Consigli sull' economato cristiano

Prefazione all'edizione italiana

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Abbiamo il piacere di presentare la traduzione in lingua italiana di questo volume di E. White. Si tratta di una compilazione pubblicata per la prima volta in inglese nel 1940. Il libro, già tradotto in altre lingue, è stato molto utile ai credenti per una comprensione più completa di una dimensione che è parte integrante della vita cristiana.

In questa breve introduzione forniremo alcune spiegazioni sulla stesura di una compilazione degli scritti di E. White, presenteremo alcuni cenni relativi all'ambiente storico che ha visto la nascita del volume e le considerazioni che riteniamo necessarie per una migliore comprensione dell'opera.

Le compilazioni

Nel suo testamento E. White lasciò delle indicazioni precise riguardo all'uso dei suoi scritti. Agli esecutori testamentari (i fiduciari) fu affidato il compito di assicurare alla stampa traduzioni in altre lingue ma anche di preparare nuove compilazioni a partire dai suoi manoscritti. I fiduciari avrebbero dovuto anche promuovere la diffusione dei suoi scritti in lingua inglese.

Fino a oggi, uno dei compiti principali dei fiduciari è stato quello di preparare delle compilazioni. Furono quindi formulati dei piani per poter utilizzare pienamente gli scritti di E. White. La Fondazione White (organismo responsabile della tutela degli scritti di E. White) e i dirigenti della Conferenza Generale elaborarono una strategia il cui obiettivo era di pubblicare il materiale contenuto nei manoscritti per renderlo accessibile al maggior numero di persone.

Ci si potrebbe chiedere: che bisogno c'era di questi nuovi libri? Volumi come Evangelism, Messages to Young People e tanti altri sono stati preparati per mettere a disposizione dei lettori il materiale presente negli scritti di E. White su tematiche specifiche, che non era facilmente reperibile, riunendolo per comodità in un unico testo. In queste opere vengono pubblicati anche articoli o manoscritti inediti. La stessa E. White affermò: "Gli articoli scritti settimanalmente sulle riviste vengono dimenticati facilmente... essi devono essere raccolti e ristampati in libri per metterli a disposizione dei credenti e dei non credenti". -- Lettera 7, 1903.

Ecco la procedura seguita per preparare un'opera compilata. Quando su un argomento specifico viene chiesta la stesura di una compilazione, dopo aver verificato che esiste materiale a sufficienza in proposito, si passa alla raccolta delle citazioni. Il contenuto delle citazioni stesse suggerisce lo schema in base al quale ordinarle. Una bozza dell'opera viene consegnata a ogni membro della commissione della Fondazione White, perché presenti le sue osservazioni. In questa fase si cerca in particolare di eliminare le ripetizioni, o di dare una collocazione ideale a ogni citazione. Quando la stesura finale della compilazione ha ottenuto l'approvazione definitiva, essa viene trasmessa agli editori per la pubblicazione senza sottoporla all'approvazione della "commissione del libro".

Questo metodo non è molto diverso da quello seguito dalla stessa E. White nella composizione degli ultimi volumi che videro la luce mentre era ancora in vita: Prophets and Kings, il volume 9 delle Testimonies, Counsels to Parents, Teachers and Students. La differenza fondamentale fra queste opere e le compilazioni successive è che E. White ebbe la possibilità di rileggere le citazioni scelte migliorando il testo o scrivendo delle frasi di collegamento fra i vari brani.

Il contesto storico

È importante dedicare alcune righe per presentare il contesto storico nel quale il volume è stato composto. Senza questa precisazione si corre il rischio di imporre al testo significati che derivano dal nostro contesto storico, quasi sempre molto diverso da quello in cui viveva E. White quando scrisse le riflessioni riportate nel volume, o da quello nel quale vivevano i compilatori che hanno compiuto la scelta delle citazioni.

Gli anni che precedetero la compilazione di questo volume furono determinanti per la formazione della chiesa e in particolare per la sua riorganizzazione. In questo periodo l'interesse missionario divenne fondamentale per la Chiesa Avventista. Fin dagli anni 1860-70 la chiesa si sentiva chiamata a una predicazione mondiale e questo concetto era stato ripetuto varie volte nelle pubblicazioni avventiste. Agli inizi del 1900 possiamo dire che il senso della missione si rafforzò. Mentre le società più secolarizzate degli Stati Uniti e dell'Europa erano più ostili alla diffusione del Vangelo, quelle in via di sviluppo come l'America del sud, l'Asia e l'Africa si presentarono ai nostri leader come un territorio fertile per una crescita della chiesa in termini numerici. Gli Stati Uniti continuavano a fornire la maggior parte dei dirigenti e il sostegno finanziario a quella che era diventata una chiesa mondiale. La sessione della Conferenza Generale del 1909 decise che le offerte della Scuola del Sabato sarebbero state destinate interamente alle missioni. Nel ventennio successivo si ebbe un considerevole aumento di queste offerte. Nello stesso periodo iniziò un programma di raccolta di fondi per le missioni a livello mondiale.

Nonostante il bisogno di nuovi fondi, i leader della chiesa cercarono di lavorare nel campo missionario nel modo più efficace possibile utilizzando al massimo le possibilità dell'organizzazione. L'impegno mondiale della chiesa implicava una maggiore responsabilità cristiana, ricordando quei principi biblici che erano alla base dell'economato cristiano. Furono allora ripresentati i consigli che avevano guidato il popolo dell'avvento all'inizio della sua storia, attraverso l'opera di E. White che aveva scritto diversi articoli in proposito su giornali e riviste o altro materiale inedito.

La maggior parte dei testi usati dai fiduciari per preparare la compilazione di questo volume appartiene a un periodo della storia della Chiesa Avventista in cui l'impegno missionario era particolarmente sentito. Pur di diffondere la Buona Novella i credenti erano disposti a vendere case e terreni; queste proprietà erano viste come un ostacolo per il tempo di distretta che si avvicinava.

Questo libro è una testimonianza della profonda dedizione dei primi avventisti all'opera del Signore. Essa si concretizza in una generosità e in uno spirito di sacrificio che li rendeva pronti a mettere nelle mani del Signore, nonostante la loro povertà, tutti quei mezzi di cui la chiesa aveva bisogno per svolgere il mandato evangelico. La stessa missione viene adempiuta ancora oggi con l'aiuto del Signore. È in quest'ottica che occorre leggere il capitolo dedicato ai lasciti e alle eredità, tenendo conto che oggi l'usanza di decidere della destinazione del proprio patrimonio prima della morte non è molto seguita nel nostro paese, per cui gli eredi ne dispongono a loro piacimento. Anche l'amministrazione dei beni materiali è un dovere cristiano che non dovrebbe essere delegato ai congiunti che non vivono in una prospettiva di fede.

Senza raggiungere posizioni estremiste occorre considerare alcuni elementi essenziali. Un credente riconosce di aver ricevuto tutto dal Signore nel corso della sua vita terrena; la famiglia, la comunità, i beni materiali sono doni che Dio ha messo a sua disposizione perché li amministri nel migliore dei modi.

Quando i suoi congiunti non sono credenti dovrebbe lasciare delle istruzioni precise sul modo in cui desidera venga utilizzato il suo patrimonio, tenendo conto delle necessità dei familiari e senza dimenticare che ciò che possiede è una benedizione del Signore. È sua responsabilità fare in modo che il messaggio del Vangelo, in cui ha creduto, continui a essere diffuso affinché l'opera del Signore progredisca. Così facendo, mentre è ancora in vita, egli potrà essere felice pensando al fatto che i suoi beni contribuiranno ad alleviare le sofferenze dei suoi simili.

E. White usa spesso formule e concetti tratti dalla Bibbia. Anche in questo caso non bisogna dimenticare il contesto diverso nel quale tutto questo avviene. In particolare ella li riporta con un linguaggio che non è più il nostro e che appartiene a un'altra cultura e mentalità.

Varie volte, sia nella Bibbia sia in quest'opera si afferma che la fedeltà dell'uomo verrà ricompensata con benedizioni e ricchezze. In realtà non sempre la ricchezza è sinonimo di benedizione divina e la povertà segno di infedeltà e punizione. In una società in cui tutto si misura con il denaro siamo propensi a cadere in questo tipo di errore. Ricordiamoci che il Signore lodò l'offerta della povera vedova che, secondo il ragionamento sopra esposto, non sarebbe stata benedetta da Dio. In realtà la sua povertà corrispondeva a un progetto di fedeltà nei confronti del Signore attraverso il quale ella riceveva delle benedizioni non facilmente percepibili da un osservatore esterno. Ella godeva nel suo cuore della presenza di Dio e intuiva il bisogno di coloro che erano più poveri di lei.

Dopo aver fornito qualche elemento per comprendere il contesto storico, vorremmo presentare un altro principio fondamentale per un'equilibrata comprensione del testo. Si tratta di un principio ermeneutico che applichiamo alla Parola di Dio ma che è valido anche per gli scritti di E. White: una singola affermazione va inquadrata nel contesto dell'insegnamento globale dell'autore. Vi invitiamo quindi a cogliere la visione dell'insieme di questo volume e di porre ogni citazione in rapporto con il pensiero espresso in altre opere a vostra disposizione. In questo modo avrete una visione più ampia e non rischierete di fraintendere il messaggio essenziale dell'opera.

Ogni vero credente che vive al servizio del Signore e del prossimo sarà profondamente toccato dal tema affrontato da questo libro: tutto appartiene al Signore ed è Lui che elargisce la sua grazia e ci aiuta a comprendere i principi della gestione cristiana della vita. Comprendendo meglio questi principi si renderà conto delle manifestazioni dell'amore del Signore nella propria vita: non considererà Dio come un esattore che chiede di seguirlo arbitrariamente. Egli ha chiesto ai credenti di collaborare nella sua opera restituendo parte di ciò che nella sua grande bontà continua a donare, sradicando dal cuore l'egoismo e accogliendo le benedizioni spirituali che ne derivano.

"Il concetto di gestione cristiana della vita deve avere delle implicazioni pratiche per il popolo di Dio... La generosità vivificherà migliaia di credenti che lo sono solo formalmente e che brancolano nel buio. Essi saranno trasformati da adoratori egoisti di Mammona in sinceri e fedeli collaboratori di Cristo per la salvezza dei peccatori". -- Testimonies for the Church 3:387.

Siamo certi che uno studio accurato dei principi presentati in questo volume contribuirà a trasformare ogni credente sincero affinché avvicinandosi in preghiera al Signore, sia disposto a lasciarlo agire ogni giorno più efficacemente nella propria vita. Gli Editori.