Messaggi scelti, vol. 1

Capitolo 57

"hai lasciato il primo amore"

[AUDIO]

Ho parlato al popolo di Otsego riguardo il quarto e il quinto versetto del secondo capitolo di Apocalisse:

"Ma ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore. Ricordati dunque donde sei caduto, e ravvediti, e fa' le opere di prima; se no, verrò a te, e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se tu non ti ravvedi". Apocalisse 2:4,5

Le persone a cui sono rivolte queste parole hanno molte qualità, sono riconosciuti dalla Testimonianza Verace: "Tuttavia", Egli dice, "io ho qualcosa contro di te, che hai lasciato il tuo primo amore". Questo versetto c'indica la necessità di aiuto. Tutte le altre virtù non riescono a compensare la carenza. Cristo consiglia la chiesa: "ricordati dunque donde sei caduto e ravvediti, e fa' le opere di prima; se no, verrò a te, e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se tu non ti ravvedi.... Chi ha orecchie, ascolti ciò che lo Spirito dice alla chiesa, a chi vince, io darò da magiare dell'albero della Vita, che è in mezzo al paradiso di Dio". Apocalisse 2:4-7.

In queste parole vediamo un avvertimento, dei rimproveri, delle minacce, e delle promesse da parte del Testimone Verace, che ha le sette stelle nella mano destra.

"...il mistero delle sette stelle che hai vedute nella mia destra, e dei sette candelabri d',oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese, e i sette candelabri sono le sette chiese". Apocalisse 1:20

Quando questa chiesa è stata pesata sulla bilancia del Santuario, essa è stata trovata mancante perché ha lasciato il suo primo amore. Il Testimone Verace dichiara:

"Io conosco le tue opere e la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli e non lo sono, e li hai trovati mendaci; e hai costanza e hai sopportato molte cose per amore del mio nome, e non ti sei stancato". Apocalisse 2:2,3

Nonostante tutto questo, la chiesa è stata trovata mancante. In cosa consiste la sua fatale carenza?

"...tu hai lasciato il tuo primo amore".

Non è forse il caso della nostra chiesa? Le nostre dottrine possono essere giuste; possiamo odiare le false dottrine, possiamo allontanare coloro che non hanno dei principi compatibili con i nostri; possiamo lavorare instancabilmente; ma anche tutto questo non è sufficiente. Qual è la nostra motivazione? Perché siamo richiamati al pentimento? Perché "...tu hai lasciato il tuo primo amore".

Lasciate che ogni membro della nostra chiesa studi bene quest'importante ammonizione e rimprovero. Ognuno veda se nel contendere per la verità, se nel dibattere riguardo la teoria, non ha perso il tenero amore di Cristo. Non è forse vero che Cristo è stato lasciato fuori non solo dai nostri sermoni ma anche dai nostri cuori? Non è forse pericoloso il fatto che molti avanzano, professando la Verità e facendo opera missionaria,e contemporaneamente l'amore di Cristo non è stato amalgamato all'opera? Questo solenne avvertimento da parte del Testimone Verace significa molto. Egli chiede di ricordarci dove siamo caduti; ci richiama al pentimento e a fare le prime opere;

"Ricordati dunque donde sei caduto, e ravvediti, e fa' le opere di prima; se no, verrò a te, e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se tu non ti ravvedi". Apocalisse 2:5

Che la chiesa comprenda la necessità di recuperare il suo primo amore fervente! Se manca questo, tutte le altre cose anche se eccellenti sono insufficienti. Il richiamo alla penitenza non può essere ignorato senza pericolo. Credere solo nella teoria della Verità non è sufficiente. Presentare questa teoria ai non credenti, per Cristo non costituisce una testimonianza verace. La luce che rallegrò i vostri cuori quando comprendeste il messaggio per questo tempo, è un elemento essenziale nella vostra esperienza e opera, e questo, si è perduto dai vostri cuori e dalle vostre vite. Cristo vede la vostra mancanza di zelo, e dichiara che siete caduti e che siete in una posizione pericolosa.

Presentate insieme l'amore e la legge

Nel presentare le richieste vincolanti della legge, molti hanno tralasciato di testimoniare l'infinito amore di Cristo. Coloro che hanno Verità tanto grandi, riforme tanto decisive da presentare alla gente, non hanno compreso il valore del sacrificio espiatorio come espressione del grande amore di Dio per l'uomo. L'amore per Gesù e l'amore di Gesù per il peccatore, è stato eliminato dall'esperienza religiosa di coloro che sono stati incaricati di predicare il Vangelo, e l'IO è stato esaltato al posto del Redentore dell'umanità.

La legge deve essere presentata ai trasgressori non come qualcosa separato da Dio, ma piuttosto come un componente del Suo pensiero e espressione del Suo carattere. Come la luce del sole non può essere separata dal sole stesso, così la legge di Dio non può essere presentata adeguatamente all'uomo, se e separata dal suo Autore divino. Il messaggero dovrebbe essere in grado di dire: " Nella legge c'è la volontà di Dio, venite e vedete da voi stessi che la legge è ciò che Paolo ha dichiarato "santa, giusta e buona". Essa rimprovera il peccato, condanna il peccatore, ma gli mostra anche il suo bisogno di Cristo il quale elargisce abbondantemente la misericordia, la bontà e la Verità. Anche se la legge non può eliminare il castigo a causa del peccato, ma carica il peccatore con tutti i suoi debiti, Cristo ha promesso in abbondanza il perdono per tutti coloro che si pentono e credono nella Sua misericordia. L'amore di Dio è esteso all'anima pentita e credente. Il marchio del peccato nell'anima può essere cancellato solamente dal sangue del sacrificio espiatorio. Non fu richiesta un'offerta minore del sacrificio di Colui che era uguale al Padre. L'opera di Cristo, la Sua vita, la Sua umiliazione, la Sua morte, e la Sua intercessione per l'uomo perduto -- magnifica la legge e le rende onore.

In molti sermoni si parla delle rivendicazioni della legge, ma sono stati fatti senza Cristo, e questa mancanza ha reso la Verità inefficiente a convertire le anime. Senza la grazia di Cristo è impossibile fare un passo in obbedienza alla legge di Dio. Perciò, è necessario che il peccatore senta il potere del Suo amore e del potere del suo Redentore e Amico. L'ambasciatore di Cristo dovrebbe dichiarare chiaramente le esigenze della legge, egli dovrebbe far capire che nessuno può essere giustificato senza il sacrificio espiatorio di Cristo. Senza Cristo, ci può essere soltanto condanna, e un'orrenda aspettazione del giudizio con calore di fuoco, e infine la separazione definitiva dalla presenza di Dio. Ma gli occhi di coloro che sono stati aperti per vedere l'amore di Cristo, contempleranno il carattere di Dio, pieno d'amore e di compassione. Dio non apparirà come un tiranno, un essere implacabile, ma come un Padre desideroso di abbracciare ogni Suo figlio penitente. Allora il peccatore pentito griderà con il salmista:

"Come un padre è pietoso verso i suoi figliuoli, così è pietoso l',Eterno verso quelli che lo temono". Salmo 103:13

Quando Cristo sarà visto nel Suo vero carattere, tutta la disperazione nell'animo umano sarà eliminata.

Il messaggio del Terzo Angelo

Alcuni dei nostri fratelli hanno espresso il timore che ci occupiamo troppo del tema della giustificazione per fede, ma io spero e prego tanto, che nessuno si allarmi inutilmente, perché non esiste alcun pericolo nel presentare questa dottrina, così come si espone nelle Scritture.

Se non ci fosse stata una trascuratezza in passato riguardo all'insegnamento del popolo di Dio, ora non ci sarebbe alcuna necessità per richiamare l'attenzione su questo punto......

Le grandi e preziose promesse che ci danno le Scritture, in gran parte sono state perdute di vista, proprio come il nemico desiderava accadesse. Egli ha proiettato la sua ombra oscura tra noi e il nostro Dio, affinché non potessimo vedere il Suo vero carattere. Il Signore ha proclamato di essere "misericordioso, pietoso e lento all'ira, ricco di bontà e di verità".

Molti mi hanno scritto, chiedendo se il messaggio della giustificazione per fede è il messaggio del terzo angelo, e io ho risposto: "E vero, è il messaggio del terzo angelo". The Review and Herald, 1Aprile, 1890.