Messaggio ai giovani

Capitolo 70

Fedeltà nel servizio

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Coloro che non sono fedeli in questioni di scarsa rilevanza non lo saranno nemmeno per le responsabilità più importanti. Essi deruberanno Dio e non saranno in sintonia con la legge divina. Non si renderanno conto che i loro talenti appartengono a Dio e che devono essere consacrati al suo servizio. Coloro che per il loro datore di lavoro non fanno nulla di più di quanto viene loro ordinato, pur sapendo che il successo dipende da un vero impegno, non potranno essere considerati collaboratori fedeli.

Si verificano sempre molti imprevisti. Si verificano delle fratture che potrebbero essere evitate se, con impegno accurato e sforzi disinteressati, coloro che invocano il nome di Gesù si lasciassero guidare dai principi dell'amore che egli ci ha trasmesso. Invece molti di coloro che lavorano al servizio di Dio assomigliano a quei lavoratori che hanno bisogno di essere sempre sorvegliati a vista.

Infedeltà accertata

È la forma più detestabile di egoismo quella che porta un operaio a non utilizzare bene il suo tempo e a non prendersi cura delle proprietà perché non è sottoposto alla diretta sorveglianza del suo padrone.

Essi pensano forse che la loro disonestà non venga notata o che la loro infedeltà venga ignorata? Devono aprire gli occhi per accorgersi che c'è qualcuno che vede tutto e che la loro slealtà viene registrata in cielo.

Chi non dimostra fedeltà nel lavoro per il Signore non ha saldi principi. Le sue motivazioni non lo inducono a scegliere il bene in ogni circostanza. I collaboratori di Dio devono sentirsi in ogni momento sotto la sorveglianza del loro datore di lavoro. Colui che osservò Belsatsar durante la festa sacrilega (cfr. Daniele 5:3, 4) è presente in tutte le nostre istituzioni, nell'ufficio del commerciante, nel laboratorio dell'artigiano. La mano invisibile prenderà sicuramente nota della vostra trascuratezza così come sancì la terribile sentenza del re blasfemo. La condanna di Belsatsar venne scritta con lettere di fuoco: "...Tu sei stato pesato sulla bilancia ma sei stato trovato insufficiente" (Daniele 5:27) e se non adempirete ai vostri doveri nei confronti di Dio la condanna sarà la stessa.

Le vere motivazioni per il servizio

Molti individui dichiarano di essere cristiani, ma in realtà non sono uniti al Cristo. Il loro spirito e la loro vita quotidiana dimostrano che il Cristo, la speranza della gloria, non vive in loro. Sono persone su cui non si può contare, a cui non si può affidare una responsabilità. La loro maggiore preoccupazione è ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Il termine "collaboratore" si deve applicare a ogni essere umano. Siamo tutti collaboratori, infatti, e faremmo bene a valutare con attenzione le nostre abitudini. Siamo fedeli o infedeli?

Abitualmente ogni operaio tende a dare il massimo? O, piuttosto, tendiamo a sbrigare il lavoro il più velocemente possibile, nel modo meno complicato, solo per ricevere il salario con il minor dispendio possibile di energie? In questo caso, l'unico obiettivo è il guadagno e non importa la qualità della prestazione professionale.

Coloro che dicono di essere collaboratori del Cristo non dovrebbero dimenticare le raccomandazioni dell'apostolo Paolo: "Voi schiavi, ubbidite in tutto ai vostri padroni di questo mondo: comportatevi con sincerità e agite per amore del Signore. Non servite i vostri padroni per far piacere a loro quando vi vedono. Quel che fate, qualunque cosa sia, fatelo volentieri, come per il Signore, e non per gli uomini. Voi sapete che la vostra ricompensa è l'eredità che riceverete dal Signore. Perciò siate servitori di Cristo, che è il vero padrone. Chi invece fa il male dovrà subire le conseguenze delle sue azioni, chiunque sia; perché Dio non fa preferenze per nessuno". Colossesi 3:22-25.

Coloro che, quando lavorano, devono essere continuamente sorvegliati, scopriranno che la loro attività non sarà valutata positivamente dagli uomini e dagli angeli. Per avere successo nel lavoro occorre conoscere profondamente il Cristo. Questa conoscenza svilupperà sani principi, uno spirito nobile e altruista come quello del Salvatore che diciamo di servire. Fedeltà, economia, senso di responsabilità, precisione: il nostro lavoro deve essere caratterizzato da tutti questi elementi, ovunque noi siamo: in cucina, in un laboratorio, in ufficio, in ospedale, in una scuola, in un settore qualsiasi dell'opera del Signore. "Chi è fedele in cose di poco conto è fedele anche nelle cose importanti. Al contrario, chi è disonesto nelle piccole cose è disonesto anche nelle cose importanti". Luca 16:10. -- The Review and Herald, 22 settembre 1891.