I tesori delle testimionianze 2

Capitolo 25

La chiesa: luce del mondo

[AUDIO]

Il Signore suscitò il suo popolo, Israele, lo separò dal mondo e gli affidò una sacra missione: lo fece depositario della sua legge perché, per suo mezzo, fosse conservata fra gli uomini la conoscenza dell'Eterno. Attraverso Israele la luce del cielo doveva risplendere nei luoghi più oscuri della terra e doveva essere udita una voce che esortasse tutti i popoli ad abbandonare l'idolatria per servire l'Iddio vivente e vero. Se gli ebrei fossero stati fedeli all'incarico avuto, avrebbero rappresentato una potenza nel mondo; Dio sarebbe stato il loro difensore e li avrebbe esaltati al disopra di tutte le altre nazioni. La sua luce e la sua verità sarebbero state rivelate per mezzo di loro ed essi, sotto la sua saggia e santa guida, sarebbero risultati un esempio della superiorità del governo divino sopra ogni forma di idolatria.

Essi, però, non osservarono il loro patto con Dio. Si attennero alle usanze idolatriche delle altre nazioni, e anziché fare del nome del loro Creatore un motivo di lode sulla terra, con la loro condotta lo esposero al disprezzo dei pagani. Tuttavia, il proposito di Dio deve effettuarsi e la conoscenza della sua volontà deve propagarsi per tutta la terra. Dio portò sul suo popolo la mano dell'oppressore e lo disperse facendolo deportare fra le nazioni. In mezzo all'afflizione, molti si pentirono delle loro trasgressioni e cercarono l'Eterno. Dispersi in seno ai paesi pagani, diffusero dappertutto la conoscenza del vero Dio. I princìpi della legge divina entrarono in conflitto coi costumi e con le abitudini delle nazioni. Gli idolatri tentarono di soffocare la vera fede, ma il Signore nella sua provvidenza fece comparire i suoi servitori Daniele, Nehemia, Esdra dinanzi ai re e ai governanti perché questi potessero avere l'opportunità di conoscere la luce. In tal modo l'attività che Dio aveva affidato al suo popolo, perché fosse svolta nella prosperità e dentro le sue frontiere -- e che era stata trascurata a causa della sua infedeltà -- fu svolta da Israele nella cattività e in mezzo a grandi prove e difficoltà.

Dio ha chiamato la sua chiesa, oggi, come chiamò l'antico Israele, perché sia una luce sulla terra. Mediante la poderosa spada della verità -- i messaggi del primo, del secondo e del terzo angelo -- Egli l'ha separata dalle chiese e dal mondo, per portarla a una santa intimità con lui. L'ha fatta depositaria della sua legge e le ha affidato le grandi verità della profezia per questo tempo. Al pari dei sacri oracoli dati all'antico Israele, esse costituiscono un deposito sacro da trasmettere al mondo. I tre angeli di Apocalisse 14 rappresentano il popolo che accetta la luce della rivelazione divina e che, come suo agente, è incaricato di fare echeggiare l'avvertimento in lungo e in largo per tutta la terra. Cristo dice ai suoi seguaci: "Voi siete la luce del mondo". Matteo 5:14. A ogni anima che accetta Gesù, la croce del Calvario parla: "Considerate il valore dell'anima. "Andate per tutto il mondo e predicate l'Evangelo ad ogni creatura". Marco 16:15. Nulla deve ostacolare questa missione perché si tratta di un'opera di suprema importanza, un'opera superiore a ogni altra, in quanto avrà ripercussioni di portata eterna. L'amore che Gesù ha manifestato per l'uomo col sacrificio da lui fatto per la sua redenzione deve animare tutti i suoi seguaci.

Ripeteremo l'esperienza d'Israele?

Solo pochissimi di coloro che hanno ricevuto la luce svolgono l'incarico affidato alle loro mani. Vi è un piccolo numero di uomini fermamente fedeli che non si curano degli svaghi, delle convenienze personali o della vita stessa e che vanno sempre avanti, ovunque si offra loro una occasione di far conoscere la verità e di esaltare la santa legge divina. Purtroppo i peccati dominanti del mondo sono penetrati nelle chiese e nei cuori di coloro che affermano di essere il popolo particolare di Dio. Molti fra quelli che hanno ricevuto la luce esercitano un influsso che calma il timore di chi è attaccato al mondo e di chi si accontenta di solo formalismo.

Anche fra quanti dicono di aspettare il Signore ve ne sono molti che amano il mondo, che ambiscono la ricchezza e gli onori. Cristo descrive questa categoria di persone quando afferma che il giorno di Dio sopraggiungerà a guisa di laccio su tutti coloro che abitano la terra. Questo mondo è la loro patria ed essi si adoperano per assicurarsi dei vantaggi terreni. Edificano case costose e le forniscono di ogni comodità; trovano diletto negli abiti e nel soddisfacimento di appetiti carnali. Le cose del mondo sono per essi altrettanti idoli che si frappongono fra l'anima e Cristo a tal segno che le grandi e solenni realtà che vanno accumulandosi su di noi sono solo pallidamente intraviste e comprese. La stessa disubbidienza e lo stesso insuccesso che si verificarono nella comunità israelitica, caratterizzano in misura ancor più grande coloro che hanno avuto questa grande luce celeste tramite gli ultimi messaggi di avvertimento. Sprecheremo noi, al pari di loro, le opportunità e i privilegi offertici fino a che Dio non permetta che l'oppressione e la persecuzione si abbattano su di noi? L'opera che potrebbe compiersi nella pace e in condizioni di relativa prosperità sarà negletta e si concluderà essa in giorni oscuri, sotto la pressione della prova e della persecuzione?

Molta è la colpa di cui la chiesa è responsabile. Perché coloro che hanno la luce non fanno di tutto per comunicarla agli altri? Essi si rendono conto che la fine è vicina; vedono le moltitudini trasgredire quotidianamente la legge divina; sanno che queste anime non possono essere salvate dalla trasgressione, eppure manifestano più interesse per il loro commercio, la loro fattoria, la loro casa, la loro tavola che per le anime di uomini e donne che dovranno un giorno incontrare a faccia a faccia nel giudizio. Coloro che dicono di ubbidire alla verità si sono addormentati; non si sentirebbero a loro agio, come si sentono ora, se fossero svegli. L'amore della verità si va estinguendo nei cuori. Il loro esempio non è tale da convincere il mondo che essi hanno ricevuto una verità maggiore rispetto agli altri. Nel tempo in cui dovrebbero essere forti in Dio e avere una esperienza quotidiana, vivente, si rivelano deboli, esitanti e debbono appoggiarsi sui loro pastori per essere sostenuti, mentre dovrebbero sostenere gli altri con l'intelletto, l'anima, la parola, la penna, il tempo e il denaro.

Deboli per scelta

Fratelli e sorelle, molti di voi si giustificano della loro mancata attività dicendosi incapaci di adoperarsi per gli altri. Ma Dio, vi ha forse creati tanto inetti? Questa incapacità non è provocata dalla vostra inattività e non si è perpetuata in seguito alla vostra deliberata scelta? Dio non vi ha dato almeno un talento da far fruttare, non per la vostra convenienza personale o soddisfazione, ma per lui? Vi siete resi conto del vostro obbligo, come suoi servitori, di recargli un'entrata come risultato del capitale che vi è stato affidato? Non avete trascurato le occasioni di sfruttare le vostre facoltà a tale scopo? E' fin troppo vero che pochi hanno capito il vero senso della loro responsabilità nei riguardi di Dio. Amore, discernimento, memoria, previdenza, tatto, energia ed ogni altro talento sono stati votati al servizio dell'io. Voi avete manifestato maggiore avvedutezza al servizio del male che nella causa di Dio. Avete guastato, sprecato e perfino distrutto le vostre facoltà con l'attività intensa svolta in occupazioni mondane a detrimento dell'opera dell'Eterno.

Tuttavia voi calmate la vostra coscienza dicendo che non potete ormai cancellare il passato, né recuperare il vigore, la forza, la capacità che avreste potuto avere se le vostre energie fossero state adoperate come richiedeva Dio. Ricordate che Egli vi ritiene responsabili dell'opera svolta in modo negligente o addirittura non fatta, a causa della vostra infedeltà. Quanto più userete le vostre qualità per il Maestro, tanto più diventerete idonei e abili; quanto più intimamente vi unirete alla sorgente della luce e della forza, tanto maggiore saranno la luce che verrà riversata su di voi e l'energia da usare al servizio di Dio. Voi siete responsabili di tutto quello che avreste potuto ricevere ma che non avete ottenuto a motivo del vostro attaccamento al mondo. Nel diventare discepoli di Cristo vi impegnate a servirlo, mentre Egli ha promesso di stare al vostro fianco, di benedirvi, di darvi vigore con la sua luce, di accordarvi la sua pace e di rendervi lieti nella sua opera. Non avete ricevuto queste benedizioni? Allora siate certi che è la conseguenza del vostro comportamento.

Per sottrarsi alla mobilitazione in tempo di guerra, degli uomini hanno fatto di tutto per contrarre delle malattie; mentre altri si sono addirittura mutilati per diventare inabili al servizio militare. Questa è una illustrazione del comportamento seguito da molti in relazione con la causa di Dio: hanno sprecato le loro energie fisiche e intellettuali e si trovano nell'incapacità di compiere l'opera tanto necessaria.

Sono io il guardiano di mio fratello?

Supponete che vi sia stata data una certa somma di denaro perché sia investita in un determinato modo. Potreste sprecarla e poi dire, forse, di non essere responsabili dell'uso che ne è stato fatto? Pensate che riuscireste, così, a evitare delle preoccupazioni? Eppure è proprio questo quello che avete fatto coi doni di Dio. Giustificarvi per esservi astenuti dall'adoperarvi per gli altri col pretesto dell'incapacità, ed essere poi del tutto assorbiti dalle occupazioni mondane significa prendersi beffa di Dio. Molti son quelli che vanno alla rovina; coloro che hanno ricevuto luce e verità sono numericamente pochi per opporsi all'esercito del male; eppure questo pugno di uomini dedica le proprie energie a qualsiasi cosa e a tutto fuorché a imparare il modo di strappare anime alla morte. Non c'è da meravigliarsi, perciò, se la chiesa è debole, inefficiente e se Dio può fare poco per quanti si dicono membri del suo popolo! Essi si pongono là dove Dio non può operare con loro e per loro. Oserete voi continuare a disdegnare le sue esigenze? Prenderete alla leggera i più sacri incarichi del ciclo? Ripeterete con Caino: "Sono io il guardiano di mio fratello"? Genesi 4:9.

Non dimenticate che la vostra responsabilità non è misurata in base alle vostre risorse attuali, ma tenendo conto delle facoltrà datevi in origine e delle possibilità di perfezionamento che avete avuto. La domanda che ciascuno dovrebbe porsi non è se ora è privo di esperienza e perciò non idoneo al lavoro nella causa di Dio, ma come e perché si trova in questa situazione e come può esservi posto rimedio. Dio non darà in modo sovrannaturale le qualità mancanti; però se esercitiamo l'abilità che abbiamo, Egli collaborerà con noi per accrescere e rafforzare ogni nostra dote; le nostre energie assopite saranno ridestate e le forze rimaste a lungo paralizzate riceveranno una nuova vita.

Finché saremo nel mondo avremo a che fare con le cose di quaggiù. Ci sarà sempre la necessità di occuparci di cose a carattere temporale; ma tali cose non dovrebbero assorbirci completamente. L'apostolo Paolo ha dato una regola sicura: "Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore". Romani 12:11. Gli umili, comuni compiti della vita debbono essere eseguiti con fedeltà, "di cuore" dice l'apostolo, "come per il Signore". Qualunque sia il settore della nostra attività, si tratti di lavoro domestico, dei campi, intellettuale, noi lo possiamo fare alla gloria di Dio finché facciamo di Cristo il primo, l'ultimo e il meglio in ogni cosa. A parte queste occupazioni secolari, un'attività speciale è assegnata a ogni seguace di Cristo nell'edificazione del suo regno: un'opera che richiede uno sforzo personale per la salvezza degli uomini. Non si tratta di un lavoro da fare solo una volta la settimana, nel luogo di culto, bensì da eseguire a ogni istante e in ogni luogo.

L'impegno di servire il Maestro

Chi si unisce alla chiesa fa con questo atto un voto solenne di adoperarsi nell'interesse di essa e di considerare tale interesse superiore a ogni altra considerazione terrena. E' compito suo mantenere una relazione vivente con Dio, impegnarsi col cuore e con l'anima nel grande progetto della redenzione e mostrare nella vita e nel carattere la bellezza dei comandamenti di Dio, in contrasto coi costumi e i precetti degli uomini. Ogni anima che dichiara di appartenere a Cristo si impegna ad essere tutto quel che è possibile essere come operaia spirituale: attiva, zelante, di elevato rendimento al servizio del suo Maestro. Cristo si aspetta che ognuno faccia il suo dovere. Sia questa la parola d'ordine dei suoi seguaci!

Noi non dobbiamo aspettare di essere sollecitati per trasmettere la luce, di essere importunati per dare consigli e istruzioni. Chi riceve i raggi del Sole di giustizia deve rifletterne lo splendore su quanti gli stanno intorno. La sua religione dovrebbe avere un influsso positivo e deciso. Le sue preghiere e le sue esortazioni dovrebbero essere così "impregnate" di Spirito Santo da intenerire e soggiogare l'anima. Gesù ha detto: "Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli". Matteo 5:16. Sarebbe meglio per un uomo del mondo non aver mai incontrato uno che si professa religioso praticante, che trovarsi sotto l'influsso di chi si dice cristiano ma che ignora la potenza della vera devozione. Se Cristo fosse il nostro modello e la sua vita la nostra regola di vita, quanto zelo riveleremmo, quanti sforzi sarebbero fatti, quanta generosità verrebbe esercitata, quanta abnegazione sarebbe attuata! Lavoreremmo indefessamente e salirebbero fino a Dio fervide richieste di potenza e di saggezza. Se tutti coloro che si dicono figliuoli di Dio considerassero che lo scopo principale della vita è quello di compiere l'opera che Egli ha comandato di svolgere, se lavorassero altruisticamente nella sua causa, quali cambiamenti si noterebbero nei cuori, nei focolari, nella comunità religiosa e nel mondo stesso!

La vigilanza e la fedeltà sono state richieste ai seguaci di Cristo in ogni tempo, però ora che siamo giunti alla soglia del mondo eterno, come depositari della verità, possessori di così tanta luce, noi dobbiamo raddoppiare la nostra diligenza. Ognuno deve agire sfruttando al massimo le proprie capacità. Fratello mio, lei mette in gioco la sua stessa salvezza se ora indietreggia. Se viene meno al compito che le è stato assegnato, Dio gliene domanderà conto. Lei conosce la verità? Ebbene, la trasmetta agli altri.

Che cosa posso dire per svegliare le nostre chiese? Quali parole rivolgere a quelli che hanno avuto una parte importante nella proclamazione dell'ultimo messaggio? "Il Signore viene! "dovrebbe essere la testimonianza data non solo con le labbra, ma anche con la vita e col carattere. Però molti di coloro ai quali Dio ha dato luce, conoscenza, talenti, ascendente, beni materiali, sono uomini che non amano la verità e che non la mettono in pratica. Essi hanno bevuto così a lungo nel calice intossicato dell'egoismo e della mondanità, che sono rimasti inebriati dalle sollecitudini di questa vita.

Fratelli, se continuate ad essere così oziosi, così egoisti come lo siete stati, Dio vi metterà da parte e prenderà quelli che sono meno amanti di se stessi, meno ambiziosi di onori mondani e che non esiteranno a uscire dal campo, come fece il loro Maestro, portando il suo vituperio. L'opera sarà affidata a coloro che l'accetteranno, che sapranno apprezzarla e che ne attueranno i princìpi nella loro stessa esperienza quotidiana. Dio sceglierà degli umili i quali si adopereranno per glorificare il suo nome e per far progredire la sua causa, anziché esaltare se stessi e cercare il proprio tornaconto. Egli susciterà degli uomini che non hanno molta cultura, ma che sono in comunione con lui e che attingono vigore e consiglio dall'alto.

Nella potenza della vera pietà

Alcuni dei nostri dirigenti sono inclini ad assecondare lo spirito manifestato dall'apostolo Giovanni, quando disse: "Maestro, abbiamo visto un tale cacciare i demoni nel tuo nome; e noi gliel'abbiamo proibito perché egli non ci segue". L'organizzazione e la disciplina sono essenziali, però esiste il grande rischio di allontanarsi dalla semplicità dell'Evangelo di Cristo. Ciò di cui noi abbiamo bisogno è di dipendere meno dalle pure forme e cerimonie esteriori e più dalla vera pietà. Tutti coloro la cui vita e carattere sono esemplari, si mettono al lavoro, secondo le proprie capacità. E anche se non si conformano esattamente ai nostri metodi, non dovrebbe essere detta neppure una parola per condannarli o scoraggiarli. Quando i farisei volevano che Gesù facesse tacere i fanciulli che cantavano le sue lodi, il Salvatore rispose: "Se costoro tacciono, le pietre grideranno". Luca 19:40. La profezia dev'essere adempiuta.

Così, ai nostri giorni, l'opera deve essere portata a termine. Ci sono vari settori di attività: che ciascuno faccia la sua parte meglio che sia possibile. Chi dispone di un solo talento si guardi dal seppellirlo nel terreno: Dio ha assegnato a ogni uomo il suo incarico, secondo la sua capacità. Coloro ai quali sono stati affidati degli incarichi e delle possibilità maggiori non cerchino di far tacere gli altri che sono meno capaci o meno esperti. Uomini forniti di un solo talento possono raggiungere una categoria di persone che non potrebbero essere avvicinate da chi dispone di due o cinque talenti. Grandi e piccoli sono ugualmente dei vasi eletti per portare l'acqua della vita alle anime assetate. Chi predica la Parola non dica all'operaio più umile: "Tu devi lavorare in questo settore, oppure non lavorare affatto". No! Ciascuno operi nel suo campo, indossando la propria armatura e facendo tutto quello che può secondo la sua modesta maniera. Fortificate le vostre mani nell'opera: non è questo il momento di permettere che prevalga il fariseismo. Lasciate che il Signore agisca per mezzo di chi Egli vuole. Il messaggio deve andare avanti.

Appello ai laici

Tutti debbono dar prova della loro fedeltà a Dio mediante l'uso avveduto del capitale che Egli ha loro affidato, non solo in mezzi, ma anche in qualunque dono naturale che contribuisca all'edificazione del suo regno. Satana escogiterà ogni possibile espediente per impedire che la verità raggiunga coloro che sono immersi nell'errore; ma la voce di avvertimento e di esortazione deve giungere fino a loro. Là dove solo pochi sono impegnati in quest'impresa, dovrebbero esservene migliaia interessati al pari di loro.

Dio non ha mai detto che i membri laici della chiesa erano esentati dal lavoro nella sua causa. "Va', lavora nella mia vigna!": questo è l'ordine del Maestro a ciascuno dei suoi seguaci. Finché vi saranno nel mondo delle anime inconvertite, si dovrebbero fare i tentativi più attivi, seri, zelanti e decisivi per la loro salvezza. Quelli che hanno ricevuto la luce dovrebbero cercare di illuminare coloro che non l'hanno. Se i membri di chiesa non si impegnano personalmente in questa attività, mostrano di non avere nessun legame vivente con Dio. I loro nomi sono registrati come servitori infingardi. Non capite la ragione per cui non esiste, nelle nostre chiese, maggiore spiritualità? Ebbene, è perché voi non siete collaboratori con Cristo.

Dio ha assegnato a ogni uomo il suo compito. Ciascuno di noi si metta al servizio di Dio ed Egli ci insegnerà a lavorare e ci indicherà per quale genere di lavoro noi siamo meglio qualificati. Che nessuno si metta a proclamare nuove teorie con spirito di indipendenza. Gli operai dovrebbero essere d'accordo con la verità e coi loro fratelli, cercando consiglio e collaborazione. Essi però non debbono pensare di dovere, a ogni piè sospinto, domandare a qualche dirigente più autorevole se possono fare questo o quello. Non guardate all'uomo per essere guidati: guardate all'Iddio d'Israele. L'opera che la chiesa ha trascurato di svolgere in un periodo di pace e di prosperità, dovrà compierla durante una terribile crisi, in mezzo alle circostanze più scoraggianti e minacciose. Gli avvertimenti che la conformità al mondo ha fatto passare sotto silenzio, dovranno essere dati in mezzo alla più aspra opposizione da parte dei nemici della fede. In quel tempo i superficiali, i conservatori, il cui influsso ha spesso ritardato il progresso dell'opera, rinunzieranno alla fede e si schiereranno coi suoi nemici dichiarati, verso i quali, da tempo, andavano le loro simpatie. Questi apostati manifesteranno allora la più amara animosità, facendo tutto quanto sarà in loro potere per opprimere e diffamare i loro fratelli di un tempo e suscitare contro di essi l'indignazione. Quel giorno è davanti a noi.

I membri di chiesa allora saranno messi alla prova individualmente e posti in circostanze tali da essere costretti a testimoniare della verità. Molti saranno chiamati a parlare davanti a delle assemblee o nei tribunali, forse separatamente e da soli. L'esperienza che li avrebbe aiutati in tali situazioni è stata da essi trascurata e l'anima loro è oppressa dal rimorso per le opportunità sciupate e i privilegi negletti.

Non più indugio!

Fratello mio, sorella mia, riflettete su queste cose, ve ne scongiuro. Ognuno di voi ha un'opera da svolgere. La vostra infedeltà e la vostra trascuratezza sono scritte a vostro carico nel libro del cielo. Voi avete sminuito le vostre energie e indebolito le vostre capacità. Siete privi dell'esperienza e dell'efficienza che avreste potuto avere, e prima che sia troppo tardi, vi invito a svegliarvi. Non indugiate oltre. Il giorno è quasi finito e il sole sta per tramontare e sparire per sempre dalla vostra vita. Pure, mentre il sangue di Cristo ancora intercede, voi potete trovare perdono. Chiamate a raccolta le vostre energie spirituali, impiegate le poche ore che ancora rimangono in una intensa attività per Dio e per i vostri simili.

L'anima mia è profondamente scossa e le mie parole sono inadeguate a esprimere i miei sentimenti, mentre prego per le anime che periscono. Debbo forse pregare invano? Come ambasciatrice di Cristo vorrei destarvi, perché possiate lavorare come mai lo avete fatto prima. Il vostro compito non può essere trasferito ad altri; nessuno, se non voi stessi, può eseguire la vostra opera. Se nascondete la vostra luce, qualcuno rimarrà nelle tenebre per colpa della vostra negligenza.

L'eternità si schiude dinanzi a noi e il sipario sta per essere sollevato. Noi che occupiamo questa posizione di solenne responsabilità, che cosa facciamo, che cosa pensiamo? A che cosa si aggrappa il nostro egoistico amore della tranquillità mentre le anime periscono intorno a noi? Il nostro cuore è forse diventato del tutto insensibile? Non riusciamo più a vedere che dobbiamo adoperarci all'altrui salvezza? Fratelli, fate voi parte di quella categoria di persone che hanno occhi e non vedono, orecchie e non odono? Dio vi ha dato invano la conoscenza della sua volontà? Invano vi ha mandato avvertimento su avvertimento? Credete alle dichiarazioni della verità eterna per quel che riguarda ciò che sta per accadere sulla terra? Credete che i giudizi divini sono sospesi sugli uomini e potete nello stesso tempo, starvene tranquilli, indolenti, spensierati, amanti del piacere?

Tesoro in cielo

Non è questo il tempo, per il popolo di Dio, di concentrare i suoi affetti sul mondo e di accumulare tesori quaggiù. Non è ormai lontana l'ora quando, come i primi discepoli, saremo costretti a rifugiarci in luoghi solitari e deserti. Se l'assedio di Gerusalemme da parte degli eserciti romani fu per gli ebrei cristiani un segnale per la fuga, la presa di posizione da parte della nostra nazione nel decreto inteso a imporre il giorno di riposo papale sarà un avvertimento per noi. Sarà il momento di lasciare le grandi città, di lasciare successivamente anche i centri minori per trasferirci in luoghi appartati, in mezzo ai monti. Anziché andare alla ricerca di costose abitazioni, dovremmo prepararci al trasferimento in una terra migliore: quella celeste. Anziché spendere il nostro denaro nell'appagamento di capricci personali, dovremmo cercare di fare delle economie. Ogni talento prestatoci da Dio dovrebbe essere impiegato alla sua gloria, all'avvertimento da dare al mondo. Dio ha per i suoi collaboratori un'opera da compiere nelle città. è necessario che le missioni esistenti siano sostenute e che altre vengano aperte. Portare avanti l'opera con risultati positivi richiede spese non indifferenti. Occorrono luoghi di culto dove la gente possa essere invitata ad ascoltare la verità per il nostro tempo. Per questo, Dio ha affidato un capitale ai suoi amministratori. Le vostre proprietà non debbono essere vincolate in imprese terrene, per cui l'opera ne risulti intralciata. Mettete i vostri beni là dove possono servire a beneficio della causa divina. Che i vostri tesori vi precedano nel cielo.

I membri di chiesa individualmente dovrebbero mettere se stessi e tutto quel che posseggono sopra l'altare di Dio. Ora, come mai prima, è opportuna l'esortazione del Salvatore: "Vendete i vostri beni e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che non venga meno ne'cieli, ove ladro non s'accosta e tignuola non guasta. Perché dove è il vostro tesoro ivi sarà anche il vostro cuore". Luca 12:33, 34. Coloro che investono i loro beni in grandi case, in terreni, in attività temporali, affermano con questo loro modo di fare: "Io non posso darli a Dio; li voglio tenere per me". Essi hanno avvolto il loro unico talento in un tovagliolo e lo hanno sotterrato. V'è di che essere allarmati per loro. Fratelli, Dio vi ha affidato dei beni non perché ve ne stiate nell'ozio, né perché essi siano trattenuti e occultati, ma perché siano adoperati in vista del progresso della sua causa, per la salvezza delle anime che periscono. Non è ora il momento di investire il denaro del Signore nei vostri costosi edifici, nelle vostre grandi imprese, mentre la sua causa rimane inceppata, trascurata e la tesoreria a mala pena rifornita deve quasi andare mendicando. Il Signore non è d'accordo con questo modo di procedere. Ricordate: si sta avvicinando rapidamente il giorno in cui si dirà: "Rendi conto della tua amministrazione". Non sapete discernere i segni dei tempi?

Ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre di più a quello ultimo, grande e solenne. Ogni anno siamo più vicini al giudizio, più vicini all'eternità. Ci stiamo avvicinando anche a Dio? Siamo vigilanti nella preghiera? Un altro anno del nostro tempo per lavorare è scivolato nell'eternità. Ogni giorno siamo stati in contatto con uomini e donne che dovranno comparire in giudizio. Ogni giorno può essere stato la linea di separazione per qualche anima: qualcuno può aver preso la decisione che determinerà il suo destino futuro. Qual è stato il nostro influsso su questi compagni di viaggio? Quali sforzi abbiamo compiuto per condurli a Cristo?

Vivere è una cosa solenne

Morire è una cosa solenne, ma ancor più solenne è vivere. Noi ritroveremo ogni pensiero, ogni parola, ogni azione della nostra vita. Come ci saremo formati durante il tempo di grazia, così rimarremo per l'eternità. La morte dissolverà il corpo, però non recherà nessun mutamento nel carattere. La venuta di Cristo non cambia il nostro carattere, ma lo fissa per sempre senza nessuna possibilità di cambiamento.

Di nuovo io rivolgo un appello ai membri di chiesa perché siano cristiani, simili a Cristo. Gesù era un lavoratore instancabile e si adoperava per gli altri. Egli si affaticava per fare del bene e per salvare i perduti. Se voi siete cristiani imiterete il suo esempio. Egli ha gettato le fondamenta e noi siamo degli edificatori con lui. Però, che materiale mettiamo su queste fondamenta? "L'opera di ognuno sarà manifestata perché il giorno di Cristo la paleserà; quel giorno ha da apparire come fuoco e il fuoco farà la prova di quel che sia l'opera di ciascuno". 1 Corinzi 3:13. Se dedicate le vostre forze e i vostri talenti alle cose di questo mondo, l'opera della vostra vita sarà pari a quella raffigurata dal legno, dalla paglia e dalla stoppia: consumati dal fuoco dell'ultimo giorno; mentre l'opera altruistica per Cristo e in vista della vita futura sarà come oro, argento e pietre preziose: imperitura.

Fratelli e sorelle, destatevi dal sonno della morte, ve ne scongiuro! E' troppo tardi per consacrare le energie del cervello, delle ossa e dei muscoli al servizio di se stessi. Che l'ultimo giorno non vi trovi privi del tesoro celeste. Adoperatevi per il trionfo della croce, cercate di illuminare le anime, occupatevi della salvezza dei vostri simili e la vostra opera sopporterà la prova del fuoco.

"Se l'opera che uno ha edificato... sussiste, ei ne riceverà premio". Gloriosa sarà la ricompensa che verrà elargita quando i fedeli servitori saranno riuniti davanti al trono di Dio e dell'Agnello. Quando Giovanni nel suo stato di mortale contemplò la gloria di Dio, cadde come morto: non poteva sopportare quella visione. Quando, però, la natura mortale avrà rivestito l'immortalità, i riscattati saranno simili a Gesù perché lo vedranno come Egli è. Essi staranno dinanzi al trono, mostrando così di essere stati accettati. Tutti i loro peccati sono stati cancellati, le loro trasgressioni rimesse ed essi potranno contemplare la fulgida gloria che sgorga dal trono di Dio. Partecipi con Cristo delle sue sofferenze, suoi collaboratori nel piano della redenzione, ora condividono con lui la gioia di vedere le anime, salvate per loro mezzo, lodare Iddio per l'eternità.

Il terzo angelo che vola in mezzo al cielo e annuncia i comandamenti di Dio e la testimonianza di Gesù, rappresenta la nostra opera. Il messaggio nulla perde della sua potenza a mano a mano che l'angelo prosegue il suo volo, perché Giovanni vede aumentare il vigore e l'autorità fino a che la terra tutta intera non è illuminata dalla sua gloria. Il cammino di quanti osservano i comandamenti divini è un'ascesa, una costante ascesa. Il messaggio della verità che noi rechiamo deve raggiungere nazioni, lingue e popoli. Presto il grande grido si farà udire con voce poderosa e la terra sarà illuminata dalla sua gloria. Ci stiamo noi preparando per questa grande effusione dello Spirito di Dio? -- Testimonies for the Church 5:383 (1885).

Ho visto un emblema che raffigurava un bue fra un aratro e un altare, con l'iscrizione: "Pronto per l'uno e per l'altro ": disposto cioè a sentirsi soffocare dal caldo nel solco faticoso o a versare il sangue sull'altare del sacrificio. Tale è la posizione che il figliuolo di Dio dovrebbe sempre occupare: pronto a recarsi dove il dovere lo chiama, a rinunciare a se stesso e a sacrificarsi per la causa della verità. La chiesa cristiana è stata fondata sul principio del sacrificio. "Se uno vuol venire dietro a me -- dice Gesù -- rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua". Luca 9:23. Egli chiede tutto il nostro cuore e tutti i nostri affetti. Le manifestazioni di zelo, di fervore, di lavoro disinteressato che i suoi fedeli seguaci hanno offerto al mondo, dovrebbero infiammarci di un sacro ardore e spingerci a imitare il loro esempio. La religione autentica dà una serietà e una capacità di propositi che plasmano il carattere secondo l'immagine divina e che ci portano a stimare ogni cosa null'altro che pura perdita di fronte all'eccellenza di Cristo. Questa sincerità di propositi è elemento di grande potenza. -- Testimonies for the Church 5:307 (1885).