Consigli sull' economato cristiano

Capitolo 26

Non servire Dio fedelmente

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Fra gli avventisti del 7° giorno vi sono persone molto attaccate ai loro beni. Essi costituiscono il loro dio, il loro idolo. Essi amano il denaro, le loro case, il loro bestiame e la loro merce più del Salvatore che per amor loro ha rinunciato alle sue ricchezze. Essi invece attribuiscono ai propri beni un valore superiore a quello dell'essere umano. Queste persone saranno approvate per il loro comportamento? Certamente no e saranno invitate ad andarsene. Per loro Cristo non ha valore. Essi sono stati degli amministratori pigri, preoccupati solo di accumulare i beni affidati loro da Dio mentre i loro simili restavano nell'ignoranza e nell'errore.

La mia anima è profondamente scossa. Gli uomini facoltosi dormiranno fino a quando non sarà troppo tardi; fino a quando Dio non li respingerà, insieme ai loro beni dicendo: "E ora a voi, ricchi! Piangete e lamentatevi per le sciagure che stanno per venire su di voi. Le vostre ricchezze vanno in malora e i vostri abiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono pieni di ruggine e quella ruggine sarà una prova contro di voi". Giacomo 5:1-3 (Tilc). Quale rivelazione nel gran giorno di Dio, quando le ricchezze accumulate, i salari frodati grideranno contro coloro che si professavano buoni cristiani e si vantano di essere osservatori della legge di Dio, mentre amano il guadagno più degli uomini per i quali Cristo ha donato la sua vita.

Ora è giunto per tutti il tempo di mettersi all'opera. (...) Nel giorno del giudizio cosa risponderanno quando Egli chiederà: "Che cosa hai fatto per me che ho dato le mie ricchezze, il mio onore, la mia vita per sottrarti alla rovina?" Quel giorno coloro che non hanno realizzato nulla rimarranno senza parole. Si renderanno conto del loro peccato di pigrizia. Hanno derubato Dio di tutto ciò che avrebbero potuto fare per lui nell'arco della loro esistenza. Non hanno incoraggiato nessuno a fare il bene. Non hanno fatto conoscere Cristo a nessuno. Si sono accontentati di restare inattivi; non riceveranno ricompense, ma saranno destinati a perdere la vita eterna. Moriranno con gli empi, nonostante abbiano professato di essere discepoli di Cristo. -- The Review and Herald, 14 marzo 1878.

Il grande peccato dei cristiani di professione

Ogni uomo, qualunque sia il suo mestiere o la sua professione, dovrebbe innanzi tutto interessarsi all'opera di Dio; dovrebbe non soltanto esercitare i suoi talenti, ma coltivare tutte le sue capacità per raggiungere questo obiettivo.

Molti lavorano mesi e anni per acquisire un mestiere o una professione che permetterà loro di avere successo nel mondo; invece non fanno nessuno sforzo per far fruttare i talenti che li renderebbero dei lavoratori zelanti nell'opera del Signore. Hanno sprecato le loro capacità e i loro talenti. Non hanno avuto rispetto per il loro Maestro celeste.

Ecco il grande peccato di coloro che professano di appartenere al popolo di Dio. Essi vivono per se stessi e sono al servizio della società. Possono essere considerati degli uomini d'affari perspicaci ed efficienti, ma trascurano di utilizzare i talenti che Dio ha affidato loro per metterli al suo servizio. Le loro qualità professionali si sono sviluppate perché sono state utilizzate, ma le loro facoltà spirituali si sono indebolite a causa dell'inattività. -- The Review and Herald, 1 gennaio 1884.

Peccare di pigrizia

Se coloro le cui capacità si indeboliscono nell'inattività avessero ricercato l'aiuto dello Spirito Santo per mettersi all'opera, si sarebbe compiuto un lavoro più ampio. Gli appelli avrebbero reso sensibili i cuori e la risposta non avrebbe tardato: "Desideriamo fare tutto ciò che possiamo nella nostra debolezza e nella nostra ignoranza facendo riferimento al grande Maestro che possiede la saggezza". È possibile che in presenza di tutte queste opportunità d'intervento, di appelli al soccorso, ci siano degli uomini e delle donne che incrociano le braccia o le cui mani siano impegnate solo in attività personali per scopi esclusivamente terreni?

"Voi siete la luce del mondo" ha detto Gesù ai suoi discepoli. Matteo 5:14.

Pochi sono coscienti del loro potere e del loro influsso; pochi comprendono ciò che potrebbero fare per aiutare gli altri ed essere una benedizione per i propri simili. Essi nascondono il loro talento sotto terra, si illudono di possedere l'umiltà ma i registri del cielo testimoniano contro questi pigri, qualificandoli amministratori infedeli e indolenti che peccano contro Dio e trascurano il compito che gli è stato affidato. Non potranno invocare la loro incapacità quando i libri del cielo verranno aperti e riveleranno la loro lampante negligenza.

Qualunque sia il talento che ci è stato affidato siamo invitati ad utilizzarlo al servizio di Dio e non al servizio di Mammona. (...)

Coloro che nascondono i loro talenti sotto terra perdono delle preziose occasioni per ottenere una corona tempestata di stelle. Fino al giorno del giudizio finale non sapremo quanti uomini e donne hanno vissuto in questo modo né quante vite sono state sprecate per aver investito negli affari i talenti affidati da Dio invece di impiegarli al servizio del Datore della vita. (...)

Alcuni uomini (...) possono interessarsi di miniere che nascondono pepite d'argento e d'oro. Possono consacrare tutta la loro vita ad ammucchiare tesori terreni, ma quando moriranno dovranno abbandonare tutto. Non possono portare nulla con loro che gli garantisca ricchezze eterne. Questi uomini sono saggi? Non sono invece degli sciocchi che lasciano trascorrere le ore preziose della vita terrena senza prepararsi per quella eterna? Coloro che sono veramente saggi si prepareranno un "tesoro sicuro in cielo" (Luca 12:33, Tilc), "Così si prepareranno un tesoro sicuro per l'avvenire, per ottenere la vera vita". 1 Timoteo 6:19 (Tilc).

Se vogliamo acquisire ricchezze che durino nell'eternità dobbiamo iniziare a trasferire i nostri tesori e i nostri cuori si volgeranno in quella stessa direzione. -- The Review and Herald, 7 ottobre 1884.