Messaggi scelti, vol. 1

Capitolo 42

La rivelazione di Dio

[AUDIO]

"Dio disse: "Splenda la luce fra le tenebre", è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo". MS 237 1 2 Corinzi 4:6

Prima della caduta, non una nuvola indugiava sulle menti dei nostri progenitori, che oscurasse la loro chiara percezione del carattere di Dio. Essi erano perfettamente conformi con la volontà del Signore, e come vestito erano ricoperti da una bella luce, la luce di Dio. Il Signore visitava la santa copia e la istruiva attraverso le opere delle Sue mani. La natura era il loro libro di testo. Nel giardino dell'Eden, l'esistenza del Signore era testimoniata attraverso ogni oggetto della natura che li circondavano. Ogni albero del giardino parlava loro. Le cose invisibili di Dio si vedevano con chiarezza, il suo eterno potere e divinità era rivelato dalle cose che erano state create. Ma se è vero che Dio si può discernere nelle opere della natura, questo non appoggia l'affermazione che dopo la caduta una perfetta conoscenza di Dio fu rivelata nel mondo naturale ad Adamo e ai suoi discendenti. La natura poteva trasmettere le sue lezioni all'uomo nella sua innocenza, ma la trasgressione si interpose tra lei e il Dio della natura, ed essa si svigorì e inaridì.

Se Adamo ed Eva non avessero trasgredito la legge del Creatore, se fossero rimasti sul sentiero della rettitudine, avrebbero potuto conoscere e comprendere il Signore. Ma quando ascoltarono la voce del tentatore, e quindi peccarono, la luce celeste si dipartì da loro, e nel perdere il vestito dell'innocenza rimasero immersi nell'oscurità e nell'ignoranza. La chiara e perfetta luce che fino ad allora li aveva circondati, illuminava tutto quello che gli era vicino, ma privati di questa luce, la discendenza di Adamo non poté più discernere il carattere di Dio nelle Sue opere create. Oggi, le cose della natura, ci danno una debole concezione della bellezza e della gloria del giardino d'Eden, tuttavia la natura continua a proclamare la gloria di Dio con voce inequivocabile, e anche se è ancora bella e rigogliosa, essa purtroppo è contaminata dalla ruggine del peccato. Il Signore Onnipotente, pieno di bontà, di misericordia e d'amore, ha creato la terra, e anche se questa Sua creazione è stata degradata, i Suoi insegnamenti sono stati inculcati all'uomo dall'abile Maestro.

In questo stupendo LIBRO della natura aperto davanti a noi, troviamo dei meravigliosi fiori profumati e delicatamente colorati, Dio ci ha dato un'inconfondibile testimonianza del Suo amore. Dopo il peccato di Adamo, il Signore avrebbe potuto distruggere ogni germoglio e ogni fiore, ma, invece di toglierci quella meravigliosa fragranza così gradita ai nostri sensi, la lasciò per la nostra gioia. Nella terra inaridita, bruciata, piena di rovi, di spine, di zizzanie, e segnata dalla maledizione, possiamo leggere la legge della condanna. Tuttavia, attraverso i delicati colori e profumi dei fiori, possiamo ancora imparare che Dio ci ama e la Sua misericordia non è scomparsa del tutto. La natura e ricca di insegnamenti spirituali per l'umanità. I fiori muoiono per rigermogliare alla nuova vita, e questo costituisce una grande lezione per noi, riguardo alla risurrezione. Tutti coloro che amano Dio "rifioriranno" nuovamente nel nuovo Eden. La sola natura non può insegnarci il meraviglioso amore di Dio. Pertanto, dopo la caduta, essa non è l'unica scuola per l'uomo. Affinché il mondo non rimanesse nell'oscurità, in una eterna notte spirituale, il Dio della natura ci ha unito in Gesù Cristo, il Figlio di Dio che venne in questo mondo come Rivelazione del Padre.

"Egli, la vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo". Giovanni 1:9

Noi dobbiamo contemplare "la conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo". 2 Corinzi 4:6

Nella persona dell'Unigenito Figlio, il Signore ha accondisceso a chinarsi alla nostra natura umana. Alla domanda di Tommaso Gesù rispose:

"Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se mi aveste conosciuto avreste conosciutoanche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l',avete visto. Filippo gli disse: Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gesù gli disse: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: Mostraci il Padre? Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle opere stesse". Giovanni 14:6-11

La lezione più difficile e umiliante che l'uomo ha dovuto imparare, fu la sua inefficienza nel dipendere dalla sapienza umana, e il fallimento dei propri sforzi per comprendere correttamente la natura. Il peccato ha oscurato la sua saggezza, di conseguenza egli, non è in grado di interpretare la natura senza collocarla al di sopra di Dio. Non può discernere in essa Dio e né Gesù Cristo, che Lui ha inviato.

L'uomo è nella stessa posizione degli ateniesi, poiché essi erigevano degli altari per il culto alla natura. In mezzo all'Areopago, Paolo presentò davanti agli abitanti di Atene la maestà del Dio (Sconosciuto) vivente in contrasto col loro culto idolatrico.

"E Paolo, stando in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: "Ateniesi, vedo che sotto ogni aspetto siete estremamente religiosi. Poiché, passando, e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al Dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo; e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: "Poiché siamo anche sua discendenza". Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la Divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana". Atti 17:22-29

La Natura non è Dio

Coloro che hanno una vera conoscenza di Dio, non possono esaltarsi con le leggi della materia nelle opere della natura e rifiutarsi di riconoscere la continua opera di Dio nella natura. La natura non è Dio, né mai lo fu. La voce della natura testimonia di Lui, ma non è Dio. La creazione è una testimonianza della potenza di Dio. La Divinità è l'autore della natura. La natura in sé non ha alcun potere, perché il potere proviene da Dio stesso. Vi è un Dio personale, il Padre; vi è un Cristo personale, il Figlio.

E "Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi, Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi". Ebrei 1:1-3

Il salmista dice:

"I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l',opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all',altro, una notte comunica conoscenza all',altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s',ode*"... Salmo 19:1-3

Alcuni potrebbero supporre che le grandi cose del mondo naturale sono DIO. Ma non è così. Tutte le meraviglie che si trovano sotto i cieli, stanno solo facendo l'opera che gli è stata assegnata. Sono gli strumenti di Dio. Dio è colui che vigila sul procedere di tutte le cose, così come è il loro Creatore. L'Essere Divino si occupa di sostenere le cose che ha creato. La stessa mano che sostiene le montagne nella loro giusta posizione, guida gli altri pianeti nella loro misteriosa marcia attorno al sole. Nella Parola di Dio troviamo pochi riferimenti riguardo alla funzione della natura. La Parola dichiara "che Egli fa levare il suo sole" e fa "scendere la pioggia". (Matteo 5:45) Egli "fa germogliare l',erba sui monti". Egli manda la neve come lana, sparge la brina come cenere. Egli getta il suo ghiaccio come a pezzi; e chi può resistere al suo freddo? Egli manda la sua parola e li fa sciogliere; fa soffiare il suo vento e le acque corrono". Salmo 147: 8; 16-18

"Egli ...provoca i lampi per la pioggia, sprigiona il vento dai suoi depositi". Salmo 135:7

La Sacra Scrittura non parla dell'indipendenza delle leggi della natura. Dio fornisce la materia e le proprietà per effettuare i Suoi piani. La vegetazione può fiorire solo attraverso il Suo operare. Egli manda la pioggia e il sole perché la verdura possa crescere e che l'erba sia distesa sulla terra come un tappeto; e che gli arbusti e gli alberi da frutta possono fiorire e dare il loro frutto. Tutto ciò che cresce sulla terra è opera del Signore. Ogni foglia, ogni fiore, crescono grazie alla potente Parola del Signore.

L'organismo fisico dell'uomo è sotto la supervisione del Signore, ma non è come un orologio che deve essere caricato per andare avanti. Il cuore batte, seguendo un battito dopo l'altro, il respiro segue un altro respiro. Tutto nel nostro corpo è sotto il controllo di Dio.

"Noi siamo, infatti, collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l',edificio di Dio". 1 Corinzi 3:9

In Dio viviamo, ci muoviamo e siamo. Ogni battito cardiaco, ogni respiro è inspirazione di Colui che soffiò nelle narici di Adamo l'alito vivente -- è l'inspirazione del Dio sempre presente, il grande IO SONO.

Gli antichi filosofi si vantavano della loro sapienza. Leggiamo cosa ci dice l'apostolo a questo proposito:

"Dicendosi savi, sono divenuti stolti" e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell',uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Per questo Dio li ha abbandonati all',impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen". Romani 1:22-25

Nella sua sapienza umana il mondo non può conoscere Dio. Coloro che si credono saggi hanno una conoscenza di Dio imperfetta, e quindi nella loro stoltezza esaltano la natura e le sue leggi al di sopra del Dio della natura. Coloro che non hanno una conoscenza di Dio mediante l'accettazione della rivelazione che ha fatto di sé stesso in Cristo, otterranno solamente una conoscenza imperfetta di Dio nella natura, e questa conoscenza, lontana dal dare concetti elevati di Dio e di collocare tutto l'essere in conformità con la volontà divina, trasforma gli uomini in idolatri. Si credono saggi, ma sono sciocchi.

Quelli che credono di poter ottenere una conoscenza di Dio separata dal Suo Rappresentante, la Parola rivela che Egli è: "l'immagine della sua essenza", (Ebrei 1:3) hanno bisogno di riconoscere in sé stessi la loro stoltezza prima di diventare saggi. È impossibile ottenere una totale conoscenza di Dio solo attraverso la natura, quindi la natura in sé è imperfetta. Nella sua imperfezione, non può rappresentare, non può rivelare il carattere di Dio nella sua perfezione morale. Ma Cristo venne come un Salvatore personale per il mondo. Rappresentò un Dio personale. Come un Salvatore personale, ascese in cielo, ma poi ritornerà un'altra volta come ascese al cielo: come nostro Salvatore personale. Egli è l'immagine della sussistenza del Padre: "perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità". Colossesi 2:9