I tesori delle testimionianze 1

Capitolo 97

Ambasciatori del Cristo

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Gli ambasciatori del Cristo hanno un'opera solenne e importante da compiere, ma alcuni non l'hanno considerata come un impegno serio. Il Cristo è sacerdote del santuario celeste e, tramite coloro che ha delegato, lo è anche della sua chiesa sulla terra. Egli parla al mondo grazie a uomini che si è scelto e guida la sua opera come nei giorni della sua umiliazione, quando si trovava fra gli uomini. Sono passati i secoli, ma non è affatto cambiata la promessa fatta ai discepoli: "...Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente". Matteo 28:20. Dall'ascensione del Cristo fino ai nostri giorni, uomini scelti da Dio, che attingono da lui la loro autorità, sono diventati messaggeri della verità. Gesù, il vero Pastore, dirige quest'opera servendosi dei suoi collaboratori, che hanno un ruolo molto importante perché trasmettono la sua Parola e la sua dottrina nel nome del Cristo ed esortano gli uomini a riconciliarsi con Dio.

Le persone non dovrebbero considerare i pastori come semplici oratori, ma come ambasciatori del Cristo che traggono saggezza e forza dal grande Capo della chiesa. Trascurare o disprezzare la parola pronunciata dai rappresentanti del Maestro non significa solo rivelare mancanza di rispetto nei confronti dell'uomo, ma anche del Maestro che lo ha inviato. L'uomo rappresenta il Cristo e quindi tramite la sua voce si dovrebbe udire quella del Salvatore.

Predicare il Cristo

Alcuni pastori hanno commesso un grande errore nel pronunciare discorsi puramente polemici. Molti ascoltano la teoria della verità e sono impressionati dalle prove enunciate; se una parte del discorso presenta il Cristo come Salvatore del mondo, il seme sparso germoglierà e darà frutto alla gloria di Dio. Molti discorsi, però, non presentano la croce del Cristo. Per alcuni, forse, l'ultimo sermone della loro vita è stato predicato con toni polemici. Essi non avranno mai più l'opportunità di ascoltare il messaggio della verità e di farne un'applicazione pratica: quest'occasione unica è persa per sempre. Se il Cristo e il suo amore che redime fossero stati presentati con forza e messi in relazione con il messaggio della verità, essi si sarebbero schierati al fianco del Maestro.

Vi sono sempre più persone desiderose di sapere come rivolgersi al Cristo. Molti ascoltano sermoni pronunciati dal pulpito e poi tornano a casa senza aver capito come trovare Gesù e la pace a cui anelano. I pastori che proclamano l'ultimo messaggio di misericordia al mondo ricordino che si deve esaltare Gesù come unico punto di riferimento per il peccatore. Molti pastori non ritengono necessario predicare il pentimento e la fede con un cuore pervaso dall'amore di Dio; essi suppongono che i loro uditori conoscano molto bene il Vangelo e quindi sia necessario presentare argomenti diversi per richiamare la loro attenzione.

Se gli uditori manifestano interesse ritengono di avere avuto successo. Invece è opportuno ricordare che la gente non conosce il piano della salvezza e ha bisogno di maggiori informazioni su questo punto importantissimo.

Coloro che si riuniscono per ascoltare la spiegazione della verità dovrebbero aspettarsi di trarne profitto come Cornelio e i suoi amici: "Perciò, in quell'istante io [lo] mandai da te, e tu hai fatto bene a venire; ora dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono state comandate dal Signore". Atti 10:33.

I discorsi teorici sono indispensabili perché tutti possano conoscere le dottrine e vedere la concatenazione dei vari aspetti della verità nella sua perfetta unità. Nessun discorso deve essere pronunciato senza presentare il Cristo crocifisso come fondamento del Vangelo, facendo un'applicazione pratica delle verità annunciate e imprimendo nella mente delle persone che la dottrina del Cristo non implica un sì e un no, ma un sì e un amen.

Una volta esposta la teoria della verità, segue la parte più difficile dell'opera. Le persone non devono essere lasciate prive di istruzioni sulle verità pratiche relative alla loro vita di tutti i giorni, ma devono rendersi conto che sono dei peccatori e che hanno bisogno di convertirsi a Dio. Quello che il Cristo disse, ciò che insegnò deve essere presentato nel modo più incisivo.

L'opera del pastore è appena iniziata quando viene presentata la verità. Il Cristo è il nostro Mediatore e officia come Sommo Sacerdote in presenza del Padre. Egli fu presentato a Giovanni come un Agnello che era stato immolato, nell'atto di versare il proprio sangue per il peccatore.

Quando si presenta la legge di Dio, che rivela all'uomo la gravità dei suoi peccati, si deve indicare anche l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo e insegnare il pentimento e la fede nel Signore Gesù Cristo. In questo modo l'opera del rappresentante del Cristo risulterà in armonia con quella che si svolge nel santuario celeste.

Insegnare la religione pratica

I pastori raggiungerebbero un maggior numero di persone se si soffermassero di più sulla religione pratica. Spesso, quando ci si impegna per diffondere il messaggio della verità in nuove zone, si fanno soprattutto discorsi teorici. Le persone sono turbate; si rendono conto della potenza della verità e desiderano trovare dei veri punti di riferimento. È il momento giusto per far comprendere loro quanto sia urgente che la religione del Cristo penetri nei loro cuori. Spesso, invece, il ciclo delle conferenze si conclude senza che sia stata svolta quell'opera di cui le persone hanno bisogno. Si può dire, in questo caso, che l'impegno è stato simile all'offerta di Caino: mancava il sangue propiziatorio per renderla accettevole. Caino aveva fatto bene a presentare un'offerta, però aveva trascurato proprio l'elemento che poteva darle valore: il sangue della propiziazione.

È triste ammettere che la ragione per la quale molti insistono tanto sulla teoria e poco sulla pratica è che il Cristo non vive nei loro cuori: non hanno una vera comunione con Dio.

Molti uomini, convinti dall'evidenza, accettano la verità senza essere convertiti. Se si fosse parlato di una religiosità pratica in rapporto alla dottrina, gli uditori si sarebbero resi conto della perfetta armonia delle verità bibliche, avrebbero amato colui che ne è l'autore e sarebbero stati santificati dalla loro ubbidienza.

L'opera del pastore non è compiuta finché non è riuscito a convincere gli ascoltatori della necessità di un cambiamento del carattere, in armonia con i puri principi della verità che essi hanno accettato.

Si deve temere una religione prettamente formalista in cui non si percepisce la presenza del Salvatore. Il Cristo pronunciò discorsi chiari, diretti, penetranti e concreti; i suoi ambasciatori devono seguirne l'esempio in ogni loro discorso. Il Cristo era uno con il Padre; egli accettò con gioia tutte le richeste dell'Eterno, egli aveva lo spirito di Dio. Il Redentore fu un modello perfetto: Yahweh si era manifestato in lui. Il cielo aveva rivestito l'umanità che era nascosta nell'amore infinito.

Se i pastori volessero sedersi umilmente ai piedi di Gesù, avrebbero un'idea corretta del carattere di Dio e sarebbero in grado di comunicare agli altri i suoi messaggi. Alcuni entrano nel ministero pastorale senza provare un amore profondo per il Signore o per il prossimo. Nella vita di queste persone si manifesteranno l'egoismo e l'indulgenza nei confronti di se stessi; queste sentinelle infedeli si occupano di se stesse invece di nutrire il gregge e assolvere i propri doveri di pastore e "il popolo muore per mancanza di conoscenza".

Appelli ferventi

In ogni discorso si devono rivolgere appelli ferventi affinché le persone rinuncino ai loro peccati e si rivolgano al Cristo. I peccati comuni e le tentazioni dei nostri giorni devono essere condannati, mentre si dovrebbe sottolineare sempre più la religione pratica.

Il pastore deve essere veramente consacrato e le parole che pronuncia devono scaturire dal cuore e trasmettere un vivo interesse per gli uomini e le donne per i quali Gesù è morto. Il Maestro ha detto: "...lo zelo della tua casa mi ha roso..." Salmi 69:9. Lo stesso suo fervore dovrebbe essere manifestato dai suoi rappresentanti.

Un sacrificio di valore inestimabile è stato realizzato in favore dell'uomo, ma risulterà inutile per tutti coloro che non accettano la salvezza. È importante, quindi, che chi presenta la verità senta tutto il peso della sua responsabilità! Sapendo a quale prezzo è stato valutato dal Salvatore del mondo, quale tenerezza, quale pietà e quale cortesia dovrebbe avere per gli uomini!

Il Cristo chiede: "Qual è mai il servitore fedele e prudente che il padrone abbia costituito sui domestici..." Matteo 24:45. Qual è? Ogni collaboratore del Vangelo si ponga questa domanda. Considerando le solenni verità e l'esperienza del servitore fedele e avveduto, deve sentirsi profondamente scosso.

Mettere in pratica la parola

Ogni uomo ha ricevuto un compito e non vi sono eccezioni. Ognuno deve svolgerlo secondo le proprie capacità. Chi proclama la verità deve conoscere le capacità di tutti coloro che accettano il messaggio per istruirli e guidarli, passo dopo passo, affinché si rendano conto delle loro grandi responsabilità: adempiere l'opera che Dio ha assegnato loro. Devono sempre ricordarsi che nessuno potrà resistere alla tentazione, corrispondere alle aspettative di Dio e vivere la vita cristiana senza accettare il proprio incarico, piccolo o grande che sia, e compierlo con coscienziosa fedeltà. Oltre ad andare in chiesa per ascoltare la Parola di Dio, è necessario mettere in pratica la verità udita e attuarne i principi nella vita di ogni giorno. I collaboratori del Cristo devono lavorare costantemente per il Maestro, non per motivi egoistici, ma alla gloria di colui che fece qualsiasi sacrificio per sottrarli alla rovina.

I pastori devono convincere coloro che accettano la verità della necessità urgente di godere della presenza del Cristo per poter attingere da lui quella grazia e quella saggezza tanto necessarie per l'educazione dei figli. In quest'opera il pastore deve manifestare tutta la gentilezza e la delicatezza possibili: egli deve sempre ricordare che sono uomini e donne potenziali, che sono i membri più giovani della famiglia di Dio. I figli, se ben educati e soggetti a una corretta disciplina, possono essere molto vicini e cari al Maestro e servirlo fin dalla più tenera età. Il Cristo è rattristato da ogni parola aspra, severa e sconsiderata rivolta a questi piccoli. I loro diritti non sempre vengono rispettati e così i bambini sono spesso trattati come se non avessero un proprio carattere che, se non viene sviluppato in modo adeguato, li indurrà ad allontanarsi da Dio ed essi non realizzeranno il piano che egli aveva scelto per loro.

Fin da bambino, Timoteo conosceva le Scritture; questa sua conoscenza lo preservò dagli influssi negativi che lo circondavano e dalla tentazione di anteporre al dovere il piacere e le soddisfazioni egoistiche. Una simile salvaguardia è necessaria per i nostri figli e deve rappresentare una parte dell'opera dei genitori e degli ambasciatori del Cristo; è importante impegnarsi perché essi siano adeguatamente istruiti nella Parola di Dio.

Perfezione in Cristo

Se il pastore desidera ricevere l'approvazione del Signore, deve lavorare fedelmente per presentare ogni uomo perfetto in Cristo. Non deve mai dare l'impressione, nel suo modo di agire e di lavorare, che in fondo abbia ben poca importanza se gli uomini accettano o meno la verità, se praticano o meno la vera pietà. Anzi la fedeltà e lo spirito di rinuncia, nella sua vita, dovrebbero essere tali da convincere il peccatore che sono in gioco interessi eterni, che la sua vita spirituale è in pericolo se egli non si adegua al lavoro intenso svolto in suo favore. Coloro che sono stati trasportati dalle tenebre dell'errore alla luce della verità devono realizzare grandi cambiamenti; se la necessità di una totale riforma non viene impressa nella coscienza, essi saranno simili all'uomo che si guarda in uno specchio, quello della legge di Dio, scopre dei difetti nel proprio carattere morale e se ne va, dimenticando ciò che ha visto. La mente deve rimanere sensibile a un vero senso di responsabilità, diversamente cadrà in uno stato di disattenzione peggiore del precedente.

L'opera degli ambasciatori del Cristo è molto più vasta e piena di responsabilità di quanto si pensi. Essi non devono essere soddisfatti dei risultati conseguiti fino a quando non riusciranno, grazie a un vero impegno e la benedizione di Dio, a presentare all'Eterno dei cristiani attivi, dotati di un preciso senso di responsabilità e disposti ad assolvere il compito loro affidato. Un'opera adeguata e un'istruzione opportuna determineranno l'entrata in azione di uomini e donne di carattere forte e di convinzioni così ferme che per nessun motivo si lasceranno distogliere dal lavoro a cui sono stati chiamati; nulla potrà sminuire la loro fede, nulla potrà distrarli dal loro dovere.

Se il pastore ha preparato bene le persone a lui affidate, quando partirà per raggiungere un nuovo territorio di lavoro, la sua opera non subirà nessun danno perché avrà basi solide. Se, invece, coloro che accettano la verità non riscontrano nella propria vita un cambiamento radicale, significa che il loro spirito non è legato alla Rocca eterna. Quindi, una volta conclusa l'opera del pastore e svanita la prima impressione, la verità perderà il suo fascino e non eserciterà più il suo effetto santificante. Queste persone non esercitano un influsso migliore di quello precedente e non rispondono alla loro professione di fede.

Io sono stupita di constatare che nonostante gli esempi che abbiamo, esempi di quello che molti possono essere e fare, non ci sentiamo motivati a compiere le buone opere dei giusti. Non tutti possono occupare una posizione importante, ma tutti possono dimostrarsi degni di fiducia, utili e, con perseverante fedeltà, fare più bene di quanto immaginano. Chi accetta il messaggio della verità dovrebbe giungere a una piena comprensione delle Scritture e alla vera conoscenza di un Salvatore vivente. Occorre sviluppare l'intelligenza e la memoria. Ogni forma di pigrizia mentale è peccato, mentre la letargìa spirituale conduce alla morte.

Rivolgere la mente a Gesù

Vorrei che il mio linguaggio fosse sufficientemente forte per produrre sui miei colleghi di lavoro una certa impressione! Fratelli, dovete pronunciare parole di vita; entrate in contatto con delle menti che, se ben dirette, possano svilupparsi al massimo. Nei vari discorsi pronunciati le manifestazioni dell'io sono troppo al centro dell'attenzione. Il Cristo crocifisso, il Cristo asceso al cielo, il Cristo che ritorna: ecco altrettanti concetti che possono agire sullo spirito del pastore per donargli quella gioia che gli permetterà di presentare il messaggio della verità alle persone, con amore e con slancio. In questo modo la figura del pastore sarà in secondo piano e il Cristo sarà manifestato. La gente sarà così impressionata da questi importanti argomenti che ne parlerà e li esalterà invece di lodare il pastore che è solo uno strumento. Se le persone elogiano il predicatore e manifestano scarso interesse per la parola predicata, egli può essere certo che il suo spirito non è santificato dalla verità: egli non parla ai propri uditori in modo da onorare Gesù e da magnificarne l'amore. Il Cristo disse: "Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è ne' cieli". Matteo 5:16. La vostra luce risplenda in modo da far risaltare la gloria di Dio. Se, invece, la lode converge su di voi, tremate e vergognatevi perché avete fallito il vostro obiettivo: è Dio che deve essere esaltato, non il suo collaboratore!

La vostra luce risplenda. I collaboratori del Cristo devono fare attenzione al modo in cui la luce brilla. Se essa si irradia verso il cielo, rivelando l'eccellenza del Cristo, è positivo, ma se ricade su di voi, se vi permette di mettervi in mostra davanti agli uomini, sarebbe meglio per voi tacere perché la vostra luce brilla in modo sbagliato.

Rappresentanti del Cristo

Collaboratori del Cristo, se vegliate e pregate sarete uniti a Dio. Le vostre parole saranno ispirate dalla saggezza e il vostro comportamento sarà caratterizzato da vera cortesia e nobiltà di carattere. Se godete della pace di Dio, questa virtù vi darà forza, maggiore sensibilità e diventerete rappresentanti viventi del Cristo.

Alcuni che pretendono di seguire la verità, poi si allontanano da Dio. Gesù sta per tornare ed essi non sono pronti a incontrarlo. Il pastore deve giungere a un livello più elevato e manifestare una fede caratterizzata da una maggiore fermezza, un'esperienza profonda e non limitata ai luoghi comuni di quei cristiani che sono tali solo di nome.

La Parola di Dio ci presenta un obiettivo elevato. Non volete, con il digiuno e la preghiera, raggiungere la completezza e la coerenza di un carattere cristiano? Voi dovreste dirigervi nella giusta direzione per non rischiare di perdervi. Un'intima comunione con Dio infonderà nel vostro lavoro quell'energia vitale che sensibilizza la coscienza, che convince di peccato e strappa al peccatore il grido: "Cosa devo fare per essere salvato?"

La missione che il Cristo affidò ai discepoli prima di salire in cielo fu: "Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d'osservar tutte quante le cose che v'ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente". Matteo 28:19, 20.

"Io non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola". Giovanni 17:20. L'appello riguarda coloro che crederanno nella sua Parola tramite i suoi discepoli. Tutti coloro che sono chiamati da Dio per essere suoi ambasciatori devono imparare gli insegnamenti di quella religione pratica che il Cristo ha presentato agli uomini.

Gesù spiegò le Scritture ai suoi discepoli. Cominciando da Mosè e continuando con i profeti annunciò loro tutto ciò che lo riguardava e spiegò le profezie.

Gli apostoli, nella loro predicazione, partirono dai giorni di Adamo e guidarono gli uditori attraverso la storia profetica per poi finire con il Cristo crocifisso, invitando i peccatori a pentirsi, ad abbandonare i peccati e a ritornare a Dio. I rappresentanti del Cristo oggi devono attenersi al loro esempio e, in ogni discorso, esaltare il Cristo come colui che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti.

Necessità della conversione

Il formalismo non solo coinvolge le chiese, ma si estende, con proporzioni allarmanti, fra coloro che dicono di osservare i comandamenti di Dio e di attendere l'imminente ritorno del Cristo.

Non dobbiamo né avere una visione limitata né ridurre le nostre possibilità di fare il bene; nella misura in cui estendiamo il nostro influsso e adattiamo i nostri progetti secondo le possibilità che ci offre la Provvidenza, impegniamoci a essere più attenti, a evitare le forme di idolatria che caratterizzano la società in cui viviamo.

Mentre da un lato raddoppiamo i nostri sforzi per accrescere la nostra utilità, dall'altro dovremmo anche impegnarci per ottenere da Dio quella sapienza che permette di sviluppare i vari settori dell'opera secondo il suo ordine e non secondo le concezioni del mondo.

Non dobbiamo seguire le consuetudini della nostra società, ma utilizzare al meglio quelle opportunità che Dio ha messo a nostra disposizione per diffondere il messaggio della verità.

Quando, come popolo, le nostre opere corrisponderanno alla nostra professione di fede, conseguiremo risultati migliori. Quando avremo degli uomini come Elia, consacrati a Dio e motivati da una grande fede, il Signore si rivelerà a noi come fece con i santi uomini dell'antichità.

Quando ci saranno uomini che, riconoscendo i propri limiti, lotteranno con fede come Giacobbe lottò con l'angelo, raggiungeremo gli stessi risultati. La potenza di Dio sarà accordata all'uomo in risposta alla preghiera della fede.

Nel mondo c'è ben poca fede: pochi sono coloro che vivono in comunione con Dio. Come possiamo aspettarci una maggiore potenza, o che Dio stesso si riveli agli uomini, se la sua Parola viene trascurata e il cuore non è santificato dalla verità? Uomini convertiti superficialmente, che contano su se stessi, proclamano la verità agli altri. Dio non collabora con loro perché essi non vivono l'esperienza della santificazione; essi non camminano umilmente con Dio.

È necessario che i nostri pastori si convertano profondamente e allora vedremo la conoscenza e la potenza di Dio sostenere i nostri sforzi.

Le sentinelle, che anticamente venivano poste sulle mura di Gerusalemme e di altre città, avevano una grande responsabilità. Dalla loro fedeltà dipendeva la salvezza di tutti coloro che abitavano nella città stessa.

Quando il pericolo incombeva, esse non tacevano né di giorno né di notte; di tanto in tanto dovevano chiamarsi a vicenda per accertarsi che tutti fossero svegli e che non fosse successo nulla di strano. Le sentinelle si trovavano in luoghi elevati e di maggiore importanza. Il grido passava di bocca in bocca e così tutta la città era avvertita.

Queste sentinelle rappresentano i pastori, dalla cui fedeltà dipende la salvezza degli uomini. Gli amministratori dei beni di Dio dovrebbero essere come le sentinelle sulle mura di Sion: se vedono sopraggiungere il pericolo devono lanciare il loro grido di avvertimento. Se invece dormono, se la loro sensibilità spirituale è sopita al punto che non vedono e non sentono il pericolo, e il popolo di Dio muore per causa loro, l'Eterno li riterrà responsabili.

La sacra responsabilità delle sentinelle

"Ora, o figliuol d'uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d'Israele; quando dunque udrai qualche parola dalla mia bocca, avvertili da parte mia". Ezechiele 33:7. Le sentinelle hanno bisogno di vivere in stretto contatto con Dio, di udire la sua parola e di essere animate dal suo Spirito, affinché la gente non conti inutilmente su di loro. "Quando avrò detto all'empio: Empio, per certo tu morrai! e tu non avrai parlato per avvertir l'empio che si ritragga dalla sua via, quell'empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l'empio che si ritragga dalla sua via, e quegli non se ne ritrae, esso morrà per la sua iniquità, ma tu avrai scampato l'anima tua". Ezechiele 33:8, 9. Gli ambasciatori del Cristo devono fare attenzione ed evitare che, in seguito alla loro infedeltà, non perdano le loro anime e quelle di quanti li ascoltano.

Mi furono mostrate le chiese di varie zone: pur affermando di osservare i comandamenti di Dio e di attendere il ritorno del Cristo, sono caratterizzate da un notevole livello di indifferenza, orgoglio, amore per il mondo e freddo formalismo. Ben presto assomiglieranno all'antico Israele per la loro mancanza di vera religiosità. Molti parlano di devozione ma non sanno controllarsi: si lasciano coinvolgere dagli appetiti e dalle passioni e così prevale l'egoismo. Molti sono dispotici, dittatoriali, superbi, spavaldi, orgogliosi, non consacrati. Eppure alcune di queste persone sono pastori, incaricati di annunciare le verità più sacre. Se non si pentiranno, il loro candelabro sarà rimosso dal suo luogo. Cfr. Apocalisse 2:5. La maledizione che il Salvatore pronunciò sul fico sterile è un messaggio per tutti i formalisti, per tutti gli ipocriti che ostentano agli occhi del mondo un fogliame che nasconde l'assenza di frutti. Questo è un rimprovero per coloro che hanno solo l'apparenza della religiosità, mentre la loro vita ne nega la potenza! Colui che trattava con tenerezza anche il più grande dei peccatori, colui che non respinse mai la vera umiltà e il pentimento, per grave che fosse l'errore commesso, non esitò a pronunciare una sentenza di condanna su coloro che parlavano di religiosità e con le opere rinnegavano la propria fede.