I tesori delle testimionianze 2

Capitolo 42

I misteri della Bibbia: prova della sua ispirazione

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"Puoi tu scandagliare le profondità di Dio? arrivare a conoscere appieno l'Onnipotente? Si tratta di cose più alte del cielo... e tu che faresti? Di cose più profonde del soggiorno dei morti... come le conosceresti?" Giobbe 11:7, 8. "I miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie, dice l'Eterno. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri". Isaia 55:8, 9. "Io sono Dio e non ve n'è alcun altro; son Dio e niuno è simile a me; che annuncio la fine fin dal principio, e molto tempo prima predico le cose non ancora avvenute". Isaia 46:9, 10. E' impossibile all'intelligenza limitata dell'uomo comprendere appieno il carattere e le opere dell'Infinito. All'intelletto più perspicace, alla mente più poderosa e più colta, l'Essere santo rimarrà sempre avvolto nel mistero.

L'apostolo Paolo esclama: "O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e incomprensibili le sue vie!" Romani 11:33. Ma anche se "nuvole e oscurità lo circondano; giustizia ed equità sono le basi del suo trono". Salmi 97:2. Noi possiamo tanto capire il suo modo di procedere nei nostri confronti e i motivi dai quali è mosso, da saper scorgere un amore senza limiti e una misericordia unita con una potenza infinita. Possiamo comprendere il suo proposito quanto basta conoscere per il nostro bene; al di là di questo dobbiamo confidare nel potere dell'Onnipotente, nell'amore e nella saggezza del Padre e Sovrano di tutti.

La Parola di Dio, non diversamente dalla natura del suo Autore, presenta dei misteri che non potranno essere mai pienamente compresi da esseri limitati. Essa dirige la nostra mente al Creatore, che "abita una luce inaccessibile". 1 Timoteo 6:16. Ci presenta i suoi proponimenti che abbracciano tutte le epoche della storia umana e raggiungeranno il loro pieno adempimento solo nei cicli senza fine dell'eternità. Richiama la nostra attenzione su temi d'immensa profondità e importanza che riguardano il governo di Dio e il destino dell'uomo.

L'entrata del peccato nel mondo, l'incarnazione di Cristo, la rigenerazione, la risurrezione e molti altri argomenti presentati nella Bibbia sono misteri troppo profondi perché la mente umana possa spiegarli o capirli in pieno. Tuttavia Dio, nelle Scritture, ci ha dato sufficiente evidenza della loro natura divina e perciò noi non dobbiamo dubitare della sua parola per il fatto che non possiamo capire tutti i misteri della sua provvidenza.

I brani della Sacra Scrittura che presentano questi temi sublimi non debbono essere trascurati come se fossero di nessuna utilità per l'uomo. Tutto quello che Dio ha ritenuto opportuno farci conoscere lo dobbiamo accettare in base all'autorità della sua Parola. Può esserci solo una pura e semplice affermazione dei fatti, senza nessuna spiegazione sul perché o sul come; ma se anche non sappiamo comprendere dobbiamo nondimeno accettarne la veracità perché è Dio che l'ha detto. Tutta la difficoltà risiede nella debolezza e nella limitazione della mente umana.

Semplicità e maestà delle rivelazioni divine

L'apostolo Pietro afferma che nelle Scritture vi sono "alcune cose difficili a capire, che gli uomini instabili e ignoranti torcono... a loro propria perdizione". 2 Pietro 3:16. Le difficoltà della Scrittura sono state addotte come pretesto contro la Bibbia da parte degli scettici. Esse, invece, costituiscono una prova potente della divina ispirazione della Sacra Scrittura. Se questa non contenesse nessun cenno su Dio, eccetto quanto noi possiamo agevolmente capire, se la divina grandezza e la divina maestà potessero essere afferrate da menti limitate, la Bibbia non possederebbe le inequivocabili credenziali dell'autorità divina. Sono proprio la grandiosità e il mistero dei temi rivelati che dovrebbero ispirare fede in essa come Parola di Dio.

La Bibbia rivela la verità con semplicità e con un perfetto adattamento ai bisogni e alle aspirazioni del cuore umano. Questo ha stupito e rallegrato le menti più colte, mentre ha reso possibile agli umili, ai senza cultura, di distinguere la via della salvezza. Eppure queste verità enunciate con semplicità si fondano su soggetti tanto elevati, di così vasta portata e così infinitamente superiori alle facoltà di comprensione dell'uomo, che noi le possiamo accettare solo perché le ha proclamate Dio. In tal modo il piano della redenzione ci viene manifestato affinché ogni anima sappia quali passi deve muovere con pentimento verso Dio e con fede verso il Signore nostro Gesù Cristo per essere salvata nella maniera stabilita da Dio. Tuttavia, sotto queste verità tanto facilmente comprese, ci sono dei misteri che celano la gloria divina; misteri che soggiogano la mente, nella sua ricerca, e ispirano riverenza e fede nel sincero ricercatore della verità. Più egli studia la Bibbia, più profonda si fa in lui la convinzione che si tratta del Verbo dell'Iddio vivente e, allora, la ragione umana si inchina riverente dinanzi alla maestà della rivelazione divina.

Sono benedetti con una vivida luce coloro che sono disposti ad accettare così gli oracoli viventi che si fondano sull'autorità di Dio. Se si chiede loro di spiegare certe dichiarazioni, essi non possono che rispondere: "Così sono rivelate nelle Scritture". Sono costretti ad ammettere di non essere in grado di spiegare l'azione della potenza divina o la manifestazione della divina sapienza. E' come il Signore intendeva che fosse, e cioè che noi siamo nella necessità di ammettere che la nostra mente limitata è inadeguata ad afferrare l'infinito; che l'uomo, a motivo della sua imperfetta conoscenza terrena, non è in condizione di poter comprendere i propositi dell'Onniscienza.

Gli scettici e gli increduli non potendo penetrare tutti i misteri, rigettano la Parola di Dio; e non tutti quelli che affermano di credere nella Bibbia sono liberi dalla tentazione su questo punto. Dice l'apostolo: "Guardate fratelli, che talora non si trovi in alcuni di voi un malvagio cuore incredulo, che vi porti a ritrarvi dall'Iddio vivente". Ebrei 3:12. Le menti che sono state educate alla critica, al dubbio e ai cavilli, perché non riescono ad approfondire i propositi divini, cadranno "seguendo il medesimo esempio di disubbidienza". Ebrei 4:11. E' giusto studiare a fondo la dottrina della Bibbia e scandagliare "le cose profonde di Dio" (1 Corinzi 2:10) fin dove esse sono rivelate nella Scrittura. Mentre "le cose occulte appartengono all'Eterno nostro Dio... le cose rivelate sono per noi e per i nostri figliuoli". Deuteronomio 29:29.

L'opera di Satana consiste nel pervertire le facoltà indagatrici dell'intelletto. Una certa dose di orgoglio si mescola con la considerazione della verità biblica, affinché gli uomini si sentano frustrati e spazientiti quando non riescono a chiarire ogni passo della Scrittura con propria soddisfazione. E' troppo umiliante per loro riconoscere di non capire le parole ispirate. Non sono disposti ad aspettare pazientemente fino a che Dio non stimi opportuno rivelare loro la verità. Ritengono che la loro sapienza umana riesca, senza aiuto, a renderli atti a capire la Scrittura. Non riuscendovi, ne rinnegano virtualmente l'autorità.

É vero che numerose teorie e dottrine popolarmente ritenute insegnamento biblico non hanno nessun fondamento nella Scrittura, anzi sono del tutto contrarie all'intero sistema dell'ispirazione. Queste cose sono state causa di dubbio e di perplessità a molte menti; ma non sono da imputarsi alla Parola di Dio, bensì all'umana speculazione. Le difficoltà della Bibbia non si ripercuotono sulla saggezza di Dio; non determineranno la rovina di nessuno che non sarebbe stato distrutto se non fossero esistite tali difficoltà. Se nella Bibbia non ci fossero stati dei misteri da mettere in discussione, le stesse menti, a causa della loro mancanza di discernimento spirituale, avrebbero trovato delle pietre d'inciampo anche nelle più evidenti dichiarazioni di Dio.

Gli uomini che ritengono di essere dotati di facoltà mentali così superiori da trovare una spiegazione per tutte le vie e le opere di Dio, cercano di esaltare la saggezza umana ponendola sulla stessa linea di quella divina e di glorificare l'uomo come Dio. Non fanno altro che ripetere quanto Satana disse a Eva in Eden: "Voi sarete come Dio". Genesi 3:5. Satana cadde a causa della sua ambizione di voler essere uguale a Dio. Egli desiderava entrare nei consigli e nei progetti divini, dai quali però era escluso a motivo della sua incapacità, in quanto creatura, di comprendere la sapienza dell'Infinito. Fu questo ambizioso orgoglio a spingerlo alla ribellione, e con gli stessi mezzi egli cerca di provocare la rovina dell'uomo.

Imperscrutabili profondità della verità

Nel piano della redenzione esistono dei misteri tali -- l'umiliazione del Figliuolo di Dio, il fatto che Egli prese forma umana, l'amore e la condiscendenza del Padre nel dare il suo Figliuolo -- da costituire per gli stessi angeli del cielo motivi di incessante meraviglia. L'apostolo Pietro, parlando delle rivelazioni accordate ai profeti intorno alle "sofferenze di Cristo e alla gloria che ne doveva seguire", afferma che si tratta di realtà che "gli angeli desiderano approfondire". Tali realtà formeranno materia di studio per i redenti attraverso i secoli dell'eternità. Mentre essi contemplano l'opera di Dio nella creazione e nella redenzione, nuove verità si schiuderanno senza posa dinanzi alle loro menti stupite e incantate. Nell'apprendere sempre di più intorno alla sapienza, all'amore e alla potenza di Dio, le menti loro andranno sempre più allargandosi e la loro gioia aumenterà del continuo.

Se fosse possibile agli uomini di giungere a una piena comprensione di Dio e delle sue opere, avendo essi così raggiunto una simile vetta non ci sarebbe per loro più nessuna ulteriore scoperta di verità, nessun accrescimento di conoscenza, nessun successivo sviluppo della mente e del cuore. Dio non sarebbe più supremo e le creature, avendo raggiunto il limite della conoscenza e della realizzazione, cesserebbero di progredire. Ringraziamo Dio che non è così. Dio è infinito: in lui risiedono "tutti i tesori della sapienza e della conoscenza". Colossesi 2:3. Per tutta l'eternità, gli uomini potranno sempre più approfondire, sempre imparare, senza mai esaurire i tesori della sua sapienza, della sua bontà e della sua potenza.

Dio vuole che anche in questa vita la verità sia del continuo rivelata al suo popolo. Esiste solo una via per ottenere tale conoscenza. Si può giungere alla comprensione della Parola divina unicamente attraverso l'illuminazione di quello Spirito dal quale essa fu data. "Nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio... poiché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio". 1 Corinzi 2:11, 10. La promessa del Salvatore ai suoi discepoli fu: "Quando sarà venuto lui, lo Spirito della verità, vi guiderà in tutta la verità... Perché prenderà del mio e ve l'annuncierà". Giovanni 16:13, 14.

Dio desidera che l'uomo eserciti le sue facoltà di raziocinio. Lo studio della Bibbia irrobustirà ed eleverà l'intelletto, come nessun altro studio può fare. Esso è per la mente umana il migliore esercizio intellettuale e spirituale. Tuttavia, dobbiamo guardarci dal deificare la ragione, la quale è soggetta alla fragilità e all'infermità del genere umano. Se non vogliamo che le Scritture ci diventino oscure sì da non riuscire più a capire le verità più evidenti, dobbiamo coltivare la semplicità e la fede di un bambino, pronti a imparare, chiedendo l'assistenza dello Spirito Santo. Un sentimento della potenza e della sapienza di Dio e della nostra incapacità di comprendere la sua grandezza dovrebbe ispirarci l'umiltà e così aprire la sua Parola come se ci trovassimo al suo cospetto: con un sacro timore riverenziale. Ogni volta che arriviamo alla Bibbia, la ragione deve riconoscere un'autorità superiore alla sua: l'anima e l'intelletto debbono inchinarsi davanti al grande IO SONO.

L'illuminazione divina promessa

Noi progrediremo nella vera conoscenza spirituale solo quando ci renderemo conto della nostra piccolezza e della nostra totale dipendenza da Dio; ma tutti coloro che si accostano alla Bibbia con spirito di preghiera, pronti a imparare, a studiarne le affermazioni come Parola di Dio, riceveranno l'illuminazione divina. Vi sono molte cose apparentemente difficili e oscure che Dio renderà evidenti e semplici a quanti cercano di capirle.

Talvolta, si dà il caso di uomini intellettualmente dotati, pedagogicamente e culturalmente progrediti, i quali non riescono ad afferrare il senso di certi brani scritturali, laddove altri, non molto istruiti, la cui intelligenza sembra debole e la cui mente non è addestrata, ne intendono il significato, attingendo in tal modo vigore e conforto da quello che i primi definiscono misterioso oppure trascurano come cosa priva di importanza. Perché? Mi è stato spiegato che questo secondo gruppo di persone non si appoggiano sulle proprie doti intellettuali: risalgono alla Sorgente della luce, a Colui che ha ispirato le Scritture, e con animo umile chiedono a Dio la sapienza e la ricevono. Vi sono miniere di verità che possono essere scoperte dal ricercatore impegnato. Cristo paragona la verità a un tesoro nascosto in un campo. Non giace alla superficie: occorre perciò scavare per scoprirlo. La buona riuscita nel trovarlo non dipende tanto dalla nostra capacità intellettuale, quanto dalla nostra umiltà e dalla fede che confida nell'assistenza di Dio.

Senza la guida dello Spirito Santo, noi saremo del continuo esposti a travisare e a interpretare erroneamente le Scritture. Molta lettura della Bibbia è senza profitto e in numerosi casi essa può essere addirittura un vero danno. Quando si apre la Parola di Dio senza riverenza e senza preghiera, quando i pensieri e gli affetti non si concentrano su Dio o non sono in armonia con la sua volontà, la mente è offuscata dal dubbio e allora nello stesso studio della Bibbia si rafforza lo scetticismo. L'avversario assume il controllo dei pensieri e suggerisce interpretazioni inesatte.

Ogni volta che gli uomini non cercano, con le parole e con le azioni, di essere d'accordo con Dio, per quanto eruditi essi siano, sono esposti a sbagliare nel loro modo di comprendere la Scrittura e quindi non è prudente fidarsi delle loro spiegazioni. Quando noi cerchiamo realmente di adempiere il volere divino, lo Spirito Santo prende i precetti della sua Parola e li trasforma in princìpi di vita, scrivendoli sopra le tavole dell'anima. Possono sperare di ricevere una ulteriore illuminazione dello Spirito coloro che si attengono alla luce già data. Questo è stato affermato molto chiaramente da Cristo: "Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio". Giovanni 7:17.

Coloro che investigano le Scritture per trovarvi delle contraddizioni sono privi di intuito spirituale. A motivo della loro visione distorta, scorgeranno cause di dubbio e di incredulità in cose che in realtà sono chiare e semplici. Invece per quanti trattano la Parola di Dio con riverenza cercando di conoscere la volontà divina, tutto è diverso. Essi sono pieni di timore e di meraviglia mentre contemplano la purezza e la sublime eccellenza delle verità rivelate. I simili si attraggono e si apprezzano fra loro. La santità si allea con la santità e la fede con la fede. Per l'anima umile e per la mente sincera e indagatrice, la Bibbia è piena di luce e di conoscenza. Coloro che si accostano alle Scritture con questo spirito, si uniscono ai profeti e agli apostoli. Lo spirito loro si assimila con quello di Cristo ed essi anelano diventare uno con lui.

Molti ritengono di avere la responsabilità di spiegare ogni apparente difficoltà biblica per fronteggiare i cavilli degli scettici e degli increduli. Nel tentativo di spiegare ciò che capiscono solo imperfettamente, essi rischiano di confondere la mente altrui anche sui punti chiari e facilmente comprensibili. Non è questo il nostro compito. Non dobbiamo neppure lamentarci perché esistono queste difficoltà, ma le dobbiamo accettare come permesse dalla sapienza divina. E' nostro dovere accogliere la Parola di Dio, che risulta chiara su ogni punto essenziale alla salvezza dell'anima, e praticarne i princìpi nella nostra vita, insegnandoli agli altri col precetto e con l'esempio. In tal modo apparirà evidente al mondo che noi siamo in comunione con Dio e che abbiamo una fiducia implicita nella sua Parola. Una vita devota, un quotidiano esempio di integrità e di altruistico amore saranno l'esemplificazione dell'insegnamento biblico e costituiranno argomenti a favore della Bibbia ai quali pochi potranno resistere. Sarà questa la più efficace barriera contro la prevalente tendenza allo scetticismo e all'incredulità.

Per fede dobbiamo guardare all'aldilà e afferrare la divina promessa di un accrescimento dell'intelletto, perché le facoltà umane unite con quelle divine attingeranno direttamente alla Sorgente della luce. Noi possiamo rallegrarci che tutto quello che nei disegni provvidenziali di Dio ci ha resi perplessi, sarà allora chiarito; cose difficili a capire saranno spiegate, e là dove le nostre menti ora scorgono solo confusione e progetti infranti, contempleremo le più belle e perfette armonie. L'apostolo Paolo dice: "Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò appieno, come anche sono stato appieno conosciuto". 1 Corinzi 13:12.

Pietro invita i fratelli a crescere "nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo". 2 Pietro 3:18. Tutte le volte che il popolo di Dio cresce nella grazia otterrà una comprensione sempre più distinta della sua Parola. Nelle sacre verità di essa troverà nuova luce e nuova bellezza. Ciò si è verificato nella storia della chiesa attraverso i secoli e così sarà sino alla fine. Quando però una vita spirituale comincia a declinare c'è la tendenza a cessare di progredire nella conoscenza della verità. Gli uomini si sentono paghi della luce ricevuta grazie alla divina Parola e scoraggiano ogni ulteriore studio delle Scritture. Diventano conservatori e cercano di evitare la discussione.

Invito a uno studio diligente

I1 fatto che non ci sia discussione o controversia in seno al popolo di Dio non dovrebbe essere considerato prova conclusiva che esso si attiene saldamente alla sana dottrina. Vi è ragione di temere che esso non sappia ben distinguere tra verità ed errore. Quando nessuna nuova questione viene sollevata nell'esame delle Scritture, quando non si manifesta nessuna differenza di opinione che induca a consultare personalmente la Bibbia per avere la certezza di possedere la verità, molti -- come avvenne anticamente -- finiranno con l'attenersi alla tradizione e con l'adorare ciò che non conoscono.

Mi è stato rivelato che molti, pur dicendo di conoscere la verità presente, non sanno esattamente quello che credono; non comprendono le prove evidenti della loro fede. Essi non hanno una giusta valutazione dell'opera per il tempo presente. Quando giungerà l'ora della prova, degli uomini che oggi predicano agli altri, esaminando la posizione che occupano, scopriranno che vi sono delle cose sulle quali non possono fornire alcuna ragione soddisfacente. Fino al momento in cui non vengono messi così alla prova, essi non si renderanno conto della propria ignoranza. Sono numerosi nella chiesa coloro che tengono per scontato di capire quello che credono; però, fino a che non sorge la controversia, essi ignorano la propria fragilità. Quando saranno separati dagli altri della stessa fede, se saranno costretti a dare individualmente da soli una spiegazione sul loro credo, si accorgeranno, con sorpresa, quanto siano confuse le loro idee su ciò che avevano accettato come verità. Certo è che c'è stato fra noi un allontanamento dall'Iddio vivente e un orientamento verso gli uomini, sostituendo così l'umana sapienza a quella divina.

Dio scuoterà il suo popolo. Se gli altri mezzi falliscono, si introdurranno in seno ad esso delle eresie che lo vaglieranno, separando la pula dal grano. Il Signore invita tutti coloro che credono nella sua Parola a svegliarsi dal sonno. Una luce preziosa è venuta, adatta per questo tempo. E' la verità biblica che indica i pericoli che incombono su di noi. Questa luce dovrebbe portarci a uno studio accurato delle Scritture e a un esame più critico della posizione da noi occupata. Dio vorrebbe che tutti gli aspetti della verità venissero esaminati a fondo, con perseveranza, con preghiera e digiuno. I credenti non debbono adagiarsi su supposizioni e concetti mal definiti, riguardanti ciò che costituisce la verità. La loro fede deve fondarsi saldamente sulla Parola di Dio, affinché quando sopraggiungerà l'ora della prova ed essi saranno tradotti davanti alle assemblee per rispondere della loro fede, possano dare ragione della speranza che è in loro, con mansuetudine e timore.

Discutete, discutete, discutete! I soggetti che presentiamo al mondo debbono essere per noi una realtà vivente. E' importante che nel difendere le dottrine che consideriamo articoli di fede fondamentali, non ci permettiamo mai di usare argomenti non del tutto validi. Essi possono anche ridurre al silenzio un oppositore, ma non onorano la verità. Dovremmo presentare argomenti ben fondati, i quali non solo fanno tacere i nostri oppositori, ma sono allo stesso tempo frutto di un sincero e profondo esame critico. Quanto a coloro che si sono formati come polemisti, c'è pericolo che essi non trattino la Parola di Dio con lealtà. Nell'affrontare un oppositore, dovremmo studiarci di esporre i vari argomenti in modo da determinare la convinzione nel suo spirito, anziché cercare unicamente di infondere fiducia nel credente.

Qualunque sia il progresso intellettuale dell'uomo, egli non deve pensare neppure per un momento che non sia necessario un esame completo e costante delle Scritture in vista di un'illuminazione più intensa. Come popolo, noi siamo chiamati individualmente a essere degli studiosi della profezia. Dobbiamo vegliare con sincerità di propositi per poter discernere ogni raggio di luce che Dio ci rivelerà. Dobbiamo cogliere i primi bagliori della verità e mediante uno studio fatto con spirito di preghiera otterremo una luce più nitida da recare poi agli altri.

Quando il popolo di Dio se ne sta tranquillo e soddisfatto della luce presente, possiamo essere certi che l'Eterno non lo favorirà. Dio vuole che esso vada sempre avanti per ricevere una luce sempre maggiore. L'atteggiamento attuale della chiesa non piace a Dio. E' subentrata una fiducia in sé che l'ha spinta a non sentire la necessità di ulteriore verità e di maggiore luce. Noi viviamo in un'epoca in cui Satana si affaccenda a destra e a manca, davanti e dietro a noi. Ciò nonostante, noi come popolo dormiamo. Dio vuole che una voce si levi e spinga il suo popolo all'azione.

Effetti della critica della Bibbia

Anziché aprire l'anima perché riceva i raggi della luce celeste, alcuni hanno agito in senso opposto. Con la stampa e dall'alto del pulpito sono state presentate, circa l'ispirazione della Bibbia, opinioni che non riscuotono l'approvazione né dello Spirito, né della Parola di Dio. Nessun uomo, nessun gruppo di uomini possono prendersi la libertà di esporre teorie su un tema di così grande importanza, senza l'appoggio di un chiaro: "Così dice l'Eterno". Quando gli uomini limitati da umane infermità ereditarie o coltivate, che sono ben lungi dal renderli savi o dal dotarli di una mentalità celeste, attaccano la Parola di Dio e giudicano il divino e l'umano, agiscono senza il consiglio di Dio. Il Signore non farà prosperare la loro opera, di effetto disastroso per chi vi si impegna e per chi l'accetta come se fosse di origine divina. In molte menti è nato lo scetticismo provocato da teorie intorno alla natura dell'ispirazione. Gli esseri limitati, con le loro vedute ristrette e miopi, si sentono competenti per criticare le Scritture e asseriscono: "Questo passo è indispensabile, quello no: non è ispirato".

Cristo non impartì tale insegnamento sugli scritti dell'Antico Testamento, che era poi l'unica porzione della Bibbia posseduta dalla gente del suo tempo. I suoi ammaestramenti erano intesi a dirigere la mente verso l'Antico Testamento e a mettere in piena luce i grandi temi in esso rivelati. Per secoli il popolo d'Israele si era dipartito da Dio e aveva perduto di vista le preziose verità affidategli dall'Eterno. Queste verità erano state coperte da formule e cerimonie superstiziose che ne avevano offuscato il vero significato. Cristo venne per togliere la patina che aveva oscurato il loro splendore. Gesù le dispose come gemme preziose in una nuova incastonatura e dimostrò che lungi dal disdegnare la ripetizione di antiche verità familiari, Egli era venuto per farle apparire nella loro autentica forza, nella loro vera bellezza. La loro gloria non era mai stata vista dagli uomini del suo tempo. Essendo Egli stesso l'autore di queste verità rivelate, poteva esporre a tutti il loro reale significato, liberandolo da errate interpretazioni e da false teorie adottate dai capi per soddisfare il loro stato di dissacrazione, la loro mancanza di spiritualità e di amore per Dio. Egli mise da parte tutto ciò che aveva tolto vita e vigore a queste verità e le restituì alla gente nella loro originale freschezza e in tutta la loro primitiva potenza.

Se abbiamo lo Spirito di Cristo e collaboriamo con lui, porteremo avanti l'opera che Egli venne a compiere. Le verità bibliche sono state di nuovo ottenebrate dalla consuetudine, dalla tradizione e dalla falsa dottrina. Gli erronei insegnamenti della teologia popolare hanno prodotto migliaia e migliaia di scettici e di infedeli. Vi sono errori e incoerenze che molti spacciano per insegnamento biblico e che in realtà non sono altro che false interpretazioni della Scrittura, adottate nei secoli delle tenebre papali. Le moltitudini sono state spinte a nutrire un concetto errato su Dio nello stesso modo in cui gli ebrei, sviati dagli errori e dalle tradizioni del loro tempo, avevano una falsa concezione di Cristo. "Se l'avessero conosciuta (la sapienza di Dio) non avrebbero crocifisso il Signore della gloria". 1 Corinzi 2:8. Sta a noi rivelare al mondo il vero carattere di Dio. Invece di criticare la Bibbia sforziamoci, col precetto e con l'esempio, di proclamare al mondo le sacre verità vitali, per poter "manifestare le lodi di Colui che ci ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce".

I mali che gradualmente si sono insinuati in mezzo a noi, hanno impercettibilmente allontanato singoli individui e chiese intere dal dovuto rispetto a Dio e hanno respinto la potenza che Egli intende conferir loro.

Fratelli miei, che la Parola di Dio rimanga com'è. Che la sapienza umana non presuma di sminuire il valore fosse pure di una singola affermazione scritturale. La solenne minaccia contenuta nell'Apocalisse dovrebbe ammonirci di non assumere simile atteggiamento. Nel nome del mio Maestro io vi scongiuro: "Togliti i tuoi calzari dai piedi, perché il luogo su cui tu stai è santo".

La Bibbia con le sue preziose gemme di verità non fu scritta solo per gli studiosi. Al contrario, fu destinata a gente comune; e l'interpretazione data dalla gente comune, quando è assistita dallo Spirito Santo, collima meglio con la verità come la si trova in Cristo. Le grandi verità indispensabili alla salvezza sono rese chiare come la luce di mezzogiorno e nessuno può sbagliare o smarrire la strada, eccetto coloro che seguono il proprio criterio, anziché la volontà di Dio chiaramente rivelata. -- Testimonies for the Church 5:331 (1885).

Io vidi che quanti lo desiderano, possono avere ampia possibilità di mettere in dubbio l'ispirazione e la verità della Parola divina. Dio non costringe nessuno a credere. Uno può scegliere di basarsi sulle prove evidenti che Egli si è compiaciuto di fornire, oppure di dubitare e perciò perire. -- Testimonies for the Church 1:427 (1864).

Gli ebrei attendevano il Messia, ma Egli non venne nel modo da loro predetto. Perciò se fosse stato accolto come l'Essere promesso, i loro dotti maestri sarebbero stati costretti ad ammettere di essersi sbagliati. Quei capi si erano separati da Dio e Satana agiva sul loro spirito per indurli a rigettare il Salvatore. Piuttosto che rinunciare all'orgoglio del proprio giudizio, essi chiusero gli occhi a ogni evidenza della sua messianicità, e non solo respinsero essi stessi il messaggio di salvezza, ma indurirono l'animo della gente contro Gesù. La loro storia dovrebbe essere per noi di solenne monito.

Non ci dobbiamo mai aspettare che quando il Signore ha della luce per il suo popolo, Satana se ne rimanga tranquillo, senza fare nessuno sforzo per impedirgli di riceverla. Egli opererà sulle menti per provocare diffidenza, gelosia e incredulità. Stiamo in guardia e non rigettiamo la luce che Dio ci manda, per la ragione che essa non ci perviene nel modo che ci piace. La benedizione divina non sia rimossa da noi perché ignoriamo il tempo in cui siamo stati visitati. Se ve ne sono che non scorgono, né accettano essi stessi la luce, non ostacolino l'altrui cammino. Non si dica di questo popolo altamente favorito, quello che fu detto degli ebrei quando fu loro predicata la buona novella del Regno: "Voi stessi non siete entrati e avete impedito quelli che entravano". Luca 11:52. -- Testimonies for the Church 5:728 (1882).