Messaggi scelti, vol. 2

Capitolo 25

Forza nell'afflizione

[AUDIO]

Perché queste afflizioni?

Verso la fine del 1891, Ellen G. White in risposta ad una richiesta della Conferenza Generale, si recò in Australia per aiutare e fortificare l'opera nella fondazione delle nuove istituzioni. Il suo soggiorno in questo paese si prolungò per ben nove anni. Poco dopo il suo arrivo essa si ammalò gravemente. Le testimonianze che seguono ricordano la sua forza d'animo in quest'affiliazione. Lettori, prendete nota sulle prove subite da Ellen durante questa esperienza.

Ogni invio di corrispondenza è composto di cento a duecento pagine scritte da me, e la maggior parte di esse sono state scritte mentre ero costretta a letto, appoggiata sui cuscini e metà sdraiata, oppure su una sedia assai scomoda. La posizione seduta mi provoca molti dolori al fianco e alla parte inferiore della colonna vertebrale. Se in Australia fosse possibile trovare delle sedie come ne abbiamo nei nostri sanatori, sarei pronta ad acquistarne una, anche se costa trenta dollari... Con grande difficoltà posso rimanere eretta e tenere ritta la testa. Devo appoggiarmi contro lo schienale della sedia, leggermente reclinata e appoggiata sopra dei cuscini piegati a metà. Questa è la mia condizione attuale.

Tuttavia, non mi sento per niente scoraggiata. Sento di essere sostenuta ogni giorno. Nelle lunghe ore notturne, quando mi è impossibile dormire, dedico il mio tempo alla preghiera; e quando ogni nervo sembra gridare di dolore, quando nel momento in cui penso di perdere la calma, la pace di Cristo inonda il mio cuore a tal punto che mi sento piena di gratitudine e riconoscenza. Io so che Gesù mi ama ed io amo Gesù. Certe notti sono riuscita a dormire solo tre ore, altre volte quattro ore, ma la maggior parte delle volte riesco a dormire solo due ore. Eppure, durante queste lunghe notti australiane, nonostante le profonde tenebre, tutto sembra essere illuminato intorno a me, e gioisco di una dolce comunione con Dio.

Quando per la prima volta mi sono trovata in una condizione d'impotenza, mi sono subito pentita d'aver attraversato le profonde acque dell'oceano. Perché non sono rimasta negli Stati Uniti? Perché mi trovo in questo paese? Più volte ho nascosto il viso tra i cuscini e ho pianto tantissimo. Ben presto mi accorsi che non potevo assecondare lo sfogo superfluo cagionato dalle lacrime.

Mi sono detta: Ellen G. White, che cosa vuoi dire con questo? Non sei forse venuta in Australia perché era tuo dovere venire qua, dove la Chiesa ha bisogno di te? Non è forse tuo dovere farlo?

Dissi, "Si!"

Allora perché ti senti così abbandonata e scoraggiata? Non è questa l'opera del nemico?

E io dissi:

Credo che lo è!

Ho asciugato le lacrime il più rapidamente possibile e dissi:

Basta così, non voglio più vedere il lato oscuro della vita, sia che viva o muoio, raccomando la mia anima a Colui che morì per me".

In quel momento credetti alla bontà del Signore, e in questi otto mesi di sconforto, non ho avuto più nessuno scoraggiamento e dubbio. Ora, considero questo evento come una parte del piano del Signore per il bene del Suo popolo qui in questo paese, in America e naturalmente per il mio stesso bene. Non so spiegare come e perché, ma credo fermamente in questo. E ora sono felice nella mia afflizione, perché posso confidare nel mio Padre celeste. Non voglio dubitare mai più del Suo amore. Accanto a me c'è un guardiano che vigila giorno e notte, ed io lodo il Signore per la Sua bontà. Il mio cuore è colmo di gratitudine.

Meditazioni durante i giorni d'afflizione

La preghiera e l'unzione senza un'immediata guarigione. 21maggio1892.

La notte insonne stava per terminare. Ieri pomeriggio, il pastore A.G. Daniells e sua moglie, il pastore G.C. Tenney e sua moglie i fratelli Stockton e Smith vennero a casa nostra su mia richiesta per pregare insieme il Signore per la mia guarigione. Abbiamo avuto una riunione di preghiera molto fervente, e fummo molto benedetti. Mi sentii sollevata, ma la mia salute non fu ristabilita. Ho fatto tutto il possibile per seguire le istruzioni della Bibbia, credendo che Lui mi guarirà quando lo riterrà opportuno. La mia fede è ferma in questa promessa: Chiedete e vi sarà dato. (Giovanni 16:24)

Sono convinta che il Signore ascolti le nostre preghiere. Speravo d'essere liberata immediatamente dalla prigionia della mia malattia, e nel mio giudizio finito pensavo che in questo modo Dio sarebbe stato glorificato. Durante le nostre preghiere sentivo una grande benedizione scendere su di me, e in breve la promessa mi è stata data: "Io sono il tuo Redentore, sarai guarita" Manoscritto 19, 1892.

"Non devo perdere l'autocontrollo"

23 giugno, 1892

Un', altra notte è passata. Ho dormito solo tre ore. I miei dolori sono diminuiti, ma ero inquieta e nervosa. Dopo che rimasi sveglia per un po' di tempo, desistetti dal tentativo di riaddormentarmi, e diressi tutta la mia attenzione a cercare il Signore. Quanto preziosa fu per me la seguente promessa:

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. (Matteo 7:7)

Ho pregato ardentemente il Signore per avere conforto e pace, quello che unicamente il Signor Gesù può dare. Desidero la Sua benedizione, benché abbia dolore, non voglio perdere l'autocontrollo. Non oso fidarmi di me stessa e non voglio perdere la fiducia nemmeno per un momento. Nell'istante in cui Pietro tolse lo sguardo da Cristo, egli cominciò ad affondare. Quando egli comprese il pericolo che correva, alzò gli occhi e cominciò a gridare a Gesù: Salvami, o Signore, sono in pericolo.....e allora la mano sempre tesa verso coloro che periscono, lo prese ed egli fu salvato.

Ogni giorno sono alla ricerca della pace interiore....E anche se il corpo soffre e il sistema nervoso è indebolito, non dobbiamo pensare che siamo liberi di parlare con nervosismo o di pensare che non stiamo ricevendo le attenzioni dovute. Quando ci mostriamo impazienti, allontaniamo lo Spirito di Dio dal nostro cuore, e diamo spazio agli attributi di Satana.

Quando cerchiamo scuse per giustificare il nostro egoismo, per aver pensato o parlato male, stiamo educando l'anima per il male e se continuiamo a farlo, diventerà un'abitudine cedere alla tentazione. Allora ci troveremo sul terreno di Satana, vinti, deboli e scoraggiati. Se confidiamo in noi stessi, sicuramente cadremo. Cristo ci dice:

Dimorate in me, ed io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. (Giovanni 15:4)

Qual è il frutto che dobbiamo portare?

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge. (Galati 5:22,23)

Mentre stavo meditando su queste cose, sentivo sempre più profondamente il peso del peccato e cosa significa trascurare il mantenere l'anima unita all'amore di Dio. Il Signore non fa nulla senza la nostra collaborazione. Quando Gesù pregò dicendo: "Padre, custodiscili nel Tuo nome", ciò non significa che dobbiamo trascurare di mantenerci nell'amore e nella fede di Dio. Vivendo in Dio mediante un'unione vitale con Cristo, confidiamo nelle promesse e costantemente otterremo maggior forza contemplando Gesù.

Chi può cambiare il cuore o scuotere la fiducia di chi mediante la contemplazione del Salvatore, è trasformato alla sua somiglianza? Questa persona terrà in conto il disprezzo? La sua immaginazione si concentrerà su se stessa? Permetterà che le sciocchezze distruggano la pace della sua mente? Colui, nel cui cuore dimora Cristo, è appagato. Egli non pensa male, anzi, crede nella certezza che Gesù conosce e valuta correttamente ogni anima per la quale è morto.

Il Signore ci dice: Renderò gli uomini più rari dell', oro fino, più rari dell', oro di Ofir. (Isaia 13:12)

Che questo soddisfi il desiderio dell'anima, e ci renda prudenti e attenti, pronti a perdonare gli altri, perché Dio ci ha perdonato per primo.

La felicità della vita consiste in piccole cose. Ognuno ha la possibilità di praticare la vera cortesia cristiana. Non è il possesso di splendidi talenti che ci aiuterà a vincere, ma l'adempimento coscienzioso dei doveri quotidiani. Lo sguardo gentile, lo spirito umile, la disposizione dell'animo, l'interesse sincero, l'occuparsi del benessere degli altri, sono cose che aiutano nella vita cristiana. Se l'amore di Gesù riempie il cuore, questo amore si manifesterà nella vita. Non manifestiamo la determinazione di fare la nostra volontà, né un'ostinata ed egoista rinuncia a essere felici o a essere compiaciuti. La salute del corpo dipende molto dalla condizione di salute del cuore, più di quello che molti suppongono.

Qualcuno può immaginare che sia disprezzato, può pensare di non occupare una posizione che lui è in grado di svolgere, in questo modo si sente come una vittima. Si sente infelice, ma di chi è la colpa? Una cosa è certa -- la gentilezza e l'amabilità contribuiranno ad esaltarlo più di qualsiasi presunta capacità accompagnata dalla maledizione di un modo di essere spiacevole. Manoscritto 19, 1892.

Gesù conosce i nostri dolori e le nostre pene

26 giugno 1892

Io sono felice quando arriva la luce del giorno perché le notti sono lunghe e stancanti. Quando non riesco dormire, il mio cuore si riempie di gratitudine, perché so che Gesù veglia su di me. Che pensiero meraviglioso è sapere che Gesù conosce perfettamente ogni nostro dolore, ogni nostra tristezza. Lui patì tutte le nostre tribolazioni. Alcuni nostri amici non sanno nulla riguardo alle miserie umane o le sofferenze fisiche. Essi non sono mai ammalati, e quindi non possono capire i sentimenti delle persone che soffrono. Ma Gesù ha compassione di noi a causa delle nostre infermità. Egli è un grande medico missionario, perché ha preso su di sé la forma umana e si è messo a capo di una nuova dispensazione, al fine di riconciliare la giustizia e la compassione. Manoscritto 19, 1892.

"Fai di me un ramo sano e fruttifero"

29 Giugno 1892

Al risveglio, la mia preghiera è: Gesù, proteggi anche oggi tua figlia, prendimi sotto la tua protezione. Fai di me un ramo sano e rendi fruttifera la tua vite vivente. Gesù ci dice:

Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui chi dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. (Giovanni 15:5)

In Cristo e mediante Cristo, noi possiamo fare ogni cosa. Colui chi fu adorato dagli angeli, che ascoltò la musica dei cori celesti, era sensibile alla sofferenza dei bambini, era sempre pronto ad ascoltare i racconti di quei piccoli casi sfortunati. Spesso asciugò le loro lacrime e lì consolò con la tenera simpatia delle sue parole che sembravano avere la virtù di appacificare le loro afflizioni e fargli dimenticare il loro dolore. La forma di colomba che aleggiò su Gesù durante il Suo battesimo, costituisce un simbolo che rappresenta la dolcezza del Suo carattere. Manoscritto 19, 1892

"Che non si pronuncino parole scortesi"

30 Giugno 1892

Ho trascorso un'altra notte di grande stanchezza. Anche se continuo a soffrire molto, so che non sono stata dimenticata dal mio Salvatore. La mia preghiera è: Gesù, aiutami, affinché io non ti disonori con le mie labbra. Non permettere che io pronunci parole aspre. Manoscritto 19, 1892

"Non voglio lamentarmi"

6 luglio, 1892

Sono così grata, che posso dire al Signore tutti i miei timori e perplessità. Sento di essere sotto la protezione delle Sue ali. Una volta un infedele chiese a un giovane timorato di Dio: Quanto grande è il Dio che lei adora? Ricevette questa risposta: E' così grande che riempie l'immensità, e tuttavia è così piccolo che dimora in ogni cuore santificato.

O prezioso Salvatore, io bramo la mia salvezza. Come la cerva desidera i corsi d', acqua, così l', anima mia anela a te, o Dio. (Salmo 42:1) Io desidero avere un concetto più chiaro riguardo a Gesù. Io amo pensare alla Sua vita immacolata, e meditare sulle sue lezioni. Amo ripetere le parole: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo. (Matteo 11:28 )

Gran parte del tempo il mio corpo è pieno di dolori, ma non voglio lamentarmi ed essere indegna di portare il nome di cristiana. Ho la certezza che questa lezione di sofferenza sarà per glorificare Dio, e un mezzo per avvertire gli altri affinché evitino di lavorare continuamente in circostanze difficili e tanto sfavorevoli per la salute e il corpo. Manoscritto 19, 1892

"Il Signore mi fortifica"

7 luglio 1892

Attraverso la Sua grazia il Signore mi dà la forza per scrivere importanti lettere. Spesso i fratelli vengono a me in cerca di consiglio. Sento chiaramente che questa tediosa afflizione è per la gloria del Signore. Quando mi sveglio durante la notte, non voglio lamentarmi, perché mi sembra come se Gesù mi stesse guardando. Il capitolo 51 d'Isaia è estremamente prezioso per me. Il Signore porta tutti i nostri fardelli. Leggo questo capitolo sovente piena di fiducia e speranza. Manoscritto 19, 1892.

Non lasciatevi sconfiggere

10 luglio, 1892

Svegliai Emily alle 5 del mattino perché accendesse il fuoco e mi aiutasse a vestirmi. Ringrazio il Signore per avermi dato una notte tranquilla. Le mie ore di veglia le impiego in preghiera e nella meditazione. Una domanda mi assale con insistenza: Perché non ho ricevuto la benedizione per la mia guarigione? Devo forse interpretare questi lunghi mesi di sofferenza come prova d'aver dato dispiacere al Signore, perché sono venuta in Australia? Rispondo con decisione: No, non devo nemmeno osare a pensarlo! A volte, prima di lasciare l'America, ho pensato che il Signore non voleva che io andassi in un paese così lontano alla mia età, specialmente essendo oberata di lavoro. Ma io ho obbedito alle indicazioni della Conferenza Generale e come sempre ho cercato di fare, quando io stessa non avevo una comprensione chiara. Sono venuta fin qui a portare aiuto ai fedeli di questo paese. Dopo il mio arrivo qui, per settimane ho lavorato febbrilmente, così come ho fatto sempre nella mia vita. Ricevetti istruzioni riguardo alla pietà personale, che dovevo trasmettere....

Sono in Australia, e credo di trovarmi nel luogo dove il Signore desidera che io stia. Non ho intenzione di retrocedere, benché la sofferenza mi accompagni costantemente. Ho ricevuto la benedetta sicurezza che Gesù è mio e che io sono sua figlia. Le tenebre sono state dissipate dai brillanti raggi del Sole di Giustizia. Chi può capire il dolore che provo se non Colui che porta tutte le nostre afflizioni? A chi posso parlare se non a Colui che si commuove a causa delle nostre infermità, e che sa come soccorrere quelli che sono tentati?

Quando prego per la mia guarigione, e mi sembra che il Signore non risponde, il mio spirito si strugge dentro di me. È proprio allora che il mio amato Salvatore mi ricorda la Sua presenza. Egli mi dice: "Non hai fiducia in Me, io che ho dato il mio sangue per te, Io che ti porto scolpita sulle palme delle mie mani"? Allora la mia anima si nutre della presenza divina. Sento come se fossi trasportata fuori di me alla presenza di Dio. Manoscritto 19, 1892

Il Signore sa cosa è meglio

14 Luglio 1892

Quando sopravvenne la malattia che ho patito per tutti questi mesi, rimasi sorpresa di non essere stata guarita in seguito alle mie preghiere. Ma nel mio caso si è compiuta questa promessa: La mia grazia ti basta. (2 Corinzi 12:9). E nel mio caso è stato proprio così. Da parte mia non ci può essere alcun dubbio. Le mie ore di dolore sono state ore di preghiera, perché ho saputo a chi confidare le mie pene. Ho il privilegio di rafforzare le mie deboli forze afferrandomi al potere infinito. Giorno e notte sono ancorata sulla solida roccia delle promesse di Dio. I miei pensieri si elevano verso Gesù spinti da una fiducia amorevole. Lui sa cosa è meglio per me. Le mie notti sarebbero molto solitarie se non reclamassi questa promessa: Poi invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai. (Salmo 50:15) Manoscritto 19, 1892

Lezioni imparate durante i mesi di sofferenza

Stavo sopportando una grande prova a causa del dolore, la sofferenza e l'impotenza; ma attraverso questo dolore ho ottenuto una preziosa esperienza, più pregiata dell'oro per me. Quando mi convinsi che dovevo abbandonare i miei piani di visitare le chiese in Australia e Nuova Zelanda, mi chiesi seriamente se forse era stato mio dovere lasciare l'America per venire in questo paese lontano. I miei dolori erano acuti. Passai molte notti insonni ripensando alla nostra esperienza da quando venimmo in Europa dagli Stati Uniti, e tutto questo era motivo d'ansia e sofferenza, ed è stato un peso gravoso. Allora mi dissi: Qual è il significato di tutto questo?

Ho analizzato attentamente gli avvenimenti di tutti questi ultimi anni di lavoro e l'opera che il Signore mi ha chiesto di fare. Lui non ha mancato non una sola volta e frequentemente si è manifestato in modo notevole, e ho capito che non c'era nulla per cui lamentarmi, anzi possedevo cose preziose che scorrevano come fili d'ora attraverso la mia esperienza. Il Signore sapeva meglio di me ciò di cui avevo bisogno, e sentii che mi stava attraendo a sé, anzi, dovevo stare attenta a non dettare a Dio ciò che doveva fare con me. Questa mancanza di rassegnazione per la mia sorte fu l'inizio delle mie sofferenze e impotenza, ma non passò molto tempo finché sentii che la mia afflizione faceva parte del piano di Dio. Scoprii che stando a metà distesa e a metà seduta potevo collocarmi in una posizione nella quale potevo utilizzare le mie mani danneggiate, e benché soffrissi molto dolore potei scrivere abbastanza. Da quando sono arrivata in questo paese ho scritto 1.600 pagine di questo volume.

"Io so in chi ho creduto"

Nel corso degli ultimi nove mesi, ho potuto dormire solo due ore a notte, e a volte mi vedevo circondata dalle tenebre; ma in queste occasioni pregavo, e ottenevo un dolce conforto nell'avvicinarmi a Dio.

Si compirono per me queste promesse: Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi (Giacomo 4:8), ....quando l', avversario verrà come una fiumana, lo spirito del SIGNORE lo metterà in fuga. (Isaia 59:19) La Luce del Signore mi illuminò completamente. Gesù era vicino a me e mi confortava, capii che la grazia che mi era stata data mi sarebbe bastata, perché la mia anima si fermò in Dio, e lodai grandemente Colui che mi amò e diede sé stesso per me. Posso dire con cuore sincero So in chi ho creduto. (2 Timoteo 1:12)

Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d', uscirne, affinché la possiate sopportare. (1 Corinzi 10:13)

Con l'aiuto di Gesù sono diventata più che vincitrice e ho potuto mantenere il terreno guadagnato. Non riesco a capire quale sia il piano di Dio nella mia afflizione, ma Lui sa ciò che è meglio per me, e io gli affido la mia anima, il mio corpo e il mio spirito perché Lui è il mio fedele Creatore, perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno. (2 Timoteo 1:12) Se educhiamo e prepariamo le nostre anime per avere più fede, più amore, grande pazienza e una fiducia più perfetta nel nostro Padre celeste, sono sicura che potremo avere più pace e felicità ogni giorno, nonostante i conflitti presenti nelle nostre vite.

Al Signore non piace che ci allontaniamo dalle braccia di Gesù a causa della nostra impazienza e della nostra ansia. E' necessario che ci sia più pazienza e vigilanza. Se pensiamo o sentiamo di non essere sulla strada giusta, e continuiamo a guardare dentro noi stessi in cerca di un segno che si adatti all'occasione, non dobbiamo confidare nei nostri sentimenti ma bensì nella nostra fede.

Camminate nella fede

Quando rispettiamo la Sacra Scrittura, secondo la nostra conoscenza migliore, dobbiamo camminare per fede, sia che proviamo o no un appagamento speciale.

Disonoriamo Dio quando mostriamo di non fidarci di Lui, dopo che Egli ci ha fornito prove meravigliose del Suo grande amore, manifestato nel dare il suo Unigenito Figlio Gesù affinché morisse al nostro posto, affinché credessimo in Lui, e affermassimo le nostre speranze in Lui, e confidassimo nella sua Parola senza ombra di dubbio.

Continuate a contemplare Gesù, continuate a pregare con fede silenziosa, proseguite e impossessatevi della sua forza, sia che provate qualche sentimento o no. Continuate ad avanzare senza vacillare, come se ogni preghiera offerta sia collocata nel trono di Dio e corrisposta da Colui le cui promesse non falliscono mai. Proseguite in avanti cantando e lodando il Signore nei vostri cuori, anche se siete oppressi da una sensazione pesante e triste.

Vi dico come qualcuno che sa: che la luce tornerà, che gioiremo e che la nebbia e le nuvole scompariranno. Passeremo dal potere oppressivo delle ombre e delle tenebre al sole brillante della Sua presenza.

Se manifesteremo di più la nostra fede, se ci rallegreremo di più per le benedizioni che abbiamo -- la grande misericordia, la pazienza e l'amore di Dio - ogni giorno ci renderà più forti.

Le preziose parole pronunciate da Cristo, il Principe di Dio, non possiedono forse una sicurezza e un potere che dovrebbe esercitare un grande influsso su di noi, affinché crediamo che il nostro Padre celeste sia sempre più desideroso di dare il suo Santo Spirito a coloro che glielo chiedono, più di quanto i genitori terreni possano concedere buoni doni ai loro figli? Ogni giorno dobbiamo consacrarci a Dio e credere che egli accetta il nostro sacrificio, senza domandarci se la nostra sensibilità corrisponde alla nostra fede. Il sentimento e la fede sono così diversi com'è lontano l'oriente dall'occidente. La fede non dipende dal sentimento. Dobbiamo implorare ferventemente Dio con fede, indipendentemente dai nostri sentimenti, e poi vivere in accordo con le nostre preghiere. La nostra certezza è la Parola di Dio, e dopo aver chiesto e pregato, dobbiamo credere senza dubitare. Lode a Te, o Dio, io Ti lodo. Non hai mai mancato nel compimento della tua Parola. Ti sei manifestato a me ed io sono tua per fare la Tua volontà.

Vegliate fedelmente come fece Abramo affinché i corvi e gli uccelli rapaci non si posino sui vostri sacrifici e offerte a Dio. Dobbiamo controllare ogni pensiero dubbioso, in modo da non poterlo esprimere. La luce si allontana sempre dalle parole che onorano il potere delle tenebre. La vita di nostro Signore risorto deve essere quotidianamente manifestata in noi.

La via verso il cielo è stretta e scomoda

Com'è la via che porta al cielo? E' un cammino pieno di compromessi invitanti? No! È un sentiero stretto e scomodo, pieno di conflitti, di prove, di tribolazioni e di sofferenze. Il nostro Capitano, Gesù Cristo, non ci ha mai nascosto nulla riguardo alle battaglie che dobbiamo combattere. Lui distende la mappa davanti a noi e ci mostra il giusto percorso.

Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. (Luca 13:24)

Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. (Matteo 7:13)

Nel mondo avrete tribolazione. (Giovanni 16:33)

L'apostolo fa eco alle parole di Cristo: dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni. (Atti 14:22)

Bene, è l'aspetto scoraggiante che dobbiamo mantenere davanti agli occhi della mente?

Questo è Gesù: la vita di ogni grazia, la vita di ogni promessa, la vita di ogni rito, la vita di ogni benedizione. Gesù è la sostanza, la gloria, la fragranza e la vita stessa. Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. (Giovanni 8:12)

Pertanto, la via regale che è stata data ai redenti affinché camminino per essa non è disseminata da tenebre scoraggianti. Se non fosse per Gesù, il nostro pellegrinaggio sarebbe veramente solitario e doloroso.

"Non vi lascerò orfani - dice Gesù - tornerò da voi". (Giovanni 14:18) Ricordiamoci dunque di queste promesse. Ripetiamole ogni giorno e meditiamo su di esse durante la notte, e stiamo allegri.

In quel giorno dirai: Io ti lodo, SIGNORE! Infatti, dopo esserti adirato con me, la tua ira si è calmata, e tu mi hai consolato. Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché il SIGNORE, il SIGNORE è la mia forza e il mio cantico; egli è stato la mia salvezza". Voi attingerete con gioia l', acqua dalle fonti della salvezza, e in quel giorno direte: Lodate il SIGNORE, invocate il suo nome, fate conoscere le sue opere tra i popoli, proclamate che il suo nome è eccelso! Salmeggiate al SIGNORE, perché ha fatto cose grandiose; siano esse note a tutta la terra Abitante di Sion, grida, esulta, poiché il Santo d', Israele è grande in mezzo a te. (Isaia 12:1-6)

In verità non è questo un cammino reale su dove viaggiamo, stabilito, affinché i redenti del Signore lo percorrano? Ne esiste forse un altro migliore o un altro più sicuro? Assolutamente no! Allora, pratichiamo le istruzioni che abbiamo ricevuto. Accettiamo il nostro Salvatore come nostro rifugio, come nostro scudo nella mano destra per difenderci dalle frecce di Satana! Le tentazioni ci assaliranno e le preoccupazioni e le tenebre ci opprimeranno.

Quando il cuore o la carne stanno per indebolirsi, chi ci circonda con le sue braccia? Chi mette in pratica la preziosa promessa? Chi ci conforta con parole sicure e di speranza? Chi dà la grazia in abbondanza a coloro che la chiedono con sincerità e verità? Chi è colui che ci imputa la Sua giustizia che ci salva dal peccato? A chi appartiene la luce che respinge la nebbia e la caligine, e ci colloca nella luce della sua presenza? Chi se non Gesù? Allora amatelo, e lodatelo: Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. (Filippesi 4:4)

Attualmente, Gesù è un Salvatore vivente?

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. (Colossesi 3:1)

Noi siamo risorti con Cristo. Cristo è la nostra vita. Attraverso la Sua misericordia e il suo amore benevolo viene dichiarato che siamo un popolo eletto, adottato, perdonato e giustificato. Pertanto innalziamo il Signore! Lettera 7, 1892.