Consigli sull' economato cristiano

Capitolo 32

Investimenti sbagliati

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Le ricchezze accumulate non sono soltanto inutili ma costituiscono una maledizione. Esse rappresentano in questa vita un pericolo perché distolgono l'attenzione dalle ricchezze celesti. Nel giorno del giudizio condanneranno il possessore perché rappresenteranno la prova di talenti utilizzati male e di occasioni trascurate.

Molti accusano Dio di essere un padrone severo perché rivendica delle proprietà e una collaborazione fedele. In realtà noi offriamo a Dio ciò che è già suo: "Noi oggi ti offriamo questi doni ma tutto proviene da te..." 1 Cronache 29:14 (Tilc). Tutto appartiene a Dio non soltanto per diritto di creazione ma anche di redenzione. Tutte le benedizioni che ci vengono accordate in questa vita e per quella futura sono suggellate dalla croce del Calvario. -- The Review and Herald, 23 dicembre 1902.

Trasformati tramite l'amore

La verità, instillata nel cuore dallo Spirito di Dio, scaccerà l'amore per le ricchezze. L'amore per Gesù e per il denaro non possono sussistere nello stesso cuore. L'amore per Dio supera talmente quello per le ricchezze che colui che lo possiede si separerà dai propri beni per concentrare su Dio tutti i suoi affetti. Tramite l'amore è chiamato a soddisfare le necessità dei bisognosi e lavorare per l'opera di Dio. La sua massima aspirazione consiste nell'usare i beni del Signore. Egli considera che nulla di ciò che possiede gli appartiene veramente e compie fedelmente il suo dovere di amministratore. Può allora mettere in pratica i due grandi comandamenti della legge: "Tu amerai dunque l'Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze" (Deuteronomio 6:5) e "...amerai il prossimo tuo come te stesso..." Levitico 19:18.

In questo modo un ricco può entrare nel regno di Dio. "E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figliuoli, o campi per amor del mio nome, ne riceverà cento volte tanti ed erediterà la vita eterna". Matteo 19:29. Ecco la ricompensa di coloro che si sacrificano per Dio. Essi ricevono il centuplo in questa vita ed erediteranno la vita eterna. -- The Review and Herald, 16 settembre 1884.

Se gli amministratori di Dio compiono fedelmente il loro dovere, le loro ricchezze non aumenteranno fino al punto di diventare un pericolo; esse saranno impiegate con saggezza e generosità cristiane. -- The Review and Herald, 16 maggio 1882.

Si possono apprezzare le ricchezze ma non accumularle

Colui che ricerca le ricchezze eterne si impegnerà per ottenerle con fervore e perseveranza e con un'intensità proporzionata all'importanza dell'obiettivo perseguito. L'uomo comune lavora per acquisire ricchezze terrene e temporanee. Accumula tesori facendo proprio ciò che Gesù gli ha ordinato di non fare.

Il cristiano sincero apprezza l'avvertimento di Gesù e adempie quindi la sua parola, facendosi un tesoro in cielo come il Redentore del mondo gli ha indicato di fare. Egli reputa che la felicità eterna valga una vita consacrata, ricca di sforzi perseveranti e infaticabili. Non si impegna in una direzione sbagliata. Concentra i suoi interessi sulle cose celesti, dove Cristo è seduto alla destra del Padre. Trasformata dalla grazia la sua vita è nascosta con Cristo in Dio.

Non ha perso la sua capacità di guadagnare denaro, ma impiega tutte le sue energie a ricercare le conoscenze spirituali: in questo modo tutti i talenti che gli sono stati affidati sono apprezzati come doni di Dio che devono essere impiegati alla sua gloria. Egli non accumula ricchezze, ma le apprezza nella misura in cui esse sono utili per la proclamazione della verità, per lavorare come Cristo, quando era su questa terra, per il bene dell'umanità. Impiegherà le sue forze per questo scopo, non per orgoglio o autocompiacimento, ma per impegnare ognuno dei talenti che gli sono stati affidati, per servire Dio nel modo migliore. Possiamo dire che è zelante e non pigro, che è fervente e serve il Signore. Cfr. Romani 12:11. Dio non condanna la prudenza e l'accortezza nella gestione degli affari terreni, ma la cura febbrile, l'ansia esasperata accordata a queste cose sono in contraddizione con la sua volontà. -- The Review and Herald, 1 marzo 1887.