------------------------I tesori delle testimionianze 1 TT1 5 1 Introduzione TT1 21 1 Ellen G. White breve profilo biografico TT1 25 1 Capitolo 1 -- Fede in Dio TT1 27 1 Capitolo 2 -- Preparati a incontrare il Signore! TT1 30 1 Capitolo 3 -- Responsabilità dei genitori TT1 31 1 Capitolo 4 -- Il guardiano di tuo fratello TT1 33 1 Capitolo 5 -- Le due vie TT1 36 1 Capitolo 6 -- Le mogli dei pastori TT1 39 1 Capitolo 7 -- "Abbi dunque zelo e ravvediti!" TT1 43 1 Capitolo 8 -- Ai giovani osservatori del sabato TT1 49 1 Capitolo 9 -- Un tesoro in cielo TT1 50 1 Capitolo 10 -- Il tempo della prova TT1 53 1 Capitolo 11 -- Le prove TT1 54 1 Capitolo 12 -- Luoghi di culto TT1 56 1 Capitolo 13 -- Lezioni tratte dalle parabole TT1 58 1 Capitolo 14 -- Garanzie per i non credenti TT1 59 1 Capitolo 15 -- Il giuramento TT1 61 1 Capitolo 16 -- Doveri nei confronti dei figli TT1 64 1 Capitolo 17 -- Il nome della nostra denominazione TT1 65 1 Capitolo 18 -- Una consacrazione totale TT1 69 1 Capitolo 19 -- Tempi difficili TT1 72 1 Capitolo 20 -- Doveri nei confronti dei poveri TT1 74 1 Capitolo 21 -- Lo spiritismo moderno TT1 78 1 Capitolo 22 -- La religione in famiglia TT1 84 1 Capitolo 23 -- False idee sulla santificazione TT1 88 1 Capitolo 24 -- La potenza di Satana TT1 93 1 Capitolo 25 -- Le due corone TT1 97 1 Capitolo 26 -- Il futuro TT1 98 1 Capitolo 27 -- Genitori e figli TT1 102 1 Capitolo 28 -- Pericoli per i giovani TT1 112 1 Capitolo 29 -- Camminare nella luce TT1 115 1 Capitolo 30 -- Contraffazioni dei doni dello Spirito TT1 122 1 Capitolo 31 -- La preghiera di Davide TT1 124 1 Capitolo 32 -- La santificazione del sabato TT1 125 1 Capitolo 33 -- L'assicurazione sulla vita TT1 127 1 Capitolo 34 -- Salute e religione TT1 129 1 Capitolo 35 -- La temperanza cristiana TT1 137 1 Capitolo 36 -- Alimenti carnei e sostanze eccitanti TT1 140 1 Capitolo 37 -- Una coscienza turbata TT1 143 1 Capitolo 38 -- Il nostro influsso TT1 146 1 Capitolo 39 -- Il vero amore TT1 149 1 Capitolo 40 -- La preghiera per gli ammalati TT1 152 1 Capitolo 41 -- Le insidie di Satana TT1 154 1 Capitolo 42 -- Le sofferenze del Cristo TT1 164 1 Capitolo 43 -- Lo zelo del cristiano TT1 165 1 Capitolo 44 -- Le responsabilità dei giovani TT1 167 1 Capitolo 45 -- Una lettera di compleanno TT1 172 1 Capitolo 46 -- L'inganno delle ricchezze TT1 176 1 Capitolo 47 -- La vera conversione TT1 178 1 Capitolo 48 -- La corruzione morale TT1 183 1 Capitolo 49 -- Perché Dio rimprovera il suo popolo? TT1 184 1 Capitolo 50 -- Un invito all'autocontrollo TT1 189 1 Capitolo 51 -- Riunioni di preghiera TT1 193 1 Capitolo 52 -- Come osservare il sabato TT1 195 1 Capitolo 53 -- Divertimenti cristiani TT1 197 1 Capitolo 54 -- Nessun tempo di grazia dopo il ritorno del Cristo TT1 200 1 Capitolo 55 -- La sacralità del sabato TT1 202 1 Capitolo 56 -- Menti prive di equilibrio TT1 205 1 Capitolo 57 -- Fedeltà nei doveri quotidiani TT1 207 1 Capitolo 58 -- Pensieri inutili TT1 208 1 Capitolo 59 -- Comprensione per chi sbaglia TT1 210 1 Capitolo 60 -- Perduto e ritrovato TT1 214 1 Capitolo 61 -- Il grano e le zizzanie TT1 217 1 Capitolo 62 -- L'educazione cristiana TT1 220 1 Capitolo 63 -- La riforma sanitaria TT1 221 1 Capitolo 64 -- Il pericolo delle lodi TT1 222 1 Capitolo 65 -- Occuparsi di coloro che si sono allontanati da Dio TT1 224 1 Capitolo 66 -- Amore e dovere TT1 226 1 Capitolo 67 -- La chiesa di Laodicea TT1 231 1 Capitolo 68 -- Disapprovare il peccato TT1 234 1 Capitolo 69 -- Confessare o rinnegare il Cristo TT1 236 1 Capitolo 70 -- Non disprezzare i rimproveri TT1 239 1 Capitolo 71 -- Appello ai giovani TT1 246 1 Capitolo 72 -- La potenza della preghiera TT1 248 1 Capitolo 73 -- Decime e offerte TT1 267 1 Capitolo 74 -- L'autorità della chiesa TT1 271 1 Capitolo 75 -- Lo stato del mondo TT1 273 1 Capitolo 76 -- Lo stato della chiesa TT1 275 1 Capitolo 77 -- L'amore per il mondo TT1 279 1 Capitolo 78 -- La presunzione TT1 282 1 Capitolo 79 -- Le tentazioni della gola TT1 288 1 Capitolo 80 -- L'importanza delle prove TT1 291 1 Capitolo 81 -- "Non posso scendere" TT1 295 1 Capitolo 82 -- Biografie bibliche TT1 300 1 Capitolo 83 -- Responsabilità dei membri di chiesa TT1 304 1 Capitolo 84 -- Andare avanti TT1 306 1 Capitolo 85 -- Collaboratori del Cristo TT1 311 1 Capitolo 86 -- Risvegli straordinari TT1 314 1 Capitolo 87 -- Essere generosi TT1 319 1 Capitolo 88 -- Il significato delle prove TT1 325 1 Capitolo 89 -- L'efficacia del sacrificio del Cristo TT1 327 1 Capitolo 90 -- Ubbidienza spontanea TT1 330 1 Capitolo 91 -- Critiche nei confronti di coloro che hanno delle responsabilità TT1 334 1 Capitolo 92 -- La santità dei comandamenti di Dio TT1 340 1 Capitolo 93 -- Prepararsi per il ritorno del Cristo TT1 346 1 Capitolo 94 -- Vivere in Cristo TT1 348 1 Capitolo 95 -- Una lezione di umiltà TT1 350 1 Capitolo 96 -- Il giudizio TT1 353 1 Capitolo 97 -- Ambasciatori del Cristo TT1 361 1 Capitolo 98 -- La responsabilità dei genitori nei confronti della nostra scuola TT1 363 1 Capitolo 99 -- Studenti della nostra scuola TT1 365 1 Capitolo 100 -- Il carattere sacro dei voti TT1 374 1 Capitolo 101 -- Testamenti e lasciti TT1 380 1 Capitolo 102 -- Le relazioni fra i membri di chiesa TT1 383 1 Capitolo 103 -- Dispepsia mentale TT1 386 1 Capitolo 104 -- I matrimoni non approvati dalle scritture TT1 390 1 Capitolo 105 -- Collaboratori fedeli TT1 392 1 Capitolo 106 -- Nel labirinto dello scetticismo TT1 394 1 Capitolo 107 -- L'influsso delle amicizie TT1 398 1 Capitolo 108 -- La chiesa trionferà TT1 400 1 Capitolo 109 -- Semplicità nell'abbigliamento TT1 406 1 Capitolo 110 -- L'anello matrimoniale TT1 407 1 Capitolo 111 -- La formazione del carattere ------------------------Introduzione TT1 5 1 Le Testimonianze (Testimonies for the Church in inglese) occupano uno spazio particolare fra gli scritti di Ellen G. White e nella Chiesa Avventista. Tutta l'opera di questa autrice è ricca di consigli, suggerimenti, indicazioni utili alla vita spirituale e all'esperienza di fede secondo la matrice indubbiamente metodista alla quale ella faceva riferimento. Ma le Testimonianze sono un vero prontuario di risposte pratiche alle più svariate situazioni nelle quali un credente può venire a trovarsi: dall'alimentazione all'educazione dei figli, alla gestione delle finanze personali, al lavoro pastorale, alle attività nella chiesa. Spesso si tratta anche di risposte molto specifiche rivolte non al grande pubblico, ma ad alcuni individui. Infatti nelle Testimonianze si trovano anche numerose lettere private che Ellen G. White ha ritenuto utile rendere pubbliche per i consigli di carattere generale che contengono. TT1 5 2 Proprio in virtù della sua specificità, in italiano e in altre lingue, si è deciso di tradurre solo la riduzione in tre volumi, The Testimonies Treasures (I tesori delle Testimonianze), di quest'opera monumentale (nove volumi nell'edizione americana). Il lavoro di sintesi è del White Estate, depositario dei manoscritti di Ellen G. White. Ecco quindi come I tesori delle Testimonianze, di cui questo è il primo volume, hanno visto la luce. TT1 5 3 Se altre opere di Ellen G. White sono destinate particolarmente alla Chiesa Avventista e ai suoi membri, le Testimonianze, e quindi I tesori delle Testimo nianze, lo sono in modo ancora più netto. Le testimonianze. Composizione TT1 5 4 Come abbiamo già detto, le Testimonianze sono composte da una serie di articoli e lettere scritti in periodi e circostanze diversi, senza collegamento fra loro. Raccolgono riflessioni, osservazioni, consigli, esortazioni di Ellen G. White alla Chiesa Avventista nascente, intesa nel suo insieme e come individui. La prima collezione, sotto forma di opuscolo, fu pubblicata nel 1855. In seguito altre edizioni delle Testimonianze furono messe a disposizione dei membri della Chiesa Avventista, in tutto 37 libri od opuscoli pubblicati nell'arco di 55 anni. Questo materiale è stato riunito in nove volumi, per un totale di 4.737 pagine. TT1 5 5 I tesori delle Testimonianze, lo abbiamo già detto, sono una riduzione a 1.500 pagine circa dell'insieme di questa mole imponente di testo. In un certo senso l'operazione è stata autorizzata dall'autrice stessa che, in occasione della riedizione di una parte della prima raccolta, fece questa osservazione: TT1 5 6 "Negli ultimi nove anni, dal 1855 al 1864, ho scritto 10 opuscoli intitolati Testimonies for the Church. Essi sono stati pubblicati e hanno circolato fra gli Avventisti del 7° Giorno. La prima edizione è esaurita. Siccome ci sono pervenute numerose richieste abbiamo pensato di ristamparli, omettendo gli accenni alla questioni locali e personali e riproponendo solo quelle parti che hanno un interesse pratico e generale".1 TT1 6 1 Le Testimonianze sono un po' la storia vissuta, non raccontata, della Chiesa Avventista. Il lettore si confronta con il modo di risolvere i numerosi problemi pratici che sorgevano nella vita dei singoli o della comunità. Il tono generale interpella e invita a una presa di posizione. Sullo sfondo vi è sempre il sentimento dell'urgenza e dell'imminenza dell'irruzione di Dio nella storia dell'umanità. Questa preoccupazione spinge l'autrice a invitare pressantemente i suoi lettori a fare di tutto per essere pronti al grande evento del ritorno del Cristo. TT1 6 2 Nel leggere le Testimonianze occorre tenere presente che spesso sono debitrici delle circostanze del tutto particolari che le hanno ispirate. Prima di trarre delle conclusioni affrettate dalla loro lettura è auspicabile cercare di conoscere meglio il contesto storico specifico a cui si riferiscono. TT1 6 3 Nel paragrafo Ellen G. White e il concetto di santificazione forniremo alcune indicazioni sull'esperienza personale di Ellen G. White che aiutano a capire meglio l'obiettivo di fondo del suo ministero e il pensiero che è all'origine delle Testimonianze. Le testimonianze e la Bibbia TT1 6 4 Nella sua concezione Ellen G. White ha sempre sostenuto la centralità della Bibbia come riferimento unico per la fede. TT1 6 5 "La Bibbia e la Bibbia soltanto deve essere il nostro credo, il vincolo della nostra unità; tutti coloro che riconosceranno l'autorità della Parola sacra si troveranno in un rapporto di armonia fra loro. Le nostre idee personali e i nostri punti di vista non devono assumere il controllo delle nostre azioni. L'uomo è fallibile ma la Parola di Dio [in Gesù Cristo] è infallibile. Gli esseri umani esaltino il Signore invece di discutere gli uni con gli altri. Come il Maestro, risolviamo ogni contrasto con un "Sta scritto". Sulla nostra bandiera deve esserci scritto il motto: La Bibbia è la nostra regola di fede e di condotta".2 TT1 6 6 La collocazione della Sacra Scrittura alla base dell'esperienza religiosa è senz'altro in sintonia con il Sola Scriptura della tradizione protestante. TT1 6 7 Le affermazioni di Ellen G. White sul valore da attribuire alle Testimonianze confermano questa posizione della Bibbia. TT1 6 8 "Nelle Sacre Scritture troviamo gli insegnamenti di Dio per la gestione della vita e il comportamento di tutti. Ma, nonostante essa contenga molti particolari relativi al nostro carattere, alla nostra conversazione e condotta, le sue indicazioni sono in larga misura ignorate e sottovalutate. Allora il Signore ha voluto che alle istruzioni fornite nella sua Parola fosse affiancata una testimonianza speciale rivolta al suo popolo. Non una nuova rivelazione, ma una presentazione chiara degli insegnamenti della sua Parola per correggere gli errori, per indirizzare sulla giusta via, affinché nessuno possa accampare delle scuse".3 TT1 7 1 In un'altra occasione assume un tono categorico, quasi di sfida: "Se le Testimonianze non sono in accordo con la parola di Dio, rigettatele. Non ci può essere nessuna unione fra Cristo e Belial".4 TT1 7 2 E ancora: "Si attribuisce scarsa attenzione alla Bibbia. Il Signore ha quindi dato una luce più piccola che guidi uomini e donne verso la luce più grande".5 TT1 7 3 "Nella predicazione non presentate e non usate ciò che la sorella White ha scritto per sostenere le vostre posizioni. Farlo non aumenterebbe la fiducia nelle Testimonianze. I vostri argomenti siano attinti dalla Parola di Dio. Un "Così dice l'Eterno" è la testimonianza più forte che potete presentare alla gente. Nessuno si abitui a fare riferimento alla sorella White, ma rivolga lo sguardo verso il Dio potente che dà le sue istruzioni alla sorella White".6 TT1 7 4 Quest'ultima affermazione è particolarmente importante per la Chiesa Avventista. Avendo riconosciuto il dono profetico di Ellen G. White, spesso corre il rischio di suscitare o coltivare un malinteso circa il suo ruolo nell'esperienza di fede individuale e collettiva. Guida alla lettura delle testimonianze TT1 7 5 In questa introduzione riportiamo alcuni brani di un articolo intitolato L'uso e l'abuso di un dono prezioso di Joe Engelkeimer apparso sulla Adventist Review. TT1 7 6 "Nell'usare le Testimonianze, e in verità tutti gli scritti di Ellen G. White, occorre adottare un metodo di studio adeguato. Suggerirei di seguire otto principi: TT1 7 7 1. Tenere presente la natura dell'ispirazione TT1 7 8 La Chiesa Avventista non crede all'ispirazione verbale. Pietro afferma che "...degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo". 2 Pietro 1:21. Ellen G. White commenta: "Gli autori biblici sono scrittori scelti da Dio, non la sua penna"... -- Selected Messages 1:21. TT1 7 9 2. Pregare prima di iniziare la lettura TT1 7 10 I fatti spirituali "...si giudicano spiritualmente". 1 Corinzi 2:14. La preghiera apre l'animo e consente allo Spirito di parlare tramite ciò che si legge. TT1 7 11 3. Pensate che ciò che leggete è la voce di Gesù TT1 7 12 "...La testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia" dice Giovanni. Apocalisse 19:10. È vero anche il contrario: lo spirito di profezia è la voce non del messaggero ma di Gesù. TT1 7 13 4. Cercare le descrizioni della persona di Gesù, del Padre e dello Spirito Santo Conoscere Gesù significa amarlo. Questo è vero anche per il Padre e lo Spirito Santo. Nelle pagine scritte da Ellen G. White troviamo migliaia di frasi, affermazioni e paragrafi che offrono una descrizione del carattere di Dio Padre, di Gesù, dello Spirito Santo... TT1 8 1 5. Cercare una risposta a problemi personali TT1 8 2 Ellen G. White asserisce: "Il cristianesimo è sempre intensamente pratico". Messages to Young People, 200. Anche i suoi libri lo sono. Qualunque siano i vostri bisogni -- spirituali, affettivi, fisici o altri -- troverete idee utili e ispirazione in tutti i suoi scritti. Durante la lettura tenete a portata di mano una penna e sottolineate o segnate in qualche modo ciò che Dio vi dice in particolare. TT1 8 3 6. In caso di incertezza o di controversia raccogliere il maggior numero di informazioni sull'argomento TT1 8 4 7. Se il consiglio sembra superato, cercare il principio da cui scaturisce "Circa le Testimonianze... occorre tener presente i tempi e le circostanze". -- Selected Messages 1:57. TT1 8 5 Questo principio ci permette di evitare due errori: applicarne rigidamente ogni dettaglio, anche quando le circostanze sono cambiate e, d'altra parte, affermare che l'insieme dei consigli è superato... TT1 8 6 8. Essere equilibrati TT1 8 7 Pur sostenendo la necessità di una riforma, Ellen G. White fu sempre una donna molto equilibrata. Nel campo dell'alimentazione ad esempio scrive: "La riforma nell'alimentazione è il frutto di un'opera lenta e graduale. Dovremmo fare molta attenzione a non procedere tanto in fretta da essere poi costretti a ritornare sui nostri passi. Nelle riforme è meglio rimanere al di sotto dell'obiettivo che andare troppo in là. E se ci deve essere un errore che sia il più vicino possibile alla posizione in cui le persone si trovano". -- Testimonies for the Church 3:20, 21. TT1 8 8 Ci sono anche otto errori da evitare nell'uso degli scritti di Ellen G. White. TT1 8 9 1. Non servono a stabilire le dottrine TT1 8 10 "Le Testimonianze non devono sostituire la Parola... Ognuno sostenga il proprio punto di vista a partire dalle Scritture e provi la verità di quanto afferma usando la Parola di Dio". -- Evangelism, 256. TT1 8 11 2. Non vanno usati nei confronti di estranei per sostenere la propria fede TT1 8 12 "Alcuni hanno preso delle iniziative non avvedute. Hanno parlato della propria fede a dei non credenti e per provare le loro tesi hanno letto il racconto di una visione anziché far riferimento alla Bibbia. Ho visto che questo modo di fare era sbagliato e rendeva i non credenti ostili alla verità". -- Testimonies for the Church 1:119, 120. TT1 8 13 3. Non trasformateli in una mazza da baseball o una frusta TT1 8 14 "Non pensate che sia vostro dovere costringere le persone usando le Testimonianze". -- Opera citata 6:122. TT1 8 15 4. Non sostenete delle posizioni estremiste TT1 8 16 "Hanno tenuto in considerazione solo il significato estremista delle visioni e lo hanno usato in modo tale che molti dubitano di quanto è stato mostrato da Dio e la chiesa si è scoraggiata e abbattuta". -- Opera citata 5:669, 670. "Gli estremismi spesso fanno tanti danni in poco tempo che un'intera vita di impegno coerente non è sufficiente a riparare". -- The Ministry of Healing, 324. TT1 9 1 5. Non cercate di diventare la coscienza degli altri TT1 9 2 Il suggerimento che segue, del 1881, in piena riforma dell'abbigliamento, è applicabile anche in altri ambiti: "Alcuni di coloro che hanno adottato la riforma non si sono accontentati di mostrare con l'esempio i vantaggi di un abbigliamento diverso, fornendo le ragioni di questa scelta alle persone che lo chiedevano. Hanno cercato di diventare la coscienza degli altri". -- Testimonies for the Church 4:636. TT1 9 3 6. Non inserite nelle citazioni parole vostre TT1 9 4 "Nel leggere le Testimonianze fate attenzione a non mescolare le vostre parole a quelle del testo perché questo rende impossibile agli ascoltatori distinguere fra la parola di Dio e la vostra". -- Opera citata 6:122, 123. TT1 9 5 7. Non riportate le citazioni fuori dal loro contesto TT1 9 6 "So che diversi prendono le testimonianze che il Signore ha dato e le applicano secondo il loro giudizio personale, estrapolando una frase qui un'altra là, togliendola dal contesto e applicandola a proprio piacimento. Questo modo di fare ha scosso alcune persone. Se avessero potuto leggere il consiglio nel suo contesto ne avrebbero capito la vera applicazione e non sarebbero rimasti confusi". -- Selected Messages 1:44. TT1 9 7 8. Non sezionate i messaggi alla ricerca di errori TT1 9 8 "Non togliete la loro forza alle Testimonianze con le vostre critiche. Non vi sentite autorizzati a sezionarle per seguire la vostra idea, con la pretesa che Dio vi ha dato la capacità di discernere fra ciò che è luce del cielo e ciò che è solo espressione della conoscenza umana". -- Testimonies for the Church 5:691. TT1 9 9 "Alcuni credenti che si professano tali accettano alcune porzioni delle Testimonianze come provenienti da Dio mentre respingono quelle parti che condannano le loro debolezze". -- Testimonies for the Church 9:154.7 Ellen G. White: Elementi biografici TT1 9 10 Oltre a segnalare il particolare momento storico di cui Ellen G. White e molti altri suoi contemporanei sono stati insieme spettatori e protagonisti, i diversi risvegli che a ondate successive hanno percorso l'Europa e l'America protestanti nel XIX secolo, ci è sembrato utile attirare l'attenzione su alcuni episodi della vita di Ellen G. White. Sicuramente hanno influito sul suo pensiero e, per le caratteristiche relative alla composizione, di cui abbiamo già detto, sulla redazione delle Testimonianze.8 TT1 9 11 Questa contestualizzazione relativizza in qualche modo l'opera di Ellen G. White, ma nello stesso tempo consente di vedere come le sue scelte, il suo linguaggio e il suo messaggio siano in sintonia con il tempo in cui ha vissuto, sia perché ne seguono alcune tendenze sia perché vi si oppongono. È possibile apprezzare la sua capacità di "stare" nella società del suo tempo, di interpretarla, di accoglierla e di criticarla. TT1 10 1 In quanto avventisti siamo convinti che solo attraverso questo processo di studio del contesto, applicato comunque anche ai profeti biblici, sia possibile attualizzare il messaggio profetico, senza correre il rischio di cadere in facili estrapolazioni e semplificazioni.9 Ellen G. White e il concetto di santificazione TT1 10 2 Il tema della santificazione e della perfezione è alla base delle Testimonianze. TT1 10 3 "Considerando che viviamo negli ultimi tempi dovremmo vegliare, pregare e non permettere di lasciarci distogliere dalla solenne opera di preparazione necessaria per il grande evento che ci attende... La misericordia di Dio prolunga il tempo di grazia per permettere agli uomini di formare il loro carattere per la futura vita immortale. Ogni momento è estremamente importante: il tempo è concesso non perché sia utilizzato nella ricerca delle comodità o per sistemarsi meglio su questa terra, ma per l'opera che consiste nel vincere ogni difetto di carattere e nell'aiutare gli altri, con l'esempio e con l'attività personale, a cogliere tutta la bellezza della santità".10 TT1 10 4 Ellen G. White si è sempre preoccupata, prima e dopo l'incontro con il movimento millerita e la sua adesione al movimento avventista, della santificazione. In che modo il cristiano deve prepararsi a incontrare Dio? Quali comportamenti deve assumere nella vita quotidiana? Qual è la volontà di Dio per gli uomini? Fin da bambina Ellen G. White si è posta questi problemi con serietà e grande partecipazione emotiva. La sua esperienza spirituale giovanile ha avuto un ruolo determinante nella sua evoluzione religiosa. TT1 10 5 Nata in una famiglia di metodisti aderenti alla Chiesa Episcopale, Ellen G. White ha vissuto la propria conversione in concomitanza con lo sviluppo del millerismo, un movimento di risveglio che ha percorso le chiese americane verso la metà dell' 800. TT1 10 6 Woodrow W. Whidden II descrive così la vicenda vissuta da Ellen G. White: "A fare da sfondo all'esperienza della salvezza di Ellen G. White è il fervente mondo del risveglio religioso risultato, nel suo caso, dalla combinazione di una forte dose di metodismo e millerismo (e talvolta di opposizione fra i due movimenti)... TT1 11 1 Fin dall'infanzia la sua esperienza spirituale è segnata da una forte preoccupazione religiosa. Di questa sua esperienza ricorda il senso di pace e il desiderio di fare il possibile perché tutti conoscessero e amassero Gesù. TT1 11 2 Queste avvisaglie erano il preludio di ciò che potremmo definire la sua crisi di conversione. Essa si delineò durante la prima visita di William Miller a Portland (Maine) nel marzo 1840. Egli presentò una serie di conferenze sul secondo avvento che impressionarono Ellen G. White dodicenne, provocando una crisi che non si risolverà prima del 1842, anno in cui Miller tornò a Portland per una seconda serie di conferenze".11 TT1 11 3 Poco dopo la sua conversione e il battesimo, avvenuti a 15 anni, Ellen G. White coltiva l'intenso desiderio di santificarsi per il Signore. Questa sua aspirazione rimane inappagata sia perché la santificazione le era stata presentata come un processo difficile, facendo nascere in lei il timore che non fosse alla sua portata, sia perché la seconda visita di Miller la getta nello sconforto: non si sente pronta a incontrare il Signore. La sua ansia è tale da farle auspicare la morte. Ella concentra le sue energie spirituali sull'impegno di riuscire ad avvertire nel suo intimo di essere degna del nome di "figlia di Dio". Prova il forte desiderio di sentirsi perdonata e pienamente accolta da Dio.12 TT1 11 4 Questa evoluzione spirituale di Ellen G. White, fa notare Woodrow W. Whidden II, assomiglia "all'esperienza che nel movimento metodista viene definita "la seconda benedizione", vissuta nel contesto dell'attesa del ritorno del Cristo [annunciato da Miller]. Questa corrente del metodismo è conosciuta con l'appellativo di Santità Metodista... TT1 11 5 Per capire meglio occorre sapere che Santità Metodista insegnava una "santificazione" successiva all'esperienza della certezza del perdono e della giustificazione. La dottrina di base di questo movimento era che il processo di conversione dovesse essere seguito dalla "santificazione". Essa consisteva nel raggiungimento di uno stato d'animo particolare, avveniva istantaneamente e doveva essere confermata dalla testimonianza dello Spirito".13 TT1 11 6 Ellen G. White uscirà da questa concezione confusa e molto emotiva della santificazione vivendo un travaglio personale profondo. Comprenderà quanto le sue aspirazioni fossero influenzate da una percezione egocentrica della salvezza e, come lei stessa spiega, progressivamente imparerà a rivolgere la propria attenzione al Cristo.14 TT1 11 7 Un fattore determinante contribuì a farle rivedere questo concetto di santificazione. Nei suoi scritti Ellen G. White racconta gli "incontri, avvenuti durante il suo ministero, con diversi fanatici perfezionisti della "santificazione". Infatti, nel corso dei primi dieci anni di attività, ella ricorda almeno sei casi di questo tipo di fanatismo estremista... In questo periodo... è significativo notare che tutti gli episodi riportati sul problema della pretesa "santità" di alcuni individui sono negativi. È chiaro quindi che il motivo della sua presa di distanza dal concetto di perfezione insegnato da Santità Metodista è proprio l'impatto creato da queste perversioni della "santificazione"".15 TT1 12 1 L'accento posto sull'importanza della santificazione, intesa nel senso di opera di trasformazione del carattere ma anche di stato d'animo particolare, rimane comunque una caratteristica della sua opera letteraria. TT1 12 2 Ellen G. White, dopo l'esperienza millerita e gli eventi posteriori alla fatidica data del 1844, 16 si è trovata di fronte a un altro tipo di fanatismo: quello anti-legalista. Per una parte di coloro che parteciparono all'avventismo postmillerita, l'osservanza della legge era superflua ai fini della salvezza. Ellen G. White si oppose a questa tendenza tanto che alcuni l'accusarono di essere "tutta e solo legge" e di "credere che saremo salvati solo per la legge e che nessuno sarà salvato senza osservare la legge".17 TT1 12 3 La risposta di Ellen G. White è interessante e ci aiuta a capire il suo concetto di santificazione e di salvezza. "La legge non è in grado di salvare un solo trasgressore. La legge convince e condanna il peccatore, ma non può perdonare nessun peccato piccolo o grande che sia. Quando pecchiamo abbiamo un Avvocato presso il padre, Gesù Cristo il giusto... Il Cristo non è venuto a scusare i peccati o giustificare il peccatore per lasciarlo continuare a trasgredire la legge... Da che cosa si deve convertire il peccatore? Deve uscire dalla trasgressione della legge di Dio per ritornare alla trasgressione? Questo è assurdo".18 TT1 12 4 All'altro estremo numerosi aderenti al gruppo avventista in formazione, per opporsi al concetto molto emotivo ed estatico della santificazione, diffuso dalla corrente religiosa Santità Metodista descritta sopra, calcarono la mano sull'osservanza dei comandamenti di Dio -- del sabato in particolare -- e sul dovere di metterli in pratica nella vita quotidiana. Questa corrente di pensiero prevalse nella Chiesa Avventista e negli anni successivi raggiunse toni eccessivi in alcuni suoi esponenti. Ad essi Ellen G. White rivolse un sermone durante un'assemblea della Conferenza Generale, pubblicato poi sulla rivista ufficiale della Chiesa Avventista: "Vi aspettate forse che i vostri meriti vi rendano idonei a godere del favore di Dio e di essere senza peccato prima di affidarvi alla sua capacità di salvare? Se questo è il dilemma che agita la vostra mente temo che non riceverete nessuna forza e per finire vi scoraggerete... TT1 13 1 Alcuni pensano di dover superare delle prove per dimostrare a Dio che hanno riformato la propria vita prima di reclamare le sue benedizioni. Queste persone possono richiedere le benedizioni di Dio fin d'ora. Esse hanno bisogno che la grazia e lo spirito del Cristo le aiutino a superare le loro debolezze altrimenti non riusciranno ad acquisire un carattere cristiano".19 TT1 13 2 Nelle Testimonianze Ellen G. White insiste sulla necessità, per il credente, di impegnarsi per la propria santificazione, concepita come il raggiungimento di uno stadio di "perfezione". Anche da questa insistenza è scaturito il dibattito sul "perfezionismo" all'interno della Chiesa Avventista.20 TT1 13 3 Il linguaggio categorico di Ellen G. White, nelle Testimonianze e in altre sue opere, su alcuni lettori ha l'effetto di aumentare l'ansia di perfezione, sottolineando quanto sia impegnativo il percorso da seguire dopo l'accettazione della salvezza; in altri suscita perplessità perché contrasterebbe con l'insegnamento biblico sulla salvezza per grazia mediante la fede. TT1 13 4 Non intendiamo aprire qui un discorso che altri hanno cercato di portare avanti, senza convincere i fautori dell'una o dell'altra posizione. Vogliamo solo segnalare che quanto detto sopra sull'esperienza personale di Ellen G. White potrebbe fornire una chiave di lettura interessante per risolvere il problema del contrasto di alcune sue affermazioni sulla salvezza. Occorre tenere presente quanto le sue radici metodiste, che insistono sul tema della trasformazione del comportamento e dello stato d'animo, influiscano sul modo in cui si esprime quando parla di santificazione. Secondo lei la salvezza non si riceve passivamente, provoca sempre un cambiamento, come d'altra parte spiega la Bibbia. TT1 13 5 Il vero problema è decidere se il cambiamento è opera di Dio o dell'uomo. La risposta, come sappiamo, non è univoca. Per Ellen G. White esso dipende da entrambi i protagonisti. Di volta in volta, nella sua esposizione del messaggio della salvezza, in base all'obiettivo che ha in mente, ella rivolge l'attenzione del lettore all'opera di Dio o a quella dell'uomo, insistendo sulla responsabilità specifica dell'uno o dell'altro in questo processo. L'ispirazione TT1 14 1 La Chiesa Avventista ritiene che Ellen G. White sia una scrittrice ispirata. Il concetto di ispirazione è un concetto dinamico. Nella Bibbia troviamo diversi modelli di ispirazione. In un articolo pubblicato dalla The Advent Review, 30 maggio 1996, Juan Carlos Viera, direttore del Ellen G. White Estate, ne individua sei: TT1 14 2 1. Il modello "visionario" nel quale la rivelazione di Dio viene comunicata attraverso delle visioni. Cfr. Ezechiele; Daniele 7. In questo caso il profeta è coinvolto anche dal punto di vista fisico. Cfr. Giudici 13-16; Daniele 10:7-11. TT1 14 3 2. Il modello "testimone". Un esempio di questa forma di rivelazione sono i vangeli di Matteo e di Giovanni. I loro autori sono stati testimoni oculari di alcuni eventi e ne forniscono un resoconto. TT1 14 4 3. Il modello "storico" che possiamo individuare nell'opera degli evangelisti Marco e Luca. La loro comunicazione profetica nasce dall'ispirazione a comporre un testo raccogliendo e organizzando documenti storici e testimonianze di terze persone. TT1 14 5 4. Il modello "consigliere" identifica la funzione di consulente svolta dalprofeta. Talvolta il consiglio scaturisce da un "comandamento" di Dio, talvolta è il frutto di un'intuizione personale. TT1 14 6 5. Il modello "epistolare". Il Nuovo Testamento contiene numerose lettere(epistole) provenienti dalla corrispondenza intrattenuta dagli apostoli con chiese o individui. In queste epistole il profeta formula raccomandazioni, esorta, censura, indica il comportamento da tenere. Per comprenderne correttamente il contenuto (come anche quello di altri testi) occorre risalire alle circostanze che le hanno ispirate, alla personalità dell'autore, al contesto storico in cui si muovevano i destinatari, al problema specifico che intendevano affrontare. TT1 14 7 6. Nel modello "letterario" lo Spirito Santo spinge il profeta a esprimere leproprie emozioni e i propri sentimenti attraverso la poesia, il canto o un racconto in prosa. TT1 14 8 Tutti questi modelli di ispirazione si ritrovano nella Bibbia e nell'opera di Ellen G. White. I tesori delle Testimonianze possono essere collocati prevalentemente nel quinto modello. TT1 14 9 L'esposizione di Viera prosegue con alcune considerazioni interessanti sulla persona del profeta. Un messaggero imperfetto TT1 14 10 "Il fatto che i profeti fossero definiti uomini consacrati a Dio non significa che fossero esenti dal peccato e non ci impedisce di riconoscere le loro debolezze di esseri umani. Ogni tentativo di fare dei profeti biblici degli esseri perfetti viene smentito dalla Bibbia stessa. TT1 14 11 Pensate al re Davide. Pur essendo profeta ha commesso gravissimi errori. Quando la sua relazione con Dio fu interrotta dal peccato, Dio mandò un altro profeta per rimproverarlo. Cfr. 2 Samuele 12:1-13. Dopo il pentimento di Davide la via di comunicazione con Dio fu riaperta ed egli fu ispirato a scrivere un magnifico salmo di confessione. Cfr. Salmi 51. TT1 14 12 Non dobbiamo fondare la nostra fiducia nei profeti biblici sulla base della loro perfezione. E non dobbiamo farlo neppure per i profeti successivi: l'autorità profetica non deriva da una vita perfetta o un comportamento esente da errori. Ellen G. White non ha mai preteso di essere perfetta o infallibile. "Non ho mai sostenuto di essere infallibile. Soltanto Dio è infallibile. Solo la sua parola è verace e in lui non vi è cambiamento né ombra di rivolgimento". Selected Messages 1:37. Dai suoi diari e dalle sue lettere personali sappiamo che le è accaduto di essere scoraggiata, di avere dei dissensi con il marito. Varie volte ha dovuto chiedere perdono... Quando un profeta sbaglia TT1 15 1 Nella Bibbia, in varie occasioni, un profeta ha dovuto rivedere le proprie concezioni sbagliate. Gli apostoli credevano, in un primo tempo, che soltanto gli ebrei potessero essere salvati. Lo Spirito Santo dovette correggere questo errore per fare in modo che il Vangelo fosse diffuso in tutto il mondo: con una visione indirizzata a Pietro (cfr. Atti 10, 11) e una rivelazione speciale a Paolo (cfr. Efesini 3:3-6) illuminò gli apostoli e, grazie a loro, la chiesa. TT1 15 2 Ritroviamo circostanze simili anche nel movimento avventista... I pionieri dell'avventismo avevano una comprensione fortemente limitata della missione a causa di un errore teologico mutuato dal movimento millerita: la dottrina della "porta chiusa", cioè la convinzione che la porta della grazia fosse inaccessibile dopo il 22 ottobre 1844. Ellen G. White fece propria questa dottrina. Lo Spirito Santo, mediante delle visioni, modificò questa idea in Ellen G. White e, per suo tramite, in tutto il movimento. -- Cfr. Selected Messages 1:63, 64. TT1 15 3 Tutti gli autori del Nuovo Testamento erano convinti che il ritorno di Gesù fosse imminente. Pur non essendo in grado di seguire cronologicamente il modo in cui lo Spirito Santo ha modificato questa loro convinzione, sappiamo che gli apostoli, in seguito, hanno ricevuto informazioni diverse. Per esempio in 1 Tessalonicesi 4:16, 17, Paolo dà l'impressione di aspettarsi che il ritorno del Signore debba avvenire durante la sua vita. In seguito deve aver ricevuto altre indicazioni per cui nella sua seconda lettera avverte la chiesa di non aspettare il ritorno di Gesù come se fosse imminente. Cfr. 2 Tessalonicesi. TT1 15 4 Giovanni era convinto di vivere "nell'ultima ora". Cfr. 1 Giovanni 2:18. Nelle visioni successive gli fu rivelato che le cose non stavano proprio come egli pensava, annunciò alla chiesa che diversi eventi -- compresa una dura persecuzione -- avrebbero preceduto la venuta del Signore. L'Apocalisse è indubbiamente la risposta dello Spirito alle numerose domande che l'amato discepolo si poneva. TT1 15 5 Tutti i credenti del movimento avventista, Ellen G. White inclusa, erano persuasi che il ritorno di Gesù fosse imminente. Non dobbiamo sentirci in difficoltà di fronte all'espressione delle sue aspettative perché sono le stesse di Paolo, Pietro e Giovanni. Ancora una volta lo Spirito Santo ha dovuto correggere alcune idee e fornire informazioni supplementari per guidare la chiesa nella direzione giusta. Durante un incontro avvenuto nel 1856, Ellen G. White ricevette l'indicazione che alcuni fra i presenti avrebbero vissuto fino alla venuta di Gesù. Cfr. Testimonies for the Church 1:131, 132. Successivamente, durante la lunga visione sul grande conflitto fra il bene e il male, il Signore le mostrò quale fosse il percorso che la chiesa aveva ancora davanti a sé. Le fu anche rivelato che "dovremo rimanere in questo mondo per molti anni ancora per la nostra disubbidienza". -- Evangelism, 696. L'uso di un linguaggio imperfetto TT1 16 1 Gli Avventisti del 7° Giorno non credono nell'ispirazione verbale (l'idea che Dio detti le parole esatte nelle quali il profeta si esprime). A parte i dieci comandamenti, tutti gli scritti ispirati sono il risultato della cooperazione dello Spirito Santo, che ispira il profeta con una visione, un'intuizione, un consiglio o un giudizio con il profeta stesso che usa parole, frasi, immagini o espressioni utili a trasmettere il più fedelmente possibile il messaggio di Dio. TT1 16 2 Dio lascia al profeta la libertà di scegliere il tipo di linguaggio con cui intende comunicare. Questo spiega le differenze di stile fra gli autori della Bibbia e il motivo per cui Ellen G. White descrive il linguaggio usato dagli scrittori ispirati come "imperfetto" e "umano". Siccome "tutto ciò che è umano è imperfetto" (Selected Messages 1:20, 21), dobbiamo accettare l'idea che nella Bibbia e nelle opere di Ellen G. White vi siano imperfezioni ed errori. TT1 16 3 Questo significa due cose: TT1 16 4 1. Il profeta si esprime nella lingua di tutti i giorni, imparata nell'infanzia e perfezionata grazie a studi, letture e viaggi. Non c'è niente di soprannaturale nelle parole usate per trasmettere il messaggio. TT1 16 5 2. Il profeta può commettere errori ortografici o grammaticali e cadere anche in altre forme di imperfezioni linguistiche come il lapsus linguae (un errore di pronuncia) o il lapsus memoriae (un errore di memoria) che possono e devono essere corretti da un redattore che prepara il testo in vista della pubblicazione. Il redattore in questo caso non corregge il messaggio ispirato ma il linguaggio, che non è ispirato. TT1 16 6 Troviamo un lapsus linguae nel vangelo di Matteo quando menziona Geremia pensando a Zaccaria in merito all'episodio delle trenta monete d'argento. Cfr. Matteo 27:9, 10; Zaccaria 11:12, 13; Geremia 32:6-9. Per chi crede nella ispirazione verbale questo errore crea un grosso problema. TT1 16 7 Ritroviamo lo stesso errore in Ellen G. White quando cita un brano di Paolo attribuendolo a Pietro: "L'apostolo Pietro dice: 'L'amore di Cristo ci costringe'. Ecco perché questo discepolo così zelante sente il desiderio di impegnarsi nella difficile opera di proclamazione del messaggio del Vangelo". -- The Review and Herald, 30 ottobre 1913; cfr. l'affermazione di Paolo in 2 Corinzi 5:14. TT1 16 8 Fortunatamente nella Bibbia e nella storia del movimento avventista abbiamo prove sufficienti a farci capire che lo Spirito Santo corregge gli errori dei suoi messaggeri quando riguardano questioni importanti per la chiesa. TT1 16 9 Il Signore ci sorprende per le sue scelte, talvolta strane... Dobbiamo essergli grati perché non ha scelto di trasmettere il suo messaggio con un linguaggio "sovrumano" accessibile solo a pochi, ma lo ha affidato al nostro modo limitato e imperfetto di vedere e capire la realtà. TT1 16 10 Nell'accettare questa scelta dobbiamo essere molto cauti per non confondere il contenitore con il contenuto. Rischieremmo di scartare il "tesoro" solo perché il "mezzo" è imperfetto e qualche volta indegno".21 Sfatare alcuni stereotipi TT1 17 1 Un altro autore, Steve Daily, in un capitolo dello studio Adventism for a New Generation, fa un ottimo esame della funzione profetica. In alcuni punti riprende quanto già detto da Viera. Tuttavia il suo lavoro è utile a inquadrare nella giusta dimensione la figura e la funzione di Ellen G. White. TT1 17 2 "In quanto giovane avventista ho sempre pensato che un profeta dovesse avere delle visioni, parlare con autorità infallibile, vivere una vita moralmente irreprensibile, essere in grado di preannunciare con precisione eventi che sarebbero accaduti nel futuro. Non si trattava di una convinzione personale: la maggioranza dei miei coetanei a scuola e in chiesa condivideva questa opinione. TT1 17 3 In realtà, però, essa non corrisponde all'insegnamento biblico. Non tutti i profeti hanno delle visioni TT1 17 4 Alcuni tra i profeti più importanti della Bibbia corrispondono a questa descrizione: Daniele, Ezechiele, Giovanni l'apostolo erano dei veggenti. Altri però come Mosè o Giovanni Battista non lo sono stati. Ma vi è di più. Spesso coloro che hanno ricevuto delle visioni non le hanno capite. In Numeri 12:6-8 le visioni sono definite come "enigmi", messaggi che mancano di "chiarezza", una forma di rivelazione inferiore a quella mediante la quale Dio comunicava con Mosè. TT1 17 5 Questa definizione di Numeri e quella di Ebrei 1:1-3 implicano una gerarchia nella rivelazione profetica e nell'autorevolezza degli scritti profetici. Le visioni dei profeti sono soggette alla rivelazione di Dio a Mosè e vanno interpretate alla luce di questo documento, ma Mosè e tutti gli altri profeti sono soggetti alla perfetta rivelazione di Dio in Gesù, il profeta di Dio per eccellenza, e vanno interpretate facendovi riferimento. I profeti non sono infallibili TT1 17 6 È un altro mito popolare biblicamente non sostenibile. Quando Dio comunica una verità a un essere umano imperfetto mediante visioni, sogni, illuminazioni o con la parola, la comprensione che ne ha il profeta rimane incompleta o imperfetta. Dio scelse Giovanni Battista per annunciare la venuta del Messia, ma la comprensione che aveva della missione profetica del Cristo era così incompleta e lacunosa da costringerlo a dubitare dell'identificazione che egli stesso aveva compiuto nella persona di Gesù di Nazaret. TT1 17 7 Pietro ricevette una visione nella quale Dio lo invitava a infrangere il muro dei pregiudizi religiosi e razziali del suo tempo, ma inizialmente non la comprese e ne diede un'interpretazione errata. Comunque i fatti di cui siamo a conoscenza circa il suo comportamento in proposito dimostrano che non ne capì in pieno tutte le implicazioni. TT1 17 8 Ritroviamo errori simili anche nell'esperienza profetica di Agabo. L'infallibilità della Sacra Scrittura deriva solo e soltanto dal suo interprete più autorevole, Gesù Cristo. Egli è il solo profeta infallibile. I profeti non sono moralmente irreprensibili TT1 17 9 Molti cristiani danno per scontato che, per comunicare con l'uomo, Dio usi i canali umani più puri che ha a disposizione. Tuttavia bisogna ricordare che le vie di Dio non sono le nostre vie. I profeti nella Bibbia non si ritengono moralmente superiori agli altri e vi sono alcuni esempi specifici in cui Dio ha affidato la verità a individui o creature immorali o amorali. TT1 18 1 L'esempio più evidente è quello di Balaam. Dio si è servito di un profeta apostata, che si era lasciato corrompere dal nemico. Non solo, ha parlato per bocca di un'asina! TT1 18 2 L'orgoglio spirituale di Elia lo ha indotto a pensare di essere l'ultimo uomo giusto rimasto sulla terra e Davide, uno dei canali più fecondi della rivelazione di Dio, ha vissuto un'esistenza segnata dalla decadenza morale. Come tutti noi, anche i profeti sono peccatori profondamente bisognosi della grazia di Dio. Non tutti i profeti predicono il futuro TT1 18 3 Benché vi siano alcuni profeti, in particolare quelli che hanno ricevuto delle visioni, che hanno annunciato eventi futuri, ancora una volta nella Bibbia questa prerogativa non è un requisito indispensabile per definire un profeta. La maggior parte dei profeti biblici sembra preoccuparsi maggiormente del presente che del futuro. Essi preconizzano quasi sempre una riforma, incoraggiando il pentimento, la giustizia sociale e il ripristino dell'alleanza con Dio, piuttosto che formulare previsioni. TT1 18 4 L'obiettivo della profezia è il rafforzamento della fede e non la formulazione di un oroscopo. Cfr. Giovanni 14:29. E benché il profeta che annuncia il futuro debba essere veritiero nelle sue affermazioni (cfr. Deuteronomio 18:22), questa esigenza deve sempre essere recepita tenendo conto del fatto che ogni predizione è condizionale. Cfr. Geremia 18:7-10. Le caratteristiche del profeta biblico TT1 18 5 Se le caratteristiche elencate sopra non rientrano necessariamente fra le qualità di un profeta biblico, sorge spontanea la domanda: che cos'è un profeta secondo la Bibbia? Abraham Heschel, che ha studiato i caratteri peculiari dei profeti biblici più di ogni altro nella storia, descrive una serie di elementi comuni a tutti i profeti biblici. Trasmette il messaggio di Dio TT1 18 6 I profeti biblici si considerano gli umili strumenti di Dio. Non ritengono di possedere il messaggio. Essi parlano quando Dio li convince tramite visioni, sogni, dialogo diretto o illuminazione. Il messaggio non li accredita presso la società e non ne traggono alcun beneficio personale in termini di reputazione o discepolato. Spesso sono titubanti e preferirebbero sottrarsi alla missione di trasmettere ciò che hanno recepito da Dio, ma la volontà di Dio è al centro delle loro azioni e preoccupazioni. È sensibile al peccato TT1 18 7 Nella Bibbia i profeti sembrano essere dotati di una coscienza che vibra un'ottava sopra a quella del resto dell'umanità. Non solo riconoscono tempestivamente il proprio peccato, ma diventano anche la coscienza della comunità a cui appartengono. Quando lo hanno individuato essi denunciano con coraggio qualsiasi peccato individuale e collettivo. Va controcorrente TT1 19 1 I profeti si esprimono e si comportano seguendo parametri che la società considera marginali e controcorrente. Osea sposa una prostituta, Ezechiele rifiuta di indossare il lutto per la morte della moglie (cfr. Ezechiele 24:15-18), Geremia rompe un prezioso recipiente di ceramica dal vasaio (cfr. Geremia 19:10) e Isaia va in giro nudo per tre anni. Cfr. Isaia 20:3. Si vestono spesso in modo insolito, vivono in luoghi desolati e si nutrono di cibi speciali. Nella loro vita sembrano alternarsi momenti di grande successo e di profondo isolamento, sofferenza e miseria, come Elia al Carmelo e nella grotta della disperazione. È radicale TT1 19 2 A parte Daniele, i profeti non sono disposti ad accettare lo status quo. Sono fautori del cambiamento. Dio li chiama a proclamare un messaggio di avvertimento, liberazione, giustizia, pentimento o riforma. Rimettono in discussione anche le tradizioni più sacre dei loro contemporanei, pagando il prezzo della loro audacia in termini di persecuzioni e rigetto. Non tollerano una religione sterile, fatta solo di riti e formalismo. Quando è necessario sono capaci di opporsi al potere politico e religioso per difendere il povero e l'oppresso, come Nathan ed Elia. Dimostra un amore disposto al sacrificio TT1 19 3 I profeti amano la comunità in cui esercitano il loro ministero con un amore leale e costante. Benché siano spesso oggetto di scherno, persecuzioni ed emarginazione per il messaggio di cui sono portatori, essi continuano a svolgere la propria vocazione fino a raggiungere lo scopo prefissato o subire il martirio. A volte possono respingere il mandato che Dio vuole affidare loro, come Giona, ma la maggioranza dimostra una fede caratterizzata dall'amore e dalla perseveranza... Gesù, il profeta per eccellenza TT1 19 4 Gli attributi di cui abbiamo parlato sopra identificano i profeti biblici. Ci sembra quindi logico pensare che siano applicabili anche ai profeti post-biblici. Gli avventisti che riconoscono in Ellen G. White un profeta, saranno anche disposti ad accettare il ministero profetico di Giovanna d'Arco, Martin Lutero, John Wesley, Martin Luther King, Desmond Tutu, ecc... Queste persone non solo hanno rivolto ai loro contemporanei un invito radicale al pentimento e alla giustizia, ma hanno indicato in Gesù Cristo l'unica fonte perfetta di verità per l'umanità. TT1 19 5 Gesù è il profeta per eccellenza, l'unico perfetto nella storia. Le Sacre Scritture devono la loro autorità al Cristo, non ad autori umani fallibili. Gesù non fornisce solo la corretta interpretazione dell'Antico Testamento, ma è la fonte principale del Nuovo Testamento. Le visioni e i sogni di cui Dio si è servito per comunicare con i profeti non sono mai stati pienamente compresi e trasmessi da questi messaggeri umani. Cfr. Numeri 12:6-8. La Scrittura parla della profezia in termini di "enigmi" in quanto essa non ha la chiarezza o l'autorità della parola diretta di Dio. TT1 19 6 Gesù Cristo, il profeta senza difetti, è l'autorivelazione di Dio, la parola ultima e definitiva che Dio ha rivolto agli uomini, in contrasto con la trasmissione imperfetta della rivelazione compiuta dai profeti umani. Cfr. 1 Giovanni 1:1-4. Il ministero del Cristo è superiore e trascende il messaggio di tutti gli altri profeti in tutti i sensi. Cfr. Ebrei 1:1-3. Perciò una chiesa o un gruppo di cristiani diventa colpevole di idolatria quando conferisce a un profeta il diritto di esercitare, sulla propria vita, un'autorità uguale, superiore o in contrasto a quella del Cristo. TT1 20 1 Non è quindi difficile capire perché la Bibbia sottolinei il fatto che la testimonianza di Gesù equivale allo spirito di profezia. Cfr. Apocalisse 19:10. Lo spirito profetico dell'Antico Testamento trova il proprio compimento nel ministero di Gesù Cristo. Il vero spirito profetico vive nella chiesa di Dio perché procede dal Cristo e ricorda all'umanità i principi che egli ha vissuto e insegnato. Gesù mise in guardia contro il proliferare di falsi profeti. Ecco perché è importante mettere alla prova coloro che pretendono di avere un dono profetico, come qualsiasi altro dono, verificando se è in armonia con l'insegnamento e la vita di Gesù".22 Le Edizioni ADV. ------------------------Ellen G. White breve profilo biografico TT1 21 1 Ellen G. Harmon e la sorella gemella nacquero il 26 novembre 1827 a Gorham, vicino a Portland (Maine) nel nord della Nuova Inghilterra (oggi Usa). A nove anni Ellen rimase vittima di un grave incidente: una compagna di scuola scagliò sventatamente una pietra che la colpì al naso provocandole un trauma che avrebbe potuto condurla alla morte. Guarì, ma rimase fisicamente menomata, tanto che fu costretta a rinunciare agli studi. TT1 21 2 Aveva undici anni quando partecipò con i genitori Robert ed Eunice Harmon a un congresso metodista durante il quale accettò il messaggio della salvezza offerta da Dio gratuitamente. Poco dopo fu battezzata per immersione nel mare e accettata come membro della Chiesa Metodista. TT1 21 3 Nel 1840, con altri membri della famiglia, Ellen era presente a Portland alle riunioni organizzate da W. Miller e dai suoi seguaci e accettò la dottrina dell'imminente ritorno del Cristo. TT1 21 4 Nonostante la sua giovane età, rimase molto scossa dalla delusione del 22 ottobre 1844. Dopo questa prova dolorosa, insieme ad altri, ricercò con fervore lo spirito e la guida di Dio. Una mattina del dicembre 1844, mentre si trovava in preghiera con altre quattro sorelle in fede, sentì scendere su di sé la potenza divina. Ebbe una visione delle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare gli avventisti nel loro viaggio verso la città di Dio e la ricompensa riservata a coloro che sarebbero rimasti fedeli. Questa giovane di appena diciassette anni riferì questa e altre visioni ai credenti di Portland e poi ai gruppi avventisti del Maine e degli stati vicini. TT1 21 5 Nell'agosto del 1846 Ellen G. Harmon sposò James White, un giovane predicatore avventista. Per trentacinque anni lavorarono insieme, infaticabili, in favore dell'opera avventista. Viaggiarono molto, predicarono, scrissero, organizzarono e amministrarono. Il tempo e le circostanze hanno dimostrato quanto ampie e solide fossero le basi gettate e con quanta saggezza e rettitudine vi avessero edificato sopra. Nel 1849 e 1850 organizzarono l'opera delle pubblicazioni; negli anni successivi si impegnarono per ampliare l'organizzazione tramite un buon sistema di gestione delle finanze della chiesa. Il tutto culminò nell'organizzazione della Conferenza Generale degli Avventisti del 7° giorno nel 1863. In seguito si sviluppò l'opera medica e quella educativa. Nel 1868 fu concepito un programma di "camp meeting" annuali (grandi assemblee all'aperto ndt) e nel 1874 partì per l'Europa il primo missionario avventista. TT1 21 6 In tutte queste iniziative ebbero grande importanza i consigli, le direttive e l'incoraggiamento rivolti alla chiesa tramite i messaggi e gli scritti di Ellen G. White. Inizialmente le comunicazioni alla chiesa pervenivano ai membri sotto forma di lettere personali o di articoli pubblicati nel giornale The Present Truth. Nel 1851 Ellen G. White pubblicò un primo opuscolo di 64 pagine intitolato A Sketch of Christian Experience and Views of Ellen G. White. A partire del 1855 furono stampati una serie di opuscoli numerati; ognuno di essi era intitolato Testimonies for the Church e presentava messaggi di incoraggiamento e di riprensione che Dio aveva inviato per benedire, rimproverare e guidare il suo popolo. Per soddisfare la continua richiesta di questi consigli, tali messaggi furono raccolti e pubblicati in quattro volumi che, con i successivi, apparsi fra il 1889 e il 1909, formano la serie completa dei nove volumi di Testimonies for the Church. TT1 22 1 Nonostante i coniugi White trascorressero la maggior parte del loro tempo viaggiando, fissarono la loro residenza negli stati dell'est degli Stati Uniti fino al 1855. I successivi diciassette anni li trascorsero, invece, in Michigan. TT1 22 2 Dal 1872 fino alla morte di James White, il 6 agosto 1881, abitarono prevalentemente in California. Ellen G. White, sebbene non sia mai stata forte di costituzione, nella seconda parte della sua vita ha goduto di una salute abbastanza buona. TT1 22 3 Ai coniugi White nacquero quattro figli. Il primo, Henry, visse fino a sedici anni. L'ultimo, Herbert, morì all'età di tre mesi. Gli altri due, Edson e William, raggiunta l'età adulta, ebbero entrambi un ruolo importante nell'organizzazione della Chiesa Avventista. TT1 22 4 In seguito alle richieste della Conferenza Generale, Ellen G. White andò in Europa nel 1885, durante l'estate, e vi rimase un paio d'anni per rafforzare l'organizzazione della chiesa nascente nel vecchio continente. Stabilitasi a Basilea viaggiò per tutta l'Europa partecipando a congressi e incontri presso le varie comunità. Ritornata negli Stati Uniti, vi restò per quattro anni e nel 1891 ripartì per l'Australia su proposta della Conferenza Generale. Vi rimase nove anni, fino al 1900, e contribuì allo sviluppo dell'opera anche in quel paese. Ritornata negli Stati Uniti si stabilì a S. Elena, California, dove morì nel 1915. TT1 22 5 Per tutta la sua vita Ellen G. White fece sentire il suo influsso positivo sulla chiesa. Visitava chiese, partecipava alle riunioni della Conferenza Generale, interveniva ai congressi (camp meeting), pronunciava discorsi in pubblico. TT1 22 6 Per molti decenni i suoi articoli apparvero regolarmente sui giornali della Chiesa Avventista. Questi messaggi ispirati esercitarono un'azione costante ed efficacissima. I suoi libri venivano pubblicati periodicamente e letti con attenzione. Il compito di trasmettere alla chiesa e a tutta l'umanità le istruzioni e le informazioni che le venivano affidate in visione durò tutta la vita. Una visione nel 1858 costituì la base dell'opera Il gran conflitto. Dopo sei mesi dalla rivelazione, il materiale era pronto per essere presentato al pubblico sotto forma di un opuscolo: Il gran conflitto fra Cristo e i suoi angeli e Satana e i suoi angeli. Sullo stesso soggetto ebbe successivamente altre visioni che scrisse per completare la sua opera pubblicando così la grande serie che comprende: Patriarchs and Prophets (Patriarchi e Profeti), Prophets and Kings (Profeti e re), The Desire og Ages (La speranza dell'uomo), The Acts of the Apostles (Gli uomini che vinsero un impero), The Great Controversy (Il gran conflitto). Altre opere scritte da Ellen G. White hanno esercitato un benefico influsso: Sulle orme del Gran Medico, Parole di vita, Principi di Educazione cristiana e così via. Il notissimo Guida a Gesù è stato letto da milioni di persone, in sessanta lingue. TT1 23 1 Nel 1909 Ellen G. White, all'età di ottantuno anni, partecipò alla Conferenza Generale a Washington. Fu il suo ultimo viaggio transcontinentale. Negli ultimi cinque anni della sua vita scrisse libri e articoli per i giornali avventisti. Verso la fine della sua vita disse: "Anche dopo la mia morte i miei scritti parleranno sempre e la loro opera continuerà finché durerà il tempo". -- Writing and Sending Out of the Testimonies for the Church, 12, 13. TT1 23 2 La sua produzione letteraria si interrompe solo alla morte, sopraggiunta nel 1915, anche se il suo impegno era già diminuito negli ultimi tre anni. Con immutato coraggio e piena fiducia nel suo Redentore, Ellen G. White si spense serenamente nella sua casa, il 16 luglio 1915. Oggi riposa accanto al marito e ai figli nel cimitero "Oak Hill" di Battle Creek, Michigan. TT1 23 3 Gli Avventisti del 7° Giorno riconoscono nel ministero di Ellen G. White, in quanto "messaggera del Signore", l'adempimento della profezia di Apocalisse 12:17; 19:10: la chiesa del rimanente osserva i comandamenti di Dio e ha la testimonianza di Gesù, cioè lo spirito della profezia. Essi vedono nella sua opera il dono dello Spirito di cui parla Paolo in Efesini 4:9-13 che si unisce agli altri doni della chiesa per "...il perfezionamento dei santi... per la edificazione del corpo di Cristo, finché tutti siamo arrivati all'unità della fede..." TT1 23 4 Le rivelazioni ricevute durante la sua vita erano in armonia con i principi annunciati a Israele: "...se v'è tra voi alcun profeta, io, l'Eterno, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno". Numeri 12:6. Quanto al tono della sua opera, esso assomigliava molto a quello del grande condottiero del popolo d'Israele di cui parla (Osea 12:14): "Mediante un profeta, l'Eterno trasse Israele fuori d'Egitto; e Israele fu custodito da un profeta". TT1 23 5 Ellen G. White era conosciuta da vicini e amici come una cristiana profondamente onesta e pia. Ecco un commento fatto sulla sua vita e sulla sua opera da American Biographical History (1878): TT1 23 6 "La signora White è una donna di grande equilibrio. Benevolenza, spiritualità, pazienza e ideali elevati sono le sue caratteristiche dominanti. Le sue qualità personali sono tali da conquistare l'amicizia di tutti coloro con cui entra in contatto e ispirare la massima fiducia nella sua sincerità. (...) Nonostante i lunghi anni di attività pubblica, non si è mai discostata dalla semplicità e dall'onestà che l'hanno caratterizzata fin dalla sua giovinezza. Come oratrice la signora White è una delle rare donne d'America che si sono distinte come conferenziere, nel nostro paese, durante gli ultimi venti anni. Il costante esercizio ha rafforzato i suoi mezzi vocali al punto da permetterle di avere una voce di rara profondità e potenza. La chiarezza e il vigore della sua dizione sono tali che, parlando all'aperto, è stata spesso udita distintamente a un chilometro di distanza. Il suo linguaggio, seppure semplice, è sempre elegante e originale. Quando è "presa" dall'argomento diventa meravigliosamente eloquente e tiene sospeso per ore un grande pubblico, che ascolta senza dar nessun segno di impazienza o di stanchezza. TT1 23 7 Il tema dei suoi discorsi è sempre di carattere pratico e verte soprattutto su: doveri domestici, educazione religiosa dei bambini, temperanza e argomenti simili. In occasione dei risvegli è l'oratrice più seguita. Spesso ha parlato dei suoi temi favoriti a grandi folle, in città importanti ed è sempre stata seguita con la massima attenzione. Una volta, nel Massachusetts, ventimila persone l'ascoltarono per oltre un'ora. TT1 24 1 La signora White ha scritto numerosi libri che sono stati ampiamente diffusi. Essi sono caratterizzati dalla stessa semplicità e dalla stessa praticità delle sue predicazioni, il loro messaggio si inserisce nella vita domestica conquistando l'attenzione del lettore e offrendo preziosi consigli per la vita quotidiana". -- American Biographical History of Eminent and Self-Made Men of the State of Michigan, 108. TT1 24 2 Dai suoi collaboratori, dalla chiesa e dai familiari Ellen G. White fu stimata e onorata come madre devota e collaboratrice zelante, instancabile nel suo lavoro per il Signore. Non ha mai cercato di attrarre su di sé l'attenzione e neanche di utilizzare i suoi doni per ottenere vantaggi economici o diventare famosa. La sua vita e tutto ciò che possedeva furono consacrati all'opera di Dio. TT1 24 3 Alla sua morte, il redattore di un importante settimanale concludeva così l'articolo che rievocava la sua vita: TT1 24 4 "Credendo alle rivelazioni ricevute fu assolutamente onesta e la sua vita fu degna di esse. Non manifestò nessun orgoglio spirituale e non cercò mai il proprio interesse. Visse la vita e compì l'opera di una vera profetessa". -- The Independent, 23 agosto 1915. TT1 24 5 Per una particolareggiata descrizione della vita e dell'opera di Ellen G. White, rimandiamo il lettore al libro Esperienze e insegnamenti cristiani. Il comitato delle pubblicazioni degli scritti di E.G. White. ------------------------Capitolo 1: Fede in Dio TT1 25 1 Il 5 maggio 1855, quando ero a Battle Creek (Michigan), ebbi una visione in cui mi fu mostrato che i servitori di Dio e la chiesa non avevano sufficiente fede. Essi si scoraggiavano troppo facilmente, erano pronti a dubitare di Dio, tendevano a credere che la loro vita fosse troppo dura e il Signore li avesse abbandonati. Mi fu mostrato che non era giusto che pensassero in questi termini. Dio li aveva amati al punto da permettere che suo Figlio morisse per loro e tutto il cielo si interessava alla loro salvezza. Nonostante ciò, non riuscivano ad aver fiducia in un Padre così buono e disposto a donare lo Spirito Santo a tutti coloro che lo chiedono, molto più di quanto i genitori terreni siano pronti a offrire doni ai loro figli. Vidi che i servitori di Dio e la chiesa si scoraggiavano troppo facilmente. Quando essi chiedevano al Padre celeste ciò di cui pensavano aver bisogno e non lo ottenevano immediatamente, la loro fede vacillava, il loro coraggio svaniva e iniziavano a mormorare. Tutto questo dispiaceva a Dio. TT1 25 2 Ogni credente che si avvicina a Dio sinceramente, formulando le sue richieste con fede, vedrà le sue preghiere esaudite. Se vi rendete conto che le vostre preghiere non hanno ricevuto una risposta immediata non dovete dubitare delle promesse di Dio. Contate sulla sua promessa: "...chiedete e riceverete..." Giovanni 16:24. Dio è troppo saggio per sbagliare, troppo buono per non concedere le sue benedizioni a quanti vivono secondo la sua volontà. L'uomo non è infallibile e, nonostante le sue richieste scaturiscano da un cuore sincero, non sempre chiede ciò che può risultare positivo per lui o per glorificare Dio. Il nostro Padre celeste, nella sua saggezza e nella sua bontà, ascolta le nostre preghiere e le esaudisce, a volte anche immediatamente, assicurandoci però soltanto ciò che può essere positivo per il nostro bene e per la sua gloria. Egli ci accorda tante benedizioni. Se potessimo conoscere i suoi piani ci renderemmo conto che l'Eterno sa ciò che è meglio per noi e capiremmo perché le nostre preghiere non sono state esaudite. Se non ci concede ciò che avevamo richiesto, preservandoci da esperienze negative, ci assicura comunque ciò di cui abbiamo veramente bisogno. TT1 25 3 Se abbiamo la sensazione che Dio non risponda immediatamente alle nostre preghiere dobbiamo comunque perseverare con fede, senza permettere che si insinui in noi la sfiducia che ci separerà da Dio. Se la nostra fede è vacillante non otterremo nulla. Se la nostra fiducia fosse assoluta, le benedizioni divine scenderebbero abbondanti su di noi come uno scroscio di pioggia proprio nel momento in cui ne abbiamo più bisogno. TT1 25 4 Quando i servitori di Dio pregano per ricevere il suo Spirito e le sue benedizioni, può capitare che l'esaudimento non sia immediato, ma non sempre è così. In ogni caso non bisogna scoraggiarsi, dobbiamo essere certi che il Signore ci esaudirà. Abbiate piena fiducia in lui e la benedizione richiesta e attesa si realizzerà proprio quando ne avrete il maggior bisogno. Inaspettatamente riceverete l'aiuto di Dio annunciando la verità a coloro che ancora non la conoscono e sarete in grado di trasmettere il messaggio della Parola di Dio con chiarezza e potenza. TT1 26 1 Mi è stato mostrato che si verifica la stessa situazione quando i bambini chiedono qualcosa ai loro genitori e questi ultimi sanno che tale richiesta comporta un'esperienza negativa. I genitori non concedono ai figli ciò che desiderano, ma soltanto quello che si rivelerà buono e utile per loro. Ho visto che ogni preghiera fatta con fede, e suggerita da un cuore sincero, sarà ascoltata ed esaudita da Dio, e chi ha rivolto la richiesta otterrà una risposta al momento opportuno e sarà benedetto al di là delle sue stesse aspettative. Nessuna preghiera, espressa con fede e formulata con sincerità da un vero credente, rimarrà senza risposta. ------------------------Capitolo 2: Preparati a incontrare il Signore! TT1 27 1 Mi è stato mostrato che non dovremmo dimenticare che il Signore sta per tornare. L'angelo disse: "Preparatevi, preparatevi per quello che sta per accadere sulla terra. Le vostre opere rispecchino la vostra fede!" È necessario che la nostra mente sia in comunione con Dio affinché, tramite il nostro esempio, possiamo rendere testimonianza al Signore e alla sua Parola. Non lo onoriamo se siamo negligenti, indifferenti, né lo glorifichiamo se siamo scoraggiati. Dobbiamo impegnarci in vista della nostra salvezza e in favore di coloro che ci circondano. Questo obiettivo dovrebbe avere una tale importanza da far passare in secondo piano qualsiasi altra cosa. TT1 27 2 Ho contemplato la bellezza del cielo e udito gli angeli cantare a Gesù canti di lode, onore e gloria. In questo modo ho compreso più chiaramente il meraviglioso amore del Figlio di Dio. Egli ha rinunciato agli onori e alla gloria di cui godeva in cielo, ha accettato con umiltà e pazienza gli oltraggi e il disprezzo degli uomini, desiderando realizzare la nostra salvezza. È stato picchiato, ferito e umiliato, inchiodato sulla croce al Calvario, dove ha subito la più atroce delle morti per salvarci, affinché potessimo essere purificati tramite il suo sangue e risuscitare per vivere insieme a lui in quel regno che sta preparando per noi, per godere la luce e la gloria del cielo, per udire le melodie degli angeli e cantare insieme a loro. TT1 27 3 Ho visto che tutto il cielo si interessa alla nostra salvezza. Possiamo rimanere indifferenti? Possiamo forse non preoccuparcene, quasi avesse scarsa importanza il fatto di essere salvati o perduti, e disprezzare il sacrificio che è stato compiuto per noi? Alcuni lo hanno fatto: hanno considerato con leggerezza la misericordia che veniva loro offerta e Dio è sdegnato nei loro confronti. Lo Spirito del Signore non può essere respinto costantemente, finirà per allontanarsi. Dopo tutto quello che l'Eterno ha fatto per la salvezza degli uomini, se essi manifesteranno con la loro vita di disprezzare il perdono offerto da Gesù, sperimenteranno una morte terribile. Proveranno la stessa agonia che il Cristo ha sofferto per ottenere quella redenzione che essi hanno rifiutato. Allora si renderanno conto di ciò che hanno perso: la vita eterna e l'immortalità. Il grande sacrificio compiuto per la salvezza degli uomini rivela il loro valore. Un'anima preziosa, una volta persa, è persa per sempre. L'angelo con la bilancia TT1 27 4 Vidi un angelo che aveva in mano una bilancia per pesare i pensieri e gli interessi del popolo di Dio, soprattutto dei giovani. Su uno dei piatti vi erano i pensieri e gli interessi legati al cielo, sull'altro quelli terreni. Su questo secondo piatto c'erano, ad esempio, la lettura di romanzi, la preoccupazione per la moda e l'apparenza esteriore, l'ambizione, l'orgoglio, ecc. Che momento solenne! Gli angeli erano intenti a pesare sulle bilance i pensieri di quanti si dicono figli di Dio, di quanti dichiarano di essere morti agli interessi per il mondo e di vivere nel Signore. Il piatto pieno di pensieri mondani, vani e orgogliosi scese rapidamente; mentre l'altro, con pensieri e interessi volti verso il cielo, risalì: era molto, troppo leggero! Io racconto ciò che ho visto, ma non potrò mai descrivere la sensazione forte e solenne che provai quando l'angelo, intento a valutare i pensieri e gli interessi del popolo di Dio, disse: "Queste persone possono entrare in cielo? No, mai! Dite loro che le speranze che accarezzano sono inutili: se non si pentiranno subito non otterranno la salvezza e moriranno!" TT1 28 1 La semplice apparenza della pietà non salverà nessuno. Tutti devono fare un'esperienza profonda e vivente che li aiuterà a superare i momenti difficili. Le loro opere saranno vagliate e se saranno trovate simili a oro, argento e pietre preziose, essi saranno nascosti nel tempio del Signore. Ma se le loro opere saranno come legno, stoppia e paglia, nulla li potrà proteggere dalla collera dell'Eterno. TT1 28 2 I giovani, e anche gli adulti, dovranno motivare le ragioni della loro speranza. Purtroppo l'intelligenza, che è un dono di Dio per interessarsi di realtà elevate e garantire un servizio fedele, è stata utilizzata per occuparsi di questioni futili piuttosto che di interessi eterni. La nostra mente, i cui pensieri vagano qua e là, non può essere usata per capire la verità, le prove che la Parola di Dio offre in merito all'osservanza del sabato e ai punti fondamentali della speranza cristiana come viene utilizzata per occuparsi della moda, dell'apparenza esteriore, ecc. TT1 28 3 Molti permettono che la loro mente sia distratta da storie non vere o da favole inutili, nutrono la loro immaginazione con queste realtà e quindi non scorgono più la bellezza della Parola di Dio. Dio non è più presente nei loro pensieri e l'interesse per la sua preziosa Parola svanisce. La nostra guida TT1 28 4 Ci è stato donato un libro per guidare i nostri passi fra i pericoli di questo mondo di tenebre e dirigerci verso il cielo. Esso ci indica come sottrarci al giudizio di Dio e ci narra le sofferenze subite dal Cristo in occasione del suo grande sacrificio che ci ha permesso di essere salvati e godere eternamente della presenza di Dio. TT1 28 5 Se qualcuno fallirà questo obiettivo, pur avendo udito la verità, non potrà accampare scuse. La Bibbia insegna come diventare perfetti cristiani e sfuggire alle sette ultime piaghe. Ma essi non si sono preoccupati di saperlo. La loro mente era presa da altri interessi, a causa dei loro idoli, e disprezzavano e trascuravano la Parola di Dio. TT1 28 6 Il Signore è tenuto in scarsa considerazione da questi cristiani soltanto di nome e quando, negli ultimi tempi, verranno giudicati secondo la sua Parola, saranno trovati mancanti. TT1 29 1 La stessa Parola che hanno trascurato, preferendo leggere romanzi, giudicherà la loro vita. Essa è la norma in base alla quale verranno valutate le motivazioni delle loro azioni, delle loro parole e il modo in cui hanno utilizzato il loro tempo. Se saranno trovati mancanti la loro sorte sarà decisa per sempre. Il nostro unico modello TT1 29 2 Mi fu mostrato che molti valutano se stessi paragonando la loro vita a quella degli altri. Tutto questo non è corretto perché soltanto il Cristo ci è stato dato come esempio. Egli è il nostro vero modello e ognuno dovrebbe fare il possibile per imitarlo. Siamo collaboratori del Cristo oppure collaboratori del nemico; o raccogliamo con il Cristo o disperdiamo; o siamo cristiani convinti, o non lo siamo affatto. Gesù dice: "...Oh fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo, né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca". Apocalisse 3:15, 16. TT1 29 3 Alcuni non sanno cosa significhi la rinuncia e lo spirito di sacrificio o cosa voglia dire soffrire per amore della verità. Ma nessuno entrerà in cielo senza aver sperimentato il sacrificio. Si dovrebbe coltivare uno spirito di abnegazione e di rinuncia. Alcuni non hanno sacrificato se stessi, i propri corpi, sull'altare di Dio; conservano un temperamento impulsivo e capriccioso, soddisfano i propri desideri e si occupano dei propri interessi, indifferenti ai progressi dell'opera di Dio. Coloro che sono disposti a qualche rinuncia in vista della vita eterna raggiungeranno questo obiettivo e si renderanno conto che valeva la pena affrontare questa sofferenza, crocifiggere il proprio io, rinunciare a un idolo. Quello straordinario "peso eterno di gloria" sminuisce qualsiasi altra realtà ed eclissa ogni piacere terreno. ------------------------Capitolo 3: Responsabilità dei genitori TT1 30 1 Mi è stata presentata la grande responsabilità dei genitori: essi non devono lasciarsi dirigere dai figli ma guidarli. La mia attenzione fu attratta dall'esempio di Abramo. Per guidare la sua famiglia egli fu fedele ai principi divini. Invitò i suoi discendenti a fare altrettanto e questa sua opera fu riconosciuta da Dio. TT1 30 2 Successivamente mi venne presentato il caso di Eli. Egli non seppe disciplinare i propri figli ed essi divennero malvagi e corrotti al punto tale da trascinare anche Israele nella corruzione. Quando Dio rivelò a Samuele i loro peccati e pronunciò la severa punizione che ne sarebbe seguita, provocata dalla debolezza di Eli, aggiunse che questi peccati non sarebbero stati cancellati né con i sacrifici né con le offerte. Quando Samuele lo avvertì del messaggio divino, Eli si sottomise dicendo: "...Egli è l'Eterno: faccia quello che gli parrà bene". 1 Samuele 3:18. Poco tempo dopo, il giudizio divino si realizzò: i figli di Eli, sacerdoti corrotti, furono uccisi insieme a trentamila israeliti e i nemici s'impadronirono dell'arca del patto. Quando Eli venne a sapere che l'arca era stata portata via cadde all'indietro e morì. Tutto questo accadde a causa della trascuratezza di Eli nell'educazione dei figli. Se Dio è stato così attento in passato, nei confronti di simili esperienze, continuerà a esserlo anche in questi ultimi tempi. TT1 30 3 I genitori devono educare i propri figli, correggerne le passioni e insegnare loro a ubbidire; in caso contrario, Dio, nel giorno del giudizio, annienterà questi figli e anche i genitori che non hanno saputo educarli riceveranno il giusto biasimo. In modo particolare i servitori di Dio devono guidare le proprie famiglie e farsi ubbidire dai propri figli. Essi non saranno in grado di affrontare i problemi della chiesa e prendere delle decisioni se non hanno saputo dirigere la propria famiglia. Innanzi tutto provvedano quindi a ristabilire l'ordine in casa affinché i loro consigli e il loro influsso risultino efficaci per la chiesa. TT1 30 4 Mi è stato mostrato che, ultimamente, le visioni sono meno frequenti perché non sono state apprezzate dalla chiesa. Essa ha perso quasi del tutto la propria spiritualità e la propria fede, tanto che i rimproveri e gli avvertimenti sono risultati di scarsa utilità. Molti di coloro che sostenevano di credere in esse in realtà non vi hanno prestato attenzione. TT1 30 5 Alcuni hanno agito in maniera avventata. Parlando della loro fede con alcuni non credenti che chiedevano delle prove, essi hanno raccontato loro una visione invece di fare riferimento alla Bibbia. Questo modo di procedere non è corretto e crea dei pregiudizi nei confronti della verità. Fare riferimento a una visione per sostenere il proprio punto di vista non ha alcuna rilevanza per coloro che non ne sono mai stati testimoni e non conoscono lo Spirito che le invia. In tali casi, quindi, non dovrebbero essere citate. ------------------------Capitolo 4: Il guardiano di tuo fratello TT1 31 1 Il 20 novembre 1855, mentre pregavo, lo Spirito del Signore manifestò in me la sua potenza e fui rapita in visione. TT1 31 2 Vidi che lo Spirito Santo a poco a poco si stava allontanando dalla chiesa. I collaboratori del Signore avevano contato eccessivamente sulla forza delle loro argomentazioni e non si erano affidati totalmente a Dio come avrebbero dovuto fare. Vidi che le argomentazioni in favore della verità non possono indurre le anime a schierarsi con il "rimanente" perché la verità non è popolare. I figli di Dio devono vivere i principi della verità. Disse l'angelo: "Essi devono possederla in tutta la sua gloria, farla vivere dentro di loro e trasmetterla con convinzione e zelo a coloro che li ascoltano". I più attenti sono pronti a decidere in base all'importanza delle prove, ma non è possibile che la massa prenda una decisione in seguito a una semplice esposizione teorica della verità. La verità deve essere accompagnata dalla potenza di una testimonianza vivente che sarà un fattore determinante in vista della decisione. TT1 31 3 Vidi il Nemico molto impegnato a distruggere gli uomini. Fra noi si è infiltrato un sentimento di autoesaltazione; è necessaria una maggiore umiltà. Lo spirito d'indipendenza è troppo tollerato fra i messaggeri del Signore. È necessario rinunciarvi e promuovere una maggiore unità fra i collaboratori di Dio. Troppo spesso si sente dire: "Sono io forse il guardiano di mio fratello?" Genesi 4:9. L'angelo disse: "Sì, tu sei il guardiano di tuo fratello e dovresti occupartene con attenzione; dovresti interessarti al suo benessere e manifestare nei suoi confronti affetto e cortesia. Avvicinatevi gli uni agli altri, avvicinatevi!" Dio desiderava che l'uomo fosse sincero e onesto, dolce, umile e semplice. Questa è la legge del cielo: Dio ha previsto così. Ma l'uomo, miserabile e fragile, ha deciso di seguire la propria via e preoccuparsi dei propri interessi. TT1 31 4 Chiesi all'angelo perché la chiesa avesse perso la sua semplicità, permettendo il dilagare dell'orgoglio e dell'esaltazione. Vidi che questa era la ragione per cui eravamo stati quasi completamente abbandonati nelle mani del Nemico. L'angelo mi disse: "Guardate e vi accorgerete che prevale l'idea: "Sono io il guardiano di mio fratello?"". E aggiunse: "Tu sei il guardiano di tuo fratello. Sì, la tua professione di fede esige la rinuncia e il sacrificio, diversamente non sarai degno della vita eterna che fu acquistata a caro prezzo: l'agonia, la sofferenza e il sangue dell'amato Figlio di Dio". Le ricchezze terrene TT1 32 1 Vidi che molte persone, in vari luoghi, acquistavano continuamente fattorie, terreni, case, con la scusa che così facendo potevano contribuire meglio all'opera di Dio. Essi invece si impegnavano a tal punto da essere di scarsa utilità per la sua opera. Alcuni acquistano dei terreni e lavorano intensamente per pagarli. Sono così impegnati che hanno ben poco tempo per pregare, per collaborare con Dio, per ricevere la forza di vincere le tentazioni. Avendo contratto dei debiti, quando l'opera di Dio ha bisogno di essere sostenuta, non possono contribuire perché devono liberarsi dagli impegni presi precedentemente. Dopo aver pagato i debiti essi si allontanano ancora di più e non collaborano con l'opera di Dio perché contraggono nuovi impegni per ingrandire le loro proprietà. Si illudono di agire correttamente e pensano di utilizzare i proventi della loro attività in favore dell'opera di Dio, mentre in realtà non fanno altro che accumulare ricchezze. Essi amano la verità a parole e non con i fatti. Le loro azioni indicano l'esatta misura del loro amore per l'opera di Dio. Il loro amore per gli interessi terreni cresce e nella stessa proporzione diminuisce quello per la chiesa; l'attrazione verso le realtà terrene diventa più forte mentre il richiamo verso il cielo si affievolisce. Il loro cuore è legato alle loro ricchezze. Tramite il loro esempio essi dicono a quanti li circondano che intendono rimanere legati alla terra, che è la loro casa. L'angelo disse: "Tu sei il guardiano di tuo fratello". TT1 32 2 Molti hanno deciso di sostenere spese inutili solo per soddisfare i propri desideri, mentre l'opera avrebbe avuto bisogno di quel denaro; alcuni figli di Dio sono vestiti miseramente e limitati nella loro attività per mancanza di mezzi. L'angelo disse: "Ben presto non avranno più tempo a disposizione. Le loro opere rivelano che il proprio io è l'idolo a cui sacrificano". Volendo innanzitutto soddisfare se stessi ripetono: "Sono io il guardiano di mio fratello?" Molti hanno ricevuto avvertimenti a più riprese, ma non vi hanno prestato ascolto perché vivevano in funzione di loro stessi e tutto doveva ruotare intorno a loro. TT1 32 3 Mi è stato mostrato che la chiesa ha perso quasi completamente lo spirito di sacrificio; si soddisfano prima di tutto le proprie esigenze e in seguito si dona qualcosa in favore dell'opera di Dio, quasi non si potesse evitare di farlo. Un sacrificio simile non viene accettato da Dio. Ognuno deve fare il possibile per lo sviluppo dell'opera di Dio. Coloro che non dispongono di beni terreni ma hanno un organismo forte e robusto sono responsabili nei confronti di Dio delle proprie energie. Essi devono impegnarsi nella loro attività, essere ferventi spiritualmente, senza lasciare la responsabilità di fare dei sacrifici a coloro che dispongono di beni, agendo in prima persona. È loro dovere, infatti, impegnarsi così come fanno coloro che hanno delle proprietà. Spesso, però, accade che quanti non posseggono beni non si rendono conto che anch'essi possono fare delle rinunce in vari modi: vestirsi più semplicemente, non lasciarsi condizionare da gusti e desideri riuscendo così a risparmiare in favore dell'opera di Dio e farsi un tesoro in cielo. Mi fu mostrato che, senza la potenza di Dio, la verità perde la sua bellezza e la sua forza. ------------------------Capitolo 5: Le due vie TT1 33 1 All'Assemblea di Battle Creek, il 27 maggio 1856, ebbi una visione riguardante la chiesa nel suo insieme. Passarono dinanzi a me la maestà e la gloria di Dio. L'angelo disse: "Egli è terribile nella sua maestà eppure non ve ne rendete conto; egli è terribile nella sua ira eppure lo offendete ogni giorno". "...Sforzatevi d'entrare per la porta stretta..." Luca 13:24. "...Larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entran per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano". Matteo 7:13, 14. Queste due vie sono nettamente distinte, separate e orientate in direzioni opposte. Una conduce alla vita eterna, l'altra alla morte eterna. Vidi la differenza fra queste due vie come anche le differenze fra coloro che le percorrevano. La prima è stretta e accidentata, l'altra è larga e piana. Coloro che le percorrevano erano molto diversi sia nel carattere sia nello stile di vita, nel modo di vestire e nella conversazione. TT1 33 2 Coloro che percorrevano la via stretta parlavano della gioia e della felicità che avrebbero provato alla fine del viaggio. I loro volti spesso erano tristi, ma risplendevano anche di una gioia pura e santa. Essi non si vestivano, non parlavano e non agivano come coloro che percorrevano la via larga. Avevano un modello a cui ispirarsi: un "...uomo di dolore, familiare col patire..." (Isaia 53:3) ha inaugurato per loro la via e l'ha percorsa prima di loro. Essi seguivano le sue orme ed erano incoraggiati e confortati: egli aveva percorso vittorioso quella via ed essi potevano fare altrettanto seguendo il suo esempio. TT1 33 3 Nella strada larga tutti si occupavano della propria persona, del modo di vestire, dei piaceri di questa vita. Abbandonandosi all'ilarità e allo scherzo, non pensavano alla meta del viaggio, alla distruzione che li aspettava in fondo alla strada. Ogni giorno di più si avvicinavano alla rovina, eppure continuavano ad avanzare, rapidamente, senza riflettere. La loro situazione mi apparve veramente tragica! TT1 33 4 Vidi molti di coloro che percorrevano la via larga che sbandieravano questo slogan: "Morto al mondo. La fine di ogni cosa è vicina. Anche voi siate pronti!" Essi sembravano simili a tutti gli altri che li circondavano. Notai solo una lieve ombra di tristezza sul loro volto. La loro conversazione era simile a quella della gaia e spensierata comitiva che li circondava; però di tanto in tanto accennavano, con grande soddisfazione, alle parole che portavano scritte addosso e invitavano gli altri a prendere anch'essi su di sé tale iscrizione. Essi erano sulla via larga, pur dicendo di far parte di quanti percorrevano la strada stretta. Gli altri dicevano: "Non ci sono differenze fra noi: siamo tutti uguali perché siamo vestiti, parliamo e ci comportiamo tutti allo stesso modo". Una benedizione non apprezzata TT1 34 1 Successivamente la mia attenzione fu richiamata sugli avvenimenti degli anni 1843 e 1844. Lo spirito di consacrazione che aveva caratterizzato quel periodo oggi non esisteva più. Che cosa era successo a coloro che affermavano di essere il popolo di Dio? Notai la tendenza a conformarsi alla società e il rifiuto a sacrificarsi per amore della verità. Vidi anche una grande mancanza di sottomissione alla volontà di Dio. In seguito mi fu presentato il periodo successivo all'uscita del popolo d'Israele dall'Egitto. Dio, nella sua misericordia, li liberò dalla schiavitù degli egiziani perché potessero adorarlo senza difficoltà e restrizioni. Operò miracoli in loro favore e li mise alla prova conducendoli per vie non facili. Dopo le opere meravigliose compiute da Dio, dopo tante liberazioni, essi continuavano a mormorare ogni volta che sopraggiungeva qualche nuova prova. Ecco come si esprimevano: "...Oh, fossimo pur morti per mano dell'Eterno nel paese d'Egitto..." Esodo 16:3. Essi rimpiangevano i porri e le cipolle. TT1 34 2 Molti di coloro che dicono di credere nel messaggio per gli ultimi tempi non comprendono perché i figli d'Israele abbiano mormorato durante il viaggio e, nonostante le opere miracolose compiute da Dio, siano stati così ingrati da dimenticare tutto ciò che aveva fatto per loro. L'angelo disse: "Voi avete fatto peggio di loro". Io vidi che Dio ha dato ai suoi fedeli un messaggio chiaro e preciso a cui è impossibile resistere. Ovunque andranno riporteranno numerosi successi. I nostri nemici non possono opporsi a una verità così convincente. Il messaggio è così chiaro che i collaboratori di Dio possono andare ovunque e lasciare che la verità trionfi. Questa grande benedizione non è stata apprezzata e neppure capita. Quando sorge qualche difficoltà alcuni, considerando il passato, lo rimpiangono e si lamentano dei tempi difficili. Altri, che si definiscono collaboratori di Dio, ignorano gli effetti positivi della sofferenza. Talvolta si impongono delle prove o immaginano che non esistano ostacoli e si lasciano facilmente prendere dallo scoraggiamento. Diventano così sensibili e suscettibili da danneggiare se stessi, gli altri e perfino l'opera di Dio. Satana agisce in queste persone e, ai loro occhi, rende le difficoltà insormontabili; insinua nella loro mente dei pensieri che, se accettati, finiranno per distruggere l'influsso e l'utilità di questi credenti. TT1 34 3 Alcuni sono stati tentati di ritirarsi dall'opera di Dio per lavorare per conto proprio. Vidi che se Dio rifiutasse la sua protezione, e fossero quindi lasciati in balia della malattia e della morte, si renderebbero conto cosa significhi effettivamente dover affrontare delle vere difficoltà. Mormorare contro Dio è terribile. Essi non ricordano più che la via che stanno percorrendo è difficile, esige la rinuncia e la morte dell'io; essi non possono quindi aspettarsi che tutto proceda senza difficoltà come se stessero camminando sulla via larga. TT1 34 4 Alcuni collaboratori di Dio, addirittura dei pastori, sono facilmente preda dello scoraggiamento; il loro amor proprio è ferito ed essi si sentono disprezzati e bistrattati, anche se tutto questo non corrisponde a realtà. Essi trovano la loro vita insopportabile. Non si rendono conto dell'angoscia che potrebbero provare se Dio non li sostenesse. La loro vita sarebbe stata dieci volte più dura di quando erano al servizio di Dio, sottoposti a prove e privazioni, godendo comunque dell'approvazione del Signore. Alcuni di coloro che lavorano nell'opera di Dio non sanno distinguere fra la tranquillità e le difficoltà. Hanno sopportato così poche privazioni, sperimentato raramente un lavoro sfibrante o provato un'angoscia profonda che quando la vita non presenta difficoltà e sono favoriti da Dio, quasi non se ne rendono conto e pensano invece che le loro prove siano insormontabili. Vidi che Dio sarà costretto a rinunciare alla collaborazione di queste persone se esse non manifesteranno spirito di sacrificio e non saranno pronte a lavorare con impegno e con gioia. Egli li sostituirà con dei collaboratori laboriosi e zelanti che sapranno apprezzare gli aspetti positivi della loro esperienza. I messaggeri di Dio devono sentire la responsabilità della salvezza degli uomini e piangere fra il portico e l'altare, gridando: "...Risparmia, o Eterno, il tuo popolo..." Gioele 2:17. TT1 35 1 Alcuni collaboratori di Dio si sono impegnati nella sua opera al punto tale da compromettere la loro salute e si sono esauriti a causa dell'eccessivo lavoro mentale, le continue preoccupazioni, le fatiche e le privazioni. Altri non hanno voluto, né vorrebbero prendere su di sé, questo peso. Questi ultimi pensano di dover affrontare enormi difficoltà mentre non hanno conosciuto vere privazioni. Essi non hanno mai provato la vera sofferenza né la proveranno mai se continueranno a manifestare una debolezza simile e una scarsa fermezza, cercando solo le proprie comodità. Dio mi ha mostrato che è necessario vagliare i pastori, affinché i pigri, i temporeggiatori, gli egoisti possano essere eliminati e rimanga un gruppo di collaboratori integri, fedeli, pronti alla rinuncia, che non perseguono i propri interessi, ma diffondono fedelmente la Parola e la dottrina, disposti a soffrire e a sopportare ogni cosa per amore del Cristo e a salvare coloro per i quali egli è morto. Per questi collaboratori, la sofferenza che provano nel non predicare il messaggio del Vangelo è uno stimolo sufficiente; purtroppo, non tutti provano lo stesso sentimento. ------------------------Capitolo 6: Le mogli dei pastori TT1 36 1 Mi è stata presentata la situazione delle mogli dei pastori. Alcune non aiutano in nessun modo il proprio marito, pur professando di credere nel messaggio del terzo angelo. Esse pensano maggiormente a soddisfare i propri desideri e piaceri piuttosto che adempiere la volontà di Dio e sostenere il marito con la preghiera e un comportamento adeguato. Mi è stato mostrato che alcune agiscono con tale presunzione ed egoismo che Satana se ne serve come strumenti per distruggere l'influsso e l'efficacia dell'opera del marito. Si lamentano e mormorano di fronte alle difficoltà più insignificanti, dimenticando le sofferenze che sopportarono i primi cristiani per amore della verità. Credono di poter seguire i propri impulsi e imporre la propria volontà. Esse dimenticano le sofferenze di Gesù, il loro Maestro; dimenticano l'uomo di dolore, familiare col patire", colui che non aveva neppure dove appoggiare il capo. Esse non si preoccupano di quella fronte ferita da una corona di spine. Non guardano colui che, portando la croce sul Calvario, vacillava sotto quel pesante fardello, non solo per il peso del legno, ma per il peso dei peccati del mondo. Esse dimenticano i chiodi che gli forarono le mani e i piedi, dimenticano il grido angoscioso: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Cfr. Matteo 27:46; Marco 15:34. Nonostante tutte le sofferenze che il Cristo ha sopportato per loro, esse non sono disposte a soffrire per amore del Cristo. TT1 36 2 Vidi che queste persone ingannano se stesse: esse non hanno a cuore l'opera di Dio. Hanno compreso la verità, ma non ne sono state trasformate. Quando questa verità, solenne e importante, cambierà la loro vita, il loro egoismo svanirà e non diranno più: "Voglio andare là; non voglio rimanere qui!", ma piuttosto: "Il Signore dove vuole che vada? Dove potrò glorificarlo meglio? La nostra opera dove potrà produrre i migliori risultati?" La loro volontà dovrebbe fondersi con quella di Dio. La caparbietà e la mancanza di consacrazione di alcune mogli di pastori impediranno a molti di ascoltare il solenne avvertimento di Dio e un giorno verrà chiesto loro il perché di questo atteggiamento. Alcuni pastori si sono espressi chiaramente circa i doveri e i torti della chiesa, ma tutto questo non ha avuto gli effetti desiderati perché questo messaggio riguardava le loro stesse mogli e il rimprovero ricadeva su di loro. Essi hanno permesso che le loro mogli avessero il sopravvento, sminuendo così l'efficacia della loro opera e del loro influsso. La loro utilità e il loro ascendente sono stati resi vani. Essi hanno provato un profondo scoraggiamento, senza rendersi conto che la fonte della loro impotenza era la famiglia stessa. Le mogli come collaboratrici TT1 37 1 Dio ha chiamato i loro mariti a diffondere il messaggio della verità e queste sorelle sono intimamente collegate con l'opera del Signore. Se questi pastori si renderanno conto di essere stati veramente chiamati da Dio, comprenderanno l'importanza della verità. TT1 37 2 Essi delineano il confine fra la vita e la morte e devono vegliare sulla salvezza degli uomini, come se ne fossero responsabili. La loro vocazione è importante e le loro mogli possono rappresentare una grande benedizione o una grande maledizione. Esse possono sostenerli quando sono depressi, consolarli quando sono abbattuti, incoraggiarli a rivolgersi a Dio e ad avere piena fiducia in lui quando la loro fede vacilla. Oppure possono agire in maniera completamente opposta, considerando sempre gli aspetti negativi, pensando continuamente alle difficoltà, non esercitando nessuna fede in Dio, parlando delle proprie contrarietà al marito, continuando a lamentarsi e a mormorare, diventando un peso morto o addirittura una maledizione. TT1 37 3 Mi è stato mostrato che le mogli dei pastori devono collaborare con i mariti e fare attenzione all'influsso che esercitano, perché sono spesso al centro dell'attenzione e da esse ci si aspetta più che dalle altre sorelle. Esse devono essere d'esempio nel modo di parlare, di agire, di vestire: essere un profumo di vita anziché di morte. Esse devono manifestare un atteggiamento umile e dolce, ma degnitoso, evitando ogni conversazione su argomenti che non contribuiscono a orientare le menti verso il cielo. Devono porsi questo grande interrogativo: "In che modo posso salvare me stessa ed essere utile per la salvezza degli altri?" In quest'opera Dio non accetta un cuore diviso. Egli vuole la partecipazione e l'impegno di tutto l'essere. Il loro influsso parla in modo chiaro e inequivocabile o in favore della verità o contro di essa: o collaborano con Gesù od ostacolano la diffusione del suo messaggio. Avere una moglie non santificata è la cosa peggiore che possa capitare a un pastore. I messaggeri di Dio che hanno vissuto o vivono in questa triste situazione, vittime di questo influsso così deleterio, raddoppieranno le preghiere e la vigilanza, assumeranno una posizione forte e chiara per non lasciarsi coinvolgere. Essi si uniranno ancor più profondamente a Dio, saranno fermi e decisi, gestendo bene la propria famiglia e vivendo per ricevere l'approvazione dell'Eterno e l'aiuto degli angeli. Se essi, però, cedono ai desideri delle loro compagne non consacrate, Dio non considererà favorevolmente la loro famiglia. Dio non può essere presente nella loro casa quando essi sostengono la propria moglie e ne difendono perfino i torti. TT1 37 4 Il nostro Dio è un Dio geloso. È terribile beffarsi di lui. Un giorno Acan desiderava un lingotto d'oro e un mantello babilonese; li nascose e le conseguenze del suo gesto ricaddero su Israele che fu costretto a fuggire davanti ai suoi nemici. Quando Giosuè indagò per conoscere il motivo della sconfitta, il Signore disse: "Levati, santifica il popolo e digli: "Santificatevi per domani, perché così ha detto l'Eterno, l'Iddio d'Israele: O Israele, c'è dell'interdetto in mezzo a te! Tu non potrai stare a fronte dei tuoi nemici, finché non abbiate tolto l'interdetto di mezzo a voi". Giosuè 7:13. Acan aveva peccato e Dio distrusse lui, la sua famiglia e tutto quello che possedevano cancellando, in tal modo, la maledizione da Israele. TT1 37 5 L'Israele spirituale deve rinascere e ritrovare la propria forza in Dio rinnovando il suo patto con lui. L'avidità, l'egoismo, l'amore per il denaro e i piaceri si sono insinuati fra gli osservatori del sabato. Tutto questo distrugge lo spirito di sacrificio del popolo di Dio. Coloro che sono vittime dell'avidità non se ne rendono conto: essa si è insinuata in loro a poco a poco e se non verrà completamente sradicata, la loro distruzione sarà certa come lo fu quella di Acan. Molti non hanno sacrificato sull'altare di Dio; amano il mondo, ne amano i guadagni e i vantaggi, e se non avverrà in loro un vero cambiamento periranno con il mondo. Dio ha affidato loro dei mezzi di cui non sono i proprietari, ma semplicemente gli amministratori. Essi, però, li considerano di loro proprietà e li accumulano. Quando Dio li abbandonerà a se stessi, tutto ciò sarà loro rapito inun batter d'occhio! È necessario uno spirito di sacrificio in favore del Signore e rinunciare a se stessi per amore della verità. Com'è debole e fragile l'uomo! Com'è privo di forza! Mi fu mostrato che presto l'uomo sarebbe stato umiliato, costretto a rinunciare al suo orgoglio. Re e nobili, ricchi e poveri dovranno piegarsi e la furia distruttrice delle ultime piaghe si abbatterà su di loro. ------------------------Capitolo 7: "Abbi dunque zelo e ravvediti!" TT1 39 1 Cari fratelli e sorelle, il Signore mi ha mostrato in visione l'attuale stato di tiepidezza della chiesa. L'angelo disse: "Gesù ti parla: "Abbi dunque zelo e ravvediti!" Queste parole devono essere seriamente prese in considerazione. È necessario pentirsi. La mentalità della società, l'egoismo, il desiderio sfrenato hanno profondamente minato la spiritualità e lo stile di vita del popolo di Dio. TT1 39 2 Da qualche anno la chiesa di Dio è minacciata da un grave pericolo: un profondo attaccamento alle realtà terrene. Da tutto questo sono nati l'egoismo e l'avidità, infatti più si acquisiscono beni, più essi diventano importanti e più se ne vorrebbero altri. Gesù disse: "... È più facile a un cammello passare per la cruna d'un ago, che ad un ricco entrare nel regno di Dio". Luca 18:25. Eppure molti, pur affermando di credere che a noi sia stato affidato l'ultimo messaggio per il mondo, cercano con tutte le forze di conquistare quella posizione elevata per cui è più facile a un cammello passare dalla cruna di un ago che per essi entrare nel regno dei cieli. TT1 39 3 I beni terreni, se utilizzati correttamente, sono una benedizione. Coloro che li posseggono dovrebbero rendersi conto che appartengono a Dio, il quale li ha affidati a loro affinché li utilizzino per lo sviluppo della sua opera. Essi riceveranno una ricompensa, potranno accumulare anche un tesoro in cielo e gli angeli apprezzeranno il loro impegno. TT1 39 4 Satana osserva il temperamento egoistico e avido di alcuni che professano di credere nella verità e li tenta offrendogli la prosperità e le ricchezze terrene. Egli sa che se tali persone non riusciranno a vincere il proprio temperamento rischieranno di cadere nell'idolatria, perché Mammona diventerà il loro dio. Così Satana avrà raggiunto il suo obiettivo: soffocare e vincere l'amore per la verità con una forte attrazione per le realtà terrene. Egli offre loro i regni del mondo ed essi afferreranno con avidità le ricchezze alla loro portata pensando di acquisire vantaggi considerevoli. Satana esulta perché i suoi piani si realizzano: essi hanno rinunciato all'amore di Dio per l'amore del mondo. Ricchezze e piaceri TT1 39 5 Mi è stato rivelato che coloro che hanno conosciuto la prosperità possono sventare i piani di Satana purché vincano le proprie passioni, deponendo tutto ciò che possiedono sull'altare di Dio. Quando essi vedono le necessità dell'opera del Signore, quelle della vedova, dell'orfano e degli afflitti, devono offrire con gioia accumulando così un tesoro in cielo. TT1 39 6 Ascoltate il consiglio del Testimone fedele: comperate dell'oro affinato con il fuoco per diventare ricchi, degli abiti bianchi per vestirvi e del collirio per vedere con chiarezza. Questi preziosi tesori non potranno essere acquisiti senza sforzi. Dobbiamo procurarceli, cioè essere zelanti e rammaricarci della nostra tiepidezza. Dobbiamo prendere coscienza dei nostri errori, dei nostri peccati e pentircene sinceramente. TT1 40 1 Io vidi che i fratelli che dispongono di capitali devono impegnarsi per distaccarsi dalle loro ricchezze e vincere il loro attaccamento alle realtà terrene. Molti amano i piaceri del mondo, ma non sono disposti a riconoscerlo. Essi devono avere zelo e pentirsi della loro avidità, affinché l'amore per la verità risulti più forte. Vidi che molti ricchi non potranno comprare oro, vesti bianche e collirio. Il loro impegno non è sufficiente e proporzionato all'importanza dello scopo che perseguono. TT1 40 2 Vidi questi uomini mentre lottavano per acquisire i beni terreni. Con quanto zelo, ardore, energia si impegnavano per accumulare un tesoro che sarebbe svanito nel nulla! Con quanta freddezza calcolavano! Essi elaboravano dei piani e lavoravano senza tregua, rinunciando ad agi e comodità pur di raggiungere vantaggi terreni. Se avessero utilizzato lo stesso zelo per ottenere un altro tipo d'oro, vesti bianche e collirio avrebbero potuto utilizzare questi vantaggi e godere della vita eterna nel regno di Dio. Mi fu mostrato che erano proprio loro che avevano bisogno di collirio, perché la cecità impediva loro di rendersi conto della loro condizione e del forte attaccamento alle realtà terrene. Oh, se avessero potuto comprendere! TT1 40 3 "Ecco, io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco". Apocalisse 3:20. Mi fu mostrato che molti hanno accumulato così tanta immondizia davanti alla porta del loro cuore che non riescono ad aprirla. Alcuni hanno delle difficoltà con i fratelli e devono risolverle, altri hanno un pessimo carattere o sono profondamente egoisti. Altri ancora hanno creato, con il loro attaccamento ai piaceri mondani, una specie di barricata che impedisce loro di aprire questa porta. Tutti questi ostacoli devono essere eliminati affinché la porta possa apririsi e il Salvatore possa entrare. TT1 40 4 In questa visione mi fu mostrato quanto fosse bella la promessa: "Io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco!" L'amore di Dio è meraviglioso! Egli ci fa prendere coscienza della nostra tiepidezza e dei nostri peccati e afferma: "Ritorna a me e io ritornerò a te e ti guarirò da tutte le tue trasgressioni!" L'angelo ripetè varie volte queste parole: "Ritorna a me e io ritornerò a te e ti guarirò da tutte le tue trasgressioni!" TT1 40 5 Vidi che alcuni ritornavano volentieri al Signore, mentre altri non permettevano che il messaggio a Laodicea avesse effetto su di loro. Essi ascoltavano con indifferenza e continuavano per la loro strada. Essi finiranno per essere rigettati dal Signore. Solo coloro che si pentiranno e manifesteranno zelo godranno del favore dell'Eterno. TT1 40 6 "A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono". Apocalisse 3:21. Possiamo riportare una vittoria completa e definitiva: Gesù è morto per proporci una via di uscita affinché potessimo vincere ogni nostra tendenza al male, ogni peccato, ogni tentazione e sedere con lui sul suo trono. TT1 40 7 È un nostro privilegio avere fede e godere della salvezza. La potenza di Dio non è diminuita. Essa sarà concessa come in passato. È la chiesa di Dio che non è convinta di poter chiedere, che non ha l'energia per lottare e gridare come Giacobbe: "Non ti lascerò andare prima che tu m'abbia benedetto!" Genesi 32:26. La fede perseverante è quasi scomparsa ed è necessario che riviva nei cuori del popolo di Dio. Dobbiamo chiedere a Dio di accordarci le sue benedizioni. La fede, la vera fede eleva sempre verso Dio e verso la gloria; l'incredulità, invece, trascina verso le tenebre e la morte. False difficoltà TT1 41 1 Mi è stato mostrato che i pensieri di alcuni fratelli e sorelle non erano ben orientati. Essi giudicavano i fratelli secondo il proprio punto di vista. Se qualcuno non era d'accordo con loro, essi creavano subito una certa tensione nella chiesa. Essi hanno colato il moscerino e inghiottito il cammello. TT1 41 2 Per troppo tempo questa realtà è stata tollerata. Certi fratelli hanno cercato il pelo nell'uovo e quando nella chiesa non vi erano delle vere difficoltà le hanno inventate. Gli uomini si sono allontanati tanto da Dio e dalla verità che ora vagano nelle tenebre. Satana è soddisfatto nel vedere lo spirito che regna nella chiesa. Purtroppo, però, non saranno queste prove a purificare la chiesa e ad accrescere la forza del popolo di Dio. TT1 41 3 Vidi che la vita spirituale di alcuni langue. Essi hanno perso troppo tempo a controllare i fratelli e le sorelle per individuare i loro errori e suscitare contrasti. Impegnati in questa direzione hanno distolto i loro pensieri da Dio, dal cielo, dalla verità e li hanno orientati verso gli obiettivi di Satana. Trascurando il proprio spirito non riconoscono facilmente le proprie colpe, perché si preoccupano troppo di quelle degli altri per sondare il proprio cuore. La loro attenzione è attratta dall'abito di tizio, dal cappello di caio. Ne parlano fra loro ed è il loro argomento di conversazione per settimane intere. Vidi che per questi poveri uomini tutta la religione consiste nell'osservare come si vestono e si comportano gli altri e trovare spunti per criticarli. Se queste persone non cambiano non vi sarà posto per loro in cielo perché finirebbero per trovare dei difetti perfino nel Signore stesso. TT1 41 4 L'angelo disse: "Essere in regola con Dio è un'opera individuale". Sì, è una cosa che riguarda Dio e il nostro spirito. Quando, però, certe persone si occupano tanto degli errori altrui, finiscono per non avere più il tempo di occuparsi di se stesse. Questi "cacciatori" di errori potrebbero guarire dal loro vizio se si rivolgessero direttamente alla persona che considerano in difetto. Sarebbe una cosa così difficile che probabilmente preferirebbero desistere dalla loro idea piuttosto che farlo. Infatti è più facile parlare di questa o quella persona in questione quando non è presente. L'ordine nel culto TT1 41 5 Alcuni ritengono sia un errore osservare un certo ordine nel culto. Mi è stato mostrato che non è affatto pericoloso mantenere l'ordine in chiesa. Dio non ama la confusione ed è necessario un certo ordine nella successione delle preghiere e dei canti. Non dovremmo andare nella casa di Dio per pregare per le nostre famiglie a meno che un profondo sentimento non ci induca a farlo, mentre lo Spirito di Dio sta compiendo in esse un'opera di convinzione. Generalmente il luogo più adatto per questo tipo di preghiere è il culto di famiglia. Quando i soggetti delle nostre preghiere si riferiscono a programmi futuri, la nostra camera è il luogo più adatto per intercedere in loro favore. In chiesa, invece, si pregherà per ricevere benedizioni immediate e potremo essere certi che Dio ascolterà ed esaudirà le nostre richieste. Queste riunioni saranno efficaci e di grande interesse. TT1 42 1 Mi è stato mostrato che tutti dovrebbero cantare con intelligenza e sotto l'influsso dello Spirito. Dio non è contento quando viene utilizzato un linguaggio incomprensibile o manca l'armonia. Dio sarà glorificato e la chiesa benedetta nella misura in cui i nostri canti saranno armoniosi e i non credenti ne riceveranno un'impressione positiva. TT1 42 2 Mi è stato mostrato l'ordine perfetto del cielo e sono rimasta estasiata nell'ascoltare quella musica meravigliosa. Dopo quella visione, i canti della chiesa mi sono sembrati poco armoniosi. Ho visto gli angeli che suonavano arpe d'oro. All'estremità dell'arpa c'era uno strumento per accordarla. Le loro dita non scivolavano sulle corde con indifferenza, ma con la massima precisione. Un angelo dirige, suona per primo l'arpa e dà il tono, poi tutti si uniscono in un'armonia perfetta e possente. Tutto ciò non si può descrivere: è una melodia celeste, divina, mentre ogni volto riflette l'immagine di Gesù, splendente di una gloria incomparabile. TT1 42 3 Il popolo di Dio non deve restare nella confusione, senza ordine e armonia, logica e bellezza. Il Signore è disonorato dalla mancanza di unità. La verità unisce. L'unità che Dio desidera deve essere coltivata giorno dopo giorno se si vuole vedere esaudita la preghiera di Gesù. La divisione che rischia di caratterizzare coloro che dicono di credere nell'ultimo messaggio di misericordia da proclamare al mondo non deve insinuarsi fra noi perché essa rappresenta un terribile ostacolo allo sviluppo dell'opera di Dio. I figli di Dio devono essere uniti come il Cristo lo è al Padre; è necessario che le loro capacità, potenziate e santificate dallo Spirito, si uniscano per formare un tutto armonioso. Coloro che amano Dio e ne osservano i comandamenti, invece di separarsi si uniranno. -- Testimonies for the Church 8:174, 175 (1904). ------------------------Capitolo 8: Ai giovani osservatori del sabato TT1 43 1 Il 22 agosto 1857, trovandomi nella chiesa di Monterey, Michigan, mi fu mostrato che molti dei nostri giovani non hanno ancora udito la voce di Gesù e il messaggio della salvezza non è ancora penetrato in loro e non ha cambiato la loro vita. Molti giovani non possiedono lo stesso spirito di Gesù. L'amore di Dio non pervade i loro cuori e quindi si lasciano trascinare dalle loro tendenze naturali, senza permettere che lo Spirito di Dio prevalga in vista della salvezza. TT1 43 2 Coloro che posseggono realmente lo Spirito del Cristo non si vergogneranno e non avranno paura di portare la croce davanti a coloro che hanno maggiore esperienza. Se vogliono veramente andare nella giusta direzione, chiederanno l'aiuto necessario ai credenti più anziani e si lasceranno guidare con gioia. Coloro che amano Dio profondamente non si lasceranno scoraggiare da semplici banalità. Essi riveleranno l'opera che lo Spirito di Dio sta compiendo in loro, lo loderanno e lo pregheranno. I giovani diventano riluttanti quando la loro vita spirituale e la loro vocazione è quasi inesistente. La loro stessa vita li condanna. Essi sanno di non vivere come i cristiani dovrebbero e così non hanno fiducia né in Dio né nella chiesa. TT1 43 3 Perché i giovani si sentono più liberi quando gli anziani sono assenti? Per il fatto che si sentono tutti sullo stesso piano: ognuno crede di essere buono quanto l'altro. Sono lontani dal raggiungere l'obiettivo proposto, si paragonano gli uni con gli altri, trascurando l'unico perfetto e vero modello: Gesù. La sua vita e il suo sacrificio sono il nostro esempio. TT1 43 4 Mi resi conto che non ci si preoccupava e non si esaltava il suo esempio di vita perché i giovani erano poco inclini a soffrire o a rinunciare a qualcosa per la propria fede. I giovani non pensano in termini di sacrificio e da questo punto di vista non imitano affatto il modello per eccellenza. Vidi che erano preoccupati soprattutto di soddisfare se stessi e di appagare la loro vanità. Essi dimenticano l'uomo di dolore, familiare col patire". Isaia 53:3. Le sofferenze di Gesù nel Getsemani, il suo sudare sangue, la corona di spine che ferì la sua fronte non li commuovono. Sono diventati insensibili al punto tale che non comprendono più il significato del grande sacrificio compiuto per loro. Essi possono ascoltare la storia della croce, sentir parlare dei chiodi che attraversarono le mani e i piedi del Figlio di Dio senza essere scossi nel loro intimo. TT1 43 5 L'angelo disse: "Se entrassero nella città di Dio e fosse offerta loro tutta la bellezza e la gloria del cielo per goderne in eterno, essi non si renderebbero affatto conto a quale caro prezzo fu acquistata tale eredità. Essi non potrebbero mai capire la profondità incomparabile dell'amore del Salvatore perché non hanno bevuto dal suo calice, non sono stati battezzati del suo battesimo. Il cielo sarebbe corrotto dalla presenza di queste persone. Soltanto coloro che avranno partecipato alle sofferenze del Figlio di Dio, conosciuto la grande tribolazione, lavato le loro vesti nel sangue dell'Agnello, potranno godere dell'indescrivibile gloria e dell'incomparabile bellezza del cielo". TT1 44 1 La maggior parte dei giovani che si professano cristiani non sarà pronta al suo ritorno perché non si sarà impegnata veramente per conseguire quel riposo che spetta al popolo di Dio. Essi non confesseranno fedelmente i propri peccati per ottenere il perdono e ben presto se ne manifesteranno gli effetti in tutta la loro gravità. Dio vigila. Egli conosce ogni peccato, anche quelli nascosti. I colpevoli, però, sanno quali peccati confessare per essere puri davanti a Dio. Gesù offre loro l'opportunità di pentirsi umilmente e di purificare la propria vita con l'ubbidienza alla verità. È giunto il momento di confessare i propri peccati e di abbandonarli affinché non creino una barriera fra Dio e il peccatore nel giorno del giudizio. Il compito dei genitori TT1 44 2 Generalmente i genitori hanno troppa fiducia nei figli e questo li porta a dissimularne gli errori. Genitori, seguite con attenzione i vostri figli! Esortateli, rimproverateli, consigliateli quando vi alzate e quando vi coricate, quando uscite e quando entrate, "...precetto dopo precetto, ... regola dopo regola, ... un poco qui, un poco là". Isaia 28:10. Insegnate loro l'ubbidienza mentre sono giovani. Purtroppo molti genitori trascurano questo compito. Essi non sanno assumere nei confronti dei figli un atteggiamento fermo e deciso e lasciano che essi si adeguino alla società che li circonda, si preoccupino delle apparenze e si uniscano a coloro che odiano la verità e il cui influsso è negativo. In questo modo incoraggiano nei figli atteggiamenti mondani. TT1 44 3 Io vidi che un principio fondamentale per i genitori cristiani è l'unità nella guida dei figli. La mancanza di accordo fra i genitori è un grave errore. A volte è colpa del padre, ma spesso della madre che è troppo accondiscendente e vizia i figli. Il padre, per il suo lavoro, è spesso fuori casa e quindi separato dai figli. Ecco perché l'influsso materno è determinante; ecco perché il suo esempio è importante nella formazione del carattere dei giovani. TT1 44 4 Alcune madri, molto accondiscendenti, tollerano da parte dei figli errori che, invece, non dovrebbero essere assolutamente accettati. A volte questi errori vengono nascosti al padre. La madre fa delle concessioni a patto che il padre non lo sappia perché potrebbe disapprovare. TT1 44 5 In questo modo si insegna ai figli a essere bugiardi. Se poi il padre scopre cosa è successo si trovano delle scuse e si dice solo una mezza verità. La madre non agisce lealmente in quanto non sembra tenere in considerazione il fatto che il padre debba interessarsi ai figli e non ignorare i difetti che dovrebbero essere corretti mentre sono ancora piccoli. I figli si rendono conto che fra padre e madre manca l'unione e questo ha un effetto negativo. I bambini cominciano ad agire con astuzia, a nascondere, a presentare ai genitori i fatti sotto una luce diversa dalla realtà. L'esagerazione diventa un'abitudine e piano piano le menzogne finiscono con l'essere dette senza che la coscienza reagisca efficacemente. TT1 44 6 Tutto è iniziato quando la madre ha nascosto certe realtà al padre, che ha le stesse responsabilità nella formazione del carattere dei figli. Il padre avrebbe dovuto essere consultato liberamente e tenuto al corrente. Invece, nascondendo i torti dei figli, si incoraggia in loro la tendenza a mentire, a essere ipocriti e disonesti. TT1 45 1 L'unica speranza per questi giovani, credenti o meno, è che si convertano veramente, per cambiare radicalmente il loro carattere. Madri, mentre educate i figli, vi rendete conto che la loro esperienza religiosa è determinata dall'insegnamento ricevuto da piccoli? Insegnate loro a ubbidire quando sono ancora in tenera età; insegnate loro la sottomissione e così impareranno l'ubbidienza alla volontà di Dio. Incoraggiate la sincerità e l'onestà. Non fornite loro l'occasione di mettere in dubbio la vostra lealtà e integrità. TT1 45 2 Io vidi che i giovani facevano professione di fede, ma non beneficiavano della potenza salvifica di Dio. Non vivono una vera religione che salva. Quante parole vane e inutili pronunciano! Esse vengono registrate accuratamente nel libro del cielo. Ognuno sarà giudicato secondo ciò che ha fatto quando era in vita. Giovani amici, le vostre azioni e le vostre parole inutili vengono registrate. La vostra conversazione non riguarda realtà eterne, ma si occupa di realtà futili e mondane di cui i cristiani non devono interessarsi. Tutto questo è scritto nel libro di Dio. La necessità di una vera conversione TT1 45 3 Mi fu mostrato che se non ci sarà nei giovani un totale cambiamento, una vera conversione, essi non potranno ottenere la salvezza. Da quanto ho visto, soltanto la metà dei giovani che dicono di credere nella verità sono veramente convertiti. Se fossero convertiti porterebbero dei frutti alla gloria di Dio. Molti contano su una speranza priva di fondamento. Se la fonte non viene purificata, l'acqua che ne scaturisce non è pura. Purificate la fonte e l'acqua sarà pura. Se il nostro spirito è sano, anche le parole, le azioni e l'aspetto esteriore saranno positivi. Manca la vera pietà. Non vorrei disonorare il Maestro ammettendo che una persona trasandata, frivola, che trascura la preghiera, è cristiana. Un cristiano sa vincere le proprie tendenze e le proprie passioni. Il rimedio al peccato è Gesù, il nostro prezioso Salvatore! La sua grazia sorregge i più deboli, ma anche i più forti non possono farne a meno. TT1 45 4 Mi fu mostrato come ottenere questa grazia. Chiudetevi nella vostra stanza e invocate Dio: "O Dio, crea in me un cuor puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo". Salmi 51:10. Siate ferventi e sinceri. La preghiera fervente è molto efficace. Come Giacobbe, lottate pregando. Provate l'angoscia di Gesù quando sudò grosse gocce di sangue. Non abbandonate la vostra stanza fino a quando Dio non vi avrà concesso la sua potenza. Vegliate: nella misura in cui veglierete e pregherete sarete in grado di controllare i vostri impulsi negativi e la grazia di Dio si manifesterà in voi. TT1 45 5 Dio non voglia che io smetta di esortarvi! Giovani amici, cercate il Signore con tutto il vostro cuore. Avvicinatevi a lui con profondo interesse e quando vi renderete conto sinceramente che il suo aiuto è indispensabile, quando desidererete la presenza di Dio "come la cerva agogna i rivi delle acque", il Signore vi trasmetterà la sua forza. Allora proverete una pace profonda. Se desiderate essere salvati dovete pregare. Dovete trovare il tempo di farlo, senza essere né trascurati né frettolosi. Chiedete a Dio di rinnovarvi completamente affinché portiate i frutti del suo Spirito e possiate risplendere come luci nel mondo. Non siate né ostacolo né occasione di maledizione per l'opera di Dio, ma piuttosto un aiuto e una benedizione. Satana forse vi suggerisce che non potete ottenere una salvezza completa e gratuita? Non gli credete. TT1 46 1 Ogni cristiano ha il privilegio di beneficiare dell'influsso dello Spirito di Dio. Sarà pervaso dalla pace celeste e amerà meditare su Dio e sul cielo, accettando con gioia le gloriose promesse della sua Parola. Prima, però, assicuratevi di avere imboccato la giusta direzione, di avere mosso i primi passi sul sentiero che conduce alla vita eterna. Non lasciatevi ingannare. Io temo, anzi sono certa, che molti di voi non sappiano che cosa sia la vera religione. Avete provato delle emozioni più o meno profonde, ma non vi siete mai resi conto della gravità del peccato, della vostra condizione miserabile e non vi siete allontanati dalla via sbagliata. Non avete abbandonato le vostre abitudini mondane, amate sempre i piaceri e vi intrattenete volentieri in conversazioni su argomenti frivoli. Quando, poi, si parla della verità divina non avete niente da dire. Perché rimanete così muti? Perché siete così loquaci in altri casi e così laconici su questo argomento che, invece, dovrebbe interessarvi di più, dovrebbe impegnare tutto il vostro essere? La risposta è semplice: la verità di Dio non è in voi. TT1 46 2 Vidi che molti erano apparentemente irreprensibili, ma interiormente corrotti. Non fatevi illusioni, non è possibile fare professione di fede e seguire i propri istinti: Dio guarda il cuore! "Dall'abbondanza del cuore la bocca parla". Matteo 12:34. Gli interessi terreni si erano profondamente radicati nel cuore di queste persone, mentre la fede in Gesù era assente. Se quanti si dicono cristiani amassero Gesù più delle realtà terrene, sarebbero contenti di parlare con lui, il loro migliore amico, che amano profondamente. Egli li ha soccorsi quando si sono resi conto che erano perduti. Quando si sentivano stanchi e schiacciati dal peso del peccato si sono rivolti a lui ed egli li ha liberati, ha eliminato dolori e tristezze, ha cambiato completamente il corso dei loro affetti. Essi, ora, odiano le cose che un tempo amavano e amano le cose che una volta odiavano. Una consacrazione totale TT1 46 3 Questo cambiamento radicale si è operato in voi? Non fatevi illusioni. Io non pronuncerei mai il nome del Cristo se non gli avessi dato tutto il mio cuore, tutti i miei affetti. Dobbiamo dimostrare una profonda gratitudine perché Gesù accetta questa offerta. Egli chiede tutta la nostra disponibilità. Quando risponderemo al suo invito, abbandonando tutto il resto, soltanto allora, e non prima, egli ci accorderà tutta la sua misericordia. Ma, in realtà, quando abbandoniamo tutto, cosa abbandoniamo veramente? Un cuore contaminato dal peccato, che Gesù deve purificare tramite la sua grazia e salvare dalla morte tramite il suo amore senza limiti. Tuttavia c'è chi considera tutto questo un sacrificio enorme! Mi vergogno di sentire simili affermazioni e ancor più di scriverle! TT1 46 4 Parlate di rinuncia? Che cosa ha fatto il Cristo per noi? Quando pensate che la richiesta del Cristo sia eccessiva, andate al Calvario e piangete su questo vostro pensiero. Contemplate le mani e i piedi del vostro Salvatore, forati da chiodi crudeli, affinché tramite il suo sangue siate purificati dai vostri peccati! TT1 46 5 Coloro che percepiscono la potenza dell'amore di Dio non si chiedono quale potrebbe essere il minimo sacrificio necessario per ottenere la vita eterna; essi non si accontentano di un ideale limitato, ma desiderano raggiungere una perfetta conformità alla volontà del loro Redentore. Desiderano offrirgli tutto e manifestano uno zelo proporzionato al valore dell'obiettivo da raggiungere. Questo obiettivo si chiama immortalità, vita eterna. TT1 47 1 Giovani amici, molti di voi sono amaramente delusi. Infatti, vi siete accontentati di un'esperienza religiosa che però non era la religione pura e immacolata. Risvegliatevi: questo è l'appello che vi rivolgo. Anche gli angeli di Dio cercano di scuotervi. Le importanti verità della Parola di Dio possano rendervi sensibili nei confronti del pericolo che correte e indurvi a fare un serio esame di coscienza! Siete ancora motivati dai vostri istinti, non siete sottomessi alla legge di Dio. È necessaria una trasformazione affinché possiate vedere tutta la bellezza della santità e desiderarla come la cerva brama l'acqua pura. Allora amerete Dio e la sua legge; allora il giogo di Cristo vi sembrerà sopportabile e il suo carico leggero. Naturalmente dovrete sopportare delle prove, ma riuscirete a farlo e in seguito tutto sarà più facile. Il cristiano che rinuncia a se stesso otterrà la vita eterna. TT1 47 2 Mi fu mostrato che il cristiano non dovrà attribuire un valore eccessivo a ciò che prova interiormente, perché i sentimenti non sempre sono una guida sicura. Ogni cristiano dovrà preoccuparsi di seguire Dio per principio e non sulla base dei sentimenti. In questo modo la fede verrà esercitata e si svilupperà. Se il cristiano vivesse una vita caratterizzata dall'umiltà e dal sacrificio, otterrebbe la pace e la gioia del Signore. Ma la più grande felicità che si possa provare, l'unica che sia duratura, scaturisce dal bene fatto agli altri e dalla gioia che ne deriva. TT1 47 3 Molti giovani non scelgono di seguire Dio fedelmente. Essi non esercitano la propria fede e si scoraggiano per ogni difficoltà. Privi della forza necessaria per perseverare, non crescono nella grazia. Sembra che osservino i comandamenti di Dio, ogni tanto pronunciano una preghiera formale e vengono definiti cristiani. I genitori sono così preoccupati per loro che accettano tutto ciò che sembra apparentemente positivo e non si impegnano per insegnare loro a vincere le tendenze naturali. Li incoraggiano a partecipare alle attività della chiesa, ma trascurano di sensibilizzarli a fare un profondo esame di coscienza. In questo modo i giovani non valutano se stessi e non si rendono conto del vero significato della vita cristiana. Essi si considerano cristiani senza sapere esattamente cosa implichi tutto questo. TT1 47 4 Ecco cosa dice il Testimone fedele: "...Oh fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo, né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca". Apocalisse 3:15, 16. Satana desidera che siate cristiani soltanto di nome perché così può utilizzarvi meglio per realizzare i suoi obiettivi. Infatti, se vivete una religione formale, priva della potenza divina, egli potrà servirsi di voi per convincere anche altri a seguire la sua via. Alcuni, invece di contemplare l'ideale proposto dalle Scritture, sceglieranno voi come punti di riferimento e non potranno migliorare. Essi si sentono buoni come voi e ne sono soddisfatti. TT1 47 5 I giovani vengono spesso sollecitati a compiere il proprio dovere, invitati a parlare o, in occasione delle riunioni, esortati a rinunciare al proprio orgoglio. Sono continuamente incitati. Questo tipo di religione non ha valore. Dovete fare l'esperienza della nuova nascita affinché servire Dio non rappresenti più per voi una fatica. Svanirà la passione per l'apparenza esteriore e il relativo orgoglio. Il tempo sprecato davanti allo specchio per sistemarsi i capelli potrà essere consacrato alla preghiera e all'esame di coscienza. In un cuore santificato non c'è spazio per la vanità; vi sarà invece la ricerca attenta, ansiosa e precisa dell'ornamento interiore, cioè delle virtù cristiane, dei frutti dello Spirito di Dio. TT1 48 1 L'apostolo dice: "Il vostro ornamento non sia l'esteriore che consiste nell'intrecciatura dei capelli, nel mettersi attorno dei gioielli d'oro, nell'indossar vesti sontuose ma l'essere occulto del cuore fregiato dell'ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran prezzo". 1 Pietro 3:3, 4. TT1 48 2 Disciplinate i vostri istinti, riformate la vostra vita e l'esteriorità non sarà più l'elemento determinante della vostra esistenza. Se il cuore è stato rinnovato lo si noterà dal vostro aspetto. Se Cristo è in noi "speranza di gloria", scopriremo in lui un fascino straordinario. Vi sentirete uniti a lui, sceglierete di amarlo, di ammirarlo, dimenticando così voi stessi. Gesù sarà esaltato e adorato mentre l'io risulterà abbassato e umiliato. Senza questo amore profondo la religione è soltanto un arido formalismo, una pretesa inutile, una vera fatica. Molti di voi possono vivere una religione puramente intellettuale e formale, mentre il cuore non è purificato. Dio invece guarda al cuore: "...tutte le cose sono nude e scoperte dinanzi agli occhi di Colui al quale abbiam da render ragione". Ebrei 4:13. Potrà essere soddisfatto da tutto ciò che non sia la verità? Ogni persona veramente convertita dimostrerà chiaramente di aver dominato i suoi istinti. TT1 48 3 Io parlo senza mezzi termini. Non penso che tutto questo possa scoraggiare un vero cristiano. D'altra parte non vorrei che qualcuno vivesse il tempo di distretta senza che la sua speranza sia ben radicata nel Redentore. Dovete rendervi conto del vostro stato, per disperato che possa essere. Accertatevi di godere dell'eredità della vita eterna. Siate sinceri con voi stessi. Ricordatevi che Gesù presenterà al Padre una chiesa irreprensibile. TT1 48 4 Come potete essere certi che Dio vi accetti? Studiate la sua Parola pregando intensamente. Non permettete che nessun altro libro la sostituisca. Essa vi fa prendere coscienza della vostra condizione di peccatori e rivela chiaramente la via della salvezza. Essa sottolinea la nostra gloriosa ricompensa; vi fa conoscere un Salvatore perfetto e vi insegna che solo per mezzo della sua illimitata misericordia potete essere salvati. TT1 48 5 Non trascurate la preghiera personale: essa è il fulcro della religione. Chiedete con fervore la purificazione del vostro essere. Implorate con insistenza come se fosse in gioco la vostra stessa vita. Ricercate la comunione con Dio fino a quando non sentirete nascere in voi un profondo desiderio di salvezza e non sarete certi che i vostri peccati sono stati perdonati. TT1 48 6 La speranza della vita eterna non va considerata con superficialità: è qualcosa di vitale che va deciso fra voi e Dio in vista dell'eternità. Una vaga speranza provocherà la vostra rovina. La Parola di Dio diventerà il vostro punto di riferimento perché essa sarà il metro di misura in base al quale sarete condannati o giustificati, sarà la vostra guida e vi indicherà cosa fare per essere cristiani. Non disarmatevi, non smettete di lottare prima di aver conseguito la vittoria finale e il trionfo nel vostro Redentore. ------------------------Capitolo 9: Un tesoro in cielo TT1 49 1 Alcuni fra noi non si sono comportati onestamente. Essi dovrebbero cambiare il loro stile di vita e impegnarsi a utilizzare bene il tempo. Molti osservatori del sabato lasciano a desiderare da questo punto di vista. Hanno approfittato dei fratelli più poveri, mentre essi vivono nell'abbondanza; esigono una cifra superiore al reale valore delle cose, più di quanto essi stessi pagherebbero, mentre quei fratelli si trovano in difficoltà per mancanza di mezzi. Dio conosce tutto ciò e ogni atto egoistico, ogni estorsione verranno ripagati. TT1 49 2 Mi è stato mostrato che era ingiusto e crudele non prendere in considerazione la situazione di un fratello. Se egli si trova in difficoltà, se è povero, e ciononostante fa del suo meglio, gli si dovrebbe fare credito e non esigere neppure l'effettivo valore di ciò che acquista da chi è più facoltoso, che dovrebbe provare invece misericordia e compassione. Dio approverà simili gesti di generosità e chi li compie avrà una ricompensa sicura. Mentre il comportamento degli osservatori del sabato che avranno dimostrato la loro avidità e la loro durezza non passerà inosservato. TT1 49 3 Rividi i tempi in cui coloro che ascoltavano e accettavano la verità erano pochi. Non erano ricchi e dovevano sostenere le spese dell'opera di Dio. Alcuni decisero di vendere case e terreni, procurarsi una modesta abitazione e offrire spontaneamente e generosamente il resto al Signore per la diffusione del suo messaggio o per finanziare attività legate allo sviluppo della sua opera. Mentre consideravo i sacrifici di questi credenti, mi resi conto quali privazioni avessero sopportato. Vidi un angelo che stava al loro fianco e indicando loro il cielo diceva: "Voi avete dei tesori in cielo! Sì, avete in cielo dei tesori che non invecchiano! Perseverate sino alla fine e la vostra ricompensa sarà grande!" TT1 49 4 Dio ha agito nei cuori. Molti hanno fatto grandi sacrifici per trasmettere la verità ad altri affinché essa trionfasse e tanti l'accettassero. Dio, nella sua bontà, si è rivolto a quanti potevano disporre di beni e ricchezze e li ha convertiti per far progredire la sua opera e soddisfarne le eventuali esigenze. Molti capitali sono stati messi a disposizione dell'opera di Dio e per questo egli non chiede di vendere le proprie case, a meno che non si tratti di abitazioni lussuose che potrebbero essere cambiate con appartamenti più modesti. Ma se coloro che vivono nell'abbondanza non odono la voce del Signore, non si separano dal mondo, affidando una parte dei loro beni a Dio, il Signore li ignorerà rivolgendosi a quanti sono disposti a fare qualsiasi cosa per Gesù, perfino a vendere le proprie case per sostenere le esigenze dell'opera. Dio vuole delle offerte volontarie e desidera che coloro che donano considerino questo gesto un privilegio. ------------------------Capitolo 10: Il tempo della prova TT1 50 1 Il 20 novembre 1857 mi fu mostrato il popolo di Dio messo alla prova. Alcuni invocavano il Signore pregando con fervore e gridando disperati. I volti pallidi lasciavano intravedere un'angoscia profonda che esprimeva una lotta interiore. Il loro atteggiamento manifestava grande fermezza e profondo zelo: grosse gocce di sudore cadevano dalla loro fronte. Di tanto in tanto il viso si illuminava per la certezza dell'approvazione di Dio e poi, nuovamente, ricompariva un'espressione di gravità, fervore e angoscia.1 TT1 50 2 Gli angeli di Satana si affollavano intorno a loro, come una nuvola nera, per impedire che potessero scorgere Gesù, per fare in modo che i loro sguardi fossero attratti dalle tenebre circostanti e per indurli a dubitare di Dio e a mormorare. L'unica via di scampo consisteva nel tenere gli sguardi fissi verso il cielo. Gli angeli di Dio avevano ricevuto l'incarico di vegliare su di loro e agitavano costantemente le ali per dissipare le nuvole che gli angeli malvagi convogliavano intorno a questi esseri angosciati. TT1 50 3 Vidi che alcuni non erano coinvolti in questa lotta e nell'intercessione. Sembravano indifferenti e non si opponevano alle tenebre che li circondavano e li avviluppavano sempre più come una densa nube. Gli angeli di Dio li abbandonarono e rivolsero la loro attenzione a coloro che lottavano con tutte le loro forze per resistere agli angeli malvagi e continuavano a implorare con perseveranza l'intervento di Dio. Gli angeli di Dio, quindi, abbandonavano quelli che non facevano nessuno sforzo personale e io li persi di vista. Mentre gli altri continuavano a pregare con fervore, di tanto in tanto un raggio di luce proveniente da Gesù giungeva fino a loro per incoraggiarli e illuminare i loro volti. TT1 50 4 Chiesi cosa significasse questa prova e mi fu rivelato che era il risultato dell'appello rivolto dal Testimone fedele alla chiesa di Laodicea. Chi lo avesse accettato sarebbe stato invitato a riformare la propria vita e a proclamare la verità in tutta la sua purezza. Alcuni, però, non l'accetteranno e si ribelleranno a questo messaggio. Ecco perché il popolo di Dio verrà messo alla prova. TT1 50 5 Non è stata prestata una particolare attenzione al Testimone fedele. La solenne testimonianza dalla quale dipende il destino della chiesa non solo non è stata presa in considerazione, ma addirittura disprezzata. In realtà dovrebbe produrre un profondo pentimento e tutti coloro che l'accetteranno sinceramente, ubbidiranno e saranno purificati. TT1 50 6 L'angelo disse: "Ascolta!" Ben presto sentii una voce simile al suono di molti strumenti musicali che suonavano in perfetta armonia. Questa musica superava ogni altra melodia udita fino a quel momento: esprimeva misericordia, compassione e una gioia profonda. Un brivido mi scosse. L'angelo disse: "Guarda!" La mia attenzione fu attratta da coloro che avevano attraversato questi momenti d'angoscia. Mi furono mostrati coloro che avevo visto precedentemente piangere e pregare, profondamente addolorati. La schiera degli angeli che li circondavano era raddoppiata, indossavano tutti un'armatura che li copriva dalla testa ai piedi e si muovevano in perfetto ordine, come dei soldati. Sui loro volti si leggevano gli effetti del difficile conflitto che avevano sostenuto e della dura lotta che avevano superato. Tuttavia i loro lineamenti, seppure segnati da una profonda angoscia, riflettevano la luce e la gloria del cielo. Essi avevano ottenuto la vittoria e tutta la loro persona esprimeva un profondo sentimento di gratitudine e una gioia profonda. TT1 51 1 Il loro numero si era assottigliato: alcuni non avevano superato la prova e avevano abbandonato la lotta.2 Erano i tiepidi e gli indifferenti che non si erano uniti a coloro che avevano apprezzato la vittoria e la salvezza, perseverando nella preghiera e nella lotta fino all'angoscia più profonda. Essi erano rimasti indietro, nelle tenebre, ma erano stati immediatamente sostituiti da altri che avevano accettato il messaggio della verità. Gli angeli malvagi continuavano a stringersi intorno a loro, ma senza essere in grado di esercitare alcun potere.3 TT1 51 2 Udii coloro che erano rivestiti dell'armatura proclamare la verità con gran forza e i risultati erano straordinari. Uomini onesti che non avevano potuto ascoltare la verità o ne erano stati privati -- alcune mogli dai mariti, alcuni figli dai genitori -- ora l'accettavano con entusiasmo, senza provare più nessun timore. Soltanto la verità contava per loro, la desideravano profondamente e veniva considerata più cara e preziosa della loro stessa vita. Chiesi quale fosse lacausa di questo grande cambiamento e un angelo mi rispose: "È la pioggia dell'ultima stagione, è il refrigerio dovuto alla presenza del Signore, è "il gran grido" del terzo angelo". TT1 51 3 Una grande potenza caratterizzava questi eletti. L'angelo mi disse: "Guarda!" La mia attenzione fu attratta, allora, dai malvagi e dagli increduli: erano tutti in preda a una profonda eccitazione. Lo zelo e la potenza del popolo di Dio li avevano esasperati suscitandone la collera. La confusione regnava ovunque. Mi fu mostrato cosa stava accadendo a coloro che avevano ricevuto il messaggio e la potenza di Dio. Le tenebre si addensavano intorno a loro; tuttavia essi rimasero saldi, sorretti dall'approvazione di Dio e fiduciosi in lui. Li vidi perplessi, poi li udii gridare a Dio con fervore. Le loro preghiere non cessavano né giorno né notte. Cfr. Apocalisse 14:14, 15. Sentii queste parole: "Sia fatta, o Dio, la tua volontà! Se questo può glorificare il tuo nome, apri una via di scampo al tuo popolo! Liberaci dai malvagi che ci circondano. Essi hanno giurato per la nostra morte, ma tu puoi assicurarci la salvezza". Queste parole mi tornano in mente. Tutti sembravano profondamente convinti della loro indegnità e manifestavano una totale sottomissione alla volontà di Dio; come Giacobbe, tutti, senza eccezioni, pregavano e lottavano per ottenere la liberazione. TT1 52 1 Appena iniziarono a pregare, gli angeli, mossi da simpatia, volevano andare a liberarli, ma un angelo alto e autorevole non lo permise e disse: "La volontà di Dio non è ancora compiuta. Essi devono bere questo calice. Essi devono ricevere questo battesimo!" TT1 52 2 Allora udii la voce di Dio che scuoteva i cieli e la terra. Cfr. Gioele 3:16; Ebrei 12:26; Apocalisse 16:18. Si verificò un forte terremoto, le case crollarono. Udii, allora, un grido di trionfo forte, chiaro e melodioso. Gettai uno sguardo al gruppo che pochi istanti prima lottava contro l'angoscia e l'oppressione. La loro condizione era del tutto mutata: una luce meravigliosa risplendeva su di loro. Come apparivano belli! Ogni traccia di fatica e di angoscia era scomparsa e sul volto di ognuno si leggeva la salute e la bellezza. I loro nemici, al contrario, caddero come morti: non potevano sopportare la luce che splendeva sulla moltitudine dei santi liberati. Questa luce, questa gloria, continuò a brillare su di loro finché non apparve Gesù sulle nuvole del cielo. La folla dei fedeli fu trasformata in un momento, in un batter d'occhio, di gloria in gloria. Le tombe si aprirono e uscirono i santi rivestiti di immortalità, proclamando la vittoria sulla morte. Poi, con i santi viventi, furono innalzati a incontrare il Signore nell'aria, mentre canti di lode e di trionfo uscivano dalle loro labbra immortali. ------------------------Capitolo 11: Le prove TT1 53 1 Dio metterà alla prova il suo popolo. Gesù, che è paziente, non lo rigetta immediatamente. Disse l'angelo: "Dio sta valutando il suo popolo". Se il tempo della fine fosse di breve durata, come molti di noi avevano supposto, i figli di Dio non avrebbero avuto il tempo di sviluppare il proprio carattere. Molti, infatti, agiscono mossi dal sentimento anziché essere sospinti dai principi e dalla fede: essi sono stati scossi da questo messaggio severo e solenne, che ha influito sui loro sentimenti, ha destato i loro timori, ma non è stata adempiuta tutta l'opera che Dio desiderava venisse svolta. Dio legge nei cuori. Per evitare al suo popolo forti delusioni gli dà il tempo di superare questa fase caratterizzata da una momentanea eccitazione, poi lo mette alla prova desiderando sapere se sarà disposto ad attenersi ai consigli del Testimone fedele. Dio guida i suoi figli affinché superino varie prove e manifestino così le proprie convinzioni. Alcuni superano certi ostacoli ma non altri. A ogni difficoltà tutto il nostro essere viene messo alla prova progressivamente e sempre più profondamente. Chi si dichiara membro del popolo di Dio si rende conto che il proprio cuore si oppone a questa azione divina e sa che dev'essere ancora compiuta un'opera per poter vincere ed evitare, così, di essere rigettati dal Signore. TT1 53 2 L'angelo affermò: "Dio utilizzerà difficoltà progressive per mettere alla prova ogni membro del suo popolo". Alcuni sono disposti a camminare con Dio fino a un certo punto, ma se egli chiede loro di andare oltre essi rifiutano e si tirano indietro perché la scelta risulta in antitesi diretta con qualcosa che nascondono nel loro intimo e a cui non vogliono rinunciare. In questo modo però hanno la possibilità di riconoscere ciò che impedisce loro di accettare completamente Gesù. Per loro esiste qualcosa che ha un valore superiore alla verità e i loro cuori non sono preparati per ricevere Gesù. Ecco perché essi vengono provati per un certo periodo di tempo: per rivelare se sono disposti a sacrificare i loro idoli e a sottomettersi ai consigli del Testimone fedele. Se non vogliono essere santificati dall'ubbidienza alla verità e vincere l'egoismo, l'orgoglio e l'avidità, gli angeli di Dio pronunceranno la sentenza: "Lasciateli! Essi amano i loro idoli" e proseguiranno la loro opera abbandonandoli a se stessi, ai loro impulsi, in balia degli angeli malvagi. Coloro, invece, che sono ubbidienti, sopportano le varie prove, qualunque sia il prezzo della vittoria, dimostrano di avere ascoltato e seguito i consigli del Testimone fedele. Essi riceveranno la pioggia dell'ultima stagione e saranno pronti per la traslazione... TT1 53 3 Mi auguro che ogni cristiano titubante possa rendersi conto dell'opera di purificazione che Dio sta svolgendo in favore del suo popolo! Cari amici, non fatevi illusioni circa la vostra condizione. Voi non potete ingannare Dio. Il Testimone fedele dice: "Io conosco le tue opere!" Il terzo angelo ha il compito di condurre il popolo, un passo dopo l'altro, e sempre più verso il cielo. A ogni passo essi saranno provati. ------------------------Capitolo 12: Luoghi di culto TT1 54 1 Vidi che molti ai quali Dio ha affidato dei beni terreni si sentono liberi di usarli a loro piacimento acquistando case belle e ben arredate. Quando, però, si tratta di costruire un luogo di culto a Dio che regna su un trono eterno, non sono più in grado di restituirgli ciò che ha prestato loro. Mentre dovremmo rivaleggiare per riconoscenza nei confronti di Dio per manifestargli la nostra gratitudine per il mesaggio della verità che ci è stato trasmesso, nessuno cerca di fare il possibile per costruire un luogo di culto adeguato. Alcuni, anzi, cercano addirittura di fare il meno possibile e pensano che il denaro speso per preparare un luogo in cui l'Altissimo possa incontrarsi con loro sia sprecato o quasi. Queste offerte sono prive di valore e Dio non le accetta. Vidi che il Signore sarebbe lieto se il suo popolo dimostrasse la stessa cura e la stessa saggezza utilizzata per predisporre la propria casa. TT1 54 2 I sacrifici e le offerte del popolo d'Israele dovevano essere senza difetto e senza macchia: essi dovevano offrire il capo migliore del gregge. Ogni membro del popolo era invitato a fare la sua parte. TT1 54 3 Oggi l'opera di Dio deve svilupparsi. Quindi, se edificate un luogo di culto non offendetelo presentando offerte imperfette; offrite ciò che avete di meglio e dimostrate un vero interesse perché esso risulti adeguato e decoroso. Alcuni pensano che tutto ciò sia inutile perché resta poco tempo. Se così fosse, allora fate altrettanto sia per le vostre case sia per i vostri interessi terreni. TT1 54 4 Vidi che Dio potrebbe svolgere la sua opera senza l'aiuto dell'uomo; ma questo non rientra nei suoi piani. La nostra esperienza terrena è un banco di prova: dobbiamo formare un carattere che porteremo con noi nell'eternità. Davanti a noi ci sono il bene e il male: la nostra condizione futura dipende dalla nostra scelta. TT1 54 5 Il Cristo venne su questa terra per orientare diversamente i pensieri e gli affetti dell'uomo. È necessario che gli uomini non vivano in funzione delle ricchezze terrene ma si interessino di quelle celesti. Dio può essere glorificato tramite le nostre rinunce. TT1 54 6 L'uomo ha beneficiato di un grande sacrificio in suo favore e ora è messo alla prova per vedere se imiterà l'esempio di Gesù e sarà, come il Maestro, pronto a sacrificarsi per il prossimo. TT1 54 7 Satana e i suoi angeli si sono coalizzati contro il popolo di Dio, ma Gesù desidera che esso si consacri a lui e lo invita a far progredire la sua opera. Dio ha affidato al suo popolo le risorse sufficienti per lo sviluppo dell'opera a condizione che esse siano utilizzate saggiamente. Nella Bibbia leggiamo: "Vendete i vostri beni, e fatene elemosina;..." Luca 12:33. I messaggeri dell'Eterno devono ubbidire a questo ordine e gridare: "...dichiara al mio popolo le sue tra sgre ssi oni, e alla casa di Giacobbe i suoi peccati!" Isaia 58:1. TT1 55 1 L'opera di Dio deve svilupparsi e se il popolo di Dio si atterrà ai consigli dell'Eterno, rimarranno soltanto pochissimi beni che saranno consumati nel giorno del giudizio. TT1 55 2 Tutti avranno riposto i loro tesori là dove la tignola e la ruggine non posson o distru gge rli e non si sentiranno più legati alle realtà terrene. ------------------------Capitolo 13: Lezioni tratte dalle parabole TT1 56 1 Mi fu mostrato che la parabola dei talenti non è stata capita. Questa importante lezione fu data ai discepoli affinché ne beneficiassero anche i cristiani che sarebbero vissuti negli ultimi giorni. TT1 56 2 I talenti non rappresentano solo l'abilità nella predicazione o nella conoscenza della Parola di Dio; la parabola si applica anche a quei beni temporali che Dio ha affidato al suo popolo. Coloro che avevano ricevuto cinque o due talenti li fecero fruttare e ne raddoppiarono il valore. TT1 56 3 Dio vuole che quanti dispongono di beni mettano a frutto il denaro investendolo nella sua opera per diffondere il messaggio della verità. Se questo messaggio è vivo nel cuore di chi lo ha ricevuto, egli contribuirà senza riserve e con i propri mezzi a trasmetterlo ad altri; così, mediante il suo impegno, il suo influsso e i suoi beni, altri conosceranno la verità e a loro volta inizieranno a lavorare per il Signore. TT1 56 4 Vidi che alcuni, pur dicendosi discepoli del Cristo, imitano l'uomo che ha nascosto sotto terra il suo talento. Essi non utilizzano quanto posseggono per il bene dell'opera di Dio. Pretendono che tutto ciò che hanno sia di loro proprietà e vogliono quindi disporne liberamente. TT1 56 5 Molti non saranno salvati grazie alle iniziative che avrebbero potuto essere realizzate con il denaro dell'Eterno. Gli angeli registrano fedelmente le azioni degli uomini e quando coloro che appartengono alla casa di Dio vengono giudicati, accanto a ogni nome è scritta la sentenza. TT1 56 6 L'angelo ha l'incarico di non risparmiare i servitori infedeli, ma di colpirli nel giorno del giudizio. Quello che era stato loro affidato verrà tolto, i beni terreni si dissolveranno ed essi perderanno tutto. Le corone che avrebbero dovuto cingere le loro fronti, se fossero stati fedeli, sono poste sul capo di quanti sono stati salvati grazie al sacrificio dei fedeli che hanno messo a disposizione di Dio quanto possedevano. Per ogni essere umano che è stato salvato vengono aggiunte delle stelle alla loro corona di gloria, accrescendo così la loro ricompensa eterna. TT1 56 7 Mi fu anche rivelato che la parabola dell'economo infedele insegna una lezione. "...Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; affinché, quand'esse verranno meno, quelli vi ricevano nei tabernacoli eterni". Luca 16:9. TT1 56 8 Se noi, su questa terra, utilizziamo i nostri mezzi alla gloria di Dio accumuliamo un tesoro in cielo e quando i beni terreni perderanno il loro valore, il servitore fedele avrà in Cristo e negli angeli degli amici che lo riceveranno nelle dimore celesti. Responsabilità nei confronti di Dio TT1 57 1 "Chi è fedele nelle cose minime, è pur fedele nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi". Luca 16:10. Colui che è un fedele amministratore dei beni terreni, cioè delle piccole cose, e utilizza saggiamente ciò che gli è stato affidato, sarà fedele al suo impegno di cristiano. "Chi è ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi". Chi avrà sottratto a Dio quello che gli è stato prestato sarà anche infedele nella vita spirituale. "Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere?" Luca 16:11. Se siamo infedeli nell'amministrare ciò che Dio ci affida, egli non ci assicurerà l'eredità della vita eterna. "E se non siete stati fedeli nell'altrui, chi vi darà il vostro?" Luca 16:12. TT1 57 2 Gesù ci ha redenti, ma siamo messi alla prova per vedere se siamo degni della vita eterna. Dio ci mette alla prova affidandoci i beni terreni. Se siamo fedeli, condividendo con altri ciò che ci ha donato, in modo da contribuire allo sviluppo della sua opera, Dio ci donerà la vita eterna. "...Voi non potete servire a Dio ed a Mammona". Luca 16:13. "...Se uno ama il mondo, l'amor del Padre non è in lui". 1 Giovanni 2:15. TT1 57 3 Dio è rattristato dalla trascuratezza e dall'indolenza con la quale molti, che si dicono suoi figli, si occupano dei loro interessi temporali. Sembra che essi abbiano assolutamente dimenticato che i beni di cui dispongono appartengono a Dio al quale dovranno, un giorno, render conto della loro amministrazione. Alcuni trascurano i propri interessi economici. Satana ne prende atto e interviene al momento opportuno per sottrarre agli osservatori del sabato molto denaro che passerà quindi nelle sue mani. Alcuni, già avanti con gli anni, non si preoccupano affatto di sistemare la loro situazione economica in vista della successione ed ecco che, improvvisamente, si ammalano e muoiono; i loro figli, che non hanno nessun interesse per la verità, diventano padroni di tutto. Satana è riuscito, in tal modo, a orientare la situazione in suo favore. "Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? E se non siete stati fedeli nell'altrui, chi vi darà il vostro?" Luca 16:11, 12. TT1 57 4 Mi fu rivelato che Satana e i suoi seguaci si sono occupati direttamente dei beni del cosiddetto popolo di Dio più che il Signore stesso. Gli amministratori di Dio negli ultimi tempi non sono avveduti: essi permettono a Satana di controllare i loro affari e di utilizzare quello che invece appartiene all'opera di Dio. Io vidi che gli amministratori di Dio possono essere fedeli e gestire i propri affari terreni con correttezza, onestà, giustizia. È un privilegio particolare e anche un dovere delle persone anziane e deboli, di coloro che non hanno figli, destinare, alla loro morte, i propri beni affinché possano essere utilizzati per l'opera di Dio. Vidi che Satana e i suoi angeli esultano delle vittorie che riportano. Quelli che dovrebbero essere saggi eredi della salvezza lasciano quasi volutamente che il denaro scivoli nelle mani del nemico. Essi rafforzano così il regno dell'Avversario e sembrano felici. ------------------------Capitolo 14: Garanzie per i non credenti TT1 58 1 Vidi che a Dio non piace che il suo popolo si renda garante per i non credenti. La mia attenzione fu attratta da questi testi: "Non esser di quelli che dan la mano, che fanno sicurtà per debiti". Proverbi 22:26. "Chi si fa mallevadore d'un altro ne soffre danno, ma chi odia la mallevadoria è sicuro". Proverbi 11:15. Economi infedeli! Essi si fanno garanti di quello che appartiene al Padre celeste mentre Satana è pronto ad aiutarli a impadronirsene. Gli osservatori del sabato non si uniranno con i non credenti. Il popolo di Dio ha troppa fiducia nelle parole degli estranei e si rivolge ad essi per ricevere consigli, mentre dovrebbe astenersene. Satana se ne serve come suoi agenti per mezzo dei quali riesce a danneggiare e a derubare i figli dell'Altissimo. TT1 58 2 Alcuni non hanno le capacità necessarie per amministrare le ricchezze terrene e Satana ne approfitta. In casi simili dovrebbero sapere chiaramente come comportarsi. Dovrebbero essere abbastanza umili per lasciarsi consigliare da quei fratelli di cui possono fidarsi, prima di trovarsi sommersi da difficoltà insormontabili. Mi fu ricordato il passo di Galati 6:2: "Portate i pesi gli uni degli altri..." Alcuni, prima di impegnarsi in un affare, non sono abbastanza umili da lasciarsi consigliare da coloro che hanno maggiore esperienza e finiscono per mettersi nei guai. Soltanto a quel punto si rendono conto della necessità del parere e dell'intervento dei fratelli, ma ormai è difficile andare in questa direzione a causa delle circostanze che si sono venute a creare. I fratelli non ricorreranno ai tribunali, se ciò può essere evitato, perché il Nemico potrebbe approfittarne ingannandoli e complicando la situazione. Sarebbe meglio, anche a costo di rimetterci, raggiungere un accordo amichevole. ------------------------Capitolo 15: Il giuramento TT1 59 1 Alcuni figli di Dio hanno commesso degli errori di valutazione in merito al significato del giuramento e Satana ne ha approfittato per opprimerli e sottrarre loro il denaro del Signore. Vidi che le parole di Gesù: "Del tutto non giurate!" non si riferivano al giuramento che si presta in tribunale. "Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; No, no; poiché il di più vien dal maligno" (Matteo 5:37) si riferisce alla normale conversazione. Alcuni esagerano nel loro linguaggio: giurano sulla propria vita, sulla propria testa; sicuri come sono di vivere; sicuri come sono di avere una testa. Altri prendono il cielo e la terra come testimoni. Altri ancora affermano che Dio li colpisca e li incenerisca se quel che dicono non è vero. È proprio da questo modo di parlare che Gesù mette in guardia i suoi discepoli. TT1 59 2 Esistono le autorità stabilite e le leggi che governano i popoli. Se non fosse così le condizioni del mondo sarebbero peggiori di quelle attuali. Alcune di queste leggi sono buone, altre meno. Queste ultime stanno aumentando e in futuro ciò provocherà enormi difficoltà. Ciononostante Dio sosterrà il suo popolo e lo aiuterà a restare fedele e a vivere in armonia con i principi della sua Parola. Quando le leggi umane sono in contrasto con la Parola e con la legge di Dio dobbiamo ubbidire a quest'ultima, senza preoccuparci delle conseguenze. TT1 59 3 La legge del nostro paese che prevede di restituire lo schiavo al suo padrone non deve essere osservata; dobbiamo subire le conseguenze di questa violazione.1 Lo schiavo non è proprietà di nessuno. Soltanto Dio è il Signore degli uomini. TT1 59 4 Io vidi che il Signore si serve ancora delle leggi umane. Mentre Gesù è nel santuario celeste, lo Spirito di Dio influisce ancora sui governi e sui popoli. Satana, però, esercita un controllo così forte sulle masse che senza le leggi umane sperimenteremmo sofferenze maggiori. Mi fu mostrato che quando è veramente necessario, e si tratta di testimoniare in funzione della giustizia, il giuramento non costituisce una violazione della Parola di Dio, perché i figli di Dio prendono solennemente l'Eterno a testimone che quanto dicono è pura verità e nient'altro che verità. TT1 59 5 L'uomo è così corrotto che ha bisogno di leggi che lo rendano responsabile degli atti commessi. Alcuni non hanno nessun timore di mentire ad altri uomini; però è stato insegnato loro, tramite l'azione dello Spirito di Dio, che è una cosa terribile mentire a Dio. L'esperienza di Anania e Saffira ne è un esempio. Quando il caso viene sottoposto a Dio, se qualcuno testimonia il falso, in realtà non offende l'uomo, ma Dio, che legge nei cuori e conosce la verità. Le nostre leggi ritengono che il falso giuramento sia un grave delitto. Dio spesso ha punito coloro che rendevano falsa testimonianza: l'angelo sterminatore ha colpito il bugiardo mentre il falso giuramento era ancora sulle sue labbra, per spaventare chi agisce male. TT1 60 1 Mi fu mostrato che se sulla terra qualcuno può testimoniare fedelmente sotto giuramento, questo è proprio il cristiano: egli vive sotto lo sguardo di Dio e cresce grazie alla sua forza. Quando la legge deve pronunciarsi su fatti di una certa importanza, nessuno meglio del cristiano può rivolgersi a Dio. L'angelo mi fece notare che Dio giura per se stesso. Cfr. Genesi 22:16; Ebrei 6:13, 17. Egli giurò ad Abramo (cfr. Genesi 26:3), a Isacco (cfr. Salmi 105:9; Geremia 11:5), a Davide (cfr. Salmi 132:11; Atti 2:30). Dio chiedeva agli israeliti di prestare giuramento. Cfr. Esodo 22:10, 11. Gesù, durante il processo, si sottopose al giuramento. "E il sommo sacerdote gli disse: Ti scongiuro per l'Iddio vivente a dirci se tu se' il Cristo, il Figliuol di Dio. Gesù gli rispose: Tu l'hai detto..." Matteo 26:63, 64. Se Gesù avesse inteso parlare del giuramento in occasione di un giudizio, avrebbe rimproverato il sommo sacerdote e approfittato della circostanza per sottolineare l'importanza dei suoi insegnamenti per il bene dei discepoli presenti. Satana è contento che alcuni abbiano considerato il giuramento sotto una falsa luce, perché questo gli ha permesso di opprimerli e di sottrarre loro il denaro del Signore. I figli di Dio devono essere più avveduti, elaborare i loro piani e prepararsi ad affrontare e sostenere le astuzie di Satana perché egli si impegnerà più di quanto non abbia fatto in passato. TT1 60 2 Alcuni hanno dei pregiudizi nei confronti dei nostri governanti e delle leggi; eppure se non ci fossero queste leggi, il mondo si troverebbe in uno stato spaventoso. Dio agisce sui nostri governanti. Egli ha fissato dei limiti che non possono essere superati. Alcuni sono controllati da Satana, ma altri sono agenti di Dio e alcuni si convertiranno alla verità. Ora svolgono il ruolo assegnato loro dal Signore. Quando Satana agisce tramite i suoi agenti, vengono elaborate delle proposte che, se eseguite, potrebbero ostacolare l'opera di Dio e ne risulterebbero conseguenze terribilmente negative. Anche gli angeli di Dio agiscono sugli agenti umani di cui Dio si serve affinché si oppongano a progetti simili e presentino delle motivazioni valide alle quali Satana e i suoi angeli non possono opporsi. Un piccolo numero di uomini, collaboratori di Dio, saranno in grado di arginare il male. L'opera del Signore potrà così svilupparsi fino alla fine della proclamazione del messaggio del terzo angelo e questi collaboratori di Dio avranno la possibilità di udire la verità. Alcuni di essi si convertiranno: uniti ai santi di Dio resisteranno nel tempo della distretta. Quando Gesù lascerà il luogo santissimo del santuario celeste, il suo Spirito si ritirerà dalla terra e non agirà più sui popoli che rimarranno sotto l'incontrastato dominio degli angeli malvagi. Satana consiglierà l'emanazione di leggi tali che, se il tempo di distretta non fosse breve, nessuno potrebbe essere salvato. ------------------------Capitolo 16: Doveri nei confronti dei figli TT1 61 1 Mi è stato mostrato che i genitori non hanno un atteggiamento adeguato nei confronti dei figli: non li hanno saputi guidare come avrebbero dovuto, ma si sono compiaciuti del loro orgoglio e delle loro inclinazioni. Anticamente l'autorità paterna era rispettata: i figli erano sottomessi ai genitori, li stimavano e li onoravano, ma in questi ultimi tempi accade il contrario. Alcuni, infatti, sono condizionati dai loro figli e per paura di opporsi alla loro volontà finiscono per cedere; in realtà fino a quando i figli vivono nella casa dei genitori e dipendono da loro, devono sottomettersi. Padri e madri dovranno agire con decisione ed esigere che ogni loro richiesta opportuna sia soddisfatta. TT1 61 2 Eli avrebbe potuto benissimo tenere a freno i suoi figli, ma temeva di scontrarsi con loro. Tollerò il loro atteggiamento ribelle, tanto che essi divennero una vera maledizione per Israele. È necessario che i genitori insegnino la disciplina ai propri figli, perché la loro salvezza dipende molto dal comportamento dei genitori stessi. Amare veramente i propri figli non significa per forza soddisfarne i capricci. Alcuni ne coltivano l'orgoglio ricoprendoli di abiti e ornamenti che ne incoraggiano la vanità e li inducono a pensare che, in fondo, è l'apparenza esteriore che conta. Basta, però, frequentare per breve tempo questi ragazzi per convincersi che l'aspetto esteriore non è sufficiente a mascherare i difetti di un cuore privo delle virtù cristiane e pervaso di egoismo, arroganza e passioni sfrenate. Chi ama la semplicità, l'umiltà e la virtù dovrà evitare simili compagnie, anche se si tratta di figli di osservatori del sabato, perché sono dannose ed esercitano un influsso profondamente negativo. I genitori non si rendono conto dei cattivi frutti generati dal seme che hanno sparso. Esso germoglierà e produrrà nei figli il disprezzo per l'autorità familiare. TT1 61 3 Anche quando diventano adulti i figli devono rispettare i genitori e occuparsi di loro. Essi devono ascoltare i consigli dei genitori fedeli a Dio e non pensare che invecchiando siano ormai dispensati dai loro doveri nei confronti del padre e della madre. C'è un comandamento con promessa per chi onora i genitori. Negli ultimi tempi i figli si distingueranno a tal punto per la loro disubbidienza e mancanza di rispetto che Dio lo segnala come un segno della fine. Ciò significa che Satana riesce a controllare la mente dei giovani. Molti non hanno più rispetto per gli anziani: pensano sia una realtà ormai del tutto superata e fuori moda perché risale al tempo di Abramo. Dio dice: "...io l'ho prescelto affinché ordini ai suoi figliuoli, e dopo di sé alla sua casa..." Genesi 18:19. TT1 61 4 Anticamente i figli non potevano sposarsi senza il consenso dei genitori, anzi questi ultimi sceglievano per loro. Era considerata una colpa contrarre matrimonio sotto la propria responsabilità. Il progetto veniva prima sottoposto ai genitori che valutavano se la persona scelta era degna di entrare a far parte della famiglia e se le parti contraenti erano in grado di provvedere al mantenimento della propria famiglia. Era, inoltre, estremamente importante che gli adoratori del vero Dio non si sposassero con gente idolatra per evitare che la famiglia si allontanasse dal Signore. I figli, anche dopo il matrimonio, avevano sempre obblighi solenni nei confronti dei genitori e non prendevano decisioni senza aver chiesto il loro punto di vista. I figli, quindi, dovevano continuare a rispettare e a soddisfare i desideri dei genitori, quando non erano in contrasto con le esigenze divine. TT1 62 1 Mi fu nuovamente presentata la condizione dei giovani in questi ultimi tempi: essi sono senza controllo. Genitori, dovreste iniziare a disciplinare i vostri figli quando sono ancora piccoli e li tenete in braccio. Insegnate loro l'ubbidienza. Questo obiettivo può essere realizzato mostrandosi giusti e decisi. I genitori devono avere un assoluto autocontrollo e, con dolcezza e fermezza, educare la volontà del bambino finché egli non si sottometterà spontaneamente alle loro indicazioni. Risultati della negligenza TT1 62 2 L'educazione dei figli deve essere iniziata al momento giusto. Se la prima manifestazione di resistenza non viene arginata, i figli cresceranno nella ribellione. L'ostinazione, poi, aumenta e si rafforza con il passar del tempo. Alcuni, crescendo, ritengono sia del tutto naturale seguire le proprie inclinazioni e pensano che siano i genitori a doversi sottomettere ai loro desideri e soddisfarli. Insofferenti a ogni restrizione, pur essendo abbastanza grandi per aiutare i genitori, non assumono le responsabilità che dovrebbero già avere. Esentati da ogni incarico sono incapaci di essere utili in casa o fuori. Non riescono a portare avanti nessun impegno. I genitori hanno preso su di sé ogni peso e li hanno lasciati crescere oziosi e disordinati, senza un'idea precisa di ciò che significhi lavorare costantemente e risparmiare. Non è stato insegnato loro a rinunciare, anzi sono stati coccolati, viziati, accontentati nei loro capricci e la loro stessa salute è diventata precaria, delicata. I loro modi di fare e il loro comportamento non sono affatto gradevoli. Sono sempre scontenti e rendono infelici anche gli altri. Mentre erano ancora bambini e avevano bisogno di disciplina, è stato concesso loro di essere in compagnia di giovani che hanno esercitato su di loro un influsso negativo. TT1 62 3 La maledizione ricadrà inevitabilmente sui genitori infedeli. Essi non soltanto ne raccoglieranno i frutti, ma un giorno dovranno rendere conto di questa infedeltà in occasione del giudizio. Molti figli, infatti, in quel giorno condanneranno i propri genitori per non essere stati capaci di disciplinarli e li considereranno responsabili della propria rovina. L'indulgenza e l'amore cieco spingono i genitori a scusare le colpe dei figli e a evitare di punirli. In questo modo essi si perdono e il loro sangue ricadrà sui genitori che non hanno adempiuto il loro dovere. TT1 62 4 I figli cresciuti senza disciplina devono imparare tutto quando diventano discepoli del Cristo. Tutta la loro esperienza religiosa è influenzata dall'educazione ricevuta. Spesso, infatti, affiorano la stessa ostinazione, la stessa mancanza di spirito di sacrificio, la stessa insofferenza per i rimproveri, lo stesso egoismo, la stessa autonomia nel rifiutare i consigli o l'influsso positivo degli altri, la stessa indolenza, la stessa tendenza a evitare ogni responsabilità. Tutto ciò si rivela nei loro rapporti con la chiesa. Essi possono vincere le loro tendenze, ma la lotta è ardua! Com'è duro il conflitto! È difficile sottoporsi alla disciplina necessaria per raggiungere un carattere cristiano. Eppure, se alla fine essi riporteranno la vittoria, sarà loro permesso di vedere, prima della traslazione, com'erano vicini al baratro della distruzione eterna per la mancanza di un'adeguata educazione e scarsa sottomissione durante l'infanzia. ------------------------Capitolo 17: Il nome della nostra denominazione TT1 64 1 Ebbi una visione relativa alla scelta di un nome per il popolo di Dio. Mi furono presentate due categorie di persone: la prima era composta da grandi organizzazioni di cosiddetti cristiani. Essi disprezzavano la legge di Dio e s'inchinavano davanti alle istituzioni papali: osservavano il primo giorno della settimana come sabato del Signore. Nell'altra categoria, poco numerosa, si trovavano coloro che s'inchinavano davanti al grande Legislatore e rispettavano il quarto comandamento. Le caratteristiche fondamentali della loro fede erano: l'osservanza del settimo giorno e l'attesa del ritorno del nostro Signore dal cielo. TT1 64 2 Esiste un conflitto fra le esigenze di Dio e quelle della bestia. Il riposo nel primo giorno della settimana è un'istituzione papale in contraddizione diretta con il quarto comandamento, ma la bestia a due corna se n'è impadronita per mettere gli uomini alla prova. Un terribile avvertimento divino dichiara colpevole chiunque adori la bestia e la sua immagine: essi berranno il vino dell'ira di Dio versato puro nel calice della sua indignazione. TT1 64 3 Non potremmo scegliere un nome più adatto di quello che ricorda la nostra professione di fede e la esprime indicandoci come un popolo particolare. Il nome Avventisti del Settimo Giorno è un costante rimprovero al mondo protestante: esso traccia la linea di demarcazione fra gli adoratori di Dio e quanti adorano la bestia e ne ricevono il marchio. Il grande confronto si verifica fra i comandamenti di Dio e le pretese della bestia. Il dragone fa guerra ai santi proprio perché essi osservano tutti e dieci i comandamenti. Se essi rinunciassero alle caratteristiche della loro fede, il dragone si placherebbe; mentre la sua ira cresce perché essi osano sostenere le loro convinzioni anche in piena opposizione con il mondo protestante che si inchina davanti all'istituzione papale. TT1 64 4 Il nome Avventisti del Settimo Giorno sottolinea le vere caratteristiche della nostra fede e potrà convincere chi desidera conoscere la verità. Simile a una freccia della faretra del Signore, esso ferirà i trasgressori della legge di Dio e indurrà al pentimento e alla fede in Cristo. TT1 64 5 Mi fu rivelato che quasi tutti i fanatici che desiderano nascondere i propri sentimenti, per sviare gli altri, pretendono di appartenere alla chiesa di Dio. Un nome simile farebbe nascere subito dei sospetti perché è utilizzato per conciliare gli errori più assurdi ed è troppo vago per definire il popolo di Dio degli ultimi tempi: esso, infatti, farebbe quasi supporre che abbiamo una fede che desideriamo tenere nascosta. ------------------------Capitolo 18: Una consacrazione totale TT1 65 1 Cari fratello e sorella K., la mia ultima visione si riferiva alla vostra famiglia. Il Signore esprime misericordia nei vostri confronti e non vi abbandonerà se non lo dimenticherete. L. e M. sono tiepidi e devono scuotersi e impegnarsi in vista della loro salvezza, altrimenti perderanno la vita eterna. Essi devono sentire il peso delle proprie responsabilità e vivere un'esperienza personale; hanno bisogno che lo Spirito Santo compia un'opera nei loro cuori, un'opera che li porterà ad amare e preferire la compagnia del popolo di Dio sopra ogni altra cosa e separarsi da quanti non amano le cose spirituali. Gesù chiede un sacrificio completo, una consacrazione totale. TT1 65 2 L. e M., non vi siete resi conto che Dio vuole tutto il vostro affetto, nonama un cuore diviso. Avete fatto una professione di fede, ma siete scesi al livello di coloro che, normalmente, di cristiano hanno solo il nome. Amate la compagnia di giovani che non si interessano delle sacre verità che professate. Vi siete adeguati allo stile di vita dei vostri amici, accontentandovi di un tipo di religione che vi rende graditi a tutti, senza rischiare la disapprovazione di qualcuno. TT1 65 3 Il Cristo chiede tutto. Se egli chiedesse meno, il suo sacrificio risulterebbe troppo grande, troppo caro per un livello così modesto. La nostra fede grida: "Separazione!" Non dobbiamo conformarci al mondo e neppure a quanti, insensibili e senza cuore, si dicono cristiani. "...Siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente..." Romani 12:2. Questa è la via del sacrificio Quando pensate che la via sia troppo stretta ed esiga rinunce, quando dite: "Com'è duro abbandonare tutto", chiedetevi: "Che cosa ha fatto il Cristo per me?" La risposta sminuirà qualunque cosa possiamo considerare una rinuncia. TT1 65 4 Contemplate Gesù nel giardino mentre suda grosse gocce di sangue. Un angelo è stato inviato dal cielo per sostenere il Figlio di Dio. Seguitelo nel suo cammino verso il pretorio, mentre viene deriso, schernito, insultato dalla folla furibonda. Guardatelo rivestito di quel vecchio mantello regale rosso porpora. Udite gli scherzi grossolani, la beffa crudele. Osservatelo mentre sulla sua nobile fronte viene deposta una corona di spine che viene poi percossa con un bastone per far penetrare gli aculei nella carne e il sangue sgorga dalle ferite. Udite la plebaglia che reclama a gran voce il sangue del Figlio di Dio. Gesù è consegnato nelle loro mani ed essi lo trascinano via pallido, debole, emaciato verso il luogo della crocifissione. Eccolo disteso sulla croce: i chiodi penetrano nelle mani e nei piedi. Guardatelo, inchiodato sulla croce, durante le lunghe ore di agonia, mentre gli angeli si velano il volto per non vedere l'orribile scena e perfino il sole si nasconde. Pensate a tutto questo e poi chiedetevi: "La via è davvero troppo stretta?" Interessi contrastanti TT1 66 1 Una vita combattuta sarà caratterizzata dal dubbio e dalle tenebre spirituali. Non potrete godere né delle consolazioni della religione né della pace che il mondo pretende offrirci. Non potete accontentarvi di fare il meno possibile, come suggerisce Satana; dovete impegnarvi e cercare di raggiungere l'obiettivoche vi siete proposti. È un privilegio rinunciare a tutto per seguire il Cristo. Non guardate gli altri, non imitateli: se lo faceste non raggiungereste obiettivi più elevati. Voi avete un unico e vero modello. Sarete al sicuro solo imitandolo. Lasciate che gli altri vivano nell'inerzia spirituale, se lo vogliono, ma cercate voi stessi di raggiungere un vero carattere cristiano. Formatevi un carattere adatto per il cielo e non limitatevi a vegetare; preoccupatevi della vostra salvezza. Voi tollerate ciò che minaccia di distruggere la vostra spiritualità; esso eclisserà tutta la bellezza e tutto l'interesse delle sacre pagine. L'amore per i romanzi, per le novelle e altre letture simili non esercita un influsso positivo sulla mente che dovrebbe essere consacrata al servizio di Dio. Esso provoca eccitazione, sviluppa enormemente l'immaginazione e riduce le capacità della mente rendendola inadeguata alle realtà spirituali. Esso distoglie lo spirito dalla preghiera e dalle esperienze che rafforzano la spiritualità. Leggete piuttosto ciò che può migliorare la conoscenza della Parola di Dio e alimenta un profondo desiderio di studiarla; tutto ciò non sarà pericoloso ma benefico. TT1 66 2 In visione vi ho visti privi di interesse per il Sacro Libro e impegnati in letture che eccitano le passioni e distruggono la spiritualità! Più approfondirete le Scritture, più vi appariranno belle e meno sarete interessati a dedicarvi a letture frivole. Lo studio quotidiano delle Scritture avrà sul vostro spirito un influsso positivo e santificante. Respirerete l'atmosfera del cielo. Non abbandonate questo prezioso volume che sarà per voi una guida e un amico nei momenti difficili. TT1 66 3 Nella vostra vita vi siete posti degli obiettivi e con quanta fermezza e perseveranza vi siete impegnati a raggiungerli! Voi avete fatto dei progetti, avete elaborato i vostri piani per realizzare le vostre aspettative. Ma c'è un'altra prospettiva davanti a voi, degna di uno sforzo perseverante, incessante, di un impegno che dura tutta la vita: la vostra salvezza, la vita eterna. Questa ricerca implica rinuncia, sacrificio e un'attenzione costante. Avete bisogno di essere purificati e di porvi sotto l'influsso benefico dello Spirito di Dio. Invece vi unite a persone che vi fanno dimenticare che portate il nome del Cristo e agite e vi vestite come loro. Uscite e separatevene TT1 66 4 Sorella K., ho visto che avete un'opera importante da compiere: dovete rinunciare all'orgoglio e interessarvi totalmente alla verità. Il vostro destino eterno dipende dal vostro comportamento attuale. Per conseguire la vita eterna dovete vivere per essa e rinunciare a voi stessi. Separatevi dal mondo! La vostra vita deve essere caratterizzata dalla sobrietà, dalla vigilanza e dalla preghiera. Gli angeli stanno osservando lo sviluppo del vostro carattere e vi valutano. Tutte le nostre parole e tutte le nostre azioni sono prese in considerazione da Dio. È un momento terribile e solenne. La speranza della vita eterna deve fondarsi su basi stabili, dev'essere definita dal vostro rapporto con Dio. Alcuni si affideranno al giudizio e all'esperienza di altri, anziché preoccuparsi di fare un profondo esame di coscienza e così lasceranno passare mesi e anni senza una testimonianza dello Spirito di Dio e una prova della sua accettazione. Essi ingannano se stessi: hanno una presunta speranza, ma sono privi delle qualità essenziali del cristiano. È necessario che subiscano una trasformazione completa e così il loro carattere nobile ed elevato li distinguerà come veri discepoli del Cristo. Vivere la nostra fede esige impegno e coraggio morale. TT1 67 1 Il popolo di Dio è un popolo speciale, il cui spirito non può amalgamarsi con lo spirito e l'influsso della società che lo circonda. Non potete desiderare di portare il nome del Cristo ed esserne, nello stesso tempo, indegni. Non potete desiderare di incontrarvi con Gesù facendo professione di una fede che è soltanto teorica. Non potete rischiare di rimanere delusi. Esaminate a fondo le basi della vostra speranza e siate onesti con voi stessi. Una presunta speranza non vi salverà mai. Ne avete valutato il costo? Temo di no. Decidete di seguire Gesù, a qualsiasi costo. Non potete farlo e, contemporaneamente, cercare la compagnia di quanti non si interessano della loro vita spirituale. Non potete unirvi a loro così come non si uniscono l'acqua e l'olio. TT1 67 2 È molto importante essere figli di Dio e coeredi del Cristo. Se questo rappresenterà per voi un privilegio, sperimenterete le sofferenze di Gesù. Dio legge nei vostri cuori. Mi fu mostrato che dovete cercarlo con tutto voi stessi e raggiungere il massimo livello dell'amore per non perdere la vita eterna. Forse vi chiederete: "La sorella White ha visto veramente tutto questo?" Sì e ho cercato di esporvelo e di trasmettervi le stesse impressioni che ho provato. Il Signore vi aiuti a considerarlo con attenzione! TT1 67 3 Caro fratello e cara sorella, vegliate con cura sui vostri figli. Lo spirito e l'influsso della società che ci circonda distruggeranno ogni loro desiderio di essere dei veri cristiani. Impegnatevi, quindi, per sottrarli alla compagnia di quei giovani che non s'interessano delle realtà spirituali. Essi devono fare dei sacrifici se un giorno vorranno raggiungere il cielo. TT1 67 4 Gesù dice: "Chi sceglierete fra me e il mondo?" Dio ci invita a una resa incondizionata del cuore e degli affetti. Se voi amate amici, fratelli, sorelle, padre, madre, case o terreni più di me, dice il Maestro, non siete degni di me. La religione propone allo spirito di seguire i veri principi. Così come l'ago della bussola indica il nord, i principi della religione indicano la gloria di Dio. Vi siete uniti a Dio tramite il battesimo, siete tenuti a onorare il vostro Creatore, a rinunciare al vostro egoismo, ai vostri affetti, alle vostre passioni e a orientare i vostri stessi pensieri all'ubbidienza alla volontà del Cristo. -- Testimonies for the Church 3:45 (1872). TT1 67 5 Il vostro attaccamento alla realtà terrena non vi rende propensi ad aprire la porta del vostro cuore a Gesù che bussa e vorrebbe entrare. Il Signore, che vi ha redenti con il suo sangue, aspetta ancora alla porta per essere ammesso; ma voi non aprite e non lo invitate a entrare. Alcuni hanno socchiuso leggermente la porta e hanno permesso che un piccolo raggio della luce che emana dalla sua presenza penetrasse all'interno, ma poi non lo hanno accolto: non c'era posto per lui. Il posto che doveva essergli riservato era già occupato. Gesù vi ha detto: "...se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco". Apocalisse 3:20. TT1 68 1 Avreste dovuto preoccuparvi di aprire. Per un certo periodo di tempo siete stati disposti a udire e ad aprire, ma anche questa buona intenzione è svanita e avete perso la possibilità di stabilire una profonda relazione con l'ospite celeste che avreste avuto il privilegio di ospitare. Alcuni, comunque, hanno aperto la porta del loro cuore e hanno accolto con gioia il loro Salvatore. -- Testimonies for the Church 2:216, 217 (1869). ------------------------Capitolo 19: Tempi difficili TT1 69 1 Ho visto sopraggiungere tempi molto difficili. Ho udito gemiti e grida d'angoscia e visto eserciti schierati in battaglia.1 Ho udito il rombo dei cannoni, il fragore delle armi, le grida della lotta corpo a corpo, i gemiti e le preghiere dei moribondi. Il suolo era coperto di morti e feriti. Ho visto le famiglie disperate a causa della miseria crescente. Anche ora molte famiglie soffrono perché sono in difficoltà, ma questa realtà peggiorerà. Tanti volti erano pallidi, sconvolti, segnati dalle privazioni. TT1 69 2 I figli di Dio dovrebbero vivere uniti da vincoli di fratellanza cristiana e dall'amore di Dio. Solo l'Eterno può essere rifugio e forza in questo tempo di calamità nazionali. Il popolo di Dio dovrebbe risvegliarsi e sfruttare ogni opportunità per diffondere la verità. Mi fu mostrato il paese colpito dalla desolazione, dall'inquietudine e dalla carestia. Satana sta cercando di tenere il popolo dell'Altissimo nell'inattività per impedirgli di diffondere il messaggio della verità, affinché sia giudicato e trovato mancante. TT1 69 3 Il popolo di Dio deve ascoltare gli avvertimenti e riconoscere i segni dei tempi. I segni del prossimo ritorno del Cristo sono troppo evidenti perché possano essere messi in discussione e, in vista di questi avvenimenti, chiunque professa di credere nel messaggio della verità deve diffonderlo con entusiasmo. Dio invita tutti, predicatori e laici, a risvegliarsi spiritualmente. Tutto il cielo è in azione: le ultime scene della storia di questa terra stanno per concludersi e noi dobbiamo già affrontare i pericoli degli ultimi giorni. Sì, grandi pericoli ci sovrastano e siamo passivi. Questa mancanza di fervore e di impegno per l'opera di Dio è preoccupante: questo torpore mortale viene da Satana che domina le menti degli osservatori del sabato non consacrati e li induce a essere gelosi gli uni degli altri, a biasimare e a criticare. Egli è un vero esperto nel seminare la divisione, affinché l'influsso e la forza dei figli di Dio rimangano confinati all'interno della chiesa e il loro tempo prezioso venga sprecato a dirimere piccole divergenze, mentre dovrebbe essere utilizzato per proclamare la verità. Questo è il momento di agire TT1 69 4 Mi è stato mostrato che il popolo di Dio aspetta che si verifichi un cambiamento e una nuova potenza s'impossessi di tutti. Ma in questa attesa rimarrà deluso. I figli di Dio devono agire, mettersi all'opera direttamente e con slancio, chiedendo al Signore di concederci un'esatta conoscenza di noi stessi. Le scene di cui siamo spettatori sono abbastanza eloquenti per indurci a risvegliarci e a diffondere il messaggio della verità a coloro che vorranno ascoltarlo. La messe sulla terra è quasi matura. TT1 70 1 È estremamente importante che i pastori si impegnino nella solenne opera di diffusione del messaggio del terzo angelo e vivano una vita santificata. Il Signore non manca di mezzi, né di possibilità con cui sviluppare la sua opera: egli può parlare quando vuole, tramite chi desidera, e la sua parola è così potente che realizzerà ciò che ha previsto. Ma se la verità non ha purificato e santificato i suoi messaggeri, essi parleranno in base alla loro esperienza personale. Comunicando un messaggio secondo una loro iniziativa e un punto di vista personale, trasmetteranno il proprio pensiero e non quello di Dio. Chi è chiamato da Dio è chiamato a essere santo, così colui che manifesta una vocazione deve esternarla tramite un comportamento e una conversione approvati da Dio, per dimostrare la sua fedeltà a colui che lo ha scelto. TT1 70 2 Coloro che predicano la verità, ma non sono stati santificati dal suo influsso, coloro che acconsentiranno a ricevere e sostenere un pastore che pronuncia parole e dottrine non giuste subiranno gravi conseguenze. Sono preoccupata per quei figli di Dio che affermano di credere nel solenne e importante messaggio della verità, perché so che molti di loro non sono né convertiti né santificati. Gli uomini possono ascoltare e accettare l'intera verità senza aver sperimentato la potenza dell'amore. Non tutti quelli che proclamano la verità saranno salvati. Disse l'angelo: "...Purificatevi, voi che portate i vasi dell'Eterno!" Isaia 52:11. TT1 70 3 È giunto il tempo in cui coloro che oggi hanno scelto di seguire il Signore per tutta la loro vita devono confidare solo in lui. Chiunque fa professione di pietà deve vivere un'esperienza personale. Un angelo registra fedelmente le parole e gli atti del popolo di Dio, altri vigilano sullo sviluppo del carattere e valutano la nostra moralità. Coloro che professano di credere nella verità devono essere integri ed esercitare il loro influsso per illuminare e condurre altri alla verità. Le loro parole e le loro opere sono il mezzo mediante il quale i principi della verità e della santità vengono trasmessi al mondo. Essi sono il sale della terra, la luce del mondo. TT1 70 4 Se guardiamo verso il cielo scorgeremo luce e pace, mentre guardando verso il mondo ci renderemo conto che ben presto non potremo contare più su nessuna protezione. Per noi non esiste nessun aiuto all'infuori di Dio; nell'attuale stato di confusione in cui versa il mondo possiamo sentirci al sicuro soltanto grazie a una fede autentica e aver pace solo se ci rifugiamo in Dio e aspettiamo da lui la salvezza. Su noi, oggi, risplende una luce maggiore di quella di cui disponevano i nostri padri e non possiamo essere accettati e onorati da Dio se assolviamo soltanto il compito che spettava a loro; non dobbiamo imitarne la fedeltà e lo zelo e agire come se essi fossero al nostro posto. TT1 70 5 Dobbiamo camminare nella scia della luce che brilla su di noi, diversamente questa luce si trasformerà in tenebre. Dio vuole che manifestiamo al mondo, tramite il nostro carattere e le nostre opere, lo spirito di unità che è in armonia con le sacre verità da noi professate e con lo spirito delle profezie che si stanno adempiendo in questi ultimi tempi. Se non li prendiamo in considerazione e rifiutiamo la loro guida, la verità che è penetrata nella nostra mente e lo Spirito che ha illuminato tutto il nostro essere ci giudicheranno e ci condanneranno. Eventi drammatici si profilano davanti a noi TT1 71 1 Che cosa posso dire per risvegliare il "rimanente" del popolo di Dio? Mi furono mostrate le terribili scene che si sarebbero profilate davanti a noi: Satana e i suoi angeli stavano concentrando tutte le loro forze per opporsi al risveglio del popolo di Dio. Egli sa che se la chiesa continuerà a vegetare si avvierà verso la sua rovina. Invito tutti coloro che si professano cristiani a fare un serio esame di coscienza, a confessare tutti i loro errori in vista del giorno del giudizio e l'angelo potrà scrivere accanto al loro nome: "Perdonati!" Fratello mio, sorella mia, se non approfittate di questi preziosi momenti della misericordia divina, non avrete scuse da accampare. Se non vi impegnate per risvegliarvi, se non dimostrerete vero zelo nel pentimento, questi momenti particolari trascorreranno rapidamente: sarete pesati sulla bilancia e trovati mancanti. Allora il vostro grido angoscioso non servirà a nulla e si adempiranno le parole del Signore: "Ma poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io mi riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano, e vi cadranno addosso la distretta e l'angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la scienza e non hanno scelto il timor dell'Eterno e non hanno voluto sapere dei miei consigli e hanno disdegnato ogni mia riprensione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli. Poiché il pervertimento degli scempi li uccide, e lo sviarsi degli stolti li fa perire; ma chi m'ascolta se ne starà al sicuro, sarà tranquillo, senza paura d'alcun male". Proverbi 1:24-33. ------------------------Capitolo 20: Doveri nei confronti dei poveri TT1 72 1 Ci siamo spesso posti delle domande riguardanti l'atteggiamento che si deve avere nei confronti dei poveri che entrano a far parte della nostra comunità. Noi stessi siamo stati a lungo perplessi su come occuparci in modo adeguato delle famiglie povere che osservano il sabato. Mentre ero a Roosevelt (New York), il 3 agosto 1861, ebbi una visione in merito. TT1 72 2 Dio non chiede ai nostri fratelli di assumersi la responsabilità di ogni famiglia povera che accetta il messaggio. Se lo facessero, i nostri pastori dovrebbero astenersi dall'entrare in nuovi campi perché i fondi verrebbero a mancare. Molti sono responsabili personalmente della loro povertà: non sono né diligenti né economi e non sanno usare saggiamente il denaro. Aiutandoli non si farebbe altro che danneggiarli. Alcuni saranno sempre poveri; pur godendo di maggiori possibilità la loro situazione non migliorerebbe perché non sanno amministrarsi e spenderebbero tutto quello che hanno ricevuto, poco o molto che sia. TT1 72 3 Altri non sanno cosa significhi la rinuncia e l'economia necessarie per pagare i debiti e avere una piccola riserva da cui attingere nei momenti difficili. Se la chiesa li aiutasse, anziché lasciare che si organizzino con i mezzi di cui dispongono, essi finirebbero per trovarsi in maggiori difficoltà perché si abituerebbero a dipendere dalla chiesa e si aspetterebbero di ricevere costantemente aiuti senza preoccuparsi affatto di risparmiare quando le circostanze lo permettono. Inoltre, quando non vengono aiutati, Satana li tenta e li induce a provare gelosia e risentimento nei confronti dei fratelli che considerano insensibili. Invece sono proprio loro che sbagliano. Si ingannano: essi non sono i poveri del Signore. TT1 72 4 Le direttive impartite nella Parola di Dio a proposito degli aiuti nei confronti dei poveri non si riferiscono a casi simili, ma riguardano gli infelici e gli afflitti. Dio, nella sua provvidenza, utilizza certe sofferenze per metterci alla prova. Vedove e invalidi rappresentano nella chiesa una fonte di benedizione. Essi sono uno di quei mezzi scelti da Dio per lo sviluppo del carattere dei discepoli del Cristo e per dare loro l'occasione di manifestare i tratti del carattere del nostro Redentore. Vedove, orfani e invalidi TT1 72 5 Molti, che pur vivendo da soli sono in difficoltà, decidono di sposarsi e formare una famiglia, sapendo che non dispongono del necessario per vivere. Inoltre, essi non sanno affatto organizzare la propria famiglia e il loro comportamento è caratterizzato da negligenza e pigrizia. Non hanno autocontrollo e sono impulsivi, impazienti, precipitosi. Quando queste persone accettano il messaggio della Parola di Dio, pensano di avere diritto all'assistenza da parte dei fratelli più abbienti e, se le loro aspettative non si realizzano, si lamentano della chiesa e la accusano di non vivere secondo la fede. In questo caso chi deve subirne le conseguenze? L'opera di Dio? Le finanze della chiesa devono essere investite per assistere queste famiglie di poveri? No. Sono i genitori che devono assumersi le loro responsabilità. Essi, in genere, non soffrono di maggiori privazioni pur avendo accettato il messaggio della verità. TT1 73 1 Nel cuore di alcuni dei nostri poveri è annidata una tendenza al male che se non sarà vinta provocherà la loro rovina. Essi hanno accettato la verità pur conservando le loro aspre e rozze abitudini ed è necessario che passi del tempo prima che riescano a rendersi conto dei propri limiti e si convincano che non sono in armonia con il carattere del Cristo. Essi considerano orgogliosi coloro che sono corretti ed educati e dicono: "La verità ci mette tutti sullo stesso piano". È un vero errore credere che la verità appiattisca coloro che l'accettano. La verità eleva, affina il gusto, santifica le nostre capacità e, se messa in pratica, rende il credente sempre più idoneo alla comunione con gli angeli nella città di Dio. Il messaggio della verità ha il compito di elevarci tutti a un livello più alto. TT1 73 2 I più saggi devono comportarsi sempre con nobiltà e generosità nei confronti dei fratelli più poveri e consigliarli per poi lasciare che affrontino le lotte della vita. Comunque la chiesa ha un dovere solenne: aver cura delle vedove, degli orfani e degli invalidi che non dispongono di risorse adeguate. TT1 73 3 La verità non santifica tutti coloro che semplicemente professano di credere. Essi, infatti, non sembra siano disposti a concedere un piccolo sconto sui prezzi dei loro prodotti a un fratello povero, mentre lo farebbero con un cliente qualsiasi. Essi non amano il loro prossimo come se stessi. Dio vorrebbe vedere meno egoismo e più altruismo. -- Testimonies for the Church 2:51, 217 (1868). ------------------------Capitolo 21: Lo spiritismo moderno TT1 74 1 La mia attenzione fu richiamata su questo testo biblico che si applica in modo particolare allo spiritismo moderno: "Guardate che non vi sia alcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo, e non secondo Cristo". Colossesi 2:8. Mi fu mostrato che migliaia e migliaia di persone sono state sedotte e ingannate dalla frenologia e dal magnetismo animale e hanno perso la fede. Se la nostra mente si lascerà coinvolgere da queste teorie, è quasi certo che perderà il suo equilibrio e finirà sotto il controllo di un demone. La "vanità ingannatrice" pervade le menti degli uomini, i quali pensano di avere il potere di compiere prodigi e quindi non desiderano ricevere una potenza maggiore e più elevata. I loro principi e la loro fede sono "secondo la tradizione degli uomini, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo". TT1 74 2 Gesù non ha mai insegnato una filosofia simile. Nei suoi insegnamenti non c'è nulla del genere. Non ha mai orientato la mente degli uomini a ripiegarsi su se stessa e ad aspirare a un certo potere, anzi ha rivolto i pensieri verso Dio, il Creatore dell'universo, colui che è la fonte della forza e della sapienza. Nel versetto 18 dello stesso capitolo si trova anche un avvertimento speciale: "Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via d'umiltà e di culto degli angeli affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla sua mente carnale". TT1 74 3 I maestri dello spiritismo si presentano in modo piacevole e insinuante per ingannarvi, e se voi prestate ascolto alle loro favole sarete sedotti dal nemico della giustizia e certamente perderete la vita eterna. Una volta caduti sotto l'influsso del grande seduttore sarete turbati e sopraffatti, perché il suo ascendente mina e distrugge la vostra fede in Cristo, come Figlio di Dio e non beneficiate del suo sacrificio. Coloro che sono stati ingannati da questa filosofia perdono la loro ricompensa finale. TT1 74 4 Essi cercano la salvezza tramite i propri meriti, si umiliano e sono disposti perfino a fare dei sacrifici; perdono la loro dignità fino al punto di credere a delle vere e proprie assurdità, considerandole rivelazioni dei loro defunti. Satana li ha accecati a tal punto che non sono più in grado di distinguere il bene dal male e così si attengono alle direttive che credono di ricevere da amici morti, spiriti che vivono in un mondo diverso dal nostro. TT1 74 5 Satana ha scelto un inganno particolarmente affascinante; un inganno che ha un effetto particolare su quanti hanno perso i propri cari. Gli angeli malvagi assumono le sembianze dei cari scomparsi, riferiscono fatti relativi alla loro vita terrena e agiscono come essi agivano da vivi. In tal modo essi inducono i parenti del morto a credere che i defunti siano degli angeli e come tali si rivolgono ai vivi e comunicano con loro. I viventi rendono un vero e proprio culto ai morti e attribuiscono alle loro parole un'importanza maggiore della Parola di Dio. Gli angeli malvagi che assumono le spoglie di congiunti deceduti rigettano completamente la Parola di Dio, considerandola una favola, oppure, quando risulta più convienente per i loro obiettivi, ne scelgono alcuni brani importanti che testimoniano del Cristo e li utilizzano per indicare la via che conduce al cielo. In realtà modificano quelle chiare affermazioni per adattarle alla propria natura corrotta e portare gli uomini verso la perdizione. Se si prendesse seriamente in considerazione la Parola di Dio, tutti potrebbero convincersi, se lo volessero, di questo inganno che seduce e distrugge lo spirito umano. TT1 75 1 La Parola di Dio, infatti, afferma esplicitamente che i morti non sanno nulla. In Ecclesiaste 9:5, 6 si legge: "Difatti, i viventi sanno che morranno; ma i morti non sanno nulla, e non v'è più per essi alcun salario; poiché la loro memoria è dimenticata. E il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole". Sul terreno di Satana TT1 75 2 Molti uomini, tratti in inganno, venerano i demoni credendo che essi siano gli spiriti dei loro amici defunti. La Parola di Dio dichiara espressamente che i morti non partecipano più a nessuna realtà terrena. TT1 75 3 Gli spiritisti, invece, affermano che i morti sono al corrente di tutto quello che accade nel mondo, che comunicano con i loro amici sulla terra, che forniscono informazioni utili e compiono miracoli. "Non sono i morti che lodano l'Eterno, né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio". Salmi 115:17. TT1 75 4 Satana, trasformato in angelo di luce, agisce con tutti gli inganni dell'ingiustizia. Colui che prese il Figlio di Dio, di poco inferiore agli angeli, per metterlo su un pinnacolo del tempio, o trasportarlo su una montagna altissima, facendo passare dinanzi a lui tutti i regni del mondo, può esercitare la sua azione anche sulla famiglia umana che è di gran lunga inferiore, sia per forza sia per sapienza, al Figlio di Dio, anche quando egli aveva assunto la natura umana. TT1 75 5 In quest'epoca di corruzione, Satana esercita il suo controllo su coloro che si allontanano dalla via maestra della fede e si avventurano sul suo terreno. Egli domina, in modo allarmante, su tali persone. Mi furono ricordate le parole: "...affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla sua mente carnale". Colossesi 2:18. TT1 75 6 Mi fu rivelato che alcuni, per soddisfare la propria curiosità, scherzano con il diavolo. Essi, in realtà, non credono nello spiritismo e solo all'idea di diventare dei medium se ne allontanerebbero inorriditi. TT1 75 7 Ciononostante si avventurano su quel terreno e si mettono in una posizione tale che Satana può esercitare su di loro tutto il suo potere. Essi non intendono affatto inoltrarsi in quella direzione, ma in realtà non sanno quello che fanno. Avventurandosi sul terreno del diavolo, permettono all'avversario di esercitare il suo potere su di loro. TT1 75 8 Il potente nemico li considera facili prede ed esercita la sua autorità anche contro la loro volontà. Quando poi desiderano riprendere il controllo di se stessi non possono più farlo: la loro mente è controllata da Satana, egli non se li lascia sfuggire e, gelosamente, trattiene la sua preda. Nessuna potenza, all'infuori di quella di Dio, inviata in risposta alle fervide preghiere dei suoi fedeli, può liberare un'anima caduta in questa trappola. La nostra unica salvaguardia TT1 76 1 L'unica nostra salvaguardia, ora, consiste nel ricercare la verità come è rivelata nella Parola di Dio, così come si cercherebbe un tesoro nascosto. Argomenti come il sabato, la natura dell'uomo e la testimonianza di Gesù sono le grandi e importanti verità che devono essere approfondite: esse rappresentano un'ancora di salvezza per il popolo di Dio in questi tempi così difficili. L'umanità comunque disprezza le verità della Parola di Dio e preferisce le favole. "...Non hanno aperto il cuore all'amor della verità per esser salvati. E perciò Iddio manda loro efficacia d'errore onde credano alla menzogna". 2 Tessalonicesi 2:10, 11. TT1 76 2 Gli uomini corrotti sono lusingati dalle relazioni che stabiliscono con questi spiriti satanici. Essi ritengono siano gli spiriti dei cari amici defunti e si esaltano pensando a questa loro capacità. "...Non attenendosi al Capo, dal quale tutto il corpo, ben fornito e congiunto insieme per via delle giunture e articolazioni, prende l'accrescimento che viene da Dio" (Colossesi 2:19) essi rinnegano colui che dà vigore al corpo affinché ogni membro possa crescere in Dio. TT1 76 3 Filosofie inutili. Le membra del corpo sono controllate dalla testa. Gli spiritisti, invece, non considerano il Capo e credono che tutte le membra del corpo possano agire indipendentemente; essi pensano che esistano delle leggi fisse che li guideranno progressivamente fino alla perfezione, senza che ci sia bisogno di un capo (Giovanni 15:1, 2, 4-6) ricorda: "Io sono la vera vite, e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, Egli lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo rimonda affinché ne dia di più... Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppur voi, se non dimorate in me. Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; cotesti tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano". TT1 76 4 Il Cristo è la sorgente della nostra forza. Egli è la Vite e noi siamo i tralci. Dobbiamo ricevere il nutrimento dal ceppo divino. Se rimaniamo privi della sua forza e del suo nutrimento, siamo come delle membra di un corpo privo di testa e ci ritroviamo proprio nella posizione che Satana desidera che occupiamo per riuscire a dominarci come vuole. Cfr. 2 Tessalonicesi 2:10, 11. Lo spiritismo è una finzione che si fonda sulla grande menzogna iniziale: "...No, non morrete affatto". Genesi 3:4. Migliaia di uomini si sono staccati dal ceppo. Essi sono membra di un corpo che non ha Gesù come capo e così un altro può guidare questo corpo: è Satana che li domina. TT1 76 5 Mi fu mostrato che Satana non può soggiogare le menti di coloro che oppongono resistenza. Coloro che si sono allontanati dalla via di Dio sono in serio pericolo perché si separano deliberatamente dal Signore e si privano del soccorso degli angeli. Satana, allora, sempre vigilante e sempre pronto a portare gli uomini alla rovina, comincia a presentare loro le sue seduzioni. Essi corrono un tremendo pericolo; qualora se ne accorgessero e cercassero di resistere alla potenza delle tenebre per liberarsi dagli inganni di Satana, si renderebbero conto che non si tratta di un'impresa facile perché si sono avventurati sul terreno del nemico ed egli li reclama come sua legittima proprietà. Egli non esiterà a impiegare tutte le sue energie e a chiamare in suo aiuto tutta la schiera degli angeli malvagi per strappare anche solo un uomo al Cristo. TT1 77 1 Quanti hanno permesso al diavolo di tentarli dovranno compiere sforzi sovrumani per sottrarsi al suo potere, ma quando cominceranno a lottare, quegli stessi angeli di Dio che essi hanno offeso li soccorreranno. Satana e i suoi seguaci non saranno affatto disposti a cedere la loro preda e quindi scoppierà un'accanita battaglia fra gli spiriti buoni e gli spiriti malvagi. Se coloro che hanno sbagliato continueranno a pregare e con profonda umiltà confesseranno i propri peccati, i potenti angeli di Dio vinceranno e li riscatteranno dal potere dei demoni. TT1 77 2 Quando vidi la corruzione della nostra epoca ebbi una stretta al cuore e fui sul punto di svenire. Vidi che gli abitanti della terra avevano riempito fino all'orlo il calice della loro malvagità, provocando la collera divina che si sarebbe estinta solo quando i peccatori sarebbero stati sterminati dalla faccia della terra. Satana è il nemico personale del Cristo, il promotore e il capo di ogni ribellione in cielo e sulla terra. La sua rabbia aumenta e noi non ci rendiamo conto della sua potenza. Se i nostri occhi si aprissero e potessimo vedere i demoni in azione contro coloro che si sentono sicuri e protetti, non ci sentiremmo affatto tranquilli perché gli angeli malvagi sono costantemente sulle nostre tracce. Per noi è naturale che gli empi siano pronti ad agire in base ai suggerimenti del Maligno; ma se le nostre menti non saranno vigili gli agenti invisibili di Satana prenderanno possesso di un nuovo terreno e opereranno meraviglie e miracoli sotto i nostri occhi. Siamo preparati a resistere grazie alla Parola di Dio, unica arma che possiamo usare con successo? TT1 77 3 Alcuni saranno tentati di credere che tali miracoli procedono da Dio. Gli ammalati saranno guariti e dei miracoli compiuti sotto i nostri occhi. Siamo pronti ad affrontare la prova che ci attende quando i prodigi di Satana si manifesteranno pienamente? Molti non saranno irretiti e ingannati? Allontanandosi dai precetti e dai comandamenti di Dio, e prestando attenzione alle favole, la mente di molti si prepara ad accettare queste false meraviglie. Noi tutti dobbiamo cercare di prepararci per la lotta che presto saremo chiamati ad affrontare. La fede nella Parola di Dio, studiata con preghiera e fedelmente messa in pratica, ci permetterà di difenderci nella lotta contro la potenza di Satana. Così, grazie al sangue del Cristo, saremo vincitori. ------------------------Capitolo 22: La religione in famiglia TT1 78 1 La mia attenzione fu attratta dalla grande responsabilità che pesa sul popolo di Dio. I credenti sono il sale della terra e la luce del mondo; essi, perciò, devono vivere secondo l'esempio del Cristo. Dovranno anche superare momenti difficili. Il nostro tempo è un periodo di prove e di lotte. In Apocalisse 3:21 il Salvatore afferma: "A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono". La ricompensa non verrà data a tutti coloro che si dicono discepoli del Cristo, ma a quelli che vincono come egli vinse. Dobbiamo studiare le vicende della vita del Maestro e imparare che cosa significhi testimoniare di lui davanti al mondo. TT1 78 2 Per trasmettere il messaggio del Cristo dobbiamo permettergli di vivere in noi. Nessuno può farlo veramente se non vive in sintonia con la mente e lo spirito del Cristo. Se fosse sufficiente un semplice formalismo e un riconoscimento teorico della verità potremmo dire che la via che conduce alla vita è larga e molti la trovano e la seguono. Dobbiamo capire che cosa vuol dire confessare il Cristo e renderci conto di come e in che cosa lo rinneghiamo. È possibile accettarlo a parole e rinnegarlo con le nostre azioni. I frutti dello Spirito, manifestati nella vita, sono la nostra vera confessione. Se abbiamo abbandonato ogni cosa per il Cristo, la nostra vita sarà umile, la nostra condotta sarà irreprensibile, degna del cielo. Confessare il Cristo significa anche accettare l'influsso potente e purificatore della verità che agisce sull'anima e riprodurre il carattere del Cristo nella nostra vita. Se le parole di vita eterna sono seminate nei nostri cuori, esse porteranno frutti di giustizia e di pace. TT1 78 3 Possiamo rinnegare il Cristo nella nostra vita cedendo all'amore per la comodità, all'egoismo, scherzando e giocando spensieratamente, cercando gli onori del mondo. Lo possiamo rinnegare tramite la nostra apparenza esteriore, conformandoci alle abitudini della società con atteggiamenti che esprimono l'orgoglio o con ornamenti costosi. È solo grazie a una vigilanza costante e alla perseveranza, unite a preghiere incessanti, che saremo in grado di manifestare il carattere del Cristo o l'effetto santificante della verità nella nostra vita. Molti allontanano il Cristo dalla loro famiglia perché dimostrano impazienza e impulsività. Persone simili devono riportare molte vittorie in questa direzione. TT1 78 4 La mia attenzione fu attratta dalla condizione miserabile dei nostri contemporanei. Ogni generazione è diventata sempre più debole tanto che malattie di ogni genere affliggono l'umanità. Migliaia di poveri esseri umani dal corpo deforme, dai nervi esausti e dalla mente ottenebrata conducono un'esistenza miserabile. Il potere di Satana sull'umanità aumenta e se il Signore non dovesse venire presto e distruggere questa potenza, la terra diventerebbe ben presto un luogo disabitato. TT1 79 1 Vidi che Satana esercita la sua potenza soprattutto nei confronti del popolo di Dio. Molti mi apparvero in preda al dubbio e alla disperazione. Le infermità fisiche si ripercuotono sulla mente. Un nemico potente e astuto ci osserva costantemente e fa uso della propria forza e della propria abilità per indurci ad allontanarci dal retto sentiero. Troppo spesso, purtroppo, accade che il popolo di Dio non vigili e quindi non si renda conto delle insidie di Satana. Il Maligno agisce ricorrendo a espedienti che gli permettono di non agire apertamente e così, spesso, riesce a raggiungere il suo scopo. TT1 79 2 Certi fratelli hanno investito del denaro in brevetti o attività simili e hanno indotto altri a fare altrettanto, ma essi non sono in grado di affrontare e di sopportare il peso delle preoccupazioni e delle perplessità tipiche di queste operazioni. Queste tensioni si ripercuotono sul corpo già debole e malato ed essi cedono allo scoraggiamento che li porta alla disperazione. Tali persone perdono ogni fiducia in se stesse, pensano che Dio le abbia abbandonate e non possa più avere misericordia di loro. Questi poveri esseri non saranno, però, lasciati in balia di Satana; essi potranno uscire dalle fitte tenebre che sembrano avvolgerli, basando la loro fede vacillante sulle promesse di Dio. Egli li libererà e trasformerà la loro tristezza e la loro disperazione in pace e gioia. Queste persone devono quindi imparare dalle loro sofferenze a non lanciarsi in simili imprese e a non permettere che altri fratelli le inducano con le loro lusinghe a impegnarsi in questi affari, perché le loro aspettative non si realizzeranno e quindi verranno a trovarsi privi di possibilità sullo stesso terreno di Satana. TT1 79 3 Il denaro che dovrebbe essere versato per lo sviluppo dell'opera di Dio si perde se viene investito in simili affari. Se qualcuno fra noi si sente libero di impegnarsi, e ha la capacità di farlo, non chieda ai suoi fratelli di mettersi in società con lui, ma solleciti altri capitali, provenienti dai non credenti. Il vostro nome e la vostra posizione di avventisti non danneggino i fratelli che vogliono consacrare i loro beni a Dio. Lasciate che siano altri, che non si preoccupano dello sviluppo dell'opera di Dio, a investire in brevetti e invenzioni. TT1 79 4 Mi fu mostrato che era necessario aprire le porte delle nostre case e dei nostri cuori al Signore. Quando ci impegneremo con fervore per noi e per le nostre famiglie, allora Dio ci aiuterà. Mi fu indicato che la semplice osservanza del sabato e le preghiere del mattino e della sera non dimostrano che siamo cristiani. Queste forme esteriori possono essere strettamente osservate anche in mancanza di un'autentica vita spirituale. "Il quale ha dato se stesso per noi affin di riscattarci da ogni iniquità e di purificarsi un popolo suo proprio, zelante nelle opere buone". Tito 2:14. Tutti quelli che si considerano discepoli del Cristo devono esercitare l'autocontrollo e non permettersi di parlare con impulsività o impazienza. Il padre di famiglia deve frenare le parole impulsive che sta per pronunciare e calcolare l'effetto delle proprie parole per evitare che esse lascino un'impronta negativa e dolorosa. TT1 79 5 Varie malattie e infermità colpiscono soprattutto le donne. La felicità della famiglia dipende molto da colei che è moglie e madre. Se essa è debole e nervosa, se è sovraccarica di lavoro, il suo spirito risente della debolezza del corpo e spesso essa si troverà in contrasto con la freddezza e l'incomprensione del marito. Egli, infatti, se tutto non procede come sperava, incolpa la moglie e non si rende conto delle sue responsabilità e delle sue preoccupazioni; non sempre simpatizza con lei e non sa che, agendo in questo modo, aiuta il nemico nella sua opera di divisione. Un marito saggio TT1 80 1 Egli dovrebbe, grazie alla sua fede, opporsi a Satana, ma in realtà sembra non distinguere il proprio interesse e quello della sua compagna: la tratta con indifferenza e non si rende conto di quello che fa. In questo modo distrugge la propria felicità e quella della famiglia. La moglie, infatti, si scoraggia e a poco a poco la speranza e l'entusiasmo svaniscono. Ella compie il suo lavoro quotidiano meccanicamente, semplicemente perché sa di doverlo fare. Questa sua mancanza di gioia e di coraggio si ripercuote su tutti i membri della famiglia. Molte famiglie avventiste sono infelici! Gli angeli trasmettono queste notizie vergognose in cielo, che vengono tutte registrate. TT1 80 2 Il marito deve manifestare un maggiore interesse per la famiglia e soprattutto essere molto affettuoso nei confronti di una moglie debole. Egli può guarirla da molte malattie perchè la gentilezza, la gioia e le parole d'incoraggiamento sono più efficaci delle migliori medicine. Esse infondono il coraggio nel cuore delle persone abbattute e depresse e la felicità che questi gesti e queste parole gentili assicurano alla famiglia, ripagheranno dieci volte lo sforzo compiuto. TT1 80 3 Il marito, inoltre, deve tener presente che la maggior parte della responsabilità di educare i figli ricade sulla madre che contribuisce a modellare il loro carattere. Questo pensiero deve renderlo più amabile e motivarlo a fare il possibile per alleviare la responsabilità di sua moglie. Il marito deve incoraggiare la moglie a contare su di lui e a orientare i suoi pensieri verso Dio, da cui è possibile attingere forza e pace e che dona riposo a chi è affaticato. Egli non deve ritornare a casa accigliato anzi, con la sua presenza, deve rallegrare la famiglia e incoraggiare sua moglie a rivolgersi a Dio per rafforzare la sua fede. Insieme essi possono contare sulle promesse di Dio e le sue benedizioni. La durezza, il malcontento e l'ira escludono la presenza di Gesù nella famiglia. Mi fu mostrato che gli angeli di Dio si ritireranno da una casa dove echeggiano parole sgradevoli e dove regnano il disordine e l'animosità. Una moglie serena TT1 80 4 Mi è stato anche mostrato che spesso la moglie ha grossi torti: non si impegna sufficientemente per autocontrollarsi e per far regnare la felicità nella sua famiglia. TT1 80 5 Spesso è di cattivo umore e si lamenta inutilmente. Il marito che ritorna a casa stanco e preoccupato, anziché udire parole liete e incoraggianti scorge un volto accigliato. Progressivamente il suo affetto per la moglie diminuisce e a poco a poco si allontana dalla famiglia. I suoi obiettivi svaniscono e il suo coraggio si affievolisce. Perde il rispetto di sé e quella dignità che Dio desidera egli conservi. Il marito è il capo della famiglia come il Cristo è il capo della chiesa; quindi ogni atteggiamento della moglie che miri a indebolire l'ascendente del coniuge e fargli perdere la sua dignità e la sua posizione di responsabilità rattrista Dio. È un dovere della moglie anteporre i desideri del marito ai propri e subordinare la propria volontà a quella del consorte. Entrambi, è vero, dovrebbero saper cedere, però la Parola di Dio dà la priorità al giudizio del marito. D'altra parte la dignità della moglie non ne risulterà per nulla menomata perché cede a colui che ha scelto come consigliere, come guida e come protettore. TT1 81 1 Il marito eserciterà la sua autorità in famiglia con dolcezza e fermezza. Alcuni hanno domandato: "Devo essere sempre vigilante e sentire continuamente su di me il peso della costrizione?" Mi è stato rivelato che dobbiamo preoccuparci di fare un profondo esame di coscienza e vegliare sulla nostra vita spirituale con estrema attenzione. Dobbiamo individuare il nostro punto debole e non perdere mai il controllo di noi stessi. "Poiché tutti falliamo in molte cose. Se uno non falla nel parlare, esso è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo". Giacomo 3:2. TT1 81 2 Il messaggio che ha illuminato la nostra esistenza, la verità che ha guidato le nostre coscienze condanneranno e distruggeranno il nostro spirito oppure lo santificheranno e lo trasformeranno. Noi viviamo in un'epoca vicina alla fine del tempo di grazia e non possiamo accontentarci di un'opera superficiale. La stessa grazia che fino ad ora è stata sufficiente non potrà più sostenerci. La nostra fede deve crescere e dobbiamo diventare più simili al Cristo sia nel comportamento sia nella disposizione d'animo per poter resistere, vittoriosamente, alle tentazioni di Satana. La grazia di Dio è sufficientemente abbondante perché ogni discepolo del Cristo possa goderne. Gli attacchi di Satana nei confronti della famiglia TT1 81 3 Il nostro impegno per resistere agli attacchi di Satana deve essere intenso e costante. Egli usa la sua forza e la sua abilità per cercare di sviarci dalla giusta direzione. Sorveglia i nostri movimenti per cogliere l'opportunità di nuocerci o di distruggerci. Egli lavora efficacemente nell'ombra, con grande successo, ingannando quanti sono all'oscuro delle sue insidie. Egli, infatti, se i suoi metodi di attacco fossero rivelati, non avrebbe successo nelle sue imprese. Gli strumenti di cui si serve per realizzare i suoi obiettivi e per lanciare le sue sfide spesso sono i membri delle nostre stesse famiglie. TT1 81 4 Quelli che amiamo possono parlare e agire in modo incauto e ferirci profondamente. Anche se non ne avevano l'intenzione, Satana ha ingigantito il valore delle loro parole e delle loro azioni per poterci colpire con uno dei suoi dardi. Noi, allora, ci irrigidiamo per resistere a chi, secondo noi, ci ha offesi e in questo modo incoraggiamo le tentazioni di Satana. Invece di pregare Dio per ricevere la forza di resistergli, permettiamo che la nostra gioia sia offuscata dalla decisione di tutelare quelli che noi chiamiamo "i nostri diritti". Diamo, così, a Satana un duplice vantaggio: manifestiamo l'amarezza del nostro animo e permettiamo che Satana si serva di noi come suoi agenti per ferire e rattristare quanti non avevano affatto l'intenzione di offenderci. Talvolta le esigenze del marito possono sembrare irragionevoli alla moglie; ma se ella esaminasse con calma e con serenità l'altro punto di vista e guardasse la situazione sotto la luce più favorevole al marito, si accorgerebbe che, cedendo e sottomettendosi al parere del coniuge, anche se ciò potrebbe urtare i suoi sentimenti, salverebbe entrambi dall'infelicità e permetterebbe loro di vincere le tentazioni di Satana. TT1 82 1 Vidi che il nemico ha cercato di mettere in crisi l'efficacia o la stessa vita dei credenti, cercando di turbare la loro pace nell'arco della loro esistenza. Però il suo potere è limitato. Egli può accendere il fuoco, ma Gesù e gli angeli veglieranno sui credenti fedeli affinché nulla sia consumato ad eccezione delle scorie. Il fuoco acceso da Satana non ha alcun potere sul metallo stesso. È comunque importante chiudere ogni possibile via di accesso a Satana. È dovere di ogni famiglia cristiana vivere in modo tale che egli non abbia l'occasione di servirsi delle parole o dei gesti per mettere gli uni contro gli altri. Ogni membro della famiglia dovrebbe ricordarsi che tutti devono impegnarsi a resistere a questo insidioso nemico; con preghiere ferventi e uniti da una fede incrollabile ognuno deve appoggiarsi sui meriti del sangue del Cristo e invocare la sua forza salvifica. Camminare per fede TT1 82 2 Le forze del male circondano gli uomini per nascondere ai loro occhi la visione di Gesù, tanto che in certi momenti possiamo solo aspettare con tristezza e stupore che questa nube svanisca. Questi momenti, talvolta, sono terribili: la speranza sembra lasciar posto alla disperazione che si impadronisce di noi. In quelle ore terribili dobbiamo imparare ad aver fiducia e a dipendere unicamente dai meriti del sacrificio del Cristo e, nonostante la nostra indegnità, contare completamente sulla potenza del Salvatore crocifisso e risorto. Fino a quando agiremo così non moriremo mai. Non è difficile contare sulla forza della grazia quando la luce risplende sul nostro sentiero, ma quando si deve aspettare con pazienza, mentre le nubi ci avvolgono e tutto appare oscuro, ci vuole fede e ubbidienza affinché la nostra volontà sia completamente sottomessa a quella di Dio. Ci lasciamo scoraggiare troppo facilmente e troppo rapidamente gridiamo a Dio di liberarci dalle prove, mentre dovremmo chiedere la pazienza necessaria per sopportare e la grazia per vincere. TT1 82 3 Senza fede è impossibile piacere a Dio. Nelle nostre famiglie possiamo godere della salvezza divina, ma dobbiamo credere in essa, vivere per essa e avere una fede costante e profonda in Dio. Dobbiamo dominare il nostro temperamento precipitoso e vigilare sulle nostre parole perché così potremo conseguire grandi vittorie. Se, invece, non controlliamo le nostre parole e il nostro carattere, diventeremo schiavi di Satana, che ci dominerà e ci sottometterà. Ogni parola scortese, precipitosa, impulsiva costituisce un'offerta che presentiamo a Satana. È un'offerta costosa, più costosa di qualsiasi sacrificio che possiamo offrire a Dio, perché essa distrugge la pace e la felicità dell'intera famiglia, distrugge la salute e non di rado provoca la perdita di un'eterna vita di felicità. TT1 82 4 Il freno che la Parola di Dio pone su di noi è per il nostro bene: esso accresce la gioia delle nostre famiglie e di quanti ci circondano; esso affina il nostro gusto, santifica la nostra capacità di giudizio e assicura la pace della mente per poi garantire, alla fine, la vita eterna. In questo modo cresceremo in grazia e in umiltà e sarà più facile esprimerci correttamente. Il nostro carattere, dominato dalle passioni, sarà guidato da un Salvatore che ci fortificherà costantemente. Gli angeli si soffermeranno nelle nostre case e con gioia trasmetteranno in cielo la notizia dei nostri progressi nella vita spirituale e scriveranno questi risultati positivi sui registri del cielo. ------------------------Capitolo 23: False idee sulla santificazione TT1 84 1 Dio sta mettendo alla prova il suo popolo per svilupparne il carattere. Gli angeli stabiliscono qual è il valore morale di ognuno e registrano fedelmente tutti gli atti dei figli degli uomini. Fra coloro che si dichiarano membri del popolo di Dio vi sono uomini corrotti che saranno messi alla prova. Quel Dio che legge nel cuore di ognuno rivelerà tutto ciò che è nascosto, anche le realtà meno sospette, affinché siano rimossi gli ostacoli che hanno impedito il progresso della verità e Dio abbia un popolo santo e purificato che proclama le sue leggi e i suoi giudizi. TT1 84 2 L'autore della nostra salvezza guida il suo popolo, passo dopo passo, purificandolo e preparandolo per la traslazione, lasciando indietro coloro che non sono disposti a lasciarsi guidare e che si accontentano della propria giustizia. "...Se dunque la luce che è in te è tenebre, esse tenebre quanto grandi saranno!" Matteo 6:23. L'illusione peggiore è quella che spinge l'uomo a essere contento di se stesso, a credere di essere giusto, di vivere nella verità, mentre in realtà si sottrae, si allontana dal popolo di Dio e ama le tenebre... TT1 84 3 Il fratello J. ha ricevuto dal pastore K. un falso insegnamento riguardante la santificazione, che non è in armonia con il messaggio del terzo angelo e distrugge l'amore in colui che l'accetta. Mi fu mostrato che il pastore K. era su un terreno pericoloso. Un tempo egli godeva delle benedizioni di Dio, oggi non più perché non ha apprezzato né amato il messaggio della verità che ha caratterizzato la sua vita. Attenendosi a una teoria metodista della santificazione, egli la presenta attribuendole la massima importanza, mentre considera di scarso valore le sacre verità per il nostro tempo. Avendo seguito la propria luce ha finito per essere sempre più avvolto nelle tenebre, allontanandosi sempre più dalla verità, tanto che ormai essa non esercita nessun influsso su di lui. Satana domina la sua mente e questo fratello ha danneggiato lo sviluppo dell'opera di Dio a nord del Wisconsin. I suoi frutti TT1 84 4 È stata la falsa teoria sulla santificazione del pastore K., che la sorella G. ha cercato di seguire, che l'ha trascinata in quel tremendo fanatismo. Il fratello K. ha confuso e sedotto molte menti con questa teoria sulla santificazione. Tutti quelli che l'hanno accettata perdono interesse e amore per il messaggio del terzo angelo. Si tratta di una teoria molto interessante perché apparentemente riveste di un alone di santità coloro che si trovano nelle tenebre, nell'errore e nell'orgoglio. Essa assicura loro un'apparenza di buoni cristiani, mentre in realtà rimangono profondamente corrotti. Si tratta di una teoria di "pace e sicurezza" che non mette in luce il male, non rimprovera e non condanna l'errore. Essa cura superficialmente le piaghe del popolo di Dio e grida "pace, pace" mentre pace non c'è. Uomini e donne dal cuore corrotto sono rivestiti dal manto della santità e vengono considerati come degli esempi del gregge, mentre in realtà sono degli agenti di Satana che se ne serve per attirare e ingannare gli uomini onesti e impedire loro di rendersi conto della forza e dell'importanza delle solenni verità proclamate dal terzo angelo. TT1 85 1 Il fratello K. è stato considerato un esempio, mentre in realtà ha ostacolato lo sviluppo dell'opera di Dio. La sua vita non è ineccepibile e in armonia con la legge di Dio e con la vita senza peccato del Cristo. La sua natura corrotta non si è trasformata. Tuttavia egli insiste sulla santificazione e inganna molti. Mi fu mostrata la sua opera del passato. Egli non ha guidato gli uomini verso la verità, non ha permesso che ancorassero la loro esperienza spirituale al messaggio del terzo angelo. Egli presenta la sua teoria della santificazione come un soggetto della massima importanza, attribuendo scarso rilievo al canale attraverso il quale proviene la benedizione di Dio. "Santificali nella verità: la tua parola è verità". Giovanni 17:17. La verità rivelata per la nostra epoca, che è il vero mezzo per la santificazione, non è apprezzata, anzi è addirittura calpestata. Gli uomini possono gridare "Santità, santità! Santificazione, santificazione! Consacrazione, consacrazione!" e non conoscere per esperienza il significato di quello che dicono, come non lo conosce il peccatore con le sue tendenze naturali. Dio ben presto toglierà loro quel manto di ostentata santificazione che alcuni, la cui mente è pervasa dalle proprie passioni, hanno indossato per nascondere i difetti del loro spirito. TT1 85 2 Le azioni degli uomini sono registrate fedelmente nei libri del cielo: nulla può rimanere nascosto agli occhi del Santo e dell'Altissimo. Alcuni si comportano in modo diametralmente opposto alla legge di Dio e per nascondersi ostentano una presunta consacrazione. Questa professione di santità non si manifesta, però, nella loro vita di tutti i giorni; essa non tende a elevare le loro menti e a condurli a ritrarsi "da ogni specie di male". 1 Tessalonicesi 5:22. Il mondo, gli angeli e gli uomini ci guardano. La nostra fede è disprezzata a causa del comportamento non corretto di coloro che sono diretti da una mente carnale. Essi professano solo una parte della verità, che garantisce loro una certa autorità, ma che non permette di essere in armonia con coloro che credono a tutta la verità. Qual è stato l'influsso del fratello K.? Quali sono i frutti del suo lavoro? Quanti sono stati condotti ad accettare la verità e sono stati rafforzati nelle loro convinzioni? TT1 85 3 Mi è stato mostrato il caso del sig. L. Egli parla molto di santificazione, però s'inganna e inganna altri. La sua santificazione dura il tempo della riunione, ma non supera la prova della vita. La santificazione biblica purifica la vita, ma il cuore del sig. L. non è stato purificato. Il male nasce dentro di noi e si manifesta nella vita permettendo ai nemici della fede di criticare gli osservatori del sabato. Essi giudicano l'albero dai suoi frutti. "...Abbiam rinunziato alle cose nascoste e vergognose, non procedendo con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma mediante la manifestazione della verità raccomandando noi stessi alla coscienza di ogni uomo nel cospetto di Dio". 2 Corinzi 4:2. TT1 86 1 Molti agiscono esattamente all'opposto di quanto è detto in questo versetto: agiscono con astuzia, falsificando la Parola di Dio. Essi non vivono nella verità. Parlano di santificazione accantonando la Parola di Dio. Pregano per la santificazione, cantano la santificazione, gridano la santificazione. Questi uomini dal cuore corrotto assumono un'aria innocente e si comportano apparentemente come persone consacrate, ma questo non dimostra affatto che essi seguono la verità: i loro atti lo rivelano. La loro coscienza è cauterizzata, ma il giorno del giudizio di Dio si avvicina e allora sarà manifestata l'opera di ciascuno: ognuno riceverà la retribuzione secondo le sue opere. TT1 86 2 L'angelo, additando L., disse: "Ma quanto all'empio, Iddio gli dice: Spetta egli a te di parlar de' miei statuti, e di aver sulle labbra il mio patto? A te che odii la correzione e ti getti dietro alle spalle le mie parole? Se vedi un ladro, tu ti diletti nella sua compagnia, e sei il socio degli adulteri. Tu abbandoni la tua bocca al male, e la tua lingua intesse frodi". Salmi 50:16-19. Dio eliminerà questi influssi negativi e libererà il suo popolo, se coloro che professano tutta la verità cercheranno l'aiuto del Signore. Nessuna santificazione nella disubbidienza TT1 86 3 Non c'è santificazione, quella presentata nella Bibbia, per coloro che rifiutano una parte della verità. Il messaggio della Parola di Dio è sufficiente perché nessuno possa sbagliare. La verità è così straordinaria che può essere apprezzata dalle menti più elevate; ma è anche alla portata dei più deboli e dei più umili figli di Dio, che possono capirla e ricevere consigli. Coloro che non scorgono la bellezza della verità e non attribuiscono importanza al messaggio del terzo angelo saranno inescusabili, perché la verità è chiara. TT1 86 4 "E se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che son sulla via della perdizione, per gl'increduli, dei quali l'iddio di questo secolo ha accecato le menti, affinché la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio, non risplenda loro". 2 Corinzi 4:3, 4. TT1 86 5 "Santificali nella verità: la tua parola è verità... per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati in verità". Giovanni 17:17, 19. TT1 86 6 "Avendo purificate le anime vostre coll'ubbidienza alla verità per arrivare a un amor fraterno non finto, amatevi l'un l'altro di cuore, intensamente". 1 Pietro 1:22. TT1 86 7 "Poiché dunque abbiam queste promesse, diletti, purifichiamoci d'ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio". 2 Corinzi 7:1. TT1 86 8 "Così, miei cari, come sempre siete stati ubbidienti, non solo come s'io fossi presente, ma molto più adesso che sono assente, compiete la vostra salvezza con timore e tremore; poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l'operare, per la sua benevolenza. Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, affinché siate irreprensibili e schietti, figliuoli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita, onde nel giorno di Cristo io abbia da gloriarmi di non aver corso invano, né invano faticato". Filippesi 2:12-16. "Voi siete già mondi a motivo della parola che v'ho annunziata". Giovanni 15:3. TT1 87 1 "Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, affin di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell'acqua mediante la Parola, affin di fare egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile". Efesini 5:25-27. TT1 87 2 Questa è la santificazione biblica. Essa non consiste soltanto in un'intervento esteriore per modificare le apparenze. Essa si ottiene tramite la verità. Penetra nel cuore e si concretizza nella vita pratica. TT1 87 3 Gesù, considerato come uomo, era perfetto, ma cresceva nella grazia. "E Gesù cresceva in sapienza e in statura, e in grazia dinanzi a Dio e agli uomini". Luca 2:52. Anche il cristiano più perfetto può crescere costantemente nella conoscenza e nell'amore di Dio. TT1 87 4 "Perciò, diletti, aspettando queste cose, studiatevi d'esser trovati, agli occhi suoi, immacolati e irreprensibili nella pace... crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in sempiterno. Amen". 2 Pietro 3:14, 18. Una crescita costante TT1 87 5 La santificazione non è l'opera di un attimo, di un'ora o di un giorno: essa è una crescita continua nella grazia. Non sappiamo, oggi, quanto sarà dura la lotta domani. Satana vive ed è attivo e abbiamo bisogno ogni giorno di invocare Dio con fervore perché egli ci aiuti e ci dia la forza di resistere. Fintanto che Satana regnerà, dovremo vincere le nostre tendenze, superare le tentazioni senza fermarci mai, perché non potremo mai affermare di avere definitivamente raggiunto l'obiettivo. "Non ch'io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il corso se mai io possa afferrare il premio; poiché anch'io sono stato afferrato da Cristo Gesù". Filippesi 3:12. TT1 87 6 La vita cristiana è un percorso in costante ascesa. Gesù affina e purifica il suo popolo; e quando la sua immagine è perfettamente riflessa nella vita dei suoi discepoli, essi sono perfetti e santi, pronti per la traslazione. Una grande opera è richiesta al cristiano. Noi siamo esortati a purificarci "da ogni contaminazione della carne e dello spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio". Questa è la grande opera che ci attende. Ogni ramo della vite deve attingere linfa e forza dal ceppo per portare frutto. TT1 87 7 Conseguire la vita eterna richiederà uno sforzo. Solo tramite un impegno costante e perseverante, una severa disciplina e un arduo conflitto saremo vincitori. Però, se pazientemente e con decisione, nel nome del Conquistatore che vinse per noi nel deserto della tentazione, vinceremo come egli vinse, riceveremo la ricompensa eterna. Il nostro impegno, la nostra rinuncia, la nostra perseveranza devono essere proporzionati al valore infinito dell'obiettivo che perseguiamo. -- Testimonies for the Church 3:324, 325 (1873). ------------------------Capitolo 24: La potenza di Satana TT1 88 1 L'uomo è prigioniero di Satana. La missione del Cristo mirava a riscattarlo dalla potenza del suo grande avversario. L'uomo è incline, per natura, a cedere alle tentazioni di Satana e non può resistere a un nemico così terribile se il Cristo, il grande Vincitore, non è in lui per guidare i suoi desideri e per comunicargli la sua forza. Solo Dio può limitare la potenza di Satana. Egli vaga sulla terra, percorrendola in ogni direzione, senza ridurre la sua vigilanza per paura di perdere anche una sola opportunità per distruggere gli uomini. È estremamente importante che il popolo di Dio si renda conto di tutto questo per sottrarsi agli inganni del nemico. TT1 88 2 Satana si prepara per la sua ultima battaglia contro i figli di Dio e agisce in incognita. "E non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce". 2 Corinzi 11:14. Mentre alcuni di coloro che sono stati sedotti non credono alla sua esistenza, egli li rende schiavi e li utilizza per realizzare i suoi progetti. Satana sa meglio di noi quanto sarebbe grande la forza del popolo di Dio, se esso cercasse di possedere la potenza del Cristo. Quando i credenti invocano umilmente il grande Vincitore per aiutarli, anche il più debole, appoggiandosi saldamente al Cristo, può respingere efficacemente il Maligno e i suoi angeli. Satana è troppo scaltro per presentare apertamente le sue tentazioni, infatti il cristiano potrebbe opporsi con tutte le sue forze e riceverebbe nuovo vigore dal potente Liberatore. Il nemico, allora, si presenta clandestinamente e opera tramite i suoi seguaci che si spacciano per persone pie. TT1 88 3 Satana manifesterà tutta la sua potenza per tormentare, tentare e sviare il popolo di Dio. Colui che osò affrontare, mettere alla prova e insultare il nostro Signore, che ebbe la possibilità di trasportarlo prima sul pinnacolo del tempio e poi su un'alta montagna, eserciterà tutta la sua potenza nei confronti di questa generazione che non ha la stessa saggezza del Maestro e non ne conosce la grandezza. TT1 88 4 Egli influenzerà in modo straordinario coloro che sono naturalmente inclini a eseguire i suoi ordini. Satana esulta quando si rende conto che molti lo considerano come un semplice mito. Ogni volta che non viene preso seriamente in considerazione o viene rappresentato con immagini irreali, o come un animale, ne trae vantaggio perché gli uomini finiscono per considerarlo un essere inferiore. Essi sono impreparati nei confronti dei piani machiavellici che ha elaborato ed egli risulta quasi sempre vincitore. Se invece si riconoscesse la sua potenza e la sua astuzia, molti sarebbero pronti e in grado di resistergli efficacemente. TT1 88 5 Tutti dovrebbero ricordarsi che un tempo Satana era un angelo di Dio e che se la sua ribellione gli impedì l'accesso al cielo, non distrusse però le sue facoltà, né lo ridusse allo stato animale. Successivamente ha utilizzato la sua potenza contro il governo di Dio; è diventato più abile e ha trovato il modo migliore per ingannare gli uomini con le sue tentazioni. L'inganno di Satana TT1 89 1 Satana ha inventato delle favole per sedurre gli uomini. Egli iniziò in cielo a minare le basi del governo divino e della sua legge. Egli ha indotto le masse dei cosiddetti cristiani a calpestare il quarto comandamento che presenta il Dio vivente. Ha sostituito il sabato del decalogo con uno dei giorni feriali della settimana. TT1 89 2 La prima, grande menzogna rivolta a Eva in Eden: "...non morrete affatto" (Genesi 3:4) fu il primo sermone che sia mai stato pronunciato sull'immortalità dell'anima. Quel sermone fu ascoltato e provocò terribili conseguenze. In seguito egli è riuscito a farlo accettare come espressione della verità, tanto che alcuni pastori lo predicano, lo cantano e lo pregano. TT1 89 3 L'idea dell'inesistenza dei demoni e la possibilità di essere salvati dopo il ritorno del Cristo sono diventate convinzioni molto diffuse. Le Scritture, però, insegnano chiaramente che il destino di ogni persona sarà fissato per sempre quando il Signore ritornerà: "Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; chi è contaminato si contamini ancora; e chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora. Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è meco per rendere a ciascuno secondo che sarà l'opera sua". Apocalisse 22:11, 12. TT1 89 4 Satana ha approfittato di queste favole popolari per nascondersi. Egli si avvicina ai poveri mortali, vittime dello spiritismo moderno, priva di ogni inibizione le menti degli uomini, divide le famiglie, suscita la gelosia e l'odio e permette che si sviluppino le peggiori tendenze. Gli uomini ignorano quasi completamente l'influsso negativo esercitato dallo spiritismo. Mi furono rivelate le terribili conseguenze di questa dottrina. Vidi che alcuni, avendo fatto un'esperienza nel campo dello spiritismo ed essendosene distaccati in seguito, tremavano ancora al pensiero di essersi trovati così vicino alla rovina totale. Essi avevano perso l'autocontrollo e su istigazione di Satana facevano tutto ciò che detestavano. Eppure, anch'essi hanno solo una vaga idea di cosa sia lo spiritismo. Pastori ispirati da Satana possono, con la loro eloquenza, camuffare questo mostro odioso, nasconderne le deformità e farlo apparire a molti sotto la luce migliore. Satana, però, rivendica il diritto di dominare su tutti coloro che, trascinati da questo errore, si avventurano su un terreno proibito perdendo così la protezione del loro Creatore. TT1 89 5 Alcuni uomini, che sono stati affascinati dall'eloquenza dei maestri dello spiritismo e hanno ceduto al loro influsso, più tardi si sono accorti del carattere satanico di questa seduzione. Vorrebbero rinunciarvi e distaccarsene, ma non riescono: Satana li tiene in suo potere e non ha la minima intenzione di lasciarli andare. Egli sa che essi sono in suo potere fintanto che riesce a tenerli sotto il suo diretto controllo e se riescono a sottrarsi alla sua autorità egli non potrà più indurli a cedere allo spiritismo e riaverli in suo potere. TT1 89 6 L'unico modo per questi uomini di giungere alla vittoria è che imparino a distinguere fra le verità bibliche e le favole. Rendendosi conto delle caratteristiche della verità riceveranno aiuto da Dio. Essi devono chiedere a coloro che hanno vissuto un'esperienza religiosa e hanno fiducia nelle promesse di Dio di intercedere in loro favore presso il grande Liberatore. Sarà una dura lotta. Satana verrà alla riscossa con i suoi angeli che hanno dominato su queste persone; ma se i santi di Dio, con profonda umiltà, digiuneranno e pregheranno, riporteranno la vittoria. Gesù ordinerà ai suoi angeli di resistere a Satana, che verrà respinto e il suo potere sugli afflitti cesserà. "Ed egli disse loro: Cotesta specie di spiriti non si può far uscir in altro modo che con la preghiera". Marco 9:29. TT1 90 1 I rappresentanti delle grandi religioni non possono resistere con successo allo spiritismo perché non hanno nulla da opporre al suo influsso negativo. Essi sono responsabili dei tristi risultati dello spiritismo perché hanno rigettato la verità preferendo le favole. Il sermone predicato da Satana ad Eva: "Voi non morrete affatto", sermone che affermava l'immortalità dell'anima, è stato raccolto e ripetuto dai pulpiti e la gente lo ha accettato come se si trattasse di una verità biblica, mentre è il fondamento dello spiritismo. TT1 90 2 La Parola di Dio non insegna in nessuna occasione che l'anima dell'uomo sia immortale: l'immortalità è un attributo che spetta unicamente a Dio. "...Il Re dei re e Signor dei signori, il quale solo possiede l'immortalità ed abita una luce inaccessibile;..." 1 Timoteo 6:15, 16. TT1 90 3 La Parola di Dio, se giustamente compresa e applicata, sarà una salvaguardia contro lo spiritismo. L'inferno, con il suo fuoco eterno, presentato e predicato dai pulpiti, è un'ingiustizia nei confronti di Dio e del suo carattere misericordioso. Esso, infatti, presenta il Padre celeste come il più spietato tiranno dell'universo. Questo dogma, diffuso e accettato da molti, ha condotto migliaia di uomini all'universalismo, all'incredulità e all'ateismo. La Parola di Dio è chiara: essa presenta una serie di verità meravigliose e rappresenterà un'ancora di salvezza per quanti desiderano accettarla, anche a costo di rinunciare a quelle favole nelle quali avevano creduto fino a quel momento. Essa li proteggerà contro le terribili mistificazioni degli ultimi tempi. Satana ha indotto i pastori di varie chiese ad attaccarsi con tenacia a questi errori popolari, esattamente come riuscì a spingere gli ebrei, nella loro cecità, a rimanere legati al sistema sacrificale e a crocifiggere il Cristo. Il rifiuto del messaggio della verità lascia gli uomini prigionieri di Satana e vittime del suo inganno. Nella misura in cui respingeranno i messaggi divini la potenza dell'inganno li dominerà. TT1 90 4 Mi fu mostrato che il vero popolo di Dio è il sale della terra e la luce del mondo. Dio esige dai suoi figli un progresso continuo nella conoscenza della verità e nel processo di santificazione. Essi si renderanno conto quando Satana li tenta e, con la forza di Gesù, sapranno resistergli. Satana chiamerà in suo aiuto delle legioni di angeli malvagi perché si oppongano ai progressi anche di un solo uomo e, se possibile, lo allontanino dal Cristo. La lotta per il controllo degli uomini TT1 90 5 Ho visto i demoni in lotta con gli angeli di Dio per esercitare il loro potere sugli uomini. La lotta era accanita. Essi creavano intorno a loro un'atmosfera negativa e tentavano di opprimere gli uomini uccidendo la loro sensibilità. Gli angeli vegliavano e si tenevano pronti per respingere i demoni. Non è compito degli angeli di Dio controllare la mente degli uomini contro la loro volontà. Se gli uomini cedono al nemico e non fanno nessuno sforzo per resistergli, gli angeli di Dio possono fare ben poco: si limiteranno semplicemente a tenere a freno gli angeli di Satana per impedire loro di agire, fino a quando una luce maggiore non illuminerà la via di coloro che sono in pericolo e sentono il bisogno dell'aiuto divino. Gesù non ordinerà agli angeli di liberare coloro che non fanno nessuno sforzo. TT1 91 1 Quando Satana si accorge che qualcuno sta per sfuggirgli, intensifica la sua azione per tenerlo prigioniero. Se poi una persona si rende conto del pericolo che corre e invoca intensamente Gesù per chiedere aiuto, Satana, temendo di perdere il controllo, ordina l'intervento dei suoi angeli affinché formino un muro di separazione per impedire che la luce del cielo la raggiunga. Se coloro che sono in pericolo perseverano e, nella propria debolezza, confidano in Cristo, il Salvatore ascolterà la preghiera fervente della fede e invierà i suoi angeli per incoraggiarli e liberarli. TT1 91 2 Satana non può sopportare l'intervento divino, perché teme e trema nei confronti della sua forza e della sua maestà. Al grido di una preghiera fervente, l'intero esercito di Satana trema. Il Maligno continua a chiamare legioni di angeli malvagi per realizzare i suoi progetti. Quando gli angeli di Dio, ricoperti dell'armatura celeste, soccorrono i deboli e i perseguitati, Satana e i suoi seguaci indietreggiano, sapendo che la battaglia è persa. I sudditi di Satana sono fedeli, attivi, impegnati a raggiungere uno stesso obiettivo. Pur odiandosi e lottando fra loro, essi sfruttano ogni occasione per far trionfare il loro interesse comune. Il Re del cielo e della terra ha quindi limitato la potenza di Satana. TT1 91 3 La mia esperienza è stata speciale: per anni ho sopportato prove particolari e la mia mente era turbata. La condizione del popolo di Dio e i miei rapporti con la sua opera hanno spesso determinato in me una tristezza e uno scoraggiamento che non si possono esprimere a parole. Per anni ho pensato alla morte come a una possibilità di riposo. Nella mia ultima visione chiesi all'angelo che mi accompagnava perché dovevo soffrire queste angosce e perché così spesso mi ritrovavo a lottare con Satana. Dovendo impegnarmi nell'opera di Dio chiesi di essere liberata da queste prove e pregai di essere protetta dagli angeli del Signore. TT1 91 4 Mi fu presentata la nostra vita passata e vidi che Satana aveva cercato in vari modi di limitare la nostra efficacia. Varie volte egli aveva elaborato dei piani per allontanarci dall'opera di Dio e si era servito di vari agenti per realizzare i suoi progetti, ma grazie al ministero degli angeli era stato sconfitto. Mi fu mostrato che durante i nostri viaggi aveva spesso inviato dei demoni per provocare degli incidenti che avrebbero potuto risultare fatali per la nostra vita, ma degli angeli erano sempre stati inviati per liberarci. Vari incidenti hanno messo mio marito e me in grave pericolo e siamo stati salvati in modo meraviglioso. Mi fu mostrato che eravamo stati oggetto degli attacchi di Satana a causa del nostro impegno nell'opera di Dio. Quando mi resi conto della protezione che Dio accorda in ogni istante a coloro che lo amano e lo rispettano fui pervasa da un profondo sentimento di speranza e di fiducia in Dio e mi sentii colpevole per la mia mancanza di fede. TT1 92 1 Tramite la manifestazione di un potere soprannaturale, utilizzando il serpente come suo strumento, Satana provocò la caduta di Adamo ed Eva in Eden. Prima della fine dei tempi, però, egli farà miracoli ancora maggiori. La Bibbia afferma: "E seduceva quelli che abitavano sulla terra coi segni che le era dato di fare..." (Apocalisse 13:14) e non solo con questi mezzi. Si noti che in questo passo è messo in luce qualcosa di più delle semplici mistificazioni. Esiste comunque un limite che Satana non può superare e allora ricorre all'inganno contraffacendo l'opera che non ha realmente il potere di compiere. Negli ultimi giorni egli si presenterà in modo tale da indurre gli uomini a credere che egli è il Cristo che viene nel mondo per la seconda volta e si trasformerà in angelo di luce. Però, pur avendo sotto ogni punto di vista l'apparenza esteriore del Cristo, riuscirà ad ingannare solo quelli che, come faraone, cercheranno di opporsi e di resistere alla verità. -- Testimonies for the Church 5:698 (1889). ------------------------Capitolo 25: Le due corone TT1 93 1 In una visione avuta a Battle Creek il 25 ottobre 1861, vidi la terra immersa nella desolazione e nella più profonda oscurità. L'angelo mi disse: "Guarda attentamente!" Vidi anche la gente che abitava sulla terra. Alcuni erano circondati dagli angeli di Dio, mentre altri erano avvolti dalle tenebre più fitte e circondati dai demoni. Vidi scendere dal cielo un braccio che reggeva uno scettro d'oro sulla cima del quale c'era una corona tempestata di diamanti. Ogni diamante emetteva una luce chiara, fulgida, bella. Sulla corona c'era scritto: "Tutti coloro che mi possiedono sono felici e otterranno la vita eterna". TT1 93 2 Sotto questa corona vi era un altro scettro, sormontato anch'esso da un'altra corona al centro della quale vi erano gioielli, oro e argento che brillavano di una certa luce. Vi si leggeva la seguente iscrizione: "Tesoro terreno. La ricchezza è potenza! Tutti coloro che mi conquistano hanno onori e fama". Vidi una folla di persone che si precipitavano per impossessarsene. Gridavano tutti. Alcuni, nel loro impeto, sembravano aver perso la ragione: si pigiavano gli uni contro gli altri, respingevano i più deboli e calpestavano quanti, nella confusione, cadevano. Molti riuscirono a impadronirsi con avidità dei tesori contenuti nella corona e li stringevano a sé con tutte le loro forze. Alcuni avevano i capelli bianchi e il volto segnato dall'ansia e dalla preoccupazione. Non guardavano neppure i propri parenti, ossa delle loro ossa e carne della loro carne; anzi, quando degli sguardi imploranti si posavano su di loro, si affrettavano a stringere ancor più il loro tesoro quasi nel timore di perderne una parte in un momento di disattenzione o di essere indotti a dividerlo con altri. I loro sguardi spesso si posavano avidi sulla corona terrena e ne contavano e ricontavano i tesori. In quella folla si distinguevano dei visi segnati dalla privazione e dalla miseria che provavano il desiderio di possedere tutte quelle ricchezze, poi se ne andavano disperati nella misura in cui i più forti avevano il sopravvento sui più deboli. Tuttavia essi non sapevano rinunciare alla lotta e, insieme a una folla di esseri deformi, malati e vecchi, cercavano di aprirsi un varco verso l'ambita corona terrena. Alcuni, nel tentativo di raggiungerla, morivano, mentre altri cadevano proprio quando stavano per impossessarsene. Molti, non appena l'avevano toccata, cadevano. I cadaveri ingombravano il terreno, tuttavia la folla continuava ad avanzare calpestando i cadaveri e i caduti. Chiunque riusciva a raggiungere la corona aveva diritto a una parte delle ricchezze e veniva applaudito dai compagni che gli stavano intorno. L'inganno di Satana TT1 94 1 I demoni erano molto impegnati. Satana era in mezzo a loro e tutti guardavano esultanti quella folla che lottava per il possesso della corona. Egli esultava con particolare trasporto alla vista di coloro che la desideravano con maggiore avidità. TT1 94 2 Molti di coloro che ambivano a questa corona terrena si dicevano cristiani. Alcuni sembrava possedessero una piccola luce. Guardavano con invidia la corona celeste ed erano affascinati dalla sua bellezza, tuttavia non avevano un'idea esatta del suo valore e della sua gloria. Mentre con una mano cercavano debolmente di raggiungere quella celeste, con l'altra si sforzavano di afferrare quella terrena, decisi a possederla. Nella loro febbrile ricerca della corona terrena, essi perdevano di vista quella celeste. Immersi nelle tenebre, cercavano, brancolando, di impossessarsi a ogni costo della corona terrena. TT1 94 3 Alcuni cominciarono a disapprovare coloro che la desideravano con tanta avidità; sembravano avere un'esatta percezione del pericolo e distoglievano lo sguardo da essa, impegnandosi a conseguire quella celeste. Il loro volto passò immediatamente dal buio alla luce, dalla tristezza alla gioia. TT1 94 4 Vidi poi passare attraverso la folla un gruppo che aveva gli occhi fissi sulla corona celeste. Mentre si facevano strada con decisione tra la folla disordinata, gli angeli li assistevano, lasciando loro lo spazio per avanzare. Mentre si avvicinavano alla corona celeste la luce che emanava cominciò a risplendere su di loro, dissipando le tenebre e facendosi sempre più chiara e luminosa finché essi parvero trasformarsi e diventare in tutto simili agli angeli. TT1 94 5 Essi non degnavano neanche di uno sguardo la corona terrena. Coloro che invece andavano alla ricerca di quest'ultima li schernivano gettando su di loro delle palline nere, che non provocavano nessun danno fintanto che tenevano gli occhi fissi sulla corona celeste, ma chi distoglieva la sua attenzione per occuparsi delle palline nere ne rimaneva macchiato. Mi venne presentato il seguente passo della Scrittura: "Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano. Perché dov'è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque l'occhio tuo è sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se l'occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, esse tenebre quanto grandi saranno! Niuno può servire a due padroni; perché o odierà l'uno ed amerà l'altro, o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona". Matteo 6:19-24. TT1 94 6 Poi mi fu spiegato ciò che avevo visto. La folla che lottava affannosamente per la conquista della corona terrena era composta da coloro che amano le ricchezze terrene, ne sono ingannati e si lasciano lusingare da effimere attrattive. Vidi che alcuni, pur sostenendo di essere discepoli del Cristo, aspirano così intensamente a conseguire i tesori terreni da perdere il loro interesse per le realtà spirituali. Essi agiscono secondo le consuetudini dell'ambiente che li circonda e sono valutati da Dio come tali. Affermano di andare alla ricerca di una corona immortale, di un tesoro nei cieli, ma il loro interesse e il loro scopo principale sono legati al conseguimento dei beni terreni. Coloro che possiedono tesori in questo mondo e amano le ricchezze non possono amare Gesù. Essi sono convinti di agire correttamente. Sebbene si aggrappino alle proprie sostanze, con il gesto avido dell'avaro, non riescono ad ammettere che preferiscono il denaro all'impegno nell'opera del Signore e ai tesori celesti. Ricchezze vere e false TT1 95 1 "Se dunque la luce che è in te è tenebre, esse tenebre quanto grandi saranno!" Matteo 6:23. Ci fu un momento in cui certi cristiani non approfittarono dei messaggi che erano stati loro rivolti e si ritrovarono circondati da fitte tenebre spirituali. L'angelo disse: "Voi non potete amare e adorare i tesori terreni e possedere le vere ricchezze". TT1 95 2 Quando il giovane ricco si avvicinò a Gesù e gli chiese: "...Maestro, che farò io di buono per aver la vita eterna?" (Matteo 19:16), Gesù lo lasciò libero di scegliere. Poteva rinunciare alle proprie ricchezze e ottenere la vita eterna o conservarle e perderla. Per lui avevano maggior valore i suoi beni rispetto ai tesori celesti. La proposta di Gesù di rinunciare alle ricchezze e darle ai poveri per poter diventare un suo discepolo e godere della vita eterna smorzò il suo desiderio al punto tale che egli se ne andò profondamente rattristato. TT1 95 3 Coloro che reclamavano a gran voce la corona terrena erano quelli che ricorrevano a ogni mezzo pur di arricchire. Essi arrivavano al punto di perdere la ragione. Tutti i loro pensieri, tutte le loro energie erano tesi ad acquisire ricchezze terrene. Essi calpestavano i diritti degli altri, opprimevano il lavoratore defraudandolo del suo salario. Se avessero potuto in qualche modo avere il sopravvento su quelli che erano più poveri e meno astuti di loro e fare in modo di aumentare le proprie ricchezze, non avrebbero esitato neppure un attimo a opprimerli, anche a costo di ridurli in miseria. TT1 95 4 Gli uomini dai capelli bianchi, con il volto segnato dalle preoccupazioni, si accanivano ad afferrare i tesori della corona terrena: erano uomini ormai vecchi ai quali rimanevano solo pochi anni di vita e, ciononostante, desideravano assicurarsi i beni terreni. Più si avvicinavano alla morte, più si dimostravano avidi. I membri della loro famiglia non ne traevano alcun beneficio ed erano costretti a lavorare al di là delle proprie forze per risparmiare un po' di denaro. Essi non utilizzavano il proprio denaro né per il bene degli altri né per il loro. Per loro era sufficiente sapere di possederlo. Quando si presentavano loro i doveri che avevano nei confronti dei poveri e dell'opera di Dio, si rattristavano. Essi avrebbero accettato volentieri il dono della vita eterna, ma avrebbero voluto non rinunciare a nulla. Le condizioni apparivano loro troppo dure. Eppure Abramo non rifiutò di offrire il suo unico figlio. Ubbidendo alla volontà di Dio, egli si dimostrò pronto a sacrificare il figlio della promessa con maggior sollecitudine di altri che non hanno sacrificato neanche una parte delle loro ricchezze terrene. TT1 95 5 Era doloroso vedere coloro che avrebbero dovuto prepararsi per un avvenire glorioso, pensando costantemente alla vita eterna, impegnarsi invece con tutte le loro forze per i propri tesori terreni. Vidi che essi non sarebbero stati in grado di apprezzare le ricchezze celesti. Il loro forte attaccamento ai beni terreni dimostrava che essi non tenevano in considerazione l'eredità celeste o che pensavano non valesse la pena di fare qualche sacrificio in vista di ottenerla. TT1 96 1 Il "giovane ricco" si dimostrò disposto a osservare i comandamenti, eppure il Signore gli disse che gli mancava una cosa. Egli desiderava la vita eterna, ma amava di più le sue ricchezze. Molti ingannano se stessi. Non hanno cercato la verità come un tesoro nascosto e oggi utilizzano le loro facoltà per qualcosa che ha meno valore. Il loro spirito, che potrebbe essere illuminato dallo Spirito di Dio, è turbato e in preda al dubbio. "...Le cure mondane e l'inganno delle ricchezze e le cupidigie delle altre cose, penetrati in loro, affogano la Parola, e così riesce infruttuosa". Marco 4:19. "Costoro" disse l'angelo "sono senza scusa". Vidi la luce che li circondava, svanire intorno a loro. Essi non mostravano nessun desiderio di comprendere le solenni, importanti verità che riguardano la nostra epoca e credevano di poter fare a meno di capirle. La luce che li accompagnava svanì ed essi si ritrovarono a brancolare nel buio. Agenti di Satana TT1 96 2 La folla di infermi e di malati che si accalcava per ottenere la corona terrena era formata da coloro che legano i propri interessi e le proprie ricchezze alle realtà terrene. Per quanto delusi, non vogliono interessarsi del cielo per assicurarsi un posto e delle ricchezze nell'eternità. Nella loro inutile corsa verso i beni terreni dimenticano anche quelli celesti. Nonostante lo scoraggiamento, la vita infelice e la morte di coloro che sono impegnati ad acquisire ricchezze terrene, altri seguono la stessa via. Si lanciano nella loro folle corsa, senza tener conto della fine miserabile di coloro di cui seguono l'esempio. TT1 96 3 Quelli che afferravano la corona e riuscivano, in tal modo, a ottenere una parte delle ricchezze con l'applauso della folla, realizzavano quello che era l'unico obiettivo della loro vita: accumulare beni e denaro. Essi ricevono gli onori che la società concede ai ricchi. Esercitano una certa autorità nella società e Satana, con i suoi seguaci, è soddisfatto perché sa che queste persone ormai gli appartengono e che, ribellandosi a Dio, diventano suoi potenti alleati. TT1 96 4 Coloro che si allontanavano dal gruppo che voleva ottenere la corona terrena si erano resi conto della sorte che attendeva chi lotta per le ricchezze terrene. Essi li avevano visti sempre insoddisfatti, anzi addirittura infelici. Avevano iniziato a preoccuparsi e si erano separati dal gruppo per ricercare le ricchezze vere ed eterne. TT1 96 5 Gli altri, invece, cioè coloro che nella folla si aprivano un varco per raggiungere la corona celeste accompagnati dagli angeli di Dio, mi furono presentati come i figli fedeli di Dio. Essi desideravano intensamente acquisire i tesori celesti. TT1 96 6 Le palline nere gettate contro i santi rappresentavano le calunnie espresse nei confronti del popolo di Dio da coloro che amano e utilizzano la menzogna. Dovremmo preoccuparci di condurre un'esistenza onesta, astenendoci da ogniapparenza di male. È nostro dovere proseguire con coraggio, senza preoccuparci delle calunnie dei malvagi. Se i giusti fisseranno i loro sguardi sugli inestimabili tesori celesti diventeranno sempre più somiglianti al Cristo e saranno trasformati e pronti per la traslazione. ------------------------Capitolo 26: Il futuro TT1 97 1 Alla trasfigurazione Gesù fu glorificato dal Padre. Lo udiamo dire: "...Ora il Figliuol dell'uomo è glorificato, e Dio è glorificato in lui". Giovanni 13:31. Prima del suo tradimento e della sua crocifissione gli furono accordate le forze necessarie per affrontare le ultime sofferenze. Nella misura in cui i membri del popolo di Dio si avvicineranno al conflitto finale, "il tempo della distretta di Giacobbe", cresceranno in Cristo e riceveranno il suo Spirito. Quando il messaggio del terzo angelo risuonerà con potenza e l'opera si concluderà con gloria, il fedele popolo di Dio parteciperà a questa gloria. È la pioggia dell'ultima stagione che lo risveglia e lo vivifica per permettergli di affrontare il tempo della prova. Sui volti dei fedeli si rifletterà la gloria che ha accompagnato il terzo angelo. TT1 97 2 Io vidi che Dio agirà in modo meraviglioso per preservare i suoi figli durante "il tempo di distretta". Come Gesù, in preda all'angoscia, invocò Dio nel giardino del Getsemani anch'essi grideranno giorno e notte per essere liberati. Quando sarà emanato il decreto che impone a tutti l'osservanza della domenica e non del sabato, pena la vita, essi non cederanno, non rigetteranno il sabato, onorando un'istituzione papale. L'esercito di Satana e gli uomini malvagi li circonderanno ed esulteranno al pensiero che non hanno più nessuna via di scampo. Mentre essi gioiranno pensando di trionfare, si udrà il rombo del tuono. Il cielo si oscurerà, illuminato solo dal bagliore accecante dei lampi e dalla gloria celeste, mentre Dio farà udire la sua voce. TT1 97 3 La terra è scossa, gli edifici tremano e cadono con un fragore terribile. Il mare ribolle e tutta la terra è sconvolta. La prigionia dei giusti è finita ed essiaffermano con gioia: "Siamo liberi. È la voce di Dio!" Con profonda emozione ascoltano le parole pronunciate da quella voce. Anche i malvagi le odono, ma non le comprendono. Essi tremano, mentre i santi si rallegrano. Satana, i suoi angeli e gli uomini malvagi, che esultavano quando il popolo di Dio sembrava fosse in loro potere e credevano di riuscire a farlo sparire dalla faccia terra, contemplano la gloria conferita a coloro che hanno onorato la legge di Dio. Vedono i volti dei giusti illuminati, che riflettono l'immagine di Gesù, ma non riescono a sopportare questo splendore e cadono a terra come morti. Satana e i suoi angeli fuggono dalla presenza dei giusti glorificati. Il loro potere su di loro è stato annientato. ------------------------Capitolo 27: Genitori e figli TT1 98 1 Mi è stato mostrato che i genitori credenti che vogliono correggere i propri figli dovrebbero studiarne le attitudini, il temperamento e cercare di venire incontro alle loro esigenze. Alcuni genitori soddisfano le esigenze materiali dei figli; li curano con affetto e premura in caso di malattia e pensano che questo esaurisca i loro doveri. Si sbagliano. La loro opera è appena iniziata: devono anche preoccuparsi delle loro esigenze spirituali. Occorre una certa abilità per applicare i rimedi adatti a uno spirito malato. TT1 98 2 I figli hanno delle prove da superare, prove ardue come quelle degli adulti. I genitori stessi non sempre si trovano nelle stesse condizioni. Sono spesso preoccupati. Agiscono sotto l'impulso di punti di vista e sentimenti sbagliati. Satana li tormenta ed essi cedono alle sue tentazioni. Parlano in tono irritato, tale da suscitare il risentimento nei figli e, non di rado, si dimostrano precipitosi ed esigenti. I figli finiscono per manifestare lo stesso spirito e i genitori non sono affatto preparati ad aiutarli, perché sono stati proprio loro la causa principale delle loro difficoltà. In certi casi pare che tutto vada storto: c'è molta elettricità nell'aria e tutti si sentono a disagio e infelici. I genitori attribuiscono la colpa ai figli e pensano che questi siano disubbidienti e testardi, i peggiori del mondo, mentre devono ricercare la causa del disagio in loro stessi. TT1 98 3 Alcuni genitori provocano molte tensioni in famiglia perché non si sanno controllare. Invece di chiedere ai figli, con gentilezza, di fare questo o quello, essi impartiscono degli ordini con tono duro e hanno sulle labbra parole di disprezzo o di rimprovero, che i figli non meritano affatto. Genitori, questo atteggiamento nei confronti dei vostri figli distrugge la loro allegria e la loro legittima ambizione. Essi vi ubbidiscono non per amore, ma perché non possono fare altrimenti. In quel che fanno non ci mettono il cuore. Non è un piacere, è un peso. Questo, non di rado, li induce a dimenticare di attenersi a tutte le vostre direttive; ciò accresce la vostra irritazione e rende ancora peggiore la loro situazione. La riprensione si rinnova, la loro cattiva condotta è dipinta a tinte fosche, fino a quando li coglie lo scoraggiamento ed essi non si preoccupano di piacere o meno ai loro genitori. Uno spirito di indifferenza si impossessa di loro e cercano, lontano dall'ambiente domestico e dai genitori, quel piacere e quella soddisfazione che non riescono a trovare in casa. Si uniscono a cattive compagnie e ben presto sono vittime del male. Ciò che possono fare i genitori TT1 99 1 Chi è responsabile di questo grande peccato? Se il clima in famiglia fosse stato migliore, se i genitori avessero manifestato affetto nei confronti dei figli e avessero cercato con bontà di utilizzare in modo proficuo il tempo e li avessero educati con affetto a ubbidire agli ordini impartiti, sarebbero riusciti a ottenere una risposta positiva, perché avrebbero toccato una corda sensibile dei loro cuori. I figli, allora, avrebbero ubbidito con prontezza e buona volontà. Esercitando l'autocontrollo, parlando con gentilezza, elogiando i figli quando essi si impegnano a comportarsi bene, i genitori possono incoraggiarli, renderli felici, creare nell'ambiente domestico un'atmosfera che allontanerà ogni ombra e farà brillare un raggio di sole. TT1 99 2 I genitori, talvolta, si scusano del proprio comportamento sbagliato dicendo di non sentirsi bene. Sono nervosi e pensano di non riuscire a rimanere pazienti e calmi, di non poter parlare gentilmente. In questo sbagliano e fanno il gioco di Satana il quale esulta in quanto la grazia di Dio non è stata considerata sufficiente per vincere le loro tendenze naturali. Essi possono e devono quindi dominarsi in ogni circostanza: Dio lo vuole. Devono rendersi conto che quando cedono all'impazienza e al nervosismo fanno soffrire gli altri. Chi li circonda sarà influenzato dallo spirito che essi manifestano e se egli agisce nello stesso modo la situazione peggiorerà. TT1 99 3 Genitori, quando vi sentite nervosi non commettete il grande peccato di avvelenare l'atmosfera domestica con la vostra pericolosa irritazione. In quei momenti cercate di essere cauti e decidete di non offendere nessuno con le vostre labbra e di pronunciare solo parole piacevoli. Dite a voi stessi: "Non voglio turbare la gioia dei miei figli con una parola precipitosa". Così, dominandovi, diventerete più forti, il vostro sistema nervoso non sarà più così sensibile e sarete più stabili nei principi della giustizia. La consapevolezza di aver assolto fedelmente il vostro dovere vi darà una nuova forza. Gli angeli di Dio vi approveranno e vi aiuteranno. TT1 99 4 Quando vi sentite impazienti, troppo spesso attribuite la colpa ai figli e li rimproverate anche se non lo meritano. In altri momenti, essi fanno le stesse cose e voi non trovate nulla da ridire. I figli conoscono e notano queste incoerenze ed essi stessi possono reagire in modo diverso. Talvolta sono in grado di sopportare i cambiamenti d'umore, mentre altre volte sono nervosi e inquieti, non sopportano il rimprovero e si ribellano. I genitori trovano sempre una scusa per il loro stato d'animo, ma non sempre stimano necessario fare altrettanto con i figli. Scusano in se stessi quello che nei figli, che non hanno vissuto lunghi anni di esperienza e disciplina, certamente sarebbero pronti a censurare e rimproverare. TT1 100 5 Certi genitori hanno un temperamento nervoso; quando sono stanchi e preoccupati non sanno rimanere calmi e manifestano verso gli esseri più cari un'irritabilità e una mancanza di sopportazione che dispiacciono a Dio e adombrano la serenità della famiglia. I figli, nelle loro difficoltà, devono essere spesso sorretti da tenera simpatia. Gentilezza reciproca e sopportazione trasformeranno la casa in un paradiso e attireranno la presenza degli angeli. La madre può e deve fare molto per dominare i suoi nervi quando si sente depressa; anche quando è ammalata può, se si domina, essere serena e lieta e sopportare più rumore di quanto essa stessa avrebbe immaginato. La madre non deve far sentire ai figli il peso dei suoi mali, gettare una nube nelle loro menti giovani e sensibili a causa del suo spirito depresso e far credere che la casa sia una tomba e la camera della madre il luogo più triste del mondo. Mente e nervi acquistano vigore esercitando la volontà. La forza della volontà si dimostrerà, in molti casi, un potente tonico per i nervi. Un momento critico per i figli TT1 100 1 Non vi fate vedere dai figli con le ciglia aggrottate. Se essi cedono alla tentazione, ma riconoscono gli sbagli fatti e se ne pentono, perdonateli con la stessa prontezza con la quale voi sperate di essere perdonati dal Padre celeste. Educateli con bontà e uniteli a voi! È un momento difficile per i figli. Essi saranno circondati da influssi che li allontaneranno da voi e dovrete cercare di neutralizzarli. Insegnate ai figli a considerarvi i loro confidenti. Fate in modo che essi vi raccontino le loro pene e le loro gioie. Incoraggiando questa abitudine, li salverete da molte tentazioni che Satana ha preparato per loro. Non trattate i figli con rigidezza, dimenticando la vostra infanzia e non ricordando che essi sono soltanto dei bambini. Non aspettatevi che siano perfetti, né cercate di farne da un momento all'altro degli uomini e delle donne. Facendolo chiudereste quella possibilità di dialogo che invece potreste avere con loro e li indurreste ad aprirsi a quegli influssi che danneggerebbero le loro giovani menti prima che ve ne rendiate conto. TT1 100 2 Satana e i suoi angeli stanno facendo gli sforzi più accaniti per deviare la mente dei bambini, che vanno trattati con tenerezza e con amore. In questo modo vi assicurerete un forte ascendente su di loro ed essi sentiranno che si possono fidare di voi completamente. Circondate i figli dell'influsso positivo della casa e della vostra compagnia. Se lo fate, essi non desidereranno più unirsi alla compagnia di altri giovani di cui Satana spesso si serve per influenzare le menti e corromperle. Questo è il suo metodo di lavoro più efficace, perché i giovani esercitano un forte influsso gli uni nei confronti degli altri. La loro conversazione non è sempre caratterizzata da vocaboli opportuni e nobili. Essi si soffermano su discorsi equivoci e, se non si dimostra una certa opposizione, troveranno uno spazio nel loro cuore, vi si radicheranno e produrranno comportamenti scorretti. A causa del male che oggi regna nel mondo e le restrizioni che è necessario imporre ai figli, i genitori devono raddoppiare le loro attenzioni per avvincerli al proprio cuore, affinché i ragazzi si rendano conto che essi desiderano renderli felici. Genitori comprensivi TT1 100 3 I genitori non devono dimenticare gli anni della loro infanzia, il loro desiderio di simpatia e d'amore. Dovrebbero ricordare come si sentivano tristi quando venivano rimproverati aspramente. Dovrebbero sentirsi nuovamente giovani nei loro sentimenti e cercare così di capire i bisogni dei figli. Però, con fermezza e amore, devono esigere l'ubbidienza dai figli. Gli ordini dei genitori devono essere accolti senza riserve. TT1 101 1 Gli angeli di Dio vegliano sui figli con il massimo interesse per vedere come si sviluppa il loro carattere. Se Cristo agisse con noi come spesso agiamo nei confronti del prossimo e dei figli, saremmo in preda al più profondo scoraggiamento. Io vidi che Gesù conosce le nostre debolezze e ha voluto condividere tutte le nostre esperienze, tranne quella del peccato. Egli ha quindi tracciato un sentiero adatto alle nostre forze e capacità e, come Giacobbe, cammina lentamente adattando il suo passo a quello dei bambini, per incoraggiarci con la sua presenza ed essere sempre la nostra guida. Egli non disprezza, non trascura, non lascia indietro i piccoli del gregge e non vuole che si proceda abbandonandoli a se stessi. Egli non ha affrettato il passo per lasciarci indietro insieme a loro; anzi ha appianato la via anche per loro. I genitori devono, nel suo nome, guidare i loro figli sul sentiero più stretto. Dio ci ha indicato una via adatta alle forze e alle possibilità dei ragazzi. TT1 101 2 Vale la pena manifestare affetto nei confronti dei vostri figli. Associatevi a loro nei giochi, condividete le loro gioie e i loro dispiaceri. Non permettete mai che la vostra fronte sia aggrottata e non lasciate che dalle vostre labbra sfuggano parole aspre. Dio scrive tutto nei suoi libri. Le parole dure inaspriscono il carattere e feriscono il cuore dei bambini. In certi casi, poi, queste ferite sono difficili da rimarginare. I bambini sono sensibili alla minima ingiustizia e alcuni si scoraggiano al punto tale da non prestare più ascolto alla voce irata che impartisce ordini, senza preoccuparsi minimamente delle minacce di un'eventuale punizione. A causa di una disciplina sbagliata, troppo spesso si insedia nel cuore dei figli il germe della ribellione; se i genitori avessero seguito una saggia strategia, i bambini sarebbero cresciuti con un carattere buono ed equilibrato. Una madre che non abbia un perfetto autocontrollo non è adatta a educare dei figli. -- Testimonies for the Church 3:532, 533 (1875). TT1 101 3 Vincete la tendenza a essere troppo esigenti nei confronti di vostro figlio ed evitate che i rimproveri troppo frequenti finiscano per rendere poco gradita la vostra presenza e odiosi i vostri consigli. Conquistate il suo cuore con i dolci legami dell'amore e non con la cieca indulgenza. Potete essere decisi ma gentili. In Cristo troverete l'aiuto. L'amore è il mezzo per attrarre altri cuori al vostro e così il vostro ascendente potrà contribuire a orientarli stabilmente nella giusta direzione. Vi ho messo in guardia contro lo spirito di censura e vorrei di nuovo avvertirvi. Talvolta il Cristo rimproverò con severità e in certi casi può essere necessario fare altrettanto; però dovremmo tener conto che Gesù conosceva l'esatta condizione di coloro che doveva rimproverare, la portata dell'osservazione che potevano sopportare e cosa fosse necessario per correggere il loro comportamento sbagliato. Sapeva accettare coloro che commettevano degli errori, consolare gli infelici, incoraggiare i deboli. Sapeva sostenere gli uomini nello scoraggiamento e infondere in loro la speranza, perché conosceva le loro motivazioni e le prove particolari che dovevano affrontare. Egli non poteva sbagliare. -- Testimonies for the Church 4:66 (1876). ------------------------Capitolo 28: Pericoli per i giovani TT1 102 1 Il 6 giugno 1863 mi furono indicati alcuni pericoli che corrono i giovani. Satana domina sulle loro menti e svia i loro passi ancora incerti. I giovani ignorano i suoi piani e quindi, in questi tempi difficili, i genitori devono essere vigilanti e impegnarsi con perseveranza per impedire al nemico di avvicinarsi. Devono istruire i bambini quando escono e quando entrano; quando si alzano e quando si coricano, linea dopo linea, precetto dopo precetto, un po' qui e un po' là. Cfr. Isaia 28:10. TT1 102 2 L'opera della madre inizia dall'infanzia. Deve plasmare il carattere del bambino insegnandogli la sottomissione e l'ubbidienza. A mano a mano che cresce, la madre non deve trascurare la disciplina: deve trovare il tempo di parlare con il bambino, di correggere i suoi errori e insegnargli con pazienza la via da seguire. I genitori cristiani devono sapere che essi stanno educando e preparando i propri figli a diventare figli di Dio. Tutta l'esperienza religiosa dei figli subirà l'influsso delle istruzioni ricevute e del carattere formato nell'infanzia. Se, durante l'infanzia, la volontà non verrà disciplinata e portata alla sottomissione nei confronti dei genitori, difficilmente impareranno la lezione più tardi. Che lotta difficile piegare alle esigenze di Dio una volontà che non si è mai sottomessa. I genitori che trascurano quest'opera importante commettono un grave errore e peccano contro i propri figli e contro Dio. TT1 102 3 I figli sottoposti a una severa disciplina avranno talvolta dei sentimenti di insoddisfazione. Diventeranno insofferenti nei confronti delle restrizioni e vorranno agire secondo il proprio punto di vista, andare e venire a loro piacimento. Specialmente dai dieci ai diciotto anni essi credono spesso che non ci sia nulla di male nel partecipare a scampagnate o nell'unirsi ad altre compagnie di giovani, mentre i genitori ne intravedono i pericoli. Conoscono il temperamento dei figli e sanno quali ripercussioni queste esperienze potrebbero avere sulle loro menti; mossi quindi dal desiderio di salvarli, impediscono loro di partecipare a questo genere di divertimenti. TT1 102 4 Quando questi giovani decidono spontaneamente di rinunciare ai piaceri che la società propone loro per diventare discepoli del Cristo, i genitori fedeli e responsabili saranno alleggeriti da una grande responsabilità. Comunque, anche allora, la loro opera non sarà finita. Ai figli non si dovrà permettere di seguire i propri impulsi e di scegliere sempre da soli. Essi hanno appena iniziato, con slancio, la lotta contro il peccato, l'orgoglio, le passioni, l'invidia, la gelosia, l'odio e tutti i difetti innati nell'uomo. I genitori, quindi, devono vegliare, consigliare e decidere per loro, facendo notare ai figli che, se non sanno ubbidire con gioia e spontaneità, non potranno neppure sottomettersi a Dio e sarà quindi impossibile per loro essere dei veri cristiani. TT1 103 1 I genitori dovrebbero incoraggiare i figli a confidarsi, comunicando le preoccupazioni, le contrarietà e i problemi quotidiani. TT1 103 2 Così i genitori possono imparare a condividere le difficoltà dei figli, pregare con loro e per loro, affinché Dio li protegga e li guidi. Essi dovranno additare loro l'Amico fedele e il Consigliere che potrà comprendere le loro debolezze perché come noi è stato tentato in ogni cosa, senza però commettere peccato. TT1 103 3 Satana induce i bambini ad essere riservati con i genitori e a scegliere come confidenti compagni giovani e inesperti che non possono aiutarli e che danno loro suggerimenti sbagliati. Ragazze e ragazzi si riuniscono, chiacchierano, ridono, scherzano e allontanano il Cristo dai loro cuori e gli angeli dalla loro presenza con le loro sciocchezze. Le conversazioni inutili sul conto degli altri, i pettegolezzi soffocano a poco a poco i pensieri nobili e pii, cancellano i buoni sentimenti e tolgono dal cuore i desideri santi e buoni, lasciandolo freddo e privo di amore per Dio e per la sua verità. TT1 103 4 I ragazzi sarebbero preservati da molti mali se avessero un dialogo più intenso con i genitori. Questi ultimi devono incoraggiare nei figli la tendenza ad essere aperti e sinceri con loro, a manifestare le proprie difficoltà e, quando non sanno quale via seguire, esporre il problema così come lo vedono e chiedere il loro parere. Chi può, meglio di genitori pii, vedere e segnalare i pericoli? Chi può comprendere meglio il temperamento dei figli? La madre, che sin dall'infanzia ha osservato i riflessi mentali dei figli e conosce perfettamente le loro disposizioni naturali, è la più idonea a consigliarli. Chi più di lei, con l'aiuto del padre, può dire quali siano le tendenze del carattere da controllare e da frenare? TT1 103 5 I ragazzi cristiani preferiranno l'amore e l'approvazione di genitori credenti ad ogni altra benedizione terrena. Essi li ameranno e li onoreranno. Una delle principali preoccupazioni della loro vita dovrebbe essere "come posso renderli felici?" In quest'epoca di rivolta, i figli che non hanno ricevuto la giusta educazione e l'adeguata disciplina hanno soltanto una pallida idea dei loro obblighi nei confronti dei genitori. Accade spesso che più i genitori si occupano di loro, più essi sono ingrati e mancano di rispetto. I figli che sono stati accarezzati e viziati si aspettano sempre un simile trattamento. Se poi le loro aspettative non si realizzano, rimangono delusi e si scoraggiano. Questa tendenza si ripresenterà in tutta la loro vita: essi saranno degli incapaci, dipenderanno dagli altri, aspettandosi costantemente che gli altri li favoriscano e cedano ai loro capricci. Se verranno contrariati, anche in età matura, si riterranno maltrattati. Continuano così a vivere, capaci di portare a stento i propri pesi, mormorando spesso e irritandosi perché non tutto va secondo i loro desideri. Ragazzi viziati TT1 103 6 Alcuni genitori, sbagliando, trasmettono ai figli insegnamenti che risulteranno dannosi e piantano rovi spinosi che in seguito feriranno loro stessi. Essi pensano che soddisfacendo i desideri dei figli e permettendo che seguano le loro inclinazioni, si assicurano il loro affetto. Che errore! I bambini viziati crescono senza freni nei confronti dei loro desideri, ostinati, egoisti, esigenti, una vera maledizione per se stessi e per quanti li circondano. I genitori sono responsabili, in larga misura, della futura felicità dei figli perché hanno il compito di formare il loro carattere. Le istruzioni ricevute nell'infanzia accompagneranno i figli per tutta la vita. I genitori gettano il seme che darà il suo frutto per il bene o per il male. Essi possono preparare i figli e le figlie per la felicità o per l'infelicità. TT1 104 1 Ai ragazzi si deve insegnare a rendersi utili fin da piccoli. Molte ragazze oggi possono, senza rimorsi di coscienza, osservare tranquillamente la madre affaticarsi cucinando, lavando, stirando, mentre esse se ne stanno sedute a leggere o a ricamare. I loro cuori sono insensibili come una pietra. Qual è la causa di questo atteggiamento? Su chi ricade la responsabilità? Sui poveri genitori delusi. Essi, infatti, trascurano il futuro dei figli e, nel loro affetto, lasciano che essi rimangano nell'ozio o si occupino di cose di poca o nessuna importanza, di attività che richiedono poco esercizio della mente e dei muscoli. Essi scusano le figlie indolenti dicendo che sono deboli. Ma cosa le ha rese deboli se non, in molti casi, il comportamento sbagliato dei genitori? Un lavoro domestico adeguato avrebbe rafforzato il corpo e la mente. Ma i ragazzi, non avendo imparato a lavorare, per le idee sbagliate dei loro genitori, hanno finito per provare una vera avversione per il lavoro. Questo impegno risulta loro sgradito e non corrisponde a quell'immagine di condizione sociale in cui si sono collocati. Si considera che non sia opportuno per una signorina lavare i piatti, stirare o fare il bucato. Questa è l'educazione borghese impartita ai ragazzi in quest'epoca. TT1 104 2 Il popolo di Dio deve avere dei principi più elevati di quelli della società, che cerca di adeguarsi alle abitudini in voga. I genitori credenti devono preparare i figli per una vita utile e non permettere che i principi che hanno cercato di inculcare siano inquinati da nozioni stravaganti, caratteristiche del nostro tempo, affinché i nostri giovani non si lascino attrarre dalle consuetudini correnti e guidare dalle opinioni del mondo. I genitori, inoltre, non dovrebbero permettere che i figli si scelgano gli amici. Fate loro comprendere che è vostro dovere sceglierli. Preparate i figli a portare delle responsabilità fin da piccoli. TT1 104 3 Se i vostri figli non sono stati abituati a lavorare si stancheranno presto. Cominceranno ad accusare un dolore alla schiena, uno alle spalle e voi, per paura di affaticarli troppo, finirete per fare ogni cosa al posto loro. Cominciate ad affidare ai vostri figli pesi leggeri e aumentateli gradatamente fino a che essi non siano in grado di occuparsi di una buona quantità di lavoro senza sentirsi troppo affaticati. La mancanza di attività è la causa principale dei mal di reni e di spalle lamentati dai figli. TT1 104 4 C'è una categoria di signorine che sono creature inutili, che sanno solo respirare, mangiare, vestirsi, chiacchierare, mentre hanno in mano un piccolo ricamo o un uncinetto. Sono poche le ragazze che dimostrano buon senso. Esse "sfarfallano" qua e là senza un obiettivo particolare. Quando si incontrano, tutto ciò che potete udire sono osservazioni sul vestire o su argomenti frivoli e commenti ironici ritenuti molto arguti e spiritosi. Ciò accade spesso in presenza di persone più anziane, le quali si sentono rattristate di fronte a questa mancanza di rispetto per la loro età. Queste ragazze sembrano aver perso ritegno ed educazione anche se sono convinte di essere giunte al livello più elevato della raffinatezza. TT1 104 5 Questa frivolezza è come una malattia contagiosa. I figli di Dio devono vegliare sulla scelta dei compagni per i loro giovani e insegnare loro a evitare di unirsi con elementi mondani. Le madri devono insegnare alle loro figlie a cucinare e prepararle con pazienza per le occupazioni di casa. Questo impegno sarà positivo per la loro salute: i muscoli si rafforzeranno e i pensieri, alla fine della giornata, diventeranno più positivi ed elevati. Si stancheranno, forse, ma come sarà dolce il riposo dopo una giornata di sano lavoro! Il sonno, provvidenziale e ristoratore, dà vigore all'organismo affaticato e prepara per i lavori del giorno successivo. Non dite ai vostri figli che ha poca importanza che lavorino o meno. Anzi, insegnate loro che avete bisogno di aiuto, che il tempo è prezioso e che contate sulla loro collaborazione. La pigrizia è un peccato TT1 105 1 Mi è stato mostrato che la pigrizia è fonte di molti mali. Coloro che sono attivi non hanno tempo di prestare attenzione alle tentazioni del nemico, mentre mani e cervelli oziosi sono pronti a lasciarsi trascinare da Satana. Se la mente non è impegnata, si soffermerà su cose inutili. I genitori devono insegnare ai figli che l'ozio è un peccato. Mi fu ricordato (Ezechiele 16:49): "Ecco questa fu la iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figliuole vivevano nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane, e nell'ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell'afflitto e del povero". TT1 105 2 I figli devono comprendere che hanno un debito nei confronti dei genitori che hanno vegliato su di loro durante l'infanzia e li hanno assistiti nella malattia. Devono rendersi conto che i genitori hanno sofferto per loro. I genitori coscienziosi e pii sono profondamente interessati al fatto che i figli seguano la retta via. Provano un dolore profondo quando notano in loro dei difetti! Se i figli potessero vedere l'effetto del loro comportamento, certamente cambierebbero. Se potessero vedere le lacrime della madre, udire le sue preghiere, i suoi singhiozzi repressi, i suoi sospiri nascosti, il loro cuore si intenerirebbe e si affretterebbero a confessare i loro torti e a chiedere perdono. È un'opera che riguarda adulti e giovani. I genitori devono saper deporre una parte dei propri pesi sui figli. Alcuni non conoscono bene i figli e quindi non sanno nemmeno comprenderli. Spesso non c'è dialogo fra loro. Se i genitori cercassero di inserirsi nella vita intima dei figli e li aiutassero a confidarsi, avrebbero su di loro un influsso benefico. La conversione dei bambini TT1 105 3 I genitori devono seguire con la massima cura la vita spirituale dei bambini affidati loro: non incoraggeranno l'orgoglio, la stravaganza, il desiderio di mettersi in mostra. Non devono né insegnare né tollerare quelle piccole malizie che sembrano così spontanee nei bambini, ma che dovranno essere abbandonate e dalle quali dovranno correggersi in seguito. Le abitudini prese da piccoli non sono facili da abbandonare. Genitori, dovrete iniziare a educare la mente dei vostri figli fin dalla loro più tenera infanzia perché diventino dei veri cristiani. Tutti i vostri sforzi siano tesi verso la loro salvezza. Agite come se essi vi fossero stati affidati per essere preparati come gioielli preziosi che risplenderanno nel regno di Dio. Non lasciate che si addormentino sull'orlo della perdizione, perché secondo voi non sono ancora abbastanza grandi per essere responsabili e per pentirsi dei peccati e seguire il Cristo. TT1 106 1 Mi furono ricordate le numerose e preziose promesse fatte a quanti cercano, fin da ragazzi, il Salvatore. "Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: 'Io non ci ho più alcun piacere'". Ecclesiaste 12:3. "Io amo quelli che m'amano, e quelli che mi cercano mi trovano". Proverbi 8:17. Il Pastore d'Israele ripete ancora: "...Lasciate i piccoli fanciulli venire a me, e non glielo vietate, perché di tali è il regno di Dio". Luca 18:16. Insegnate ai vostri bambini che la gioventù è l'età migliore per cercare il Signore. Le preoccupazioni della vita appaiono meno gravi e le loro giovani menti non saranno sopraffatte dai problemi e potranno approfittarne per consacrare a Dio il meglio delle proprie forze. TT1 106 2 Viviamo in un'epoca difficile per i ragazzi. C'è una forte corrente che li trascina verso la perdizione e per opporsi occorre un'esperienza e una forza superiore a quella dei bambini. In genere la gioventù sembra prigioniera di Satana che con i suoi angeli la trascina verso la rovina. Satana e i suoi seguaci lottano contro Dio. Perciò tutti coloro che desiderano sottomettersi al Signore e ubbidirgli saranno tentati da Satana che cerca di turbarli e di sopraffarli con i suoi inganni affinché si scoraggino e rinuncino alla lotta. TT1 106 3 Genitori, aiutate i vostri figli. Uscite dal letargo. Vegliate continuamente opponendovi alla corrente del male con la quale Satana cerca di sommergere i vostri figli. Essi non possono farlo da soli, ma voi potete fare molto per loro. I genitori, infatti, con fervide preghiere e fede profonda, possono conseguire grandi vittorie. Alcuni non si sono resi conto della loro responsabilità e hanno trascurato l'educazione religiosa dei figli. La mattina, il primo pensiero del cristiano dovrà rivolgersi a Dio. Il lavoro e l'interesse personale dovranno essere di secondaria importanza. I figli devono essere abituati a rispettare l'ora della preghiera. Prima di iniziare i lavori della giornata, l'intera famiglia si riunirà e il padre, o la madre in sua assenza, invocherà Dio perché li protegga durante il giorno. Presentatevi con umiltà, con un cuore pieno di tenerezza e con una chiara percezione delle tentazioni e dei pericoli che attendono voi e i vostri figli. Con fede affidateli all'Eterno e chiedete per loro l'attenzione particolare del Signore. Gli angeli veglieranno sui ragazzi che sono consacrati a Dio. I genitori cristiani devono, mattina e sera, con fervide preghiere e fede perseverante, erigere una specie di muro protettivo intorno ai loro figli. Essi dovranno educarli con pazienza e, senza stancarsi, insegnare loro come vivere per piacere a Dio. Disciplina ed educazione TT1 106 4 L'impazienza dei genitori suscita impazienza nei figli. La collera dei genitori provoca la collera nei figli e contribuisce a sviluppare le tendenze negative. Certi genitori puniscono severamente i figli, ma lo fanno con uno spirito d'impazienza e spesso con ira. Ne risulta che le punizioni non portano a buoni risultati. I genitori, nel cercare di evitare un male, ne fanno due. Il continuo rimprovero, seguito dalle punizioni, indurisce i figli e li allontana dai genitori. TT1 107 1 Essi devono imparare, innanzitutto, a dominarsi: così potranno educare meglio i figli. Ogni volta che perdono il controllo e parlano o agiscono con impazienza peccano contro Dio. Prima dovrebbero ragionare con i figli, precisare quali sono i loro errori, indicare il peccato commesso e convincerli che hanno peccato non solo contro i genitori ma anche contro Dio. Con il cuore intenerito e pieno di affetto, rattristati per la disubbidienza dei vostri figli, pregate con loro prima di punirli. Allora la punizione inflitta non li spingerà a odiarvi, ma ad amarvi perché si renderanno conto che non li avete puniti perché vi hanno messo in difficoltà o perché volete sfogare su di loro il vostro malcontento, ma per un senso di dovere, in vista del loro bene, affinché non crescano nel peccato. TT1 107 2 Certi genitori hanno trascurato l'educazione religiosa e scolastica dei figli.È un errore. La mente del fanciullo è attiva e se non deve svolgere un lavoropreciso, se non è occupata dagli studi, sarà esposta a influssi negativi. È un peccato che i genitori permettano che i figli crescano ignoranti. Ecco perché dovranno procurare loro dei libri utili e interessanti, insegnare loro a lavorare e a destinare alcune ore al lavoro manuale e altre allo studio e alla lettura. I genitori dovranno cercare di elevare lo spirito dei figli e di sfruttare le loro facoltà intellettuali. La mente, abbandonata a se stessa, è generalmente poco elevata, sensuale e corrotta. Satana sfrutta ogni occasione per educare a modo suo le menti oziose. TT1 107 3 Genitori, l'angelo che registra, prende nota di ogni parola impaziente e irosa rivolta ai figli. Ogni mancanza da parte vostra nel dare loro un'educazione adeguata e nel mostrare loro il carattere odioso del male, con i risultati che ne derivano, sarà iscritta a vostro debito. Ogni parola sconsiderata pronunciata davanti a loro, ogni parola che non sia né pura né elevata, l'angelo la segna come una macchia del vostro carattere cristiano. Tutti i vostri atti sono ricordati, buoni o cattivi che siano. TT1 107 4 I genitori non riusciranno a educare i figli fino a che non avranno raggiunto il completo autocontrollo. Essi devono prima imparare a dominarsi, a controllare le proprie parole e persino l'espressione del volto. Non dovrebbero mai permettere che il tono di voce sia alterato dall'eccitazione e dall'ira. Solo così potranno avere un influsso decisivo sui figli. Essi potranno avere il desiderio di agire bene, di essere ubbidienti e gentili con i genitori, ma hanno bisogno di aiuto e d'incoraggiamento. Possono fare delle buone scelte, ma se i loro principi non sono rafforzati dalla religione e la loro vita non subisce l'azione della grazia santificante di Dio, non riusciranno a raggiungere la meta. TT1 107 5 I genitori dovranno raddoppiare gli sforzi per salvare i figli. Dovranno istruirli scrupolosamente e non lasciare che essi sviluppino il loro carattere da soli, come meglio possono. Non si deve permettere ai giovani di imparare indiscriminatamente il bene e il male con l'idea che più tardi il bene prevarrà sul male. Il male cresce più rapidamente del bene. Può darsi che più tardi, dopo molti anni, il male possa essere sradicato, ma chi può garantirlo? Il tempo a disposizione è limitato. Quindi è molto meglio e più sicuro seminare nei cuori dei bambini la purezza e la bontà anziché dover, più tardi, affannarsi a strappare le erbacce. I genitori hanno il dovere di vigilare, per evitare che gli influssi esterni abbiano un effetto dannoso sui figli; devono scegliere le compagnie adatte per loro e non permettere che siano loro a sceglierle. Se i genitori non pensano a queste cose, chi ci penserà? Gli altri possono avere per i vostri figli l'interesse che dovreste avere voi? Altri possono avere per loro la cura e l'amore dei genitori? TT1 108 1 I ragazzi che osservano il sabato possono essere infastiditi dalle restrizioni imposte e pensare che i genitori siano troppo severi. Nei loro cuori sorgono, forse, anche dei sentimenti ostili verso coloro che si preoccupano per il loro bene presente, futuro ed eterno. Però, con il passare degli anni, i figli benediranno i genitori proprio per la cura e la vigilanza dimostrata durante la loro infanzia. TT1 108 2 I genitori dovranno spiegare ai figli, semplificandolo, il piano della salvezza, in modo che le giovani menti lo capiscano. Dei bambini di otto, dieci e dodici anni sono sufficientemente grandi perché si presenti loro un impegno religioso personale. Non educate i vostri figli pensando al fatto che in futuro saranno abbastanza grandi per pentirsi e per accettare la verità. I ragazzi, se ben guidati, possono avere un'idea precisa del proprio stato di peccato e della salvezza in Cristo. Spesso i pastori dimostrano una vera indifferenza per la salvezza dei bambini, perdendo così delle occasioni d'oro. L'influsso della famiglia TT1 108 3 L'influsso negativo che circonda i bambini è quasi irresistibile. Esso corrompe le menti e trascina alla perdizione. La mente dei giovani è, per natura, portata alla leggerezza. Essi, in tenera età e prima ancora che il carattere sia formato e la capacità di valutazione maturata, preferiscono spesso le compagnie che esercitano su di loro un influsso negativo. Alcuni, poi, si sentono attratti verso l'altro sesso e ciò in contrasto con i desideri e i consigli dei genitori e infrangono il quinto comandamento. I genitori hanno il dovere di sorvegliare il comportamento dei figli, di incoraggiarli, di offrire loro tutto ciò che li possa attrarre in casa e manifestare così l'interesse che il padre e la madre hanno per loro. La casa deve essere resa gaia e piacevole. TT1 108 4 Padri e madri, parlate gentilmente ai vostri figli; pensate alla vostra sensibilità e quanto vi sia difficile sopportare il rimprovero. Riflettete e sappiate che i vostri figli sono come voi. Non imponete loro ciò che voi non potete portare. Se non sopportate la censura e il biasimo, neppure i vostri figli lo possono, tanto più che essi sono più deboli di voi e non hanno la vostra forza di sopportazione. Le vostre parole siano buone, affettuose, gaie: un raggio di sole nella casa. L'autocontrollo, la riflessione, l'impegno daranno i loro frutti. I genitori non hanno il diritto di adombrare la felicità dei figli, rimproverandoli continuamente anche per lievi mancanze. I torti e i peccati effettivi dovranno essere rilevati per impedire che si ripetano. Si deve avere quindi un comportamento serio e deciso. I figli dovranno rendersi conto dell'errore commesso senza essere lasciati in uno stato di abbattimento morale. Si cerchi di infondere in loro una certa dose di coraggio sul quale essi possano basarsi per giungere a guadagnarsi la vostra fiducia e la vostra approvazione. Indulgenza eccessiva TT1 109 1 Certi genitori sbagliano e concedono troppa libertà ai figli. Talvolta hannouna tale fiducia in loro da non vederne i difetti. È un errore permettere ai bambini di recarsi a far delle visite lontano, affrontando delle spese, senza essere accompagnati o dai genitori o da persone responsabili. Ciò esercita su di loro un influsso negativo. Cominciano a credere di avere ormai una certa importanza e di poter vantare dei privilegi a cui hanno diritto. Quando verrano negati loro questi privilegi nascerà in loro l'idea di essere stati defraudati. Per difendersi racconteranno di ragazzi che vanno e vengono liberamente, che godono di maggiori vantaggi e libertà. TT1 109 2 La madre, temendo che i figli la credano ingiusta, accondiscende ai loro desideri e questo provoca effetti negativi. I giovani ospiti di altre famiglie, senza l'occhio vigile dei genitori per individuare e correggere i loro errori, spesso fanno esperienze le cui impressioni richiedono mesi per essere cancellate. Mi fu riferito il caso di genitori che avevano figli buoni e ubbidienti. Per la fiducia che avevano in alcune famiglie, permettevano ai figli di allontanarsi da casa per andare a trovare questi amici. Ci fu, da allora, un totale cambiamento nel comportamento e nel carattere dei figli. Prima erano contenti e felici a casa e non desideravano molto la compagnia di altri giovani; quando rientravano, dopo quelle visite, ogni restrizione sembrava loro ingiusta e la casa era diventata quasi una prigione. Queste concessioni poco sagge dei genitori modificano il carattere dei figli. TT1 109 3 Tramite queste visite alcuni allacciano delle relazioni che li porteranno alla rovina. Genitori, se potete, tenete con voi i figli e vigilate su di loro con la massima attenzione. Quando lasciate che si allontanino da casa, essi credono di essere ormai emancipati e di poter badare a se stessi. Le loro conversazioni, allora, vertono su argomenti che non sono per nulla atti ad affinare o a elevare, né tanto meno ad accrescere l'amore per la religione. Più si permette loro di far delle visite, maggiore sarà il desiderio di farne e minore attrattiva eserciterà su loro la casa paterna. TT1 109 4 Ragazzi, Dio ha ritenuto opportuno affidarvi alla cura dei genitori perché vi educhino e partecipino alla formazione del vostro carattere per il cielo. Comunque sta a voi decidere se svilupperete un buon carattere cristiano sfruttando al massimo i vantaggi che vi vengono da una famiglia credente e fedele. Nonostante tutte le preoccupazioni e la fedeltà, i genitori non possono salvare i figli: essi hanno la loro parte di responsabilità. Genitori credenti, avete un'opera di grande responsabilità da compiere: dirigere i passi dei figli anche nel campo dell'esperienza religiosa. Quando essi ameranno veramente Dio, vi rispetteranno e vi benediranno per l'attenzione manifestata nei loro confronti e per il vostro impegno nel frenare i loro desideri e nel sottomettere la loro volontà. TT1 109 5 Nella società prevale la tendenza a lasciare che la gioventù segua le proprie inclinazioni. Se i bambini si dimostrano molto indisciplinati, i genitori dicono che cambieranno dopo un certo periodo di tempo e che, giunti all'età di sedicidiciotto anni, ragioneranno da soli, rinunceranno alle loro abitudini sbagliate e diventeranno degli uomini e delle donne impegnati. Che errore! Per anni hanno permesso che un nemico seminasse la zizzania. In questo modo si sono sviluppate tendenze negative e, in molti casi, tutto il lavoro compiuto successivamente su quel terreno è risultato inutile. TT1 110 1 Satana lavora con furbizia e perseveranza, è un terribile nemico. Ogni volta che si pronuncia una parola incauta, che ha un influsso negativo sui giovani, sia essa una lusinga o un invito a considerare un certo peccato con minore ripugnanza, Satana ne approfitta e coltiva il seme del male perché metta radice e produca frutti abbondanti. Alcuni genitori hanno permesso che i figli prendessero delle abitudini che lasceranno le loro tracce per tutta la vita: essi sono responsabili di questo peccato. I ragazzi possono pretendere di essere cristiani, ma se la grazia non agisce nel loro cuore e non riforma la loro vita, le loro abitudini passate si rifletteranno in tutta la loro esperienza ed essi manifesteranno quel carattere che i genitori hanno permesso loro di formarsi. Il mondo e i suoi piaceri TT1 110 2 Il livello della spiritualità è solitamente così basso, fra i cosiddetti cristiani, che quanti desiderano seguire Gesù sinceramente trovano il compito molto più arduo di quanto immaginavano. L'influsso di chi è legato al mondo e afferma di essere discepolo del Cristo è dannoso per i giovani. La linea di demarcazione fra i cristiani e il mondo non è più visibile e pur professando di vivere per il Cristo, in realtà vivono per il mondo. La loro fede non limita i loro piaceri e pur dicendosi figli della luce camminano nell'oscurità e sono figli della notte e delle tenebre. TT1 110 3 Chi cammina nelle tenebre non può amare Dio e desiderare sinceramente di glorificarlo. Non riesce a comprendere la superiorità delle realtà celesti e quindi la possibilità di amarle veramente. Quante persone si dicono cristiane perché considerano positivo esserlo, ma non portano nessuna croce e sono mosse da motivazioni egoistiche. Alcune di loro possono tranquillamente andare in una sala da ballo e partecipare ai divertimenti che essa offre. Altre, forse, non giungono a tanto, però partecipano a gite, a rappresentazioni e ad altre manifestazioni frivole. Perfino l'occhio più esperto ben difficilmente riuscirebbe a rintracciare in quelle persone una parvenza di cristianesimo. Non riuscirebbe a notare la minima differenza fra loro e il più indifferente nei confronti della religione. Il presunto cristiano, il dissoluto, colui che apertamente schernisce la religione e il profano formano un tutto unico. Dio li considera simili nello spirito e nel comportamento. TT1 110 4 Il cristianesimo senza la fede e le opere non ha valore. Nessuno può servire due padroni. I figli dell'empio sono servi di colui a cui ubbidiscono. Essendo suoi servi non possono essere figli di Dio, a meno che non rinuncino al diavolo e alle sue opere. I figli del Re del cielo non possono associarsi ai piaceri e ai divertimenti dei seguaci di Satana senza pericoli, anche se ripetono spesso che non c'è nulla di male. Dio ha rivelato delle sacre e solenni verità per separare il suo popolo dagli empi e purificarlo. Gli Avventisti del 7° Giorno devono vivere secondo la loro fede. Chi ubbidisce ai dieci comandamenti considera le realtà terrene e quelle spirituali da un punto di vista diametralmente opposto a quello di coloro che, pur dicendosi cristiani, amano i piaceri della vita, evitano la croce e violano il quarto comandamento. Nell'attuale stato della società non è facile per i genitori tenere a freno i figli ed educarli secondo la regola biblica. Alcuni sedicenti cristiani si sono allontanati così tanto dalla Parola di Dio che quando i genitori vogliono educare i figli secondo i suoi principi e, come Abramo, trasmetterli alla loro famiglia, i poveri bambini, condizionati dall'influsso che li circonda, pensano che i genitori esagerino nelle loro pretese e siano prudenti all'eccesso per quanto riguarda le loro amicizie. Provano il desiderio naturale di seguire l'esempio di quanti vivono nella società pur dicendosi cristiani. TT1 111 1 Oggi è difficile capire cosa significhi essere perseguitati per il Cristo. Occorre ben poco spirito di rinuncia e di sacrificio per avere una "apparenza di pietà" e il nome scritto nel registro della chiesa. Invece, vivere in modo tale che le nostre scelte piacciano a Dio e i nostri nomi figurino nel libro della vita richiede vigilanza, preghiera, rinuncia e sacrificio. Quanti si dicono cristiani sono di esempio ai giovani solo nella misura in cui seguono Gesù. Un comportamento in armonia con l'insegnamento del Maestro è il risultato normale della vera religiosità. Colui che giudicherà la terra ricompenserà ciascuno secondo le sue opere. I giovani che seguono il Cristo devono lottare; devono portare ogni giorno la croce per abbandonare le abitudini della società e imitare la vita del Cristo. ------------------------Capitolo 29: Camminare nella luce TT1 112 1 Vidi che il popolo di Dio vive troppo spesso come sotto una cappa. Dio non desidera che esso viva nell'incredulità. Gesù è luce e in lui non ci sono tenebre; i suoi figli sono i figli della luce. Trasformati a sua immagine, sono stati chiamati "dalle tenebre alla sua meravigliosa luce". Come il Cristo, anche i suoi discepoli non devono camminare nelle tenebre ma possedere la luce della vita. Più il popolo di Dio cercherà di imitare il Cristo, più sarà perseguitato dal nemico. La comunione con il Salvatore gli darà la forza di resistere agli attacchi di Satana che vuole allontanarlo dal Maestro. TT1 112 2 Mi fu mostrato che abbiamo la tendenza a paragonarci gli uni con gli altri, prendendoci come modelli, mentre abbiamo in Cristo un punto di riferimento sicuro e infallibile. I figli di Dio non devono misurarsi con gli standard della società, valutarsi in base alle opinioni degli uomini, né tanto meno secondo ciò che erano prima di conoscere il messaggio della verità. La nostra fede e la nostra posizione nella società le dobbiamo paragonare con ciò che avrebbero dovuto essere se avessimo seguito un cammino progressivo e ascendente dal momento in cui abbiamo deciso di essere discepoli del Cristo. È questo l'unico confronto possibile. Qualsiasi altra alternativa sarebbe deludente. Se il carattere morale e lo stato spirituale dei figli di Dio non corrispondono alle benedizioni, ai privilegi e alla luce che sono stati accordati loro, il popolo di Dio sarà "pesato e trovato mancante". TT1 112 3 Sembra che alcuni non abbiano l'esatta consapevolezza del proprio stato. Riconoscono la verità, ma non ne afferrano né l'importanza né le esigenze. Ascoltano la verità, ma non la capiscono perfettamente perché non vi conformano la loro vita e quindi non si santificano con l'ubbidienza. Pertanto rimangono indifferenti e si sentono soddisfatti come se "la nube durante il giorno e la colonna di fuoco durante la notte" li precedessero come segni del favore di Dio. Essi pretendono di conoscerlo e lo rinnegano con le loro opere. Si considerano suoi eletti, il popolo che il Signore si è scelto, ma la sua presenza e la sua potenza salvifica raramente si manifestano in loro. Come sono fitte le tenebre che li circondano! Ma non se ne rendono conto. La luce risplende ed essi non l'apprezzano. Non c'è errore maggiore di quello di far credere agli uomini che sono nel giusto, che Dio accetta le loro opere, mentre essi peccano contro di lui, scambiando l'apparenza della pietà per la sua essenza e la sua potenza; credono di essere ricchi e di non aver bisogno di nulla e invece sono poveri, miserabili, ciechi, nudi e hanno bisogno di tutto. TT1 112 4 Alcuni, pur pretendendo di essere discepoli del Cristo, non si impegnano in attività spirituali, mentre nei vari interessi terreni danno il meglio di se stessi, ambiziosi di raggiungere una meta verso la quale tendono con tutte le forze. Quando si tratta della felicità e della vita eterna, quando tutto è in gioco, agiscono con indifferenza, quasi avessero delegato un altro a vivere per loro, mentre essi restano in attesa del risultato. Che pazzia! Se tutti manifestassero zelo, interesse, fervore per la vita eterna come per le iniziative terrene, risulterebbero vincitori. Vidi che ognuno deve fare un'esperienza personale e agire con coscienza e fedeltà per ottenere la vita eterna. Satana attende il momento propizio per privarci delle preziose benedizioni divine. Il figlio di Dio dovrà lottare strenuamente contro le potenze del male per conservare queste benedizioni e ottenere nuovamente quelle perse per mancanza di vigilanza. Vigilanza TT1 113 1 Mi è stato mostrato che i cristiani godono del privilegio di ottenere la forza necessaria per conservare i preziosi doni divini. La preghiera fervente verrà esaudita. Quando i discepoli del Cristo utilizzano lo scudo della fede e la spada dello Spirito, il nemico è in pericolo e deve fare tutto il possibile per difendersi. Coloro che sono rivestiti dalla potenza divina non incorreranno in persecuzioni e disprezzo. Quando la verità, nella sua semplicità e nella sua forza, trionferà fra i credenti e si innalzerà contro lo spirito che regna nel mondo, risulterà evidente che non vi è accordo fra il Cristo e Satana. I discepoli del Cristo devono essere degli esempi viventi della vita e dello spirito del Maestro. TT1 113 2 Giovani e vecchi devono lottare. Essi non dovranno lasciarsi andare neppure un istante, perché un nemico accanito e astuto è sempre all'erta per sviarli e vincerli. Coloro che credono alla verità, rivelata per la nostra epoca, devono essere vigilanti come il nemico e dimostrare la loro saggezza resistendo a Satana. Lo faranno? Saranno perseveranti in questa lotta? Si preoccuperanno di allontanarsi dal male? Il Cristo viene rinnegato in molti modi: lo si può rinnegare parlando contro la verità, dicendo male degli altri, usando un linguaggio frivolo e volgare, utilizzando parole sciocche e inutili. In questo modo dimostriamo poca saggezza e scarsa coerenza. Diventiamo deboli, i nostri sforzi non sono sufficienti a respingere il nostro grande nemico e risultiamo sconfitti. TT1 113 3 "...Dall'abbondanza del cuore la bocca parla" (Matteo 12:34): non vigilando confessiamo che il Cristo non è in noi. TT1 113 4 Coloro che esitano a consacrarsi a Dio senza riserve, attribuiscono poca importanza al fatto di essere discepoli di Gesù. Lo seguono a così grande distanza che spesso non sanno se seguono le sue orme o quelle del grande nemico. Perché siamo così restii a distaccarci dagli interessi terreni e a considerare il Cristo come nostro unico punto di riferimento? Perché dovremmo conservare l'amicizia dei nemici del Signore, imitarne le abitudini, lasciarci condizionare dalle loro opinioni? È necessaria una resa totale a Dio, una resa senza riserve; dobbiamo rinunciare all'amore per il mondo e le realtà terrene, altrimenti non potremo essere discepoli del Cristo. TT1 113 5 La vita e lo spirito del Cristo rappresentano l'unico ideale di perfezione; l'unica via sicura è seguire il suo esempio. Se lo facciamo egli ci guiderà e poi ci accoglierà nel suo regno. Dobbiamo lottare con perseveranza ed essere disposti a soffrire molto se vogliamo seguire le orme del nostro Redentore. Dio desidera agire in nostro favore, offrirci gratuitamente il suo Spirito, se viviamo per questo e crediamo in lui. Allora potremo camminare nella luce, nutrendoci del suo amore e delle sue ricche benedizioni. TT1 114 1 Se oggi trascuriamo la preghiera personale e la lettura della Bibbia, domani la cosa si ripeterà e proveremo meno rimorsi di coscienza. Vi sarà una lunga lista di omissioni e tutto questo a causa di un piccolo seme che è germogliato nel nostro cuore. Al contrario, ogni raggio di luce accolto nel cuore produrrà effetti positivi. Se noi respingiamo la tentazione, la seconda volta l'affronteremo meglio; ogni nuova vittoria conseguita ci preparerà per maggiori successi. Ogni vittoria è anch'essa un seme che produrrà per l'eternità. -- Testimonies for the Church 5:120 (1882). ------------------------Capitolo 30: Contraffazioni dei doni dello Spirito TT1 115 1 Il fanatismo è prevalso in un certo gruppo di osservatori del sabato...; essi hanno attinto ben poco alla fonte della verità e non sono al corrente dello spirito del messaggio del terzo angelo. Non si può fare nulla per loro finché non modificheranno le loro idee fanatiche... TT1 115 2 Alcuni pretendono di avere dei "doni" e dicono di averli ricevuti dal Signore. Pronunciano parole incomprensibili, che definiscono "lingue sconosciute". Infatti sono sconosciute non solo agli uomini, ma anche al Signore. Questi doni sono puramente umani e sono stati ispirati da Satana. Il fanatismo, l'eccitazione, il falso parlare in lingue e riunioni rumorose sono stati considerati doni di Dio per la chiesa. Alcuni ne sono stati ingannati e i risultati non sono stati affatto buoni. "Voi li riconoscerete dai loro frutti..." Matteo 7:16. Il fanatismo e la confusione sono diventati dimostrazioni della fede. TT1 115 3 Molti non sono soddisfatti se durante l'incontro non provano sensazioni di potenza e di esaltazione e utilizzano tutte le loro energie per arrivare a un certo livello di eccitazione. Ma l'effetto di questi incontri non è positivo: superata l'ebbrezza momentanea, essi si trovano in uno stato di depressione peggiore a quello in cui vivevano prima dell'inizio dell'incontro, perché la loro gioia non procedeva dalla fonte giusta. Le riunioni che permettono i maggiori progressi spirituali sono quelle caratterizzate da un solenne e profondo esame di coscienza, nel quale ognuno cerca di conoscere se stesso e, con fervore e profonda umiltà, si sforza di imparare dal Cristo... TT1 115 4 Vi sono molti spiriti inquieti che non si sottomettono alla disciplina, al metodo e all'ordine, perché pensano che la loro libertà sarebbe limitata se dovessero rinunciare al proprio giudizio per sottoporsi a quello di altri con maggiore esperienza. L'opera di Dio non progredirà fintanto che non si manifesterà la disponibilità a sottomettersi a una vera disciplina per eliminare quello spirito disordinato e irrequieto del fanatismo. Le impressioni e i sentimenti non sono una prova che il Signore ci dirige. Satana può, se non si fa attenzione, infondere in noi sensazioni e impressioni. Tutto ciò, naturalmente, non rappresenta una guida sicura. TT1 115 5 Tutti dovranno familiarizzarsi con i punti essenziali della fede e capire come rendere perfetta la loro professione di fede per portare dei frutti alla gloria di Dio. Nessuno deve avere un comportamento tale da risultare antipatico ai non credenti. Dobbiamo essere modesti, avere un linguaggio elevato e una vita irreprensibile. Dobbiamo evitare ogni tendenza alla volgarità, alla frivolezza, all'ironia. Il fatto di pregare e di parlare con sicurezza durante le riunioni religiose non è una prova della presenza della grazia di Dio tanto che queste stesse persone, in seguito, parlano e agiscono in modo grossolano e volgare. Queste persone non rappresentano adeguatamente la nostra fede e disonorano la causa di Dio. TT1 116 1 C'è una strana confusione di opinioni fra gli avventisti di... Alcuni non sono in armonia con il resto dei membri della chiesa e, pur continuando a occupare una certa posizione, saranno sottoposti alle tentazioni di Satana e subiranno l'influsso del fanatismo e dell'errore. Alcuni hanno opinioni fantasiose; modi di vedere che li rendono insensibili nei confronti degli aspetti fondamentali della verità, inducendoli a mettere le loro idee stravaganti sullo stesso piano della verità. L'apparenza esteriore di queste persone e lo spirito da cui sono animate ne inducono altre, dotate di una certa sensibiltà, anche se non credenti, a opporsi al sabato. Sarebbe bene, per il progresso e il successo del messaggio del terzo angelo, che questi fanatici lasciassero la chiesa... TT1 116 2 Coloro che predicano la Parola devono essere veri collaboratori di Dio e presentare la verità nella sua purezza e semplicità. Devono nutrire il gregge con alimenti spirituali scelti con cura. TT1 116 3 Vi sono alcuni che pretendono di essere dei predicatori inviati da Dio. Essi predicano il sabato da un luogo all'altro, mescolano l'errore alla verità e presentano alla gente un insieme di opinioni discordanti. Satana li ha suscitati perché scoraggino i non credenti, intelligenti e sensibili, disposti ad ascoltarli. Alcuni di loro si dilungano a parlare dei doni e spesso con successo. Manifestano sentimenti violenti, emettono suoni inintelligibili che chiamano "dono delle lingue" e una certa categoria di persone si lascia conquistare da queste strane manifestazioni. Queste persone manifestano un atteggiamento violento per scoraggiare chiunque li rimproveri su questo punto. Lo Spirito di Dio non è in loro e non li assiste. Essi operano con un altro spirito. Eppure riescono ad avere successo nei confronti di una certa categoria di persone e ciò renderà più difficile il lavoro di quei messaggeri che Dio stesso invierà e che saranno veramente qualificati per presentare alla gente il sabato e i veri doni dello Spirito e il cui influsso ed esempio saranno degni di essere seguiti. TT1 116 4 La verità deve essere presentata in modo tale da essere attraente per le persone intelligenti. Noi, come popolo, non siamo accettati e, anzi, siamo considerati limitati e deboli mentalmente. Ecco perché è estremamente importante che tutti quelli che insegnano e tutti coloro che credono alla verità siano trasformati dal suo influsso santificante, al punto che la loro vita, per coerenza e alto livello morale, riveli, a coloro che non credono, che si sono sbagliati nei confronti del popolo di Dio. Com'è importante che la proclamazione della verità non sia caratterizzata da eccitazioni fanatiche, ma riveli la sua naturale purezza e il suo carattere eccelso! TT1 116 5 Io vidi che è importantissimo che coloro che predicano la verità siano raffinati nei loro modi, evitino ogni eccentricità o stravaganza e presentino il messaggio nella sua purezza e chiarezza. Mi fu ricordato il passo di Tito 1:9: "attaccato alla fedel Parola quale gli è stata insegnata, onde sia capace d'esortare nella sana dottrina e di convincere i contradittori". Al versetto 16 l'apostolo parla anche di una categoria di persone che affermano di conoscere Dio e lo rinnegano con le opere "...essendo abominevoli, e ribelli, e incapaci di qualsiasi opera buona". Quindi Tito esorta: "Ma tu esponi le cose che si convengono alla sana dottrina: Che i vecchi siano sobri, gravi, assennati, sani nella fede, nell'amore, nella pazienza... Esorta parimente i giovani ad essere assennati, dando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone; mostrando nell'insegnamento purità incorrotta, gravità, parlar sano, irreprensibile, onde l'avversario resti confuso, non avendo nulla di male da dire di noi". Tito 2:1, 2, 6-8. Queste direttive furono impartite per il bene di tutti coloro che Dio ha chiamati a predicare la Parola e anche per il bene del suo popolo che ascolta la Parola stessa. La verità eleva TT1 117 1 La verità di Dio non degrada mai, anzi eleva chi la riceve, ne affina il gusto, ne santifica la capacità di giudizio e perfeziona colui che l'accetta in vista dell'incontro dei puri e santi angeli nel regno di Dio. Vi sono persone rozze, volgari, bizzarre, vanitose che quando possono sfruttano il prossimo; esse sbagliano nel loro comportamento, ma se credono alla verità con tutto il cuore si verificherà un profondo cambiamento nella loro vita. Essi, infatti, inizieranno immediatamente l'opera di riforma. TT1 117 2 Il puro influsso della verità eleverà l'intero essere. L'uomo, nei suoi rapporti con i suoi simili, si comporterà sempre come un figlio di Dio, amerà il prossimo suo come se stesso e agirà come vorrebbe che gli altri agissero nei suoi confronti. Il suo linguaggio sarà sincero, puro, di carattere così elevato che anche i non credenti non potranno dire del male di lui e non saranno per nulla delusi dal suo modo di fare e di parlare, privi di volgarità o parole scortesi. L'influsso santificante della verità si farà sentire nella famiglia e sarà così efficace che gli altri, vedendo le sue buone opere, glorificheranno Dio. Egli mostrerà in tutta la sua vita che segue l'esempio del Cristo. TT1 117 3 La legge di Dio non si accontenta di ciò che non è perfetto ed esige una completa ubbidienza. Conformarsi solo a metà alle sue esigenze e non ubbidire completamente non serve a nulla. L'uomo comune e il non credente ammirano la coerenza e sono colpiti favorevolmente quando il modo di agire dei figli di Dio corrisponde alla loro fede. "Voi li riconoscerete dai loro frutti..." Matteo 7:16. Ogni albero si riconosce dai frutti che dà. Le nostre parole, le nostre azioni rappresentano i nostri frutti. TT1 117 4 Molti ascoltano gli insegnamenti del Cristo, ma non li mettono in pratica. Essi si dicono discepoli del Cristo, ma i loro frutti disgustano gli increduli. Infatti si dimostrano vanagloriosi; parlano e pregano manifestando sufficienza e orgoglio, enumerando le loro buone azioni e, come il fariseo, ringraziano Dio di non essere come gli altri uomini. Eppure, proprio loro sono astuti e ingannatori negli affari. Non portano buoni frutti. Le loro parole e le loro azioni non sono giuste, ma non sembrano riconoscere il loro stato. TT1 117 5 Mi fu mostrato che il passo seguente si applica a quanti si fanno illusioni sul proprio conto: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne' cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d'iniquità". Matteo 7:21-23. TT1 117 6 Questa è la maggiore illusione che possa provare un uomo: credersi nel giusto mentre è nell'errore. Queste persone pensano di compiere una grande opera sul piano religioso, ma Gesù strapperà via il mantello della loro giustizia e gli mostrerà il vero quadro del loro stato con tutti gli errori e i difetti del carattere. Essi sono mancanti e ormai è troppo tardi per poter cambiare. Dio aveva previsto i mezzi per correggere questi errori; comunque, se un uomo sceglie di seguire i propri impulsi e disprezza i consigli di Dio che permettono al messaggio della verità di operare in lui, egli si troverà nella condizione descritta dalle parole del Signore. TT1 118 1 Dio invita il suo popolo a uscire dal mondo, a ricercare l'unità della fede e della dottrina, realizzando così la preghiera del Cristo in favore dei discepoli: "Io non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; che come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato". Giovanni 17:20, 21. Spiriti inquieti TT1 118 2 Sorgono continuamente piccoli gruppi che credono che Dio sia soltanto con le minoranze, con i dispersi e il loro influsso tende a distruggere ciò che i figli di Dio stanno costruendo. Alcuni spiriti inquieti vogliono continuamente vedere e credere cose nuove. Essi, pur dicendo di possedere la verità, compiono invariabilmente un'opera utile per il nemico. Essi, inoltre, sono separati dal popolo che Dio guida e fa prosperare, mediante il quale sta realizzando la sua grande opera. Essi non fanno altro che esprimere il timore che gli osservatori del sabato stiano diventando simili al mondo, ma fra loro se ne trovano a malapena due che hanno le stesse idee. Sono dispersi e confusi e si ingannano a tal punto da credere che Dio sia con loro in modo particolare. Alcuni pretendono di avere dei doni, ma, sotto l'influsso di questi falsi doni, risulta che tali persone sono indotte a dubitare di coloro a cui Dio ha affidato l'incarico della sua opera e cercano di attrarre altri dalla loro parte. Quanti, in armonia con la Parola di Dio, compiono ogni sforzo per essere uniti e sono legati al messaggio del terzo angelo, vengono considerati con sospetto perché la loro opera si sviluppa e molti accettano la verità. Essi sono definiti "mondani" perché esercitano un certo influsso nel mondo e perché agiscono affinché Dio compia ancora una grande opera sulla terra per formare un popolo e prepararlo per il ritorno del Cristo. TT1 118 3 Questa categoria di persone non sa esattamente che cosa crede, né conosce le motivazioni della propria fede. Impara sempre e non giunge mai alla conoscenza della verità. Uno si alza e proclama opinioni sbagliate e pretende che Dio lo abbia inviato affidandogli un nuovo e importante messaggio: tutti devono credere ciò che annuncia. Alcuni, la cui fede non è ben salda, che non si sottomettono alla chiesa e sono "...sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina..." (Efesini 4:14), si lasciano attirare. Questa falsa luce brilla così tanto che gli uomini se ne allontanano con disgusto e odio. Allora egli si mette, in modo blasfemo, sullo stesso piano del Cristo e crede che il mondo lo odi per lo stesso motivo che lo spinse a odiare il Cristo. TT1 118 4 Un altro ancora si alza dicendo di essere guidato da Dio e presenta un'eresia, uno dei capolavori degli errori di Satana, sostenendo che i malvagi non risorgeranno. Un altro professa opinioni sbagliate riguardo alla vita eterna. Un quarto suggerisce con zelo certe usanze americane. Tutti pretendono un'assoluta libertà religiosa e ognuno agisce in modo indipendente dagli altri; tutti però affermano che Dio è all'opera in mezzo a loro in modo speciale. Dirigenti presuntuosi TT1 119 1 Alcuni si rallegrano ed esultano di avere dei doni che altri non hanno. Possa Dio liberare il suo popolo da tali doni! A cosa servono questi doni? Questi doni portano all'unità della fede? Convincono i non credenti che Dio è davvero con coloro che li posseggono? Quando queste persone, con le loro opinioni particolari, si riuniscono vi è una grande eccitazione e parlano in lingue. Allora i non credenti affermano: "Questa gente non è normale, è pervasa da una falsa eccitazione e sappiamo che non possiede la verità". Essi sono sulla via sbagliata ed esercitano un influsso che impedisce ad altri di accettare il sabato; saranno ricompensati secondo le loro opere. Voglia Dio che essi si rendano conto dell'errore o abbandonino l'osservanza del sabato! TT1 119 2 Dio ha chiamato degli uomini che hanno lavorato per anni, soffrendo privazioni e sopportando prove, sempre disposti a fare qualsiasi sacrificio, per far conoscere la verità al mondo; uomini che con la loro coerenza hanno cancellato il disprezzo che i fanatici hanno attirato sull'opera di Dio. Hanno affrontato l'opposizione sotto tutte le forme e hanno lavorato notte e giorno per cercare le prove della nostra fede, per poter esporre la verità in tutta la sua chiarezza, per sostenere ogni opposizione. L'incessante attività e la tensione mentale, a causa della loro fedeltà all'opera di Dio, hanno consunto più di un organismo e fatto imbiancare i loro capelli prima del tempo. La loro fatica non è stata inutile: Dio ha ascoltato le loro preghiere, ferventi e angosciate, quando cercavano di comprendere la verità per comunicarla agli altri in tutta la sua pienezza. Egli ha preso in considerazione i loro sacrifici e li ricompenserà secondo le loro opere. D'altra parte alcuni non si sono impegnati a sondare la Parola di Dio e hanno semplicemente accettato alcuni punti, come la verità del sabato. TT1 119 3 Tutto era già pronto e la gratitudine manifestata per ciò che a loro non era costato nulla, ma era costato tanto ad altri, si è espressa insorgendo come Core, Datan e Abiram, disprezzando coloro a cui Dio aveva affidato la sua opera. Essi dicono: "...Basta! tutta la raunanza, tutti fino ad uno son santi, e l'Eterno è in mezzo a loro...". Numeri 16:3. Essi ignorano la gratitudine e la loro testardaggine li porterà alla rovina. TT1 119 4 Dio ha benedetto il popolo che ha camminato seguendo le sue vie. Egli ha formato un popolo in cui erano rappresentate tutte le classi sociali, ha chiamato uomini e donne che si sono incontrati sulla base della verità. I non credenti si sono convinti che Dio era con il suo popolo e hanno ubbidito alla verità. L'opera di Dio si sviluppa regolarmente. Tuttavia, nonostante le prove che Dio sta guidando la chiesa, ci sono persone, e ce ne saranno sempre, che, pur osservando il sabato, vorranno agire indipendentemente dal corpo della chiesa e sceglieranno le loro dottrine e i loro metodi d'azione. Le loro opinioni confuse provano che Dio non è con loro. Purtroppo gli uomini finiscono per porre il sabato sullo stesso piano dei loro errori e così rifiutano tutto. TT1 120 1 Dio è in collera con quanti seguono coloro che adottano una linea di condotta che li fa odiare dal mondo. Se un cristiano è detestato per le sue buone opere e perché segue il Cristo, riceverà una ricompensa. Ma se è odiato perché ha un comportamento scorretto; se è odiato a causa dei suoi modi grossolani, perché la verità per lui è motivo di polemica con i suoi vicini e il suo modo di fare rende il sabato una fonte di problemi per tutti, egli diventa una pietra d'inciampo per i peccatori, un'occasione di disprezzo per la verità; se non si pente, sarebbe meglio per lui che "una macina gli fosse legata al collo ed egli fosse gettato nel mare". TT1 120 2 Non si deve offrire ai non credenti nessuna occasione di disprezzare la nostra fede. Siamo già considerati stravaganti e fuori della norma e quindi non dobbiamo comportarci in modo tale da indurre i non credenti a considerarci più strani di quanto non lo esiga la nostra fede. TT1 120 3 Nella natura umana c'è la tendenza ad andare da un estremo all'altro. Molti sono fanatici: sono divorati da uno zelo ardente che viene scambiato per religione, ma è il carattere che rappresenta la vera prova di discepolato. Sono mansueti come il Cristo? Manifestano la sua dolcezza? Hanno la sua stessa umiltà e la sua dolce benevolenza? Hanno eliminato l'orgoglio, l'arroganza, l'egoismo, la critica? In realtà non sanno da quale spirito sono animati e non si rendono conto che il vero cristianesimo consiste nel portare molto frutto alla gloria di Dio. Altri arrivano all'estremo opposto conformandosi al contesto sociale. Non esiste una linea di demarcazione fra il loro modo di vivere e quello del mondo. TT1 120 4 Se nel primo caso gli uomini si sono allontanati dalla verità, a causa di coloro che li condannano con durezza, nel secondo caso arrivano a concludere che il cristiano non ha solidi principi e che il suo carattere o il suo cuore non sono cambiati. Il Cristo ha detto: "Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è ne' cieli". Matteo 5:16. -- Testimonies for the Church 5:305, 306 (1885). TT1 120 5 Il Signore desidera che il suo popolo utilizzi la ragione e non si lasci trasportare da semplici impressioni. La sua opera sarà compresa da tutti i suoi figli e il suo insegnamento sarà tale che si imporrà alle menti intelligenti. Esso mira a elevare lo spirito. La potenza di Dio non si manifesta in ogni occasione, ma soltanto quando l'uomo ne ha bisogno. -- Testimonies for the Church 1:230 (1861). TT1 121 1 Quando coloro che hanno visto e sperimentato false manifestazioni religiose sono convinti dei propri errori, Satana ne approfitta e lo ricorda loro costantemente, affinché temano qualsiasi realtà spirituale. Egli cerca così di distruggere la loro fede nella vera pietà. Siccome si sono sbagliati una volta, ora hanno paura di fare qualsiasi sforzo, pregando Dio con sincerità e fervore, per ricevere da lui aiuto e vittoria. TT1 121 2 Queste persone non devono lasciare che Satana abbia il sopravvento e li spinga al freddo formalismo e all'incredulità. Esse devono ricordarsi che Dio è sempre lo stesso. Gli uomini sono bugiardi, ma Dio è sincero. L'unica speranza di salvezza consiste nel contare su principi sicuri, comprendere il messaggio del terzo angelo, apprezzare la verità, amarla e seguirla. -- Testimonies for the Church 1:323, 324 (1862). ------------------------Capitolo 31: La preghiera di Davide TT1 122 1 In una visione mi fu mostrato Davide che pregava perché il Signore non lo abbandonasse nella sua vecchiaia e mi resi conto quali erano i motivi che lo avevano spinto a pronunciare questa fervente preghiera. Egli aveva constatato che gli anziani che lo circondavano non erano felici e che i tratti negativi del loro carattere peggioravano con il passare degli anni. Se erano, per natura, introversi e avari, queste caratteristiche si accentuavano ancora di più e diventavano insopportabili nella vecchiaia. Se erano gelosi, impulsivi e impazienti, lo diventavano ancor più in tarda età. TT1 122 2 Davide era scoraggiato vedendo che i re e i nobili, che avevano rispettato il Signore nel pieno vigore degli anni, invecchiando, diventavano gelosi dei migliori amici e dei parenti. Temevano continuamente che gli amici fossero motivati dall'egoismo quando manifestavano un certo interesse per loro. Prestavano ascolto alle insinuazioni e ai cattivi consigli degli estranei, mentre avrebbero dovuto aver fiducia nei loro amici. Talvolta la loro gelosia sfrenata esplodeva, perché non tutti avevano voluto ascoltare il loro parere. La loro avidità era senza limiti. Spesso pensavano che i loro stessi figli e i parenti desiderassero la loro morte per potersi impossessare delle loro ricchezze e ricevere i loro onori. Alcuni erano così condizionati dalla gelosia e dall'avidità da arrivare al punto di rovinare i propri figli. TT1 122 3 Davide notava che, nonostante la vita di alcuni fosse stata retta quando erano ancora nel fiore degli anni, con il sopraggiungere della vecchiaia essi perdevano l'autocontrollo. Satana assumeva il controllo della loro mente, seminando ansia e insoddisfazione. Davide, inoltre, si rendeva conto che molti, giunti a un'età avanzata, si sentivano abbandonati da Dio e si esponevano al ridicolo e al disprezzo dei nemici del Signore. Profondamente impressionato, si sentiva angosciato pensando alla sua vecchiaia. Egli temeva di essere abbandonato da Dio, di diventare infelice come gli altri anziani di cui aveva osservato il comportamento. Con questo peso sul cuore, Davide pronunciò in preghiera queste parole: "Non rigettarmi al tempo della vecchiezza, non abbandonarmi quando le mie forze declinano... O Dio, tu m'hai ammaestrato dalla mia fanciullezza, ed io, fino ad ora, ho annunziato le tue meraviglie. Ed anche quando sia giunto alla vecchiaia ed alla canizie, o Dio, non abbandonarmi, finché non abbia fatto conoscere il tuo braccio a questa generazione, e la tua potenza a quelli che verranno". Salmi 71:9, 17, 18. Davide sentiva la necessità di prevenire i problemi tipici della vecchiaia. TT1 122 4 Accade spesso che molti anziani non siano disposti a riconoscere che la loro forza mentale è in declino. Essi accorciano i loro giorni occupandosi di ciò che dovrebbe ormai spettare ai figli. Satana, spesso, agisce sulla loro immaginazione e li rende ansiosi nei confronti del denaro; questo finisce per diventare il loro idolo ed essi lo accumulano con avidità. Talvolta si privano di molte comodità e lavorano al di là delle proprie forze invece di utilizzare il denaro di cui dispongono. In questo modo si sentono sempre in difficoltà, sopraffatti dal timore che in futuro possa mancare loro qualcosa. Tutte queste paure sono create da Satana. Egli eccita la loro sensibilità e crea queste preoccupazioni che sono all'origine delle paure e delle gelosie senili che distruggono la loro nobiltà d'animo, i pensieri e i sentimenti più elevati. Essi perdono la testa per il denaro. Se invece assumessero l'atteggiamento che Dio consiglia loro, gli ultimi giorni della loro vita sarebbero i migliori e i più felici. Coloro che hanno dei figli di cui possono fidarsi, per la loro onestà e saggia amministrazione, dovrebbero lasciare a loro l'incarico di renderli felici. Se non lo fanno, Satana ne approfitterà e agirà. Ecco perché devono abbandonare ogni ansia e ogni preoccupazione e impiegare il tempo nel modo migliore possibile, preparandosi in vista dell'eternità. ------------------------Capitolo 32: La santificazione del sabato TT1 124 1 Il 25 dicembre 1865, in una visione, mi fu mostrato che c'è troppa trascuratezza nell'osservanza del sabato. Non c'è sufficiente prontezza nell'adempiere i nostri doveri durante i sei giorni lavorativi di cui l'uomo dispone, né cura per astenersi dalla violazione, fosse pure di un'ora, del tempo sacro che Dio ha riservato per sé. Non vi sono affari umani che possano essere considerati tanto importanti da provocare la trasgressione del quarto comandamento di Dio. TT1 124 2 In certi casi il Cristo ha permesso di agire di sabato per salvare la vita di uomini o di animali. Però, se violiamo il quarto comandamento per i nostri interessi, per motivi economici, diventiamo trasgressori del sabato e siamo colpevoli nei confronti di tutti i comandamenti, perché "...chiunque avrà osservato tutta la legge, e avrà fallito in un sol punto, si rende colpevole su tutti i punti". Giacomo 2:10. Se per salvare ciò che possediamo, trasgrediamo un preciso ordine di Dio, dove ci fermeremo? Dove porremo il limite? Se commettiamo un errore, considerandolo di scarsa importanza, la nostra coscienza diventerà progressivamente insensibile. Finiremo per lavorare senza sosta, illudendoci, lusingati, di essere degli osservatori del sabato, mentre, secondo l'ideale del Cristo, rigettiamo, purtroppo, tutti i comandamenti di Dio. Gli osservatori del sabato sono in difetto. Dio è molto esigente e tutti coloro che pensano di risparmiare del tempo, o di avvantaggiarsi, sacrificando anche soltanto un'ora che appartiene al Signore, andranno incontro, prima o poi, al fallimento. Dio non può benedirli come vorrebbe, perché essi disonorano il suo nome e trascurano i suoi comandamenti. La maledizione di Dio scenderà su loro ed essi perderanno dieci volte quello che credono di aver guadagnato. "L'uomo dev'egli derubare Iddio? Eppure voi mi derubate... voi, tutta quanta la nazione!" Malachia 3:8, 9. TT1 124 3 Dio ha dato all'uomo sei giorni durante i quali lavorare e si è riservato un giorno in cui desidera che l'uomo lo onori. Egli dev'essere glorificato e la sua autorità rispettata. Eppure l'uomo deruba Dio prendendo per sé un po' di quel tempo che il Creatore si è riservato. Dio scelse il settimo giorno come periodo di riposo per il bene dell'uomo e per la propria gloria. Egli sa che l'uomo ha bisogno di un giorno per riposarsi dal suo lavoro e dalle sue preoccupazioni e che la sua salute e la sua vita sarebbero state danneggiate senza un periodo di pausa dopo il lavoro e le ansietà dei sei giorni. TT1 124 4 Il sabato è stato fatto per l'uomo. Trasgredire volutamente il santo comandamento che proibisce di lavorare il settimo giorno, agli occhi di Dio è un delitto che, al tempo della legge mosaica, esigeva la morte del trasgressore per sottolineare l'importanza di questa legge. Ma questa non era l'unica sanzione che doveva subire il colpevole: Dio non accoglie in cielo un trasgressore della sua legge. Il trasgressore subirà la morte seconda che è il castigo riservato a chi infrange la legge di Dio. ------------------------Capitolo 33: L'assicurazione sulla vita TT1 125 1 Mi fu rivelato che gli Avventisti del 7° giorno non devono contrarre assicurazioni sulla vita. Questo è un legame con la società che Dio non approva. Coloro che si impegnano in questa trattativa si legano al mondo, mentre l'Eterno invita il suo popolo a uscirne e a separarsene. L'angelo disse: "Il Cristo vi ha comprati con il sacrificio della sua vita. "E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo". 1 Corinzi 6:19, 20. "Poiché voi moriste, e la vita vostra è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria"". Colossesi 3:3, 4. Ecco l'unica assicurazione sulla vita che riscuote l'approvazione del cielo! TT1 125 2 L'assicurazione sulla vita è una consuetudine della nostra società che induce quei fratelli che vi si adeguano ad allontanarsi dalla semplicità e dalla purezza del Vangelo. Ne consegue un indebolimento della fede e un affievolimento della spiritualità. Disse l'angelo: "Ma voi siete una generazione eletta, un real sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio s'è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua maravigliosa luce". 1 Pietro 2:9. In quanto popolo apparteniamo in modo speciale al Signore. Il Cristo ci ha comprati e potenti angeli ci circondano. Neppure un passero cade senza che il nostro Padre celeste lo sappia. Perfino i capelli del nostro capo sono contati. Dio si preoccupa in modo particolare del suo popolo, che dovrebbe avere sempre fiducia nelle sue benedizioni e quindi non impegnarsi con un contratto simile. TT1 125 3 Dio desidera che conserviamo le nostre prerogative, soprattutto per quanto riguarda la semplicità e la santità. Coloro che sottoscrivono un'assicurazione sulla vita vi investono del denaro che appartiene a Dio e che egli ci ha affidato per utilizzarlo per lo sviluppo della sua opera. Pochi trarranno vantaggio da un'assicurazione sulla vita e del resto, senza la benedizione di Dio, anche questi pochi ne avranno più un danno che un beneficio. Coloro che Dio ha scelto come suoi amministratori non hanno il diritto di affidare al nemico beni che egli ha affidato loro perché li utilizzino per la sua opera. TT1 125 4 Satana cerca costantemente di distoglierci dall'importante impegno di prepararci per gli eventi che dovremo ben presto affrontare. Egli è un impostore e un abile adescatore nel vero senso del termine; dissimula i suoi piani e i suoi inganni sotto un alone simile a quello celeste. Indusse Eva a mangiare il frutto proibito facendole credere che ne avrebbe tratto dei vantaggi. Egli guida i suoi agenti perché presentino invenzioni, brevetti e altre iniziative agli avventisti che vogliono arricchire per tentarli, farli cadere in trappola, vittime dei loro stessi problemi. Satana vigila ed è impegnato attivamente per rendere gli uomini schiavi del male; tramite l'influsso dei suoi seguaci si impegna a trascinare chi professa di credere nella verità perché si unisca a loro. La ricerca del piacere, dell'eccitazione e dei divertimenti sono tutte tentazioni e insidie per il popolo di Dio. Satana utilizza esche efficaci, ma apparentemente innocue, con le quali egli prepara abilmente il terreno per ingannare i figli di Dio. Si tratta di spettacoli, intrattenimenti, conferenze sulla frenologia e una infinità di altre invenzioni che vengono presentate continuamente per indurre il popolo di Dio ad amare le realtà terrene. Con questi legami la fede si indebolisce e il denaro che dovrebbe essere investito nell'opera di Dio passa al nemico. Con questi mezzi Satana vuota abilmente il portafoglio dei figli di Dio che incorrono nella sua disapprovazione. ------------------------Capitolo 34: Salute e religione TT1 127 1 Vi sono persone dall'immaginazione malata per le quali la religione è un tiranno dal quale si fanno dominare con la forza. Si lamentano sempre della loro cattiveria e di malattie immaginarie. Nei loro cuori non c'è posto per l'amore e i loro volti sono sempre contratti. Sono scioccati dal riso innocente di un bambino o dalla gioia degli altri e considerano ogni divertimento come un peccato in quanto, secondo loro, la mente dovrebbe essere sempre impegnata a raggiungere esclusivamente obiettivi seri. Questo è un estremo. L'altro estremo consiste nel credere che per godere di buona salute sia necessario impegnare la mente nella ricerca di nuovi divertimenti. Coloro che ne sono convinti si ritrovano in uno stato di continua eccitazione e non riescono più a farne a meno. Essi non sono dei veri cristiani e raggiungono l'estremo opposto. TT1 127 2 I veri principi del cristianesimo creano in noi una felicità di cui non è possibile misurare l'altezza, la profondità, la larghezza e la lunghezza. Il Cristo in noi, fonte d'acqua che sgorga in vita eterna, è una sorgente inesauribile alla quale il cristiano può dissetarsi. TT1 127 3 Il sentimento di insoddisfazione e la tendenza a lamentarsi provocano continuamente malattie nel corpo e nello spirito. Quando Dio non è presente nella vita degli uomini essi non hanno neppure quella speranza che è un'ancora sicura e ferma per lo spirito. Invece coloro che hanno questa speranza si purificano come Dio stesso è puro e, liberati da ogni preoccupazione, mormorio e scontentezza, non vedono continuamente il male intorno a sé e non si soffermano a meditare su presunte contrarietà. Molti pensano di attraversare un periodo di grandi prove; l'angoscia si legge sui loro volti, sui loro lineamenti. Essi sono inconsolabili e sembrano continuamente preoccupati dagli eventuali problemi. TT1 127 4 Queste persone disonorano Dio e gettano il discredito sulla religione. Essi non amano veramente il Signore né i propri parenti o i propri figli. I loro affetti sono diventati morbosi. I divertimenti inutili non saneranno mai il loro spirito. Per essere felici hanno bisogno dell'azione trasformatrice dello Spirito Santo. TT1 127 5 La relazione che intercorre fra la mente e il corpo è molto profonda. Quando la prima è colpita il secondo reagisce e viceversa. L'equilibrio della mente è strettamente legato alla salute di tutto il corpo. Una buona coscienza e la soddisfazione di aver agito bene assicurano gioia e felicità. Ne risulta un effetto benefico che tonifica l'intero essere determinando una migliore circolazione del sangue e un maggior vigore di tutto il corpo. La benedizione di Dio è un rimedio eccellente e coloro che si impegnano per il bene del prossimo ne riceveranno un grande beneficio. -- Testimonies for the Church 4:60, 61 (1876). TT1 128 1 La religione della Bibbia non è nociva alla salute del corpo e della mente. L'influsso dello Spirito di Dio è senz'altro la migliore medicina che possa essere somministrata a un uomo o a una donna ammalati. In cielo non esistono le malattie e nella misura in cui il malato beneficerà dell'influsso divino la sua guarigione sarà certa. -- Testimonies for the Church 3:172 (1872). TT1 128 2 Satana è responsabile della malattia. Il medico combatte contro la sua opera e il suo potere. Ovunque prevalgono le malattie mentali. Questi sono i mali di cui soffrono gli uomini. Forse qualche difficoltà familiare, simile a un cancro, divora l'anima e indebolisce le forze vitali. Talvolta è il rimorso del peccato che mina il fisico e sconvolge la mente. Esistono, poi, delle false dottrine, come quella dell'inferno e dei tormenti eterni, che, presentando negativamente il carattere di Dio, hanno provocato nelle menti sensibili lo stesso risultato deleterio. Gli increduli hanno approfittato di questi casi per definire insensata la religione; naturalmente si tratta però di una grave diffamazione ed essi non saranno certo lieti di doverne rispondere a suo tempo. La religione del Cristo, lungi dall'essere causa di follia, è uno dei rimedi più efficaci: è un potente tonico del sistema nervoso. -- Testimonies for the Church 5:444 (1885). TT1 128 3 Il peccato, con le sue inquietudini e i suoi desideri insoddisfatti, è la causa di molte malattie di cui soffrono gli uomini. Il Cristo è il grande medico dello spirito, ammalato a causa del peccato. I peccatori hanno bisogno di conoscere meglio colui di cui Gesù ha detto "la vita eterna è che conoscano te". Essi hanno bisogno di conoscere con pazienza e bontà, ma anche con fermezza, come aprire le porte dell'anima per lasciar penetrare i raggi dell'amore di Dio che illumina anche gli angoli più reconditi dello spirito. -- Testimonies for the Church 4:579 (1881). ------------------------Capitolo 35: La temperanza cristiana TT1 129 1 "E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo". 1 Corinzi 6:19, 20. TT1 129 2 Non apparteniamo a noi stessi: siamo stati comprati a caro prezzo, cioè con le sofferenze e con la morte del Figlio di Dio. Se noi potessimo comprenderlo e rendercene conto, sentiremmo la grande responsabilità di conservarci nelle migliori condizioni di salute per poter offrire a Dio un servizio perfetto. Quando, però, seguiamo una via che diminuisce la nostra vitalità, indebolisce il nostro corpo e oscura il nostro spirito pecchiamo contro Dio invece di glorificarlo. Persistendo in questo atteggiamento, non solo non lo glorifichiamo nel nostro corpo e nel nostro spirito, che gli appartengono, ma commettiamo un grave torto nei suoi confronti. TT1 129 3 Gesù non ha dato se stesso per noi? Non ha pagato un caro prezzo per la nostra redenzione? Non è forse vero che non apparteniamo a noi stessi? Che tutte le facoltà del nostro essere, il nostro corpo, il nostro spirito, tutto quello che abbiamo e tutto quello che siamo, appartiene a Dio? Certamente è così. Nella misura in cui lo comprendiamo, ci rendiamo conto degli obblighi che abbiamo nei confronti di Dio nel preservare la nostra salute per onorarlo con il nostro corpo e il nostro spirito. Le ultime ore del tempo di grazia TT1 129 4 Noi crediamo fermamente che il Cristo stia per tornare. Non è una favola, ma una realtà. Non c'è mai stato nessun dubbio che il messaggio che predichiamo rappresenti la verità che Dio ha rivelato per il nostro tempo mentre ci avviciniamo al giudizio. Ci stiamo preparando a incontrare Gesù che, accompagnato da una schiera di angeli, apparirà presto sulle nuvole del cielo per rendere immortali coloro che hanno vissuto nella fedeltà e nella santità. Egli non tornerà per purificarci dai nostri peccati, per eliminare i difetti del nostro carattere o per guarire le nostre infermità. Quest'opera dovrà essere compiuta precedentemente. TT1 129 5 Quando il Signore verrà, coloro che sono santi continueranno a esserlo, conservando il corpo e lo spirito nella santità riceveranno l'immortalità. Quelli che, invece, sono ingiusti e corrotti, rimarranno tali per sempre. Niente e nessuno potrà più eliminare i loro difetti per ottenere così un carattere santo. Colui che santifica avrà concluso la sua opera e non eliminerà più i peccati e la corruzione. Tutto ciò deve essere realizzato ora, nel periodo che precede la fine del tempo di grazia. TT1 130 1 Quando ci convertiamo e crediamo alla verità abbiamo un certo carattere e certe tendenze. La verità esercita il suo influsso in modo tale da renderci moralmente adatti al regno della gloria e alla comunione con i suoi angeli. Ora siamo nel cantiere di Dio; molti di noi sono ancora come pietre grezze appena estrattedalla cava. È necessario che la verità di Dio agisca in noi, ci elevi e faccia sparire ogni imperfezione e qualsiasi peccato. Saremo pronti per vedere il Re nella sua bellezza e per vivere con i santi angeli nel regno di gloria. Quest'opera deve compiersi in noi ora, il nostro corpo e il nostro spirito devono essere resi idonei all'immortalità. TT1 130 2 Viviamo in una società che si oppone alla giustizia e alla purezza del carattere, come anche alla crescita nella grazia. Ovunque guardiamo, notiamo corruzione e contaminazione, deformità e peccato. Qual è l'opera che dobbiamo intraprendere ora per ricevere un giorno l'immortalità? Dobbiamo conservare santo il nostro corpo, puro il nostro spirito per rimanere incontaminati in mezzo alla corruzione dilagante degli ultimi tempi. Se vogliamo che quest'opera sia compiuta, dobbiamo impegnarci subito con tutto il nostro cuore e la nostra intelligenza. Non deve esserci spazio per l'egoismo. Dobbiamo lasciarci guidare completamente dallo Spirito di Dio. Se contiamo sulla potenza divina, se siamo in comunione con lui, sperimenteremo l'influsso santificante dello Spirito di Dio nei nostri cuori. Causa di sofferenza per gli altri TT1 130 3 Quando abbiamo cercato di presentare ai nostri fratelli e sorelle la riforma sanitaria e abbiamo illustrato l'importanza di mangiare, bere e fare tutto alla gloria di Dio, molti, con il loro comportamento, hanno detto: "Quello che mangio riguarda solo me. Qualunque cosa faccia, sarò l'unico a portarne le conseguenze". TT1 130 4 Cari amici, vi sbagliate. Non siete i soli a subire le conseguenze di uno stile di vita sbagliato. La società in cui vivete subisce le conseguenze dei vostri errori quasi quanto voi. Se soffrite a causa della vostra intemperanza nel mangiare e nel bere, noi che siamo vicini o uniti a voi, sopportiamo inevitabilmente le ripercussioni dei vostri mali e soffriamo per il vostro comportamento sbagliato. Se esso contribuisce a indebolire le vostre facoltà fisiche e psichiche, ce ne rendiamo conto quando siamo con voi e ne subiamo l'influsso. Se invece di essere allegri siete abbattuti, gettate un'ombra su tutti coloro che vi circondano. Se quando siamo tristi, depressi e in difficoltà, voi foste in normali condizioni di salute, avreste la mente abbastanza lucida per indicarci la via da seguire e trasmetterci una parola di conforto. Se, invece, il vostro cervello è talmente offuscato per il vostro modo di vivere che non potete darci un consiglio opportuno, non ne subiamo forse un danno? Il vostro influsso non si ripercuote, forse, su di noi? Possiamo fidarci del nostro buon senso oppure sentire il bisogno di consiglieri, perché "...nel gran numero de' consiglieri sta la salvezza". Proverbi 11:14. Desideriamo che il nostro comportamento risulti coerente per coloro che amiamo e desideriamo anche che, a loro volta, abbiano la lucidità mentale per beneficiare dei loro consigli. Come potremo tenere in considerazione il vostro parere se il vostro sistema nervoso è stato sottoposto a uno sforzo eccessivo e ha perso la sua vitalità in seguito all'eccessiva quantità di cibo ingerito dal vostro stomaco? Che valore potremo attribuire alla capacità di giudizio di queste persone se è offuscata da una digestione difficile? Ecco, dunque, in che modo ilvostro comportamento si ripercuote su di noi. È impossibile che commettiate errori di questo genere senza procurare sofferenze agli altri. Gareggiare per il cielo TT1 131 1 "Non sapete voi che coloro i quali corrono nello stadio, corrono ben tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, una incorruttibile. Io quindi corro ma non in modo incerto, lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato". 1 Corinzi 9:24-27. Coloro che partecipavano alla gara per conseguire quella corona della vittoria così ambita erano temperanti in ogni cosa perché i muscoli, il cervello e ogni parte dell'essere fossero nelle condizioni migliori per la corsa. Se non fossero stati temperanti non avrebbero ottenuto la forza necessaria e avrebbero partecipato alla gara con minori probabilità di vittoria. TT1 131 2 Comunque, nonostante tutti gli sforzi fatti per essere temperanti e sottoporsi a una dieta accurata per essere nelle migliori condizioni, coloro che partecipavano alla gara terrena potevano perdere la corsa: pur facendo del loro meglio, non sempre riuscivano a conseguire il premio perché qualcuno, preparato meglio, si avvantaggiava, sia pure di poco, e otteneva il premio. Nella gara che conduce al cielo, invece, tutti coloro che corrono possono ottenere il premio. Dobbiamo usufruire delle grazie celesti e procedere con lo sguardo rivolto verso l'alto, verso la corona dell'immortalità, contemplando sempre il grande esempio del Cristo, l'uomo del dolore, abituato alla sofferenza. Dobbiamo pensare costantemente all'esistenza del nostro Salvatore, vissuta all'insegna dell'umiltà e dell'altruismo. Allora, quando cercheremo di imitarlo, con lo sguardo fisso sul premio da conquistare, potremo partecipare alla gara con la certezza che, se facciamo del nostro meglio, conseguiremo il premio. TT1 131 3 Gli uomini si impongono dei sacrifici e una severa disciplina per ottenere una corona corruttibile, che dura soltanto un giorno, un onore concesso da semplici mortali. Noi, invece, corriamo per una gara che ci assicura la corona dell'immortalità e la vita eterna. Sì, il premio della corsa sarà la gloria eterna. Se coloro che partecipano alla corsa terrena, in vista di una corona corruttibile, sanno essere temperati in ogni cosa, non possiamo esserlo anche noi, che miriamo a una corona incorruttibile, a una gloria eterna, a una vita simile a quella di Dio? Con questo obiettivo "...corriamo con perseveranza l'arringo che ci sta dinanzi, riguardando a Gesù, duce e perfetto esempio di fede..." Ebrei 12:1, 2. Egli ci ha indicato il percorso, lasciando le impronte dei suoi passi. È la via che egli stesso ha percorso. Con lui possiamo sperimentare la rinuncia e la sofferenza e seguire il sentiero segnato dal suo sangue. TT1 132 1 "Io quindi corro ma non in modo incerto, lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù..." 1 Corinzi 9:26, 27. Ecco un obiettivo per ogni uomo, per ogni donna, per ogni bambino. Satana sta cercando continuamente di conquistare il dominio del vostro corpo e della vostra mente, ma il Cristo vi ha riscattati e voi gli appartenete. Sta a noi, ora, agire con il Cristo, in collaborazione con i santi angeli che sono a nostra disposizione. Spetta a noi, quindi, sottomettere il nostro corpo. Se non lo faremo, perderemo la vita eterna e la corona dell'immortalità. Qualcuno comunque dirà: "Cosa può interessare agli altri quello che mangio e bevo?" Vi ho già indicato la relazione che esiste fra il nostro modo di vivere e coloro che ci circondano. Avete visto quale influsso e quali ripercussioni possono gravare sulle vostre famiglie e sulla formazione del carattere dei vostri figli. Responsabilità dei genitori TT1 132 2 Come vi ho già detto, viviamo in un'epoca di corruzione in cui Satana sembra avere un dominio quasi assoluto sulle menti che non sono completamente consacrate a Dio. Quindi sui genitori e sui tutori ricade una grande responsabilità. I genitori hanno assunto la responsabilità di mettere al mondo dei figli: quali sono i loro doveri? Devono forse lasciare che i figli crescano come possono e come vogliono? Lasciate che ve lo dica: i genitori hanno una grandissima responsabilità. "Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio". 1 Corinzi 10:31. Quando preparate il cibo e lo presentate alla famiglia, pensate a tutto questo? Offrite ai vostri figli solo quel cibo che, secondo le vostre conoscenze, produrrà un sangue puro? Offrite loro un cibo che salvaguarderà il loro organismo dalla malattia e assicurerà loro un buon rapporto fra la vita e la salute? È questo il cibo che vi impegnate a presentare ai vostri figli, oppure, senza preoccuparvi del loro benessere futuro, offrite loro del cibo che non è sano, che stimola e irrita l'organismo? TT1 132 3 Lasciatemi dire che i bambini sono nati con la tendenza al male. Satana sembra eserciti un forte influsso su di loro e prenda possesso delle loro menti per corromperle. Perché padri e madri agiscono trascurando completamente questi effetti? Non si rendono conto che Satana sta seminando la zizzania nelle loro famiglie e sono così ciechi e superficiali che di più non potrebbero esserlo. Perché non si interessano ad approfondire queste realtà? L'apostolo dice: "...aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la continenza; alla continenza la pazienza..." 2 Pietro 1:5, 6. Questa è un'opera che spetta a chiunque afferma di seguire il Cristo. Eccessi nel mangiare TT1 133 4 Molti, che hanno adottato la riforma sanitaria, hanno abbandonato tutto ciò che è dannoso; ma possono forse mangiare tutto ciò che piace a loro? Mettendosi a tavola, invece di chiedersi quanto dovrebbero mangiare, cedono all'appetito e consumano una quantità eccessiva di cibo. Lo stomaco, così, è impegnato per tutta la giornata, per riuscire a compiere il lavoro che gli è stato imposto. Tutto il cibo ingerito, dal quale l'organismo non può trarre beneficio, è un peso che ostacola il suo lavoro. L'organismo è appesantito e non può svolgere la sua attività abituale. Gli organi vitali sono affaticati eccessivamente e le energie cerebrali devono soccorrere lo stomaco per aiutare gli organi digerenti nel difficile compito di liberarsi di una quantità di cibo che non reca nessun beneficio al corpo. TT1 133 1 Le facoltà intellettuali sono indebolite perché il cervello deve dare il suo contributo allo stomaco per sostenere il suo lavoro. Alla fine, il risultato di questo dispendio di energie non è forse una sensazione di debolezza? Un languore, come se aveste bisogno di mangiare ancora. Questa sensazione viene prima dell'ora del pasto. Da che cosa è provocata? L'organismo si è molto affaticato ed è così esausto che provate quel senso di debolezza. Allora pensate che lo stomaco dica: "Ho fame", mentre in realtà vorrebbe dire: "Fatemi riposare!" TT1 133 2 Lo stomaco ha bisogno di riposo per recuperare le energie in vista di un nuovo periodo di attività. Ma voi, anziché dargli un po' di tregua, pensate che abbia bisogno di nutrimento e, rifiutandogli il riposo che richiede, lo appesantite con altri alimenti. È come se un uomo lavorasse in un campo per tutta la mattinata e si stancasse. A mezzogiorno rincasa, stanco ed esausto. Voi, allora, gli dite di ritornare al lavoro perché lavorando si riposerà. È in questo modo che trattate il vostro stomaco. È esausto e voi, invece di farlo riposare, gli date altro cibo e invitate un'altra parte dell'organismo ad assisterlo nel suo lavoro di digestione. Il primo compito della madre TT1 133 3 Ho visto delle madri di famiglie numerose che non riuscivano a comprendere il loro ruolo nella famiglia stessa. Esse desideravano essere missionarie e compiere una grande opera; aspiravano a una posizione di responsabilità e trascuravano il lavoro domestico che il Signore aveva loro assegnato. Com'è importante che il cervello sia lucido! Che il corpo sia, per quanto possibile, sano per svolgere il lavoro che Dio gli ha affidato, affinché il Maestro possa dire: "...Va bene, buono e fedel servitore; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". Matteo 25:21. Sorelle mie, non disprezzate le piccole attività che il Signore vi ha affidato. TT1 133 4 Le vostre azioni quotidiane siano tali che nel gran giorno del giudizio non dobbiate vergognarvi del rapporto fatto dagli angeli. Una dieta povera TT1 133 5 Cosa dire di una dieta povera? Ho mostrato quanto sia importante la quantità e la qualità di cibo che deve essere in armonia con le leggi della salute. Noi, però, non vorremmo raccomandare una dieta povera. Mi è stato mostrato che molti hanno un'idea sbagliata della riforma sanitaria e seguono una dieta troppo povera, accontentandosi di un cibo qualitativamente misero e a buon mercato, preparato senza la minima preoccupazione circa il suo valore nutritivo. È importante che il cibo sia preparato con cura per soddisfare l'appetito, un appetito non pervertito. Considerando che noi, per principio, escludiamo l'uso della carne, del burro, delle torte piene di spezie e frutta secca, degli aromi piccanti, del lardo, di tutto ciò che irrita lo stomaco e danneggia la salute, non dovremmo mai considerare poco importante quello che mangiamo. TT1 134 1 Alcuni sono estremisti. Dovrebbero mangiare una certa quantità e una certa qualità di cibo e invece si limitano a due o tre tipi di alimenti. Assumendo una piccola quantità di cibo, e non della migliore qualità, non apportano all'organismo ciò di cui ha bisogno. Il cibo povero non può convertirsi in buon sangue. Un regime alimentare scadente impoverisce il sangue... TT1 134 2 Alcuni non riescono a comprendere la necessità di mangiare e di bere alla gloria di Dio. La soddisfazione dell'appetito si ripercuote in tutte le manifestazioni della vita: lo si nota nella famiglia, nella chiesa, negli incontri di preghiera e nel comportamento dei loro figli. Essa è stata la maledizione della loro vita. Voi non potete far loro comprendere le verità di questi ultimi giorni. Dio ha ampiamente provveduto per il sostentamento e per la felicità di tutte le sue creature; se le sue leggi non venissero mai violate e se tutti agissero in armonia con la volontà divina regnerebbero la salute, la pace e la felicità al posto della miseria e del male... Alimentazione carnea, latte e zucchero TT1 134 3 L'alimentazione carnea impoverisce il sangue. Cucinate la carne con le spezie e mangiatela in un pasto che comprende dei dolci e otterrete un sangue di cattiva qualità. L'organismo risulta appesantito da questo tipo di alimenti. I tortini ripieni di frutta secca e spezie e le salamoie non dovrebbero mai entrare nel nostro stomaco. Un cibo di cattiva qualità, mal cucinato e in quantità insufficiente non produce buon sangue. Alimenti carnei e troppo ricchi daranno però gli stessi risultati di una dieta qualitativamente scadente. TT1 134 4 Alcune parole sul latte e sullo zucchero. Conosco gente che si è spaventata all'idea della riforma sanitaria e ha detto che non vuole neanche sentirne parlare perché essa si oppone all'uso abbondante di questi alimenti. I cambiamenti di regime devono essere fatti con molta attenzione: si deve procedere con cautela e con saggezza. Dobbiamo seguire una linea di comportamento che risulti sensata per coloro che ci circondano. Grandi quantità di latte e di zucchero, ingerite insieme, sono dannose: immettono delle tossine nell'organismo. Non sempre gli animali sono sani. Una mucca può essere apparentemente sana la mattina e poi la sera morire. La mattina, quindi, era già malata e il suo latte non era sano: voi però non lo sapevate. Tutta la creazione è malata e quindi anche gli alimenti carnei. Se noi sapessimo che gli animali godono di perfetta salute, raccomanderei alle persone di mangiare la carne piuttosto che grandi quantità di latte e zucchero. Essa non farebbe il male che fanno il latte e lo zucchero. Lo zucchero appesantisce l'organismo e ostacola il buon funzionamento degli organi vitali... TT1 134 5 Spesso siedo a tavola di fratelli e sorelle e noto che utilizzano molto latte e zucchero. Questi alimenti appesantiscono l'organismo, irritano gli organi digestivi e agiscono sul cervello. Tutto ciò che ostacola l'azione degli organi vitali si ripercuote sul cervello in modo diretto. Dai messaggi che ho ricevuto risulta che lo zucchero, utilizzato in quantità eccessive, è più dannoso della carne. I cambiamenti, però, vanno fatti con cautela e questo soggetto va presentato in modo da non suscitare il pregiudizio in coloro che vogliamo istruire e aiutare. Madri e figlie TT1 135 1 Spesso le nostre sorelle non sanno cucinare. Io vorrei dir loro: "Al posto vostro andrei dalla migliore cuoca che ci sia nel paese, cioè una cuoca intelligente e capace, e vi rimarrei, se necessario, per settimane intere, sino a diventare padrona di quest'arte. Lo farei anche a quarant'anni". TT1 135 2 È vostro dovere saper cucinare ed è anche vostro dovere insegnarlo alle vostre figlie. Questi insegnamenti serviranno a innalzare intorno a loro una barriera che le proteggerà dalle stravaganze e dal vizio in cui, altrimenti, sarebbero tentate di lasciarsi trascinare. Io apprezzo la mia sarta, stimo la mia segretaria, ma la mia cuoca, che sa preparare un cibo adeguato al sostentamento del corpo e per il nutrimento del cervello, delle ossa e dei muscoli, occupa il posto più importante nella mia famiglia... Religione e cucina TT1 135 3 Possiamo avere una varietà di cibo buono e sano, cucinato nel modo migliore perché risulti appetitoso per tutti. Se voi, sorelle mie, non sapete cucinare, vi consiglio di imparare. Per voi è di vitale importanza saperlo fare. Vi sono più uomini che hanno perso la vita eterna a causa di una cucina scadente di quanto non possiate immaginare. Essa provoca malesseri, malattie e malumore; l'organismo ne risulta squilibrato e le realtà eterne non possono essere comprese. In un pezzo di pane c'è più religione di quanto pensiate e altrettanto si può dire di un accurato metodo di preparazione dei cibi. TT1 135 4 Desideriamo che impariate quale sia la buona religione e la introduciate nelle vostre famiglie. Talvolta, trovandomi fuori casa, mi sono resa conto che il pane messo in tavola e il cibo in generale mi avrebbe fatto male, ma ero costretta a mangiarne un po' per sostentarmi. TT1 135 5 È un peccato contro il cielo usufruire di un simile cibo. Io ho sofferto per mancanza di alimenti adatti. Per uno stomaco che soffre di dispepsia voi potete portare in tavola frutta di varie qualità, ma non troppa a ogni pasto. In tal modo avrete una certa varietà, appagherete il gusto e dopo aver mangiato vi sentirete bene... TT1 135 6 Alcuni di voi vorrebbero che si dicesse loro quanto devono mangiare. Non è necessario. Dobbiamo agire da un punto di vista morale e religioso ed essere temperati in ogni cosa, in funzione di una corona incorruttibile, di un tesoro celeste. Ora, fratelli e sorelle, desidero dirvi che se fossi al vostro posto vorrei avere il coraggio morale di prendere una decisione autonoma. Non vorrei affidare ad altri tale compito. Mangiate troppo e poi ve ne lamentate e così continuate a pensare a quel che mangiate e bevete. Ebbene, mangiate quanto è necessario e continuate convinti di aver fatto ciò che è giusto, senza rimorsi di coscienza. TT1 136 1 Non crediamo sia giusto eliminare completamente le tentazioni sia ai ragazzi sia agli adulti. Abbiamo tutti una lotta da affrontare e dobbiamo trovarci in una posizione che ci permetta di resistere alle tentazioni di Satana, sapendo di poterlo fare. Precauzioni da prendere TT1 136 2 Mentre vorremmo invitarvi a fare attenzione a non mangiare in modo eccessivo, anche qualora si trattasse di cibo della migliore qualità, vorremmo avvertire gli estremisti di non stabilire false regole cercando di fare il possibile perché gli altri le accettino. Alcuni, che si ergono come riformatori nel campo della salute, non sono adatti a nessun'altra iniziativa e non hanno abbastanza buon senso per prendersi cura delle proprie famiglie o per occupare nella chiesa il posto dovuto. E che cosa fanno? Assumono la responsabilità della vita di uomini e donne come medici dietisti, pur essendo del tutto incompetenti. TT1 136 3 Mi schiererò contro gli sprovveduti, che cercano di curare le malattie pretendendo di seguire i principi della riforma sanitaria. Mi auguro di non servir loro da cavia! Siamo troppo pochi per morire in questa lotta senza gloria. Dio ci liberi da questo pericolo! Non abbiamo bisogno di simili maestri e medici. Le malattie devono essere curate da coloro che conoscono l'organismo umano. Il grande Medico era profondamente sensibile e lo stesso spirito è necessario a coloro che lavorano a contatto con gli ammalati. Alcuni che si stanno preparando a diventare medici sono fanatici, egoisti e ostinati. Voi non potete insegnar loro nulla. D'altra parte essi forse non hanno mai fatto nulla che fosse degno di nota. Non sono mai riusciti ad aver successo nella loro vita e non sanno nulla che davvero valga la pena di essere saputo. Eppure si sono impegnati a insegnare la riforma sanitaria. Non possiamo permettere che tali persone uccidano questo o quello. Vogliamo assumere una posizione equilibrata e dire ai fratelli e alle sorelle qual è la vera riforma sanitaria. "Poiché dunque abbiam queste promesse, diletti, purifichiamoci d'ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio". 2 Corinzi 7:1. Se vogliamo resistere negli ultimi tempi, dobbiamo essere in armonia con Dio. Dobbiamo avere menti lucide in corpi sani. Dobbiamo fin d'ora lavorare con slancio sia in favore dei nostri figli sia di ogni membro delle nostre famiglie. Sapremo affrontare l'opera dal giusto punto di vista? Gesù sta per tornare. Se abbiamo un comportamento che ci impedisce di scorgere le verità che elevano lo spirito, come potremo essere santificati? Come potremo essere pronti in vista dell'immortalità? Il Signore ci aiuti a impegnarci come mai prima! ------------------------Capitolo 36: Alimenti carnei e sostanze eccitanti TT1 137 1 Cari fratello e sorella H., vi ho riconosciuto in mezzo a un gruppo di persone che mi sono state presentate perché hanno bisogno che si compia un'opera nei loro confronti, prima che possano essere santificati dalla verità. Voi avete compreso la verità, ma essa non è penetrata in voi e non avete sperimentato il suo influsso santificante nella vostra vita. Avete ricevuto il messaggio della riforma sanitaria e avete capito che il popolo di Dio deve essere temperante in ogni cosa in questi ultimi tempi. Ho visto che eravate fra coloro che non avevano preso in considerazione questo messaggio e avevate bisogno di modificare il vostro modo di mangiare, di bere e di lavorare. Se il messaggio della verità viene accettato, esso produrrà una completa trasformazione nella vita e nel carattere di tutti coloro che ha santificato... TT1 137 2 Cara sorella, lei ha un sangue impuro e l'organismo è intossicato dall'uso degli alimenti carnei. L'uso di carne suina nella vostra famiglia ha determinato una cattiva qualità del sangue. La sorella H. ha bisogno di attenersi strettamente a una dieta di frutta, cereali e verdure cotte senza carne né grasso di nessun genere. Ci vorrà del tempo perché questa dieta sana vi permetta di acquisire migliori condizioni di salute che vi permettano di ottenere normali condizioni di vita. È impossibile per coloro che inseriscono abitualmente nella loro dieta alimenti carnei avere una mente lucida e uno spirito attivo. TT1 137 3 Vi invitiamo a cambiare le vostre abitudini, ma procedete con intelligenza. Io conosco delle famiglie che sono passate da una dieta carnea sostituendola con un regime povero. Il cibo, preparato in maniera inadeguata, non può essere assimilato dallo stomaco. Per questo mi hanno detto che la riforma sanitaria non era adatta per loro e che la loro forza fisica declinava. Ecco perché alcuni non sono riusciti a semplificare il loro regime alimentare: si sono attenuti a una dieta troppo povera. Il cibo, inoltre, è stato preparato senza la necessaria cura e con eccessiva monotonia. In un pasto non ci deve essere una notevole varietà di alimenti, ma tutti i pasti non devono essere composti dagli stessi alimenti. Il cibo deve essere preparato con semplicità, ma in modo appetitoso. Evitate il grasso che altera la preparazione dei cibi. Utilizzate abbondantemente frutta e verdura. Aumenta la predisposizione alle malattie TT1 137 4 Dopo aver sentito le proprie forze fisiche diminuire a causa della scarsa quantità e qualità del cibo, alcuni concludono che il loro precedente stile di vita fosse migliore. L'organismo va nutrito. Ma, senza esitazione, affermiamo che gli alimenti carnei non sono necessari alla salute e non incidono sulla forza fisica. Utilizziamo la carne perché il nostro appetito è degenerato. Questo uso eccita e potenzia gli istinti e rafforza le passioni. Ne scaturisce una diminuzione delle facoltà intellettuali e morali. Il corpo tende a ingrossarsi e si indeboliscono le percezioni mentali. TT1 138 1 Coloro che si preparano a diventare santi e puri per entrare nel regno di Dio, potranno continuare a uccidere delle creature di Dio, a nutrirsi della loro carne e a goderne? Da quello che il Signore mi ha mostrato, questo sistema alimentare deve essere modificato. Il popolo di Dio deve esercitare la temperanza in tutte le cose. Quelli che fanno un notevole uso di carne non possono evitare di mangiare carne di animali più o meno ammalati. TT1 138 2 I procedimenti seguiti per l'allevamento delle bestie destinate al mercato aumentano il numero delle malattie e, se anche fossero alimentate nelle migliori condizioni, si ammalerebbero comunque prima di giungere al macello, a causa del lungo tragitto. Le tossine e la carne di questi animali ammalati passano direttamente nel sangue che circola nel corpo umano, diventando parte del corpo stesso. Queste tossine si introducono nell'organismo e se la persona ha già un sangue impuro, la situazione si aggrava in seguito all'uso della carne di questi animali. La possibilità di ammalarsi aumenta dieci volte a causa dell'alimentazione carnea. Le facoltà intellettuali, morali e fisiche sono danneggiate dall'uso abituale di carne. L'alimentazione carnea provoca squilibri nell'organismo, offusca la mente e la sensibilità morale. Noi vi assicuriamo, cari fratelli e sorelle, che fareste bene a eliminare la carne. Tè e caffè TT1 138 3 L'uso del tè e del caffè è anch'esso nocivo per l'organismo. Il tè produce una sorta di intossicazione. Esso entra in circolo e gradualmente riduce le energie fisiche e mentali. Esso stimola, eccita e accellera il funzionamento dell'organismo, forzando il ritmo naturale e dando così, a chi lo beve, l'impressione che sia indispensabile per ottenere nuove energie. È un errore. Il tè agisce sul sistema nervoso e lo indebolisce molto. Una volta cessato il suo effetto e conclusa l'azione determinata dal suo uso, che cosa accade? Seguono abbattimento e prostrazione a causa della falsa energia che ha sviluppato. Quando l'organismo è affaticato e ha bisogno di riposo, l'uso del tè stimola a compiere azioni non volute, non naturali e determina una certa debolezza e una diminuzione della capacità di resistenza. Molto spesso le forze declinano prima del tempo. Il tè è un veleno per l'organismo e i cristiani non devono farne uso. L'azione del caffè è quasi simile a quella del tè, ma l'organismo ne subisce un effetto ancora più deleterio. Il caffè eccita e poi determina esaurimento e prostrazione. I consumatori di tè e caffè ne portano i segni sul volto: la pelle si fa pallida, come priva di vita. Non si nota più il colorito della salute. TT1 138 4 Tè e caffè non nutrono l'organismo: essi producono il loro effetto prima che lo stomaco abbia avuto il tempo di digerirli e di assimilarli. Tutto questo dimostra che quello che viene considerato forza da parte di chi ne fa uso è solo il risultato dell'eccitazione dei nervi dello stomaco che, a loro volta, trasmettono tale eccitazione al cervello e questo stimola il cuore ad accelerare la sua azione e infonde un'energia di breve durata all'intero organismo. Si tratta di false energie e della peggiore qualità. Tè e caffè non infondono neppure una particella di vigore naturale. TT1 139 1 Gli altri effetti dell'uso del tè sono emicrania, insonnia, palpitazioni, indigestione, tremiti e molti altri mali... TT1 139 2 Avete bisogno di una mente chiara ed equilibrata per apprezzare il carattere elevato della verità, valutare il sacrificio del Cristo e considerare adeguatamente le realtà eterne. Se cedete a cattive abitudini nel mangiare, e quindi indebolite le vostre facoltà intellettuali, non attribuite il giusto valore alla salvezza e alla vita eterna, che vi suggeriscono di conformare la vostra vita a quella del Cristo. Non realizzate quelle sincere rinunce per uniformarvi alla volontà di Dio, come richiede la sua Parola, e per essere moralmente idonei in vista della vita eterna. ------------------------Capitolo 37: Una coscienza turbata TT1 140 1 Caro fratello N., mi sento costretta a scriverle queste due righe. Mi sono state mostrate alcune cose relative al suo caso e non oso tenerle per me. Mi è stato rivelato che Satana ha esercitato un influsso su di lei perché sua moglie non ha accettato la verità. Si è lasciato trascinare da una donna corrotta, i cui passi conducono "...sulla strada della morte..." Proverbi 5:5 (Tilc). Ha manifestato nei suoi confronti una viva simpatia, nonostante l'opposizione che incontrava da parte di sua moglie. Come il serpente in Eden, ella ha saputo presentarsi in modo affascinante ed è riuscita a farle credere di essere un uomo incompreso: sua moglie non apprezzava i suoi sentimenti, non contraccambiava il suo affetto e il vostro matrimonio era stato un errore. È giunto a considerare il vincolo coniugale, suggellato dalla promessa di fedeltà, come una pesante catena e ha provato simpatia per colei che le è apparsa come un angelo. Le ha confidato ciò che avrebbe dovuto dire solo a sua moglie, a cui aveva giurato amore, fedeltà e affetto per tutta la vita. Ha dimenticato di vegliare e di pregare per non cadere in tentazione e si è reso colpevole di un peccato che è stato annotato in cielo. Ma grazie a una profonda umiliazione e un sincero pentimento sarà accettato da Dio e il sangue del Cristo potrà cancellare questi peccati. TT1 140 2 È caduto terribilmente in basso. Satana l'ha attirato nella sua trappola per poi abbandonarlo a se stesso. È rimasto sconvolto, perplesso, fortemente tentato, tormentato dalla voce della coscienza. Ha perduto ogni fiducia in se stesso e crede che anche gli altri non ne abbiano più nei suoi confronti... Satana spesso le ripresenta il passato e le dice che non serve a nulla sforzarsi di vivere secondo la verità, visto che la via è troppo stretta per lei. Si sente ormai sopraffatto e Satana prende come pretesto il suo comportamento sbagliato per farle credere che è irrimediabilmente perduto. TT1 140 3 Si è impegnato in un aspro combattimento con Satana, sul terreno che egli ha scelto. Ha abbattuto le barriere erette intorno a ogni famiglia per renderla sacra. Ora Satana la tormenta continuamente e lei è preoccupato, non ha pace e cerca di far ricadere sui fratelli la responsabilità dei suoi sentimenti, dei suoi dubbi, delle sue gelosie; lei crede che essi sbaglino non accordandole la dovuta attenzione. Ma il problema sta in lei. Vuole seguire la sua strada e non vuole aprire il suo cuore a Dio e, con sincero pentimento, affidarsi alla sua misericordia. I suoi sforzi per salvarsi, se continua così, la porteranno sicuramente alla rovina. TT1 140 4 Rinunci alla gelosia, alla critica e concentri ogni sua attenzione sul suo caso per poi, umilmente pentito, confidare nel sacrificio del Cristo per la salvezza degli uomini. Lei deve impegnarsi in vista dell'eternità. Allontanandosi dalla verità, sarà un uomo perduto e la sua famiglia sarà rovinata. È difficile ripristinare le barriere che salvaguardano il carattere sacro e la prerogativa delle relazioni domestiche una volta che sono state infrante; lei, però, potrà riuscirvi grazie alla forza di Dio e solo grazie ad essa. La verità, la sacra verità, è la sua ancora di salvezza: le impedirà di essere travolto dalla corrente che conduce al crimine e alla distruzione. TT1 141 1 Quando non si ascolta più la voce della coscienza è necessaria una vigilanza costante e preghiere perseveranti. Si trova su un terreno pericoloso e le occorre tutta la forza che la verità può dare per fortificarsi e per salvarsi dal naufragio. La morte e la vita sono davanti a lei: cosa sceglierà? Se si fosse reso conto della necessità di rimanere saldamente ancorato ai principi, anziché agire secondo l'impulso e senza lasciarsi scoraggiare facilmente, se fosse stato pronto a sostenere la prova, anche se dura, non sarebbe stato sopraffatto. Ha agito seguendo i suoi impulsi. Non si è conformato all'esempio perfetto, a colui che è stato disposto a sopportare l'opposizione dei peccatori. Noi siamo esortati a ricordarcene, se non vogliamo diventare deboli e vacillanti. Si è comportato come un bambino debole, senza nessuna forza di resistenza, senza sentire la necessità di rafforzarsi nella fede. Felicità o infelicità TT1 141 2 Ha creduto fosse suo dovere insegnare la verità ad altri, anziché essere istruito; in realtà deve essere disposto a conoscerla, a riceverla da altri, rinunciando alla critica, alla gelosia, alle lamentele e accettando umilmente la Parola che salva: la sua felicità dipende da lei. Ha ceduto una volta alla tentazione e ora non può confidare nella sua forza. Satana ha un grande influsso sulla sua mente e nulla lo può trattenere quando lei si allontana dall'influsso della verità. Essa è stata sempre per lei una salvaguardia contro il male e il peccato. L'unica sua speranza è raggiungere una vera conversione e riscattare il passato mediante una nuova vita e delle nuove relazioni. TT1 141 3 Ha agito spinto dall'impulso. Si è compiaciuto di questo suo stato ed ora l'unica sua speranza consiste nel pentirsi sinceramente delle trasgressioni nei confronti della legge di Dio e nel purificare il suo spirito tramite l'ubbidienza alla verità. Sia puro nei pensieri e nella condotta. La grazia di Dio sarà la sua forza per frenare le passioni e soggiogare i desideri. La preghiera fervente e la vigilanza costante permetteranno allo Spirito Santo di completare l'opera e renderla simile al modello divino. TT1 141 4 Se lei decidesse di privarsi del santo influsso della verità, Satana la sottometterà alla sua volontà e correrà il rischio di non riuscire più a frenare desideri e passioni, permettendosi piaceri vergognosi. Invece di essere calmo e sereno nell'ora della prova e dell'afflizione, come il fedele Enoc, anziché avere il viso illuminato dalla speranza e dalla pace che supera ogni conoscenza, lei reca l'impronta di pensieri carnali, di desideri depravati, che rappresentano il segno della presenza di Satana anziché quella di Dio. TT1 141 5 "Per le quali ci son donate le preziose e grandissime promesse; acciocché per esse voi siate fatti partecipi della natura divina, essendo fuggiti dalla corruzione in concupiscenza, che è nel mondo". 2 Pietro 1:4 (Diodati). È suo privilegio, con un'umile confessione e un sincero pentimento, ritornare al Signore. Il prezioso sangue del Cristo può purificarla da ogni impurità, cancellare ogni contaminazione e renderla perfetto in lui. La misericordia del Cristo è sempre a sua disposizione se lei l'accetta. Per amore di sua moglie che ha offeso, dei suoi figli, si astenga dal male e impari a fare il bene. Raccoglierà quello che avrà seminato. Se semina per la carne raccoglierà dalla carne corruzione. Se invece semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito la vita eterna. TT1 142 1 Deve vincere la sua suscettibilità e la sua tendenza alla censura. È ferito perché gli altri non le rivolgono l'attenzione a cui pensa di avere diritto. Non deve aderire a un'esperienza che si basa sul sentimento e sul fanatismo: è pericoloso. Agisca secondo i principi e con intelligenza. Investighi le Scritture e sia in grado di rispondere a chiunque le chiede le ragioni della sua speranza, con gentilezza e rispetto. Non ceda alla tentazione dell'autoesaltazione. "...Nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d'animo! Siate afflitti e fate cordoglio e piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegrezza in mestizia!" Giacomo 4:8, 9. Quando deve lottare con le tentazioni e i cattivi pensieri, può rivolgersi soltanto a Dio per trovare protezione e aiuto. Nella sua debolezza si rivolga a lui e vedrà che Satana sarà vinto e reso inoffensivo. Le prove e le tentazioni sopportate in Dio la renderanno puro e umile e non si sentirà più in pericolo. ------------------------Capitolo 38: Il nostro influsso TT1 143 1 Sia che mangiamo, sia che beviamo, sia che facciamo qualsiasi altra cosa, siamo esortati a fare tutto alla gloria di Dio. Quanti, in coscienza, hanno agito secondo i principi e non secondo gli impulsi? Quanti hanno ubbidito scrupolosamente a quest'ordine? Quanti giovani discepoli del Cristo a... hanno fiducia nell'Eterno e hanno sinceramente cercato di conoscere e fare la sua volontà? Molti sono discepoli del Cristo di nome, ma non di fatto. TT1 143 2 Dove regnano i principi della religione, il pericolo di commettere gravi errori è ridotto, perché l'egoismo, che sempre acceca e inganna, è soggiogato. Il sincero desiderio di far del bene agli altri ha il sopravvento. Avere saldi principi religiosi significa possedere un tesoro inestimabile e rappresenta l'influsso più puro, più alto e più nobile di cui gli uomini possano godere. Essi dispongono di un'ancora di salvezza. Ogni loro azione deve essere soppesata con attenzione, per evitare di produrre un effetto negativo sugli altri, allontanandoli dal Cristo. Gli interrogativi che ritornano costantemente sono: Signore, in che modo potrò restare in contatto con te e glorificare il tuo nome sulla terra? Cosa posso fare perchè il tuo nome sia lodato per indurre altri ad amarti, a servirti, a onorarti? Desidero che la mia unica aspirazione sia scegliere la tua volontà, che le parole e l'esempio del mio Redentore siano la luce e la forza del mio cuore. Se io lo seguo, se confido in lui, egli non mi abbandonerà. Egli sarà la mia corona di gloria. TT1 143 3 Se confondiamo la sapienza umana con quella divina, saremo fuorviati dalla follia della saggezza umana. Questo è il pericolo che molti corrono a... Essi non hanno vissuto un'esperienza personale e non hanno l'abitudine di considerare direttamente, in preghiera, senza pregiudizio, gli interrogativi e le nuove problematiche che, inevitabilmente, si presentano loro. Essi aspettano di sapere che cosa ne pensano gli altri. Se le opinioni divergono, si convincono che il soggetto in questione non ha nessuna importanza. Nonostante siano molto numerosi sono comunque privi di esperienza e il loro spirito è indebolito perché troppe volte si è arreso al nemico. Essi sono deboli come bambini, seguono gli altri, vivono in base all'esperienza altrui, sentono e agiscono come loro. Si comportano come se non avessero una personalità. Vivono per interposta persona, sono l'ombra di coloro che pensano per loro. TT1 143 4 Se queste persone non si rendono conto della loro debolezza di carattere e non prendono provvedimenti, perderanno la vita eterna. Incapaci di affrontare i pericoli degli ultimi tempi, non avranno nessuna forza per resistere al diavolo, perché non sanno che è lui a tentarle. Esse hanno bisogno che qualcuno sia sempre accanto a loro per informarle se chi si sta avvicinando sia un amico o un nemico. Prive di spiritualità non sanno distinguere le cose spirituali e non dimostrano saggezza in ciò che riguarda il regno di Dio. Qualunque sia la loro età sono inescusabili quando si appoggiano sull'esperienza di altri, pensando che sia sufficiente. Disse l'angelo: "...Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio..." Geremia 17:5. Nella vita del cristiano è necessaria una certa fiducia in se stessi. Chiedere con fede TT1 144 1 È necessario che tutti, giovani e adulti, chiedano a Dio il coraggio morale, la fermezza di propositi, la forza e la perseveranza. Non bisogna accontentarsi delle affermazioni altrui, ma indagare personalmente prima di accettare o respingere un insegnamento; occorre valutare ogni prova per poi presentare tutto al Signore in preghiera. "Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata". Ed ecco la condizione: "Ma chiegga con fede, senza star punto in dubbio; perché chi dubita è simile a un'onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Non pensi già quel tale di ricever nulla dal Signore". Giacomo 1:5-7. Questa richiesta di saggezza non deve essere una preghiera priva di significato, che dimentichiamo non appena l'abbiamo formulata. Si tratta di una preghiera che esprime il desiderio sentito e ardente del cuore, che nasce da una consapevole mancanza di capacità nel comprendere la volontà di Dio. TT1 144 2 Una volta formulata la preghiera, se la risposta non giunge immediatamente, non stancatevi di chiedere e non siate instabili, non vacillate. Aggrappatevi alla promessa: "Fedele è Colui che vi chiama, ed Egli farà anche questo". 1 Tessalonicesi 5:24. Simili alla vedova importuna, insistete nell'esporre il vostro caso con fermezza. La cosa ha o non ha importanza per voi? Certamente, e molta. Allora non tentennate perchè può darsi che la vostra fede sia messa alla prova. Se ciò che chiedete ha valore, è degno di uno sforzo intenso e perseverante. Avete la promessa: vegliate e pregate. Siate fermi e insistete: la preghiera sarà esaudita. Dio non lo ha forse promesso? Se poi l'esaudimento vi dovesse costare qualche cosa, una volta ottenuto, l'apprezzerete di più. È detto chiaramente che se dubitate non dovete pensare di poter ricevere nulla dal Signore. Per questo veniamo avvertiti di non stancarci, ma di aggrapparci con forza alla sua promessa. Se voi chiedete egli vi darà generosamente. TT1 144 3 Molti sbagliano, dubitando, e la loro fede si affievolisce. Questo spiega perché non ottengono nulla dal Signore, che è la fonte della nostra forza. Nessuno è condannato a camminare nelle tenebre, incespicando a ogni passo come un cieco, perché il Signore dà luce a quanti l'accettano, secondo il suo piano e non secondo il nostro. Egli vuole che ognuno assolva con diligenza i doveri quotidiani e questo è richiesto in modo particolare a tutti coloro che sono impegnati nell'opera solenne e importante delle pubblicazioni, indipendentemente dalle loro responsabilità. Questo obiettivo può essere raggiunto rivolgendosi a Dio per ricevere la capacità di compiere fedelmente la sua volontà e agire con motivazioni altruistiche, sapendo che Dio ci osserva ed esamina le nostre azioni. L'egoismo TT1 145 1 L'egoismo è il peccato più tollerato, ci separa da Dio e provoca squilibri spirituali contagiosi. La rinuncia a se stessi è l'unica via che conduce al Signore. Da soli non riusciremo, ma con Dio che ci fortifica possiamo vivere per fare del bene agli altri ed evitare, così, l'egoismo. Non c'è bisogno di andare in terre lontane per manifestare il nostro desiderio di consacrarci completamente a Dio tramite una vita utile e priva di egoismo. Dobbiamo realizzare questi obiettivi in famiglia, nella chiesa, nei confronti di coloro con cui veniamo in contatto e con i quali siamo in rapporti d'affari. È proprio nella vita quotidiana che dobbiamo rinunciare a noi stessi. Paolo poteva dire: "Ogni giorno sono esposto alla morte; sì, fratelli, com'è vero ch'io mi glorio di voi, in Cristo Gesù, nostro Signore". 1 Corinzi 15:31. Con la rinuncia quotidiana al nostro egoismo, nei piccoli atti della vita, si giunge ad essere vincitori. Desiderando fare del bene agli altri, dobbiamo dimenticare noi stessi. Molti non provano amore per il prossimo e, invece di compiere fedelmente il proprio dovere, cercano il piacere. TT1 145 2 Dio vuole che tutti i suoi figli siano una benedizione per gli altri tramite l'influsso che essi possono esercitare e con i beni di cui dispongono. Essi devono ricercare la sua saggezza, che permetterà loro di elevare i pensieri e gli affetti di coloro con cui entrano in contatto. Agendo in favore degli altri si prova una profonda soddisfazione, una pace interiore che sono già ricompense sufficienti. Motivati dal nobile desiderio di far del bene al prossimo trovano la vera felicità nell'esecuzione fedele dei vari doveri della vita. In cielo nessuno penserà a se stesso, né cercherà il proprio piacere, ma tutti, con un amore puro e perfetto, perseguiranno la felicità degli esseri celesti che li circondano. Se noi vogliamo godere della compagnia delle creature celesti nella nuova terra dobbiamo lasciarci guidare fin d'ora dai principi di Dio. TT1 145 3 Ogni gesto della nostra vita influisce sugli altri in bene o in male. Il nostro influsso ha ripercussioni negative o positive: esso è percepito e poi imitato dagli altri. Se con il nostro esempio aiutiamo gli altri a vivere seguendo buoni principi, infondiamo in loro la forza di fare il bene. Essi, a loro volta, influiranno in modo positivo su altri e così centinaia e migliaia di persone riceveranno lo stesso influsso benefico senza che ce ne rendiamo conto. Se con il nostro comportamento incoraggiamo coloro che ci circondano ad agire male, condivideremo il loro peccato e un giorno dovremo rendere conto del bene che avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto, perché Dio non era la nostra forza, la nostra guida e il nostro consigliere. ------------------------Capitolo 39: Il vero amore TT1 146 1 Il vero amore non è una passione ardente e travolgente, ma qualcosa di profondo e sereno. Va al di là delle semplici apparenze e si sente attratto soltanto dalle qualità. Saggio ed equilibrato, è l'espressione di una devozione autentica e costante. Dio ci mette alla prova nei dettagli della vita quotidiana perché sono proprio le piccole cose quelle che rivelano i sentimenti. Sono le piccole attenzioni, i numerosi piccoli gesti, le semplici cortesie della vita che determinano la felicità dell'esistenza. Quando, invece, si trascurano le parole gentili, incoraggianti e affettuose, quando si dimenticano i piccoli favori che sono tanto graditi nella vita, si sperimenta la sconfitta. Un giorno ci renderemo conto che la rinuncia a noi stessi, per il bene e la felicità di coloro che ci circondano, verrà annotata in cielo e sapremo che l'eccessiva preoccupazione per noi stessi, la mancanza di riguardo per il bene e la felicità degli altri, non passeranno inosservate per il nostro Padre celeste. TT1 146 2 Fratello B., il Signore lavora per lei e la benedirà, dandole la forza necessaria per realizzare ciò che è giusto. Lei comprende la teoria della verità e dovrebbe giungere alla completa conoscenza della volontà e dell'opera di Dio per essere adatto a occupare una posizione di maggiore responsabilità, qualora il Signore, vedendo che in questo modo potrebbe glorificare meglio il suo nome, lo stimasse opportuno. Occorre, però, che lei acquisti una maggiore esperienza perché è troppo impulsivo, troppo spesso in balìa delle circostanze. Dio vuole fortificarla per renderla più stabile, a condizione che ricerchi, con umiltà e fervore, la saggezza di colui che non sbaglia e che ha promesso che questa sua ricerca non sarà inutile. TT1 146 3 Nell'insegnare la verità agli altri, rischia di parlare in modo troppo categorico, in una forma che non si adatta alla sua scarsa esperienza. Lei afferra le cose con un rapido colpo d'occhio e riesce, con una certa facilità, a valutare la loro portata; però non tutti sono dotati come lei, non tutti sono in grado di fare altrettanto. Lei non è in grado di aspettare con pazienza e con calma che gli interlocutori valutino la portata delle argomentazioni. Lei corre quindi il pericolo di insistere con troppa foga perché gli altri comprendano immediatamente e provino il suo stesso zelo e la stessa necessità di intervenire. Se poi le sue aspettative non si realizzeranno, lei correrà il rischio di scoraggiarsi e di diventare inquieto e desideroso di cambiare. TT1 146 4 Si astenga da ogni tendenza alla critica e alla censura ed eviti tutto ciò che può essere confuso con accuse e polemiche perché Dio non ama che i suoi collaboratori d'esperienza siano motivati da questi sentimenti. È tipico dei giovani manifestare zelo e ardore, ma queste qualità devono essere equilibrate dall'umiltà e dalla bellezza interiore; quando un giovane, che ha solo pochi anni di esperienza, manifesta uno zelo privo di tatto e uno spirito inquisitore risulta inadeguato. Nulla potrebbe distruggere meglio l'influsso di un uomo. L'amore è dolcezza, gentilezza, mansuetudine, spirito di sopportazione, pazienza; chi ama "soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa". 1 Corinzi 13:7. Questi sono i frutti che crescono sulla preziosa pianta dell'amore e rappresentano i doni di Dio. Questo albero, se alimentato, sarà sempre verde. Isuoi rami non si seccheranno e le sue foglie non appassiranno. È una pianta immortale, eterna, innaffiata costantemente dalla rugiada celeste. La potenza dell'amore TT1 147 1 L'amore è una potenza che implica forza intellettuale e morale. Mentre la potenza della ricchezza tende a corrompere e distruggere, la forza tende alla violenza, l'eccellenza e il valore del vero amore si manifestano nella sua efficacia a realizzare il bene. Qualunque cosa si faccia, anche se minima e priva della considerazione degli uomini, se scaturisce dal vero amore, porterà frutto, perché Dio considera la qualità più che la quantità. L'amore è da Dio. Il cuore non convertito non può produrre questa pianta che è di natura celeste, che vive e fiorisce solo là dove regna il Cristo. TT1 147 2 L'amore non può vivere senza l'azione e quindi ogni gesto lo sviluppa, lo rafforza e lo estende. L'amore otterrà la vittoria dove le discussioni e le coercizioni sono impotenti. L'amore non agisce in funzione del profitto o della ricompensa; tuttavia Dio ha voluto che da ogni opera dettata dall'amore scaturisse una benedizione. L'amore è espansivo e quieto, ed è forte e potente nel suo intento di trionfare sul male. Il suo dolce influsso opera delle trasformazioni, penetra nella vita del peccatore e cambia il cuore: ogni altro mezzo si è rivelato inutile. Ogni volta che, utilizzando l'intelligenza, ricorreremo all'autorità, alla forza bruta, senza fare appello all'amore, agli affetti e alla volontà di coloro che cerchiamo di raggiungere, essi assumeranno un atteggiamento di difesa e di resistenza. Gesù era il Principe della pace: venne nel mondo per sottomettere ogni forma di resistenza e di autorità. Pur potendo disporre della saggezza e della forza per vincere il male, si servì della sapienza e della potenza dell'amore. Non permettete che nulla intralci la vostra opera fino a quando Dio non riterrà opportuno affidarvi un altro compito. Non cercate la felicità, perché non la si trova cercandola. Fate il vostro dovere e ogni vostra azione sia caratterizzata dalla fedeltà e dall'umiltà. TT1 147 3 "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge ed i profeti". Matteo 7:12. Agendo in questo modo otterrete buoni risultati. "Perché col giudicio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura onde misurate, sarà misurato a voi". Matteo 7:2. Ecco i veri motivi che dovrebbero indurci ad amarci gli uni gli altri con un amore fervente e puro. Il Cristo è il nostro esempio: egli viveva per fare il bene. Ogni sua azione fu contrassegnata e nobilitata dall'amore. Non siamo invitati a fare a noi quel che vorremmo gli altri facessero, ma a fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. La misura con la quale misuriamo è la stessa con la quale sarà misurato a noi. Il vero amore è semplice nei suoi gesti e si distingue da qualsiasi altro principio. Il desiderio di esercitare un ascendente e il desiderio di essere stimati dagli altri possono portare a una vita ineccepibile ed equilibrata, come del resto il rispetto di sé può aiutarci a evitare ogni apparenza di male. Anche un cuore egoista può compiere delle azioni generose, riconoscere la verità per il tempo in cui viviamo e rivelare umiltà e simpatia, ma tutto ciò può essere dettato da motivazioni false e negative. Le azioni che ne derivano non avranno il sapore della vita, non produrranno i frutti di una vera santificazione perché non scaturiscono dal vero amore. L'amore deve essere cercato e coltivato perché il suo influsso è divino. TT1 148 1 Il regno dei cieli deve inziare già su questa terra. Quando il popolo di Dio sarà caratterizzato dalla mansuetudine e dalla tenerezza, si renderà conto di essere guidato dall'amore e ne gusterà i suoi frutti. Ai figli di Dio sembrerà già di vivere in cielo ed essi saranno pronti a entrare nell'eternità. -- Testimonies for the Church 7:131 (1902). ------------------------Capitolo 40: La preghiera per gli ammalati TT1 149 1 Nel caso della sorella F. occorreva svolgere un'opera importante. Coloro che si erano riuniti in preghiera per lei avevano anch'essi bisogno di un'opera in loro favore. Se l'Eterno avesse accolto le loro richieste, l'esaudimento stesso sarebbe stato la loro rovina. In tali casi, quando lo spirito si trova sotto l'influsso di Satana, è necessario che ognuno, prima di pregare, faccia un serio esame di coscienza per vedere se non ci sia qualche peccato da confessare e da abbandonare. È necessario umiliarsi profondamente davanti a Dio ed esprimere una fede salda e sicura nei meriti del sacrificio del Cristo. TT1 149 2 Digiuno e preghiera non serviranno a nulla se siamo lontani da Dio, se adottiamo un comportamento scorretto. "Il digiuno di cui mi compiaccio non è egli questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi, e che s'infranga ogni sorta di giogo? Non è egli questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu meni a casa tua gl'infelici senz'asilo, che quando vedi uno ignudo tu lo copra, e che tu non ti nasconda a colui ch'è carne della tua carne? (...) Allora chiamerai, e l'Eterno ti risponderà; griderai, ed egli dirà: "Eccomi!" Se tu togli di mezzo a te il giogo, il gesto minaccioso ed il parlare iniquo; se l'anima tua supplisce ai bisogni dell'affamato, e sazi l'anima afflitta, la tua luce si leverà nelle tenebre, e la tua notte oscura sarà come il mezzodì; l'Eterno ti guiderà del continuo, sazierà l'anima tua ne' luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; e tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai". Isaia 58:6, 7, 9-11. TT1 149 3 Il Signore vuole che le buone opere nascano da un cuore ricolmo d'amore. Tutti devono considerare con attenzione e con spirito di preghiera il passo citato ed esaminare moventi e azioni. La promessa di Dio si basa su una condizione: ubbidienza, cioè sottomissione alle sue esigenze. Il profeta Isaia scrive: "Grida a piena gola, non ti trattenere, alza la tua voce a guisa di tromba, e dichiara al mio popolo le sue trasgressioni, e alla casa di Giacobbe i suoi peccati! Mi cercano ogni giorno, prendon piacere a conoscer le mie vie; come una nazione che avesse praticato la giustizia e non avesse abbandonata la legge del suo Dio, mi domandano de' giudizi giusti, prendon piacere ad accostarsi a Dio. "Perché, dicono essi, quando abbiam digiunato, non ci hai tu avuto riguardo?" "Perché quando abbiamo afflitte le anime nostre, non v'hai tu posto mente?" Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi fate i vostri affari, ed esigete che sian fatti tutti i vostri lavori". Isaia 58:1-3. TT1 149 4 Dio parla a un popolo che si professa devoto, che ha l'abitudine di pregare, che ama celebrare i riti religiosi, ma qualcosa non va: si rende conto che le preghiere non vengono esaudite, che Dio non tiene conto del suo zelo e del suo fervore e si chiede perché Dio non risponda. Non si tratta affatto di negligenza da parte di Dio; il problema sta nel popolo che si considera pio, ma non porta frutto alla gloria di Dio; le sue opere non sono quelle che dovrebbero essere. Il popolo vive trascurando precisi doveri. A meno che questi doveri non vengano assolti, Dio non può esaudire le sue preghiere alla sua gloria. TT1 150 1 Nel caso della preghiera per la sorella F. vi era un contrasto di sentimenti. Alcuni erano fanatici e agivano spinti dall'impulso. Avevano zelo, ma senza conoscenza; altri consideravano il miracolo che doveva essere compiuto in quel determinato caso e apparivano esultanti, ancor prima che la vittoria fosse stata conseguita. Vi era molto dello spirito di Jehu: "Vieni meco, e vedrai il mio zelo per l'Eterno!..." 2 Re 10:16. Invece di avere fiducia in se stessi, coloro che pregavano avrebbero dovuto presentare questo caso a Dio con umiltà e con pentimento. Come pregare TT1 150 2 Mi fu mostrato che in caso di malattia, quando c'è la necessità evidente di pregare per l'ammalato, il soggetto dovrà essere presentato a Dio con una fede serena e senza lasciarsi andare all'eccitazione. Egli solo conosce il passato del malato e anche il suo futuro. Colui che scruta i cuori di tutti sa se il malato guarito onorerà il suo nome, oppure lo disonorerà allontanandosi dalla verità. Tutto quello che siamo invitati a fare è chiedere a Dio di guarire il malato, se ciò è in armonia con la sua volontà, ed essere certi che egli ascolta le ragioni presentate e le preghiere formulate con fervore. Se il Signore ritiene che ciò possa risultare alla sua gloria, esaudirà le nostre preghiere. Però, insistere per la guarigione, senza sottomettersi alla sua volontà, non è positivo. TT1 150 3 Dio è sempre in grado di compiere quanto promette ed è anche in condizione di compiere, tramite i suoi figli, l'opera che è stata loro affidata. Se il popolo di Dio vive in armonia con la sua Parola, ogni promessa verrà esaudita. Se, invece, non ubbidisce, le grandi e preziose promesse non si adempiranno. TT1 150 4 Pregando per gli ammalati, tutto ciò che si può fare è supplicare il Signore in loro favore e affidarli a lui, con fiducia assoluta. Se il male è in noi, il Signore non ci ascolterà. Egli può fare ciò che vuole di quello che gli appartiene e onorerà se stesso agendo in coloro e tramite coloro che fedelmente lo seguono, affinché si sappia che egli è il Signore e che le loro opere sono compiute in lui. Cristo disse: "...se uno mi serve, il Padre l'onorerà". Giovanni 12:26. Quando ci rivolgiamo a Dio dobbiamo pregare per ottenere la forza e la sapienza necessarie per realizzare i suoi obiettivi e fare in modo che i nostri desideri e i nostri interessi coincidano con i suoi. Bisogna dimostrare di accettare la sua volontà e non pregarlo di fare la nostra. Per noi è un vantaggio che Dio non esaudisca le nostre preghiere nel modo e nel tempo che noi desideriamo. Egli, per noi, farà più e meglio di quanto pensiamo per soddisfare tutti i nostri desideri, poiché la nostra saggezza è follia. TT1 150 5 Noi ci siamo inginocchiati vicino al letto di malati di diverse età e ci siamo resi conto che erano stati strappati alla morte, in risposta alle nostre preghiere. In queste preghiere credevamo di dover assumere un atteggiamento formale e con fede intercedere in favore della loro vita. Non osavamo aggiungere: "Se questo glorificherà Dio", temendo di esprimere il dubbio. Abbiamo seguito con estremo interesse quanti ci erano stati, per così dire, restituiti dalla morte e abbiamo dovuto constatare che soprattutto i giovani, una volta guariti, dimenticavano Dio, conducevano una vita dissoluta e procuravano ai genitori e agli amici dispiaceri e amarezze: erano una vera vergogna per coloro che avevano pregato per loro. Essi non vivevano per onorare e glorificare Dio, ma per offenderlo con la loro vita sregolata. TT1 151 1 Non dobbiamo dire al Signore cosa deve fare; non dobbiamo cercare di indurre il Signore a conformarsi ai nostri desideri. Se la vita del malato può glorificarlo, pregheremo perché viva; ma pregheremo perché sia fatta la sua e non la nostra volontà. La nostra fede sarà salda se sottoporremo i nostri desideri a un Dio la cui saggezza è infinita. Senza timori possiamo confidare pienamente in lui. Abbiamo la promessa che egli ci ascolterà se ciò che domanderemo sarà conforme alla sua volontà. Le nostre richieste non devono assumere la forma di un ordine, ma di un'intercessione affinché egli ci conceda ciò che gli chiediamo. TT1 151 2 Quando la chiesa è unita trova nuove forze; quando, invece, una parte dei suoi membri è legata alle realtà terrene, quando molti si lasciano sviare dalla loro avidità, che Dio odia, egli può fare ben poco: l'incredulità e il peccato li separano dal Signore. Siamo così deboli che non riusciamo a sostenere il successo spirituale e corriamo il rischio di gloriarci, attribuendo la benedizione di Dio ai nostri meriti e alla nostra giustizia, mentre tutto è frutto della misericordia e della bontà del nostro Padre celeste. TT1 151 3 Vidi che il motivo per cui Dio non esaudisce le preghiere in favore dei malati andava ricercato nel fatto che egli non sarebbe stato glorificato perché essi violano le leggi della salute. Egli vuole che la riforma sanitaria prepari la via alla preghiera della fede. Fede e buone opere devono sussistere entrambe per la guarigione dei nostri malati che glorificheranno Dio e saranno salvati quando Gesù verrà. Ci auguriamo che essi non rimangano delusi e rattristati nel vedere che gli amministratori dell'ospedale [di Battle Creek] lavorano come gli altri invece di aggiungere alle cure le benedizioni e le virtù che dovrebbero essere impartite da padri e madri spirituali. TT1 151 4 Nessuno pensi che questa struttura sia il luogo in cui andare per essere guariti dalla preghiera della fede. Si tratta di un posto in cui trovare sollievo nella malattia attraverso cure adatte e consigli opportuni, un luogo in cui si può imparare a evitare la malattia. Però, se esiste un posto in cui uomini e donne che curano i malati esprimono simpatia e conforto per il dolore, tramite la preghiera, è proprio questo istituto. Coloro che si occupano degli infermi devono essere certi che Dio benedirà i loro sforzi perché desidera che lavorino in questo senso. Il Signore nella sua misericordia richiama la nostra attenzione sull'importanza dell'aria pura, della pulizia, del regime alimentare sano, di opportuni periodi di lavoro e di riposo, dell'idroterapia. -- Testimonies for the Church 1:561 (1867). ------------------------Capitolo 41: Le insidie di Satana TT1 152 1 Satana ha grandi possibilità. Egli possiede la meravigliosa potenza intellettuale di un angelo, di cui pochi hanno un'idea esatta. Se non fosse stato conscio del suo potere, non si sarebbe certo impegnato nella lotta contro l'Onnipotente, il Padre eterno e il Principe della pace. Satana segue attentamente tutti gli eventi e quando si accorge che qualcuno manifesta un forte spirito di opposizione alla verità divina, si affretta a rivelargli cose non ancora accadute per conquistare la sua fiducia. Colui che non ha esitato a entrare in conflitto con Dio che dà vita a tutta la creazione, ha sufficiente astuzia per perseguitare e sedurre. Egli inganna gli uomini. Dopo circa seimila anni non ha perso nulla della sua abilità e della sua astuzia. Durante questo lungo periodo di tempo Satana è stato un acuto osservatore del genere umano. TT1 152 2 Satana utilizza, come medium, coloro che si sono opposti con tenacia alle verità divine. Egli si presenta loro con le sembianze di un uomo, forse di un amico. Cerca, poi, di alimentare la fiducia utilizzando questo amico e annunciando cose che stanno per accadere o che sono effettivamente accadute e delle quali nessuno sa nulla. Talvolta, prima della morte o di un incidente, egli manda un sogno, oppure, impersonificando un messaggero, conversa con il medium e gli comunica una certa notizia. Si tratta sempre di sapienza che viene dal basso e non dall'alto. La sapienza di Satana risulta in assoluta opposizione con la verità, ma per raggiungere i suoi scopi, egli si circonda perfino della luce che avvolge gli angeli. Talvolta accadrà che l'Avversario confermi il valore di una parte di ciò che i discepoli del Cristo credono sia la verità, ma cercherà allo stesso tempo di indurli a respingere l'altra parte come un errore pericoloso e fatale. TT1 152 3 Satana è abilissimo e sa come servirsi efficacemente della sua infernale sapienza. Egli è pronto e in grado di istruire coloro che respingono i consigli di Dio a scapito della loro salvezza. Ha preparato un'esca che gli permetterà di abbindolare gli uomini e conquistarli con i suoi inganni infernali. Egli la rivestirà di un'apparenza positiva per renderla più attraente. Quando tutti quelli che cadranno nella trappola si renderanno conto del terribile prezzo della follia di aver rinunciato al cielo e all'immortalità per un inganno così fatale nelle sue conseguenze, sarà troppo tardi. TT1 152 4 Al nostro avversario, il diavolo, non mancano né forza né sapienza. Egli si aggira come un leone ruggente cercando chi possa divorare e agirà "...con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi; e con ogni sorta d'inganno d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amor della verità per esser salvati". Siccome essi hanno respinto la verità "...Iddio manda loro efficacia d'errore onde credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non han creduto alla verità, ma si son compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati". 2 Tessalonicesi 2:9-12. Dobbiamo lottare contro un nemico potente e bugiardo; la nostra unica via di salvezza sta nell'affidarci a colui che sta per venire e che consumerà l'avversario con il soffio della sua bocca e lo distruggerà con lo splendore della sua apparizione. ------------------------Capitolo 42: Le sofferenze del Cristo TT1 154 1 Per poter apprezzare pienamente il valore della salvezza è necessario comprenderne il costo. Molti attribuiscono scarsa importanza all'opera della redenzione perché hanno un'idea molto limitata delle sofferenze del Cristo. Il glorioso piano della salvezza fu realizzato grazie all'amore infinito di Dio. In questo piano si manifesta in modo sublime l'amore divino per l'umanità che si è concretizzato nell'amore del Figlio e ha riempito di stupore gli angeli stessi. "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna". Giovanni 3:16. Il Salvatore, lo splendore della gloria del Padre e l'immagine della sua persona, possedeva la maestà, la perfezione e l'eccellenza divine. Egli era uguale a Dio. "Il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l'essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce". Filippesi 2:6-8. TT1 154 2 Il Cristo acconsentì a morire al posto del peccatore, affinché l'uomo, grazie a una vita di ubbidienza, potesse sottrarsi alla pena decretata dalla legge di Dio. La sua morte non annullò la legge, non la eliminò, non ne sminuì le esigenze, non tolse nulla alla sua sacra dignità. La morte del Cristo proclamò la giustizia della legge del Padre nella punizione del trasgressore, in quanto il Figlio di Dio scontò la pena richiesta dalla legge per poter salvare l'uomo peccatore, sottraendolo alla meritata condanna. Questa morte sulla croce rivela l'eternità della legge di Dio, la esalta, la onora e dà all'uomo la prova del suo carattere immutabile. Dalle stesse labbra del Redentore furono pronunciate le parole: "Non pensate ch'io sia venuto per abolire la legge od i profeti; io son venuto non per abolire ma per compire". Matteo 5:17. La morte del Cristo era necessaria per soddisfare le esigenze della legge. Il Salvatore umano e divino TT1 154 3 In Cristo erano presenti la dimensione divina e umana. La sua missione consisteva nel riconciliare Dio e l'uomo, nell'unire il finito all'infinito. Questo era l'unico modo per riscattare l'uomo caduto e, grazie ai meriti del sacrificio del Cristo, renderlo partecipe della natura divina. Il Cristo, assumendo la natura umana, era in grado di comprendere le prove, le sofferenze dell'uomo e anche le tentazioni a cui è soggetto. Gli angeli, non conoscendo il peccato, non potevano simpatizzare con l'uomo nelle sue prove. Il Cristo, così, acconsentì a rivestire la natura umana e fu tentato in ogni cosa come noi per poter conoscere e sapere come soccorrere coloro che sono tentati. TT1 155 1 Nel rivestire l'umanità egli sentì il bisogno di ricevere forza dal Padre. Gesù aveva scelto alcuni luoghi particolari per pregare, perché amava incontrarsi con il Padre e trascorrere dei momenti in comunione con lui, nella solitudine della montagna. Grazie a questa abitudine, si sentiva fortificato in vista dei compiti e delle difficoltà di ogni giorno. Il Salvatore si identificò con le nostre necessità e con le nostre debolezze e prese l'abitudine di pregare di notte per attingere dal Padre nuove forze per essere rinfrancato, pronto per l'opera che doveva svolgere e per superare le difficoltà. Egli è il nostro esempio in ogni cosa, è nostro fratello nelle nostre debolezze, ma non nelle nostre passioni. Senza peccato, egli fuggiva il male. Sopportò lotte e tormenti in un mondo in cui regnava il peccato. La sua umanità reclamava la necessità e il privilegio della preghiera. Chiese il sostegno e il conforto che il Padre era pronto a concedergli perché aveva lasciato le gioie del cielo e scelto di venire ad abitare in un mondo inospitale e ingrato per salvare l'uomo. Il Cristo trovò consolazione e gioia nella comunione con il Padre. Ne riceveva sollievo per le tristezze che opprimevano il suo cuore. Gesù fu un "uomo di dolore, familiare col patire". Il nostro esempio TT1 155 2 Durante il giorno Gesù si impegnava in favore del prossimo, per salvare gli uomini dalla rovina. Guariva gli ammalati, consolava gli afflitti, infondeva gioia e speranza nei depressi, risuscitava i morti. Sera dopo sera, alla fine delle attività della giornata, egli si allontanava dalla confusione della città e si rifugiava in qualche luogo appartato per supplicare il Padre. Talvolta i raggi della luna illuminavano il suo corpo prostrato in preghiera. Talvolta, invece, era circondato da fitte tenebre. La rugiada e la brina della notte cadevano sul suo capo. Spesso continuava a pregare fino al mattino. Gesù è il nostro esempio. Se lo ricordassimo e lo imitassimo, saremmo molto più forti in Dio. TT1 155 3 Se il Salvatore degli uomini, con la sua forza divina, sentì il bisogno della preghiera, quanto più i peccatori deboli e mortali dovrebbero sentire la necessità di una preghiera fervente e costante! Quando il Maestro era particolarmente esposto alla tentazione non mangiava: si affidava a Dio e grazie a ferventi preghiere, con assoluta sottomissione alla volontà del Padre, risultava vincitore. Quelli che, al di sopra di ogni altra categoria di cristiani, professano la verità per questi ultimi tempi, devono imitare, nella preghiera, il suo esempio. TT1 155 4 "Basti al discepolo di essere come il suo maestro, e al servo d'essere come il suo signore..." Matteo 10:25. Spesso le nostre tavole sono imbandite, ma di cose non sane, non necessarie, che piacciono perché non si sa rinunciare ai propri gusti e non si tiene conto della salute e del sano equilibrio mentale. Gesù chiedeva con fervore al Padre la forza necessaria, perché la considerava più preziosa del sedersi davanti alla tavola più ricca. Egli ci ha dimostrato che la preghiera è una condizione indispensabile per ricevere la forza di affrontare le potenze delle tenebre e compiere l'opera affidataci. La nostra forza è debolezza, però il vigore che Dio dà è tanto grande da rendere vincitore chiunque lo riceva. Nel Getsemani TT1 156 1 Mentre il Figlio di Dio si inginocchiava in preghiera nel giardino del Getsemani, l'angoscia del suo spirito faceva uscire dai suoi pori sudore simile a grosse gocce di sangue. I peccati del mondo gravavano su di lui: egli soffriva al posto dell'uomo come trasgressore della legge di suo Padre. Fu, quello, un momento di grandi tentazioni. La divina luce del Padre svaniva a poco a poco e lo lasciava in balìa delle tenebre. Il Cristo, nella sua angoscia, si accasciò al suolo: gli sembrava di vedere il volto adirato del Padre. Prendendo il calice della maledizione dalle mani dell'uomo, si accingeva a berlo per offrirgli, in cambio, quello della benedizione. Su di lui si sarebbe riversata l'ira divina che avrebbe dovuto abbattersi sulla creatura colpevole. Il misterioso calice tremava nella sua mano. TT1 156 2 Gesù, spesso, si era recato nel Getsemani con i suoi discepoli per meditare e per pregare. Tutti conoscevano quel sacro rifugio. Anche Giuda sapeva dove guidare la folla omicida per tradire Gesù e darlo nelle sue mani. Mai prima di allora il Salvatore si era recato in quel luogo con il cuore gonfio di dolore. Egli non fuggiva affatto davanti alla sofferenza fisica. Quando le sue labbra espressero quello che lo turbava disse agli apostoli: "...L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate meco". Matteo 26:38. TT1 156 3 Lasciando i discepoli, si allontanò un po', si gettò a terra e pregò. Il suo spirito era angosciato: "Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi". Matteo 26:39. I peccati di un mondo decaduto ricadevano su di lui e si sentiva sopraffatto. Il suo cuore era straziato dal sentimento dell'ira del Padre, conseguenza del peccato. Il suo dolore era tale che dalla fronte gli sgorgavano grosse gocce di sangue che scivolavano lungo le sue pallide guance e cadevano bagnando il suolo. "Vegliate e pregate" TT1 156 4 Rialzatosi, si avvicinò ai discepoli e li trovò addormentati. Disse a Pietro: "...Così, non siete stati capaci di vegliar meco un'ora sola? Vegliate ed orate, affinché non cadiate in tentazione; ben è lo spirito pronto, ma la carne è debole". Matteo 26:40, 41. Nel momento più delicato, quando Gesù aveva raccomandato loro di vegliare con lui, i discepoli avevano ceduto al sonno. Egli sapeva che davanti a loro si profilavano ardui conflitti e forti tentazioni. Li aveva presi con sé proprio perché lo sostenessero e perché gli eventi di quella notte e le lezioni che ne avrebbero tratto rimanessero impressi nella loro mente. Egli voleva che la loro fede non vacillasse e che fossero fortificati in vista delle prove che li attendevano. TT1 156 5 Invece di vegliare con il Cristo, si erano lasciati vincere dalla tristezza e si erano addormentati. Perfino il focoso Pietro, che poche ore prima aveva affermato di essere disposto non solo a soffrire, ma anche a morire per il Signore, ora dormiva. Proprio nell'ora più critica, quando il Figlio di Dio aveva bisogno del loro affetto e delle loro preghiere, i discepoli dormivano. Con quel sonno essi persero molte altre cose. Il nostro Salvatore voleva fortificarli per la difficile prova della fede a cui sarebbero stati ben presto esposti. Se essi avessero trascorso quel triste periodo vegliando con l'amato Salvatore e pregando Dio, Pietro non sarebbe stato sopraffatto dalla sua debolezza e non avrebbe rinnegato il Salvatore. TT1 157 1 Il Figlio di Dio si allontanò per la seconda volta e pregò: "...Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza ch'io lo beva, sia fatta la tua volontà". Matteo 26:42. Egli tornò nuovamente dai discepoli e li trovò addormentati; questa situazione è simile a quella della chiesa che dorme mentre si avvicina il giorno del giudizio di Dio. È un tempo di nubi e di fitte tenebre, un tempo in cui addormentarsi è pericolosissimo. TT1 157 2 Gesù ci ha lasciato questo avvertimento: "Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padron di casa: se a sera, o a mezzanotte, o al cantar del gallo o la mattina; che talora, venendo egli all'improvviso, non vi trovi addormentati". Marco 13:35, 36. La chiesa di Dio è invitata a vegliare, anche se si trattasse di un periodo pericoloso e la vigilanza dovesse prolungarsi. La tristezza non è affatto una scusa per essere meno attenti. La sofferenza non deve condurre alla trascuratezza, ma a una maggiore vigilanza. Il Cristo, con il suo esempio, ha diretto la chiesa alla Fonte della forza nell'ora del bisogno, delle difficoltà e del pericolo. L'atteggiamento di vigilanza serve a definire la chiesa come popolo di Dio. Con questo segno, coloro che aspettano si distaccano dal mondo e dimostrano di essere pellegrini e stranieri sulla terra. TT1 157 3 Il Salvatore, rattristato, si allontanò nuovamente dai discepoli addormentati e per la terza volta pregò ripetendo le stesse parole. Poi tornò e disse loro: "...Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è giunta, e il Figliuol dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori". Matteo 26:45. Com'era crudele, da parte dei discepoli, permettere che il sonno chiudesse loro gli occhi, che il torpore imprigionasse i loro sensi, mentre il divino Maestro provava un'angoscia mortale! Se fossero rimasti vigilanti, non avrebbero perso la loro fede vedendo il Figlio di Dio morire sulla croce. TT1 157 4 Questa veglia sarebbe stata contraddistinta da una profonda lotta e da preghiere che avrebbero permesso agli apostoli di essere testimoni della grande angoscia del Figlio di Dio. Essi sarebbero stati in grado, nel contemplare le sue sofferenze sulla croce, di capire qualcosa della natura di quella straordinaria angoscia sopportata nel giardino del Getsemani. Essi sarebbero stati in grado di ricordare meglio le parole pronunciate in rapporto alle sue sofferenze, alla sua morte e alla sua risurrezione. Così, nell'oscurità di quell'ora tragica, alcuni raggi di speranza avrebbero fugato le tenebre e sorretto la loro fede. TT1 157 5 Il Cristo aveva detto loro, in anticipo, che tutto questo si sarebbe verificato, ma essi non capirono. La scena delle sue sofferenze doveva rappresentare un'ardua prova per i discepoli, ecco perché era necessario vigilare e pregare. La loro fede aveva bisogno di essere sostenuta da una forza invisibile, mentre essi contemplavano l'ora del trionfo della potenza delle tenebre. Un'angoscia inesprimibile TT1 157 6 Possiamo avere solo una pallida idea dell'inesprimibile angoscia del Figlio di Dio nel Getsemani, quando egli sentì la sua separazione dal Padre a causa del peccato dell'uomo. Egli aveva assunto questa responsabilità per l'umanità decaduta. La sensazione di abbandono da parte del Padre suggeriva al suo spirito queste parole angosciate: "...L'anima mia è oppressa da tristezza mortale... se è possibile, passi oltre da me questo calice!" Poi, con assoluta sottomissione alla volontà del Padre: "Ma pure, non come voglio io" disse "ma come tu vuoi". Matteo 26:38, 39. TT1 158 1 Il divino Figlio dell'Altissimo era allo stremo delle forze. Il Padre, allora, inviò un suo messaggero perché lo incoraggiasse e lo aiutasse a percorrere la via del sacrificio. Se gli uomini avessero potuto vedere la sorpresa e la tristezza delle schiere angeliche mentre in silenzio osservavano il Padre che privava il Figlio della sua luce, del suo amore e della sua gloria, avrebbero compreso meglio quanto il peccato fosse insopportabile agli occhi di Dio. La spada della giustizia si abbatteva sull'Unigenito che, tradito con un bacio e consegnato nelle mani dei nemici, fu trascinato davanti a un tribunale terreno dove fu deriso e condannato a morte. Il Figlio di Dio fu "...trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità..." Egli sopportò insulti, scherni e oltraggi: "...tanto era disfatto il suo sembiante sì da non parer più un uomo, e il suo aspetto sì da non parer più un figliuol d'uomo". Isaia 53:5; 52:14. Un amore incomprensibile TT1 158 2 Chi può comprendere questo amore? Le schiere angeliche contemplavano con profonda tristezza colui che era stato il Re del cielo e aveva portato la corona della gloria; ora camminava tra una folla furibonda, accecata da una vera follia, sospinta dall'ira di Satana. Contempliamo Gesù che soffrì pazientemente! Sulla sua fronte era stata posta una corona di spine. Da ogni vena lacerata scorreva il sangue. Tutto questo era la conseguenza del peccato. Soltanto un amore eterno, che rimarrà sempre un mistero, poteva indurre il Cristo ad abbandonare gli onori e la maestà celesti, venire in un mondo di peccato, per essere disprezzato e rifiutato da coloro che era venuto a salvare e per soffrire sulla croce. TT1 158 3 Stupite cieli! O terra contempla l'oppressore e l'oppresso! Ecco, una grande folla circonda il Salvatore del mondo. Beffe e insulti si alternano a bestemmie terribili. La sua modesta nascita e la sua umile vita sono commentati da miserabili senza cuore. La sua pretesa di essere il Figlio di Dio è messa in ridicolo dai sacerdoti e dagli anziani, mentre si odono volgarità e insulti. Satana, per dominare completamente le menti, si impossessa dei sommi sacerdoti e degli anziani, accecandoli di frenesia religiosa a tal punto che essi finiscono per essere sospinti dallo stesso spirito di Satana che influiva sugli individui più vili e scellerati. I sentimenti di tutti erano corrotti: da quelli dei sacerdoti ipocriti e degli anziani a quelli della folla depravata. Il Cristo, il prezioso Figlio di Dio, era stato portato via con la croce sulle spalle. Dalle sue ferite sgorgava il sangue. Circondato da un'immensa folla di acerrimi nemici e di spettatori ostili, il Figlio di Dio fu condotto alla croce. "Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l'agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca". Isaia 53:7. Sulla croce TT1 159 1 I discepoli, rattristati, lo seguono a distanza, dietro la folla omicida. Lo vedono inchiodato sul legno, sospeso fra cielo e terra. Quanto dolore nel cuore degli apostoli che vedono l'amato Maestro costretto a soffrire come un criminale! Vicino alla croce ci sono i sacerdoti e gli anziani che, spinti da cieco fanatismo e incredulità, ridono, scherniscono, sbeffeggiano: "Tu che disfai il tempio e in tre giorni lo riedifichi, salva te stesso, se tu sei Figliuol di Dio, e scendi giù di croce! Similmente, i capi sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: Ha salvato altri e non può salvar se stesso! Da che è il re d'Israele, scenda ora giù di croce, e noi crederemo in lui. S'è confidato in Dio; lo liberi ora, s'Ei lo gradisce, poiché ha detto: Son Figliuol di Dio". Matteo 27:40-43. TT1 159 2 Gesù non risponde. Mentre i chiodi vengono piantati nelle sue mani e le gocce di sudore, negli spasimi dell'agonia, gli sgorgano dai pori, sulle labbra pallide e tremanti della vittima innocente sfugge un lieve sussurro; è una preghiera di perdono per i carnefici: "...Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno..." Luca 23:34. Tutto il cielo segue con profondo interesse la scena. Il glorioso Redentore di un mondo perduto soffre a causa delle trasgressioni umane alla legge di Dio. Egli sta per riscattare il suo popolo con il proprio sangue, per soddisfare le giuste esigenze della santa legge di Dio. È questo il mezzo per mettere la parola fine al peccato, a Satana e alle sue schiere malvage. TT1 159 3 Quali terribili sofferenze è stato costretto a sopportare il Salvatore! Era la consapevolezza del dispiacere del Padre che rese il calice così amaro. Non è stata la sofferenza fisica a mettere fine così rapidamente alla vita del Cristo, ma il peso insopportabile dei peccati del mondo e la percezione dello sdegno del Padre celeste. Aveva perso la gloria e la presenza del Padre. Gesù si trovava ormai immerso nelle fitte tenebre che lo circondavano e che strapparono alle sue labbra il grido: "...Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Matteo 27:46. TT1 159 4 Gesù aveva partecipato insieme al Padre alla creazione del mondo e ora, in mezzo alle angosciose sofferenze del Figlio di Dio, solo gli uomini ciechi e sviati rimanevano indifferenti. I sacerdoti e gli anziani deridevano il Figlio di Dio agonizzante. La natura, invece, dimostrò la sua simpatia per il Creatore che stava morendo. La terra tremò, il sole perse il suo splendore, i cieli si oscurarono. Gli stessi angeli, che erano stati fino a quel momento testimoni del martirio, si nascosero davanti all'orribile spettacolo. Il Cristo moriva! Abbattuto, si sentiva solo. Il sorriso del Padre era scomparso e gli angeli non potevano più venire ad alleviare l'angoscia di quell'ora fatale: potevano solo guardare, attoniti, il loro amato Capo, il Re del cielo, che soffriva a causa delle trasgressioni umane della legge del Padre. Il culmine della sofferenza TT1 159 5 Il Figlio di Dio fu assalito anche dal dubbio. Egli non poteva vedere oltre la porta del sepolcro; nessuna luce di speranza, in quel momento, risplendeva per annunciare che sarebbe uscito vincitore dalla tomba e che il Padre avrebbe accettato il suo sacrificio. Il peccato del mondo, in tutto il suo orrore, gravava sul Figlio di Dio con il suo peso opprimente. La disapprovazione divina del peccato, le sue conseguenze e la morte erano tutto ciò che il Cristo riusciva a vedere attraverso quelle fitte tenebre. Egli era tentato di pensare che il peccato fosse così offensivo agli occhi del Padre, che egli non potesse riconciliarsi con il Figlio. Il timore che il Padre lo avesse abbandonato per sempre lo spinse a gridare: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" TT1 160 1 Il Cristo provava quello che un giorno proveranno i peccatori quando su di essi si abbatteranno le piaghe dell'ira di Dio. La più cocente disperazione assalirà gli uomini colpevoli ed essi si renderanno conto dell'estrema gravità del peccato. La salvezza è stata acquistata tramite le sofferenze del Figlio di Dio ed è a loro disposizione se l'accettano con gioia e spontaneamente. Nessuno, però, è costretto a ubbidire alla legge di Dio. Se gli uomini rifiutano le benedizioni divine e scelgono i piaceri e le seduzioni del peccato, sperimenteranno la morte, come conseguenza della scelta fatta, e saranno separati per sempre dalla presenza di Gesù, di cui hanno disprezzato il sacrificio. Perderanno, così, una vita di felicità e sacrificheranno la gloria eterna per godere degli effimeri piaceri del peccato. TT1 160 2 Nell'agonia del Cristo la fede e la speranza vacillavano perché non provava più la certezza dell'approvazione e dell'accettazione che il Padre aveva precedentemente accordato al Figlio. Il Redentore del mondo era sempre stato confortato dalle prove con le quali il Padre dimostrava l'accettazione della sua opera e confermava il suo favore. Ma nella sua agonia, prima di morire, poteva aggrapparsi soltanto tramite la fede a colui a cui aveva sempre ubbidito con gioia. Non era più illuminato da fulgidi raggi di speranza; profonde tenebre l'opprimevano. In mezzo a quella fitta oscurità la natura soffriva con lui; il Redentore bevve dal misterioso calice sino all'ultima goccia. Privo di ogni speranza e fiducia nel trionfo che lo attendeva, gridò: "...Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio..." Luca 23:46. Egli conosceva il Padre: la sua giustizia, la sua misericordia, il suo grande amore e si abbandonò fiducioso e sottomesso nelle sue mani. Fra gli sconvolgimenti della natura echeggiarono le ultime parole di colui che moriva sul Calvario. TT1 160 3 La natura partecipò alle sofferenze del suo Creatore. I cieli si aprirono, le rocce si spaccarono per annunciare che colui che stava morendo era il Figlio di Dio. Ci fu un grande terremoto e la cortina del tempio si squarciò in due. Il terrore si impadronì dei carnefici e degli spettatori nel vedere il sole oscurato, nel sentire il terremoto scuotere la terra sotto i loro piedi e nel contemplare le rocce che si spaccavano. Gli scherni e gli oltraggi dei sacerdoti e degli anziani cessarono quando il Cristo rimise il suo spirito nelle mani del Padre. La folla attonita iniziò a ritirarsi e si diresse, a tentoni, verso la città avvolta nelle tenebre. Battendosi il petto, mentre tornavano a casa terrorizzati, sussurravano gli uni agli altri: "È stato ucciso un innocente. E se fosse davvero, come hanno detto, il Figlio di Dio?" "È compiuto!" TT1 160 4 Gesù morì dopo aver compiuto l'opera per la quale era venuto sulla terra; ecco perché il suo ultimo grido fu: "... È compiuto!..." Giovanni 19:30. Satana era stato sconfitto; sapeva ormai di aver perso il suo potere. Gli angeli si rallegrarono quando udirono le parole: "È compiuto!" Il grande piano della salvezza, che dipendeva dalla morte del Cristo, era stato pienamente realizzato. In cielo regnava la gioia perché in tal modo i figli di Adamo potevano, mediante una vita di ubbidienza, avvicinarsi al trono di Dio. Quale amore straordinario spinse il Figlio di Dio a venire sulla terra per assumersi le nostre colpe, perché fossimo riconciliati con Dio ed essere un giorno innalzati sino a lui, per abitare nel suo regno! Quale valore ha l'uomo perché sia stato pagato un prezzo così elevato per il suo riscatto? TT1 161 1 Quando uomini e donne riusciranno a comprendere veramente la grandezza del sacrificio del Re del cielo che è morto al posto dell'uomo, il piano della salvezza sarà esaltato e gli effetti dell'esperienza del Calvario risveglieranno nel cuore del credente tenere, sacre e vive emozioni. Allora saliranno dal cuore alle labbra inni di lode a Dio e all'Agnello. Orgoglio e presunzione non possono fiorire nei cuori che conservano viva nella memoria le scene del Golgota. Questo mondo apparirà di scarsa importanza agli occhi di coloro che apprezzano il grande valore della redenzione dell'uomo: il prezioso sangue del diletto Figlio di Dio. Tutte le ricchezze del mondo non sono sufficienti per redimere anche un solo uomo. Chi può misurare l'amore che il Cristo provò per un mondo perduto, quando era inchiodato sulla croce e soffriva per i peccati degli uomini colpevoli? Questo amore era immenso, infinito. L'amore più forte della morte TT1 161 2 Offrendo la sua vita per la salvezza dell'uomo il Cristo ha rivelato che il suo amore è più forte della morte. Pur dovendo sostenere la lotta più accanita contro le potenze delle tenebre, il suo amore si rafforzava. Egli sopportò la separazione dal Padre e questo lo spinse a gridare con angoscia: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Il prezzo che assicurava la nostra redenzione fu pagato quando, nell'ultima lotta, il Cristo esclamò: "Ogni cosa è compiuta!" TT1 161 3 Molti, pur definendosi cristiani, si preoccupano dei loro affari e si entusiasmano per nuovi ed eccitanti divertimenti, mentre sono tiepidi, per non dire addirittura gelidi, nei confronti dell'opera di Dio. Essa, invece, è importante e può appassionare, perché implica interessi eterni. Rimanere calmo e indifferente di fronte a questo soggetto è peccato. Le scene del Calvario suscitano profonda emozione ed entusiasmo. Infatti la nostra mente e la nostra immaginazione non potranno mai comprendere pienamente come il Cristo, così perfetto e così innocente, abbia subito una morte simile portando su di sé il peso dei peccati del mondo. Non possiamo investigare la lunghezza, la larghezza, la profondità e l'altezza di questo amore. La contemplazione dell'insuperabile profondità dell'amore del Salvatore dovrebbe illuminare la mente, conquistare l'anima, affinare ed elevare gli affetti, trasformare completamente il carattere. Ecco quanto scriveva l'apostolo Paolo: "poiché mi proposi di non saper altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso". 1 Corinzi 2:2. Anche noi possiamo pensare al Calvario e dire: "Ma quanto a me, non sia mai ch'io mi glori d'altro che della croce del Signor nostro Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso, e io sono stato crocifisso per il mondo". Galati 6:14. TT1 162 1 Considerando a quale prezzo fu acquistata la nostra redenzione, quale sarà la sorte di chi trascura questa salvezza? Quale sarà la punizione per coloro che si definiscono discepoli di Gesù e non ubbidiscono alle sue richieste, non prendono su di loro la croce con umiltà e non lo seguono da Betlemme al Golgota? Gesù disse: "...chi non raccoglie con me, disperde". Matteo 12:30. Una visione limitata del sacrificio del Cristo TT1 162 2 Alcuni hanno una visione limitata del sacrificio del Cristo e pensano che non abbia sofferto molto pagando la pena prevista dalla legge di Dio. Essi pensano che il Figlio di Dio, pur provando il peso dello sdegno del Padre e le grandi sofferenze fisiche, avesse la certezza dell'amore e dell'accettazione di Dio. Secondo loro egli sapeva che la morte che lo attendeva era illuminata dalla speranza e aveva anche la certezza della gloria futura. È un grande errore. La maggiore sofferenza del Cristo era provocata proprio dalla sensazione di non godere più del favore del Padre ed era di tale intensità che l'uomo può averne solo una pallida idea. TT1 162 3 Per molti la storia della sottomissione, dell'umiliazione e del sacrificio del divino Salvatore non suscita nessun interesse particolare e non produce nessun effetto sulla loro vita come la storia della morte dei martiri cristiani. Molti hanno subito la morte in seguito a lente torture; altri sono morti sulla croce. Qual è la differenza? Gesù morì sulla croce: una morte crudele; anche altri, però, per amor suo, hanno sofferto terribili sofferenze fisiche. Perché, allora, quelle del Cristo erano più crudeli di quelle di altri che hanno offerto, per amor suo, la loro vita? Se le sofferenze del Cristo fossero state semplicemente fisiche, allora la sua morte non sarebbe stata più dolorosa di quella di altri martiri. TT1 162 4 La sofferenza fisica, però, rappresentava solo una piccola parte dell'agonia del Cristo. Egli portava i peccati del mondo e percepiva la profonda separazione dal Padre, in quanto scontava la pena decretata dalla legge infranta. La sensazione dello sdegno del Padre che si era allontanato, dandogli così l'impressione di essere stato abbandonato, schiacciò la sua anima divina. Questo provocò in Cristo un enorme sconforto. La separazione che il peccato crea fra Dio e l'uomo fu percepita, in tutto il suo orrore, da colui che era innocente. Egli era oppresso dalle potenze delle tenebre senza che nessun raggio di luce venisse a dargli una speranza. Lottava contro Satana che pretendeva di averlo in suo potere, di essere più forte di lui, e dichiarava che il Padre aveva rinnegato il Figlio che, quindi, non godeva il favore di Dio più di quanto non lo godesse egli stesso. Infatti, se Dio gli era ancora favorevole che necessità ci sarebbe stata di morire? Dio poteva benissimo salvarlo dalla morte. TT1 162 5 Il Cristo, però, non cedette minimamente al crudele nemico, neppure nel momento dell'angoscia suprema. Legioni di demoni circondavano il Figlio di Dio, mentre i santi angeli avevano ricevuto l'ordine di non infrangere quel cerchio e di non combattere contro quei nemici beffardi e offensivi. Gli angeli celesti non avevano il permesso di consolare lo spirito angosciato del Figlio di Dio. Fu in quell'ora di tenebre, mentre il Padre rimaneva nascosto, mentre legioni di demoni lo circondavano da ogni lato, mentre il peso dei peccati del mondo gravava su di lui, che Gesù lanciò il grido: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Il valore di un uomo TT1 163 1 La morte dei martiri non può essere paragonata a quella del Figlio di Dio. Dovremmo avere una visione più ampia della vita, delle sofferenze e della morte del Figlio. Quando l'opera di espiazione è valutata correttamente, si riesce a comprendere il valore infinito che Dio attribuisce alla salvezza degli uomini. Rispetto alla vita eterna tutto il resto è insignificante. Eppure, con quanto disprezzo vengono considerati i consigli del nostro Salvatore! Il nostro cuore, spesso, è così legato al mondo che gli interessi egoistici chiudono la porta al Figlio di Dio. Ipocrisia, orgoglio, egoismo, interesse, invidia, malizia, passione hanno riempito il cuore di molti al punto tale che per il Cristo non c'è più posto. TT1 163 2 Egli era ricco, eppure per amor nostro è diventato povero perché potessimo arricchirci. Era rivestito di luce e di gloria, circondato da schiere di angeli pronti a eseguire i suoi ordini, eppure rivestì la nostra natura e decise di vivere fra uomini peccatori. Tutto ciò dimostra un amore che nessun linguaggio può esprimere e che supera ogni conoscenza. TT1 163 3 Grande è "il mistero della pietà"! Dobbiamo sentirci sollevati, edificati e rapiti dall'amore del Padre e del Figlio. I discepoli del Cristo devono imparare a trasmettere in qualche modo quell'amore misterioso che li preparerà a unirsi ai redenti, quando proclameranno "...A Colui che siede sul trono e all'Agnello siano la benedizione e l'onore e la gloria e l'imperio, nei secoli dei secoli". Apocalisse 5:13. TT1 163 4 Il Cristo diede se stesso, quale sacrificio espiatorio, per la salvezza del mondo. Egli fu trattato come noi meritavamo, affinché potessimo essere trattati come egli meritava. Egli fu condannato per i nostri peccati, che non aveva condiviso, perché potessimo essere giustificati tramite la sua giustizia, a cui non avevamo nessun diritto. Egli subì la morte che era stata decretata per noi, affinché ricevessimo la vita che gli apparteneva: "...per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione". Isaia 53:5. -- Testimonies for the Church 8:208, 209 (1904). TT1 163 5 Il tema preferito del Cristo era il carattere del Padre e l'infinito amore di Dio. Questa profonda conoscenza dell'Eterno fu il dono del Cristo agli uomini e questo dono egli lo affidò al suo popolo perché, a sua volta, lo comunicasse al mondo. -- Testimonies for the Church 6:55 (1900). ------------------------Capitolo 43: Lo zelo del cristiano TT1 164 1 Esiste una forma di zelo chiassoso, privo di un obiettivo preciso, uno zelo che non scaturisce dalla conoscenza e che è cieco nella sua azione, distruttivo nei suoi effetti. Questo non è uno zelo cristiano. Il vero zelo non è occasionale, ma regolato da principi. Sincero, forte, profondo, coinvolge tutto l'essere e risveglia le percezioni morali. La salvezza degli uomini e gli interessi del regno di Dio sono argomenti di capitale importanza. Quale altro soggetto, se non la salvezza degli uomini e la gloria di Dio, richiede maggiore zelo? Questo obiettivo implica delle considerazioni che non possono essere sottovalutate, perché hanno una portata eterna. Sono in gioco i destini eterni: uomini e donne decidono o per la vita o per la morte. Lo zelo cristiano non si esaurisce nei discorsi, ma consiste in sentimenti e azioni forti ed efficaci e non agisce per il piacere di mettersi in mostra. L'umiltà caratterizzerà ogni sforzo e si manifesterà in ogni azione. Lo zelo cristiano spingerà alla preghiera, all'umiliazione dell'io, alla fedeltà nei doveri quotidiani. In famiglia si noterà la cortesia, l'amore, la benevolenza, la compassione, che sono sempre i frutti dello zelo cristiano... TT1 164 2 Pochi cristiani comprendono l'importanza della salvezza degli uomini. Pochi sono coloro che si dimostrano disposti a compiere dei sacrifici per far conoscere ad altri il messaggio del Cristo! Si parla molto, è vero; si ostenta molto amore per coloro che muoiono senza speranza, ma le parole contano poco. È necessario un vero zelo cristiano che si manifesterà con l'azione. Ognuno deve impegnarsi per la propria conversione e, una volta ricevuto il Cristo nel cuore, farlo conoscere ad altri. Se il Cristo vive in noi non potremo fare a meno di trasmettere ad altri il suo messaggio così come l'acqua delle maestose cascate del Niagara non può smettere di scorrere. ------------------------Capitolo 44: Le responsabilità dei giovani TT1 165 1 Se i giovani riuscissero a rendersi conto del bene che potrebbero fare cercando in Dio forza e sapienza, non sarebbero così indifferenti alle esigenze divine e non si lascerebbero più trascinare dall'influsso di coloro che non sono convertiti. Essi ricercano i divertimenti e non pensano che hanno una responsabilità nei confronti degli altri per sensibilizzarli alla giustizia. In questo modo diventano membri inutili della società e vivono un'esistenza priva di obiettivi. I giovani possono conoscere la verità, credere in essa ma non viverla: la loro fede è morta. I loro cuori non ne sono stati toccati e, quindi, il loro comportamento e il loro carattere non sono cambiati e, come i non credenti, non adempiono alla volontà di Dio. Sono schierati dalla parte del nemico. Coloro che amano i divertimenti e ricercano la compagnia di gente frivola, provano una vera avversione per le pratiche religiose. Il Signore potrà dire a questi giovani che si definiscono suoi discepoli: "Bene, buono e fedel servitore", se essi non sono né fedeli né buoni? TT1 165 2 I giovani corrono un serio pericolo. Le loro letture frivole provocano tutta una serie di conseguenze. Essi sprecano molto tempo che potrebbe essere utilmente sfruttato in modo diverso. Alcuni giungono perfino a privarsi del sonno per finire la lettura di futili storie d'amore. Il mondo è sommerso da libri di ogni genere. Non tutti hanno un influsso negativo, ma alcuni sono veramente immorali e volgari. Altri sono più raffinati, ma provocano comunque conseguenze negative. I giovani devono riflettere sull'influsso che tali storie eccitanti hanno sulla loro mente! Dopo queste letture, riuscite ad aprire la Parola di Dio e a leggere con interesse le parole della vita? Il fascino dei romanzi condiziona la vostra mente, ne mina l'equilibrio morale e vi impedisce di concentrarvi su quelle verità importanti e solenni che riguardano i vostri interessi eterni. Voi peccate nei confronti dei vostri genitori dedicando a questi interessi quel tempo che dovreste dedicare a loro; voi peccate contro Dio sprecando il tempo che dovrebbe essergli consacrato. TT1 165 3 I giovani devono incoraggiare la sobrietà. La leggerezza, lo scherzo, la burla provocheranno la sterilità spirituale e la disapprovazione di Dio. Molti di voi pensano di non esercitare un influsso negativo sugli altri e si sentono tranquilli; ma esercitate un influsso benefico? Con la vostra conversazione e il vostro comportamento cercate di condurre altri al Salvatore o, se essi già si considerano cristiani, cercate di motivarli a una maggiore comunione con lui? TT1 165 4 I giovani devono ricercare uno spirito di devozione e di pietà. Essi non possono glorificare Dio se non cercano costantemente di raggiungere la statura perfetta del Cristo, la perfezione in lui. Cercate di manifestare in voi le virtù cristiane! Offrite al Salvatore i vostri migliori e più santi affetti; ubbidite scrupolosamente alla sua volontà. Egli non si accontenterà della mediocrità. Non lasciatevi scuotere nella vostra fermezza dalla derisione e dalle critiche di coloro che si occupano di cose vane. Seguite il vostro Salvatore indipendentemente dal male e dal bene che possono dire di voi e considerate come un onore portare la croce del Cristo. Gesù vi ama: egli è morto per voi. Se non cercate di servirlo con tutto voi stessi, senza riserve, non giungerete alla perfetta santità e sarete obbligati a udire, alla fine, le terribili parole: "Dipartitevi da me!" ------------------------Capitolo 45: Una lettera di compleanno TT1 167 1 Mio caro figlio, ti scrivo in occasione del tuo diciannovesimo compleanno. È stato per noi un vero piacere averti per alcune settimane e ora che stai per partire le nostre preghiere ti accompagneranno. TT1 167 2 Oggi si conclude un altro anno della tua vita. Come lo valuti? Ha contribuito ai tuoi progressi nella vita spirituale? Hai vinto il tuo egoismo con le sue passioni e i suoi desideri? Provi un maggiore interesse per lo studio della Parola di Dio? Hai riportato delle vittorie definitive sui tuoi impulsi e sulla tua ostinazione? Come è stata la tua vita in quest'anno che si è concluso e che non tornerà mai più? TT1 167 3 Ora che inizi un nuovo anno di vita devi decidere di progredire costantemente. Raggiungi obiettivi più elevati e proponiti di non cercare né il tuo interesse né il tuo piacere, ma di contribuire al progresso dell'opera del tuo Redentore. Non metterti in situazioni in cui altri potrebbero essere costretti ad aiutarti per riportarti sulla buona strada. Puoi essere forte per esercitare sugli altri un influsso santificante; puoi essere sempre pronto per agire per il bene degli altri, per confortare chi è sofferente, per incoraggiare i deboli, per testimoniare del Cristo ogni volta che se ne presenterà l'occasione. Impegnati a onorare Dio in ogni cosa, sempre e ovunque. Manifesta i principi divini in ogni situazione e, qualunque cosa tu faccia, agisci con il massimo impegno. TT1 167 4 Non hai ancora vissuto l'esperienza della potenza salvifica di Dio come avresti potuto, perché il primo obiettivo della tua vita non è stato glorificare il Cristo. Ogni progetto che tu elabori, ogni lavoro che intraprendi, ogni piacere di cui godi: tutto sia alla gloria di Dio. Il tuo cuore dica: "O Dio, ti appartengo. Voglio vivere per te, soffrire per te". TT1 167 5 Molti che pretendono di seguire il Signore, in realtà non lo fanno; con il loro comportamento dimostrano che sono dalla parte di Satana. In che modo possiamo sapere da che parte stiamo? A chi appartengono i nostri cuori e i nostri pensieri? Di chi amiamo parlare? Per chi sono i nostri più teneri affetti e le nostre energie migliori? Se siamo uniti al Signore i nostri pensieri gli appartengono ed egli ci ispira i migliori sentimenti. Non siamo amici del mondo perché abbiamo consacrato a Dio tutto ciò di cui disponiamo e ciò che siamo. Vogliamo essere animati dal suo Spirito e fare la sua volontà. Un influsso positivo TT1 168 1 Devi adottare un comportamento che non permetta a nessuno di ingannarsi sul tuo conto. Se non prendi questa decisione, non puoi esercitare un influsso positivo sulla società in cui vivi. TT1 168 2 Le tue decisioni, anche se buone e sincere, non saranno sufficienti; fallirai penosamente se non conti sulla forza che Dio ti concede e se non perseveri con convinzione. Impegnati con tutto il tuo cuore per l'opera di Dio, per vivere una vita cristiana, per riflettere l'immagine del Cristo. TT1 168 3 Tu non puoi servire Dio e Mammona: o sei completamente dalla parte del Signore o da quella del nemico. "Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde". Matteo 12:30. TT1 168 4 Alcuni, nella loro vita religiosa, falliscono perché sono sempre tentennanti, indecisi. Spesso sono convinti e arrivano al punto di abbandonarsi completamente a Dio, ma non riuscendo e raggiungere la meta, ritornano indietro. In questo caso la coscienza si cauterizza e diventa sempre meno sensibile all'influsso dello Spirito di Dio, che ha avvertito, ha convinto ed è stato disprezzato a tal punto da andarsene rattristato. TT1 168 5 Non ci si può beffare di Dio. Egli ci indica chiaramente l'opera da compiere e se trascuriamo di seguire la luce ricevuta ci ritroveremo nelle tenebre. TT1 168 6 Dio ti invita a collaborare nella sua opera. Inizia là dove ti trovi. Vieni alla croce e rinuncia a te stesso, al mondo, a ogni idolo. Accetta il Cristo, interamente, nel tuo cuore. TT1 168 7 Ti trovi in un luogo difficile per esercitare, attraverso la tua consacrazione, un influsso che induca altri ad abbandonare il peccato, il piacere, la follia e percorrere la via stretta, la via dei riscattati dal Signore. Arrenditi completamente a Dio e consacragli tutto, senza riserve. TT1 168 8 Ricerca quella pace che è superiore a qualsiasi conoscenza. Tu non puoi attingere nutrimento dal Cristo se non sei legato a lui; diversamente sei un ramo secco e non senti il bisogno di essere purificato e santificato. Dovresti provare intensamente il desiderio di ricevere lo Spirito Santo e pregare per riceverlo. Se non cerchi la sua presenza, non puoi aspettarti la benedizione di Dio. Se utilizzassi i mezzi di cui disponi, cresceresti nella grazia e raggiungeresti un livello di vita superiore. TT1 168 9 Non ti viene spontaneo amare le realtà spirituali; però puoi acquisire questo amore se eserciti la tua mente e le tue energie in quella direzione. Ti occorre la forza necessaria per farlo. La vera educazione è la facoltà di usare le nostre energie in modo da conseguire dei risultati positivi. TT1 168 10 Perché la religione non monopolizza la nostra attenzione, mentre gli interessi terreni monopolizzano le energie del nostro cervello, delle ossa e dei muscoli? Tutte le nostre forze sono tese in questa direzione. Ci siamo impegnati a utilizzare tutto il nostro entusiasmo e le nostre energie per gli affari terreni e quindi anche la nostra mente si orienta facilmente nello stesso senso. Per questo i cristiani trovano la vita religiosa così difficile e così facile, invece, quella del mondo: le nostre capacità sono state sviluppate per esercitare la loro azione seguendo il mondo. Nella vita religiosa c'è stata un'adesione alle verità della Parola di Dio, ma non per metterle in pratica nella vita quotidiana. TT1 168 11 Sviluppare pensieri e sentimenti religiosi non è stato considerato un obiettivo del processo educativo, mentre in realtà dovrebbe influire su tutto il nostro essere e dominarlo. È necessario abituarsi ad agire correttamente; spesso lo si fa in maniera saltuaria o in circostanze favorevoli, ma il nostro spirito, per natura, non è incline alle realtà spirituali. Mancanza di maturità spirituale TT1 169 1 Possiamo decidere di raggiungere una vita spirituale più matura esercitando continuamente il nostro spirito. Non è sufficiente pregare. Devi abituarti a concentrare la tua attenzione sulle realtà spirituali: questo esercizio ti darà forza. Molti cosiddetti cristiani seguono una via che li condurrà a degli insuccessi in entrambe le direzioni. Essere cristiano per metà e legato alle realtà terrene per l'altra metà significa appartenere al mondo per il 99%. TT1 169 2 Dio ci chiede di avere una vita spirituale, ma migliaia di persone affermano: "Non so cosa mi succeda: mi manca la forza spirituale, non ho lo Spirito di Dio". Eppure sono proprio loro che, quando si tratta di parlare di realtà terrene, diventano energici ed eloquenti. Ascoltateli, invece, quando partecipano a un incontro della chiesa: riescono a pronunciare appena una dozzina di parole in maniera intelligibile. Sono uomini e donne che appartengono al mondo e hanno sviluppato tendenze mondane al punto tale che ormai le loro stesse facoltà mentali si sono orientate o consolidate in quella direzione. Essi appaiono deboli come bambini quando si tratta di affrontare realtà spirituali nelle quali dovrebbero essere, invece, forti e intelligenti. Non amano soffermarsi sul "mistero della pietà". Non conoscono il linguaggio del cielo e non sviluppano la loro mente per prepararsi a cantare gli inni celesti e a godere delle esperienze spirituali che, un giorno, condivideranno con tutti gli altri credenti. TT1 169 3 Alcuni cosiddetti cristiani non sono abituati a prendere in considerazione le realtà celesti e non entreranno mai per le porte della nuova Gerusalemme perché non sono interessati a ciò che vi accade. Essi non hanno abituato il loro spirito a dedicarsi con gioia alla meditazione delle realtà divine. Cosa faranno nel regno dei cieli? Come possono gioire delle esperienze spirituali, pure e sante del cielo, se qui sulla terra non le hanno mai apprezzate? Regnerà un'atmosfera di purezza a cui non sono abituati. Quando erano sulla terra avevano una vocazione precisa e sapevano perfettamente ciò che dovevano fare. Le loro peggiori qualità, esercitate costantemente, si sono sviluppate, mentre le facoltà più nobili, non utilizzate, si sono atrofizzate. Non hanno saputo discernere le realtà spirituali perché miravano a quelle terrene, non hanno saputo rendersi conto che quelle celesti erano le più importanti. TT1 169 4 Lo spirito deve essere educato e disciplinato per amare la purezza. Devi apprezzare tutto ciò che è spirituale se vuoi crescere nella grazia e nella conoscenza della verità. Il desiderio di essere buono e veramente santificato è positivo, ma se ti fermi a questo stadio non servirà a nulla. I buoni propositi sono inutili se non si concretizzano. Molti si perderanno, pur sperando e desiderando essere cristiani, perché non compiono uno sforzo perseverante: pesati sulle bilance celesti saranno trovati mancanti. La volontà deve essere esercitata nella giusta direzione. Devi dire: "Voglio essere un cristiano con tutto il cuore; voglio conoscere la lunghezza, la larghezza, la profondità e l'altezza dell'amore perfetto". Ascolta le parole di Gesù: "Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati". Matteo 5:6. Il Cristo ha ampiamente provveduto affinché chi ha fame e sete di giustizia sia soddisfatto. Aspirazioni spirituali più elevate TT1 170 1 Grazie all'amore, lo spirito raggiungerà un livello spirituale più elevato, una maggiore conoscenza delle realtà divine e si accontenterà solo della pienezza. Molti, pur definendosi cristiani, non si rendono conto della forza spirituale che potrebbero ottenere se avessero lo stesso zelo, la stessa ambizione e la stessa perseveranza per acquisire conoscenze divine così come si impegnano per quelle terrene. Le masse cristiane si sono accontentate di una scarsa maturità spirituale. Non si interessano di cercare innanzi tutto il regno di Dio e la sua giustizia, ecco perché "il mistero della pietà" è per loro incomprensibile. La conoscenza che hanno del Cristo non scaturisce da un'esperienza personale. TT1 170 2 Supponiamo che questi uomini e donne, che si accontentano di essere dei paralitici e dei nani spirituali, siano trasportati improvvisamente in cielo e per un attimo si rendano conto della perfezione e della santità che vi regna. Ognuno manifesta amore, ogni volto risplende di gioia, una musica incantevole risuona in onore di Dio e dell'Agnello, i santi sono inondati dalla luce che emana costantemente dal volto di colui che siede sul trono e dal volto dell'Agnello, la gioia che si respira offre sempre nuove occasioni di progresso in quanto più i santi ricevono gioia da Dio, più sono in grado di provarne le forme più elevate e, quindi, le manifestazioni di gloria e di benedizione sono incessanti. Queste persone potrebbero unirsi alla folla celeste, partecipare ai canti, provare quella gioia pura e travolgente che scaturisce da Dio e dall'Agnello? Certamente no! Dio ha dimostrato la sua pazienza nei loro confronti per anni, per permettere loro di imparare il linguaggio del cielo e diventare "...partecipi della natura divina dopo esser fuggiti dalla corruzione che è nel mondo..." 2 Pietro 1:4. TT1 170 3 Essi, purtroppo, avevano delle motivazioni egoistiche: non hanno utilizzato le loro facoltà intellettuali e le loro energie per il bene. Non potevano quindi permettersi di collaborare con Dio senza riserve, facendo di questo servizio la loro occupazione principale. TT1 170 4 Essi hanno privilegiato le loro attività terrene e vi hanno impegnato le energie migliori, mentre per il Signore non rimanevano che pensieri banali e passeggeri. Queste persone potranno essere trasformate dopo l'avvertimento finale: "Chi è santo si santifichi ancora e chi è contaminato si contamini ancor più"? Quel momento è imminente. TT1 170 5 Coloro che avranno abituato il loro spirito a vivere profonde esperienze spirituali saranno trasformati senza essere sopraffatti dalla purezza e dalla gloria trascendente del cielo. Si può avere una buona conoscenza delle arti, essere al corrente delle scienze, eccellere nella musica e nelle lettere, sentirsi a proprio agio in pubblico, ma, tutto ciò, a cosa può servire per prepararsi per il cielo? Può forse servirci per presentarci davanti al tribunale di Dio? TT1 170 6 Non ingannarti: non ci si può beffare di Dio. Soltanto la santificazione può prepararti per il regno di Dio. Soltanto una sincera devozione, frutto dell'esperienza, può permetterti di ottenere un carattere puro ed elevato, per vivere in presenza del Signore che abita una luce inaccessibile. Il carattere che avremo in cielo deve essere acquisito qui sulla terra, perché non si può ottenere in nessun altro modo. Perciò, inizia subito. Non illuderti pensando che verrà il tempo in cui potrai fare, con maggiore facilità, uno sforzo adeguato. Ogni giorno che passa accresce la distanza fra noi e Dio. Preparati per l'eternità con uno zelo che forse non hai mai provato. Esercita la tua mente ad amare la Bibbia, le riunioni di preghiera, il tempo riservato alla meditazione e, soprattutto, i momenti in cui lo spirito entra in comunione con Dio. Se un giorno vuoi far parte del coro celeste acquisisci fin d'ora, qui sulla terra, lo spirito del cielo. TT1 171 1 Oggi inizia per te un nuovo anno di vita. L'angelo gira una nuova pagina del suo libro. Che cosa vi verrà scritto? Trascurerai Dio e non compirai il tuo dovere? Al contrario, mi auguro che ci sia scritto un resoconto di cui tu non debba vergognarti quando un giorno sarà letto agli uomini e agli angeli. Greenville, Michigan, 27 luglio 1868. ------------------------Capitolo 46: L'inganno delle ricchezze TT1 172 1 Cara sorella M., quando il Signore mi rivelò il suo caso, ritornai indietro nel tempo, a quando aveva accettato il messaggio del ritorno del Cristo. A quell'epoca amava e desiderava la sua venuta... TT1 172 2 Ripensai alla sua lotta contro la povertà, quando cercava di soddisfare le esigenze di tutta la famiglia. Spesso non sapeva come fare: il futuro le sembrava oscuro e incerto. Nella sua disperazione gridò al Signore, che la sostenne e l'aiutò, offrendole una speranza. In quel periodo come era prezioso Dio per lei! Come le sembrava dolce il suo amore! Sentiva di avere un tesoro in cielo. Quanta consolazione provava pensando alla ricompensa che Dio promette per i suoi figli afflitti, quanta gioia sapendo di potersi rivolgere a lui come a un padre!... TT1 172 3 La mia attenzione fu attratta dal suo desiderio di possedere del denaro. Lei pensava: "Se avessi del denaro non lo sprecherei: sarei un esempio per coloro che sono gretti e avari. Mostrerei loro le grandi benedizioni che si ricevono quando si fa del bene". Un tempo detestava l'avarizia. Quando vedeva i ricchi indifferenti agli appelli dei poveri diceva: "Dio li giudicherà: li ricompenserà secondo le loro opere!" Guardando i ricchi gonfi d'orgoglio, vittime del loro egoismo, era convinta che fossero più poveri di lei, nonostante la sua povertà e la sua sofferenza. Vedendo questi uomini fieri delle loro ricchezze e del loro potere aveva pietà di loro e per nessun motivo avrebbe voluto somigliare a loro. Desiderava diventare ricca per essere un rimprovero vivente alla loro avidità. Tentata dalla prosperità TT1 172 4 Il Signore disse all'angelo che aveva ricevuto l'incarico di occuparsi di voi: "Io l'ho messa alla prova con la povertà e con l'afflizione ed ella non si è allontanata da me, né si è ribellata. Ora la metterò alla prova con la prosperità e le rivelerò un aspetto del suo carattere che ancora non conosce. Le rivelerò che il denaro è il nemico più pericoloso che abbia incontrato e che le ricchezze sono una trappola per coloro che si sentono al sicuro dalle tentazioni dell'egoismo, dell'esaltazione, della stravaganza, dell'orgoglio e dell'ambizione". TT1 172 5 Mi fu mostrato che si apriva davanti a lei una via che le offriva l'opportunità di migliorare le sue condizioni e di giungere a ottenere quel denaro che pensava di utilizzare con intelligenza e alla gloria di Dio. Con quanta ansia il suo angelo si chiese come avrebbe affrontato e superato la nuova prova! Quando il denaro iniziò ad affluire nelle sue mani, vidi che lei, a poco a poco, quasi impercettibilmente, si allontanava da Dio. Utilizzò il denaro a suo vantaggio, per circondarsi delle cose belle di questa vita. Vidi che gli angeli la guardavano con tristezza, dispiaciuti di doverla abbandonare. Comunque lei non notò la loro assenza e proseguì per la sua strada, senza preoccupazioni. TT1 173 1 Nella prosperità non ha realizzato i progetti concepiti nel periodo della povertà. Le ricchezze l'hanno distolta dai suoi buoni propositi e hanno aumentato le sue preoccupazioni. Molti hanno sollecitato il suo intervento. Coloro a cui aveva fatto del bene l'hanno lodata e ha imparato a desiderare questa lode espressa da povere labbra mortali. Viveva in una grande città e pensava che fosse una scelta obbligata per conservare il prestigio e avere successo negli affari, grazie ai legami con i suoi vicini. Lei, però, è andata troppo lontano e si è lasciata influenzare dalle opinioni e dal giudizio degli altri: ha speso del denaro inutilmente per soddisfare i suoi piaceri e il suo orgoglio, dimenticando che i suoi beni appartenevano innanzi tutto al Signore. Quando spendeva soltanto in vista della sua soddisfazione non teneva conto che gli angeli ne prendevano nota per redigere un rapporto di cui un giorno si sarebbe vergognata. L'angelo, additandola, disse: "Ha cercato la sua gloria e non quella di Dio". Si è addirittura vantata del fatto che aveva la possibilità di acquistare quelle cose... Un grande pericolo TT1 173 2 La sua fede e la sua semplice fiducia in Dio iniziarono a svanire non appena iniziò ad avere denaro a disposizione. Non si allontanò immediatamente da Dio: il processo fu graduale. Iniziò trascurando la meditazione del mattino e della sera. La moglie di suo figlio le ha creato contrattempi spiacevoli che l'hanno scoraggiata; ha smesso di coltivare l'abitudine del culto di famiglia e la sua non è più una casa di preghiera. Gli affari hanno preso il primo posto, mentre il Signore e la sua verità sono passati in secondo piano. Ripensi ai momenti iniziali della sua esperienza religiosa: le prove l'avrebbero forse distolta dalla preghiera? TT1 173 3 Trascurando la preghiera ha perso quell'influsso che avrebbe dovuto conservare. Era suo dovere onorare Dio senza preoccuparsi delle conseguenze. Le sue richieste avrebbero dovuto essere espresse al Signore, mattina e sera. Avrebbe dovuto esercitare il sacerdozio nella sua famiglia, confessando i suoi peccati e quelli dei suoi figli. Se fosse rimasta fedele, Dio non l'avrebbe abbandonata a se stessa. TT1 173 4 Ha speso il suo denaro per cose inutili, unicamente in funzione dell'apparenza. Si era tanto rattristata constatando questo peccato nella vita degli altri, ma ora lo commette lei stessa derubando Dio. Il Signore, allora, ha detto: "Le permetterò, per un po' di tempo, di percorrere la via che ha scelto, sminuirò la sua intelligenza e annullerò la sua saggezza: le mostrerò che la sua forza è debolezza e la sua saggezza è follia. La umilierò e le farò vedere quanto si è allontanata da me. Se non ritornerà a me con tutto il suo cuore e non mi riconoscerà in tutte le sue vie, distruggerò l'orgoglio della madre e dei figli e la povertà sarà nuovamente la sua eredità. Il mio nome sarà esaltato. "Lo sguardo altero dell'uomo del volgo sarà abbassato, e l'orgoglio de' grandi sarà umiliato..."" Isaia 2:11. TT1 174 1 Nella sua precedente esperienza, il Signore le aveva dato dei talenti preziosi per esercitare un influsso positivo nei confronti degli altri, ma non le aveva affidato delle ricchezze e non si aspettava, vista la sua povertà, che lei desse quel che non era in grado di dare. Come la vedova del Vangelo lei offriva ciò che poteva, sebbene, tenuto conto delle circostanze, avrebbe potuto sentirsi scusata anche facendo meno. A causa del suo cattivo stato di salute Dio non le chiedeva quell'energia vitale di cui il male l'aveva privata. Nonostante fosse limitata nell'influsso e nel denaro, Dio accettava i suoi sforzi per fare il bene e contribuire allo sviluppo della sua opera nella misura del possibile. Il Signore non disprezza l'umile offerta fatta con entusiasmo e sincerità. TT1 174 2 Lei ha un temperamento ardente. Il fervore per una buona causa è degno di lode. Nelle sue precedenti difficoltà e perplessità era zelante, al servizio di Dio. Le piaceva presentare le prove che sostenevano la correttezza della nostra posizione a quanti non credevano nella verità per il nostro tempo: ne parlava con sicurezza perché per lei erano una realtà. La verità rappresentava una parte intrinseca del suo stesso essere e coloro che ascoltavano i suoi vibranti appelli non avevano il minimo dubbio sulla sua onestà ed erano convinti che lei avesse ragione. TT1 174 3 Dio l'ha benedetta estendendo il suo influsso. L'Eterno, inoltre, ha voluto metterla alla prova offrendole anche il talento del denaro e così ora ha una duplice responsabilità. Quando le sue condizioni economiche cominciarono a migliorare lei disse: "Non appena avrò una casa potrò fare delle offerte per l'opera di Dio". Quando, però, acquistò la casa si accorse che c'erano tante altre cose da fare affinché tutto intorno a lei risultasse confortevole e gradevole; dimenticò il Signore, le sue esigenze e si sentì meno disponibile per l'opera di Dio di quanto non lo fosse stata nei lontani giorni della sua povertà. TT1 174 4 Cercava l'amicizia del mondo e si separò sempre più da Dio, dimenticando l'esortazione del Cristo: "Badate a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati da crapula, da ubriachezza e dalle ansiose sollecitudini di questa vita, e che quel giorno non vi venga addosso all'improvviso come un laccio". Luca 21:34. "Perciò, chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere". 1 Corinzi 10:12. TT1 174 5 Nella vita cristiana vi sono tre parole d'ordine che devono essere tenute sempre presenti se si vuole impedire a Satana di avere il sopravvento su di noi: vigilanza, preghiera, lavoro. La preghiera e la vigilanza sono necessarie per progredire nella vita spirituale. Non vi è mai stato, nella storia della sua vita, un momento più importante di questo. L'unica sua salvezza è vigilare come una sentinella. Vegli e preghi sempre: ecco il segreto per resistere alla tentazione e per non cadere. Con quanto fervore avrebbe dovuto lavorare durante questi ultimi anni, quando il suo influsso era così importante! TT1 174 6 Cara sorella, la lode e l'adulazione degli uomini hanno esercitato su di lei un influsso superiore a quanto avesse immaginato. Lei non ha fatto fruttare i suoi talenti. Lei, che per natura è affettuosa e generosa, ha manifestato questi tratti di carattere solo fino a un certo punto e non quanto Dio avrebbe desiderato. Non basta possedere questi doni. Dio vuole che li utilizziamo perché egli li ha dati per benedire coloro che sono in difficoltà e per sviluppare la sua opera per la salvezza dell'uomo... Una nuova opportunità TT1 175 1 Cara sorella, le sono stati affidati i talenti del prestigio e del denaro e quindi ha una grande responsabilità. Deve agire con cautela e nel timore di Dio. La sua saggezza è debolezza mentre la sapienza divina è potenza. Il Signore desidera farle nuovamente intravedere la bellezza dei tesori celesti affinché possa stabilire un raffronto fra queste due realtà, per poi scegliere fra le ricchezze e l'eredità eterna. Ho visto che ha ancora un'opportunità per ritornare a Dio. Gesù l'ha redenta con il suo sangue e vuole che lei metta i suoi talenti al suo servizio. Il suo cuore non si è indurito e può ancora percepire gli appelli dello Spirito Santo. Quando sente la voce di Dio essa ha ancora un eco nel suo cuore... TT1 175 2 Cara sorella, il Signore è stato molto misericordioso con lei e con la sua famiglia. Lei ha il dovere di lodare e glorificare il suo nome sulla terra. Deve lavorare con costanza per persistere nel suo amore e raggiungere quell'umiltà e quello spirito quieto e mansueto che ha un gran valore agli occhi di Dio. La sua forza in Dio aumenterà in questa sua totale consacrazione a lui e potrà poi dire con assoluta fiducia: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada?... Poiché io son persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potestà, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore". Romani 8:35, 38, 39. ------------------------Capitolo 47: La vera conversione TT1 176 1 La conversione è un'opera che molti sottovalutano. Non è semplice trasformare una mente carnale, una mente che ama il peccato, e condurla a comprendere l'ineffabile amore del Cristo, la ricchezza della sua grazia, la perfezione di Dio affinché il suo spirito sia pervaso dall'amore divino e profondamente interessato ai misteri del cielo. Quando una persona comprende tutto questo, la vita che conduceva prima le sembra priva di significato e di importanza. Da quel momento odia il peccato e, pentita, si presenta davanti a Dio; considera il Cristo come la vita e la gioia del suo spirito. Rinuncia a tutti i piaceri di un tempo ed è animata da un nuovo spirito. La sua mente, i suoi affetti, i suoi interessi e la sua volontà sono rinnovati. Le sue preoccupazioni, i suoi desideri, il suo amore cambiano. La concupiscenza degli occhi, la concupiscenza della carne e l'orgoglio della vita, che prima venivano anteposti al Cristo, ora sono trascurati e il Cristo rappresenta il vero significato dell'esistenza, la fonte della vera gioia. Il cielo, che un tempo non aveva nessuna attrattiva, è ora considerato in tutta la bellezza delle sue ricchezze e della sua gloria, come la dimora futura in cui il credente vedrà, amerà e adorerà colui che lo ha riscattato con il proprio sangue. TT1 176 2 L'opera della santificazione, prima considerata difficile e faticosa, ora diventa una vera e propria gioia. La Parola di Dio, che sembrava noiosa e priva d'interesse, è diventata oggetto di studio e fonte di consigli. Essa rappresenta ormai la lettera di Dio, porta il sigillo dell'Eterno e guida i pensieri, le parole, le azioni. Il credente trema alle sue minacce e ai suoi ordini, ma afferra con forza le sue promesse che fortificano il suo spirito. Sceglie la compagnia delle persone fedeli a Dio, mentre abbandona quella degli empi, perché è ormai priva di interesse. Egli piange su quei peccati che un tempo erano fonte di piacere. Rinuncia all'egoismo e alla vanità: egli vive per il Signore ed è ricco di buone opere. Ecco in sintesi la santificazione che Dio richiede: egli non accetterà nulla di meno. Un appello personale TT1 176 3 Fratello mio, fa' un attento esame di coscienza e chiediti: "Quale via sto percorrendo? Dove sto andando?" Puoi rallegrarti del fatto che la tua esistenza non sia stata già troncata quando non avevi nessuna speranza di una vita eterna. Il Signore ti aiuti a non trascurare ancora quest'opera: moriresti nei tuoi peccati! Non lusingarti con false speranze. Non vedi nessuna via d'uscita se non quella dell'umiliazione, che però non sei disposto a seguire. Il Cristo rivolge anche a te, caro fratello, un messaggio di misericordia: "...Venite, perché tutto è già pronto!" Luca 14:17. Dio è pronto ad accoglierti e a perdonarti ogni trasgressione, se ti rivolgerai a lui. Sebbene tu sia stato un figlio prodigo, sebbene tu sia vissuto lontano da Dio, egli comunque ti accoglierà. Sì, il Re del cielo t'invita a rivolgerti a lui per riavere la vita. Il Cristo sarà disposto a purificarti da ogni peccato quando ti affiderai a lui. Restando schiavo del peccato, di te stesso e del diavolo che vantaggio nei hai tratto? Non hai, forse, ottenuto scarsi risultati? Ritorna sui tuoi passi, ritorna: perché vuoi morire? TT1 177 1 Spesso la tua coscienza è stata turbata, hai fatto delle promesse a Dio ma non le hai mantenute e non ti sei rivolto al Cristo per riavere la vita. Se tu potessi renderti conto della solennità e dell'importanza del presente, per dare una svolta alla tua esistenza e tornare veramente a vivere! Non riesci a percepire la voce del tuo Pastore che ti parla? Come puoi ancora disubbidire? Non beffarti di Dio, affinché non ti abbandoni in balìa delle tue scelte sbagliate. Si tratta diuna questione di vita o di morte. Cosa sceglierai? È una cosa terribile lottare con Dio e resistere ai suoi appelli. Puoi provare ancora l'amore di Dio che arde in te come un tempo. Puoi restare in comunione con Dio come in passato. Se vorrai percorrere una nuova via, potrai sperimentare ancora una volta le ricchezze della grazia di Dio e il tuo volto irradierà nuovamente il suo amore. TT1 177 2 Non ti viene chiesto di confessarti con quanti ignorano il tuo peccato e i tuoi errori. Non devi fare una confessione pubblica che permetterà ai non credenti di trionfare, ma apri il tuo cuore soltanto a coloro che non ne approfitteranno affinché preghino per te! Dio, allora, ti accetterà e ti guarirà. Per la tua salvezza, impegnati in vista dell'eternità! Rinuncia al tuo orgoglio, alla tua vanità e lavora con impegno agendo correttamente. Ritorna all'ovile: il Pastore ti aspetta. Pentiti, ritorna sui tuoi passi e ritroverai il favore di Dio. ------------------------Capitolo 48: La corruzione morale TT1 178 1 Mi è stato mostrato che viviamo circondati dai pericoli e dalle difficoltà degli ultimi tempi. A causa della crescente malvagità, l'amore di molti si raffredderà. La parola "molti" si riferisce a coloro che si proclamano discepoli del Cristo. Essi si lasciano suggestionare dalla crescente corruzione e si allontanano da Dio. Eppure non sarebbe necessario vivere simili esperienze. Le ragioni della loro debolezza vanno ricercate nel fatto che non sanno rinunciare ai loro peccati. Il loro amore per Dio diminuisce in proporzione all'affermarsi della corruzione: ciò dimostra che essi sono coinvolti, almeno fino a un certo punto, dalla crescente immoralità; se così non fosse essa non potrebbe influire sul loro amore per l'Altissimo, né potrebbe indebolire il loro zelo e il loro fervore per la sua opera. TT1 178 2 Mi è stato presentato un terribile quadro della condizione del mondo: ovunque prevale l'immoralità; la dissolutezza è il peccato che caratterizza quest'epoca. Mai come ora, infatti, il vizio si è affermato in modo così sfacciato. La gente sembra quasi stordita e coloro che amano la virtù e la vera spiritualità si sentono scoraggiati dalla sua baldanza, dalla sua forza e dalla sua diffusione. Lo sviluppo della corruzione non riguarda soltanto i non credenti e gli schernitori; purtroppo anche molti uomini e donne che professano la religione del Cristo sono colpevoli. Alcuni, pur affermando di attendere la sua venuta, sono meno pronti per questo evento di quanto non lo sia lo stesso Satana. Essi non purificano se stessi: sono stati schiavi così a lungo delle loro passioni che ormai è del tutto naturale avere pensieri impuri e un'immaginazione distorta. È impossibile per il loro spirito soffermarsi sulle realtà pure e sante, così come sarebbe impossibile deviare le acque delle cascate del Niagara per farne risalire il corso. TT1 178 3 Giovani e bambini, di ambo i sessi, si lasciano trascinare dalla corruzione e sono vittime del vizio che distrugge il corpo e l'anima. Molti cosiddetti cristiani sono anche loro così ottenebrati dalle stesse tendenze che le loro percezioni morali sono annebbiate e non riescono più a valutare cosa sia il peccato. Persistendo in questa direzione giungeranno, automaticamente, alla rovina completa. L'uomo, l'essere più nobile della terra, creato a immagine di Dio, si trasforma in un animale! Egli diventa rozzo e corrotto. È necessario che ogni cristiano impari a frenare le proprie passioni e a lasciarsi guidare da buoni principi, diversamente non può essere degno del nome del Cristo. TT1 178 4 Alcuni, pur professandosi cristiani, non si rendono conto della gravità del peccato della masturbazione e delle relative conseguenze. Questa abitudine, a lungo praticata, ha accecato la loro mente e sottovalutano questo peccato così degradante, che debilita l'organismo e distrugge le facoltà intellettuali. I principi morali sono privi di efficacia nei confronti di un'abitudine così radicata. I solenni messaggi del cielo non possono imprimersi efficacemente nell'animo di coloro che indulgono in questo vizio così avvilente. Il cervello e tutto il sistema nervoso hanno perso la loro forza a causa di un'eccitazione morbosa che mira a soddisfare un innaturale desiderio di abbandono sensuale. Le sensibili terminazioni nervose del cervello, che sono in relazione con l'intero organismo, sono gli unici veicoli tramite i quali Dio può comunicare con l'uomo e agire nella sua vita interiore. Qualsiasi cosa venga a turbare la circolazione delle correnti elettriche del sistema nervoso indebolisce, per riflesso, il vigore delle facoltà vitali e determina, quindi, l'indebolimento di quelle facoltà mentali. In base a questi dati, quanto è importante che pastori o membri di chiesa che si professano cristiani si astengano nel modo più assoluto da questo vizio che degrada lo spirito! TT1 179 1 Ho provato un'angoscia profonda vedendo la debolezza del popolo di Dio. Il male regna ovunque e l'amore di molti si raffredderà. Sono pochi quei cristiani che considerano la vera portata di questo problema ed esercitano il necessario autocontrollo, quando l'opinione pubblica e le consuetudini non li condannano. Pochi sanno frenare le proprie passioni soltanto perché sentono l'obbligo morale di farlo nel rispetto di Dio! Le migliori facoltà dell'uomo sono diventate schiave dei suoi desideri. Vincere la corruzione TT1 179 2 Alcuni, pur riconoscendo gli effetti negativi di certe tendenze, si scusano dicendo che non riescono a vincere le proprie passioni. È un'ammissione terribile da parte di chi si dice cristiano. "...Ritraggasi dall'iniquità chiunque nomina il nome del Signore". 2 Timoteo 2:19. Perché una simile debolezza? Perché le tendenze istintive sono state rafforzate dall'abitudine e hanno avuto il sopravvento sulle facoltà più elevate. Uomini e donne trascurano i veri principi: essi muoiono spiritualmente perché per troppo tempo hanno assecondato i loro istinti e quindi non sanno più autocontrollarsi. Le loro peggiori tendenze si sono manifestate e l'uomo è diventato schiavo delle sue passioni. Lo spirito era come prigioniero. La sensualità ha spento ogni desiderio di santità e inaridito la vita spirituale. TT1 179 3 Sono rattristata pensando ai giovani di questa generazione così depravata. Tremo anche per i loro genitori perché mi è stato mostrato che non comprendono il loro dovere di provvedere a un'educazione adeguata dei figli. Ci si affida alla moda e alle consuetudini e così i figli imparano presto a lasciarsi guidare, anzi sviare, da queste realtà e vanno verso la corruzione, mentre i genitori indulgenti si cullano in queste situazioni senza avvertirne il pericolo. Pochi giovani sono esenti da cattive abitudini. Essi vengono dispensati dall'esercizio fisico per paura che si affatichino troppo e i genitori si assumono quei pesi che invece dovrebbero essere portati dai figli. L'eccessivo lavoro è dannoso, ma il risultato dell'indolenza è ancora più temibile. L'ozio favorisce le cattive abitudini. L'attività fisica non affatica neppure di un quinto rispetto alla stanchezza che provoca la grave abitudine della masturbazione. Se un lavoro semplice e regolare stanca i vostri figli, sappiate che c'è qualche cosa, al di fuori del lavoro stesso, che li esaurisce e determina in loro quella sensazione di stanchezza costante. Organizzate per i figli un'attività fisica che li obblighi a esercitare nervi e muscoli e la stanchezza derivante da questo lavoro attenuerà la loro tendenza a cedere ad abitudini malsane. L'ozio è una maledizione e crea pessime abitudini. TT1 180 1 Mi sono stati presentati molti casi e quando ho potuto avere un'idea della vita intima delle persone in questione, sono rimasta scossa e disgustata per la corruzione di coloro che si professano santi e parlano di vita eterna. Mi sono chiesta spesso: a chi posso credere? Chi è esente dal male? "Pregate per me!" TT1 180 2 Una volta mio marito e io assistevamo a una riunione e la nostra attenzione fu attratta da un fratello affetto da tisi. Era pallido ed emaciato. Chiedeva che si pregasse per lui. Diceva che tutta la sua famiglia non godeva di buona salute e che aveva perso un figlio. Parlava con tristezza del suo dolore e affermava che da molto tempo aspettava di conoscere il fratello e la sorella White, perché era certo che le loro preghiere lo avrebbero fatto guarire. Alla fine dell'incontro i fratelli ci sottoposero il suo caso, dicendo che la chiesa assisteva economicamente quella famiglia in cui la moglie era ammalata e un figlio era morto. Essi dovevano recarsi a casa loro per pregare e siccome eravamo molto stanchi perché avevamo organizzato l'incontro che si era appena concluso, chiedemmo di essere scusati. TT1 180 3 Avevo deciso di non impegnarmi a pregare per nessuno se lo Spirito di Dio non me lo avesse indicato. Mi era stato rivelato che il male era così diffuso, anche fra coloro che si definivano osservatori del sabato, che non desideravo pregare per chi non conoscevo. Esposi le mie ragioni e i fratelli mi risposero che, per quanto sapevano, si trattava di un bravo fratello. Scambiai con lui alcune parole, ma non riuscivo a sentirmi del tutto tranquilla. Egli piangeva, diceva che aveva atteso la nostra venuta e che era certo che se avessimo pregato per lui avrebbe recuperato la salute. Gli spiegammo che non lo conoscevamo e che avremmo preferito pregassero per lui gli altri fratelli. Fu così insistente che decidemmo di presentare il suo caso al Signore la sera stessa e se tutto fosse risultato chiaro avremmo aderito alla sua richiesta. TT1 180 4 Quella sera ci inginocchiammo per chiedere al Signore di farci conoscere la sua volontà in merito. Tutto ciò che desideravamo era che Dio fosse glorificato. Il Signore voleva che pregassimo per quell'uomo malato? Ci affidammo a lui e andammo a dormire. In sogno mi fu chiaramente presentato il caso di quell'uomo: mi fu rivelato come si era comportato fin dalla fanciullezza e mi fu detto che se anche avessimo pregato, il Signore non ci avrebbe esauditi perché quell'uomo nascondeva un peccato nel suo cuore. La mattina seguente quell'uomo tornò perché pregassimo in suo favore. Lo prendemmo in disparte e rivelammo che purtroppo non potevamo soddisfare la sua richiesta. Gli riferii il sogno ed egli confessò che era tutto vero: aveva praticato la masturbazione fin dall'infanzia e aveva continuato anche dopo sposato; disse però che avrebbe cercato di vincere questa brutta abitudine. TT1 180 5 Quell'uomo doveva vincere un'abitudine contratta ormai da molto tempo. Aveva circa quarant'anni e i suoi principi morali si erano talmente affievoliti che ogni volta cedeva a quell'abitudine ormai radicata. Le peggiori passioni avevano preso il sopravvento sulle sue più nobili qualità. Gli chiesi che cosa pensasse della riforma sanitaria ed egli ammise che non poteva metterla in pratica. Sua moglie avrebbe gettato fuori dalla finestra la farina integrale qualora gliela avesse procurata. Questa famiglia era stata aiutata dalla chiesa, che aveva anche pregato per quelle persone. Un bambino era morto, la moglie era ammalata e il marito voleva sottoporci il suo caso perché lo presentassimo a un Dio santo e puro affinché compisse un miracolo e gli ridesse la salute. Le percezioni morali di quell'uomo erano offuscate. TT1 181 1 Quando i giovani adottano cattive abitudini durante la giovinezza, non hanno più la forza necessaria al pieno e regolare sviluppo fisico, intellettuale e morale. Ecco l'esempio di un uomo il cui essere si degradava giorno dopo giorno, ma che aveva il coraggio di presentarsi a Dio e chiedere quella forza che lui stesso aveva sprecato e che, se gli fosse stata concessa, avrebbe continuato a usare per soddisfare le proprie passioni. Quanta pazienza ha Dio! Se egli si comportasse con l'uomo in funzione del male commesso, chi potrebbe sopravvivere? Se noi fossimo stati meno cauti e avessimo presentato quel caso a Dio, mentre l'uomo persisteva nelle sue cattive abitudini, saremmo stati ascoltati? Saremmo stati esauditi? "...non sei un Dio che prenda piacere nell'empietà: il malvagio non sarà tuo ospite. Quelli che si gloriano non sussisteranno dinanzi agli occhi tuoi; tu odii tutti gli operatori d'iniquità". Salmi 5:4, 5. "Se nel mio cuore avessi avuto di mira l'iniquità, il Signore non mi avrebbe ascoltato". Salmi 66:18. TT1 181 2 Questo non è un caso isolato. Neppure la relazione matrimoniale bastava a preservare quell'uomo dalle abitudini corrotte contratte in gioventù. Vorrei convincermi che casi del genere siano rari, ma purtroppo so che sono frequenti. I bambini che nascono da genitori dominati da passioni corrotte, sono deboli. Che cosa ci si può aspettare da questi fanciulli se non che essi scendano a un livello ancora più basso di quello dei loro genitori? Che cosa ci si può aspettare dalla nuova generazione? Migliaia di uomini vivono senza principi e, a loro volta, trasmettono ai loro discendenti questa natura corrotta. Che eredità! Migliaia e migliaia di persone conducono una vita sregolata, influendo su quanti sono uniti a loro e trasmettono queste passioni ai figli. Si assumono la responsabilità di imprimere in loro l'impronta del proprio carattere. La relazione fra dieta e morale TT1 181 3 Mi rivolgo nuovamente ai cristiani. Se tutti coloro che sostengono di ubbidire alla legge di Dio fossero esenti da ogni colpa, mi sentirei sollevata, ma non è così. Persino alcuni che affermano di osservare i comandamenti di Dio sono colpevoli di adulterio. Che cosa posso dire per scuotere il loro torpore spirituale? I principi morali, strettamente osservati, sono l'unica salvaguardia per lo spirito. Oggi il regime alimentare deve essere molto semplice. Non si dovrebbe inserire la carne nella dieta dei nostri figli. Essa eccita, rafforza le passioni più basse e tende a distruggere le facoltà morali. Cereali e frutta, preparati nel modo più naturale possibile, devono essere il nutrimento di tutti coloro che aspirano alla vita eterna. Le passioni potranno essere dominate più facilmente nella misura in cui il cibo di cui ci nutriamo sarà semplice. Non si deve soddisfare unicamente il gusto senza tener conto della salute fisica, intellettuale e morale. TT1 182 1 L'indulgenza nei confronti delle peggiori passioni limiterà la sensibilità di molti che non si renderanno più conto dei loro peccati e non saranno disposti ad abbandonarli. Tutti, se vogliono, possono riconoscerli, ma se preferiscono le tenebre alla luce continuano a essere colpevoli. Perché uomini e donne non si informano e non acquisiscono nozioni su quei temi così importanti per la loro salute fisica, intellettuale e morale? Dio vi ha dato un corpo di cui dovete aver cura e che dovete conservare nelle condizioni migliori per collaborare nella sua opera e alla sua gloria. I vostri corpi non vi appartengono. "E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo". 1 Corinzi 6:19, 20. "Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi". 1 Corinzi 3:16, 17. ------------------------Capitolo 49: Perché Dio rimprovera il suo popolo? TT1 183 1 Gli Avventisti del 7° Giorno, più di qualsiasi altro cristiano al mondo, dovrebbero essere degli esempi di fede e santità, sia interiormente sia nel loro comportamento. Io dissi in presenza di... che il popolo che Dio ha scelto, e ama in modo particolare, deve elevarsi, santificarsi ed essere partecipe della natura divina, "dopo essere fuggito dalla corruzione che è nel mondo per via della concupiscenza". Se coloro che hanno aderito a una simile professione di fede indulgono nel peccato, la loro responsabilità è notevole. Il Signore rimprovera i peccati di un uomo perché altri possano essere avvertiti e temano. TT1 183 2 Avvertimenti e rimproveri vengono rivolti agli Avventisti del 7° Giorno che cadono nell'errore, non perché la loro vita sia più degna di biasimo di quella dei cristiani di altre denominazioni, né perché il loro esempio e le loro azioni siano peggiori di quelle degli avventisti che non accetteranno di ubbidire alla legge di Dio, ma perché essi hanno ricevuto un messaggio importante e pretendono di essere il popolo di Dio, la cui legge è scritta nel cuore. Essi dimostrano la loro fedeltà al Re del cielo rispettando i principi del suo governo. Ogni peccato li separa da Dio e, in modo particolare, disonora il suo nome offrendo ai nemici della sua legge l'occasione di disprezzare la sua opera e il suo popolo che egli ha chiamato: "...una generazione eletta, un real sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio s'è acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua maravigliosa luce". 1 Pietro 2:9. TT1 183 3 Coloro che disprezzano la legge di Dio, che considerano una virtù parlare, scrivere e agire per esprimere la disapprovazione per questa legge, possono affermare però di amare Dio ed essergli fedeli, come avevano fatto i sommi sacerdoti e gli anziani d'Israele, ma nel giorno del Signore, il Re del cielo dirà loro: "Siete stati trovati mancanti". In Romani 3:20 si legge: "...mediante la legge è data la conoscenza del peccato". Lo specchio che dovrebbe rivelare i loro difetti di carattere li irrita perché indica loro i peccati commessi. Gli avventisti che hanno rifiutato lo Spirito di Dio odiano la sua legge, come la nazione ebraica si era scagliata contro il Figlio di Dio. Essi si trovano in una situazione terribile perché, ingannando se stessi, ingannano gli altri. Essi non accetteranno l'azione dello Spirito di Dio se i loro errori non verranno rimproverati. Essi non vogliono ricevere ammaestramenti. Il Signore, però, rimprovera e corregge il popolo che dice di osservare la sua legge, sottolinea i peccati che commette e indica la sua malvagità, perché desidera che cambi vita, per raggiungere la perfetta santità, per prepararsi a morire nel Signore o per essere pronto per il suo ritorno. Dio rimprovera e corregge i suoi figli perché possano essere santificati e innalzati fino al suo trono. ------------------------Capitolo 50: Un invito all'autocontrollo TT1 184 1 L'esortazione di Pietro è di grande importanza per tutti coloro che ricercano l'immortalità. Ecco come si esprime: "Simon Pietro, servitore e apostolo di Gesù Cristo, a quelli che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo: grazia e pace vi siano moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù nostro Signore. Poiché la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati mercé la propria gloria e virtù, per le quali Egli ci ha largito le sue preziose e grandissime promesse onde per loro mezzo voi foste fatti partecipi della natura divina dopo esser fuggiti dalla corruzione che è nel mondo per via della concupiscenza, voi, per questa stessa ragione, mettendo in ciò dal canto vostro ogni premura, aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la continenza; alla continenza la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'amor fraterno; e all'amor fraterno la carità. Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né oziosi né sterili nella conoscenza del Signor nostro Gesù Cristo. Poiché colui nel quale queste cose non si trovano, è cieco, ha la vista corta avendo dimenticato il purgamento dei suoi vecchi peccati. Perciò, fratelli, vie più studiatevi di render sicura la vostra vocazione ad elezione; perché, facendo queste cose, non inciamperete giammai, poiché così vi sarà largamente provveduta l'entrata nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo". 2 Pietro 1:1-11. TT1 184 2 Viviamo in un mondo in cui regnano la scienza e la conoscenza. Molti, pur affermando di aver fede, sono volutamente ignoranti. Possono disporre della conoscenza necessaria, ma non ne traggono nessun vantaggio personale. Uomini e donne non sentono la necessità di informarsi, acquisire le conoscenze necessarie e metterle in pratica nella loro vita coniugale. Se invece si fossero attenuti alle esortazioni dell'apostolo, aggiungendo alla fede la conoscenza, non sarebbero rimasti sterili nella conoscenza del Signor nostro Gesù Cristo. Molti, però, non comprendono l'opera della santificazione e pensano di averla realizzata, mentre ne hanno imparato solo le prime lezioni. La santificazione è un'opera progressiva: non la si raggiunge né in un'ora né in un giorno e, una volta conseguita, è necessario un certo impegno per mantenere il livello a cui si era già pervenuti. TT1 184 3 Molti, nella loro vita coniugale, non raggiungono la conoscenza necessaria. Non vigilano per impedire che Satana domini la loro mente e la loro vita. Non si rendono conto che Dio chiede loro di controllare la vita coniugale per evitare ogni eccesso. Pochissimi sono convinti che sia un preciso dovere religioso soggiogare le proprie passioni. Si sono uniti con la persona che hanno scelto e pensano di potersi lasciar trascinare verso le passioni più basse. Persino uomini e donne che si professano profondamente religiosi cercano di soddisfare i loro piaceri, senza pensare che Dio li riterrà responsabili del dispendio delle loro energie vitali, che indebolisce il loro equilibrio e tutto l'organismo. TT1 185 1 Il matrimonio nasconde i peggiori peccati. Uomini e donne, pur dicendosi devoti, avviliscono i loro corpi cedendo alle passioni, diventando vittime degli istinti. Essi sprecano quelle energie che Dio aveva affidato loro affinché potessero vivere onestamente in vista della santificazione. La salute e la vita vengono sacrificate sull'altare delle passioni. Le facoltà più nobili dell'uomo vengono sottoposte agli istinti. Coloro che commettono questo peccato non si rendono conto degli effetti delle loro scelte. Se prendessero coscienza delle sofferenze che scaturiscono dalle loro debolezze ne sarebbero allarmati e alcuni, almeno, eviterebbero quei comportamenti che determinano queste terribili conseguenze. Molti finiscono per condurre un'esistenza così miserabile che la morte sarebbe preferibile alla vita. Molti muoiono, infatti, prematuramente perché la loro vita è stata sacrificata alle esigenze di volgari passioni. Ma siccome sono sposati, pensano di non peccare! Un falso concetto dell'amore TT1 185 2 Uomini e donne un giorno si renderanno conto di cosa sia la lussuria e quali siano le conseguenze. Le peggiori passioni si possono manifestare nel matrimonio così come si riscontrano al di fuori di questo vincolo. L'apostolo Paolo esorta i mariti ad amare le proprie mogli: "Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei... Allo stesso modo anche i mariti debbono amare le loro mogli, come i loro propri corpi. Chi ama sua moglie ama se stesso. Poiché niuno ebbe mai in odio la sua carne; anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la Chiesa". Efesini 5:25, 28, 29. Non è certo un amore puro quello che induce l'uomo a fare della propria moglie uno strumento per soddisfare il proprio piacere. Egli vuole soddisfare le peggiori passioni. TT1 185 3 Sono pochi gli uomini che manifestano il loro amore nel modo indicato dall'apostolo: "...come... Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, affin di santificarla, dopo averla purificata... affin di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile". Efesini 5:25-27. Questa è la qualità dell'amore che Dio riconosce come santa nella relazione matrimoniale. L'amore è un principio puro e santo, mentre la passione è priva di freni e non è controllata dalla ragione. Non si rende conto delle conseguenze, non stabilisce la relazione fra causa ed effetto. Molte donne sono deboli e persino malate perché sono state violate le leggi del loro organismo. Le energie del sistema nervoso vengono sprecate da uomini e donne che le utilizzano per soddisfare le passioni più degradanti e questa tendenza volgare e vile assume il delicato nome di amore. TT1 185 4 Ho conosciuto molti cristiani che sembravano privi di ogni freno morale. Assomigliavano più ad animali che a creature all'immagine di Dio. Uomini di questo tipo umiliano la moglie a cui hanno promesso assistenza e amore. Ella diventa uno strumento per soddisfare la loro brutalità. Molte donne, in questo modo, diventano schiave delle passioni e non sono più padrone dei loro corpi in vista della santificazione. TT1 186 1 La moglie perde quella dignità e quel rispetto di sé che possedeva prima del matrimonio. Questa istituzione sacra avrebbe dovuto, invece, preservarli e accrescerli. Ma la sua natura casta, dignitosa e pia è stata sacrificata sull'altare della passione dei sensi per soddisfare il marito. La moglie perde ben presto ogni rispetto per il marito, che non osserva quelle leggi alle quali ubbidisce lo stesso mondo animale. La vita coniugale diventa un peso insopportabile, perché l'amore svanisce e spesso è sostituito dalla sfiducia, dalla gelosia e dall'odio. Le conseguenze degli eccessi TT1 186 2 Nessun uomo può veramente amare la propria moglie che si sottomette passivamente e diventa una schiava per soddisfarne le passioni. In questo modo la donna perde quel valore che un tempo aveva agli occhi del marito. Egli si rende conto che è caduta in basso e sospetta che, con la stessa sottomissione, possa lasciarsi trascinare da altri. Mette in dubbio la sua fedeltà e la sua purezza e, stanco di lei, cerca altri mezzi per risvegliare ed eccitare le sue passioni diaboliche. La legge di Dio non viene rispettata. Questi uomini sono peggio delle bestie; sono veri demoni con sembianze umane. Essi ignorano cosa sia l'amore vero e santo che eleva e nobilita l'essere umano. TT1 186 3 Anche la moglie diventa gelosa del marito e sospetta che, qualora se ne presenti l'opportunità, egli sarebbe disposto a fare la corte a un'altra donna. Si rende conto che non è sotto il controllo della coscienza o del timore di Dio; tutte queste barriere sono state abbattute dalle sue passioni. Nel marito l'immagine di Dio è completamente offuscata dalla sua corruzione. TT1 186 4 Il mondo è pieno di uomini e donne di questo genere. Case ben tenute, sistemate con gusto, nascondono all'interno un vero inferno. Immaginate, se potete, come possono essere i figli di tali genitori. Non scenderanno a un livello ancora più basso? I genitori danno ai figli l'impronta del carattere. I figli ereditano il carattere dei loro genitori e avranno le stesse inclinazioni. Satana, poi, approfitta di queste tendenze per accentuarle ancora di più. È necessario stabilire se la moglie deve sentirsi obbligata a cedere senza riserve alle esigenze del marito quando si rende conto che egli è dominato unicamente dalla passione e quando sa che cedendo non farà altro che danneggiare il proprio corpo, che Dio desidera sia utilizzato in vista della santificazione per offrirlo come sacrificio vivente, a lui gradito. TT1 186 5 Non è un amore puro e santo quello che induce la moglie a soddisfare gli istinti del marito a scapito della salute e della vita. Se possiede vero amore e vera saggezza, cercherà di distogliere il marito dall'idea di volere a tutti i costi soddisfare le sue passioni e lo orienterà verso le realtà spirituali. Forse sarà necessario, anche a rischio di dispiacere al marito, insistere con umiltà e affetto, per convincerlo a non degradare il proprio corpo cedendo alla sensualità. Ella dovrebbe, con tenerezza e delicatezza, ricordargli che Dio è il primo ad avere dei diritti su tutto il nostro essere e che per lei è impossibile ignorarlo perché sarà ritenuta responsabile nel giorno del giudizio di Dio. "E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo". 1 Corinzi 6:19, 20. "Voi siete stati riscattati a prezzo; non diventate schiavi degli uomini". 1 Corinzi 7:23. TT1 187 1 Se una donna ha sentimenti elevati e preserva la propria dignità nella santità e nell'onestà, potrà fare molto, grazie al suo influsso positivo, per santificare il marito e in tal modo adempiere la propria missione. In questo modo salverà suo marito e se stessa. Naturalmente è necessario agire con molta delicatezza. Sono necessari pazienza e saggezza, coraggio morale e tenacia. La forza e la grazia possono essere conseguite tramite la preghiera. Il cuore sarà guidato da un amore sincero. Solo l'amore per Dio e l'amore per il marito possono essere le vere motivazioni. TT1 187 2 Se una moglie decide che il marito ha il diritto di controllare il suo corpo e il suo spirito e si conforma ai suoi punti di vista, perde completamente la sua personalità. Ella non è altro che l'ombra di suo marito, un semplice automa sottoposto alla sua volontà, una creatura destinata a soddisfare i suoi desideri. Egli pensa, decide e agisce per lei. Con questa passività disonora Dio, perché in realtà dovrebbe assumere le proprie responsabilità nei confronti dell'Altissimo. TT1 187 3 Quando una moglie lascia il controllo del suo corpo e del suo spirito al marito, assumendo un atteggiamento di passività, sacrificando la propria coscienza, la propria dignità e anche la propria personalità, perde ogni occasione per esercitare questo influsso in vista del bene e grazie al quale potrà condurre suo marito a un livello superiore. Ha il dovere di addolcire la sua natura rozza, affinarne e purificarne i modi, inducendolo a lottare contro le sue passioni e orientare il suo spirito verso le realtà spirituali, affinché siano entrambi partecipi della natura divina perché sono sfuggiti alla corruzione che regna nel mondo a causa della concupiscenza. Rinuncia e temperanza TT1 187 4 L'influsso personale può agire potentemente sullo spirito affinché si interessi a valori più nobili ed elevati, vincendo quella sensualità che il cuore non rigenerato dalla grazia ricerca istintivamente. La moglie che per piacere al marito deve rinunciare ai suoi ideali e permettere che le peggiori passioni siano la base del suo amore e delle sue azioni rattrista Dio perché non adempie la sua missione, che è quella di santificare il marito. Se si sottomette senza protestare non comprende assolutamente qual è il suo dovere nei confronti del marito e di Dio. Gli eccessi sessuali distruggeranno sicuramente l'interesse per la vita spirituale, priveranno il cervello dell'energia necessaria all'organismo, esaurendone la vitalità. Nessuna moglie aiuterà il marito in quest'opera di autodistruzione. Nessuna lo farà se ha accettato di ricevere la luce dello Spirito e se lo ama veramente. TT1 187 5 Più si cede alle passioni, più esse diventano forti e più sarà violento il desiderio di soddisfarle. Gli uomini e le donne che amano Dio devono adempiere questo loro dovere. Molti, che si dicono cristiani, soffrono di paralisi nervose e cerebrali in seguito a questa loro intemperanza. Altri sono soggetti a malattie delle ossa e del midollo spinale pur essendo considerati uomini devoti; nonostante preghino versando lacrime e occupino posizioni importanti, il loro corpo impedirà loro di varcare le porte della città celeste. TT1 188 1 Come vorrei riuscire a far comprendere a tutti l'obbligo che hanno, nei confronti di Dio, di conservare il loro equilibrio fisico e mentale nelle migliori condizioni per offrire al loro Creatore un servizio perfetto! La moglie cristiana eviti, con le sue parole e le sue azioni, di eccitare le passioni del marito. Molti non hanno più energie da sprecare in questo senso. Fin dalla gioventù hanno indebolito il cervello e minato la propria costituzione cedendo alle passioni. La rinuncia e la temperanza dovrebbero essere la parola d'ordine della loro vita coniugale. ------------------------Capitolo 51: Riunioni di preghiera TT1 189 1 Recentemente ho ricevuto la lettera di un fratello che stimo molto. Mi chiedeva come organizzare delle riunioni di preghiera. Egli desiderava sapere se le preghiere dovevano susseguirsi senza interruzione o piuttosto alternarsi, con pause di alcuni istanti, per poi riprendere a pregare. TT1 189 2 Secondo i messaggi che ho ricevuto in merito, sono giunta alla conclusione che Dio non vuole che noi, quando ci riuniamo per lodarlo, rendiamo questi incontri noiosi e faticosi, restando a lungo inginocchiati ad ascoltare preghiere interminabili. Chi ha una salute precaria non può sopportare questo sforzo, se non a prezzo di una grande spossatezza. Il corpo si affatica restando così a lungo chinato e, quel che è peggio, la mente si stanca al punto tale che non ne deriva alcun beneficio spirituale e l'incontro risulta inutile. I presenti sono affaticati sia mentalmente sia fisicamente e non acquisiscono nuove forze spirituali. TT1 189 3 Sia le conferenze sia le riunioni di preghiera non devono risultare noiose. Per quanto possibile, ogni cosa dovrebbe essere pronta per l'ora stabilita e se alcuni giungono in ritardo di quindici o trenta minuti non si dovrebbe aspettarli. Anche se i presenti sono solo due, possono contare sulla presenza del Signore. Eliminando formalismi e schemi, ognuno deve essere pronto a partecipare attivamente. Come regola generale non si dovrebbe dedicare alla preghiera un periodo di tempo superiore ai dieci minuti. Dopo aver cambiato posizione si trascorrano alcuni attimi cantando e ascoltando delle riflessioni per evitare la monotonia, poi se qualcuno sente ancora il desiderio di pregare, può farlo. Preghiere brevi e dirette TT1 189 4 Tutti devono comprendere che pregare brevemente è un dovere del cristiano. Dite al Signore ciò che volete senza tanti giri di parole. Nella preghiera privata ognuno ha il privilegio di pregare quanto vuole sia per amici sia per parenti. La propria stanza è il luogo adatto per esporre tutte le difficoltà, le prove e le tentazioni personali. Una riunione di preghiera, invece, non è l'occasione per esporre i problemi di carattere personale. TT1 189 5 Qual è lo scopo di questi incontri? È forse quello di informare Dio, di metterlo al corrente, tramite la preghiera, di tutto ciò che sappiamo? Ci riuniamo per incoraggiarci a vicenda attraverso uno scambio di pensieri e di sentimenti, per attingere forza, conoscenza e coraggio, prendendo coscienza delle speranze e delle aspirazioni dei fratelli. Pregando con fervore e con tutto il cuore, rivolgendoci a Dio con fede, otteniamo incoraggiamenti e forza dalla Fonte dell'onnipotenza. Queste riunioni devono rappresentare momenti preziosi e dobbiamo fare il possibile per renderle interessanti per tutti coloro che hanno un sia pur minimo interesse per le realtà spirituali. TT1 190 1 Temo, però, che alcuni non espongano in privato a Dio le loro preoccupazioni, ma le riservino per gli incontri di preghiera e in queste occasioni esprimano quello che avrebbero dovuto dire in privato. Queste persone possono essere definite gli elementi disturbatori della conferenza o della riunione di preghiera. Esse, infatti, non danno un contributo positivo, non edificano. Le loro preghiere fredde, le loro testimonianze interminabili, l'elenco dei loro errori esercitano un influsso negativo sull'assemblea. Tutti i presenti tirano un sospiro di sollievo quando queste preghiere sono finite. Dopo tali interventi è quasi impossibile ripristinare il giusto equilibrio. In base ai messaggi che ho ricevuto sottolineo che le nostre riunioni devono essere spirituali, fraterne e non troppo lunghe. È necessario sentirsi in famiglia: la riservatezza, l'orgoglio, la vanità, il timore dovrebbero essere lasciati a casa. Le piccole divergenze e i pregiudizi non devono caratterizzare questi incontri. Come in una famiglia unita, la semplicità, la dolcezza, la fiducia e l'amore devono regnare nel cuore dei fratelli e delle sorelle che si incontrano per essere edificati e incoraggiati, condividendo le proprie esperienze spirituali. TT1 190 2 "Voi siete la luce del mondo" dice il Maestro. Non tutti fanno le stesse esperienze nella loro vita spirituale, ma tutti possono comunicare con semplicità e umiltà la propria. Tutti coloro che proseguono il cammino della vita cristiana dovrebbero avere, e avranno, un'esperienza vivente, nuova, interessante. Un'esperienza simile è fatta di prove quotidiane, di lotte, di tentazioni, di impegno, ma anche di vittorie, di pace e di gioia conseguite grazie al Cristo. Il semplice racconto delle nostre esperienze comunica forza, conoscenza e ciò può aiutare gli altri a progredire nella loro vita spirituale. Quando ci riuniamo per lodare Dio questo incontro deve essere interessante e allo stesso tempo istruttivo per coloro che amano le realtà spirituali. Le riunioni proposte da Gesù TT1 190 3 Gesù, il divino Maestro, non visse separato dagli uomini; anzi, in vista del loro bene, venne sulla terra affinché la purezza e la santità della sua vita potessero rappresentare un esempio per tutti e indicare la via che conduce al cielo. Il Redentore del mondo cercò di rendere i suoi insegnamenti chiari e semplici perché tutti li potessero capire. Generalmente si rivolgeva alle folle all'aria aperta. Non c'erano locali sufficientemente grandi per poter accogliere tutti coloro che lo seguivano, inoltre, per comunicare i suoi insegnamenti, sceglieva le colline o la riva del mare perché poteva avere un'ampia visione del paesaggio e servirsi di oggetti e di scenari familiari ai presenti per illustrare le verità più importanti. Le opere di Dio, così come si individuano nella natura, erano intimamente legate al suo insegnamento. Gli uccelli che cantavano senza preoccupazioni, i fiori della valle smaglianti di bellezza, il giglio che candido e puro spiccava in riva al lago, l'albero maestoso, la terra coltivata, il grano ondeggiante, il suolo arido, l'albero sterile, le colline eterne, il mormorio del ruscello, il sole che tramonta infiammando maestosamente il cielo: tutte queste cose erano utilizzate per imprimere nella mente degli uditori le verità divine. Egli ricollegava le opere di Dio nei cieli e sulla terra con le parole di vita che voleva rimanessero impresse nelle loro menti affinché, contemplando la natura, potessero ricordare meglio i suoi insegnamenti. TT1 191 1 Il Cristo si impegnava per rendere interessanti questi insegnamenti. Egli sapeva che una folla stanca e affamata non poteva godere di nessun beneficio spirituale e per questo non dimenticava le sue esigenze materiali. In una certa occasione egli fece un miracolo: nutrì cinquemila persone che si erano riunite per ascoltare le parole di vita che sgorgavano dalle sue labbra. TT1 191 2 Gesù, mentre insegnava le sue preziose verità, osservava attentamente il paesaggio circostante. La scena era tale da incantare gli occhi e suscitare l'ammirazione di chi ama ciò che è bello. Egli poteva esaltare la sapienza di Dio manifestata nella creazione e, tramite la contemplazione della natura, elevare la mente dei presenti fino a Dio. TT1 191 3 In tal modo, il paesaggio, gli alberi, gli uccelli, i fiori dei campi, le colline, il lago, il cielo meraviglioso erano associati alle sacre verità che essi avrebbero ricordato anche dopo l'ascensione del Cristo in cielo. TT1 191 4 Quando Gesù insegnava alla folla non consacrava del tempo alla preghiera. Egli non imponeva loro, come facevano i farisei, delle lunghe preghiere e delle noiose cerimonie. Egli insegnò ai discepoli come dovevano pregare: "E quando pregate, non siate come gl'ipocriti; poiché essi amano di fare orazione stando in piè nelle sinagoghe e ai canti delle piazze per esser veduti dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l'uscio fa' orazione al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d'essere esauditi per la moltitudine delle loro parole. Non li rassomigliate dunque, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate". Matteo 6:5-8. La preghiera in pubblico TT1 191 5 Gesù voleva convincere i suoi discepoli che le loro preghiere dovevano essere brevi e dirette, senza preamboli. Diede loro l'esempio della lunghezza e del contenuto della preghiera che esprime il desiderio di ricevere benedizioni temporali e spirituali, e la gratitudine che ne consegue. Questo esempio di preghiera è completo! Essa è semplice, ma si riferisce a tutti i bisogni reali dell'uomo. Uno o due minuti sono sufficienti per una comune preghiera. Vi possono essere, però, delle circostanze nelle quali la preghiera è suggerita dallo Spirito di Dio. Tutto l'essere è profondamente scosso e tormentato nella ricerca del suo Dio. Lo spirito lotta come lottò Giacobbe e non si dà pace fino a quando non si manifesta la potenza divina. Ecco come Dio vuole che si proceda. TT1 191 6 Molti, però, pronunciano preghiere aride che sono quasi dei sermoni. Essi pregano non per Dio, ma per coloro che li ascoltano. Se si rivolgessero a Dio e comprendessero veramente ciò che fanno, sarebbero allarmati della loro stessa audacia perché si renderebbero conto che stanno facendo un discorso al Signore, sotto forma di preghiera, come se il Creatore dell'universo avesse bisogno di particolari informazioni su questioni di carattere generale in rapporto a quello che accade nel mondo. Queste preghiere sono simili a "un rame risonante e a uno squillante cembalo": in cielo non sono affatto prese in considerazione. Gli angeli di Dio si stancano come i mortali che sono costretti ad ascoltarle. TT1 192 1 Gesù trascorreva molto tempo in preghiera. Si rifugiava in qualche luogo solitario per rivolgere al Padre le sue richieste. Quando le attività della giornata si erano concluse, mentre gli altri, stanchi, andavano a riposare, egli dedicava il suo tempo alla preghiera. Non vogliamo affatto scoraggiarvi: è così necessario pregare e vigilare! Non abbiamo ancora sufficientemente pregato sotto l'influsso dello Spirito e con intelligenza. La preghiera fervente ed efficace è sempre opportuna e non potrà mai stancare. Al contrario essa interesserà coloro che l'ascoltano e conforterà coloro che apprezzano le realtà spirituali. TT1 192 2 Siccome la preghiera segreta è trascurata, molti, quando si riuniscono per lodare Dio, pronunciano in pubblico preghiere lunghe, noiose e scoraggianti. In queste occasioni sembra vogliano recuperare una settimana di doveri trascurati e allora pregano nella speranza di riuscire a riscattare la propria negligenza e placare le proprie coscienze che li rimproverano. Essi pensano di assicurarsi il favore di Dio. Ma molto spesso queste preghiere abbassano coloro che le ascoltano allo stesso livello di quelli che le pronunciano. Se i cristiani comprendessero l'insegnamento del Cristo a proposito della vigilanza e della preghiera, loderebbero Dio in modo più intelligente. TT1 192 3 Dobbiamo riunirci intorno alla croce. Il Cristo e il Cristo crocifisso deve essere il tema della nostra contemplazione e della nostra conversazione per suscitare in noi una gioia profonda. Dovremmo poter contare su questi incontri speciali per conservare viva nella nostra mente ogni benedizionie ricevuta da Dio, per esprimere la nostra gratitudine per il suo grande amore e la nostra decisione di affidare ogni cosa a quelle mani che furono inchiodate sulla croce per noi. Dobbiamo imparare, fin d'ora, a parlare la lingua di Canaan e a cantare gli inni di Sion. Il mistero e la gloria della croce ci permetteranno di comprendere il valore dell'uomo e l'importanza di impegnarci in favore dei nostri fratelli per condurli fino al trono di Dio. -- Testimonies for the Church 4:462 (1880). ------------------------Capitolo 52: Come osservare il sabato TT1 193 1 Dio è misericordioso e le sue esigenze sono giuste, in armonia con la bontà e con la benevolenza del suo carattere. Il sabato era stato istituito affinché tutta l'umanità ne beneficiasse. L'uomo non era stato creato in funzione del sabato. Infatti il sabato è stato istituito dopo la creazione dell'uomo per rispondere alle sue esigenze. Dio, dopo aver creato il mondo in sei giorni, si riposò e quindi benedisse e santificò il giorno nel quale si era riposato da ogni opera. Egli scelse quel giorno speciale affinché l'uomo potesse riposarsi dalle proprie fatiche e, contemplando il cielo e la terra, si ricordasse che Dio aveva creato tutto in sei giorni e si era riposato il settimo. Considerando le prove tangibili dell'infinita saggezza di Dio, avrebbe provato rispetto e amore per il suo Creatore. TT1 193 2 Per santificare il sabato non è affatto necessario chiudersi in una stanza, lontani dalle bellezze della natura, privi dell'aria pura e salubre. Non dovremmo in nessun caso permettere che pensieri relativi ad affari o altre preoccupazioni vengano a distrarre la nostra mente durante il giorno del Signore, che lui stesso ha santificato. Non dovremmo permettere che i nostri pensieri si soffermino su problemi di carattere temporale, mondano. Il nostro spirito, infatti, non può essere vivificato se ci limitiamo a rimanere chiusi in una stanza tutto il giorno, ascoltando lunghi sermoni e preghiere lunghe e formali. Se celebriamo in questo modo il sabato del Signore non ne traiamo beneficio e non realizziamo lo scopo per cui è stato istituito. Il sabato era stato concepito per l'uomo perché fosse una benedizione, per distogliere la sua mente dall'attività quotidiana e richiamarlo alla contemplazione della bontà e della gloria di Dio. È necessario che il popolo di Dio si riunisca per parlare di lui, per parlare delle verità contenute nella sua Parola, per consacrare del tempo alla preghiera. Questi incontri però, anche il sabato, non dovranno essere noiosi a causa della lunghezza o della mancanza di interesse. Il libro della natura TT1 193 3 Nell'arco della giornata tutti dovrebbero avere l'occasione di uscire. I bambini conosceranno meglio Dio e riceveranno un'impressione positiva trascorrendo una parte del tempo all'aria aperta, non per giocare, ma per stare in compagnia dei loro genitori. Fate il possibile perché si sentano uniti a Dio contemplando le meraviglie della natura e la loro attenzione sia attratta dalle testimonianze del suo amore per l'uomo che si possono individuare nelle opere del creato. I giovani, allora, si sentiranno attirati e interessati. Non rischieranno di associare il carattere di Dio a tutto ciò che è triste e severo, perché quando vedranno le cose meravigliose che ha creato per la felicità dell'uomo, lo considereranno un Padre affettuoso e gentile. Essi vedranno che i suoi ordini e i suoi divieti non sono destinati unicamente a manifestare la sua potenza e la sua autorità, ma a contribuire alla felicità dei suoi figli. Nella misura in cui considereranno l'amore, la benevolenza e la bellezza del carattere di Dio si sentiranno spinti ad amarlo. Voi potete attrarre la loro attenzione sugli uccelli che riempiono l'aria dei loro canti melodiosi, sui prati verdi, sui fiori meravigliosi che, nella loro perfezione, profumano l'aria. Tutto ciò proclama l'amore e l'abilità dell'artista celeste e rivela la gloria di Dio. TT1 194 1 Genitori, perché non utilizzate le preziose lezioni che Dio ha inserito nel libro della natura per dare ai vostri figli un'idea esatta del carattere dell'Eterno? Coloro che sacrificano la semplicità alle esigenze della moda e non considerano le bellezze della natura, non possono avere una mente spirituale. Essi non possono comprendere l'abilità e la potenza di Dio rivelate nelle sue opere; il loro cuore non è né animato né sospinto da nuovo amore e da nuovo interesse e non provano un profondo rispetto quando contemplano Dio nella natura. TT1 194 2 Tutti coloro che amano Dio devono fare il possibile per rendere il sabato un giorno di gioia, preservandone la santità e l'onore. Non riusciranno in questo intento se cercheranno di soddisfare il proprio piacere tramite divertimenti proibiti e peccaminosi. Possono invece realizzare questo obiettivo celebrando il sabato nelle loro famiglie e rendendolo il giorno più interessante della settimana. Dobbiamo dedicare del tempo ai nostri figli per destare il loro interesse: ogni nuova iniziativa avrà su di loro effetti positivi. Possiamo passeggiare con loro all'aria aperta, sederci all'ombra degli alberi o godere il calore del sole orientando la loro mente, attenta e vivace, sulle opere di Dio. Attirando la loro attenzione sulle meraviglie della natura, ispireremo in loro l'amore e il rispetto per il Creatore. TT1 194 3 Il sabato deve avere una tale attrattiva per le nostre famiglie da essere atteso settimanalmente con gioia. Non c'è modo migliore per onorare il sabato di quello di impartire preziosi insegnamenti alle proprie famiglie, destando l'interesse per le realtà spirituali, dando loro un'idea esatta del carattere di Dio e di ciò che richiede da noi per il perfezionamento di un carattere cristiano in vista della vita eterna. Genitori, rendete il sabato un giorno speciale, affinchè i vostri figli possano attenderlo e viverlo con gioia. ------------------------Capitolo 53: Divertimenti cristiani* TT1 195 1 Penso al contrasto che esiste fra questo nostro incontro e quelli che abitualmente organizzano i non credenti. Invece di pregare, parlare del Cristo e delle realtà spirituali, si odono risate e conversazioni frivole, perché il loro obiettivo è unicamente quello di divertirsi. Si inizia con le follie e si finisce con la futilità. Invece, vogliamo che le nostre riunioni siano organizzate e svolte in modo tale da poter tornare a casa con la coscienza tranquilla nei confronti di Dio e del prossimo, con la certezza di non avere né ferito né offeso in nessun modo coloro con cui eravamo riuniti e di non avere esercitato su di loro nessun influsso negativo. TT1 195 2 Molti si sbagliano. Non pensano di essere responsabili dell'influsso che esercitano quotidianamente, e nelle varie circostanze della vita, o di dover rendere conto a Dio dell'impressione che producono. Se questo influsso allontana gli uomini da Dio per indurli alla vanità e alla follia o a ricercare il proprio piacere tramite divertimenti e inutili soddisfazioni, ne saranno ritenuti responsabili. Se queste persone, inoltre, sono uomini e donne di una certa importanza e occupano una posizione tale da influire sugli altri, la loro responsabilità sarà ancora maggiore perché hanno trascurato di modificare il proprio comportamento secondo l'ideale biblico. TT1 195 3 L'incontro a cui partecipiamo oggi è proprio in armonia con le mie idee sugli svaghi. Ho già provato a esprimere la mia opinione su questo argomento, ma sarò più chiara tramite un esempio. Ero qui un anno fa per un incontro simile a questo. Nell'insieme tutto andò bene, ma si verificarono certe situazioni discutibili. Alcuni si abbandonarono a scherzi e a burle. Non tutti erano osservatori del sabato e l'atmosfera che regnava non era quella che avremmo desiderato. TT1 195 4 Credo che, mentre cerchiamo di rilassare il nostro spirito e di rinvigorire il nostro corpo, Dio ci chieda di fare il possibile, in ogni momento, per raggiungere l'obiettivo migliore. Ci possiamo riunire, come abbiamo fatto oggi, e fare tutto alla gloria di Dio. Possiamo e dobbiamo svagarci in modo tale da adempiere meglio i nostri doveri ed esercitare un influsso benefico su coloro che si uniscono a noi. Questo è ciò che si è verificato e dovremmo sentirci incoraggiati. Possiamo, quindi, tornare a casa fortificati nella mente e rinvigoriti nel corpo, pronti per rimetterci al lavoro, animati da nuove speranze e maggiore coraggio. TT1 196 1 Crediamo sia nostro privilegio glorificare Dio ogni giorno della nostra vita; non dobbiamo vivere in questo mondo solo per divertirci o soddisfare le nostre esigenze. Viviamo per fare del bene all'umanità, per essere una fonte di benedizione per la società. Se ci lasciamo andare, come molti che cercano soltanto vanità e frivolezza, come potremo esercitare un influsso positivo sulla nostra società, vivere per il bene dell'umanità? Non potremo scegliere tranquillamente delle distrazioni che non ci permettono di adempiere i nostri doveri quotidiani. TT1 196 2 Dobbiamo perseguire obiettivi nobili ed elevati, distogliere la mente da tutto ciò che è superficiale e privo di importanza. Quello che desideriamo è attingere nuovo vigore da tutto ciò che intraprendiamo. Da questi incontri a scopo ricreativo, da tutte queste piacevoli occasioni vogliamo attingere nuove forze per diventare uomini e donne migliori. Vogliamo cogliere ogni occasione per ricevere nuovo coraggio, nuova forza, nuova potenza, per poter purificare e santificare la nostra vita invece di abbassarci al livello morale di questo mondo... ------------------------Capitolo 54: Nessun tempo di grazia dopo il ritorno del Cristo TT1 197 1 Quando Gesù lascerà il luogo santissimo per deporre gli abiti sacerdotali e indossare quelli di giudice, l'opera in favore dei peccatori sarà conclusa. È giunto il momento di far echeggiare l'annuncio: "Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; ... chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora. Ecco, io vengo tosto e il mio premio è meco per rendere a ciascuno secondo che sarà l'opera sua". Apocalisse 22:11, 12. TT1 197 2 Dio ci ha dato la sua Parola perché tutti la studino e trovino la via che conduce alla vita eterna. Nessuno può sbagliare se si attiene alle sue indicazioni. Il tempo di grazia è concesso a tutti affinché ognuno abbia l'opportunità di formarsi un carattere in vista della vita eterna. A tutti verrà accordata l'opportunità di decidere o per la vita o per la morte. Gli uomini saranno giudicati secondo la conoscenza ricevuta. Nessuno, perciò, sarà ritenuto responsabile della mancanza di conoscenza e degli errori commessi se non avrà ricevuto il messaggio della verità. Infatti, tali persone non hanno peccato respingendo la verità perché nessuno gliel'ha mai presentata. Tutti saranno esaminati prima che Gesù lasci la posizione che occupa nel luogo santissimo. Il tempo di grazia finisce quando termina l'intercessione in favore dei peccatori e Gesù ha indossato gli abiti della giustizia. TT1 197 3 Molti pensano che il tempo di grazia si prolunghi anche dopo la conclusione dell'opera di mediazione di Gesù nel luogo santissimo. Si tratta di un inganno di Satana. Dio prova il mondo attraverso la luce che egli ha dato e ciò avviene prima dell'avvento del Cristo. È durante questo tempo di prova che i caratteri si formano o per la vita o per la morte. Il tempo di grazia, per coloro che scelgono di vivere una vita di peccato e trascurano la grande offerta della salvezza, finisce quando in cielo si conclude il ministero del Cristo, cioè poco prima della sua apparizione sopra le nuvole del cielo. TT1 197 4 Coloro che amano il mondo, la cui mente è carnale e ostile a Dio, si lusingano all'idea che, anche dopo che il Cristo sarà apparso sulle nuvole del cielo, sarà accordato loro un periodo di prova. Il cuore carnale, così contrario alla sottomissione e all'ubbidienza, sarà sedotto e ingannato da questa falsa idea. Molti, vivendo con questa certezza, persevereranno nella loro ribellione nei confronti di Dio, illudendosi che vi sia ancora un periodo di tempo per ravvedersi e avere quindi la possibilità di accettare quella verità che oggi è così impopolare e così contraria alle loro tendenze naturali. Quando, invece, essi non avranno più nulla da rischiare e più nulla da perdere ubbidendo a Cristo e alla verità, allora cercheranno di pensare alla loro salvezza. TT1 198 1 Vi sono, nelle Scritture, alcune cose difficili da capire e che, secondo Pietro, "...gli uomini ignoranti e instabili torcono... a loro propria perdizione". 2 Pietro 3:16. Nell'arco della nostra vita forse non saremo capaci di spiegare il significato di ogni passo biblico, però non esistono punti fondamentali della verità che siano avvolti dal mistero. Quando verrà il tempo, secondo il piano di Dio, in cui il mondo dovrà prendere una posizione pro o contro la verità per la nostra epoca, le menti saranno spinte dallo Spirito Santo a investigare le Scritture con spirito di preghiera fino a quando, punto dopo punto, non vengano tutte esaminate a fondo, formando una catena perfetta. Ogni fatto che abbia un'attinenza diretta con la salvezza sarà così chiaro che nessuno potrà sbagliarsi o restare nell'ignoranza La nostra responsabilità TT1 198 2 Studiando i vari periodi profetici avremo compreso chiaramente la verità rivelata per il nostro tempo. Siamo responsabili dei privilegi di cui godiamo e della luce che risplende su di noi. Coloro che vissero nelle generazioni passate erano responsabili della conoscenza ricevuta. Conoscevano bene certi punti delle Scritture, ma non disponevano delle verità che oggi conosciamo. Non erano quindi responsabili della conoscenza che non avevano. Potevano disporre della Bibbia, come noi, ma la rivelazione di una verità speciale relativa alle scene finali e conclusive della storia del mondo era riservata a coloro che avrebbero vissuto negli ultimi tempi. TT1 198 3 Alcune verità erano state adattate alle condizioni delle generazioni precedenti. La verità presente, che costituisce un banco di prova della generazione attuale, non lo era per quelle passate. Se la nostra conoscenza relativa al sabato fosse stata data alle generazioni precedenti, Dio le avrebbe ritenute responsabili. TT1 198 4 Quando il tempio di Dio in cielo fu svelato agli occhi di Giovanni, egli contemplò in visione una categoria di persone che consideravano con sacro rispetto l'arca che conteneva la legge di Dio. Gli uomini dovevano essere messi alla prova sul quarto comandamento soltanto dopo l'apertura del tempio di Dio in cielo. TT1 198 5 Coloro che morirono prima che venisse sottolineata l'importanza della legge di Dio, e quindi del quarto comandamento, non erano colpevoli della trasgressione del sabato. La sapienza e la misericordia di Dio nel diffondere luce e conoscenza al momento opportuno, secondo le esigenze degli uomini, è imperscrutabile. Prima del ritorno del Cristo, che giudicherà il mondo secondo giustizia, Dio invia un messaggio per avvertire gli uomini e richiamare la loro attenzione sul quarto comandamento, affinché ne siano a conoscenza, possano pentirsi della trasgressione commessa e dimostrare la loro ubbidienza al grande Legislatore. Egli ha permesso che tutti, se lo vogliono, possano essere santi e felici. A questa generazione è stata offerta la conoscenza necessaria perché ognuno comprenda i propri doveri e privilegi e percepisca le preziose e solenni verità nella loro semplicità e nella loro forza. TT1 198 6 Siamo responsabili della luce che risplende su di noi. I comandamenti di Dio e la testimonianza di Gesù sono il nostro banco di prova. Se siamo fedeli e ubbidienti, Dio ci accetterà e ci benedirà come suo popolo particolare ed eletto. Quando la perfezione della fede, dell'amore e dell'ubbidienza abbondano e operano nei cuori di coloro che seguono il Cristo, essi eserciteranno un potente influsso. Questo influsso affinerà ed eleverà tutti coloro con cui entrano in contatto, rivelando la verità a chi desidera conoscerla per camminare nell'umile sentiero dell'ubbidienza. Preferire delle favole alla verità TT1 199 1 Chi ha una mente carnale non può comprendere l'importanza della verità da cui dipende la salvezza, perché accarezza l'orgoglio, l'amore per il mondo, l'amore per gli agi, l'egoismo, la corruzione, l'invidia, la gelosia, l'avidità, l'odio e ogni sorta di vizi. Se vincesse queste tendenze potrebbe diventare partecipe della natura divina. Molti trascurano le chiare verità della Parola di Dio e la luce che illumina il loro sentiero; essi cercano di comprendere alcuni soggetti che non sono stati del tutto rivelati, fanno congetture o formulano teorie e discutono intorno a questioni che non sono chiamati a comprendere perché si tratta di cose che non sono assolutamente necessarie per la loro salvezza. Migliaia di uomini sono stati ingannati in questo modo da Satana. Hanno trascurato di coltivare la fede e adempiere il proprio dovere, che sono così chiari e comprensibili per tutti coloro che ragionano; si sono interessati di strane teorie costruite su versetti che non potevano comprendere, si sono sbagliati e la loro fede non ha basi solide. TT1 199 2 Dio desidera che tutti utilizzino i chiari insegnamenti della sua Parola relativi alla salvezza dell'uomo. Se mettono in pratica la Scrittura, così chiara e potente nella sua semplicità, potranno raggiungere un perfetto carattere cristiano. Essi saranno santificati mediante la verità e grazie all'umiltà e all'ubbidienza otterranno la vita eterna. Dio desidera dei figli fedeli, non soltanto a parole. I loro frutti riveleranno la genuinità della loro fede. TT1 199 3 Fratello 0., se lei continua ad accarezzare le sue idee errate, sarà vittima delle tentazioni di Satana. La sua fede sarà confusa e correrà il rischio di confondere anche gli altri. Dio esige che il suo popolo sia unito. Le sue idee particolari rappresentano un ostacolo all'influsso che lei esercita e se lei continua a sostenerle e a parlarne si creerà una scissione fra lei e i suoi fratelli. Se Dio ha un messaggio importante per la salvezza del suo popolo, glielo trasmetterà come ha fatto per altre grandi verità. Lasci perdere tali questioni. Dio agirà secondo le sue vie per la realizzazione del suo piano nel momento e nel modo voluto. Che Dio l'aiuti a camminare nella luce come egli è nella luce. ------------------------Capitolo 55: La sacralità del sabato TT1 200 1 Quando inizia il sabato dobbiamo fare la massima attenzione per non sottrarre a Dio, con i nostri atti e con le nostre parole, il tempo che gli appartiene. Non dobbiamo permetterci, né permettere ai nostri figli, di fare un lavoro che serva per guadagnarsi da vivere, o qualsiasi altro lavoro che avremmo potuto fare negli altri sei giorni della settimana. TT1 200 2 Il venerdì è il giorno della preparazione. Una parte del tempo può essere consacrata ai necessari preparativi per il sabato, a pensare a quel giorno e a parlarne. Nulla di tutto ciò che agli occhi di Dio può essere considerato una violazione del settimo giorno dovrebbe essere lasciato in sospeso per poi farlo o dirlo il sabato. Dio chiede che il sabato non soltanto ci asteniamo dall'attività fisica, ma che anche la mente sia impegnata a meditare su argomenti di carattere sacro. Il quarto comandamento viene trasgredito anche quando si parla di cose profane o ci si impegna in conversazioni frivole e leggere. Ogni deviazione conduce alla schiavitù e alla condanna. TT1 200 3 Fratello P., lei dovrebbe esercitarsi a comprendere il carattere sacro del sabato. Lei dovrebbe, inoltre, impegnarsi a sottolineare l'importanza del sabato in famiglia e ovunque lo abbia sminuito con il suo esempio. Dovrebbe arginare l'influsso negativo che lei stesso ha esercitato, cambiando il suo comportamento. Spesso ha trascurato di ricordarsi "del giorno del riposo per santificarlo" e ha pronunciato, nel giorno sacro a Dio, parole profane. Senza darvi importanza, di sabato si è unito a persone non convertite per parlare di guadagni, perdite, raccolti e così via. Dovrà riconoscere il suo errore e cambiare. TT1 200 4 Coloro che non sono completamente convertiti, spesso lasciano che la loro mente si occupi dei loro affari e, nonostante si astengano materialmente dal lavoro, il sabato la loro lingua esprime ciò che hanno in mente (bestiame, raccolti, perdite, guadagni). Tutto ciò significa trasgredire il sabato. Se la mente ricorre a concetti profani la lingua lo rivela, perché dell'abbondanza del cuore la bocca parla". Responsabilità del pastore TT1 200 5 L'esempio del pastore deve essere decisivo in questo campo. Il sabato deve infatti attenersi scrupolosamente a conversazioni su argomenti di carattere religioso: la verità che Dio ha rivelato per la nostra epoca, la nostra responsabilità, speranze e timori del cristiano, prove, lotte, afflizioni, vittoria e ricompensa finali. TT1 201 1 I pastori devono riprendere coloro che trascurano di santificare il sabato e rimproverare cortesemente e solennemente quanti, pur dicendosi osservatori del settimo giorno, si impegnano in questo giorno in conversazioni profane. Essi incoraggeranno i fratelli e le sorelle a pensare a Dio nel suo giorno santo. Per quelli che dormono TT1 201 2 Nessuno deve sentirsi libero di trascorrere questo tempo sacro in modo inutile. A Dio dispiace che gli osservatori del sabato dormano per buona parte della giornata. In questo modo essi disonorano il loro Creatore e con il loro comportamento affermano che i sei giorni della settimana sono troppo preziosi per essere sprecati per riposarsi. Essi devono guadagnare, anche a costo di privarsi del riposo necessario; quindi il sabato recuperano dormendo e si scusano affermando: "Il sabato è stato scelto come giorno di riposo. Io non posso rinunciare al riposo di cui ho bisogno per venire alle riunioni". Queste persone utilizzano male il tempo del giorno che Dio ha santificato. Proprio in quel giorno devono attirare l'interesse delle loro famiglie sull'importanza dell'osservanza del sabato e unirsi ai fedeli in chiesa, pochi o molti che siano. Dovranno consacrare tempo ed energie alla loro crescita spirituale, affinché l'influsso divino, che caratterizza in modo particolare il sabato, possa accompagnarli durante l'intera settimana. Di tutti i giorni della settimana nessuno è così adatto a coltivare pensieri e sentimenti di carattere religioso. TT1 201 3 Vidi che tutto il cielo osservava e contemplava, di sabato, coloro che riconoscono l'importanza del quarto comandamento e santificano il settimo giorno. Gli angeli prendevano nota del loro interesse e della loro considerazione per questa istituzione divina. Quanti santificavano il Signore nel cuore e nella mente e cercavano di utilizzare queste ore sacre per onorare Dio, considerando il sabato una delizia, ricevevano dagli angeli speciali benedizioni, maggiore conoscenza, salute e forza. Gli angeli, invece, si allontanavano da coloro che non riconoscevano la santità del giorno di Dio e li privavano di quelle particolari benedizioni. Vidi queste persone avvolte da una nube, abbattute e spesso tristi. Sentivano la mancanza dello Spirito di Dio. ------------------------Capitolo 56: Menti prive di equilibrio TT1 202 1 Dio ha affidato a ognuno di noi dei doni di cui ci ritiene responsabili. Egli desidera che sviluppiamo la nostra mente per utilizzare i talenti che ci ha donato per realizzare il bene alla sua gloria. Tutte le nostre capacità sono un dono di Dio, siamo suoi debitori: esse possono essere sviluppate e orientate in modo da raggiungere l'obiettivo per cui ci sono state date. È un dovere educare la mente in vista della crescita dello spirito e di tutte le altre facoltà. Tutto ciò rafforzerà le nostre possibilità intellettuali e adempiremo gli obiettivi per cui ci sono state elargite. TT1 202 2 Molti non realizzano tutto il bene possibile perché esercitano la loro intelligenza in un'unica direzione e trascurano le attività per le quali non si sentono portati. Possediamo alcune facoltà a uno stadio embrionale e non le utilizziamo perché non amiamo fare lo sforzo necessario per espanderle. Tutte le energie mentali devono essere esercitate e sviluppate. La percezione, la capacità di giudizio, la memoria e tutte le facoltà della nostra mente devono possedere la stessa forza, solo così saremo equilibrati. TT1 202 3 Se certe facoltà venissero privilegiate a scapito di altre, non si raggiungerebbe l'obiettivo di Dio, perché tutte hanno la stessa importanza e sono interdipendenti fra loro. Per riuscire a conservare l'equilibrio una facoltà non può essere impiegata efficacemente senza la cooperazione di tutte le altre. Se tutta l'attenzione e la forza sono concentrate su una delle nostre potenzialità, mentre le altre vengono trascurate, questa si svilupperà eccessivamente, perché le altre non sono state coinvolte. Alcune menti sono atrofizzate e mancano del giusto equilibrio. Non siamo tutti uguali: alcuni manifestano certe capacità che altri hanno solo a livello embrionale. Queste carenze, così evidenti, non dovrebbero esistere. Se coloro che si rendono conto di questi limiti si impegnassero a migliorare, esercitando e rafforzando i punti deboli del proprio carattere, raggiungerebbero un buon equilibrio. TT1 202 4 È facile, ma non sempre positivo, ricorrere alle facoltà che sono più sviluppate trascurandone altre. Si dovrebbe prestare la massima attenzione proprio a queste ultime per ottenere una mente equilibrata, in cui tutto funzioni perfettamente. Abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio per preservare tutte le nostre facoltà. I cristiani devono ampliare le proprie capacità sviluppando e rafforzando tutti i loro talenti. Se trascuriamo di farlo, non riusciremo mai a realizzare gli obiettivi che ci sono stati affidati. Non abbiamo il diritto di trascurare neppure uno dei doni che Dio ci ha dato. Ovunque si incontrano persone affette da monomania; generalmente sono persone capaci da tutti i punti di vista eccetto uno. La ragione di questo fenomeno va ricercata nel fatto che una parte della mente è stata particolarmente esercitata, mentre le altre si sono a poco a poco atrofizzate. Quella parte continuamente attivata è arrivata a esaurirsi e tutto l'essere è andato alla deriva. In questo modo Dio non è stato glorificato. Se l'intelligenza fosse stata sviluppata in modo armonico, senza far continuamente appello a una stessa facoltà, la mente avrebbe conservato il suo equilibrio, perché non avrebbe utilizzato soltanto alcune caratteristiche a scapito di altre. TT1 203 1 I pastori devono fare attenzione a non sostituire al piano di Dio i loro obiettivi. Corrono il pericolo di limitare l'opera del Signore, di confinare la loro attività solo in certi settori e di non accordare interesse a tutti i dipartimenti dell'opera di Dio. Alcuni concentrano la loro mente su un argomento, escludendone altri, che forse hanno uguale importanza. Sono uomini che hanno un'idea fissa: tutte le loro forze sono monopolizzate da quell'idea e ogni altra considerazione ha perso valore; quell'unico tema è diventato l'oggetto costante dei loro pensieri e l'argomento della loro conversazione. Tutto ciò che è in relazione con quel soggetto è subito afferrato e assimilato con interesse e discusso così a lungo che la mente ne risulta affaticata. TT1 203 2 Spesso si perde tempo nella spiegazione di aspetti privi d'importanza, che dovrebbero essere accettati senza ulteriori discussioni. Le realtà vitali, invece, dovrebbero essere chiarite tramite tutte quelle argomentazioni che possono metterne in evidenza l'importanza. La capacità di concentrarsi su un unico punto è, per certi aspetti, positiva, ma l'esercizio costante di questa facoltà indebolisce gli altri organi coinvolti: essi si affaticano e quindi non è possibile realizzare gli obiettivi positivi che ci si era prefissi. Il peso dello sforzo grava su un gruppo di organi, mentre altri rimangono inutilizzati. La mente non viene esercitata in modo equilibrato e quindi la vita è abbreviata. TT1 203 3 Tutte le facoltà devono essere impiegate in un'attività equilibrata e armonica. Quelli che concentrano tutte le loro forze mentali su un unico soggetto risultano inefficaci da altri punti di vista, perché le loro energie non sono ben ripartite. Il soggetto preferito impegna tutta la loro attenzione ed essi si sentono sempre più coinvolti. Hanno nuove intuizioni nella misura in cui vi si concentrano, ma sono pochi quelli in grado di seguirli a meno che non abbiano consacrato al tema stesso un'uguale profondità di pensiero. C'è il rischio che questi uomini piantino il seme della verità a una profondità tale che il tenero e prezioso germoglio non riesca mai a raggiungere la superficie. TT1 203 4 Alcuni spesso si impegnano in lavori che non sono stati richiesti e quindi non saranno mai apprezzati. La capacità di concentrarsi non deve essere sopravvalutata perché la mente non risulterà ben equilibrata. Molti assomigliano a una macchina in cui lavorano solo alcuni ingranaggi. Una parte del meccanismo si arrugginisce nell'inattività, mentre altre parti si consumano per l'uso costante. Uomini che sviluppano solo una o due facoltà, e che non le esercitano tutte nello stesso modo, non possono compiere neppure la metà del bene che Dio vorrebbe che essi facessero: sono degli uomini a senso unico, che sfruttano solo una parte delle facoltà che Dio ha affidato loro e lasciano che l'altra resti inattiva. TT1 203 5 Dovendo realizzare una certa attività, che richiede una particolare riflessione, non devono concentrare tutte le loro energie su quell'unico soggetto, escludendo ogni altro interesse. Non è positivo che soltanto un ramo dell'opera attiri la loro attenzione a scapito di tutti gli altri. Sarebbe un male per loro e per l'opera in generale. Nessun settore specifico deve impegnarli al punto tale che altri rami vengano trascurati. TT1 204 1 Alcuni autori devono fare costantemente attenzione perché rischiano di rendere oscuri i punti chiari, utilizzando tante argomentazioni che non hanno nessuna rilevanza per il lettore. Se essi si dilungheranno in modo noioso su alcuni punti, fornendo ogni particolare che viene loro in mente, lavoreranno inutilmente. L'interesse del lettore non sarà sufficientemente profondo da indurlo a leggere tutto, fino alla fine. I punti fondamentali della verità potrebbero passare quasi inosservati se si sottolineano troppo i particolari. Se si affronta l'argomento in modo molto ampio, il soggetto sul quale ci si concentra risulta inefficace se non viene presentato in modo da produrre il massimo risultato e risvegliare l'interesse generale. TT1 204 2 Oggi è meglio presentare la verità con uno stile facile, sostenendola con poche ma solide argomentazioni, piuttosto che ricercare e presentare una serie infinita di prove schiaccianti; per molti il soggetto presentato non apparirà ben definito come avrebbe potuto esserlo prima che venissero avanzate così tante prove e obiezioni. In molti casi una semplice affermazione risulta più efficace di lunghe argomentazioni: alcuni danno molte cose per scontate e prove ulteriori risulterebbero inutili. ------------------------Capitolo 57: Fedeltà nei doveri quotidiani TT1 205 1 Cara sorella O., penso che lei non sia felice: cercando di compiere qualche grande opera, trascura i suoi doveri quotidiani. Non può essere felice perchè desidera realizzare obiettivi più elevati e importanti dei semplici impegni di ogni giorno. È agitata, irrequieta, insoddisfatta. Le piace più comandare che eseguire; le piace più dire agli altri ciò che devono fare piuttosto che intraprendere con serietà quello che avrebbe l'occasione di compiere. TT1 205 2 Avrebbe potuto rendere più felice la sua casa paterna se si fosse occupata meno delle proprie inclinazioni e più della felicità degli altri. Non si è impegnata nei compiti comuni e ordinari della vita: è sempre alla ricerca di un lavoro più gradevole, più importante e più gratificante. Eppure qualcuno deve occuparsi delle cose che non le piacciono o che addirittura considera detestabili. Questi doveri ordinari e semplici, se adempiuti fedelmente e con buona volontà, le permetteranno di fare le esperienze necessarie per amare, in seguito, i doveri domestici. Si tratta di una tappa essenziale, nonostante non le piaccia. Lagnandosi della sua sorte rende infelici coloro che la circondano e provoca un vero e proprio danno a se stessa. Forse non sarà mai chiamata a svolgere un'opera a contatto con il pubblico, ma ciò che fa e che è necessario compiere -- lavare i piatti, apparecchiare la tavola, assistere gli ammalati, cucinare, lavare -- ha un valore morale. Fino a quando non sarà in grado di adempiere questi doveri con gioia non sarà idonea per impegni più importanti. Gli umili lavori domestici devono essere assolti e coloro che se ne occupano dovrebbero essere certi di compiere un'opera necessaria e importante. La loro missione, per umile che possa essere, rientra nell'opera di Dio, come quella dell'angelo Gabriele quando fu inviato ai profeti. Ognuno ha ricevuto il suo incarico. Ogni donna, compiendo i semplici doveri quotidiani, può e deve dimostrare fedeltà, ubbidienza e amore, come gli angeli adempiono il loro incarico. La fedeltà alla volontà di Dio rende onorevole ogni lavoro. TT1 205 3 Ha bisogno di amore e affetto. Il suo carattere deve essere plasmato. Smetta di lamentarsi e cerchi di essere affabile e gentile. Rinunci a se stessa. Non siamo stati creati come gli angeli, ma inferiori ad essi; tuttavia la nostra opera è importante. Non siamo in cielo, ma sulla terra. Quando saremo in cielo, saremo qualificati per adempiere attività importanti. Qui, sulla terra, dobbiamo "essere messi alla prova". Dobbiamo essere in grado di affrontare le lotte e i doveri della vita. TT1 205 4 Il dovere più importante dei giovani è quello di essere una benedizione in famiglia circondando di affetto e premure il padre, la madre, i fratelli. È qui che essi possono manifestare il loro altruismo, la loro abnegazione, rinunciando a se stessi per occuparsi degli altri. Nessuna donna sarà mai sminuita dall'adempimento del suo dovere perché si tratta della funzione più sacra ed elevata che essa possa assolvere. Una ragazza può esercitare un grande influsso sui propri fratelli! Con il suo comportamento può lasciare un'impronta sul loro carattere. Le sue preghiere, la sua gentilezza, il suo affetto hanno una grande importanza nell'equilibrio familiare. Sorella mia, queste nobili qualità non possono essere trasmesse ad altri se prima non esistono in lei. La capacità di accontentarsi, l'affetto, la gentilezza, il buon umore che comunicherà intorno a sé avranno delle ripercussioni positive anche su di lei. Se il Cristo non regna nel cuore, prevarranno la scontentezza e la degenerazione morale. L'egoismo ci spingerà a chiedere agli altri quello che noi non siamo disposti a offrire loro. Se il Cristo non regna nel nostro cuore, non sapremo manifestare amore. TT1 206 1 Non sono le grandi opere, le grandi battaglie che mettono l'uomo alla prova e richiedono coraggio. La vita di tutti i giorni presenta i suoi problemi, le sue difficoltà, i suoi scoraggiamenti. I semplici impegni quotidiani spesso mettono alla prova la pazienza e la forza d'animo. Per affrontare e superare le difficoltà occorrono decisione e fiducia in se stessi. Chieda al Signore di essere accanto a lei per incoraggiarla e consolarla in ogni occasione. È necessario che lei dimostri uno spirito mansueto e quieto, altrimenti non le sarà possibile provare la felicità. Dio l'aiuti, sorella, a ricercare la dolcezza e la giustizia. Ha bisogno dello Spirito di Dio. Quasiasi cosa desideri fare, Dio l'aiuterà, la fortificherà e la benedirà. Ma se trascura i piccoli doveri quotidiani non le saranno mai affidati quelli più importanti. ------------------------Capitolo 58: Pensieri inutili* TT1 207 1 Ogni vostra azione, per quanto segreta, è nota al Padre celeste al quale nulla è nascosto. Egli vede tutte le vostre azioni e ne comprende anche le motivazioni. Conosce tutti i vostri pensieri e le vostre parole. Avete il dovere di controllare i vostri pensieri. Dovrete lottare contro la vanità della vostra immaginazione. Forse potete pensare che non sia un peccato lasciare che il pensiero spazi libero e senza freni. Non è così: siete responsabili nei confronti di Dio anche dei vostri pensieri più futili, perché dalla vostra immaginazione nasce il peccato che è la concretizzazione di ciò che è stato pensato dalla vostra mente. Controllate, quindi, i vostri pensieri e riuscirete molto più facilmente a dominare le vostre azioni. TT1 207 2 I vostri pensieri hanno bisogno di essere santificati. Paolo scrive ai Corinzi: "poiché distruggiamo i ragionamenti ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio, e facciam prigione ogni pensiero traendolo all'ubbidienza di Cristo". 2 Corinzi 10:5. TT1 207 3 Quando raggiungeremo questo obiettivo riusciremo a comprendere meglio l'opera della santificazione: i vostri pensieri diventeranno puri, casti, elevati e le vostre azioni risulteranno senza peccato. I vostri corpi saranno conservati santi e puri affinché possiate presentarli come "...sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio..." Romani 12:1. TT1 207 4 Vi viene richiesto di rinunciare a voi stessi sia nelle piccole sia nelle grandi cose. Dovreste arrendervi completamente a Dio, perché non può approvarvi nella condizione in cui vi trovate oggi... TT1 207 5 Per poter raggiungere i grandi obiettivi della vita non dovete seguire l'esempio di coloro che cercano di soddisfare il proprio piacere e non hanno rispetto per il Signore. Dio può colmarvi con abbondanti benedizioni. Egli vi dà la possibilità, se adempite le condizioni indicate nella sua Parola e vi separate dal mondo, di ricevere la forza per reprimere ogni impulso negativo e sviluppare tutto ciò che è nobile, buono, edificante. TT1 207 6 Il Cristo sarà in voi una fonte "...che scaturisce in vita eterna". Giovanni 4:14. La volontà, l'intelligenza e ogni emozione, se controllate dallo spirito, hanno una potenza trasformatrice. ------------------------Capitolo 59: Comprensione per chi sbaglia TT1 208 1 Quando uno dei nostri fratelli ha fatto tutto il possibile e qualcuno pensa che avrebbe potuto fare meglio, dovrebbe sottoporre al fratello, con bontà e pazienza, il suo punto di vista, senza però censurarlo e mettere in dubbio l'onestà dei suoi propositi. Noi stessi, infatti, non desidereremmo essere sospettati o censurati ingiustamente. Se questo fratello ha a cuore l'opera di Dio e si accorge di avere commesso un errore, nonostante tutti i suoi sforzi, si rattristerà profondamente; perderà fiducia in se stesso e nel proprio criterio di valutazione. Nulla indebolirà il suo coraggio quanto la constatazione di errori commessi nell'opera che Dio gli ha affidata e che gli sta a cuore più della sua stessa vita. Quanto è ingiusto, quindi, che i fratelli che hanno sottolineato i suoi errori continuino a mettere il dito nella piaga, indebolendo la sua fede e il suo coraggio, distruggendo la sua fiducia in se stesso, portandolo a credere che non è adatto a lavorare con successo per l'opera di Dio. TT1 208 2 Spesso è giusto dire chiaramente la verità a coloro che si sono sbagliati, affinché comprendano i loro errori e li correggano. Ma dovremmo sempre agire con bontà e tenerezza, e non con asprezza e severità, tenendo conto della nostra debolezza, pensando che noi stessi possiamo essere tentati. Quando qualcuno ha sbagliato e riconosce il proprio errore, invece di turbarlo e di abbatterlo ancora di più, lo si dovrebbe incoraggiare. Il Cristo, nel sermone sulla montagna, disse: "Non giudicate acciocché non siate giudicati; perché col giudicio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura onde misurate, sarà misurato a voi". Matteo 7:1, 2. Il nostro Salvatore ha condannato il giudizio severo: "E perché guardi tu il bruscolo che è nell'occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave che è nell'occhio tuo?" Matteo 7:3. Questa situazione si verifica spesso. Mentre siamo pronti a individuare gli errori del fratello, non si riconoscono i propri che a volte sono ben più gravi. TT1 208 3 Tutti i discepoli del Cristo dovrebbero agire nei confronti degli altri proprio come desidererebbero che il Signore agisse nei confronti dei loro errori e delle loro debolezze, perché tutti siamo soggetti a sbagliare e abbiamo bisogno della sua pietà e del suo perdono. Gesù ha accettato di rivestire la natura umana per comprendere come simpatizzare con noi e come intercedere presso il Padre in favore dei peccatori. Egli è diventato volontariamente l'avvocato dell'uomo e si è umiliato affrontando le tentazioni a cui l'uomo è esposto, per poter soccorrere coloro che sono tentati e adempiere il suo ruolo di pietoso e fedele Sommo Sacerdote. TT1 208 4 Spesso è necessario svelare chiaramente il peccato e rimproverare i torti. Ma coloro che lavorano in vista della salvezza dell'umanità non devono essere insensibili nei confronti degli errori degli altri. Essi non devono né rivelare né sottolineare le loro debolezze. Devono chiedersi se un atteggiamento simile, qualora gli altri lo adottassero nei loro confronti, produrrebbe l'effetto desiderato: contribuirebbe ad accrescere il loro affetto, la loro fiducia per chi sottolinea i loro errori? In modo particolare gli errori commessi da coloro che sono impegnati nell'opera di Dio dovrebbero essere noti a un cerchio molto ristretto di persone perché i più deboli ne approfitterebbero, rendendosi conto che coloro che insegnano la Parola e la dottrina hanno le stesse debolezze degli altri. Qualora un pastore venisse considerato degno di lavorare per la salvezza degli uomini sarebbe una cosa molto crudele che i suoi errori fossero rivelati ai non credenti. Da questo modo di procedere non deriva nessun bene, ma solo del male. Il Signore disapprova questo atteggiamento, perché diminuisce la fiducia delle persone in coloro che egli accetta come collaboratori affinché realizzino gli obiettivi della sua opera. TT1 209 1 I collaboratori di Dio devono vegliare sulla reputazione dei loro colleghi. Dio dice: "Non toccate i miei unti, e non fate alcun male ai miei profeti". 1 Cronache 16:22; cfr. Salmi 105:15. Dobbiamo coltivare amore e fiducia reciproci. La mancanza di questo amore e di questa fiducia, da parte di un pastore nei confronti di un suo collega, non accresce la felicità né di colui che si trova in difetto né di colui che giudica. Vi è maggior forza nell'amore che nella critica. L'amore abbatte le barriere mentre la critica chiude ogni via di accesso all'anima. ------------------------Capitolo 60: Perduto e ritrovato La pecora smarrita TT1 210 1 La mia attenzione fu attratta dalla parabola della pecora smarrita. Le novantanove erano state lasciate nel deserto e il pastore era partito alla ricerca di quella che si era smarrita. Quando la ritrovò la prese sulle spalle e ritornò a casa con gioia. Non si lamentò, non rimproverò la pecora che gli aveva dato tante preoccupazioni, ma tornò a casa felice di averla ritrovata. TT1 210 2 Per manifestare la sua gioia invitò amici e vicini. Non perse tempo a lamentarsi del fatto che la pecora si fosse allontanata perché la gioia di averla ritrovata ricompensava il dolore, le preoccupazioni, l'angoscia, i pericoli che aveva affrontato. "...Così vi sarà in cielo più allegrezza per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di ravvedimento". Luca 15:7. La dramma perduta TT1 210 3 La dramma perduta rappresenta l'uomo che si è allontanato da Dio. L'interesse della donna nella ricerca della moneta insegna ai discepoli del Cristo una lezione relativa alla loro responsabilità nei confronti di coloro che si allontanano dalla giustizia. La donna accese la sua lampada per avere più luce, poi spazzò la casa e cercò con molta cura fino a quando non riuscì a trovarla. TT1 210 4 In questo modo viene chiaramente sottolineato il dovere dei cristiani nei confronti di coloro che hanno bisogno di aiuto perché si sono allontanati da Dio. Essi non devono essere abbandonati nelle tenebre dell'errore, ma devono utilizzare tutti i metodi possibili per ricondurli alla luce. Così, come la donna, per vedere meglio, accese la sua lampada, è necessario pregare con fervore per ottenere lo Spirito di Dio che dissiperà le tenebre e l'incredulità. È necessario ricercare nella Parola di Dio le verità straordinarie che incoraggeranno i cristiani fornendo loro le argomentazioni utili per raggiungere coloro che si sono sviati. Il Signore disapprova l'indifferenza e la negligenza. TT1 210 5 Quando la donna trovò la moneta invitò amici e vicini e disse: "...Rallegratevi meco, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, v'è allegrezza dinanzi agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede". Luca 15:9, 10. Se gli angeli di Dio si rallegrano per i peccatori che riconoscono i propri errori e desiderano riallacciare i loro legami con i fratelli, quanto più i discepoli del Cristo, che sono anche loro peccatori e hanno bisogno ogni giorno del perdono di Dio e della comunità, saranno lieti per il ritorno di un fratello o di una sorella che, ingannati da Satana, hanno sbagliato e si sono pentiti! TT1 211 1 Invece di allontanarsi da coloro che hanno commesso un errore i fratelli devono ricercare la loro compagnia. Invece di criticarli perché sono nelle tenebre, dovrebbero ravvivare la loro lampada tramite la grazia divina e una migliore conoscenza della Scrittura. Essi possono dissipare le tenebre che circondano coloro che sono ancora nell'errore grazie alla loro luce. Quando saranno riusciti a far comprendere l'importanza di pentirsi e accettare la verità, li accoglieranno con gioia, senza esprimere rimproveri per rinfacciare la gravità del peccato commesso anche se ha procurato ansie e difficoltà e richiesto l'impegno degli altri membri della comunità. Se gli angeli di Dio sono felici quando un peccatore si pente, quanto più dovrebbero esserlo i fratelli, che hanno avuto anch'essi bisogno di simpatia, di amore, di aiuto quando hanno sbagliato e, nell'oscurità in cui erano piombati, non hanno saputo risollevarsi da soli. Il figlio prodigo TT1 211 2 La mia attenzione fu richiamata sulla parabola del figlio prodigo. Egli chiese al padre la parte dei beni che gli spettava; voleva occuparsi dei propri interessi, realizzare le proprie idee, amministrare tutto personalmente. Il padre acconsentì alla richiesta e il figlio, egoisticamente, se ne andò lontano per non essere più disturbato dai consigli e dalle osservazioni del padre. TT1 211 3 Il figlio credeva di trovare la felicità gestendo liberamente i propri beni, senza essere annoiato da restrizioni e consigli. Egli non voleva essere vincolato da obblighi reciproci. Eppure il padre aveva dei diritti su di lui, ma egli non li riconosceva e manifestò uno spirito ribelle: credeva che una parte del patrimonio paterno gli appartenesse di diritto e chiese quindi di poterla gestire; in realtà non c'era nulla che potesse chiedere e a cui avesse diritto. TT1 211 4 Dopo aver ricevuto il denaro che non meritava, se ne andò di casa per dimenticarsi di avere un padre. Insofferente nei confronti di ogni restrizione, era deciso a godere dei piaceri come e dove voleva. Però, dopo aver dissipato tutto il denaro ricevuto dal padre e soddisfatto tutti i suoi desideri, il paese in cui abitava fu colpito da una carestia ed egli si trovò in difficoltà. Cominciò a pentirsi del suo comportamento, perché aveva dissipato tutti i suoi beni ed era caduto in miseria. Fu costretto a rinunciare alla vita che aveva condotto fino a quel momento e ad accontentarsi del misero e umiliante lavoro di guardiano di un branco di maiali. TT1 211 5 Essendo sceso così in basso, ripensò alla bontà e all'affetto del padre e sentì il desiderio di rivederlo. La sua attuale condizione di solitudine e di povertà era il frutto della sua disubbidienza e del peccato che lo avevano separato dal padre. Pensò ai privilegi e all'abbondanza di cui godevano i servi di suo padre, mentre lui moriva di fame. Umiliato dall'avversità, decise di ritornare dal padre e di confessargli umilmente la propria colpa. Era ormai sfinito dalle privazioni e dalla fame. L'amore del Padre TT1 212 1 Mentre il figlio era ancora lontano da casa, il padre notò un viandante e il suo primo pensiero corse al figlio ribelle che anni prima lo aveva abbandonato per condurre una vita sfrenata. I suoi sentimenti paterni erano sempre molto vivi. Nonostante i segni evidenti della degradazione, il padre lo riconobbe subito e non aspettò che arrivasse da lui, ma si affrettò ad andargli incontro. Non lo rimproverò per averlo fatto soffrire atrocemente, ma con tenerezza e compassione si affrettò a manifestargli il suo amore e il suo perdono. TT1 212 2 Sebbene il viso del figlio fosse sciupato ed esprimesse chiaramente gli effetti di una vita dissoluta, sebbene fosse vestito di stracci, come un mendicante, e avesse i piedi coperti dalla polvere del viaggio, quando si chinò umilmente davanti a lui, il padre ne ebbe compassione. Non si schermì dietro la sua dignità, non si mostrò duro e arcigno. Non rinfacciò al figlio la sua condotta, per non rattristarlo ancora di più, ma lo prese, lo fece rialzare e lo baciò. Abbracciò il figlio ribelle, lo rivestì della sua ricca veste e lo strinse a sé con tanto calore, con tanta bontà che anche se il figlio avesse ancora voluto dubitare della sua clemenza e del suo amore, ogni dubbio sarebbe svanito. Se il figlio, quando aveva deciso di ritornare a casa, si era già reso conto del proprio peccato, ora, dopo un'accoglienza così toccante, è perfettamente consapevole della propria ingratitudine. Il suo cuore, prima intenerito, ora è spezzato perché sente di avere addolorato profondamente il padre. TT1 212 3 Il figlio, pentito e tremante, che aveva tanto temuto di essere rinnegato, non aveva immaginato un'accoglienza simile. Sentiva di non meritarla e riconobbe tutta la gravità del peccato commesso lasciando il padre. "...Padre, ho peccato contro il cielo e contro te; non son più degno d'esser chiamato tuo figliuolo". Luca 15:21. Egli chiese solo di essere trattato come un servo. Il padre, però, invitò i servi a manifestare il loro rispetto e a servirlo come se fosse sempre stato un figlio ubbidiente. Il fratello geloso TT1 212 4 Il padre trasformò il ritorno del figlio in un'occasione di festa. Il figlio maggiore, che era nei campi, ignorava che il fratello fosse ritornato e, udendo quelle grida di gioia, chiese ai servi cosa fosse successo. Gli dissero che suo fratello, ritenuto morto, era ritornato e che suo padre aveva ucciso il vitello ingrassato perché lo aveva riavuto come se fosse risuscitato dai morti. TT1 212 5 Egli si arrabbiò a tal punto che non volle entrare per vedere e salutare il fratello. Era indignato perché riteneva che fosse ingiusto accogliere con tanti onori chi aveva abbandonato il padre e lasciato a lui, il fratello maggiore, il peso di ogni responsabilità. Quel giovane che aveva sperperato i beni paterni, che si era ridotto nella più squallida miseria, mentre lui era rimasto a casa ad adempiere fedelmente i propri doveri di figlio, ora ritornava ed era ricevuto con un rispetto e un onore che non erano mai stati manifestati nei suoi confronti. TT1 212 6 Il padre invitò il figlio maggiore a entrare in casa e a salutare il fratello con gioia. Era morto nel peccato, vittima della corruzione, ma ora era tornato in vita; aveva ritrovato il significato dei suoi principi morali e detestava la sua vita passata. Ma il figlio maggiore disse: "...Ecco, da tanti anni ti servo, e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto da far festa con i miei amici; ma quando è venuto questo tuo figliuolo che ha divorato i tuoi beni con le meretrici, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato. E il padre gli disse: Figliuolo, tu sei sempre meco, ed ogni cosa mia è tua; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato". Luca 15:29-32. TT1 213 1 Il padre rassicurò il figlio che era sempre stato con lui: tutto quello che aveva era suo, ma era giusto rallegrarsi perché suo "fratello era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato". Il fatto che il figlio perduto fosse stato ritrovato e fosse tornato in vita per il padre ha un'importanza maggiore di qualsiasi altra considerazione. TT1 213 2 Questa parabola fu raccontata dal Cristo per indicare il modo in cui il nostro Padre celeste accoglie i peccatori che si pentono. Il padre è colui che è stato offeso, eppure, nella sua compassione, pieno di pietà e desideroso di perdonare, va incontro al figlio prodigo e manifesta tutta la sua gioia perché lo aveva creduto morto a ogni affetto filiale; il giovane, invece, rendendosi conto del grave errore che aveva commesso, era ritornato a casa, apprezzando l'amore e riconoscendo i diritti del padre. Egli sa che il figlio si pente dei suo errori e ora ha bisogno di misericordia e di amore. Il figlio ha sofferto: ha capito la tragica realtà della sua situazione ed è ritornato dal padre, convinto che egli fosse il solo in grado di aiutarlo. TT1 213 3 Il ritorno del figlio prodigo rappresentò un'occasione di grande gioia. Le rimostranze del fratello maggiore erano comprensibili, ma ingiuste. Eppure questo è spesso l'atteggiamento di un fratello nei confronti dell'altro. Troppo spesso si cerca di sottolineare la portata degli errori commessi dagli altri, ricordando ai peccatori le loro mancanze. Chi ha peccato ha bisogno di compassione, di aiuto e di simpatia: soffre ed è spesso depresso e scoraggiato. Il peccatore pentito deve comprendere che il perdono è senza riserve. ------------------------Capitolo 61: Il grano e le zizzanie TT1 214 1 Gesù, in una parabola presentata ai discepoli, paragonò il regno dei cieli a un campo nel quale un uomo seminò il buon seme. Mentre l'uomo dormiva venne un nemico e seminò la zizzania. Al padrone del terreno fu posta questa domanda: "...Signore, non hai tu seminato buona semenza nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania? Ed egli disse loro: Un nemico ha fatto questo. E i servitori gli dissero: Vuoi tu che l'andiamo a cogliere? Ma egli rispose: No, che talora, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insiem con esse il grano. Lasciate che ambedue crescano assieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura, io dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio". Matteo 13:27-30. Se avessero perseverato fedelmente, vigilando, senza addormentarsi o trascurare il lavoro, il nemico non avrebbe avuto la possibilità di seminare le zizzanie in mezzo al grano. Satana non dorme mai: è sempre vigile e sa sfruttare tutte le occasioni per diffondere quell'errore che poi trova un terreno favorevole in molti cuori non santificati. TT1 214 2 Coloro che credono sinceramente nella verità sono rattristati. Le loro prove e difficoltà aumentano a causa della presenza di individui che si insinuano per scoraggiarli e rendere vani i loro sforzi. Il Signore, però, insegna loro a essere molto prudenti: "Lasciateli crescere insieme! Non estirpate le zizzanie: rischiate di sradicare contemporaneamente anche il buon grano". I pastori e i membri di chiesa dovranno essere molto cauti, diversamente manifesteranno uno zelo senza conoscenza. Si corre il rischio di preoccuparsi troppo per eliminare le difficoltà della chiesa che, ignorate, potrebbero invece risolversi da sole. È sbagliato crearsi dei problemi prima ancora che si presentino. È necessario esercitare pazienza e autocontrollo per sopportare le difficoltà ed evitare di agire secondo l'impulso personale per ristabilire l'ordine. TT1 214 3 L'opera compiuta a... è stata prematura e ha provocato una spiacevole scissione in quella piccola chiesa. Se i servitori di Dio avessero compreso la lezione della parabola del buon grano e delle zizzanie, insegnata dal Salvatore, non avrebbero svolto il loro lavoro. Prima di impegnarsi in una direzione che permetterà anche a coloro che non ne sono affatto degni di lamentarsi per essere stati allontanati dalla chiesa, il caso dovrebbe essere esaminato a fondo, con la massima cura e dopo aver pregato intensamente. TT1 214 4 A... sono state prese delle decisioni che hanno formato un partito di opposizione. Alcuni di coloro che avevano accettato la Parola di Dio potevano essere paragonati al terreno che si trova lungo la strada, altri al terreno pietroso, altri ancora al terreno invaso dalle spine che soffocano il buon seme; essi non sarebbero mai stati in grado di formarsi un solido carattere cristiano. Alcuni avrebbero potuto essere nutriti e fortificati, convinti della verità. La posizione assunta dal fratello R. e dal fratello S. ha determinato una crisi prematura e non ci si è comportati saggiamente nei confronti delle fazioni che si sono formate. TT1 215 1 Anche se alcune persone meritano di essere allontanate dalla chiesa, come Satana lo fu dal cielo, esse trovano dei sostenitori perché vi è sempre gente che si lascia influenzare più facilmente dagli uomini che dallo Spirito di Dio e dai buoni principi. Siccome mancano di consacrazione sono sempre pronte a schierarsi dalla parte di chi ha torto e manifestare compassione e simpatia per chi non le merita. Esercitano un forte influsso sugli altri, presentano i fatti sotto una falsa luce e fanno del male a molti. Satana, nella sua ribellione, coinvolse un terzo degli angeli che si allontanarono dal Padre e dal Figlio per unirsi all'istigatore della rivolta. In base a questa esperienza dovremmo agire con la massima cautela. Possiamo aspettarci solo prove e difficoltà con uomini e donne che hanno uno spirito simile. Dobbiamo sopportarle ed evitare di sradicare le zizzanie, per paura di sradicare anche il buon grano. Le prove sono una benedizione TT1 215 2 "Voi avrete tribolazioni nel mondo" dice il Cristo "ma in me troverete la pace". Le prove alle quali i cristiani sono esposti -- dolore, avversità e disprezzo sono i mezzi che Dio ha scelto per separare la pula dal grano. L'orgoglio, l'egoismo, le passioni, l'amore per il piacere sono tutte tendenze da vincere. Dio utilizza le nostre difficoltà per metterci alla prova e per mostrarci che questi difetti fanno ancora parte del nostro carattere. Dobbiamo vincere tramite la sua forza e la sua grazia, per essere partecipi della natura divina, per sfuggire alla corruzione che esiste nel mondo a causa della concupiscenza. "Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono son solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne". 2 Corinzi 4:17, 18. Afflizioni, problemi, tentazioni, avversità e altre prove sono elementi a cui Dio ricorre per affinarci, santificarci e prepararci per il regno dei cieli. TT1 215 3 Il male provocato all'opera di Dio da scelte incaute non potrà mai essere riparato totalmente. A... non si è sviluppata come avrebbe dovuto e non è più considerata favorevolmente. Spesso fra noi vi sono persone il cui influsso positivo è praticamente nullo. La loro vita sembra inutile, ma lasciate che passino all'opposizione e saranno utili strumenti nelle mani di Satana, rivelando uno spirito battagliero. L'opera del nemico, infatti, si armonizza con i sentimenti del loro cuore. Occorre quindi fare un profondo esame di coscienza e pregare. Dio ha promesso di accordare la sapienza a coloro che gliela chiedono. L'opera di testimonianza è spesso affidata a coloro che sono impreparati per farlo. Essi dimostrano zelo, ma trascurano la preghiera. In questo caso si manifestano profondi effetti negativi perché essi cercano di limitare la coscienza degli altri secondo la propria opinione. È necessario l'autocontrollo. Le parole dure provocano l'opposizione. Il fratello S. corre il pericolo di lasciarsi andare a un'aspra critica. Questo non è opportuno per un difensore della giustizia. TT1 216 1 Fratello S. lei ha ancora molto da imparare. Ha la tendenza ad attribuire i suoi errori e il suo scoraggiamento al fratello W., mentre un esame approfondito delle sue motivazioni e del suo comportamento rivelerebbe che esistono in lei altre cause che provocano questo scoraggiamento. È schiavo delle sue inclinazioni. La severità che a volte la caratterizza distrugge il suo influsso. Caro fratello, deve compiere un'opera che nessuno può realizzare al suo posto. Ognuno è responsabile di se stesso davanti a Dio. Il Signore ci ha dato la sua legge come uno specchio nel quale possiamo guardarci e scoprire i nostri difetti. Non dobbiamo guardare in questo specchio per cercare gli errori del nostro prossimo e verificare se raggiungono il livello necessario, ma per vedere i nostri difetti ed eliminarli. La conoscenza non è sufficiente, dobbiamo mettere in pratica i consigli che ci sono stati dati. Non possiamo scegliere di ubbidire soltanto a ciò che ci piace e disubbidire quando ci conviene. L'ubbidienza vale più del sacrificio. ------------------------Capitolo 62: L'educazione cristiana TT1 217 1 Educare i giovani è l'opera più bella che sia mai stata affidata a uomini e donne. Nell'educazione dei giovani si deve usare la massima attenzione nel variare i metodi pedagogici in modo da sollecitare le facoltà più nobili e più elevate della mente. Se genitori e insegnanti non hanno imparato la lezione dell'autodisciplina, della pazienza, della sopportazione, della cortesia e dell'amore non saranno pronti per dare ai figli un'educazione adeguata! Pochi si rendono conto delle reali necessità della mente e sono in grado di orientare lo sviluppo intellettuale e affettivo dei giovani. TT1 217 2 C'è un momento opportuno per l'educazione dei bambini e un momento per l'educazione dei giovani. È molto importante che nella scuola le due realtà siano ben equilibrate. I ragazzi possono essere educati al peccato o alla giustizia. La prima educazione ricevuta modella il loro carattere sia per la vita quotidiana sia per quella spirituale. Salomone scrive: "Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne dipartirà". Proverbi 22:6. L'autore si esprime in modo positivo. Salomone raccomanda di guidare, educare, formare. Perché i genitori e gli educatori possano compiere quest'opera, devono conoscere personalmente la via che il ragazzo dovrebbe percorrere. Questo implica più che una semplice conoscenza intellettuale e prende in considerazione tutto ciò che è buono, virtuoso, giusto e santo: la temperanza, la pietà, l'amor fraterno, l'amore per il Signore e per il prossimo. Per raggiungere questo obiettivo ci si deve preoccupare dell'educazione fisica, mentale, morale e religiosa dei ragazzi. TT1 217 3 A casa e a scuola non si educano i bambini come se si trattasse di addomesticare degli animali, perché i ragazzi hanno una volontà che deve essere indirizzata a controllare tutte le facoltà dell'essere. Gli animali hanno bisogno di essere addomesticati perché non sono dotati di ragione. Ai bambini è necessario insegnare l'autocontrollo, la padronanza dell'intero essere, mentre gli animali vengono dominati da un padrone e addestrati a ubbidirgli. Il padrone rappresenta la mente, l'intelligenza e la volontà dell'animale. Se un bambino viene educato come un animale non svilupperà una volontà propria. La sua stessa personalità può essere annientata da colui che lo educa; la sua volontà, le sue intenzioni e i suoi obiettivi finiscono per dipendere da quelli del maestro. TT1 217 4 I bambini educati in questo modo mancheranno sempre di forza morale e di senso di responsabilità individuale. Essi non sono stati abituati ad agire sulla base della ragione e dei principi; la loro volontà è stata dominata e le facoltà della loro mente non sono state esercitate e sviluppate. Essi non sono stati né diretti né disciplinati in funzione del loro temperamento e delle loro attitudini per poter esercitare le facoltà migliori di cui dispongono. Gli insegnanti non devono limitarsi a questo stadio, ma devono interessarsi alle qualità che sono ancora da sviluppare, affinché tutte possano essere esercitate e sviluppate armoniosamente per raggiungere un'adeguata maturità. Sviluppare la fiducia in se stessi TT1 218 1 Molti ragazzi sembrano ben educati quando si trovano ancora sotto l'influsso di una certa disciplina, ma quando non possono più contare sul loro sistema di norme e regolamenti sembrano incapaci di riflettere, agire e decidere. Questi bambini sono stati così a lungo limitati da una disciplina di ferro, che impediva loro di pensare, agire e scegliere da soli, che ora non hanno nessuna fiducia in loro stessi e non sanno comportarsi in base a parametri e opinioni propri. Accade, allora, che quando si trovano lontani dai genitori e devono agire da soli non hanno la fermezza di carattere necessaria perché non sono stati abituati a utilizzare il loro raziocinio e quindi la loro mente non si è sviluppata e rafforzata in modo adeguato. Essi sono stati così a lungo sotto il controllo assoluto dei genitori che dipendono completamente da loro: i genitori sono diventati la loro mente e il loro metro di misura. TT1 218 2 D'altra parte i giovani non dovrebbero credere e agire in modo del tutto indipendente dal giudizio di genitori e insegnanti. I ragazzi devono essere abituati a rispettare l'esperienza degli adulti e lasciarsi guidare da genitori e maestri. Devono essere educati in modo che la loro mente sia in sintonia con quella del padre, della madre e degli insegnanti e siano quindi pronti a valutare la possibilità di accettare i loro consigli. Quando saranno lontani da genitori e insegnanti, potranno dimostrare di non avere un carattere che somigli a una canna mossa dal vento. TT1 218 3 Una severa disciplina che non permette ai giovani di pensare e agire da soli, secondo la loro possibilità e il proprio punto di vista per sviluppare la riflessione, il rispetto di se stessi, la fiducia nelle proprie capacità, produrrà invariabilmente una categoria di esseri deboli sia mentalmente sia moralmente. Quando dovranno agire da soli riveleranno di essere stati educati secondo metodi adatti agli animali: la loro volontà, invece di essere guidata, è stata assoggettata all'autorità e alla disciplina di genitori e insegnanti. TT1 218 4 Genitori ed educatori che si vantano di avere un assoluto controllo della mente e della volontà dei ragazzi di cui si occupano, cesserebbero di vantarsene se si rendessero conto della vita futura di quei bambini e di quei giovani che sono stati soggiogati con la forza o la paura. Essi non sono pronti ad affrontare le dure responsabilità della vita. Quando questi giovani non saranno più sotto il controllo di genitori e insegnanti, costretti a pensare e ad agire da soli, correranno il rischio di sbagliare e cedere alla tentazione. TT1 218 5 Essi non hanno successo nella vita e le stesse manchevolezze si riscontrano anche nella loro vita religiosa. Se gli educatori di bambini e giovani potessero rendersi conto del risultato futuro di questa errata impostazione disciplinare, cambierebbero i loro metodi educativi. Questi insegnanti, che sono stati elogiati per il controlIo esercitato sulla volontà degli allievi, non sono affatto i migliori anche se le apparenze sembrano, per il momento, dimostrare il contrario. TT1 219 1 Dio non ha mai voluto che la mente umana fosse dominata da un altro uomo. Coloro che si impegnano affinché i loro allievi abdichino in favore della loro personalità e cercano di essere la loro mente, la loro coscienza e la loro volontà, si assumono grandi responsabilità. Questi ragazzi, in determinate occasioni, possono sembrare simili a soldati ben addestrati. Quando, però, non si sentono più vincolati, si nota l'incapacità di agire in modo indipendente, sulla base dei principi. Coloro invece che si prefiggono il compito di educare i propri studenti in modo tale che siano in grado di agire come uomini e donne di saldi principi, certi di prepararli per qualsiasi ruolo nella vita, sono gli educatori più utili e più efficaci. La loro opera può sembrare priva di vantaggi agli occhi di osservatori superficiali, i loro metodi possono anche essere ritenuti meno efficaci di quelli utilizzati da coloro che dominano con autorità assoluta sulle menti e sulla volontà dei propri allievi, ma la vita futura degli studenti rivelerà i frutti di questo metodo educativo. TT1 219 2 Genitori e insegnanti corrono il rischio di voler esercitare disciplina e autorità e di non instaurare un buon dialogo con i figli e gli allievi. Spesso sono troppo distaccati, esercitano la loro autorità con tono freddo, privo di simpatia, che certamente non conquista il cuore dei figli e degli studenti. Se riunissero intorno a sé i ragazzi, se dimostrassero affetto, se rivelassero un sincero interesse per tutti i loro sforzi, mettendosi, a volte, al loro stesso livello, li renderebbero felici e conquisterebbero il loro amore e la loro fiducia. In questo modo i giovani proverebbero maggiore affetto e maggiore rispetto per genitori e insegnanti. TT1 219 3 Le abitudini e i principi di un maestro devono essere considerati più importanti della sua preparazione culturale. Se è un cristiano sincero sentirà la necessità di interessarsi all'educazione fisica, mentale, morale e spirituale dei suoi allievi. Per esercitare un influsso positivo egli deve avere un vero autocontrollo e provare un sincero affetto per i suoi studenti, manifestandoli nei suoi sguardi, nelle sue parole, nelle sue azioni. Egli deve avere una fermezza di carattere tale da riuscire a plasmare la mente dei suoi allievi, impartendo loro una buona educazione. È la prima educazione che generalmente forma il carattere per la vita. Coloro che si occupano dei giovani devono essere in grado di sviluppare al massimo le facoltà della mente e comprendere quale sia il metodo più adatto per accrescere le loro capacità ed esercitarle nel modo migliore. ------------------------Capitolo 63: La riforma sanitaria TT1 220 1 Il 10 dicembre 1871 mi è stato mostrato nuovamente che la riforma sanitaria è parte integrante della grande opera grazie alla quale il popolo di Dio sarà pronto per il ritorno del Cristo. Essa è strettamente collegata con il messaggio del terzo angelo come la mano è unita al corpo. La legge dei dieci comandamenti è stata considerata con leggerezza dall'uomo, ma il Signore non avrebbe potuto punire i trasgressori senza inviare loro un messaggio di avvertimento. Il terzo angelo proclama questo messaggio. Se gli uomini avessero sempre ubbidito al decalogo, adeguando la loro vita ai suoi principi, la maledizione della malattia non avrebbe colpito il mondo. TT1 220 2 Gli uomini e le donne non possono violare le leggi naturali, cedere ai loro appetiti o alle loro passioni, senza infrangere la legge di Dio. L'Eterno ha permesso che la luce della riforma sanitaria risplendesse su di noi, affinché riconoscessimo di aver violato quelle leggi che egli aveva stabilito nel nostro essere. La nostra gioia o la nostra sofferenza possono essere attribuite all'ubbidienza o alla disubbidienza alla legge naturale. Il nostro amato Padre celeste vede qual è la condizione deplorevole degli uomini che, alcuni consapevolmente e molti senza rendersene conto, vivono violando apertamente le leggi stabilite dal Signore. Dio, nel suo amore e nella sua misericordia nei confronti del genere umano, ha inviato il messaggio della riforma sanitaria. Egli proclama la sua legge e annuncia il castigo che deriverà dalla sua trasgressione, affinché tutti possano imparare a vivere in armonia con le leggi della natura. Dio proclama la sua legge in modo così chiaro che risulta individuabile come una città posta sopra una collina. Tutti gli uomini maturi e responsabili possono, se vogliono, comprenderla. Coloro che hanno una comprensione e un'intelligenza limitata non saranno considerati responsabili. Enunciare chiaramente le leggi della salute e sollecitarne l'ubbidienza è l'opera che accompagna il messaggio del terzo angelo, per preparare un popolo che sia pronto ad accogliere il Signore al suo ritorno. ------------------------Capitolo 64: Il pericolo delle lodi TT1 221 1 Mi è stato rivelato che si dovrebbe essere molto cauti anche quando si tratta di confortare uomini e donne che si sentono oppressi, per evitare che essi attribuiscano il merito alla propria saggezza, trascurando di riconoscere che essi dipendono soltanto dal Signore. È pericoloso elogiare qualcuno o esaltare le capacità di coloro che collaborano con Dio. Nel giorno del Signore molti saranno pesati sulla bilancia e trovati mancanti a causa dell'esaltazione. Io vorrei avvertire i miei fratelli e le mie sorelle di non adulare mai le persone per i loro talenti, perché essi non sono in grado di sopportarlo: l'uomo si esalta facilmente e molti perdono quindi il loro equilibrio. TT1 221 2 Fratelli e sorelle, lo ripeto, se volete non sentirvi responsabili della morte degli uomini, astenetevi sempre dall'adulazione. Non esaltate mai dei semplici mortali: questo tipo di adulazione potrebbe determinare la loro rovina. Non è bene lodare con le nostre parole e con le nostre azioni un fratello o una sorella, per umile che possa sembrare il suo comportamento. Se possiedono quello spirito di dolcezza e umiltà tanto apprezzato da Dio, aiutateli a conservarlo. Non otterete questo risultato disprezzandoli o trascurando di apprezzare giustamente il loro vero valore. Sono pochi coloro che sanno accettare un elogio senza subirne le conseguenze negative. TT1 221 3 Alcuni pastori dotati di talenti e che predicano il messaggio della verità apprezzano le lodi. L'applauso li stimola come un bicchiere di vino eccita il bevitore. Inviate questi pastori in una piccola comunità in cui non si manifesteranno né entusiasmi né opposizioni ed essi perderanno il loro interesse, il loro zelo e appariranno abbattuti come l'ubriaco privo del suo bicchiere. Questi uomini diventeranno buoni collaboratori di Dio quando avranno imparato a lavorare senza lo stimolo della lode. ------------------------Capitolo 65: Occuparsi di coloro che si sono allontanati da Dio TT1 222 1 Il Cristo si è identificato con il suo popolo. Ha condiviso le sue esigenze e le sue sofferenze. Gesù dice: "Perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere e m'accoglieste; fui ignudo, e mi rivestiste; fui infermo, e mi visitaste; fui in prigione, e veniste a trovarmi". Matteo 25:35, 36. I collaboratori di Dio devono provare una tenera simpatia e un amore sincero per i discepoli del Cristo. Essi manifesteranno lo stesso interesse che il Cristo sottolineò nella cura che il pastore ha per la pecora smarrita; essi devono seguire l'esempio di Gesù ed esercitare la stessa attenzione, la stessa bontà, lo stesso amore rivelato nei nostri confronti. TT1 222 2 Le grandi forze morali dell'uomo sono la fede, la speranza e l'amore. Se esse rimangono inattive, un pastore può essere fervente e zelante, ma il suo lavoro non sarà gradito a Dio, né utile per la chiesa. Colui che trasmette il solenne messaggio di Dio deve sempre comportarsi correttamente, amare la misericordia, camminare umilmente davanti a Dio. Quando lo spirito del Cristo penetra nel cuore, tutte le facoltà potranno essere utilizzate per nutrire e proteggere le pecore, così come fa un vero pastore. L'amore è la catena d'oro che unisce fra loro i cuori dei credenti con legami di amicizia, tenerezza e fedeltà e che quindi unisce anche a Dio. TT1 222 3 Manchiamo veramente di amore, compassione e misericordia tra fratelli. I pastori del Cristo sono troppo freddi e senza cuore. Non provano tenera compassione e amore profondo. La più pura ed elevata devozione per il Signore è quella che si manifesta tramite il desiderio sincero di condurre gli uomini al Cristo. Ecco perché coloro che predicano il messaggio per la nostra epoca non conseguono un maggiore successo: essi mancano di fede, speranza e amore. Ecco perché dovremo affrontare tutti lotte, sofferenze e sopportare rinunce. Soffriremo e piangeremo per i nostri peccati; dovremo lottare e vigilare provando rimorsi e vergogna per le nostre manchevolezze. TT1 222 4 Coloro che predicano il messaggio della croce del nostro amato Salvatore non dimentichino le loro esperienze. Essi tengano sempre presente che sono soltanto degli uomini fallibili e soggetti alle stesse passioni dei loro fratelli. Se essi vogliono aiutare i loro fratelli devono essere perseveranti nel loro impegno per il bene ed essere motivati dall'amore e dalla misericordia. Essi devono parlare al cuore dei fratelli, sostenerli nelle loro debolezze e aiutarli al momento opportuno. Coloro che predicano la Parola e insegnano le dottrine devono vincere la durezza del loro cuore, l'orgoglio e l'incredulità se vogliono insegnare ai loro fratelli come ottenere gli stessi successi. TT1 223 1 Il Cristo ha fatto tutto per noi perché eravamo impotenti. Eravamo legati dalle catene delle tenebre, del peccato e della disperazione e non potevamo fare nulla da soli. Esercitando la fede, la speranza e l'amore ci avviciniamo sempre più all'ideale della santità perfetta. I nostri fratelli provano lo stesso bisogno di aiuto che abbiamo provato noi. Non dobbiamo, quindi, opprimerli con dei rimproveri, ma lasciare che l'amore del Cristo ci costringa a essere pieni di compassione e tenerezza, pronti a piangere per coloro che si sono sviati o si sono allontanati da Dio. Ogni essere umano ha un valore infinito che può essere valutato soltanto in base al prezzo pagato per il suo riscatto. È il Calvario che ci ha fatto comprendere il vero valore di un'anima! TT1 223 2 Per risvegliare la sensibilità degli uomini e orientarli verso la salvezza sono più adatte risposte moderate, parole gentili, che avranno un effetto maggiore della severità e della durezza. La mancanza di gentilezza può allontanare le persone, mentre uno spirito conciliante potrebbe essere il mezzo per avvicinarle e permetterci, così, di condurle sulla retta via. Dovreste essere animati dal desiderio di perdonare e credere quindi alla sincerità degli obiettivi e delle azioni di coloro che vi circondano. -- Testimonies for the Church 4:65 (1876). ------------------------Capitolo 66: Amore e dovere TT1 224 1 L'amore ha un fratello gemello: il dovere. Amore e dovere sono sullo stesso piano. Se si esercita l'amore e si trascura il dovere, i figli diventeranno testardi, cocciuti, cattivi, egoisti e disubbidienti. Se, invece, si agisce solo in funzione del dovere, senza che esso sia mitigato dall'amore, si raggiungeranno gli stessi risultati. Dovere e amore devono procedere uniti: allora i figli saranno veramente disciplinati. TT1 224 2 Un tempo, in Israele, erano state impartite ai sacerdoti le seguenti direttive: "Insegneranno al mio popolo a distinguere fra il sacro e il profano, e gli faranno conoscere la differenza tra ciò ch'è impuro e ciò ch'è puro. In casi di processo, spetterà a loro il giudicare; e giudicheranno secondo le mie prescrizioni..." Ezechiele 44:23, 24. "Quando avrò detto all'empio: -- Empio, per certo tu morrai! -- e tu non avrai parlato per avvertir l'empio che si ritragga dalla sua via, quell'empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l'empio che si ritragga dalla sua via, e quegli non se ne ritrae, esso morrà per la sua iniquità, ma tu avrai scampato l'anima tua". Ezechiele 33:8, 9. TT1 224 3 Il dovere di coloro che collaborano con Dio è indicato chiaramente. Essi non possono accampare delle scuse per evitare di compiere fedelmente il compito che il Signore ha loro affidato: denunciare i peccati e i torti del suo popolo, anche se si tratta di un'opera ingrata e che non incontra il favore di chi merita il rimprovero. In molti casi, comunque, colui che riceve l'avvertimento l'accetterebbe volentieri se non intervenissero altre persone. Alcuni, manifestando simpatia e comprensione per la persona rimproverata, credono sia opportuno assumerne le difese. Non si rendono conto che il Signore disapprova chi agisce male, perché l'opera di Dio ne ha subìto un danno e il nome dell'Altissimo è stato profanato. TT1 224 4 Molti si sono allontanati dalla verità, perdendo la fede, in seguito al comportamento sbagliato di qualcuno che era nell'errore. Ma un servitore di Dio, il cui giudizio è annebbiato e il cui spirito è fuorviato da influssi nocivi, si schiererà dalla parte di chi ha torto e ha commesso l'errore. Invece di difendere chi ha rimproverato il peccato è come se dicesse al peccatore: "Non turbarti, non ti abbattere; in definitiva non hai tutti i torti". Questo equivale a dire: "Va tutto bene!" TT1 224 5 Dio vuole che i suoi collaboratori camminino nella luce e non chiudano gli occhi per non vedere l'azione di Satana. Essi devono essere pronti ad avvertire e rimproverare coloro che sono in pericolo a causa delle sue tentazioni. Satana lavora costantemente per conseguire risultati positivi. Non si riposa mai: è perseverante, vigilante, astuto, tanto da sfruttare ogni opportunità e volgerla a proprio vantaggio nella sua lotta contro la verità e contro gli interessi del regno di Dio. È triste vedere che coloro che lavorano con Dio non sono vigilanti e attenti neppure la metà di quanto dovrebbero esserlo per sventare le insidie di Satana. Anziché resistere al diavolo e farlo fuggire, molti sono piuttosto inclini a raggiungere un compromesso con le potenze delle tenebre. ------------------------Capitolo 67: La chiesa di Laodicea TT1 226 1 Il messaggio alla chiesa di Laodicea è una severa denuncia e si può applicare al popolo di Dio del nostro tempo. TT1 226 2 "Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo, io ti consiglio di comprare da me dell'oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti. Ecco, io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco. A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono". Apocalisse 3:17-21. TT1 226 3 Il Signore ci rivela che questo era l'avvertimento che doveva essere trasmesso al popolo dai suoi messaggeri, che non erano stati chiamati per diffondere un messaggio di "pace e sicurezza". Non si tratta di qualcosa di teorico, ma di pratico in ogni suo dettaglio. Nel messaggio a Laodicea il popolo di Dio è rappresentato in una dimensione di sicurezza temporale. Si sente bene anche perché crede di aver raggiunto un livello spirituale elevato. "Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo". TT1 226 4 Che terribile illusione essere convinti che tutto vada bene mentre in realtà si è sulla cattiva strada. Il messaggio del Testimone fedele sorprende il popolo di Dio in questa situazione critica; la chiesa ignora, in buona fede, lo stato deplorevole in cui si trova nei confronti di Dio. Mentre coloro a cui si rivolge il messaggio si illudono di occupare una posizione spirituale privilegiata, questo messaggio infrange tale presunta sicurezza. Esso denuncia apertamente lo stato di cecità, di povertà, di nudità spirituale in cui si trova il popolo. Questa accusa così categorica e severa non può essere falsa perché si tratta di una dichiarazione del Testimone fedele. TT1 226 5 È difficile, per coloro che si sentono sicuri della propria posizione, ricchi di conoscenze spirituali, accettare il messaggio che denuncia i loro errori e sottolinea la loro povertà spirituale. Il cuore non santificato "... è ingannevole più d'ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi lo conoscerà?" Geremia 17:9. Mi fu mostrato che molti si illudono di essere dei buoni cristiani, mentre non possiedono quella conoscenza che viene da Gesù. Essi non hanno fatto un'esperienza autentica e personale delle realtà divine e devono rendersi conto del loro stato umiliandosi davanti a Dio per sentire l'esigenza di un impegno sincero e perseverante che permetterà loro di assicurarsi le preziose grazie dello Spirito. TT1 227 1 Dio guida il suo popolo passo dopo passo. La vita cristiana è una continua lotta e una marcia costante. Non c'è sosta nel combattimento ed è attraverso uno sforzo incessante che si può conseguire la vittoria su Satana. Come popolo vinceremo grazie alla purezza e alla potenza della verità. Nelle nostre posizioni siamo sorretti da un gran numero di chiare affermazioni delle Scritture. Ci mancano comunque l'umiltà, la pazienza, la fede, l'amore, la rinuncia, la vigilanza, lo spirito di sacrificio. Abbiamo bisogno di coltivare la santità raccomandata dalla Bibbia. Fra il popolo di Dio prevale il male. Il messaggio molto esplicito rivolto a Laodicea non viene accettato. Molti rimangono legati ai propri dubbi e ai propri peccati e ingannano se stessi credendo di non aver bisogno di nulla. Essi ritengono che la testimonianza dello Spirito di Dio sia un rimprovero che non li riguarda. È assolutamente indispensabile, invece, che queste persone ricevano la grazia di Dio e la sensibilità spirituale per riconoscere i loro limiti nella conoscenza spirituale. Mancano di quelle virtù necessarie a rendere perfetto un carattere cristiano. Esse non hanno una conoscenza pratica della verità biblica che conduce all'umiltà e all'ubbidienza alla volontà del Cristo. Esse non si sottomettono a tutte le esigenze di Dio. TT1 227 2 Non è sufficiente una semplice professione di fede. Tutti i soldati del Cristo sono obbligati a partecipare alla lotta contro l'avversario degli uomini, a condannare il male e a sostenere la giustizia. Il messaggio del Testimone fedele rivela che proveremo una delusione terribile. Per questo motivo sono necessari gli avvertimenti intesi a risvegliarci dal nostro torpore spirituale e a scuotere i credenti affinché possano reagire con decisione. TT1 227 3 Nella mia ultima visione mi è stato mostrato che anche questo messaggio perentorio del Testimone fedele non ha permesso di realizzare il piano di Dio. Il popolo non reagisce ai suoi peccati e continua a considerarsi ricco, a pretendere di non avere bisogno di nulla. Molti si chiedono: "Perché tutti questi rimproveri? Perché le Testimonianze ci accusano di continue ricadute e di gravi peccati? Noi amiamo la verità, prosperiamo, non abbiamo bisogno di questi avvertimenti e di questi rimproveri". Coloro che mormorano facciano un esame di coscienza e confrontino la loro vita con gli insegnamenti della Bibbia; si umilino davanti a Dio, permettano alla sua grazia di dissipare le tenebre spirituali e allora i loro occhi si apriranno: si renderanno conto della loro povertà e della loro miseria spirituale. Sentiranno la necessità di comperare dell'oro, cioè la fede e l'amore in tutta la loro purezza; degli abiti bianchi, cioè un carattere purificato dal sangue del loro Salvatore; del collirio, cioè la grazia di Dio che permetterà loro di distinguere chiaramente le realtà spirituali e scoprire il peccato. Queste ricchezze sono più preziose dell'oro di Ofir. La causa della cecità spirituale TT1 227 4 Mi è stato mostrato che la ragione fondamentale della cecità spirituale del popolo di Dio va ricercata nel fatto che esso non accetta i rimproveri. Molti hanno disprezzato gli avvertimenti. Il Testimone fedele condanna la tiepidezza del popolo di Dio, che permette a Satana di esercitare il suo potere in questo tempo di attesa e di vigilanza. Gli egoisti, gli orgogliosi e coloro che amano il peccato sono sempre assaliti dai dubbi. Satana utilizza tutta la sua abilità per insinuare il dubbio e suscitare delle obiezioni agli avvertimenti inviati da Dio. Molti ritengono sia una virtù e un segno d'intelligenza essere increduli e scettici. Coloro che desiderano dubitare ne avranno sempre l'occasione: Dio non elimina la possibilità di dubitare. Egli parla con chiarezza e le prove che fornisce devono essere accuratamente esaminate, con umiltà e sottomissione, e ognuno deve decidere in base all'evidenza dei fatti. TT1 228 1 La vita eterna ha un valore infinito e merita che sacrifichiamo tutto ciò che abbiamo. Mi fu mostrato che non attribuiamo alle cose eterne il loro giusto valore. In questo mondo ogni cosa degna di essere posseduta deve essere conquistata con impegno e a volte anche a prezzo di grandi sacrifici. Tutto questo solo in funzione di un tesoro terreno. Saremo meno disposti a sopportare prove e difficoltà, a compiere sforzi intensi e grandi sacrifici per ottenere un tesoro di valore inestimabile, la vita eterna? Possiamo forse pensare che il cielo possa costare troppo? TT1 228 2 La fede e l'amore sono due virtù di cui il popolo di Dio è carente. Mi è stato mostrato che lo scetticismo nei confronti delle testimonianze di avvertimento, incoraggiamento e rimprovero impedisce alla luce della conoscenza di illuminare il popolo di Dio. L'incredulità ci chiude gli occhi, ci impedisce di vedere il nostro stato. Il Testimone fedele descrive così questa cecità: "...e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo". Apocalisse 3:17. TT1 228 3 La fede nel prossimo ritorno del Cristo svanisce. "Il mio Signore tarda a venire" non lo si dice solo con il cuore, ma lo si esprime con le parole e con le azioni. In questo periodo che richiede vigilanza, il popolo di Dio è preso da un torpore che offusca i suoi sensi e lo rende inconsapevole dei segni dei tempi. La terribile malvagità che dilaga esige la massima cura e una testimonianza vivente per eliminare il male dalla chiesa. La fede è diminuita. Solo un suo esercizio costante potrà farla crescere nuovamente. TT1 228 4 Quando iniziò la proclamazione del messaggio del terzo angelo, coloro che avevano deciso di collaborare per l'opera di Dio avevano qualche cosa da rischiare e da sacrificare. Iniziarono nella povertà e affrontarono privazioni e problemi. Si confrontarono con l'opposizione più accanita, che li avvicinò a Dio e mantenne viva la loro fede. Il nostro attuale sistema di offerte1 garantisce il sostentamento dei nostri pastori e oggi non è più necessario, come un tempo, ricorrere alla fede. Coloro che si consacrano alla predicazione della verità non hanno più nulla da rischiare perché non sono chiamati a compiere nessun sacrificio particolare. Hanno a loro disposizione anche delle pubblicazioni per esporre quella verità che proclamano pubblicamente. TT1 228 5 Alcuni giovani pastori hanno iniziato la loro opera senza avere una visione reale dell'importanza del mandato ricevuto. Essi non hanno affrontato né privazioni, né difficoltà, né lotte che avrebbero richiesto l'esercizio della fede. Essi non amano le rinunce o sentir parlare di spirito di sacrificio. Alcuni, poi, diventano orgogliosi e non sentono il peso delle loro responsabilità. A questi pastori il Testimone fedele dice: "Abbi zelo e ravvediti". Alcuni sono così orgogliosi da costituire un serio ostacolo e una maledizione per l'opera di Dio. Essi non esercitano sugli altri un influsso positivo e hanno bisogno di essere completamente convertiti a Dio e santificati da quelle stesse verità che essi presentano agli altri. Avvertimenti rivolti alla chiesa TT1 229 1 Molti membri di chiesa non sopportano di essere continuamente infastiditi da avvertimenti e rimproveri che sottolineano i loro peccati. Il Testimone fedele dice: "Io conosco le tue opere". Le motivazioni, i propositi, l'incredulità, i sospetti, le gelosie possono rimanere nascosti agli uomini, ma non al Cristo. Il Testimone fedele si presenta come un consigliere ed esorta: "io ti consiglio di comprare da me dell'oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti. Ecco, io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco. A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono". Apocalisse 3:18-21. TT1 229 2 Coloro che sono rimproverati dallo Spirito di Dio non dovrebbero insorgere contro l'umile strumento del Signore. È Dio, e non un fallibile essere mortale, che ha parlato per salvare gli uomini dalla rovina. Quanti disprezzano gli avvertimenti saranno abbandonati alla loro cecità e vivranno in una sorta di costante illusione. Coloro che, invece, lo ascoltano e abbandonano i loro peccati, ricercando la grazia di Dio, apriranno il loro cuore affinché il Salvatore possa entrare e abitare con loro. Essi saranno sempre in perfetta armonia con la testimonianza dello Spirito di Dio. TT1 229 3 Coloro che proclamano la verità non devono trascurare il solenne messaggio rivolto a Laodicea. La dichiarazione del Testimone fedele non è un messaggio semplice. Il Signore non dice: "Va tutto bene; avete subito un castigo e un rimprovero che non meritavate; siete stati scoraggiati, senza motivo, per eccessiva severità; non siete colpevoli dei peccati di cui siete stati rimproverati". TT1 229 4 Il Testimone fedele dichiara che quando immaginate di trovarvi in buone condizioni di prosperità spirituale, in realtà mancate di tutto. Non è sufficiente che i pastori presentino dei soggetti teorici: essi devono presentare anche dei temi pratici. Devono studiare le lezioni che Gesù impartì ai suoi discepoli e applicarle direttamente a se stessi e agli altri. Se il Cristo rivolge questi rimproveri al suo popolo, dobbiamo forse pensare che non lo ami? Assolutamente no! Colui che morì per redimere l'uomo, strappandolo alla morte, lo ama di un amore divino. Egli afferma che riprende coloro che ama. Cfr. Apocalisse 3:19. Molti, però, non accetteranno il messaggio che il cielo, nella sua misericordia, invia loro. Essi non sopportano di essere rimproverati per la loro negligenza, i loro torti, il loro egoismo, il loro orgoglio e il loro amore per il mondo. Pericoli degli ultimi tempi TT1 230 1 Noi viviamo nell'epoca più importante e solenne della storia di questa terra. Dobbiamo affrontare i pericoli degli ultimi giorni. Davanti a noi si profilano eventi importanti e spaventosi. È necessario che tutti coloro che temono Dio e amano la sua legge si umilino davanti a lui, piangano sui loro peccati e li confessino perché è il peccato che ha separato Dio dal suo popolo! Ciò che dovrebbe allarmarci è il fatto che non ci rendiamo conto della nostra condizione, non siamo consapevoli del nostro stato di miseria spirituale e siamo soddisfatti di rimanere come siamo. Dobbiamo ricorrere alla Parola di Dio e alla preghiera, cercando individualmente e con fervore il Signore per poterlo trovare. Questa dovrebbe essere la nostra prima preoccupazione. -- Testimonies for the Church 3:53 (1872). ------------------------Capitolo 68: Disapprovare il peccato TT1 231 1 Il Signore mi ha mostrato come considera il peccato commesso da coloro che pretendono di far parte del popolo che osserva i suoi comandamenti. Chi è stato onorato dalle manifestazioni della grandezza della sua potenza, come accadde al popolo d'Israele, e continua a trascurare i suoi ordini, sarà oggetto della sua collera. Egli desidera far comprendere al suo popolo che disapprova profondamente la disubbidienza e il peccato e non può considerarli con leggerezza. Egli insegna che quando i suoi figli si rendono conto dei loro errori devono subito prendere i provvedimenti necessari per abbandonarli e sottrarsi, così, alla collera di Dio. TT1 231 2 Se coloro che occupano posizioni di responsabilità trascurano di confessare il proprio peccato, Dio manifesterà la sua disapprovazione e il popolo di Dio sarà ritenuto responsabile del male esistente. In passato, il Signore, nei rapporti con il suo popolo, rivelò che era necessario purificare la chiesa. Un peccatore soltanto può offuscare la luce trasmessa dal Signore a una comunità. Quando i figli di Dio si renderanno conto delle tenebre spirituali che li circondano, senza conoscerne la causa, dovranno cercare il Signore con umiltà e fervore fino a quando non verranno scoperti ed eliminati quei torti che rattristano il suo Spirito. TT1 231 3 Si è venuto a creare un pregiudizio nei nostri confronti perché abbiamo disapprovato gli errori che Dio mi ha rivelato e sono stata accusata ingiustamente di durezza e di severità. Dio mi ha ordinato di parlare e non posso tacere. Se i messaggeri di Dio non si curano dei peccati che si evidenziano nella chiesa e sostengono e giustificano, anche se non apertamente, il peccatore, sono ugualmente colpevoli e quindi meritano la disapprovazione divina; essi saranno considerati responsabili dei peccati commessi. In visione mi sono state indicate varie circostanze in cui la disapprovazione divina è stata determinata dalla trascuratezza dei collaboratori di Dio: essi non si sono occupati dei peccati che esistevano fra loro. Sono stati considerati dalla gente amabili e affettuosi solo perché hanno trascurato un preciso dovere stabilito dalle Scritture. Hanno considerato sgradevole questo compito e quindi non lo hanno assolto. TT1 231 4 L'astio coltivato da alcuni per i rimproveri relativi ai peccati del popolo di Dio li ha resi ciechi e li ha gettati in una confusione tale da impedirgli di distinguere il bene dal male. Hanno affievolito la loro vitalità spirituale e anche se si rendono conto dei loro torti non provano i sentimenti di Giosuè e non si umiliano constatando il pericolo che corrono. TT1 231 5 I veri figli di Dio, che hanno a cuore l'opera del Signore e la salvezza degli uomini, considereranno sempre il peccato nella sua vera natura e accetteranno sempre che i loro errori vengano rivelati chiaramente e fedelmente. Soprattutto nella fase conclusiva dell'esperienza della chiesa, nel tempo in cui i 144.000 saranno suggellati per comparire irreprensibili davanti al trono dell'Eterno, si renderanno conto dell'importanza degli errori di coloro che dichiarano di appartenere al popolo di Dio. Tutto ciò è sottolineato, in modo particolare, nella visione del profeta Ezechiele dagli uomini che hanno un'arma in mano. Uno di questi uomini, che era vestito di lino e aveva un corno da scrivano al fianco, gli disse: "Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e fa' un segno sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo di lei". Ezechiele 9:4. TT1 232 1 Oggi chi fa parte del consiglio di Dio? Forse coloro che scusano i torti commessi dal popolo di Dio e mormorano, anche se non sempre apertamente, contro chi disapprova il peccato? Forse coloro che simpatizzano con quanti commettono il male? Assolutamente no! Se non si pentono e non rinunciano a fare il gioco di Satana, che consiste nell'opprimere coloro che hanno la responsabilità dell'opera di Dio nel sostenere i peccatori di Sion, non riceveranno mai il suggello dell'approvazione divina. Essi saranno vittime della distruzione totale dei malvagi, rappresentata dall'opera dei cinque uomini armati per distruggere. Notate che i figli di Dio che ricevono il segno della verità, impresso dalla potenza dello Spirito Santo e rappresentato dall'opera compiuta dall'uomo vestito di lino, sono coloro che" sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono" nella chiesa. Il loro amore per la purezza, l'onore e la gloria di Dio è tale che hanno una visione così chiara della natura del peccato, che vengono raffigurati in agonia, mentre sospirano e gridano. Leggete Ezechiele capitolo 9. TT1 232 2 La distruzione totale di tutti coloro che non vedono la differenza che esiste fra il peccato e la giustizia e non hanno gli stessi sentimenti di quanti si trovano nel consiglio di Dio e ne ricevono il segno, è così descritta: "... "Passate per la città dietro a lui, e colpite; il vostro occhio non risparmi alcuno, e siate senza pietà; uccidete, sterminate vecchi, giovani, vergini, bambini e donne, ma non vi avvicinate ad alcuno che porti il segno; e cominciate dal mio santuario". Ed essi cominciarono da quegli anziani che stavano davanti alla casa". Ezechiele 9:5, 6. L'esperienza di Acan come una parabola TT1 232 3 Nel caso del peccato di Acan, Dio disse a Giosuè: "...Io non sarò più con voi, se non distruggete l'interdetto di mezzo a voi". Giosuè 7:12. Questo caso come può essere paragonato all'atteggiamento di coloro che non denunciano il peccato, ma simpatizzano con coloro che turbano, con le loro trasgressioni, il campo d'Israele? Dio disse a Giosuè: "...Tu non potrai stare a fronte de' tuoi nemici, finché non abbiate tolto l'interdetto di mezzo a voi". Giosuè 7:13. Egli annunciò la punizione relativa alla trasgressione del suo patto. TT1 232 4 Giosuè, allora, iniziò un'accurata indagine per scoprire il colpevole. Prese in considerazione Israele per tribù, poi per famiglie e finalmente per individui: Acan fu designato colpevole. Però, affinché tutto risultasse chiaro al popolo, non ci fossero motivi per mormorare e nessuno potesse dire che era stato condannato un innocente, Giosuè agì con saggezza. Egli sapeva che Acan era colpevole, che aveva nascosto il suo peccato suscitando la collera di Dio nei confronti degli israeliti. Egli convinse Acan a confessare il proprio peccato, affinché l'onore e la giustizia di Dio fossero rivendicati davanti a Israele: "Allora Giosuè disse ad Acan: "Figliuol mio, da' gloria all'Eterno, all'Iddio d'Israele, rendigli omaggio, e dimmi quello che hai fatto; non me lo celare". Acan risposea Giosuè e disse: "È vero; ho peccato contro l'Eterno, l'Iddio d'Israele, ed ecco precisamente quello che ho fatto. Ho veduto fra le spoglie un bel mantello di Scinear, duecento sicli d'argento e una verga d'oro del peso di cinquanta sicli; ho bramato quelle cose, le ho prese; ecco, son nascoste in terra in mezzo alla mia tenda; e l'argento è sotto". Allora Giosuè mandò de' messi, i quali corsero alla tenda; ed ecco che il mantello v'era nascosto; e l'argento stava sotto. Essi presero quelle cose di mezzo alla tenda, le portarono a Giosuè e a tutti i figliuoli d'Israele, e le deposero davanti all'Eterno. E Giosuè e tutto Israele con lui presero Acan, figliuolo di Zerach, l'argento, il mantello, la verga d'oro, i suoi figliuoli e le sue figliuole, i suoi bovi, i suoi asini, le sue pecore, la sua tenda e tutto quello che gli apparteneva, e li fecero salire nella valle di Acor. E Giosuè disse: "Perché ci hai tu conturbati? L'Eterno conturberà te in questo giorno!" E tutto Israele lo lapidò; e dopo aver lapidati gli altri, dettero tutti alle fiamme". Giosuè 7:19-25. TT1 233 1 Il Signore disse a Giosuè che Acan non solo si era impadronito di ciò che gli era stato vietato, ma aveva rubato e nascosto il bottino. Il Signore aveva deciso che Gerico e il frutto del saccheggio sarebbero stati bruciati salvo l'oro e l'argento che dovevano essere riservati per il tesoro del Signore. La conquista di Gerico non era stata conseguita tramite una battaglia: il comandante dell'esercito del Signore aveva guidato gli eserciti divini. Era stata una battaglia del Signore. Era stato il Signore a combattere: i figli d'Israele non avevano inferto neppure un colpo. La vittoria e la gloria appartenevano al Signore, come pure il bottino. Il Signore aveva ordinato che tutto venisse distrutto, salvo l'oro e l'argento, che riservava per il suo tesoro. Acan era perfettamente a conoscenza di questa decisione e sapeva benissimo che l'oro e l'argento che aveva trafugato appartenevano a Dio. Egli rubò dal tesoro del Signore per soddisfare i propri desideri. ------------------------Capitolo 69: Confessare o rinnegare il Cristo TT1 234 1 Nei nostri rapporti sociali e familiari, o in qualsiasi altra relazione che stabiliamo, vi sono molti modi per riconoscere o rinnegare il Cristo. Lo possiamo rinnegare con le nostre parole sparlando degli altri, utilizzando un linguaggio frivolo e leggero, con espressioni inutili e scortesi, con la prevaricazione e con la menzogna. Con le nostre parole possiamo manifestare che il Cristo non è in noi; con il nostro carattere possiamo rinnegarlo manifestando interesse per le comodità, evitando i doveri e le responsabilità della vita che qualcuno dovrà portare al nostro posto, amando il piacere. Possiamo anche rinnegare il Signore con il nostro abbigliamento, con le nostre abitudini mondane, con un comportamento volgare. Possiamo rinnegarlo amando le nostre opinioni, cercando continuamente di giustificarci. Possiamo, infine, rinnegarlo abbandonandoci a forme di sentimentalismo negativo e attardandoci sul nostro presunto destino difficile e sulle nostre prove. TT1 234 2 Nessuno può veramente confessare il Cristo davanti al mondo se lo spirito del Signore non è in lui. È impossibile trasmettere quello che non si possiede. Conversazione e condotta devono essere una vera e visibile manifestazione della grazia e della verità esistenti nell'intimo dell'essere. Se il cuore è santificato, umile e sottomesso, i risultati saranno visibili e quindi il Cristo sarà veramente confessato. Le parole non sono sufficienti. Sorella, deve manifestare qualcosa di più. Lei si illude, perché il suo spirito, il suo carattere, le sue azioni non rivelano uno spirito mansueto, uno spirito di rinuncia, uno spirito di sacrificio. Le sue parole e la sua professione di fede possono dare l'impressione di molta umiltà e amore, ma se la sua condotta non è quotidianamente ispirata dalla grazia di Dio, lei non godrà dei doni celesti; non ha lasciato tutto per seguire il Maestro, non ha rinunciato alla sua volontà e al piacere per diventare un suo discepolo. TT1 234 3 Lei pecca e rinnega il Salvatore impegnando la sua mente con pensieri deprimenti, lamentandosi costantemente di nuove prove, reali o immaginarie. Lei anticipa le preoccupazioni del futuro e si amareggia gettando un'ombra oscura su quanti le sono intorno. Il prezioso tempo di grazia che Dio le ha concesso per compiere il bene e arricchirsi in buone azioni, lo spreca concentrandosi su pensieri negativi e facendo inutili castelli in aria. Lei permette alla sua immaginazione di soffermarsi su quei pensieri che non le daranno né sollievo né felicità. La sua tendenza a sognare ad occhi aperti le impedisce di giungere a una sana e chiara conoscenza delle realtà divine e di prepararsi per una vita migliore. TT1 234 4 La verità divina può renderla saggia in vista della salvezza. Credendo e ubbidendo ad essa, riceverà la grazia che le permetterà di compiere i doveri di ogni giorno e di sopportare le lotte quotidiane. Non le occorre quella grazia che potrà utilizzare domani perché ciò che conta è agire oggi. Vinca oggi, rinunci oggi a se stessa, vegli e preghi oggi, consegua ora delle vittorie in Dio. Le circostanze, l'ambiente, i cambiamenti che si verificano quotidianamente intorno a noi e la Parola di Dio, a cui è possibile sottoporre ogni cosa, sono importanti per comprendere quale sia il nostro dovere e ciò che dobbiamo fare giorno per giorno. Non permetta che la sua mente si soffermi su pensieri da cui non potrà trarre nessun beneficio. Ogni giorno deve investigare le Scritture e adempiere quei doveri della vita quotidiana che forse possono anche sembrare ingrati, ma che qualcuno deve pur assolvere. Lezioni tratte dalla natura TT1 235 1 Le bellezze della natura parlano continuamente ai nostri sensi. Il cuore che si apre a questo linguaggio può comprendere l'amore e la gloria di Dio manifestati nelle sue opere. L'orecchio attento può udire e comprendere i messaggi divini tramite le opere della natura. C'è una lezione in un raggio di sole e nei vari elementi della natura che Dio offre alla nostra contemplazione. I campi verdi, gli alberi maestosi, i fiori profumati, la nube che passa, la pioggia che cade, il ruscello, il sole, la luna, le stelle del cielo, tutto invita alla meditazione e ci permette di conoscere Dio che ha fatto tutte queste cose. Ecco le lezioni che si possono trarre dai vari elementi del mondo naturale: essi ubbidiscono alla volontà del loro Creatore; non rinnegano mai Dio, non si sottraggono mai alla sua volontà. Solo i peccatori rifiutano di sottomettersi a colui che li ha creati. Le loro parole, le loro opere non sono in armonia con le leggi di Dio e si oppongono ai principi del suo governo... TT1 235 2 I cosiddetti cristiani che si lamentano sempre e pensano che esternare la felicità sia un peccato sono tali solo di nome, non conoscono la vera natura della religione. Coloro che contemplano le meravigliose scene della natura come se avessero davanti agli occhi semplicemente un quadro; coloro che preferiscono guardare le foglie morte piuttosto che raccogliere dei fiori vivi e profumati; coloro che provano uno strano piacere per tutto ciò che genera malinconia; coloro che non percepiscono la bellezza delle verdi vallate e delle cime maestose delle montagne; coloro che rimangono insensibili agli accenti di gioia che scaturiscono dalle opere di Dio non appartengono al Cristo. Essi non camminano alla luce, ma si circondano di tenebre e di tristezza, mentre potrebbero essere illuminati e riscaldati dai raggi e dalle benedizioni del Sole di giustizia che brilla nei loro cuori e li purifica. ------------------------Capitolo 70: Non disprezzare i rimproveri TT1 236 1 L'apostolo Paolo afferma chiaramente che le esperienze degli israeliti, durante le loro peregrinazioni, sono state ricordate perché ne potessero beneficiare anche coloro che vivono negli ultimi tempi. Non dobbiamo pensare che i pericoli che corriamo siano maggiori di quelli affrontati dagli ebrei. Come accadde nella storia d'Israele, saremo tentati di essere gelosi e di mormorare nei confronti dei nostri fratelli e si verificheranno aperte ribellioni. Ci sarà sempre la tendenza a schierarsi contro coloro che denunciano al popolo di Dio i suoi peccati e i suoi torti. Essi dovranno forse tacere? Se così fosse, non saremmo in una situazione migliore di quella in cui si trovano le varie denominazioni che sembrano aver paura di affrontare il peccato che prevale tra i fedeli. TT1 236 2 Coloro che sono stati scelti da Dio per proclamare la giustizia hanno la solenne responsabilità di rivelare il peccato. Paolo ordinò a Tito: "Insegna queste cose, ed esorta e riprendi con ogni autorità. Niuno ti sprezzi". Tito 2:15. Vi sarà sempre chi cercherà di disprezzare colui che ha il coraggio di rimproverare il peccato, ma ci sono delle circostanze in cui va denunciato. Paolo invita Tito a riprendere con la dovuta severità una certa categoria di fedeli, affinché la loro fede si rafforzi. Gli uomini e le donne che, con il loro temperamento, entrano a far parte della chiesa, hanno evidentemente dei tratti di carattere particolari e dei difetti. Inevitabilmente il rimprovero risulterà necessario nella misura in cui si evidenzieranno gli errori. Se coloro che occupano posizioni importanti non vengono mai rimproverati, si può creare una situazione negativa, al punto tale da disonorare Dio. Ma in che modo rivolgere questi rimproveri? Ecco la risposta dell'apostolo: "...con grande pazienza e sempre istruendo". 2 Timoteo 4:2. Occorre ricordare i principi a coloro che li trasgrediscono e non considerare mai con superficialità gli errori del popolo di Dio. TT1 236 3 Ci saranno uomini e donne che disprezzeranno i rimproveri e si ribelleranno perché non amano sentir parlare dei loro torti. Nei casi in cui è necessaria la riprensione, vi sarà sempre qualcuno che non si preoccuperà del fatto che lo Spirito di Dio sia stato rattristato e la sua opera disprezzata. Queste persone manifesteranno la loro compassione nei confronti di coloro che sono stati rimproverati solo perché sono stati urtati i propri sentimenti. Si tratta di una simpatia non santificata che rende chi la dimostra partecipe della colpa di colui che ha subìto il rimprovero. In nove casi su dieci, se chi è stato rimproverato fosse stato reso consapevole dei torti commessi, sarebbe stato aiutato a riconoscerli e a porvi rimedio. Quanti hanno simpatizzato con lui hanno attribuito motivazioni errate alle riprensioni e a chi le ha espresse. Ne è risultato che la persona in difetto si è creduta veramente vittima di un torto; questa sensazione si è trasformata in ribellione nei confronti di chi si è limitato a compiere il proprio dovere. Quanti compiono fedelmente questo incarico così spiacevole sono motivati da un senso di responsabilità nei confronti di Dio e beneficeranno delle sue benedizioni. Dio chiede ai suoi figli di essere sempre zelanti nell'adempimento della sua volontà. Paolo esorta Timoteo: "Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo". 2 Timoteo 4:2. TT1 237 1 Gli ebrei non erano affatto disposti a sottomettersi alle direttive e a rispettare i divieti del Signore: essi volevano seguire la propria via, esprimere la propria volontà e lasciarsi guidare dal proprio giudizio. Se avessero potuto agire a modo loro non si sarebbero mai lamentati di Mosè, in realtà erano insofferenti a ogni restrizione. Unità di azione e di giudizio TT1 237 2 Dio vorrebbe che il suo popolo fosse disciplinato e unito nel modo di comprendere e valutare la realtà. Per raggiungere questo obiettivo è necessario un notevole impegno: i nostri istinti devono essere sottomessi e trasformati. Dio vuole che la sua chiesa trasmetta una testimonianza vivente. Sarà necessario riprendere, esortare e, in certi casi, rimproverare severamente. Forse potremmo udire la scusa: "Io sono così sensibile che non posso sopportare la minima censura!" Queste persone, se facessero un profondo esame di coscienza, direbbero: "Io sono così ostinato e orgoglioso che non posso sopportare di venire rimproverato. Io reclamo il diritto di valutare personalmente; ho il diritto di credere e di parlare come voglio". Dio non vuole che rinunciamo alla nostra personalità; ma un uomo come può giudicare fino a che punto conservare la propria indipendenza? TT1 237 3 Pietro esorta i fratelli in questi termini: "Parimente, voi più giovani, siate soggetti agli anziani. E tutti rivestitevi d'umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili". 1 Pietro 5:5. L'apostolo Paolo, a sua volta, invitava i credenti di Filippi all'unità e all'umiltà: "Se dunque v'è qualche consolazione in Cristo, se v'è qualche conforto d'amore, se v'è qualche comunione di Spirito, se v'è qualche tenerezza d'affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo d'un animo, di un unico sentire; non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascun di voi, con umiltà, stimando altrui da più di se stesso, avendo ciascun di voi riguardo non alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù". Filippesi 2:1-5. Lo stesso apostolo scriveva così ai romani: "L'amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male, e attenetevi fermamente al bene. Quanto all'amor fraterno, siate pieni d'affezione gli uni per gli altri; quanto all'onore, prevenitevi gli uni gli altri". Romani 12:9, 10. Agli efesini raccomandava: "sottoponendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo". Efesini 5:21. TT1 237 4 La storia degli israeliti ci ricorda che gli uomini corrono il grave pericolo di ingannare se stessi. Molti non si rendono conto di essere peccatori per natura e hanno bisogno di ricevere la grazia del perdono. Essi si ritrovano esposti alla tentazione e alle peggiori delusioni. Essi vivono lontani da Dio e, nonostante il loro comportamento sia disapprovato dal Signore, sono comunque soddisfatti della loro vita. Questa categoria di persone si opporrà sempre alle direttive dello Spirito di Dio e in modo particolare ai rimproveri: non ama essere infastidita. Talvolta prova un timore egoistico oppure formula buoni propositi, in certi casi è vittima dell'angoscia o coltiva profonde convinzioni, ma non vive esperienze spirituali perché non è unita alla Rocca eterna. Queste persone non vedono mai la necessità di una chiara testimonianza. Il peccato non appare loro in tutto il suo orrore per la semplice ragione che non camminano sulla via del Cristo. TT1 238 1 C'è anche un'altra classe di persone che ha ricevuto un chiaro messaggio. Esso però non ha suscitato in loro particolari convinzioni tanto da sperimentare l'azione dello Spirito di Dio. Alla fine Satana, con le sue tentazioni, ha avuto il sopravvento ed esse non apprezzano più la conoscenza che Dio ha loro concesso. Non ascoltano gli avvertimenti e i rimproveri dello Spirito di Dio: sono colpevoli, ma non si sottomettono alla testimonianza che li condanna. TT1 238 2 Dio vuole che il suo popolo sia unito e questa unità si manifesti avendo una stessa visione della realtà, uno stesso spirito e uno stesso metro di giudizio. Tutto questo non si può realizzare senza una testimonianza chiara, precisa e vivente. Gesù pregava che i suoi discepoli fossero uno come egli era uno con il Padre: "Io non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola: che siano tutti uno; che come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro, e tu in me; acciocché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu m'hai mandato, e che li ami come hai amato me". Giovanni 17:20-23. ------------------------Capitolo 71: Appello ai giovani TT1 239 1 Cari giovani, più volte il Signore mi ha incaricato di avvertirvi e incoraggiarvi a fare di lui il centro dei vostri migliori e più santi affetti. Pensando ai messaggi che mi ha rivolto, comprendo i pericoli che correte e di cui non vi rendete conto. La scuola di Battle Creek riunisce molti giovani diversi fra loro. Se non siete consacrati a Dio e non vi attenete alla sua volontà, se non osservate i suoi comandamenti con umiltà, questa scuola diventerà per la chiesa una fonte di grande scoraggiamento. Essa può rappresentare una benedizione o una maledizione. Io esorto coloro che si professano cristiani ad allontanarsi dal male e a sviluppare un carattere che Dio possa approvare. TT1 239 2 Vi chiedo: credete che i rimproveri che sono stata incaricata di trasmettervi provengano da Dio? Se credete realmente che la voce di Dio vi abbia parlato, indicandovi i pericoli a cui siete esposti, presterete ascolto ai consigli che vi vengono dati? Conservate vivi nella vostra mente questi messaggi di avvertimento rileggendoli spesso con uno spirito di preghiera? Il Signore, cari giovani, vi ha parlato varie volte, ma siete stati restii a tener conto degli avvertimenti ricevuti. Non vi siete ribellati, non avete rifiutato questi messaggi relativi al vostro carattere e ai pericoli che correte, non avete rifiutato di seguire la via che vi era stata indicata, ma alcuni di voi non hanno tenuto in considerazione ciò che veniva loro richiesto, perdendo così l'occasione di acquisire un maggiore equilibrio spirituale per diventare una benedizione sia per la scuola sia per la chiesa e per tutti coloro con cui vengono in contatto. TT1 239 3 Cari giovani, siete responsabili nei confronti di Dio dei messaggi che vi ha trasmesso. Se non terrete in considerazione questa conoscenza e questi avvertimenti, essi testimonieranno contro di voi nel giorno del giudizio. Vi sono stati indicati i pericoli; siete stati avvertiti di quali siano i limiti da non superare. Nella casa di Dio avete ascoltato le più solenni e profonde verità presentate da pastori guidati dalla potenza dello Spirito. Avete compreso la portata di questi appelli? Quale influsso hanno sul vostro carattere? Ognuno di questi messaggi accresce le vostre responsabilità e, nel giorno del giudizio, ne sarà tenuto conto nella condanna che sarà pronunciata nei confronti di coloro che hanno vissuto una vita inutile, frivola e dettata dall'orgoglio. TT1 239 4 Cari amici, raccoglierete quello che avete seminato. Questo è il tempo della semina. Quale sarà il raccolto? Che cosa state seminando? Ogni parola pronunciata, ogni atto compiuto è un seme che darà frutti buoni o cattivi e per il mietitore sarà fonte di gioia o di dolore. Il raccolto è la conseguenza naturale della semina. Dio vi ha accordato una grande conoscenza e molti privilegi. Dal momento che vi è stato trasmesso il messaggio e vi sono stati chiaramente presentati i pericoli, la responsabilità è vostra. Il modo in cui avrete accettato questi messaggi di Dio farà pendere il piatto della bilancia o verso la felicità o verso la rovina. Voi stessi determinerete il vostro destino. TT1 240 1 Tutti voi esercitate un influsso positivo o negativo sulla mente e sul carattere di coloro che vi circondano. Questo influsso è registrato nel libro dei ricordi che viene conservato in cielo. Un angelo vi assiste e prende nota delle vostre parole e delle vostre azioni. Quando la mattina vi alzate, vi rendete conto della vostra incapacità e della necessità di ricevere forza da Dio? Fate conoscere le vostre richieste a Dio con umiltà e aprendo il vostro cuore. Gli angeli registreranno le vostre preghiere e, se non saranno uscite da labbra bugiarde, quando rischierete di agire male, sia pure inconsapevolmente, o di esercitare un influsso che potrebbe indurre altri in errore, il vostro angelo custode sarà al vostro fianco per esortarvi a seguire una via migliore; egli stesso sceglierà per voi le parole che dovrete pronunciare e ispirerà le vostre azioni. TT1 240 2 Se non vi rendete conto del pericolo e se non pregate per ricevere aiuto e forza per resistere alle tentazioni, certamente rischierete di smarrirvi. La vostra negligenza sarà registrata nel libro di Dio in cielo e, nel giorno della prova, sarete trovati mancanti. TT1 240 3 Alcuni fra voi sono stati educati spiritualmente, ma altri sono stati viziati, lusingati e quindi veramente impreparati per la vita quotidiana. Parlo riferendomi a persone che conosco. Il loro carattere è stato talmente rovinato dall'indulgenza, dalla lode e dall'indolenza che sono diventati esseri inutili. Se siamo inadeguati per questa vita, quali speranze possiamo avere per quella in cui tutto è purezza e santità, in cui tutti avranno un carattere armonioso? Io ho pregato per loro; ho parlato con loro direttamente, mi rendevo conto dell'influsso che avrebbero esercitato sui loro compagni, inducendoli alla vanità, all'amore per la moda, a trascurare i loro interessi eterni. L'unica speranza per queste persone è che si rendano conto della via che stanno seguendo, si convertano umiliando i loro cuori orgogliosi davanti a Dio e confessando i loro peccati. L'amore per l'apparenza e per il divertimento TT1 240 4 La vanità nel vestire e l'amore per il divertimento sono una grande tentazione per i giovani. Dio richiede che tutti noi assolviamo quegli impegni sacri che egli ci propone. Egli reclama il cuore, l'anima e gli affetti. Questa è la risposta che a volte diamo: "Io non pretendo di essere un cristiano!"". Se non lo siete, che cosa cambia? Dio non ha forse su di voi gli stessi diritti che ha su quanti si professano suoi figli? Visto che vi vantate della vostra mancanza di interesse per le realtà spirituali, pensate che il Signore non si curi della vostra trascuratezza e della vostra ribellione? Ogni volta che disprezzate l'appello di Dio, ogni occasione che perdete per accettare la misericordia che vi viene offerta, tutto ciò verrà iscritto nella lista dei peccati che saranno presentati quando il vostro caso verrà esaminato nel giorno del giudizio. Mi rivolgo a tutti voi, allievi e insegnanti, e vi dico: "Dio reclama i vostri affetti, la vostra ubbidienza e la vostra sincera devozione. Ancora per un po' di tempo vi viene offerta la grazia di Dio e potete approfittare di questa opportunità di arrendervi a Dio senza riserve". TT1 241 1 L'ubbidienza e la sottomissione alle esigenze di Dio sono le condizioni indicate dall'apostolo mediante le quali noi diventiamo figli di Dio e membri della sua famiglia. Ogni bambino e ogni giovane, ogni uomo e ogni donna sono stati riscattati da Gesù, mediante il suo sangue, da quell'abisso in cui Satana voleva trascinarli. Se i peccatori non accetteranno la liberazione offerta loro gratuitamente, saranno dispensati da ogni obbligo? La loro decisione di rimanere nel peccato e nell'aperta trasgressione non diminuisce la loro colpa. Gesù ha pagato il prezzo del loro riscatto e quindi gli appartengono. Se non ubbidiscono a colui che ha dato la propria vita per loro e consacrano tempo, forza e talenti al servizio di Satana, riceveranno il loro salario: la morte. TT1 241 2 La gloria incorruttibile e la vita eterna sono la ricompensa che il nostro Redentore offre a coloro che gli ubbidiranno. Grazie a lui possono acquisire la perfezione del carattere e vincere come egli ha vinto. Gesù ha dato loro un esempio nella sua vita per dimostrare come possono vincere: "...il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore". Romani 6:23. TT1 241 3 Le richieste di Dio sono uguali per tutti. Coloro che preferiscono trascurare la salvezza che viene offerta loro gratuitamente per soddisfare se stessi rimanendo nemici di Dio, nemici del Redentore che si sacrificò per loro, riceveranno la loro ricompensa: seminando per la carne raccoglieranno dalla carne corruzione. TT1 241 4 Coloro che hanno accettato il Cristo mediante il battesimo, dimostrando con questo atto la loro rinuncia al mondo e la loro decisione di iniziare una nuova vita, non devono avere degli idoli. Coloro che un giorno si sono rallegrati nella certezza del perdono, che hanno provato l'amore del Salvatore e continuano a rimanere legati ai nemici del Cristo, rigettando quella giustizia perfetta che Gesù offre loro, percorrendo quelle vie che egli condanna, saranno giudicati più severamente dei pagani, i quali non hanno mai ricevuto i messaggi di Dio e non hanno mai conosciuto il vero carattere di Dio o la sua legge. Coloro che rifiutano di accettare la conoscenza che Dio ha offerto loro e scelgono i divertimenti, le vanità, le follie del mondo, rifiutando di conformare la propria vita alle giuste e sante esigenze della legge di Dio, sono colpevoli, agli occhi di Dio, dei peggiori peccati. La loro colpa e la relativa punizione saranno proporzionate alla conoscenza e ai privilegi ricevuti. TT1 241 5 Il mondo è assorbito dai divertimenti. Il primo e principale pensiero di molte persone, soprattutto delle donne, è costituito dall'amore per il vestire e per il piacere. Questo determina l'infelicità di molti. Alcuni di coloro che dicono di amare e di osservare i comandamenti di Dio imitano il più possibile le abitudini della società, pur professandosi cristiani. TT1 241 6 Alcuni giovani amano talmente le apparenze che sono disposti perfino a rinunciare al nome di cristiani pur di seguire le loro inclinazioni per sfoggiare nuovi abiti o dedicarsi a soddisfare i loro piaceri! TT1 241 7 La semplicità nel vestire è un aspetto dei doveri cristiani. Vestire in modo semplice, astenendosi dallo sfoggio di gioielli e di ornamenti di ogni tipo, è in stretta armonia con la nostra fede. Apparteniamo a coloro che si rendono conto della follia di quegli uomini che si abbandonano a stravaganze nel vestire e nella passione per i divertimenti? Se è così, dovremmo far parte di quei cristiani che evitano qualsiasi cosa possa incoraggiare questo spirito che vuole impossessarsi della mente e del cuore di coloro che vivono in funzione delle realtà terrene e non si preoccupano minimamente degli altri. TT1 242 1 Cari giovani, ho notato in alcuni di voi una passione per l'abbigliamento e per lo sfarzo che mi ha rattristato. Alcuni hanno ricevuto una buona educazione, hanno goduto di privilegi spirituali fin dalla fanciullezza e hanno accettato il Cristo tramite il battesimo, dichiarando così di aver rinunciato al mondo. Nonostante ciò ho notato una vanità nel modo di vestire e una leggerezza nel modo di comportarsi che rattristano il Salvatore e gettano il discredito sull'opera di Dio. Ho constatato con rammarico il vostro declino spirituale e la vostra tendenza a preoccuparvi del vostro abbigliamento e di tutto quello che ne deriva. Alcuni hanno avuto l'idea poco felice di procurarsi catene o spille d'oro e hanno dimostrato cattivo gusto portandole con ostentazione. Posso paragonare il loro carattere al pavone vanitoso che fa la ruota per far ammirare le sue piume variopinte: è tutto quel che può fare questo uccello per riuscire a mettersi in mostra perché la sua voce e le sue forme non hanno nulla di attraente. Uno Spirito dolce e mansueto TT1 242 2 I giovani devono, invece, sforzarsi di acquisire quegli ornamenti interiori che si manifestano con uno spirito dolce e mansueto, che è un gioiello di valore inestimabile ed esprime una grazia celeste. Questo ornamento risulterà piacevole per molti in questo mondo e sarà particolarmente apprezzato dagli angeli e soprattutto dal Padre celeste, tanto più che li renderà idonei per essere accolti in cielo. TT1 242 3 I giovani possiedono dei doni che, se ben utilizzati, li qualificheranno per occupare posizioni di fiducia. Se vogliono conseguire un'educazione che permetta di esercitare e sviluppare quelle doti che Dio ha dato loro perché riescano a rendersi utili e a diventare una benedizione per gli altri, il loro spirito non si lascerà trascinare a un livello inferiore. Essi, al contrario, dimostreranno una profondità di pensiero e una fermezza di principi che assicureranno loro il rispetto e li metteranno in condizioni di esercitare un influsso positivo che eleva e induce gli uomini a riconoscere la potenza di una vita cristiana equilibrata. Coloro che pensano più all'apparenza esteriore che allo sviluppo delle loro facoltà per essere sempre più utili e glorificare Dio, non si rendono conto delle loro responsabilità nei confronti del Signore. Essi saranno inclini alla superficialità in tutto ciò che intraprendono e ridurranno la loro utilità e la loro forza intellettuale. TT1 242 4 Sono profondamente rattristata quando penso ai genitori di questi giovani e ai ragazzi stessi. Si riscontrano delle lacune nell'educazione dei figli ed essi non si rendono conto delle loro responsabilità. I genitori che hanno coccolato e viziato i figli, manifestando troppa indulgenza invece di tenerli sotto controllo, si renderanno conto dei caratteri che hanno formato. Il carattere è in funzione dell'educazione che si riceve. La fedeltà di Abramo TT1 243 1 Penso alla fedeltà di Abramo che, per ubbidire all'ordine ricevuto in una visione notturna a Beer-Sceba, si mise in cammino insieme a Isacco. Egli vedeva davanti a sé il monte sul quale, secondo quanto Dio gli aveva detto, avrebbe dovuto compiere il sacrificio. Abramo, a un certo punto, tolse dalle spalle del servo la legna che stava trasportando e la depose su Isacco, su colui che stava per essere offerto. Si dimostrò duro per farsi forza e per trovare il coraggio per quell'opera che Dio voleva che compisse. Con il cuore affranto afferrò il fuoco, tremando, mentre Isacco chiedeva: "Padre, qui c'è il fuoco e c'è anche la legna, ma dov'è l'offerta?" Abramo non poteva ancora spiegargli nulla! TT1 243 2 Padre e figlio innalzarono un altare ed ecco che giunse il momento in cui Abramo doveva spiegare al figlio ciò che per tutto quel lungo e triste viaggio aveva torturato il suo cuore: Isacco era la vittima designata. Isacco non era più un ragazzo, ma un giovane nel pieno vigore delle sue forze e avrebbe potuto benissimo rifiutare di sottomettersi al progetto del padre; invece, senza accusare suo padre, senza tentare di fargli cambiare idea, si sottomise. Egli credeva nell'amore del padre e sapeva che non avrebbe sacrificato il suo unico figlio se non fosse stato Dio a ordinarglielo. Isacco fu legato dalle mani tremanti, dalle mani piene di amore del padre che agiva secondo l'ordine di Dio. Il figlio accettava il sacrificio perché credeva nell'onestà di suo padre. Quando, però, tutto fu pronto, quando la fede di Abramo e la sottomissione di Isacco furono pienamente dimostrate, l'angelo di Dio trattenne la mano del patriarca mentre stava per colpire il figlio e gli disse di fermarsi. "...Ora so che tu temi Iddio, giacché non m'hai rifiutato il tuo figliuolo, l'unico tuo". Genesi 22:12. TT1 243 3 Questo atto di fede di Abramo è stato ricordato per il nostro bene. Esso ci insegna la grande lezione della fiducia nelle esigenze divine per quanto dure e severe possano sembrare. Esso ci insegna che i figli devono essere completamente sottomessi ai genitori e a Dio. L'ubbidienza di Abramo ci ricorda che non c'è nulla di troppo prezioso da offrire a Dio. Una parabola vivente TT1 243 4 Isacco rappresentava il Figlio di Dio che venne offerto come sacrificio per i peccati del mondo. Dio voleva imprimere nella mente di Abramo il Vangelo della salvezza. Per realizzare questo obiettivo, rendendo concreto il messaggio della verità e per mettere alla prova la sua fede, Dio chiese al patriarca di sacrificare Isacco. Tutto il dolore e l'angoscia che Abramo provò per quella dura e tremenda prova avrebbero prodotto un'impressione profonda su di lui affinché potesse comprendere il piano della redenzione dell'umanità. Dio voleva trasmettere, tramite un'esperienza personale, la portata del sacrificio del Dio infinito che offriva il suo unico Figlio per salvare l'uomo dalla rovina. Per Abramo nessuna tortura morale avrebbe potuto essere paragonata a quella che fu costretto a sopportare per ubbidire all'ordine divino di sacrificare il proprio figlio. TT1 243 5 Dio offrì il suo unico Figlio perché venisse sulla terra a vivere una vita di umiliazione, rinuncia, povertà, contrasti, che si sarebbe conclusa con la morte sulla croce. Non ci fu, però, nessun angelo che venne a portare il messaggio: "È sufficiente! Non è necessario che tu muoia, o mio amato Figlio!" Legioni di angeli attendevano con ansia nella speranza che, come per Isacco, Dio, all'ultimo momento, risparmiasse al Figlio quella morte infamante. Non fu permesso agli angeli di portare questo messaggio al Figlio di Dio. L'umiliazione iniziata nel pretorio proseguì fino al Calvario. Gesù venne deriso, alcuni gli sputarono perfino in faccia; sopportò beffe, insulti, oltraggi da coloro che lo odiavano, fino a quando, sulla croce, chinò la testa e morì. TT1 244 1 Dio poteva dimostrarci un amore maggiore di quello dimostrato nel permettere che suo Figlio subisse simili sofferenze? Poiché il dono di Dio all'uomo è stato offerto gratuitamente, il suo amore è infinito; anche la sua richiesta di avere fiducia in lui, di una ubbidienza totale, di tutto il nostro cuore e dei nostri affetti, è infinita. Egli vuole che l'uomo offra ciò che gli è possibile. La nostra sottomissione deve essere proporzionata al dono di Dio, cioè deve essere totale. Siamo tutti debitori nei suoi confronti. Possiamo rispondere a ciò che richiede soltanto offrendo noi stessi come sacrificio volontario e totale. Egli chiede un'ubbidienza pronta e spontanea. Non accetterà un dono incompleto. Abbiamo l'opportunità di assicurarci l'amore e il favore di Dio. Quest'anno può forse essere l'ultimo della vita di alcuni di coloro che leggono queste righe. C'è qualcuno, fra i giovani che leggono questo appello, che vorrebbe scegliere i piaceri che il mondo può offrire e anteporli alla pace che il Cristo dà a chi sinceramente ricerca e mette in pratica la sua volontà? La valutazione del carattere TT1 244 2 Dio valuta i nostri caratteri, il nostro comportamento e i nostri moventi sulla bilancia del santuario. Sarà terribile essere trovati mancanti nell'amore e nell'ubbidienza nei confronti del nostro Redentore che morì sulla croce per conquistare i nostri cuori. Dio ci ha affidato dei doni preziosi. Egli ci ha offerto la conoscenza e la comprensione della sua volontà affinché potessimo evitare gli errori. Essere pesati sulla bilancia ed essere trovati mancanti nel giorno del giudizio sarà terribile: questo errore fatale non potrà più essere corretto. Giovani amici, il libro di Dio sarà forse consultato invano per trovarvi il vostro nome? TT1 244 3 Dio vi ha assegnato un'opera che vi renderà suoi collaboratori. Vi sono, intorno a voi, degli uomini da salvare. Voi potete essere per loro fonte di incoraggiamento e benedizione, per allontanarli dal peccato e condurli alla giustizia. Quando proverete un profondo senso di responsabilità nei confronti di Dio, sentirete il bisogno di perseverare nella preghiera e di intensificare la vostra vigilanza per resistere alle tentazioni di Satana. In quanto veri cristiani vi sentirete profondamente rattristati per le condizioni morali del mondo e non vi preoccuperete del vostro abbigliamento manifestando orgoglio e vanità. Sarete fra coloro che piangono e gridano per le abominazioni che si commettono nel paese. Resisterete alle tentazioni di Satana che vorrebbe indurvi a cedere alla vanità e a preoccuparvi delle apparenze esteriori. Lasciarsi andare alla frivolezza e trascurare le responsabilità non dimostra forse mancanza di sensibilità e grettezza mentale? TT1 246 4 I giovani di oggi possono diventare, se vogliono, collaboratori del Cristo; lavorando al servizio di Dio la loro fede si rafforzerà e aumenterà la loro conoscenza della volontà divina. Ogni obiettivo e ogni azione che rispecchieranno la verità e la giustizia saranno registrati nei libri del cielo. Desidererei far comprendere ai giovani che il peccato è il frutto di una vita caratterizzata dall'egoismo, di un comportamento in funzione della pura soddisfazione dei sensi, che indebolisce così le forze dell'intelletto con le realtà inutili e vane di questa esistenza. Se essi elevassero i loro pensieri e le loro parole al di sopra delle frivolezze di questo mondo e avessero come obiettivo la glorificazione di Dio, essi potrebbero provare quella pace divina che supera ogni conoscenza. ------------------------Capitolo 72: La potenza della preghiera TT1 246 1 Con quanta tenerezza e quanta bontà il nostro Padre celeste tratta i suoi figli! Egli li preserva da migliaia di pericoli, di cui non si rendono conto, e li protegge dalle sottili tentazioni di Satana. Non siamo consapevoli di quest'opera che viene svolta dagli angeli a causa dei limiti dei nostri sensi. Non cerchiamo di comprendere e di apprezzare la costante e vigile premura che il nostro Padre celeste ha per noi e non gli siamo grati per le tante benedizioni che ci elargisce. TT1 246 2 I giovani ignorano i pericoli a cui sono esposti quotidianamente e non potranno mai conoscerli tutti. Però se sono vigilanti e pregano, Dio renderà sensibile la loro coscienza e conserverà lucide le loro percezioni, affinché possano distinguere l'opera del nemico e resistere ai suoi attacchi. Ma molti giovani hanno ceduto per tanto tempo alle loro inclinazioni e la parola "dovere" è per loro del tutto priva di significato. Essi non si rendono conto degli obblighi santi ed elevati che devono assolvere in favore degli altri e alla gloria di Dio e quindi li trascurano completamente. TT1 246 3 Se i giovani potessero comprendere la necessità di ricevere la forza che viene da Dio per resistere alle tentazioni di Satana, otterrebbero grandi vittorie e farebbero preziose esperienze nella lotta in cui è impegnato ogni cristiano. Pochi giovani pensano all'esortazione dell'apostolo Pietro: "Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno a guisa di leon ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo". 1 Pietro 5:8, 9. Giovanni, vedendo in visione il potere che Satana esercita sugli uomini, esclamò: "Perciò rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è disceso a voi con gran furore, sapendo di non aver che breve tempo". Apocalisse 12:12. TT1 246 4 L'unica salvaguardia per i giovani è la vigilanza costante e l'umile preghiera. Essi non devono illudersi all'idea di essere cristiani e quindi poter fare a meno di queste cose. Satana nasconde le sue tentazioni e le sue insidie sotto le migliori apparenze, esattamente come fece quando, nel deserto, si avvicinò a Gesù. Egli apparve allora come un angelo del cielo. Il nostro avversario si accosterà a noi come un messaggero celeste e l'apostolo raccomanda la temperanza e la vigilanza come nostra unica salvaguardia. I giovani che si lasciano sopraffare dalla trascuratezza e dalla frivolezza, e non si curano dei loro doveri come cristiani, diventano le vittime delle tentazioni del nemico, invece di vincerle come ha fatto il Cristo. TT1 246 5 Il servizio per il Cristo non è un peso per chi si è consacrato a Dio. L'ubbidienza al nostro Salvatore non ci priva della nostra felicità sulla terra, né riduce le vere gioie di questa vita: essa ha il potere di purificare e nobilitare il nostro carattere. TT1 247 1 Lo studio quotidiano delle preziose parole di vita contenute nella Bibbia rafforza le nostre facoltà mentali e ci permette di conoscere le grandi e gloriose opere di Dio nella natura. Mediante lo studio delle Scritture impariamo a conoscere come vivere per poter godere di una felicità più pura e più grande. Lo studioso della Bibbia è anche arricchito dalle prove scritturali che gli permettono di affrontare i dubbi degli increduli e di eliminarli tramite la luce della verità. Coloro che hanno approfondito lo studio delle Scritture possono resistere alle tentazioni di Satana, sono pronti per compiere ogni buona opera e rispondere a chiunque chiederà le ragioni della loro speranza... TT1 247 2 Mentre voi pregate, cari giovani, per non essere indotti in tentazione, ricordatevi che la vostra opera non finisce con la preghiera. Dovete rispondere alla vostra stessa preghiera resistendo, fin dove vi è possibile, alla tentazione e lasciando alla cura di Gesù ciò che non potete fare da soli. Non sarete mai troppo vigilanti nelle vostre parole e nelle vostre azioni se volete avere la certezza che il nemico non trovi in voi nessuna occasione per tentarvi. Molti dei nostri giovani non contrastano l'azione di Satana. Con la Parola di Dio come guida e con Gesù come Maestro possiamo comprendere quali siano le esigenze di Dio e quali possano essere le astuzie di Satana. In questo modo non saremo sopraffatti dalla tentazione. Quando ci lasciamo pienamente guidare dallo Spirito non sarà affatto difficile ubbidire alla volontà di Dio. ------------------------Capitolo 73: Decime e offerte TT1 248 1 La missione della chiesa del Cristo è salvare i peccatori, far conoscere l'amore di Dio agli uomini e condurli al Cristo grazie alla potenza di questo amore. Il messaggio della verità per la nostra epoca deve essere trasmesso anche negli angoli più bui della terra; quest'opera può cominciare nel nostro paese. I discepoli di Gesù non devono vivere una vita caratterizzata dall'egoismo: essi, grazie al suo Spirito, devono lavorare in armonia con le sue direttive. TT1 248 2 La freddezza e l'incredulità del nostro tempo sono provocate dall'amore per il mondo e dalle preoccupazioni della vita che separano il nostro spirito da Dio. L'acqua della vita dev'essere in noi e diventare una fonte che continuerà a sgorgare fino all'eternità. Dobbiamo rivelare ciò che Dio ha realizzato dentro di noi. Se il cristiano vuole godere della luce della vita, deve impegnarsi per condurre altri alla conoscenza della verità. La sua vita deve essere caratterizzata da una attività intensa e da sacrifici in favore del prossimo. Allora le persone non si lamenteranno più per la tristezza dell'esistenza. TT1 248 3 Gli angeli sono sempre impegnati per la felicità degli altri. Questa è la fonte della loro gioia. Quello che uomini egoisti potrebbero considerare un servizio umiliante, perché si tratta di aiutare esseri miserabili e inferiori, sia per carattere sia per posizione sociale, è un'opera che viene svolta da angeli puri e irreprensibili. Lo spirito dell'amore altruistico del Cristo è lo spirito che caratterizza il cielo e costituisce la vera essenza delle gioie celesti. TT1 248 4 Coloro che non provano nessun piacere particolare nel cercare di essere una benedizione per gli altri, nel lavorare, anche a costo di sacrifici, in vista del loro bene, non possono avere né lo spirito del Cristo né lo spirito del cielo perché essi dimostrano di non essere in sintonia con l'opera degli angeli e quindi non possono beneficiare di quella benedizione che infonde nell'animo una profonda gioia. Il Cristo disse: "Io vi dico che così vi sarà in cielo più allegrezza per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di ravvedimento". Luca 15:7. Se gli angeli gioiscono vedendo i peccatori pentirsi, quale gioia proveranno i peccatori salvati dal sacrificio del Cristo nel vedere, grazie a loro, altri peccatori pentirsi e rivolgersi a Gesù? Lavorando in sintonia con il Cristo e con gli angeli proveremo una gioia che non può essere sperimentata in nessun'altra occasione. TT1 248 5 Se comprendiamo l'importanza dell'opera del Cristo sulla croce, capiremo anche il dovere assoluto di rinunciare a noi stessi per comunicare ad altri il suo messaggio e offrire una parte dei nostri beni per la proclamazione del messaggio del Vangelo. Se siamo in contatto con il cielo saremo impegnati con gli angeli in un'opera comune. TT1 249 1 L'obiettivo di coloro che sono legati alle realtà terrene è quello di accumulare il più possibile le ricchezze effimere di questa vita. L'amore per il denaro è il principio fondamentale della loro esistenza. Ma la vera gioia non scaturisce dalle ricchezze, dall'avidità, ma dalla capacità di accontentarsi, da quell'amore che porta alla rinuncia. Migliaia di persone trascorrono la loro vita cercando di soddisfare le proprie passioni mentre il loro cuore è colmo di preoccupazioni. Sono vittime dell'egoismo e scontente degli sforzi inutili che hanno fatto per soddisfare i propri desideri. Sui loro volti si legge l'infelicità e interiormente sono vuote, incapaci di realizzare qualcosa di positivo. TT1 249 2 Nella misura in cui l'amore del Cristo riempie il nostro cuore e guida la nostra vita, supereremo l'avidità, l'egoismo, l'amore per le comodità e proveremo una grande gioia nel compiere la volontà del Cristo, di cui affermiamo di essere i discepoli. La nostra felicità sarà, allora, proporzionata alle nostre opere disinteressate ispirate dall'amore del Figlio di Dio. TT1 249 3 La sapienza divina ha stabilito, nel piano della salvezza, la legge della causa e dell'effetto che implica una doppia benedizione per l'opera di assistenza in tutte le sue ramificazioni. Colui che offre ai disagiati è una benedizione per loro ed egli stesso è benedetto in misura ancora più grande. Dio avrebbe potuto realizzare il piano della salvezza senza l'aiuto dell'uomo, ma sapeva che essi non avrebbero potuto essere felici senza partecipare a questa grande opera. Essa li avrebbe portati a sviluppare spirito di sacrificio e amore per il prossimo. TT1 249 4 Affinché l'uomo potesse godere delle benedizioni che derivano dalla generosità, il nostro Redentore elaborò un piano che prevedeva la cooperazione degli uomini come suoi collaboratori. Per una serie di circostanze che rendono possibili iniziative in favore del prossimo, egli concede all'uomo i mezzi migliori per sviluppare le attività di beneficenza, per abituarlo ad aiutare coloro che sono in difficoltà e per continuare la sua opera. Egli considera i poveri come suoi rappresentanti. Attraverso le necessità del povero, un mondo in rovina ci chiede quei mezzi e quell'influsso necessari alla presentazione della verità di cui gli uomini hanno un estremo bisogno. Quando rispondiamo a questi inviti, tramite il nostro lavoro e la nostra generosità in favore degli altri, diventiamo simili a colui che per amor nostro è diventato povero. Donando, siamo una benedizione per gli altri ed entriamo in possesso delle vere ricchezze. I beni terreni e i tesori celesti TT1 249 5 Nella chiesa manca la carità cristiana. Coloro che potevano, per le loro qualità, contribuire nel modo migliore allo sviluppo dell'opera di Dio non si sono impegnati veramente. Dio, nella sua misericordia, ha comunicato la conoscenza della verità a un certo gruppo di persone affinché potessero apprezzarne il valore infinito rispetto alle ricchezze terrene. Gesù ha detto loro: "Seguitemi!"; egli li mette alla prova invitandoli alla cena che ha preparato. Egli li osserva per individuare il loro carattere e verificare se daranno un valore maggiore ai loro interessi o alle ricchezze eterne. Molti di questi cari fratelli imitano coloro che si scusarono nella parabola: TT1 249 6 "...Un uomo fece una gran cena e invitò molti; e all'ora della cena, mandò il suo servitore a dire agl'invitati: Venite, perché tutto è già pronto. E tutti, ad una voce, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un campo e ho necessità d'andarlo a vedere; ti prego, abbimi per iscusato. E un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi, e vado a provarli; ti prego, abbimi per iscusato. E un altro disse: Ho preso moglie, e perciò non posso venire. E il servitore, tornato, riferì queste cose al suo signore. Allora il padron di casa, adiratosi, disse al suo servitore: Va' presto per le piazze e per le vie della città, e mena qua i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi". Luca 14:16-21. TT1 250 1 Questa parabola rappresenta esattamente la condizione di molti che professano di credere nella verità. Il Signore li ha invitati a partecipare alla cena preparata per loro, ma gli interessi terreni sembrano molto più importanti delle ricchezze celesti. Essi sono invitati a condividere quei beni che hanno un valore eterno, ma le loro fattorie, il loro bestiame, le responsabilità familiari appaiono loro molto più importanti dell'ubbidienza all'invito di Dio e trovano dei pretesti per non rispondere positivamente all'appello divino: "Venite, tutto è pronto". Questi fratelli imitano ciecamente l'esempio di coloro che sono rappresentati nella parabola. Considerando i beni terreni, dicono: "No, Signore, non posso seguirti: ti prego, scusami!" TT1 250 2 Le benedizioni che Dio ha concesso a questi uomini per metterli alla prova e vedere se restituiranno "a Dio ciò che è di Dio" vengono utilizzate come una scusa per sottrarsi alle esigenze della verità. Sono così attaccati ai loro beni terreni che dicono: "Io devo occuparmi di queste cose; non posso trascurare gli affari terreni: tutto questo mi appartiene!" Il loro cuore diventa insensibile e duro. Essi chiudono la porta del loro cuore al messaggero celeste che ripete: "Venite: tutto è pronto!" e la spalancano invece alle loro preoccupazioni terrene, ai loro affari, lasciando che Gesù, desideroso di entrare, bussi inutilmente. Il giogo schiacciante dell'egoismo TT1 250 3 Il loro cuore è talmente sopraffatto da problemi e sollecitazioni terreni che le realtà celesti non vengono prese in considerazione. Gesù invita coloro che sono stanchi e oppressi e promette loro riposo, se si rivolgeranno a lui. Egli li invita a prendere il suo giogo, che è dolce, e il suo carico, che è leggero, al posto dell'egoismo e dell'avidità che rendono gli uomini schiavi di Mammona. Ecco l'invito: "Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch'io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre". Matteo 11:29. Gesù vorrebbe che essi deponessero i pesanti fardelli delle preoccupazioni e delle ansietà per prendere il suo giogo che è rinuncia e sacrificio in favore degli altri. Questo giogo risulterà leggero. Coloro che rifiutano di accettare quel sollievo che il Cristo offre e continuano a trascinare l'opprimente giogo dell'egoismo, aggravando il proprio spirito con progetti elaborati per accumulare denaro in vista di obiettivi personali, non hanno conosciuto la pace e il riposo che si provano quando si accetta il dolce giogo del Cristo e il leggero fardello della rinuncia e dell'amore disinteressato che egli ha portato per loro. TT1 250 4 Quando l'amore per il mondo s'impadronisce del cuore e diventa una passione dominante non c'è più spazio per l'adorazione di Dio in quanto le più elevate facoltà della mente risultano sottomesse alla schiavitù di Mammona e non possono più percepire le realtà spirituali. Lo spirito, allora, dimentica Dio e diventa insensibile, preoccupato soltanto dal desiderio di accumulare denaro. TT1 251 1 Questi uomini, a causa del loro egoismo e del loro amore per il mondo, si rendono conto sempre meno della grande importanza dell'opera da compiere in questi ultimi tempi. Essi non hanno sviluppato la loro mente in vista del servizio di Dio e, quindi, non hanno nessuna esperienza in questo senso. I loro beni hanno assorbito ogni affetto ed eclissato la grandezza del piano della salvezza. Mentre si preoccupano di ampliare sempre più i loro progetti terreni, non comprendono la necessità di estendere l'opera di Dio. Investono i loro beni negli affari e non in quelle realtà che hanno un valore eterno. Essi desiderano sempre maggiori ricchezze. Dio ha affidato loro la sua legge affinché trasmettano ad altri la loro conoscenza. Ma essi si sono creati preoccupazioni e problemi tali che non hanno più il tempo di esercitare un influsso positivo su coloro che li circondano, di conversare con i loro vicini, di pregare con loro e per loro, cercando di condurli alla conoscenza della verità. TT1 251 2 Questi uomini sono responsabili del bene che potrebbero fare e che non fanno, con la scusa di non poterlo compiere a causa delle preoccupazioni che offuscano la loro mente e assorbono i loro affetti. Coloro per cui il Cristo è morto potrebbero essere salvati grazie al loro impegno e al loro esempio, in realtà sono stati privati della conoscenza che Dio aveva affidato agli uomini affinché la diffondessero intorno a loro. Questa luce è stata messa sotto il moggio e così non illumina coloro che sono in casa. La parabola dei talenti TT1 251 3 Ogni uomo è un amministratore di Dio. Il Signore ha affidato a tutti dei beni, ma l'uomo pretende di esserne il proprietario. Il Cristo dice: "...Trafficate finch'io venga". Luca 19:13. Verrà il giorno in cui il Maestro esigerà ciò che gli appartiene con l'interesse. Egli dirà a ciascuno dei suoi amministratori: "...Rendi conto della tua amministrazione..." Luca 16:2. Chi avrà nascosto e seppellito il denaro del Signore, invece di farlo fruttare, chi l'avrà sprecato per cose non necessarie, invece di investirlo nella sua opera, non riceverà l'approvazione ma la condanna. Il cattivo servitore della parabola, restituendo il talento ricevuto, disse: "...Signore, io sapevo che tu sei uomo duro, che mieti dove non hai seminato, e raccogli dove non hai sparso; ebbi paura, e andai a nascondere il tuo talento sotterra; eccoti il tuo. E il suo padrone, rispondendo, gli disse: Servo malvagio ed infingardo, tu sapevi ch'io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; dovevi dunque portare il mio danaro dai banchieri; e al mio ritorno, avrei ritirato il mio con interesse". Matteo 25:24-27. TT1 251 4 Questo servo incapace non ignorava affatto i piani di Dio, ma aveva deciso di contrastarli, accusandolo di crudeltà perché chiedeva il frutto del talento affidatogli. Queste lamentele e queste critiche vengono fatte da una vasta categoria di uomini ricchi che dicono di credere nella verità. Simili al servo infedele, essi temono che venga loro chiesto, per lo sviluppo dell'opera di Dio, il frutto del talento ricevuto, e quindi si affrettano a nasconderlo, a seppellirlo, utilizzandolo per scopi esclusivamente temporali; in questo modo, in breve tempo, non hanno più nulla, o quasi nulla, per l'opera di Dio. Essi hanno sotterrato il loro talento, temendo che Dio richiedesse loro una parte dell'interesse. Quando, su richiesta del Signore, essi riconsegnano quanto era stato loro affidato, presentano delle scuse per non aver fatto fruttare i beni ricevuti da Dio e non averli investiti per lo sviluppo della sua opera. TT1 252 1 Chi dissipa i beni che appartengono al Signore, non solo perde il talento avuto in prestito da Dio, ma perde anche la vita eterna. "E quel servitore disutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Ivi sarà il pianto e lo stridor dei denti". Matteo 25:30. Il servitore fedele, che investe il denaro nell'opera in vista della salvezza degli uomini, utilizza i suoi beni alla gloria di Dio e riceverà l'elogio del suo Signore: "...Va bene, buono e fedel servitore... entra nella gioia del tuo Signore". Matteo 25:21. Quale sarà questa gioia? Sarà la gioia di vedere degli uomini salvati nel regno di Dio. Gesù "...per la gioia che gli era posta dinanzi sopportò la croce sprezzando il vituperio, e s'è posto a sedere alla destra del trono di Dio". Ebrei 12:2. TT1 252 2 Questa idea del servizio dovrebbe avere una ripercussione concreta sull'intero popolo di Dio. La parabola dei talenti, se ben compresa, eliminerà l'avidità che Dio definisce idolatria. La generosità assicurerà una vita spirituale a migliaia di persone che credono di vivere nella verità ma che, in realtà, gemono ancora nell'ignoranza. Essa li trasformerà e li condurrà dall'egoismo e dall'adorazione di Mammona al Cristo, per farne dei collaboratori fedeli nell'opera della salvezza. Rinuncia e sacrificio TT1 252 3 Il piano della salvezza si basa sul sacrificio. Gesù lasciò il cielo e accettò la povertà affinché noi potessimo diventare ricchi. Tutti coloro che accettano questa salvezza, che è stata acquisita tramite il sacrificio infinito del Figlio di Dio, seguiranno l'esempio divino. Il Cristo è la pietra angolare e noi dobbiamo costruire su questo fondamento. Ogni cristiano deve avere uno spirito di rinuncia e di sacrificio. La vita del Cristo sulla terra è stata esente da ogni forma di egoismo e caratterizzata dall'umiliazione e dal sacrificio. Gli uomini che accettano la salvezza che Gesù ha assicurato loro lasciando il cielo, rifiuteranno di seguire il Signore e di condividere le stesse rinunce e gli stessi sacrifici? Il Cristo dice: "Io son la vite, voi siete i tralci..." (Giovanni 15:5); Dio "...toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo rimonda affinché ne dia di più". Giovanni 15:2. Il principio vitale, la linfa che fluisce attraverso la vite, nutre i tralci affinché essi possano fiorire e portare frutto. Il servo è maggiore del suo Signore? Il Redentore del mondo si sacrifica per noi mentre i membri del corpo di Cristo soddisfano i propri desideri? La rinuncia a se stessi è la condizione fondamentale del discepolato. TT1 252 4 "Allora Gesù disse ai suoi discepoli: Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua". Matteo 16:24. Io apro la via lungo il sentiero della rinuncia. Non vi chiedo altro, se non quello che io, vostro Signore, vi ho insegnato con l'esempio della mia vita. TT1 252 5 Il Salvatore del mondo vinse Satana nel deserto della tentazione. Egli vinse per insegnare all'uomo come si vince. Nella sinagoga di Nazareth Gesù annunciò: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato a bandir liberazione a' prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, e a predicare l'anno accettevole del Signore". Luca 4:18, 19. TT1 253 1 La grande opera che Gesù ha iniziato sulla terra è stata affidata ai suoi discepoli affinché la continuassero. Il Cristo, come nostro Capo, guida quest'opera di salvezza e ci esorta a seguire il suo esempio. Egli ci ha affidato un messaggio da diffondere al mondo. Questa verità deve essere trasmessa a ogni nazione, tribù, lingua e popolo. La potenza di Satana doveva essere contestata e vinta sia dal Cristo sia dai suoi discepoli. Un'intensa lotta doveva essere sostenuta contro le potenze delle tenebre. Per il successo dell'impresa sono necessari dei mezzi. Dio non ha intenzione di inviarceli direttamente dal cielo, ma affida ai suoi discepoli i beni necessari per realizzare questo obiettivo. Il sistema della decima TT1 253 2 Dio ha rivelato al suo popolo un piano che permette di raccogliere i fondi necessari per realizzare l'autonomia finanziaria. Il piano divino basato sulla decima è straordinario per la sua semplicità ed equità. Tutti lo possono attuare con fede e con coraggio perché è stato concepito da Dio. Essendo semplice, e di estrema utilità, non richiede affatto vaste conoscenze per comprenderlo e realizzarlo. Tutti possono facilmente capire come contribuire al successo dello straordinario piano della salvezza. Ogni uomo, donna o giovane può diventare amministratore del Signore. L'apostolo Paolo dice: "Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci sian più collette da fare". 1 Corinzi 16:2. TT1 253 3 Questo metodo permette di raggiungere importanti obiettivi. Se tutti lo accettassimo, ognuno potrebbe diventare un attento e fedele amministratore del Signore; in questo modo non ci sarebbero problemi finanziari nella grande opera di proclamazione del messaggio di avvertimento in tutto il mondo. Se ogni membro di chiesa adottasse questo sistema non mancherebbero i fondi e nessuno sarebbe in miseria. Investendo i nostri beni ci sentiremmo più coinvolti nella proclamazione di questo messaggio. Così accumuleremo "...un tesoro ben fondato per l'avvenire, a fin di conseguire la vera vita". 1 Timoteo 6:19. TT1 253 4 Nella misura in cui gli amministratori fedeli e perseveranti vedranno che la loro generosità alimenta il loro amore nei confronti di Dio e del prossimo e che il loro impegno contribuisce ad estendere il loro influsso, si renderanno conto che essere collaboratori del Cristo è una grande benedizione. I cristiani, in genere, rifiutano di soddisfare le richieste di Dio che li invita a offrire una parte dei loro beni per sostenere la lotta contro le tenebre morali che invadono il mondo. L'opera di Dio non potrà mai progredire veramente come dovrebbe fino a quando i discepoli del Cristo non diventeranno collaboratori attivi e fedeli. TT1 253 5 Ogni membro di chiesa deve capire che la verità in cui crede è una realtà e diffondere questo messaggio in modo disinteressato. Alcuni uomini ricchi mormorano perché l'opera del Signore si estende e quindi c'è bisogno di altri fondi. Essi dicono che le richieste e le necessità si moltiplicano. A queste persone vorremmo dire che auspichiamo uno sviluppo dell'opera di Dio che preveda sempre nuove occasioni e quindi richieste di fondi, più frequenti e urgenti, per proseguire le attività iniziate. TT1 254 1 Se il piano dell'economato cristiano" fosse stato adottato da tutti e venisse pienamente realizzato vi sarebbe sempre denaro sufficiente. Le rendite affluirebbero costantemente grazie alla generosità di ognuno. Le offerte fanno parte della religione del Vangelo. Se consideriamo il prezzo infinito pagato per la nostra redenzione, comprendiamo la necessità urgente di consacrare il nostro denaro e tutte le nostre facoltà all'opera del Signore. TT1 254 2 Un giorno dovremo saldare il nostro conto con il Signore. Egli ci dirà: "...Rendi conto della tua amministrazione..." Luca 16:2. Se gli uomini preferiscono non ascoltare gli appelli divini e trattenere egoisticamente ciò che Dio ha affidato loro, egli continuerà a metterli alla prova, accordando sempre le sue benedizioni. Essi godranno del favore di coloro che li circondano e non saranno biasimati dalla chiesa. Ma verrà il momento in cui egli dirà loro: "Rendete conto della vostra amministrazione". Il Cristo, allora, aggiungerà: "...In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto ad uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". Matteo 25:45. Voi "...non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo..." (1 Corinzi 6:19, 20) e dovete quindi glorificare Dio con i vostri beni, come lo glorificate, con il vostro corpo e con il vostro spirito che appartengono al Signore. Voi "foste comprati a prezzo" non "...con cose corruttibili, con argento o con oro... ma col prezioso sangue di Cristo". 1 Pietro 1:18, 19. Egli chiede la restituzione di quei doni che ci ha affidati per contribuire alla salvezza degli uomini. Egli che ha dato il suo sangue reclama la vostra generosità. Grazie alla sua povertà siamo diventati ricchi, rifiuteremo di restituirgli ciò che ci ha affidato? Collaboratori di Dio TT1 254 3 Dio, per il sostegno della sua opera, non dipende dall'uomo. Egli avrebbe potuto inviare direttamente dal cielo i mezzi necessari per alimentare il suo tesoro, qualora la sua provvidenza avesse ritenuto che questa fosse la cosa migliore per l'uomo. Egli avrebbe anche potuto incaricare gli angeli di proclamare la verità al mondo, senza la collaborazione dell'uomo; avrebbe potuto scrivere la verità nei cieli e lasciare ad essi il compito di dichiarare al mondo, a vividi caratteri, la sua volontà. Dio non ha bisogno né del nostro oro né del nostro argento. Ecco cosa dice: "...mie son tutte le bestie della foresta, mio è il bestiame ch'è per i monti a migliaia... Se avessi fame, non te lo direi, perché il mondo, con tutto quel che contiene, è mio". Salmi 50:10, 12. Qualunque sia il nostro ruolo per lo sviluppo dell'opera di Dio è una grazia che il Signore ci ha fatto. Egli ha voluto onorarci scegliendoci come suoi collaboratori e ha voluto che esistesse questa cooperazione umana perché fosse mantenuto sempre vivo e attivo in noi lo spirito della generosità. TT1 254 4 Dio, nella sua saggezza, ha sempre permesso che ci fossero dei poveri fra noi affinché, vedendo le diverse forme della miseria e della sofferenza che esistono nel mondo, potessimo essere messi alla prova e avere la possibilità di sviluppare un carattere cristiano, manifestando la simpatia e l'amore fraterno. TT1 254 5 I peccatori, che "periscono per mancanza di conoscenza", rimarranno nell'ignoranza fino a quando gli uomini non trasmetteranno loro la verità. Dio non invierà degli angeli dal cielo a compiere l'opera che ci ha affidato perché vuol metterci alla prova e offrirci l'opportunità di manifestare il nostro vero carattere. Il Cristo considera i poveri che sono in mezzo a noi come suoi rappresentanti. "Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere". Matteo 25:42. Il Cristo si immedesima nell'umanità sofferente tramite i più miserabili figli degli uomini. Egli si accolla le loro necessità e condivide le loro afflizioni. TT1 255 1 Il declino dei principi morali della nostra società sollecita l'attenzione dei cristiani e richiede uno sforzo individuale: è necessario contribuire al piano della salvezza impegnando i propri beni ed esercitando il proprio influsso per riflettere l'immagine di colui che si è fatto povero per salvarci, pur possedendo ricchezze infinite. Lo Spirito di Dio non è presente in coloro che annunciano il messaggio della verità contenuto nella sua Parola se non mostrano il loro senso del dovere come collaboratori del Cristo. L'apostolo sottolinea che è necessario qualcosa di più di una semplice simpatia umana frutto della compassione. Egli insiste sul principio di un impegno disinteressato che miri unicamente alla gloria di Dio. TT1 255 2 I cristiani sono invitati a manifestare la loro generosità per diventare sensibili nei confronti dei loro simili. La legge morale prevedeva l'osservanza del sabato che non rappresentava un peso fino a quando questo comandamento veniva trasgredito e ne derivavano conseguenze previste dalla legge stessa. Il sistema della decima non era un peso per coloro che erano fedeli. Questa regola, data agli ebrei, non era mai stata abrogata da colui che ne era l'autore. Invece di perdere la sua importanza, avrebbe dovuto essere mantenuta e confermata nell'era cristiana, nella misura in cui si comprendeva che la salvezza si poteva ottenere solo tramite il Cristo. TT1 255 3 Gesù rese noto al dottore della legge che la condizione per ottenere la vita eterna consisteva nell'adempiere, nella propria esistenza, i comandamenti della legge: essi possono essere riassunti nell'amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutta la forza e nell'amare il prossimo come se stessi. Quando, alla morte del Cristo, furono aboliti i sacrifici del cerimoniale ebraico, la legge originale scolpita su tavole di pietra rimase immutata e la sua validità si estese all'uomo in tutti i tempi. L'era cristiana non ha eliminato i doveri dell'uomo, ma li ha definiti meglio e li ha espressi con maggiore semplicità. TT1 255 4 Il Vangelo, nel suo costante sviluppo, richiedeva maggiori fondi per l'espansione dell'opera dopo la morte del Cristo. La generosità è diventata quindi un dovere ancora più urgente di quanto non lo fosse nella dispensazione ebraica. Oggi Dio non chiede meno, ma più di qualsiasi altro periodo della storia del mondo. Il principio stabilito dal Cristo è che i doni e le offerte devono essere proporzionati alla conoscenza e alle benedizioni ricevute. Egli ha detto: "...E a chi molto è stato dato, molto sarà ridomandato..." Luca 12:48. TT1 255 5 Le benedizioni ricevute dai primi discepoli furono trasformate in amor fraterno e in beneficenza. L'effusione dello Spirito di Dio, dopo il ritorno del Cristo in cielo, condusse i discepoli a rinunciare e a sacrificarsi in vista della salvezza degli uomini. Quando i cristiani di Gerusalemme si trovarono in difficoltà, Paolo scrisse ai cristiani della diaspora e disse loro: "Ma siccome voi abbondate in ogni cosa, in fede, in parola, in conoscenza, in ogni zelo e nell'amore che avete per noi, vedete d'abbondare anche in quest'opera di carità". 2 Corinzi 8:7. Qui la generosità è messa sullo stesso piano della fede, dell'amore e dello zelo del cristiano. Coloro che pensano di poter essere dei buoni cristiani pur chiudendo le orecchie e il cuore agli appelli di Dio, che sollecita la loro generosità, sono vittime di terribili illusioni. Molti, infatti, pur affermando a parole di amare la verità, di avere a cuore la sua diffusione, non fanno nulla di concreto. La loro fede è morta perché non è accompagnata dalle opere. Il Signore non ha mai commesso l'errore di convertire un uomo e lasciarlo vittima della sua avidità. Dai giorni di Adamo TT1 256 1 Il sistema della decima è anteriore all'epoca di Mosè. Già ai tempi di Adamo gli uomini furono invitati a offrire a Dio dei doni. Con queste offerte, seguendo le direttive divine, manifestavano il loro apprezzamento per la misericordia e le benedizioni di Dio. Con le generazioni successive questa abitudine si trasmise fino ad Abramo che diede la decima a Melchisedech, sacerdote del Dio Altissimo. Lo stesso principio era in vigore all'epoca di Giobbe. Anche Giacobbe, quando trascorse una notte a Betel, sul sentiero dell'esilio, con una pietra per cuscino, promise a Dio: "...di tutto quello che tu darai a me, io, certamente, darò a te la decima". Genesi 28:22. Tutte le offerte devono essere volontarie. Dio non obbliga gli uomini a dare. Egli non desidera che i fondi messi a disposizione della sua opera provengano da offerte forzate. TT1 256 2 Il Signore, affinché gli uomini vivessero in stretta comunione con lui e manifestassero simpatia e amore per i propri simili, affidò loro delle responsabilità che li avrebbero aiutati a lottare contro ogni tendenza all'egoismo e a rafforzare il loro amore nei confronti di Dio e dell'umanità. Il piano dell'economato cristiano è stato elaborato dall'Eterno per il bene dell'uomo che è incline all'egoismo e all'avarizia. Il Signore desidera che le offerte siano fatte in occasioni prestabilite affinché la generosità diventi un'abitudine e la beneficenza un dovere cristiano. Un cuore che è diventato sensibile non deve avere il tempo di raffreddarsi egoisticamente e di chiudersi prima che gli venga lanciato un nuovo appello. La decima parte delle entrate TT1 256 3 Dio ha precisato che la decima parte delle nostre entrate gli appartiene. Tutto è lasciato alla coscienza e alla generosità degli uomini il cui giudizio, in questo sistema della decima, deve essere privo di condizionamenti. Non vi è nessuna costrizione, ma è stato stabilito un piano ben definito per tutti. Nella dispensazione mosaica, Dio invitò gli uomini a offrire la decima parte delle loro entrate. Egli affidò loro l'amministrazione di beni e talenti. Egli ne ha richiesto soltanto la decima parte e questo rappresenta il minimo che l'uomo deve restituirgli. Egli dice: "Io vi do nove decimi e ne chiedo uno: mi appartiene". Quando, però, gli uomini trattengono questa decima parte, derubano l'Altissimo. Oltre alla decima, venivano richieste anche offerte per il peccato e sacrifici di azioni di grazie. TT1 257 1 Tutto quello che tratteniamo per noi di questa decima parte delle entrate viene registrato nei libri del cielo come un furto, accanto al nome di chi ne è responsabile. Queste persone derubano Dio e, quando sono messe davanti all'evidenza del peccato commesso, non è sufficiente che cambino modo di agire conformandosi al principio stabilito. Tutto ciò non cancella, nel libro del cielo, i dati relativi alla nostra infedeltà nell'amministrazione dei beni che Dio ci aveva affidato. È necessario pentirsi per questa infedeltà e per la vergognosa ingratitudine che è stata manifestata. TT1 257 2 "L'uomo dev'egli derubare Iddio? Eppure voi mi derubate. Ma voi dite: "In che t'abbiam noi derubato?" Nelle decime e nelle offerte. Voi siete colpiti di maledizione, perché mi derubate, voi, tutta quanta la nazione! Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa, e mettetemi alla prova in questo, dice l'Eterno degli eserciti; e vedrete s'io non v'apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione, che non vi sia più dove riporla". Malachia 3:8-10. Questo testo contiene una promessa: se tutte le decime sono portate alla casa del tesoro, la benedizione di Dio si riverserà su colui che ubbidisce. TT1 257 3 "E, per amor vostro, io minaccerò l'insetto divoratore; ed egli non distruggerà più i frutti del vostro suolo, e la vostra vigna non abortirà più nella campagna, dice l'Eterno degli eserciti. E tutte le nazioni vi diranno beati, perché sarete un paese di delizie, dice l'Eterno degli eserciti". Malachia 3:11, 12. Se tutti coloro che professano la verità restituiscono a Dio la decima che gli appartiene e si sottomettono alla sua volontà, il tesoro di Dio sarà provvisto dei mezzi necessari all'avanzamento della grande opera per la salvezza degli uomini. TT1 257 4 Il Signore affida all'uomo i nove decimi delle sue entrate e chiede che soltanto la decima parte gli venga restituita, così come ha dato all'uomo sei giorni per lavorare e ha riservato per sé e santificato il settimo giorno. Ecco perché, come il sabato, la decima è sacra: Dio se l'è riservata. Egli compirà la sua opera sulla terra tramite i beni che ha affidato agli uomini. TT1 257 5 Un tempo Dio invitava il suo popolo a riunirsi tre volte all'anno. "Tre volte all'anno ogni tuo maschio si presenterà davanti all'Eterno, al tuo Dio, nel luogo che questi avrà scelto: nella festa de' pani azzimi, nella festa delle settimane e nella festa delle Capanne; e nessuno si presenterà davanti all'Eterno a mani vuote. Ognuno darà ciò che potrà, secondo le benedizioni che l'Eterno, l'Iddio tuo, t'avrà date". Deuteronomio 16:16, 17. Circa un terzo delle entrate era devoluto per scopi sacri e religiosi. TT1 257 6 Ogni volta che il popolo di Dio, in qualsiasi momento della storia del mondo, ha realizzato con gioia e spontaneamente questo piano, tramite i doni e le offerte, ha beneficiato della promessa secondo la quale le sue attività sarebbero state coronate dal successo, in proporzione alla sua ubbidienza. Quando i cristiani si rendono conto delle esigenze di Dio e vi si sottomettono, godono delle ricche benedizioni divine. Ma avendo derubato Dio nelle decime e nelle offerte, sono stati costretti a rendersi conto che danneggiavano se stessi in quanto l'Eterno limitava le sue benedizioni nella misura in cui essi limitavano le loro offerte. La decima rappresenta un peso? TT1 258 1 Alcuni considerano questa legge come una delle più dure per gli ebrei. In realtà tutto ciò non rappresentava un peso per colui che amava Dio. Lo diventava quando l'egoismo si rafforzava; trattenendo ciò che spettava al Signore, gli uomini perdevano di vista i valori eterni e attribuivano ai beni terreni un'importanza maggiore della salvezza degli uomini. Per il popolo di Dio degli ultimi tempi si presentano necessità ancora più urgenti di quelle che incombevano sull'antico Israele, perché in un tempo brevissimo deve essere compiuta un'opera vasta e importante. Dio non ha mai voluto che il principio della decima perdesse la sua importanza per il suo popolo; anzi, egli voleva che lo spirito di sacrificio si estendesse e si approfondisse in vista dell'opera finale. TT1 258 2 La generosità sistematica non deve diventare una costrizione sistematica. Solo le offerte volontarie sono gradite a Dio. La vera generosità cristiana scaturisce da un amore riconoscente. L'amore per il Cristo non può essere disgiunto da un corrispondente amore nei confronti di coloro che è venuto a redimere. L'amore per il Cristo deve essere un principio che domina l'intero essere, un principio che controlla tutte le emozioni e le energie. L'amore che redime dovrebbe risvegliare tutto l'affetto e tutta l'abnegazione che possono esistere nel cuore dell'uomo. Quando questo si verifica, non saranno più necessari gli appelli per vincere l'egoismo, risvegliare la sensibilità e ottenere offerte generose in favore dell'opera di Dio. TT1 258 3 Gesù ci ha riscattati con un sacrificio di un valore inestimabile e quindi tutte le nostre capacità, l'influsso che possiamo esercitare gli appartengono e devono essere messi a sua completa disposizione. In questo modo manifesteremo la nostra gratitudine nei confronti di colui che ci ha riscattati dalla schiavitù del peccato con l'offerta del proprio sangue. Il Salvatore agisce sempre in nostro favore. Asceso in cielo, intercede per noi presentando al Padre le sue sofferenze sulla croce. Egli mostra le mani ferite e intercede per la sua chiesa affinché essa possa resistere alla tentazione. TT1 258 4 Se le nostre facoltà potessero essere potenziate per permetterci di comprendere tutta la portata di questa meravigliosa opera compiuta dal Salvatore per la nostra redenzione, i nostri cuori sarebbero pervasi da un amore profondo e ardente e quindi saremmo preoccupati per la nostra apatia e per la nostra indifferenza. L'amore motiverebbe la nostra consacrazione e la nostra generosità; in questo modo, anche la più piccola offerta, data con entusiasmo, avrebbe un valore infinito. Dopo aver donato spontaneamente al nostro Maestro tutto ciò che potevamo offrire, qualunque fosse il suo valore per noi, considerando il nostro debito di riconoscenza nei confronti di Dio, le nostre offerte ci sembreranno veramente insignificanti. Gli angeli, però, prenderanno in considerazione queste offerte, che a noi sembrano così misere, le presenteranno davanti al trono di Dio ed esse saranno accettate. TT1 258 5 In quanto discepoli del Cristo non ci rendiamo conto della nostra vera posizione. Non abbiamo un'esatta visione delle nostre responsabilità come collaboratori di Gesù. Egli ha scontato la nostra pena tramite la sua vita di sofferenze e ha sparso il suo sangue per unirci a lui. Tutti i favori di cui godiamo ci sono stati accordati dal nostro Salvatore. Egli ci ha scelto come suoi amministratori. Le nostre offerte più modeste, i nostri servizi più umili, se presentati con fede e amore, possono essere considerati dei doni utilizzati per guidare altri al servizio del Maestro ed esaltare la sua gloria. L'interesse e la prosperità del regno del Cristo dovrebbero essere anteposti a tutto. Quelli che fanno del proprio piacere e del proprio interesse egoistico i principali obiettivi della vita non sono amministratori fedeli. TT1 259 1 Chi rinuncia a se stesso, in favore del bene degli altri, e si consacra al servizio del Cristo con tutto ciò che possiede, proverà quella felicità che l'egoista persegue invano. Il Salvatore disse: "Così dunque ognun di voi che non rinunzi a tutto quello che ha, non può esser mio discepolo". Luca 14:33. La carità "non ricerca il proprio interesse". Essa è il frutto dell'amore e della generosità disinteressata che caratterizzavano la vita del Cristo. Con la legge di Dio nei nostri cuori subordineremo i nostri interessi alle realtà eterne. Un tesoro sulla terra TT1 259 2 Il Cristo ci esorta a cercare, prima di ogni altra cosa, il regno di Dio e la sua giustizia. È questo il nostro primo e più alto dovere. Il Maestro avvertì i suoi discepoli invitandoli a non accumulare tesori sulla terra, perché in questo modo si sarebbero legati alle realtà terrene piuttosto che a quelle celesti. È in questo senso che molti hanno abbandonato la fede. Sono andati esattamente nel senso contrario all'invito espresso dal Signore e hanno permesso che l'amore del denaro diventasse la passione dominante della loro vita. Hanno fatto sforzi inauditi per accumulare denaro e sono dominati da questa passione sfrenata per le ricchezze come l'alcolizzato per le bevande alcoliche. TT1 259 3 I cristiani dimenticano di essere collaboratori del Maestro e quindi dimenticano che la loro vita, il loro tempo e tutto ciò che possiedono appartengono a lui. Molti sono tentati e la maggior parte è sopraffatta dalle allettanti seduzioni di Satana che vuole indurli a investire le loro ricchezze in modo da ottenere il maggiore profitto finanziario. Solo pochi riconoscono i diritti che Dio può esercitare nei loro confronti e il fatto che dovrebbero occuparsi, prima di tutto, delle necessità dell'opera e poi pensare a se stessi. Non sono molti coloro che investono il denaro nell'opera di Dio in proporzione ai mezzi di cui dispongono. Molti hanno impegnato il loro denaro per l'acquisto di proprietà che ora dovrebbero vendere per poter investire in favore della chiesa. Questo rappresenta una scusa per giustificare le scarse offerte al loro Redentore. Essi hanno praticamente seppellito il loro talento, come l'uomo della parabola, e non restituiscono a Dio la decima che egli reclama. Nel derubarlo essi si privano delle ricchezze celesti. Per il bene dell'uomo TT1 259 4 Il piano di Dio relativo alle offerte non è un peso per nessuno. "Or quanto alla colletta per i santi, come ho ordinato alle chiese di Galazia, così fate anche voi. Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci sian più collette da fare". 1 Corinzi 16:1, 2. I poveri non sono esclusi dal privilegio di dare. Anch'essi possono, come i ricchi, partecipare a quest'opera. La lezione del Cristo a proposito dei due spiccioli della vedova insegna che anche le offerte esigue ma spontanee del povero, se motivate dall'amore, sono accettate, come quelle più consistenti del ricco. TT1 260 1 Sulle bilance celesti le offerte dei poveri non vengono valutate in base all'entità del dono, ma secondo l'amore che ha spinto a compiere quel gesto. Le promesse di Gesù si adempiranno per il povero che ha donato soltanto una piccola somma, ma con gioia, e anche per il ricco che ha offerto il superfluo. Il povero ha fatto un vero sacrificio mentre il ricco ha dato senza risentire della privazione. Ecco perché l'offerta del povero ha un carattere sacro che quella del ricco non ha. Dio ha predisposto un piano di offerte sistematiche per il bene dell'uomo e questo piano è sempre valido. Se i figli di Dio lo seguiranno diventeranno efficienti collaboratori nella sua opera. TT1 260 2 Coloro che sottraggono dal tesoro di Dio per accumulare denaro per i propri figli mettono in pericolo gli interessi spirituali di questi ultimi. I loro beni diventano un inciampo per loro stessi e per i figli, provocandone forse la rovina spirituale. Molti commettono gravi errori economizzando e sottraendo a sé e agli altri quei benefici che potrebbero derivare da un saggio uso dei beni affidati loro e diventano avari ed egoisti. Trascurano i loro veri interessi e non crescono spiritualmente per il solo piacere di accumulare denaro, che poi non utilizzano. Lasciano tutto ai figli e, in nove casi su dieci, questo risulta una maledizione maggiore per gli eredi che per loro stessi. I figli, contando sui beni dei genitori, spesso non hanno successo in questa vita e generalmente perdono anche quella eterna. TT1 260 3 La migliore eredità che i genitori possono lasciare ai figli è insegnare loro un lavoro utile e dare l'esempio di una vita caratterizzata dalla generosità. Con questo stile di vita essi riveleranno il vero valore del denaro, che non va apprezzato solo per il bene che può procurarci nel sopperire alle nostre necessità personali, ma a provvedere a quelle degli altri e a contribuire allo sviluppo dell'opera di Dio. Le responsabilità del povero TT1 260 4 Alcuni sono desiderosi di dare in proporzione a ciò che posseggono e sanno che Dio non chiede loro nient'altro, perché non hanno molto denaro. Essi non hanno delle entrate sufficienti per poter risparmiare, dopo aver provveduto a soddisfare i bisogni della famiglia. Vi sono, però, molti che potrebbero rivolgere a se stessi la domanda: "Offro in base a ciò che posseggo?" Dio desidera che vengano utilizzate le facoltà del corpo e della mente. Alcuni non hanno sfruttato al massimo le possibilità concesse loro da Dio. Il lavoro è il retaggio del peccato dell'uomo. Il benessere fisico, mentale e morale dell'uomo implica che egli impegni la sua vita in un lavoro utile. L'apostolo esortava: "...non siate pigri..." Romani 12:11. Nessuno, povero o ricco che sia, può glorificare Dio con una vita indolente. Tutto il capitale di cui dispongono molti uomini poveri si riduce al tempo e all'energia fisica che spesso vengono sprecati nell'amore per la comodità e nella pigrizia, tanto che essi non hanno nulla da presentare a Dio sotto forma di decime e offerte. Se alcuni cristiani mancano di quella saggezza che permette di lavorare adeguatamente e utilizzare le proprie energie fisiche e mentali, devono avere l'umiltà sufficiente per accettare i consigli e i suggerimenti dei fratelli il cui buon senso potrà sopperire alle loro lacune. Molti sono contenti di non impegnarsi per il bene del prossimo e per l'opera di Dio, anche se in realtà potrebbero fare molto se solo lo volessero. Essi sono responsabili, nei confronti di Dio, del loro patrimonio di energie fisiche, così come lo sono i ricchi per il loro, quello economico. TT1 261 1 Alcuni di coloro che dovrebbero portare del denaro al tesoro di Dio, in realtà ne beneficiano. Alcuni che ora sono poveri avrebbero potuto migliorare la loro condizione grazie a un uso giudizioso del tempo, non impegnandosi in speculazioni per guadagnare del denaro in modo più facile rispetto a un lavoro paziente e perseverante. Se coloro che non hanno riportato dei successi nella vita desiderassero lasciarsi guidare, potrebbero imparare a rinunciare ed economizzare e avrebbero così la soddisfazione di esercitare la generosità invece di esserne l'oggetto. Molti sono pigri e se facessero tutto quello che sono in grado di fare sperimenterebbero la grande benedizione che si ottiene aiutando gli altri e si accorgerebbero che "più felice cosa è il dare che il ricevere". TT1 261 2 La generosità, se ben orientata, agisce sulle facoltà mentali e morali dell'uomo e lo motiva a compiere le azioni più nobili sia per aiutare i bisognosi sia per sviluppare l'opera di Dio. Se coloro che dispongono di capitali si rendessero conto di essere responsabili nei confronti di Dio per il denaro che spendono, i loro presunti bisogni diminuirebbero. Se la loro coscienza fosse sensibile si renderebbero conto dei loro errori ogni volta che cedono alle passioni, all'orgoglio, alla vanità, all'amore per i divertimenti e allo spreco del denaro del Signore che avrebbe dovuto essere consacrato alla sua opera. Chi dilapida le ricchezze dell'Eterno, un giorno dovrà rendere conto al Maestro del proprio comportamento. Un avvertimento ai ricchi TT1 261 3 Se coloro che si definiscono cristiani spendessero meno denaro per adornarsi, abbellire le loro case, guarnire le loro tavole o acquistare alimenti che mettono a repentaglio la salute, potrebbero essere più generosi nelle offerte per il tesoro di Dio. In questo modo imiterebbero il loro Redentore che ha lasciato il cielo, le sue ricchezze, la sua gloria ed è diventato povero in vista della nostra salvezza affinché potessimo ottenere le ricchezze eterne. TT1 261 4 Se siamo troppo poveri per restituire fedelmente a Dio le decime e le offerte che egli richiede, siamo anche troppo poveri per spendere il nostro denaro in abiti e cibi, perché in questo modo sprechiamo il denaro del Signore per i nostri piaceri. Dovremmo chiederci: "Quale tesoro ci siamo assicurati nel regno di Dio? Siamo ricchi per il Signore?" TT1 261 5 Gesù diede ai suoi discepoli una lezione sull'avidità: "...La campagna d'un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra se medesimo: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi tesoreggia per sé, e non è ricco in vista di Dio". Luca 12:16-21. TT1 262 1 La durata e la felicità della vita non dipendono dai beni terreni. Quest'uomo ricco, ma sciocco, per il suo egoismo esasperato aveva accumulato delle ricchezze che non poteva sfruttare. Egli era vissuto unicamente in funzione di se stesso; aveva sfruttato metodi disonesti per concludere abili affari, senza preoccuparsi di esercitare né la misericordia né l'amore di Dio. Egli aveva derubato l'orfano e la vedova e frodato il prossimo per accrescere sempre più i propri capitali. Avrebbe potuto benissimo accumulare i suoi tesori in cielo dove nulla perde il suo valore, ma, a causa della sua avidità, perse tutto. Quanti, invece, utilizzano umilmente alla gloria di Dio i beni che egli ha affidato loro, un giorno riceveranno il premio da Dio stesso, insieme alla benedizione: "...Va bene, buono e fedel servitore... entra nella gioia del tuo Signore". Matteo 25:23. TT1 262 2 Quando ci soffermiamo a considerare l'immenso sacrificio fatto per la salvezza degli uomini, ci sentiamo sopraffatti dallo stupore. Quando nel cuore umano regna l'egoismo e l'uomo è tentato di utilizzare a proprio vantaggio ciò che invece dovrebbe servire per aiutare il prossimo, il pensiero di colui che ha rinunciato alle proprie ricchezze per scendere sulla terra e diventare povero dovrebbe rafforzare la sua convinzione di impegnarsi in favore del bene. Questo sacrificio è stato compiuto perché potessimo ottenere le ricchezze eterne. TT1 262 3 Il Cristo ha percorso la via della rinuncia e del sacrificio ed è questa stessa via che tutti i suoi discepoli devono seguire se vogliono, alla fine, partecipare alla gloria del Maestro. Gesù ha voluto condividere le nostre sofferenze. Spesso la mente degli uomini si sclerotizza ed essi vedono soltanto le realtà terrene che eclissano la gloria e il valore di quelle celesti. Gli uomini percorrono terra e mare per guadagnare denaro e sopportano privazioni e sofferenze per raggiungere i loro obiettivi, ma trascurano gli interessi spirituali e non si occupano affatto delle ricchezze eterne. Altri uomini, invece, relativamente poveri, spesso sostengono maggiormente l'opera di Dio. Nelle loro ristrettezze essi sono comunque disponibili, esercitando questa loro spontaneità con continue manifestazioni di generosità. Quando le spese praticamente equivalgono alle entrate c'è ben poco margine per attaccarsi alle ricchezze terrene. TT1 262 4 Molti, quando cominciano ad arricchirsi, fanno dei calcoli per sapere in quanto tempo riusciranno a raccogliere una determinata somma di denaro. Nella loro ansia di accumulare dei beni, essi trascurano di crescere spiritualmente. Le loro offerte non aumentano in proporzione alle loro entrate. Nella misura in cui si sviluppa la loro passione per le ricchezze, tutti i loro interessi si concentrano sui beni terreni. Se i loro capitali aumentano cresce il desiderio di investire costantemente e alcuni giungono a considerare la decima come un'imposizione ingiusta e severa da parte di Dio. La Parola ispirata insegna: "...se le ricchezze abbondano, non vi mettete il cuore". Salmi 62:10. Molti dicono: "Se fossi ricco come il tale, moltiplicherei i miei doni per l'opera di Dio. Se avessi delle ricchezze non farei altro che utilizzarle per la proclamazione del suo messaggio". Dio ha messo alla prova alcuni affidando loro dei capitali, ma con le ricchezze sono aumentate le tentazioni e la loro generosità è diminuita rispetto a quella che manifestavano quando erano poveri. Il desiderio sfrenato di ottenere sempre maggiori ricchezze ha assorbito la loro mente e il loro cuore al punto da giungere a una forma di idolatria. Fedeltà assoluta TT1 263 1 Colui che offre agli uomini le ricchezze infinite e la vita eterna nel suo regno, come premio di una fedele ubbidienza, non può accettare un cuore diviso. Noi viviamo in mezzo alle tentazioni degli ultimi tempi, dove tutto contribuisce a distogliere la mente e gli affetti da Dio. Potremo percepire e apprezzare chiaramente il nostro dovere solo quando lo considereremo alla luce della vita del Cristo. Come il sole sorge da oriente e inonda di luce tutto il mondo, fino a occidente, il discepolo del Cristo sarà una luce per il suo prossimo. Egli percorrerà il mondo affinché coloro che vivono nelle più fitte tenebre spirituali possano essere illuminati e riscaldati dai suoi raggi. Il Cristo definisce così i suoi discepoli: "Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta". Matteo 5:14. TT1 263 2 Gesù, il nostro grande esempio, era altruista. Coloro che si definiscono suoi discepoli potrebbero avere un comportamento opposto? Il Salvatore offrì tutto per un mondo votato alla rovina, fino a donare se stesso. La chiesa di Dio si è addormentata: è indebolita dall'inattività. Da ogni parte del mondo echeggia il grido: "Venite ad aiutarci!", ma questi appelli rimangono senza risposta. Solo di tanto in tanto si nota un piccolo sforzo: alcuni manifestano il desiderio di collaborare con il Cristo, ma spesso sono lasciati soli a lavorare. Abbiamo solo un missionario al di fuori degli Stati Uniti.1 TT1 263 3 La verità è potente, ma non viene messa in pratica. Non basta deporre il denaro sopra l'altare: Dio cerca degli uomini, dei volontari, per diffondere il messaggio della verità ad altre "nazioni, lingue e popoli". Il successo non dipende né dal numero né dalle ricchezze, ma dalla dedizione all'opera, dal coraggio morale, dall'amore per gli uomini e dall'impegno costante. La gioia di offrire TT1 263 4 Molti hanno considerato gli ebrei come un popolo da commiserare perché era continuamente sollecitato a partecipare al sostentamento della struttura religiosa. Dio, però, che ha creato l'uomo e lo ha colmato di tutte le benedizioni di cui gode, sapeva ciò che era necessario per il bene del suo popolo e ha fatto in modo che i nove decimi che rimanevano, accompagnati dalla sua benedizione, avessero maggior valore della totalità delle entrate senza la benedizione divina. Se qualcuno, per egoismo, derubava Dio o gli offriva qualcosa di imperfetto, ne ricavava senz'altro un danno e una perdita. L'Eterno legge nei cuori; egli conosce i progetti degli uomini e quindi saprà agire al momento opportuno e nel modo più corretto. TT1 263 5 Il sistema della decima si fonda su un principio permanente come la legge di Dio: era una benedizione per gli ebrei e sarà una benedizione anche per quanti lo osserveranno fino alla fine dei tempi. Il nostro Padre celeste non ha concepito questo piano per arricchirsi, ma per accordare agli uomini una grande benedizione. Ha visto che questo piano era proprio ciò di cui l'uomo aveva bisogno. TT1 264 1 Le chiese che sistematicamente e generosamente sostengono l'opera di Dio, sono anche le più ricche spiritualmente. La vera generosità dei discepoli del Cristo è quella che li porta a identificare i propri interessi con quelli del Maestro. Dio ha voluto che gli ebrei e il suo popolo, fino alla fine dei tempi, adottassero questo piano che richiede delle offerte proporzionate alle entrate. Il piano della salvezza fu elaborato a prezzo di un sacrificio infinito: il sacrificio del Figlio di Dio. Il messaggio del Vangelo, che scaturisce dalla croce del Cristo, condanna l'egoismo e incoraggia la generosità. Non ci si deve lamentare perché gli appelli alla generosità aumentano continuamente. Dio, nella sua lungimiranza, esorta i suoi figli a uscire dalla loro limitata sfera d'azione per lanciarsi in grandi imprese. In quest'epoca di fitte tenebre spirituali è richiesto un impegno senza limiti. La mondanità e l'avidità distruggono le forze vitali del popolo di Dio. I credenti devono comprendere che è Dio, nella sua misericordia, a moltiplicare le richieste di denaro. L'angelo di Dio considera la beneficenza sullo stesso piano della preghiera. Nel caso di Cornelio, l'angelo disse: "...Le tue preghiere e le tue elemosine son salite come una ricordanza davanti a Dio". Atti 10:4. TT1 264 2 Il Cristo insegnò: "Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere?" Luca 16:11. La salute spirituale e la prosperità della chiesa dipendono in modo particolare dalla sua generosità. Essa è paragonabile alla linfa vitale che deve fluire in tutto l'organismo vivificando tutte le membra del corpo. Essa ci rende sensibili nei confronti dei nostri simili, perchè lo spirito di rinuncia e di sacrificio rende più profonda la nostra comunione con il Cristo che per amor nostro ha rinunciato alle sue ricchezze. Più offriamo in favore dell'opera di Dio, per contribuire alla salvezza degli uomini, più ci sentiamo uniti a loro. Se fossimo anche la metà di quanti siamo, ma tutti collaboratori fedeli, avremmo una potenza tale da scuotere il mondo. A coloro che collaborano attivamente il Cristo dice: "...Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente". Matteo 28:20. In tutto il mondo TT1 264 3 Incontreremo un'opposizione determinata da motivi egoistici, da bigottismo e da pregiudizi, ma con grande coraggio e fede profonda dobbiamo seminare ovunque. Gli agenti di Satana sono forti, ma dobbiamo affrontarli e combatterli. La nostra attività non deve limitarsi al nostro paese, perché il campo è il mondo ed è giunto il tempo del raccolto. L'ordine dato dal Cristo ai discepoli, poco prima di salire al cielo, è stato: "...Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo ad ogni creatura". Marco 16:15. TT1 264 4 Siamo molto rattristati nel vedere alcuni dei nostri pastori che viaggiano da una chiesa all'altra, apparentemente facendo notevoli sforzi, ma non avendo praticamente nulla da presentare come risultato del loro lavoro. Il campo è il mondo. È necessario che si rivolgano ai non credenti e si impegnino per trasmettere il messaggio della verità agli uomini. Noi ricordiamo ai nostri fratelli e sorelle l'esempio di Abramo che salì sul monte Moria per offrire suo figlio, secondo l'ordine di Dio. Questa è l'ubbidienza! Questo è il sacrificio! Mosè viveva alla corte d'Egitto e poteva sperare di diventare un giorno faraone. Ma rinunciò a quella prospettiva allettante e "...rifiutò d'esser chiamato figliuolo della figliuola di Faraone, scegliendo piuttosto d'esser maltrattato col popolo di Dio, che di godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando egli il vituperio di Cristo ricchezza maggiore de' tesori d'Egitto, perché riguardava alla rimunerazione". Ebrei 11:24-26. TT1 265 1 Gli apostoli non erano attaccati alla loro vita e si rallegravano di essere considerati degni di soffrire in nome del Cristo. Paolo e Sila persero tutto. Dopo essere stati percossi vennero brutalmente gettati sul freddo suolo di una cella sotterranea, con i piedi legati ai ceppi. Il carceriere non udì nessun lamento; anzi, da quel cunicolo interno del carcere delle voci ruppero il silenzio della notte: erano dei canti di gioia e di lode che salivano a Dio. Quei discepoli, sostenuti da un profondo e sincero amore per il Redentore, erano lieti di soffrire in favore della sua opera. TT1 265 2 Se la verità divina riempie i nostri cuori, assorbe i nostri affetti e guida la nostra vita, le sofferenze saranno affrontate con gioia. Né le mura di un carcere né il ceppo del martirio potranno frenarci od ostacolarci in questa grande opera. TT1 265 3 Contempliamo la scena del Calvario, consideriamo l'umile vita del Figlio di Dio: "...uomo di dolore, familiare col patire..." Isaia 53:3. Meditiamo sulle infamie subite, sulla sua agonia nel Getsemani e impariamo che cos'è la rinuncia! Forse siamo in difficoltà? Anche il Cristo lo è stato, proprio lui, il Sovrano del cielo. Egli si è fatto povero per amor nostro. Forse siamo ricchi? Anch'egli lo era. Eppure ha accettato, per amor nostro, di diventare povero affinché, grazie alla sua povertà, potessimo diventare ricchi. In Cristo abbiamo l'esempio della rinuncia. Il suo sacrificio non consisteva semplicemente nel lasciare il cielo, nell'essere trattato da uomini malvagi come un criminale, essere condannato e giustiziato come un malfattore e portare su di sé il peso dei peccati del mondo. La vita del Cristo condanna la nostra indifferenza e la nostra freddezza. Noi siamo giunti alla fine dei tempi, all'epoca in cui Satana manifesta la sua ira sapendo che ha poco tempo. Egli fa tutto il possibile per condurre gli uomini alla perdizione. Dio ci ha affidato il compito di lottare con tutta la nostra forza. Non facciamo neppure la minima parte di quel che potremmo se fossimo veramente consapevoli della missione da compiere; lo sviluppo dell'opera è ritardato dall'amore per le comodità e dalla mancanza di quello spirito di sacrificio che ha dimostrato il nostro Salvatore. TT1 265 4 Occorrono dei collaboratori del Cristo, degli uomini che si rendano conto della necessità di impegnarsi maggiormente. L'attività delle nostre case editrici non deve essere rallentata, ma raddoppiata. Si devono organizzare delle scuole in vari luoghi affinché i nostri giovani possano prepararsi in vista della proclamazione del messaggio del Vangelo. TT1 265 5 È già stato perso molto tempo e gli angeli hanno registrato la nostra trascuratezza. La nostra apatia e la nostra mancanza di consacrazione ci hanno fatto perdere di vista le preziose occasioni che Dio ci ha offerto tramite coloro che erano in grado di aiutarci. Quanto avremmo bisogno di una Hannah More che collabori nel nostro programma di evangelizzazione di altre nazioni! La sua grande conoscenza dei territori missionari ci permetterebbe di entrare in paesi di cui non conosciamo la lingua. Dio aveva permesso che collaborasse con noi per colmare le nostre insufficienze, ma noi non abbiamo saputo apprezzarla ed egli, allora, ce l'ha tolta. Ella riposa, ma le sue opere sono una testimonianza in suo favore. È deplorevole il fatto che la nostra opera missionaria sia ritardata perché non sappiamo come raggiungere le varie nazioni e località della terra.2 TT1 266 1 Sono profondamente dispiaciuta al pensiero di quei doni che abbiamo perso, mentre avremmo potuto utilizzarli se fossimo stati più sensibili. Alcuni operai sono stati richiamati dai campi dove era giunto il tempo della mietitura. Il popolo di Dio deve umiliarsi davanti all'Altissimo e pregare il Signore perché egli perdoni la nostra apatia, la nostra indulgenza egoistica e cancelli il ricordo doloroso dei doveri trascurati e dei privilegi non sfruttati. Contemplando la croce del Calvario il vero cristiano rinuncerà all'idea di limitare le sue offerte al superfluo e percepirà il chiaro invito di andare a lavorare nella "vigna del Signore". Quando Gesù stava per salire al cielo, disse ai discepoli: "...Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo ad ogni creatura". Marco 16:15. "...Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". Matteo 10:8. Vogliamo rinunciare a noi stessi affinché "il grano possa essere raccolto"? TT1 266 2 Dio ha bisogno del nostro influsso e dei nostri beni. Rifiuteremo di ubbidire? Il nostro Padre celeste ci benedice materialmente e chiede una parte dei beni che ci ha affidato per metterci alla prova e vedere se noi siamo degni o meno di ricevere il dono della vita eterna. TT1 266 3 Dio gradisce le offerte dei bambini. Il loro valore sarà proporzionato allo spirito che le determina. Il povero, nel seguire la regola indicata dall'apostolo, che consiste nel mettere da parte ogni settimana una piccola somma, contribuisce ad accrescere il tesoro di Dio. I suoi doni sono apprezzati dal Signore perché egli compie dei sacrifici maggiori di quelli fatti dai fratelli più facoltosi. Il piano della generosità sistematica preserverà ogni famiglia dalla tentazione di spendere il suo denaro per cose inutili e rappresenterà una particolare benedizione per il ricco perché gli permetterà di non lasciarsi andare a stravaganze. -- Testimonies for the Church 3:412 (1875). ------------------------Capitolo 74: L'autorità della chiesa TT1 267 1 Il Redentore del mondo ha dotato la chiesa di una grande potenza e ha fissato le regole che devono essere seguite nei confronti dei suoi membri. Dopo avere impartito delle direttive esplicite afferma: "Io vi dico in verità che tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra, saranno sciolte nel cielo". Matteo 18:18. In questo modo anche l'autorità divina ratifica la disciplina della chiesa, a patto che sia stata seguita la regola biblica. TT1 267 2 La Parola di Dio non autorizza un uomo a opporre il proprio giudizio a quello della chiesa, né gli permette di imporre le proprie opinioni contro quelle della chiesa. Se non esistessero disciplina e norme direttive, la chiesa si sgretolerebbe e non potrebbe sussistere come corpo. Vi sono sempre stati degli spiriti indipendenti che pretendono di aver ragione, di aver ricevuto degli insegnamenti specifici, di essere quindi guidati da Dio. Si trattava sempre di teorie personali, di punti di vista particolari, considerati in armonia con la Parola di Dio. Ciascuno ha la sua teoria e la sua fede, ma afferma di aver ricevuto una conoscenza speciale da Dio. Essi si separano dal corpo e costituiscono individualmente, ognuno per conto proprio, una chiesa a sé. Naturalmente non tutti possono avere ragione, ma essi pretendono di essere guidati dal Signore. La Parola ispirata non è fatta di sì e di no, ma di sì e di amen in Cristo Gesù. TT1 267 3 Il nostro Salvatore aggiunge alle sue direttive la chiara promessa che se due o tre si uniscono per chiedere qualcosa a Dio, essa verrà accordata. Il Cristo ci mostra la necessità dell'unità, anche nelle nostre preghiere, per un obiettivo preciso. Una grande importanza è attribuita all'unità nella preghiera, all'unità negli intenti. Dio ascolta le preghiere personali, ma in questa occasione Gesù impartisce delle lezioni speciali e importanti che dovevano avere una particolare portata per la sua chiesa appena organizzata. I membri di chiesa devono trovare un accordo sugli obiettivi da raggiungere e per i quali pregare. Non si tratta semplicemente dei pensieri e delle riflessioni di una mente soggetta a sbagliare, ma di una richiesta che esprime il fervido desiderio di varie menti concordi sullo stesso punto. TT1 267 4 La meravigliosa conversione di Paolo ci indica la miracolosa potenza di Dio. Un bagliore che superava la luce del sole a mezzogiorno. TT1 267 5 Gesù, nome che Paolo odiava più di ogni altro, gli si rivelò per frenare la sua folle, seppure onesta, carriera, per fare di lui il messaggero del Vangelo ai Gentili. Egli aveva agito con sincerità e in buona coscienza contro Gesù di Nazareth. Era un persecutore accanito e zelante della chiesa del Cristo, convinto che fosse suo dovere eliminare quella dottrina pericolosa che si diffondeva sempre più e che annunciava in Cristo il Principe della vita. TT1 268 1 Paolo credeva che la fede in Gesù rendesse inefficace la legge di Dio, annullasse i riti religiosi, i sacrifici e la circoncisione che in tutti i tempi avevano ricevuto l'approvazione di Dio. La miracolosa rivelazione del Cristo dissipa le sue tenebre spirituali e vede in Gesù di Nazareth, che prima aveva combattuto, il Redentore del mondo. Istruzioni per la chiesa TT1 268 2 Paolo si rende conto di essersi sbagliato e nel suo zelo grida: "...Signore, che vuoi tu ch'io faccia?..." Atti 9:6. Gesù non gli indicò subito l'opera che gli era stata assegnata. Paolo doveva conoscere la fede cristiana e quindi agire con consapevolezza. Il Cristo lo inviò da quei discepoli che erano stati crudelmente perseguitati affinché fosse istruito proprio da loro. La luce celeste lo aveva accecato e Gesù, il grande medico, non lo guarì. Alla domanda di Paolo, il Cristo risponde: "...lèvati, entra nella città, e ti sarà detto ciò che devi fare". Gesù poteva benissimo guarirlo dalla cecità, perdonargli i peccati, indicargli l'opera da compiere e tracciargli la nuova via da seguire. Il Cristo, fonte della potenza e della misericordia, non fece fare a Paolo un'esperienza diversa da quella della chiesa recentemente organizzata. Paolo era rimasto stupito e confuso per la meravigliosa luce che aveva visto e ne rimase completamente soggiogato. Soltanto Paolo avrebbe potuto fare questa esperienza, ma rimaneva ancora un'opera che poteva essere svolta benissimo dai discepoli del Cristo. Ecco perché Gesù mise Paolo in contatto con loro affinché provvedessero a trasmettere all'ex persecutore la piena conoscenza di ciò che doveva compiere. In questo modo il Figlio di Dio dava autorità alla chiesa e ne sanzionava l'operato. Il Cristo aveva compiuto l'opera di rivelazione e di convinzione e ora Paolo avrebbe imparato da coloro che avevano ricevuto da Dio il mandato di insegnare la verità. Il Cristo, nel mettere Paolo in contatto con i suoi collaboratori, lo mette in contatto con la chiesa. TT1 268 3 Proprio quegli uomini che Paolo si era ripromesso di sterminare dovevano essere i suoi istruttori nella dottrina che aveva disprezzato e osteggiato. Trascorse tre giorni senza mangiare e senza vedere, in attesa di entrare in contatto con quegli uomini che precedentemente aveva perseguitato. Gesù mise Paolo in relazione con i suoi rappresentanti sulla terra e lo fece tramite una visione inviata ad Anania affinché egli si recasse in una certa casa di Damasco a cercare Saulo da Tarso, "poiché, ecco, egli è in preghiera". TT1 268 4 Quando aveva ricevuto l'ordine di andare a Damasco, Saulo si era fatto accompagnare dai membri della sua scorta per aiutarlo a condurre i discepoli prigionieri fino a Gerusalemme perché fossero giudicati e condannati a morte. Giunto a Damasco, egli trascorse il suo tempo in digiuno e preghiera. La sua fede fu messa alla prova. Per tre giorni rimase immerso nelle più fitte tenebre fisiche e mentali perché, oltre a non vedere, ignorava anche quali fossero i progetti di Dio. In quella città, in attesa di conoscere ciò che Dio si aspettava da lui, Saulo pregò con fervore. TT1 268 5 Un angelo fu inviato ad Anania per invitarlo a recarsi in una casa dove Saulo stava pregando per sapere ciò che avrebbe dovuto fare in futuro. L'orgoglio di Saulo era scomparso. Poco prima era sicuro di sé, credeva di essere impegnato in una nobile opera che gli avrebbe assicurato una lauta ricompensa. Improvvisamente tutto era cambiato. Eccolo umilmente prostrato nella polvere, in atto di penitenza e di vergogna. Prega con fervore per ottenere il perdono. Il Signore, tramite un angelo, disse ad Anania: "Ecco, egli è in preghiera". L'angelo informò questo discepolo che in visione aveva rivelato a Saulo l'arrivo di un uomo chiamato Anania, che sarebbe venuto e gli avrebbe imposto le mani per ridargli la vista. Anania stentava a credere alle parole dell'angelo, in quanto era al corrente dell'attività persecutrice di Saulo. L'ordine, però, era categorico: "...Va', perché egli è uno strumento che ho eletto per portare il mio nome davanti ai Gentili, ed ai re, ed ai figliuoli d'Israele". Atti 9:15. TT1 269 1 Anania ubbidì alle direttive dell'angelo. Andò, consacrò l'uomo che fino a poco prima era stato motivato da un odio profondo e aveva proferito minacce uccidendo coloro che credevano nel nome del Cristo, e disse: "...Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo. E in quell'istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie, e ricuperò la vista; poi, levatosi, fu battezzato". Atti 9:17, 18. TT1 269 2 Gesù avrebbe potuto agire direttamente in favore di Paolo, ma ciò non rientrava nei suoi piani. Paolo doveva fare la sua parte confessando il proprio errore agli uomini che aveva premeditato di uccidere e Dio aveva affidato una responsabilità a quanti erano stati designati ad agire in sua vece. Paolo doveva fare i passi necessari per convertirsi e unirsi a quel popolo che era stato perseguitato proprio da lui per motivi religiosi. Il Cristo dà ai suoi discepoli un esempio del suo metodo di lavoro per la salvezza degli uomini. Il Figlio di Dio si identificò con la funzione e l'autorità della sua chiesa: le sue benedizioni dovevano essere trasmesse tramite quegli uomini che lui stesso aveva scelto. Quando, in seguito all'azione dello Spirito di Dio, Saulo si rese conto della crudeltà delle sue azioni, non pensò di discolparsi facendo appello alla sua sincerità. Era necessario che venisse istruito dai discepoli. TT1 269 3 Egli imparò che Gesù, prima considerato un impostore, era l'autore e il fondatore della religione del popolo scelto da Dio fin dai giorni di Adamo, e colui che suscitava la fede che ora, dopo la visione ricevuta, gli appariva in tutta la sua chiarezza. Egli vedeva in Cristo il difensore della verità, l'adempimento di tutte le profezie. Aveva pensato che il Cristo avesse annullato la legge, ma, quando il Signore lo illuminò, imparò dai discepoli che il Cristo era all'origine di tutto il sistema dei sacrifici ebraici e che nella sua morte si erano incontrati il simbolo e la realtà. Il Cristo era venuto nel mondo con l'intenzione di difendere la legge del Padre. I rischi dell'indipendenza TT1 269 4 Di fronte alla legge Paolo si riconobbe peccatore: aveva trasgredito quei precetti che pensava di aver osservato con tanto zelo. Pentito, avendo rinunciato al peccato, aderì alle esigenze della legge divina e accettò il Cristo come suo Salvatore. Battezzato, proclamò il messaggio di Gesù con lo stesso zelo e con lo stesso entusiasmo con cui l'aveva condannato. La conversione di Paolo ci insegna quegli importanti principi che dovremmo sempre tenere presenti. Il Redentore del mondo non approva esperienze religiose indipendenti dalla chiesa che egli stesso ha organizzata e riconosciuta, là dove esiste una chiesa. TT1 270 1 Molti pensano di essere responsabili della loro conoscenza e della loro esperienza solo nei confronti del Cristo e di poter agire indipendentemente dagli altri suoi discepoli nel mondo. Tutto questo è smentito da Gesù nel suo insegnamento, nel suo esempio e nei fatti che ci ha lasciato come direttive. Paolo, che il Cristo voleva preparare per un'opera molto importante, che aveva scelto come suo collaboratore, si trovò in presenza di Gesù che, comunque, non gli spiegò la verità. Alla domanda: "Che vuoi tu ch'io faccia?" il Salvatore non rispose direttamente, ma lo mise in contatto, a Damasco, con la sua chiesa. I discepoli dovevano dirgli cosa doveva fare. Gesù è l'amico dei peccatori, il suo cuore è sempre aperto, sempre sensibile al dolore umano; possiede tutta la potenza del cielo e della terra, ma rispetta i mezzi che lui stesso ha scelto per illuminare e salvare gli uomini. Egli mandò Saulo verso la chiesa, riconoscendo in questo modo l'autorità che le aveva accordato per illuminare gli uomini. Essa è il corpo del Cristo sulla terra e le sue direttive devono essere rispettate. Nel caso di Saulo, Anania rappresenta il Cristo e i rappresentanti che ha scelto su questa terra affinché agiscano per lui. TT1 270 2 Il Cristo sostiene la chiesa: "Io vi dico in verità che tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra, saranno sciolte nel cielo". Matteo 18:18. Questo non significa che un uomo possa, di sua iniziativa e dal suo punto di vista, esporre le proprie opinioni senza tener conto del pensiero della chiesa. Dio le ha concesso la massima autorità che ci sia sulla terra. La voce di Dio espressa tramite il suo popolo, che costituisce la chiesa, deve essere rispettata. TT1 270 3 Dio ha scelto per la sua chiesa degli uomini di esperienza, degli uomini che hanno digiunato e pregato per notti intere, affinché il Signore facesse loro comprendere le Scritture. Questi uomini hanno comunicato al mondo con umiltà il risultato della loro esperienza. Si tratta della luce del cielo o di quella degli uomini? È priva di valore o è preziosissima? -- Testimonies for the Church 3:450 (1875). ------------------------Capitolo 75: Lo stato del mondo TT1 271 1 Mi è stato mostrato lo stato del mondo: il calice dell'iniquità è quasi colmo. La nostra terra è caratterizzata da violenza e delitti di ogni tipo e Satana utilizza ogni mezzo per rendere popolari il crimine e i vizi più degradanti. I giovani, nelle strade, sono circondati da manifesti che presentano trasgressione e violenza sotto forma di romanzi o di rappresentazioni teatrali. Essi si familiarizzano con il peccato, tanto più che la condotta dei disonesti e dei depravati viene presentata dalle cronache quotidiane in modo tale da suscitare la curiosità ed eccitare le passioni. TT1 271 2 La letteratura, che è il frutto di menti corrotte, avvelena lo spirito di migliaia di persone: il peccato non appare più in tutta la sua bruttezza. Si ode e si legge così tanto della depravazione e del crimine che la coscienza, un tempo sensibile e pronta a indietreggiare sgomenta e terrorizzata, ora rimane insensibile e può anche soffermarsi con vivo interesse sul linguaggio e sulle azioni degli uomini, per quanto depravati e volgari. TT1 271 3 "E come avvenne a' giorni di Noè, così pure avverrà a' giorni del Figliuol dell'uomo". Luca 17:26. Dio desidera un popolo zelante che sappia resistere con fermezza alla corruzione generale in un'epoca caratterizzata dalla degenerazione. Vuole che i suoi figli utilizzino la potenza divina per poter resistere a ogni tentazione. I manifesti più accattivanti cercheranno invano di fare appello ai sensi per corrompere la mente, perché i credenti saranno così legati a Dio e agli angeli da risultare insensibili alle loro sollecitazioni. Essi devono compiere un'opera che nessuno può fare al loro posto: combattere il buon combattimento della fede e afferrare la vita eterna. Essi non confideranno in se stessi, ma, riconoscendo la propria debolezza e ignoranza, chiederanno al Cristo di comunicare loro la sua saggezza e la sua potenza. Un esempio di purezza TT1 271 4 La gioventù può avere principi così saldi che anche le peggiori tentazioni di Satana non riusciranno a scuotere la sua fedeltà. Samuele era un fanciullo circondato da influssi negativi: udiva e vedeva cose che minavano il suo spirito. I figli di Eli, che svolgevano una funzione sacra, erano sotto il controllo di Satana e corrompevano l'ambiente che li circondava. Uomini e donne erano attratti ogni giorno dal peccato, mentre Samuele si comportava correttamente. Il suo carattere era senza difetti. Egli non si lasciava influenzare dal male che dilagava in Israele e non lo condivideva. Samuele amava Dio ed era in così intima comunione con il cielo che gli fu inviato un angelo per parlargli degli errori commessi dai figli di Eli. TT1 272 1 Migliaia di presunti cristiani sono dominati dalle passioni, i loro sensi sono così offuscati, a causa della loro familiarità con il peccato, che non lo odiano più e ne sono quasi attratti. La fine è vicina e Dio non sopporterà più la malvagità dei figli degli uomini. I loro crimini sono noti in cielo e presto provocheranno quelle piaghe spaventose che colpiranno la terra. Essi berranno il vino dell'ira di Dio non più mitigata dalla sua misericoridia. TT1 272 2 Ho visto che anche i figli di Dio rischiano di lasciarsi corrompere. L'immoralità dilaga: uomini e donne sembrano come infatuati e impotenti a resistere e vincere il desiderio e la passione. Dio è potente e forte. La potenza vivificante del Cristo sosterrà chiunque invoca il nome di Gesù. Siamo circondati da tanti pericoli e la nostra unica salvaguardia consiste nell'aggrapparci con fede al nostro onnipotente Liberatore. Viviamo tempi difficili e non possiamo, neppure per un istante, cessare di vegliare e pregare. Dobbiamo confidare in Gesù, il nostro Redentore. Essere vigilanti TT1 272 3 La mia attenzione fu attratta dall'importanza dell'opera che ci attende. Pochi si rendono conto della realtà in cui vivono e tutti coloro che non sono vigilanti saranno sconfitti. Alcuni giovani desiderano lavorare per l'opera di Dio senza comprendere la sacralità dell'impegno e della responsabilità del lavoro. La loro esperienza di fede è molto limitata e non provano un ardente e profondo desiderio di ricevere lo Spirito di Dio. Alcuni uomini, pur essendo dotati di ottime capacità e potendo quindi occupare posizioni importanti, ignorano da quale spirito siano animati. Si lasciano trasportare dal loro temperamento giovanile, parlano con leggerezza, scherzano con le ragazze, pur ascoltando ogni giorno le solenni verità che dovrebbero renderli sensibili. Essi vivono una religione intellettuale, mentre i loro cuori non sono santificati dalla verità. Non potranno mai guidare altri alla Fonte dell'acqua della vita fino a quando non si saranno dissetati essi stessi a quella Fonte. TT1 272 4 Questo non è il tempo per la leggerezza, la vanità e la frivolezza. Si stanno concludendo le ultime fasi della storia di questa terra e quelle menti che si sono sempre occupate di pensieri inutili devono rinnovarsi. L'apostolo Pietro dice: "Perciò, avendo cinti i fianchi della vostra mente, e stando sobri, abbiate piena speranza nella grazia che vi sarà recata nella rivelazione di Gesù Cristo; e, come figliuoli d'ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato quand'eravate nell'ignoranza; ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Siate santi, perché io son santo". 1 Pietro 1:13-16. TT1 272 5 I pensieri devono concentrarsi su Dio e sottomettersi alla sua volontà. Non si devono né fare né aspettarsi degli elogi perché essi tendono ad alimentare l'autoesaltazione anziché l'umiltà, a corrompere anziché a purificare. Uomini che sono veramente qualificati, e si rendono conto del ruolo che possono svolgere nell'opera di Dio, si sentiranno compenetrati dalla santità dell'opera stessa. Questo è il momento per impegnarsi più intensamente, per vincere i sentimenti istintivi del cuore. ------------------------Capitolo 76: Lo stato della chiesa TT1 273 1 Il popolo di Dio ha bisogno di una riforma. Considerando l'attuale stato della chiesa, nasce spontanea la domanda: essa è veramente degna di rappresentare colui che ha dato la sua vita per noi? I membri di questa chiesa sono veramente discepoli del Cristo e fratelli di coloro che in passato non hanno esitato a sacrificare la loro vita? Sono pochi, infatti, coloro che hanno raggiunto il livello raccomandato dalla Bibbia e che corrispondono alla descrizione biblica dei discepoli del Cristo. Avendo abbandonato Dio, "fonte d'acqua viva", si sono scavati altre cisterne, "cisterne rotte, che non ritengono l'acqua". Geremia 2:13 (Diodati). L'angelo mi disse: "La mancanza di fede e di amore: ecco il grande peccato di cui si è reso colpevole il popolo di Dio". La mancanza di fede conduce alla trascuratezza e all'amore per se stessi e per il mondo. Coloro che si separano da Dio e cedono alla tentazione cadono vittime dei vizi peggiori, perché i loro istinti li trascinano verso il male. Purtroppo questa corruzione si riscontra anche in molti di coloro che pretendono di essere membri del popolo di Dio. Mentre essi ufficialmente professano di servire Dio, in realtà diventano schiavi del male perché ascoltano i richiami dei sensi e delle passioni, nonostante il messaggio della verità indichi loro il pericolo e li avverta: "Fate attenzione, non lasciatevi andare, rifiutate perché "...il salario del peccato e la morte"". Romani 6:23. Nonostante l'esempio di coloro che hanno perso la fede sia chiaro per loro e li induca a non comportarsi nello stesso modo, molti proseguono la loro corsa folle. Satana controlla la loro mente e sembra dominare anche il loro corpo. TT1 273 2 Molti si illudono di essere giusti e buoni, mentre la luce di Dio rivela che sono vissuti unicamente in funzione di se stessi! Dio disapprova il loro comportamento perché vivono senza legge! Immersi nelle loro fitte tenebre spirituali, sono soddisfatti di se stessi; ma se la legge di Dio si rivelerà alle loro coscienze, come accadde a Paolo, essi si renderanno conto di essere schiavi del peccato e della necessità di trasformare la loro mente. Il proprio io deve essere distrutto. TT1 273 3 Quanto sono tristi e addolorati per gli errori commessi! Essi costruiscono sulla sabbia e si illudono di essere fondati sulla Roccia eterna. Molti si considerano pii, ma proseguono la loro corsa sfrenata senza temere il pericolo che corrono, come se non ci dovesse essere nessun giudizio futuro. Li attende una sorte terribile, ma si lasciano comunque dominare dall'impulso e dalle passioni. Nel giorno del giudizio il rapporto della loro vita sarà molto triste. Io esorto tutti coloro che si definiscono discepoli del Cristo ad allontanarsi dal male. Purificatevi ubbidendo alla verità; purificatevi da ogni contaminazione del corpo e dello spirito; perseguite la santificazione nel rispetto per il Signore. Voi, a cui si riferisce questo avvertimento, sapete bene cosa intendo dire. Anche se avete scelto una via diversa da quella del Signore, vittime del male che vi circonda, e vi siete contaminati con il peccato, Gesù vi invita a cambiare direzione, ad avvalervi della sua forza per trovare in lui la pace, la potenza e la grazia che vi renderanno vincitori nel suo nome. TT1 274 1 Oggi la corruzione ha contagiato molti di coloro che sostenevano di essere figli di Dio; ma non è troppo tardi per riparare ai torti e lasciare che il sangue di un Salvatore crocifisso e risorto sia offerto in favore di coloro che sentono l'esigenza di pentirsi, di essere perdonati e purificati. Dobbiamo vegliare e pregare più di prima se non vogliamo cadere vittime della tentazione, lasciando così il ricordo di una vita miseramente fallita. In quanto popolo di Dio, non dobbiamo essere negligenti e considerare il peccato con indifferenza. La chiesa deve essere purificata. Tutti coloro che si definiscono cristiani devono vegliare, pregare e preservare il loro spirito perché Satana è all'opera per corrompere e distruggere non appena se ne presenta l'opportunità. Camminare nella luce TT1 274 2 Fratelli, Dio vi invita, come suoi descepoli, a camminare nella luce. Voi avete bisogno di seguire gli avvertimenti. Il peccato regna in mezzo a noi e molti non valutano la sua estrema pericolosità. Molti hanno perso la loro sensibilità perché hanno ceduto al piacere e si sono abituati al peccato. Abbiamo bisogno di avvicinarci al cielo; possiamo crescere nella grazia e nella conoscenza della verità. Camminare nella luce, seguire la via dei comandamenti di Dio non vuol dire starsene tranquilli, senza far nulla: significa progredire. TT1 274 3 L'amore per se stessi, l'autoesaltazione e l'orgoglio producono una grande debolezza, mentre l'umiltà dà una grande forza. La nostra vera dignità non si costruisce con un'alta opinione di noi stessi, ma facendo di Dio il centro di tutti i nostri pensieri, affinché il nostro cuore sia pervaso dall'amore per il Redentore e per il prossimo. La semplicità e l'umiltà ci assicureranno la felicità, mentre l'amore per noi stessi determinerà scontentezza, critica e delusione. Pensando meno a noi stessi e più alla felicità degli altri riceveremo forza da Dio. TT1 274 4 Lontani dal Signore, vittime del nostro orgoglio e delle tenebre spirituali, cerchiamo continuamente di elevarci e dimentichiamo che la forza deriva dall'umiltà. La potenza del nostro Salvatore non consisteva nell'utilizzare parole aspre che potevano ferire l'anima, ma si esprimeva tramite la sua bontà, i suoi modi delicati, che conquistavano i cuori. L'orgoglio e l'esaltazione di se stessi, paragonati alla modestia e all'umiltà, sono veramente delle debolezze. Siamo invitati a imparare da colui che era umile e mansueto: allora sperimenteremo quel riposo e quella pace tanto desiderati. ------------------------Capitolo 77: L'amore per il mondo TT1 275 1 La tentazione che Satana presentò al nostro Salvatore sulla cima del monte è una delle più forti che l'umanità è chiamata ad affrontare. Il diavolo offrì al Cristo i regni della terra e la gloria a condizione che egli lo onorasse e si umiliasse davanti a lui. Il Figlio di Dio sentì tutta la forza della tentazione, ma l'affrontò e la vinse per noi. Egli non sarebbe stato messo alla prova su questo punto se l'uomo non avesse dovuto, a sua volta, sottostare alla stessa tentazione. Gesù, con la sua vittoria, ci ha offerto un esempio che indica quale sia la condotta da seguire quando Satana ci affronta per farci deviare dalla via della giustizia. TT1 275 2 Nessuno può essere discepolo del Cristo ed essere legato alle realtà terrene. Giovanni scrive: "Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amor del Padre non è in lui". 1 Giovanni 2:15. Il Redentore, che ha affrontato tutta la potenza seduttrice delle tentazioni di Satana, conosce bene i pericoli che corriamo nel cedere alla tentazione di amare il mondo. TT1 275 3 Il Cristo si identificò con l'umanità sopportando questa prova e superandola per noi. Egli ci ha messo in guardia nei confronti delle tentazioni più forti alle quali Satana ricorre per avere il sopravvento. Egli sapeva che l'avversario sarebbe riuscito a sopraffare l'uomo se non fosse stato avvertito dei rischi dell'avidità, dell'amore per le ricchezze e per gli onori terreni. Ecco le sue parole: "Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano. Perché dov'è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore... Niuno può servire a due padroni; perché o odierà l'uno ed amerà l'altro, o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona". Matteo 6:19-21, 24. TT1 275 4 Il Cristo ci presenta due padroni: Dio e il mondo; egli sottolinea chiaramente che è impossibile servire entrambi. Se in noi prevalgono l'interesse e l'attaccamento per le realtà terrene, non riusciremo ad apprezzare quelle che, al di sopra di tutte le altre, sono degne della nostra attenzione. L'amore per il mondo escluderà l'amore per il Signore e subordinerà i nostri più elevati interessi a quelli puramente terreni. Così Dio non potrà occupare, nei nostri affetti e nella nostra devozione, lo spazio che abbiamo attribuito alle realtà terrene. Le nostre scelte riveleranno l'importanza delle ricchezze terrene nella nostra vita. Ogni preoccupazione, ogni ansietà, ogni sforzo sono consacrati a interessi esclusivamente temporali, mentre quelli di valore eterno passano in secondo piano. Satana, quindi, riesce a ricevere dall'uomo quell'omaggio che non riuscì a ottenere dal Cristo. L'amore per il mondo corrompe la fede di molti cosiddetti discepoli del Cristo e li rende deboli moralmente. Più essi amano le ricchezze terrene, più si allontanano da Dio e meno sono partecipi della natura divina che assicurerebbe loro la consapevolezza dell'influsso deleterio del mondo e dei pericoli ai quali sono esposti. TT1 276 1 Satana, con le sue tentazioni, cerca di rendere il mondo molto attraente. Tramite l'amore per le ricchezze e gli onori terreni, egli esercita un influsso quasi magico per guadagnarsi la simpatia dei cristiani stessi. Molti, pur professandosi cristiani, faranno qualsiasi sacrificio per assicurarsi le ricchezze; più otterranno dei risultati in questo senso, meno apprezzeranno il messaggio della verità e si interesseranno alla sua diffusione. Essi non amano più Dio e agiscono da sciocchi. Più diventano ricchi più si sentono poveri perché vorrebbero possedere altri beni e quindi sono meno generosi nei confronti dell'opera di Dio. TT1 276 2 La vita degli uomini che amano le ricchezze alla follia rivela che non possono servire due padroni: Dio e Mammona. Il denaro è il loro dio e si piegano al suo potere. Essi vivono in funzione del mondo. Essi sacrificano il loro onore, che rappresenta il loro "diritto di primogenitura", per i vantaggi materiali. Il loro spirito è sotto il controllo di questa potenza e sono pronti a violare la legge di Dio per soddisfare i propri interessi e accrescere le loro ricchezze. Schiavi di Mammona TT1 276 3 Molti possono professare la religione del Cristo pur non amandola e non accettando i principi dell'insegnamento del Maestro. Essi consacrano le loro energie migliori per realizzare obiettivi terreni e s'inchinano davanti a Mammona. È allarmante che tanti si lascino sedurre da Satana, che colpisce la loro immaginazione facendo balenare davanti a loro il miraggio di guadagni temporali. Si lasciano infatuare dalla prospettiva di una felicità perfetta ottenuta tramite ricchezze e onori terreni. Satana li tenta con affermazioni lusinghiere: "Io vi darò tutte queste cose: tutto questo potere, tutta questa ricchezza e così potrete realizzare il bene". Quando, però, l'obiettivo per il quale si sono impegnati viene raggiunto, gli uomini non hanno più quell'unione con il Salvatore che permetterà loro di rinunciare a se stessi e renderli partecipi della natura divina. Legati ai beni terreni, essi disprezzano lo spirito di sacrificio che Gesù richiede e non desiderano affatto condividere con altri quelle ricchezze che hanno conquistato il loro cuore. Hanno cambiato padrone: al posto del Cristo sono fedeli a Mammona, il loro dio. TT1 276 4 Mediante l'amore per le ricchezze, Satana si è assicurato l'adorazione di coloro che ha sedotto. Il cambiamento è stato così impercettibile e l'inganno di Satana così sottile e astuto che essi si sono adeguati alle esigenze della società senza rendersi conto di allontanarsi dal Cristo ed essere suoi discepoli solo di nome. TT1 276 5 Il diavolo agisce nei confronti degli uomini con più cautela di quanta ne abbia avuta con Gesù nel deserto della tentazione, perché sa che in quella circostanza rimase sconfitto. Egli è un nemico vinto. Si avvicina all'uomo indirettamente e non chiede più apertamente l'adorazione, ma si limita a suggerire agli uomini di interessarsi alle realtà terrene. Se riesce a monopolizzare i loro pensieri e i loro affetti, ogni attrattiva celeste diventa secondaria. Egli desidera che l'uomo ceda alla potenza illusoria delle sue tentazioni, che prevalga l'amore per il denaro, per il mondo, per la posizione e ogni affetto sia concentrato sui tesori terreni. Se Satana riesce a realizzare il suo obiettivo, otterrà tutto ciò che aveva già chiesto a Gesù. Il Cristo liberatore TT1 277 1 L'esempio del Cristo ci insegna che possiamo vincere soltanto resistendo agli attacchi di Satana. Gesù ha trionfato sull'avversario degli uomini lottando contro la tentazione e conosce qual è il potere di Satana sul genere umano. Poiché ha vinto per noi ci assicura i vantaggi di questa vittoria affinché, grazie al nostro impegno per resistere alle tentazioni di Satana, possiamo unire la nostra debolezza alla sua forza, la nostra indegnità ai suoi meriti. Sostenuti dalla sua potenza per superare le più forti tentazioni, possiamo resistere grazie al suo nome onnipotente e vincere come egli ha vinto. TT1 277 2 Il nostro Redentore ci ha assicurato la salvezza tramite terribili sofferenze. è vissuto, ignorato e disprezzato, per poter innalzare l'uomo fino agli onori celesti e alla gloria eterna, grazie alla sua profonda umiliazione e alla sua meravigliosa sottomissione. I peccatori potranno lamentarsi perché il cielo è accessibile solo lottando, rinunciando a se stessi e soffrendo? TT1 277 3 Molti uomini orgogliosi chiedono: "Perché mi devo umiliare e pentire prima di avere la certezza di essere accettato da Dio e di ottenere la vita eterna? Perché il sentiero che conduce al cielo non è meno difficile e più piacevole?" Sottoponiamo a tutti coloro che dubitano e mormorano l'esempio del Cristo, mentre soffriva per gli errori degli uomini e sopportava terribili privazioni. Egli era senza peccato, era addirittura il principe del cielo, ma ha condiviso la sorte dei peccatori per amore dell'uomo: "Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione". Isaia 53:5. TT1 277 4 Il Cristo ha sacrificato tutto perché l'uomo potesse accedere al cielo. Ora spetta all'uomo dimostrare che cosa sia disposto a sacrificare per amore del Cristo e per ottenere la vita eterna. Coloro che comprendono nella sua giusta dimensione la grandezza della salvezza e il prezzo pagato per ottenerla, non si lamenteranno perché sono costretti a "seminare con lacrime" e perché la lotta e la rinuncia caratterizzano la loro vita. Le condizioni della salvezza dell'uomo sono determinate da Dio: rinunciare a se stesso e prendere la propria croce. Per un peccatore pentito questa è l'unica via per trovare consolazione e pace. Il pensiero che Gesù abbia accettato umiliazioni e sacrifici, che l'uomo non sarà mai chiamato a subire, dovrebbe eliminare ogni contestazione. La gioia più profonda è percepita da colui che si pente sinceramente nei confronti di Dio per aver trasgredito la sua legge e ripone la sua fiducia in Cristo, il Redentore e l'Avvocato dei peccatori. TT1 277 5 Gli uomini si affannano per assicurarsi le ricchezze terrene. Si affaticano, sopportano difficoltà e privazioni pur di conseguire vantaggi materiali. Perché i peccatori dovrebbero essere meno disposti a resistere, a soffrire, a fare sacrifici, per ottenere un tesoro eterno, una vita simile a quella di Dio, una corona immortale che non appassisce? I tesori inestimabili del cielo, un'eredità che supera ogni immaginazione, e la gloria eterna devono essere conseguiti a qualsiasi prezzo. Non mormoriamo pensando a ciò a cui dobbiamo rinunciare, perché il Signore ha accettato il sacrificio prima di noi. Non dovremmo evitare le sofferenze e le privazioni, perché il Re del cielo le ha sopportate in favore dei peccatori. La rinuncia alle comodità e ai propri interessi non deve provocare nessun tipo di scontentezza, poiché il Redentore del mondo ha accettato tutto questo per noi. Anche se consideriamo le nostre rinunce, le nostre privazioni e i nostri sacrifici estremamente importanti ci renderemo conto che tutto ciò ci costa meno, da ogni punto di vista, di quanto non sia costato al Principe della vita. Qualsiasi nostro sacrificio diventa insignificante se paragonato a ciò che il Cristo ha fatto per noi. ------------------------Capitolo 78: La presunzione TT1 279 1 Alcuni sono temerari, ma si definiscono coraggiosi. Si espongono, senza motivo, a tentazioni e pericoli da cui potranno uscire indenni solo grazie a un miracoloso intervento di Dio. Quando Satana suggerì al Salvatore di gettarsi dal pinnacolo del tempio, incontrò una profonda resistenza. Satana, in quella circostanza, citò una promessa di Dio, assicurando che il Cristo avrebbe potuto fare, senza rischi, quanto gli era stato richiesto. Il Signore, però, contrappose alla tentazione il passo biblico: "... è altresì scritto: Non tentare il Signore Iddio tuo". Matteo 4:7. L'unica salvaguardia del credente consiste nel respingere il nemico tramite la Parola di Dio. Satana spinge gli uomini proprio là dove Dio non vuole che essi vadano e per giustificare le sue insinuazioni ricorre a citazioni bibliche. TT1 279 2 Le preziose promesse dell'Eterno non sono destinate a rafforzare gli atteggiamenti presuntuosi dell'uomo o a metterlo inutilmente in una situazione pericolosa. Il Signore desidera che viviamo confidando completamente nella sua protezione. "...Non è in poter dell'uomo che cammina il dirigere i suoi passi". Geremia 10:23. Il nostro benessere e la nostra vita dipendono da Dio. Nulla può riuscire senza il suo consenso e la sua benedizione. Egli può stendere la sua mano per benedirci, oppure puntarla contro di noi. "Rimetti la tua sorte nell'Eterno; confidati in lui, ed egli opererà". Salmi 37:5. In quanto figli di Dio, ci viene chiesto di sviluppare un forte carattere cristiano. Dobbiamo, quindi, esercitare l'umiltà e agire con prudenza. In nessun caso dobbiamo abbandonare i nostri principi. TT1 279 3 La nostra unica sicurezza consiste nel non lasciar spazio al diavolo, perchè i suoi suggerimenti e le sue insinuazioni mirano sempre a farci del male e a impedirci di confidare in Dio. Satana si trasforma anche in "angelo di luce" per poter presentare le sue sottili tentazioni e le sue seduzioni in modo tale che non riusciamo più a distinguere le sue astuzie. Nella misura in cui cediamo ai suoi inganni essi avranno presa su di noi. è pericoloso polemizzare o discutere con lui perché ogni volta che gli facciamo una concessione egli ne esigerà una maggiore. La nostra unica salvaguardia sta nel respingere con decisione la prima tentazione di cedere alla presunzione. Dio, tramite i meriti del Cristo, ci permette di opporci a Satana con successo. Resistere è già trionfare. "...Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi". Giacomo 4:7. La resistenza deve essere ferma e incrollabile. Se noi resistiamo oggi per poi cedere domani, perdiamo tutto ciò che abbiamo guadagnato. L'importanza del ruolo delle donne TT1 280 1 Il peccato del nostro tempo è il disprezzo degli espliciti comandamenti di Dio. La forza dell'influsso esercitato in una direzione sbagliata è molto grande. Eva aveva tutto quello di cui poteva aver bisogno; non le mancava nulla per essere felice, ma un desiderio irrefrenabile la spingeva a possedere il frutto dell'unico albero proibito da Dio. Non era necessario aspirare al frutto dell'albero della conoscenza, eppure permise al desiderio e alla curiosità di avere il sopravvento sulla ragione. TT1 280 2 Eva era perfettamente felice nell'Eden, accanto al marito; eppure, simile alle irrequiete Eve moderne, si lasciò attrarre dal miraggio di una sfera più elevata di quella che Dio le aveva assegnato. Cercando di elevarsi al di sopra della sua posizione originale, finì per cadere molto in basso. Questi saranno sicuramente i risultati a cui andranno incontro le Eve della nostra generazione se trascureranno di compiere quotidianamente e con gioia quei doveri che sono in armonia con il piano di Dio. TT1 280 3 Le donne devono compiere un'opera più importante ed elevata dei doveri di un re. Esse possono modellare la mente dei loro figli e plasmare il loro carattere perché siano utili in questo mondo e diventino figli e figlie di Dio. Il loro tempo dovrebbe essere considerato troppo prezioso per sprecarlo in cose inutili. In questo mondo ci sono tante esigenze da soddisfare e tante sofferenze, lavori importanti e necessari e quindi non è opportuno utilizzare il tempo per seguire la moda o coltivare l'ambizione personale. TT1 280 4 Le figlie del Re del cielo, membri della famiglia reale, sentiranno la responsabilità di elevarsi a un livello di vita più nobile per essere in intima comunicazione con il cielo e lavorare all'unisono con il Redentore del mondo. Essendo impegnate in quest'opera non si preoccuperanno della moda, né delle frivolezze che oggi assorbono la mente e gli interessi delle donne. Se sono veramente figlie di Dio, saranno partecipi della natura divina, motivate da una profonda pietà, come il loro divino Redentore, quando vedono il male che dilaga nella società. Esse, imitando il Cristo, nella loro sfera d'azione e secondo le loro capacità e opportunità, si impegneranno in vista della salvezza degli uomini. Uomini e donne creati uguali TT1 280 5 Il rifiuto di attenersi al piano che Dio aveva in mente creandola e l'aspirazione a raggiungere importanti posizioni per le quali Dio non l'aveva qualificata hanno impedito alla donna di realizzare proprio quella vocazione a cui era stata destinata. Quando la donna esce dalla propria sfera, perde la sua dignità e la sua vera natura. TT1 280 6 Quando Dio creò Eva non voleva che fosse né inferiore né superiore all'uomo, ma uguale ad Adamo da ogni punto di vista. Nessuno dei due doveva avere interessi personali indipendenti, ma ciascuno aveva la propria personalità che si esprimeva nel pensiero e nell'azione. Dopo il peccato, poiché fu la donna a cedere per prima, il Signore le disse che Adamo avrebbe dominato su di lei. Ella sarebbe stata soggetta al marito: questo faceva parte della maledizione conseguente al peccato. In molti casi questa condanna ha reso particolarmente duro e gravoso il compito della donna. L'uomo ha abusato del ruolo concessogli dall'Eterno esercitando un potere arbitrario. La sapienza infinita ha tracciato il piano della redenzione che offre al genere umano una nuova possibilità mettendolo alla prova una seconda volta. Avvertimenti ai pastori TT1 281 1 Satana si serve degli uomini come suoi agenti per spingere alla presunzione coloro che amano Dio. Questo accade a chi si lascia ingannare dallo spiritismo. In generale gli spiritisti non accettano il Cristo come Figlio di Dio e la loro infedeltà trascina molti a commettere peccati di presunzione. Essi proclamano la loro superiorità sul Cristo, come fece Satana quando lottò contro il Principe della vita. Gli spiritisti, che si sono macchiati di peccati ripugnanti e la cui coscienza è cauterizzata, osano pronunciare il nome del Figlio di Dio e bestemmiare quel nome che è stato elevato al di sopra di tutti i nomi, mescolandolo a quelle bassezze che caratterizzano la loro natura corrotta. TT1 281 2 Gli uomini che adottano queste eresie cercheranno di trascinare nelle loro dispute coloro che insegnano la Parola di Dio; alcuni non hanno avuto il coraggio di opporsi alla sfida di queste persone che è descritta in modo chiaro nella Sacra Scrittura. Alcuni dei nostri pastori non hanno osato dire a questi uomini che Dio, nella sua Parola, li ha messi in guardia contro di loro e ha lasciato una descrizione fedele del loro carattere e delle loro eresie. Alcuni nostri pastori, per non offrire loro l'occasione di trionfare o temendo di essere tacciati di codardia, hanno affrontato gli avversari in aperte discussioni. Parlando con gli spiritisti, non affrontano solo l'uomo, ma Satana e i suoi angeli. Si mettono in comunicazione con le potenze delle tenebre e hanno attirato demoni intorno a loro. TT1 281 3 Gli spiritisti desiderano pubblicizzare le loro eresie; questi pastori, che difendono le verità bibliche, li aiutano in questo intento ogni volta che accettano di discutere con loro. Gli spiritisti approfittano di ogni opportunità che viene loro offerta per presentare le loro false dottrine alla gente e ogni volta gli uomini vengono ingannati e sedotti. Quindi è meglio evitare simili incontri. TT1 281 4 La presunzione è una tentazione comune e quando Satana agisce in questo senso nei confronti degli uomini, vince nove volte su dieci. Coloro che professano di essere discepoli del Cristo e proclamano di essersi impegnati nella lotta contro il male, cadono spesso in tentazioni che possono vincere solo grazie a un vero e proprio miracolo. Tramite la meditazione e la preghiera potrebbero evitare di porsi in una posizione critica e pericolosa che permetterebbe a Satana di avere il sopravvento. Non possiamo contare sulle promesse di Dio quando affrontiamo temerariamente il pericolo, violando le leggi della natura e trascurando di utilizzare la prudenza e il buon senso di cui Dio ci ha dotati. Questa è chiaramente presunzione. -- Testimonies for the Church 4:44, 45 (1876). ------------------------Capitolo 79: Le tentazioni della gola TT1 282 1 Una delle tentazioni più forti che l'uomo deve affrontare è quella della gola. Fra la mente e il corpo intercorre una misteriosa e anche meravigliosa relazione: la prima agisce sul secondo e viceversa. Il primo scopo della vita deve essere quello di conservare l'organismo in buona salute, di svilupparne le energie affinché ogni parte di questa macchina vivente possa funzionare armoniosamente. Trascurare il corpo equivale a trascurare la mente. Dio non può essere glorificato dai suoi figli se essi hanno un corpo malato e una mente debilitata. Cedere alle tentazioni del palato a scapito della salute, vuol dire abusare dei propri sensi. Chi si abbandona a ogni tipo di intemperanza, nel mangiare e nel bere, distrugge le proprie energie fisiche e indebolisce le proprie facoltà morali. Chiunque agisce in questo modo subirà le conseguenze della violazione delle leggi fisiche. TT1 282 2 Il Redentore del mondo sapeva che la soddisfazione degli appetiti avrebbe provocato l'indebolimento del fisico, determinato una disfunzione degli organi percettivi e impedito una chiara comprensione delle realtà sacre ed eterne. Egli sapeva che il mondo si sarebbe impegnato a soddisfare i piaceri della gola e che questa debolezza avrebbe finito per indebolire le energie morali. Se l'indulgenza per gli appetiti era così forte nel genere umano che per infrangerne il potere in favore dell'uomo il Figlio di Dio era stato costretto a digiunare quasi sei settimane, oggi i cristiani hanno una grande opera da compiere se vogliono vincere come egli vinse! La forza della tentazione di cedere agli appetiti può essere misurata solo da quell'angoscia inesprimibile provata dal Cristo durante il suo prolungato digiuno nel deserto. TT1 282 3 Il Cristo sapeva che per realizzare con successo il piano della salvezza doveva iniziare la sua opera proprio da dove l'uomo aveva fallito: Adamo aveva peccato per soddisfare i piaceri della gola. Per insegnare agli uomini l'importanza di ubbidire alla legge di Dio, il Cristo iniziò l'opera di redenzione con la riforma delle abitudini fisiche dell'umanità. La decadenza della virtù e la degenerazione del genere umano sono da attribuirsi soprattutto all'indulgenza nei confronti degli appetiti. TT1 282 4 Tutti, ma in modo particolare i pastori che insegnano la verità, hanno la solenne responsabilità di vincere le tentazioni della gola. Se essi avessero il controllo delle proprie passioni e dei propri appetiti, l'efficacia della loro attività sarebbe maggiore e le loro stesse facoltà intellettuali risulterebbero rafforzate dall'attività fisica e da quella mentale. TT1 282 5 Grazie ad abitudini di stretta temperanza, ed esercitando il corpo e la mente, essi sarebbero in grado di produrre una maggiore quantità di lavoro e di preservare la lucidità delle facoltà mentali. In questo modo i pensieri e le parole fluirebbero più facilmente, le attività religiose risulterebbero più efficaci e l'effetto sugli ascoltatori sarebbe più incisivo. Intemperanza nell'alimentazione TT1 283 1 L'intemperanza nell'alimentazione, anche se il cibo è di buona qualità, avrà delle ripercussioni sull'organismo e indebolirà le emozioni più sante ed elevate. Una rigorosa temperanza nel mangiare e nel bere è estremamente importante per conservare la salute e assicurare il buon funzionamento di tutti gli organi. Le abitudini di una stretta temperanza, unite all'esercizio muscolare e mentale, garantiranno il vigore fisico e mentale e assicureranno una buona resistenza a coloro che si impegnano nel ministero, come anche ai redattori e a quanti svolgono lavori sedentari. Noi, che pretendiamo di diffondere i principi della riforma sanitaria, mangiamo troppo. L'indulgenza nei confronti dell'appetito è la causa principale della debilitazione fisica e mentale ed è alla base della debolezza che si nota ovunque. TT1 283 2 L'intemperanza inizia sulle nostre tavole quando utilizziamo alimenti poco sani. Quando questo uso si prolunga, gli organi dell'apparato digerente si indeboliscono e quindi gli alimenti ingeriti non soddisfano più l'appetito. Si vengono a creare condizioni sfavorevoli alla salute e si cerca un'alimentazione sempre più stimolante. Il tè, il caffè, la carne provocano un effetto immediato e sotto l'azione di questi veleni e tossine il sistema nervoso è eccitato e, in alcuni casi, le capacità cerebrali sembrano apparentemente rafforzate e l'immaginazione più vivace. Siccome questi stimolanti provocano momentaneamente risultati così piacevoli, molti ne deducono di averne un assoluto bisogno e continuano a usarli. Però c'è sempre una conseguenza. Il sistema nervoso è stato eccessivamente sollecitato e ha dovuto attingere alle sue risorse per far fronte alle esigenze attuali. L'eccitazione è seguita da una depressione. Questi stimolanti assicurano un vigore apparente, ma del tutto temporaneo, seguito subito da una fase depressiva, appena l'effetto degli stimolanti stessi finisce. L'appetito si abitua a desiderare qualcosa di sempre più forte, per alimentare il desiderio di una piacevole eccitazione. Così, a poco a poco, l'indulgenza diventa un'abitudine e si prova un'esigenza sempre maggiore di stimoli più forti come tabacco, vino, liquori. Più ci si lascia coinvolgere dal richiamo dei sensi, più frequente sarà la loro richiesta e più difficile sarà autocontrollarsi. Più l'organismo è indebolito, meno sarà in grado di rinunciare agli stimolanti. Il desiderio per queste sostanze aumenterà fino a quando la volontà verrà sopraffatta e si penserà di non avere più nessuna possibilità di rinunciare a questi innaturali e irresistibili desideri. L'unica via d'uscita TT1 283 3 L'unica via d'uscita sta nell'astenersi dall'assaggiare, dal provare tè, caffè, tabacco, oppio, bevande alcoliche. Gli uomini della nostra generazione hanno un bisogno due volte maggiore di quello delle generazioni passate di contare su tutta la loro forza di volontà, sostenuta dalla grazia di Dio, per resistere alle tentazioni di Satana e per respingere le sollecitazioni dei sensi. Questa generazione ha una capacità di autocontrollo inferiore rispetto a quella dei suoi predecessori. Chi ha ceduto al desiderio di stimolanti ha trasmesso le proprie propensioni e le proprie passioni incontrollate ai figli ed è quindi necessaria una maggiore forza morale per resistere all'intemperanza sotto tutte le sue forme. L'unica via d'uscita consiste nel rimanere fedeli ai principi della temperanza senza avventurarsi su sentieri pericolosi. TT1 284 1 Il grande obiettivo che Gesù si proponeva con il lungo digiuno nel deserto era quello di insegnarci la necessità dell'autocontrollo e della temperanza. Quest'opera deve iniziare sulla nostra tavola, per proseguire in tutte le occasioni della vita. Il Redentore del mondo venne dal cielo per sostenere l'uomo nella sua debolezza, affinché, grazie alla forza che Gesù gli accorda, possa essere abbastanza forte per contrastare gli appetiti, le passioni e risultare vincitore da ogni punto di vista. TT1 284 2 Molti genitori formano ed educano il gusto dei propri figli lasciando che essi si nutrano di alimenti carnei e bevano tè e caffè. La carne molto condita, il tè e il caffè preparano la via al desiderio di stimolanti più forti, come il tabacco. L'uso del tabacco, a sua volta, incoraggia l'uso dei liquori; l'uso di tabacco e di liquori indebolisce invariabilmente il sistema nervoso. TT1 284 3 Se i cristiani orientassero le percezioni morali verso la temperanza potrebbero, con il loro esempio, e iniziando proprio dalla loro tavola, aiutare quanti non hanno un buon autocontrollo e non sono in grado di resistere alle sollecitazioni dell'appetito. Se comprendessimo l'effetto che le passioni della nostra vita hanno sui nostri interessi eterni e ci rendessimo conto che il nostro destino eterno dipende da abitudini di stretta temperanza, saremmo sobri sia nel mangiare sia nel bere. Tramite il nostro esempio e il nostro impegno personale possiamo essere uno strumento per la salvezza di molti uomini, strappandoli alla degradazione dell'intemperanza, al crimine e alla morte. Le nostre sorelle possono fare molto nella grande opera della salvezza semplicemente mettendo in tavola del cibo sano e nutriente. Esse possono consacrare una parte del loro tempo prezioso all'educazione del gusto dei figli, incoraggiando la temperanza in ogni cosa, promuovendo spirito di sacrificio e desiderio di aiutare il prossimo. TT1 284 4 Nonostante l'esperienza del Cristo, che nel deserto della tentazione rifiutò di cedere ai richiami dell'appetito e ne vinse la potenza, molte madri cristiane, tramite l'esempio e l'educazione impartita ai figli, permettono che essi si abituino a soddisfare la gola o diventino degli ubriaconi. I figli spesso sono rovinati perché si permette loro di mangiare ciò che desiderano e quando lo desiderano, senza tener conto della salute. Molti bambini, sin dall'infanzia, diventano schiavi della gola e molto presto soffrono di dispepsia. Questa loro tendenza all'intemperanza nel mangiare cresce con il passare del tempo e si accentua con il rafforzarsi della struttura fisica. La forza mentale e fisica viene sacrificata a causa di questa indulgenza e si forma il gusto per determinati cibi dai quali essi non possono trarre nessun beneficio perché sono dannosi. L'organismo ne risente e ne risulta debilitato. Benefici dell'esercizio fisico TT1 285 1 Pastori, insegnanti e studenti non si rendono abbastanza conto della necessità di esercizio fisico all'aria aperta e trascurano il dovere estremamente importante di preservare la salute. Curvi sui libri, consumano una quantità di cibo pari a quella di chi svolge un lavoro manuale e diventano obesi perché l'organismo riceve un'alimentazione eccessiva. Altri sono deboli e fiacchi perché le loro energie vitali sono sottoposte a uno sforzo anormale nell'eliminazione del cibo superfluo. Il fegato si infiamma, non riesce più a espellere le tossine del sangue e si ammala. Se l'esercizio fisico fosse abbinato a quello mentale, il sangue potrebbe accelerare la sua circolazione, l'azione del cuore sarebbe più regolare, le tossine sarebbero espulse e una nuova vita, una nuova forza si noterebbero in ogni parte del corpo. TT1 285 2 Quando la mente dei pastori, degli insegnanti e degli studenti è costantemente sotto pressione a causa dello studio, mentre il corpo rimane inattivo, i nervi sensori si affaticano e quelli motori rimangono inerti. Poiché tutto il lavoro ricade sul cervello, esso viene sottoposto a un'attività eccessiva e s'indebolisce. I muscoli perdono il loro vigore per mancanza di attività e non si prova il minimo desiderio di esercitarli con il lavoro fisico perché lo sforzo risulta insopportabile. I pastori devono essere un esempio TT1 285 3 I collaboratori del Cristo, che si dicono suoi rappresentanti, devono imitare l'esempio del Maestro e avere abitudini ispirate a una rigorosa temperanza. Essi devono presentare alla gente la vita e l'esempio del Redentore con una vita di rinuncia, di sacrificio e di servizio attivo. Il Cristo vinse la tentazione della gola in favore dell'uomo; i pastori, quindi, devono, nel suo nome e in sua vece, dare agli altri un esempio degno di essere imitato. Coloro che non sentono la necessità di impegnarsi a vincere la tentazione degli appetiti perdono l'opportunità di assicurarsi delle vittorie preziose e diventano schiavi dei sensi e dei desideri, che colmano il "calice delle iniquità" di coloro che abitano sulla terra. TT1 285 4 Coloro che sono chiamati a proclamare al mondo l'ultimo messaggio di avvertimento, messaggio inteso a determinare il destino degli uomini, devono applicare nella loro vita le verità che annunciano agli altri. Essi devono essere un esempio per gli altri nel mangiare, nel bere, nel comportamento. Golosità, soddisfazione dei peggiori desideri e peccati si nascondono sotto l'apparente santità di molti sedicenti rappresentanti del Cristo e ciò accade in tutto il mondo. Alcuni individui, dotati di notevoli capacità personali, producono la metà di quanto potrebbero se fossero temperati in ogni cosa. L'indulgenza nei confronti degli appetiti e delle passioni che offuscano la loro mente riduce la loro forza fisica e li priva della loro forza morale. I loro pensieri non sono chiari, le loro parole mancano di forza perché non sono accompagnate dallo Spirito di Dio. TT1 285 5 Poiché i nostri progenitori persero l'Eden per aver ceduto ai loro desideri, la nostra unica speranza di riconquistare l'Eden consiste nel non cedere né agli appetiti né alla passioni. L'astinenza e l'autocontrollo salvaguarderanno l'equilibrio della mente e ne assicureranno la forza mentale e morale, permettendo di porre ogni tendenza sotto il controllo delle facoltà superiori dell'essere, per distinguere il bene dal male, il sacro dal profano. Tutti coloro che hanno una chiara comprensione del sacrificio del Cristo, che ha lasciato il cielo per venire su questa terra e dimostrare con la sua vita come resistere alla tentazione, saranno lieti di rinunciare a se stessi e condividere le sofferenze di Gesù. Controllati da una coscienza illuminata TT1 286 1 "Il timore del Signore è il principio della sapienza". Coloro che vincono come il Cristo vinse, dovranno vigilare continuamente contro le tentazioni di Satana. Appetiti e passioni devono essere sottoposti al controllo di una coscienza illuminata, affinché la mente possa essere integra, le percezioni chiare e gli inganni e le tentazioni di Satana non vengano confusi con le benedizioni di Dio. Molti desiderano la ricompensa finale riservata ai vincitori, ma non sono disposti a sopportare fatiche, privazioni e rinunce, come fece il Redentore. È solo tramite l'ubbidienza e l'impegno costante che saremo vincitori come il Cristo. TT1 286 2 La tentazione degli appetiti sarà la rovina di migliaia di persone che, se fossero riuscite a riportare una vittoria da questo punto di vista, avrebbero anche avuto la forza morale di vincere tutte le altre insidie di Satana. Coloro che sono schiavi degli appetiti non riusciranno a formarsi un carattere cristiano equilibrato. La tendenza dell'uomo a peccare dura da seimila anni e ha determinato la malattia, il dolore e la morte. Il tempo della fine si avvicina; le tentazioni di Satana, con le quali invita l'uomo ad assecondare la voce dei sensi, saranno più forti e, quindi, la vittoria sarà più difficile. TT1 286 3 L'opera della temperanza deve iniziare nelle nostre famiglie, sulle nostre tavole. Le madri devono compiere un'opera importantissima per dare alla società, grazie a una buona educazione, dei figli capaci di occupare ogni posizione e assolvere con gioia i doveri della vita quotidiana. TT1 286 4 L'opera della madre è sacra e solenne: deve insegnare ai figli, fin dalla nascita, a coltivare la rinuncia e l'autocontrollo. Se il tempo di una madre è quasi tutto impegnato nel seguire le follie di quest'epoca degenerata, la moda o le compagnie, i figli non riceveranno da lei quell'educazione indispensabile alla formazione di caratteri equilibrati. La madre cristiana non dovrebbe preoccuparsi unicamente delle apparenze esteriori, ma di un buon sviluppo fisico e morale dei figli. TT1 286 5 Molte madri, pur condannando l'intemperanza, non indagano a fondo per ricercarne la causa. Ogni giorno preparano una certa varietà di piatti e cibi molto conditi che solleticano il gusto e portano agli eccessi nel mangiare. La tavola è spesso imbandita in modo da incoraggiare l'ubriachezza. Per molti la soddisfazione della gola è un principio di vita fondamentale. Chiunque coltiva questa tendenza e mangia spesso, soprattutto cibi di qualità scadente, indebolisce la propria capacità di resistenza ai richiami dei sensi anche da altri punti di vista. Questa debolezza si accentua nella misura in cui si rafforza la tendenza a cedere ad abitudini negative nel mangiare. Le madri hanno bisogno di comprendere il proprio dovere, nei confronti di Dio e della società, di educare dei figli dotati di un carattere equilibrato. Gli uomini e le donne che affrontano questo compito secondo sani principi riusciranno a restare integri, nonostante la corruzione morale di questa nostra epoca degenerata. -- Testimonies for the Church 3:562, 563 (1875). TT1 287 1 Poiché la santità della mente dipende dall'equilibrio delle energie vitali, dobbiamo fare molta attenzione a evitare l'uso di stimolanti e narcotici. TT1 287 2 Il tabacco è un veleno lento e insidioso i cui effetti sono più difficili da eliminare dall'organismo di quelli prodotti dai liquori. Quale resistenza può opporre chi è dedito al tabacco al progredire dell'intemperanza? Nel mondo, prima che "l'ascia sia posta alla radice dell'albero", è necessaria una riforma in relazione all'uso del tabacco. Per essere più precisi, il tè e il caffè accrescono il desiderio di stimolanti più forti come il tabacco e i liquori. TT1 287 3 Inoltre esaminiamo i nostri pasti quotidiani e chiediamoci se nelle case cristiane si pratica davvero la temperanza in ogni cosa. In tema di alimentazione vengono attuate le riforme essenziali per la salute e la felicità? Ogni vero cristiano deve controllare i propri appetiti e le proprie passioni. Se non riesce a liberarsi dalla schiavitù dei sensi non potrà essere un fedele e ubbidiente collaboratore del Cristo. L'appagamento dei desideri e l'indulgenza ai richiami dei sensi impediscono alla verità di agire nei cuori. Lo spirito e la potenza della verità non possono santificare il corpo, l'anima e lo spirito di un uomo se è dominato dagli appetiti e dalle passioni. -- Testimonies for the Church 3:569, 570 (1875). TT1 287 4 Tutti devono vegliare sui propri sensi per impedire la vittoria di Satana: essi costituiscono la via d'accesso allo spirito. -- Testimonies for the Church 3:507 (1875). TT1 287 5 Noi pretendiamo di essere un popolo di riformatori, messaggeri e sentinelle di Dio, delle sentinelle su ogni via che Satana potrebbe percorrere per proporre le sue tentazioni e pervertire gli appetiti. Il nostro esempio e il nostro influsso devono essere decisamente orientati verso una riforma. Dobbiamo, quindi, rinunciare a qualsiasi abitudine che possa indebolire la coscienza o incoraggiare la tentazione. Non dobbiamo aprire nessun varco che possa offrire a Satana l'accesso alla mente di un essere umano formato a immagine di Dio. Se tutti fossero vigilanti e fedeli, impedendo lo schiudersi di spiragli aperti dall'uso moderato di quel cosiddetto vino "innocuo" o sidro, la grande via che conduce all'alcolismo risulterebbe sbarrata. In ogni comunità è necessario avere la chiara convinzione, accompagnata dalla volontà incrollabile, di non toccare, non assaggiare, non utilizzare nulla di tutto questo; allora la riforma in tema di temperanza sarà efficace, permanente e totale. -- Testimonies for the Church 5:360 (1885). ------------------------Capitolo 80: L'importanza delle prove TT1 288 1 "Egli si sederà, affinando e purificando l'argento; e purificherà i figliuoli di Levi, e li depurerà come si fa dell'oro e dell'argento; ed essi offriranno all'Eterno offerte con giustizia. Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradevole all'Eterno, come ne' giorni antichi, come negli anni di prima". Malachia 3:3, 4. TT1 288 2 Questo è il modo in cui l'Eterno degli eserciti perfeziona e purifica il suo popolo. Quest'opera è molto difficile da accettare per il credente, ma è l'unico modo in cui possono essere eliminate le scorie e le imperfezioni. Tutte le nostre prove sono necessarie per avvicinarci sempre più al nostro Padre celeste. In questo modo, tramite l'ubbidienza alla sua volontà, potremo presentare al Signore delle offerte per ubbidire alla sua volontà. TT1 288 3 A ciascuno di coloro i cui nomi sono qui citati.1 Dio ha concesso delle capacità e dei talenti da sfruttare. Avete bisogno di ricostruire il vostro rapporto con Dio per compiere la sua volontà. Le esperienze passate, per quanto numerose, non saranno sufficienti e non potranno permetterci di superare gli ostacoli che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Per vincere abbiamo bisogno ogni giorno di nuove forze e della grazia divina. Raramente ci ritroviamo per due volte nelle stesse circostanze. Abramo, Mosè, Elia, Daniele e tanti altri hanno affrontato prove terribili, ma diverse. Nel grande dramma della vita ognuno affronta prove particolari, ma è raro che la stessa si ripresenti una seconda volta. Ogni esperienza è tipica sia per il carattere sia per le circostanze che si verificano. Dio ha un piano per la vita di tutti noi e ogni gesto, per quanto piccolo, ha il suo spazio nella trama dell'esistenza. Ecco perché sono necessari, costantemente, lo Spirito e i consigli di Dio ed egli è disposto ad accordarceli se vogliamo riceverli. Non è stato Dio a chiudere le porte del cielo alle vostre preghiere: siete stati voi a trascurare quell'aiuto divino di cui avevate bisogno. TT1 288 4 Non ci rendiamo conto dell'influsso delle nostre scelte nella vita degli altri! Forse pensate che ciò che fate o dite sia di scarsa importanza, mentre i maggiori risultati, nel bene o nel male, sono la conseguenza delle nostre parole e delle nostre azioni. Parole e azioni che, anche se considerate di scarso valore, sono altrettanti anelli della lunga catena degli eventi umani. Non vi siete resi conto di quanto fosse necessario conoscere la volontà di Dio in relazione a tutti gli atti della vita quotidiana. Nei nostri progenitori il desiderio di soddisfare i loro desideri ha in realtà introdotto il male e il peccato nel mondo. Care sorelle, sappiate che ogni vostra decisione ha un influsso duraturo e di vasta portata sia sulla vostra vita sia su quella degli altri. Abbiamo bisogno di restare in comunione con Dio e ricevere quella grazia divina che può guidare i nostri passi e aiutarci a formare un carattere cristiano perfetto. Un'esperienza progressiva TT1 289 1 I cristiani saranno chiamati ad affrontare delle prove per le quali l'esperienza passata non rappresenterà una guida sufficiente. Abbiamo bisogno di imparare dal Maestro per eccellenza e questa necessità oggi è maggiore che in qualsiasi altra epoca. Più esperienza acquisiremo in questo senso, più ci avvicineremo al cielo e ci renderemo conto di quanto sia necessaria una riforma. Se desideriamo ricevere i consigli di Dio e seguirli fedelmente, potremo compiere tutti un'opera efficace ed essere una benedizione per gli altri. Il sentiero del giusto è in ascesa: egli cresce in forza, in grazia, in gloria. La conoscenza della volontà di Dio aumenterà costantemente e, nella misura in cui faremo dei progressi, ci qualificheremo meglio per affrontare le responsabilità e gli imprevisti della vita. TT1 289 2 Quando si presentano le prove, quando lo scoraggiamento e il dubbio turbano i vostri pensieri, quando l'egoismo influisce sulle vostre azioni, non sentite il bisogno della presenza di Dio e di una profonda e completa conoscenza della sua volontà? Questa volontà voi non la conoscerete né potrete conoscerla finché vivrete in funzione di voi stessi. Voi contate sulle vostre buone intenzioni e sulle vostre decisioni, ma la maggior parte della vostra vita la trascorrete a prendere delle decisioni senza poi tener fede agli impegni presi. Tutti avete bisogno di rinunciare a voi stessi, senza continuare a confidare nelle vostre possibilità, e di arrendervi a Dio. TT1 289 3 Sarei felice di consolarvi, se potessi, di lodarvi per le vostre qualità, i vostri buoni propositi e le vostre buone azioni, ma Dio non me li ha presentati. Egli mi ha fatto vedere gli ostacoli che vi impediscono di giungere alla formazione di un carattere nobile ed elevato, che rifletta quella santità di cui avete bisogno per ottenere la pace e la gloria immortale che egli desidera che raggiungiate. Non vivete in funzione di voi stessi ma considerate Gesù. Egli è tutto ed è in tutti. I meriti del Salvatore crocifisso e risorto possono cancellare ogni vostro peccato, piccolo o grande che sia. Con fede assoluta affidatevi a Dio, vostro fedele Creatore. Non temete continuamente di essere abbandonati dal Signore: egli non lo farà, a meno che non vi allontaniate da lui. Il Cristo verrà, rimarrà con voi se gli aprirete la porta del vostro cuore. Se rinunciate a voi stessi per vivere in Dio vi sarà una perfetta armonia fra voi, il Padre e il Figlio. TT1 289 4 Pochi si rendono conto di avere degli idoli e di accarezzare dei peccati! Dio conosce questi peccati di cui forse non vi rendete conto e scende in profondità con il suo bisturi per estirparli. Tutti desiderate che si compia in voi questo processo di purificazione. Come è difficile sottomettervi e crocifiggere il vostro io! Ma quando quest'opera è lasciata a Dio, che conosce le nostre debolezze e i nostri peccati, saprà scegliere la via migliore per ottenere i risultati desiderati. TT1 289 5 Enoc camminò con Dio grazie a una lotta costante e una fede semplice. Voi potete fare altrettanto. Potete essere convertiti, trasformati e diventare veri figli di Dio, non soltanto grazie alla conoscenza della sua volontà, ma riuscendo, con il vostro esempio, a indirizzare altri sul sentiero dell'ubbidienza e della consacrazione. Una spiritualità autentica si sviluppa e si comunica. Il salmista dice: "Io non ho nascosto la tua giustizia entro il mio cuore; ho narrato la tua fedeltà e la tua salvezza; non ho celato la tua benignità né la tua verità alla grande assemblea". Salmi 40:10. Dove regna l'amore per Dio si prova anche il desiderio di esprimerlo. TT1 290 1 Dio vi aiuti a impegnarvi per giungere alla vita eterna e per guidare altri lungo il sentiero della santificazione! ------------------------Capitolo 81: "Non posso scendere" TT1 291 1 "E io inviai loro dei messi per dire: "Io sto facendo un gran lavoro, e non posso scendere. Perché il lavoro rimarrebb'egli sospeso mentr'io lo lascerei per scendere da voi?" Neemia 6:3. TT1 291 2 Il 3 gennaio 1875 mi fu mostrato1 che il popolo di Dio non dovrebbe neppure per un momento rallentare la propria vigilanza perché Satana è in agguato, deciso a sopraffare, con le sue tentazioni, coloro che osservano i comandamenti di Dio. Se noi, però, non gli offriamo nessuna occasione e resistiamo alle sue insidie, rimanendo saldi nella fede, avremo la forza di respingere il male. Coloro che osservano i comandamenti di Dio costituiscono una forza se vivono secondo la conoscenza e i privilegi ricevuti. Essi possono essere esempi di profonda spiritualità, santi interiormente ed esteriormente. Non dobbiamo mai smettere di pregare e vigilare. Nella misura in cui ci avviciniamo al momento in cui il Cristo apparirà sulle nuvole del cielo, il diavolo intensificherà le sue tenprofonda spiritualità santi interiormente ed esteriormente. Non dobbiamo mai smettere di pregare e vigilare. Nella misura in cui ci avviciniamo al momento in cui il Cristo apparirà sulle nuvole del cielo, il diavolo intensificherà le sue tentazioni nei confronti di coloro che rimangono fedeli al decalogo, perché sa che rimane poco tempo. TT1 291 3 L'opera di Satana sarà svolta tramite i suoi agenti. Alcuni pastori che odiano la legge di Dio ricorreranno a ogni espediente per indurre gli uomini a essere infedeli a Dio: i nostri peggiori nemici si troveranno fra gli avventisti del primo giorno. Essi sono decisi a combattere contro chi osserva i comandamenti di Dio e ha la fede di Gesù. Queste persone considerano una vera e propria virtù parlare, scrivere e agire manifestando un odio terribile. Non ci dobbiamo aspettare da parte loro né lealtà né giustizia. Satana ha ispirato molti di loro a scagliarsi contro gli osservatori dei comandamenti di Dio. Saremo diffamati e messi in cattiva luce; tutte le nostre intenzioni e le nostre azioni saranno travisate e il nostro carattere contestato. è così che si manifesterà la collera del dragone. Io vidi che non dobbiamo affatto scoraggiarci perché la nostra forza è in Gesù, il nostro Avvocato. Se ci affidiamo a Dio e contiamo sulle sue promesse egli ci concederà la grazia e la saggezza celesti per uscire vittoriosi dalla lotta contro tutte queste insidie e astuzie di Satana. TT1 292 1 In una recente visione mi è stato mostrato che il nostro influsso non aumenterà e non saremo maggiormente favoriti da Dio se ci vendichiamo o scendiamo al livello dei nostri avversari per affrontarli sul loro terreno. Vi sono persone che per raggiungere il loro obiettivo, che consiste nel sedurre gli uomini e screditare la legge di Dio e quanti la amano e la osservano, ricorrono a ogni sorta di inganni e falsità. Ripeteranno continuamente gli errori più illogici e vili, fino a convincersi di dire la verità. Queste calunnie rappresentano le argomentazioni più forti di cui essi possono disporre contro il sabato. Noi, però, non dovremmo permettere ai nostri sentimenti di avere il sopravvento e di distoglierci dalla nostra opera di proclamazione dell'ultimo messaggio di avvertimento che deve essere annunciato al mondo. L'esempio di Nehemia TT1 292 2 Mi fu presentato il caso di Nehemia: egli lavorava alla costruzione delle mura di Gerusalemme e i nemici erano decisi a impedire che quest'opera fosse portata a termine. "Ma quando Samballat, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdodei ebbero udito che la riparazione delle mura di Gerusalemme progrediva, e che le brecce cominciavano a chiudersi, n'ebbero grandissimo sdegno, e tutti quanti assieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e a crearvi del disordine". Neemia 4:7, 8. TT1 292 3 In questo caso l'odio e l'ostilità nei confronti degli ebrei unì fra loro uomini che, in caso diverso, si sarebbero combattuti a vicenda. Questo illustra perfettamente ciò che spesso accade anche ai nostri giorni: uomini appartenenti a denominazioni diverse si uniscono per opporsi alla verità. Essi sono legati da un sentimento ispirato dal diavolo e manifestano odio e animosità contro il "rimanente" che osserva i comandamenti di Dio. Questo spirito si nota in modo particolare negli avventisti del primo giorno e fra coloro che non attribuiscono nessuna importanza a un giorno o sostengono che tutti i giorni sono uguali. Essi si odiano e si calunniano reciprocamente quando non sono uniti per danneggiare in qualche modo gli avventisti del 7° giorno. TT1 292 4 "Allora noi pregammo l'Iddio nostro e mettemmo contro di loro delle sentinelle di giorno e di notte per difenderci dai loro attacchi". Neemia 4:9. Corriamo il pericolo di diventare presuntuosi e contare sulla nostra sapienza trascurando di confidare in Dio. Non c'è nulla che disturbi Satana più della nostra conoscenza dei suoi piani. Se ci rendiamo conto del pericolo a cui siamo esposti sentiremo il bisogno di pregare come Nehemia e otterremo, come lui, quella protezione che ci darà sicurezza nei momenti difficili. Se, invece, siamo trascurati e indifferenti, saremo certamente travolti dalle insidie di Satana. Ecco perché è necessario essere vigilanti. Ricorriamo, come Nehemia, alla preghiera e presentiamo a Dio ogni nostra perplessità e ogni nostra preoccupazione, ma non crediamo che il nostro compito si limiti a questo: dobbiamo vegliare e pregare; dobbiamo tenere gli occhi aperti per renderci conto dell'attività dei nostri avversari e per impedire che essi abbiano il sopravvento e riescano a ingannare gli uomini. Dobbiamo, con la sapienza del Cristo, opporci con forza alle loro intenzioni, ma, contemporaneamente, non lasciarci distogliere dalla grande opera che dobbiamo compiere. La verità è più forte dell'errore e la giustizia prevarrà sempre. Dobbiamo aspettarci l'opposizione TT1 293 1 II popolo di Dio sta riparando la breccia che è stata fatta nella legge divina. "I tuoi riedificheranno le antiche ruine; tu rialzerai le fondamenta gettate da molte età, e sarai chiamato "il riparatore delle brecce", "il restauratore de' sentieri per rendere abitabile il paese". Se tu trattieni il piè per non violare il sabato facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia, le venerabile ciò ch'è sacro all'Eterno, e se onori quel giorno anziché seguir le tue vie e fare i tuoi affari e discuter le tue cause, allora troverai la tua delizia nell'Eterno; io ti farò passare in cocchio sulle alture del paese, ti nutrirò della eredità di Giacobbe tuo padre, poichè la bocca dell'Eterno ha parlato". Isaia 58:12-14. TT1 293 2 Tutto questo, naturalmente, non piace ai nemici della nostra fede, che ricorrono a ogni mezzo per ostacolare la nostra opera. Nonostante questo, il muro diroccato viene riparato. Il mondo viene avvertito e molti smettono di disprezzare il sabato dell'Eterno. TT1 293 3 Il Signore manifesta la sua presenza in quest'opera e nessun uomo può impedirlo. Gli angeli di Dio sostengono i nostri sforzi e l'opera progredisce rapidamente. Dovremo fronteggiare opposizioni di ogni genere, come accadde ai costruttori delle mura di Gerusalemme, ma se vegliamo, preghiamo e lavoriamo come loro, Dio lotterà con noi e ci accorderà preziose vittorie. TT1 293 4 Neemia, come Ezechia, "Si tenne unito all'Eterno, non cessò di seguirlo, e osservò i comandamenti che l'Eterno avea dati a Mosè. E l'Eterno fu con Ezechia, che riusciva in tutte le sue imprese. Si ribellò al re d'Assiria, e non gli fu più soggetto". 2 Re 18:6, 7. TT1 293 5 Furono inviati dei messaggeri varie volte per sollecitare degli incontri, ma egli declinò l'invito. Allora furono pronunciate terribili minacce e alcuni messaggeri sobillarono il popolo che era impegnato nei lavori di ricostruzione. TT1 293 6 Essi cercavano di lusingare il popolo con la promessa di liberarli da ogni restrizione e privilegio se avessero unito i propri interessi ai loro e interrotto i lavori. TT1 293 7 Il popolo, però, aveva ricevuto l'ordine di non discutere con i nemici e non rispondere mai alle provocazioni per non offrire nessun appiglio agli avversari. Seguirono nuove minacce e nuovi scherni: "...Edifichino pure! Se una volpe vi salta su farà crollare il loro muro di pietra!" Samballat "...si adirò, s'indignò fuor di modo, si fe' beffe de' Giudei". Nehemia pregò: "Ascolta, o Dio nostro, come siamo sprezzati! Fa' ricadere sul loro capo il loro vituperio, e abbandonali al saccheggio in un paese di schiavitù!" Neemia 4:3, 1, 4. TT1 293 8 "E io inviai loro dei messi per dire: "Io sto facendo un gran lavoro, e non posso scendere. Perché il lavoro rimarrebb'egli sospeso mentr'io lo lascerei per scendere da voi?" Essi mandarono quattro volte a dirmi la stessa cosa, e io risposi loro nello stesso modo. Allora Samballat mi mandò a dire la stessa cosa la quinta volta per mezzo del suo servo che aveva in mano una lettera aperta". Neemia 6:3-5. TT1 293 9 Incontreremo una feroce opposizione da parte degli avventisti che si oppongono alla legge di Dio; però, come i costruttori delle mura di Gerusalemme, non dobbiamo lasciarci distogliere dalla nostra opera da messaggeri che desiderano trascinarci in critiche, discussioni, controversie, minacce, calunnie o da qualsiasi altra astuzia a cui Satana possa ricorrere. La nostra risposta deve essere: "Abbiamo una grande opera da compiere e non possiamo scendere". Ci capiterà, a volte, di essere perplessi circa il comportamento da adottare per salvaguardare l'onore dell'opera di Dio e per difendere la verità. Fiducia in Dio TT1 294 1 Il comportamento di Nehemia dovrebbe farci riflettere seriamente sul modo in cui dobbiamo agire con i nostri avversari. Dobbiamo presentare ogni cosa a Dio in preghiera, come fece Nehemia, con profonda umiltà. Egli era unito a Dio tramite una fede incrollabile: questo è ciò che dovremmo fare. Il tempo è troppo prezioso perché i figli di Dio lo sprechino a difendersi nei confronti di coloro che odiano il sabato dell'Eterno. Dobbiamo procedere con una fiducia assoluta, certi che Dio farà trionfare la verità. Con umiltà, dolcezza e purezza, affidandoci al Cristo, dobbiamo manifestare la convinzione che conosciamo la verità. TT1 294 2 Noi non comprendiamo fino a che punto sia nostro privilegio aver fiducia in Dio e quali grandi benedizioni ne possano derivare. Abbiamo un'opera immensa da compiere. Dobbiamo essere pronti spiritualmente per il cielo. Le nostre parole e il nostro esempio devono parlare al mondo. Gli angeli ci assistono e possiamo contare su promesse meravigliose a condizione che ubbidiamo agli ordini di Dio. Il Signore è pronto a elargire ricche benedizioni. Se ci rendiamo conto del nostro bisogno e ci rivolgiamo a Dio con sincerità e con fede, noi saremo in stretta comunione con il cielo e diventeremo una luce per il mondo. TT1 294 3 Dobbiamo ricordare spesso l'avvertimento: "Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno a guisa di leon ruggente cercando chi possa divorare". 1 Pietro 5:8. ------------------------Capitolo 82: Biografie bibliche TT1 295 1 Le biografie contenute nella Bibbia sono racconti autentici di persone realmente esistite. Da Adamo in poi, attraverso le successive generazioni fino al tempo degli apostoli, abbiamo un resoconto preciso di quanto accadde e le indicazioni delle esperienze fatte dagli uomini. Molti si stupiscono che la storia ispirata riferisca dei fatti che gettano un'ombra perfino sul carattere di uomini esemplari e, i non credenti, con grande soddisfazione, puntano il dito sui peccati ricordati e se ne servono per mettere in ridicolo chi li commise. Gli scrittori ispirati non ricorsero alla menzogna per impedire che le pagine della storia sacra fossero oscurate dal ricordo della fragilità e delle colpe umane, ma stesero il testo suggerito dallo Spirito Santo. Essi scrivevano la verità e quindi anche fatti non edificanti sono stati rivelati per ragioni che la nostra mente limitata non può comprendere completamente. TT1 295 2 Una delle maggiori prove dell'autenticità delle Scritture è data appunto dal fatto che non è stata nascosta la verità relativa ai peccati di alcuni dei suoi principali personaggi. Molti, forse, diranno che è facile raccontare ciò che è accaduto in una vita ordinaria, ma è dimostrato che è umanamente impossibile fare un resoconto storico imparziale di un contemporaneo ed è molto difficile narrare, senza deviare dalla verità, la storia di una persona o di un popolo con i quali si sono stabiliti dei legami. La mente umana è talmente propensa al pregiudizio che è quasi impossibile trattare il soggetto con assoluta obiettività. O si mettono in evidenza le colpe di una persona o se ne esaltano le virtù, in funzione del fatto che lo scrittore sia a favore o contro il personaggio di cui parla. Per quanto imparziale possa essere lo storico, tutti ammettono che sia molto difficile esserlo totalmente. TT1 295 3 Ma l'ispirazione divina, che si eleva al di sopra delle debolezze dell'umanità, permette di raccontare la verità pura e semplice. Quante biografie sono state scritte su cristiani privi di difetti che, sia nella loro vita domestica sia in quella di chiesa, brillarono come esempi di pura spiritualità. Nessuna nota negativa intaccò la bellezza di quella santità, nessuna colpa è ricordata per rammentarci che erano semplici "vasi d'argilla", soggetti alle comuni tentazioni dell'umanità. Ma se una penna ispirata avesse scritto la loro biografia, come ci sarebbero apparsi diversi! Essa ci avrebbe narrato la loro debolezza umana, le loro lotte contro l'egoismo, il fanatismo e l'orgoglio, forse ci avrebbe narrato i loro peccati nascosti e la costante lotta fra carne e spirito. TT1 295 4 Perfino i diari privati non rivelano nelle loro pagine i peccati dell'autore. Talvolta sono ricordate le lotte interiori contro il male, ma, generalmente, solo quando il bene trionfa. Essi conterranno un fedele resoconto di atti degni di lode, anche quando chi scrive intende raccontare fedelmente la propria vita. È quasi impossibile per un uomo esporre le proprie colpe e svelare i propri errori in un diario considerando che i suoi amici, un giorno, possano venirne a conoscenza. TT1 296 1 Se la Bibbia fosse stata scritta da persone non ispirate avrebbe presentato la realtà in maniera diversa e la sua lettura sarebbe stata scoraggiante per i comuni mortali, soggetti a sbagliare, che devono lottare contro le proprie debolezze e le insidiose tentazioni di un astuto nemico. Invece ci presenta un racconto fedele delle esperienze religiose dei personaggi della storia biblica. Uomini prediletti da Dio, uomini ai quali aveva affidato grandi responsabilità, che a volte sono stati sopraffatti dalla tentazione e hanno peccato, esattamente come noi che oggi lottiamo, tentenniamo e cadiamo nell'errore. Per noi è quindi incoraggiante sapere che, mediante la grazia divina, essi riuscirono ad attingere nuove energie ed elevarsi, vincendo la resistenza delle loro tendenze negative. Ricordando queste esperienze ci sentiremo pronti, a nostra volta, a lottare ancora. L'esperienza d'Israele TT1 296 2 Il continuo mormorare degli israeliti e le loro ribellioni, come anche i grandi miracoli compiuti in loro favore, le punizioni per la loro ingratitudine e per la loro idolatria, sono ricordati per aiutarci a migliorare. L'esempio dell'antico popolo di Dio è un avvertimento per noi affinché possiamo evitare l'incredulità e sottrarci alla sua giusta collera. Se i peccati degli ebrei fossero stati omessi dal testo sacro, e quindi fossero state presentate solo le loro virtù, la loro storia non avrebbe avuto nulla da insegnarci. TT1 296 3 Gli increduli e coloro che amano il peccato scusano le loro trasgressioni citando la debolezza di uomini a cui Dio aveva affidato grandi responsabilità. Essi sostengono che, se quegli uomini di Dio cedettero alla tentazione e peccarono, non ci si deve meravigliare se essi, a loro volta, commettono degli errori e da questo deducono che non sono poi così malvagi perché esistono tanti esempi illustri di uomini che hanno sbagliato. TT1 296 4 Il principio della giustizia esigeva una narrazione fedele dei fatti, per il bene di tutti coloro che avrebbero letto la storia sacra. In questo vediamo la prova della saggezza divina. Siamo invitati a ubbidire alla legge di Dio; non siamo soltanto messi al corrente della realtà della disubbidienza, ma disponiamo anche del racconto dell'esperienza di Adamo ed Eva e delle tristi conseguenze della loro trasgressione degli ordini di Dio. Il racconto è completo ed esplicito. TT1 296 5 La Genesi ci presenta il divieto espresso all'uomo in Eden e anche la pena in caso di trasgressione. Segue, poi, il racconto della tentazione, della caduta e della punizione inflitta ai nostri progenitori. Il loro esempio serve a metterci in guardia nei confronti della disubbidienza, affinché possiamo comprendere che "il salario del peccato è la morte", che la giustizia divina si realizzerà e che l'Eterno chiede dalle sue creature la stretta osservanza dei suoi comandamenti. Quando al Sinai venne proclamata la legge, fu chiaramente annunciato anche il relativo castigo: era chiaro che alla trasgressione sarebbe seguita la morte e gli esempi citati costituiscono una prova sufficientemente evidente! TT1 297 1 Gli autori ispirati, fedeli al loro compito, ci parlano dei peccati commessi da Noè, Lot, Abramo, Mosè, Davide e Salomone; ci ricordano che anche il coraggio di Elia si affievolì in occasione della dura prova a cui fu sottoposto. Sono ricordate anche la disubbidienza di Giona e l'idolatria d'Israele; sono riportati il rinnegamento di Pietro, l'aspro contrasto fra Paolo e Barnaba, le sconfitte e le debolezze dei profeti e degli apostoli. Tutto è rivelato dallo Spirito Santo che solleva quel velo che nasconde l'animo umano. TT1 297 2 Ecco davanti a voi la vita dei credenti con tutte le loro colpe e i loro errori, per rappresentare una lezione per tutte le generazioni successive. Se fossero stati senza difetti, non sarebbero stati umani e con la nostra natura propensa a peccare non avremmo mai potuto sperare di raggiungere questo livello di santità. Invece, constatando come hanno lottato, sono caduti e si sono rialzati, vincendo per la grazia di Dio, ci sentiamo incoraggiati e motivati ad affrontare e a superare quegli ostacoli che incontriamo sul nostro cammino. TT1 297 3 Dio ha sempre punito il peccato. Egli inviò i suoi profeti per avvertire i trasgressori, denunciare i loro peccati e pronunciare una sentenza nei loro confronti. Coloro che si chiedono perché la Parola di Dio sottolinei i peccati del suo popolo, rischiando che gli schernitori li deridano e i giusti li deplorino, dovrebbero considerare che è stata scritta perché servisse loro come esempio, perché potessero evitare i peccati che vi sono ricordati e imitare solo la giustizia di coloro che servirono Dio. TT1 297 4 Queste sono le lezioni che la Bibbia ci offre, perché rivelando il peccato essa presenta anche le relative conseguenze. Il dolore e il pentimento del colpevole, il lamento dell'uomo ferito dal peccato giungono fino a noi dal lontano passato per ricordarci che l'uomo aveva e ha bisogno del perdono di Dio. Questo ci insegna anche che il Signore, mentre punisce il male, ha pietà del peccatore pentito e lo perdona. TT1 297 5 Nella sua provvidenza ha ritenuto opportuno istruire e avvertire il suo popolo in vari modi. Egli ha manifestato la sua volontà con ordini diretti, con gli scritti sacri e tramite lo Spirito di profezia. La mia opera, quindi, è stata quella di parlare con molta chiarezza delle colpe e degli errori del popolo di Dio. Se sono stati sottolineati i peccati di alcuni, questo non dimostra che essi siano, agli occhi di Dio, peggiori di molti i cui errori non sono noti. Mi è stato rivelato che non devo agire di mia iniziativa, ma ubbidire umilmente alla volontà di Dio. Gli errori di molti di coloro che si professano cristiani sono ricordati come esempio per chi potrebbe avere le loro stesse tentazioni. L'esperienza di alcuni è simile alla luce di un faro che avverte altri, sottraendoli al pericolo degli scogli. TT1 297 6 Ecco perché sono rivelate le insidie e le astuzie di Satana, l'importanza di perfezionare il carattere cristiano e il modo in cui possono essere conseguiti questi risultati. Dio indica anche come assicurarsi le sue benedizioni. TT1 297 7 Molti hanno la tendenza a lasciare che prevalgano i sentimenti di ribellione quando vengono rimproverati i loro peccati personali. La nostra generazione chiede ai profeti: "...Diteci delle cose piacevoli..." Isaia 30:10. Invece lo Spirito di profezia dice solo la verità. TT1 297 8 Il male dilaga e l'amore di molti di coloro che si professano cristiani si affievolisce perché non distinguono il male che regna in loro, non si rendono conto della loro debolezza e della loro incapacità. Dio, però, nella sua misericordia solleva il velo e rivela le colpe nascoste e i moventi di ogni azione. TT1 298 1 I peccati delle chiese più popolari sono coperti da un'apparenza di religiosità. Molti membri si abbandonano ai peggiori peccati e sono vittime del male. Babilonia è caduta ed è diventata "ricetto di ogni uccello immondo": i peccati più ripugnanti sono coperti da un'apparenza di cristianesimo. Molti proclamano che la legge di Dio sia stata abolita e quindi ognuno vive secondo le proprie convinzioni. Se non c'è legge non c'è trasgressione e quindi non c'è peccato, perché il peccato rappresenta la trasgressione della legge. TT1 298 2 La mente carnale è nemica di Dio e si ribella alla sua volontà. Lasciate che si sottragga all'ubbidienza e scivolerà nell'illegalità e nel male. La malvagità regna proprio fra coloro che parlano così tanto di pura e perfetta libertà religiosa; il loro comportamento dispiace al Signore perché in realtà sono collaboratori attivi del nemico degli uomini. La luce della verità che è stata rivelata si allontana da loro e la bellezza della santità non è altro che un'ombra. TT1 298 3 È sorprendente notare su quali basi instabili molti fondino la loro speranza della vita eterna! Essi deridono la legge dell'Eterno quasi volessero sfidarlo e annullare la sua parola. Satana stesso, con tutta la sua conoscenza della legge divina, non avrebbe il coraggio di pronunciare i discorsi che vengono fatti dall'alto dei pulpiti da alcuni pastori che odiano questa legge, ma esulta per le loro bestemmie. TT1 298 4 Mi è stato mostrato che cos'è l'uomo senza la conoscenza della volontà di Dio. La sua vita è caratterizzata da crimini e crudeltà, ma quando lo Spirito di Dio gli rivela il vero significato della legge, nel suo cuore si verifica un grande cambiamento! Come Beltsasar, egli legge ciò che ha scritto la mano dell'Altissimo e dentro di lui nasce la convinzione, perché la potenza della Parola di Dio lo scuote dal suo letargo ed egli chiede misericordia nel nome di Gesù. Dio è sempre disposto ad ascoltare quell'umile preghiera e non si allontana mai da colui che si pente senza averlo prima consolato. TT1 298 5 Il Signore ha ritenuto opportuno mostrarmi in visione le esigenze e gli errori del suo popolo. Anche se per me è stato molto penoso, ho comunque presentato ai colpevoli i loro peccati e, secondo le indicazioni dello Spirito di Dio, ho indicato loro il rimedio. In molti casi tutto questo ha suscitato recriminazioni e risentimenti nei miei confronti, proprio da parte di coloro per cui mi ero impegnata e avevo sofferto. Comunque non mi sono sottratta al compito assegnatomi da Dio e ho ricevuto anche la forza di continuare per poter portare a termine il mio incarico. Lo Spirito del Signore ha pronunciato avvertimenti e giudizi, senza però dimenticare la dolce promessa della misericordia. TT1 298 6 Se il popolo di Dio si rendesse conto dell'atteggiamento del Padre celeste nei suoi confronti e ne accettasse gli insegnamenti, riconoscerebbe chiaramente la via da seguire e vedrebbe quella luce che lo guida sostenendolo nei momenti della tentazione e dello scoraggiamento. Davide imparò la saggezza grazie al modo con il quale Dio agì con lui e si umiliò accettando la punizione inflittagli. Il ritratto fedele del suo vero stato, tracciato dal profeta Natan, rese Davide consapevole dei peccati commessi e lo aiutò ad abbandonarli. Davide accettò il consiglio e si umiliò davanti a Dio. "La legge dell'Eterno è perfetta, ella ristora l'anima..." Salmi 19:7. Non scoraggiarsi TT1 299 1 I peccatori che si pentono non devono scoraggiarsi se vengono loro ricordate le trasgressioni commesse e sono avvertiti del pericolo a cui vanno incontro. Questi interventi indicano quanto Dio li ami e quanto desideri salvarli. Essi devono attenersi ai suoi consigli e fare la sua volontà per ereditare la vita eterna. Dio indica loro i peccati commessi perché possano rendersene conto e vederne tutta la gravita alla luce della verità divina. è quindi loro dovere rinunciarvi per sempre. TT1 299 2 Dio anche oggi può liberarci dal peccato così come lo fece al tempo dei patriarchi, di Davide, dei profeti e degli apostoli. I tanti esempi ricordati nella storia sacra, in cui Dio ha liberato i suoi figli dal male, dovrebbero infondere nei cristiani di oggi il vivo desiderio di ascoltare i consigli divini e perfezionare il carattere in vista del giudizio. TT1 299 3 La storia biblica rafforza il cuore vacillante con la speranza della misericordia di Dio. Non dobbiamo disperarci vedendo che altri hanno lottato come noi contro lo scoraggiamento; sono caduti vittime della tentazione, ma sono riusciti a risollevarsi e hanno ricevuto la benedizione di Dio. Le parole ispirate consolano e confortano l'uomo che commette degli errori. Sebbene i patriarchi e gli apostoli fossero soggetti alle debolezze umane, per fede ottennero una buona testimonianza, combatterono le loro battaglie con la forza del Signore e trionfarono. Anche noi, quindi, possiamo confidare nel sacrificio del Cristo e trionfare nel suo nome. L'uomo è sempre lo stesso, in tutto il mondo e in tutti i tempi, da Adamo fino a noi e l'amore di Dio è, e sarà in ogni tempo, senza confronto. ------------------------Capitolo 83: Responsabilità dei membri di chiesa TT1 300 1 Cari fratelli, come le varie parti dell'organismo umano si uniscono per formare l'intero corpo e ognuna di esse svolge la propria funzione, ubbidendo all'intelligenza che guida tutto l'essere, così i membri della chiesa del Cristo devono essere uniti in un tutto armonioso, sottoposto all'intelligenza santificata dell'intero gruppo. TT1 300 2 I progressi della chiesa sono ritardati dal comportamento sbagliato dei suoi membri. Far parte della chiesa è importante e necessario, ma questo atto non rende un uomo cristiano, né gli assicura la salvezza. Non acquistiamo il diritto di accedere al cielo soltanto perché il nostro nome figura sul registro di una chiesa, mentre in realtà siamo lontani dal Cristo. Sulla terra dobbiamo essere i suoi fedeli rappresentanti e lavorare in sintonia con lui. "Diletti, ora siam figliuoli di Dio..." 1 Giovanni 3:2. Dobbiamo tener presente costantemente questa nostra relazione e non fare nulla che possa disonorare il piano di Dio. TT1 300 3 La nostra professione di fede è nobile. In qualità di Avventisti del 7° Giorno affermiamo di osservare i comandamenti di Dio e di attendere il ritorno del nostro Redentore. A questo piccolo gruppo fedele è stato affidato un solenne messaggio di avvertimento e quindi dobbiamo dimostrare, tramite le nostre parole e le nostre opere, che siamo consapevoli di questa grande responsabilità. La nostra luce deve risplendere con una chiarezza tale che altri possano vedere che glorifichiamo il Padre nella nostra vita quotidiana, che siamo in comunione con il cielo e coeredi con il Cristo, affinché quando apparirà, con potenza e gloria, possiamo essere simili a lui. TT1 300 4 Dovremmo renderci conto della nostra responsabilità personale come membri della chiesa e collaboratori nell'opera del Signore e non aspettarci che i nostri fratelli, fragili come noi, ci aiutino. Il nostro amato Salvatore ci ha invitati a unirci a lui: a unire la nostra debolezza alla sua forza, la nostra ignoranza alla sua sapienza, la nostra indegnità ai suoi meriti. Nessuno può rimanere neutrale: il nostro influsso sarà o a favore o contro il Cristo. Noi siamo agenti attivi del Salvatore o del nemico. O raccogliamo con il Cristo o disperdiamo. La vera conversione implica un radicale cambiamento: la direzione della mente e l'inclinazione del cuore devono essere cambiate e la vita rinnovata in Cristo. Dio dirige il suo popolo TT1 300 5 Dio sceglie un popolo e desidera che resti unito sulla base della verità eterna. Il Cristo ha dato se stesso per "...purificarsi un popolo suo proprio, zelante nelle opere buone". Tito 2:14. Quest'opera di purificazione ha come obiettivo di eliminare dalla chiesa ogni ingiustizia, ogni manifestazione di discordia e di contesa, affinchè i membri edifichino invece di distruggere e concentrino ogni energia per compiere la grande opera che è stata loro affidata. Dio vuole che il suo popolo raggiunga l'unità della fede: lo afferma la preghiera che il Cristo pronunciò poco prima della crocifissione. Egli pregò perché i discepoli fossero uniti fra loro come egli era unito al Padre, affinchè il mondo potesse credere che il Padre lo aveva mandato. Questa preghiera meravigliosa e toccante è rimasta viva nel corso dei secoli ed è giunta fino a noi: "Io non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola". Giovanni 17:20. TT1 301 1 Con quanto fervore i discepoli del Cristo devono cercare di rispondere, con l'esempio della loro vita, a questa preghiera! Molti non si rendono conto del carattere sacro delle relazioni nella chiesa e sono poco disposti a sottomettersi alla sua disciplina. Il loro comportamento rivela chiaramente che essi mettono il loro criterio di giudizio al di sopra di quello della chiesa e non esercitano l'autocontrollo per non suscitare uno spirito di ribellione! Coloro che occupano posizioni di responsabilità nella chiesa possono avere difetti, come altre persone, e prendere decisioni sbagliate; nonostante questo la chiesa del Cristo sulla terra ha conferito loro un'autorità che non può essere considerata con leggerezza. Il Cristo, dopo la risurrezione, ha attribuito potere alla chiesa dicendo: "A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti". Giovanni 20:23. TT1 301 2 I legami che ci uniscono alla comunità non devono essere spezzati con leggerezza; eppure, alcuni che si definiscono cristiani minacciano di abbandonare la chiesa quando non è d'accordo con il loro punto di vista o, secondo loro, non viene tenuto in considerazione. In realtà, lasciando la chiesa, sarebbero proprio loro a soffrirne maggiormente perché si sottraggono al suo influsso e si espongono a tutte le tentazioni della società che li circonda. Il nostro attaccamento alla chiesa TT1 301 3 Ogni credente deve sentirsi profondamente unito alla chiesa e la sua prosperità dovrebbe rappresentare la sua preoccupazione principale. Se questo non si realizza, la chiesa può fare a meno di lui. Tutti possono collaborare nell'opera di Dio. Molti cristiani spendono grandi somme di denaro per lussi inutili e considerano un aggravio contribuire con i propri mezzi a sostenere i bisogni della chiesa. Desiderano goderne i vantaggi e i privilegi, ma preferiscono che siano gli altri a sopportarne il costo. TT1 301 4 Chi desidera veramente il progresso dell'opera di Dio non esiterà a contribuire personalmente ogni volta che sia necessario. Devono anche comprendere che hanno la solenne responsabilità di testimoniare, tramite la loro vita, degli insegnamenti del Cristo ed essere quindi in pace gli uni con gli altri agendo in armonia con i fratelli. Devono anteporre il giudizio della chiesa alla propria opinione. Molti vivono solo in funzione di se stessi, si lusingano di essere irreprensibili mentre, in realtà, non fanno nulla per il Signore e vivono in contraddizione con la sua Parola. L'adempimento dei riti non potrà mai sopperire alle grandi esigenze dello spirito. Confessare il Cristo a parole non è sufficiente per renderci idonei ad affrontare il giudizio. È necessaria una profonda fiducia in Dio, la semplice convinzione nelle sue promesse e una consacrazione totale alla sua volontà. TT1 302 1 Dio ha sempre messo alla prova il suo popolo facendolo passare attraverso le difficoltà per provare la sua fedeltà e la sua fermezza e purificarlo dal male. Dopo che, insieme al figlio, aveva superato la prova più dura che potesse essere loro imposta, Dio, parlando ad Abramo tramite il suo angelo, disse: "...ora so che tu temi Iddio, giacché non m'hai rifiutato il tuo figliuolo, l'unico tuo". Genesi 22:12. Questo grande atto di fede mise in luce il carattere del patriarca e manifestò la sua perfetta fiducia in Dio al quale non aveva rifiutato nulla, neppure il figlio della promessa. TT1 302 2 Non c'è nulla di troppo prezioso per non darlo a Gesù. Se gli restituiamo ciò che ha affidato alla nostra amministrazione, egli ci accorderà altre possibilità. Ogni volta che ci impegniamo in favore di Gesù saremo ricompensati e ogni dovere assolto nel suo nome contribuirà alla nostra felicità. Dio abbandonò il suo Figlio diletto alle agonie della crocifissione affinché tutti coloro che credono in lui possano essere uniti nel suo nome. Se il Cristo ha compiuto quel grande sacrificio per salvare gli uomini e perché fossero uniti fra loro, così come era unito al Padre, quale sacrificio potrebbe essere troppo grande per i suoi discepoli, nell'intento di preservare questa unità? La testimonianza di una chiesa unita TT1 302 3 Se il mondo vede che nella chiesa di Dio regna una perfetta armonia, ciò rappresenterà una potente testimonianza in favore della religione cristiana. Le discordie, le divergenze, le piccole lotte interne disonorano il nostro Redentore; esse possono essere evitate se ci si sottomette a Dio e si ubbidisce alla voce della chiesa. La mancanza di fede, a volte, suggerisce che l'indipendenza individuale possa accrescere la nostra importanza o sia un segno di debolezza rinunciare a ciò che è giusto e conveniente, alle proprie idee, per subordinarle a quelle della comunità. Cedere a tali sentimenti e opinioni è un rischio e provoca nella chiesa anarchia e confusione. Il Cristo sapeva che nell'opera di Dio sono necessari l'unità dei credenti e lo spirito di concordia e per questo motivo li raccomandò ai discepoli. Del resto, la storia del cristianesimo dimostra, in sostanza, che l'unione fa la forza. Ognuno si sottometta quindi all'autorità della chiesa. TT1 302 4 Gli apostoli si rendevano conto dell'importanza di essere uniti e si impegnavano con tutte le forze per raggiungere questo obiettivo. Paolo esortava i fratelli con queste parole: "Ora, fratelli, io v'esorto, per il nome del nostro Signor Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare, e a non aver divisioni fra voi, ma a stare perfettamente uniti in una medesima mente e in un medesimo sentire". 1 Corinzi 1:10. TT1 302 5 Ai fratelli di Filippi lo stesso apostolo scrive: "Se dunque v'è qualche consolazione in Cristo, se v'è qualche conforto d'amore, se v'è qualche comunione di Spirito, se v'è qualche tenerezza d'affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo d'un animo, di un unico sentire; non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascun di voi, con umiltà, stimando altrui da più di se stesso, avendo ciascun di voi riguardo non alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù". Filippesi 2:1-5. TT1 303 1 Ai romani l'apostolo raccomandava: "Or l'Iddio della pazienza e della consolazione vi dia d'aver fra voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, affinchè d'un solo animo e d'una stessa bocca glorifichiate Iddio, il Padre del nostro Signor Gesù Cristo. Perciò accoglietevi gli uni gli altri, siccome anche Cristo ha accolto noi per la gloria di Dio". Romani 15:5-7. "E siccome abbiamo dei doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo secondo la proporzione della nostra fede". Romani 12:6. TT1 303 2 Pietro, a sua volta, così esortava le chiese: "Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni d'amor fraterno, pietosi, umili; non rendendo male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati onde ereditiate la benedizione". 1 Pietro 3:8, 9. TT1 303 3 Paolo, infine, nella sua lettera ai Corinzi afferma: "Del resto, fratelli, rallegratevi, procacciate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e l'Iddio dell'amore e della pace sarà con voi". 2 Corinzi 13:11. TT1 303 4 Per quanto è possibile dovreste vivere in armonia con i vostri fratelli. Dovreste affidarvi a Dio e non manifestare più quella severità e quella propensione a sottolineare gli errori degli altri. Non lasciatevi trasportare dai vostri sentimenti, ma impegnatevi a imitare il vostro Salvatore. Afferrate la sua mano affinché, tramite questo legame, egli infonda in voi le qualità del suo carattere. Apritevi all'influsso del suo amore, lasciate che la sua potenza vi trasformi e la sua grazia sia la vostra forza. Allora potrete esercitare un profondo influsso positivo e la vostra forza morale sarà invincibile. Sarete puri e santificati. La vostra luce risplenderà come l'aurora. -- Testimonies for the Church 4:63 (1876). TT1 303 5 La religione del Cristo non esige che rinunciamo alla nostra identità, ma semplicemente che ci adattiamo in qualche modo ai sentimenti e ai metodi dei nostri fratelli. Può capitare che la fede unisca delle persone le cui opinioni, abitudini e gusti, relativi a questioni materiali, non siano in armonia fra loro; però, se essi hanno nel cuore un ardente amore per Gesù e guardano insieme verso il cielo nella speranza della vita eterna, raggiungeranno una perfetta comunione e costituiranno una meravigliosa unità. Difficilmente esistono due persone che abbiano fatto la stessa esperienza; le difficoltà dell'uno possono non essere quelle dell'altro, ma dovremmo sempre manifestare simpatia e provare lo stesso amore che Gesù dimostrava per tutti gli esseri umani. -- Testimonies for the Church 4:65, 66 (1876). ------------------------Capitolo 84: Andare avanti TT1 304 1 La storia d'Israele è stata scritta perché servisse come esempio a tutti i cristiani. Quando gli israeliti erano circondati da pericoli e contrarietà, quando il cammino appariva pieno di ostacoli, la loro fede vacillava ed essi si lamentavano del capo che Dio aveva dato loro: lo accusavano di averli trascinati in situazioni difficili, mentre in realtà aveva semplicemente ubbidito alla voce di Dio. TT1 304 2 L'ordine divino era: "Andate avanti!" L'Eterno non voleva che essi aspettassero che la via fosse libera e comprendessero i dettagli del piano che Dio aveva concepito per liberare il suo popolo. L'opera di Dio deve svilupparsi costantemente e l'Eterno provvederà a facilitare il cammino del suo popolo. Esitare e mormorare significa manifestare mancanza di fiducia nel Santo d'Israele. Dio, nella sua provvidenza, condusse gli ebrei fra le gole delle montagne, in direzione del mar Rosso, per liberarlo per sempre dai loro nemici. Egli avrebbe potuto benissimo salvarli anche in modo diverso, ma scelse quel metodo per mettere alla prova la loro fede e per rafforzare la loro fiducia in lui. TT1 304 3 Non possiamo accusare Mosè perché il popolo contestava il suo comportamento. Si trattava di uomini ribelli, portati a lamentarsi e a criticare l'uomo che Dio aveva scelto come condottiero degli israeliti. Mentre Mosè viveva rispettando la volontà di Dio e seguendo le sue direttive, fiducioso nelle sue promesse, coloro che avrebbero dovuto sostenerlo si scoraggiavano e vedevano il loro futuro caratterizzato soltanto da disastri, sconfitte e morte. TT1 304 4 Il Signore, oggi, si occupa del suo popolo che crede nel messaggio della verità per il nostro tempo. Egli desidera ottenere grandi risultati. E mentre agisce con questo obiettivo esorta i suoi figli dicendo: "Andate avanti!" Forse il sentiero non è ancora delineato chiaramente, ma quando i credenti procedono guidati dalla fede, Dio provvederà a renderlo visibile. Vi saranno alcuni che si lamenteranno, come Israele, e che attribuiranno la responsabilità della loro situazione a coloro che Dio ha scelto perché guidino la sua opera; essi non si renderanno conto che l'Eterno li mette alla prova, ponendoli in situazioni critiche e apparentemente senza uscita da cui potranno essere liberati soltanto grazie al suo intervento. Vi sono momenti in cui la vita cristiana appare piena di pericoli e in cui sembra difficile compiere il proprio dovere. Con l'immaginazione vediamo davanti a noi una catastrofe imminente e alle spalle la schiavitù o la morte. Ma la voce di Dio si fa sentire chiaramente e rinnova l'invito: "Andate avanti!" Dobbiamo ubbidire a questo invito senza preoccuparci delle conseguenze, anche se i nostri occhi non riescono a vedere nelle tenebre che ci circondano, anche se sentiamo le onde gelide infrangersi ai nostri piedi. Andare avanti per fede TT1 305 1 Gli ebrei erano stanchi e impauriti; se, quando Mosè ordinò di andare avanti, avessero rifiutato di continuare ad avanzare verso il mar Rosso, indietreggiando, Dio non avrebbe mai aperto un varco davanti a loro. Continuando, invece, ad avvicinarsi all'acqua, dimostrarono di credere alla Parola di Dio che si era espresso tramite Mosè. Fecero tutto il possibile e l'Onnipotente intervenne aprendo un varco nelle acque e creando, in questo modo, un vero e proprio passaggio. TT1 305 2 Le nubi che si addensano sul nostro sentiero non si dissiperanno mai se esiteremo o dubiteremo. L'incredulità ci fa dire: "Non riusciremo mai a superare questi ostacoli; aspettiamo che scompaiano e allora vedremo con chiarezza qual è la via da seguire". La fede, invece, ci induce ad avanzare coraggiosamente, infonde speranza e fa credere nelle promesse di Dio. L'ubbidienza a Dio è garanzia di vittoria. è solo tramite la fede che possiamo raggiungere il cielo. TT1 305 3 Si possono fare molti parallelismi fra la nostra storia e quella dei figli d'Israele. Dio guidò il suo popolo fuori dal paese d'Egitto e lo accompagnò nel deserto dove era possibile osservare la sua legge e ubbidire alla sua voce. Gli egiziani, che non avevano nessun rispetto per il Signore, si accamparono nelle vicinanze; ma ciò che per gli israeliti rappresentava una grande luce che rischiarava tutto il campo e indicava loro la via, per l'esercito del Faraone era una nuvola che rendeva ancora più fitte le tenebre della notte. TT1 305 4 Anche oggi c'è un popolo a cui Dio ha affidato la sua legge. Per coloro che ubbidiscono, i comandamenti di Dio sono una colonna di fuoco che illumina la via che conduce alla salvezza; mentre per coloro che non ubbidiscono, essi sono come l'oscurità della notte. "Il timor dell'Eterno è il principio della sapienza..." Salmi 111:10. La conoscenza della Parola di Dio è superiore a qualsiasi altra conoscenza. Osservando i comandamenti dell'Altissimo ci si assicura una grande ricompensa e quindi nessuna attrattiva terrena deve indurre il cristiano a trascurare, anche per un solo istante, il suo impegno nei confronti di Dio. Ricchezze, onori e sfarzo sono come i rifiuti che saranno distrutti dal fuoco della collera di Dio. TT1 305 5 Molte volte la voce del Signore che ordina ai fedeli di andare avanti, mette alla prova la loro fede fino all'estremo limite. Se aspettano di ubbidire quando non sussisterà più nessun pericolo, finiranno per non muoversi affatto. Coloro che credono sia impossibile sottomettersi alla volontà di Dio e aver fiducia nelle sue promesse fino a quando non sarà stato tutto chiarito, non ubbidiranno mai. La fede non è certezza di conoscenze, ma "...certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono". Ebrei 11:1. Ubbidire ai comandamenti di Dio è l'unica via per godere del suo favore. "Andare avanti": questa dovrebbe essere la parola d'ordine del cristiano. ------------------------Capitolo 85: Collaboratori del Cristo TT1 306 1 Fu un periodo davvero importante per... sia durante sia dopo il camp meeting del 1874. Se ci fosse stato un luogo di culto comodo e accogliente, il numero di coloro che si sarebbero schierati dalla parte della verità sarebbe stato più che raddoppiato. Dio opera grazie a noi, ma con la nostra negligenza e il nostro egoismo possiamo rappresentare un ostacolo per i peccatori. Avremmo dovuto occuparci attivamente della salvezza di coloro che erano ancora nell'errore, nonostante fossero interessati alla verità che proclamiamo. Al servizio del Cristo è necessario un piano d'azione equilibrato, esattamente come accade per i reparti di un esercito che difendono la vita e la libertà di un popolo. Non tutti possono lavorare con saggezza in vista della salvezza degli uomini. Occorre un'attenta riflessione perché non è possibile lavorare per il Signore con successo lasciando tutto al caso. Il Signore ha bisogno di uomini che riflettano, ha bisogno di collaboratori efficaci e non pasticcioni; Dio vuole uomini equilibrati, intelligenti, uomini che sappiano svolgere la grande opera per la salvezza dell'umanità. TT1 306 2 Tecnici, avvocati, uomini d'affari, o con qualsiasi altra professione, cercano continuamente di migliorare il proprio rendimento e diventare dei veri maestri nel loro campo di attività. I discepoli del Cristo dovrebbero forse essere meno intelligenti e impegnarsi al suo servizio ignorando tutte le vie da seguire e i mezzi da utilizzare? Raggiungere la vita eterna è l'obiettivo più importante per l'uomo. Per avvicinare degli uomini al Cristo è necessario conoscere la natura umana e le caratteristiche della sua mente. Per sapere interessare uomini e donne ai grandi temi della verità sono indispensabili un'attenta riflessione e preghiere ferventi. TT1 306 3 Alcuni uomini onesti ma impulsivi e precipitosi, dopo aver udito un sermone che li ha colpiti, forse avvicineranno coloro che non fanno ancora parte della nostra comunità, ma lo faranno in modo brusco, rendendo il messaggio della verità poco interessante. "...I figliuoli di questo secolo, nelle relazioni con que' della loro generazione, sono più accorti dei figliuoli della luce". Luca 16:8. Gli uomini d'affari e i politici si sforzano di essere cortesi, cercando di entrare in contatto con gli altri nel modo migliore possibile e cercano, tramite il linguaggio e il loro comportamento di esercitare il massimo ascendente sulla mente di coloro con cui hanno una relazione diretta. Con grande abilità sanno sfruttare ogni conoscenza e ogni capacità nell'intento di raggiungere lo scopo che si sono prefissi. TT1 306 4 Alcuni, che si dichiarano discepoli del Cristo, ostruiscono la via che conduce alla croce con un ammasso di detriti. Nonostante ciò, vi sono uomini così profondamente convinti che sapranno andare ugualmente avanti, vincendo ogni scoraggiamento, superando ogni ostacolo, pur di giungere alla verità. Se quanti credono nel messaggio della verità per il nostro tempo avessero purificato la propria mente ubbidendovi, e si fossero resi conto dell'importanza della conoscenza e del tatto nell'opera del Cristo, vi sarebbero venti vite salvate là dove ora ce n'è una sola. Incoraggiare i nuovi convertiti TT1 307 1 Gli uomini, una volta convertiti, hanno ancora bisogno di essere seguiti. Lo zelo di molti pastori sembra esaurirsi non appena i loro sforzi sono stati coronati da un certo successo: sembrano non rendersi conto che i nuovi convertiti hanno bisogno di essere nutriti, aiutati, incoraggiati, sorretti; non devono essere abbandonati a se stessi, in preda alle tentazioni di Satana, ma vanno istruiti a proposito dei loro nuovi doveri, vanno trattati con gentilezza, guidati, visitati; è importante che si preghi con loro. Essi hanno bisogno di un nutrimento adeguato, al momento opportuno. Non c'è da stupirsi se alcuni si scoraggiano e sono vittime di "lupi rapaci". Satana è sulle loro tracce e manda i suoi agenti per ricondurre coloro che gli sono sfuggiti. Ci dovrebbero essere più padri e madri spirituali per occuparsi di questi neonati della verità, per incoraggiarli, per pregare per loro affinché la loro fede non si affievolisca. TT1 307 2 La predicazione è solo una piccola parte dell'opera da svolgere per la salvezza degli uomini. Lo Spirito di Dio convince i peccatori della verità e li unisce alla chiesa. I pastori possono fare la loro parte, ma essi non potranno mai compiere l'opera che deve essere realizzata dalla chiesa. Dio vuole che la sua chiesa nutra coloro che sono ancora giovani nella fede e nell'esperienza, si occupi di loro, non per conversare del più e del meno, ma per pregare e per dir loro delle parole che siano "pomi d'oro in panieri d'argento". TT1 307 3 Tutti abbiamo bisogno di studiare il carattere e il comportamento dei nostri simili per sapere come rivolgerci in modo corretto nei confronti delle persone e fare appello alle nostre migliori qualità per aiutarle a comprendere la Parola di Dio e il significato della vita cristiana. Dobbiamo leggere la Bibbia con loro per riuscire, in questo modo, a distaccarle dalle realtà terrene e a rivolgere la loro attenzione a quelle eterne. è un dovere dei figli di Dio essere suoi missionari ed entrare in contatto con coloro che sono in difficoltà. Se qualcuno è assalito dalla tentazione, il suo caso dovrà essere preso in esame seriamente e considerato con saggezza perché sono in gioco interessi eterni; le parole e gli atti di coloro che si impegnano in suo favore possono essere "un odore di vita a vita o un odore di morte a morte". TT1 307 4 Talvolta si presenta un caso che dovrebbe essere oggetto di attento studio e preghiere perseveranti. La persona deve essere aiutata a rendersi conto del suo vero stato, a comprendere quali siano le sue tendenze e a riconoscere i suoi errori; se il caso viene trattato adeguatamente, se si riesce a toccare il suo cuore grazie alla saggezza e alla pazienza, allora si riuscirà ad avvicinarla al Cristo con saldi legami che la porteranno a confidarsi in Dio. Quando quest'opera viene svolta, gli angeli di Dio osservano e gioiscono perché un'anima preziosa è stata strappata dai lacci di Satana e salvata da morte sicura. Non vale quindi la pena impegnarsi con intelligenza per la salvezza degli uomini? Il Cristo ha sacrificato la sua vita per loro; i suoi discepoli possono permettersi di dire: "Sono io il guardiano di mio fratello?" Non vogliamo lavorare in accordo con il Maestro? Non vogliamo apprezzare il valore degli uomini per i quali è morto il nostro Salvatore? L'opera in favore dei bambini TT1 308 1 Ci siamo impegnati molto per suscitare l'interesse dei bambini nei confronti del messaggio della verità, ma non abbastanza. Le nostre Scuole del Sabato dovrebbero essere più interessanti, considerando che le scuole pubbliche hanno migliorato molto, in questi ultimi anni, i loro metodi di insegnamento. Illustrazioni, pannelli, lavagne vengono utilizzati per rendere chiare alle menti dei piccoli le lezioni più complesse. Anche noi dovremmo presentare la verità in modo semplice e renderla viva e interessante alla mente sempre attiva dei ragazzi. TT1 308 2 I genitori che non possono essere avvicinati direttamente sono spesso raggiunti grazie ai figli. Gli animatori della Scuola del Sabato possono trasmettere ai bambini la verità: essi, a loro volta, la presenteranno a casa. Purtroppo sono pochi gli animatori che sembrano comprendere l'importanza di questo settore dell'opera. I metodi d'insegnamento adottati con tanto successo nelle scuole pubbliche potrebbero essere utilizzati con gli stessi risultati anche nelle Scuole del Sabato ed essere un mezzo per avvicinare i bambini a Gesù ed educarli nella verità biblica. Questo sarà più efficace dell'esaltazione religiosa di un carattere emotivo, in quanto l'esaltazione passa rapidamente e svanisce. TT1 308 3 L'amore del Cristo deve essere coltivato insieme alla fede che è così importante per l'opera che deve essere compiuta prima che Gesù ritorni. Occorrono maggiore altruismo e spirito di sacrificio. Si dovrà studiare con spirito di preghiera il modo migliore per conseguire i risultati migliori. Devono essere elaborati piani accurati. Fra noi vi sono menti capaci di idearli e attuarli, se saranno chiamate in causa. Sforzi intelligenti e ben diretti saranno seguiti da grandi risultati. Riunioni di preghiera interessanti TT1 308 4 Le riunioni di preghiera devono essere gli incontri più interessanti della chiesa, spesso però sono gestite in modo mediocre. Molti partecipano al culto del sabato, ma trascurano le riunioni di preghiera. È necessario riflettere su questo problema. Bisogna chiedere sapienza a Dio e organizzare questi incontri in modo da renderli piacevoli e interessanti. La gente ha bisogno del pane della vita; se può trovarlo in una riunione di preghiera, vi parteciperà e lo riceverà. TT1 308 5 Discorsi e preghiere lunghi e noiosi non sono mai opportuni, ma non lo sono particolarmente nelle riunioni di testimonianza. Chi si mette in evidenza, ed è sempre pronto a parlare, impedisce a chi è un po' timido e riservato di esprimersi. Generalmente sono le persone più superficiali che hanno più cose da dire. Le loro preghiere sono lunghe e meccaniche, stancano gli angeli e le persone che le ascoltano. Le nostre preghiere devono essere brevi e mirare allo scopo. Le lunghe e faticose ripetizioni siano lasciate per le preghiere personali. Lasciamo che lo Spirito di Dio riempia i nostri cuori: egli eliminerà ogni arido formalismo. L'influsso della buona musica TT1 309 1 La musica può esercitare un grande influsso positivo, però noi non sfruttiamo sufficientemente questo elemento del servizio religioso. Il canto, generalmente, è improvvisato o legato a circostanze speciali. Talvolta si permette che coloro che cantano lo facciano in modo così approssimativo che la musica perde il proprio effetto benefico sulla mente dei presenti. La musica deve possedere bellezza, sentimento e potenza. Le voci si innalzino in canti di lode e di devozione. Nella misura del possibile servitevi di strumenti musicali affinché la gloriosa armonia salga a Dio come offerta accettevole. TT1 309 2 Molto spesso è più difficile disciplinare i cantori per sensibilizzarli all'armonia del canto che migliorare le abitudini di coloro che pregano o esortano. Molti vogliono seguire il loro "stile" e non tollerano né consigli né interferenze. Ecco perché in questo campo sono necessari dei programmi precisi: il buon senso è molto importante nel culto offerto al Signore. Le facoltà del pensiero devono essere consacrate al Cristo e si dovranno trovare i mezzi adeguati in vista di un servizio sempre migliore. La chiesa di Dio, che cerca di fare del bene agli altri vivendo il messaggio della verità e cercando di salvare gli uomini, può essere una vera potenza nel mondo se disciplinata dallo Spirito del Signore. Essa non deve credere di poter agire con trascuratezza in vista dell'eternità. Simpatia e socievolezza TT1 309 3 Come popolo perdiamo molto per mancanza di simpatia e socievolezza. Chi parla di indipendenza e si chiude in se stesso non adempie il compito che Dio gli ha affidato. In quanto figli di Dio, dipendiamo gli uni dagli altri per la nostra felicità. Su noi gravano le esigenze di Dio e dell'umanità quindi, in questa vita, ciascuno di noi deve fare la propria parte. Esprimendo gli elementi innati della nostra natura proviamo simpatia per i nostri fratelli e gioia per gli sforzi fatti in vista del bene del prossimo. La felicità del cielo consiste nella pura comunione di esseri santi, nell'armoniosa vita con gli angeli e con i redenti che hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello. Noi non possiamo essere felici se ci limitiamo a pensare a noi stessi e ai nostri interessi personali. Dobbiamo vivere in questo mondo per avvicinare gli uomini al Salvatore. Facendo torto agli altri lo facciamo a noi stessi e se facciamo del bene agli altri lo facciamo a noi stessi: l'influsso di ogni opera, buona o cattiva che sia, si riflette sui nostri cuori. TT1 309 4 Anche se non sempre si ha il vantaggio di entrare in contatto con cristiani socievoli, amabili e gentili, abbiamo comunque il dovere di aiutarci a vicenda. Non tutti hanno ricevuto un'educazione adeguata e così appaiono rudi, contorti, da ogni punto di vista. Quando ci impegniamo per aiutarli a riconoscere i loro difetti, dobbiamo fare attenzione a non spazientirci e a non irritarci a causa delle loro debolezze. TT1 310 1 Alcuni, pur professandosi cristiani, non hanno un carattere gradevole, ma la bellezza della grazia cristiana può trasformarli, a patto che vogliano impegnarsi con diligenza per conseguire la mansuetudine e la cortesia di colui di cui dicono di seguire l'esempio, ricordando che "nessuno vive per se stesso". Siamo collaboratori del Cristo: che posizione importante! TT1 310 2 Nelle grandi città, dove sono i missionari caratterizzati da spirito di sacrificio? Il Signore ha bisogno di collaboratori nella sua opera. Dovremmo temere di sottrargli il tempo che egli ci richiede; dovremmo temere di sprecarlo nell'ozio o nella vanità, dedicando a cose inutili il tempo prezioso che Dio ci ha donato per pregare, per leggere la nostra Bibbia e per lavorare in vista del bene del prossimo, per preparare noi e loro per la grande opera che ci è stata affidata. TT1 310 3 Le madri impiegano molto tempo per gli abiti che le renderanno più attraenti o per rendere i figli più eleganti. Abbiamo il dovere di vestirci in modo decoroso e di vestire i nostri figli decentemente, evitando gli ornamenti inutili, i ricami e tutte quelle cose che possono suscitare in noi e in loro l'amore per l'apparenza, perché questa è una tendenza pericolosa. Piuttosto dobbiamo impegnarci per coltivare le virtù cristiane. Nessuno di noi può essere esonerato dalle sue responsabilità e in nessun caso potremo presentarci davanti a Dio se non portiamo a termine l'opera che il Maestro ci ha affidato. TT1 310 4 C'è bisogno di missionari, uomini e donne, che non si sottraggano alle responsabilità. Il lavoro svolto in modo corretto non mancherà di dare buoni risultati. L'opera più urgente da compiere è quella di presentare il messaggio della verità in modo adeguato: con dolcezza e saggezza, avvicinandoci al nostro prossimo perché la salvezza degli altri è preziosa quanto la nostra. Noi possiamo diffondere il messaggio della verità nelle famiglie e, con spirito cristiano, esortare le persone ad accettare questo grande dono. Dobbiamo pregare con loro al momento opportuno, indicare loro le mete più elevate da raggiungere e poi presentare in modo adeguato le sacre verità per questi ultimi tempi. TT1 310 5 Nelle nostre chiese vi sono più riunioni di canto che di preghiera; se organizzate e dirette con cura e riverenza potranno esercitare un ottimo influsso. Purtroppo, si deve riconoscere che spesso si fanno troppe conversazioni inutili, troppe chiacchiere, che impediscono l'elevazione dei pensieri e non possono, quindi, affinare il comportamento. ------------------------Capitolo 86: Risvegli straordinari TT1 311 1 L'interesse dei membri della chiesa di... si è spento. Quando si risvegliano nuovi entusiasmi, alcuni ne approfittano per esercitare un influsso negativo. Per questo motivo uomini e donne devono fare attenzione a non lasciarsi trascinare in errori destinati a distoglierli dalla verità. Alcuni sono sempre pronti a vedere e udire nuove e strane rivelazioni. Soprattutto nelle grandi città il nemico degli uomini ha l'opportunità di risvegliare la curiosità e distogliere le menti dalle grandi verità grazie alle quali dobbiamo essere santificati in questi ultimi tempi. TT1 311 2 Se un entusiasmo religioso altalenante induce alcuni a trascurare di sostenere pienamente, con la presenza e con l'influsso, la minoranza che crede in una verità impopolare, nella chiesa si svilupperà la debolezza e non la forza. Satana utilizza vari metodi per realizzare i suoi obiettivi. Se, ricorrendo ai richiami di una religione popolare, egli riesce a distogliere le menti vacillanti e i cuori indecisi dal sentiero della verità, raggiungerà il suo obiettivo: indebolire il popolo di Dio. L'entusiasmo religioso che va e viene come le ondate di una marea, inganna molte persone oneste che credono di scorgervi l'opera dello Spirito del Signore. Le conversioni si moltiplicano e coloro che hanno un temperamento eccitabile, che sono deboli e volubili, seguono questa nuova linea; quando, però, l'onda si ritira essi finiscono per arenarsi sulla riva. Non fatevi ingannare da falsi maestri, non lasciatevi sedurre da parole inutili. Il nemico degli uomini è certo di poter contare su tante ingannevoli, adatte a soddisfare la curiosità di tutti. TT1 311 3 Ci saranno sempre delle stelle filanti, ma la scia di luce che esse lasciano ben presto si spegnerà e le tenebre sembreranno più fitte di prima. Questi straordinari risvegli religiosi, suscitati dal racconto di aneddoti ed esibizioni eccentriche e bizzarre, rappresentano solo un' opera superficiale; coloro che si sono lasciati affascinare e infatuare da questi fasci di luce non potranno mai edificare la chiesa di Dio. Essi sono pronti a rifiutare la loro collaborazione alla prima occasione e a indurre altri a partecipare a queste riunioni in cui possono udire messaggi che indeboliscono lo spirito e provocano confusione nella mente. Questo disinteresse per l'opera di Dio non permette lo sviluppo dell'opera stessa. Noi, perciò, dobbiamo rimanere saldi nella fede, senza lasciarci trascinare. Abbiamo un' opera da svolgere: diffondere il messaggio della verità rivelata nella legge di Dio; esso deve risplendere nelle menti e aiutarle a uscire dalle tenebre. Quest'opera esige forza, decisione, fermezza incrollabile e perseveranza. Necessità di fermezza TT1 312 1 Nella chiesa, certi membri, invece di lasciarsi trascinare dall'eccitazione e dagli impulsi del momento, devono restare saldamente aggrappati ai principi della nostra fede, trovare la roccia su cui costruire. Nella chiesa vi sono dei dispeptici spirituali: si tratta di coloro che si sono automutilati; la loro debolezza spirituale è il risultato del loro comportamento tentennante. Scossi e agitati qua e là da ogni nuova dottrina, sono spesso incerti e confusi perché agiscono mossi dal sentimento. Sono cristiani che amano il sensazionale, sempre affamati di qualcosa di nuovo e di diverso; strane dottrine confondono la loro fede e intralciano lo sviluppo della verità. TT1 312 2 Dio vuole uomini e donne stabili, animati da buoni propositi, sui quali si possa contare in tempi di pericolo e di prova; uomini e donne saldamente radicati e fondati nella verità, come le montagne; cristiani che non si lasciano sbalottare né a destra né a sinistra e che vanno avanti senza abbandonare il loro obiettivo. Certe persone, in particolari periodi di crisi per la religione, si ritrovano quasi sempre nelle file del nemico: se esercitano un certo influsso, sarà certamente dalla parte sbagliata. Esse non provano l'obbligo morale di consacrare tutte le loro energie alla verità che professano. Esse riceveranno la ricompensa che meritano. TT1 312 3 Coloro che non si impegnano per il Salvatore in favore della salvezza degli uomini, pur vivendo in armonia con la volontà di Dio, non acquisiranno nuove forze spirituali. Se vogliamo che esse si sviluppino è necessario il costante esercizio delle energie di cui si dispone. Come la malattia è la conseguenza della violazione delle leggi naturali, così la debolezza spirituale è il risultato di una continua trasgressione della legge di Dio, anche se il trasgressore pretende di osservare tutti i comandamenti di Dio. TT1 312 4 Dobbiamo avvicinarci di più a Dio, metterci in comunione più diretta con il cielo, attuare i principi della legge nelle semplici azioni quotidiane per essere spiritualmente integri. Dio ha dato ai suoi figli qualità e talenti da utilizzare alla sua gloria e non da lasciare inattivi o da sprecare. Egli ha concesso loro la conoscenza della sua volontà perché fosse comunicata ad altri; dando agli altri diventiamo noi stessi una luce vivente. Se, invece, non esercitiamo la nostra forza spirituale diventeremo deboli come le membra del corpo diventano impotenti quando sono costrette dall'invalidità a rimanere a lungo inattive. L'uso di un arto ne sviluppa la forza. Il servizio cristiano TT1 312 5 Nulla assicura la forza spirituale e sviluppa lo zelo e la riflessione quanto la visita e la cura degli ammalati e dei poveri, per aiutarli a conoscere la verità e fondare la loro fede in Gesù. Esistono doveri sgradevoli che alcuni devono comunque compiere per impedire che molti siano abbandonati alla morte eterna: i cristiani considereranno una benedizione assolverli, per quanto sgradevoli possano essere. Il Cristo si assunse l'ingrato incarico di rinunciare alla gloria in cui viveva per venire ad abitare come uomo fra gli uomini, in un mondo contaminato dal crimine, dalla violenza e dalla malvagità. Egli lo fece per salvare l'umanità. Coloro che sono stati oggetto di questo amore meraviglioso e di un simile sacrificio come si scuseranno del fatto che conducono una vita caratterizzata dall'egoismo? Sceglieranno il proprio piacere, seguiranno le proprie inclinazioni e lasceranno morire gli uomini nelle tenebre per evitare quelle delusioni e quelle contrarietà che si possono provare impegnandosi per la salvezza del prossimo? Il Cristo ha pagato un prezzo infinito per la redenzione dell'uomo; l'uomo forse dirà:"Signore, io non lavorerò nella tua vigna: scusami!"? TT1 313 1 Dio invita coloro che vivono comodamente in Sion a schierarsi e ad agire. Ascolteranno la voce del Maestro? Egli ha bisogno di collaboratori fedeli, uomini di preghiera che accettino di "seminare" ovunque. Coloro che accetteranno questo impegno saranno sorpresi di constatare che le prove, affrontate nel nome e grazie alla forza del Cristo, renderanno salda la loro fede e assicureranno nuovo coraggio. Sul sentiero dell'umile ubbidienza troverete sicurezza e potenza, conforto e speranza, ma chi non fa nulla per Gesù perderà la ricompensa. La loro debolezza non permetterà che si aggrappino all'Onnipotente, le loro ginocchia vacillanti non reggeranno nei momenti difficili. Chi legge la Bibbia e lavora per il Cristo riceverà un premio ambito e glorioso e udrà queste parole rivolte a lui: "...Va bene, buono e fedel servitore... entra nella gioia del tuo Signore". Matteo 25:21. ------------------------Capitolo 87: Essere generosi TT1 314 1 Dio elargirà le sue benedizioni ai fedeli di... che hanno a cuore l'opera di Dio. Le offerte spontanee dei nostri fratelli e sorelle, fatte con fede e con amore per il Redentore crocifisso, assicureranno loro delle benedizioni, perché Dio nota ogni gesto e ricorda ogni atto di generosità da parte dei suoi figli. Nell'allestire un luogo di culto si deve dimostrare fede e fiducia nell'Eterno. Se nel campo degli affari chi non rischia nulla realizza ben poco, perché non aver fede in un'iniziativa compiuta nel nome di Dio e perché non fare degli investimenti in favore della sua opera? TT1 314 2 Alcuni, quando sono poveri, sono generosi; non appena arricchiscono, diventano avari. Hanno così poca fede perché non continuano a dare, con spirito di sacrificio, per l'opera del Signore nella misura della prosperità raggiunta. TT1 314 3 Nell'economia ebraica si richiedeva che la generosità si manifestasse innanzitutto nei confronti di Dio. Alla mietitura e alla vendemmia i primi frutti del campo -- grano, vino e olio -- dovevano essere consacrati con un'offerta al Signore, mentre la spigolatura e i bordi dei campi erano riservati ai poveri: il misericordioso Padre celeste non trascurava i bisogni del povero. La prima lana della tosatura delle pecore, i primi chicchi di grano della mietitura dovevano essere offerti all'Eterno, mentre i poveri, le vedove, gli orfani e i forestieri erano invitati alla festa. Alla fine di ogni anno, poi, tutti dovevano affermare solennemente se avevano messo in pratica l'ordine divino. TT1 314 4 Questa scelta era stata fatta dal Signore per far capire al popolo che l'Eterno doveva essere al primo posto in ogni cosa. Con questo sistema di beneficenza essi dovevano ricordarsi che il loro generoso Sovrano era il vero proprietario dei campi e delle greggi; era lui che inviava dal cielo il calore del sole e la pioggia per la semina e per la mietitura e tutto ciò che possedevano era frutto della sua creazione divina. Tutto apparteneva al Signore ed essi erano gli amministratori dei suoi beni. TT1 314 5 La disponibilità degli ebrei in occasione della costruzione del tabernacolo prima e del tempio poi manifesta una generosità che non trova riscontro fra i cristiani delle epoche successive. Liberati dalla dura schiavitù d'Egitto, gli ebrei avevano vagato nel deserto; appena liberati dall'esercito egiziano, che li inseguiva, l'Altissimo aveva ordinato a Mosè: "...Di' ai figliuoli d'Israele che mi facciano un'offerta; accetterete l'offerta da ogni uomo che sarà disposto a farmela di cuore". Esodo 25:1, 2. TT1 314 6 Il popolo non disponeva di molte risorse e non poteva contare su grandi prospettive, ma aveva un obiettivo: la costruzione di un tabernacolo a Dio. Il Signore aveva parlato e gli israeliti dovevano ubbidire alla sua voce: non trattennero nulla e con generosità non offrirono soltanto una piccola parte dei loro beni, ma quasi tutto ciò che possedevano. Essi consacrarono al Signore, con gioia ed entusiasmo, ciò che avevano e l'Eterno gradì questo loro gesto. Non apparteneva tutto a lui? Non era stato lui a donare loro ciò che avevano? Se egli lo richiedeva non era forse loro dovere restituire tutto al legittimo Proprietario? TT1 315 1 Non fu necessario esercitare nessuna pressione perché il popolo offrì più di quanto era stato richiesto, tanto che fu invitato a smettere perché era già stato raccolto più di ciò che era necessario. Anche nella costruzione del tempio la richiesta di denaro trovò una sollecita risposta: il popolo non offrì con riluttanza, anzi era felice all'idea che venisse costruito un edificio per il culto di Dio e donò più di quanto questo progetto prevedesse. Davide benedisse il Signore davanti a tutta la comunità e disse: "Poiché chi son io, e chi è il mio popolo, che siamo in grado di offrirti volenterosamente cotanto? Giacché tutto viene da te; e noi t'abbiam dato quello che dalla tua mano abbiam ricevuto". 1 Cronache 29:14. Poi ringraziò il Signore con queste parole: "O Eterno, Dio nostro, tutta quest'abbondanza di cose che abbiam preparata per edificare una casa a te, al tuo santo nome, viene dalla tua mano, e tutta ti appartiene". 1 Cronache 29:16. TT1 315 2 Davide aveva compreso molto bene da chi provenivano tutti i suoi beni. Anche oggi coloro che accettano l'amore del Salvatore devono comprendere che le loro ricchezze appartengono al Signore e che devono essere utilizzate alla sua gloria e non essere trattenute per arricchire se stessi e soddisfare i propri interessi! Dio ha un preciso diritto su tutto ciò che ha affidato ai suoi figli: tutto quello che possiedono è suo. TT1 315 3 Vi sono obiettivi elevati e santi che richiedono l'impiego di mezzi economici. Il denaro investito in questa direzione farà nascere nel donatore una gioia più grande e permanente di quella che egli proverebbe investendo per una semplice soddisfazione personale o per una sete egoistica di guadagno. Quando Dio richiede i nostri beni, qualunque sia il loro valore, la risposta spontanea trasforma il dono in un'offerta a lui consacrata e assicura al donatore un tesoro in cielo che nulla può corrompere e che nessun ladro può rubare. L'investimento è al sicuro: il denaro è conservato in "borse che non hanno buchi", è ben protetto. TT1 315 4 I cristiani, che si vantano di possedere una conoscenza maggiore degli ebrei, possono essere meno generosi? I cristiani che vivono alla fine dei tempi possono sentirsi soddisfatti delle offerte che danno, quando esse sono la metà di quelle che davano gli israeliti? La loro generosità era in funzione dello sviluppo della loro nazione, mentre l'opera degli ultimi tempi si estende al mondo intero. Il messaggio della verità deve giungere a tutte le nazioni, lingue e popoli; le pubblicazioni, in varie lingue, devono essere diffuse come le foglie d'autunno. La croce rivela il principio del sacrificio TT1 315 5 Sta scritto: "Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi di questo stesso pensiero..." 1 Pietro 4:1. E ancora: "...chi dice di dimorare in lui, deve, nel modo ch'egli camminò, camminare anch'esso". 1 Giovanni 2:6. Domandiamoci: che cosa avrebbe fatto il Salvatore al nostro posto? Quale sarebbe stato il suo impegno per la salvezza degli uomini? A queste domande risponde l'esempio del Cristo. Egli rinunciò alla sua regalità, depose la sua gloria, sacrificò le proprie ricchezze e si rivestì della natura umana per poter raggiungere gli uomini dove si trovavano. Il suo esempio indica che egli offrì la sua vita per i peccatori. TT1 316 1 Satana disse a Eva che assecondando la sua tentazione avrebbe potuto raggiungere un livello più elevato di felicità, mentre le promesse di Dio agli uomini prevedono la rinuncia a se stessi. Quando il Cristo soffriva sulla croce per la redenzione dell'uomo, la natura umana fu innalzata. Solo tramite la croce la famiglia umana può essere innalzata e messa in contatto con il cielo. Rinuncia e croci ci aspettano a ogni passo nel nostro viaggio verso il cielo. TT1 316 2 La generosità regna in cielo mentre l'egoismo è la caratteristica di Satana. L'altruistico amore del Cristo si rivelò alla croce: egli diede tutto ciò che aveva, e quindi diede se stesso, affinché l'uomo potesse essere salvato. La croce del Cristo rivolge un appello alla generosità di ogni discepolo del Salvatore. Il principio illustrato significa dare e ancora dare. Tutto ciò che si manifesta tramite aiuti concreti e buone opere è il vero frutto della vita cristiana. Il principio di coloro che invece sono legati al mondo è quello di ricevere e ricevere sempre: essi pensano così di assicurarsi la felicità, mentre, in realtà, quando ciò si realizza in tutta la sua portata, ne scaturiscono miseria e morte. TT1 316 3 La missione dei discepoli del Cristo è quella di trasmettere il messaggio della verità a tutti gli abitanti della terra per liberarli dalla paura e dall'indifferenza. Gli uomini devono conoscere il messaggio della verità per essere santificati: noi siamo i canali della rivelazione divina. I nostri talenti, i nostri beni, la nostra conoscenza non ci appartengono: essi devono essere tutti utilizzati per la salvezza dell'uomo, per lo sviluppo della sua vita spirituale affinché, sottratto a una vita di peccato, possa, tramite il Cristo, essere elevato fino a Dio. TT1 316 4 In quest'opera dobbiamo essere collaboratori zelanti, cercare di condurre al Redentore i peccatori pentiti e credenti e far loro comprendere tutta la portata dell'amore di Dio per l'uomo. "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna". Giovanni 3:16. Quale amore incomparabile! Esso è oggetto di profonda meditazione poiché esprime il sublime amore di Dio per un mondo che non lo amava. Questa convinzione ha sull'uomo un potere rigeneratore che rende la mente sottomessa alla volontà dell'Eterno. Gli uomini, delusi e infelici nei loro vani tentativi terreni, hanno bisogno di conoscere questa verità che può soddisfare la fame e la sete del loro spirito inquieto. La maledizione dell'egoismo TT1 316 5 Nelle nostre grandi città occorrono dei missionari di Dio che si rivolgano a coloro che sono ancora immersi nelle tenebre della morte. Per ricondurre l'umanità a un Dio misericordioso sono necessari uomini d'esperienza che oltre alla forza della fede manifestino la dolcezza e la saggezza. L'egoismo è una vera maledizione! Esso ci impedisce di diventare collaboratori di Dio, di comprendere tutte le esigenze dell'impegno che deve ispirare in noi uno zelo ardente. Tutte le nostre energie devono essere sottomesse al Cristo. Unirci a coloro che diffondono l'errore significa lavorare per il male e aiutare la parte avversa, offrendo così un vantaggio ai nostri nemici. La verità divina non ammette compromessi con il peccato, non accetta nessun tipo di rapporto con tutto ciò che riguarda forme di inganno e trasgressione. Abbiamo bisogno di soldati pronti a rispondere alla chiamata, pronti all'azione immediata e non di soldati che nei momenti cruciali siano intenti ad aiutare il nemico. TT1 317 1 La nostra è una grande opera. Molti, pur dicendo di credere in queste sacre verità, sono paralizzati dagli inganni di Satana e non fanno nulla in favore dell'opera del Signore, anzi la ostacolano. Quando si decideranno ad agire come persone che aspettano il Signore? Quando si decideranno a manifestare uno zelo proporzionato alla loro fede? Molti, egoisticamente, non utilizzano i propri mezzi e placano la propria coscienza progettando di fare qualcosa di grande per l'opera di Dio dopo la loro morte. Essi fanno testamento assegnando alla chiesa una forte somma e si tranquillizzano pensando di aver fatto, così, tutto quello che era stato loro richiesto. Con un gesto simile, in che modo dimostrano il loro spirito di sacrificio? Non hanno forse trasmesso tutta l'essenza del loro egoismo? Essi offrono al Signore solo ciò che non possono più godere, trattengono quello che possiedono fino a quando non si sentono costretti, da quel messaggero che non ammette rinvii, a lasciare tutto. TT1 317 2 Questi testamenti dimostrano spesso una vera e propria avidità. Dio ha fatto di noi i suoi amministratori e, in nessun caso, ci ha autorizzati a trascurare il nostro dovere o a lasciare che altri lo compiano per noi. La richiesta di offerte per lo sviluppo dell'opera di Dio non sarà mai urgente come ora; il nostro denaro non potrà mai dare risultati maggiori di oggi. Ogni giorno di ritardo in vista del suo corretto investimento limita il periodo di tempo nel quale esso potrà servire per la salvezza dell'umanità. Se lasciamo che altri facciano ciò che Dio ha affidato a ognuno di noi, commettiamo un torto nei confronti di noi stessi e di colui che ci ha donato tutto ciò che possediamo. Gli altri come possono realizzare meglio di noi la nostra opera in favore del prossimo? Dio vuole che ogni uomo sia esecutore del proprio testamento nell'arco della sua vita. Avversità, contrattempi, problemi e altre cose ancora possono sopraggiungere e impedire che si realizzi quel progetto perché chi ha ammassato una fortuna non è più là per occuparsene. è triste constatare che molti trascurano le occasioni di fare del bene e aspettano di essere esonerati dall'incarico di amministratori, prima di restituire a Dio quei beni che egli aveva prestato loro perché fossero utilizzati alla sua gloria. "Guardatevi dall' avarizia!" TT1 317 3 Una delle caratteristiche degli insegnamenti del Cristo è la frequenza e l'ardore con i quali egli rimproverò il peccato dell'avidità e sottolineò il pericolo dello sfrenato amore per il denaro e le ricchezze terrene. Nella casa del ricco, nel tempio, per la strada, Gesù avvertì coloro che cercavano la salvezza:"Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza de' beni che uno possiede, ch'egli ha la sua vita". Luca 12:15. "...Voi non potete servire a Dio ed a Mammona". Matteo 6:24; cfr. Luca 16:13. TT1 317 4 Questa tendenza ad accumulare denaro, questo egoistico desiderio di guadagno allontanano dalla chiesa il favore di Dio e uccidono la spiritualità. Quando sia le energie mentali sia quelle fisiche sono continuamente impegnate per accumulare ricchezze, si dimenticano le esigenze di Dio e dell'umanità. Se Dio ci ha benedetti accordandoci la prosperità non è perché il nostro tempo e la nostra attenzione siano distolti da lui e concentrati su ciò che egli ci ha affidato, perché il donatore è più grande del dono. Noi non apparteniamo a noi stessi: siamo stati comprati a caro prezzo. Abbiamo forse dimenticato il costo della nostra redenzione? Nel nostro cuore è forse morta la gratitudine? La croce del Cristo non condanna una vita caratterizzata dall'egoismo? TT1 318 1 Che cosa sarebbe accaduto se il Cristo, stanco dell'ingratitudine degli uomini e delle ingiurie che gli venivano rivolte ovunque, avesse abbandonato la sua opera? Che cosa sarebbe accaduto se non fosse mai giunto a dire: "Tutto è compiuto!"? Che cosa sarebbe accaduto se, deluso e scoraggiato, egli fosse ritornato in cielo? Che cosa sarebbe accaduto se il Cristo si fosse sottratto all'agonia del Getsemani che lo fece sudare sangue? TT1 318 2 Il Cristo, nella sua opera in favore della redenzione dell'umanità, fu motivato da un amore illimitato, da una sottomissione totale alla volontà del Padre. Egli si impegnò per il bene dell'uomo fino al momento culminante della sua umiliazione e trascorse la vita nella povertà e nella rinuncia in favore del peccatore. In un mondo che gli apparteneva egli non ebbe neppure un posto dove appoggiare il capo. Noi raccogliamo i frutti di questo sacrificio infinito, eppure quando si tratta di impegnarsi, quando si tratta di offrire qualcosa in favore dell'opera del Redentore, cerchiamo di sottrarci al dovere e di trovare delle scuse. Un'ignobile pigrizia, una colpevole indifferenza, un malvagio egoismo ci rendono insensibili ai richiami di Dio. TT1 318 3 Il Cristo, Sovrano del cielo e Re di gloria, deve portare la croce, cingere la corona di spine, bere l'amaro calice mentre noi ricerchiamo i nostri vantaggi, glorifichiamo noi stessi e dimentichiamo gli uomini redenti grazie al suo sacrificio? No, mentre ne abbiamo l'opportunità, doniamo; finché abbiamo forza, impegniamoci; finché è giorno, lavoriamo. Consacriamo tempo e beni al servizio di Dio per ricevere la sua approvazione e ottenere, un giorno, la sua ricompensa. ------------------------Capitolo 88: Il significato delle prove TT1 319 1 I nostri casi sono in sospeso presso il tribunale celeste e, giorno dopo giorno, siamo chiamati a render conto del nostro modo di agire: ognuno sarà giudicato secondo le sue opere. Anticamente i sacrifici e gli olocausti non erano accettati da Dio se non venivano presentati con il giusto spirito. Samuele disse: "L'Eterno ha egli a grado gli olocausti e i sacrifizi come che si ubbidisca alla sua voce? Ecco, l'ubbidienza val meglio che il sacrifizio, e dare ascolto val meglio che il grasso dei montoni". 1 Samuele 15:22. Tutto il denaro della terra non può aiutarci ad acquisire le benedizioni di Dio, non può assicurarci neanche una sola vittoria. TT1 319 2 Molti sono disposti a fare qualsiasi sacrificio, ma non ciò che dovrebbero veramente fare, cioè sottomettere la propria volontà a quella di Dio. Il Cristo disse ai suoi discepoli: "In verità io vi dico: Se non mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto nel regno dei cieli". Matteo 18:3. Ecco una lezione di umiltà: diventare semplici come bambini per accedere al regno di Dio. TT1 319 3 Il nostro Padre celeste legge nel cuore degli uomini e conosce il loro carattere meglio di loro; sa che hanno delle qualità che, se ben sviluppate, possono essere utilizzate alla sua gloria e per l'avanzamento della sua opera. Egli, nella sua provvidenza, li mette alla prova per offrire loro l'opportunità di rivelare ciò che hanno nel cuore e mettere in luce i lati deboli del loro carattere, di cui non sono ancora completamente consapevoli. Egli offre loro l'opportunità di correggere queste debolezze, di smussare le asperità del loro carattere affinché risultino idonei per il suo servizio e quando li inviterà ad agire siano pronti ad accettare la collaborazione degli angeli che si uniscono all'uomo nell'opera che deve essere compiuta sulla terra. TT1 319 4 A coloro a cui desidera affidare posizioni di responsabilità, Dio, nella sua misericordia, rivela i difetti nascosti del loro carattere affinché possano fare un esame di coscienza, conoscere le complesse emozioni del cuore, scoprire ciò che non va: essi possono quindi modificare il proprio temperamento e affinare il proprio comportamento. Il Signore, nella sua provvidenza, conduce gli uomini là dove può mettere alla prova le loro facoltà morali, per rivelare i moventi delle azioni che compiono, potenziare ciò che è buono ed eliminare quello che non va. Dio desidera che i suoi figli conoscano le reazioni intime del loro essere e, per raggiungere questo obiettivo, permette che l'afflizione li coinvolga e li purifichi. "Chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piè quand'egli apparirà? Poich'egli è come un fuoco d'affinatore, come la potassa dei lavatori di panni. Egli si sederà, affinando e purificando l'argento; e purificherà i figliuoli di Levi, e li depurerà come si fa dell'oro e dell'argento; ed essi offriranno all'Eterno offerte con giustizia". Malachia 3:2, 3. TT1 320 1 La purificazione del popolo di Dio non può compiersi senza sofferenza. L'Eterno permette che il fuoco dell'afflizione consumi le scorie per separare ciò che ha valore da ciò che non ne ha, affinché il metallo sia purificato. Ci fa passare attraverso il fuoco per provare il nostro vero valore. Se non riusciamo a superare queste prove cosa faremo nel tempo di "distretta"? Se la prosperità o l'avversità rivelano la falsità, l'orgoglio e l'egoismo, cosa accadrà quando Dio valuterà l'opera di ognuno tramite il fuoco e rivelerà i segreti del cuore? TT1 320 2 La vera grazia è pronta a sottostare alla prova. Se noi, quindi, rifiutiamo di lasciarci purificare da Dio, la nostra situazione è critica. L'Altissimo è colui che purifica gli uomini e al calore della fornace le scorie vengono separate dall'argento e dall'oro del carattere cristiano. Gesù osserva e sa ciò che occorre per purificare il metallo prezioso affinché esso possa riflettere, in tutta la sua bellezza, l'amore divino. Gesù ci ha preceduti TT1 320 3 Dio attira il suo popolo sempre più vicino a sé sia tramite prove impegnative sia facendogli comprendere quali siano le sue debolezze, i suoi limiti e insegnandogli a contare su di lui come l'unico aiuto e rifugio. In questo modo il Padre celeste raggiunge la meta che si era prefisso: il suo popolo è preparato a seguirlo in qualsiasi situazione di emergenza, a occupare posizioni importanti e di fiducia e a realizzare quei grandi progetti in vista dei quali gli furono donate le facoltà che possiede. Dio mette gli uomini alla prova in vari modi per educarli, istruirli, disciplinarli. Gesù, il nostro Redentore, rappresentante e guida dell'uomo, ha affrontato personalmente questa prova e l'ha accettata soffrendo molto più di noi. Egli ha assunto la responsabilità dei nostri errori ed è stato tentato in ogni cosa come lo siamo noi. Non soffrì per sé, ma per noi, a causa dei nostri peccati. Contando sui meriti del nostro grande Vincitore possiamo essere, a nostra volta, vincitori nel suo nome. TT1 320 4 L'opera divina, opera di purificazione e di affinamento, deve continuare fino a quando i figli di Dio non si saranno umiliati e avranno rinunciato a se stessi; fino a quando, chiamati al suo servizio, essi avranno un unico obiettivo: glorificarlo. Allora egli accetterà il loro impegno perché non sarà né sporadico né dettato dall'impulso. Essi non agiranno per mettere in pericolo l'opera del Signore, perché non sono schiavi delle tentazioni e delle passioni e non sono vittime della propria mente dominata da Satana. L'opera di Dio è in pericolo a causa della volontà corrotta dell'uomo e del suo temperamento ribelle! Quante sofferenze è costretta a sopportare l'umanità perché cede alle proprie passioni! In molte occasioni Dio chiama gli uomini ad affrontare le difficoltà e ne aumenta la pressione fino a quando non risulteranno trasformati, in perfetta sintonia con il Cristo, con lo spirito che regna in cielo e saranno in grado di vincere nei confronti di se stessi. TT1 320 5 Dio ha chiamato uomini di varie condizioni e li ha messi alla prova per vedere quale carattere avrebbero sviluppato e se sarebbe stato possibile contare su di loro per l'opera da svolgere a..., per vedere se sarebbero stati in grado di sopperire ai limiti degli uomini presenti sul posto e, constatando i loro errori, evitare l'esempio di coloro che non si sono dimostrati degni dell'opera di Dio. Egli ha assistito gli uomini di... con ripetuti avvertimenti, rimproveri e consigli; ha assicurato una profonda conoscenza a quanti lavorano per lui in quella zona affinché la via davanti a loro sia ben tracciata. Però, se essi preferiscono seguire la propria saggezza e disprezzano i consigli di Dio, come fece Saul, certamente si allontaneranno da Dio e la sua opera sarà in difficoltà. La via della luce e quella delle tenebre erano davanti a loro ma, troppo spesso, hanno scelto le tenebre. Il messaggio di Laodicea TT1 321 1 Il messaggio di Laodicea si applica al popolo di Dio che proclama di credere nella verità. La maggior parte dei suoi membri sono tiepidi, privi di zelo. Dio desiderava contare su uomini disposti a impegnarsi per cambiare l'attuale stato di cose e per rimanere al proprio posto come sentinelle fedeli. Egli ha dato loro molti consigli per istruire, incoraggiare e confermare, ma, nonostante tutto, coloro che dovrebbero essere fedeli e sinceri, ferventi di zelo cristiano, gentili, pieni di amore per il Cristo, molto spesso aiutano il nemico a indebolire e a scoraggiare coloro che Dio utilizza per sostenere la sua opera. Il termine "tiepido" si applica a questa categoria: essi dicono di amare la verità mentre sono privi di fervore e di devozione. Non osano abbandonare tutto e correre lo stesso rischio dei non credenti, ma non sono disposti a morire a se stessi per aderire fedelmente ai principi della loro fede. TT1 321 2 La sola speranza dei laodicesi consiste nell'avere una chiara visione del loro stato nei confronti di Dio, una precisa conoscenza della natura del loro male: né freddi né ferventi. Occupano una posizione di neutralità e si lusingano di non aver bisogno di nulla. Il Testimone fedele odia questa tiepidezza e detesta questa indifferenza: "...Oh fossi tu pur freddo o fervente!" Apocalisse 3:15. Essi provocano una sorta di nausea, come l'acqua tiepida, perché non sono né assolutamente indifferenti né egoisticamente ostinati: si limitano a non impegnarsi completamente, con tutto il cuore, nell'opera di Dio e a non immedesimarsi in essa; se ne stanno in disparte, pronti ad abbandonare la loro posizione, quando sia necessario, per i propri interessi terreni. Nei loro cuori non ha agito la grazia. "Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo". Apocalisse 3:17. La soluzione di Dio TT1 321 3 Fede e amore: ecco le vere ricchezze, l'oro puro che il Testimone fedele consiglia ai tiepidi di acquistare. Per quanto ricchi di beni terreni, la nostra ricchezza non ci permetterà di comprare i preziosi rimedi che curano la tiepidezza come malattia dello spirito. L'intelletto e le ricchezze del mondo sono impotenti a rimuovere i difetti della chiesa di Laodicea e a trovare un rimedio per la sua deplorevole situazione. è cieca e si crede integra, perché la mente dei suoi membri non è illuminata dallo Spirito di Dio: essi non si rendono conto della propria colpevolezza e quindi non sentono nessun bisogno di essere aiutati. TT1 322 1 È triste essere privi dei doni dello Spirito, però è ancora più angoscioso essere lontani dal Cristo, non avere una vita spirituale e cercare di giustificarsi dicendo a coloro che sono preoccupati per noi che non abbiamo affatto bisogno dei loro timori e della loro pietà. È terribile il potere dell'autoconvinzione sulla mente umana. È la cecità che fa scambiare la luce per le tenebre e viceversa! Il Testimone fedele ci consiglia di acquistare da lui dell'oro affinato con il fuoco, delle vesti bianche e del collirio. TT1 322 2 L'oro che viene raccomandato, perché affinato nel fuoco, significa fede e amore. Esso arricchisce il cuore perché è stato purificato; più viene provato, più risplende. L'abito bianco indica la purezza del carattere, la giustizia del Cristo impartita al peccatore: si tratta di un abito di origine celeste che si può acquistare solo dal Cristo tramite una vita di ubbidienza spontanea. Il collirio rappresenta quella sapienza e quella grazia che ci permettono di distinguere il male dal bene e di riconoscere il peccato sotto qualsiasi forma. Dio ha dato alla sua chiesa degli occhi e desidera che siano unti di saggezza per poter vedere chiaramente. Molti, però, se potessero, chiuderebbero quegli occhi per impedire che ipropri atti siano messi in luce e condannati. È il collirio divino che assicura una chiara visione alla mente e il Cristo, depositario di tutte le virtù, lancia l'invito: "Comprate da me". Coloro che saranno rigettati TT1 322 3 Alcuni, forse, obietteranno che aspettarsi il favore di Dio in seguito alle nostre buone opere significa esaltare i propri meriti. È vero che non possiamo conseguire neppure una vittoria tramite i nostri meriti, ma non possiamo vincere senza di loro. L'acquisto che il Cristo raccomanda è realizzabile solo alle condizioni che ci ha indicato. La vera grazia, di valore inestimabile e che sopporterà le prove dell'avversità, si ottiene solo tramite la fede e con l'umile ubbidienza unita alle preghiere. La grazia che sopporta le prove dell'afflizione e della persecuzione e che esprime la forza e la sincerità è rappresentata dall'oro che viene affinato con il fuoco e trovato puro. Il Cristo rivolge all'uomo la sua offerta: "io ti consiglio di comprare da me dell'oro affinato col fuoco..." Apocalisse 3:18. L'esecuzione fredda e formalista dei doveri non fa di noi dei cristiani: dobbiamo abbandonare la nostra condizione di tiepidezza e sperimentare una vera conversione, diversamente non saremo salvati. TT1 322 4 La mia attenzione fu attratta dall'azione della provvidenza di Dio in favore del suo popolo e vidi che ogni prova dovuta al processo di affinamento e di purificazione a cui vengono sottoposti i cristiani rivela che alcuni di loro sono fatti solo di scorie: l'oro puro non si distingue sempre. In ogni crisi religiosa alcuni cedono alla tentazione e lo scuotimento di Dio spazza via, come foglie secche, intere folle. La prosperità moltiplica le persone che fanno professione di fede; poi sopraggiunge l'avversità e la chiesa ne viene liberata perché il loro spirito non è in comunione con Dio. Se ci lasciano è perché non sono dei nostri e quando sopraggiungono le difficoltà o le persecuzioni, a causa della Parola di Dio, molti sono scandalizzati. TT1 323 1 Essi ripensino a pochi mesi prima, quando esaminavano il caso di altri che erano in condizioni simili a quelle in cui ora si trovano proprio loro. Ricordino qual era stato il loro atteggiamento nei confronti di chi era stato tentato. Se qualcuno avesse detto loro che nonostante lo zelo e le iniziative per stabilire i diritti altrui essi si sarebbero trovati in una situazione analoga, avrebbero risposto ciò che Hazael disse al profeta: "...Ma che cos'è mai il tuo servo, questo cane, per fare delle cose sì grandi?..." 2 Re 8:13. TT1 323 2 Essi ingannano se stessi. Quando il mare è calmo manifestano una grande fermezza! Sono dei marinai coraggiosi! Quando, però, sopraggiunge la tempesta della prova e della tentazione essi fanno naufragio. Gli uomini possono possedere qualità eccellenti, buone capacità, splendide virtù, ma basta un difetto, basta un peccato segreto e tollerato perché ne risulti una rovina totale. Cosa fare per progredire TT1 323 3 Gli uomini che occupano posizioni di responsabilità devono migliorare continuamente. Essi non si devono ancorare alle esperienze del passato e credere che non sia necessario accrescere il proprio patrimonio intellettuale. L'uomo, benché alla nascita sia la creatura più debole e sia perverso per natura, è comunque capace di fare costanti progressi. Egli può essere illuminato dalla scienza, nobilitato dalla virtù e può progredire sia nella dignità morale sia in quella mentale, fino a raggiungere una perfezione di intelligenza e una purezza di carattere di poco inferiore a quelle degli angeli. Nonostante la luce della verità risplenda nella mente degli uomini e l'amore di Dio inondi i loro cuori, non possiamo neppure immaginare ciò che possono diventare e quale grande opera possono compiere. TT1 323 4 Io so che l'uomo ignora la propria condizione, ma non posso fare a meno di compiere uno sforzo per aiutarvi. Vi amiamo e desideriamo vedervi camminare verso la vittoria. Gesù vi ama: egli morì per voi e vuole che siate salvati. Noi non abbiamo nessuna intenzione di trattenervi a...; vogliamo che facciate il possibile per svolgere un'azione completa in favore del vostro spirito, che ripariate a ogni errore e vi impegniate a dominare il vostro "io", diversamente non raggiungerete il cielo. Non potete permettervi di perdere il cielo. Per amore del Cristo, resistete al diavolo ed egli si allontanerà da voi. TT1 323 5 L'opera di purificazione per renderci idonei al cielo è una grande opera che provocherà molte sofferenze perché la nostra volontà non è sottoposta a quella del Cristo. Dobbiamo affrontare il fuoco della fornace fino a quando non avremo consumato le scorie e non saremo stati purificati per riflettere l'immagine divina. Coloro che si lasciano trascinare dalle proprie inclinazioni e dalle apparenze non sanno valutare ciò che Dio sta compiendo: essi sono sempre scontenti e prevedono delle sconfitte anche dove potrebbero ottenere dei successi, perdite dove potrebbero ottenere guadagni e, come Giacobbe, sono pronti a esclamare: "...Tutto questo cade addosso a me!" (Genesi 42:36), mentre esse contribuiscono al loro bene. TT1 323 6 Senza croce non c'è corona. Come si può essere forti nel Signore senza prove? Per avere forza occorre esercitarsi. Quindi, affinché la nostra fede sia forte, dobbiamo trovarci in quelle circostanze in cui possa essere esercitata. L'apostolo Paolo, prima del martirio, esortò Timoteo: "...soffri anche tu per l'Evangelo, sorretto dalla potenza di Dio". 2 Timoteo 1:8. È attraverso molte sofferenze che entreremo nel regno di Dio. Il nostro Salvatore fu provato in ogni modo possibile e trionfò sempre in Dio. È nostro privilegio essere forti della forza che Dio ci accorda in tutte le circostanze e gloriarci della croce del Cristo. -- Testimonies for the Church 3:67 (1872). ------------------------Capitolo 89: L'efficacia del sacrificio del Cristo TT1 325 1 Un tempo ai figli d'Israele era stato raccomandato di fare un'offerta per tutta la comunità per purificarsi dalla contaminazione cerimoniale. Questo sacrificio consisteva nell'immolare una giovenca rossa che doveva riscattare dai peccati e che purificava tutti coloro che, o per necessità o incidentalmente, avessero toccato un cadavere. Chi, per un motivo o per l'altro, veniva in contatto con un morto era considerato cerimonialmente impuro. Questo era necessario per far capire agli ebrei che la morte era la conseguenza del peccato e quindi una rappresentazione del peccato stesso. Una sola giovenca, una sola arca, un solo serpente di rame: rappresentavano l'unica e grande offerta, il sacrificio del Cristo. TT1 325 2 La giovenca doveva essere rossa, simbolo del sangue; doveva essere senza difetto e senza macchia e non doveva aver portato il giogo. Ancora una volta veniva sottolineata la figura del Cristo, in quanto Figlio di Dio, che venne volontariamente a compiere un'opera di purificazione. Egli non portava nessun giogo obbligatoriamente perché era indipendente, al di sopra di ogni legge. Gli angeli, messaggeri di Dio, erano vincolati e quindi nessun sacrificio da parte loro poteva espiare il peccato dell'uomo caduto. Solo il Cristo, libero dalle esigenze della legge, poteva redimere l'umanità; soltanto lui aveva facoltà di offrire la propria vita e di riprenderla. "Il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l'essere uguale a Dio". Filippesi 2:6. TT1 325 3 Gesù, questo essere glorioso, amava i peccatori e assunse la forma umana per poter soffrire e morire al posto dell'uomo. Gesù poteva benissimo rimanere alla destra del Padre, cingere la corona di re e indossare le vesti regali. Ma egli scelse di rinunciare alle ricchezze, all'onore e alla gloria del cielo per la miseria dell'umanità e alla sua sovranità per affrontare gli orrori del Getsemani, l'umiliazione e l'agonia del Calvario. Egli diventò quindi "l'uomo di dolore", sperimentò la sofferenza per potere, grazie a questo suo battesimo di sofferenze e di sangue, purificare e redimere un mondo colpevole. "...Eccomi, vengo!... Dio mio, io prendo piacere a far la tua volontà..." Salmi 40:7, 8. TT1 325 4 La giovenca del sacrificio veniva condotta fuori dal campo e uccisa. Nello stesso modo il Cristo soffrì, fuori dalle porte di Gerusalemme, perché il Calvario era situato fuori dalle mura della città. Questo serviva a indicare che il Cristo non morì solo per gli ebrei, ma per tutta l'umanità. Egli proclama a un mondo caduto che è venuto per redimere e invita ognuno ad accettare la salvezza che offre. La giovenca veniva uccisa in forma solenne, poi il sacerdote, che indossava vesti bianche, raccoglieva fra le mani il sangue della vittima e lo spruzzava sette volte verso il tempio. "...Avendo noi un gran Sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci di vero cuore, con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica dalla mala coscienza, e il corpo lavato d'acqua pura". Ebrei 10:21, 22. TT1 326 1 Il corpo della giovenca veniva bruciato e ridotto in cenere: questo denotava un sacrificio totale. Le ceneri venivano raccolte da una persona non contaminata dal contatto con il cadavere e poste in un vaso contenente dell'acqua presa da un ruscello. Questa persona prendeva un bastoncino di legno di cedro avvolto in una stoffa scarlatta e un mazzetto di issopo e con essi spruzzava la tenda e il popolo riunito. La cerimonia era ripetuta sette volte affinché fosse perfetta e rappresentasse la purificazione dal peccato. TT1 326 2 Così Cristo, nella sua giustizia, dopo avere sparso il proprio sangue prezioso, è entrato nel luogo santo per purificare il santuario, i cui servizi hanno come obiettivo la riconciliazione di Dio con l'uomo. Alcuni, forse, considerano l'uccisione della giovenca come una cerimonia priva di significato, mentre è necessario tener presente che essa è stata voluta da Dio e che, quindi, ha un significato profondo, valido ancora oggi. TT1 326 3 Il sacerdote utilizzava il cedro e l'issopo per spruzzare l'acqua della purificazione sull'impuro. Questo era il simbolo del sangue del Cristo sparso per la purificazione delle impurità morali. Il gesto di spruzzare varie volte illustra la pienezza dell'opera che deve essere compiuta in favore del peccatore pentito. Tutto quello che egli possedeva doveva essere consacrato. Non solo doveva essere purificato il suo spirito, ma doveva provvedere affinché la sua famiglia, gli utensili domestici, i suoi beni e tutto ciò che gli apparteneva fossero consacrati a Dio. TT1 326 4 Dopo che la tenda era stata spruzzata con l'issopo, sulla porta dei purificati veniva scritto: "Io non appartengo più a me stesso: Signore, sono tuo". Questa stessa esperienza deve essere vissuta da coloro che affermano di essere stati purificati dal sangue del Cristo. Dio non chiede oggi meno di quanto chiedeva in passato. Il salmista, nella sua preghiera, si riferisce a questa cerimonia simbolica quando dice: "Purificami con l'issopo, e sarò netto; lavami, e sarò più bianco che neve... O Dio, crea in me un cuor puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo... Rendimi la gioia della tua salvezza e fa' che uno spirito volonteroso mi sostenga". Salmi 51:7, 10, 12. TT1 326 5 Il sacrificio del Cristo è efficace, però deve essere applicato continuamente. Dio non vuole che i suoi figli utilizzino alla sua gloria soltanto quei beni che egli ha affidato loro, ma desidera che si consacrino personalmente alla sua opera. Fratelli miei, se siete diventati egoisti e sottraete al Signore quello che dovreste offrire con gioia per il suo servizio, avete bisogno che il sangue dell'aspersione vi consacri a Dio con tutto ciò che possedete. ------------------------Capitolo 90: Ubbidienza spontanea TT1 327 1 Abramo era già vecchio quando Dio gli ordinò di offrire il figlio Isacco in olocausto. La forza della giovinezza era ormai svanita e non riusciva più a sopportare facilmente le difficoltà e a sfidare i pericoli. Quando l'uomo è nel pieno vigore degli anni può affrontare le disavventure con la piena consapevolezza della propria forza e vincere quello scoraggiamento che in seguito, invece, potrebbe determinare in lui un cedimento morale, perché si sta già avvicinando alla fine dei suoi giorni. TT1 327 2 Dio, nella sua provvidenza, riservò ad Abramo l'ultima e più ardua prova per la sua vecchiaia, quando già il peso degli anni si faceva sentire e il patriarca provava il bisogno di riposo e di quiete. Il Signore gli parlò e gli disse: "...Prendi ora il tuo figliuolo, il tuo unico... e offrilo... in olocausto..." Genesi 22:2. Il suo cuore sembrò spezzarsi; la perdita di quel figlio, in seguito a una malattia, sarebbe stata già dolorosissima per lui e avrebbe rappresentato un duro colpo, ma ora gli si chiedeva addirittura di spargere quel sangue prezioso, e con le proprie mani: gli sembrava una cosa spaventosa e assurda. TT1 327 3 Ma Dio aveva parlato e si doveva ubbidire alla sua parola. Abramo era anziano, ma questo non lo dispensava dal compiere il suo dovere. Sorretto dalla fede, egli si fece coraggio; afferrò la mano del figlio, quella bella e forte mano giovanile, e partì per ubbidire all'ordine di Dio. Il vecchio patriarca era un uomo; le sue passioni e i suoi affetti erano come i nostri; egli amava il proprio figlio, consolazione della sua vecchiaia e al quale erano state fatte le promesse del Signore. TT1 327 4 Abramo non perse tempo a chiedersi in che modo si sarebbero realizzate le promesse di Dio se Isacco fosse morto; non cercò di placare lo strazio del suo cuore: ubbidì alla lettera al comando divino, fino al momento in cui, proprio mentre il coltello stava per colpire, gli giunse questo messaggio:"...Non metter la mano addosso al ragazzo, e non gli fare alcun male; poiché ora so che tu temi Iddio, giacché non m'hai rifiutato il tuo figliuolo, l'unico tuo". Genesi 22:12. TT1 327 5 Questo grande atto di fede è ricordato nelle pagine della storia sacra perché risplenda nel mondo come un esempio straordinario sino alla fine dei tempi. Abramo non pensò che la sua età avanzata fosse un pretesto sufficiente e lo dispensasse dall'ubbidire a Dio; egli non disse: "I miei capelli sono grigi, non ho più forze, chi mi sosterrà quando Isacco non ci sarà più? Come può un vecchio padre spargere il sangue della propria creatura?" Ma Dio aveva parlato e l'uomo doveva ubbidire senza discutere, senza mormorare, senza venir meno lungo la via. TT1 327 6 Oggi nelle nostre chiese è necessaria la fede di Abramo per dissipare le tenebre circostanti che oscurano i preziosi raggi dell'amore di Dio e impediscono la crescita spirituale. L'età non potrà mai essere una scusa per non ubbidire a Dio; la nostra fede deve produrre molte opere perché la fede senza le opere è morta. Ogni dovere, ogni sacrificio compiuto nel nome di Gesù, determinanouna grande ricompensa. È proprio quando adempiamo i nostri doveri che Dio fa sentire la sua voce e si manifestano le sue benedizioni. È necessaria una resa totale delle nostre facoltà: la mente e il cuore, tutto il nostro essere, devono essergli offerti, altrimenti non riusciremo mai a diventare dei veri cristiani. TT1 328 1 Dio non ha sottratto all'uomo nulla di ciò che avrebbe potuto assicurargli le ricchezze eterne: ha dotato la terra di bellezze naturali e di quello che è necessario alle sue creature. Inoltre Dio ha offerto suo Figlio per la redenzione di un mondo decaduto in seguito al peccato. Questo amore incomparabile e questo sacrificio infinito esigono la nostra ubbidienza totale, il nostro amore più santo, la nostra fede illimitata. Eppure queste virtù, anche se esercitate in tutta la loro perfezione, non possono essere confrontate con il grande sacrificio compiuto per noi. Ubbidienza senza riserve TT1 328 2 Dio richiede un'ubbidienza senza riserve alla sua legge, ma gli uomini sono addormentati e paralizzati dalle seduzioni di Satana che suggerisce delle scuse, dei sotterfugi e vince i loro scrupoli dicendo ciò che disse a Eva in Eden: "...No, non morrete affatto". Genesi 3:4. La disubbidienza non solo indurisce il cuore e la coscienza del colpevole, ma tende anche a corrompere la fede degli altri. Ciò che in un primo tempo sembra un grave errore, a poco a poco perde questa connotazione iniziale perché ci si abitua, avendolo continuamente sotto gli occhi, tanto che alla fine ci si chiede se si tratti davvero di peccato e, inconsapevolmente, si ricade nello stesso errore. TT1 328 3 Dio, tramite Samuele, ordinò a Saul di distruggere gli amalechiti e tutto ciò che possedevano. Saul ubbidì solo in parte: distrusse il bestiame meno bello e trattenne quello migliore, inoltre risparmiò la vita al re. Il giorno dopo, andando incontro a Samuele, gli disse: "...Benedetto sii tu dall'Eterno! Io ho eseguito l'ordine dell'Eterno". Il profeta, però, rispose subito: "...Che è dunque questo belar di pecore che mi giunge agli orecchi, e questo muggir di buoi che sento?" 1 Samuele 15:13, 14. TT1 328 4 Saul, confuso, cercò di sottrarsi alle sue responsabilità dicendo: "Son bestie menate dal paese degli Amalekiti; perché il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e de' buoi per farne de' sacrifizi all'Eterno, al tuo Dio; il resto, però, l'abbiam votato allo sterminio". 1 Samuele 15:15. Samuele, allora, rimproverò il re, ricordandogli l'ordine esplicito di Dio di distruggere tutto quello che apparteneva ad Amalek; sottolineò la trasgressione e dichiarò che aveva disubbidito al Signore. Il re, però, rifiutò di riconoscere il proprio errore e nuovamente si scusò dicendo che aveva riservato il bestiame migliore per offrire un sacrificio all'Eterno. TT1 328 5 Samuele, rattristato da questa insistenza del re che voleva a ogni costo rifiutare di riconoscere e confessare il proprio peccato, rispose: "...L'Eterno ha egli a grado gli olocausti e i sacrifizi come che si ubbidisca alla sua voce? Ecco, l'ubbidienza val meglio che il sacrifizio, e dare ascolto val meglio che il grasso dei montoni; poiché la ribellione è come il peccato della divinazione, e l'ostinatezza è come l'adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Giacché tu hai rigettata la parola dell'Eterno, anch'egli ti rigetta come re". 1 Samuele 15:22, 23. Il pericolo del ritardo TT1 329 1 Davanti al dovere non dovremmo esitare un solo istante. Il ritardo fa nascere i dubbi. L'incredulità si insinua nell'animo, il giudizio è falsato e l'intelletto è ottenebrato. Alla fine i rimproveri dello Spirito di Dio non raggiungono più il cuore, si diventa ciechi e si pensa che essi non ci riguardino e non si applichino affatto al nostro caso. TT1 329 2 Il prezioso tempo di grazia trascorre rapidamente e pochi si rendono conto che esso è stato accordato loro perché si preparino in vista dell'eternità. Queste ore preziose sono sprecate in piaceri mondani e peccaminosi; la legge di Dio è trascurata e dimenticata pur essendo i suoi statuti validi e impegnativi. Ogni trasgressione riceverà la sua punizione. L'amore per le ricchezze terrene porta alla profanazione del sabato, nonostante le prescrizioni relative a questo giorno santo non siano né abrogate né ridotte. Su questo punto il comandamento di Dio è chiaro e indiscutibile; egli ha proibito in modo perentorio di lavorare il settimo giorno perché lo ha santificato e lo ha consacrato a sé. TT1 329 3 Sono molti gli ostacoli che devono affrontare coloro che vorrebbero ubbidire ai comandamenti di Dio. Esistono influssi forti e sottili che li avvincono al mondo, ma la potenza di Dio può infrangere queste catene: egli rimuoverà ogni ostacolo davanti ai suoi fedeli oppure darà loro la forza e il coraggio di superare ogni difficoltà se essi chiederanno il suo aiuto. Tutti gli ostacoli svaniranno davanti al vivo desiderio e all'impegno costante per compiere la volontà di Dio a ogni costo, fosse pure a prezzo della vita. La luce del cielo dissiperà le tenebre di coloro che fra dubbi e difficoltà avanzano guardando verso Gesù, "capo e compitore" della loro fede. TT1 329 4 Un tempo Dio parlò agli uomini tramite i profeti e gli apostoli. Oggi parla loro mediante le Testimonianze del suo Spirito. Non c'è mai stata un'epoca in cui Dio abbia istruito il suo popolo con maggiore impegno di quanto faccia oggi per rivelare la sua volontà e per indicare la via da seguire. Quale profitto trarranno i credenti da questi insegnamenti? Accetteranno i suoi rimproveri? Ascolteranno i suoi avvertimenti? Dio non accetta un'ubbidienza parziale, non ammette nessun compromesso. ------------------------Capitolo 91: Critiche nei confronti di coloro che hanno delle responsabilità TT1 330 1 La chiesa soffre per la mancanza di collaboratori disinteressati. Se tutti coloro che di solito non riescono a resistere alla tentazione e sono troppo deboli per autocontrollarsi si allontanassero da..., in questa località si respirerebbe un'atmosfera spirituale più pura. Coloro che trascorrono il loro tempo a rilevare gli errori degli altri e si compiacciono di sottolineare le loro debolezze, ergendosi a veri e propri riformatori della chiesa, non contribuiscono ad aiutare coloro che li circondano, ma costituiscono un peso per la comunità di cui fanno parte. TT1 330 2 La chiesa non ha bisogno di collaboratori che propongano nuovi pesi da portare, ma di persone serie e impegnate; non ha bisogno di gente che vada a caccia di errori per demolire, ma di costruttori. Nell'opera di Dio sono indispensabili dei missionari che la difendano e siano forti come l'acciaio per salvaguardare l'onore di coloro a cui Dio ha affidato la responsabilità della sua opera; queste persone faranno tutto il possibile per sostenere la chiesa in tutti i suoi dipartimenti anche sacrificando i propri interessi e la propria vita, se necessario. Mi è stato mostrato che sono pochi coloro che sono motivati dalla verità e possono affrontare, quindi, il giudizio di Dio. Molti di coloro che hanno conosciuto il messaggio della verità non ne sono stati trasformati, non sono stati purificati dall'egoismo. Alcuni si sono recati a... con l'idea di contribuire al progresso dell'opera, come avevano fatto alcuni vecchi membri, ma molti dovranno rispondere a Dio del loro egoismo e della loro mancanza di consacrazione perché ne hanno impedito lo sviluppo. TT1 330 3 La religione non avrà nessun effetto positivo se coloro che pretendono di praticarla non sono coerenti con la loro professione di fede. Il Signore ha concesso al suo popolo a... una grande conoscenza, ma Satana agisce e concentra i suoi sforzi per intralciare lo sviluppo dell'opera di Dio servendosi di uomini e donne non convertiti ed egoisti. Li utilizza come sue sentinelle per sorvegliare i collaboratori di Dio fedeli, per criticare le loro parole, le loro azioni, le loro motivazioni, per replicare con condanne e lamentele ai loro rimproveri e avvertimenti. Satana in questo modo fa nascere il sospetto e la gelosia e cerca, così, di scoraggiare i fedeli, soddisfare i non credenti e distruggere l'opera dei figli di Dio. Gli effetti della critica TT1 331 1 Tramite i figli indisciplinati Satana ha influenzato, con il suo potere, la mente dei genitori. Molti genitori che osservano il sabato commettono dei peccati per trascuratezza. Satana usa la maldicenza e il pettegolezzo per seminare la discordia, dividere gli amici e indebolire la fede di tanti mettendo in dubbio la nostra posizione. Molti fratelli e sorelle sono pronti a parlare degli errori che essi pensano esistano negli altri e, soprattutto, in coloro che hanno la responsabilità di rivolgere messaggi di avvertimento e rimprovero da parte del Signore. TT1 331 2 I figli di coloro che si lamentano ascoltano con avidità e si nutrono, così, del veleno della critica. In questo modo i genitori chiudono ciecamente la via tramite la quale avrebbero potuto raggiungere il cuore dei propri figli. Quante famiglie condiscono i pasti quotidiani con il dubbio e il sospetto! Esse criticano il carattere dei propri amici e poi lo servono come una pietanza squisita. La maldicenza appare in tavola non solo nei commenti degli adulti, ma anche in quelli dei bambini. Dio viene disonorato. Infatti Gesù disse: "...In verità vi dico che in quanto l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". Matteo 25:40. Il Cristo è offeso da coloro che criticano i suoi collaboratori. TT1 331 3 Si è mancato di rispetto nei confronti dei collaboratori che Dio si è scelto e, in alcuni casi, sono stati oggetto di disprezzo da parte di coloro che avrebbero dovuto incoraggiarli. I figli hanno sentito le osservazioni irriguardose dei genitori sui solenni avvertimenti dei collaboratori di Dio; hanno ascoltato parole di scherno e il linguaggio denigratore che di tanto in tanto giungeva alle loro orecchie: è nata in loro la tendenza a mettere gli interessi sacri ed eterni sullo stesso piano delle banali questioni della vita. Questi genitori esercitano un influsso negativo seminando l'incredulità nel cuore dei figli, fin dalla loro più tenera età. Ecco perché essi diventano poco rispettosi e ribelli nei confronti dei rimproveri divini che condannano il peccato. TT1 331 4 In una situazione simile non può non verificarsi una vera decadenza spirituale. Questi padri e queste madri, accecati dal nemico, si stupiscono che i figli siano inclini all'incredulità e al dubbio. Si meravigliano che siano così refrattari all'influsso morale e religioso; se avessero un buon equilibrio spirituale si accorgerebbero subito che questa brutta situazione è la conseguenza del loro influsso domestico, della loro gelosia e della loro mancanza di fiducia. In questo modo, nelle cosiddette famiglie cristiane, l'incredulità si insinua nel cuore dei giovani. TT1 331 5 Molti provano un vero e proprio piacere nell'occuparsi dei difetti, veri o presunti, di chi ha delle grandi responsabilità relative alle istituzioni dell'opera di Dio; essi non prendono in considerazione il bene che è stato realizzato, i benefici che derivano dal duro lavoro e dalla scrupolosa devozione per l'opera di Dio e concentrano la loro attenzione su qualche errore apparente o sulle conseguenze di certe decisioni. Essi immaginano che avrebbero potuto far meglio e con migliori risultati, mentre in realtà avrebbero rifiutato di occuparsene a causa della precarietà della situazione, oppure avrebbero fatto peggio di coloro che hanno svolto l'opera secondo le vie tracciate dalla provvidenza di Dio. TT1 331 6 Questi incorreggibili pettegoli si soffermano sugli aspetti meno positivi dell'opera, come il lichene si abbarbica alle asperità della roccia. Queste persone si indeboliscono spiritualmente perché si occupano continuamente degli errori degli altri. Sono moralmente incapaci di riconoscere le azioni nobili e positive, le iniziative disinteressate, il vero eroismo, lo spirito di sacrificio. Nella loro vita non diventano più nobili ed elevate, più generose o di vedute più ampie, più lungimiranti nei loro progetti perché non sviluppano l'amore che dovrebbe, invece, caratterizzare la vita cristiana. Peggiorano giorno dopo giorno e diventano sempre più accecate dai loro pregiudizi e dai loro punti di vista. Si può dire che la grettezza è il loro elemento naturale e sono circondate da un'atmosfera meschina che distrugge la pace e la felicità. TT1 332 1 I cristiani devono fare attenzione alle loro parole e non devono mai prestare fede alle parole denigratorie di un amico nei confronti di un altro, soprattutto quando sanno che fra i due non c'è intesa. È crudele fare delle allusioni indirette o delle insinuazioni come se sapeste su quell'amico o su quel conoscente cose che altri ignorano. Queste insinuazioni portano lontano e determinano impressioni sempre più sfavorevoli; mentre tutto sarebbe diverso se i fatti venissero riferiti sinceramente, lealmente e senza esagerazioni. Quante conseguenze negative ha subìto la chiesa per simili atteggiamenti! Il comportamento incoerente dei suoi membri l'ha terribilmente indebolita. La fiducia è stata tradita da membri della stessa chiesa, eppure i colpevoli non pensavano affatto di arrecare un danno. È stata la mancanza di saggezza nella scelta degli argomenti di conversazione che ha provocato effetti così negativi. TT1 332 2 Si dovrebbe parlare di soggetti di carattere spirituale e sacro, mentre è avvenuto esattamente il contrario! Se l'amicizia fra cristiani servisse soprattutto per arricchire lo spirito e la mente non vi sarebbero rimpianti e ci si ricorderebbe della conversazione avuta con viva e profonda soddisfazione. Quando invece il tempo è sprecato in discorsi frivoli e vani, per criticare la vita e il carattere degli altri, l'amicizia sarà fonte di sofferenza e l'influsso esercitato risulterà negativo. -- Testimonies for the Church 2:186, 187 (1868). TT1 332 3 Non dobbiamo lasciarci dominare dalle nostre perplessità e dalle nostre delusioni diventando impazienti e scontrosi. Asteniamoci dallo spirito di contesa, dai cattivi pensieri e dalle critiche per non offendere Dio. Fratello mio, se tu apri la porta del tuo cuore all'invidia e al sospetto, lo Spirito Santo non potrà essere presente in te. Cerca la pienezza che è in Cristo, lavora secondo le sue direttive. Lascia che ogni tuo pensiero, ogni tua azione lo rivelino. Hai bisogno di un battesimo quotidiano di quell'amore che unì gli apostoli e li rese concordi. Questo amore darà salute al corpo, alla mente e allo spirito. Vivi in un'atmosfera che contribuisca a rafforzare la vita spirituale. Coltiva la fede, la speranza, il coraggio e l'amore affinché nel tuo cuore regni la pace di Dio. -- Testimonies for the Church 8:191 (1904). TT1 332 4 Il Signore vive e regna: presto apparirà nella sua maestà e scuoterà la terra. Oggi deve essere proclamato un messaggio speciale, un messaggio che squarcerà le tenebre spirituali, convincerà e convertirà gli uomini. "Affrettati, salva la tua vita!", questo è l'invito che deve essere rivolto a coloro che vivono nel peccato. Dobbiamo considerare seriamente i tempi in cui viviamo: non abbiamo neppure un momento da perdere nella critica e nell'accusa. Coloro che lo hanno fatto in passato si inginocchino e preghino: si renderanno conto di avere utilizzato le proprie parole e i propri piani al posto delle parole e dei piani di Dio. -- Testimonies for the Church 8:36 (1904). ------------------------Capitolo 92: La santità dei comandamenti di Dio TT1 334 1 Caro fratello K., nel gennaio del 1875 mi è stato rivelato che nella crescita spirituale della chiesa si presentano numerosi ostacoli e che lo Spirito di Dio è rattristato perché lo stile di vita di molti lascia a desiderare: la fede che professano non è in armonia con le loro opere. Il giorno di riposo non è santificato come si dovrebbe e ogni settimana Dio viene derubato con la trasgressione dei limiti del suo giorno santo: le ore che dovrebbero essere consacrate alla preghiera e alla meditazione sono dedicate a scopi puramente mondani. TT1 334 2 Dio ci ha dato i suoi comandamenti non soltanto perché crediamo in essi, ma perché li osserviamo. Dopo avere gettato le fondamenta della terra, Dio formò il mondo, lo fece bello e creò tutto ciò che poteva essere utile all'uomo, poi istituì il sabato, lo benedisse e lo santificò perché in esso si era riposato dalla meravigliosa opera creativa. Il sabato era stato fatto per l'uomo e l'Eterno vuole che egli si astenga dal lavoro in quel giorno, così come aveva fatto alla fine dei sei giorni della creazione. TT1 334 3 Coloro che rispettano i comandamenti, dopo aver compreso l'importanza del quarto comandamento del decalogo, vi si conformeranno senza discutere sull'opportunità di tale ubbidienza. L'Altissimo creò l'uomo alla propria immagine, gli diede un esempio osservando il settimo giorno che aveva santificato e stabilì che in esso l'uomo doveva rendergli il culto e astenersi da ogni attività temporale. Chiunque infrange il quarto comandamento, dopo essere stato messo al corrente del significato del sabato e delle esigenze ad esso collegate, non sarà considerato innocente agli occhi di Dio. TT1 334 4 Fratello K., lei conosce il pensiero di Dio relativo all'osservanza del sabato, però non agisce in armonia con la fede che professa ed esercita un influsso che favorisce l'incredulità perché lei trasgredisce la legge di Dio. Quando circostanze di carattere temporale la condizionano, lei viola il quarto comandamento senza nessun rimorso. L'osservanza della legge di Dio è per lei una semplice questione di convenienza, nel senso che lei ubbidisce o disubbidisce secondo le esigenze dei suoi affari e delle sue inclinazioni. Questo non significa onorare il sabato come istituzione divina: lei rattrista lo Spirito di Dio e disonora, in questo modo, il Redentore. Dio non accetta un'ubbidienza parziale TT1 334 5 La sua osservanza parziale del sabato non è accettata da Dio perché essa esercita sulla mente dei peccatori un effetto peggiore di quello che produrrebbe se lei affermasse di non essere affatto osservatore del sabato. Essi si rendono conto che la sua vita contraddice le sue convinzioni e perdono ogni fiducia nel cristianesimo. Il Signore sa ciò che dice e l'uomo non può trascurare i suoi comandamenti. L'esempio di Adamo ed Eva, in Eden, dovrebbe renderci sensibili e metterci in guardia contro qualsiasi trasgressione della legge divina. Il peccato dei nostri progenitori, nel prestare ascolto alle affermazioni pretestuose del nemico, fece penetrare nel mondo il male e il dolore e indusse il Figlio di Dio a lasciare il cielo per venire su questa terra a occupare un'umile posizione. Egli si sottomise alle offese, agli scherni e alla crocifissione per coloro che era venuto a salvare. La disubbidienza in Eden è costata un prezzo infinito! La Maestà del cielo si è sacrificata per salvare l'uomo! TT1 335 1 Dio non può tollerare la trasgressione della sua legge, come del resto non la tollerò il giorno in cui pronunciò la sentenza su Adamo. Il Salvatore del mondo protesta contro chi considera con superficialità il comandamento di Dio: "poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto". Matteo 5:18. La testimonianza della nostra vita è in favore o contro la verità. Se le sue opere sembrano giustificare il trasgressore nel suo peccato, se il suo influsso rende più agevole la violazione dei comandamenti di Dio, lei non è solo colpevole, ma è anche, in un certo senso, responsabile degli errori degli altri. TT1 335 2 Il quarto comandamento inizia con la parola "ricordati", perché l'uomo, preso dalle sue preoccupazioni e dai suoi dubbi, sarebbe stato tentato di scusarsi per non avere del tutto soddisfatto le esigenze della legge, oppure ne avrebbe dimenticato l'importanza. "Lavora sei giorni e fa' in essi ogni opera tua" (Esodo 20:9), cioè svolgi in essi le comuni attività della vita. Queste parole sono molto esplicite: non ci si può sbagliare. TT1 335 3 Fratello K., come può infrangere un comandamento così solenne e importante? Pensa forse che il Signore abbia fatto un'eccezione per lei e abbia promesso di scusare la sua disubbidienza il giorno in cui le nazioni si presenteranno davanti a lui per il giudizio? Il Signore ha forse dispensato proprio lei dall'osservare una legge che ha dato al mondo intero? Crede che le sue trasgressioni non vengano registrate nel libro dei ricordi? Fratello, non pensi neppure per un momento che il suo peccato non riceverà un giorno la meritata punizione! Le sue trasgressioni saranno punite perché lei ha ricevuto un messaggio chiaro, ma ha preferito fare il contrario. "Or quel servitore che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per compiere la volontà di lui, sarà battuto di molti colpi". Luca 12:47. TT1 335 4 Dio ha dato all'uomo sei giorni; in essi può compiere il suo lavoro e occuparsi dei propri interessi, ma il settimo è stato messo a parte, santificato: appartiene a Dio. Egli vuole che l'uomo, il sabato, si riposi dal lavoro, celebri il culto e migliori la propria condizione spirituale. Appropriarsi del giorno santificato dall'Eterno, usandolo per scopi prettamente egoistici, è un vero oltraggio. TT1 335 5 Cercare un compromesso con l'Onnipotente per occuparsi dei propri interessi, meschini e temporali, è la più grave forma di presunzione di cui possa macchiarsi un essere mortale. La violazione occasionale della legge, compiuta utilizzando il sabato per scopi secolari, è grave quanto rigettarla perché significa piegare i comandamenti di Dio alla propria convenienza. Dall'alto del Sinai la voce annunciò: "Io, l'Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso". Un'ubbidienza parziale, uno scarso interesse non sono graditi a colui che dichiara che gli errori dei padri saranno puniti sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che lo odiano, mentre userà misericordia per mille generazioni nei confronti di coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti. Derubare un vicino non è un fatto di scarsa importanza e chi lo fa ne porta le conseguenze; eppure c'è chi, pur condannando il furto, non si vergogna di derubare il Padre celeste del tempo che ha benedetto e santificato per scopi sacri. TT1 336 1 Mio caro fratello, le sue opere sono in disaccordo con la fede che lei professa e l'unica sua scusa è un meschino pretesto per interessi personali. I figli di Dio in passato sono stati chiamati a donare la loro vita in difesa della loro fede. Il suo comportamento, fratello, è in netto contrasto con quello dei martiri cristiani che patirono fame, sete, tortura e morte piuttosto che rinunciare alla loro religione o ai principi della verità. Fede e ubbidienza TT1 336 2 Sta scritto: "Che giova, fratelli miei, se uno dice d'aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo?" Giacomo 2:14. Ogni volta che lei lavora il sabato, praticamente rinnega la sua fede. Le Sacre Scritture ci insegnano che la fede senza le opere è morta e che la testimonianza di una vita proclama al mondo se una persona è coerente o meno con la fede che professa. Il suo comportamento sminuisce la legge di Dio agli occhi dei suoi amici non credenti e dice loro: "Voi potete ubbidire ai comandamenti, ma potete anche farne a meno. Io credo che la legge di Dio sia vincolante, ma il Signore non è così esigente da pretendere una stretta osservanza dei suoi precetti; quindi una trasgressione occasionale non sarà punita con severità". TT1 336 3 Molti, per scusare la violazione del sabato, citano il suo esempio: dicono che se un uomo rispettabile, che crede che il settimo giorno sia il sabato del Signore, può in quel giorno occuparsi di attività di carattere temporale quando le circostanze sembrano richiederlo, anch'essi possono fare altrettanto senza essere condannati. Nel giorno del giudizio molti si scuseranno dicendo che la loro disubbidienza era frutto del suo esempio. Questo non la scagionerà affatto e per lei rappresenterà anche una terribile condanna. TT1 336 4 Dio ha parlato e vuole che l'uomo ubbidisca. Egli non chiede se si tratta di qualcosa che all'uomo risulti conveniente o meno, perché il Signore della vita e della gloria non ha cercato né il proprio piacere né il proprio interesse quando ha rinunciato alla sua posizione ed è diventato un uomo provato dal dolore e dalle sofferenze, accettando la vergogna e la morte pur di liberare l'uomo dalle conseguenze della sua disubbidienza. Gesù morì non per salvare l'uomo nei suoi peccati, ma dai suoi peccati. L'uomo, perciò, deve abbandonare il proprio modo di vivere, seguire l'esempio del Cristo, prendere la sua croce, rinunciare all'io e ubbidire a Dio a ogni costo. TT1 336 5 Gesù ha detto: "Niuno può servire a due padroni; perché o odierà l'uno ed amerà l'altro, o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona". Matteo 6:24. Se siamo veri figli di Dio, non dovremmo avere nessun dubbio circa l'osservanza dei comandamenti dell'Eterno e non dovremmo affatto essere limitati dai nostri interessi personali. Se coloro che credono alla verità non sono sorretti dalla fede in questi tempi relativamente tranquilli, dove troveranno la forza quando sopraggiungerà la grande prova e sarà emanato il decreto contro tutti coloro che non adoreranno l'immagine della bestia e non prenderanno il suo marchio né sulla fronte né sulla mano? Questo momento drammatico è vicino. Il popolo di Dio, invece di mostrarsi debole e indeciso, deve acquisire costantemente nuove forze e rinnovato coraggio in vista del tempo di "distretta". TT1 337 1 Gesù, il nostro grande esempio, insegnò l'ubbidienza assoluta sia nella sua vita sia tramite la sua morte. Morì, giusto per gli ingiusti, innocente per i colpevoli, affinché l'onore della legge di Dio potesse essere salvaguardato e l'uomo fosse salvato. Il peccato è la trasgressione della legge. Se il peccato di Adamo ebbe come conseguenza il sacrificio del diletto Figlio di Dio, quale sarà il castigo di chi, pur conoscendo il messaggio della verità, infrange il quarto comandamento del Signore? Le circostanze non sono una scusa TT1 337 2 Le circostanze non giustificano chi lavora il sabato per realizzare un profitto temporale. Se Dio scusasse un uomo dovrebbe scusarli tutti. Perché, ad esempio, il fratello L., che è povero, non potrebbe lavorare il sabato per guadagnare il necessario per vivere e così sopperire più facilmente ai bisogni della sua famiglia? Perché altri fratelli non potrebbero farlo o perché non potremmo addirittura anche noi osservare il sabato solo quando ci conviene farlo? La voce del Sinai risponde: "Lavora sei giorni e fa' in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all'Eterno, ch'è l'Iddio tuo..." Esodo 20:9, 10. TT1 337 3 Gli errori dei credenti determinano una grande incertezza nella chiesa perché sono altrettante pietre di inciampo sul cammino dei peccatori e impediscono loro di comprendere il messaggio della verità. Fratello, Dio la invita a schierarsi dalla sua parte e a dimostrare con le sue opere che lei rispetta i comandamenti e osserva fedelmente il sabato. Egli la esorta ad avere una piena consapevolezza del suo dovere e ad essere fedele alle sue responsabilità. Ecco le solenni parole che le vengono rivolte: "Se tu trattieni il piè per non violare il sabato facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia, e venerabile ciò ch'è sacro all'Eterno, e se onori quel giorno anziché seguir le tue vie e fare i tuoi affari e discuter le tue cause, allora troverai la tua delizia nell'Eterno; io ti farò passare in cocchio sulle alture del paese, ti nutrirò della eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca dell'Eterno ha parlato". Isaia 58:13, 14. TT1 337 4 Come molti dei nostri fratelli, lei si sta schierando dalla parte dei trasgressori della legge di Dio, considera la realtà dal loro punto di vista e cade nei loro stessi errori. Dio punirà coloro che dicono di amarlo mentre in realtà servono Mammona. Chi disprezza l'invito esplicito del Signore e ricerca un vantaggio personale, attira su di sé gravi condanne future. La chiesa di... dovrebbe fare un profondo esame di coscienza per rendersi conto se per caso non abbia, come gli ebrei, reso il tempio di Dio un luogo di mercato. Il Cristo disse: "Egli è scritto: La mia casa sarà chiamata casa d'orazione; ma voi ne fate una spelonca di ladroni". Matteo 21:13. TT1 338 1 Sono molti coloro che commettono il peccato di sacrificare la propria religione per amore di un guadagno terreno, pur conservando l'apparenza della pietà e impegnando mente e cuore in occupazioni temporali. La legge di Dio deve occupare il primo posto, deve essere rispettata nello spirito e nella lettera. Se la parola di Dio, pronunciata con tanta solennità sulla santa montagna, viene presa alla leggera, come saranno accolte le Testimonianze del suo Spirito? Le menti tanto ottenebrate da non riconoscere l'autorità dei comandamenti del Signore, dati direttamente all'uomo, trarranno pochi benefici dal debole strumento che ha scelto per istruire il suo popolo. L'età non è una scusa TT1 338 2 L'età non dispensa dall'ubbidienza ai comandamenti divini. Abramo fu severamente provato in età avanzata. Le parole del Signore sembravano terribili e fuori luogo per quell'uomo così anziano, eppure egli non discusse, non esitò. Avrebbe potuto ricordargli che era vecchio, debole, che non poteva sacrificare il figlio, gioia e conforto della sua vita; avrebbe potuto dire al Signore che l'ordine era in contrasto con le promesse fatte in merito al figlio stesso. Ma Abramo aveva un'assoluta fiducia in Dio e ubbidì senza discutere. TT1 338 3 La fede di Abramo dovrebbe servirci come esempio. In realtà sono pochi coloro che sopportano con pazienza un semplice rimprovero riguardante dei peccati che mettono in pericolo la loro felicità eterna. Pochi accettano con umiltà la disapprovazione e ne traggono un beneficio. Ogni rivendicazione, da parte di Dio, dell'evidenza della nostra fede, del nostro servizio, dei nostri affetti deve suscitare una risposta pronta e spontanea, perché noi siamo eternamente debitori all'Eterno e dobbiamo, senza nessuna esitazione, adeguarci alle sue esigenze. Per essere un trasgressore dei comandamenti non occorre infrangere l'intero codice morale. Basta trascurare uno solo dei dieci comandamenti per violare tutta la legge. Quindi, se vogliamo esserne dei veri osservatori, dobbiamo rispettare scrupolosamente ogni ordine divino. Le costanti attenzioni di Dio TT1 338 4 Dio permise che suo Figlio fosse condannato a morte per subire la pena prevista per la trasgressione della legge. Come si comporterà nei confronti di coloro che davanti a questa prova osano disubbidire pur conoscendo la verità? L'uomo non ha nessun diritto di anteporre la propria convenienza, le proprie esigenze: Dio provvederà. Colui che nutrì Elia al torrente, servendosi dei corvi, non permetterà che i suoi fedeli siano privi del necessario. TT1 338 5 Il Salvatore chiese ai suoi discepoli, oppressi dalla povertà, perché fossero tanto preoccupati a proposito del cibo e degli abiti e disse: "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutrisce. Non siete voi assai più di loro?" Matteo 6:26. Poi, indicando i meravigliosi fiori creati da Dio, aggiunse: "E intorno al vestire, perché siete con ansietà solleciti? Considerate come crescono i gigli della campagna; essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Or se Iddio riveste in questa maniera l'erba de'campi che oggi è e domani è gettata nel forno, non vestirà Egli molto più voi, o gente di poca fede?" Matteo 6:28-30. TT1 339 1 Dov'è la fede del popolo di Dio? Perché i cristiani sono così increduli e hanno così poca fiducia in colui che provvede alle loro esigenze e li sostiene con la sua forza? Il Signore metterà alla prova la fede del suo popolo e invierà messaggi di rimprovero se gli avvertimenti non saranno presi in considerazione. Egli risveglierà coloro che sono vittime di una specie di letargìa mortale per richiamare al loro dovere tutti coloro che hanno trasgredito il patto che avevano contratto con lui. TT1 339 2 Fratello, il suo spirito deve essere vivificato e la sua fede deve crescere. Lei ha giustificato così a lungo la sua disubbidienza, con questo o quel pretesto, che la sua coscienza si è cauterizzata e non le rivela più i suoi errori. Per troppo tempo ha pensato ai suoi interessi personali nell'osservanza del sabato, e così il suo spirito è diventato insensibile. è responsabile della situazione perché ha scelto di mettersi in questa condizione. Ubbidisca subito ai comandamenti di Dio e abbia fiducia nell'Eterno. Non provochi la sua collera per non subire un duro castigo, ma ritorni a lui prima che sia troppo tardi e chieda perdono per gli errori commessi. Se lei si rivolgerà al Padre con umiltà, egli, che è ricco in misericordia, le accorderà la sua pace e la sua approvazione. ------------------------Capitolo 93: Prepararsi per il ritorno del Cristo TT1 340 1 Nell'ultima visione avuta a Battle Creek, durante la nostra assemblea generale, mi fu rivelato il pericolo che corriamo, come popolo, nel lasciarci modellare secondo la logica del mondo anziché secondo l'immagine del Cristo. Ora che siamo giunti sulla soglia dell'eternità, Satana cerca di insinuare l'idea che la fine dei tempi sia ancora lontana e tenta, in ogni modo possibile, quanti si dicono membri del popolo di Dio che osserva i comandamenti e attende il ritorno del Salvatore sulle nuvole del cielo con potenza e gran gloria. Il nemico cercherà di indurre il maggior numero di uomini a pensare che il giorno del giudizio sia molto lontano, a uniformarsi alle consuetudini del mondo e ad assumerne le abitudini. Sono rimasta proprio allarmata nel vedere come lo spirito che regna nel mondo domini il cuore e la mente di tanti che, pur affermando di accettare il messaggio della verità, sono vittime dell'egoismo, trascurano la vera onestà e non coltivano una vera spiritualità. TT1 340 2 L'angelo di Dio, indicando coloro che affermano di essere discepoli della verità, ripete con voce solenne: "Badate a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati da crapula, da ubriachezza e dalle ansiose sollecitudini di questa vita, e che quel giorno non vi venga addosso all'improvviso come un laccio; perché verrà sopra tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere, e di comparire dinanzi al Figliuol dell'uomo". Luca 21:34-36. TT1 340 3 Considerando che viviamo negli ultimi tempi dovremmo vegliare, pregare e non permettere di lasciarci distogliere dalla solenne opera di preparazione necessaria per il grande evento che ci attende. Poiché sembra che il tempo si prolunghi, molti sono diventati indifferenti alle parole che pronunciano e alle azioni che compiono; non si rendono conto del pericolo, non vedono e non capiscono che la misericordia di Dio prolunga il tempo di grazia per permettere agli uomini di formare il loro carattere per la futura vita immortale. Ogni momento è estremamente importante: il tempo è concesso non perché sia utilizzato nella ricerca delle comodità o per sistemarsi meglio su questa terra, ma per l'opera che consiste nel vincere ogni difetto di carattere e nell'aiutare gli altri, con l'esempio e con l'attività personale, a cogliere tutta la bellezza della santità. Dio ha sulla terra un popolo che con fede e con speranza nota gli sviluppi e gli adempimenti della profezia e cerca di purificarsi tramite l'ubbidienza alla verità per non essere trovato senza l'abito delle nozze quando il Cristo ritornerà. Le conseguenze del voler fissare una data TT1 341 1 Molti che si dicono avventisti hanno cercato di stabilire una data. Una dopo l'altra ne sono state fissate molte per il ritorno del Cristo. Tutte sono risultate sbagliate: il tempo esatto del ritorno del nostro Signore non è a conoscenza dei comuni mortali. Perfino gli angeli che assistono coloro che erediteranno la salvezza, lo ignorano: "Ma quant'è a quel giorno ed a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliuolo, ma il Padre solo". Matteo 24:36. Poiché le varie scadenze stabilite dagli uomini sono ormai passate, il mondo si trova in uno stato d'incredulità decisamente maggiore di prima circa la prossimità del ritorno del Cristo. Gli uomini considerano con disgusto questi tentativi di fissare una data e molti, delusi, si allontanano dalla chiara verità della Parola di Dio che afferma che la fine di ogni cosa è vicina. TT1 341 2 Quelli che, presuntuosi, predicono date precise fanno il gioco di Satana in quanto accrescono l'incredulità anziché sostenere il cristianesimo: presentano la Scrittura e, con una falsa interpretazione, indicano una serie di argomentazioni che sembrano, in apparenza, dar loro ragione. In realtà gli errori in cui cadono rivelano che essi sono dei falsi profeti e che non interpretano correttamente il linguaggio dell'ispirazione. La Parola di Dio è verità, ma gli uomini ne hanno stravolto il significato. Questi errori hanno danneggiato la reputazione del messaggio di Dio per questi ultimi tempi e gli avventisti sono stati derisi dai pastori di tutte le denominazioni. Comunque, i servitori di Dio non devono tacere: i segni profetizzati si stanno rapidamente adempiendo intorno a noi e questo dovrebbe indurre ogni vero discepolo del Cristo ad agire con zelo. TT1 341 3 Coloro che pensano di dover annunciare date precise per impressionare la gente, non agiscono in modo corretto.1 Certo le persone sono scosse e intimorite, ma le loro azioni non sono dettate da un principio. Si crea una forma di eccitazione, ma una volta passato il tempo stabilito, e ciò è accaduto varie volte, coloro che avevano agito solo in funzione della data, ricadono nella freddezza, nelle tenebre, nel peccato. In seguito è praticamente impossibile risvegliare la loro coscienza senza ricorrere a qualche altra forma di eccitazione. TT1 341 4 Ai tempi di Noè gli abitanti del mondo ridevano e si beffavano dei timori superstiziosi e dei pronostici pessimistici del messaggero di giustizia, che fu denunciato come un visionario, un fanatico, un allarmista. "E come avvenne a' giorni di Noè, così pure avverrà a' giorni del Figliuol dell'uomo". Luca 17:26. Oggi gli uomini rigettano il solenne messaggio di avvertimento come lo respinsero allora. Richiamandosi a falsi maestri che hanno fissato una data precisa, diranno di non avere maggiore fiducia nel nostro avvertimento di quanta ne abbiano nel loro. Questo è l'atteggiamento che attualmente regna nel mondo. L'incredulità è molto diffusa e la proclamazione del messaggio del ritorno del Cristo viene derisa ed è oggetto di scherno. È quindi indispensabile che coloro che credono nella verità per il nostro tempo mostrino la loro fede tramite le opere. Essi dovrebbero essere santificati dalla verità in cui dicono di credere, perché o sono "un odore di vita a vita o di morte a morte". TT1 342 1 Noè annunciò alla gente del suo tempo che Dio avrebbe concesso cento venti anni durante i quali ci sarebbe stata la possibilità di pentirsi dei propri peccati e rifugiarsi nell'arca, ma essi rifiutarono l'invito della grazia. Il tempo concesso era più che sufficiente non solo per pentirsi, ma anche per vincere le cattive abitudini e sviluppare dei caratteri nobili. Purtroppo l'inclinazione al male, sebbene dapprima totalmente debole in molti, andò a mano a mano sviluppandosi attraverso ripetute trasgressioni e determinò una sciagura irreparabile. TT1 342 2 L'avvertimento misericordioso di Dio fu respinto con scherno, con disprezzo e così gli uomini si ritrovarono circondati da fitte tenebre spirituali e seguirono ciecamente la via suggerita dai loro cuori corrotti. Ma la loro incredulità non impedì che l'evento minacciato si verificasse: esso sopraggiunse e l'ira di Dio si manifestò con una catastrofe generale. TT1 342 3 Le parole del Cristo devono penetrare nel cuore di tutti coloro che credono nella verità: "Badate a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati da crapula, da ubriachezza e dalle ansiose sollecitudini di questa vita, e che quel giorno non vi venga addosso all'improvviso come un laccio". Luca 21:34. Il Cristo stesso ci avverte del pericolo che ci minaccia: egli conosceva bene le difficoltà di questi ultimi tempi e desiderava che ci preparassimo per affrontarle: "E come avvenne a' giorni di Noè, così pure avverrà a' giorni del Figliuol dell'uomo". Si mangiava, si beveva, si piantava e si costruiva, si prendeva moglie e si andava a marito, "...fino al giorno che Noè entrò nell'arca, e venne il diluvio che li fece tutti perire". Luca 17:27. TT1 342 4 Il giorno del Signore troverà gli uomini occupati, come allora, dagli affari e dai piaceri del mondo, impegnati nelle feste, nel vizio e nell'uso nocivo di liquori e di tabacco. Questa è già la condizione attuale del mondo e questi elementi si ritrovano anche fra il sedicente popolo di Dio, di cui alcuni membri si attengono alle abitudini e condividono i peccati del mondo. Giuristi, meccanici, agricoltori, commercianti e perfino pastori, dall'alto del pulpito, gridano: "Pace e sicurezza", mentre la distruzione sta per abbattersi su di loro. Fede e diligenza TT1 342 5 La convinzione nel prossimo ritorno del Figlio dell'uomo sulle nuvole del cielo non renderà il vero cristiano né trascurato né negligente nelle questioni relative alla vita quotidiana; coloro che aspettano il ritorno del Cristo non saranno oziosi, ma impegnati nelle loro attività. Il loro lavoro non sarà svolto in modo superficiale o disonesto, ma con onestà, prontezza e scrupolo. TT1 342 6 Coloro che si vantano sostenendo l'idea che essere superficiali e poco affidabili nelle cose di questa vita sia la prova della loro spiritualità e della loro separazione dalle abitudini del mondo si sbagliano: la loro sincerità, fedeltà e integrità sono messe alla prova nelle realtà temporali. Se essi saranno fedeli nelle piccole cose lo saranno anche nelle grandi. TT1 343 1 Mi è stato rivelato che molti si sbagliano. Essi manifestano il loro vero carattere nelle attività temporali e disonestà e raggiri nei loro rapporti con i propri simili. Non si rendono conto che il loro futuro, la loro vita eterna, dipende dal modo in cui gestiscono le realtà di questa vita e che la massima onestà e coerenza sono indispensabili per la formazione di un carattere integro. La disonestà che regna anche fra noi è all'origine della tiepidezza di molti che sostengono di credere nella verità: essi non sono uniti al Cristo e ingannano se stessi. Mi dispiace dover affermare che fra gli osservatori del sabato c'è un'allarmante mancanza di onestà. Li si riconoscerà dai loro frutti TT1 343 2 La mia attenzione fu attratta dal sermone sul monte. Ecco l'esortazione del grande Maestro: "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge ed i profeti". Matteo 7:12. Questo ordine del Cristo è molto importante e deve essere seguito scrupolosamente. Quanti, nella propria vita, attuano il principio stabilito dal Signore e trattano gli altri esattamente come vorrebbero essere trattati in circostanze simili? è il lettore che deve rispondere! TT1 343 3 Secondo il Cristo un uomo onesto è colui che manifesta una vera integrità. Falsi pesi e false bilance, di cui molti si servono per privilegiare i propri interessi nel mondo, sono inammissibili agli occhi di Dio. Eppure molti di coloro che sostengono di osservare i comandamenti dell'Eterno, li utilizzano. La vita di un uomo rivelerà se è veramente unito al Signore e osserva la sua legge perché le sue azioni saranno in armonia con gli insegnamenti del Cristo. Egli non venderà il proprio onore per il guadagno perché i suoi principi hanno una base salda e il suo comportamento non è altro che l'espressione dei principi stessi. La sua integrità rifulgerà come l'oro in mezzo alle scorie e ai rifiuti del mondo. L'inganno, la falsità e l'infedeltà possono essere invisibili agli occhi degli uomini, ma non a quelli di Dio: i suoi angeli, che vegliano sullo sviluppo del carattere e ne valutano il valore morale, trascrivono nei registri del cielo anche le minime osservazioni che ne rivelano la vera natura. Se un uomo nelle sue attività quotidiane non è onesto e si dimostra trascurato nel suo lavoro, il mondo potrà giudicarlo valutando il suo ideale religioso in base alla sua prestazione nel campo degli affari. TT1 343 4 "Chi è fedele nelle cose minime, è pur fedele nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi". Luca 16:10. Non è l'importanza di un affare che lo rende onesto o disonesto. Un uomo si comporterà con Dio come si comporta con il prossimo: chi non è fedele con le ricchezze ingiuste non potrà mai sperare che gli vengano affidate le vere ricchezze. I figli di Dio non dovrebbero mai dimenticare che in ogni loro attività sono provati e pesati sulla bilancia del santuario. TT1 343 5 Il Cristo ha detto: "Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto, è tagliato e gettato nel fuoco. Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti". Matteo 7:18-20. Le azioni della vita di un uomo rappresentano i suoi frutti. Se è disonesto nelle realtà temporali, produrrà spine e triboli, sarà infedele anche nella vita religiosa e deruberà Dio nelle decime e nelle offerte. TT1 344 1 La Bibbia condanna drasticamente ogni forma di falsità, ogni cattiva azione, ogni disonestà. Essa stabilisce chiaramente ciò che è giusto e ciò che non lo è. Mi è stato mostrato che il popolo di Dio si è messo sul terreno del nemico: ha ceduto alle sue tentazioni ed è vittima delle sue insidie tanto che le percezioni morali si sono spaventosamente affievolite. Si pensa che una piccola deviazione dalla verità, una piccola variante alle esigenze divine, dopo tutto non sia poi così grave, quando implica un guadagno o una perdita. Ma il peccato è peccato, indipendentemente dal fatto che venga commesso da un milionario o da un mendicante. Chi accumula ricchezze con l'inganno condanna la propria anima: tutto quello che si realizza con l'inganno e con la disonestà diventerà una maledizione per chi si macchia di queste colpe. TT1 344 2 Adamo ed Eva subirono le tremende conseguenze della disubbidienza al preciso ordine di Dio. Può darsi che essi abbiano pensato: "Questo è un piccolo errore e non sarà mai preso in considerazione". Invece Dio ha valutato il fatto come se si trattasse di un male spaventoso e in tutti i tempi gli uomini hanno subito le conseguenze di questo errore iniziale; oggi, però, coloro che si dicono figli di Dio commettono errori peggiori. Quante falsità vengono sostenute e realizzate, nel commercio, da gente che afferma di appartenere al popolo di Dio! Tutto ciò rattrista profondamente l'Eterno e l'opera di Dio diventa oggetto di disprezzo. Il minimo allontanamento dalla verità e dall'onestà è una trasgressione della legge di Dio. Cedendo costantemente al peccato ci si abitua al male, ma non per questo la gravità dell'atto diminuisce. Dio ha stabilito dei principi immutabili che non può cambiare senza una modificazione della sua stessa natura. Se la sua Parola fosse studiata da tutti coloro che dicono di credere nella verità, non vi sarebbero persone spiritualmente deboli. Chi, in questa vita, disprezza le esigenze di Dio, se fosse ammesso in cielo non rispetterebbe la sua autorità neppure lassù. La Bibbia: una guida infallibile TT1 344 3 Ogni tipo di immoralità viene segnalata dalla Parola di Dio, che ne indica anche le conseguenze. L'indulgenza verso le passioni più basse ci viene presentata nel suo carattere più ripugnante. Nessuno, per quanto ottuso, è messo in condizione di sbagliare; però mi è stato mostrato che questo peccato è accarezzato da molti di coloro che affermano di rispettare tutti i comandamenti di Dio. Il Padre celeste giudicherà ogni uomo secondo la sua Parola. TT1 344 4 Cristo disse: "Voi investigate le Scritture, perché pensate aver per mezzo d'esse vita eterna, ed esse son quelle che rendon testimonianza di me". Giovanni 5:39. La Bibbia è una guida infallibile ed esige perfetta purezza di parola, di pensiero e di azione. Solo caratteri virtuosi e senza macchia potranno presentarsi davanti a un Dio puro e santo. La Parola di Dio, se studiata e attuata, guiderà i figli degli uomini come un tempo gli israeliti furono guidati di notte da una colonna di fuoco e di giorno da una colonna di nuvole. La Bibbia è la volontà di Dio trasmessa all'uomo ed è l'unico modello perfetto del carattere perché indica il dovere dell'uomo in ogni momento della vita. Molte sono le responsabilità che abbiamo in questa vita: trascurarle significa non solo soffrire, ma farne subire le conseguenze anche agli altri. TT1 345 1 Uomini e donne che affermano di rispettare la Bibbia e di seguirne gli insegnamenti da vari punti di vista non ne soddisfano le esigenze: nell'educazione dei figli assecondano la loro natura invece di attenersi alla volontà di Dio. Questa negligenza nel compiere il proprio dovere provoca la perdita di migliaia di uomini. La Bibbia stabilisce delle regole per la disciplina dei figli. Se le indicazioni divine fossero seguite dai genitori, avremmo oggi una generazione di giovani molto diversa. Purtroppo i genitori, pur dicendosi lettori e osservatori della Scrittura, agiscono in netto contrasto con i suoi insegnamenti. Noi udiamo il grido di tristezza e di angoscia di padri e madri che deplorano il comportamento dei figli e non si rendono conto che sono stati proprio loro a rovinarli non esternando l'affetto. Non si rendono conto della responsabilità affidata loro da Dio: educare i figli fin dalla più tenera età, secondo buone abitudini. TT1 345 2 Genitori, voi siete responsabili della vita spirituale dei vostri figli. Molti trascurano il proprio dovere durante la loro infanzia, pensando di mostrarsi molto attenti a reprimere i loro difetti e a educarli secondo sani principi quando saranno più grandi; mentre per realizzare quest'opera si deve iniziare quando i figli sono ancora molto piccoli. I genitori devono evitare i due estremi: accarezzare e vezzeggiare eccessivamente i figli o maltrattarli. I migliori risultati saranno determinati da un comportamento fermo, corretto e deciso. ------------------------Capitolo 94: Vivere in Cristo TT1 346 1 Il Cristo, istruendo i discepoli, disse loro: "Io sono la vera vite, e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, Egli lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo rimonda affinché ne dia di più". Giovanni 15:1, 2. Chi è unito al Cristo e riceve la linfa e la vita dal ceppo della vite compirà le opere di Gesù. Se non ha in lui l'amore del Maestro, significa che si è staccato dalla vite. La vera religione consiste nell'amare Dio al di sopra di tutto e il prossimo come noi stessi. Il Cristo chiede a coloro che si professano suoi discepoli: "Mi ami?" Se lo amate, amerete anche gli uomini per i quali il Cristo è morto. Un uomo può non avere un aspetto attraente ed essere inadeguato da vari punti di vista, ma se gode di una buona reputazione riuscirà a conquistare la fiducia di coloro che lo circondano. Il suo amore per la verità e il rispetto di cui si dimostra degno elimineranno o faranno dimenticare gli aspetti meno piacevoli del suo carattere. La pace del cuore e il favore di Dio derivano dalla disponibilità a rinunciare a se stessi per il bene degli altri e dalla certezza della propria vocazione. TT1 346 2 Coloro che seguono l'esempio del Salvatore che sacrificò tutto rifletteranno lo spirito del Cristo; la purezza e l'amore di Gesù si manifesteranno nella loro vita quotidiana e nel carattere, mentre la mansuetudine e la verità orienteranno i loro passi. Ogni tralcio che dà frutto sarà potato perché ne possa dare di più; però vi sono anche dei rami che, pur essendo fruttiferi, hanno troppe foglie e appaiono quello che in realtà non sono. I discepoli del Cristo, ad esempio, possono compiere qualche cosa per il Maestro, ma realizzare solo la metà di quanto potrebbero. Egli allora li pota nuovamente perché la mondanità, l'orgoglio e la soddisfazione dell'io minacciano di penetrare nella loro vita. Gli agricoltori recidono i tralci superflui delle viti, affinché gli altri portino più frutto. È necessario eliminare le cause che rendono sterili i tralci ed eliminare quelli inutili affinché i raggi del Sole di giustizia penetrino con il loro benefico influsso. TT1 347 3 Dio progettò che l'uomo caduto avesse, tramite il Cristo, una possibilità di riscattarsi. Molti però non comprendono l'obiettivo per il quale sono stati creati: essere fonte di benedizione per i loro simili e glorificare Dio, piuttosto che vivere in funzione di se stessi. Dio purifica costantemente il suo popolo, eliminando il superfluo, alleggerendo i rami perché portino frutti alla sua gloria e non soltanto foglie. Dio ci purifica tramite il dolore, le delusioni e le sofferenze affinché i lati negativi del carattere non si sviluppino e si rafforzino, invece, gli aspetti positivi. Si deve rinunciare agli idoli e la coscienza deve diventare più sensibile, si deve riflettere su soggetti legati alla vita spirituale e il carattere deve diventare equilibrato. Chi desidera realmente glorificare Dio sarà contento quando vengono segnalati i suoi idoli e i suoi peccati, perché così potrà liberarsene. Un uomo combattuto, invece, propenderà più per l'indulgenza nei confronti di se stesso che per la rinuncia. TT1 347 1 I rami, in apparenza sterili, sono parte della vite grazie all'unione con essa. Fibra su fibra, aderiscono alla vite fino a quando non ricevono vita e nutrimento dal ceppo: l'innesto fiorisce, sboccia e dà frutto. L'uomo, il cui spirito è morto a causa dei peccati, deve fare un'esperienza analoga per essere riconciliato con Dio e condividere la vita e la gioia del Cristo. Come l'innesto riceve forza dall'unione con la pianta, così il peccatore condivide la natura divina quando è unito al Cristo. Quando si raggiunge questa unione, le parole del Cristo rivivono in noi e ci sentiamo animati da sentimenti che non corrispondono a slanci istintivi, ma a principi saldi e viventi. Le parole di Dio vanno meditate, amate, conservate nel cuore e non ripetute semplicemente, in modo meccanico, senza che rimangano impresse nella memoria, senza che producano effetti sul cuore e sulla vita. TT1 347 2 Come il ramo deve restare unito alla vite per attingere da essa quella linfa che lo farà fiorire, così coloro che amano Dio e ne osservano i comandamenti devono vivere l'esperienza del suo amore. Senza il Cristo non possiamo vincere neppure un peccato, non possiamo resistere alla minima tentazione. Molti hanno bisogno dello Spirito del Cristo e della sua potenza per essere illuminati così come il cieco Bartimeo aveva bisogno della vista. "Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppur voi, se non dimorate in me". Giovanni 15:4. Chi è veramente unito al Cristo sperimenterà questa unione e i benefici che da essa derivano: accettato dal Padre tramite il Figlio, diventa oggetto della sua affettuosa attenzione. Questa unione con il Cristo porta alla purificazione del cuore, a una vita giusta, a un carattere equilibrato. Il frutto che nasce sull'albero cristiano si chiama: "...amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza". Galati 5:22. ------------------------Capitolo 95: Una lezione di umiltà TT1 348 1 Gesù, l'amato Salvatore, ha trasmesso a tutti lezioni di umiltà, ma in modo particolare ai pastori. Nella sua umiliazione, quando stava per concludersi la sua opera terrena e stava per tornare al Padre, nella sua potenza e gloria, impartì ai discepoli una lezione sull'importanza dell'umiltà. Mentre essi discutevano fra loro per stabilire chi dovesse essere il maggiore nel regno promesso, Gesù prese un asciugamano, come un servo, e lavò i piedi di coloro che lo chiamavano Signore e Maestro. TT1 348 2 La sua opera era quasi compiuta: doveva trasmettere ancora alcuni insegnamenti. Affinché gli apostoli non dimenticassero mai l'umiltà del puro e immacolato Agnello di Dio, colui che si offriva in sacrificio per l'uomo decaduto si umiliò per lavare loro i piedi. Farà del bene a tutti, farà del bene a voi pastori rileggere spesso il racconto delle scene conclusive della vita del nostro Redentore. Provati come lui da varie tentazioni, noi tutti possiamo trarne insegnamenti della massima importanza. TT1 348 3 Sarebbe un'ottima cosa trascorrere ogni giorno un'ora di meditazione sulla vita del Cristo, da Betlemme al Golgota. Dobbiamo rivederla punto per punto e lasciare che la nostra immaginazione ne afferri ogni scena e si soffermi, in particolare, su quelle conclusive della sua vita terrena. Così, contemplando i suoi insegnamenti, le sue sofferenze e il suo sacrificio infinito, compiuto per redimere l'umanità, possiamo rafforzare la nostra fede, ravvivare il nostro amore ed essere più profondamente compenetrati dallo Spirito che sostenne il nostro Salvatore. TT1 348 4 Se vogliamo essere salvati dobbiamo imparare che cos'è il pentimento e la fede ai piedi della croce. Il Cristo si umiliò per sottrarci alla distruzione eterna e accettò di subire scherno, insulti e violenze per proteggerci. Sono state le nostre trasgressioni che hanno intessuto un fitto velo di tenebre intorno al suo spirito e che gli hanno strappato quel grido. Egli si sentiva abbandonato da Dio. Sopportò le nostre sofferenze, fu colpito a causa dei nostri peccati, si offrì come vittima espiatoria perché potessimo essere giustificati, davanti a Dio, grazie a lui. Tutto ciò che di nobile e di generoso esiste nell'uomo si risveglierà nella contemplazione del Cristo sulla croce. TT1 348 5 Desidero vedere i nostri pastori soffermarsi di più sull'esperienza della croce del Cristo: i loro cuori saranno commossi e conquistati dall'incomparabile amore che spinse Gesù al sacrificio infinito. Se, in rapporto con il messaggio della salvezza, i nostri pastori si soffermassero maggiormente sull'importanza di una religiosità pratica, parlando con il cuore pervaso dallo spirito della verità, vedremmo un maggior numero di uomini schierarsi dalla parte della salvezza; i loro cuori sarebbero conquistati alla croce del Cristo, dall'infinita generosità e misericordia del Figlio di Dio che ha sofferto per l'uomo. Questi argomenti di vitale importanza, in rapporto con le dottrine della nostra fede, potrebbero esercitare effetti positivi sulle persone, ma è necessario che chi insegna sperimenti l'amore del Cristo. TT1 349 1 La grande esperienza della croce convincerà di peccato. Il grande amore di Dio per i peccatori, espresso nel dono del Figlio che ha sopportato l'infamia e la morte per riscattarli affinché ottenessero la vita eterna, deve essere oggetto di studio per tutta la vita. Io vi invito a studiare nuovamente l'esperienza della croce del Cristo. Se tutti gli orgogliosi e i superbi, che cercano l'approvazione umana o particolari onori da parte dei loro simili, confrontassero il valore della più eccelsa gloria terrena con il valore del Figlio di Dio, disprezzato e maltrattato proprio da coloro che veniva a redimere, come apparirebbero insignificanti tutti gli onori che l'uomo, così limitato, può offrire! TT1 349 2 La Parola di Dio stabilisce chiari doveri, la cui osservanza manterrà il popolo di Dio umile e lontano dal mondo e dall'apostasia. è necessario partecipare più spesso alla lavanda dei piedi e alla Santa Cena. Gesù ci ha dato un esempio e ci ha detto di fare ciò che egli stesso ha fatto. Io vidi che il suo esempio deve essere seguito fedelmente; ma i fratelli e le sorelle non si sono sempre comportati come avrebbero dovuto durante la lavanda dei piedi e ne è derivata una certa confusione. Questa cerimonia deve essere introdotta nelle nuove località con attenzione e saggezza, soprattutto in quei luoghi in cui la gente non ha una certa conoscenza dell'esempio e dell'insegnamento del Cristo su questo punto e ha dei pregiudizi nei nostri confronti. Molte persone oneste, in seguito all'influsso di uomini di cui avevano una grande fiducia, hanno seri pregiudizi nei confronti di questo esplicito dovere ed è quindi necessario che questo soggetto venga presentato loro a tempo debito e nel modo dovuto.1 -- Early Writings, 116, 117 (1854). ------------------------Capitolo 96: Il giudizio TT1 350 1 Verso le due del mattino del 23 ottobre 1879 lo Spirito del Signore mi mostrò il quadro degli avvenimenti del giudizio futuro. Non trovo le parole per trasmettere una descrizione esatta delle scene che vidi e dell'effetto che esse produssero su di me. TT1 350 2 Sembrava fosse giunto il giorno del giudizio di Dio. Una grande folla era riunita di fronte a un trono su cui era seduto un essere dall'aspetto maestoso. Vari libri stavano davanti a lui; sui frontespizi era scritto, con lettere d'oro sfavillanti: "Libro del Cielo". Uno di questi libri fu aperto: conteneva i nomi di coloro che dicono di credere nella verità. Improvvisamente persi di vista gli innumerevoli milioni di esseri riuniti intorno al trono perché la mia attenzione fu attratta da coloro che si erano dichiarati figli della luce e della verità. Mentre venivano letti i loro nomi e venivano ricordate le loro buone azioni, i loro volti si illuminavano di una gioia santa che si rifletteva in ogni direzione, ma tutto ciò non produsse su di me una grande impressione. TT1 350 3 Fu aperto un altro libro in cui figurava l'elenco dei peccati di coloro che professavano di credere nella verità. Sotto il titolo generale di "Egoismo" venivano elencati molti altri peccati. Ogni colonna aveva un titolo e sotto, in corrispondenza di ogni nome scritto nel libro, erano ricordate le varie colpe commesse. TT1 350 4 Sotto il titolo "Avidità" c'erano l'ipocrisia, il furto, l'inganno, la frode, l'avarizia; sotto l'Ambizione" figuravano l'orgoglio e la stravaganza; la "Gelosia" precedeva la malizia, l'invidia e l'odio; l'Intemperanza" apriva un lungo elenco di crimini come la fornicazione, l'adulterio, l'indulgenza per le passioni e così via. Nel vedere queste cose provai un'angoscia inesprimibile e gridai: "Chi può essere salvato? Chi può essere giusto davanti a Dio? Quali abiti possono essere senza macchia? Chi può apparire senza colpa agli occhi di un Dio santo e puro?" TT1 350 5 Mentre il Santo che sedeva sul trono sfogliava lentamente le pagine del libro, i suoi occhi si fissarono per un attimo sui presenti: sembrava che il suo sguardo penetrasse fino nell'intimo dell'animo e mettesse a nudo parole e azioni affinché passassero davanti agli occhi dei presenti come se fossero scritte con lettere di fuoco. Tutti furono scossi da un tremito, i loro volti impallidirono. Mentre in un primo tempo si ostentava, da parte di tutti, una certa indifferenza, successivamente si manifestò un totale cambiamento. Svanito il senso di sicurezza, subentrò negli animi uno sgomento indicibile: erano terrorizzati dalla preoccupazione di trovarsi fra coloro che erano stati dichiarati mancanti. Ogni occhio fissò colui che sedeva sul trono e mentre i suoi occhi fissavano la folla, i cuori cominciarono a battere: ciascuno si sentiva condannato senza che fosse stata pronunciata una sola parola. Con angoscia ognuno riconobbe la propria colpa e vide con chiarezza che, peccando, aveva respinto il dono prezioso della vita eterna. Collaboratori inutili TT1 351 1 Una certa categoria di persone furono definite collaboratori inutili. Quando gli occhi penetranti del Giudice si posarono su di loro, vennero rivelati i peccati di negligenza commessi. Con labbra livide e tremanti confessarono di aver tradito la fiducia che era stata riposta in loro: avevano ricevuto avvertimenti e goduto privilegi, ma avevano trascurato i primi e apprezzato poco i secondi. Ora si accorgevano di aver abusato troppo della misericordia di Dio. è vero che non dovevano confessare gravi peccati, ma erano stati maledetti come il fico sterile perché non avevano prodotto dei frutti e non avevano utilizzato i talenti loro affidati. TT1 351 2 Queste persone avevano concesso all'io il posto supremo e si erano impegnate unicamente per scopi egoistici. Non erano ricche agli occhi di Dio perché non avevano risposto positivamente alle sue aspettative. Si definivano suoi servitori, ma non avevano condotto altri uomini al Signore. Se l'opera di Dio avesse dovuto contare sul loro impegno, essa avrebbe languito perché, oltre ad aver trattenuto i beni loro affidati, non avevano donato se stessi. Ora, però, potevano rendersi conto che, avendo occupato irresponsabilmente una posizione nell'opera di Dio, si erano messi dalla parte dei condannati. Essi avevano avuto l'opportunità di agire, ma non hanno voluto fare il lavoro che avrebbero potuto e dovuto svolgere. TT1 351 3 Vennero pronunciati i nomi di tutti coloro che professavano di credere nella verità. Alcuni furono rimproverati per la loro incredulità, o per essere stati dei collaboratori pigri: avevano lasciato che altri lavorassero nella vigna del Maestro e portassero le maggiori responsabilità, mentre essi si occupavano egoisticamente dei propri interessi terreni. Se avessero coltivato le qualità che Dio aveva loro concesso avrebbero potuto essere collaboratori degni di fiducia e si sarebbero impegnati per gli interessi del Maestro. Il Giudice disse: "Tutti saranno giustificati per la loro fede e giudicati secondo le loro opere". Come risultò chiara la loro negligenza e saggia la decisione di Dio che consisteva nel dare a ogni uomo un'opera da svolgere in vista del suo sviluppo e della salvezza degli uomini! Ognuno doveva manifestare, nella propria famiglia e nel vicinato, una fede viva, dimostrandosi cortese con il povero, pieno di simpatia per l'afflitto, zelante nell'attività missionaria, sostenitore, con i propri mezzi, dell'opera di Dio. Furono colpiti dalla maledizione di Dio, come nel caso di Meroz, per quello che non avevano fatto, preferendo un'attività che avrebbe assicurato loro il massimo profitto in questa vita; accanto ai loro nomi, nel registro delle buone opere, c'era un vuoto desolante. "Trovati mancanti" TT1 352 1 Furono rivolte loro parole molto solenni: "Siete stati pesati sulla bilancia e trovati mancanti. Avete trascurato le vostre responsabilità spirituali perché siete stati troppo assorbiti dalle continue attività temporali, mentre la vostra posizione esigeva che manifestaste una sapienza e una perspicacia più che umane. Ne avevate bisogno anche per compiere il vostro lavoro ordinario. Quando, per seguire i vostri affari, vi siete distaccati da Dio e dalla sua gloria, vi siete sottratti alle sue benedizioni". TT1 352 2 Poi venne rivolta loro questa domanda: "Perché non avete lavato "le vostre vesti nel sangue dell'Agnello" per imbiancarle? Dio ha inviato suo Figlio nel mondo non per condannarlo, ma per salvarlo. Il mio amore per voi ha manifestato un'abnegazione maggiore di quella di una madre per il proprio figlio. Per cancellare i vostri peccati e porgervi il calice della salvezza, ho accettato la morte della croce portando su di me il peso e la maledizione della vostra colpevolezza. Ho sopportato l'angoscia della morte, gli orrori delle tenebre della tomba, per vincere colui che aveva il potere della morte; ho infranto le barriere del carcere e vi ho spalancato la porta della vita. Mi sono sottomesso all'infamia e all'agonia perché vi amavo di un amore infinito e desideravo ricondurre le mie pecore erranti e smarrite al paradiso di Dio, all'albero della vita. Invece di soffrire come il vostro Maestro vi siete sottratti alla vergogna, al disprezzo e all'infamia. Non avete considerato i privilegi che ho voluto assicurarvi sacrificando la mia stessa vita. Siccome non avete condiviso le sofferenze del Cristo, non potrete neppure partecipare alla sua gloria". Furono poi pronunciate le parole: "Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; chi è contaminato si contamini ancora; e chi è giuto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora". Apocalisse 22:11. Il libro allora fu chiuso e colui che sedeva sul trono si tolse il mantello rivelando l'immensa gloria del Figlio di Dio. TT1 352 3 La scena scomparve e io mi trovai nuovamente sulla terra, infinitamente grata che il giorno di Dio non fosse ancora giunto e che il prezioso tempo di grazia fosse stato ancora prolungato per permetterci di prepararci in vista dell'eternità. TT1 352 4 Ogni ora della nostra vita passa davanti a Dio e viene registrata come fedeltà o infedeltà. Il ricordo dei momenti sprecati e delle opportunità non sfruttate si affaccerà alla nostra mente quando si realizzerà il giudizio e saranno aperti i libri: ognuno, allora, sarà giudicato secondo ciò che sarà stato scritto. L'egoismo, l'invidia, l'orgoglio, la gelosia, l'ozio e ogni altro peccato accarezzato nel cuore ci impediranno di entrare in cielo. "Non sapete voi che se vi date a uno come servi per ubbidirgli, siete servi di colui a cui ubbidite...?" Romani 6:16. -- Testimonies for the Church 4:453 (1880). ------------------------Capitolo 97: Ambasciatori del Cristo TT1 353 1 Gli ambasciatori del Cristo hanno un'opera solenne e importante da compiere, ma alcuni non l'hanno considerata come un impegno serio. Il Cristo è sacerdote del santuario celeste e, tramite coloro che ha delegato, lo è anche della sua chiesa sulla terra. Egli parla al mondo grazie a uomini che si è scelto e guida la sua opera come nei giorni della sua umiliazione, quando si trovava fra gli uomini. Sono passati i secoli, ma non è affatto cambiata la promessa fatta ai discepoli: "...Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente". Matteo 28:20. Dall'ascensione del Cristo fino ai nostri giorni, uomini scelti da Dio, che attingono da lui la loro autorità, sono diventati messaggeri della verità. Gesù, il vero Pastore, dirige quest'opera servendosi dei suoi collaboratori, che hanno un ruolo molto importante perché trasmettono la sua Parola e la sua dottrina nel nome del Cristo ed esortano gli uomini a riconciliarsi con Dio. TT1 353 2 Le persone non dovrebbero considerare i pastori come semplici oratori, ma come ambasciatori del Cristo che traggono saggezza e forza dal grande Capo della chiesa. Trascurare o disprezzare la parola pronunciata dai rappresentanti del Maestro non significa solo rivelare mancanza di rispetto nei confronti dell'uomo, ma anche del Maestro che lo ha inviato. L'uomo rappresenta il Cristo e quindi tramite la sua voce si dovrebbe udire quella del Salvatore. Predicare il Cristo TT1 353 3 Alcuni pastori hanno commesso un grande errore nel pronunciare discorsi puramente polemici. Molti ascoltano la teoria della verità e sono impressionati dalle prove enunciate; se una parte del discorso presenta il Cristo come Salvatore del mondo, il seme sparso germoglierà e darà frutto alla gloria di Dio. Molti discorsi, però, non presentano la croce del Cristo. Per alcuni, forse, l'ultimo sermone della loro vita è stato predicato con toni polemici. Essi non avranno mai più l'opportunità di ascoltare il messaggio della verità e di farne un'applicazione pratica: quest'occasione unica è persa per sempre. Se il Cristo e il suo amore che redime fossero stati presentati con forza e messi in relazione con il messaggio della verità, essi si sarebbero schierati al fianco del Maestro. TT1 353 4 Vi sono sempre più persone desiderose di sapere come rivolgersi al Cristo. Molti ascoltano sermoni pronunciati dal pulpito e poi tornano a casa senza aver capito come trovare Gesù e la pace a cui anelano. I pastori che proclamano l'ultimo messaggio di misericordia al mondo ricordino che si deve esaltare Gesù come unico punto di riferimento per il peccatore. Molti pastori non ritengono necessario predicare il pentimento e la fede con un cuore pervaso dall'amore di Dio; essi suppongono che i loro uditori conoscano molto bene il Vangelo e quindi sia necessario presentare argomenti diversi per richiamare la loro attenzione. TT1 354 1 Se gli uditori manifestano interesse ritengono di avere avuto successo. Invece è opportuno ricordare che la gente non conosce il piano della salvezza e ha bisogno di maggiori informazioni su questo punto importantissimo. TT1 354 2 Coloro che si riuniscono per ascoltare la spiegazione della verità dovrebbero aspettarsi di trarne profitto come Cornelio e i suoi amici: "Perciò, in quell'istante io [lo] mandai da te, e tu hai fatto bene a venire; ora dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono state comandate dal Signore". Atti 10:33. TT1 354 3 I discorsi teorici sono indispensabili perché tutti possano conoscere le dottrine e vedere la concatenazione dei vari aspetti della verità nella sua perfetta unità. Nessun discorso deve essere pronunciato senza presentare il Cristo crocifisso come fondamento del Vangelo, facendo un'applicazione pratica delle verità annunciate e imprimendo nella mente delle persone che la dottrina del Cristo non implica un sì e un no, ma un sì e un amen. TT1 354 4 Una volta esposta la teoria della verità, segue la parte più difficile dell'opera. Le persone non devono essere lasciate prive di istruzioni sulle verità pratiche relative alla loro vita di tutti i giorni, ma devono rendersi conto che sono dei peccatori e che hanno bisogno di convertirsi a Dio. Quello che il Cristo disse, ciò che insegnò deve essere presentato nel modo più incisivo. TT1 354 5 L'opera del pastore è appena iniziata quando viene presentata la verità. Il Cristo è il nostro Mediatore e officia come Sommo Sacerdote in presenza del Padre. Egli fu presentato a Giovanni come un Agnello che era stato immolato, nell'atto di versare il proprio sangue per il peccatore. TT1 354 6 Quando si presenta la legge di Dio, che rivela all'uomo la gravità dei suoi peccati, si deve indicare anche l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo e insegnare il pentimento e la fede nel Signore Gesù Cristo. In questo modo l'opera del rappresentante del Cristo risulterà in armonia con quella che si svolge nel santuario celeste. Insegnare la religione pratica TT1 354 7 I pastori raggiungerebbero un maggior numero di persone se si soffermassero di più sulla religione pratica. Spesso, quando ci si impegna per diffondere il messaggio della verità in nuove zone, si fanno soprattutto discorsi teorici. Le persone sono turbate; si rendono conto della potenza della verità e desiderano trovare dei veri punti di riferimento. È il momento giusto per far comprendere loro quanto sia urgente che la religione del Cristo penetri nei loro cuori. Spesso, invece, il ciclo delle conferenze si conclude senza che sia stata svolta quell'opera di cui le persone hanno bisogno. Si può dire, in questo caso, che l'impegno è stato simile all'offerta di Caino: mancava il sangue propiziatorio per renderla accettevole. Caino aveva fatto bene a presentare un'offerta, però aveva trascurato proprio l'elemento che poteva darle valore: il sangue della propiziazione. TT1 355 1 È triste ammettere che la ragione per la quale molti insistono tanto sulla teoria e poco sulla pratica è che il Cristo non vive nei loro cuori: non hanno una vera comunione con Dio. TT1 355 2 Molti uomini, convinti dall'evidenza, accettano la verità senza essere convertiti. Se si fosse parlato di una religiosità pratica in rapporto alla dottrina, gli uditori si sarebbero resi conto della perfetta armonia delle verità bibliche, avrebbero amato colui che ne è l'autore e sarebbero stati santificati dalla loro ubbidienza. TT1 355 3 L'opera del pastore non è compiuta finché non è riuscito a convincere gli ascoltatori della necessità di un cambiamento del carattere, in armonia con i puri principi della verità che essi hanno accettato. TT1 355 4 Si deve temere una religione prettamente formalista in cui non si percepisce la presenza del Salvatore. Il Cristo pronunciò discorsi chiari, diretti, penetranti e concreti; i suoi ambasciatori devono seguirne l'esempio in ogni loro discorso. Il Cristo era uno con il Padre; egli accettò con gioia tutte le richeste dell'Eterno, egli aveva lo spirito di Dio. Il Redentore fu un modello perfetto: Yahweh si era manifestato in lui. Il cielo aveva rivestito l'umanità che era nascosta nell'amore infinito. TT1 355 5 Se i pastori volessero sedersi umilmente ai piedi di Gesù, avrebbero un'idea corretta del carattere di Dio e sarebbero in grado di comunicare agli altri i suoi messaggi. Alcuni entrano nel ministero pastorale senza provare un amore profondo per il Signore o per il prossimo. Nella vita di queste persone si manifesteranno l'egoismo e l'indulgenza nei confronti di se stessi; queste sentinelle infedeli si occupano di se stesse invece di nutrire il gregge e assolvere i propri doveri di pastore e "il popolo muore per mancanza di conoscenza". Appelli ferventi TT1 355 6 In ogni discorso si devono rivolgere appelli ferventi affinché le persone rinuncino ai loro peccati e si rivolgano al Cristo. I peccati comuni e le tentazioni dei nostri giorni devono essere condannati, mentre si dovrebbe sottolineare sempre più la religione pratica. TT1 355 7 Il pastore deve essere veramente consacrato e le parole che pronuncia devono scaturire dal cuore e trasmettere un vivo interesse per gli uomini e le donne per i quali Gesù è morto. Il Maestro ha detto: "...lo zelo della tua casa mi ha roso..." Salmi 69:9. Lo stesso suo fervore dovrebbe essere manifestato dai suoi rappresentanti. TT1 355 8 Un sacrificio di valore inestimabile è stato realizzato in favore dell'uomo, ma risulterà inutile per tutti coloro che non accettano la salvezza. È importante, quindi, che chi presenta la verità senta tutto il peso della sua responsabilità! Sapendo a quale prezzo è stato valutato dal Salvatore del mondo, quale tenerezza, quale pietà e quale cortesia dovrebbe avere per gli uomini! TT1 355 9 Il Cristo chiede: "Qual è mai il servitore fedele e prudente che il padrone abbia costituito sui domestici..." Matteo 24:45. Qual è? Ogni collaboratore del Vangelo si ponga questa domanda. Considerando le solenni verità e l'esperienza del servitore fedele e avveduto, deve sentirsi profondamente scosso. Mettere in pratica la parola TT1 356 1 Ogni uomo ha ricevuto un compito e non vi sono eccezioni. Ognuno deve svolgerlo secondo le proprie capacità. Chi proclama la verità deve conoscere le capacità di tutti coloro che accettano il messaggio per istruirli e guidarli, passo dopo passo, affinché si rendano conto delle loro grandi responsabilità: adempiere l'opera che Dio ha assegnato loro. Devono sempre ricordarsi che nessuno potrà resistere alla tentazione, corrispondere alle aspettative di Dio e vivere la vita cristiana senza accettare il proprio incarico, piccolo o grande che sia, e compierlo con coscienziosa fedeltà. Oltre ad andare in chiesa per ascoltare la Parola di Dio, è necessario mettere in pratica la verità udita e attuarne i principi nella vita di ogni giorno. I collaboratori del Cristo devono lavorare costantemente per il Maestro, non per motivi egoistici, ma alla gloria di colui che fece qualsiasi sacrificio per sottrarli alla rovina. TT1 356 2 I pastori devono convincere coloro che accettano la verità della necessità urgente di godere della presenza del Cristo per poter attingere da lui quella grazia e quella saggezza tanto necessarie per l'educazione dei figli. In quest'opera il pastore deve manifestare tutta la gentilezza e la delicatezza possibili: egli deve sempre ricordare che sono uomini e donne potenziali, che sono i membri più giovani della famiglia di Dio. I figli, se ben educati e soggetti a una corretta disciplina, possono essere molto vicini e cari al Maestro e servirlo fin dalla più tenera età. Il Cristo è rattristato da ogni parola aspra, severa e sconsiderata rivolta a questi piccoli. I loro diritti non sempre vengono rispettati e così i bambini sono spesso trattati come se non avessero un proprio carattere che, se non viene sviluppato in modo adeguato, li indurrà ad allontanarsi da Dio ed essi non realizzeranno il piano che egli aveva scelto per loro. TT1 356 3 Fin da bambino, Timoteo conosceva le Scritture; questa sua conoscenza lo preservò dagli influssi negativi che lo circondavano e dalla tentazione di anteporre al dovere il piacere e le soddisfazioni egoistiche. Una simile salvaguardia è necessaria per i nostri figli e deve rappresentare una parte dell'opera dei genitori e degli ambasciatori del Cristo; è importante impegnarsi perché essi siano adeguatamente istruiti nella Parola di Dio. Perfezione in Cristo TT1 356 4 Se il pastore desidera ricevere l'approvazione del Signore, deve lavorare fedelmente per presentare ogni uomo perfetto in Cristo. Non deve mai dare l'impressione, nel suo modo di agire e di lavorare, che in fondo abbia ben poca importanza se gli uomini accettano o meno la verità, se praticano o meno la vera pietà. Anzi la fedeltà e lo spirito di rinuncia, nella sua vita, dovrebbero essere tali da convincere il peccatore che sono in gioco interessi eterni, che la sua vita spirituale è in pericolo se egli non si adegua al lavoro intenso svolto in suo favore. Coloro che sono stati trasportati dalle tenebre dell'errore alla luce della verità devono realizzare grandi cambiamenti; se la necessità di una totale riforma non viene impressa nella coscienza, essi saranno simili all'uomo che si guarda in uno specchio, quello della legge di Dio, scopre dei difetti nel proprio carattere morale e se ne va, dimenticando ciò che ha visto. La mente deve rimanere sensibile a un vero senso di responsabilità, diversamente cadrà in uno stato di disattenzione peggiore del precedente. TT1 357 1 L'opera degli ambasciatori del Cristo è molto più vasta e piena di responsabilità di quanto si pensi. Essi non devono essere soddisfatti dei risultati conseguiti fino a quando non riusciranno, grazie a un vero impegno e la benedizione di Dio, a presentare all'Eterno dei cristiani attivi, dotati di un preciso senso di responsabilità e disposti ad assolvere il compito loro affidato. Un'opera adeguata e un'istruzione opportuna determineranno l'entrata in azione di uomini e donne di carattere forte e di convinzioni così ferme che per nessun motivo si lasceranno distogliere dal lavoro a cui sono stati chiamati; nulla potrà sminuire la loro fede, nulla potrà distrarli dal loro dovere. TT1 357 2 Se il pastore ha preparato bene le persone a lui affidate, quando partirà per raggiungere un nuovo territorio di lavoro, la sua opera non subirà nessun danno perché avrà basi solide. Se, invece, coloro che accettano la verità non riscontrano nella propria vita un cambiamento radicale, significa che il loro spirito non è legato alla Rocca eterna. Quindi, una volta conclusa l'opera del pastore e svanita la prima impressione, la verità perderà il suo fascino e non eserciterà più il suo effetto santificante. Queste persone non esercitano un influsso migliore di quello precedente e non rispondono alla loro professione di fede. TT1 357 3 Io sono stupita di constatare che nonostante gli esempi che abbiamo, esempi di quello che molti possono essere e fare, non ci sentiamo motivati a compiere le buone opere dei giusti. Non tutti possono occupare una posizione importante, ma tutti possono dimostrarsi degni di fiducia, utili e, con perseverante fedeltà, fare più bene di quanto immaginano. Chi accetta il messaggio della verità dovrebbe giungere a una piena comprensione delle Scritture e alla vera conoscenza di un Salvatore vivente. Occorre sviluppare l'intelligenza e la memoria. Ogni forma di pigrizia mentale è peccato, mentre la letargìa spirituale conduce alla morte. Rivolgere la mente a Gesù TT1 357 4 Vorrei che il mio linguaggio fosse sufficientemente forte per produrre sui miei colleghi di lavoro una certa impressione! Fratelli, dovete pronunciare parole di vita; entrate in contatto con delle menti che, se ben dirette, possano svilupparsi al massimo. Nei vari discorsi pronunciati le manifestazioni dell'io sono troppo al centro dell'attenzione. Il Cristo crocifisso, il Cristo asceso al cielo, il Cristo che ritorna: ecco altrettanti concetti che possono agire sullo spirito del pastore per donargli quella gioia che gli permetterà di presentare il messaggio della verità alle persone, con amore e con slancio. In questo modo la figura del pastore sarà in secondo piano e il Cristo sarà manifestato. La gente sarà così impressionata da questi importanti argomenti che ne parlerà e li esalterà invece di lodare il pastore che è solo uno strumento. Se le persone elogiano il predicatore e manifestano scarso interesse per la parola predicata, egli può essere certo che il suo spirito non è santificato dalla verità: egli non parla ai propri uditori in modo da onorare Gesù e da magnificarne l'amore. Il Cristo disse: "Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è ne' cieli". Matteo 5:16. La vostra luce risplenda in modo da far risaltare la gloria di Dio. Se, invece, la lode converge su di voi, tremate e vergognatevi perché avete fallito il vostro obiettivo: è Dio che deve essere esaltato, non il suo collaboratore! TT1 358 1 La vostra luce risplenda. I collaboratori del Cristo devono fare attenzione al modo in cui la luce brilla. Se essa si irradia verso il cielo, rivelando l'eccellenza del Cristo, è positivo, ma se ricade su di voi, se vi permette di mettervi in mostra davanti agli uomini, sarebbe meglio per voi tacere perché la vostra luce brilla in modo sbagliato. Rappresentanti del Cristo TT1 358 2 Collaboratori del Cristo, se vegliate e pregate sarete uniti a Dio. Le vostre parole saranno ispirate dalla saggezza e il vostro comportamento sarà caratterizzato da vera cortesia e nobiltà di carattere. Se godete della pace di Dio, questa virtù vi darà forza, maggiore sensibilità e diventerete rappresentanti viventi del Cristo. TT1 358 3 Alcuni che pretendono di seguire la verità, poi si allontanano da Dio. Gesù sta per tornare ed essi non sono pronti a incontrarlo. Il pastore deve giungere a un livello più elevato e manifestare una fede caratterizzata da una maggiore fermezza, un'esperienza profonda e non limitata ai luoghi comuni di quei cristiani che sono tali solo di nome. TT1 358 4 La Parola di Dio ci presenta un obiettivo elevato. Non volete, con il digiuno e la preghiera, raggiungere la completezza e la coerenza di un carattere cristiano? Voi dovreste dirigervi nella giusta direzione per non rischiare di perdervi. Un'intima comunione con Dio infonderà nel vostro lavoro quell'energia vitale che sensibilizza la coscienza, che convince di peccato e strappa al peccatore il grido: "Cosa devo fare per essere salvato?" TT1 358 5 La missione che il Cristo affidò ai discepoli prima di salire in cielo fu: "Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d'osservar tutte quante le cose che v'ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente". Matteo 28:19, 20. TT1 358 6 "Io non prego soltanto per questi, ma anche per quelli che credono in me per mezzo della loro parola". Giovanni 17:20. L'appello riguarda coloro che crederanno nella sua Parola tramite i suoi discepoli. Tutti coloro che sono chiamati da Dio per essere suoi ambasciatori devono imparare gli insegnamenti di quella religione pratica che il Cristo ha presentato agli uomini. TT1 358 7 Gesù spiegò le Scritture ai suoi discepoli. Cominciando da Mosè e continuando con i profeti annunciò loro tutto ciò che lo riguardava e spiegò le profezie. TT1 358 8 Gli apostoli, nella loro predicazione, partirono dai giorni di Adamo e guidarono gli uditori attraverso la storia profetica per poi finire con il Cristo crocifisso, invitando i peccatori a pentirsi, ad abbandonare i peccati e a ritornare a Dio. I rappresentanti del Cristo oggi devono attenersi al loro esempio e, in ogni discorso, esaltare il Cristo come colui che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti. Necessità della conversione TT1 359 1 Il formalismo non solo coinvolge le chiese, ma si estende, con proporzioni allarmanti, fra coloro che dicono di osservare i comandamenti di Dio e di attendere l'imminente ritorno del Cristo. TT1 359 2 Non dobbiamo né avere una visione limitata né ridurre le nostre possibilità di fare il bene; nella misura in cui estendiamo il nostro influsso e adattiamo i nostri progetti secondo le possibilità che ci offre la Provvidenza, impegniamoci a essere più attenti, a evitare le forme di idolatria che caratterizzano la società in cui viviamo. TT1 359 3 Mentre da un lato raddoppiamo i nostri sforzi per accrescere la nostra utilità, dall'altro dovremmo anche impegnarci per ottenere da Dio quella sapienza che permette di sviluppare i vari settori dell'opera secondo il suo ordine e non secondo le concezioni del mondo. TT1 359 4 Non dobbiamo seguire le consuetudini della nostra società, ma utilizzare al meglio quelle opportunità che Dio ha messo a nostra disposizione per diffondere il messaggio della verità. TT1 359 5 Quando, come popolo, le nostre opere corrisponderanno alla nostra professione di fede, conseguiremo risultati migliori. Quando avremo degli uomini come Elia, consacrati a Dio e motivati da una grande fede, il Signore si rivelerà a noi come fece con i santi uomini dell'antichità. TT1 359 6 Quando ci saranno uomini che, riconoscendo i propri limiti, lotteranno con fede come Giacobbe lottò con l'angelo, raggiungeremo gli stessi risultati. La potenza di Dio sarà accordata all'uomo in risposta alla preghiera della fede. TT1 359 7 Nel mondo c'è ben poca fede: pochi sono coloro che vivono in comunione con Dio. Come possiamo aspettarci una maggiore potenza, o che Dio stesso si riveli agli uomini, se la sua Parola viene trascurata e il cuore non è santificato dalla verità? Uomini convertiti superficialmente, che contano su se stessi, proclamano la verità agli altri. Dio non collabora con loro perché essi non vivono l'esperienza della santificazione; essi non camminano umilmente con Dio. TT1 359 8 È necessario che i nostri pastori si convertano profondamente e allora vedremo la conoscenza e la potenza di Dio sostenere i nostri sforzi. TT1 359 9 Le sentinelle, che anticamente venivano poste sulle mura di Gerusalemme e di altre città, avevano una grande responsabilità. Dalla loro fedeltà dipendeva la salvezza di tutti coloro che abitavano nella città stessa. TT1 359 10 Quando il pericolo incombeva, esse non tacevano né di giorno né di notte; di tanto in tanto dovevano chiamarsi a vicenda per accertarsi che tutti fossero svegli e che non fosse successo nulla di strano. Le sentinelle si trovavano in luoghi elevati e di maggiore importanza. Il grido passava di bocca in bocca e così tutta la città era avvertita. TT1 359 11 Queste sentinelle rappresentano i pastori, dalla cui fedeltà dipende la salvezza degli uomini. Gli amministratori dei beni di Dio dovrebbero essere come le sentinelle sulle mura di Sion: se vedono sopraggiungere il pericolo devono lanciare il loro grido di avvertimento. Se invece dormono, se la loro sensibilità spirituale è sopita al punto che non vedono e non sentono il pericolo, e il popolo di Dio muore per causa loro, l'Eterno li riterrà responsabili. La sacra responsabilità delle sentinelle TT1 360 1 "Ora, o figliuol d'uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d'Israele; quando dunque udrai qualche parola dalla mia bocca, avvertili da parte mia". Ezechiele 33:7. Le sentinelle hanno bisogno di vivere in stretto contatto con Dio, di udire la sua parola e di essere animate dal suo Spirito, affinché la gente non conti inutilmente su di loro. "Quando avrò detto all'empio: Empio, per certo tu morrai! e tu non avrai parlato per avvertir l'empio che si ritragga dalla sua via, quell'empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l'empio che si ritragga dalla sua via, e quegli non se ne ritrae, esso morrà per la sua iniquità, ma tu avrai scampato l'anima tua". Ezechiele 33:8, 9. Gli ambasciatori del Cristo devono fare attenzione ed evitare che, in seguito alla loro infedeltà, non perdano le loro anime e quelle di quanti li ascoltano. TT1 360 2 Mi furono mostrate le chiese di varie zone: pur affermando di osservare i comandamenti di Dio e di attendere il ritorno del Cristo, sono caratterizzate da un notevole livello di indifferenza, orgoglio, amore per il mondo e freddo formalismo. Ben presto assomiglieranno all'antico Israele per la loro mancanza di vera religiosità. Molti parlano di devozione ma non sanno controllarsi: si lasciano coinvolgere dagli appetiti e dalle passioni e così prevale l'egoismo. Molti sono dispotici, dittatoriali, superbi, spavaldi, orgogliosi, non consacrati. Eppure alcune di queste persone sono pastori, incaricati di annunciare le verità più sacre. Se non si pentiranno, il loro candelabro sarà rimosso dal suo luogo. Cfr. Apocalisse 2:5. La maledizione che il Salvatore pronunciò sul fico sterile è un messaggio per tutti i formalisti, per tutti gli ipocriti che ostentano agli occhi del mondo un fogliame che nasconde l'assenza di frutti. Questo è un rimprovero per coloro che hanno solo l'apparenza della religiosità, mentre la loro vita ne nega la potenza! Colui che trattava con tenerezza anche il più grande dei peccatori, colui che non respinse mai la vera umiltà e il pentimento, per grave che fosse l'errore commesso, non esitò a pronunciare una sentenza di condanna su coloro che parlavano di religiosità e con le opere rinnegavano la propria fede. ------------------------Capitolo 98: La responsabilità dei genitori nei confronti della nostra scuola TT1 361 1 I nostri membri devono comprendere che hanno il dovere di sostenere questa istituzione voluta da Dio. Alcuni studenti tornano a casa lamentandosi; i genitori e i membri di chiesa invece di considerare la situazione da vari punti di vista, prestano ascolto a queste affermazioni esagerate e unilaterali e, in questo modo, fra loro e la scuola si erge una barriera. In seguito cominciano a esprimere dubbi e sospetti circa il modo in cui la scuola viene diretta. Questa tendenza provoca effetti negativi perché le manifestazioni di malcontento si diffondono come una malattia contagiosa e l'influsso esercitato risulta difficile da eliminare. Le critiche si amplificano ogni volta che vengono diffuse fino ad assumere proporzioni gigantesche. Un'accurata indagine avrebbe invece permesso di constatare che gli insegnanti non avevano commesso errori e si erano semplicemente limitati a compiere il proprio dovere esigendo l'osservanza del regolamento scolastico. Se non lo avessero fatto, nella scuola si sarebbe instaurata una vera e propria situazione di anarchia. TT1 361 2 I genitori non sempre agiscono con la dovuta saggezza. Molti vogliono imporre agli altri le proprie idee e sono impazienti e arroganti quando non riescono a raggiungere l'obiettivo; però quando si chiede ai loro figli di osservare le regole della scuola, e questi ultimi non sopportano simili costrizioni, i genitori, pur dicendo di amare e di rispettare il Signore, approvano i loro figli invece di rimproverarli e di correggere i loro errori. Questo, molto spesso, è un momento decisivo per la formazione del carattere dei figli, perché principi e ordine vengono infranti e ogni regolamento minimizzato. Gli studenti finiscono per minimizzare ogni forma di disciplina e parlano con disprezzo dell'istituzione di Battle Creek. Se i genitori avessero riflettuto, si sarebbero resi conto dell'influsso negativo del proprio comportamento. Sarebbe davvero meraviglioso se in una scuola di quattrocento studenti, diretta da uomini e donne soggetti alle debolezze umane, tutto procedesse sempre in modo così perfetto, così corretto da sfidare anche il minimo tentativo di critica. TT1 361 3 Se i genitori si mettessero al posto degli insegnanti e si rendessero conto di quanto sia difficile dirigere una scuola con centinaia di studenti e avere a che fare con tante mentalità diverse, rifletterebbero di più e vedrebbero la realtà da un altro punto di vista. Essi dovrebbero tener presente che alcuni di loro, in casa, non sono mai stati soggetti a disciplina. Essendo stati sempre viziati e non avendo imparato a ubbidire, il fatto di essere lontani da genitori incapaci e sottoposti a un regolamento rigido, severo quasi quanto quello militare, rappresenterà per loro un vantaggio. Se non si fa nulla per questi giovani così trascurati da genitori non credenti, essi non saranno mai accettati da Gesù; se non saranno sottoposti a una rigida disciplina, saranno inutili in questa vita e non otterrano quella eterna. TT1 362 1 In cielo regnano ordine, ubbidienza, pace e armonia perfetti. Chi in questa vita non ha rispettato in nessun modo l'ordine e la disciplina, non avrà neppure rispetto per l'ordine del cielo e non sarà considerato adatto alla vita eterna. È il carattere formato in questa vita che decide del destino futuro: quando il Cristo verrà non cambierà il carattere di nessun individuo. Il tempo di grazia, che è un tempo prezioso, viene concesso perché il nostro carattere sia lavato e imbiancato nel sangue dell'Agnello. Per cancellare i segni del peccato è necessaria tutta la vita. Ogni giorno si devono compiere degli sforzi per frenare e soffocare le nostre passioni; ogni giorno vi sono nuove battaglie da combattere e nuove vittorie da conseguire; ogni giorno bisogna supplicare Dio perché ci permetta di conseguire vittorie meravigliose. I genitori non devono trascurare nessun dovere nei confronti dei figli e devono educarli in modo tale che diventino una benedizione per la società ed ereditino la vita eterna. ------------------------Capitolo 99: Studenti della nostra scuola TT1 363 1 Gli studenti che dicono di amare Dio e di mettere in pratica la verità devono possedere quell'autocontrollo e quella fermezza di principi religiosi che permettono loro di rimanere saldi nonostante le tentazioni e di schierarsi in favore del Cristo a scuola, in convitto e in qualsiasi luogo si trovino. La religione non è un abito da indossare solo nella casa di Dio, ma un principio che deve caratterizzare tutta l'esistenza. Coloro che si dissetano alla Fonte della vita non decideranno, come le persone mondane, di soddisfare i loro desideri in un modo sempre diverso, ma riveleranno, piuttosto, nell'atteggiamento e nel carattere, il riposo, la pace e la felicità che hanno trovato in Gesù, affidando a lui, quotidianamente, i dubbi e i pesi della vita. Potranno dimostrare, così, che nella via dell'ubbidienza e del dovere si provano soddisfazioni e gioia. Essi sapranno esercitare nei confronti dei loro compagni un influsso che avrà ripercussioni benefiche su tutta la scuola. I componenti di questo gruppo fedele infonderanno gioia e forza negli insegnanti perché li aiuteranno, grazie a questo loro comportamento, a eliminare ogni infedeltà, discordia e negligenza nei confronti dei regolamenti scolastici. Il loro influsso è positivo e nel giorno del Signore le loro opere sussisteranno, anzi li accompagneranno nell'eternità: il loro comportamento terreno avrà ripercussioni eterne. A scuola un giovane zelante, coscienzioso e fedele rappresenta un tesoro inestimabile; gli angeli del cielo vegliano su di lui con affetto, il Salvatore lo ama e nell'archivio celeste vengono registrate tutte le opere buone, ogni tentazione respinta, ogni male vinto. Con questi validi presupposti potrà affrontare il futuro e un giorno possederà la vita eterna... TT1 363 2 Ai giovani cristiani spetta, in modo particolare, la conservazione e lo sviluppo delle istituzioni volute da Dio per il progresso della sua opera. Questa sacra responsabilità è stata affidata ai giovani proprio quando essi hanno un ruolo sulla scena mondiale. Non c'è mai stata un'epoca in cui risultati tanto importanti dipendessero da una sola generazione. In questo senso è essenziale che i giovani si qualifichino per l'opera di Dio affinché l'Eterno possa fare di loro i suoi strumenti. Il Creatore ha diritti e priorità assoluti nei loro confronti. TT1 363 3 La vita e tutti i doni che possiedono sono stati offerti dal Signore: è lui che ha concesso loro queste facoltà affinché le utilizzino con saggezza per poi affidare loro un'opera che abbia un valore eterno. Il Signore desidera che sviluppino le qualità intellettuali e morali, che non sono state donate loro per il semplice piacere o per l'opposizione alla sua volontà e alla sua provvidenza, ma perché contribuiscano al progresso della conoscenza della verità e della santità del mondo. Egli fa appello alla loro gratitudine, al loro rispetto, al loro amore in cambio delle sue continue manifestazioni di bontà e di compassione. Egli richiede l'osservanza delle sue leggi e di tutte quelle regole che servono a frenare e a proteggere i giovani contro le insidie di Satana e a guidarli lungo i sentieri della pace. Se i giovani potessero rendersi conto che nel sottomettersi alle leggi e ai regolamenti delle nostre istituzioni non fanno altro che sviluppare ciò che può contribuire a migliorare il loro comportamento nella società, a elevare il loro carattere, a nobilitare il loro spirito e ad accrescere la loro felicità, non si ribellerebbero contro questi giusti principi e non cercherebbero di suscitare il sospetto o di arrecare danno a queste istituzioni. La nostra gioventù deve manifestare forza e fedeltà per poter realizzare ciò che le viene richiesto: questa sarà una garanzia di successo. Il carattere inquieto e ribelle di molti giovani della nostra epoca è scoraggiante. La responsabilità, comunque, è da attribuire in gran parte ai genitori, perché senza il rispetto per il Signore nessuno può essere veramente felice. ------------------------Capitolo 100: Il carattere sacro dei voti TT1 365 1 La breve ma terribile esperienza di Anania e Saffira fu scritta dalla penna ispirata per essere un esempio per coloro che si considerano discepoli del Cristo. Essa, però, non ha esercitato un'impressione sufficiente sulla mente del nostro popolo. Sarebbe utile per tutti considerare la portata della natura di quel grave errore e del messaggio d'avvertimento che ne deriva. Questo episodio rivela in modo chiaro che la giustizia di Dio è severa e quindi la sola idea di ripetere questo peccato, che prevede una punizione così dura, ci dovrebbe far tremare. È stato l'egoismo a corrompere quella coppia colpevole. TT1 365 2 Anania e Saffira ebbero, insieme ad altri, il privilegio di udire il messaggio del Vangelo predicato dagli apostoli, che grazie alla potenza di Dio produceva in tutti i presenti una profonda convinzione. Il benefico influsso della grazia divina induceva i cuori a rinunciare all'attaccamento egoistico ai beni terreni. Fu così che, sotto l'azione diretta dello Spirito di Dio, i due coniugi si impegnarono a donare al Signore un certo terreno. Comunque, una volta superata la prima impressione, essi iniziarono a ripensarci e a sentirsi svincolati dal voto fatto: ritenevano di essere stati un po' troppo precipitosi e desideravano rivedere la loro posizione. In questo modo si aprì una porta attraverso la quale Satana si affrettò a entrare per avere il controllo della loro mente. TT1 365 3 Questo episodio dovrebbe rappresentare un avvertimento per tutti; dobbiamo essere vigilanti e affrontare le tentazioni di Satana. Anania e Saffira si lasciarono travolgere dall'avarizia e, vergognandosi di far sapere ai fratelli che rimpiangevano di aver preso quel sacro impegno, ricorsero all'inganno: decisero di trattenere per sé una parte del prezzo del terreno. Quando si resero conto del loro errore la punizione fu la morte istantanea. Capirono che il Signore che avevano ingannato, li aveva scoperti. Pietro disse: "...Anania, perché ha Satana così riempito il cuor tuo da farti mentire allo Spirito Santo e ritener parte del prezzo del podere? Se questo restava invenduto, non restava tuo? E una volta vendutolo, non ne era il prezzo in tuo potere? Perché ti sei messa in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio". Atti 5:3, 4. TT1 365 4 Era necessario un chiaro avvertimento per proteggere la chiesa nascente dalla corruzione, tanto più che il numero dei credenti cresceva costantemente. Questo avvertimento servì a tutti coloro che allora accettarono il messaggio del Cristo e a quanti, in seguito, si chiamarono cristiani: Dio esige fedeltà nell'adempimento dei voti fatti. Nonostante questa punizione così grave, gli stessi peccati di inganno e di menzogna si sono spesso ripetuti nella chiesa cristiana e oggi sono estremamente diffusi. Mi è stato rivelato che Dio diede quell'esempio per avvertire tutti coloro che sarebbero stati tentati di agire nello stesso modo. Nella chiesa, l'egoismo e la frode si manifestano ogni giorno quando si sottrae a Dio ciò che egli chiede; ne deriva che l'Eterno viene derubato e vengono anche ostacolati i suoi piani per la diffusione della verità su tutta la terra. Sostenere l'opera di Dio TT1 366 1 Dio, nella sua saggezza, ha voluto che lo sviluppo della sua opera dipendesse dagli sforzi personali fatti dal popolo e dalle offerte volontarie. Accettando la collaborazione dell'uomo nel grande piano della redenzione, gli ha concesso un onore particolare. Il pastore non può predicare se non è inviato; ma quest'opera non spetta solo ai pastori: ogni persona per diventare membro di chiesa si impegna a rappresentare il Cristo e a vivere la verità che professa. I discepoli di Gesù devono continuare l'opera che egli affidò loro prima di salire in cielo. TT1 366 2 Le istituzioni, strumenti di Dio per lo sviluppo della sua opera, devono essere sostenute. Devono essere costruite delle chiese, fondate delle scuole; le case editrici devono godere di tutti gli aiuti possibili per diffondere il messaggio della verità in tutte le parti del mondo. Queste istituzioni sono volute da Dio e devono essere alimentate con le decime e con le offerte volontarie. Nella misura in cui l'opera si espande, saranno necessari altri mezzi per lo sviluppo dei suoi vari settori e coloro che si sono convertiti alla verità, e sono partecipi della grazia divina, possono diventare collaboratori del Cristo grazie ai sacrifici volontari e alle offerte spontanee. Quando, invece, i membri di chiesa si augurano in cuor loro che non vi siano più richieste di denaro, virtualmente dicono di essere contenti che l'opera di Dio non si sviluppi. L'esperienza di Giacobbe TT1 366 3 "E Giacobbe si levò la mattina di buon'ora, prese la pietra che avea posta come suo capezzale, la eresse in monumento, e versò dell'olio sulla sommità di essa. E pose nome a quel luogo Bethel... E Giacobbe fece un voto, dicendo: "Se Dio è meco, se mi guarda durante questo viaggio che fo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa del padre mio, l'Eterno sarà il mio Dio; e questa pietra che ho eretta in monumento, sarà la casa di Dio; e di tutto quello che tu darai a me, io, certamente, darò a te la decima"". Genesi 28:18-22. TT1 366 4 Le circostanze che portarono Giacobbe a fare un voto al Signore sono simili a quelle che inducono uomini e donne, ai nostri giorni, a fare altrettanto. Giacobbe era riuscito ad assicurarsi quella benedizione che gli era stata promessa dalla Parola di Dio, ma aveva commesso un peccato. Questo suo gesto rivelava la sua mancanza di fede nella potenza divina e nell'eventualità che, grazie ad essa, si realizzassero i piani progettati, nonostante le apparenze contrastanti. Invece di occupare la posizione tanto ambita egli fu costretto a fuggire per salvare la sua vita minacciata dalla collera di Esaù. Munito di un semplice bastone affrontò un viaggio di centinaia di chilometri attraverso un paese desolato. Il suo coraggio era svanito e, vittima del rimorso e della paura, cercò di evitare ogni contatto con i viandanti affinché il fratello non riuscisse a rintracciarlo. Gli mancava la pace di Dio ed era sopraffatto dal pensiero di aver perso la protezione divina. TT1 367 1 Il secondo giorno di viaggio stava per concludersi. Stanco, affamato, senza casa, Giacobbe si sentiva abbandonato dal Signore. Sapeva che tutto ciò era la conseguenza del suo comportamento sbagliato. Profondamente scoraggiato si sentiva un fuorilegge. Nel suo cuore, intanto, si fece strada un vivo senso di sgomento che quasi gli impediva di pregare; sentendosi così solo provò, come mai prima, il bisogno urgente della protezione di Dio. Pianse, confessò all'Altissimo il suo peccato e gli chiese una prova che il cielo non lo aveva abbandonato. Però il suo cuore non trovava pace. Avendo ormai perso ogni fiducia in se stesso, temeva che il Dio dei suoi padri lo avesse rigettato. Ma l'Eterno, misericordioso, ebbe pietà di quel povero disperato che aveva per cuscino una dura pietra e per tetto la sconfinata volta celeste. TT1 367 2 In una visione notturna Giacobbe vide una scala la cui base poggiava sulla terra e la cui cima toccava il cielo stellato. Degli angeli risplendenti salivano e scendevano e gli indicavano la via della comunicazione fra il cielo e la terra. Si udì una voce che rinnovava la promessa di misericordia, di protezione e di future benedizioni. Quando Giacobbe si svegliò disse: "...Certo, l'Eterno è in questo luogo ed io non lo sapevo!" Genesi 28:16. Guardò intorno a sé quasi nella speranza di vedere ancora i messaggeri di Dio, ma il suo sguardo fu attratto solo dal profilo delle cose terrene e dal cielo stellato. La scala e gli esseri celesti erano scomparsi ed egli poteva rivedere la gloriosa Maestà celeste solo con l'occhio dell'immaginazione. TT1 367 3 Giacobbe era spaventato dalla profonda quiete della notte e dalla netta sensazione di trovarsi in presenza di Dio. Il suo cuore era pieno di gratitudine per non essere stato annientato. Non riuscì più ad addormentarsi: la sua anima era pervasa da una gioia profonda. "E Giacobbe si levò la mattina di buon'ora, prese la pietra che avea posta come suo capezzale, la eresse in monumento, e versò dell'olio sulla sommità d'essa". Genesi 28:18. Fu in quell'occasione che egli fece a Dio un voto solenne. Adempimento del voto TT1 367 4 Giacobbe aveva fatto quel voto mentre era rinfrescato dalla rugiada della grazia e incoraggiato dalla presenza di Dio. Dopo la visione della gloria divina si ritrovò ad affrontare, come tutti noi, delle tentazioni, ma rimase fedele al suo voto e non pensò mai alla possibilità di sottrarsi all'impegno preso. Egli avrebbe potuto ragionare, come fanno oggi gli uomini, e dirsi che, in fondo, quella rivelazione era stato un sogno, che nel momento in cui aveva formulato il voto era in uno stato di eccitazione e che quindi non era affatto il caso di tener fede all'impegno assunto. Giacobbe non fece nulla di tutto ciò. TT1 367 5 Lunghi anni trascorsero prima che egli ritrovasse il coraggio di tornare al paese natio, ma quando si decise assolse scrupolosamente il suo debito nei confronti dell'Eterno. Diventato ricco, offrì al Signore buona parte delle sue sostanze. TT1 367 6 Oggi tanti falliscono dove Giacobbe ebbe successo. Coloro che hanno ricevuto molto da Dio hanno la forte tendenza a trattenere ciò che possiedono, perché dovrebbero donare una somma proporzionata ai loro beni. Giacobbe, invece, non solo diede la decima di quanto possedeva, ma fece un calcolo della decima del guadagno personale goduto durante la sua permanenza in un paese straniero, quando non aveva potuto tener fede al voto. Era molto, ma Giacobbe non esitò affatto: ciò che aveva promesso di dare a Dio non gli apparteneva più, apparteneva al Signore e glielo restituì. Nella misura delle proprie possibilità TT1 368 1 L'entità richiesta è in proporzione alla quantità concessa. Più alto è il capitale affidato, più elevata è la quota che Dio vuole che gli venga restituita. Se un cristiano possiede un certo capitale, le richieste divine sono tassative: non solo egli darà la sua decima, ma presenterà anche delle offerte a Dio per il peccato e per dimostrare la propria gratitudine. La dispensazione levitica si distingueva soprattutto per la consacrazione delle proprietà. TT1 368 2 Quando diciamo che gli ebrei consacravano la decima per obiettivi religiosi commettiamo un errore in quanto il Signore aveva dei diritti su tutto e ogni buona cosa creata ricordava agli uomini che dovevano restituire qualcosa al Datore della vita. Si offriva un riscatto per i primogeniti, per il primo parto delle greggi, per i primi frutti del suolo. Inoltre si lasciava ai poveri ciò che cresceva ai bordi dei campi. Tutte le spighe che cadevano dalle mani dei mietitori erano lasciate a disposizione dei bisognosi e ogni sette anni la terra rimaneva incolta: ciò che in quell'anno nasceva spontaneamente era per i poveri. Vi erano poi le offerte per i sacrifici: sacrificio per il peccato, sacrificio di riparazione e ogni settimo anno la remissione di tutti i debiti. Tutto ciò senza parlare di altre spese, e non lievi, per ospitalità, aiuti ai poveri, imposte sulle terre. TT1 368 3 In determinati periodi, per vegliare alla stretta osservanza della legge, il popolo veniva interpellato per sapere se avesse o meno soddisfatto fedelmente gli impegni presi. Alcuni restituivano coscienziosamente circa un terzo delle rendite in favore delle attività di carattere religioso o dei poveri. Queste restituzioni non riguardavano una particolare categoria di persone, ma tutti, perché erano proporzionate ai beni posseduti. Oltre a tutti questi doni, regolari e sistematici, vi erano le offerte volontarie per altri scopi, come la costruzione del tabernacolo nel deserto e quella del tempio di Gerusalemme. Queste offerte erano state chieste da Dio per il bene del popolo e per il mantenimento del suo servizio. Risvegliare il senso del dovere TT1 368 4 Su questo punto è necessario un risveglio nel nostro popolo. Sono pochi coloro che sentono la voce della loro coscienza se trascurano il proprio dovere nel campo della beneficenza. Sono pochi coloro che provano il rimorso di avere derubato Dio quotidianamente. Se un cristiano, deliberatamente o incidentalmente, non paga in modo adeguato il suo vicino, oppure rifiuta di estinguere un debito, la sua coscienza, se non è cauterizzata, lo tormenterà: egli non trova pace sebbene nessuno, all'infuori di lui, sia forse al corrente del fatto. Sono molti i voti trascurati e gli impegni non soddisfatti, eppure pochi sembrano preoccuparsene. Sono pochi coloro che si rendono conto dell'effetto di questa violazione del proprio dovere! Dobbiamo avere convinzioni certe e più radicate in materia. La coscienza deve risvegliarsi e il problema, appena accennato, deve ricevere una maggiore attenzione. Nel giorno del giudizio dovremo rendere conto a Dio, perciò i suoi diritti devono essere tutelati e rispettati. TT1 369 1 Le responsabilità di un uomo d'affari cristiano, indipendentemente dall'importo del capitale di cui dispone, saranno in proporzione diretta con i doni ricevuti da Dio. L'inganno delle ricchezze ha rovinato migliaia e diecine di migliaia di persone. Gli uomini ricchi dimenticano che sono degli amministratori e che si avvicina il giorno in cui sarà detto loro: "Rendi conto della tua amministrazione". Luca 16:2. Come lo dimostra la parabola dei talenti, ogni uomo è responsabile del saggio uso dei doni a lui concessi. Il povero della parabola, siccome aveva ricevuto solo un talento, ritenne del tutto giustificato astenersi dall'utilizzarlo e fu condannato. TT1 369 2 Il Cristo disse: "...Quanto malagevolmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio!" Marco 10:23. I discepoli rimasero stupiti da questa affermazione. Quando un pastore che ha lavorato con successo guidando degli uomini a Gesù abbandona la sua opera sacra per un profitto terreno, è chiamato apostata e sarà ritenuto responsabile davanti a Dio di quei talenti che egli ha utilizzato in modo sbagliato. Quando uomini d'affari, agricoltori, meccanici, commercianti, legali diventano membri di chiesa, diventano anche collaboratori del Cristo. Se i loro talenti possono variare, la loro responsabilità di sviluppare l'opera di Dio con il proprio impegno e i propri beni non è affatto inferiore a quella del pastore. Il rimprovero meritato dal pastore, se non trasmette il messaggio del Vangelo, andrà anche, e sicuramente, all'uomo d'affari se, con tutti i talenti di cui dispone, non diventerà un collaboratore del Cristo. Sentendo queste cose alcuni forse commentano: "Questo parlare è duro"; ma tutto ciò è vero anche se è costantemente contraddetto dal comportamento di uomini che si dichiarano discepoli del Cristo. Uguaglianza delle offerte TT1 369 3 Nel deserto, Dio, tramite un miracolo, provvide il pane al suo popolo e avrebbe anche potuto provvedere tutto ciò che occorreva per il servizio religioso, ma non lo fece. Nella sua infinita saggezza egli sapeva che la disciplina morale d'Israele dipendeva dalla sua collaborazione con lui perché ognuno doveva fare qualcosa. Per tutto il tempo in cui l'opera è progredita, Dio desidera che gli uomini offrano ciò che egli stesso ha dato loro, proprio per svilupparla. Dio, il Creatore dell'uomo, istituendo un piano di generosità sistematica, ha fatto in modo che l'opera fosse finanziata indistintamente da tutti, secondo le loro possibilità. TT1 369 4 Ognuno deve essere il consigliere di se stesso, libero di offrire secondo ciò che ha deciso. Alcuni, però, commettono lo stesso peccato di Anania e Saffira pensando che, sottraendo una parte di ciò che Dio chiede, secondo il piano della decima, i fratelli non lo sapranno mai. Così pensava anche la coppia colpevole il cui esempio ci viene ricordato per avvertirci. Dio in quel caso dimostrò di conoscere i cuori e di non ignorare le motivazioni e i pensieri dell'uomo. Egli ha voluto offrire ai cristiani di ogni tempo un avvertimento affinché non commettano quel peccato verso il quale l'uomo si sente costantemente attratto. TT1 370 1 Anche se l'errore di Anania e Saffira si ripete e non è seguito da nessun segno visibile della disapprovazione di Dio, esso rimane comunque odioso agli occhi dell'Eterno: il trasgressore riceverà la giusta retribuzione nel giorno del giudizio anche se molti, già in questa vita, sono colpiti dalle conseguenze del loro errore. Quando si prende un impegno per l'opera del Signore, si tratta di un voto fatto a Dio che deve essere mantenuto. Ai suoi occhi è un vero sacrilegio prendere per sé ciò che è stato promesso per lo sviluppo della sua opera. Il carattere sacro degli impegni TT1 370 2 Quando si fa una promessa verbale o scritta, in presenza dei nostri fratelli, per offrire una certa somma, essi sono testimoni di un contratto stipulato fra noi e Dio. Non si tratta di un impegno con un altro uomo, ma con l'Eterno ed è come firmare una cambiale a qualcuno. Nessun vincolo di carattere legale è per il cristiano più impegnativo di quello rappresentato da una promessa fatta a Dio. TT1 370 3 Le persone che assumono degli impegni nei confronti di altri uomini generalmente non pensano di chiederne lo scioglimento. Una promessa fatta a Dio, il Datore della vita, è ancora più importante; perché, allora, dovremmo cercare di essere sciolti dai voti fatti nei suoi confronti? L'uomo considererà questa promessa meno impegnativa perché è stata fatta all'Eterno? Il suo impegno è forse meno valido perché non verrà portato davanti ai tribunali? Un uomo che dice di essere stato salvato dal sangue del sacrificio infinito del Cristo deruberà Dio? I suoi voti e le sue azioni saranno pesati sulle bilance della giustizia delle corti divine. TT1 370 4 Ognuno di noi ha un carico pendente presso la corte celeste. Il nostro comportamento testimonierà contro di noi? Il caso di Anania e Saffira era molto grave: trattenendo una parte del ricavato essi mentirono allo Spirito Santo. La stessa colpa graverà su ogni individuo che commette errori simili. TT1 370 5 Quando i cuori degli uomini sono toccati dallo Spirito di Dio, sono più sensibili alla sua azione. Si decide allora di rinunciare a se stessi e di fare dei sacrifici per l'opera di Dio. Quando lo spirito di Dio illumina la nostra mente con grande chiarezza e potenza e i sentimenti istintivi vengono sopraffatti, l'egoismo non ha presa su di noi e nasce il desiderio di imitare il Modello, Cristo Gesù, nella rinuncia e nella generosità. L'uomo, che è egoista per natura, diventa gentile, sensibile nei confronti dei peccatori e prende un solenne impegno con Dio, come fecero Abramo e Giacobbe. In queste occasioni sono presenti gli angeli del cielo, mentre l'amore di Dio e l'amore per gli uomini trionfano sull'egoismo e sulle passioni. Tutto ciò si verifica in modo particolare quando il pastore, motivato dallo Spirito e dalla potenza di Dio, presenta il piano della redenzione elaborato dalla Maestà del cielo tramite il sacrificio della croce. Le seguenti dichiarazioni bibliche rivelano il concetto di Dio in materia di voti: TT1 370 6 "Mosè parlò ai capi delle tribù de' figliuoli d'Israele, dicendo: "Questo è quel che l'Eterno ha ordinato: Quand'uno avrà fatto un voto all'Eterno od avrà con giuramento contratta una solenne obbligazione, non violerà la sua parola, ma metterà in esecuzione tutto quello che gli è uscito di bocca". Numeri 30:1, 2. TT1 371 1 "Non permettere alla tua bocca di render colpevole la tua persona; e non dire davanti al messaggero di Dio: "È stato uno sbaglio." Perché Iddio s'adirerebbe egli per le tue parole, e distruggerebbe l'opera delle tue mani?" Ecclesiaste 5:6. TT1 371 2 "Io entrerò nella tua casa con olocausti, ti pagherò i miei voti, i voti che le mie labbra han proferito, che la mia bocca ha pronunziato nella mia distretta". Salmi 66:13, 14. TT1 371 3 "È pericoloso per l'uomo prender leggermente un impegno sacro, e non riflettere che dopo aver fatto un voto". Proverbi 20:25. TT1 371 4 "Quando avrai fatto un voto all'Eterno, al tuo Dio, non tarderai ad adempirlo; poiché l'Eterno, il tuo Dio, te ne domanderebbe certamente conto, e tu saresti colpevole; ma se ti astieni dal far voti, non commetti peccato. Mantieni e compi la parola uscita dalle tue labbra; fa' secondo il voto che avrai fatto volontariamente all'Eterno, al tuo Dio, e che la tua bocca avrà pronunziato". Deuteronomio 23:21-23. TT1 371 5 "Fate voti all'Eterno, all'Iddio vostro, e adempiteli; tutti quelli che gli stanno attorno portin doni al Tremendo". Salmi 76:11. TT1 371 6 "Ma voi lo profanate, col dire: "La mensa dell'Eterno è contaminata, e ciò che rende, come alimento, è cosa di nessun conto". Voi dite pure: "Ah, che fatica!" e la trattate con disprezzo, dice l'Eterno degli eserciti. E menate vittime rubate, zoppe o malate, e queste sono le offerte che fate! Potrei io gradirle dalle vostre mani? dice l'Eterno. Maledetto il fraudolento che ha nel suo gregge un maschio, e vota e offre in sacrifizio all'Eterno una bestia difettosa! Poiché io sono un re grande, dice l'Eterno degli eserciti, e il mio nome è tremendo fra le nazioni". Malachia 1:12-14. TT1 371 7 "Quand'hai fatto un voto a Dio, non indugiare ad adempierlo; poich'egli non si compiace degli stolti; adempi il voto che hai fatto. Meglio è per te non far voti, che farne e poi non adempierli". Ecclesiaste 5:4, 5. TT1 371 8 Nell'opera per la salvezza dell'umanità, Dio ha assegnato un compito all'uomo, che può agire come il Cristo compiendo opere di misericordia, ma non può redimere nessuno perché non è in grado di soddisfare le esigenze della giustizia calpestate. Solo il Figlio di Dio può farlo e lo ha fatto rinunciando a onori e gloria, rivestendo la natura umana e venendo sulla terra per sacrificarsi in favore dell'umanità. TT1 371 9 Il Cristo, nel mandato ai discepoli, "andate... predicate", assegnò agli uomini il compito di proclamare il messaggio del Vangelo. Però, mentre alcuni sono chiamati a predicare, altri sono esortati a donare decime e offerte per sostenere il pastore e per incrementare la diffusione del messaggio della verità tramite la stampa. Questo è il metodo che Dio utilizza per onorare l'uomo; è questa l'opera di cui l'uomo ha bisogno perché essa coinvolge i sentimenti più profondi del cuore e chiama in azione le più elevate qualità della mente. L'uomo: uno strumento di Dio TT1 372 1 Su questa terra ogni cosa creata è frutto della generosità di Dio ed espressione del suo amore per l'uomo. Si interessa dei poveri che gli appartengono, così come è legato alla causa della verità. Egli ha affidato dei beni agli uomini affinché i suoi doni divini possano fluire tramite canali umani per la realizzazione del piano della salvezza. Ognuno ha un compito preciso da svolgere nel grande campo mondiale, ma nessuno deve pensare che Dio dipenda dall'uomo. Dio potrebbe dire una parola e far diventare ricco il povero; in un attimo potrebbe guarire l'umanità da ogni malattia; potrebbe dispensare i pastori dall'opera loro assegnata e affidare agli angeli la predicazione; avrebbe potuto scrivere la verità in cielo o imprimerla sulle foglie degli alberi o sui fiori dei campi, oppure proclamarla direttamente dal cielo. Ma Dio, nella sua saggezza infinita, non ricorre a nessuno di questi mezzi. Egli sa che l'uomo deve avere degli obiettivi da realizzare perché la vita possa essere una benedizione per lui. L'oro e l'argento appartengono a Dio ed egli potrebbe farli piovere dal cielo, se lo volesse; invece l'Eterno ha nominato l'uomo suo amministratore, gli ha affidato dei capitali non perché siano accantonati, ma perché vengano utilizzati per il bene di coloro che lo circondano. Egli trasforma l'uomo in un canale per la trasmissione delle sue benedizioni sulla terra. Dio elaborò il piano dell'economato cristiano perché l'uomo potesse diventare generoso e altruista come il suo Creatore e un giorno condividere una ricompensa eterna e gloriosa. TT1 372 2 Dio agisce tramite l'uomo. Chiunque può riuscire a risvegliare la coscienza degli uomini, a indurli a compiere buone opere, a suscitare in essi un vivo interesse per lo sviluppo dell'opera grazie allo Spirito di Dio. Le promesse fatte in circostanze simili rivestono un carattere sacro perché sono frutto dello Spirito di Dio e, quando vengono adempiute, Dio accetta l'offerta e accredita a questi generosi amministratori ciò che essi hanno investito nella banca celeste. Si gettano, così, fondamenta stabili; si edifica in vista dell'eternità. TT1 372 3 Quando, invece, la presenza dello Spirito non è più percepita così chiaramente e la mente inizia a soffermarsi su realtà di natura temporale, nasce la tentazione di mettere in dubbio il valore dell'obbligo assunto spontaneamente. Cedendo alle tentazioni di Satana, gli uomini pensano che siano state esercitate su di loro delle pressioni, che abbiano agito in seguito all'eccitazione del momento, che la richiesta di denaro per sostenere l'opera di Dio sia stata eccessiva; pensano di essere stati indotti a prendere un impegno senza comprenderne bene la ragione e quindi nasce in loro il desiderio di esserne sciolti. I pastori hanno forse la facoltà di accettare queste scuse e dire: "Sì, voi non siete tenuti a mantenere la promessa; voi siete sciolti dai voti fatti"? Se lo facessero, diventerebbero partecipi del peccato di cui si macchia chi si sottrae a un dovere sacro. TT1 372 4 Una chiesa è responsabile degli impegni presi dai suoi membri. Se ci si rende conto che un fratello trascura di adempiere un voto, si deve agire nei suoi confronti con accortezza e franchezza. Qualora egli non sia in grado di soddisfare l'impegno preso, ma è un membro di chiesa fedele, la chiesa può aiutarlo. Il problema sarà risolto e tutti ne riceveranno una benedizione. TT1 372 5 Dio vuole che i membri della sua chiesa considerino i propri obblighi nei suoi confronti come obblighi tassativi, dello stesso valore di quelli che sono stati contratti con un qualsiasi creditore. Ognuno esamini la propria vita: cerchi di individuare quegli impegni che sono stati trascurati e decida di assolverli perché tutti dobbiamo affrontare la sentenza finale del tribunale di Dio in cui soltanto l'onestà e la verità ci permetteranno di sussistere. ------------------------Capitolo 101: Testamenti e lasciti TT1 374 1 "Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano". Matteo 6:19, 20. L'egoismo è un peccato che uccide lo spirito. Sotto questo nome va identificata anche l'avarizia, che è una forma di idolatria. Tutto appartiene a Dio e la prosperità di cui godiamo è il risultato delle sue benedizioni. Dio è il grande e generoso benefattore. Se egli chiede una parte di ciò che ci ha offerto così generosamente, non lo fa per arricchirsi, perché non ne ha bisogno, ma per darci l'opportunità di esercitare la rinuncia, l'amore e la simpatia nei confronti del prossimo e permetterci così di raggiungere mete sempre più elevate. TT1 374 2 In tutti i tempi, da Adamo a noi, Dio ha reclamato ciò che l'uomo possiede, dicendo: "Io sono il Sovrano dell'universo, perciò consacra a me le primizie, presentami un tributo di fedeltà, restituiscimi ciò che mi appartiene e riconosci la mia sovranità: allora potrai usufruire dei miei doni e goderne e ti assicurerò le mie benedizioni". "Onora l'Eterno con i tuoi beni e con le primizie d'ogni tua rendita". Proverbi 3:9. TT1 374 3 Innanzi tutto devono essere soddisfatte le esigenze di Dio. Se noi gli consacriamo solo ciò che rimane, dopo aver soddisfatto le nostre necessità più o meno immaginarie, non facciamo la sua volontà. Prima di spendere, dobbiamo togliere dal nostro guadagno la parte che spetta a Dio e restituirgliela. All'epoca del popolo d'Israele un'offerta ardeva costantemente sopra all'altare per esprimere la gratitudine del popolo: indicava il costante obbligo dell'uomo nei confronti di Dio. Se prosperiamo negli affari è perché il Signore ci benedice. Quindi, una parte di questo guadagno deve essere riservata al povero, mentre una parte maggiore va investita in favore dell'opera di Dio. Quando si restituisce all'Eterno ciò che gli spetta, ciò che rimane a noi risulta santificato e benedetto. Quando invece l'uomo deruba l'Altissimo trattenendo per sé ciò che Dio esige, perché gli appartiene, la maledizione divina colpisce tutti i suoi beni. TT1 374 4 Dio ha scelto gli uomini come strumenti tramite i quali i suoi doni devono fluire per sostenere l'opera che egli desidera sia sviluppata nel mondo. Egli ha affidato loro dei beni perché siano impiegati saggiamente e non perché vengano sprecati in modo egoistico e stravagante, come ad esempio nell'appagamento della passione per il lusso, il soddisfacimento del desiderio di vestirsi bene e di abbellire la casa. Dio ha affidato agli uomini dei capitali perché sostengano quei collaboratori che lavorano come pastori e missionari e perché le istituzioni della chiesa si sviluppino. TT1 374 5 Coloro che amano il prezioso messaggio della verità dovrebbero provare un ardente desiderio di vederlo diffuso ovunque. Vi sono alcuni fedeli collaboratori che non si sottraggono al dovere o alle responsabilità. I loro cuori e i loro beni sono sempre a disposizione per lo sviluppo della sua opera. Essi, poi, sono pronti a impegnarsi con entusiasmo compiendo molto più del loro dovere, quasi per paura di perdere la possibilità di investire ciò che hanno nella banca del cielo. TT1 375 1 Altri, invece, fanno il meno possibile: accumulano il loro denaro oppure lo dissipano per conto loro, offrendo solo una modesta elemosina per il sostentamento dell'opera di Dio. Se fanno a Dio una promessa o un voto, se ne pentono e cercano di rimandarne l'adempimento oppure di non adempierlo affatto. Inoltre essi riducono la loro decima al minimo, quasi avessero paura che ciò che restituiscono all'Eterno sia denaro sprecato. Le nostre istituzioni possono trovarsi in difficoltà economiche, però queste persone continueranno ad agire come se, in fondo, tutto ciò fosse loro indifferente. Eppure sono gli strumenti di Dio per la diffusione della sua Parola al mondo. I beni degli anziani TT1 375 2 Queste istituzioni non hanno ricevuto, come altre dello stesso genere, né donazioni né lasciti. Dio, quindi, le ha fatte prosperare e se ne è servito per realizzare il bene. Ci sono fra noi persone anziane che si avvicinano al termine dei loro giorni, ma nessuno si preoccupa che i loro beni siano devoluti all'opera di Dio e che finiscano quindi nelle mani di Satana. Questi capitali erano stati affidati loro da Dio ed essi dovevano restituirli al momento della loro morte. Ma in nove casi su dieci questi fratelli hanno agito in modo tale che Dio non sarà glorificato perché nulla gli verrà restituito. Alcuni sarebbero stati propensi a farlo, ma, consigliati da uomini non consacrati, non hanno preso in considerazione Dio nei loro progetti. L'eredità viene affidata a figli e nipoti, spesso con ripercussioni negative, poiché, non amando Dio né la sua Parola, i beni che appartenevano al Signore passano al nemico che ne dispone a sua discrezione. Satana è molto più vigile, previdente e abile dei nostri fratelli quando si tratta di appropriarsi delle ricchezze che avrebbero dovuto essere restituite al Signore per la proclamazione del suo messaggio. I testamenti vengono redatti con tale trascuratezza che, non rispondendo ai requisiti di legge, l'opera di Dio perde milioni di lire. I nostri fratelli dovrebbero sentirsi responsabili in quanto amministratori di Dio. È necessario agire con saggezza in questo campo, affinché i beni che appartengono a Dio gli vengano restituiti. TT1 376 3 Molti si sentono a disagio e credono di avventurarsi su un terreno proibito quando parlano di eredità a persone anziane o inferme per consigliarle a chi destinare i loro capitali. Ma questa responsabilità è sacra come quella della predicazione del Vangelo. Se un uomo possiede dei beni che il Signore gli ha affidato ed è sul punto di abbandonarne la gestione, li affiderà a uomini che non credono affatto in Dio soltanto perché sono suoi parenti? Ogni credente non dovrebbe interessarsi alla felicità eterna di quest'uomo, come anche alla prosperità dell'opera di Dio, e indurlo a prendere delle decisioni affinché i suoi beni siano consacrati alla diffusione del messaggio evangelico? È giusto che quest'uomo muoia derubando il Signore di ciò che gli appartiene? Sarebbe una grande perdita per lui e per l'opera di Dio affidare il suo denaro a coloro che si disinteressano della Parola di Dio: è come se il suo talento fosse stato seppellito. TT1 376 1 Il Signore desidera che i suoi discepoli dispongano dei loro beni mentre sono in grado di farlo. Alcuni si chiedono: "Dobbiamo privarci di tutto ciò che ci appartiene?" Forse non subito, ma è necessario essere disposti a farlo per amore del Cristo. Riconosciamolo come il Padrone assoluto di tutto ciò che possediamo e utilizziamo i nostri beni con generosità ogni volta che saranno necessari dei fondi per la sua opera. TT1 376 2 Alcuni fanno finta di non sentire quando si sollecita il loro contributo per inviare missionari all'estero o per proclamare la verità e diffonderla come foglie d'autunno in tutte le parti del mondo. Essi tenteranno di giustificare la propria avarizia sostenendo che hanno dato disposizioni affinché i loro beni vengano utilizzati dopo la morte: essi hanno pensato a Dio nel loro testamento. Ecco perché vivono da avari derubando Dio nelle decime e nelle offerte e, tramite il testamento, restituiranno al Signore una piccola parte di ciò che era stato loro affidato a titolo di prestito, mentre la parte più consistente andrà ai parenti che non si interessano affatto delle verità bibliche. È un vero e proprio raggiro. Si tratta di rubare a Dio ciò che gli appartiene, non soltanto in vita ma anche dopo la morte. Non temporeggiare TT1 376 3 È una vera e propria follia aspettare gli ultimi atti di vita per prepararsi a quella eterna. È un grave errore non rispondere immediatamente agli appelli di Dio ed essere generosi soltanto nel momento in cui dobbiamo trasferire ad altri l'amministrazione dei suoi beni. Come mai i ricchi hanno il coraggio di correre simili rischi? Coloro che aspettano gli ultimi momenti della loro esistenza per destinare i loro beni si lasciano condizionare dalla morte piuttosto che dalla fede in Dio. Agendo in questo modo sono in diretto contrasto con il piano di Dio che è invece ben definito. Se vogliono agire in favore del bene, lo facciano subito e si impegnino con tutte le loro forze, senza lasciarsi sfuggire le occasioni. TT1 376 4 Coloro che trascurano il loro dovere, non rispettando le esigenze di Dio, che acquetano la coscienza affermando che faranno un lascito per testamento, non riceveranno lode né ricompensa da parte del Maestro. Essi non hanno rinunciato a loro stessi, ma da veri egoisti hanno utilizzato i loro beni per tutto il tempo possibile. Solo lo spauracchio della morte ha fatto allentare la presa. Se fossero stati veramente cristiani, ciò che avrebbero dovuto realizzare mentre erano in buona salute non lo avrebbero rinviato all'ultimo momento. Devono consacrare a Dio tutto se stessi, i loro beni e, agendo come amministratori fedeli, avranno la soddisfazione di compiere il loro dovere. Diventando i propri esecutori testamentari, potrebbero rispondere alle esigenze di Dio anziché affidarne la responsabilità agli altri. TT1 376 5 Dobbiamo considerarci amministratori dei beni del Signore e riconoscere Dio come il supremo proprietario al quale restituire ciò che gli appartiene quando ce lo richiederà. Quando ritornerà per richiederci ciò che gli è dovuto, con gli interessi, gli avidi impareranno che invece di moltiplicare i talenti che erano stati affidati loro si sono attirati la condanna del servo inutile. TT1 377 1 Il Signore desidera che la morte dei suoi servitori sia considerata come una perdita per l'influsso positivo che hanno esercitato e per le numerose offerte volontarie donate per alimentare i fondi della sua opera. I lasciti testamentari non sostituiscono la generosità che non è stata esercitata nell'arco della vita. Ogni giorno i figli di Dio dovrebbero fare testamento con buone opere e offerte generose. Non è giusto che ciò che si offre al Signore rappresenti una somma irrisoria rispetto a quello che ognuno impiega per se stesso. Facendo ogni giorno testamento ci si ricorderebbe degli oggetti e degli amici che occupano il posto migliore nei nostri affetti. Gesù è il nostro migliore amico. Egli non ha dato valore alla sua vita, ma l'ha offerta per noi ed è diventato povero affinché, tramite la sua povertà, fossimo arricchiti. Egli vuole tutto il nostro cuore, i nostri beni, tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo. TT1 377 2 Numerosi cristiani di professione respingono le richieste di Gesù nell'arco della loro vita limitandosi a una semplice elemosina in punto di morte. Tutti coloro che si trovano in situazioni simili sappiano che questi furti nei confronti di Dio non sono dovuti a impulsi momentanei, ma si tratta di un piano profondamente meditato perché esordiscono nel loro testamento con queste parole: "Nel pieno possesso delle mie facoltà..." Dopo aver derubato Dio durante tutta la vita, continuano a farlo dopo la morte, avendolo deciso nel pieno possesso delle loro facoltà. Alcune persone considerano questi testamenti come una garanzia che permette loro di dormire fra due cuscini. Il loro testamento rientra nella preparazione in vista della morte; essi l'hanno redatto per non essere turbati da queste preoccupazioni in punto di morte. Queste persone possono sentirsi serene al pensiero che un giorno saranno chiamate a rendere conto della loro amministrazione? TT1 377 3 È necessario essere generosi nell'arco della propria esistenza per essere certi di vivere eternamente. Quando inizierà il giudizio e i libri verranno aperti, ognuno sarà valutato secondo le sue opere. Molte persone hanno i loro nomi scritti nei registri di chiesa, ma i libri del cielo li accusano di furto. Se non si pentiranno e non lavoreranno per il Maestro con generosità, la loro sorte sarà certamente simile a quella del servitore infedele. TT1 377 4 Capita che un uomo d'affari muoia improvvisamente, senza aver avuto il tempo di prepararsi per questo momento così delicato. Esaminando la sua situazione finanziaria ci si rende conto che spesso è tragicamente complicata. Le spese legali assorbono gran parte dei suoi capitali, e, a volte, anche la totalità dei suoi beni, e non rimane nulla per la vedova, i figli e l'opera di Dio, che ne risultano defraudati. I fedeli amministratori di Dio saranno al corrente della loro situazione economica e pronti per ogni evenienza. Se dovessero morire improvvisamente, coloro che sono preposti a esaminare la loro situazione finanziaria non dovranno affrontare particolari difficoltà. TT1 377 5 Molti non pensano a redigere il loro testamento perché godono apparentemente di buona salute, ma i nostri fratelli dovrebbero prendere le loro precauzioni. È necessario che siano esattamente al corrente del loro stato patrimoniale e lascino tutto perfettamente in ordine. Devono adottare le disposizioni necessarie affinché tutto sia chiaro, anche qualora dovessero morire improvvisamente. TT1 377 6 I testamenti devono essere redatti legalmente, affinché non possano venire impugnati. Possono rimanere depositati per anni, senza nuocere a nessuno, fermo restando la possibilità di fare delle donazioni all'opera di Dio secondo le necessità. Cari fratelli, avendo redatto il vostro testamento non morirete neanche un giorno prima del tempo. Affidando i vostri beni ai vostri parenti, fate attenzione a non dimenticare l'opera di Dio. Voi gestite i beni del Signore, ecco perché dovete, innanzi tutto, preoccuparvi di rispondere ai suoi appelli. Naturalmente non si tratta di lasciare vostra moglie e i vostri figli nella miseria e in questo senso dovrete adottare le disposizioni del caso. Non conformatevi però alle consuetudini elencando sul vostro testamento una lunga lista di parenti che non abbiano alcuna necessità economica. TT1 378 1 Ricordatevi che disporre dei propri beni in maniera egoistica non rientra nel piano di Dio, ma è un errore umano. I cristiani devono presentarsi come dei riformatori e abbandonare l'attuale sistema, redigendo i loro testamenti con tutto un altro stile. Non dimenticate mai che in realtà voi disponete dei capitali di Dio. La sua volontà è legge. Se un uomo vi avesse scelto come esecutore testamentario non utilizzereste la massima attenzione per conoscere la volontà del testatore, per essere sicuro che anche la minima somma sia spesa secondo la sua volontà? Il vostro Amico celeste vi ha affidato dei beni e vi ha lasciato il suo testamento per indicarvi l'uso che ne dovete fare. Se considererete questo testamento con un cuore disinteressato, ciò che appartiene al Signore sarà ben impiegato. La causa di Dio è stata trascurata perché coloro che il Signore ha abbondantemente benedetto si sono dimostrati ingrati e disubbidienti. Il buon uso dei talenti TT1 378 2 Coloro che fanno testamento non dovrebbero pensare di limitarsi a questo. Essi devono impegnarsi costantemente utilizzando i talenti che sono stati loro affidati per l'edificazione nel regno di Dio. Il Signore vuole che tutti i suoi figli usino saggiamente i suoi beni e non si propone di sostenere la sua opera tramite atti miracolosi. Egli ha amministratori fedeli che gestiscono saggiamente i suoi beni e consacrano il suo denaro per lo sviluppo del suo regno. Lo spirito di sacrificio e la generosità non dovrebbero rappresentare l'eccezione ma la regola.È necessario rispondere ai bisogni sempre maggiori dell'opera. Gli appelli per trovare uomini disposti a diffondere il messaggio della verità ci giungono da vicino e da lontano. È quindi necessario aumentare il numero dei collaboratori e dei fondi destinati al loro sostentamento. TT1 378 3 Nel tesoro del Signore affluisce, e a prezzo di grandi sforzi, solo una piccola quantità di denaro in favore dell'opera per la salvezza degli uomini. Se gli occhi di tutti si aprissero e ognuno potesse rendersi conto quanto l'avidità abbia ostacolato lo sviluppo dell'opera di Dio e quanto si sarebbe potuto fare se tutti avessero agito secondo il piano divino, sia per le decime sia per le offerte, molti avrebbero beneficiato di una riforma radicale e non oserebbero più intralciarne i progressi come lo hanno fatto in passato. La chiesa dorme e sembra non rendersi conto di quel che potrebbe fare se, per amore del Cristo, rinunciasse a tutto. Un vero spirito di sacrificio costituirebbe un argomento in favore della realtà e della potenza del Vangelo che il mondo non potrebbe fraintendere o negare, mentre sulla chiesa si riverserebbero tante benedizioni. TT1 378 4 Io esorto i nostri fratelli a non derubare più il Signore. Se alcuni devono fare testamento lo facciano, però abbiano cura di non assegnare ai figli o alle figlie la parte che, di diritto, deve entrare nel tesoro di Dio. Spesso certi testamenti sono oggetto di dissensi e di processi. Ci è stato riferito, per la gloria del Dio d'Israele, che egli non si vergognò di essere chiamato loro Dio. Invece di acquisire egoisticamente i beni terreni, o perseguire la felicità tramite i piaceri, il popolo si affidava all'Altissimo offrendo tutto ciò che aveva e viveva per la sua gloria dichiarando di aspettare una patria migliore, quella celeste. L'Eterno non si vergognava di questo popolo. Egli non li disonorò agli occhi del mondo e non esitò a chiamarli fratelli. Offrire generosamente TT1 379 1 Molti assicurano di non poter offrire per l'opera più di quanto già danno; in realtà non contribuiscono secondo le loro effettive possibilità. Il Signore, talvolta, apre i loro occhi accecati dall'egoismo limitandosi a ridurre le loro entrate, proporzionandole a quanto essi sono disposti a dare. Dei cavalli muoiono nei campi o nelle stalle; delle case o dei granai sono distrutti dagli incendi; si perde un raccolto. In molti casi Dio mette alla prova gli uomini mediante le sue benedizioni, ma se l'infedeltà appare poi evidente sia nelle decime sia nelle offerte, il Signore ritira queste benedizioni. "...Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente..." 2 Corinzi 9:6. Per le compassioni del Cristo, per la sua grande bontà, per amore della verità e della religione, vi esortiamo a consacrarvi nuovamente a Dio con i vostri beni. Pensando all'amore e alla misericordia del Cristo che lasciò le corti celesti per scendere sulla terra e subire privazioni, umiliazione e morte, ognuno si chieda: "Quanto devo al mio Signore?" Le vostre offerte, quindi, siano proporzionate al vostro apprezzamento del gran dono divino: il diletto Figlio di Dio. TT1 379 2 Quando dovete decidere ciò che volete offrire per l'opera di Dio, siate sicuri di eccedere anziché essere parsimoniosi. Considerate a chi, in realtà, viene fatta l'offerta e questo eliminerà la vostra avarizia. Pensate al grande amore con cui il Cristo ci ha amati e allora anche le offerte migliori appariranno indegne di essere accettate da lui. Quando il Cristo è l'oggetto dei nostri affetti, coloro che hanno sperimentato il suo amore e la sua misercordia non si soffermeranno a calcolare il valore di un recipiente di alabastro pieno di profumo. Giuda poteva farlo, ma chi ha ricevuto il dono della salvezza rimpiangerà solo il fatto che l'offerta non sia stata maggiore e più ricca. I cristiani devono considerarsi dei canali tramite i quali la misericordia e le benedizioni che scaturiscono dalla Fonte di ogni bene giungono fino agli uomini. ------------------------Capitolo 102: Le relazioni fra i membri di chiesa TT1 380 1 Tutti coloro che lottano per ottenere la vittoria sul male dovranno combattere contro le proprie debolezze, anche se è molto più facile notare le colpe degli altri piuttosto che riconoscere le proprie. È quindi necessario impegnarsi a fare autocritica invece di sottolineare gli errori degli altri. TT1 380 2 Tutti i membri di chiesa, se sono figli e figlie di Dio, dovranno sottomettersi alla disciplina che li aiuterà a diventare la luce del mondo. Dio non potrà scegliere come suoi collaboratori uomini e donne che amano le tenebre e non compiono nessuno sforzo per avvicinarsi alla Fonte della luce. Coloro che riconoscono il proprio stato e fanno tutto il possibile per uscirne, pregando con fervore, riceveranno l'aiuto di Dio. Ognuno deve cambiare molte cose e impararne altre su se stesso: si devono abbandonare vecchie abitudini, correggere antichi errori e tutto ciò richiede uno sforzo non indifferente. Inoltre, per poter conseguire la vittoria, si deve accettare pienamente la verità e metterne in pratica i principi, sorretti dalla grazia di Dio. TT1 380 3 Io vorrei convincere tutti che la nostra unica speranza, in quanto individui, consiste nell'unirci a Dio. Si deve giungere alla purezza interiore e questo richiede un profondo esame di coscienza seguito da un'intensa lotta per vincere l'ostinazione e l'egoismo. Per questo è indispensabile pregare con fervore e costanza. Calma e autocontrollo TT1 380 4 Uomini rudi e critici spesso scusano, o almeno cercano di giustificare, la loro mancanza di cortesia cristiana, trincerandosi dietro il pretesto che alcuni riformatori manifestarono quello stesso spirito e sostenendo che oggi l'opera di Dio richiede un atteggiamento simile. Non è così. Uno spirito calmo, che sa dominarsi, è preferibile anche nella società più rozza. Dio non aveva scelto i riformatori perché erano uomini autoritari e collerici, ma li accettò per quello che erano e nonostante queste loro caratteristiche. Egli avrebbe affidato loro responsabilità dieci volte maggiori se avessero avuto uno spirito umile, guidato dalla ragione. I pastori di Dio devono denunciare il peccato e la malvagità, la corruzione e la falsità. A volte essi sono chiamati a condannare il male sia fra le classi più elevate sia fra quelle inferiori, ad annunciare che la collera divina si abbatterà sui trasgressori della legge di Dio, ma non devono mai essere né arroganti né dispotici; devono dimostrare gentilezza e manifestare uno spirito che tende a salvare piuttosto che a distruggere. TT1 381 1 La benignità di Dio insegna ai pastori e ai membri di chiesa, che aspirano a diventare collaboratori del Cristo, preziose lezioni di pazienza e amore. Il Cristo accettò Giuda e Pietro, non perché il primo fosse avaro e il secondo collerico, ma perché essi potessero imparare da lui, il Grande Maestro, e diventare altruisti e umili. TT1 381 2 Egli vide in entrambi qualità positive: Giuda aveva una certa capacità di gestire le questioni finanziarie e sarebbe stato utile alla chiesa se avesse accettato gli insegnamenti di Gesù che condannavano l'egoismo, la frode, l'avarizia anche nelle piccole cose. TT1 381 3 Questi insegnamenti furono ripetuti spesso: "Chi è fedele nelle cose minime, è pur fedele nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi". Luca 16:10. Onestà scrupolosa TT1 381 4 Il nostro Salvatore cercò di far comprendere ai suoi uditori che colui che cerca di nuocere al prossimo nelle piccole cose lo ingannerebbe anche in cose più importanti qualora se ne presentasse l'occasione. TT1 381 5 La minima deviazione dalla giusta via abbatte le barriere e predispone a commettere ingiustizie maggiori. Il Cristo, tramite i suoi insegnamenti e il suo esempio, insegnò che la più assoluta onestà deve caratterizzare il nostro comportamento nei confronti del prossimo. "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro..." Matteo 7:12. TT1 381 6 Il Cristo sottolineava costantemente i difetti dei farisei e li disapprovava. Essi dicevano di osservare la legge di Dio e invece, nella loro vita quotidiana, agivano male. Molte vedove e molti orfani erano privati di quel poco che possedevano per soddisfare l'insaziabile desiderio di ricchezze dei farisei. TT1 381 7 Giuda avrebbe potuto trarre il massimo beneficio da tutti questi insegnamenti se avesse voluto essere onesto, ma non riuscì a vincere il suo desiderio di accumulare denaro e questa divenne la sua passione dominante. Egli custodiva il denaro che doveva essere utilizzato per lo sviluppo dell'opera del Signore e di tanto in tanto sottraeva piccole somme per uso personale. Il suo cuore egoista biasimò l'offerta di Maria, un vaso di alabastro pieno di profumo, e la rimproverò. Invece di imparare egli volle perfino convincere il Signore dell'inopportunità di quel gesto. TT1 381 8 Questi due uomini ebbero la possibilità e il privilegio di avvalersi dei continui insegnamenti del Cristo e del suo meraviglioso esempio per correggere i lati peggiori del loro carattere. TT1 381 9 Udirono i suoi rimproveri contro l'ipocrisia e la corruzione, ma si resero conto che coloro a cui erano rivolti attacchi simili erano, allo stesso tempo, oggetto di un'infaticabile opera di riforma svolta dal Maestro in loro favore. TT1 381 10 Egli pianse a causa della loro insensibilità e dei loro errori. Motivato da un amore profondo, Gesù pianse su Gerusalemme: "...quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!" Luca 13:34. La pazienza di Gesù TT1 382 1 Pietro era un uomo coraggioso, energico e zelante, impetuoso e inflessibile. Il Cristo individuò in lui quelle qualità che sarebbero risultate molto utili per la chiesa e lo chiamò affinché tutto ciò che di buono e di utile c'era in lui potesse svilupparsi e, tramite i suoi insegnamenti e il suo esempio, si smussassero le asperità del suo carattere. Quando il cuore è trasformato dalla grazia di Dio si nota un cambiamento che si esternerà in manifestazioni di cortesia, simpatia e gentilezza. Gesù non fu mai né freddo né scontroso. Spesso coloro che erano afflitti lo raggiungevano proprio dove si era rifugiato per godere di un po' di riposo: per tutti, e sempre, il Maestro aveva uno sguardo affettuoso e una parola d'incoraggiamento. In ogni cosa egli diventò un perfetto esempio di cortesia. Pietro rinnegò il Signore ma si pentì, si umiliò per il grave errore commesso e il Cristo dimostrò di averlo perdonato chiamandolo per nome dopo la risurrezione. TT1 382 2 Giuda cedette alle tentazioni di Satana e tradì il suo migliore Amico. Pietro, invece, trasse profitto dagli insegnamenti del Maestro e continuò l'opera di riforma affidata ai discepoli dopo che il Signore era asceso al cielo. Questi due uomini rappresentano le due categorie di persone a cui si rivolse il Cristo accordando loro i vantaggi che derivano dai suoi insegnamenti e dal suo esempio di vita caratterizzata dal sacrificio e dall'amore. TT1 382 3 Più l'uomo considererà la vita del suo Salvatore e stabilirà un legame con lui, più diventerà simile alla sua immagine e compirà le opere del Cristo. L'epoca in cui viviamo esige un'opera di riforma. Il messaggio della verità illumina gli uomini pronti ad agire, a collaborare con onestà, diligenza e perseveranza per la salvezza degli uomini che ascoltano gli appelli dello Spirito di Dio. TT1 382 4 L'amore che deve unire i membri di chiesa spesso lascia spazio alle critiche e alle censure che si manifestano anche durante le funzioni religiose e che si esternano in pungenti attacchi personali. I pastori, gli anziani e i membri di chiesa non devono permetterlo: le riunioni devono svolgersi in vista della gloria di Dio. Quando uomini di diverso temperamento si convertono, se la verità di Dio non attenua e non riduce le asperità del loro carattere, tutta la chiesa ne risentirà e così la pace e la buona armonia saranno sacrificate a causa di questi elementi inconvertiti. Molti, preoccupati solo di sottolineare gli errori dei propri fratelli, trascurano l'esame della propria coscienza e la purificazione della propria vita: tutto ciò dispiace a Dio. I membri di chiesa devono vigilare, controllare e valutare le proprie azioni per non agire motivati dall'egoismo e per non essere occasione di scandalo per i fratelli più deboli. TT1 382 5 Dio accetta gli uomini come sono e li forma per il suo servizio se essi si sottomettono alla sua disciplina e sono disposti a imparare da lui. Le radici dell'amarezza, dell'invidia, della mancanza di fiducia, della gelosia e perfino dell'odio che esiste in alcuni membri di chiesa sono opera di Satana. Questi elementi hanno un effetto deleterio sulla chiesa: "...Non sapete voi che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta?" 1 Corinzi 5:6. Lo zelo religioso che manifestano certe persone accusando i loro fratelli è uno zelo senza conoscenza e il Cristo non ha nulla a che fare con questo tipo di testimonianza. ------------------------Capitolo 103: Dispepsia mentale TT1 383 1 L'interesse che nutro per la sua salvezza mi induce a scriverle. Sono oppressa dal peso della responsabilità che sento su di me nell'indirizzarle queste righe. Lei, con il suo modo di agire, chiude davanti a sé e davanti ai suoi figli le porte del cielo: non potrete mai entrarvi con il vostro carattere attuale. Sì, sorella mia, lei sta giocando una partita triste e disperata e gli angeli del cielo la stanno osservando con profonda tristezza, mentre gli spiriti malvagi godono constatando che sta perdendo sempre di più quelle virtù che contraddistinguono il carattere cristiano e che Satana, a poco a poco, sta sostituendo con i propri difetti. TT1 383 2 Lei, sorella, si è appassionata così tanto alla lettura di novelle e romanzi che vive in un mondo del tutto immaginario. L'influsso di simili letture nuoce allo spirito e al corpo perché indebolisce la mente e limita la resistenza fisica. Talvolta la sua mente è malata perché l'immaginazione è stata sovreccitata da storie non vere. Il pensiero va disciplinato in modo che tutte le sue facoltà possano svilupparsi armoniosamente. Un certo tipo di esercizio infonde vigore ad alcune facoltà e lascia inattive le altre, tanto che la loro utilità si riduce fino a svanire. La memoria è danneggiata da cattive letture che provocano un vero squilibrio intellettuale, creano nervosismo, stancano il cervello e abbattono l'organismo. Quando l'immaginazione è costantemente nutrita e stimolata da letture vane, diventa ben presto una vera tiranna e domina tutte le facoltà del pensiero provocando la tendenza all'incostanza e alla corruzione. TT1 383 3 Lei soffre di una forma di dispepsia mentale. La sua mente è piena di informazioni di ogni tipo: politica, storia, teologia, aneddoti, di cui solo una parte può essere ricordata dalla sua mente affaticata. Sarebbe stata maggiormente utile una minor quantità di conoscenze, ma una mente ben disciplinata. Lei non ha esercitato la mente; la sua volontà e le sue inclinazioni hanno avuto il sopravvento tanto da diventare delle vere e proprie tiranne. Ne è scaturita una perdita di energie fisiche e mentali. TT1 383 4 Per anni la sua mente è stata simile a un torrente gorgogliante, quasi completamente pieno di pietre ed erbacce, le cui acque si disperdono. Se le sue facoltà intellettuali fossero state motivate da obiettivi elevati non sarebbe invalida. Lei crede di dover assecondare la sua passione per la lettura e ho visto la sua lampada ardere ancora a mezzanotte perché lei era rimasta affascinata da qualche storia che stimolava ancor più il suo cervello già così eccitato. Questo modo di fare ha contribuito a farle perdere il vero contatto con la vita e ha indebolito le sue percezioni mentali, morali e fisiche. L'irregolarità ha provocato il disordine nella sua famiglia e se continua così, la sua mente cadrà nell'ebetismo. Lei ha abusato del tempo di grazia accordatole da Dio e lo ha sprecato. Effetti di una lettura non adatta TT1 384 1 Dio ci concede dei talenti perché li sfruttiamo in modo intelligente. L'educazione è solo una preparazione delle facoltà fisiche, intellettuali e morali in vista della migliore attuazione dei doveri della vita. Letture non adeguate danno una falsa educazione. La forza di resistenza, come pure l'energia e l'attività cerebrali possono essere diminuite o accresciute secondo l'uso. Sorella, lei deve rinunciare a queste letture frivole ed eliminare questi libri dalla sua casa. Non si lasci tentare da quanto può pervertire la sua immaginazione, scuotere il suo sistema nervoso, rovinare i suoi figli. Leggendo molto lei sarà incapace di compiere i suoi doveri di madre e di moglie squalificandosi per fare qualsiasi tipo di bene. TT1 384 2 Non studia la Bibbia come dovrebbe e, quindi, non acquisisce la saggezza delle Scritture e non è pronta per compiere il bene. Le letture banali affascinano la mente e rendono la Parola di Dio priva di interesse. Invano cerca di far credere agli altri di conoscere bene le Scritture: non è così, perché la sua mente è piena di zavorra. La Bibbia richiede attenta riflessione e studio profondo fatto con spirito di preghiera. Non basta leggere rapidamente, in modo superficiale. Mentre alcuni passi sono così chiari che è impossibile fraintenderli, altri sono piuttosto complessi ed esigono uno studio più attento e paziente. Simile al prezioso metallo nascosto nelle viscere della terra, le preziose gemme della verità vanno cercate con cura e immagazzinate nella mente in vista di un uso futuro. Tutti devono esercitare la loro mente indagando costantemente per scoprire l'oro del cielo così come ricercano quello terreno! TT1 384 3 Quando lei approfondirà le Scritture con il desiderio sincero di scoprire la verità, Dio invierà il suo Spirito nel suo cuore e illuminerà la sua mente con la sua Parola. La Bibbia è l'interprete di se stessa: un passo spiega l'altro. Confrontando quei passi che si riferiscono allo stesso argomento, lei noterà bellezza e armonia come non aveva neppure lontanamente immaginato. Non v'è altro libro che, come la Bibbia, fortifichi, elevi e nobiliti la mente. Questo studio assicura nuove forze allo spirito che viene messo in contatto con soggetti che richiedono profonda riflessione e si sente attratto a pregare Dio per poter comprendere le verità rivelate. Se la mente si limita solo a soffermarsi su cose comuni e non si occupa di soggetti ardui e profondi, si atrofizzerà, si adatterà al livello delle cose prese in esame e finirà per perdere ogni possibilità di espandersi. TT1 384 4 A Dio dispiace constatare che alcuni sono troppo indolenti o trascurati per diventare dei collaboratori efficienti e ben informati. Il cristiano deve possedere una maggiore intelligenza e una migliore capacità di valutare di quanto non ne abbiano i non credenti. TT1 384 5 Lo studio della Parola di Dio apre la mente e rafforza l'intelletto. Non c'è nulla che affini, nobiliti il carattere e infonda vigore a ogni facoltà quanto il costante esercizio della mente che cerca di comprendere e assimilare delle verità di così grande importanza. La mente dell'uomo si restringe e si indebolisce se si occupa solo di cose comuni senza cercare di elevarsi al di sopra delle realtà terrene per afferrare i misteri dell'invisibile. L'intelletto, a poco a poco, si adegua al livello delle realtà con le quali ha una costante familiarità. Se la mente, quindi, non si esercita ad acquisire una maggiore conoscenza grazie a uno sforzo perseverante, per comprendere la rivelazione della potenza divina nella natura e nella Scrittura, perderà la sua forza e le sue capacità. -- Testimonies for the Church 4:545, 546 (1881). ------------------------Capitolo 104: I matrimoni non approvati dalle scritture TT1 386 1 Noi viviamo negli ultimi tempi, contrassegnati da un grande interesse per i problemi relativi al matrimonio, che rappresenta uno dei segni dell'imminente ritorno del Cristo. Dio non viene consultato in merito e così accade che la religione, il dovere e i principi vengono sacrificati per soddisfare le passioni di un cuore non convertito. La cerimonia nuziale non dovrebbe essere caratterizzata da troppo sfarzo, né da troppi festeggiamenti perché non vi è neppure un matrimonio su cento che risulti felice, riscuota l'approvazione di Dio e metta i coniugi in grado di glorificare meglio l'Eterno. Sono tante le tristi conseguenze di matrimoni infelici. Ci si sposa spinti da un impulso. Si pensa raramente di esaminare il problema e si considera antiquato consultare persone d'esperienza. L'impulso e le passioni sostituiscono l'amore. Molti mettono in pericolo la loro vita spirituale e attirano su di sé la maledizione di Dio contraendo un legame matrimoniale solo per soddisfare la propria fantasia. Mi sono stati indicati i casi di alcuni che, pur sostenendo di credere nella verità, hanno commesso il grave errore di unirsi con dei non credenti. Essi speravano che l'altro coniuge avrebbe accettato il messaggio della verità, mentre è successo, purtroppo, che si è allontanato ancora di più e sono iniziate le sottili tentazioni del nemico per distogliere il credente dalla sua fede. L'influsso dei matrimoni misti TT1 386 2 Molti perdono a poco a poco interesse e fiducia nella verità perché si sono uniti a dei non credenti. Respirano l'atmosfera del dubbio, dell'incredulità, dell'infedeltà e infine cadono nello scetticismo. Alcuni forse avranno il coraggio di resistere a questi influssi, ma nella maggior parte dei casi la fede è minata in modo impercettibile e poi svanisce: Satana ha raggiunto il suo obiettivo. Egli ha agito silenziosamente tramite i suoi agenti ed è riuscito a travolgere le barriere della fede e della verità prima ancora che il credente riuscisse a rendersi conto di dove stesse andando a finire. TT1 386 3 È una cosa molto pericolosa allearsi con il mondo e Satana sa bene che il momento che segna l'unione di molti giovani è anche quello che praticamente conclude la storia della loro esperienza e della loro partecipazione alla vita religiosa: sono persi per il Cristo. Per un certo periodo di tempo essi si impegneranno per vivere una vita cristiana, ma tutti i loro sforzi risulteranno inutili contro un sottile influsso che viene esercitato nella direzione opposta. Un tempo, per loro, era un privilegio e una gioia comunicare la propria fede e la propria speranza; ora, invece, sembrano poco disposti a parlarne perché la persona alla quale si sono uniti non prova nessun interesse per queste realtà. Così la loro fede nella verità svanisce e Satana, insidiosamente, tesse intorno a loro una fitta rete di scetticismo. TT1 387 1 Eccedere in ciò che è lecito costituisce un grave peccato. Coloro che professano la verità infrangono la volontà di Dio unendosi ai non credenti: perdono il suo favore e rendono sempre più difficile il pentimento. Il non credente può avere un eccellente carattere morale, ma il fatto che non abbia risposto agli appelli divini e trascuri il dono della salvezza è una ragione sufficiente per rinunciare a sposarlo. Il carattere del non credente può essere come quello del giovane ricco a cui Gesù disse: "Una cosa ti manca", quella indispensabile. TT1 387 2 A volte si sostiene che il non credente è comunque favorevole alla religione e ha tutte le qualità che si possano desiderare in un compagno per la vita eccetto una: la fede; non è un cristiano! Anche se dentro di sé il credente può essere convinto del fatto che sia inopportuno sposare un non credente accade, in nove casi su dieci, che prevalga la passione. Il declino spirituale inizia nel momento in cui si pronuncia il "sì" davanti all'altare; il fervore religioso a poco a poco si attenua e cadono, l'una dopo l'altra, le varie barriere fino a quando entrambi si ritrovano schierati dalla parte di Satana. Anche nelle feste nuziali lo spirito del mondo trionfa contro la coscienza, la fede e la verità. Nella nuova famiglia l'ora della preghiera non è rispettata; lo sposo e la sposa si sono scelti reciprocamente e hanno congedato Gesù. TT1 387 3 Inizialmente il coniuge non credente può tenere nascosta la sua opposizione, ma quando verrà preso in considerazione l'argomento Bibbia, potrebbe reagire dicendo: "Tu mi hai sposato sapendo che io sono così; non voglio essere disturbato. D'ora in poi sia ben chiaro che ogni conversazione sulle tue idee personali è proibita". Se il credente manifestasse un fervore speciale in tema di fede, la cosa potrebbe apparire come una mancanza di cortesia nei confronti dell'altro che non ha nessun interesse per l'esperienza cristiana. TT1 387 4 Il credente dice a se stesso che nella sua nuova condizione matrimoniale deve pur concedere qualche cosa al compagno che ha scelto. Divertimenti sociali e mondani vengono accettati. Inizialmente si prova una forte riluttanza, ma poi l'interesse per la verità diminuisce e alla fede subentrano il dubbio e l'incredulità. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che un credente, un tempo saldo, coscienzioso e fedele al Cristo, potesse diventare così incerto, dubbioso e debole. Come è cambiato in seguito a quel matrimonio incauto! Affrontare francamente la situazione TT1 387 5 Che cosa deve fare un cristiano che viene a trovarsi in una posizione che mette a dura prova la fermezza dei suoi principi religiosi? Con convinzione, degna di essere imitata, dovrebbe dire francamente: "Io sono un cristiano coscienzioso e credo che il settimo giorno della settimana sia il sabato della Bibbia. La nostra fede e i nostri principi ci conducono in due direzioni opposte e non possiamo essere felici insieme perché se io continuo ad acquisire una maggiore conoscenza della volontà di Dio, mi distaccherò sempre più dal mondo per somigliare sempre più al Cristo. Se tu, d'altra parte, continui a non apprezzare la bellezza della religione del Cristo e non trovi nulla di attraente nella verità, amerai sempre di più quel mondo che io non posso amare perché sono legato a tutto ciò che appartiene a Dio e che tu non riesci ad apprezzare. Le realtà spirituali si comprendono spiritualmente. Senza questa valutazione spirituale tu non sarai in grado di riconoscere i diritti che Dio ha su di me e di ammettere i miei obblighi nei confronti del Signore che io rispetto. Tu pensi che io ti trascuri per occuparmi dei miei doveri religiosi e non sarai felice perché sarai gelosa del mio affetto per il Signore. E io sarò solo nella mia convinzione religiosa. Quando le tue idee saranno cambiate, quando il tuo cuore risponderà all'invito divino e tu avrai imparato ad amare il mio Salvatore, i nostri rapporti potranno rinnovarsi". In questo modo il credente fa, per il Cristo, un sacrificio approvato dalla sua coscienza, un sacrificio che rivela il valore così elevato che egli attribuisce alla vita eterna per non correre il rischio di perderla. Egli si rende conto che sarebbe meglio non sposarsi affatto piuttosto che unire i propri interessi a quelli di chi antepone il mondo al Cristo e vorrebbe allontanarlo dalla croce. Non si comprende il pericolo a cui si va incontro nel concedere il proprio affetto ai non credenti. Nella mente dei giovani il matrimonio appare sotto un alone romantico ed è difficile convincerli ad abbandonare le loro idee e far loro comprendere la grande responsabilità che implica l'impegno matrimoniale. Questo voto lega il destino di due persone con vincoli che solo la morte può infrangere. Essi non possono camminare insieme TT1 388 1 Chi cerca gloria, onore, immortalità e vita eterna può unirsi con chi rifiuta di schierarsi dalla parte del Cristo? Voi che dite di avere scelto il Cristo come vostro Maestro, di ubbidirgli in ogni cosa, potete unire i vostri interessi a quelli di coloro che si lasciano guidare dal principe delle tenebre? "Due uomini camminano eglino assieme, se prima non si sono concertati?" Amos 3:3. "...Se due di voi sulla terra s'accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli". Matteo 18:19. Che strano! Mentre uno dei due è molto devoto, l'altro è indifferente e noncurante; mentre uno cerca la via che conduce alla vita eterna, l'altro segue il sentiero che porta verso la morte. TT1 388 2 Centinaia di persone hanno sacrificato il Cristo e il cielo per sposarsi con dei non credenti. L'amore e l'amicizia del Cristo possono avere così scarso valore da indurli a preferire la compagnia di esseri mortali? Apprezzano così poco la vita eterna che sono disposti a rischiare di perderla per legarsi a coloro che non amano il loro Salvatore? TT1 388 3 La felicità e il successo della vita coniugale dipendono dall'unità dei due coniugi. Come può la mente carnale armonizzarsi con quella che si è convertita al Cristo? Uno semina per la carne, pensa e agisce secondo le tendenze del proprio cuore; l'altro semina per lo Spirito cercando di soffocare l'egoismo, di vincere le tendenze negative e ubbidire al Maestro di cui si dichiara discepolo. Si ha così una costante differenza di gusti, idee e obiettivi. Se il credente non riesce a convincere il non credente con la sua ferma aderenza ai principi, finirà (e questo accade spesso) per perdersi d'animo e rinunciare ai propri principi religiosi per la compagnia di chi non ha nessun punto di contatto con il cielo. Anticamente Dio proibì in modo tassativo il matrimonio degli israeliti con persone appartenenti ad altre nazioni. Si obietta che quel divieto volesse impedire agli ebrei di sposare degli idolatri e di contrarre parentele con i pagani. Ma i pagani erano in una posizione più favorevole rispetto agli attuali non credenti che, pur avendo la possibilità di conoscere il messaggio della verità, persistono nel respingerlo. Il peccatore, oggi, è molto più colpevole dei pagani di un tempo, perché il messaggio del Vangelo gli è stato annunciato chiaramente, ma egli viola la propria coscienza e si dichiara nemico di Dio. La ragione che Dio addusse contro questi matrimoni fu: "...stornerebbero i tuoi figliuoli dal seguir me per farli servire a dèi stranieri..." Deuteronomio 7:4. Chi, nell'antico Israele, cercò di ignorare questo divieto lo fece a scapito dei propri principi religiosi. Il caso di Salomone è un esempio: le mogli lo allontanarono da Dio. ------------------------Capitolo 105: Collaboratori fedeli TT1 390 1 La pace del Cristo è un dono di Dio; il denaro, i talenti più brillanti, l'intelligenza non possono assicurarcela. Come potrò far comprendere a tutti ciò che perdono se trascurano di mettere in pratica i sacri principi della religione del Cristo nella loro vita quotidiana? La dolcezza e l'umiltà del Cristo rappresentano la forza del cristiano; esse sono più preziose di tutto ciò che il genio possa creare o la ricchezza assicurare. Di ciò che è degno di essere ricercato, amato e coltivato non c'è nulla di più importante agli occhi di Dio di un cuore puro, riconoscente e sereno. TT1 390 2 Se nel cuore sussiste l'armonia della verità e dell'amore divini, le parole e le azioni lo riveleranno. Le maniere più raffinate non riusciranno a nascondere il cattivo umore, la durezza e le parole sgradevoli: è necessario che nel cuore regni uno spirito di vera benevolenza. L'amore infonde in chi lo possiede grazia, correttezza e gentilezza; esso illumina il volto e addolcisce la voce; affina ed eleva l'intero essere; lo mette in comunione con Dio perché è un attributo divino. TT1 390 3 Molti corrono il rischio di pensare che, essendo assorbiti dal lavoro, dallo scrivere e dall'attività medica, o dai doveri dei vari dipartimenti, sono scusati se trascurano la preghiera, l'osservanza del sabato, la frequenza alle riunioni. Le realtà sacre vengono sminuite per pura convenienza e i doveri, le rinunce o altre cose molto importanti rimangono inadempiuti. Né i medici né i loro assistenti dovrebbero svolgere la loro attività senza trovare il tempo per pregare. Dio desidera aiutare tutti coloro che dicono di amarlo, purché essi si rivolgano a lui con fede, animati dalla consapevolezza della propria debolezza, e cerchino il suo aiuto. Se invece si separano da lui, la loro sapienza diventa follia. Se avranno un'opinione corretta di se stessi e si affideranno a Dio, egli stenderà il suo braccio potente e farà in modo che i loro sforzi siano coronati dal successo; se invece essi si allontaneranno da Dio, Satana sopraggiungerà per dominare i loro pensieri e falsare il loro giudizio. TT1 390 4 Nessuno corre un pericolo maggiore di chi si sente su un terreno sicuro. È allora che i suoi piedi cominciano a scivolare. Le tentazioni sopraggiungono una dopo l'altra e le loro ripercussioni sulla vita e sul carattere avranno una forza tale che, senza l'intervento della potenza di Dio, la persona sarà corrotta dallo spirito del mondo e non riuscirà più ad attuare il piano divino. Tutto quello che l'uomo possiede proviene da Dio e chi utilizza le proprie capacità alla gloria del Signore sarà uno strumento per il bene; ma non possiamo vivere una vera vita religiosa senza pregare costantemente e realizzare fedelmente i doveri cristiani, così come non si può pensare di ottenere forze fisiche adeguate senza il cibo necessario. Dobbiamo sederci ogni giorno alla tavola di Dio; se vogliamo che la linfa divina scorra in noi dobbiamo restare uniti al ceppo divino. TT1 391 1 Il modo in cui alcuni si comportano per raggiungere il loro obiettivo, imitando le abitudini del mondo, non è in armonia con la volontà di Dio. Essi vedono il male, ma non osano reprimerlo per non crearsi problemi e così, invece di affrontare coraggiosamente il loro dovere, lo lasciano ad altri che dovranno affrontare quelle stesse difficoltà che essi hanno evitato. In troppi casi, chi parla con franchezza viene considerato colpevole. TT1 391 2 Fratelli, vi esorto a comportarvi con saggezza ricercando la gloria di Dio. Affidatevi alla sua potenza e alla sua grazia e, tramite lo studio delle Scritture e la preghiera, cercate di avere una visione chiara del vostro dovere per poi compierlo fedelmente. È indispensabile che coltiviate la fedeltà nelle piccole cose perché in questo modo sarete onesti anche nelle responsabilità maggiori. I fatti irrilevanti della vita quotidiana si susseguono senza che ce ne rendiamo conto: sono proprio queste piccolezze che formano il carattere. Ogni evento della vita ha la sua importanza o per il bene o per il male. Lo spirito ha bisogno di essere messo alla prova ogni giorno per poter trovare la forza per resistere in qualsiasi situazione difficile. Nei giorni del pericolo e della prova avrete bisogno di sentirvi incoraggiati per potervi schierare dalla parte della giustizia e resistere a ogni opposizione. TT1 391 3 Dio desidera fare molto per voi, ma dovete riconoscere di avere bisogno di lui. Gesù vi ama. Cercate sempre di camminare secondo la saggezza di Dio e in varie occasioni della vita continuate a impegnarvi fino a quando non sarete certi che la vostra volontà è in armonia con quella del vostro Creatore. Grazie alla vostra fede in Cristo potete ricevere la forza per resistere a ogni tentazione di Satana e accrescere, così, le vostre facoltà morali. TT1 391 4 Potete diventare uomini e donne importanti, in grado di assumere grandi responsabilità, se con la vostra volontà, unita alla potenza divina, vi impegnate seriamente. Esercitate le vostre possibilità mentali e non trascurate quelle fisiche. Non permettete che una specie di pigrizia intellettuale vi impedisca di conseguire una maggiore conoscenza. Imparate a riflettere e a studiare affinché le vostre facoltà mentali possano rafforzarsi e svilupparsi. Non pensate mai di essere arrivati e di poter rallentare il ritmo dei vostri sforzi: un uomo viene giudicato in base alla sua crescita spirituale. La vostra educazione deve continuare per tutta la vita e ogni giorno dovete imparare a utilizzare le conoscenze acquisite. ------------------------Capitolo 106: Nel labirinto dello scetticismo TT1 392 1 Non ci sono scuse per il dubbio e lo scetticismo: Dio ha previsto che la fede di ognuno possa svilupparsi nella misura in cui ne accetta le prove schiaccianti. Però, se gli uomini aspettano, per credere, che anche la più piccola obiezione sia eliminata, non riusciranno mai a essere radicati e fondati nella verità. Dio non eliminerà mai tutte le difficoltà che possono presentarsi e chi vuole dubitare ne avrà sempre la possibilità, mentre chi vuole credere troverà sempre delle prove su cui fondare la propria fede. TT1 392 2 La posizione di alcuni appare inspiegabile anche a loro stessi: vanno alla deriva, senza un'ancora, dibattendosi nella nebbia dell'incertezza. Satana prende in mano il timone e orienta la loro fragile esistenza dove vuole. Essi, in questo modo, diventano vittime della sua volontà. Se non avessero ascoltato Satana, non si sarebbero lasciati sedurre dai suoi inganni; se fossero rimasti uniti al Signore, non sarebbero così confusi e smarriti. TT1 392 3 Dio e gli angeli seguono con vivo interesse lo sviluppo del carattere di ogni individuo e giudicano il suo valore morale. Chi resiste alle astuzie di Satana supererà la prova come l'oro affinato dal fuoco; chi, invece, si lascia travolgere dalla tentazione pensa, come pensò Eva, di acquisire un'immensa sapienza e rimarrà, come la prima donna, amaramente deluso. Ha inseguito dei miraggi, ha abbandonato la sapienza divina per assecondare la fragilità del giudizio umano; una scarsa conoscenza lo ha reso orgoglioso, mentre una profonda conoscenza di se stesso e di Dio lo avrebbe reso un essere equilibrato e ragionevole e lo avrebbe indotto a schierarsi dalla parte della verità, degli angeli e di Dio. TT1 392 4 Nell'ultimo giorno saremo giudicati in base alla Parola di Dio. Alcuni giovani parlano di scienza e si credono più savi delle Scritture stesse; essi cercano di spiegare le vie e le opere di Dio con la loro limitata conoscenza e non ci riescono. La vera scienza e l'ispirazione sono in perfetta armonia fra loro; la falsa scienza, invece, è del tutto indipendente da Dio e non è altro che presuntuosa ignoranza. Questo potere ingannevole ha attratto e imprigionato la mente di molti, tanto che essi hanno preferito le tenebre alla luce e si sono schierati dalla parte dell'incredulità quasi che il dubbio fosse un segno di virtù e di ampiezza di vedute, mentre la capacità di riconoscere Dio nelle sue opere, la prova di una mente debole e gretta. Anche se studiassero per tutta la vita i misteri divini non riuscirebbero a sondarli. Poiché le opere di Dio non possono essere spiegate da una mente limitata, Satana utilizza i suoi sofismi per ingannare gli uomini e farli cadere nella trappola dell'incredulità. Se essi fossero intimamente uniti a Dio, egli potrebbe manifestare le sue intenzioni. TT1 392 5 Le realtà spirituali si percepiscono spiritualmente: la mente carnale non può comprendere questi misteri. Se chi dubita continuerà a seguire il grande seduttore, le impressioni e le convinzioni dello Spirito di Dio svaniranno a poco a poco, mentre si intensificheranno sempre più le sollecitazioni di Satana e la mente finirà per cedere e cadere sotto il suo controllo. Allora, per queste menti confuse, la saggezza di Dio diventerà follia e ciò che Dio considera pazzia rappresenterà l'essenza della sapienza. TT1 393 1 Una delle terribili conseguenze che hanno accompagnato la ricerca della conoscenza e le indagini della scienza è il fatto che quanti si impegnano in queste ricerche perdono di vista troppo spesso il carattere divino di una "religione pura e immacolata". Gli studiosi hanno cercato di spiegare con principi scientifici l'azione dello Spirito di Dio sul cuore umano. Ogni passo in questa direzione guiderà l'anima nel labirinto dello scetticismo. La religione della Bibbia è semplicemente il mistero della pietà: nessuna mente umana lo può comprendere pienamente e appare del tutto inconcepibile al cuore non rigenerato. TT1 393 2 Il Figlio di Dio ha paragonato l'azione dello Spirito Santo al vento che "...soffia dove vuole... ma non sai né d'onde viene né dove va..." Giovanni 3:8. Nella Bibbia leggiamo che il Redentore del mondo, pervaso da una gioia profonda, disse: "...Io ti rendo lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli". Matteo 11:25. TT1 393 3 Il Salvatore si rallegra del fatto che il piano della salvezza sia stato concepito in modo tale che quanti si ritengono saggi e si inorgogliscono per gli insegnamenti di filosofie inutili, non possono percepire la bellezza, la potenza e il mistero del Vangelo. Mentre a chi è umile ed è animato dal sincero desiderio di conoscere la volontà del Padre celeste e di metterla in pratica, la sua Parola è rivelata come la potenza di Dio per la salvezza. ------------------------Capitolo 107: L'influsso delle amicizie TT1 394 1 Nelle nostre istituzioni, dove si concentrano un certo numero di impiegati dell'opera, l'influsso che esercitano le amicizie è notevole. Tutti possono trovarsi e farsi degli amici. Da questi contatti e amicizie deriva un influsso reciproco in bene o in male. Tutti hanno degli amici, esercitano un influsso e lo subiscono. TT1 394 2 I cuori degli uomini si sentono attratti gli uni verso gli altri e uniti da un misterioso vincolo a tal punto che i sentimenti, i gusti e i principi di due persone si fondono: uno assimila e copia i modi e i gesti dell'altro. Come la cera conserva l'impronta del sigillo, così la mente riceverà l'impressione prodotta dalle nostre relazioni con gli altri. L'influsso, per quanto inconsapevole possa essere, sarà sempre forte. TT1 394 3 Se i giovani si convincessero a unirsi a persone che si comportano correttamente, che sono riflessive e gentili, l'effetto che potrebbero esercitare sarebbe molto positivo. Se scegliessero per amico qualcuno che rispetta il Signore, il suo influsso li condurrebbe all'adempimento del loro dovere, alla verità e alla santità, poiché una vita cristiana autentica è una vera forza in vista del bene. Invece, chi si unisce a gente di dubbia moralità, di pessimi costumi e di discutibili abitudini ne seguirà ben presto l'esempio perché l'uomo, per natura, tende al male. Chi frequenta degli scettici diventerà anch'egli uno scettico; chi sceglie la compagnia dei depravati certamente diventerà anche lui un depravato. Camminare "secondo il consiglio degli empi" è il primo passo per fermarsi sulla "via dei peccatori" e per sedersi sul "banco degli schernitori". Cfr. Salmi 1:1. TT1 394 4 Tutti coloro che vogliono acquisire le caratteristiche di un buon carattere stabiliscono dei legami con persone serie, riflessive e attratte dalla religione. Coloro che desiderano lavorare in vista dell'eternità devono utilizzare dei buoni materiali per la propria costruzione. Se vengono utilizzate travi tarlate, se ci si accontenta dei difetti di carattere, la costruzione è, fin dall'inizio, condannata alla rovina. Ognuno, quindi, faccia attenzione a come costruisce perché ben presto sopraggiungerà la tempesta della tentazione che investirà l'edificio e, se questo non è stato solidamente eretto, non potrà resistere. TT1 394 5 Una buona reputazione è più preziosa dell'oro, eppure i giovani hanno la tendenza a legarsi con coloro che sono inferiori a loro spiritualmente e moralmente. Cosa può aspettarsi un giovane dalla compagnia di chi è a un livello inferiore di pensieri, sentimenti e condotta? Alcuni hanno gusti volgari e abitudini depravate: chi sceglie queste amicizie ne seguirà l'esempio. Viviamo in tempi pericolosi che dovrebbero farci tremare. Vediamo la mente di molti brancolare nei labirinti dello scetticismo a causa dell'ignoranza, dell'orgoglio e di un carattere limitato. L'umiltà rappresenta per l'uomo caduto una dura lezione da imparare. Nel cuore umano c'è qualche cosa che si oppone alla verità rivelata a proposito di tutti quei soggetti che si riferiscono a Dio, ai peccatori, alla trasgressione della legge divina e al perdono in Cristo. Preservare lo spirito TT1 395 1 Fratelli e sorelle, vecchi e giovani, quando avete un momento a disposizione aprite la Bibbia e nutrite la vostra mente con le sue preziose verità. Quando lavorate vegliate sul vostro spirito e concentratelo su Dio; parlate di meno e meditate di più. Ricordate: "Or io vi dico che d'ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderan conto nel giorno del giudizio". Matteo 12:36. Le vostre parole siano opportune: in questo modo chiuderete la porta al vostro avversario. Cominciate le vostre giornate con la preghiera e lavorate come se foste in presenza di Dio. I suoi angeli sono sempre al vostro fianco per annotare le vostre parole e il modo in cui lavorate. Se vi allontanate dagli influssi positivi e scegliete la compagnia di coloro che immaginate non abbiano troppo interesse per una vita spirituale, pur professando il cristianesimo, ben presto sarete simili a loro. Vi mettete sulla via della tentazione, sul campo di battaglia di Satana e, se non vigilerete costantemente, sarete sopraffatti dalle sue insidie. Vi sono persone che per un certo periodo di tempo hanno avuto una vita religiosa, ma ora si trovano senza Dio e la loro coscienza è insensibile. Esse sono vane e frivole: la loro conversazione non esprime contenuti elevati. Corteggiamento e matrimonio occupano la loro mente escludendo pensieri più importanti e più nobili. Le amicizie influiscono sul nostro destino TT1 395 2 Le compagnie scelte da coloro che lavorano nelle nostre istituzioni influiranno sulla loro vita terrena ed eterna. Alcuni, che un tempo erano fedeli e coscienziosi, sono molto cambiati: si sono allontanati da Dio e Satana li ha attratti a sé. Ora essi sono irreligiosi, irriverenti ed esercitano un forte influsso su altri che si lasciano facilmente infatuare. Le cattive compagnie influiscono negativamente sul carattere e modificano le buone abitudini: "Chi va coi savi diventa savio, ma il compagno degl'insensati diventa cattivo". Proverbi 13:20. TT1 395 3 I giovani sono in pericolo e non si rendono conto delle conseguenze del loro stile di vita. Molti pensano solo ad amoreggiare e cadono vittime di vere e proprie infatuazioni. Queste loro tendenze non sono caratterizzate da ciò che è nobile, degno e sacro perché sono ispirate da Satana. Gli avvertimenti che hanno ricevuto sono stati inutili perché sono così ostinati, egoisti e diffidenti da pensare che osservazioni, rimproveri e consigli non li riguardino affatto. Non preoccupandosi del loro modo di comportarsi, si allontanano sempre più dalla verità e dall'amore di Dio e perdono ogni percezione delle cose sacre ed eterne; pur assolvendo formalmente i doveri cristiani non sono affatto interessati alle realtà spirituali. Troppo tardi si renderanno conto che "stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano". Matteo 7:14. TT1 396 1 Parole, azioni e moventi sono fedelmente registrati; ma con quanta lentezza queste menti frivole, superficiali e questi cuori duri riusciranno a capire che un angelo di Dio prende nota di come sono stati utilizzati questi momenti preziosi! Dio un giorno rivelerà ogni parola e ogni azione. Egli è presente ovunque e i suoi messaggeri, anche se invisibili, visitano ogni laboratorio e ogni appartamento. Anche gli atti più nascosti verranno alla luce e così saranno rivelati pensieri, tendenze e progetti del cuore. "...Tutte le cose sono nude e scoperte dinanzi agli occhi di Colui al quale abbiam da render ragione". Ebrei 4:13. Nobilitare la nostra opera TT1 396 2 Coloro che lavorano nelle nostre istituzioni devono associare Gesù a ogni ramo della loro attività. Qualunque cosa facciano dovrebbero farla con una precisione e una perfezione che possano superare le prove più severe. Il proprio lavoro si deve compiere con entusiasmo. La fedeltà è essenziale sia nei comuni doveri della vita sia in quelli che implicano maggiori responsabilità. Alcuni, forse, pensano che il loro lavoro non sia particolarmente importante, mentre in realtà è esattamente ciò che essi decidono che sia: soltanto loro sono in grado di sminuire o elevare il livello del loro impegno. Desideriamo che ogni persona pigra sia costretta a lavorare per guadagnare il pane quotidiano, perché il lavoro è una benedizione e non una maledizione; esso protegge contro le insidie di Satana che trova sempre qualche iniziativa negativa da affidare agli indolenti. TT1 396 3 Nessuno di noi deve vergognarsi di lavorare per quanto modesto e servile possa sembrare il suo compito. Il lavoro nobilita. Tutti compiono il proprio dovere e onorano la propria religione facendo il bucato, lavando i piatti o frequentando le riunioni in chiesa. Mentre le mani sono occupate nel più comune dei lavori, la mente può elevarsi a pensieri puri e santi. Quando un qualsiasi operaio rivela mancanza di rispetto per le realtà spirituali lo si dovrebbe esonerare dal lavoro: nessuno deve credere che l'istituzione dipenda da lui. TT1 396 4 Chi è stato per molto tempo impiegato nelle nostre istituzioni dovrebbe essere un collaboratore fidato, sul quale si può contare perché è fedele al dovere come l'ago della bussola lo è al polo. Se ognuno avesse sfruttato in modo adeguato le opportunità che gli sono state offerte, ora avrebbe un carattere equilibrato e un'esperienza viva e profonda delle realtà spirituali. Alcuni, però, si sono allontanati da Dio e hanno trascurato la loro vita spirituale: per loro essa non rappresenta più una serie di principi che agiscono interiormente e che sono presenti in loro ovunque vadano e con chiunque si trovino, come una specie di ancora dello spirito. Io mi auguro che ogni collaboratore di Dio tenga presente che il successo in questa vita, e il conseguimento di quella futura, dipende in gran parte dalla fedeltà nelle piccole cose. Chi aspira a responsabilità elevate, deve dimostrare fedeltà nell'adempimento del proprio dovere là dove Dio lo ha chiamato. TT1 396 5 La perfezione delle opere di Dio si nota chiaramente sia nel più piccolo degli insetti sia nel re degli animali. Lo spirito di un bambino che crede in Cristo è prezioso per lui quanto gli angeli che sono intorno al suo trono. "Voi dunque siate perfetti, com'è perfetto il Padre vostro celeste". Matteo 5:48. Come Dio è perfetto nella sua sfera d'azione così l'uomo può esserlo nella sua. Qualsiasi cosa ci sia da fare deve essere realizzata con cura e in modo perfetto. La fedeltà e l'onestà nelle piccole cose, l'adempimento dei piccoli doveri e i semplici gesti di bontà renderanno più gaio e più bello il corso della vita e quando la nostra opera in terra sarà conclusa, ogni piccolo dovere, assolto fedelmente, sarà considerato da Dio come una pietra preziosa. ------------------------Capitolo 108: La chiesa trionferà TT1 398 1 Fino a quando il Cristo non ritornerà sulle nuvole del cielo con potenza e gloria, gli uomini saranno malvagi e continueranno a preferire le favole alla verità. La chiesa attraverserà un periodo difficile e profetizzerà "coperta di sacco". Pur dovendo affrontare eresie e persecuzioni, pur lottando contro infedeli e apostati, essa, con l'aiuto di Dio, sta già schiacciando la testa al serpente. Il Signore avrà un popolo fedele la cui fede risulterà salda come il granito e temprata come l'acciaio: sarà il popolo che testimonierà il messaggio di Dio al mondo, chiamato a compiere un'opera speciale e gloriosa in vista del suo ritorno. TT1 398 2 Il messaggio evangelico non conquisterà nessuno, non penetrerà in nessun cuore senza ferire la testa di Satana. Ogni volta che un prigioniero è strappato dai ceppi, liberato dall'oppressione, il tiranno è sconfitto. Le case editrici, le macchine tipografiche sono altrettanti strumenti nelle mani di Dio per trasmettere il prezioso messaggio della verità a ogni popolo e nazione. Questo messaggio giunge anche nelle terre pagane e penetra dissipando ogni superstizione e ogni errore. TT1 398 3 I pastori che hanno proclamato il messaggio della verità, con impegno e con fervore, possono anche apostatare e unirsi al nemico; questo, però, potrà forse mutare la verità in errore? L'apostolo dice: "Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo..." 2 Timoteo 2:19. La fede e i sentimenti degli uomini possono cambiare, ma la verità di Dio non cambia. Il messaggio del terzo angelo sta echeggiando: esso è infallibile. TT1 398 4 Nessuno può collaborare con Dio senza che gli uomini o gli angeli malvagi si alleino contro di lui. Gli agenti di Satana perseguiteranno chiunque cerchi di seguire il Cristo, perché Satana vuole recuperare la preda che gli era sfuggita. Uomini malvagi accetteranno e crederanno ai suoi raggiri che attireranno su di loro il giudizio divino; essi si nasconderanno dietro un'apparente sincerità per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Certezza della verità TT1 398 5 Noi siamo nella verità. È certo quanto l'esistenza stessa di Dio; Satana, con tutti i suoi inganni e la sua potenza, non può trasformare la verità di Dio in menzogna. Mentre il grande avversario cercherà di compiere un ultimo sforzo per annullare la Parola di Dio, la verità continuerà a risplendere come una lampada accesa. TT1 398 6 Il Signore ci ha scelti e ci ha accordato la sua misericordia. Ci lasceremo sedurre dagli inganni dell'apostata? Preferiremo allearci con Satana e i suoi seguaci? Ci uniremo ai trasgressori della legge di Dio? La nostra preghiera deve essere: "Signore, crea una barriera fra me e il serpente!" Se non odiamo le opere delle tenebre, le spire potenti del maligno ci avvolgeranno e il suo veleno potrà penetrare da un momento all'altro nel nostro cuore. Dobbiamo considerarlo un nemico pericoloso e opporci a lui nel nome del Cristo. La nostra è una conquista progressiva e dobbiamo lottare per acquisire ogni centimetro di terreno. Tutti coloro che si fregiano del nome del Cristo indossino l'armatura della giustizia. ------------------------Capitolo 109: Semplicità nell'abbigliamento TT1 400 1 Nel suo sermone sul monte, il Cristo esortò i suoi discepoli a non permettere che la loro mente fosse assorbita dalle realtà terrene. Egli disse molto chiaramente: "Niuno può servire a due padroni; perché o odierà l'uno ed amerà l'altro, o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona. Perciò vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vita vostra di quel che mangerete o di quel che berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?... E intorno al vestire, perché siete con ansietà solleciti? Considerate come crescono i gigli della campagna; essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro". Matteo 6:24, 25, 28, 29. TT1 400 2 Queste parole sono ricche di significato: si applicavano ai tempi del Cristo, ma sono valide anche ai nostri giorni. Gesù paragona la naturale semplicità dei fiori di campo con gli ornamenti artificiosi dell'abbigliamento e afferma che la gloria di Salomone non poteva competere con uno di questi fiori nella sua naturale bellezza. Da queste parole si può trarre un prezioso insegnamento per tutti coloro che vogliono conoscere e attuare la volontà di Dio. Gesù, notando la cura e l'attenzione che tutti accordano all'abbigliamento, ci ha avvertiti di non lasciarci sopraffare da queste realtà. È estremamente importante ascoltare le sue parole. Salomone era così preso dal culto dell'apparenza che trascurò di elevare la propria mente tramite una costante unione con il Dio della saggezza. La bellezza e la perfezione del carattere furono sacrificate per acquisire un fascino puramente esteriore; egli rinunciò all'onore e all'integrità del proprio carattere per cercare la gloria del mondo. Finì per diventare un despota che finanziava le proprie stravaganze tramite le forti tasse imposte al popolo. Egli si lasciò travolgere dalla corruzione, si allontanò da Dio e diventò un idolatra. TT1 400 3 Quando vediamo le nostre sorelle rinunciare alla semplicità nell'abbigliamento e assecondare l'amore per la moda, ci sentiamo turbati. Continuando in quella direzione, esse si allontaneranno da Dio e trascureranno la bellezza interiore. Queste nostre sorelle non devono sentirsi libere di sprecare il tempo che Dio ha affidato loro nell'inutile abbellimento degli abiti. Con quanto maggior profitto questo tempo potrebbe essere utilizzato per leggere le Sacre Scritture e ottenere così una vera conoscenza delle profezie e degli insegnamenti di Gesù!... TT1 400 4 Dio desidererebbe vedere le nostre sorelle vestite in modo semplice, decoroso e impegnate con entusiasmo nella sua opera. Esse ne hanno le capacità e quindi, se sfruttassero in modo adeguato i talenti di cui dispongono, la loro efficienza sarebbe maggiore. Se il tempo che ora sprecano in cose inutili lo impiegassero per studiare la Parola di Dio per poi spiegarla ad altri, la loro mente si arricchirebbe di nuove e preziose verità e sarebbero esse stesse fortificate e nobilitate dagli sforzi fatti per comprendere le ragioni della nostra fede. Se esse studiassero con coscienza la Bibbia e cercassero di sfruttare ogni opportunità che viene loro offerta per aiutare altri a comprenderla, vedremmo tante persone accettare la verità grazie al loro impegno. Care sorelle, nel giorno del giudizio ripercorrerete con piacere le tappe della vostra vita oppure dovrete ammettere di aver cercato solo la bellezza esteriore a scapito di quella interiore? TT1 401 1 Le nostre sorelle hanno sufficiente zelo e coraggio per sottomettersi senza esitazione a ciò che esige la Parola di Dio? A questo proposito l'apostolo Paolo diede un consiglio molto esplicito: "Io voglio dunque... che le donne si adornino d'abito convenevole, con verecondia e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti sontuose, ma d'opere buone, come s'addice a donne che fanno professione di pietà". 1 Timoteo 2:8-10. Qui il Signore, tramite il suo apostolo, si schiera espressamente contro l'abitudine di portare gioielli d'oro. Coloro che hanno maggiore esperienza facciano attenzione a non sviare altri con il loro esempio! L'anello che portate al dito, per semplice che sia, è inutile e potrà esercitare un influsso negativo sugli altri. TT1 401 2 Soprattutto le mogli dei nostri pastori devono essere molto caute e non allontanarsi dal chiaro insegnamento della Bibbia relativo all'abbigliamento. Molti ritengono superate queste raccomandazioni o non degne di essere prese in considerazione, ma colui che le aveva comunicate ai discepoli si rendeva conto del pericolo derivante dalla passione per l'abbigliamento, anche ai nostri giorni, e volle avvertirci. Vi presteremo ascolto? Saremo saggi? La stravaganza nel vestire cresce costantemente; la moda varia e le nostre sorelle ne seguono le esigenze senza tener conto né del tempo né della spesa. Per l'abbigliamento si spende molto denaro che dovrebbe invece essere restituito a Dio che lo ha donato... TT1 401 3 Coloro che fra gli osservatori del sabato si sono lasciati trascinare dall'influsso del mondo saranno messi alla prova. I pericoli degli ultimi tempi ci sovrastano e un periodo difficile attende il popolo di Dio, anche se molti non ci pensano. Verrà messa alla prova l'autenticità della nostra fede. Molti imitano il mondo nell'orgoglio, nella vanità e nella ricerca del piacere lusingandosi di poterlo fare e, nello stesso tempo, continuare a essere cristiani. Invece sono proprio queste debolezze a separarli da Dio e a trasformarli in persone mondane. Cristo non ci ha dato un simile esempio e quindi i suoi veri discepoli sono coloro che rinunciano a se stessi, vivono una vita sobria, umile e santa e non godono della compagnia di chi ama il mondo. TT1 401 4 Molti vestono alla moda pensando di poter così esercitare un certo influsso sui non credenti, ma sbagliano. Se vogliono davvero esercitare un influsso positivo, vivano la loro fede e la manifestino con un comportamento corretto per sottolineare le differenze che intercorrono fra il cristiano e colui che è più mondano. Parole, abiti, gesti devono rendere testimonianza a Dio; allora essi potranno influire su quanti li circondano e perfino i non credenti sapranno che sono stati con Gesù. Se qualcuno desidera trasmettere il messaggio della verità al suo prossimo, viva secondo la sua professione di fede e imiti il Modello divino. TT1 402 1 Orgoglio, ignoranza e follia si affiancano. Il Signore è scontento dell'orgoglio manifestato dal suo popolo ed è disonorato dal fatto che esso desideri conformarsi agli stili di vita non sani, dispendiosi e immodesti della nostra epoca degenerata. TT1 402 2 La moda domina il mondo; esercita un potere tirannico che spesso costringe i suoi seguaci a sottomettersi a grandi inconvenienti e disagi. Essa impone, senza pietà, notevoli sacrifici. Esercita un grande fascino ed è pronta a criticare e ridicolizzare i poveri se essi non la seguono anche a costo della loro vita. Satana trionfa nel vedere che i suoi piani hanno successo, mentre la morte sogghigna davanti a questa follia che rovina la salute e davanti allo zelo cieco di chi si piega a questo tiranno... TT1 402 3 È una vergogna per le nostre sorelle dimenticare a tal punto il loro santo carattere e i loro doveri nei confronti di Dio per seguire la moda. Non c'è scusa per noi, salvo la perversità dei nostri cuori. Con un simile comportamento non possiamo certo estendere il nostro influsso; esso è del tutto incompatibile con la nostra professione di fede, tanto che ci rende addirittura ridicoli agli occhi di coloro che ci circondano... TT1 402 4 L'orgoglio e l'amore per il mondo, manifestato dalle nostre sorelle, ha distolto dalla verità molti di coloro che ne erano rimasti convinti. Il messaggio proclamato sembrava chiaro e armonioso; coloro che lo avevano ascoltato si rendevano conto che accettare la verità significava prendere su di sé una croce molto pesante. Quando, però, videro le nostre sorelle vestirsi con tanta ostentazione affermarono: "Questa gente veste vistosamente, come noi; in realtà non crede a ciò che dice e può darsi benissimo che si sbagli. Se essi credessero davvero che il Cristo sta per tornare e che la sorte di ogni uomo sta per essere decisa o per la vita eterna o per la morte, non consacrerebbero tempo e denaro per vestirsi come esige la moda". Queste nostre sorelle non si sono rese conto del sermone predicato dal loro modo di vestire. TT1 402 5 Le nostre parole, le nostre azioni e i nostri abiti trasmettono ogni giorno un messaggio di testimonianza in favore o contro il Cristo. Non si tratta di un argomento privo di importanza. La scelta dell'abbigliamento richiede una seria riflessione e molte preghiere. Molti non credenti si sono resi conto che non è positivo essere schiavi della moda; quando però notano che alcuni, pur professandosi credenti, vestono alla moda e godono di compagnie frivole, ne deducono che, in fondo, un simile comportamento non è poi così negativo. TT1 402 6 L'apostolo ispirato dice: "...siamo divenuti uno spettacolo al mondo, e agli angeli, e agli uomini". 1 Corinzi 4:9. Tutto il cielo nota l'influsso che giornalmente i cosiddetti discepoli del Cristo esercitano intorno a sé. Sorelle, il vostro abito parla o in favore del Cristo e della sua verità o in favore del mondo. Ricordatevi che dobbiamo tutti rendere conto dell'influsso che esercitiamo. TT1 402 7 Non vogliamo comunque incoraggiare la trascuratezza nel vestire. L'abbigliamento deve essere adeguato e curato. Se anche si indossano abiti ordinari, devono essere puliti e manifestare una certa eleganza. Alcune famiglie spendono molto per vestire i figli secondo la moda. Quanto tempo sprecato! I piccoli si presenterebbero bene anche senza tante ricercatezze purché puliti e in ordine... TT1 402 8 Perché le nostre sorelle seguendo la moda derubano Dio del servizio che gli è dovuto e sottraggono al suo tesoro quel denaro che dovrebbe essere utilizzato per la sua opera? All'abbigliamento si consacrano i nostri pensieri migliori; il tempo è speso in maniera inutile, il denaro sprecato e si trascura di sviluppare la mente e il cuore: il carattere è considerato meno importante del vestito. Invece uno spirito quieto e umile ha un valore infinito ed è una follia sprecare per cose frivole le opportunità che ci vengono offerte per assicurarci questi preziosi ornamenti dello spirito. TT1 403 1 Sorelle, se vogliamo possiamo compiere un'opera nobile per il Signore. La donna non conosce il suo potere. L'Eterno non vuole che tutte le sue facoltà siano assorbite a risolvere interrogativi come: che cosa mangerò? Che cosa berrò? Come mi vestirò? La donna può avere un programma ben più vasto, un destino più grande: deve sviluppare e coltivare le proprie facoltà perché Dio può servirsene nella grande opera della salvezza degli uomini dalla rovina eterna... TT1 403 2 Il male peggiore è comunque l'influsso esercitato sui bambini e sui giovani. Si può dire che non appena essi vengono al mondo sono soggetti alle esigenze della moda. I piccoli odono parlare più di vestiti che della loro salvezza e vedono le loro mamme più indaffarate nella consultazione di modelli che interessate allo studio della Bibbia. Si va più spesso dal negoziante di tessuti e dalla modista che in chiesa. Lo sfoggio di abiti nuovi appassiona più della bellezza interiore. Aspri rimproveri vengono pronunciati quando si sporcano abiti eleganti e così, a poco a poco, si diventa irritabili a causa di queste continue costrizioni. TT1 403 3 Un carattere non equilibrato non disturba la madre quanto un abito macchiato. Il bambino sente parlare più di vestiti che di virtù, perché la mamma conosce meglio le tendenze della moda rispetto al suo Salvatore. Troppo spesso il suo esempio crea intorno ai figli un'atmosfera negativa e così il male, camuffato sotto le apparenze della moda, si introduce fra i bambini. TT1 403 4 La semplicità nel vestire assicurerà a una donna equilibrata notevoli vantaggi, perché il carattere di una persona è giudicato, spesso, dal tipo di abito che porta. Un abito sfarzoso tradisce vanità e debolezza. Una donna semplice e devota vestirà modestamente. Un gusto raffinato, una mente nobile si riveleranno nella scelta di un vestito semplice ma adatto. TT1 403 5 C'è un ornamento che sussisterà, che assicurerà la felicità fra tutti coloro che vivono intorno a noi e che risplenderà, poi, in tutta la sua forza nella vita eterna: si tratta dell'ornamento di uno spirito quieto e umile. Dio ci ha ordinato di rivestire il nostro spirito con l'abito più bello. Ogni volta che chi segue la moda si guarda allo specchio dovrebbe ricordarsi del suo spirito che è stato trascurato. Ogni ora spesa per curare l'aspetto esteriore dovrebbe suonare come un rimprovero perché mente e spirito vengono dimenticati. Sarebbe necessaria una riforma che potrebbe elevare e nobilitare gli obiettivi della vita. Invece di procurarsi ornamenti d'oro per migliorare l'aspetto esteriore, ci si dovrebbe impegnare per assicurarsi quella sapienza che vale più dell'oro ed è più preziosa dei rubini. TT1 403 6 Coloro che sacrificano sull'altare della moda non hanno una grande forza di carattere e hanno scarse energie fisiche: vivono per soddisfare ideali molto meschini e la loro vita non persegue un fine sufficentemente degno. Incontriamo ovunque donne che sono completamente assorbite dalla passione per il vestire e l'apparenza esteriore. L'animo della donna ne risulta svilito, impoverito e i suoi pensieri si concentrano soltanto su se stessa. Mentre una signorina vestita alla moda passava per la via, vicino a un gruppo di signori, uno di loro chiese agli altri qualcosa sul conto di quella ragazza così elegante. Gli venne risposto: "È un grazioso ninnolo nella casa paterna, ma per il resto non vale nulla". È veramente triste che coloro che si definiscono discepoli del Cristo pensino che sia positivo adottare l'abbigliamento e le maniere di questi "inutili gingilli". TT1 404 1 Pietro fornisce preziose istruzioni in merito al modo di vestire delle donne cristiane: "Il vostro ornamento non sia l'esteriore che consiste nell'intrecciatura dei capelli, nel mettersi attorno dei gioielli d'oro, nell'indossar vesti sontuose ma l'essere occulto del cuore fregiato dell'ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran prezzo. E così infatti si adornavano una volta le sante donne speranti in Dio, stando soggette ai loro mariti". 1 Pietro 3:3-5. Vogliamo incoraggiare la sottomissione alle esortazioni della Parola di Dio. Siamo dei lettori attenti degli insegnamenti biblici? Ubbidiremo a Dio o ci conformeremo ai costumi del mondo? Serviremo Dio o Mammona? Possiamo aspettarci di godere la pace dello spirito e di ricevere l'approvazione di Dio se ci opponiamo agli insegnamenti della sua Parola? TT1 404 2 L'apostolo Paolo esorta i cristiani a non conformarsi al mondo e ad essere trasformati tramite il rinnovamento della mente "...affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà". Romani 12:2. Molti, che si dichiarano figli di Dio, non si fanno scrupoli e si conformano alle consuetudini del mondo usando gioielli d'oro, perle e oggetti costosi. Coloro, poi, che sono troppo coscienziosi per utilizzarli sono considerati limitati, superstiziosi e perfino fanatici. Ma è Dio che vuole trasmetterci queste istruzioni: esse sono dichiarazioni della sua saggezza infinita e coloro che le disprezzano lo fanno a loro rischio e pericolo. Chi è legato agli ornamenti che la Parola di Dio proibisce, accarezza l'orgoglio e la vanità nel suo cuore e desidera attrarre l'attenzione. Il suo abito sembra voler dire: "Guardatemi, ammiratemi!" In questo modo la vanità, che è insita nella natura umana, si rafforza sempre più con queste concessioni. Quando si desidera piacere solo a Dio, scompaiono tutti gli inutili abbellimenti della persona. TT1 404 3 L'apostolo considera l'ornamento esteriore in diretto contrasto con uno spirito mansueto e quieto e quindi riafferma il suo valore: "È di gran prezzo agli occhi di Dio". Vi è una chiara contraddizione fra l'amore per gli ornamenti esteriori e la bellezza di uno spirito umile e quieto. Solo quando cerchiamo di uniformarci totalmente alla volontà di Dio la pace e la gioia regneranno nell'animo. TT1 404 4 La passione per l'abbigliamento mina i principi morali e trasforma la donna cristiana, che era caratterizzata dalla modestia e dalla sobrietà... TT1 404 5 Il Cristo si vergogna di coloro che si professano suoi discepoli. In che cosa gli somigliano? In che cosa il nostro modo di vestire è conforme alle esortazioni della Bibbia? Io non voglio che i peccati della chiesa ricadano su di me e quindi lancio un avvertimento. Per anni ho trasmesso, sia a voce sia per iscritto, una decisa testimonianza su questo soggetto, perché non voglio essere responsabile della condanna di nessuno. Il fatto che orgoglio e mondanità regnino ovunque non autorizza i cristiani a comportarsi come gli altri. Dio ha detto: "Non andar dietro alla folla per fare il male..." Esodo 23:2. TT1 405 1 Sorelle, non scherzate con Dio e con il vostro destino eterno! Mi è stato mostrato che la causa principale della vostra crisi spirituale è la passione per l'abbigliamento. Tutto ciò vi porta a trascurare delle grandi responsabilità e conserverete in voi solo una piccola scintilla dell'amore di Dio. Senza esitare rinunciate alla causa del vostro regresso perché è un peccato contro voi stesse e contro Dio. Non diventate insensibili a causa delle lusinghe del peccato e ricordate che la moda influisce negativamente sulle facoltà mentali e danneggia la vita spirituale del nostro popolo. Questa tendenza penetra nelle nostre chiese ed è più efficace di ogni altra forza per separarci da Dio. Mi è stato mostrato che i regolamenti della nostra chiesa non sono adeguati: ogni manifestazione di orgoglio che si esprime nell'abbigliamento, proibita dalla Parola di Dio, deve essere una ragione sufficiente per far entrare in azione la disciplina della chiesa. Se, nonostante gli appelli, gli avvertimenti e le esortazioni, si insiste a seguire questa via, il fatto dovrebbe dimostrare una mancanza di sottomissione al Cristo. La persona stessa diventa oggetto di adorazione ed essa allontanerà molti da Dio. TT1 405 2 In quanto chiesa siamo responsabili di un grave peccato perché abbiamo permesso ai nostri membri di vestirsi in un modo che contrasta con la loro fede. Dobbiamo schierarci subito contro questo peccato e chiudere la porta davanti a queste attrazioni della moda. Se non lo facciamo le nostre chiese si corromperanno. ------------------------Capitolo 110: L'anello matrimoniale TT1 406 1 Alcuni hanno pensato che le mogli dei pastori possano conformarsi alla consuetudine sociale di portare la fede nuziale. Non è affatto necessario. Le mogli dei pastori si fregino dell'anello d'oro che le unisce al Cristo e che è rappresentato da un carattere puro e santo, dal vero amore, dalla dolcezza, dalla vera spiritualità, che sono i frutti che nascono dall'albero cristiano e il cui influsso si fa sentire ovunque. Se rinunciare a questa abitudine potrebbe attirarci alcune critiche, non è una buona ragione per adottarla. Gli americani, ad esempio, possono giustificare la loro posizione affermando che nel loro paese l'uso non è considerato obbligatorio. Noi non abbiamo bisogno di portare un segno per dimostrare che siamo fedeli al vincolo coniugale e del resto l'anello non può certo essere una prova di fedeltà. Io sono molto preoccupata per questa tendenza che va sempre più diffondendosi fra noi e che ci porta a conformarci all'uso corrente e alla moda. Non si dovrebbe spendere del denaro per un semplice cerchietto d'oro che attesta che siamo sposati. TT1 406 2 Nei paesi dove questa consuetudine è tassativa, non solleveremo nessuna obiezione contro chi porta l'anello matrimoniale: se lo decide in coscienza, lo faccia pure. I nostri missionari, però, ricordino che l'uso dell'anello nuziale non contribuirà affatto ad accrescere la loro autorità. Se sono cristiani sarà il loro carattere a rivelarlo tramite le loro parole, le loro azioni, la loro vita quotidiana, le persone che frequentano, la loro pazienza, il loro spirito di sopportazione e la loro gentilezza. Essi dovranno manifestare lo spirito del Maestro, possedere la bellezza del suo carattere, la sua gentilezza e il suo cuore ricco di amore. ------------------------Capitolo 111: La formazione del carattere TT1 407 1 La forza di carattere comprende due elementi: forza di volontà e autocontrollo. Molti giovani scambiano la passione sfrenata per forza di carattere, mentre la realtà è ben diversa: chi si lascia dominare dalle proprie passioni è un debole. La vera grandezza dell'uomo, e la sua effettiva nobiltà, si misurano dalla forza dei sentimenti che riesce a controllare e non dalla forza dei sentimenti che lo dominano. Un uomo forte è colui che, pur essendo terribilmente tentato, sa frenare le proprie passioni e perdonare i suoi nemici. Questi uomini sono dei veri eroi. TT1 407 2 Molti hanno delle ambizioni così meschine che non possono sviluppare il loro carattere; invece, se avessero sfruttato le facoltà offerte loro da Dio, avrebbero potuto sviluppare i talenti che il Signore aveva messo a loro disposizione ed esercitare un influsso che avrebbe permesso loro di condurre altri al Cristo. La conoscenza è una forza, ma le capacità intellettuali senza la bontà diventano delle forze per il male. TT1 407 3 Dio ci ha accordato delle facoltà intellettuali e morali, ma ogni persona, in definitiva, è artefice del proprio carattere. Ogni giorno la struttura si sviluppa. La Parola di Dio ci avverte di fare attenzione al modo in cui costruiamo affinché il nostro edificio sia fondato sulla Roccia eterna. Verrà il tempo in cui la nostra opera sarà rivelata. Oggi dobbiamo sviluppare le facoltà che il Signore ci ha concesso per formare dei caratteri utili per la nostra vita terrena e idonei a quella eterna. TT1 407 4 Ogni atto della nostra vita, per quanto insignificante possa sembrare, ha la sua portata nella formazione della personalità. Un buon carattere è più prezioso dei beni terreni e la sua formazione è l'opera più nobile che gli uomini possano intraprendere. TT1 407 5 Chi ha un carattere che è frutto delle circostanze è variabile e incoerente; non ha nessun obiettivo elevato nella vita e non esercita nessun influsso positivo su quello degli altri: è senza forza e senza ideali. La vita terrena è breve e deve essere vissuta con saggezza. Dio desidera che la sua chiesa sia attiva, consacrata e missionaria. In realtà siamo ancora lontani da questo ideale. L'Eterno cerca uomini forti, coraggiosi, impegnati, che vivano il cristianesimo, che seguano il vero Modello ed esercitino un influsso positivo in favore di Dio e del bene. Il Signore ci ha affidato le verità più importanti e solenni: noi dobbiamo rivelarne la forza tramite la nostra vita e il nostro carattere. TT1 408 1 Nei giochi di Olimpia, a cui allude l'apostolo Paolo, coloro che partecipavano alle corse dovevano prepararsi con il massimo impegno. Per mesi si allenavano sotto la guida di istruttori competenti, compiendo esercizi intesi a rafforzare il corpo. Essi dovevano astenersi da certi cibi per mantenere il fisico nelle migliori condizioni possibili. I loro abiti, inoltre, dovevano essere comodi per non inibire nessun organo e nessun muscolo. TT1 408 2 Se coloro che correvano per ottenere onori terreni si sottomettevano a una disciplina così severa, per chi si impegna nell'opera di Dio e vuole avere successo è ancora più necessario avere un buon autocontrollo! La loro preparazione deve essere molto più accurata e i loro sforzi e la loro rinuncia maggiori rispetto a coloro che aspirano agli onori terreni che sono inferiori a quelli celesti. Lo spirito, come i muscoli, deve essere preparato con sforzo e costanza. La via che conduce al successo non è facile e comoda, ma irta di ostacoli che possono essere sormontati solo grazie a un impegno assiduo e paziente. -- Testimonies for the Church 5:552 (1889). TT1 408 3 Non ci rendiamo conto dell'influsso del nostro comportamento sul nostro destino e su quello degli altri. Molti considerano irrilevante ciò che fanno. Pensano che non sia sbagliato assistere a quel concerto, a quello spettacolo, a quel programma che li interessa. In questo modo Satana riesce a guidare e a controllare i loro desideri ed essi non si rendono conto degli effetti: può essere un anello di quella catena di eventi che imprigiona l'uomo e lo rende schiavo di Satana per poi determinarne la condanna eterna. TT1 408 4 Ogni atto, anche se piccolo, ha il suo ruolo nel grande dramma della vita. È stato il desiderio di soddisfare un semplice capriccio che ha introdotto il peccato nel mondo con tutte le sue terribili conseguenze. L'unione incauta e infelice dei figli di Dio con le figlie degli uomini suscitò l'apostasia che culminò nella distruzione del mondo tramite il diluvio. La minima indulgenza può provocare grandi rivoluzioni. Questo è ciò che avviene oggi. Pochi sono prudenti. Come i figli d'Israele, oggi molti non accettano i consigli e seguono le proprie inclinazioni. Frequentano gruppi mondani per farsi notare e così offrono ad altri il pretesto per imitarli. Ciò che è accaduto un tempo verrà ripetuto da loro e da altri; ogni scelta lascia un'impressione duratura non solo sulla propria coscienza, e quindi sulle proprie abitudini, ma anche su quelle di altri. Queste considerazioni danno una dignità alla vita umana. -- Testimonies for the Church 5:92, 93 (1882). TT1 409 1 Saremo plasmati individualmente, nel tempo e nell'eternità, da quelle che sono state le nostre abitudini. La vita di coloro che hanno coltivato buone abitudini e sono fedeli nell'adempimento di ogni loro dovere sarà come una luce che risplende e proietta il suo fulgore sulla vita degli altri, ma se ci si lascia andare all'indolenza e alla trascuratezza, una nuvola più fitta delle tenebre di mezzanotte oscurerà per sempre la nostra vita e ci precluderà quella futura. -- Testimonies for the Church 4:452 (1880). TT1 409 2 Tutta la Bibbia è una rivelazione della gloria di Dio in Cristo. Ricevuta, accettata, osservata, essa è il grande strumento per la trasformazione del carattere ed è il solo mezzo sicuro per sviluppare l'intelligenza. -- Testimonies for the Church 8:319 (1904). TT1 409 3 La religione del Cristo non degrada mai chi la riceve. Essa non rende mai rudi, aspri, scortesi, pieni di sé, collerici o duri di cuore. Anzi affina il gusto, santifica la capacità di valutare, purifica e nobilita i pensieri sottoponendoli alla volontà del Cristo. L'ideale di Dio per i suoi figli è così elevato che nessuna forma di immaginazione umana lo può concepire. La sua santa legge è l'espressione del suo carattere. -- Testimonies for the Church 8:63 (1904). TT1 409 4 L'ideale del carattere cristiano è somigliare al Cristo. Davanti a noi abbiamo la prospettiva di migliorare costantemente. Abbiamo uno scopo da perseguire, un obiettivo da realizzare, che implica tutto ciò che è buono, puro e nobile. Dobbiamo progredire costantemente e tendere al raggiungimento della perfezione del carattere. -- Testimonies for the Church 8:64 (1904).