Consigli sull' economato cristiano

Capitolo 58

Appello al risparmio

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Non orientiamoci verso la stravaganza facendoci costruire belle case, acquistando mobili costosi, seguendo la moda e comprando cibi prelibati; pensiamo sempre a coloro per i quali Cristo è morto. Aboliamo ogni egoismo e ogni orgoglio. Non continuiamo a fare foto da inviare agli amici. Risparmiamo tutto ciò che possiamo affinché le virtù incomparabili del Cristo possano essere presentate alle anime in pericolo. Satana vi suggerirà molti modi per investire il vostro denaro, ma se verrà speso per le vostre soddisfazioni egoistiche -- per cose inutili qualunque sia il loro prezzo -- non verrà consacrato alla gloria di Dio.

Riflettiamo bene a questa domanda e vediamo se sappiamo rinunciare come dovremmo: facciamo dei sacrifici perché il messaggio della verità venga presentato a coloro che ancora non lo conoscono? (...) Dovremmo avere un unico interesse nella chiesa, dovrebbe prevalere un unico desiderio: tendere a conformarsi all'immagine del Cristo. Ognuno dovrebbe impegnarsi a fare per Gesù tutto il possibile, tramite un impegno personale, doni e sacrifici. L'opera di Dio dovrebbe disporre di molti mezzi affinché sia possibile soddisfare le richieste di aiuto che provengono da tutto il mondo. È triste essere costretti a rispondere a coloro che ci chiedono aiuto: "Non possiamo inviarvi né uomini né denaro. Non abbiamo fondi". Il denaro sottratto all'opera di Dio, per la ricerca egoistica del piacere, per il desiderio di conformarsi alle abitudini della società, per l'amore della comodità, sia riconsacrato all'opera di Dio. Sono i piccoli ruscelli che scorrendo gli uni verso gli altri formano un grande fiume. Impegniamoci a essere dei cristiani coscienziosi, dei veri collaboratori di Dio. (...)

Devono essere programmati nuovi settori in cui lavorare, nuove persone devono trovare la fede, nuovi nomi devono essere iscritti nei registri delle chiese, nomi che apparterranno ai libri del cielo. Tutto ciò potrà essere realizzato con il denaro che normalmente spendiamo per soddisfare i nostri piaceri. -- The Review and Herald, 27 gennaio 1891.

Un socio nell'impresa di Dio

L'opera di Dio ha sempre maggiori bisogni. Chiediamo quindi a tutti, poveri e ricchi, di qualsiasi ceto, di impegnarsi affinché ciò che appartiene a Dio gli venga regolarmente restituito, perché ci siano dei mezzi su cui contare e affinché i collaboratori di Dio chiamati a diffondere la verità in tutto il mondo possano essere mantenuti.

Dio non richiede soltanto la decima, ma desidera anche che tutto ciò che possediamo sia consacrato alla sua gloria. Non dobbiamo avere abitudini dispendiose, perché gestiamo le proprietà di Dio. Nulla ci appartiene. Sprecare il denaro in cose lussuose priva i poveri dei mezzi necessari per nutrirsi e vestirsi. Tutto ciò che è speso per la soddisfazione e l'orgoglio in abiti, costruzioni, mobili e ornamenti, solleverebbe molte famiglie dall'indigenza e dalle difficoltà. Gli amministratori di Dio devono provvedere alle necessità di coloro che sono in difficoltà. Questo è il frutto della vera religione. Dio condanna gli uomini che soddisfano i loro piaceri egoistici mentre i loro simili soffrono per mancanza di cibo e di abiti. (...)

Il Signore si rivolge a ognuno dei suoi figli affinché essi diffondano il messaggio divino -- il messaggio di un amore disinteressato -- in quest'epoca di mancanza di valori. Se Dio si rende conto che appartenete a lui, se vede che gestite come amministratori fedeli i fondi che vi sono stati inviati, iscriverà i vostri nomi nei libri del cielo fra quelli dei suoi collaboratori, fra i soci di una grande impresa, che lavora in favore del prossimo. Nel giorno del giudizio sarete felici di vedere che il denaro utilizzato con saggezza per gli altri è stato, grazie al vostro impegno, la fonte della riconoscenza nei confronti di Dio. -- The Review and Herald, 8 dicembre 1896.

Non trascurare gli spiccioli

Desidero che tutti si rendano conto quanto sia grave sprecare il denaro del Signore in cose futili. Spendere somme, che sembrano minime, può creare una serie di circostanze che avranno ripercussioni eterne. Nel giorno del giudizio, quando i libri saranno aperti, vi verrà presentato il bilancio delle passività, il bene che avreste potuto fare con gli spiccioli e le somme più consistenti interamente consacrate alla soddisfazione dei vostri piaceri egoistici. (...)

Gesù non richiede dagli uomini nessun vero sacrificio: desidera che eliminiamo ciò che non è utile. Ci chiede di trascurare ciò che ha meno valore, per ciò che è più prezioso. Ogni considerazione materiale e temporale deve essere subordinata a ciò che ha veramente valore. -- The Review and Herald, 11 agosto 1891.

Il messaggio potrà essere proclamato con potenza

I figli di Dio devono essere economi nella gestione dei loro beni, per poter offrire, dicendo: "...ti abbiamo soltanto offerto quel che ci hai donato". 1 Cronache 29:14 (Tilc). Devono quindi manifestare a Dio la loro riconoscenza per le benedizioni ricevute e accumulare un tesoro in cielo.

Molti spendono per il loro abbigliamento somme enormi che dovrebbero essere utilizzate per nutrire e vestire coloro che soffrono fame e freddo. Molti di coloro per i quali il Signore ha donato la sua vita hanno giusto il necessario, abiti modesti mentre altri spendono migliaia di lire per soddisfare le esigenze della moda.

Il Signore chiede ai suoi figli di non conformarsi alle abitudini della società, abiti eccentrici e costosi non sono adatti per coloro che credono di vivere negli ultimi tempi della storia. "Dunque, voglio che in ogni luogo gli uomini facciano preghiere, alzino verso il cielo mani pure, senza collera o rancore. E così preghino anche le donne con abiti decenti, con modestia e semplicità. I loro ornamenti non siano complicate pettinature, gioielli d'oro, perle e vestiti lussuosi. Invece, siano ornate di opere buone, adatte a donne che dicono di amare Dio". 1 Timoteo 2:8-10 (Tilc).

Anche fra coloro che pretendono di essere figli di Dio molti spendono più del necessario per l'abbigliamento. Dovremmo vestirci con gusto e semplicità: sorelle, quando acquistate o cucite i vostri vestiti e quelli dei vostri figli, pensate all'opera del Signore che ancora resta da compiere. È giusto acquistare bei tessuti e confezionare gli abiti con cura, ma non è necessario utilizzare guarnizioni costose; in questo modo si spende per il proprio piacere quel denaro che dovrebbe essere consacrato all'opera di Dio.

Dio non vi valuta in base all'apparenza esteriore. Egli apprezza gli ornamenti interiori: i doni dello Spirito, la gentilezza, il rispetto degli altri. Trascurate le cose futili e consacrate il denaro risparmiato per l'opera di Dio. Imparate a rinunciare e insegnatelo ai vostri bambini. Tutto ciò che può essere risparmiato è necessario per terminare l'opera di Dio. I bisognosi devono essere soccorsi; coloro che sono nudi vestiti; gli affamati nutriti e la verità annunciata a tutti coloro che non la conoscono ancora. Rinunciando a ciò che è superfluo, possiamo partecipare alla grande opera di Dio. Trasmettiamo agli altri il messaggio di Cristo e non permettiamo alle preoccupazioni terrene di assorbire il nostro tempo e i nostri interessi tanto da non riuscire più a occuparci di ciò a cui Dio aveva attribuito un'importanza primaria. Sono in gioco interessi vitali: "Voi invece cercate il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più". Matteo 6:33 (Tilc). Cristo ha rinunciato a tutto per compiere l'opera che Dio gli aveva affidato su questa terra, ecco perché dice: "Se qualcuno vuol venire con me smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Matteo 16:24 (Tilc). "In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e così sarete miei discepoli". Giovanni 15:8. Spontaneamente e generosamente Cristo ha offerto se stesso per compiere la volontà di Dio. È stato obbediente fino alla morte, una morte sulla croce. Pensiamo quindi che sia così difficile sacrificare noi stessi? Rinunceremo a condividere le sue sofferenze? La sua morte dovrebbe scuotere tutte le fibre del nostro essere, tanto da consacrare tutto ciò che abbiamo e siamo per la sua opera. Quando pensiamo a ciò che ha fatto per noi, il nostro cuore dovrebbe essere colmo d'amore. Quando coloro che conoscono la verità impareranno a rinunciare, secondo la Parola di Dio, il messaggio si diffonderà con potenza. Il Signore ascolterà le nostre preghiere in favore della salvezza degli uomini. I figli di Dio diffonderanno il messaggio divino e i non credenti, vedendo il loro comportamento, glorificheranno il nostro Padre celeste. Stabiliamo dei legami con Dio tramite un'ubbidienza disinteressata. -- The Review and Herald, 1 dicembre 1910.

Fare progressi a scapito della povertà

Inizialmente la responsabilità dell'opera fu affidata a un piccolo numero di persone ed era necessario che fossimo uniti nello spirito per poter far progredire l'opera con ordine e armonia. Quando ci rendemmo conto dell'importanza dell'unità nella fede, le nostre preghiere vennero esaudite, così come la preghiera di Cristo, affinché fossimo uno come Egli era uno con il Padre. Eravamo sprovvisti di mezzi così come lo siete voi ora (si riferisce all'Europa ndt); spesso avevamo fame e pativamo il freddo perché non avevamo abiti adatti. Ma ci rendevamo conto che l'opera di Dio doveva progredire e avevamo bisogno di fondi per sostenerla. Pregammo il Signore con maggiore ardore affinché ci indicasse le vie che ci avrebbero permesso di raggiungere gli abitanti delle varie città e delle campagne; io e mio marito dovemmo lavorare per reperire i fondi necessari per i nostri spostamenti, per trasmettere agli altri il messaggio della verità. Potemmo costatare che il Signore ci forniva nuove possibilità.

Mio marito ha lavorato come tagliatore di pietra fino a consumarsi le dita, tanto che il sangue usciva dalle ferite, per poter avere i mezzi economici per andare da un posto all'altro a portare la verità alla gente. Fu così che iniziò l'opera di Dio e le nostre preghiere si rivolgono ora al Signore, come allora, affinché il messaggio della verità penetri nel cuore degli uomini. L'oro e l'argento appartengono al Signore. Anche il bestiame sulle colline gli appartiene ed Egli desidera che cresciate nella fede. La benedizione del Signore ricade su coloro che si impegnano facendo del loro meglio, secondo le loro capacità. (...)

Quando le Scritture si diffusero nelle valli del Piemonte la verità fu proclamata da persone molto povere. Essi non godevano della libertà di diffondere il messaggio, non potevano donare Bibbie alle famiglie; essi viaggiavano quindi come colportori, portando con sé porzioni di Bibbia, e quando si rendevano conto che potevano farlo ne leggevano brani e coloro che desideravano conoscere la verità e così potevano farla comprendere. Questi uomini, con i piedi nudi e feriti, percorrevano i sentieri rocciosi delle montagne per raggiungere uomini interessati a condividere con loro la Parola della vita. Mi auguro che lo stesso spirito che li ha animati sia nel cuore di ognuno di coloro che professano la verità.

Ognuno di noi può fare qualcosa se accetteremo il ruolo che Dio ci ha assegnato. Ogni gesto teso a diffondere il messaggio divino vi fa sentire maggiormente in comunione con il Signore. Se vi sedete e pensate: "Posso soltanto preoccuparmi dei bisogni della mia famiglia" non realizzerete mai niente, ma se dite: "Farò qualcosa per la verità, desidero che progredisca, farò il possibile" Dio vi indicherà il modo in cui agire. Dovrete investire nell'opera di Dio fino a quando avrete la convinzione di farne parte.

Dio non richiede gli interessi di dieci talenti a chi ne ha ricevuto soltanto uno. Ricordatevi che proprio chi ne ha ricevuto uno soltanto lo ha seppellito sotto terra. Dovrete impiegare i talenti, l'influsso e i mezzi che Dio vi ha affidato per poter partecipare alla sua opera. -- The Review and Herald, 8 luglio 1890.