La verità sugli angeli

Capitolo 10

Gli angeli dai tempi dei giudici fino all'epoca Dei re

[AUDIO]

Cristo come "l', Angelo del Signore"

Nei tempi antichi, quando Dio inviava i Suoi angeli per ministrare e comunicare con gli esseri umani, e quando essi prendevano coscienza di aver visto gli angeli e di aver parlato con loro, erano stupiti e temevano di morire. Essi avevano un concetto così esaltato del potere e della maestà di Dio, e pensavano che l'essere in contatto diretto con qualcuno che era stato alla presenza del divino, li avrebbe distrutti. SG 4b:152

Gedeone vide che era l', angelo del Signore e disse: «Signore, ho dunque visto l', angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Giudici 6:22,23

"... e l', angelo del Signore non apparve più né a Manoach né alla moglie. Allora Manoach comprese che quello era l', angelo del Signore. Manoach disse alla moglie: «Noi moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio". Giudici 13:21,22

"Mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi ed ecco, vide un uomo in piedi davanti a sé che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: «Tu sei per noi o per i nostri avversari?». Rispose: «No, io sono il capo dell', esercito del Signore. Giungo proprio ora". Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che dice il mio signore al suo servo?». Rispose il capo dell', esercito del Signore a Giosuè: «Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo". Giosuè così fece". Giosuè 5:13-15

Dopo la morte di Giosuè, e degli anziani che erano stati i suoi collaboratori, il popolo cominciò a ricadere nell'idolatria. Il Signore non permise che i peccati del suo popolo restassero senza rimprovero. In Israele vi erano ancora dei fedeli adoratori. Molti altri invece per abitudine o per tradizione assistevano al culto a Dio nel tabernacolo. Una grande moltitudine si riuniva spesso durante le feste religiose, in occasione di una di queste feste un angelo di Dio, apparve a Gilgal, e di nuovo apparve ancora a tutta la congregazione a Shiloh. Quest'angelo era lo stesso che apparve a Giosuè prima della caduta di Gerico, era niente meno che il Figlio di Dio...

Egli disse che lui non aveva dimenticato le sue promesse, ma loro avevano violato la solenne alleanza.

"E avvenne che, quando l'angelo del Signore disse queste parole a tutti i figli d'Israele, il popolo alzò la voce e pianse". "...e offrirono sacrifici al Signore". Tuttavia il loro pentimento non produsse alcun risultato". ST 2 giugno 1881

Gedeone

Gedeone era figlio di Joas della tribù di Manasse. La tribù alla quale egli faceva parte non aveva una posizione elevata, ma la famiglia di Joas si era distinta per il coraggio e l'integrità.... E il Signore chiamò Gedeone per liberare il suo popolo.... mentre Gedeone era occupato nella trebbiatura del grano, egli lavorava in silenzio e rifletteva con tristezza sulla condizione di Israele, e considerava cosa poteva fare per spezzare il giogo della loro oppressione. "E l'angelo del Signore gli apparve mentre batteva il grano e gli disse: l'Eterno è con te, o uomo valoroso e forte". PP 546

L'angelo aveva velato la gloria divina della sua presenza, ma non era altri che Cristo, il Figlio di Dio. Quando un profeta o un angelo annunciava un messaggio divino, le sue parole erano: "Il Signore dice". Ma del Personaggio che parlò con Gedeone si dichiara: "Yahweh gli disse: Certamente io sarò con te". (Giudici 6:16).

Desideroso di mostrare un onore speciale al suo illustre Visitatore, e dopo aver ottenuto la promessa che l'angelo avrebbe aspettato il suo ritorno, Gedeone "si affrettò ad entrare nella sua tenda e dalle sue scarse provviste, preparò un capretto e del pane azzimo e li presentò davanti a lui....

Quando il dono gli fu presentato, l'angelo disse: "Prendi la carne e il pane azzimo, mettilo su questa pietra e versa il brodo" (Giudici 6:20) Gedeone fece così, allora il Signore gli diede il segno che lui desiderava.

"Allora l'angelo dell'Eterno stese la punta del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; e salì dalla roccia un fuoco che consumò il cibo", perché fu accettato più come un sacrificio che una dimostrazione di ospitalità. Chi consumò il cibo era Dio e non l'uomo. Dopo di questo, l'angelo dell'Eterno scomparve dalla sua vista.

Convinto di aver visto il Figlio di Dio, Gedeone ebbe paura ed esclamò: "Misero me, o Signore, o Eterno; giacché ho veduto l'angelo dell'Eterno faccia a faccia". (Giudici 6:22)

Poi il Signore misericordiosamente apparve a Gedeone per la seconda volta e gli disse: "Stai in pace, non temere, non morirai". (Giudici 6:23) Queste preziose parole furono pronunciate dallo stesso compassionevole Salvatore che disse ai suoi discepoli durante la tempesta sul mare: "Sono io, non abbiate paura". Era Colui, che era apparso ai discepoli afflitti nella camera alta e per consolarli disse le stesse parole dette a Gedeone: "Pace a voi". (Luca 24:36) ST 23 giugno 1881

Sansone

In mezzo all'apostasia regnante, i fedeli adoratori di Dio continuavano a invocare la liberazione d'Israele... Ai confini della regione montagnosa che dominava le pianure dei Filistei, c'era una piccola città chiamata Zorah. Lì abitava la famiglia di Manoah della tribù di Dan, una delle poche famiglie che in mezzo alla slealtà che prevaleva, era rimasta fedele a Yehovah. E l'angelo dell'Eterno apparve alla moglie di Manoah dicendo: "Ecco, tu sei sterile e non hai figlioli, ma concepirai e partorirai un figlio attraverso il quale il Signore libererà Israele dalle mani dei Filistei". (Giudici 13: 3,5) Oltre a tale notizia, l'angelo diede istruzioni speciali riguardo alle abitudini e al trattamento per la cura del suo bambino. La donna cercò suo marito per condividere con lui la promessa data da Dio. Poi, nel timore di commettere qualche errore riguardo all'opera che le era stata raccomandata, il marito pregò:

«Signore, l', uomo di Dio mandato da te venga di nuovo da noi e c', insegni quello che dobbiamo fare per il nascituro". Giudici 13:8

Quando l'angelo apparve di nuovo, l'uomo chiese: "Che cosa dobbiamo fare per il bambino". Allora l'angelo ripeté le istruzioni:

"La donna si astenga dal mangiare quello che le ho detto. Non mangerà alcun prodotto della vigna, né berrà vino o bevande alcoliche, e non mangerà alcunché d'impuro; osservi tutto quello che le ho comandato". Giudici 13:14, PP 560, 561

Manoah e sua moglie non sapevano di aver parlato con Gesù Cristo. Loro lo vedevano come un messaggero del Signore, e non potevano discernere se era un profeta o un angelo. Desiderando mostrare l'ospitalità nei confronti dell'ospite, lo invitarono a restare mentre preparavano un capretto per lui. Tuttavia non conoscendo la natura del visitatore, non sapevano se dovevano offrirlo come offerta di sacrificio o come alimento. E l'angelo rispose:

"Anche se tu mi trattenessi, non mangerei del tuo cibo; ma, se vuoi fare un olocausto, offrilo all'Eterno". Giudici 13:16

Convinto che il visitatore fosse un profeta, Manoah gli domandò:

"Qual è il tuo nome, affinché, adempiute che siano le tue parole, noi ti rendiamo onore"? Giudici 13:17

E la risposta fu: "Perché mi chiedi il mio nome, esso è meraviglioso? Intuendo il carattere divino dell'ospite, Manoah "prese il capretto e l'offrì all'Eterno sopra una pietra". E in quel momento successe una cosa meravigliosa, l'angelo fece un miracolo davanti agli occhi di Manoah e sua moglie. Il fuoco salì dalla roccia e consumò il sacrificio, e mentre Manoah e sua moglie stavano osservando la fiamma salire dall'altare verso il cielo, l'angelo dell'Eterno salì con la fiamma dell'altare". Allora Manoah e sua moglie caddero con la faccia a terra, perché riconobbero nell'ospite l'angelo dell'Eterno. Ora sapevano di aver visto il Santo d'Israele, Colui, che aveva coperto la sua gloria nella colonna di nuvola, e che aveva guidato e aiutato il popolo d'Israele nel deserto. Stupore, timore e terrore riempirono il cuore di Manoah, che non poté fare altro che esclamare: "Ora noi di certo moriremo perché abbiamo veduto Dio". E la sua compagna in quel momento solenne avendo più fede di lui, gli ricordò che il Signore aveva accettato l'olocausto, e gli aveva promesso la nascita di un figlio, che avrebbe liberato Israele. Questa era una prova della sua grazia e non della sua ira. ST 15 settembre 1881

La promessa divina a Manoach si compì a tempo debito con la nascita di un figlio, che chiamarono Sansone. Per ordine dell'Angelo: "...sulla testa del bambino non passerà rasoio, giacché il fanciullo sarà un Nazireo consacrato a Dio sin dalla sua nascita". ST 6 ottobre 1881

Samuele ed Eli

Samuele era un bambino circondato dagli influssi più corrotti. Vedeva e sentiva cose che affliggevano il suo spirito. I figli di Eli che servivano nel tempio, erano dominati da Satana. Questi uomini contaminavano la stessa atmosfera circostante. Molto uomini e donne si lasciavano affascinare ogni giorno dal peccato e dal male ma Samuele era senza macchia. Il suo carattere era immacolato. Non partecipava né si dilettava nei peccati che riempivano tutto Israele di terribili relazioni. Samuele amava Dio, manteneva il suo cuore in intima relazione col Cielo, e Dio inviò il suo angelo per parlare con lui riguardo ai peccati dei figli di Eli che stavano corrompendo Israele. 3T 472, 473

Le trasgressioni dei figli di Eli erano così audaci e profane, che nessun sacrificio poteva espiare i loro peccati volontari. Questi sacerdoti peccatori profanavano i sacrifici che simbolizzavano il Figlio di Dio... questi peccatori condussero l'arca all'accampamento d'Israele...

Dio permise che l'arca fosse presa dai nemici, per mostrare a Israele quanto vano era confidare nell'arca, come simbolo della presenza di Dio mentre si profanavano i Comandamenti contenuti in essa.

I Filistei credevano che nel conquistare l'Arca, avrebbero conquistato il Dio degli Israeliti, che aveva fatto molti prodigi per loro, e che era stato il terrore dei loro nemici. Portarono l'Arca ad Ashdod, e la misero in uno splendido tempio, insieme al più grande dei loro dei: Dagon. "E la mattina seguente, quando i sacerdoti entrarono nel tempio, furono terrorizzati nel trovare Dagon caduto con la faccia a terra davanti all'arca dell'Eterno. Gli angeli di Dio che accompagnavano sempre l'arca, fecero cadere l'incosciente idolo e lo mutilarono, per dimostrare che il Dio vivente è al di sopra di tutti gli dei, e che questi sono nulla davanti a lui". 4a SG 106,107

Durante i sette mesi in cui l'arca rimase tra i filistei, gli israeliti non fecero nulla per recuperarla; furono proprio i filistei che con lo stesso desiderio con cui si erano impossessati dell'Arca, vollero disfarsene. Invece di costituire una forza in loro favore, l'Arca si era dimostrata un grande peso e una grave maledizione.

Il ritorno dell'Arca in Israele

Gli uomini di Beth -- Shemesh diffusero rapidamente la notizia che l'arca era in loro possesso, mentre la gente dei paesi vicini si affollava per dargli il benvenuto. Davanti al masso sul quale fu posta, che era servito poco prima come altare, furono offerti ulteriori sacrifici all'Eterno. Se gli israeliti si fossero pentiti dei loro peccati, Dio li avrebbe benedetti; ma in realtà non ubbidivano alla sua legge, perché mentre si rallegravano salutando il ritorno dell'Arca come un messaggero di bene, non avevano il senso della sua sacralità; e invece di preparare un luogo adeguato per accoglierla, la lasciarono in mezzo ai campi da mietere. Mentre continuavano a contemplare l'arredo sacro e a parlare della maniera meravigliosa con cui esso era stato restituito, cominciarono a fare congetture circa il suo potere magico. Alla fine, vinti dalla curiosità, rimossero il rivestimento tentando di aprire l'Arca. Neanche i Filistei, che erano pagani, avevano avuto il coraggio di sollevarne il coperchio. Invisibili angeli celesti proteggevano l'arredo sacro durante tutti gli spostamenti dell'arca. L'irriverenza della gente Beth-Shemesh fu subito punita: molti di loro morirono improvvisamente. PP 589.

Saul e Jonathan

Il Signore aveva chiamato Samuele per giudicare Israele. Egli era rispettato e onorato da tutto il popolo. Benché Dio dovesse essere riconosciuto come il massimo Dirigente, Lui designava i suoi collaboratori, li riempiva col suo Spirito e comunicava con loro mediante gli angeli. 4a SG 67

A causa del peccato di presunzione commesso da Saul nel presentare il suo sacrificio, il Signore non gli volle dare l'onore di sconfiggere i Filistei. Jonathan, il figlio del re, uomo che temeva Dio, fu scelto come strumento per liberare Israele... Gli angeli dell'Eterno proteggevano Jonathan e il suo scudiero, combattevano al loro fianco, e così i Filistei caddero davanti a loro. PP 623

Gli angeli del Signore combattevano accanto a Jonathan, e i Filistei caddero davanti a lui. Il panico s'impossessò dei soldati che si trovavano nei campi e nella guarnigione... La terra tremava sotto i loro piedi, come se si stesse avvicinando un grande esercito di carri e cavalieri in corsa verso la battaglia. Jonathan e il suo scudiero, riconobbero che il Signore li stava aiutando; perfino i filistei si resero conto che Dio stava liberando Israele. 4a SG 70

La gioventù di Davide

Samuele non tornò più da Saul per dargli le istruzioni di Dio. Il Signore non poteva più servirsi di lui per eseguire i Suoi propositi. Inviò Samuele alla casa di Jesse per ungere Davide come re d'Israele, che aveva scelto al posto di Saul. Quando i figli di Jesse passarono davanti a Samuele, egli voleva scegliere Eliab, il maggiore, un uomo di alta statura, e d'apparenza dignitosa, ma l'angelo dell'Eterno che era vicino a lui per guidarlo in questa decisione importante, gli disse che non doveva giudicare dall'apparenza. Eliab non temeva il Signore, il suo cuore non era retto e non onorava Dio. Sarebbe stato un governante orgoglioso ed esigente. Così, i figli di Jesse passarono sotto gli occhi del profeta senza che il Signore li scegliesse, ma Davide il più giovane, l'umile pastore di pecore fu scelto da Dio per essere alla guida del suo popolo. 4a SG 77, 78.

Davide non era alto, ma il suo volto era bello, esprimeva umiltà, onestà e coraggio. L'angelo del Signore indicò a Samuele che doveva ungere Davide, perché lui era stato scelto da Dio. Da quel momento il Signore diede a Davide un cuore prudente e comprensivo. 1SP 368.

Eliab il fratello maggiore di Davide.....era geloso perché questi era stato onorato. Lo disprezzava e lo trattava come un essere inferiore. Lo accusò d'essere fuggito di nascosto dal padre per presenziare alla battaglia.... Davide respinse l'ingiusta accusa dicendo: Che cosa ho fatto? Non era che una semplice domanda? (1 Samuele 17:29). Davide non spiegò dettagliatamente a suo fratello che era venuto in aiuto d'Israele, e che era stato inviato da Dio per uccidere Golia, che gli eserciti del Dio vivente erano in pericolo e che un angelo lo aveva condotto per salvare Israele. 1SP 371.

Saul incontra un angelo

Saul permise che i suoi impulsi controllassero il suo giudizio, finché sprofondò in una furia di passioni. Egli aveva scatti di rabbia e di follia, ed era pronto a uccidere chiunque osava opporsi alla sua volontà. Fu il carattere senza macchia di Davide, la sua nobile fedeltà a suscitare l'ira del re. Vedeva la vita e il carattere di Davide come un rimprovero verso se stesso.....

E quando Saul venne a Ramah, si fermò al pozzo di Sechu, e mentre la gente veniva per attingere l'acqua, domandava loro dove fossero Samuele e Davide. Quando seppe che i due si trovavano a Naioth, si affrettò ad andare là. "Ma l'angelo di Dio lo incontrò sulla via, e lo Spirito del Signore lo investì ed egli cominciò a profetizzare, pregare e lodare l'Eterno con inni sacri. Profetizzò riguardo al Messia come Redentore del mondo. Quando Saul giunse a Naioth di Rama, si spogliò delle sue vesti reali, e passò il giorno e la notte insieme a Samuele e ai suoi discepoli, sotto l'influenza dello Spirito di Dio". ST 24 agosto 1888.

Incontro di Saul in En-dor e sua morte

Ancora una volta fu dichiarata la guerra tra Israele e i Filistei .... Saul sapeva che Davide era con le sue forze dalla parte dei Filistei, e pensò che il figlio di Iesse approfittasse di questa opportunità per vendicare le offese subite. Il re era profondamente angosciato.... Il giorno dopo, Saul doveva ingaggiare battaglia contro i Filistei. Le ombre di un destino incombente si affollavano intorno a lui, ed egli desiderava ardentemente ricevere aiuto e guida, ma vana fu ogni sua ricerca del consiglio di Dio, "perché l'Eterno non gli rispose né con i sogni, né per mezzo di Urim, e nemmeno per mezzo dei profeti". (1 Samuele 28: 6)

Allora Saul disse ai suoi servi:

"Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla». I suoi ministri gli risposero: «Vi è una negromante nella città di En-dor». 1 Samuele 28:7

Fu riferito al re che in un nascondiglio a En-dor dimorava una donna che invocava gli spiriti. Essa aveva stabilito un patto con Satana, ottenendo in cambio del dono della sua persona per adempiere propositi satanici, la facoltà di operare miracoli e la conoscenza di segreti. Dopo essersi travestito, Saul uscì protetto dalle ombre della notte e partì alla ricerca della maga accompagnato da due uomini... Protetti dall'oscurità, Saul e i suoi servi attraversarono la pianura, e dopo aver passato l'accampamento dei filistei senza subirne le conseguenze attraversarono la catena montuosa sino a raggiungere la dimora solitaria dell'evocatrice di spiriti a En-dor. Dopo aver praticato i suoi incantesimi, essa disse: "Vedo un essere sovrumano che esce da sotto la terra....E' un vecchio che sale, ed è avvolto in un mantello. Allora, Saul comprese che era Samuele". In realtà non era il santo profeta di Dio ad apparire e parlare attraverso l'incantesimo; Samuele non era tra gli spiriti maligni. Quell'apparizione sovrannaturale era prodotta unicamente dalla potenza di Satana. PP 675, 676, 679.

Le prime parole della donna in trance erano state rivolte al re: "Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!" Lo spirito maligno che impersonificava il profeta aveva per prima cosa avvertito in segreto la donna malvagia dell'inganno che le veniva fatto. E il messaggio rivolto a Saul da colui che si spacciava per il profeta era: "Perché mi hai disturbato facendomi salire?" E Saul rispose:

"Io sono in grande angoscia, poiché i Filistei mi fanno guerra, e Dio si è ritirato da me e non risponde più né mediante i profeti né per via di sogni; perciò ti ho chiamato perché tu mi faccia sapere quel che devo fare". 1 Samuele 28:15

Saul aveva disprezzato i consigli che Samuele, quando era vivo, gli aveva dato, e si era irritato per i suoi rimproveri. Ma ora in un momento di angoscia e con la prospettiva di un disastro, Saul sentiva che la guida del profeta costituiva la sua unica speranza, e per comunicare con il messaggero del cielo, invano fece ricorso al messaggero dell'inferno. Saul si era completamente sottoposto all'autorità di Satana; e ora, chi si dilettava unicamente nel provocare miseria e distruzione, approfittò al massimo per votare alla rovina quel re infelice. In risposta alla supplica di un Saul tormentato, venne emesso un messaggio terribile pronunciato apparentemente dalle labbra di Samuele:

"Perché consulti me, mentre l'Eterno si è ritirato da te e t'è diventato avversario"? 1 Samuele 28:16

"Poiché non hai obbedito alla voce dell'Eterno... l'Eterno darà anche Israele con te nelle mani dei Filistei". PP 680

Quando Saul sollecitò l'apparizione di Samuele, il Signore non gli ordinò di apparire. Saul non vide nulla. A Satana non fu permesso di disturbare il sonno di Samuele nella tomba per portarlo realmente alla maga di En-dor. Dio non ha dato a Satana il potere di resuscitare i morti. Ma gli angeli satanici, assumono la forma di amici morti; parlano e agiscono come loro, col fine di compiere meglio i loro propositi ingannevoli. Satana conosceva molto bene Samuele, e sapeva anche come rappresentarlo davanti alla maga di En-dor, e quindi dichiarare correttamente il destino di Saul e dei suoi figli. 1 SP 376

Il racconto della Bibbia riguardo alla visita di Saul all'incantatrice di En-dor è stato fonte di perplessità per molti studiosi della Sacra Scrittura. Alcuni sostengono che Samuele era realmente presente al colloquio con Saul, ma la Bibbia stessa fornisce motivi sufficienti per una conclusione contraria. Se, come sostengono alcuni, Samuele era in cielo, sarebbe stato necessario farlo scendere da lì, sia per la potenza di Dio o quella di Satana. Nessuno può credere per un attimo che Satana avesse il potere di far scendere dal cielo il santo profeta di Dio per onorare gli incantesimi di una donna empia. Tantomeno possiamo concludere, che Dio lo mandò alla grotta della strega, perché il Signore aveva già rifiutato di comunicare con Saul sia per mezzo dei sogni, sia per Urim, sia per mezzo dei profeti.(1 Samuele 28:6) Questi erano i mezzi designati da Dio per comunicare col suo popolo, e gli stessi mezzi non possono essere concessi per dare un messaggio attraverso un agente di Satana.

Lo stesso messaggio è una prova sufficiente riguardo alle sue origini. Il suo obiettivo non era di indurre Saul al pentimento, ma di condurlo alla rovina, e questo non è opera di Dio, ma di Satana. Inoltre, l'atto di Saul nel consultare una fattucchiera è citato nelle Scritture come una delle ragioni per le quali fu rifiutato da Dio e abbandonato alla distruzione:

"Così Saul morì a causa della sua infedeltà al Signore, perché non aveva ascoltato la parola e perché aveva evocato uno spirito per consultarlo. Non aveva consultato il Signore; per questo il Signore lo fece morire e trasferì il regno a Davide figlio di Iesse". 1 Cronache 10:13,14, PP 683