Principi di educazione cristiana

Capitolo 12

Altri insegnamenti

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In tutta la natura si manifesta la potenza risanatrice di Dio. Se un albero è reciso, se un essere umano è ferito o si frattura un osso, la natura immediatamente inizia la sua opera di riparazione. Gli agenti curativi sono pronti prima ancora che sorga la necessità, e non appena una parte è ferita, ogni energia si concentra sull'azione di guarigione.

Lo stesso accade nel campo spirituale: prima ancora che il peccato ne determinasse la necessità, Dio aveva provveduto il rimedio. Ogni anima che cede alla tentazione è ferita dall'avversario, però ovunque c'è il peccato, c'è il Salvatore. La sua opera consiste appunto nel fasciare quelli che hanno il cuore spezzato "...annunciare la liberazione ai prigionieri... a rimettere in libertà gli oppressi". Luca 4:18.

Noi dobbiamo collaborare in questa opera. "Se uno viene sorpreso in colpa, ... rialzatelo con spirito di mansuetudine". Galati 6:1a. La parola tradotta con "rialzare" significa "reintegrare, rimettere al proprio posto", come si fa con un osso slogato. Che immagine efficace! Coloro che cadono nell'errore o nel peccato smettono di essere in relazione con tutto ciò che li circonda. Pur riconoscendo lo sbaglio commesso e pur provando un vivo rimorso, non sanno da soli ritornare allo stesso stato di prima: confusi e perplessi, hanno bisogno di essere sollevati, guariti e ristabiliti. "...voi, che siete spirituali, rialzatelo". Galati 6:1b. Solo l'amore che sgorga dal cuore di Cristo può dare la guarigione; solo colui nel cui cuore quell'amore fluisce come la linfa nell'albero e il sangue nelle vene, può risanare l'anima ferita.

Gli strumenti dell'amore hanno un potere meraviglioso, perché divini. La risposta dolce che "calma il furore" (cfr. Proverbi 15:1), l'amore che "è paziente, è benevolo" (1 Corinzi 13:4), la carità che "copre una gran quantità di peccati" (1 Pietro 4:8) costituiscono ciò che dobbiamo imparare se vogliamo che la nostra vita sia dotata di questa virtù risanatrice! L'esistenza ne risulterebbe trasformata, e la terra diventerebbe un anticipo del cielo.

Tutti possono comprendere le lezioni della natura

Queste preziose lezioni possono essere insegnate in modo tanto semplice che anche i bimbi le comprendano. Il cuore del bambino è tenero e facilmente impressionabile, e se noi adulti diventiamo come bambini (cfr. Matteo 18:2, 3), imparando la semplicità, la gentilezza e la dolcezza affettuosa del Salvatore, non incontreremo alcuna difficoltà a raggiungere i loro cuori e a insegnare loro l'amorevole ministero della guarigione.

La perfezione esiste tanto nelle minime quanto nelle supreme opere di Dio. La mano che ha sospeso i mondi nello spazio è la stessa che forma i fiori dei campi. Osservate al microscopio il più piccolo fiore comune e noterete la squisita bellezza e completezza di ogni suo particolare. I compiti più comuni, svolti con amorevole fedeltà, sono belli all'occhio di Dio. L'attenzione coscienziosa posta nelle piccole cose farà di noi dei collaboratori di Dio e ci assicurerà la sua approvazione.

Come l'arcobaleno fra le nuvole è il risultato dell'unione del raggio di sole con la pioggia, così l'arcobaleno intorno al trono di Dio rappresenta l'unione della sua misericordia con la sua giustizia. All'anima pentita per il peccato commesso, Dio dice: "Vivi; ho trovato un ricatto per te". Cfr. Giobbe 33:24. "'Anche se i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l'amore mio non si allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso' dice il Signore, che ha pietà di te". Isaia 54:10.

Il messaggio delle stelle

Anche le stelle hanno un messaggio di incoraggiamento per ogni essere vivente. Nelle ore in cui, come a tutti accade, gli ostacoli sembrano insormontabili e gli obiettivi della vita irraggiungibili, il coraggio e la forza possono essere trovati nella lezione che Dio ci invita a imparare dalle stelle che seguono il loro immutabile corso. "Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una". Isaia 40:26.

La palma, colpita dal sole cocente e dalla violenta tempesta di sabbia, rimane verde dando i suoi frutti in mezzo al deserto perché le sue radici attingono alle fonti di acqua viva. La sua verde corona si scorge da lontano, attraverso la pianura arida e desolata, e il viandante che sta per venire meno affretta il passo vacillante verso quell'ombra accogliente, verso l'acqua che ridona la vita.

L'albero del deserto è un simbolo di quello che Dio desidera sia la vita dei suoi figli. Essi devono guidare verso l'acqua della vita le anime stanche, prossime a perire nel deserto del peccato, e mostrare loro colui che invita: "Se qualcuno ha sete, venga a me e beva". Giovanni 7:37.

Il fiume ampio e profondo che offre una via ai viaggi e al traffico dei popoli, è considerato fonte di benefici per tutto il mondo; ma che dire dei ruscelletti che lo aiutano a formare il suo corso maestoso? Se essi non esistessero il fiume sparirebbe: dipende da loro. Così gli uomini e le donne chiamati a dirigere qualche grande impresa sono onorati come se la riuscita fosse dipesa unicamente da loro, mentre quel successo ha richiesto la fedele collaborazione di un'innumerevole schiera di umili lavoratori dei quali il mondo non sa nulla. La maggior parte degli operai di questo mondo compie un'opera che non è riconosciuta. Per questo molti sono scontenti e pensano che la loro vita sia sprecata. Ma il piccolo ruscello che segue il suo corso, silenziosamente, attraverso boschi e prati, è utile quanto il grande fiume. D'altra parte, contribuendo alla vita del fiume, lo aiuta a fare ciò che questo da solo non potrebbe mai compiere.

Questa lezione è anche per noi. Si idolatra troppo il talento e si ambisce troppo a posizioni di preminenza. Sono troppi coloro che non trovano interesse nel lavoro se non ricevono elogi. Dobbiamo imparare a essere fedeli nell'uso dei talenti e delle opportunità che ci sono date, ed essere contenti della posizione assegnataci dal cielo.

Una lezione di fede

"Ma interroga un po' gli animali, e te lo insegneranno; gli uccelli del cielo, e te lo mostreranno; ... e i pesci del mare te lo racconteranno". Giobbe 12:7, 8. "Va', pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio". Proverbi 6:6.

Non dobbiamo essere soltanto noi a parlare ai nostri figli di queste creature di Dio; gli stessi animali devono essere i loro maestri. Le formiche insegnano una lezione di previdente lungimiranza, di paziente attività e di perseveranza nel sormontare gli ostacoli. Gli uccelli insegnano lezioni di fiducia: il nostro Padre celeste ha cura di loro, però essi devono raccogliere il cibo, costruire il nido e nutrire i piccoli. Pur essendo a ogni istante esposti a nemici che cercano di distruggerli, essi lavorano con molto slancio e i loro canti sono pieni di gioia!

Dio fa scorrere i ruscelli fra le colline dove gli uccelli hanno la loro dimora e dove "tra le fronde fanno udir la loro voce". Salmi 104:12. Tutte le creature dei boschi e dei colli sono parte della sua grande famiglia. Egli apre la sua mano e dà "cibo a volontà a tutti i viventi". Salmi 145:16.

Talvolta l'aquila delle Alpi è costretta, dalla tempesta, a scendere nelle strette gole dei monti. Nubi tempestose avvolgono questo poderoso uccello e la loro massa buia lo separa dalle cime assolate dove ha fissato il suo nido. Vani sembrano i suoi tentativi per sfuggirvi. Si slancia avanti e indietro battendo l'aria con le forti ali e risvegliando con le sue grida l'eco dei monti. Finalmente, con un grido di trionfo sfreccia verso l'alto, oltre le nuvole, e si trova di nuovo nella luce del sole, lasciando sotto di sé le tenebre e la tempesta.

Anche noi possiamo essere circondati da difficoltà, scoraggiamenti e tenebre. Falsità, disgrazie e ingiustizie ci opprimono. Ci sono nubi che non riusciamo a dissipare. Invano lottiamo contro le circostanze. Esiste, però, una via di uscita: al di là delle nuvole la luce di Dio continua a risplendere. Sulle ali della fede noi possiamo sollevarci fino alla luce piena della sua presenza.

Sono molte le lezioni che si possono trarre dalla natura. Per esempio, impariamo a contare su di noi osservando l'albero che, crescendo solitario nella pianura o sul fianco di un monte, affonda le proprie radici nel suolo e riesce così a sfidare la tempesta. La forza dei primi influssi è illustrata dal tronco informe e nodoso dell'albero che venne contorto quando era ancora arbusto, tanto che nessuna ulteriore potenza ha più potuto condurlo alla simmetria perduta. Il segreto di una vita santa può essere compreso guardando alla ninfea che, pur crescendo nelle acque melmose di uno stagno, circondata da erbacce e detriti, sprofonda il suo stelo nelle sabbie pulite del fondo e, attingendovi vita, rivela alla luce il suo fiore profumato e senza macchia.

Mentre bambini e giovani continuano ad acquisire conoscenza dai maestri e dai libri, fate in modo che imparino da soli delle lezioni, e che da soli giungano a riconoscere la verità. Se si occupano di giardinaggio, chiedete loro che cosa imparano dalla cura delle piante. Mentre contemplano un bel paesaggio, domandate perché Dio ha rivestito i campi e i boschi di così belle e svariate sfumature, invece di dare a tutte le cose un colore bruno scuro. Quando raccolgono i fiori, invitateli a pensare perché Dio ha voluto conservare per noi la bellezza di questi superstiti dell'Eden. Insegnate loro a notare le prove manifestate nella natura del pensiero di Dio per noi, e del meraviglioso adattamento di tutte le cose alle nostre necessità e felicità.

Molte illustrazioni tratte dalla natura sono adoperate dagli scrittori biblici e noi, nel contemplare le cose del mondo naturale, sapremo meglio comprendere, sotto la guida dello Spirito Santo, le lezioni contenute nella Parola di Dio. La natura diventa in questo modo una chiave per aprire i tesori della Parola.

I bambini dovrebbero essere incoraggiati a cercare nella natura gli oggetti che illustrano gli insegnamenti biblici, e a scoprire nella Bibbia le similitudini tratte dalla natura. Impareranno così a vedere Gesù nell'albero e nella vite, nel giglio e nella rosa, nel sole e nelle stelle. Riconosceranno la sua voce nel canto degli uccelli, nel fruscio delle foglie, nel rombo del tuono, nella musica del mare. Ogni manifestazione della natura ripeterà loro le sue preziose lezioni.

Per quelli che in tal modo fanno conoscenza con Cristo, la terra non sarà più un luogo abbandonato e deserto, ma la casa del Padre loro, piena della presenza di colui che un giorno camminò tra gli abitanti del mondo.