Consigli sull' economato cristiano

Capitolo 65

L'importanza della promessa di una ricompensa fra le motivazioni del servizio

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In diverse occasioni il Signore ha detto: "Molti che ora sono i primi saranno gli ultimi; e molti che ora sono gli ultimi saranno i primi". Matteo 19:30 (Tilc). Vorrei che coloro che si sono impegnati come suoi collaboratori non si preoccupino soltanto di guadagnare e non pensino di dover meritare una ricompensa per ogni servizio reso. Il Signore vorrebbe che i nostri spiriti fossero orientati in una direzione completamente diversa, perché non valuta le cose con gli stessi parametri umani. Non giudica secondo le apparenze, ma valuta un uomo secondo la sincerità del suo cuore.

Coloro che si sono impegnati con uno spirito di vero sacrificio, dimenticando se stessi, sono coloro che alla fine saranno i primi. Gli operai della prima ora rappresentano coloro che sono invidiosi e hanno un concetto elevato di se stessi e affermano che per la loro collaborazione devono essere privilegiati rispetto agli altri. Il padrone ha risposto a colui che lo interrogava sul perché avesse pagato gli altri più di lui: "Rispondendo a uno di loro il padrone disse: "Amico, io non ti ho imbrogliato: l'accordo era che ti avrei pagato una moneta d'argento, o no?" Matteo 20:13 (Tilc). Ha quindi rispettato il suo impegno.

Dovremmo rispettare la decisione relativa alla ricompensa. Se da un lato apprezziamo la promessa delle benedizioni divine, dall'altro dovremmo avere completa fiducia in Gesù Cristo e credere che Egli agirà con giustizia dandoci la remunerazione per ciò che abbiamo realizzato. Il dono di Dio è la vita eterna, ma Gesù vorrebbe che noi non vivessimo in funzione della ricompensa, ma compissimo la volontà di Dio semplicemente perché è giusto farlo, indipendentemente da ogni guadagno o considerazione.

Paolo pensava alla corona della vita che sarebbe stata data non solo a lui, ma a tutti coloro che amano l'attesa del suo ritorno. La vittoria riportata grazie alla fede in Cristo rende la corona preziosa. Essa glorifica Gesù. Qualsiasi ostentazione di un talento o di una vittoria, conseguita personalmente, non è opportuna. "Non si vanti il sapiente della sua sapienza, non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza. Se qualcuno vuole vantarsi, si vanti di conoscermi e di sapere che io, il Signore, sono buono, giusto e retto per tutti. Sono queste le cose che mi piacciono". Geremia 9:22, 23 (Tilc).

Coloro che riceveranno la massima ricompensa saranno coloro che oltre all'operosità e allo zelo, dimostreranno un'affettuosa e disinteressata considerazione per il povero, l'orfano, l'oppresso e l'afflitto. Coloro invece che sono troppo occupati per rivolgere la loro attenzione agli uomini riscattati dal sacrificio di Cristo, coloro che si preoccupano solo di realizzare grandi imprese, si ritroveranno fra i piccoli e gli ultimi.

Gli uomini agiscono secondo la vera natura del loro cuore. Ci sono fra noi persone che hanno uno spirito umile e docile, lo spirito di Cristo, che si impegnano in tante piccole cose per aiutare, disinteressatamente, il loro prossimo; essi saranno stupiti quando nel giorno del giudizio si renderanno conto che Cristo ha tenuto in considerazione le parole gentili rivolte a qualcuno che era scoraggiato, il dono modesto destinato al povero, che esprimeva però il sacrificio di colui che lo aveva offerto. Il Signore considera le motivazioni e offre una ricompensa proporzionata; l'amore puro e umile, come quello di un bambino, rende l'offerta particolarmente preziosa. -- The Review and Herald, 3 luglio 1894.

Un dono e non un diritto

Pietro chiese un giorno: "E noi? Noi abbiamo abbandonato tutto per venire con te. Cosa dobbiamo aspettarci?" Matteo 19:27 (Tilc). Pietro pensava, esprimendosi in questi termini, che tutto il lavoro compiuto dagli apostoli sarebbe stata ricompensato da una remunerazione equivalente. L'orgoglio e la vanità che serpeggiava fra i discepoli li portava continuamente a giudicarsi. Se qualcuno fra loro sbagliava gli altri si sentivano immediatamente superiori. Gesù si rese conto che questo atteggiamento doveva essere frenato. Potendo leggere nel cuore degli uomini, notò questa tendenza all'egoismo nella domanda: "Cosa dobbiamo aspettarci?" Doveva correggere questa tendenza negativa prima che assumesse proporzioni intollerabili.

I discepoli correvano il rischio di perdere di vista i veri principi del Vangelo. Con questa parabola [gli operai delle diverse ore, ndt] insegnava loro che la ricompensa non viene data per il lavoro svolto, perché ogni uomo potrebbe inorgoglirsi, ma accordata unicamente per grazia. L'operaio chiamato a lavorare nella vigna all'inizio della giornata aveva ricevuto la ricompensa tramite la grazia che gli veniva accordata. Chi venne chiamato per ultimo ricevette la stessa grazia del primo. Il lavoro stesso era una vera e propria grazia e nessuno poteva gloriarsi rispetto all'altro. Non c'era spazio per l'invidia. Nessuno era privilegiato e nessuno poteva reclamare la sua remunerazione come qualcosa che gli fosse dovuto. Pietro esprimeva i sentimenti di un mercenario. -- The Review and Herald, 10 luglio 1894.