I tesori delle testimionianze 2

Capitolo 68

L'opera del medico in favore delle anime

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Ogni medico che pratica la sua professione può avere a sua disposizione -- per la fede in Cristo -- un rimedio per l'anima ammalata in seguito al peccato. Il medico convertito e santificato dalla verità è registrato in cielo come collaboratore di Dio e seguace di Gesù. Attraverso la santificazione della propria vita, medici e infermieri ricevono da Dio la sapienza e la capacità necessarie per la cura dei pazienti. Tale opera apre la porta di molti cuori che, caso diverso, rimarrebbero chiusi. Uomini e donne sono portati a capire la reale necessità della salvezza dell'anima e del corpo.

È questo che costituisce uno degli elementi caratteristici dell'opera per il nostro tempo. L'opera medico-missionaria è come il braccio destro del messaggio del terzo angelo, messaggio che deve essere dato a un mondo decaduto. Medici, amministratori, operai nei vari settori, svolgendo la loro attività con impegno e fedelmente, contribuiscono al progresso del messaggio. In tal modo la verità raggiungerà ogni nazione, tribù, lingua e popolo. In quest'opera gli angeli celesti hanno la loro parte, suscitando gioia e melodia spirituale nel cuore di quanti sono stati liberati dalla sofferenza. Sale così a Dio, dalle labbra di coloro che hanno accettato la preziosa verità, un inno di ringraziamento.

Ogni medico nelle nostre file dovrebbe essere un cristiano. Solo quei dottori che sono veri cristiani secondo la Bibbia, sapranno assolvere bene i doveri inerenti la loro professione.

Il medico che si rende conto della responsabilità connessa con la sua posizione, sentirà il bisogno della presenza di Cristo al suo fianco nel lavoro in favore di coloro per i quali è stato compiuto un sacrificio grande come quello del Figlio di Dio. Egli subordinerà tutto agli interessi superiori relativi alla vita che può essere salvata per l'eternità, e farà tutto quello che può per salvare il corpo e l'anima. Cercherà di svolgere la stessa opera che Cristo svolgerebbe se si trovasse al suo posto. Il medico che ama Cristo e le anime per le quali il Salvatore morì, cercherà con slancio di portare nella camera dell'infermo una foglia strappata all'albero della vita. Procurerà di spezzare il pane della vita a chi soffre. Nonostante gli ostacoli da affrontare, questa è l'opera solenne e sacra della professione medica.

Il vero lavoro missionario è quello nel quale viene meglio rappresentata l'opera del Salvatore; nel quale sono seguiti più da vicino i suoi metodi e viene meglio esaltata la sua gloria. Il lavoro missionario che non raggiunge simile livello è considerato in cielo come difettoso. Pesato sulla bilancia del santuario viene trovato mancante.

Condurre i pazienti a Cristo

I medici dovrebbero cercare di orientare il pensiero dei loro pazienti verso Cristo, Medico dell'anima e del corpo. Quello che i dottori possono solo tentare, Cristo lo traduce in realtà. Mentre l'agente umano si adopera per prolungare la vita, Cristo è la vita stessa. Chi passò attraverso la morte per distruggere colui che ha il potere della morte, è la sorgente di ogni vitalità. In Galaad c'è un balsamo e c'è un Medico: Cristo, che soffrì una morte angosciosa, nelle circostanze più umilianti, affinché noi ricevessimo la vita. Egli diede la sua preziosa vita per sconfiggere la morte; ma risorse dalla tomba e le miriadi di angeli scesi per vederlo riprendere la vita che aveva deposto udirono la sua voce, trionfante di gioia, quando levandosi sopra il sepolcro di Giuseppe di Arimatea, proclamò: "Io sono la risurrezione e la vita!"

La domanda "Se un uomo muore, tornerà a vivere?" ha ottenuto la risposta. Subendo la pena del peccato, scendendo nel sepolcro, Cristo ha illuminato la tomba per tutti coloro che muoiono nella fede. Dio in forma umana ha messo in luce, per mezzo dell'Evangelo, la vita e l'immortalità. Morendo, Cristo ha assicurato la vita eterna a tutti quelli che credono in lui. Spirando, ha condannato l'autore del peccato e della slealtà a subire la pena del peccato, cioè la morte eterna.

Il possessore e datore della vita eterna, Cristo, era l'unico che potesse vincere la morte. Egli è il nostro Redentore, e beato è ogni medico che, nel vero senso del termine, è un missionario, un salvatore di anime per le quali Cristo diede la propria vita. Un tale dottore imparerà giorno per giorno dal grande Medico a vigilare e ad agire per la salvezza dell'anima e del corpo di uomini e donne. Il Salvatore è presente nella camera del malato, nella sala operatoria; e la sua potenza, per la gloria del suo nome, compie grandi cose.

Il medico può svolgere una nobile attività se è in comunione col grande Medico. Ai parenti dell'infermo, i cuori dei quali sono colmi di compassione per il sofferente, egli potrà dire parole di vita, calmare e sollevare l'animo di chi soffre, aiutandolo a levare lo sguardo verso chi può salvare appieno tutti coloro che si accostano a Gesù per ottenere la salvezza.

Gli angeli agiranno sulla mente

Quando lo Spirito di Dio agisce sulla mente degli afflitti, aiutandoli a cercare la verità, il medico deve adoperarsi in favore di queste preziose anime allo stesso modo come agirebbe Gesù, il Salvatore che perdona il peccato. Gli angeli di Dio agiranno sulle menti. Alcuni, è vero, ricuseranno dal lasciarsi illuminare dalla luce che Dio desidera fare risplendere nella mente e nel tempio dell'anima; però molti altri riceveranno questa luce e i loro pensieri saranno liberati dall'inganno e dall'errore nelle sue varie forme.

Bisogna approfittare diligentemente di ogni opportunità di lavorare come Cristo. Il medico parli delle guarigioni operate da Gesù, della sua tenerezza e del suo amore. Egli deve credere che Gesù è il suo collega e che gli sta al fianco. "Noi siamo i collaboratori di Dio". 1 Corinzi 3:9. Il medico non trascuri mai di dirigere il pensiero dei suoi pazienti a Cristo, il Medico per eccellenza. Se il Salvatore dimora nel suo cuore, i suoi pensieri saranno sempre orientati verso il Guaritore dell'anima e del corpo e saprà guidare la mente di chi soffre a Colui che sa restaurare, e che quando era sulla terra sanò gli infermi e guarì l'anima e il corpo dicendo: "Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi". Marco 2:5.

L'essere continuamente in contatto con la sofferenza non deve mai rendere il medico insensibile e privo di simpatia. Nei casi di malattia grave, il paziente sa di trovarsi alla mercè del dottore che considera come la sua unica speranza terrena. Il medico deve sempre additare all'anima tremante Colui che è più grande di lui: il Figliuolo di Dio, che ha dato la sua vita per salvarlo dalla morte; che ha pietà di chi soffre e che con la sua divina potenza darà sapienza e capacità a tutti coloro che lo desiderano.

Quando l'ammalato ignora quale possa essere l'esito del suo caso, quello è il momento per il medico di agire sulla sua mente. Non deve farlo mosso dall'ambizione di distinguersi, bensì per orientare l'anima verso Cristo quale Salvatore personale. Se la vita verrà risparmiata, il medico avrà un'anima sulla quale vegliare. Il paziente si rende conto che il medico è la vita della sua vita. A che scopo dovrà essere usata tale fiducia? Sempre e solo nell'intento di condurre un'anima a Cristo e di esaltare la potenza di Dio.

Una volta superata la crisi, quando appare evidente l'esito favorevole, che il paziente sia un credente o no, è bene trascorrere alcuni momenti in preghiera con lui esprimendo la gratitudine per la vita che è stata risparmiata. Il medico che si attiene a questo modo di procedere condurrà il paziente a Colui dal quale egli dipende per la vita. Parole di ringraziamento potranno sgorgare dalle labbra dell'ammalato per il medico che, grazie all'aiuto di Dio, ha legato quella vita alla sua; però la lode e il ringraziamento debbono essere tributati a Dio, a Colui che anche se invisibile è presente.

Sul letto di malattia accade talvolta che Cristo viene accettato e confessato, e questo accadrà più spesso in avvenire perché il Signore compirà nel mondo un'opera rapida. Sulla bocca del medico dovranno trovarsi parole di saggezza. Cristo, allora, annaffierà il seme gettato e lo farà fruttare a vita eterna.

Vegliare sulle anime

Noi perdiamo le più preziose opportunità trascurando di dire una parola al momento opportuno. Troppo spesso un talento pregiato che avrebbe dovuto fruttare mille volte di più, viene lasciato inutilizzato. Se non vigiliamo su questo privilegio d'oro, esso svanirà. Purtroppo è stato permesso che qualcosa venisse a impedire al medico di svolgere la sua opera quale ministro di giustizia.

Sono rari i medici cristiani che svolgono la loro professione nel giusto spirito. Il lavoro da svolgere è tanto e i ministri e i medici debbono agire in perfetta unione. Luca, l'autore del Vangelo omonimo, è chiamato "il medico diletto"; quelli che svolgono un'attività pari alla sua vivono l'Evangelo.

Innumerevoli sono le opportunità che il medico ha di ammonire gli impenitenti, di confortare gli sconsolati e i disperati e di dare delle prescrizioni sulla salute dello spirito e del corpo. Nell'istruìre in tal modo la gente intorno alle regole della vera temperanza, e nella sua qualità di guardiano delle anime, dando consigli a quanti sono ammalati nella mente e nel fisico, il medico compie la sua parte nella sublime opera che consiste nel preparare un popolo per il Signore. Questo è quanto l'attività medico-missionaria è destinata a svolgere in rapporto col messaggio del terzo angelo.

Ministri e medici debbono agire concordemente, con impegno per la salvezza delle anime che sono rimaste prese nei lacci di Satana. Essi devono additare agli uomini e alle donne Gesù che è la loro giustizia, la loro forza e la loro salute. Devono vigilare senza posa sulle anime. Vi sono delle persone che si trovano alle prese con forti tentazioni e che rischiano di venire sopraffatte nel combattimento contro gli agenti satanici. Passerete oltre senza soccorrerle? Se vedete un'anima che ha bisogno di aiuto, parlatele, anche se non la conoscete. Pregate per essa e mostratele Gesù.

Questa opera spetta sia al medico che al predicatore. Con impegno, in pubblico e in privato, il medico deve cercare di conquistare delle anime per Cristo.

In tutte le nostre iniziative e in tutte le nostre istituzioni, Dio deve essere riconosciuto come l'Artefice supremo. I medici debbono essere i suoi rappresentanti. La collaborazione dei medici ha attuato numerose riforme il cui numero andrà sempre più crescendo. Coloro che hanno nelle proprie mani la vita degli esseri umani, dovrebbero essere colti, gentili, santificati. Allora il Signore opererà per mezzo loro con grande potenza per glorificare il suo nome.

L'opera di Cristo in favore del paralitico è una illustrazione di come noi dobbiamo procedere. Attraverso i suoi amici quell'uomo aveva udito parlare di Gesù e chiese di essere portato alla presenza del grande Soccorritore. Il Salvatore sapeva che il paralitico era stato tormentato dalle ipotesi suggerite dai sacerdoti secondo cui Dio lo aveva respinto a motivo dei suoi peccati. Perciò il suo primo atto fu di infondere in lui la pace dell'anima. "Figliuolo", gli disse, "i tuoi peccati ti sono rimessi!" Questa assicurazione riempì l'anima di quell'uomo di pace e di gioia. Qualcuno fra i presenti, però, cominciò a mormorare dicendo in cuor suo: "Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?" Allora, affinché essi sapessero che il Figliuolo dell'uomo aveva il potere di perdonare i peccati, Cristo disse all'infermo: "Alzati, prendi il tuo letto e vai a casa!" Questo dimostra che il Salvatore univa l'opera della predicazione della verità alla guarigione dei malati.