Consigli sull' economato cristiano

Capitolo 39

Lo scopo autentico del servizio

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All'epoca di Cristo i Farisei cercavano di meritarsi le benedizioni celesti, per assicurarsi gli onori e la prosperità, che consideravano come la ricompensa delle loro virtù. Evidenziavano le loro opere buone anche per attirare l'attenzione degli altri e acquisire una buona reputazione. Gesù non gradiva la loro ostentazione e dichiarava che Dio non prendeva in considerazione atteggiamenti simili e che l'adulazione e l'ammirazione della gente, che essi ricercavano con tanto ardore, era l'unica ricompensa che avrebbero ottenuto.

"...quando aiuti qualcuno, non farlo sapere a nessuno, neanche ai tuoi amici. La tua elemosina rimarrà segreta; ma Dio, tuo Padre, vede anche ciò che è nascosto, e ti ricompenserà". Matteo 6:3 (Tilc).

Queste parole di Gesù non significavano che tutti gli atti di carità devono essere tenuti segreti. L'apostolo Paolo, scrivendo ispirato dallo Spirito Santo, non nasconde il generoso sacrificio dei cristiani di Macedonia. Racconta gli effetti della presenza della grazia del Salvatore nella loro vita affinché altri rimangano colpiti dallo stesso influsso. Scrivendo alla chiesa di Corinto disse: "...e il vostro zelo ne ha stimolati moltissimi". 2 Corinzi 9:2.

Le parole del Salvatore invitano chiaramente a non esercitare la carità soltanto per ricevere la lode e gli onori dagli uomini. Il vero amore non desidera pubblicità. Coloro che ricercano intensamente lodi e adulazione sono cristiani soltanto di nome.

Le buone opere dei discepoli di Cristo glorificano il Maestro che ha donato loro grazia e potenza per compierle e non coloro che ne sono stati soltanto gli strumenti. Ogni buona opera è compiuta grazie all'intervento dello Spirito, non per glorificare colui che lo riceve ma colui che lo dona.

Quando il messaggio del Salvatore ci illumina, le labbra si schiudono per intonare canti di lode e di riconoscenza nei confronti di Dio. I nostri pensieri e le nostre conversazioni non dovranno avere come tema centrale le nostre preghiere, il compimento del nostro dovere, la nostra generosità o il nostro spirito di sacrificio. Gesù deve essere glorificato: l'egoismo deve sparire e Gesù sarà tutto in tutti.

Dobbiamo donare con tutto il cuore, non per fare sfoggio di buone azioni, ma per la solidarietà e l'amore che nutriamo nei confronti di coloro che soffrono. La sincerità e la bontà sono motivazioni approvate da Dio ed Egli considera più preziosi dell'oro coloro il cui amore è sincero e il cui cuore è completamente consacrato a lui.

Non dobbiamo pensare a una qualsiasi forma di remunerazione, ma unicamente al nostro dovere. -- Thoughts from the Mount of Blessing, 120, 121.

La motivazione dell'offerta viene registrata

Mi è stato mostrato che l'angelo scrive fedelmente ogni offerta versata e consacrata a Dio e annota anche come è stata impiegata. Dio si interessa di ogni moneta offerta per la sua opera e dell'entusiasmo o della riluttanza del donatore. Viene registrata anche la motivazione che spinge a donare. Coloro che agiscono con spirito di sacrificio e consacrano a Dio ciò che gli appartiene, così come Egli aveva richiesto, saranno ricompensati secondo le loro azioni. -- Testimonies for the Church 2:518, 519.

Motivazioni più consistenti della semplice simpatia

Il declino dei principi morali della nostra società sollecita l'attenzione dei cristiani e richiede uno sforzo individuale: è necessario contribuire al piano della salvezza impegnando i propri beni ed esercitando il proprio influsso per riflettere l'immagine di colui che si è fatto povero per salvarci, pur possedendo ricchezze infinite. Lo Spirito di Dio non è presente in coloro che annunciano il messaggio delle verità contenuto nella sua Parola se non mostrano il loro senso del dovere come collaboratori di Cristo. L'apostolo sottolinea che è necessario qualcosa di più di una semplice simpatia umana frutto della compassione. Egli insiste sul principio di un impegno disinteressato che miri unicamente alla gloria di Dio. -- Testimonies for the Church 3:391.

L'amore, principio ispiratore dell'azione

L'amore deve essere il movente dell'azione. Esso rappresenta l'essenza stessa del governo divino sulla terra e nel cielo. Deve essere anche il fondamento del carattere cristiano, perché è l'unico elemento che può renderlo stabile e capace di affrontare vittoriosamente la prova e la tentazione.

L'amore si rivelerà nel sacrificio. Il piano della salvezza è stato concepito basandosi sul sacrificio, un sacrificio che non ha limiti. Il Cristo ha dato tutto per noi, ecco perché colui che lo riceve è pronto a sacrificarsi per lui. L'onore e la gloria del Redentore devono essere le sue principali preoccupazioni.

Se amiamo Gesù desidereremo ringraziarlo vivendo e lavorando per lui. Il lavoro stesso ci sembrerà leggero. Per amore del nostro Salvatore sopporteremo pene, sofferenze e sacrifici. Proveremo lo stesso amore per gli esseri umani e lo stesso ardente desiderio di salvarli.

Ecco la religione di Gesù Cristo. Tutto ciò che è al di sotto di questo ideale è deludente. Una semplice teoria della verità o una semplice professione di fede, non salverà nessuno. Non possiamo appartenere al Salvatore se non ci consacriamo interamente a lui. Colui che serve Dio con un cuore diviso diventa indeciso e instabile nelle sue scelte. I suoi sforzi per servire Cristo e assecondare se stesso lo rendono simile a quel terreno pietroso della parabola in cui il seme è caduto ma non è riuscito a resistere alla prova. -- Christ's Object Lessons, 49, 50.