I tesori delle testimionianze 2

Capitolo 46

La parola fatta carne

[AUDIO]

L'unione del divino con la natura umana è una delle verità più preziose e più misteriose del piano della redenzione. E' di questo che parla Paolo quando afferma: "Senza contraddizione, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne".

Questa verità è stata per molti un motivo di dubbio e di incredulità. Quando Cristo venne nel mondo, Figliuolo di Dio e Figliuolo dell'uomo, non fu compreso dalla gente del suo tempo. Egli si abbassò per rivestire la natura umana affin di poter raggiungere l'umanità caduta e risollevarla. Però la mente degli uomini era ottenebrata a cagione del peccato, le loro facoltà erano intorpidite e la loro percezione smussata, tanto da non saper discernere il carattere divino sotto la veste umana. Questa carenza di apprezzamento da parte loro era di ostacolo all'opera che Egli intendeva svolgere in loro favore. Per dare forza al proprio insegnamento, Gesù spesso era costretto a definire e a difendere la sua posizione. Richiamandosi al suo carattere divino e misterioso, Egli cercava di avviare la loro mente verso una corrente di pensiero che risultasse propizia alla potenza trasformatrice della verità.

Per illustrare la verità divina, Egli ricorreva alle cose della natura, con le quali essi erano familiari. Il terreno del cuore era così preparato a ricevere il buon seme. Egli faceva sentire ai propri uditori che i suoi interessi si identificavano coi loro, che il suo cuore palpitava di simpatia per le loro gioie e per i loro dolori. Allo stesso tempo essi notavano in Gesù la manifestazione di una potenza e di una superiorità che andava ben oltre quella dei loro più onorati rabbini. Gli insegnamenti di Cristo erano caratterizzati da una semplicità, una dignità e una forza fino allora sconosciute per loro. La loro spontanea esclamazione era: "Nessuno ha mai parlato come quest'uomo". La gente lo ascoltava volentieri; ma i sacerdoti e i capi della nazione, infedeli essi stessi all'incarico di guardiani della verità, lo odiavano per la grazia da lui resa manifesta, grazia che attirava le folle lungi da loro affinché potessero seguire la luce della vita. Per effetto del loro influsso, la nazione ebraica, non discernendo il suo carattere divino, rigettò il Salvatore.

Unione del divino con l'umano

L'unione del divino con l'umano, manifestata in Cristo, esiste anche nella Bibbia. Le verità rivelate sono tutte "date per ispirazione di Dio"; tuttavia, esse sono espresse con termini umani e adattate alle umane necessità. Così si può dire del Libro di Dio, come è stato affermato di Cristo, che "la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi". Giovanni 1:14. Questo fatto, lungi dal costituire un argomento contro la Bibbia, dovrebbe rafforzare la fede in essa come Parola di Dio. Coloro che si pronunciano sull'ispirazione della Sacra Scrittura accettando alcuni brani come divini e respingendone altri come umani, ignorano che Cristo, divino, partecipò alla natura umana per poter raggiungere l'umanità. Nell'opera di Dio per la redenzione umana si uniscono l'essenza divina e quella umana.

Molti passi della Bibbia che i critici scettici hanno definito non ispirati, sono invece, nel loro perfetto adattamento alle esigenze umane, proprio i messaggi di conforto di Dio in favore dei suoi figli fiduciosi. Una bella illustrazione di questo si ha nella vicenda dell'apostolo Pietro. Pietro era in prigione, in attesa di essere messo a morte l'indomani. Era notte ed egli dormiva "in mezzo a due soldati, legato con due catene; e le guardie davanti alla porta custodivano la prigione. Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e una luce risplendé nella cella e l'angelo percosse il fianco di Pietro, lo svegliò dicendo: "Levati prontamente". E le catene gli caddero dalle mani". Atti 12:6, 7. Pietro, svegliandosi bruscamente, rimase attonito dinanzi alla luce che inondava la cella e alla grande bellezza del messaggero celeste. Non riuscì a rendersi perfettamente conto di quel che accadeva, ma sapeva che era libero e, confuso, pieno di gioia sarebbe uscito dal carcere senza premunirsi contro il freddo della notte. L'angelo di Dio gli suggerì, con tenera premura per le necessità fisiche dell'apostolo: "Cingiti e legati i sandali". Atti 12:8. Pietro ubbidì meccanicamente; ma era così estasiato dalla manifestazione della gloria celeste da non pensare affatto a prendere il mantello. Allora l'angelo gli raccomandò: "Mettiti il mantello e seguimi. Ed egli, uscito, lo seguiva, non sapendo che fosse vero quel che avveniva per mezzo dell'angelo, ma pensando di avere una visione. Ora, come ebbero passata la prima e la seconda guardia, vennero alla porta di ferro che mette in città, la quale si aprì loro da sé; ed essendo usciti, s'inoltrarono per una strada, e in quell'istante l'angelo si partì da lui". Atti 12:8-10. L'apostolo si trovò solo nelle strade di Gerusalemme. "E Pietro, rientrato in sé, disse: "Ora conosco per certo: non si trattava di una visione o di un sogno, bensì d'un avvenimento reale: il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutta l'aspettazione del popolo dei Giudei". Atti 12:11.

Gli scettici possono sorridere all'idea che un glorioso angelo del cielo potesse occuparsi di una cosa tanto banale come quella di badare a queste semplici esigenze umane, e possono anche mettere in dubbio l'ispirazione del racconto. Ma secondo la sapienza di Dio tali episodi sono conservati nella storia sacra a vantaggio non degli angeli ma degli uomini affinché qualora essi dovessero venire a trovarsi in situazioni ardue, possano avere conforto sapendo che il cielo è al corrente di tutto.

Gesù disse ai suoi discepoli che neppure un passero cade al suolo senza che il Padre celeste ne prenda nota. Se Dio è consapevole delle necessità di tutti gli uccelletti dell'aria, a maggior ragione avrà cura di coloro che potranno diventare sudditi del suo regno e, mediante la fede in lui, ereditare l'immortalità. Oh, se l'intelletto umano giungesse solo a comprendere fin dove il piano della redenzione può essere afferrato dalle menti limitate, l'opera svolta da Gesù nel rivestire la natura umana e quello che Egli ha fatto per noi nella sua sublime condiscendenza, i cuori umani si riempirebbero di gratitudine per l'amore di Dio e con umiltà adorerebbero la sapienza divina che ha saputo escogitare il mistero della grazia.