che facciano attenzione affinché tutte le benedizioni spirituali e materiali che il Signore accorda non vengano sprecate. I responsabili devono imparare a essere economi e trasmettere questa abitudine ai loro collaboratori. Tramite i principi e l'esempio, i genitori dovrebbero insegnare ai loro figli l'arte della gestione del denaro. Molte famiglie povere rimangono tali perché spendono il loro denaro appena l'hanno ricevuto. I cuochi degli ospedali devono tendere a economizzare. Devono sapere che il cibo non va sprecato. Siate impegnati, non pigri CEC 192 4 La Bibbia ci insegna che dobbiamo essere "...impegnati e non pigri, pronti a servire il Signore". Romani 12:11 (Tilc). Tutti coloro che sono impiegati nei nostri ospedali compiano il loro lavoro con interesse e serietà. Se non hanno imparato a essere diligenti si impegnino per diventarlo, accettando di essere pagati in proporzione al lavoro compiuto. Ogni giorno le infermiere e gli altri impiegati dovrebbero diventare sempre più efficienti, più coinvolti e più utili. CEC 193 1 Essi possono raggiungere un livello sempre maggiore come collaboratori del Signore. Coloro che sono lenti per natura si impegnino a compiere più rapidamente e con più cura il loro lavoro. (...) CEC 193 2 Coloro che ricevono un salario dovrebbero impiegare bene il loro tempo. Dovrebbero produrre e non soltanto consumare. Nella misura in cui le loro conoscenze in questi settori aumenteranno, diventeranno sempre più capaci di compiere il lavoro che è stato loro affidato. Saranno pronti ad adempiere il loro dovere in qualsiasi luogo e in qualsiasi modo venga loro presentato. -- Lettera 87, 1901. Economizzare nella gestione delle nostre scuole CEC 193 3 È necessario risparmiare in tutti i settori puntando a un pareggio del bilancio affinché la scuola non rischi di annegare nei debiti; è necessario aumentare la retta scolastica. Questo problema mi è stato presentato in occasione del mio soggiorno in Europa ed è stato presentato anche a voi e alle nostre scuole. Ecco la domanda: Cosa fare per impedire che le nostre scuole si indebitino? Questo problema resterà tale fino a quando le valutazioni non saranno più razionali. Aumentate la retta scolastica, che comprende tutti i servizi offerti agli allievi, e affidate la direzione della cucina a persone che sappiano risparmiare. Assicuratevi dei collaboratori competenti, anche se dovrete pagare stipendi più elevati. È necessario perseguire entrambi gli obiettivi. Se prenderete simili precauzioni i debiti non aumenteranno. (...) Gli allievi devono collaborare CEC 193 4 Alcuni diranno: "Diminuiremo il numero degli allievi". È una possibilità, ma quelli che avrete dovranno saper utilizzare il proprio tempo e comprendere la necessità di lavorare con diligenza per prepararsi ad assumere con competenza gli incarichi affidati. Se il Signore è sempre presentato agli allievi come colui a cui rivolgersi per ottenere consigli, secondo l'esempio di Daniele, riceveranno da lui conoscenza e saggezza e la diffonderanno intorno a loro. Presentate questo problema agli allievi stessi. Informatevi per sapere quali sono fra loro quelli disposti a sacrificarsi per pagare il debito esistente. Alcuni potranno collaborare semplicemente esprimendo la loro buona volontà. CEC 193 5 Dio aiuterà i direttori delle nostre scuole a fare in modo che le spese non superino mai le entrate, a costo di chiuderle. Non abbiamo mai precisato delle competenze precise per la gestione finanziaria delle nostre scuole, ma Dio chiede dei direttori qualificati. Deve essere soppressa ogni tendenza ad acquisire ciò che è superfluo, deve essere eliminata ogni abitudine dispendiosa e inutile. Quando i principi così chiaramente rivelati dalla Parola di Dio a tutte le scuole saranno seriamente applicati i debiti non si accumuleranno. -- Lettera 137, 1898. Una sana situazione finanziaria nelle nostre scuole CEC 194 1 Il direttore di una scuola deve controllare attentamente la propria situazione finanziaria. Deve conoscere i principi fondamentali della contabilità. Deve poter fare un bilancio preciso dell'uso di tutti i fondi di cui dispone per la gestione della scuola. Non è necessario disporre di un patrimonio considerevole, ma si devono fare tutti gli sforzi possibili perché la scuola svolga un autentico servizio. Coloro a cui è stata affidata l'amministrazione finanziaria delle nostre istituzioni educative non devono tollerare negligenza e trascuratezza nell'uso dei fondi. La gestione finanziaria delle nostre scuole deve essere perfettamente limpida. Le indicazioni del Signore devono essere seguite scrupolosamente, anche quando non sono in armonia con i nostri punti di vista. (...) CEC 194 2 Se foste tentati di utilizzare le entrate della scuola per scopi che non offrono un vantaggio specifico per l'istituzione, dovete rivedere i principi su cui si basa la gestione, affinché non si presenti l'occasione per esprimere critiche nei vostri confronti. Chi è il vostro contabile? Chi è il vostro amministratore? Si tratta di persone precise e competenti? Fate attenzione a questi dettagli perché il denaro potrebbe essere utilizzato male, senza saperne il motivo, ed è possibile che una scuola subisca delle perdite a causa di spese non programmate. I responsabili possono rendersi conto esattamente di queste perdite e tuttavia ritenere di aver fatto il possibile. Perché permettere ai debiti di accumularsi? Coloro che dirigono una scuola devono interessarsi ogni mese della reale situazione finanziaria dell'istituzione. -- Manoscritto 65, 1906. È assolutamente necessario evitare i debiti CEC 194 3 Si deve risparmiare in tutti i settori collegati alla gestione della scuola. Gli allievi provengono di solito da famiglie molto semplici, in cui si è abituati a un'alimentazione frugale, senza molta varietà, ma con pasti sostanziosi per la cena. Sarebbe invece opportuno per tutti consumare la sera un pasto molto leggero. È necessario spendere con oculatezza per non contrarre grossi debiti. Non superate le vostre possibilità. Considerate i debiti come la peggiore delle malattie. -- Lettera 60, 1896. ------------------------Capitolo 53: Trascuratezza nel calcolo delle spese CEC 195 1 Alcuni non si comportano saggiamente. Si preoccupano soltanto di fare bella figura. Si immaginano che l'apparenza esteriore abbia una grande importanza. Nell'ambito del loro lavoro non si siedono per calcolare la spesa, per sapere se saranno capaci di concludere ciò che hanno previsto. Dimostrano incompetenza e quindi hanno ancora molto da imparare per agire con prudenza e attenzione. La fiducia che hanno in se stessi li porta a commettere molti errori le cui conseguenze provocheranno un danno quasi irreparabile. CEC 195 2 Questo è capitato a molti che si credevano competenti di organizzare o amministrare le nostre istituzioni mediche. Essi sperimenteranno insuccessi, accumuleranno debiti e si rivolgeranno all'Associazione medica per le missioni affinché essa si assuma il deficit dell'istituzione creando problemi al bilancio di questa Associazione. Coloro che hanno diretto queste istituzioni mediche che sono in perdita imparino a gestire con saggezza, senza lasciarsi sopraffare dall'insuccesso perché questo scoraggerebbe gli uomini di buona volontà. CEC 195 3 Alcuni, che avrebbero potuto ottenere dei successi se si fossero consacrati a Dio, se avessero desiderato lavorare con umiltà, sviluppando una corretta gestione, senza contrarre debiti, sono falliti perché non si sono conformati a precise linee direttive. Per essersi trovati coinvolti in numerosi problemi, a causa della loro incompetenza in materia amministrativa, hanno dovuto rinunciare ai loro obiettivi. Essi desideravano sfuggire alle pressioni finanziarie senza pensare alle conseguenze. CEC 195 4 Coloro che hanno cercato di aiutarli a uscire dalle loro difficoltà li hanno rinchiusi in un sistema di garanzie che li ha resi sempre più schiavi della situazione. Essi sfuggiranno difficilmente all'etichetta di essere degli amministratori incompetenti, votati all'insuccesso. CEC 195 5 A coloro che sono stati coinvolti in situazioni simili sono stata incaricata di dire: Non lasciate il vostro lavoro se avete agito secondo giuste direttive. Fate tutto il possibile per arginare voi stessi la situazione. Non affidate un'istituzione traballante a un'associazione che è già pesantemente sovraccaricata di debiti. La soluzione migliore è che ogni istituzione medica assuma le proprie responsabilità. Coloro che dirigono i nostri ospedali devono essere prudenti. Ci saranno momenti in cui non si riscontreranno dei progressi. Agiscano con saggezza, tatto e spirito di adattamento. Approfondiscano e seguano le istruzioni date da Cristo riguardo alla costruzione di una torre. È molto meglio riflettere in anticipo piuttosto che trascurare di fare progetti equilibrati o gestirli senza oculatezza. I direttori negligenti, che non sanno amministrare, dovrebbero essere licenziati dall'opera. Assumete uomini e donne che sappiano gestire con avvedutezza. Tutti coloro che sono legati alle nostre istituzioni si umilino davanti a Dio. Agiscano con saggezza e spirito di sacrificio affinché queste istituzioni progrediscano e ottengano successi alla gloria di Dio. Non dovete dipendere dagli uomini. Prendete Gesù come punto di riferimento. Perseverate nella preghiera come espressione della vostra riconoscenza. Dovete avere la certezza della vostra comunione con Cristo. -- Lettera 199, 1901. Debiti contratti per opere grandiose CEC 196 1 Caro fratello... non è saggio contrarre debiti. Non ha bisogno che le ricordi queste cose perché è un uomo di buon senso. Un debito rappresenta un peso, un limite insopportabile. Non sarebbe saggio acquistare un altro terreno vicino a... Avete investito troppo nella costruzione e nell'equipaggiamento dell'ospedale di... Sarebbe stato più saggio costruire un edificio più piccolo. Ho sempre pensato che sarebbe stato meglio ridimensionare il progetto di costruzione, con l'idea che a mano a mano che si verificava la possibilità di reperire fondi e nel caso in cui fosse stato necessario altro spazio, questa costruzione si sarebbe potuta ingrandire. Sarebbe stato molto meno costoso arredare un edificio più piccolo. -- Lettera 158, 1902. Tratti in inganno da valutazioni errate CEC 196 2 Se avessimo seguito il consiglio del Signore avremmo avuto la possibilità di acquistare, a prezzi ragionevoli, delle proprietà in cui si trovano edifici adatti a creare strutture sanitarie e il cui terreno è già ricco di verde. Mi sono stati mostrati diversi luoghi di questo genere. Mi è stato rivelato che queste offerte vantaggiose dovevano essere attentamente vagliate. (...) CEC 196 3 A volte comunque è necessario scegliere un terreno privo di edifici e in questo caso dovremmo essere prudenti e non optare per un luogo che richiederebbe grossi investimenti. Per mancanza di esperienza e in seguito a calcoli sbagliati possiamo essere costretti a contrarre debiti consistenti per l'arredamento e gli edifici, che verranno a costare il doppio o il triplo della somma prevista. -- Manoscritto 114, 1902. Contare sui fondi di un bilancio di previsione CEC 197 1 Il direttore e l'amministratore dovrebbero lavorare di comune accordo. L'amministratore deve fare attenzione che le spese non superino le entrate. Deve saper gestire l'attività in modo equilibrato affinché il bilancio non risulti in perdita, come quello di Battle Creek, a causa dei debiti. Non si sarebbe mai dovuta verificare una situazione simile, provocata da uomini che non si sono lasciati consigliare da Dio. Se invece essi accetterano i suoi consigli agiranno saggiamente. Ma quando coloro che hanno una forte personalità assumono posti di responsabilità, l'opera del Signore è in pericolo, poiché il loro temperamento li induce a utilizzare anche il denaro che esiste solo in previsione. -- Manoscritto 106, 1899. Attività iniziate senza l'adeguata programmazione CEC 197 2 Sono necessarie qualifiche speciali per istituire una struttura sanitaria e avviarla, anche se si tratta di un'iniziativa privata. Prima di impegnarsi in una simile iniziativa i nostri fratelli devono chiedere il parere di esperti. La struttura di... deve essere realizzata, ma secondo i canoni migliori. Quando iniziative già collaudate si avviano verso l'insuccesso e la persona che ne assume la responsabilità non ottiene i risultati previsti, è molto difficile minimizzare gli effetti negativi di questa situazione sullo sviluppo dell'opera di Dio. CEC 197 3 Chiunque progetta di istituire una struttura sanitaria deve lasciarsi consigliare dai fratelli che hanno la responsabilità dello sviluppo dell'opera, sia nel nostro paese sia all'estero. Non possiamo correre il rischio che la nostra opera sanitaria nelle città induca a pensare che Dio non ci guidi e non ci protegga. (...) Ho ricevuto l'incarico di dire ai nostri fratelli, che ovunque ci si occupi seriamente di attività già avviate o nelle zone in cui sia necessario crearne altre, non bisogna obbligare i membri a pagare grossi debiti. -- Lettera 5, 1905. ------------------------Capitolo 54: Progredire tramite la fede CEC 198 1 Non è sempre opportuno, infatti, programmare di sostenere delle grosse spese senza avere i fondi necessari. Il Signore non risparmia sempre le difficoltà ai suoi figli. A volte utilizza le prove per farli camminare tramite la fede. Spesso permette che i suoi figli si trovino in situazioni critiche e ordina loro di muoversi nel momento in cui i loro piedi stanno per toccare le acque del mar Rosso. Quando i servitori di Dio lo pregano intensamente Egli facilita loro la via. CEC 198 2 Oggi il Signore desidera che i suoi figli abbiano la certezza che Egli compirà per loro le opere straordinarie compiute in favore del popolo d'Israele durante le loro peregrinazioni dall'Egitto a Canaan. Nei momenti difficili esercitiamo la nostra fede e non esitiamo a seguire i consigli di Dio. "Avanti" questo è l'ordine di Dio per il suo popolo. Per eseguire i piani del Signore è necessaria la fede e l'ubbidienza. Quando ci indica di lavorare per lui, in un luogo in cui potremmo esercitare un buon influsso, dobbiamo camminare per fede. Grazie alla pietà, all'umiltà, a preghiere ferventi e a un impegno costante aiuteremo gli uomini a comprendere il grande amore di Dio. Era volontà di Dio che l'ospedale di Loma Linda diventasse una nostra istituzione e questo proprio quando dovevamo affrontare grosse difficoltà. CEC 198 3 Quando sono in gioco i propri interessi gli uomini possono seguire i loro punti di vista, ma non è la stessa cosa quando si tratta dell'opera del Signore. Quando Dio indica chiaramente che è necessario l'acquisto di una certa proprietà per lo sviluppo della sua opera, che si tratti di un ospedale, di una scuola o di una qualsiasi istituzione, Egli ci permetterà di acquistarla se coloro che hanno una certa esperienza eserciteranno la loro fede, avendo fiducia in lui e impegnandosi a cogliere le opportunità indicate. Se da un lato non dobbiamo defraudare le persone dei loro beni, cogliamo però le occasioni che ci si presentano per poter fare dei programmi in vista dello sviluppo dell'opera del Signore. In seguito utilizzeremo tutte le nostre energie per ottenere dalla chiesa quelle offerte necessarie per realizzare questi programmi. -- Testimonies for the Church 9:271, 272. Il pericolo degli estremismi CEC 198 4 È giusto chiedere in prestito del denaro per far progredire un'opera che Dio vuole veder realizzata. Non dovremmo vivere nella precarietà e sopportare delle difficoltà perché non vogliamo prendere denaro in prestito. Sono stati commessi errori per il fatto di aver contratto dei debiti per realizzare qualcosa che sarebbe stato possibile posticipare. Si corre però un pericolo raggiungendo l'estremo opposto. Non dobbiamo trovarci in una situazione che potrebbe influire negativamente sulla nostra salute e far perdere d'efficacia al nostro lavoro. Dobbiamo agire con saggezza. Dobbiamo compiere il nostro lavoro anche se fosse necessario contrarre un debito pagando gli interessi. -- Lettera 111, 1903. Non commettere errori in entrambe le direzioni CEC 199 1 Potremmo porci il seguente interrogativo: dobbiamo impegnarci ad acquistare delle proprietà che ci sembrano interessanti dal punto di vista economico e logistico quando non sappiamo ancora come troveremo il denaro necessario? CEC 199 2 I fratelli... e... e anche altri si sono opposti all'eventualità di contrarre dei debiti. Ma non mi sento di affermare che non dovremmo, in nessuna circostanza, acquistare delle proprietà che il Signore ci aveva indicato, quando non ci sono altri impedimenti salvo quello di non disporre subito della somma necessaria, mentre, con l'aiuto di Dio, saremmo in grado di pagare rapidamente. Dobbiamo fare attenzione a non cadere nei due estremi. -- Lettera 167, 1902. Difficoltà a progredire CEC 199 3 L'idea che una struttura sanitaria non dovrebbe essere istituita prima di avere la certezza di non contrarre debiti, si è rivelata come un freno in vista del progresso. Costruendo chiese è capitato di ricevere prestiti per poter realizzare il nostro progetto senza dover ritardare i tempi. Siamo stati costretti ad agire per conformarci alle direttive divine. Alcuni interessandosi sinceramente ai progressi dell'opera hanno chiesto in prestito del denaro e pagato interessi per contribuire a fondare scuole, strutture sanitarie e chiese. Queste istituzioni sono state un canale evangelistico per la proclamazione della verità. In questo modo l'ammontare delle decime è aumentato e sono stati assunti altri collaboratori per l'opera del Signore. -- Lettera 211, 1904. Perdite subite per mancanza di fede CEC 200 1 Dio desidera che eleviamo il nostro livello spirituale. La chiesa non può limitare il suo compito senza rinnegare il suo Maestro. Molte chiese devono essere costruite in diverse zone. Può essere definito un vero risparmio non costruire nelle nostre città dei luoghi in cui potersi riunire per incontrare il nostro Redentore? Non diamo l'impressione di considerare esagerata una spesa destinata ad allestire una chiesa adatta a ricevere il Signore. Per fare dei progetti di costruzione abbiamo bisogno della saggezza divina. Non dobbiamo contrarre debiti inutilmente, ma tengo a ribadire che non è necessario disporre sempre di tutto il denaro necessario per completare l'edificio prima di iniziare il progetto. Molto spesso dobbiamo avanzare per fede, lavorando il più rapidamente possibile. Senza fede ci priviamo della possibilità di godere del compimento delle benedizioni divine. Dobbiamo lavorare, pregare e credere. Dobbiamo avanzare con fermezza e sincerità, avendo fiducia in Dio e dicendo: "Non ci scoraggeremo e non subiremo insuccessi". -- The Review and Herald, 7 settembre 1905. ------------------------Capitolo 55: Raccomandazioni divine CEC 201 1 Non molto tempo fa, in occasione di una visione notturna, mi trovavo in una riunione. Le parole che venivano pronunciate sembravano riflettere l'ispirazione umana più di quella divina. Si discuteva dell'opera sanitaria a... Furono fatti dei progetti che, se non fossero stati modificati, avrebbero intralciato l'iniziativa e non avrebbero contribuito a migliorare la situazione. Venne chiesto alla Conferenza Generale di impegnarsi per reperire una somma di almeno ventimila dollari, o di rendersi garante per questa cifra, per istituire una struttura sanitaria a... Dal momento che il fratello... rifiutò di accettare questo obbligo, per non sommarlo a quelli già assunti dalla Conferenza Generale, fu severamente criticato da alcuni. Nelle attuali circostanze sentiva che il Signore gli impediva di attribuire questa responsabilità alla Conferenza Generale. Rispetto il parere del fratello... su questo problema. (...) Ritorniamo a questa riunione di comitato; una volta ancora colui che per lunghi anni fu nostro consigliere era presente per comunicarci la parola del Signore. Egli disse: "Il Signore non sarà glorificato se trasmetterete dei debiti alla Conferenza Generale. Egli ha permesso che la sua chiesa si liberasse dai debiti. La Conferenza Generale non deve nuovamente ricadere nella situazione precedente". (...) CEC 201 2 Alcuni non hanno ancora capito la lezione che Cristo ha insegnato tramite l'episodio della costruzione di una torre. Egli disse: "Infatti chi è fra voi colui che, volendo edificare una torre, non si metta prima a sedere e calcoli la spesa per vedere se ha da poterla finire? Che talora, quando ne abbia posto il fondamento e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno prendano a beffarsi di lui dicendo: Quest'uomo ha cominciato a edificare e non ha potuto finire". Luca 14:28-30. Questo avvertimento non è stato ben compreso. CEC 201 3 Quando coloro che assumono delle responsabilità sono troppo presi dall'idea di realizzare una nuova istituzione, questa iniziativa, non ben ponderata, non contrasta soltanto con gli interessi dell'opera del Signore, ma anche con quelli degli uomini che, basandosi su un parere umano, hanno precorso i tempi. Dio non viene glorificato da coloro che cercano di andare al di là di ciò che prevede la guida divina. Ne scaturiscono perplessità, disagio e angoscia. Il Signore non desidera che i suoi rappresentanti ripetano errori simili che nel passato non l'hanno certamente onorato. -- Manoscritto 144, 1902. Non ripetiamo gli errori del passato CEC 201 4 Alcuni sono stati presi da una sorta di frenesia che li ha indotti a realizzare degli obiettivi in cui è stato impegnato molto denaro senza garantire nessun rendimento in futuro. Se questo denaro fosse stato utilizzato secondo la volontà del Signore, altri collaboratori potevano essere assunti per compiere l'opera che doveva essere realizzata prima della sua venuta. Una cattiva utilizzazione dei fondi dimostra la fondatezza dell'avvertimento del Signore secondo il quale la sua opera non deve essere intralciata da progetti umani, ma al contrario svilupparsi positivamente. CEC 201 5 Realizzando programmi sbagliati gli uomini hanno imposto dei debiti all'opera del Signore. Errori simili non devono ripetersi. I responsabili devono agire con prudenza impedendo che l'opera di Dio venga sommersa dai debiti. Nessuno deve agire senza riflettere, frettolosamente, pensando che, pur non essendo ben informati tutto andrà bene. -- Testimonies for the Church 7:283, 284. Pagare i debiti CEC 201 6 Dio desidera che noi traiamo delle lezioni dagli errori del passato. Non desidera che le nostre istituzione siano sommerse dai debiti. Viviamo in un'epoca in cui la nostra opera deve svilupparsi senza costruire grandi e costosi edifici. CEC 202 1 Non dobbiamo ripetere gli errori del passato e accumulare sempre più debiti. Dobbiamo piuttosto sforzarci di eliminare quelli che gravano sulle nostre istituzioni. Se lo desiderano, le nostre chiese possono contribuire. I membri a cui il Signore ha affidato dei fondi possono investire il loro denaro nella sua opera. Il Signore vi chiede di restituirgli spontaneamente una parte dei beni che vi ha affidato e di cui siete gli amministratori. -- The Review and Herald, 13 agosto 1908. I fondi affluiranno in occasione della riforma CEC 202 2 Quando cerchiamo il Signore e confessiamo i nostri peccati, quando si realizza la necessaria riforma spirituale, lo zelo e la sincerità si manifestano tramite la restituzione di ciò che era stato trattenuto. Il Signore dimostrerà il suo amore perdonando e il denaro affluirà permettendo di estinguere i debiti delle nostre istituzioni. -- Testimonies for the Church 8:89. ------------------------Capitolo 56: Una gestione lasciata all'iniziativa umana CEC 205 1 L'unico metodo suggerito dal Vangelo per sostenere l'opera di Dio è quello della gestione diretta delle ricchezze terrene lasciata all'iniziativa umana. In vista della gloria di Dio gli uomini devono restituirgli la parte che gli spetta. Contemplando la croce del Calvario, pensando al Redentore del mondo che ha rinunciato per noi alle sue ricchezze, affinché tramite la sua povertà ci arricchissimo, comprendiamo che non dobbiamo crearci un tesoro su questa terra, ma piuttosto investire nella banca del cielo, in cui non si registrano perdite o deficit. Dio ha donato Gesù agli uomini e la domanda che ci dobbiamo porre è questa: come possiamo contraccambiarlo con le decime e le offerte per dimostrargli quanto apprezziamo il suo amore? "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". CEC 205 2 Ogni amministratore fedele cercherà di essere il più generoso possibile, per accrescere il capitale di Dio, invece che diminuire le sue offerte anche di poche lire. Per chi lavora? A chi dona la sua offerta? A colui da cui dipende per tutto ciò che ha a disposizione. Nessuno di noi, che ha ricevuto la grazia di Cristo, dia agli angeli l'occasione di arrossire e a Gesù di vergognarsi di chiamarci fratelli. CEC 205 3 La nostra ingratitudine si evidenzierà con l'avarizia che dimostriamo nelle offerte che presentiamo a Dio? Offriamo noi stessi in sacrificio vivente e diamo a Gesù tutto ciò che possediamo. Tutto appartiene a lui; anche noi gli apparteniamo per diritto di riscatto. Coloro che accettano la sua grazia, che riflettono sull'esperienza della croce del Calvario, non contesteranno il fatto di dover offrire, ma al contrario penseranno che anche l'offerta più generosa sarà misera, del tutto sproporzionata, rispetto al dono infinito del suo unigenito Figlio. Tramite la rinuncia anche il più povero troverà il mezzo per procurarsi qualcosa da offrire a Dio. Amministratori del tempo CEC 205 4 Il tempo è denaro e molti perdono del tempo prezioso che dovrebbe essere impiegato utilmente, creando con le loro mani qualcosa di valido. Il Signore non dirà mai: "Vieni buono e fedel servitore" a colui che non utilizza le energie che gli sono state accordate da Dio allo scopo di acquisire dei fondi che serviranno ad aiutare coloro che sono in difficoltà e a fare delle offerte. CEC 205 5 I ricchi non devono pensare che sia sufficiente offrire soltanto del denaro. Hanno dei talenti che devono essere utilizzati, se vogliono ricevere l'approvazione divina, per la preparazione spirituale e l'educazione dei figli. I genitori e i figli non devono vivere in funzione di loro stessi pensando di poter disporre come vogliono del loro tempo e del loro denaro. Appartengono a Dio che li ha riscattati e il Signore desidera utilizzare le loro energie per procurare i fondi necessari per la sua opera. La rinuncia e la croce CEC 206 1 Se i canali dell'egoismo fossero stati eliminati e i fondi investiti diversamente, il denaro sarebbe affluito in abbondanza. Molti acquistano degli idoli, mentre quel denaro dovrebbe essere utilizzato per l'opera del Signore. Nessuno può realizzare una vera beneficenza senza vivere di rinunce. La rinuncia e la croce si incontrano sulla via di ogni cristiano che segue sinceramente Cristo. Gesù dice: "Se qualcuno vuol venire con me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Matteo 16:24 (Tilc). Ogni uomo è disposto a comprendere che il fatto di essere cristiano implica la rinuncia, il dono di se stessi, fino al sacrificio della propria vita, se fosse necessario, per la causa di colui che ha donato la sua vita per quella degli uomini? CEC 206 2 I cristiani che meditano sull'esperienza della croce sono tenuti nei confronti di Dio, a causa dell'infinito dono di suo Figlio, a non trattenere nulla di ciò che gli appartiene, per quanto prezioso possa sembrare. Se possiedono qualcosa che possa servire a garantire la salvezza di qualcuno, che siano ricchi o poveri, devono utilizzarlo per quello scopo, grazie all'Agnello di Dio che ha tolto i peccati dal mondo. Dio si serve di agenti umani per collaborare con lui alla salvezza degli uomini. CEC 206 3 Tutti gli abitanti del cielo sono impegnati attivamente nell'azione che deve permettere l'estensione della conoscenza della verità a ogni tribù, lingua e popolo. Se coloro che si proclamano veramente convertiti non trasmettono ad altri le proprie convinzioni, non mettono in pratica le parole di Cristo. CEC 207 1 Non è necessario che ci ricordiamo costantemente e dettagliatamente tutto ciò che è stato consacrato all'opera di Dio, ma piuttosto ciò che è stato sottratto per essere utilizzato per il piacere e la soddisfazione personali. Non abbiamo bisogno di sommare il numero dei missionari che sono stati inviati, ma piuttosto di contare coloro che hanno voluto accettare il loro dovere e il loro servizio nei confronti del prossimo, secondo le loro attitudini spirituali. CEC 207 2 Quante persone potrebbero essere utilizzate se ci fossero i fondi sufficienti per sostenere il loro lavoro! Quante occasioni potrebbero essere sfruttate per estendere l'opera di Dio dal momento che Egli stesso ce ne offre l'opportunità! Centinaia di persone potrebbero lavorare, compiendo il bene in vari modi, ma non lo fanno. Perché? L'egoismo le trattiene nelle loro case; amano le comodità e non si impegnano nell'opera del Signore. Alcune potrebbero andare in paesi lontani, ma in queste zone non ci sono i mezzi per sostenerli, perché altri non hanno compiuto il loro dovere. Ecco alcune delle ragioni per cui molti hanno una mole di lavoro sproporzionato mentre altri sono inoperosi. -- The Review and Herald, 14 luglio 1896. Il denaro che potrebbe salvare un' anima CEC 207 3 Il Signore ha previsto che tutti possano essere raggiunti dal messaggio della verità, ma i mezzi a disposizione dei suoi collaboratori sono stati impiegati egoisticamente per la propria soddisfazione. La nostra gioventù ha sprecato molto per il proprio piacere e per procurarsi cose quasi inutili! Tutto il denaro che possediamo appartiene al Signore. Invece di spenderlo in cose futili dovremmo consacrarlo a Dio per rispondere agli appelli rivolti in favore dell'opera missionaria. CEC 207 4 Spingendosi sempre in nuove direzioni le necessità diventano più consistenti. È giunto il momento in cui è veramente necessario risparmiare. Tutti coloro che collaborano nell'opera di Dio dovrebbero essere coscienti dell'importanza di seguire l'esempio di rinuncia e di risparmio datoci dal Signore. Dovrebbero considerare il denaro che possiedono come un prestito concesso da Dio e agire con attenzione e prudenza pensando a come usarlo. Dovrebbero essere risparmiate anche poche lire. Si potrebbe pensare che si tratti di una somma senza importanza, ma alcune centinaia di lire formano a loro volta migliaia di lire che possono essere utili per la salvezza di un'anima. Se tutto il denaro che è stato sprecato dai nostri membri per le loro soddisfazioni personali fosse stato consacrato per l'opera di Dio, non mancherebbero i fondi e si potrebbero creare centri missionari in tutto il mondo. CEC 207 5 I membri di chiesa devono abbandonare il loro orgoglio ed eliminare le esteriorità inutili. Ognuno dovrebbe avere in casa un salvadanaio in cui raccogliere tutto ciò che avrebbe la tentazione di sperperare per i suoi piaceri. Non dovremmo aspirare a cose superflue. Dovremmo imparare a rinunciare. Alcuni oggetti, confortevoli o piacevoli, che possediamo dovrebbero essere sacrificati. I pastori devono rendere il loro messaggio più efficace, non soltanto schierandosi contro l'orgoglio e la vanità nell'abbigliamento, ma sottolineando l'esempio di Gesù, della sua vita di rinuncia e di sacrificio. L'amore, la pietà e la fede devono essere radicate nel cuore e i preziosi risultati non tarderanno a evidenziarsi nella propria vita. -- Historical Sketches of the Foreign Missions of the Seventh-day Adventists, 293. ------------------------Capitolo 57: Raccomandazioni ai giovani CEC 208 1 Si potrebbero dire molte cose ai giovani sul privilegio di collaborare nell'opera di Dio grazie al risparmio e alla rinuncia. Molti pensano di poter soddisfare i loro desideri e si abituano a vivere utilizzando tutte le loro entrate. Dio si aspetta che facciamo dei progressi. Sbagliamo quando ci limitiamo a mangiare, bere e vestirci. Dio ha per noi progetti più importanti. Quando abbiamo la forza di respingere i nostri desideri egoistici e consacrare le possibilità del nostro cuore e del nostro spirito all'opera di Dio, gli agenti celesti sono pronti a collaborare con noi, trasformandoci in una fonte di benedizione per l'umanità. CEC 208 2 Anche se povero, il giovane che lavora e risparmia può mettere da parte qualcosa per l'opera di Dio. Quando avevo soltanto dodici anni sapevo già cosa significasse economizzare. Insieme a mia sorella imparai un mestiere e anche se guadagnavamo soltanto venticinque centesimi al giorno, riuscivamo a consacrare una parte di questa somma alle missioni. A poco a poco siamo riuscite a risparmiare trenta dollari. Quando venimmo a conoscenza del messaggio del prossimo ritorno di Gesù, in occasione di un appello per trovare predicatori e reperire fondi, siamo state felici di donare questi trenta dollari a nostro padre pregandolo di utilizzarli per la pubblicazione di opuscoli destinati a trasmettere questo messaggio a coloro che non ne avevano mai sentito parlare. CEC 208 3 Tutti coloro che sono in contatto con la Parola di Dio hanno il dovere di imparare a risparmiare il loro tempo e il loro denaro. Chi si culla nell'ozio mostra di non dare troppa importanza alle gloriose verità che ci sono state trasmesse. Ha bisogno di imparare a essere costante e a lavorare per raggiungere un unico obiettivo: la gloria di Dio. Rinunciare a se stessi e perfezionare i propri talenti CEC 209 1 Chi non usa saggiamente il proprio tempo e il proprio denaro dovrebbe chiedere il parere di coloro che hanno maggiore esperienza. Con il denaro guadagnato tramite il nostro lavoro io e mia sorella ci compravamo i nostri abiti. Davamo il denaro a nostra madre dicendo: "Compra ciò che è necessario per il nostro vestiario in modo che rimanga ancora qualcosa da dare per le missioni". Ed ella faceva così incoraggiando in noi questo spirito missionario. CEC 209 2 Un'offerta frutto della rinuncia ha effetti positivi su colui che la programma. Essa aiuta a comprendere meglio l'opera di colui che venne per fare il bene, guarendo i malati ed esaudendo le necessità dei bisognosi. Il Salvatore non viveva in funzione di se stesso. Nella sua vita non ci fu spazio per l'egoismo. -- Youth's instructor, 10 settembre 1907. I figli possono imparare cosa significhi rinunciare CEC 209 3 Se i genitori fanno dei sacrifici per il progresso dell'opera di Dio, dovrebbero insegnare ai bambini a partecipare a questa iniziativa. I bambini devono imparare a manifestare il loro amore nei confronti di Cristo rinunciando a tutte quelle cose inutili per le quali di solito viene speso molto denaro. Quest'opera dovrebbe essere compiuta in ogni famiglia. Essa richiede tatto e metodo ma è il miglior sistema educativo per i propri figli. Se tutti i piccoli presentassero le loro offerte al Signore, i loro doni sarebbero come piccoli ruscelli che unendo le loro acque, finirebbero col formare un grande fiume. Il Signore considera positivamente i bambini che rinunciano a qualcosa per presentargli la loro offerta. Ama la vedova che mise i suoi due spiccioli nella cassa del tempio perché ella offrì spontaneamente. Il Salvatore considerò che il suo sacrificio, dal momento che dava tutto ciò che possedeva, avesse più valore dei doni dei ricchi per i quali quelle offerte rappresentavano il superfluo. Il Signore è contento quando i piccoli vogliono rinunciare per collaborare con colui che li ama, Egli li abbraccia e li benedice. -- The Review and Herald, 25 dicembre 1900. Prendere nota delle entrate e delle uscite CEC 209 4 Nell'amministrazione è necessario rendere tutto pratico. Il bambino non deve imparare soltanto a risolvere problemi fittizi ma a tenere una contabilità delle sue spese e delle sue entrate. Deve imparare a utilizzare il denaro. CEC 209 5 Sia che dipendano dai genitori o abbiano fonti personali di sussistenza economica, è necessario che imparino a scegliere e comprare i propri vestiti, libri e tutto ciò di cui hanno bisogno. Annotando le loro spese, comprenderanno meglio il valore del denaro e come impiegarlo. Questo insegnamento li aiuterà a distinguere il vero spirito del risparmio e a evitare l'eccessiva leggerezza nello spendere. Questo metodo, se ben presentato, incoraggerà la formazione di buone abitudini e insegnerà la generosità. I giovani non si sentiranno guidati dall'impulso del momento, o dai loro sentimenti, ma saranno motivati regolarmente e sistematicamente. -- Education, 238, 239. Seguendo i suggerimenti di Satana CEC 210 1 Il nemico si è impegnato a sottolineare l'importanza delle cose terrene al di sopra di quelle spirituali. Molte famiglie, che risparmiano ben poco per l'opera di Dio, spendono molto denaro nell'acquisto di bei mobili e vestiti alla moda. Spendono molto per cibi che spesso rappresentano una forma di pericolosa golosità e tanto per regali che non sono utili a nessuno! CEC 210 2 Molti spendono somme considerevoli per foto che distribuiscono ai loro amici. L'abitudine di regalare foto si è ampiamente diffusa e ha favorito una specie di idolatria. Sarebbe molto più gradito a Dio se questi mezzi fossero impiegati per acquistare pubblicazioni che possano far conoscere Cristo e il prezioso messaggio divino agli uomini. Il denaro speso in cose futili arricchirebbe più di una famiglia se venisse speso in libri che presentano la verità per il nostro tempo e diffonderebbe "un odore di vita che dà la vita". CEC 210 3 I suggerimenti di Satana hanno successo. Compleanni, feste di Natale e altre festività sono troppo spesso il pretesto per il divertimento egoistico mentre il nostro spirito dovrebbe rivolgersi piuttosto verso le benedizioni e la tenerezza di Dio. Egli è rattristato perché la sua bontà, le sue cure costanti e il suo amore eterno vengono dimenticati in occasione dei compleanni. CEC 210 4 Se tutto il denaro speso in modo stravagante, per cose inutili, fosse messo a disposizione del Signore, vedremmo uomini, donne e giovani consacrare se stessi al Signore e far tutto il loro possibile per collaborare con Cristo e con gli angeli. Le più ricche benedizioni di Dio si diffonderebbero sulle nostre chiese e molte anime si convertirebbero alla verità. -- The Review and Herald, 23 dicembre 1890. Compleanni e feste CEC 211 1 I genitori sono invitati a educare i loro figli all'autocontrollo e alla rinuncia. Devono sempre aver presente l'obbligo di ubbidire alla Parola di Dio e di vivere per essere collaboratori di Gesù. Devono insegnare ai loro figli a condurre una vita semplice, evitando vestiti, cibi e arredamenti costosi. Le condizioni grazie alle quali erediteremo la vita eterna sono state poste in questi termini: "Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore... e il tuo prossimo come te stesso". CEC 211 2 I genitori non hanno insegnato ai figli i precetti della legge di Dio nel modo richiesto dal Signore. Hanno inculcato loro delle abitudini egoistiche. Li hanno abituati a considerare i loro compleanni e le feste come occasioni per ricevere dei regali secondo le abitudini della società in cui viviamo. Queste occasioni dovrebbero servire a far crescere la conoscenza che già hanno di Dio e a rendere sensibile il loro cuore alla grazia e all'amore che hanno preservato la loro vita per un altro anno ancora, al contrario sono orientati verso piaceri egoistici, divertimenti ed esaltazione di se stessi. Sono stati protetti dalla potenza di Dio in ogni istante della loro vita e i genitori non insegnano loro a ricordarsene e a esprimere la riconoscenza nei confronti delle benedizioni ricevute. Se i bambini e i giovani ricevessero oggi un'educazione adeguata, dalle loro labbra scaturirebbe gratitudine nei confronti di Dio. Un gran numero di offerte, anche se modeste, sarebbe affidato, dai piccoli, al tesoro di Dio, come offerta di ringraziamento! Si ricorderebbero di lui invece di dimenticarlo. CEC 211 3 Non è soltanto in occasione dei compleanni che i genitori dovrebbero sottolineare le benedizioni del Signore in modo del tutto speciale, ma il Natale e l'anno nuovo dovrebbero essere in ogni famiglia un periodo in cui ricordarsi del loro Creatore e Redentore. Invece di consacrare doni e offerte all'acquisto di regali, si dovrebbe esprimere rispetto, onore e riconoscenza a Dio e i doni e le offerte affluirebbero spontaneamente. Il Signore desidera che ci si ricordi di lui, ma quante volte Dio è dimenticato in simili occasioni! (...) CEC 211 4 Quando organizzate una festa, fate in modo che sia una giornata speciale e piacevole per i vostri figli, ma anche per il povero e per l'afflitto. Non lasciate che questo giorno trascorra senza che Gesù riceva offerte di riconoscenza. Genitori e figli si impegnino diligentemente per recuperare il tempo perso e ovviare alle trascuratezze del passato. Istaurino delle abitudini diverse da quelle mondane. CEC 211 5 Molte cose possono essere organizzate con gusto e poche spese rispetto a regali inutili che spesso offriamo ai nostri figli e ai nostri amici, manifestando ugualmente la nostra amicizia e rendendoli felici. Potete programmare un incontro con i vostri figli durante il quale spiegherete la ragione che vi ha spinto ad apportare un cambiamento al valore dei vostri regali, spiegando loro che siete convinti di aver attribuito troppa importanza al loro piacere piuttosto che alla gloria di Dio. Dite loro che avevate pensato innanzi tutto al vostro piacere, al vostro divertimento e al desiderio di conformarvi alle abitudini della società facendo doni a coloro che non ne avevano bisogno, invece di pensare al progresso dell'opera di Dio. CEC 212 1 Come i magi di un tempo, venuti dall'Oriente, potete offrire a Dio i vostri doni migliori e mostrargli come apprezzate ciò che Egli ha donato all'umanità per salvarla. Orientate i pensieri dei vostri figli verso uno scopo preciso, spingendoli a presentare a Dio delle offerte per il dono del suo unico Figlio. -- The Review and Herald, 13 novembre 1894. ------------------------Capitolo 58: Appello al risparmio CEC 212 2 Non orientiamoci verso la stravaganza facendoci costruire belle case, acquistando mobili costosi, seguendo la moda e comprando cibi prelibati; pensiamo sempre a coloro per i quali Cristo è morto. Aboliamo ogni egoismo e ogni orgoglio. Non continuiamo a fare foto da inviare agli amici. Risparmiamo tutto ciò che possiamo affinché le virtù incomparabili del Cristo possano essere presentate alle anime in pericolo. Satana vi suggerirà molti modi per investire il vostro denaro, ma se verrà speso per le vostre soddisfazioni egoistiche -- per cose inutili qualunque sia il loro prezzo -- non verrà consacrato alla gloria di Dio. CEC 212 3 Riflettiamo bene a questa domanda e vediamo se sappiamo rinunciare come dovremmo: facciamo dei sacrifici perché il messaggio della verità venga presentato a coloro che ancora non lo conoscono? (...) Dovremmo avere un unico interesse nella chiesa, dovrebbe prevalere un unico desiderio: tendere a conformarsi all'immagine del Cristo. Ognuno dovrebbe impegnarsi a fare per Gesù tutto il possibile, tramite un impegno personale, doni e sacrifici. L'opera di Dio dovrebbe disporre di molti mezzi affinché sia possibile soddisfare le richieste di aiuto che provengono da tutto il mondo. È triste essere costretti a rispondere a coloro che ci chiedono aiuto: "Non possiamo inviarvi né uomini né denaro. Non abbiamo fondi". Il denaro sottratto all'opera di Dio, per la ricerca egoistica del piacere, per il desiderio di conformarsi alle abitudini della società, per l'amore della comodità, sia riconsacrato all'opera di Dio. Sono i piccoli ruscelli che scorrendo gli uni verso gli altri formano un grande fiume. Impegniamoci a essere dei cristiani coscienziosi, dei veri collaboratori di Dio. (...) CEC 213 1 Devono essere programmati nuovi settori in cui lavorare, nuove persone devono trovare la fede, nuovi nomi devono essere iscritti nei registri delle chiese, nomi che apparterranno ai libri del cielo. Tutto ciò potrà essere realizzato con il denaro che normalmente spendiamo per soddisfare i nostri piaceri. -- The Review and Herald, 27 gennaio 1891. Un socio nell'impresa di Dio CEC 213 2 L'opera di Dio ha sempre maggiori bisogni. Chiediamo quindi a tutti, poveri e ricchi, di qualsiasi ceto, di impegnarsi affinché ciò che appartiene a Dio gli venga regolarmente restituito, perché ci siano dei mezzi su cui contare e affinché i collaboratori di Dio chiamati a diffondere la verità in tutto il mondo possano essere mantenuti. CEC 213 3 Dio non richiede soltanto la decima, ma desidera anche che tutto ciò che possediamo sia consacrato alla sua gloria. Non dobbiamo avere abitudini dispendiose, perché gestiamo le proprietà di Dio. Nulla ci appartiene. Sprecare il denaro in cose lussuose priva i poveri dei mezzi necessari per nutrirsi e vestirsi. Tutto ciò che è speso per la soddisfazione e l'orgoglio in abiti, costruzioni, mobili e ornamenti, solleverebbe molte famiglie dall'indigenza e dalle difficoltà. Gli amministratori di Dio devono provvedere alle necessità di coloro che sono in difficoltà. Questo è il frutto della vera religione. Dio condanna gli uomini che soddisfano i loro piaceri egoistici mentre i loro simili soffrono per mancanza di cibo e di abiti. (...) CEC 213 4 Il Signore si rivolge a ognuno dei suoi figli affinché essi diffondano il messaggio divino -- il messaggio di un amore disinteressato -- in quest'epoca di mancanza di valori. Se Dio si rende conto che appartenete a lui, se vede che gestite come amministratori fedeli i fondi che vi sono stati inviati, iscriverà i vostri nomi nei libri del cielo fra quelli dei suoi collaboratori, fra i soci di una grande impresa, che lavora in favore del prossimo. Nel giorno del giudizio sarete felici di vedere che il denaro utilizzato con saggezza per gli altri è stato, grazie al vostro impegno, la fonte della riconoscenza nei confronti di Dio. -- The Review and Herald, 8 dicembre 1896. Non trascurare gli spiccioli CEC 214 1 Desidero che tutti si rendano conto quanto sia grave sprecare il denaro del Signore in cose futili. Spendere somme, che sembrano minime, può creare una serie di circostanze che avranno ripercussioni eterne. Nel giorno del giudizio, quando i libri saranno aperti, vi verrà presentato il bilancio delle passività, il bene che avreste potuto fare con gli spiccioli e le somme più consistenti interamente consacrate alla soddisfazione dei vostri piaceri egoistici. (...) CEC 214 2 Gesù non richiede dagli uomini nessun vero sacrificio: desidera che eliminiamo ciò che non è utile. Ci chiede di trascurare ciò che ha meno valore, per ciò che è più prezioso. Ogni considerazione materiale e temporale deve essere subordinata a ciò che ha veramente valore. -- The Review and Herald, 11 agosto 1891. Il messaggio potrà essere proclamato con potenza CEC 214 3 I figli di Dio devono essere economi nella gestione dei loro beni, per poter offrire, dicendo: "...ti abbiamo soltanto offerto quel che ci hai donato". 1 Cronache 29:14 (Tilc). Devono quindi manifestare a Dio la loro riconoscenza per le benedizioni ricevute e accumulare un tesoro in cielo. CEC 214 4 Molti spendono per il loro abbigliamento somme enormi che dovrebbero essere utilizzate per nutrire e vestire coloro che soffrono fame e freddo. Molti di coloro per i quali il Signore ha donato la sua vita hanno giusto il necessario, abiti modesti mentre altri spendono migliaia di lire per soddisfare le esigenze della moda. CEC 214 5 Il Signore chiede ai suoi figli di non conformarsi alle abitudini della società, abiti eccentrici e costosi non sono adatti per coloro che credono di vivere negli ultimi tempi della storia. "Dunque, voglio che in ogni luogo gli uomini facciano preghiere, alzino verso il cielo mani pure, senza collera o rancore. E così preghino anche le donne con abiti decenti, con modestia e semplicità. I loro ornamenti non siano complicate pettinature, gioielli d'oro, perle e vestiti lussuosi. Invece, siano ornate di opere buone, adatte a donne che dicono di amare Dio". 1 Timoteo 2:8-10 (Tilc). CEC 214 6 Anche fra coloro che pretendono di essere figli di Dio molti spendono più del necessario per l'abbigliamento. Dovremmo vestirci con gusto e semplicità: sorelle, quando acquistate o cucite i vostri vestiti e quelli dei vostri figli, pensate all'opera del Signore che ancora resta da compiere. È giusto acquistare bei tessuti e confezionare gli abiti con cura, ma non è necessario utilizzare guarnizioni costose; in questo modo si spende per il proprio piacere quel denaro che dovrebbe essere consacrato all'opera di Dio. CEC 215 1 Dio non vi valuta in base all'apparenza esteriore. Egli apprezza gli ornamenti interiori: i doni dello Spirito, la gentilezza, il rispetto degli altri. Trascurate le cose futili e consacrate il denaro risparmiato per l'opera di Dio. Imparate a rinunciare e insegnatelo ai vostri bambini. Tutto ciò che può essere risparmiato è necessario per terminare l'opera di Dio. I bisognosi devono essere soccorsi; coloro che sono nudi vestiti; gli affamati nutriti e la verità annunciata a tutti coloro che non la conoscono ancora. Rinunciando a ciò che è superfluo, possiamo partecipare alla grande opera di Dio. Trasmettiamo agli altri il messaggio di Cristo e non permettiamo alle preoccupazioni terrene di assorbire il nostro tempo e i nostri interessi tanto da non riuscire più a occuparci di ciò a cui Dio aveva attribuito un'importanza primaria. Sono in gioco interessi vitali: "Voi invece cercate il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più". Matteo 6:33 (Tilc). Cristo ha rinunciato a tutto per compiere l'opera che Dio gli aveva affidato su questa terra, ecco perché dice: "Se qualcuno vuol venire con me smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Matteo 16:24 (Tilc). "In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e così sarete miei discepoli". Giovanni 15:8. Spontaneamente e generosamente Cristo ha offerto se stesso per compiere la volontà di Dio. È stato obbediente fino alla morte, una morte sulla croce. Pensiamo quindi che sia così difficile sacrificare noi stessi? Rinunceremo a condividere le sue sofferenze? La sua morte dovrebbe scuotere tutte le fibre del nostro essere, tanto da consacrare tutto ciò che abbiamo e siamo per la sua opera. Quando pensiamo a ciò che ha fatto per noi, il nostro cuore dovrebbe essere colmo d'amore. Quando coloro che conoscono la verità impareranno a rinunciare, secondo la Parola di Dio, il messaggio si diffonderà con potenza. Il Signore ascolterà le nostre preghiere in favore della salvezza degli uomini. I figli di Dio diffonderanno il messaggio divino e i non credenti, vedendo il loro comportamento, glorificheranno il nostro Padre celeste. Stabiliamo dei legami con Dio tramite un'ubbidienza disinteressata. -- The Review and Herald, 1 dicembre 1910. Fare progressi a scapito della povertà CEC 215 2 Inizialmente la responsabilità dell'opera fu affidata a un piccolo numero di persone ed era necessario che fossimo uniti nello spirito per poter far progredire l'opera con ordine e armonia. Quando ci rendemmo conto dell'importanza dell'unità nella fede, le nostre preghiere vennero esaudite, così come la preghiera di Cristo, affinché fossimo uno come Egli era uno con il Padre. Eravamo sprovvisti di mezzi così come lo siete voi ora (si riferisce all'Europa ndt); spesso avevamo fame e pativamo il freddo perché non avevamo abiti adatti. Ma ci rendevamo conto che l'opera di Dio doveva progredire e avevamo bisogno di fondi per sostenerla. Pregammo il Signore con maggiore ardore affinché ci indicasse le vie che ci avrebbero permesso di raggiungere gli abitanti delle varie città e delle campagne; io e mio marito dovemmo lavorare per reperire i fondi necessari per i nostri spostamenti, per trasmettere agli altri il messaggio della verità. Potemmo costatare che il Signore ci forniva nuove possibilità. CEC 216 1 Mio marito ha lavorato come tagliatore di pietra fino a consumarsi le dita, tanto che il sangue usciva dalle ferite, per poter avere i mezzi economici per andare da un posto all'altro a portare la verità alla gente. Fu così che iniziò l'opera di Dio e le nostre preghiere si rivolgono ora al Signore, come allora, affinché il messaggio della verità penetri nel cuore degli uomini. L'oro e l'argento appartengono al Signore. Anche il bestiame sulle colline gli appartiene ed Egli desidera che cresciate nella fede. La benedizione del Signore ricade su coloro che si impegnano facendo del loro meglio, secondo le loro capacità. (...) CEC 216 2 Quando le Scritture si diffusero nelle valli del Piemonte la verità fu proclamata da persone molto povere. Essi non godevano della libertà di diffondere il messaggio, non potevano donare Bibbie alle famiglie; essi viaggiavano quindi come colportori, portando con sé porzioni di Bibbia, e quando si rendevano conto che potevano farlo ne leggevano brani e coloro che desideravano conoscere la verità e così potevano farla comprendere. Questi uomini, con i piedi nudi e feriti, percorrevano i sentieri rocciosi delle montagne per raggiungere uomini interessati a condividere con loro la Parola della vita. Mi auguro che lo stesso spirito che li ha animati sia nel cuore di ognuno di coloro che professano la verità. CEC 216 3 Ognuno di noi può fare qualcosa se accetteremo il ruolo che Dio ci ha assegnato. Ogni gesto teso a diffondere il messaggio divino vi fa sentire maggiormente in comunione con il Signore. Se vi sedete e pensate: "Posso soltanto preoccuparmi dei bisogni della mia famiglia" non realizzerete mai niente, ma se dite: "Farò qualcosa per la verità, desidero che progredisca, farò il possibile" Dio vi indicherà il modo in cui agire. Dovrete investire nell'opera di Dio fino a quando avrete la convinzione di farne parte. CEC 217 1 Dio non richiede gli interessi di dieci talenti a chi ne ha ricevuto soltanto uno. Ricordatevi che proprio chi ne ha ricevuto uno soltanto lo ha seppellito sotto terra. Dovrete impiegare i talenti, l'influsso e i mezzi che Dio vi ha affidato per poter partecipare alla sua opera. -- The Review and Herald, 8 luglio 1890. ------------------------Capitolo 59: Le promesse fatte a Dio sono vincolanti CEC 221 1 Dio opera tramite canali umani; tutti coloro che sensibilizzano la coscienza degli uomini e li esortano ad agire positivamente e a interessarsi realmente allo sviluppo del regno di Dio, non agiscono di loro iniziativa ma spinti dallo Spirito Santo che opera in loro. I voti sono sacri, perché sono il frutto dell'opera dello Spirito. Dio accetta tali offerte e coloro che esprimono in questo modo la generosità affidano il loro denaro alla banca del cielo. Questi cristiani fanno un buon investimento per il loro futuro ed erediteranno così la vita eterna. (...) Mancanza di onestà CEC 221 2 Oggi, uno dei più grandi errori della cristianità, nei rapporti con Dio, è l'ipocrisia unita all'avidità. Molti dimostrano una crescente trascuratezza nell'adempimento degli impegni presi nei confronti di varie istituzioni e iniziative religiose. Essi pensano che una promessa non li vincoli. Se ritengono che il loro denaro gli procurerà un considerevole guadagno investendolo in banca o in un'iniziativa commerciale, o se nell'istituzione nei confronti della quale si sono impegnati ci sono persone che non riscuotono le loro simpatie, si sentono perfettamente liberi di utilizzare questi capitali come meglio credono. Questa mancanza di onestà prevale in gran parte di coloro che professano di osservare i comandamenti di Dio e che aspettano l'imminente ritorno del loro Signore e Salvatore. La responsabilità di una chiesa CEC 221 3 Una chiesa è responsabile delle promesse dei suoi membri. Se un fratello trascura di adempiere i suoi voti, è necessario parlargli con tatto, ma con chiarezza. Se le circostanze non gli permettono di adempiere il suo impegno ed è un membro fedele, la chiesa deve aiutarlo. In questo modo supererà questo momento difficile e riceverà le benedizioni divine. CEC 221 4 Il Signore desidererebbe vedere i membri della sua chiesa considerare i loro voti alla stregua di un impegno con un qualsiasi creditore. Ognuno esamini il suo passato per verificare se ha adempiuto tutte le sue promesse. In caso contrario faccia il possibile per pagare fino all'ultima lira, poiché dobbiamo comparire tutti davanti al tribunale in cui soltanto l'integrità e la verità ci permetteranno di essere assolti. -- Testimonies for the Church 4:473-476. Cause di difficoltà CEC 222 1 Alcuni hanno tentennato nell'adempiere i loro impegni. Lo Spirito del Signore si era manifestato nell'assemblea di... in risposta alle vostre preghiere e grazie al suo influsso avete formulato dei voti. Accettando la grazia, avete sentito che dovevate seguire l'esempio di colui che si era impegnato a fare il bene e aveva dato la sua vita per salvare l'uomo dal peccato e dalla degradazione. Ispirati dallo Spirito di Dio avete compreso che l'egoismo e l'attaccamento alle cose terrene erano incompatibili con un carattere cristiano e che, in quanto credenti, non potevate vivere per voi stessi. Ma se l'influsso del grande amore di Dio e della sua misericordia si è affievolito avete dimenticato le offerte promesse e Dio ha quindi ritirato la sua benedizione. CEC 222 2 Alcuni di voi hanno dovuto affrontare delle difficoltà. I loro raccolti sono stati scarsi ed è stato impossibile per loro far fronte agli impegni assunti. In queste circostanze non ci si poteva aspettare che mantenessero le loro promesse. Ma se non si fossero lamentati e non si fossero scoraggiati Dio avrebbe agito in loro favore, offrendo quelle opportunità che avrebbero consentito loro di adempiere gli impegni presi. Non hanno esercitato la fede, certi che Dio avrebbe indicato una soluzione che consentisse loro di far fronte ai propri impegni. CEC 222 3 Alcuni disponevano di una certa somma di denaro; se avessero conservato la stessa disponibilità manifestata nel momento in cui si erano impegnati e se avessero restituito a Dio le decime e le offerte, sarebbero stati abbondantemente benedetti. Ma Satana li aveva tentati e convinti a mettere in dubbio le motivazioni e lo spirito che animava colui a cui Dio aveva rivolto il suo appello per raccogliere dei fondi. Alcuni si erano convinti di essere stati ingannati e frodati. Essi avevano rinnegato mentalmente i loro voti e adempiendoli controvoglia non avevano ricevuto nessuna benedizione. -- Testimonies for the Church 5:281, 282. ------------------------Capitolo 60: Il peccato di Anania e Saffira CEC 222 4 Lo Spirito Santo aveva ispirato il cuore di Anania e di sua moglie a offrire i loro beni a Dio, come avevano fatto altri fratelli. Ma dopo aver fatto questo voto, ci ripensarono e presero la decisione di non rispettarlo. Pur volendo dimostrare di offrire tutta la somma che avevano percepito, ne trattennero una parte per loro. Essi frodarono Dio, mentirono allo Spirito Santo e il loro peccato fu punito da una sentenza severa e istantanea. Perdettero non soltanto questa vita, ma anche quella eterna. CEC 223 1 Il Signore considerò che questa chiara manifestazione della sua giustizia fosse necessaria per impedire ad altri di commettere lo stesso errore. Essa provava che gli uomini non possono ingannare Dio e che Egli scopre il peccato nascosto nel fondo del cuore e quindi non ci si può beffare di lui. Essa doveva costituire un avvertimento per la chiesa nascente per esortarla a riflettere sulle sue motivazioni, a non cedere all'egoismo, alla vanità e alla tentazione di ingannare Dio. CEC 223 2 Nel caso di Anania il peccato di frode nei confronti di Dio fu rapidamente scoperto e punito. Questo esempio del giudizio di Dio doveva servire alle future generazioni come campanello d'allarme. Lo stesso peccato si rinnovò frequentemente nella storia della chiesa e ancora oggi è commesso da molti; ma anche se la disapprovazione di Dio non si manifesta nei loro confronti in modo visibile, questo peccato non è meno odioso ai suoi occhi di quanto non lo fosse al tempo degli apostoli. L'avvertimento è stato dato, Dio ha chiaramente manifestato la sua disapprovazione e tutti coloro che agiscono in questo modo annienteranno il loro spirito. (...) CEC 223 3 Soltanto quando i principi cristiani sono debitamente accettati, la coscienza è sensibile al dovere e lo Spirito di Dio agisce sul cuore e sul carattere, l'egoismo è vinto e lo spirito di Cristo si concretizza praticamente. Lo Spirito Santo, esercitando la sua azione, estirpa ogni tendenza all'avidità e all'inganno. (...) CEC 223 4 In certe occasioni il Signore è intervenuto in modo chiaro nei confronti di uomini egoisti e motivati dalle loro passioni. Il loro spirito è stato illuminato dallo Spirito di Dio, il loro cuore reso più sensibile e mite. Influenzati dalla profonda misericordia di Dio e dal suo amore hanno compreso che devono promuovere lo sviluppo della sua opera e istaurare il suo regno. (...) Essi hanno provato il desiderio di far parte del regno di Dio e hanno promesso solennemente di consacrare i loro beni ai diversi settori dell'opera di Dio. Questo voto non veniva espresso a un uomo ma a Dio, in presenza dei suoi angeli, che aveva agito sul cuore di queste persone avide ed egoiste. Nel momento della promessa avevano provato la sensazione di essere benedetti; ma con quale rapidità i loro sentimenti sono cambiati. Affievolendosi l'influsso dello Spirito Santo, rientrando alla realtà quotidiana, la mente e il cuore erano nuovamente assorbiti dalle preoccupazioni terrene e diventava molto difficile per loro mantenere l'impegno della propria consacrazione e di quella dei loro beni al Signore. Satana cerca di convincerli con le sue tentazioni: "Siete stati sciocchi a impegnarvi a dare questo denaro; ne avete bisogno per utilizzarlo nei vostri affari e subirete una perdita se adempirete questo voto". CEC 224 1 A questo punto si tirano indietro, mormorano, criticano il messaggio del Signore e i suoi messaggeri. Mentono dicendo che avevano fatto questa promessa in uno stato di eccitazione e che non hanno completamente capito di cosa si trattasse e la questione, presentata in maniera non obiettiva, aveva toccato le corde dei loro sentimenti e li aveva spinti a fare questa promessa. Insinuano che la preziosa benedizione ricevuta sia stata la conseguenza di un inganno del pastore per procurarsi del denaro. Essi hanno cambiato idea e non si sentono più impegnati ad adempiere i loro obblighi nei confronti del Signore. Si tratta di un terribile tentativo di ingannare Dio e si cercano scuse inconsistenti per resistere allo Spirito Santo e rinnegarlo. Alcuni pretendono di trovarsi in difficoltà; dicono di aver bisogno del loro denaro: per quale motivo? Per investirlo in case e terreni o in una qualsiasi speculazione. Dal momento che l'impegno è stato preso con finalità religiose pensano che non abbia forza di legge e il loro amore per il denaro è così forte che si autoconvincono e si prendono la libertà di ingannare Dio. Si potrebbe dire a molti di loro: "Non avete trattato così male nessun vostro amico". CEC 224 2 Il numero di coloro che commettono il peccato di Anania e Saffira è in costante aumento. Quando disprezzano le promesse fatte, ispirati dallo Spirito Santo, gli uomini non mentono ai loro simili ma a Dio. Siccome la sentenza nei confronti di un'azione sbagliata non viene eseguita immediatamente, come accadde ad Anania e Saffira, i cuori degli uomini sono completamente orientati verso il male e a contrastare l'azione dello Spirito di Dio. Come affronteranno il giudizio? Osate immaginare una risposta a questa domanda? Come vi comporterete in occasione delle scene descritte nell'Apocalisse? "Poi vidi un gran trono bianco e Colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggirono terra e cielo; e non fu più trovato posto per loro. E vidi i morti grandi e piccoli che stavano davanti al trono... e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro". Apocalisse 20:11, 12. -- The Review and Herald, 23 maggio 1893. ------------------------Capitolo 61: Un contratto con Dio CEC 225 1 Quando, in presenza dei nostri fratelli, abbiamo preso un impegno verbale o scritto di donare una certa somma, essi diventano testimoni di un contratto che abbiamo stipulato con Dio. Non abbiamo preso un impegno con una persona qualsiasi ma con il Signore ed è vincolante come se avessimo firmato una cambiale al nostro vicino. Nessun vincolo legale è più importante per il cristiano di quello che ha contratto con Dio. CEC 225 2 Coloro che si impegnano nei confronti dei loro simili non pensano solitamente di potersi esimere da tale obbligo. Una promessa fatta a Dio, da cui scaturiranno le sue preziose benedizioni, è di un'importanza ancora maggiore. Perché dovremmo cercare di liberarcene? L'uomo sarà tentato di considerare che la sua promessa non è obbligatoria perché si è impegnato nei confronti di Dio? Il suo impegno sarà forse meno valido solo perché non può essere impugnato davanti a un tribunale terreno? Colui che pretende di essere salvato dal meraviglioso sacrificio di Cristo deruberà Dio? Le sue promesse e le sue azioni non sono forse pesate sulla bilancia della giustizia del tribunale celeste? CEC 225 3 Ognuno di noi ha un carico pendente presso questo tribunale. Il nostro comportamento deporrà contro di noi? Il peccato di Anania e Saffira è stato particolarmente grave. Trattenendo una parte del prezzo del loro campo, hanno mentito allo Spirito Santo. Chiunque commetta un peccato simile è ugualmente colpevole. CEC 225 4 Quando gli uomini sono influenzati dallo Spirito di Dio, sono più sensibili alle sue sollecitazioni e si impegnano a sacrificarsi per l'opera di Dio. Quando lo Spirito di Dio agisce potentemente sull'intelligenza, i sentimenti vengono sopraffatti. L'egoismo influenza parzialmente il cuore e nasce il desiderio di imitare il modello divino, Gesù Cristo, rinunciando a se stessi e agendo con generosità. L'egoismo innato dell'uomo si trasforma in profondo interesse nei confronti del peccatore ed egli pronuncia dei voti come Abramo e Giacobbe. Gli angeli ne sono i testimoni. L'amore per Dio e per il prossimo trionfa sull'egoismo e sulle passioni. Questo accade soprattutto quando il pastore espone, con l'aiuto dello Spirito e la potenza di Dio, il piano della redenzione concepito dal Re dei cieli e realizzato con il sacrificio della croce. I seguenti brani biblici illustrano come il Signore considera i voti: CEC 225 5 "In seguito Mosè comunicò ai capi delle tribù d'Israele queste altre prescrizioni del Signore: "Quando un uomo promette di offrire qualcosa al Signore, oppure si impegna con un giuramento a qualche rinunzia, non dovrà mancare alla parola data, ma sarà fedele fino in fondo alla promessa fatta"." Numeri 30:1, 2 (Tilc). CEC 226 1 "Meglio è per te non far voti, che farne e poi non adempierli". Ecclesiaste 5:5. CEC 226 2 "Entrerò nel tuo tempio per il sacrificio, ti offrirò quel che ti ho promesso quando nel tempo d'angoscia le mie labbra pronunziarono un voto". Salmi 66:13, 14 (Tilc). CEC 226 3 "È pericoloso per l'uomo prender leggermente un impegno sacro, e non riflettere che dopo aver fatto un voto". Proverbi 20:25. CEC 226 4 "Quando prometterete con un voto di offrire qualcosa al Signore, vostro Dio, adempite presto la promessa fatta. Se ritardate, commettete un peccato e, di sicuro, il Signore ve ne chiederà conto. Se non farete un voto, non commetterete nessun peccato. Eseguite fedelmente i voti che pronunziate, e mantenete con generosità quel che promettete al Signore, vostro Dio". Deuteronomio 23:22-24 (Tilc). CEC 226 5 "Fate voti all'Eterno, all'Iddio vostro, e adempiteli; tutti quelli che gli stanno attorno, portin doni al Tremendo". Salmi 76:12. CEC 226 6 "Ma voi mi disonorate, quando dite che il mio altare non è degno di rispetto e quando su di esso offrite quei cibi che voi disprezzate. Inoltre dite: "Che noia!" Non avete che disprezzo per il Signore dell'universo. Mi offrite animali rubati, zoppi o malati. Come potete allora pensare che io accetti tali offerte? Maledetto sia l'imbroglione che mi sacrifica una bestia malata, mentre nel suo gregge ha un animale sano che aveva promesso di offrirmi. Io sono un re grande, e tutte le nazioni temono me, il Signore dell'universo". Malachia 1:12-14 (Tilc). CEC 226 7 "Se hai fatto una promessa a Dio, fa di tutto per mantenerla. Guai a chi è negligente! Fa quello che hai promesso. È meglio non fare promesse, piuttosto che promettere e non mantenere". Ecclesiaste 5:3, 4 (Tilc). -- Testimonies for the Church 4:470-472. Condizioni per beneficiare delle promesse divine CEC 226 8 In occasione di grandi assemblee e incontri speciali sono stati rivolti degli appelli, in favore dell'opera di Dio, a coloro che si professavano discepoli di Cristo, essi si sono sentiti coinvolti e molti hanno fatto delle promesse. Fra coloro che si erano impegnati, alcuni non si sono comportati correttamente e non hanno rispettato il voto fatto al Creatore. Se l'uomo si mostra così indifferente nei confronti delle promesse fatte a Dio come può aspettarsi che il Signore mantenga quelle che dovevano scaturire da determinate promesse che non si sono mai verificate? Ciò che conta è comportarsi onestamente con Dio e con il prossimo. -- The Review and Herald, 17 dicembre 1889. Le intromissioni di Satana CEC 227 1 Dio chiede agli uomini una parte dei beni che ha loro affidato, cioè la decima. Lascia ognuno libero di offrire spontaneamente. Quando tramite l'influsso dello Spirito Santo, si promette di offrire una certa somma, quel denaro non ci appartiene più. Gli uomini abitualmente si sentono vincolati da obblighi simili e non lo saranno ancor più quando si tratta di promesse fatte al Signore? Tali impegni, presi in coscienza, sono forse meno sacri di quelli stipulati con gli uomini? CEC 227 2 Quando il messaggio divino penetra nel cuore, con potenza e chiarezza eccezionali, l'abituale egoismo si affievolisce e scaturisce una nuova disponibilità a offrire in favore dell'opera di Dio. Nessuno deve pensare che sia facile restare fedeli a tali impegni senza subire pressioni da parte di Satana. Egli suggerisce che le promesse fatte al Signore sono eccessive e possono impedire il progresso di altre iniziative o la gestione di quelle già intraprese. -- Acts of Apostles, 74, 75. È necessario sensibilizzare la coscienza CEC 227 3 In quanto avventisti è necessario interessarsi seriamente di questi problemi. Avendo trascurato il loro dovere, pochi percepiscono la voce della loro coscienza e non provano il rimorso di derubare Dio ogni giorno. Se un cristiano, volutamente o accidentalmente, non si comporta con onestà o rifiuta di pagare un debito, la sua coscienza lo rimprovererà, a meno che non sia cauterizzata, e non troverà pace, anche se nessun altro è a conoscenza del fatto. Tuttavia molti non adempiono le loro promesse e trascurano i loro impegni senza alcun rimorso. Non si sentono colpevoli di non aver compiuto il loro dovere. È necessario avere una convinzione molto più profonda in merito e la nostra coscienza deve essere sensibile a questi problemi. Nel giorno del giudizio dovremo rendere conto al Signore dei diritti che aveva nei nostri confronti. -- Testimonies for the Church 4:468. ------------------------Capitolo 62: Prepararsi ad affrontare la morte CEC 231 1 Ci sono fra noi persone anziane che si avvicinano al termine dei loro giorni, ma nessuno si preoccupa che i loro beni siano devoluti all'opera di Dio e finiscano quindi nelle mani di Satana. Questi capitali erano stati affidati loro da Dio ed essi dovevano restituirli al momento della loro morte. Ma in nove casi su dieci questi fratelli hanno agito in modo tale che Dio non sarà glorificato perché nulla gli verrà restituito. Alcuni sarebbero stati propensi a farlo, ma consigliati da uomini non consacrati, non hanno preso in considerazione Dio nei loro progetti. L'eredità viene affidata a figli e nipoti, spesso con ripercussioni negative, poiché non amando Dio né la sua Parola i beni che appartenevano al Signore passano al nemico che ne dispone a sua discrezione. Satana è molto più vigile, previdente e abile dei nostri fratelli quando si tratta di appropriarsi delle ricchezze che avrebbero dovute essere restituite al Signore per la proclamazione del suo messaggio. I testamenti vengono redatti con tale trascuratezza che, non rispondendo ai requisiti di legge, l'opera di Dio perde milioni di lire. I nostri fratelli dovrebbero sentirsi responsabili in quanto amministratori di Dio. È necessario agire con saggezza in questo campo, affinché i beni che appartengono a Dio gli vengano restituiti. CEC 231 2 Molti si sentono a disagio e credono di avventurarsi su un terreno proibito quando parlano di eredità a persone anziane o inferme per consigliarle a chi destinare i loro capitali. Ma questa responsabilità è sacra come quella della predicazione del Vangelo. Se un uomo possiede dei beni che il Signore gli ha affidato ed è sul punto di abbandonarne la gestione, li affiderà a uomini che non credono affatto in Dio soltanto perché sono suoi parenti? Ogni credente non dovrebbe interessarsi alla felicità eterna di quest'uomo come anche alla prosperità dell'opera di Dio e indurlo a prendere delle decisioni affinché i suoi beni siano consacrati alla diffusione del messaggio evangelico? È giusto che quest'uomo muoia derubando il Signore di ciò che gli appartiene? Sarebbe una grande perdita per lui e per l'opera di Dio affidare il suo denaro a coloro che si disinteressano della Parola di Dio: è come se il suo talento fosse stato seppellito. Una soluzione migliore CEC 231 3 Il Signore desidera che i suoi discepoli dispongano dei loro beni mentre sono in grado di farlo. Alcuni si chiedono: "Dobbiamo privarci di tutto ciò che ci appartiene?" Forse non subito, ma è necessario essere disposti a farlo per amore di Cristo. Riconosciamolo come il Padrone assoluto di tutto ciò che possediamo e utilizziamo i nostri beni con generosità ogni volta che saranno necessari dei fondi per la sua opera. CEC 232 1 Alcuni fanno finta di non sentire quando si sollecita il loro contributo per inviare missionari all'estero o per proclamare la verità e diffonderla come foglie d'autunno in tutte le parti del mondo. Essi tenteranno di giustificare la propria avarizia sostenendo che hanno preso disposizioni affinché i loro beni vengano utilizzati dopo la loro morte: essi hanno pensato a Dio nel loro testamento. Ecco perché vivono da avari derubando Dio nelle decime e nelle offerte e, tramite il testamento, restituiranno al Signore una piccola parte di ciò che era stato loro affidato a titolo di prestito, mentre la parte più consistente andrà ai parenti che non si interessano affatto delle verità bibliche. È un vero e proprio raggiro. Si tratta di rubare a Dio ciò che gli appartiene, non soltanto in vita ma anche dopo la morte. Un terribile rischio CEC 232 2 È una vera e propria follia aspettare gli ultimi atti di vita per prepararsi a quella eterna. È un grave errore non rispondere immediatamente agli appelli di Dio ed essere generosi soltanto nel momento in cui dobbiamo trasferire ad altri l'amministrazione dei suoi beni. Come mai i ricchi hanno il coraggio di correre simili rischi? Coloro che aspettano gli ultimi momenti della loro esistenza per destinare i loro beni, si lasciano condizionare dalla morte piuttosto che dalla fede in Dio. Agendo in questo modo sono in diretto contrasto con il piano di Dio che è invece ben definito. Se vogliono agire in favore del bene, lo facciano subito e si impegnino con tutte le loro forze, senza lasciarsi sfuggire le occasioni. CEC 232 3 Coloro che trascurano il loro dovere, non rispettando le esigenze di Dio, che acquetano la coscienza affermando che faranno un lascito per testamento, non riceveranno lode né ricompensa da parte del Maestro. Essi non hanno rinunciato a loro stessi, ma da veri egoisti hanno utilizzato i loro beni per tutto il tempo possibile. Solo lo spauracchio della morte ha fatto allentare la presa. Se fossero stati veramente cristiani, ciò che avrebbero dovuto realizzare mentre erano in buona salute non lo avrebbero rinviato all'ultimo momento. Devono consacrare a Dio tutto se stessi, i loro beni e agendo come amministratori fedeli avranno la soddisfazione di compiere il loro dovere. Diventando i propri esecutori testamentari potrebbero rispondere alle esigenze di Dio anziché affidarne la responsabilità agli altri. CEC 233 1 Dovremmo considerarci amministratori dei beni del Signore e riconoscere Dio come il supremo proprietario al quale dovremo restituire ciò che gli appartiene quando ce lo richiederà. Quando ritornerà per richiederci ciò che gli è dovuto, con gli interessi, gli avidi impareranno che invece di moltiplicare i talenti che erano stati affidati loro si sono attirati la condanna del servo inutile. Essere generosi in vita o redigere lasciti testamentari CEC 233 2 Il Signore desidera che la morte dei suoi servitori sia considerata come una perdita per l'influsso positivo che hanno esercitato e per le numerose offerte volontarie per alimentare i fondi dell'opera del Signore. I lasciti testamentari non sostituiscono la generosità che non è stata esercitata nell'arco della vita. Ogni giorno i figli di Dio dovrebbero fare testamento con buone opere e offerte generose. Non è giusto che ciò che si offre al Signore rappresenti una somma irrisoria rispetto a quello che ognuno impiega per se stesso. Facendo ogni giorno testamento ci si ricorderebbe degli oggetti e degli amici che occupano il posto migliore nei nostri affetti. Gesù è il nostro migliore amico. Egli non ha dato valore alla sua vita, ma l'ha offerta per noi ed è diventato povero affinché tramite la sua povertà fossimo arricchiti. Egli vuole tutto il nostro cuore, i nostri beni, tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo. CEC 233 3 Numerosi cristiani di professione respingono le richieste di Gesù nell'arco della loro vita limitandosi a una semplice elemosina in punto di morte. Tutti coloro che si trovano in situazioni simili sappiano che questi furti nei confronti di Dio non sono dovuti a impulsi momentanei, ma si tratta di un piano profondamente meditato perché esordiscono nel loro testamento con queste parole: "Nel pieno possesso delle mie facoltà..." Dopo aver derubato Dio durante tutta la vita, continuano a farlo dopo la morte, avendolo deciso nel pieno possesso delle loro facoltà. Alcune persone considerano questi testamenti come una garanzia che permette loro di dormire fra due cuscini. Il loro testamento rientra nella preparazione in vista della morte, essi l'hanno redatto per non essere turbati da queste preoccupazioni in punto di morte. Queste persone possono sentirsi serene al pensiero che un giorno saranno chiamate a rendere conto della loro amministrazione? CEC 233 4 È necessario essere generosi nell'arco della propria esistenza per essere certi di vivere eternamente. Quando inizierà il giudizio e i libri verranno aperti ognuno sarà valutato secondo le sue opere. Molte persone hanno i loro nomi scritti nei registri di chiesa, ma i libri del cielo li accusano di furto. Se non si pentiranno e non lavoreranno per il Maestro con generosità la loro sorte sarà certamente simile a quella del servitore infedele. Morire senza testamento CEC 234 1 Capita che un uomo d'affari muoia improvvisamente senza aver avuto il tempo di prepararsi per questo momento così delicato. Esaminando la sua situazione finanziaria ci si rende conto che spesso è tragicamente complicata. Le spese legali assorbono gran parte dei suoi capitali e a volte anche la totalità dei suoi beni e non rimane nulla per la vedova, i figli e l'opera di Dio che ne risultano defraudati. I fedeli amministratori di Dio saranno al corrente della loro situazione economica e saranno pronti per ogni evenienza. Se dovessero morire improvvisamente, coloro che sono preposti ad analizzare la loro situazione finanziaria non avrebbero nessuna particolare difficoltà. CEC 234 2 Molti non pensano a redigere il loro testamento perché godono apparentemente di buona salute, ma i nostri fratelli dovrebbero prendere le loro precauzioni. È necessario che siano esattamente al corrente del loro stato patrimoniale e lascino tutto perfettamente in ordine. Devono adottare le disposizioni necessarie affinché tutto sia chiaro, anche qualora dovessero morire improvvisamente. CEC 234 3 I testamenti devono essere redatti legalmente, affinché non possano venire impugnati. Possono rimanere depositati per anni, senza nuocere a nessuno, fermo restando la possibilità di fare delle donazioni all'opera di Dio secondo le necessità. Cari fratelli, avendo redatto il vostro testamento non morirete neanche un giorno prima del tempo. Affidando i vostri beni ai vostri parenti, fate attenzione a non dimenticare l'opera di Dio. Voi gestite i beni del Signore ecco perché dovete innanzi tutto preoccuparvi di rispondere ai suoi appelli. Naturalmente non si tratta di lasciare vostra moglie e i vostri figli nella miseria e in questo senso dovrete adottare le disposizioni del caso. Non conformatevi però alle consuetudini elencando sul vostro testamento una lunga lista di parenti che non abbiano alcuna necessità economica. Appello alla riforma CEC 234 4 Ricordatevi che disporre dei propri beni in maniera egoistica non rientra nel piano di Dio, ma si tratta di un errore umano. I cristiani dovrebbero presentarsi come dei riformatori e abbandonare l'attuale sistema, redigendo i loro testamenti con tutto un altro stile. Non dimenticate mai che in realtà voi disponete dei capitali di Dio. La sua volontà è legge. Se un uomo vi avesse scelto come esecutore testamentario non utilizzereste la massima attenzione a conoscere la volontà del testatore, per essere sicuro che anche la minima somma sia stata destinata secondo la sua volontà? Il vostro Amico celeste vi ha affidato dei beni e vi ha lasciato il suo testamento per indicarvi l'uso che ne dovete fare. Se considererete questo testamento con un cuore disinteressato, ciò che appartiene al Signore sarà ben impiegato. La causa di Dio è stata trascurata perché coloro che il Signore ha abbondantemente benedetto si sono dimostrati ingrati e disobbedienti. Coloro che fanno testamento non dovrebbero pensare di limitarsi a questo. Essi devono impegnarsi costantemente utilizzando i talenti che sono stati loro affidati per l'edificazione del regno di Dio. Il Signore ha voluto che tutti i suoi figli usino saggiamente i suoi beni e non si propone di sostenere la sua opera tramite atti miracolosi. Egli ha amministratori fedeli che gestiscono saggiamente i suoi beni e consacrano il suo denaro per lo sviluppo del suo regno. Lo spirito di sacrificio e la generosità non dovrebbero rappresentare l'eccezione ma la regola. È necessario rispondere ai bisogni sempre maggiori dell'opera. Gli appelli per trovare uomini disposti a diffondere il messaggio della verità ci giungono da vicino e da lontano. È quindi necessario aumentare il numero dei collaboratori e dei fondi destinati al loro sostentamento. -- Testimonies for the Church 4:478-483. Come fare un buon investimento CEC 235 1 Volete investire bene i vostri capitali? Lasciateli nelle mani che portano i segni dei chiodi della crocifissione. Se li trattenete per voi ciò vi condurrà alla perdizione eterna. Offriteli e affidateli a Dio ed Egli li suggellerà per l'eternità. Volete godere dei vostri beni? Utilizzateli in favore di coloro che soffrono. -- Testimonies for the Church 9:51. ------------------------Capitolo 63: L' economato è una responsabilità individuale CEC 236 1 I genitori devono esercitare il diritto accordatogli da Dio. Egli vuole che essi utilizzino alla sua gloria i talenti che ha affidato loro. I figli non sono responsabili dei talenti del padre. Mentre godono ancora di una buona lucidità mentale e di una capacità di giudizio, con spirito di preghiera e utilizzando i consigli di persone sagge che hanno una lunga esperienza della verità e che conoscono la volontà di Dio, i genitori devono programmare come destinare i loro beni. CEC 236 2 Se hanno figli handicappati o in difficoltà economiche, nonostante facciano un uso saggio dei loro guadagni, essi ne sono responsabili. Ma se i figli non sono credenti, hanno capitali a disposizione utilizzati in imprese commerciali, i genitori commettono un errore nei confronti del Maestro che li ha scelti come suoi amministratori, lasciando loro quei capitali in virtù del fatto che sono i loro figli. Le esigenze di Dio non devono essere considerate con superficialità. CEC 236 3 Deve essere chiaro il fatto che l'aver redatto il testamento non impedisce ai genitori di fare delle offerte per l'opera di Dio mentre sono ancora in vita. Hanno il dovere di farlo. Nell'arco della vita terrena, in attesa di quella futura, devono avere la soddisfazione di poter disporre di una parte dei loro beni. Essi devono partecipare allo sviluppo dell'opera di Dio. Devono utilizzare i beni che il Maestro ha prestato loro per continuare l'opera di proclamazione del suo messaggio. CEC 236 4 L'amore per il denaro è all'origine della maggior parte dei crimini perpetrati nella nostra società. I genitori che egoisticamente utilizzano i loro beni per arricchire i loro figli, senza prendere in considerazioni le necessità dell'opera di Dio, commettono un terribile errore. Ai figli, a cui credono di fare del bene dando loro del denaro, offrono in realtà una fonte di maledizione. Le ricchezze ricevute in eredità sono spesso una trappola CEC 236 5 Molte volte il denaro lasciato ai figli diventa fonte di amarezza. Spesso litigano per i beni ricevuti e se si tratta di un testamento raramente sono soddisfatti delle disposizioni adottate dal padre. I beni che hanno ricevuto invece di ispirare gratitudine e rispetto per la sua memoria, creano piuttosto malcontento, mormorii, invidia e disprezzo. Fratelli e sorelle che andavano perfettamente d'accordo trovano motivi di contestazione e così le eredità creano spesso dissensi in famiglia. Le ricchezze sono utili se permettono di rispondere ai bisogni presenti e vengono utilizzate per fare del bene agli altri. Ma, molto spesso, quando vengono ricevute in eredità, rappresentano una trappola più che una benedizione. I genitori non devono creare tentazioni ai figli, lasciando loro capitali grazie ai quali non avranno più bisogno di lavorare. Capitali destinati ai figli CEC 237 1 Mi è stato mostrato che alcuni figli dichiarano di aderire al messaggio evangelico pensando di influenzare i padri affinché concedano loro i capitali che avrebbero potuto consacrare, durante la loro vita, in favore dell'opera di Dio. Coloro che agiscono in questo modo, distogliendo il padre dalla sua funzione di amministratore, non si rendono conto della gravità del loro comportamento. Si assumono una doppia responsabilità: innanzi tutto orientano le scelte del padre, che si allontana dal piano di Dio destinando a loro i beni che dovevano essere impiegati alla gloria di Dio, poi si attribuiscono la responsabilità di gestire quei beni che il padre avrebbe dovuto investire personalmente affinché il Maestro ricevesse la sua parte di profitto. CEC 237 2 Molti genitori commettono un grosso errore disfacendosi dei loro capitali per affidarli ai figli quando essi sono ancora responsabili del buono o del cattivo uso dei talenti che Dio ha loro affidato. Un tale trasferimento di beni non provoca né la felicità dei figli né quella dei genitori. I genitori, se vivranno ancora qualche anno, si pentiranno di aver preso una decisione del genere. Questa decisione non accrescerà l'amore filiale; infatti essi non saranno disposti a manifestare una gratitudine e un senso del dovere maggiori nei confronti dei genitori in seguito alla loro generosità. All'origine di tutto questo c'è una maledizione, che produce unicamente egoismo nei figli e scontentezza e sentimenti di umiliante dipendenza nei genitori. CEC 237 3 È preferibile che i genitori, mentre sono ancora in vita, insegnino ai loro figli a impegnarsi piuttosto che lasciare loro una fortuna quando moriranno. I figli che sono obbligati a contare sui propri sforzi diventano uomini e donne più maturi, meglio preparati nei confronti della vita quotidiana, rispetto a coloro che dipendono unicamente dalle ricchezze paterne. I figli che sono costretti a contare sulle proprie risorse hanno generalmente coscienza dei propri talenti, che fanno fruttare coltivando e orientando le loro capacità in vista del raggiungimento di uno scopo nella vita. Spesso sviluppano qualità di perseveranza, moderazione e moralità che sono alla base del loro successo nella vita cristiana. Mentre i figli, a cui i genitori hanno purtroppo dato tutto, sono coloro che si sentono meno obbligati nei loro confronti. -- Testimonies for the Church 3:121-123. ------------------------Capitolo 64: Delegare ad altri le proprie responsabilità CEC 238 1 Quei fratelli, osservatori del sabato, che delegano le loro mogli ad assumersi la responsabilità della gestione delle finanze, mentre sarebbero in grado di farlo personalmente, non si dimostrano saggi e deludono Dio. La funzione di amministratore, che deve esercitare il marito, non deve essere affidata alla moglie. In ogni caso, a volte accade ed entrambi ne subiscono le conseguenze. Si è verificato che un marito credente abbia affidato i suo beni a una moglie non credente con la speranza di farle cosa gradita, di disarmarla nella sua opposizione e di invitarla ad accettare la verità. Ma non è stato altro che un tentativo per acquistare la pace, od obbligare sua moglie a credere nella verità. Agendo in questo modo, il marito trasmette a una persona che non ha simpatia per la verità i beni che Dio gli ha prestato per lo sviluppo della sua opera; un tale amministratore come potrà rendere conto al Maestro quando Egli reclamerà ciò che gli appartiene e con i relativi interessi? CEC 238 2 Genitori credenti hanno spesso trasferito i loro beni ai figli non credenti, perdendo così la possibilità di restituire a Dio ciò che gli è dovuto. In questo modo essi delegano le responsabilità che Dio gli aveva affidato e trasmettono al nemico dei beni che dovevano essere restituiti a Dio a beneficio della sua opera quando glieli richiederà. CEC 238 3 Non rientra nel piano divino che i genitori, che possono ancora occuparsi dei loro affari, affidino l'amministrazione dei loro beni ai figli, anche se condividono la stessa fede. Essi mostrano raramente per l'opera tutto l'interesse che avrebbero dovuto avere e non hanno sufficientemente sperimentato l'avversità e l'afflizione per valutare i tesori eterni e considerarli inferiori rispetto a quelli terreni. Si commette un grosso errore affidando tali beni a queste persone. Esse sono tentate a concentrare i loro interessi sulle ricchezze, a fidarsi e a credere di non aver bisogno d'altro. Quando improvvisamente entrano in possesso di beni che non hanno acquisito con i loro sforzi, non li utilizzano saggiamente. CEC 238 4 Il marito che affida i suoi beni alla moglie le pone davanti una tentazione, che sia credente o meno. Se è credente, ma avara, portata all'egoismo e ad accumulare denaro, avrà difficoltà a gestire i suoi affari e quelli di suo marito. Per restare sulla via della salvezza dovrà eliminare tutti questi difetti e imitare il carattere del Signore cercando di amare il prossimo, come Cristo ci ha amati, e facendo del bene. Ella deve impegnarsi a far crescere in lei il prezioso dono dell'amore che il nostro Salvatore possedeva in tutta la sua pienezza. Tutta la sua vita è stata esente da qualsiasi atteggiamento egoista. CEC 239 1 Qualunque siano state le motivazioni del marito, egli ha messo in difficoltà sua moglie che rischia di intralciare i suoi sforzi per avere il sopravvento. Se ha affidato i suoi beni ai figli le conseguenze saranno le stesse. Dio conosce le motivazioni di quest'uomo. Se ha agito per egoismo e ha concesso i suoi beni per avidità scusandosi di non aver fatto niente per lo sviluppo dell'opera, la maledizione del cielo si abbatterà su di lui. CEC 239 2 Dio conosce i piani e le intenzioni del cuore; sa quali sono le motivazioni degli uomini. La sua disapprovazione si manifesterà in modo visibile e diretto, come nel caso di Anania e Saffira, ma la punizione non sarà meno dura della loro. Nella disonestà gli uomini mentono a Dio. "L'anima che pecca è quella che morrà". Ezechiele 18:20. CEC 239 3 Coloro che pensano di poter delegare le loro responsabilità alla moglie o ai figli cadono nelle tentazioni del nemico. Trasferendo i loro beni non perderanno la loro responsabilità. Sono responsabili dei beni che il Signore ha affidato loro e non possono in nessun modo delegarne l'amministrazione fino al momento in cui restituiranno a Dio ciò che avevano ricevuto. -- Testimonies for the Church 1:528-530. ------------------------Capitolo 65: L'importanza della promessa di una ricompensa fra le motivazioni del servizio CEC 243 1 In diverse occasioni il Signore ha detto: "Molti che ora sono i primi saranno gli ultimi; e molti che ora sono gli ultimi saranno i primi". Matteo 19:30 (Tilc). Vorrei che coloro che si sono impegnati come suoi collaboratori non si preoccupino soltanto di guadagnare e non pensino di dover meritare una ricompensa per ogni servizio reso. Il Signore vorrebbe che i nostri spiriti fossero orientati in una direzione completamente diversa, perché non valuta le cose con gli stessi parametri umani. Non giudica secondo le apparenze, ma valuta un uomo secondo la sincerità del suo cuore. CEC 243 2 Coloro che si sono impegnati con uno spirito di vero sacrificio, dimenticando se stessi, sono coloro che alla fine saranno i primi. Gli operai della prima ora rappresentano coloro che sono invidiosi e hanno un concetto elevato di se stessi e affermano che per la loro collaborazione devono essere privilegiati rispetto agli altri. Il padrone ha risposto a colui che lo interrogava sul perché avesse pagato gli altri più di lui: "Rispondendo a uno di loro il padrone disse: "Amico, io non ti ho imbrogliato: l'accordo era che ti avrei pagato una moneta d'argento, o no?" Matteo 20:13 (Tilc). Ha quindi rispettato il suo impegno. CEC 243 3 Dovremmo rispettare la decisione relativa alla ricompensa. Se da un lato apprezziamo la promessa delle benedizioni divine, dall'altro dovremmo avere completa fiducia in Gesù Cristo e credere che Egli agirà con giustizia dandoci la remunerazione per ciò che abbiamo realizzato. Il dono di Dio è la vita eterna, ma Gesù vorrebbe che noi non vivessimo in funzione della ricompensa, ma compissimo la volontà di Dio semplicemente perché è giusto farlo, indipendentemente da ogni guadagno o considerazione. CEC 243 4 Paolo pensava alla corona della vita che sarebbe stata data non solo a lui, ma a tutti coloro che amano l'attesa del suo ritorno. La vittoria riportata grazie alla fede in Cristo rende la corona preziosa. Essa glorifica Gesù. Qualsiasi ostentazione di un talento o di una vittoria, conseguita personalmente, non è opportuna. "Non si vanti il sapiente della sua sapienza, non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza. Se qualcuno vuole vantarsi, si vanti di conoscermi e di sapere che io, il Signore, sono buono, giusto e retto per tutti. Sono queste le cose che mi piacciono". Geremia 9:22, 23 (Tilc). CEC 243 5 Coloro che riceveranno la massima ricompensa saranno coloro che oltre all'operosità e allo zelo, dimostreranno un'affettuosa e disinteressata considerazione per il povero, l'orfano, l'oppresso e l'afflitto. Coloro invece che sono troppo occupati per rivolgere la loro attenzione agli uomini riscattati dal sacrificio di Cristo, coloro che si preoccupano solo di realizzare grandi imprese, si ritroveranno fra i piccoli e gli ultimi. CEC 244 1 Gli uomini agiscono secondo la vera natura del loro cuore. Ci sono fra noi persone che hanno uno spirito umile e docile, lo spirito di Cristo, che si impegnano in tante piccole cose per aiutare, disinteressatamente, il loro prossimo; essi saranno stupiti quando nel giorno del giudizio si renderanno conto che Cristo ha tenuto in considerazione le parole gentili rivolte a qualcuno che era scoraggiato, il dono modesto destinato al povero, che esprimeva però il sacrificio di colui che lo aveva offerto. Il Signore considera le motivazioni e offre una ricompensa proporzionata; l'amore puro e umile, come quello di un bambino, rende l'offerta particolarmente preziosa. -- The Review and Herald, 3 luglio 1894. Un dono e non un diritto CEC 244 2 Pietro chiese un giorno: "E noi? Noi abbiamo abbandonato tutto per venire con te. Cosa dobbiamo aspettarci?" Matteo 19:27 (Tilc). Pietro pensava, esprimendosi in questi termini, che tutto il lavoro compiuto dagli apostoli sarebbe stata ricompensato da una remunerazione equivalente. L'orgoglio e la vanità che serpeggiava fra i discepoli li portava continuamente a giudicarsi. Se qualcuno fra loro sbagliava gli altri si sentivano immediatamente superiori. Gesù si rese conto che questo atteggiamento doveva essere frenato. Potendo leggere nel cuore degli uomini, notò questa tendenza all'egoismo nella domanda: "Cosa dobbiamo aspettarci?" Doveva correggere questa tendenza negativa prima che assumesse proporzioni intollerabili. CEC 244 3 I discepoli correvano il rischio di perdere di vista i veri principi del Vangelo. Con questa parabola [gli operai delle diverse ore, ndt] insegnava loro che la ricompensa non viene data per il lavoro svolto, perché ogni uomo potrebbe inorgoglirsi, ma accordata unicamente per grazia. L'operaio chiamato a lavorare nella vigna all'inizio della giornata aveva ricevuto la ricompensa tramite la grazia che gli veniva accordata. Chi venne chiamato per ultimo ricevette la stessa grazia del primo. Il lavoro stesso era una vera e propria grazia e nessuno poteva gloriarsi rispetto all'altro. Non c'era spazio per l'invidia. Nessuno era privilegiato e nessuno poteva reclamare la sua remunerazione come qualcosa che gli fosse dovuto. Pietro esprimeva i sentimenti di un mercenario. -- The Review and Herald, 10 luglio 1894. ------------------------Capitolo 66: Un tesoro in cielo CEC 245 1 Il Cristo ci esorta: "Fatevi un tesoro in cielo". Per trasferire i nostri beni dalla terra al cielo dobbiamo consacrare tutte le nostre energie. Si tratta di un'opera della massima importanza e i nostri interessi eterni vengono messi in discussione. Ciò che investite nell'opera di Dio non va perso. Tutto ciò che viene consacrato per la salvezza degli uomini e alla gloria di Dio viene investito nell'iniziativa più redditizia per questa vita e per quella futura. I vostri beni se vengono depositati nella banca del cielo acquistano valore, un valore che sarà contabilizzato sul vostro conto nel regno dei cieli. Voi godrete le ricchezze eterne affidate ai banchieri del cielo. Offrendo per l'opera di Dio costituirete il vostro tesoro in cielo. Tutto ciò che viene investito è assicurato contro ogni infortuno o perdita e aumenta fino a diventare un capitale eterno. Un guadagno per oggi e per l'eternità CEC 245 2 Uno dei vostri obiettivi dovrebbe essere quello di consacrare tutte le vostre forze al servizio del Cristo poiché tutto ciò avrà un significato per la vita terrena e per quella eterna. (...) "La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque l'occhio tuo è sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato". Matteo 6:22. Se l'occhio è sano, se guarda verso il cielo, la luce del cielo inonderà l'anima e le cose terrene sembreranno insignificanti e insulse. Le intenzioni del cuore muteranno e le esortazioni di Gesù saranno prese in considerazione. Accumulerete le vostre ricchezze in cielo. I vostri pensieri tenderanno alla grande ricompensa dell'eternità. Tutti i vostri piani saranno in funzione della vita futura ed eterna. Sarete attratti dal vostro tesoro. Non vi preoccuperete più dei vostri interessi terreni, ma in tutto ciò che intraprenderete vi porrete questa domanda: "Signore cosa vuoi che io faccia?" La religione della Bibbia si manifesterà nella vita di tutti i giorni. CEC 245 3 Il vero cristiano non permette che nulla si frapponga fra il suo spirito e Dio. I comandamenti di Dio disciplinano i suoi affetti e le sue azioni. Se tutti coloro che ricercano il regno di Dio e la sua giustizia fossero sempre pronti a compiere le opere del Cristo, il cammino verso il cielo sarebbe più facile. (...) CEC 246 1 Se il nostro sguardo è rivolto unicamente alla gloria di Dio, il nostro tesoro sarà in cielo, al riparo da ogni corruzione e da ogni perdita "perché dov'è il tuo tesoro, qui sarà anche il tuo cuore". Gesù sarà il modello che vi sforzerete di imitare. La legge di Dio vi farà provare gioia e serenità e nel giorno del giudizio sentirete pronunciare queste dolci parole: "Bene, sei un servo bravo e fedele! Sei stato fedele in cose da poco, ti affiderò cose più importanti. Vieni a partecipare alla gioia del tuo signore". Matteo 25:21 (Tilc). -- The Review and Herald, 24 gennaio 1888. Rafforzare i legami che ci uniscono CEC 246 2 Dio ci ha scelto come amministratori. Ci ha affidato i suoi beni affinché li condividiamo con coloro che ne hanno bisogno e l'altruismo è la medicina più sicura contro l'egoismo. Impegnandovi nei confronti di coloro che hanno bisogno di aiuto incoraggerete chi è in difficoltà a manifestare la sua riconoscenza nei confronti di Dio che ha diffuso la grazia della generosità fra i fratelli e li ha indotti ad alleviare la miseria dei bisognosi. CEC 246 3 Concretizzando l'amore le chiese si avvicinano le une alle altre nell'unità cristiana. Grazie all'amore fraterno l'amore per Dio si rafforza, ci si rende conto che non dimentica i sofferenti e viene quindi lodato per le sue benedizioni. "Infatti, l'organizzazione di questo soccorso fraterno non serve soltanto ad aiutare i credenti di Gerusalemme che sono poveri, ma anche a fare in modo che molti ringrazino Dio". 2 Corinzi 9:12 (Tilc). La fede dei fratelli si rafforza e sono spinti ad affidare il loro spirito e il loro corpo a Dio in quanto creatore fedele. "Il vostro aiuto sarà per voi una prova concreta che voi sapete ubbidire e accogliere l'annunzio di Cristo. Perciò loderanno Dio per la generosità che dimostrate nel dividere i vostri beni con loro e con tutti". 2 Corinzi 9:13 (Tilc). -- The Review and Herald, 21 agosto 1894. Incise sulle mani di Cristo CEC 246 4 Cristo ricorderà tutti i nomi di coloro che non considerano nessun sacrificio troppo gravoso e lo offrono in nome della fede e dell'amore. Egli stesso ha sacrificato tutto per l'umanità. I nomi di coloro che accettano, si sacrificano e rimangono fedeli, saranno incisi sulle palme delle sue mani; essi non saranno rinnegati ma pronunciati dalle sue labbra, ed Egli perorerà la loro causa davanti al Padre. L'egoista e l'orgoglioso verranno dimenticati, ma essi saranno ricordati per l'eternità. Se desideriamo essere felici, dobbiamo rendere felici gli altri. Consacrando a Cristo, con gratitudine, ciò che possediamo, i nostri talenti e i nostri affetti troveremo la felicità terrena e la gloria eterna. -- Testimonies for the Church 3:250, 251. ------------------------Capitolo 67: Le benedizioni accordate a coloro che sono generosi CEC 247 1 Quando la simpatia è pervasa di amore e generosità ed è santificata dallo Spirito di Gesù Cristo, è un sentimento che può produrre azioni positive. Coloro che esprimono la generosità non fanno soltanto del bene agli altri, che ne ricevono benefici, ma ne traggono essi stessi dei vantaggi perché i loro cuori si aprono all'influsso dell'autentica generosità. CEC 247 2 Ogni espressione altruistica si riflette su di noi. Ogni parola che esprime gentilezza e simpatia nei confronti di coloro che sono tristi, ogni atto compiuto in favore di coloro che sono oppressi e ogni dono destinato a rispondere ai bisogni dei nostri simili, allo scopo di glorificare Dio, assicura benedizioni al donatore. Coloro che agiscono in questo modo adempiono una legge divina e ricevono l'approvazione di Dio. Il piacere di fare del bene agli altri apporta ai sentimenti un calore che tonifica i nervi, rianima la circolazione del sangue e favorisce la salute mentale e fisica. -- Testimonies for the Church 4:56. Un'azione terapeutica CEC 247 3 Lo spirito e il corpo sono strettamente uniti. Ciò che intacca uno si ripercuote ben presto sull'altro. La salute dello spirito è ampiamente influenzata dalla salute del corpo. Quando lo spirito è libero e felice, cosciente di fare il bene e soddisfatto di poter contribuire alla felicità altrui, ne risulta una gioia che influisce su tutto il corpo, favorendo la circolazione del sangue e tonificando tutto l'organismo. La benedizione di Dio esercita un'azione salutare e coloro che si impegnano al servizio dei loro simili provano nel loro cuore e nella loro vita i benefici di questa grazia. -- Testimonies for the Church 4:60, 61. L'influsso doppiamente positivo della generosità CEC 247 4 La saggezza divina ha introdotto nel piano della salvezza la legge della causa e dell'effetto, che permette alla generosità, in tutte le sue manifestazioni, di esercitare un duplice influsso. Dio avrebbe potuto realizzare il suo progetto di salvare i peccatori senza l'aiuto degli uomini, ma sapeva che l'uomo non sarebbe stato felice se non avesse collaborato in questa parte della redenzione. Affinché l'uomo non perdesse i benefici risultati della generosità, il nostro Redentore concepì il piano di considerarlo suo collaboratore. -- The Review and Herald, 23 marzo 1897. L'influsso della società CEC 248 1 Cristo è venuto per offrire agli uomini le ricchezze dell'eternità; noi dobbiamo riceverle e grazie alla nostra comunione con lui, distribuirle. Cristo ha detto, rivolgendosi non solo ai pastori ma a ogni cristiano: "Il mondo è immerso nelle tenebre spirituali. La vostra luce brilli nei confronti degli uomini affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. Ogni uomo che ama veramente Dio sarà una luce per tutti coloro che lo circondano". CEC 248 2 Il cittadino del regno dei cieli guarderà sempre verso le cose invisibili. Il potere del mondo sullo spirito e sul carattere è infranto. Egli gode della costante presenza dell'Ospite divino, secondo la promessa: "...anch'io l'amerò e mi farò conoscere a lui". Giovanni 14:21 (Tilc). Come Enoc, cammina anche tu con Dio in un rapporto di comunione costante. -- The Review and Herald, 10 novembre 1910. La pienezza della vita terrena CEC 248 3 Nessuna iniziativa, nessun piano ha valore o è perfetto se si riferisce soltanto ai brevi anni della vita terrena e non tiene conto dell'eternità. È necessario insegnare ai giovani a prendere in considerazione nei loro progetti la dimensione eterna, a scegliere i principi che contano e i beni che hanno un vero valore affinché procurino "ricchezze che non si consumano, un tesoro sicuro in cielo. Là i ladri non possono arrivare e la ruggine non lo può distruggere" (Luca 12:33, Tilc), a farsi amici "con le ricchezze ingiuste; affinché quando esse verranno meno, quelli vi ricevano nei tabernacoli eterni". Luca 16:9. Agendo così ci si prepara nel modo migliore per la vita terrena, perché nessuno può accumulare ricchezze celesti senza che la sua vita si trovi arricchita e nobilitata. "...La pietà è utile ad ogni cosa avendo la promessa della vita presente e di quella a venire". 1 Timoteo 4:8. -- Education, 145. La generosità di chi dona CEC 249 1 Le offerte del povero come espressione della sua rinuncia per sostenere la proclamazione del messaggio della salvezza, non saranno gradite soltanto da Dio come offerte di consacrazione, ma in virtù del gesto stesso accresceranno la generosità del donatore rafforzando i suoi legami con il Redentore del mondo. -- The Review and Herald, 31 ottobre 1878. L'immutabile promessa di Dio CEC 249 2 Ogni volta che il popolo di Dio, in qualsiasi momento della storia del mondo, ha realizzato con gioia e spontaneamente questo piano di generosità tramite i doni e le offerte, ha beneficiato della promessa secondo la quale le sue attività sarebbero state coronate dal successo, in proporzione alla sua ubbidienza. Quando i cristiani si rendono conto delle esigenze di Dio e vi si sottomettono godono delle ricche benedizioni divine. -- Testimonies for the Church 3:395. ------------------------Capitolo 68: Condividere la gioia dei redenti CEC 249 3 Ci sarà una ricompensa per gli amministratori di Dio devoti e disinteressati che lavorano per la sua opera, come anche per coloro che volontariamente collaborano per il suo sviluppo. CEC 249 4 Coloro che sono impegnati a tempo pieno e coloro che offrono il loro denaro per sostenere l'opera di Dio riceveranno la rimunerazione promessa al servitore fedele. CEC 249 5 Ogni amministratore che gestisce con saggezza i beni che gli sono stati affidati parteciperà alla gioia del suo Signore. Qual è questa gioia? "Così, vi dico, anche gli angeli di Dio fanno grande festa per un solo peccatore che cambia vita". Luca 15:10 (Tilc). Coloro che hanno lavorato fedelmente per la salvezza degli uomini saranno gratificati da un elogio, da una santa benedizione e si uniranno ai redenti in cielo, per celebrare la festa della mietitura. CEC 250 1 Quale gioia immensa si manifesterà quando i riscattati dal Signore si riuniranno nelle case preparate per loro! Quale gioia per tutti coloro che, nella rinuncia, hanno collaborato con Dio nel compimento della sua opera sulla terra! Quale soddisfazione per ogni mietitore sentire Gesù dirgli con voce chiara e melodiosa: "Venite, voi che siete i benedetti del Padre mio; entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo". Matteo 25:34 (Tilc). "Entra nella gioia del tuo signore". CEC 250 2 Il Redentore è glorificato perché non è morto inutilmente. Coloro che hanno collaborato con Dio, gioiscono del risultato del loro impegno in favore degli uomini destinati alla morte eterna e ne provano soddisfazione. Le ore d'angoscia, le circostanze imbarazzanti, le tristezze vissute perché alcuni rifiutavano di conoscere e accettare il messaggio di pace, tutto ciò era ormai dimenticato. Non si ricordavano neanche degli atti di rinuncia per sostenere l'opera. Mentre osservano gli uomini che grazie a loro hanno conosciuto Gesù e sanno che sono salvati per sempre -- testimoni della misericordia di Dio e dell'amore del Redentore -- intonano canti di gioia e di riconoscenza. -- The Review and Herald, 10 ottobre 1907. Realtà inimmaginabili CEC 250 3 Cristo ha rivestito la natura umana e ha condotto su questa terra un'esistenza pura e santa. Per questa ragione è stato definito giudice. Quindi colui che esercita la funzione di giudice è Dio fatto uomo. Quale gioia poter riconoscere in lui il nostro Maestro e il nostro Redentore, che ha ancora i segni della crocifissione, che risplende di gloria, attribuendo un valore particolare alle corone che i riscattati ricevono dalle sue mani: le mani che distese sui suoi discepoli, mentre saliva in cielo, per benedirli! Egli stesso dice loro: "...io sarò sempre con voi, tutti i giorni, sino alla fine del mondo" (Matteo 28:20, Tilc) e augura ai redenti il benvenuto nel suo regno. CEC 250 4 Colui che offrì loro la sua vita preziosa, la cui grazia spinse i loro cuori al pentimento, ora li invita a godere della sua gioia. Quanto lo amano! Le loro speranze realizzate hanno superato infinitamente la loro immaginazione. La loro gioia è totale e prendono le loro corone scintillanti per gettarle ai piedi del loro Redentore. -- The Review and Herald, 18 giugno 1901. Una promessa sicura CEC 250 5 Da tempo attendiamo il ritorno del nostro Salvatore, ma la promessa di questo ritorno è certa. Ben presto abiteremo nelle case che sono state preparate per noi. Gesù ci condurrà lungo il fiume dell'acqua della vita che sgorga dal trono di Dio e ci parlerà delle prove per le quali ci ha fatto passare per perfezionare i nostri caratteri. Ammireremo i magnifici alberi del paradiso, disseminati qua e là, e al centro l'albero della vita. Contempleremo con sguardi limpidi le bellezze dell'Eden restaurato. Getteremo ai piedi del Redentore le corone che aveva posto sulle nostre teste e, suonando arpe d'oro, offriremo canti di lode e di riconoscenza a colui che è seduto sul trono. -- The Review and Herald, 3 settembre 1903. Ancora un po'di tempo... CEC 251 1 Deve trascorrere ancora un po' di tempo, poco tempo, prima che Gesù ritorni per salvare i suoi figli e donargli l'immortalità. "Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità". 1 Corinzi 15:53. I sepolcri si apriranno e i morti usciranno vittoriosi gridando: "O morte dov'è la tua vittoria? O morte dov'è il tuo dardo?" 1 Corinzi 15:55. I nostri cari che si sono addormentati in Gesù Cristo risusciteranno rivestiti di immortalità. CEC 251 2 Mentre i redenti saliranno verso il cielo, le porte della città di Dio si apriranno e coloro che sono rimasti fedeli alla verità vi entreranno. Una voce, più melodiosa di qualsiasi musica mai sentita da un orecchio umano, si farà sentire: "Venite voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo". Matteo 25:34. Allora i redenti riceveranno la loro ricompensa. La loro vita scorrerà insieme a quella dell'Eterno. Essi getteranno le loro corone ai piedi del Redentore, e diffonderanno in cielo una musica meravigliosa accompagnandosi con le loro arpe d'oro. -- The Review and Herald, 15 aprile 1889.