Messaggi scelti, vol. 1

Capitolo 26

Cristo e la legge

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La legge è perfetta

La legge di Dio così com'è presentata nelle Scritture è vasta nei suoi precetti. Ogni principio è sacro, giusto e buono. La legge impone agli uomini gli obblighi verso l'unico Dio. Raggiunge i nostri pensieri e i nostri sentimenti, e produce la convinzione dei peccati in chi è cosciente di aver trasgredito i comandamenti. Se la Legge fosse estesa solo al comportamento esteriore, gli uomini non sarebbero colpevoli dei loro pensieri, dei loro desideri e dei loro progetti. La legge richiede che l'anima sia pura che la mente sia santa, che i pensieri e i sentimenti possono essere in conformità con la norma d'amore e di giustizia.

Nei suoi insegnamenti, Cristo ha mostrato come raggiungere i principi della legge presentata al Sinai. Egli stesso applicò questa legge i cui principi rimasero per sempre come grande norma di giustizia -- la norma secondo la quale tutti saranno giudicati nel giorno del giudizio, quando il giudice si siederà e i libri saranno aperti. Cristo venne per compiere ogni giustizia, e come Capo dell'umanità, ha dimostrato agli uomini di possedere i requisiti richiesti da Dio. Attraverso la sua grazia proporzionata agli agenti umani, nessuno deve perdere l'eternità. Coloro che s'impegnano e si sforzano possono raggiungere la perfezione del carattere. Questo si converte nel fondamento stesso del nuovo patto dell'Evangelo. La legge di Jehovah è come un albero, il Vangelo è composto da fragranti fiori e dai frutti che porta.

Quando lo Spirito di Dio rivela all'uomo il significato della legge, nel suo cuore avviene un radicale cambiamento. La fedele descrizione del suo stato, fatto dal profeta Natan, permise a David di riconoscere i suoi peccati e lo aiutarono a pentirsi e ad abbandonarli. Lui accettò il consiglio e si umiliò davanti a Dio.

"La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l',anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice. I precetti del SIGNORE sono giusti, rallegrano il cuore; il comandamento del SIGNORE è limpido, illumina gli occhi. Il timore del SIGNORE è puro, sussiste per sempre; i giudizi del SIGNORE sono verità, tutti quanti son giusti, sono più desiderabili dell',oro, anzi, più di molto oro finissimo; son più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi. Anche il tuo servo è da essi ammaestrato; v',è gran ricompensa a osservarli. Chi conosce i suoi errori"? Salmo 19:7-14

L'opinione di Paolo riguardo alla legge

L'opinione di Paolo nei confronti della legge è quanto segue:

"Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: "Non concupire". Ma il peccato, colta l',occasione, per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto. Un tempo io vivevo senza legge; ma, venuto il comandamento, il peccato prese vita e io morii; e il comandamento che avrebbe dovuto darmi vita, risultò che mi condannava a morte. Perché il peccato, colta l',occasione per mezzo del comandamento, mi trasse in inganno e, per mezzo di esso, mi uccise". Romani 7:7-11

Il peccato non elimina la legge, ma esso uccide la mente carnale di Paolo.

"...ma ora siamo stati sciolti dai legami della legge, - egli dichiara,- essendo morti a quella che ci teneva soggetti, per servire nel nuovo regime dello Spirito e non in quello vecchio della lettera". Romani 7:6

"Ciò che è buono, diventò dunque per me morte? No di certo! È invece il peccato che mi è diventato morte, perché si rivelasse come peccato, causandomi la morte mediante ciò che è buono; affinché, per mezzo del comandamento, il peccato diventasse estremamente peccaminoso". Romani 7:13

"Così la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono". Romani 7:12

Paolo richiama la nostra attenzione sulla legge infranta, egli mostra la nostra colpevolezza. Egli ci istruisce come un maestro istruisce i suoi scolari e mostra loro la via del ritorno alla lealtà verso Dio. Nella trasgressione della legge non c'è sicurezza, né riposo, né giustificazione. L'uomo, mentre si ostina nel peccato, non può sperare di trovarsi innocente e in pace davanti a Dio, per i meriti di Cristo. Egli deve cessare di trasgredire la legge e diventare leale e fedele. Quando un peccatore si esamina nel grande specchio morale, vede i suoi difetti di carattere. Egli si vede com'è realmente, macchiato, contaminato e condannato, ma nello stesso tempo egli si rende conto che non è in grado in alcun modo di rimuovere la colpa né di perdonare. Il peccatore deve andare oltre a questo. La legge non è altro che "un maestro" che ha il compito di riportarlo a Cristo.

Egli deve guardare al suo Salvatore. E quando Cristo fu rivelato all'uomo sulla croce del Calvario, morendo a causa del peso dei peccati di tutto il mondo, lo Spirito Santo dimostrò il comportamento di Dio verso tutti coloro che si pentono dalle proprie trasgressioni.

"Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna". Giovanni 3:16

Abbiamo bisogno, individualmente, di ascoltare come non abbiamo mai fatto prima: "Così dice il Signore". Vi sono degli uomini che sono sleali verso Dio, che profanano il suo santo giorno di Sabato, che ignorano le dichiarazioni della Parola, e in più fanno degli sforzi disperati per distorcere il vero significato delle Scritture, affinché la loro disobbedienza risulti compatibile con la Scrittura. Ma la Parola condanna tali pratiche, così come condannò gli scribi e i Farisei ai tempi di Cristo. Abbiamo bisogno di sapere cos'è verità. Dobbiamo comportarci come i Farisei? Ci separeremo dal più grande Maestro che il mondo abbia mai conosciuto, per volgerci alle tradizioni, massime e ai detti degli uomini?

I risultati di trasgressione della legge

Ci sono molte credenze che la mente umana non dovrebbe albergare. Adamo ha creduto alle menzogne di Satana e alle astute insinuazioni sul carattere di Dio.

"Dio il SIGNORE ordinò all',uomo: "Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell',albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai". Genesi 2:16,17

Quando Satana ha tentato Eva, egli disse:

"Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?" La donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell',albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete". Il serpente disse alla donna: "No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male". Genesi 3: 1-5

La conoscenza della colpa era quello che Dio non voleva che i nostri genitori conoscessero. E quando essi accettarono le false insinuazioni di Satana, la disobbedienza e la trasgressione s'introdussero nel nostro mondo.

Questa disobbedienza contro l'espresso comando di Dio, questa convinzione riguardo alla menzogna di Satana, spalancò le porte al dolore sul mondo. Da ora in poi Satana proseguì il lavoro iniziato nel giardino d'Eden. Egli lavorò con sollecitudine, affinché l'uomo potesse accettare le sue affermazioni e le prove contro Dio. E mentre Cristo ha fatto di tutto per ripristinare l'immagine del Padre nell'uomo e imprimere nella sua anima la somiglianza di Dio, Satana agiva contro di Lui.

La convinzione di una falsità non fece di Paolo una persona buona, tenera e compassionevole. Egli era un fanatico religioso grandemente adirato contro la Verità di Gesù. Egli percorreva tutto il paese per perseguitare gli uomini e le donne e poi gettarli nelle prigioni. Parlando di questo, egli disse:

"Io sono un giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri; sono stato zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi; perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne...." Atti 22:3,4

A causa della trasgressione della legge del Signore, il genere umano è colpito da grande tribolazione. Dio però, non abbandona il peccatore fino a quando non gli mostrerà il rimedio per questa trasgressione. L'Unigenito Figlio di Dio è morto perché noi avessimo la Vita. Il Signore ha accettato questo sacrificio in nostro favore, come nostro sostituto e garanzia, a condizione che accettiamo Cristo e crediamo in Lui. Il peccatore deve ritornare a Cristo con fede, deve impossessarsi dei Suoi meriti, deve mettere i suoi peccati sopra Colui che li porta e ricevere il Suo perdono. Questa era la primordiale ragione della venuta di Cristo in questo mondo. E così, la Sua giustizia è imputata al peccatore pentito che crede. In questo modo il peccatore può diventare membro della famiglia reale, figlio del Re celeste, erede di Dio, e coerede con Cristo.