Consigli sull' economato cristiano

Capitolo 29

I metodi impiegati per acquisire ricchezze

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Alcune persone, anche fra gli avventisti, meritano il rimprovero della Parola di Dio per il modo in cui hanno acquisito le loro ricchezze e per come le hanno utilizzate.

Essi si comportano come se le avessero create dal nulla e come se tutto appartenesse esclusivamente a loro, senza ricorrere alla preghiera sincera e senza cercare la gloria di Dio. È come se avessero fra le mani un serpente che finirà per morderli come un aspide.

Parlando del suo popolo Dio dice: "Il suo guadagno e il suo salario saranno consacrati all'Eterno, non saranno né ammassati né conservati". Molti di coloro che proclamano di credere nella verità, proprio come gli antidiluviani e i sodomiti, non vogliono che Dio si occupi dei loro affari. Rivolgendosi sinceramente a Dio, ispirati dallo Spirito Santo, comprenderebbero l'egoismo dei loro progetti. L'egocentrismo è il loro dio, l'alfa e l'omega della loro vita.

I cristiani possono sentirsi tranquilli soltanto quando acquisiscono le loro ricchezze secondo le direttive di Dio e le utilizzano in modo da ricevere le sue benedizioni. Dio ci permette di utilizzare i suoi beni soltanto per la sua gloria, affinché tramite la nostra prosperità possiamo diventare una benedizione per i nostri simili. Coloro che vivono secondo i principi della nostra società e si appropriano di tutto ciò che possono accumulare, sono veramente poveri perché incorrono nella disapprovazione divina. Perseguono i loro obiettivi disonorando Dio, la sua bontà, la sua misericordia, il suo carattere e la verità.

Attualmente, in questo tempo di grazia, siamo tutti messi alla prova. Satana è all'opera con i suoi incantesimi e le sue lusinghe e alcuni pensano di aver realizzato dei buoni affari con le loro speculazioni. Pensando di poter procedere sicuri, seguendo i suggerimenti della loro avidità insaziabile, si sono resi conto che Dio può dissipare tutto e ancora più rapidamente di quanto essi non siano stati in grado di accumulare. -- Testimonies to Ministers, 335, 336.

Integrità negli affari

Se nei confronti dei nostri simili ci comportiamo in maniera disonesta agiremo nello stesso modo con Dio. Gli uomini che persistono nella disonestà continueranno ad applicare gli stessi principi e finiranno per ingannare se stessi e perdere la vita eterna. Essi sacrificheranno l'onore e la religione per un vantaggio immediato. Uomini simili si trovano anche all'interno della chiesa e se non impareranno per esperienza cosa significa nascere di nuovo, non vedranno il regno di Dio. L'onestà dovrebbe caratterizzare tutte le azioni della nostra vita. Gli angeli del cielo esaminano tutte le nostre opere e quando non vengono rispettati i principi divini scrivono nel libro la parola "mancante".

Gesù dice: "Non accumulate ricchezze in questo mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono ogni cosa e i ladri vengono e portano via". Matteo 6:19 (Tilc). Le ricchezze offuscano le nostre facoltà e assorbono tutti i nostri interessi escludendo Dio e la verità.

All'epoca di Cristo l'amore per il denaro, che spinge ad acquisire tesori terreni, era la passione dominante degli ebrei. Le preoccupazioni nobili ed eterne erano subordinate agli sforzi per procurarsi beni terreni e potere. Per gli uomini le preoccupazioni mondane sostituivano Dio e la religione. La sete di ricchezza esercitava nella vita un tale fascino, un così forte richiamo da corrompere ogni principio morale e trascinare gli uomini alla perdizione. Il nostro Salvatore ci ha avvertiti del pericolo dell'avidità che spinge ad accumulare ricchezze.

Tutti i settori, gli affari, i mestieri o le professioni interessano Dio e ogni cristiano ha ricevuto la possibilità di partecipare all'opera del Signore. Chiunque lavori come rappresentante, o in un negozio o in un ufficio è considerato responsabile dell'onestà e della saggezza con cui utilizza i propri talenti. Si tratta dello stesso tipo di responsabilità che ha un pastore nella predicazione e nell'insegnamento. Se gli uomini acquisiscono dei beni trasgredendo la Parola di Dio, sacrificano i principi dell'onestà e della giustizia. Una sete di guadagno senza limiti, può spingere persino coloro che si definiscono cristiani a seguire le abitudini della nostra società. Essi infatti possono essere spinti a disonorare la propria religione frodando negli affari, opprimendo la vedova e l'orfano, privando lo straniero dei suoi diritti legittimi. -- The Review and Herald, 18 settembre 1888.

Intelligenza e onestà in qualsiasi occasione

La santità era la caratteristica dominante della vita del Redentore sulla terra ed Egli desidera che caratterizzi anche la vita dei suoi discepoli. I suoi servitori sono chiamati ad agire con altruismo e fedeltà, tenendo conto dell'utilità e dell'influsso di ognuno dei suoi collaboratori. Qualsiasi attività commerciale deve essere condotta con intelligenza e onestà. Gesù è la luce del mondo. Nella sua opera non ci devono essere zone oscure in cui si possano compiere azioni disoneste. Dio soffre profondamente per l'ingiustizia. -- The Review and Herald, 24 giugno 1902.

Resistere alla tentazione

Dio esige che tutti coloro che affermano di servirlo manifestino la superiorità dei principi della giustizia. Per ogni vero discepolo di Cristo, ogni transazione economica è parte integrante della sua religione, come la preghiera. (...)

Satana offre a ogni uomo i regni di questo mondo in cambio dell'ubbidienza alla sua volontà. Questa è stata la grande tentazione che ha presentato a Gesù nel deserto. Rivolgendosi ai discepoli di Cristo afferma: "Se tu segui i miei metodi per la gestione delle finanze ti ricompenserò con la ricchezza". Ogni cristiano, prima o poi, è messo alla prova e rivelerà quali sono i punti deboli del suo carattere.

Se la tentazione è vinta, vengono riportate delle preziose vittorie. Il cristiano è chiamato a scegliere: o servire Cristo o diventare discepolo dell'ingannatore e quindi suo adoratore. -- The Signs of the Times, 24 febbraio 1909.

L'iscrizione nei registri del cielo

Le abitudini della società non costituiscono una regola per il cristiano. Egli infatti non deve imitare stili di vita disonesti, estorsioni e inganni. Ogni atto ingiusto commesso nei confronti del prossimo è una violazione della regola d'oro. Ogni torto fatto ai figli di Dio è fatto a Cristo stesso, nella persona dei suoi discepoli. Ogni tentativo di sfruttare l'ignoranza, la debolezza, la sfortuna altrui viene registrato come una frode nei libri del cielo. Chi veramente teme Dio preferirà lavorare giorno e notte ed essere povero piuttosto che opprimere la vedova e l'orfano o privare lo straniero dei suoi diritti.

Anche le minime deviazioni dalla retta via predispongono il cuore alle peggiori ingiustizie. Quando un uomo si arricchisce a scapito di un altro, il suo spirito diventa insensibile all'influsso dello spirito di Dio. Il guadagno ottenuto in tali condizioni è in realtà una perdita terribile. -- Prophets and Kings, 651, 652.

I principi abbandonati

Spesso notiamo uomini che, pur occupando importanti posti di fiducia nell'opera del Signore, abbandonano la propria fede. Una tentazione li assilla: trascurano i principi e i vantaggi che offre loro la fede per appropriarsi dei tesori terreni a cui aspirano. Non hanno resistito agli attacchi di Satana. Cristo ha vinto e permette anche agli uomini di vincere, ma l'uomo si schiera dalla parte del "principe di questo mondo" e abbandona Cristo. Tutte le sue facoltà sono tese a soddisfare l'avidità e ad adorare i suoi idoli. L'uomo non si accontenta di soddisfare le esigenze quotidiane e non si ferma neanche davanti all'abbondanza. Egli aspira ad aumentare senza limiti i suoi capitali e orienta tutti i suoi pensieri e le sue facoltà verso questo scopo. -- The Review and Herald, 1 marzo 1887.

Un comportamento egoistico e calcolatore

Rivolgo un appello ai miei fratelli in fede e li supplico di coltivare la bontà. Al Signore non piace che alimentiate l'egoismo e l'avidità, qualunque sia la vostra vocazione o la vostra posizione. L'opera di Dio non deve essere amministrata con avarizia ed egoismo nei confronti di chiunque, anche se gli affari in questione riguardano l'opera stessa. Ogni atto compiuto in rapporto con l'opera di Dio deve avere l'approvazione divina. Ogni transazione illegale, ogni tentativo di trarre vantaggio da un uomo che si trovi in circostanze sfavorevoli, ogni tentativo di procurarsi terre o proprietà per una somma che non corrisponde al loro valore non sarebbe gradito a Dio, anche se il denaro così ottenuto costituisse un'offerta per la sua opera. Il suo unigenito Figlio ha pagato per ogni uomo con il suo sangue ed è necessario che si agisca con onestà e giustizia nei confronti di chiunque per applicare i principi della legge di Dio. (...)

Un fratello che ha lavorato in modo disinteressato per l'opera di Dio, che vede diminuire le sue risorse ed è costretto a cessare la sua attività, non deve essere liquidato e trovarsi costretto a cavarsela come può. È necessario dargli un salario per vivere e ricordarsi che appartiene alla famiglia di Dio e che noi siamo suoi fratelli. -- The Review and Herald, 18 dicembre 1894.